RIVISTA MILITARE 1866 TOMO I

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MILITARE ITALIA NA n ,u :;coJ, TA. UEi1"SILE

DI SGIBNZA, ARTE E TORIA . IlLITA-Rl

Sel'le Il. - Volun1e I. A.uno Xl.

G. CASSO rr · E COMP. TI POGlUl"l - .EDITOltI

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TORINO

Via S. Franccsrn 11;1 l'aola. N. G.

FIRJlNZE

'6 Via Cavour (,i~ via L:ir~a), N. S.

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S E R I ~.

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. HJVISTA MILITARE rrALIANA 1

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Proprietà iettr,raria.

Torino - 1'ipogralla ·:;. Cassone e Comp.

Se dieci anni sono un brevissimo istante nella storia intera cli una nazione, sono per altro sempre qualche .cosa in quello delle.. sue vicende parziali; e sotto a que~t' aspetto l'ultimo decennio fu per l'Italia un'epoca sopra tutte le altre men1orabile, e quasi un'èra novella, com'è appunto quella il). cui fu effettuata la sua unificazione nazionaJe, che fu il voto più fervente di tutte le generazioni che ci precedettero. Gli è pertanto- che la Rivista llfilitare Italiana prova oggi un certo sentimento · d'orgoglio pe,r essere bilustre.


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LA PRIMA SERIE

· Fondala nel ~ 806 _per dare al Piernonte un giotnale d'indole essenzialmente scientifico-militare, ove potersi trattare seriamente ed a fondo gli argomenti e le quisiioni cl' ogni ramo deUo sc:ibile militare , la Rivista Militare chiamossi · la .Rivista 1rhhta,re Italiana nel ,I 860, allorchè la Dio mercè, e mercè il valore dei nostri soldati fu costiiuito il regno d'Halia. In questi dieci anni la Rivista ha fatto tutto possibile per mantenersi all'altezza del suo assunto, e se mai vi falli---1\.on fu certo per d ifetlo di buon volére nè per parte degli editori, nè per parte di coloro che si sono succeduti nel dirigerne Ja redazione. Non vi ha rame di dottrina miHtare del quale essa non siasi occupata; non vi ha progresso sulle cose di guerra del quale essa abbia trascurato · di dar le più estese informazioni; non vi ha quislione d'interesse militare di qualche rilievo che siasi sollevata e che la .Rù;ista non abbia coscienziosamente discussa ; non vi fu avvenimento di guerra sul quale essa non s.iasi data ogni curà cli tener a giorno i suoi lettori; non s'ebbe infine alcun mutamento nella costituzione degli eserciti europei eh' essa non si sia presa tutta l.1 prern ura <li ragguagliarne attingendo alle fouti più autorevoli. Ed oltre a questi lavori rrenerici e periodici ' . o . se ne ponno citare alcuni speciali) i qua li valsero alla Rivista ed a scr.ittori suoi , il credito della • sfumpa militare straniera, e con e-rande compiacenza ricorcl iarno gli St111li 1nilitari su,ll' Ttalia'; di CAHLO

DELLA RIVIST A mLITARE IT.\LlANA

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MEzzAcAro, oggi luogoteneJ1te generale nell'esercito italiano; la Difesa di Marghem, per lo stesso; La difesa delle Coste, di Luwr M_EZZAcAro, il quale è pure luogotenente generale nell'esercito italiano ; Pienwnte niilitare, del ge:ç.erale MAmANO D' AYALA; .r Cenni sùi cannoni rigati che si caricano 71er la bocc.a e 71er la culatta, e su-i per/ezionarnenti da reclirsi alt' arte tlella g'uerra, del lùogotenente generale CAVALLI; e l'Jtalia e Lfostria, del maggiore Corrsr. - E qui, poichè siamo venuti a nominare alcuni •fra i più be11emeriti scrittori della Rivista, ci sia concesso di far di essa un po' di storia biografica, la quale p~ssa esser.e un meritato tributo di lode e di gratitudine/ ai nostri antecessori ed a coloro che ci beneficarono con Fopra e col consiglio loro.

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. I fratelli Luigi e -Carlo Mezzacapo, emigrati in Pie~nonte nel ,l 849, quando il Borbone calpestava la fede giurata allo Statuto da lui dato al regno delle due Sicilie, dopo compiuta quella preziosa raccolta di libri militari intitolata la Biblioteca rniHtare per la gioventù italiana che si dedica all'armi, posero mano nel ~ 806 alla . R-ivistci militare e la tennero sino al ,f 809 , coadiuvati per le notizie si:atisticl1e da Camillo Lencisa, che·nel -1864 gloriosamente rnorìa pugnando per la libertà polacca; da A. Sandri per le cose rnariHime, ed eventual· menle da aHri colti scriltori militari éornc il con1e Di Persano, ora ammirnglio, il colonnepo svizzero


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LI PRl!>JA SER!ll

Di Clossmann, e da alcuni altri che credettero di serbare l'anonimo. Nel -f859, rotta la g:i1erra coll'Austria, i fratelli lVIezzacapo lasciarono la penna per risguai~ nare la spada, e raccolse allora la direzione della , Rivista l'erudi to scrittore Mariano D'Ayala; ma per pochi mesi, perchè sullo scorcio del ~ 860 accorse egli pure nelle provincie Meridionali a riprender il servizio nelle milizie -capitanate da Garibaldi. Gli succedeva j l colonnello Ue- Bartolomeis, il quale sopra doél(menti lasciatigli dall'esimio A;1nibale Di Saluzzo; di cui egli era stato <Wllabora(ore in quella grand'opera intitolata: Le a/pi che cingono l'Ita'lia, che sventuratamente è rimasta incompiuta, pubblicava nel volume m dell'anno_1v, }'interessante lavoro I 71ropugnacoli 'dell'Alta Illilia. Ma moHe cure del servizio suo, ed altri studi pecn liari laboriosissimi, dei quali speriamo di veder un giorno pubblicare i risultati, il costrinsero tost.o a cedere l'assunto, e fu allora sul finire del 4 860 che, a vive istanze di amici, per incitamento di un illustre generale che la sventura ci tolse, H generale Fan li, a difetto d'altri,- accettammo un còmpito, che ·ben sapevamo spro_porzionato alle nostre forze e cui non avremmo poluto, reggere senza l'efficace concorso di aHri, che sopperissero ~ alla insufiicienza nostra: e per vero non furono del tutto fallite queste nostre speranze, avvegnacchè molti e distinti collaboratori possiam nominare , cui tutto appartiene quel pregio che potè avere

l)K l.l.A RlV <~T,I ")! ILl'l'ARE I T Al. t.,NA

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queslo periodico, e son.o : il genernle Cavalli; il conte Paolo di San Roberto, il generale Di Pettine1wo il p·enerale Scozia Di Caliano, il colonv ' nello Carbone, i maggiori Cprsi, Lcncisa, Gené e Cairni, i capitani Fawbri, Cavi~ Angelucci, Za~olini, Marselli, Catanzaritti, Colucci, Hoetti, Sponzilli, De Benedictis e Rovighi, il sottotenente signor Fanoli, ed i signori Meana, doit. Manayra, ingegneri Pellati e Burzagli, e, medico-veterinario professore Francesco Papa, ai quàli tributiamo i sensi di tutta la nostra più viva gralìtucline. Per quanto tutte queste ricordanze ci possanu · insuperbire, _sentiamo per allro benissimo che in altre mani' la Rivista avrebbe potuto fare assai meglio ; ma di ciò non ne va la colpa a ·noi, e non· è colpa certamente nè di sollecitudine, nè di coscienza. I mnlamenli troppo frequentemente avvenuti nei personali militari non ci consentirono di comporre una redazione duraJ;>ile .• come l'abbiam sempre vivamcnle desideralo e cercato, e com'è essenzialissimo per un periodico della natura del nostro; per questo, più d'una volta ci è accaduto, con iscapito per i lettori della Rivista:, o di dover bastare di per noi soli , o di dover ritarda.re la pubblicazione di qualche fascicolo : tutto ciò a nosleo grande malincuore. Però, anzi di aprire que,sla Seconda Serie, che per maggior regolarità di pubblicazione _ideammo co~ minciare col gennaio, abbiam avuto la buona sorte di -poterci assicurare l'assidua collaborazione di (J


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LA l'JllMA SE!l!E llELLA Rl\' ISTA MILITARE ITALl,1NA

parecchi djstinti uffiziali ed amici , il pcrcbè ci lusinghiamo di poter per lo innanzi ovviare almeno a due inconvenienti confessali sopra. Ma pcrchè i nos(ri sforzi possano essere coronali di quei buoni cffcUi cui aspiriamo, ci è necessaria la continuazione dell 'appo3gio e del concorso degli uomini egregi che fin qui potentemente ci sovvennero o col consie:lio o colropra, e ci è indispensabile ,tutto il favore dell'eserci(o, al quelle questo periodico è dedicato; cd è quanio vivamente inrnchiamo. Circa al programma della Rivista, gli è e sarà sempre cp1 cl10 dcl(a(o dai suoi fondatori.

I. A

LINGUI\ ITALIANA 1-:D I

CULTORI DI COSE MILITARI

G. G. ConrnTTo.

"'uni letterato , allorcbè mosso dall'amore dP-i suoi Vb studi prediletti e del patrio decoro, va tuttodì ricordando che per ogni popolo l' unità politica non può star diso·iunta dall'uniUt di favella, e che Ja perfetta o conoscenza e l'uso continuo di essa, debbono esser proprie di ogni classe · di cittadini , è ampiamente giustificato dagli insegnamenti della storia e dai suggerimenti del buon senso. Chè mentre il bene della indipendenza nazio!lale e la civile prosperità cui un popolo aspira, non furono giammai favorite dalla de~ cadenza del patrio idioma, pare che niuno possa esservi il quale non ·sen ta. come per naturale ist into, che il


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LA LI Z\G UA

riuunziare alla propria lingua, alla propria letteratur a, equivale a rinunziare a ciò che rappresenta l'immagine la più fedele e più viva della nazione cui appartiene , ed al mezzo eziandio il più operativo d'incivilimento . Per noi Ita li ani, il desiàerio di effettuare e di conservare l' unità di favella, che .insieme alla conformitìi dei pens1erì e dei sentimenti avvalorar deve la nostra unità politica, uon può essere al certo fruttuoso fincllè non ci per su~diamo tutti della giustezza di qu esta opin-i-one, cioè , che lasciati\ ai lètterati di professione la cura nobilissima di mantener puro il tesoro delle letter~ nazionali , è pur debito sacro di ogni cittadino di coltivarle quanto più può, e sopratutto quando per avventura fa d'uopo d1 correggere i frutti di una educazione letteraria generalmente trascurata, e quando ancora l'opera. di quella unificazione non ha ricevuto un sufficiente impulso. Dappoicbè se non vogliamo pascerci di vane illusioni e mettersi nel ca~o di essei'e faci ltùente contradetti , è bisogno di riconoscere , che in oggi siamo assai lontani dal possedere e dall'adoperare nel parlare e nello seri vere la stessa e la vera lingua nazionale, per quanto ne possiamo avere il desiderio e la persuasione. Quali possano essere le cause principali di questa nostra condizione poco lusinghiera, di questo presente difetto nostro, non può forse dir si senza tema di offendere la suscettibilità dei compatriotti, e senza diminuire cer te preteosioncelle forestier e intorno ai fatti di casa nostra. - Però considerando che il resistere · alla t entazione di mettere a nudo le macchie che deturpano la nostra indipendenza, e manomettono la

r r.1Ll AN A

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nostra completa unità, è una. virtt'.1 che non giova a nessuno, abbiamo osato di destare se non altro anche n el nostro esercito l'amore e l'interesse pel culto <le\ patrio idioma, o di invitare altri a far ciò più. cf~ca: cemente, nella fiducia che se con le nostre osservaz1o_m cadessimo in errore, la buona intenzione ci salverebbe dalla · tassa di presunzione; eq ove dicessimo la verità, non potrebbe essere che un qualche vantaggio da ess~ fosse per derivarne. Dal canto nostro, senza dar e.: ~ l'aria nè di filosofi, nè di letterati, ci siamo proposti di accennare ad alcune cause che crediamo nuocere in generale a far sì che la -vera e sola lingua italiana sia propria di tutti gli Italiani.

I. Veramente se la conoscenza e l'uso della nost.ra ling ua nelll.' sua jui egrit à. non è ancor fa_miliar e a tutti noi, se il culto d,~ne amene ·1ettere patrie ba fatto d ivorzio dallo studio di ogni ramo di sapere_, debbe esserci qualche causa che ci impedisca n ostr o . :11algrado, o dall'apprezzarne tutta l'importanza poht1?a ~ civile , o da ll'assaporarne la naturale dqlcezza; po1~he da una buona e completa cultura di esse, non den vò mai per ogni classe di persone, nè indifferenza, nè nausea, ma p iuttosto una vera compiacenza fecond_atrice di civiltà e di benesser?, vivificatrice del nobile sentimento della na2.ionalità. Potrebbe egli essere che i nostri palati siano in generale alquanto disusati a quel cib~ patrio _e guasti da altro di eterogeneo sapore? Possiamo 1101 temere che in grazia appunto di . una scarsa conoscenza del nostro idioma e delle nostre lettere, sia ci abituale e


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L A LINGUA

l'fALIANA

perciò inav vertito il faiso pregiudizio che oani lrn. o \ g uaggio è b uono purchè serva in q ualch e modo ad esprimere altrui ,i nostri pensieri ed i n_o stri senti• menti? _Q uesti dubbii che .ci caddero nell'animo forse troppo faci lmente, ci sembrano non essere affatto privi di fon. ~amento, ove _si vagli~ anche per poco onsiderare la rnfluenza de!le cause rnterne ed esterne che possono corrompere la ling ua ed , il genio letterario di un popolo, e q uan~c;ia facil cosa il ri tenere per b uono e migliore ciò che ci ha servito- e ci serve ai bisogni della v ita. ·

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E nel vero, una delle tracce non meno deplorabili che reali lasciate nella nostra Italia dalle invasioni straniere, che senza tregua vi si succedettero, fo sempre la corruzione del nazionale idioma, e, o fosse art<:. dei ~rnovi padroni , o potenza dell'istinto di imitazion e una tal corruzione vi poneva tosto profonde melici . ' Nel secolo xvr quando un imperatore si era data la generosa impresa di r enderci spagnuoli , la n ostra favella, come perduta la nat urale purezza, imbastardì, le lettere furono ripien e di goffe seipitezze e di gonfie sdolcinature, e gli scrittori, datisi alla imitazio~e forestiera , ebbero ben presto smarrito col buon giudi?,io il gusto nazionale. · Venuta quindi la volta dell'invasione francese, un a · setta di filosofi e di letterati .si propose di toglierci la lingua dei nostri padri, la quale pur questa volta rimase ancor più guasta ed alterata nelle sue radici e dovette sin an che ~edere il _luogo a· qu elia degli i'n. · vasori. , · E, ad estirpare questi mali, non potevano al certo bastar gli sforzi generosi dei b uoni letterati, quali

memori del. patrio splendore almen la lingua ebbero cura di difendere, mentre a c_iò, nei paesi che maggiormente erano rimasti infetti, non valevano nemmeno le prescrizioni del proprio . sovrano , Difatti , l'illust,re Casa di Savoia, risalendo al suo trono or f'a un m ezzo secolo, nel riordinare le armi .p atrie, voll e che esse fossero con voci patrie CO.!DJ;l-ndat_e, e che le ordinanze della s~à· miliziaavéssero la li ngua propria . deglil taliani: ma questo volere nato dal sentimento ) di pa~ria indipendenza, quali tempi e quali sorti incontrava'! Fra gli elem enti del nuovo esercito dominava la lingua straniera, e pochi eran qu elli, .dice il benemerito G~assi, che rwesi d'amore per le antiche istituzioni italiane, attendessero a mandare àd e/J'etto la sovrana volontà: lutti si mamvigliavano della novità! tutti lamentava1io fa povertà clella lingua, tutti la ,::on• //I dannavano come impotente ai -medesimi 'llsi di guerra. Tanto può l'abittidine e l'ip:iito.zionc del forcsticrumc, tanto può la prevenzione ed il p regiudizio I K .dopo queste infauste v icende della nostra lingua, dopo questi fatti che è, pur doloroso, ma utile, il ricordare anche brevemente, come può ragion evolme_nte temersi che la lingua colla quale a nco al presente si parla e si scrive dalla generalità degli Italiani , sia sempre molto di versa da quella adoperata dai più eccellenti nostri letterati, così può tem er si che la fi. ducia illimitata di essere Italiani di lingua , sia un in,ganno od una illusione. E se è da scusarsi colui che, abituato fin dall'infanzia 'a parlare un dialetto od una lingua straniera, ne fa ancora uso in tutte le occasioni di parlar domestico e familiare, ,non deve parere strano certamente che quelli i quali avendo appresa la lingua nazion ale

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16 LA T,l:\GlJA non nella sua p urezza, nutrono poi senza quasi accorgersene la prevenzione, c~e di lingua ne sappiamo d'assai. Ma se la storia e le nostre sventure ci giustificano, il decoro d'Italia ormai più non ci assolve: chè ben troppa differenza esiste tra l'adoperare un rnodo di linguaggio perchè abituale, e l'affermarlo con le J arole e con i fatti per buona e vera merce nazionale, qualora non si voglia asseriÌ·e che .per noi · può valere . anche la linguà'~i Goti e degl i Ottentotti. Adunque se vogliamo ritornare in vita fiorente l'idioma nazionale, se vogliamo italianizzarci a questo riguardo, fa d'uopo innll.nzi tutto diffidare giudiziosamente sulla bontà della lingua che si usa, e dismettere il vezzo non raro di credersi abbastania saputi di lettere, quando si è iu grado di intendere un libro ( it_aliano, e di parlare _come u_n parigino. Bisogna no~ d1spre~zare , m a coadmvarc

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buoni l etterati nostri '

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quando ne ricordano l'importanza di coltivare la propria favella; bisogna deporre le illusioni per quanto . caro ciò · possa costar(}; confe_ssarci ignoranti e non aver vergogna di imparare 'c iò che non sappiamo e che sarebbe vergogna di non sapere. Una volta che ci saremo persuasi di non avere il possesso della propria lingua nazionale al tutto viva~ finchè dalle leggi che reggono le nostre patrie istitu1 tuzioni fino al nianomesso e vibrato comando delle \ manovr e militari; dalle circolari delle più alte segreterie fino agli ordini dei più modestì uffizi non si trovi l'espressione schietta dell'idioma italiano, avremo fatto già un bel passo vèrsg il conseguimento di essa. Poichè la maggiore diflicoltà anche in questa materia sta nel principio: bene spesso la curiosità di consul~

Il'AL! AUA

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tare anche una volta il vocabolar10"per accer tarsi su l vero significato di una parola, fa nascer vaghezza di . proseguire di mano in mano da quelle chelesprimono le idee più famigliari e comuni ,a tutte le altre, come appunto interviene che la lett urai di uno~scritto riputato eccellente , f.?, nascere il desiderio di leggere gli altri stimati egualmente ottimi: nè ciò può far maraviglia., <lacchè il· genio nazional~ in ogni ] individuo armonizza e si confà per na~ura con tutto ciò chei lo ha prodotto e lo rappresenta più fedelmente, come è a ragione la lingua e la letteratura patria. Infine conviene non disprezzare lo studio dellé parole, segni indifferenti reputandole e ti·astullo da pedanti; e tanto meno devesi cib fare di present e, mentre non è solo quistione di conservare e tramandare nella sua natìa purezza il nostro idioma, ma sibbene di migliorarlo, rinunziandò a ciò che n'on. è di buona lega per q uanto a0.operato per t utta la vita, Altrimenti cullandoci nella facile illusione di crederci ciò che non siamo, si finisce col non div.entar mai ciò che dobbiamo essere, cioè Italiani nelle istitu~ioni, nei pensieri e nei sentiment i non solo, ma anche riella lingua. · II.

Ma oltre alla poca. importanza che si fa mostra di dare alla c ultura della nostra. lingua nazionale e delle nostre lettere, un ostacolo serio e non creduto abbas~anza per t ale , si oppone ai dì nostri al conseguitnento dello scopo da noi propugnato: vogliamo dire, le condizìoni in cui versiamo per rispetto ai libri che servir ci debbono all'acquisto dell'erudizione non solo, ma eziandio dell'istruzione elementare, e massime di quella m ilitare. A?WO :x1, voi. r. -

2.

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18 LA Ll1'GUA Se 'il sapere e la civiltà di una nazion_e fossero solamente proporzionali al-numero dei volumi ch_e in essa e per essa veggon la luce, poveri a noi; chè saremmo quasi ai tempi del padre Adamo. Date una occhiata ad u na biblioteca militare moderna, esaminate il frontispizio dei libri che _stanno nello studiolo di qualche cultore anco eccellente di cose m ilitari~ e se vi riesce vederne uno che non sia scritto in ·linguà straniera, gridar potete al miracolo. In oggi, confessiamolo pure, la stQ_ria dell'arte militare, la fortificazione, l'artiglieria, la geografia, la topografia, ecc., e persino l'eloquenza militare, non si sa e non si può più studiare, senza ricorrere ai libri forestieri, e perciò senza mettersi nel caso di comprenderli. Ed a chi facesse notare la eccessiva scarsezza delle ope.re nostrali si risponderebbe forse senz'altro: che dei libri ne abbiamo anche troppi. E questa opinione che non può a mf'no di nascere e di r;i.dicarsi nei nostri cervelli , finchè durano quelle qondizioni, nuoce immensamente al miglioramento della nostra lingua, prima per l'importanza esagerata che convien dare all'insegnamento precoce di quelle forestiere a disavantaggio della · patria educazione letteraria, importanza sempre più estesa dall'amme\tere e dal far sì che elle · sieno indispensabili per potersi provvedere di un buon corredo' di c9gnizioni rropr,i e a ciaseuna carriera ed a ciascuna arma; poi perché la continua lettura, e spesso esclusiva, di cose scritte in lingua che non è la nostra, fa perdere a chi l'avesse il gusto di questa, ed abitua poco a poco a quella delle forestiere coloro, che per difetto d i buoni principii di patria letteratura non la posseggono. Se ciascuno volesse o potesse sempre fare per temro

IT!LIA ~A

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uno studio diligente e completo del n.ostro idioma e . della nostra tetteratura, · se· in generale garbasse un po' più l;uso dei vocabolari ; la lettura delle grammatiche e sopratutto dei classici scrittori nostri, il difetto da noi accennato sarebbe tLeno da lamentarsi, e la deficienza dei lib ri nostrali sarebbe solo a deplorarsi sotto ·ad altri punti di vista. Ma frattanto non p uò negarsi che · se -le opere che servir ci debbono_ allo studio delle varie discipline, fossero dettate con buona lingua italiana, il possesso di questa ne sarebbe age- · volata potentemente. · Ed ora per· evitare di esser tassati d'ingiuria o verso i n;stri compatriotti , .o verso i forestieri qualunque sieno, ci sia permesso di spiegare come per noi, ol tre ad' esser creduto /nocevole al progresso delle nostre lettere, sia ànche inammissibile il fatto èui s~pra ap- , pellammo. È inutile il dimostrare che per iniziarci allo studio di qualche disciplina e per farvi qualche profitto, insegnanti e studenti . abbiamo necessità d i libri e di opere. Ma che cosa sono mai i così detti co1·si ete7J1,en- · tai·i, i trattati completi, i ristretti, gli aiuti di m emoria, ecc:, per ogni branca di sapere già costituito, che s'insegna e s'impara nelle nostre scuole, nei nostri istituii'? cosa sono mai questi libri più o meno buoni, più o' meno adatti per noi', che a milioni di milioni c i sono importati '? Niente altro in verità, . che raccolte più o man~o estese delle nozioni che si hanno. intorno a quella speciale disciplina , ordinate ben s'intende secondo il genio del raccoglitore ed i sistemi d 'insegnamento vigenti nel suo paese. I nostri autori non sono . infine che compilatori più o meno eruditi ed i ngegnosi, più o meno sperimentati nell'arte di i11Se~


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L,1

LINGUA

gnare, i q • ali o per d e bito di posizione od anche per speculazione, lavorano per va.ntaggio della s~ienza e delt'istruzione, e pél deco:-o della propria nazione. Sì che può asserirsi che per comporre dei libri affinchè sia provved • to all'iniziamento, allo sviluppo, ed alla diffusione di una qualche dottrina preparando in tal guisa il lavoro all'altrui riflessione , non occorre• qa vero. di esserne i creatori, ma basta di esserne eccellenti cultori. Ora, vorremmo noi darci ad intendere assolutamente, che a n che lo studio e la conoscenza delle cose mili- · tari sia stata o sia fra noi tanto inferiéÌre che negli altri paesi ci vil i, da non esser g iunti ancora ad abbracciare l'insie me di bna data specie di notizie, di P:incipii, di sistemf? e che se l'ingegno itaLla no può · grnngere a possedere tutto quanto si sa e s'insegua anco dai forestieri intorno ad una scienza , non' è atto a dargli espressione , forma , ordine e vita all'italiana? O forse aspettiamo· che dai compilatori e dag li stampatori ·stranieri ci si avverta, che essi' n on intendono più di faticare anche per noi, di speculare sui nostri bù:;ogni , o che abbiamo torto a darci u n po' troppo l'aria di andare a scu ola da essi e di far l oro la scimmia? E possiam noi ripeter con calma che dei libri ne abbiamo anche troppi ! Deplorando la scarsezzà di opere nostrali specialm ent e per lo studio di cose militar i , ed accennando agli 'i nconvenienti che ci sembrano derivare p er · 1a buona lingua patria dall'uso quasi esclusivo di quelJe, stranie re, ci guardiamo dall'eccesso opposto, praticamente parìando, cioè dal chiedere che queste debban o esser dannate dall'Italia : intendiamo benissimo che il benefico commercio delle idee debba farsi tra nazione

21 e nazione, p er mezzo della lingua propria a ciascuna di esse ; che il buono e l'utile che in ogni terra si produce debba poter esser goduto senza distinzione dall' universalità degli uomini; che anche noi dobbiamo ricercare con desiderio , ricevere con riconoscenza e cambiare con emulazione i frutti dell'ingegno sotto a qual unque cielo si manifestino: ma ben altra cosa sono le n ostre condizioni presenti , mentre non possiamo q uasi più leggere il lunario senza darci :a briga di apprender senza indugio una lingua straniera; mentre, si voglia o no, subiamo senza addar cene una vera dittatura intellcttmile. E queste condizioni sono u n'altra fonte da c ui deriva o si in~randisce la falsa prevenzione circa alla importanza del cçnoscere e d ell'adoperare il nazionale idioma , ed una causa alt resì del pervertimento del genio patrio per la lingua e :a letteratura. Se do1Jo nna precoce e non s empre buona educa'zione, devesi per istruirs i nelle cose relative a qualche carriera sociale , studiare , cioè riflettere e m editare sopra idee vest-ite, per esempio, alla foggia francese, come- non ab it • arsi a ritenere che quella ling ua forestiera è realmente indispensabile , un sine qua non , •per poter imparare qualche cosa; e come n on prendere dimestichezza con la radice delle parole, e con la loro g iacitura e non adoperarle poi italiana mente con troppa :::onfidenza'! ln verit à, pa.rrebbe che dovesse far maraviglia il contrario. Ma intanto, come è vano il discutere sulle conseguenze non curando i principii, cos'l è affatto inutile lamentare le"'cattive condizioni in cui siamo , senza curarsi di rimuove r gli ostacoli che ci impedis cono di 1T1igliorarle. ITAl,t.\t- A


Ci parrebbe quindi molto vantaggioso e~ opportuno, che anche i• nostri migliori cultori di cose m ilitari , che pur ne abbiamo, las'ciando di credere che è ind egno del genio italiano tutto ciò che non è creazion e si prendessern la fatica di compilar dei libri in buon~ l ing ua nazionale · (valendosi all'occorrenza della coo- · perazione di buoni letterati), ordi narli secondo i r.rogrammi in corso nelle nostre scuole, per cessare ~na buona volta di mendicare_jl soccorso straniero per tutto ciò che riguarda, più o meno da presso, l'avanzamento della nostra ci vUcà, ritardata appunto dalla 1 imitazione forestiera, dalla poca fiducia di noi stessi e / dalla privazione di ogni specie di attività che da quella I sempre deriva. • · , · Ed ove si fondasse in [talia sotto buoni auspici un'ac_cad~m'i a o società scientifico-militare, che oltre a dare potente impulso agli studi speciali relativi all'art~, alla scienza, alla storia militare, ed a t utte lo d iscipline che la sussidiano, ne promovesse, ne ordin ass~, ne sindacasse ,sotto ad ogni riguardo i làvori più importan ti prima che venissero pubblicati; dove i l governo_ le fosse prodigo di ogni sorta di incoracr~ . . . o giament1 e di appoggi , qualche cosa verrebbe fatto certamente se non di perfetto e completo per ora ; tal~ bensì da esser capace di miglioramento e di per· fezwne, e che avrebbe sempre di buono l'irnprontà certa della nazionalità. · E grande vantaggio sarebbe certamente per derivare , :1l'educaz_io~e let.teraria m ili\ar~•- se anch e tutti i re._ \ 0 olament1 d1vers1 fossero scr1tt1 m buona lin g ua ita\ \ liana; è perciò da deside~arsi che non venga ritard,,.to . ancne questo migliorament~, il quale d' altronde è richiesto anche p er. parte del la sostanza , dqpo che

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lTALIAl\°A

LA Ll!iGUA

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l'esercit o pel q uale fu apprestata si_cambiò nell'esercito

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italiano. . tal guisa procedendo. gli studi scièntifici non cruasterebbero neppure il frutto di quelli letterari, ma. b li completerebbero efficacemente; faremmo sparire dai nostri parlari e dai nostri scritti, quella lingua bastarda che offende sovente g li orecchi anche d ei meno scrupolosi, e che ci impedisce di essere in tutto Italiani. Continuando invece a dare poca impor.tanza alla conoscenza del la nostra letteratura , ed a fare uso esclusivo di libri forestieri, è a temersi forte che si fini.~ca con l'adoperare una lingua, che non avendo di ·italiano fuorché la desinenza delle parole, ha b isogno ·dei vocabolari di tutte le altre per essere intesa. - Non si tratta fortunatamente di creare nna lingua, ma solo 1 di da~ vita alla prop;ia; si tratta di cambi.are in oro di ca.sa nostra o l'orpello forestiero, o quei metalli , arr.ngginiti, che n on altro rappresentano che le antiche , divisioni politiche del nostro paese. Si tratta insomma ' di valersi tutti' e sempre della lingua che ci lasciarono i nostri padri insieme al fuoco sacro d'indipendenza e di unità, della lingua che non sottostà a nessun'altra per nobiltà di origine, per armonia di suoni, per ricchezza di voci , della lingua infine che non a caso si éhiama italiana. V. B.

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SULi.'U TILIT A' DI UN COHSO DJ LEG!StAZION t;

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S ULL' U'l 'ILITA DI U"1

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CORSO Dl LEGISLAZIONE AMMINISTRAZIONE MILITARE

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Gencrnlilà.

'Oggetto del corso - Diritto naturale, individuale· e sociale__: Diritto pubblico nazionale ed inter nazionale - Diritto della pace e della gu~rra' - Diritto dei neutri - Diritto marittimo .

2. - Nozioni sul diritto·costiluzio~a!e pubblico c·d amministralirn dello Stato. Diritto costituzionale - Statuto - Organizzazion~ generale o divisione dei poteri - Potere legislativo, esecutivo, giudiziario - Var:e specie di giurisdizìone - Diritto amministrativo - Attributi e responsabilifa dei ministri di Stato - Divisi()ne dell'amministrazione dello Stato - Prefetture - Municipi.

3 - Leggi orgauiche.

I. Da due anni presso la scuola di applicazione del Corpo di stato maggiore , e nel corrente presso la scuola militare di fanteria e di cavalleria in Moden13., si è istituito un corso di legislat.ione ed amministrazione militare, sulle traccie di quelli già da parecchi anni praticati in Franci1} presso la scuola dello stato màggiore ed alla scuola speciale militare di Saint-Cyr, corso , che nella seconda scuola, cioè· in quella di Modena, deve trattar.e sulle seguenti materie :

Sul reclutamento - Sullo stato degli uffìziali - Sull'avanzamento - SulJe pemioni di ritiro :-- Codice penale militare - Decorazioni per m erito militare Ordinamento tattico dell'esercito.

, 4. - Dcll'amministrazio1ic militare in generale. Definizione - Organismo amministrativo ...!... Ministero. della guerra, suo ordinamento e funzionamento, suoi agenti - Gran comandi - Comandi di divi.sione, ecc. -- Intendenze militari - Sussistenze militari, ecc. - Tribunalì - Istituti d'educazione militare


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suu'ur1L1TA '

- Cor~o sanitario militare '- Servizio 'd'artiglièria e del' gemo,- Case di pene militari. · .

5. - Degli assegnamenti. .

~ilanc_io _annu~le -Assegnamenti pecuniari, soldo, a~cesson 1 soldi - Masse individuali, masse di verse di ma.ntemmento - Assegnamento in natura - Diritto e ragione degli assegnamenti. ., t

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6. -

Dell'amministrazione presso i corpi.

· Generalità - Personale amministrativo _ Cenni su~la contabilità di reggimento - Verificazione e saldo dei conti - Liquidazione - Provviste - Relazioni col quartier mastro dell'armata. , • _

7 • - Dell'ammiuistrazitme presso le trup11e in campagna. G_ener1;1,lità - Ordinamento - Funzionamento _ Deposito. JI.

Prem~sso il quadro o compendio delle materie del, l'insegnamento, mi studiel_'ò col presente scritto dimostrare l'utilità, e dirò anzi, necessità del medesimo. Se si considera anzitutto l'esercito nel suo interno organismo, lo si può r itenere che un'accolta di inàiviàui i quali, sottoposti ad un complesso di legai 0 re?~lamenti, che detto più .propriamente COf:,tituzfone m ih~.are, segna e determina a ciascuno la propria sfera d'az10ne, e i suoi rapporti secondo la posizione e grado

DI UN CORSO D I LRGISL.\Z! ONE

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rispettivo, per cui diventano unità di ~na somni~ ddi_ forze anelli di una sola catena, parti o membn 1 un s;lo ent8 collettivo o corpo, destinato a vivere a sé, 0 ad operare con armonia di azione e con unità di scopo. . . _ . L'elemento primo è l'individuo-uomo, ed m Italia dopo la sua unificazione politi'ca l'uomo-cittadino, per lo che la costituzione nostra mili.tare non può non c;onformarsi al carattere essenziale di codesto primo elemento mede~im0, ma appunto per questo si richiede la conoscenza chiara ecl ordinata delle leggi sotto le quali il cittadino-soldato con coscienza delle sue azioni è destinato a muoversi e ad agire. Una costituzione militare potrebbe contenere in se stessa tutti j pregi e vantaggi che può suggerire la scienza militare uel tempo del suo nascimento, può avere in potenza la virtù di centuplicare gli effetti o la foF.ta dell'armata cui è destinata, ma praticamente - non .dare tutti gli attendibili risultati ove difottass.e la conoscenza ,nel sottoposto di ciò che vale a ch iarirlo della parte che in accordo agli altri gli spetta rii sostenere. Assolutamente è d'uopo persuadersi della es~enziale differenza fra gli antichi e moderni eserciti. - Vi fu infatti t~rnpo, in cui anche il più leggiero indizio d'istruzione intellettual~ e di fpirito analitico nel m'ilitare era riguardato con ~ospet_to, ed anziché promossa, si studiava chiuderne ogni adito al quartiere · jl carattere militare pareva dovesse escludere assol~tamente quella d'uomo, e più ancora quella di cittadino. - Ai tempi cli Carlo Emanuele , nell'esercito sardo, che pure . era fra molti distinto ·per valore, rari erano gli individui di bassa forza che sapessero leggere e scrivere, e moltissimi erano pure gli uffi-


28 ziali illetterati. - Ma codesti sintomi non solo fo. rono condannati dalla politica e dalla civiltà, ma dall'arte medesima della guHra furono trovati fal: laci_ e pregiudicevoli. Quindi i moderni scrittori militari nelle loro opere riflettenti l'o.r:ganizzazione d_elle armate, fra i primi elementi gregi incomin-. c1arono a considerare l'ùomo non più quale semovente , ma come uomo , od elemento di fofza fisica non solo, ma altresì di forza morale; ente cioè dotato d'intelletto e di volontà, od in altre parole ente avente in se stesso il germe o Ja fonte e la coscienza\telle sue proprie forze. Io non dimostrerò quanto né avvantaggi così e si aumenti la forza di un esercito, perché è ozioso il dimostrare la certa, immancabile prevalenza di una armata, nella q uale (fatta astrazione dalle altre ·condizioni) coll'uomo si confonde o si completa il cittadino e con questo il soldato, in confronto di un'armata nella quale col soldato non vi ha l'uomo, o con quell o il cittadino. . Ciò premesso, ne consegue che oltre agli studi ·tecnici militari che sar ebbero le teorie o i vari regolamenti, la topografia, la fortificazione, la tattica e la strategia, anche un corso completo, regolare, ordinato di legislazione ed ammin(strazfone, qu insegnamento cioè chP, ha per iscopo di far conoscere l'organismo del gran;:cor•po od esercito al quale apparteniamo, le sue relazioni colla società civile, i principii c}1e Jo informano, i limiti ed il modo col quale può e deve in tutto ed in ogni singola sua parte operare, come si · alimenti o si sòstenga, non può non apportare rilevan~issimi vantaggi. Ed anzitutto dallo studio delle prime leggi fonda-

29 mental-i, proviene maggiore uniformità e compattezza dì spirito, ciò che è tanto_necessario in un esercit~. Sul principiare del 1848, Carlo Alberto promulgava. ai suoi Stati lo Statuto, che mutava essenzialmente i princ1pii del suo governo, ed al quale era giuocoforza il far susseguire una generale riforma in tutti i_ rami della legislazione, ma sorpreso dall'improvviso irrompere degli avvenimenti di Lo_mbardia, egli dovette scendere in campo contro l'.Austria senza potere toccare rnenomamente la costituzione militare. - L'eserc_ito entrava perciò in campagna in nome della libertà e della nazionalità, ma, come notano alcuni scrittori, il suo spirito non poteva e non era in tutto uniform e e consono all'indole della guerra che andava a sostenere. Assolutamente è necessario che lo spirito stesso di un paese sia·qu~llo medes:mo che anima il governo e l'esercito, e che perciò l'annata di uno Stato retto a' monarch ia rappresentativa sia compresa dagli stessi principii che s~mo propri ed a;1zi fondamentali di questo regime politico. Il generale Lamarmora lo ha prescritto quand9 nel. regolamento di disciplina prse. per primo articolo il seguente giuramento: / « Giuro di essere fedele al Re ed ai suoi reali sue• cessori, di osservare lealmente lo Statuto ·e le altre • leggi dello Stato, e cli adempiere a tutti i suoi do4 veri col solo scopo del bene inseparabile del Re .e «della patria. » E quando nella legge . sullo stato degli uffiziaJi, col séguente articolo stabilì che fra le cause, pelle quali Ùn uffiziale perde il grado: « La rimozione per offesa alla persona del Re e per « man ifestazione pubbli ca di un'opinione ostile alla DI UN CQRSO Dl LEG IS I,AZ[t)NE


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SUJ.L'UTILITA'

DI UN COI\SO DI LEGISLAZIONE

• monarchia cost1tuz1onale, alle istituzioni fondameu< ta!i dello Stato, alle libertà garantite dallo Statuto. -. L'insegnamento adunque di legislazione militare non solo è utile, ma necessario, avvegnachè non si potrebbe a ltrimenti esigere l'osservanza di quelle leggi che il sottoposto ginra di mantenere, ove il medesimo non ne. abbia chiara conoscenza. III.

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. . Alt:o van}aggio lo si ritrae indubbiamente più illurnmato e concorde movimento od azione di tutte le singole parti dell'esercito, per cui più rari avvengano gli errori, più rari i conflitti, gli urti ed i reati. Quanto poi interessi ad un comandante militare la conoscenza dell'ordinamento dell'amministrazione militare in campagna, lo notava il capitano De-Cristoforis nella sua operetta: Che cosa sia la guerra? « La 'mobilità estrema (scrive egli s~tto la rubrica « Amministrazione) che devono possedere gli eserciti « modi::rni in conseguenza del principio delle mosse, ' « importò anche nòn potesserò più r ecare con sè tutto • ciò di cui nulla ostante abbisognano, come potevano • gli eserciti antichi. • Si dovette quindi modificare totalmente il sistema · • di' sussistenze, di approvvigionamenti, di trasporti, « in una -parola, si dovette riedificare totalmente. il « sister.na d'ammiµistraziom. • - Il faut beacoup plus d'expérience et de génie mi~ « lita.ire pour diriger une arméo moderne, qu'il n'en « fallait pour diriger une armée ennemie, Napoléon. • Nessuno è più ora buon generale, che nori sia anche • buon amministratore.

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, L'amministratore militare comprende non solo quanto concerne la contabilità , ma quanto ancora «concerne i rapporti fra la contabililà e le operazioni · .. • di guerni. _ « Comprende a.dunque le nozioni: 1° di intendenza; \ « 2° di base e linee d'operazione. • Poiché la mobilità dell'esercito impedisce il tra• sporto quotidiano di m,oltissimi oggetti, gli e~ercitj « moderni si appoggiano a grandi magazzini di viveri, • di munizioni, di materiale di riserva, ecc., ecc., e • questi grandi magazzini comp?ngono ciò che si « chiama base di operazio.n e. » Erl ecco, a mio avviso, dim.o strato i vantaggi su]la forza efficiente di un esercito dall' insegnamento di un regolare corso di legislazione ed amministra~ zionff militare, ma quando poi si passa a considerare l'esercito medesimo come parte della grande macchina «

governativa e l'uffiziale qud pubblico fonzionario,

codesto insegnamento si manifesta di assoluta necessità sia nell'interesse del paese, come ancora dell'esercito . e della persona militare particolarmente. Un pubblico funzionario non solo ha obbligo di osservare quanto il privato cittadino le leggi nazionali, ma di averne bene chiara e precisa conoscenza iu quanto la sua nuova. qualità lo rende membro di quel corpo, che sotto la dipendenza del ministro ha l'obbligo e .l'ufficio di vigilare e coopérare a che la legge sia da t utti< osserYata. - Se quindi la conoscenza del diritto in generale è richiesta dal pubblico funzionario civile, la conoscenza delle leggi deve pure r ichiedersi · dal funzionario militare. Egli è bensì :vero che altra è la parte destinata al pl'Ìmo, altra quella affidata al ~econdo, ma appunto per questo che non vi può essere


32 suu'urrr,ITI)' fra loro accordo d'azione se nell'uno o nell'altro d ifetta la conoscenza delle proprie attribuzioni. Avvenga a mo' d'esempio un assembramento che minacci di turbare l'ordine e la pubblica tranquillità. Non è egli necessario che l'uffiziale conosca bene quale è la parte e i limiti; ·entro i quali può e deve agire l'impiegato di polizia, quale è la parte, e i limiti, e il modo col quale deve egli stesso condursi? • Un uffiziale comanda U1?, distaccamento per pubblica sicurezza. Potrà egli a meno di non conoscere le(relazioni e i doveri che lo lega all'autorità civile polit ica, giudiziaria. od amniinistrativa? L'ignoranza delle sue attribuzioni non cagionerebbP<leplorevoli conseguenze pel paese? Ed egli stesso ,non ha forse la re$ponsabilità dei suoi atti pubblici? In passato la vita dell'esercito era affatto segregata da quella della. civile società, l'autorità militare soprastante od alm~mo distinta ed indipendente dall'autorità civile, la giurisdizione della prima quasi assoluta sulle persone appartenent.i all'armata e su tutti i bor• ghesi eziandio nei fatti che avessero attinenza . colla milizia. - L'esercito era pr0priamente una casta im. ' penetrabile, e qualunque fossero gli atti del militare, desso sapeva bene che non aveva altro dovere che di uscirne giustificato innanzi al suo superiore. - Il civile non osava tampoco querefarsi sugli arbitrii o prepotenze dell'uomo della spada, dacchè senza otte nere giustizia , poteva invece la sua querela essere tenuta un'offesa di lesa maestà. - Chi toccava l'esercito in qualcuno dei suoi membri, toccava il principe regnante. Ben diverse però corrono le cose oggidì. Dopo _la promulgazione dello Statuto noi siamo entrati nel campo

33 conso 1)1 T.FG ISl,AZ!ONE della pubblicità e della legalità. Coll'eguaglianza di tutti iri faccia alla legge, colla libertà della stampa nulla più sfugge al pubblico sindacato. - Non le leggi, non gli atti del potere esecutivo, non la stessa costituzione militare. - La pubblicità si è impossessata di tutto, e ad eccezione della persona del Re, dichiarata sacra ed inviolabile, in essa si disct:.te e giudfoa, tutto e tutti. - I bilanci della guerra, le d'.sposizioni particolari del ministro e dei superiori comandanti militari sono severamente scandaglfati cd esaminati. Negli stessi giudizi penali 1 militari le porte del tribunale stanno aperte al pubblico solenne dibattimento. La legge vuole dunque essere scrupolosamente osservata, avvegnachè non privilegio, nè titolo di posizione vale più a so~trarre il pubblico funzionaricr dalle c?n· seguenze delle violazioni, che avesse egli alla medesima portato. In prova potrei qni P.spnrre 11na lunga sequela di spiacevoli fatti, pei quali addimostrare quanti uffiziali dell'esercito nostro ebbero a soiirire punizioni disciplinari ·o condanne penali perchè trovandosi in servizio o nelle provincie del Napolebno infestate dal brigantaggio, od- altrove agirono con energia, ma in onta od oltre al disposto delle leggi vigenti - che essi forse non c_o noscevano e pei quali nulla può giovare la giustificazione-clcll'ignornnza di legge. DI UN

IV. E si potrebbe fi nalmente dubitare dell' utilità · e necessità di codesto insegnamento quando dal piede di pace si passa a quello di guerra? Rotte le relazioni internazionali, e uscito dai quar A111<0 x1, voi. 1. -

8.


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D I )JN CORSO DI LEGISLAZIONE

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tieri l'esercilo, l'azione militare, il teatro del grande conflitto è quello cui sono rivolti tutti gli animi e le forze della nazione. Il generale in capo, senza vero comando in tempo di pace, viene allora ad assumere un'autorità quanto mai alcun ministro costituzionale può m~i avere. Coll'esercito e quanto. ci si attiene gli si affida quasi tutte le forze della na;zione ; vite e sostanze , onde sappia prevalere e vincere, missione questa cl.elle più alte , ed importanti , cui uomo possa e~sere chiamato. D'allora all'esercito che dee la principale parte sostenere, e all'autorità militare è forza subordinare sotto moltissimi rapporti quella politica, amministrativa ed anche giudiziaria. . Le stesse libertà costituzionali vengono in qualche parte ristrette o limitate, onde · non pregiudicare l'azione dell'armata. Infatti un generale in campagna è d'UO(JU abbia poteri quasi illimitati. - Fa abbruciare ponti, rompere strade, minare fortezze se .con questo crede danneggiare al nemico. Perquisi;;ce, se il suo esercito difetta di viveri, fa carcerare e procedere a giudizi subitanei se sospetta il tradimento o l'indisciplina, apre trattative di arniistizio o di pace col nemico , fa sequestrare od arrestare i suoi bastimenti di guerra , nel mentre è tenuto a rispettare la bandiera dei n~utri, ma tutto però sia egli o qualunque altro coman• dante · militare od uffiziale è obbligato fare sotto certe condizioni e con determinata formalità , per cui la conoscenza di alcuni rami del diritto internazionale e nazionale, e del diritto della gL1erra specialmente gli è assolutamente indispensabile. · Non si potrehbe aduoque non trovare provvida

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la disposizione ministeriale , pella quale. ~n que~ st'aono si istituiva anche presso la scuola militare d1 fanteria e cavalleria un corso di legislazione ed am~ ministrazione militare, ma 1i questo argomento m1 riserbo •fare più ampia trattazion~, qua??o avrò a parlare del riordim~mento dell'istruzione m1l1tare, come è mio proposito di fare. F. M.


NOTIZIE STATISTICHÌl S UI P RINCIPALI ESERCITI EUROl'EI

NOTIZIE STATISTICHE

(q

SUI

PRINUIPALI ESERCITI EUROPEJ

II.

L'ESEllCITO :_i\US'fRIACO.

PROEMIO. Prese_~tiamo u_n lavoro sull'EsER01To AUSTRIAèo tratto dalle pm autentiche, recenti ed autorevoli fonti. Sta tr?ppo a. c?ore degli Italian;., di tutte Je classi, ed a noi soldati mcombe di conoscere l'Aust . Il Tt · ria ne e m1 i a_ri sue forme, onde avuti alcuni buoni materiali ~?e c1 . perm_ett.0no d'imprendeme .la descri~ione, d damo mdo,tt1 a pubblicare questa statistica dell'eser-

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cito-austriaco, persuasi che, il i11etter tnanò ad opera di ,cui fìnora fu sentito il difetto, sia utile insieme e necessario, e viemmaggiormente poi ·opportuno, perché esponendo quale l'assetto milit~re di una potenza che c i è vicina, possiamo pervenire a .renderci estensibile e chiaro come sia ordinàta, e quale siano tutti i minuti particolari che n~ fanno celebrata la s~a èostituzione. Per quanto la Lettera.rt_ura Militare si sia. oucupata di tµtti i rami, i più svariati, del ricco patrimohio scienti fico dèl nostro mestiere, e discorso ci abbia di · tutti gli eserciti, notandone i ·principali progressi, le virtù d'assieme proprie a ciascuno; pure dell'esercito · a ustriaco poco as_sai ci venne offerto di r igorosamente completo. Infatti se nel pa'.ssato correvano , delle notizie sullo , stesso, alle quali, in mancanza di meglio, era giuocoforza ticorrere ; non è che si p'otesse giurare sulla esattezza delle · stésse, laddove constandoci· ben anzi , che desse nothiir etano il portato della tradizione od impressione altrui, la spigolatura di corrispondenti alla ricerca di temi graditi pel pubblico che desiderava di potersi orientare fra la tenebra della politica reggentesi sulla punta della spada, andavamo assai cauti nel riceverle per buone. Un fare latente e circospetto fu sempre il costume del regime dell'Austria Monatchico-Dispotica; · onde nella pubblicità accordata per le stampe a quanto riflet·teva l'esercito in uui l'Austria in gran parte v,i ve e r espira,_nulla era lasciato trapelar e da cui si potessero inferire criteri complessivi sul suo· organismo. Anche in questi ultimi tempi, pei nuovi abiti costituzionali, essendosi allargato di poco il campo della pubblicità su cose ·militari, si riccmobbe, che, dagli


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NOTIZ~E S'l'ATIST!CHl.l

organi più o meno ufficiosi era messo in credito ed in evidenza solo quel 'tar.to che era indispensabile a trattarsi per sostenere le lotte parlamentari, soddisfare le esigenze delle polen;iiche diventate inevitabili cogli appunti del giornalismo d'opposizione che si faceva ad alzare il v~lo ond'era ricoperta quella mirabileinstituzione, censurandone vi,amente le spese che importava, e rampognando ai ministri la parte che in quel sistema era stata creduta NEGATIVA. Ecco perciò che allo statista non era dato di /~ uovere sicuro nelle indagini che gli dovevano serv\re di . guida per comporsi, sopra buone basi , ed attendibili un costrutto coscienziosamente avvicinantesi al vero ; · scevro di fronzoli ipotetici. Con quello che ci venne ora ·fornito per compilare il nosto lavoro, aiutati da uomini competenti nella partita, ed attingendo a parecchi scritti, fra i quali µ_r.i_meggiu y_uellu ùel Petn.:>ssi, che •è una véra appal'IZlone nel mondo statistico austriaco, ci a!Iidiamo di poter accertare in modo positivo quale attualmente sia la ~omposizione dell'ese~cito austriaco, cui più ci urge d1 conoscere sotto tutti gli aspetti, inquantocbè e;_i è a~çampato da vicino, e sull'orizzonte della politica non si è dileguata del tutto ancora la probabilità d_i doverne provare la consistenza. Da _-questo studio per correlazione d'idee ed equo e spass10nato apprezzamento, possa trarne il lettore delle fruttuose riflessioni, ripor~andosi ognora colla men te alle forme d'unione del nostro esercito. Le mutate co~dizioni politiche e sociali dell'Europa trava~liando l'Austria più d'ogni altro Stato, perchè se pnma µci principii feudali, formava un tutto unito

SUI PRINç I P,ILJ ESERC ITI 11.UROPEI

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e compatto, a cui dava moto l'aristoc.:r,1zia fedelissima e vassalla dell'impf>ratore, ora forma un tutto sconnesso, eterogeneo, che tende a separarsi, a dissolversi più che a str1ngersi , la co~trinsero a costituirsi un membro, fra i molti ond'è c0mposta, che in sè raccogliesse tutta la sua vitalità, e che nel pieno suo vigore facesse rifluire negli altri membri quel tanto di forza che valesse a ristorare la abbastanza rul:5csta s ua senilità, non priva però di quegli acciacchi c_he tormentano la longevità delle esistenze troppo pro- . tratte. Perciò da molti anni tutte le cure dell'imperante vennero consacrate all'armata, riposte es~endo in essa_ tutte le risorse morali e faicbe · con cui sco·n giurare il torbido e minaccioso avvenire: non essendo che per l'armata, che l'Austria possa conservarsi, , rispettata, temuta, e tùttodì 'primeggiante nel concerto attuale dell'E\1r0pn. Politica, non essen~o che per l'armata , che all'interno riesca a tenere compressa la crescente espansione dei nuovi principii sociali. Tuttochè però il lievito dei nuovi t empi, e que• st'aura di nazionalità trascorra per tutte le contra.de del vasto impero , e· che le aùtonome esigenze dei varii suoi popoli, urtandosi fra di esse .sia pèr tentare ' di assimilarsi , sia per concertarsi, o neutralizz~rsi , abbiano prodotto un tale scrollo alle vecchie instituzioni, orna.i da tutti i sudditi ripudiate, da mdurre il monarca a concedere ai suoi popoli un'ombra delle moderne franchigie ; cioi:onpcrtanto appagate non rimasero le aspirazioni nazionali dei diversi PAESI DELLA CORONA, da non travolgere, sul primo orlo del gi rone che prednge tutta l'Europa, anche l'armata del!'~ ustria.


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NOTIZJE STATISTICHE

41 che sotto la_ parola AusTRIÀCI parlino affetti nazionali sì chiaramente ed eloquentemente , come pai'la la · PATRIA ai soldat1 •di un·a sola nazione. · Non è però c!Je non sia dotato quell\:sercito di molte virtù. Disciplina forte nella truppa, istruzione e spirito µ1ilitare, in alto grado, negli, uffiziali, ecco le basi fondamentali delle instituzioni militari dell'Austria. E siccome tutta l'armata , anche a-i tempi che corrono, è visibile nell'impero quale casta privilegiata, e che ciò sia effettivamente, è fatto sentire nell'ambiente del quartiere al soldato, e che pell'ufliziale ciò pure è fatto sentire colle molte prerogative che lo stabiliscono nella società sopra un gradino più elevato degli altri 'cittadini, così ecco derivare una delle molte cause-, che rilevano grandemente _nella vita umana , per la quale , artificiosamente, viene p~omosso noll'~rmata austriaca lo spirito militare, che in massima . parte non è che la conseguenza _del trovarsi l'individualità militare in posizione più favorita, cioè avvezza a credersi in diritto di considerarsi più delle altre , ·anzi sopra le altre individ ualità dello Stato. Slll PR INCIPALI ES ERCITI EUROPE l

Infat~i quel c~mposito che ha diverse le lingue, i costumi , le tradizioni, portato a •convivere sotto la stessa bandiera, se, ·altravolta era.devozione ed abnegazione cieca, che non ragiona, e ci'e~o e m~to istrumento, pel contatto ornai della civiltà che si diffonde colla luce d'ogni giorno, non fece a meno di nÒn risen_ti~ne un_certo malessere, ·ca,gionato questo dalla ~ttma. c0es1one delle disparate sue parti, di n 0 n risentirne una anormalità quasi molesta dal trovar se stesso contro se stesso, personificazione della · lotta del bene e del r_nale, avente· la prescienza di poter essere apo~ pe~ato, forse u;n dì, quale mezzo di repressione cod._tro chi vorrebbe difendere, vale a dire contro la sua stessa· nazione, cont~o la sua famiglia , di doversi quindi pre~tare alla r ipugnante negazione dei sentimenti più can. e spontanei dell'umano cuore, quali sono quelli che msegnano a chiunque che i primi suoi doveri Ìi ha colla terra in cui nacque colla. PATRIA. . · Evvi al presente in -tutto l'assetto ~irabilissimo irr~·ero d~ll'es_ercito austr iac·o, ·e nel forzato amalgama dei multi suoi elementi, tale un ,infiltramento di COSE ~uovE ed lDEE NUOVE, da disturbarne l'interna unione e saldezza, di cui poteva vantarsi nel passato. · E se noi lo vogliamo raffrontare cogli altri eserciti · europei, comunque lo dobbiamo riconoscere nelle esteriori sue forme costituito con arte eccellente mala me_nte vi sa~r:mmu r invenire all'interno t utt/ quei pregi che corrispondano all'apparenza, essendo destituta affatto del nazionale movente. . Assai pretendono che l'abbia nella compl~ssiva 1 mpronta di nazionalità che dà il nome di Aus'l'RlAOJ, ma per quanto la cercb i'amo, non vi sappiamo n nvemre questa impronta, nè possiamo persuàderci

no!,

l

L'esercito venne costituito in Austria attraYersand? varie epoche di riforme. DAL BANDO Dl CHIAMATA GENERALE si passò a formarlo coi mercenarii, e da questi, per mezzo del reclutamento, si pervenne all'attuale sistema della coscrizione . Non è però che questo passaggio dall'una a.11'altra riforma succèdesse contemporaneamente in tutte le parti dell'esercito, chè la Dieta o Parlamento Ungher ese soltanto nel 1715 accordava la leva e formazione

. '


SUI PR!N!;ll'A LI ESERCITI EUROl'EI

42 NOTIZIE STATISTICHE dell'esercito stabile, laddove le basi fondamentali di questo sistema negli altri paesi austro-tedeschi cominciarono già ad essere gtttate sotto l'imperatore Massimiliano I. L'accrescersi del potere della Casa d'Austria -col 1'acquisto di nuove provincie avendo dato luogo a nuovi rapporti etnografici, ed alcuna volta a dotare. di speciali ordinamenti militari alcune d elle stesse, od a lasciar loro quelle che avevano e che meglio rispondevano al genio degli indigeni ed ·alle esigenze della guerra avuto riguardo al terreno, fu causa "'c he venne stabilito un tal precedente pel quale si tr~vò di dover mantenere esistente nel complessivo esercito gli uni vicini agli altri diversi ordinamenti, come è del caso dell'ordinamento speciale del Tirolo e Vorarlberg, e di quello dei confini militari a cui è affidata la custodia della frontiera turca. Mentre altri regnanti già òa lunga pez.za ebbero mano libera per organizzarsi i loro eserciti con sistem·i uniformativi e corrispondenti ai migliori precetti del l'arte della guerra, noi veggiamò in Austria conservate alcune restrizioni e modificazioni derivanti dalle costituzioni delle varie pro--v incie, cosicché sotto il punto di vista organico l'esercito austriaco ci appare diviso in tre gruppi ben distinti : a) L'esercito permanente; b) L'istituzione d8i confini m ilitari; e) Il sistema di difesa del paese nel Tirolo e Vorarlberg. Quantunque questi due nltimi fattori del sistema di difesa dell'Austria si abbia cercato colla recentissima riorganizzazione di renderli più che era possibile conformi all'organismo dell' esercitò, cionullameno por-

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• fil ed in tal modo che tano ancora un proprio pro o, . . . v.olendolo inserire nella generale espos1z~one d1 un ·sterna non si riesce a dar loro una.. speciale e~pres:~one per cui esigono che lo stati-sta li trattegg1 par• ticolarmente.

CAPO I.

GENERALl'l' t\.' S'UTIS'l'lCHE.

§ 1 - Govert10_. La forma di governo dell'Austria è la costituzionale limitata. Si basa: . l " Sul diploma 20 ottobre 1860 che conferisce . · c 'ali ed a l Conalla cooperazione delle D iete prov~n 1 ~ . . . 1· dell'Impero l'iniziativa studio e d1scuss10ne lil sia- 10 · bT m:teria di amministrazioue e leggi ; eh~ rista i is?e . . . . u h ·a Croazia e . Trans1ll'antica cost1tuz1one m ng. en , . vania; che reclama la cooperazione di un Co~s1gh_~ del~ l'Impero Ristre~to per i paesi non ungheresi e _c'.o pe quanto concerne gli affari che vennero trattati rn comune nel passato; 20 Sulla patente 26 febbraio 1861 che approva la Ìegge sulla rappresent~nza d_e ll'im~ero; a · 1862 che 10 imperiale 1 magr, bb . 30 Snl mcssaaaio sanziona la responsabilità dei ministri. . pe I nato a1 18 L'imperatore è Francesco Giusep

I


S UI PRINCIP ALI E SK RClTl E UROPl!l

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membri provenienti dalle Diete dei Paesi del.la Cor~na, i quali sono deputati della Camera pe_r voto 1mlJ?.ediato della stessa Dieta. Questa Camera tiene pure le sue sedute alla metropoli di Vienna. L'unico Paese della Corona al quale non siano state estese le francbìgie costituzionali promulgatesi nel resto dell'Impero si è il Veneto ( in cui vuolsi comprendere anche quel tanto di Lombardia che è tuttora soggetta all'Austria). . . Le Diete provinciali sono piccole Camere ~venti sede nel capoluogo delle pwvincie; è in seno ?i esse Diete che v engono ventilati i bisogni interm della provincia, le risorse disponibili, ~ _q uali siano i provvedimenti migliori per ben ammm1strare la cosa pubblica. L'operato delle Diete non è che un preparat~ per facilit"'._re nella Cam~ra d~i rappres~ntanti e dei · signori, radicali provvedimenti, e questi sotto forma

N OTIZI!l STATISTICHE

:igosto 1830, succeduto a suo zio Ferdinando I (questo i mperatore abdicatario è ancora vivente; prescelse a suo soggiorno la r eggia dei re di Boemia, lÒ Hradschin, a Praga) , irr virtù- della abdicazione del 2 dicembre 1848, e la rinuncia di suo padre Francesco Carlo alla successione al trono dell'impero. La corona è ereditaria nelle due linee della famiglia i r.:periale, la mascolina. e la femminina, per ordine di primogenitura colla precedenza delle linee mascoline I , fino a totale estinzione. Si fu per Ia prammatica. sanzione di Carlo VI, 1~he esser.do per estinguersi la linea mascolina degli Absburgo, di cui l'unico ed ultimo rampollo si era u.na femmina, Maria Teresa, fu statuitp che sarebbe ammessa a r egnare la linea femminina, e che quindi , pel maritaggio dell'imperatrice Maria Teresa con Francesco di Lorena, la casa imperiale !'attualmente re-_ g nante, as!'.unse· e porta il nome di Absburgo-Lorena. L'imperator e appone la sa nzione alle leggi dello Stato, si riserva le più belle prerogative del potere esecutivo, stat uendo la pace e dichiarando la guerra. 11 èonsiglio dell'in'lper:o si suddivide come segue:

di leggi.

a~:

Le popolazioni soggette alla casa d'Austria_, montano a circa 36 milioni di abitanti (1) nparilt1 come segue: Tedeschi. Slavi del Nor d . Id. del Sud . Italiani . . . Rumeni dell'Est Magiari . . Altre razze (2) .

a) CAMERA nm s1GN0R1, composta dei principi, màggiori di età, della casa imperiale; dei capi delle famiglie nobili di un rango elevato per le loro possessioni t erritoriali assai estese, nominati membri ereditari (49); degli arcivescovi e vescovi aventi tutti g rado è titolo nriocipesco ; infine di alcuni m embri nominati a vita (44). In tutto 93 me1:1bri; sede della Camera la capitale Vienna ;

8,000,000 11,000,000 4,000,000 3,000,000 2,700,000 5,000,000 2,000,000

(1) La popolaz_ione dell'impero ami~r!ac? c~lc~lata. sulla base del movimento, potrebbe elevarsi a 87 m1hom d abitanti. . . (2) Fi·a gli Slavi ·c1cl Nord vi sono: 6,182,800 C:ech1, Moravi, -Slovachi - 2,160,000 P olacchi - 2,soo,000 Rumem;

b) CAMERA DEr RAPPRESENTANTI, composta di 343

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46

NOT!ZlE STATISTtCHE

·L'estensione del territorio dell'impero ò di 11,762 miglia geografiche quadrate.

§· 2 - Reclutamento. . Il sistema che completa e forma l'esercito, che prima del 1851 variava per ogni provìncia, venne modificato nella sua applicazione nel 1858 restando cos~ unificato. nelle sue norme generali. Tutti _i cittadini dell'impero austriaco sono tenuti a . far parte dell'esercito , e ciò a seconda del bisog~o , purchè appartengano· a date classi di età, possegga,no le qualità intellettuali e fisiche volute pel servizio militare. . Rimangono esclusi quei cotali ai quali' per speciali circostanze, tassativamente enunziate dalla leggo, spettare possa la esenzione o la liberazione dal militare ~ervizio. L'obbligo di entrare nell'esercito decorre dal 1° di gennaio dell'anno sussegi.;ente a '<lO anni di compiuta età, e dura quest'obbligo per sette anni. Tutti i giovani nati nell'anno formano una classe di età. Per fissar~ l'annua levata, quello che noi chiamiamo il contingente; viene determinata ogni anno la cifra a cui dev0 ammontare la forza in uomini che è · addimandata ad alimentare l'esercito ; e si è in seguito a sovrana approvazione che il ministero della guerra, Fra gli Slavi del Sud : l,IM,000 Sloveni - 1,33S,OOO Croati 1,438,000 _Serbi - 24,000 Bclgari ; Gli Albanesi sono 3,200 - 2,300 Greci - 16 200 Armoni116,000 Zingari - 1,100,000 Elirei. _ · - ' -

'

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47 d'accordo col ministero dell'i!lterno, ripartisco detto contingente fra tutti i paesi dalla corona,. nel rapporto ; proporzionale della popolazione complessiva, ed avuto riguardo alle attitudini già esperimentate delle reclute di certe provincie. Per computare l'anmiQ contingente in tempi normali vale il principio che la cif1·a d'uomini occorr;enti all'eventu_ale fo1·mazione a passaggio a!lo stato di guerra in tutti i corpi dell'esercito, ed a saconda degli int1·odottì sis_temi, piiì, un 4/00 di solite diminuzioni, debba esse:re rope'rta dalla cifra che hanno a _somministrare gli individui che si trovano vinco lati coll'esercito. Il .contingente normale che corrisponde a queste condizioni, ascende aonualmentè agli 80, 85 mila uomini, cioè a circa UNA recluta por ogni 420 indi- . ·vidui . Scoppiando la guerra, ed essendo dessa di tale natura da richiedere uno spocia:e sviluppo di forze, allora .viene pubblicato qu~le si2. il di più addimandato dai momentanei straordinari bisogni per portare il contingente a quel grado dr forza con cui far fronte alle eventualità della stessa. Gli obbligati a costit~irsi sono chiamati ad estrarre il loro numero in ordine di. classi , e la classe più giovane è la prima che deve sottostare all'estrazione a sorte. S!JI PR INril'ALI ESERCITI EUROPEI

Contesto del sistema di reclutamento. L'esercito aui::triaco si recluta: 1° Per incorporazione degli allievi degli istituti militari;


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SUI PIU:SC!PAl, l ESl.èhCITl E UROPEI

NOTIZ!E Sl'ATJSTICIIE

2° Per arruolamento volontario·, 3° Per obbligo di levata degli indigeni; 4° Per r eingaggio volontario allorchè sia per spirare la ferma; 5° Per riassoldamento; 6° E per altri speciali casi di aumento. Le condizioni per essere ammesso nell'esercito pei casi contenuti dal n° l fino al n° 5, sono: a) Di essere cittadini austriaci; b) Di possederé le qualità fisiche ed intellettuali volute, specialmente q uella della statura che per le d ue ~rime cl~ssi è prcs:ritta di 60 pollici vienAesi , eguali a metri 1,58. e dr almeno 61 pollici viennesi, eguali a metri 1,60, per le altre classi più anziane; e) Di avere un'età almeno di 15 anni compiuti, ed al più, di 36 anni, fatta però eccezione per coloro che già servirono nell'armata, ai quali è accordato il reingresso n ella stessa fino a 40 anni. Gli esteri ponno entrare nell'esercito austriaco dopo averne fatta regolare domanda, e conseguitane l'approvazione sovrana; però assoggettandosi sempre a tutti gli o~blighi _cui sottostanno i sudditi austriaci. L'atto d'assento è un formale documento redatto sotto il titolo di LISTA n'MSENTO coll'intervento e firma · d i tutta la commissione che ASSENTA,cioè di un uffiziale, cli un medico ?J-ilitare e del commissario di guerra. L'incorporazione ·.nell'armata austriaca obbliga a servire per 8 anni a cominciare dal giorno del giuramento.. Scorsi gli 8 anni il soldato passa alla riserva per altri 2 anni. Però in via di economia i soldati vi sono trattenuti m eno. degli 8 anni. In questi ultimi tempi venne adottato il sistema di inviarli in licenza • illimitata dopo tre o quattro anni di servizi~.

L'incorporazione nell'armata degli alli~vi degli istituti milìtari avviene in parte Gol grado d1 uffiz1ale, in parte nella truppa. _ _ __ _ Ottengono grado di ufliziale gli allievi dt~lle m11ltar'. accaòemie compiuto che abbiano il QUARTO an?o d1 corso in modo soddisfacente , ed il ministro della g uerra li promuove a ~otto_tenen~i di secon_da cl~sse sulla base delle rispett1v.e l\ste d1 loro qualifica. Nella trup.pa vengono incorporati gli allievi dell a scuola di compagnia (pelottonc allievi) co~.p!u!o _eh~ abbiano il loro corso d'istn;zione. I migliori al~1ev'. ottengono grado di caporale ; i ~uoni ~ med10cr'. quello di Gefreite o scelto ; gli altn sono rncorporat1 come semplici soldati. . . Q<tni allievo che esce dalla scuola d1 compagma vie;c assentat.o nella truppa, e tosto è tenu to a servire tto· anni nell'armata attiva e dµe nella riserva. _ 0 Gli allievi degli istituti preparatorii al grado d1 · le , 1· quali non abbiano tratto baste~ole profitto •· u•filzia . negli al!.oi di corso, vengono rjm~ndati ai colleg1 superiori od alla scuola d_i c~rn?ag~a. _ L'assento degli allwv1 grnd1cat1 1done1 ha luogo nel mese di settembre. Ogni indige~o può presen:.arsi per essere arruolato quale volontario. . : . L'assento viene eretto appena l'arruolando s1 sia annunziato àd un'autorità militare. . Non ponno i seguenti corpi assentare, se ~on pr-evia . autorizzazione del ministero, e sono: il treno, 11- co~po di polizia militare, i comandi del_lc ri~1onte e st,alloni, le commissioni di vestiario, gh ospedah d1 guar-

?e~h

nigione, e di campagna,. , . _ . . L'artiglieria tecnica , allorchè ne senta 11 bisogno , Ax1-o x i, vol.

\

49

1.

-

·

,1.


50 NOTIZIE STATIST ICHE può àr'ruolare solo colòro che conoscono una professione che possa essere utilizzata per l'arma. Le norme che vengono osservate nel r eclutare gli indigeni comprési in leYa avvengono in tre maniere distinte: · A) Operazioni .del sorteggio; B) Formazione del contingente.; C) Militarizzazione del eontingente.

SUI PlHNCI PA Ll 11S li:RCITI ECJ ftO(; El

A) Operazioue del sorteggio. Stabilita che sia anp.uaimente la cifra a cui ~eve ascendere la forza in uomini che ò_ccorrono a completare l'esercito, viene ripartita sui vari Paesi della Corona. Il Tirolo ,p rovvede da sè a completarsi il reggimento cacciatori imperiali (Kaiser Jager Regiment), le truppe sanitarie e la gendarmeria della provincia. Trieste ed il suo territorio somministrano la metà del contingente di reclute cui le spetterebbe di contribuire sul piede della generale ripartizione. La Dalmazia non é tenuta a somministrare reclute per l'armata d~ terra. I' confini militari egualmente non sono assoggettati alle _norme di cui •è discorso, avendo particolari istituzioni. Il ministro dell'interpo pubblica la q6'ota spettante a ciascuna provincia, ed il ministro della guerra ne rende edotti i comandanti generali delle provincie stesse. Il governatore della provincia• ed il comandante gen~rale della stessa, ripartiscono ancora questa quota rendendone avvertite le autori~à circolari (circondariali)

\

51

e dei distretti, presso delle quali ha luogo il sorteggio e 'ia presentazione dell'inscritto. Oani o distretto politico (distretto di. presentazione) è tenuto a fornire il totale dì uomini che gli venne richiesto, •facendone la presa fra le varie classi di efa, cominciando dalla prima più giovane, risalendo alle altre, che in regola non vengono tocche oltre la quinta · classe, sempreccbè si tratti , bene inteso , di dare all'esercito un cou~pleto di uomini decorrendo sempre tempi ordinari. Altro g:-uppo di imp9rtantissimi fattori per la ripartizione del contingente sono le -anagrafi. generali delle popolazioni, le quali essendo compilate dalle autorità comunali e politiche devono poi essere presentate alle autorità militari, acciò da queste solamente possa essere fatta annotazione che uno si trova in servizio attivo, o che un -altro è vincolato al servizio militare comunque borghese.. Il censimento delle popolazioni ~vviene di periodo in periodo, ogni 6 anni al 1° ottobre, e contemporaneamente in tutto· lo Stato. Onde stabilire ogni anno quali siano gli inscritti alla leva, l'autorità politic,1 della provincia ren~e note le classi di età che devono prèstarsi alle operazioni . del reclutamento , quali siano le autorità' circol ari e distrElttuali che devono provvedere alle stesse. I nati dal · 1° gennaio fino a ·tutto il 31 dicembre f01'mano la classe di età di quell'anno. La prima classe di età comprende i giovani che nel . decorso anno (anno di c<l,lendarip) abbiano compiuto il loro 20°' anno di· età. La lista- dei chiamati viene aflissa in ogni comune al 1° novembre dell'anno che precede le operaziot;ii

,.


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sur

NOTIZllt S'TATTSTlCHE

dei reclutamento, ed in seguito alla pubblicazione della stessa, lo autorità distrettuali devono avverti~e i singoli componenti le classi di età, nonchè i genitori, tutori degli stessi, invitandoli a ottemperare alle leggi della coscrizione. L'autorità comunale erige l'elenco degli appartenenti · alla giurisdizione della stessa, chiamati per ordine di classi a far parte'della leva, ed erige altro elenco dei forestieri domiciliati nel 'comune, i quali potrebbero far lJarte di una classe d: leva. Le autorità distrettuali in prima, e le autorità .circolari poi rettificano detti elenchi constatando the nelle annotazioni, desunte dai registri delle parroccçie sia indicato puramente quanto può conferire alla posizione di ogni individuo. Spetta alle autorità circolari , più propriamente , di vedere che ne~suno sia passato ad altra classe, come di ri\evare tutte le cause di ineapacità, inettitudine , esenzione che affettano un individuo. · L'~sercito viene completato col disponibile degli obbligati al servizio militare nei mesi di febbraio , marzo ed api·ile, mediante regolare chiamata delle classi ed estrazione di numero. · Il pro'éednnento per raccogliere tutte le forze che occorrono all'esercito non è sempre l'eguale, diversificando secondo che trattasi · di incorporare neH'esercito gli obbligati al ·servizio militare per ordine di età e di classe, o di incorporarvi gU obbligati al- ser. vizio militare in via esecuti-ta. Più appresso vedremo come si .opera per incorporare nell'armata austriaca i primi ; ora osserviamo qual: s\ano gli obbligali in 1,ia esecutiva, tenuti senz'altro a far pari.~ dell'armata.

l'lllNCIPALI ESERCITI! EUROPEI

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Gli obbligati in via esecutiva, sono: a) Coloro cbe trovandosi in una classe di età che 'deve tenersi pronta a rispondere alle esigenze del reclutamento, intraprendono un viaggio senza averne avuto il permesso; b) Coloro che sono ammogliati senza licenza; e) I refrattarii ; d) Coloro che si mutilarono. Pei refrattari la sorte è -più aspra che per gli altri, perchè perdono ogni qualunque vantaggio accordato acrli altri e senza riguardo alla: cifra del contiugente, "' ' vengono, ove presi, incorporati nell'armata, nella quale sono tenuti di-servire sino all'età di 36.anni. Chi si mutila e che non possa servir e all'armat-a, passa alle 9ompagnie di disciplina. B)

Formazione del contingente.

Tutti i componenti uria classe, chiamati 'sotto le armi, in caso di bisogno, sono tenuti senza eccezione a presentarsi. . Eccettuati rnno gli inetti, gli esclusi . per legge, e , quelli che per espr-essa disposizione di legge ne sono esentati .

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L'1NE'l'TITUD1NB notoria o no, ma provata da perizia medica, deve consistere in imperfezioni fisiche od alterazioni intellettuali, quali sarebbero l'imbecillità, le storpiature, la mancanza di un piede, di un braccio, di un pollice, dell'indice, di due altre dita della mano, di un occhio, il turbamento o perdita. della vista, del naso, aizoppatura marcatissima, gibosilà al petto od


S UI PR!!'<ClPALI ESERC!_T! EUROPEI

NOTIZIE STAT ISTICHE

a lla schiena che sia p erò deforme, -continua cagionevolezza di salute, e piccolezza di s ~atura. EscLos1 per legge sono coloro· che hanno subita una pena i n faman te. Le ESENZJOKI d ipendono da categoriche disposizioni di, legge e sono :

1° P ER ~on v1 m FAMIGLIA . - Il figlio · unico di padre settantenne , o di madre vedova è ese~te; è esente pure 'il nipote d i un avolo settantenne senza p role, o di una avola vedova ; così l'u nico fratello \d i sorel)~ or fani, è equiparato a figlio unico, nipote e (ratello, che abbia 11 s uo unico fratello, 0d altri fratelli nell'esercito, o li abbia_più giovani .-di 15 anni, ovvero per infer mità od altro impotenti; 2° P.V.lt

RAGIONE Dl

PUEBl,lCO

CULTO INERENTE

ALLE

HELIGIO~I' 1'ROFESSA;J.'E E TOLLERATE NELLO S TATO - I sem inàristi e gli studiosi di teologia, a qualunque ordine a ppartengono; 3° P E1t RAGIONt DI SERv 1z10. - Gli impiegati dell o $ tato , gli impiegati del patrimonio imper iale o de~ · maniale ; 4° P ER RAGION! Dl P UBBLICA ISTR UZIONE - Professori ' m aestri, insegnanti in stabilimenti autòrizzati; i dottori di tutte le facoltà; gli studenti ordinari e pubblici di u na università, di un'accademia g iuridica e dell'accademia orientale di. Vienna , g li s t udenti dei lic13i e delle scuole montanistich e, purcbè abbiano buona· cond otta ed abbiano r iportate ott ime classi ficazioni ;

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50 PER RAGIONI m PROPRrnTA'. - I contadini eredi di proprietà ind,i v isibili che . a?b i~n o a m antenere colla r endita del fondo una fam1gl 1a d1 5 persone;

6" ·coL PAGARE LA TASSA n'ESE)<ZIONE. .- Questo modo di esenzione è solo ammissibile pel t empo ,di pace, e purchè n ell'armata vi s.ia il numero d i uomini cba abbiano compiuta l a ferma. Le sum:OGAZIO~t n?n son o ammissibiii che fra fratelli . L'esenzrone si ottiene col p agamen to dell~ _tassa cl;ie varia ogni an~ o v: n_en do fissala in seguito ad accordo preso fra 11 rrnmstero dell'interno , delle finanze e della guerra (la tassa è fra i 1200 e 1500 fiorini );

'7° P ER RAGIO)<l DI NAVIGAZIONE COMMERCIALE. - I capitani e tenenti marittimi patentati di lll'11go ~orso . Esenzioue valevole pel tempo di p o.cc. Scopp1a1~do però la g uerra detti capitani e tenenti. del la n:arrna commerciale devono· costituirsi per servire quali nefiziali nella marina i ~periale ; p erò anche fn tal cas~ vale la massima che vi sono chiamati i più giovani di età. . La commissione che giudica delle esenzioni è composta: . 1° Del capo d el citcolo (sotto prefetto o prefetto) e dove non esistano g iurisdizioni circolari, del delegato dal governo d ella provincia a tal~ fu~zi~ni.; 20 Del comandante militare della relativa g1ur_1sd1zione circolare ( del circondario) i 3ò Del m edico circolare (del ciccondario); · ·40 Del capo del distretto da cui dipendl3 l'ef-entando ;


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-N OTI7.IE ST,~T ISTICHE

SU I PR INCI PALI ESERCITI E0itO1'11.J

5° D0ll' uffiziale che assisteva alla presentazione delle reclute nei distretti di presentazione; 6° Nelle provincie venete-, del delegato della con~ gregazione provinciale. L'L commissione nel rilevare i mqtivi d'esenzione sì attiene il più c~rn può agli elenchi comunali e distrettuali specificanti la posizione della recluta. In .caso di dubbi o discrepanze d'opinione nel seno della commissioi;ie, s9llevatesi queste fra le autorità civili e militari, le ultime si riferiscono all'autorità superiore, e questa àl minist~ro. , Terminato il suo esame la COil).missione compila un nuo:o stato n~l quale sono compresi tutti gli ~spiranti ad esenz10ne; ottenuta o no che l'abbiano, lo invia questo stato all'autorità distrettuale, che io pubblica _tosto facendo osservare che i reclami pos.sono essère sporti entro 14 giorni. Detti reclami, quando debitamente presentati, sono deferiti all'autorità ·che regge il governo nella -pro. . . . \ . . vmc1a:, e quest~ tosto ,:1 pronuncia. Niuno può appellarsi contro le decisioni del governo provinciale. ·In seguito \a ciò l'autorità politica del distretto as- · - sume le funzioni di DIS1'RE'.rTO DI PRESENTAZIONE E DI ESTRA ZIONE, ·e compila in doppio originale la LISTA DI 'I'UTTI r

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e proseg~endosi fino ·alla Z, _indi .contjnuando l'estrazione·colla lettera ,L Al sorteggio assiste una commissi?ne c0mposta di sette membri, di cui tre dell'autorità•ci.v ile, e quattro della militare.

C) R'lilitarfazazionc 1l0I contingente. L'autorità politica della proviuci~ ed il comando generale della stessa, fissano qua~do ~ebba_ av_ere principio l'arruolamento; però col fimre d1 ·aprile l'arruolamento debb'essere chiuso. EsÒrd1$Ce l'arru-olamento colla visita ed incorporazione dei volontari presentatisi avanti il ,sorteggio, e dealì oi)bÌigati a:i servizio militare in via esecutiva. : Questi ultimi sono specialmente . annotati sulla lista deali arruolandi. Le operazioni clell'arruolanento sono due: la visita, ed il voto della commissione presernziante debitamente foi'rn ulato. La visita consiste nel misur are la statura delle ·reclute. Q~elle i:-eclute che visibilmente non raggiungono la pre~critta statura di'60 pollici (lm,58) , misur a: di Vienna, non vengono svestite come le altre tutte·per essere visitate. Sul.l a base -della visita, la comtnissione emette il suo voto che deve proi;rnnciarsi su.~l'attitudine, od incapa- . ' cità al militare servizio. Nel ripartire le reclute fra le .diverse a rmi, t enutosi _ conto della statura e delle doti intellettuali, si procede colle seguenti norme:

CHIAMATI DEL DIS1'UETTO CflE DEBBONO SENZ' AI/J'RO PUESEN-'l'AHSJ -~LL'l, STRAZIONE DEL NUMERO di cui una lista serve a scarico dell'autorità' del distretto ·rimettente, e l'altra per l'autor ità militare riceyente. L'estrazione- a sorteI del n:umero avviene avanti l'arruolamento delJe ·.reclute in ordine di classi; la più giovane la 'prima, ed in ordine alfabetico di :nome, ir:icominciandosi dall'estrarre una l~ttera: dell'alfabeto,

..


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59 suscettibile d'istruzione. È preso dagl( sfossatori, mattoùai, giardinieri, muratori, scalpellini, minatori, leguàiuoli, fabbri . .

NOTIZIJ!: STATIST!èHE

SUI PRINCIPALI ESEI\CITI EUROP!il

Per la fanteria di· linea e cacciatori. ..:_ Statura di ~O. pollici (1 m,58) per le dti'~ prime classi, e di 61 pollici (lm,60) per le ulteriori. Pei cacciatori la recluta deve presentare i requis_iti dell'agilità, buona ed acuta vista, conoscenza pratica delle· a:rmi da fuoco.

Pei pionie1·i.

Statura di 64 pollici (1 m, 68) ; il pioniere deve essere robusto, istrutto, e per aggiunta a.dàtto a quanto è richiesto per l'arma del genio; deve appartenere alle professioni di pescatore, mugnaio, avanti tutto essere esperto di pirotecnica; 11,avicellaio ed in complesso un braccia~te intelligente. ·

Pei corpi sanit~1·i. - Statura 62 pollici (Jm,63). Per la,cavalleria grave. -Statura 64ppl!ici(lm,68) . . Id. leggiera. · - Statura · 61 pollici ( l m,60), struttura adatta, e conoscenza del cavallo.

Pei corazz,:eri e àragoni. aitanti . della persona.

.

.

I

e norr superiore ai 65 pollici ( lm,71); conoscitore dei cavalli e delle vetture.

Che siano robus~ ed . ' · .

Per_ la gendm·meria. -

Pegli usseri ed iilo-ni. - ·Agilità di .cçirp? e possi-

bdmen~e delle_ cla~si pi ù giovani: i K umani ed i Jazygi sono nscrvat1 esclusivamente agli usseri~ anche se non raggiungono i 60 pollici (1 m,58). Statura '62 pollici (lm,63). Per l_a tr_uppa destinata al servizio dei pezzi, si esige che sappia leggere e scrivere, e che ·s ia suscettibile di ~a~giore istruzione. Pertreno d'artiglieria si esige che l·uomo sappia tener di conto ca valli e vettur e. ]l contingente per l'artiglieria p_e r 3/4 deve presentare speciale attitudine al servizio dell'arma, per J/4° attitudine pel treno.

_

Pe1· l'artiglieria. -

t

Pel genio. -

Statura 64 pollici (l m,68) . I.a quinta ~a'.te del co~tinge~~e · può avere la .s tatura di 63 pollici (lm,66), 62 polhc1 (1m,63). Il soldato. del genio deve essere forte di cost1'uziòne, saper leggere , scrivere ,

.

Pel t1·eno. - Statura di almeno 61 pollici (l'",60)

......

Statura di 64 pollici, pari a metri 1,68; 1a recluta deve essere robusta, celibe u vedova senza prole, aver la conoscenza della li ngua del paese, saper ,leggere e s,~riverE, illibata farùa ed essere sèevra di punizioni causa.te da azioni poco onorevoli. Pell'assegnamento della recluta all'arma l~ commissione , deve decidere tenendo presente il pare,re del medico e l'opinione dell'uffiziale appartenente all'arma cui la recluta si vorq~bbe aggiudicare. È raccomandato però di dar · corso possibilmente alle doma~de che potrebbe fare ogni coscritto per passarlo più all'l.lna che all'altra arma, sempre avuto ria uardo all'interesse del· servi,io ed alla divisibilità del éontiugente. Innanzi tutto v~ngono com'pletati i contingenti delle armi di gendarmeria·, cavalleria pesante, artiglieria, pionieri e genio. ~

. ,

.


60

~OTJZ!C ST,ITISTICHE

Nella monarchia austriaca sussistono . 80 circondari o distretti di reclutamento che corrispond0no agli 80 reggimenti di fanteria di linea dell'ordinamento in vig,o re. · In ogni circondario o distretto è stab1Ìita una stazione circonda1·iale o dist1·ettual~ di completamento. In essa stazione i n tempo di pace sono dislocati i q-uarti battaglioni dei reggimenti, ed in tempo di guerra vi è dislocata inoltre la di visione di deposito dei reggi• menti. li 'comandante del battaglione e rispettiva divisione è contempornneamente il comandante del cl-istretto di completamento,_ ed in quanto concerne il servi~ del reclutamento 10 generale, è sottoposto direttamente al comando generale d,ella provincia. · Le reclute dopo il sorteggio vengono incorporat'e in · quel corpo di truppa che ha sede nel disl1·etto di com• pletamento, fatta eccezione pP-rò di quelle reclute che per avere speciali requisiti vengono invi_ate alle armi per le quali presentano maggiori attitudini. Chiuso e compiuto che sia l'arruolamento le reclute vengono _assentate, nel modo più avanti già esposto, per otto anni di servizio attivo, e due nella i·iserva, e tolte quelle che ponno essere inviate in licenza (pèrò dopo essere state assentale e p urchè le circostanze il comportano), tutte le altre vengono immediatamente trattenute al servizip. Ottenutosi coll'arruola • ento il uumero d'uomini stabilito nel contingente pei bisogni dell'armata viene chiusa e sottoscritta la lista d8i chiamati alla leva. Comunque però t'utti gli uom ini del contingente siano stati raccolti ; cionullameno vengono ulteriormente visitati g li altri arruolandi, e fra gli idonei d

SUI P !UllCIPALI ESERCITI Elll\O!'E l

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questi, un lò 0/0 viene preso ip nota q uale rimpiaz• zante. La commissjone di leva e di arruolamento, non avendo potuto accordarsi nel decidere una vertenza occasio• nata dalla posizione di u na recluta, sottopone il caso ad una commissione di revisione mista che si pronuncia: . a) Sopra i casi nei quali i membri di una com; missione di arruolamento non poterono accordarsi sulla ·idoneità, o meno di una r-ecluta; b) Sulle proposte di riforma di una recluta arruolata da al1?1eno tre mesi che mostrisi affatto inetta al militare servizio. ' 1'a decisione deve esser breve , laconica e suonare "idoneo o non idoneo. Nessuno è. poi ammesso ad appellarsi contro i giu• ' dicati della commissione cli revisione. Colla fine di maggio i comandi generali ,delle pro• vincie ricevono dnlle autorità militari da essi dipen denti le seguenti carte : 1° Il protocollo che venne eri3tto per · gli effetti della leva fra le autorità civili e militari dei circondari; 2° Il ruolo delle reclute; 3° I lavori statistici fattisi in proposito; ·· 4° La distinta di ripartizione -di coloro che sapevano legger.e e scriver e , cl:.e erano musicanti , od avevano altra professione; 5° L'estratto di massa; . 6° Il rapporto del residuo , e del disponibile in ogni circondario ; 7• Le oonseg'ne nominati ve fattesi scam bievol• . mente fra i membri della commissione di leva . Per la. fine di giugno l'autorità cen trale deve esser e al fatto di t utte le operaziopi di le va che furono in-


62 NOTIZIE srATISTICHE ' traprese nelle rispettive provincie, ed è perciò che, · tanto da parte dei comandi geqerali delle provincie, . quanto da parte dei fnnzionarii governativi devono essere inoltrati analoghi rapporti. ·

.

Economia della legge. Anche in Austria fu creduto opportuno di conservare sotto le apni in 'tempo di pace una quota tenue, più che sia possibile, di forze difensive. . Ed ecco che tale còltlbinazione fu trovata, ponenp.o~i in . intimo legame la parte attiva dell'esercito /:olla riserva. Nell'organamento dell'esercito a"ustriacq · il rapporto . fra la parte atti.va dell'esercito e la risern, venne regolato in modo, che un'armata di riserva, composta di elementi pP.rfettamente istrutti e,i organiz;,ati, possa ··essere pronta in tutti i tempi a surrogare e riempire un vuoto qualunque, sia che si faccia palese per motivi di g uerra, sia per riparare ad un qualunque sdruscito avvenuto in uno dei membri dell'esercito. Per ciò meglio vedere, conviene considerare questo tema sotto i seguenti momenti : 1° Assoluta forza delle forze combattenti dell'impero austriaco in guerra éd in pace; 2° Relativa forza di queste forze combattenti, cioè dei ·combattenti DISPONIBILI ed IDONEI; 3° Rapporto esistente fra i corpi chiamati alla difesa del paese colle naturali risorse e fonti sussidiarie dello Stato.

sur

PRINCIPALI ESEITC!T_l KUIWPEI

63

A. Assoluta forza dell'~sercilo austriaco. L'as~oluta forza dei com battenti dell'impero austriaco risulta dall'organico di formazione e dallo st~to dei diversi corpi di truppa in tempo sia di guerra che di pace. · . Esibiamo un prqspetto ai q.ueste forze.


64

65'

SUI PllJNCll',\LI ESERCITI l!UROPEI

NOTIZIE STA'flSl'lCH_R

Prospetto della formazione e Stato delle dircrmmi onde è composto l'esercito austriaco. FORZE

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67

SUl PRINCLH'LI ESE.RCITI IW RO PEI

N,OTlZIE STATISTICHE

Le truppe d'amministrazione non vi sarebbero con- · template, sebbene vi sia indic'.ato lo stato 3istematico delle singole frazioni, senza. che sia però espresso il' numerico a cui dovrebbero ascendere. Colla fo~mazioue tattica di . tutte le parti mobili dell'esercito, fu supposto e.be il totale delle truppe di ' ammir:.istrazione eleverebbesi a 30 mila uomini e 20 mila cavalli. Per quanto concerne lo stato sul piede cli pace,.~ viene osservare che desso rimane fisso ed immutabile Rolamente nei quacfri , potEndovi venire aumentata o diminuita la bassa forza , a seconda delle circostanze. Dal prospetto éhe. si ha fatto precedere risulta, che tutte le !:'arti di fanteria, cavalleria, cd artiglieria del- · l'esercito austriaco sul piede di gum·a, esistenti .quali sono, e coll'organizzazione loro .data, presentano in· {01·ze ·mobili le seguenti cifre rotonde: 400,000 uomini di fanteri a; 30,000 di cavalleria; 1,136 pezzi d'artiglieria. Queste forze in certe evenienze di · guerra · potrebbero essere ancora aumentate cli 6,200 Tfrolesi e di 22,000 Confinati. Calcolato il rapporto àelle singole. armi fra loro . · sulla base del risp~ttivo effettivo in tempo di guer ra, appare il seguente :

Fanteriri . . Linea . . . 432,600 uom. (484,600 uom)73/00 Leggiera . 52,000 > \ , ( 9/00

Cavalleria.

82/00

.

Pesante. 11,000 u·orn.\ 42 000 uom.\ 1,8/00( 7/00 Leggiera . 31,000 , ) ' h5,2/00\

Artiglieria. 3

Di ,camp. 33,000 uom .(· ( 5,7/00( 50,000 uom) Di piazza e 17 ooo ., 2,8100 costa .

8,5/00

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Truppe tecniche. Genio . Pionieri ..

7 , 500 uom ( 14 000 uom.\ 1,3/00( 2 5/00 ' 6,500 , , ' l 1,2/00\- -100 0/0 Totale . . . 59p.600 uomini

---

Venendo ad altro rapporto, spettano 2 pezzi ,d'artitiglieria per un migliaio di comb~ttenti , e questo rapporto si accresce fino a 3 pezzi per 1000 combattenti, qualora si difialch;r10 dai com1:>attenti le truppe dest inate a t enere guarnigione nelle fortezze (che sono i quarti battaglioni dei r eggimenti di fanteria cli linea, circa 82,000 uomini), alle quali truppe è assegnata una dotazione ·magra assai, . o nulla d'artiglieria .da campagna. ~ . . Osserviamo ancora il rapporto · fra \1ffiziah e sotto uffiziali colla bassa forza, attenendoci all'or ganico sul piede di guerra :

,.


68

NOTIZIE ST AT! S'f ; CHE

SUI PRINCIPALI ESERCITI EURQPEI

Nell' infanteria per ogni 40 uomini Nella cavalleria 29 Nell'artiglieria 2 pezzi Nella fanteria 11 uomini Nella cavalleria 9 Nell'artiglieria » pezzo

i un uÌ!i,iale. un sotto uffiziale.

.

B. Forza re.la~iva dei combaUcnti dell'armata anstriac(_ Sotto l'impero e la pressione delle condizioni na~ zionali ed economiche dell 'austriaca monarchia, e gli impacci amministrativi, che vanno sempre più e più a complicarsi per là lamentata -iattura del pubblico tes~ro '. assorbito in gran parte in spese e scopi militari, nacque all'Austria il bisogno di limitare di molto il numero delle sue truppe sotto le armi. · Con assai ,a r te e tattica prudenza q uindi fu proce- , duto in Austria alla riduzione dell'ese'rcit-o , a~'endo anzitutto in vista di non sconnetterne l;antieo assetto e di non porre una mano troppo ruvida sugli inte-' ressi che sono cotanto accarezzati dai membri che · compo,ngono. quella fam ig lia. Il temperan:,ento adottato per attuare la riduzione dell'armata in modo conciliabile con u na politica forte, accentata alcuna fiata, ed avente costante sembianza di pronto agguerrimento, venne trovato, come si disse, nello scindere le for ze effettive in due g randi masse, trattenendone par-te di esse nell'armata attiva e . ' raccogliendone le altre nella r iserva. Questi due fattori vennero collegati fra loro in modo da facilitare quel_- qualunque prodotto che potesse essere addimaudato da improvvisi eventi di guerra. Nell' introdurre q ueste riforme si ebb~ precipua-

69

~ente in mira 'di scovrire, il mezzo di crearsi un disponibile che pdÌesse esserè pronto ad entrare in campagna, ed a 'dota1·lo di individualità, le quali JJotessero essere bene istruite ed atte a combatte1·e.

DcL disponibile combatlcntc. Presentandosi l'eventualità di una guerra, tutti gli eleme_nti delle forze com battenti, vanno raccolti in un corpo che possa operare·, p::!r il che ogni eser cito, prima di mettersi i n campagna, viene in gran parte trasformato e chi lo trasforma si è la mobilizzazione. Si è appun to il maggior o minor tempò che è richiesto a tale mobilizzazione che produce un maggiore o minore n u mero di com battenti disponibili. Noi esamineremo come in Austria si p roceda alla mobilizzazione d ell'eser cito. Nol p1·i mo periodo, allorchè si mette l' eser~ito snl piede di guerra, è dato mano . anzitutto ad aumentare, nei oorpi tutti, di cui vedemmo l'organica formazione, tanto il numero d egli uomini che dei cavàJli. Ed ecco in primo luogo che, l'organizzazione dell'esercito austriaco la vediz.mo . urtare in non pochi ostacoli, avvegnacchè attingendo <lessa il suo effettivo alle varie naz'i onalità di cui è composto l'impero , è .forzata ad i nviare ai reggimenti, dovunq ue dislocati. la bassa forza necessaria per portarli al completo, che si è poi quella risultata dai circondarii di reclutamento a cui spet ta l'obbligo di alimentare il r eggimento. Quest'ostacolo non è però così. graYe e rallentante come lo fu pel passato, perfezionati come vennero nella monarchia tutti i mezzi cli comunicazione, .ed in ispecialità i ferroviarii, pei qu2,li è facilitata una pront,i ed elastica locomozione dalle più lontane provincie.


70

I .

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NOTIZIE STA_TISTICHE

A mobilizzare completamente l'armata il bisogno in più di cavalli · sàrebbe di 40,000, ma laddove si pensa alla ricchezza ippica di tutta la i;netà·orientale rlella monar chia; si dève ammeitére .che non ne deve essere difficile là p ronta provvist a. La formazione di n~ovi corpi e nuo:vi depo~iti succede istanfaneai;nente per le . truppe di amministrazione e per quei corpi, dei quali nel prospetto che abbiamo dato, esistono solamente i quadri. ,~ Scompaiono i corpi immobili, quali sarebbero tutti i quadri di deposito della fanteria·.e d uno squadrone presso ogni i·eggimento di cavalleria. Il secondo periodo della mobilizzazione dell'esercito austriaco comprende la.formazione ~lelle maggior.i unità tattiche le quali vengono provvedute d_i un mobile parato amministrativo. · Le tattiche unità sono poi concentrate in i11nità strategiche, allor cliè muovono sop,ra alcuni punti di cui !le _si~, nella guerra che è imminente, segnalata l'importanza. ·· . : · . · 7:,n,terzo pe1·ioclo del p1'occsso cli mcb'ilizzazirJ.ne viene impiegato nelle marcie strategiche. . P tempo occorrente a tutte queste operazioni risulter eb~e allorchè noi ci ponessimo ad investigarne tutto il sistema ,nell'intimo suo dettaglio. Ommettendo noi questo studio, ci è impossibile di esprimerlo in qu;n.· tità numeriche. Siccome però il tutto è. assai bene or dinato, che le rispettive funzioni sono chiaramente determin,;te , così evvi molta spedit~zza e .snodatura dovunque, nonchè eccellente àistribuzion.e di tempo nel moto di quel meccanismo. · · · I caratteri più spiccanti dell'organarnrnto austriaco sono a.dunque:

SUI PRINCIPALI ESBRC,I T I EUROPEl

71

0

· àJ La stessa formazio~:ie sul. piede_di pace e d~ auerrà di tutti i corpi di truppa, e per' tutte le armi .. b . . com battenti. . · Essendovi pericolo di gverra, ciò conduce aUa con- . seguenza, che in Austria _si deve 'passare alh.. forma- . · zio ne d i tattiche unità affatto nuove sino dalla origine. . · ìv~edia.rite questo sistema il complessivo organismo dell'esercito guadagna in elasticità ed è reso atto a ,dimostrazioni non solo, ma a comparire ben anco quasi inaspettatamente dove più preme; · . . · . b) Nesso dirétto sia militarmente che amministrativamente dei diversi corpi di truppa C?lle ris.rettive iort:J fonti cui i,ncòrnbe l'obbligo di portarli al completo (questo ,. si ottiene· pei soldati in licenza e per gli. uomini passati alla riserva); . e) Ripartizione del materiale da guerra fatta in ,modo da rispondere a tutti .i bisogni, ed a tutti g1i sc;opi (magazzeni. con lenenti provviste di ogni fatta'. ;lebitamente scalati in tutto lo Stato e tenuti pronti a vuotarsi per ~opperire al bisogno del p iù vicino); . · cl) Sistematica valutazione di tutto il materia.le •· ferroviario fatta sopra· base 8cientifica, per cui si intese a rilevarne il valoré strategico, ed a fare servire le ferrovie a tutti gli scopi che potrebbero ess(;lre dalla guei:ra indettati . .

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Dcll'itloneilà dd combattenti. '

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L'idoneità dei cò.mbattenti deducesi dall'istruzione derrli stessi. L'istr~zione deve essere alla portata del )l'~gresso dei tempi ~be ccrrono, e delle uHime i~mo- . vazioni, e secondata moltre dalla buona natura e aalla buona costrt.1zione di tutti · i mezzi di guerra. L'istruzione più o meno perfetta di un esercito è

1


72

NOT!ZlE s ·rA'l'ISTICHE

SUI PRINCIPALJ: ESERCITI EUROPEI

s_ubordinata al tempo in GUÌ l'uomo in pace è trattenuto sotto le bandiere. Detto tempo non può discendere oltre _un certo minimo,· semprecchè non si voglia · esporsi ad avere :.::otto le armi delle trnppe di difet, tosa istruzione, e sùlle quali non si può contare. Il minimo tempo di presenza per soldato non può essere positivamente determinato con quantità numeriche, desso essendo eondizionato al genio guerr esco della nazione, avuto riguardo alle esi~ze dello Stato, al carattere generale dell'organismo dell'esercito, allo speciale servizio delle varie armi ed all'individuo secondo che appartiene più all'una\::he l'altra delle unità tattiche. .

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.

Ciò preme.sso, vediamo. q uali sono j principii fonda-

mentali adottat,i in proposito per l'esercito a ustriaco. Il budget della guerra fosa J'effE,ttivo del tempo di pace a .269,000 uomini, ~all'annuo contingente di 85,000 uomini, limitando in diametro il tempo in o~i il soldato deve essere presente sotto le bandiere a 3 an-ni. Questo tempo varia per ò a seconda dell'importanza dell'. istruzione delle varie armi, ed ecco quale sarebbe: · P,er la fanteria da l a 3 anni ,· ' Per la cavalleria da 7 a 8 anni · . ' Per l'ar~_iglieria Pel gemo . a 3 anni· ' Pei pio4ieri

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Pel treno ed altre truppe amministrative, non è fissata la media d8l tempo. Noi veggiamo adunque che pella cavalleria il soldato è conservat9 sotto le · bandiere per 9uasi tutto il suo' ·tempo di servizio attivo , avvegnacchè solo in tal guisa può eiisere messo in grado di soddisfare alle esigcrize della sua arma; essendosi constatato in questi

\

73

ultimi. tempi, che pèr lo spirito che predomina nell'attuale modo di fare la g-µerra, p iù e p iù si pretende dall'autonoma attività ed inclipendeuza dell'individuo, e che una breve interruzione nel servizio attivo, se , per le altre armi n·o n è cli pregiudizio, grandemente influirebbe a menomare la bontà dell'uomo a cavallo. Perciò lo stato uumerico delle truppe a cavallo , rappresentando un t utto sempre istrulto, non sembra elevarsi di molto nell'aqnata austriaca; laddove in quella vece vi è assai elevato il dispendio cagionato dalla sua manutenzione. L'artiglieria nonché le altre_armi tecniche trattengono iÌ soldato per 3 an ni sotto le armi, e così si ottiene che il còntingente spettante alle stesse, composto come deve essere cli professionisti , pup venir compiutamente istruito in 3 anui di servizio. · La dur ata della trattenuta sotto le armi pel soldato di fanteria varia assai; dipendendo in parte da speciali disposizioni •amministrative, su cui si regolano .in generale a.1cune m isure militari. Ii governo austriaco credè che il minimo tempo di presenza possa essere limitato ad un anno, ritenendo ' che in un anno il soldato di fanteria po~sa -essere compiutamente •istruito. È questo un · computo teorico del quale non sap• piamo persuaderci che il governo austriaco. possa poi praticamente farne a fidanza (?). L'essersi disposto che l'annuo contingente delle reclute deve venire incorporato nell'esercito subito dopo fatto 11 sorteggio , è pure un eccellentissimo provvedimento. È per esso che il governo austriaco cerca d_i erearsi un fondo nel caso di guerra, con cui formarsi un materiale in uomini dispouibili ed istruiti, capaci di rifornire le file dell'armata chiamata ad agire.


74

.

Nell'armata austriaca,è consacrata grande c·ura alla coltura ed incr emento degli elementi n,'l.orali• . Ogni anno l'armata riceve uh aumento di individui recanti .seco la vqcaziò,ne al ser~iizio m ilit~re. Tali individui sarebb~ro dat~ ~lrarn;ata austriaéa cogli uffi.ziali nuovi . prornossi, perfettàmento ed ucati alle discipline' militarù · coi ,bass'uffi,zial.i péi qua).i sono eretti appositi' corsi . d'i~t~uzione, e ·con migliàia_di reingaggiati, scelti prefonb1lmente fra i soldati migliori e _più provat( .

· é. llappor.lo fra le forze comliattenti è hl 1isorne dello Slato. 1

.Ci resta ad esaminare quale sia il rappòrto tra le · forze cornbat\ent1 dell'esercito.austri,a,co, e le fonti cer_cate e cr-eat_e, nelle inst.ituzion~ del paese; pèr alimentarlo e conservarlo costàntemeute. · .· · · Detto esame ingenera ·due domande, che· sono i . è. quale estensione e l_imite, e dietro quale !:ìÌSte,rr;a conferisce la popolazione per la difesa dE!'llo Stato sia n'iRETTAMENTE che JNDIRET.rAMENTE, cioè : DIRETTAMENTE col

In

contributo personale; niario?

1~n1~É-i:TAi1IBN;E

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.

.SUI PRJNC1P,1LI.ESEHéJTl EUROPEI_

NOTIZIE ST ATISTICIH;

col ~ontrib·uto pecu'

Relativamente al primo quesito non abpiamo a riportare che ciò che già à bb_iàmo esposto, · ed osservare come il cornpletament9 dell'_é sercito abbia a base l'obbligo generale, e per tutti., di concorrere alla difesa dello State;, e che il calcolo suJla forza da prelevarsi coll'annuo contingentè vie~e r~tto dal principio, :::lie, il numero della bassa forza occorrente all'esercito, per essere . portato al suo· c9rn"pleto, è normeggiato dal numero addimaoclatn annualmente per reintegrare le p·erdite che l'esercito potrebbe soffrire, senwre avuto riguardo alla eventuale formazione e trapasso allo stato ,

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cfri: gue1·ra, ed alla naturale diminu,z ione del 4 per 100 per ogni atmàta . . · Il contingente di · reclute che corrisponde, dietro questo principio generale, . ai bisogni ·dell'.armàta, importa anpualrù~n~e ._dagli 80 ai 85 mila, uomini. · Questa forza effettiva dei contingenti, com~ in fatto · fu esperimei:i'tato,. in seguito alle menzionate diminu~ . zioni , si riduce tal~en te , che in .1 O•anni }a somma . ' degli individui appartenenti. all'àrm_ata (ec~ettuati 'i reggimenti dei Confinari) im porta ,circa 600,000 uomini, coi qua1i aggiungendosi gli utnziali (16,900), gli impiegati milifari (6,000), si' o.ttiene un totale di · forze che può bast~re ai bi'sogni mi litari 9ell'Austria. completo' organico sui piede di guerra . presenta . le seguenti cifre ('eccettuati gli uffiziali ed impiega.ti militari): · _ Truppe comba.ttenti di tutte ·1e armi• 532,000 uomini 30,000. » Id. · di amrrfinistrazione . . ·. . · Id. per la sicurezza p~bbli'ca deHo Stato ·12,000 » 4 . per 100 d'aumento per copnre 23,000 altrettanto di perdite.

n

· . Totale

597,000 uomini

. Ed e~co perciò che ii' rappor·to numerico che .ne sca-· turisce è il presente: a)' Il rapporto de11e forze coml;>attenti colla popolazione sta come l . 58; · . b) il rapporto del_contingente delle reclute c?lla popolazione (eccettuati i Confini Militari .ed il Tirolo) come 1.399. · , · · Per risp·ondere alla. se~onda dotnand~ sn1 coN'l'RJBUTO


76

'

77

NOTIZllt STATISTICHE:

SITI PRINCJPALI ESERC!TI EUROPEI

in danaro, bisogna n0n scostarsi dal eonsi. derare che si prendono per norma di calcolo le spese che sono richieste dall'organico dello stato di pace con 263,000 uomini e 40,000 cavalli • . , Adduciamo , la cifra del bilancio preventivo per l anno lt/63-64 la quale, dopo il diffalco delle rendite derivanti dai rami speciali di amministrazione militare, era di 91 milioni di fiòrini (1) (pari a lire italiane 226 milioni), e ripartita come segue: {

a) Per le autorità addette all'armata 3 milioni pari a lire italiane 7 ½ ; » b) Per gli istituti dell'armata 20 pari a lire italiane 50; e) Per le t~uppe . 53½ ) pari a lire italiane 133 % ; d) Spese gen. per l'armata (pensioni) 10 pari a lire italiane 25; e) Pe1 Confini Militari ~½ pari a lire italiane 1O ¼ ;

INDIRETTO

(l) La legge di finanza 26' luglio 1865, all'articolo vm fissa '1ier • ' l i anno 18G5 le spese complessive dello Stato in fiorini 522 888 222 . 1 · . 1 · ' ' ' pan a ire 1ta 1ane 1,307,220,555. Le entrate com11lessive fiorini 514,905,453, p ari a lire italiane

Totàle

91

milioni

pari a lire italiane 226 ½,

1,287,263,622.

Deficit fiorini 7,982,769, pari a lire italiane 19,956,933.

L'intera somma di queste spese trovasi nei seguenti rapporti: 1° Colle totali rendite dello Stato (400 milioni di I

J);f:inistero delta guerra: Fa bisogno per l'a.rmata di ttrra Id. p er volontari e surrogati per l'armata di terra . Totale

fiorini 87,539,372 2,443,400

fiorini 89,982,772

pari a lire italiane 224,936,880.

Ministero· de,lla marina : Marina di guerra . . . . . ,. . . . Id. mercantile, per sovvenzione alla società di navigazione del Da1°ubio, ed a quella Adriatica del Lloyd, tenute entra1pbi, a porre a disposizione del governo, in tempo di guerra, tutto il na.viglio (e quest'ultima iu tempo di pace a fare il ser vizio postale coll'or iente) . . . . , . . . . . . . ' Tota.le . . pari a lire italia.ne 21,132,000.

. fiorini 7,150,800

fiuriui, parl a l ire italiane 1,000 milioni) come 1.44;

· · 2° Colle totali spese dello Stato (457 milioni di fiorin i,· pari a lire italiane L ll42 milioni) come 3.5. Ripartite sulla popolazione per ogni singolo india viduo, stanno nel rapporto 2.05. Nel bilaÙcio del 1865 non vi 'è distinzione fra spese ordinarie e straordi11arie riguardo ;ne somme sopra indicate. Quanto al debito clello Stato, nel bilancio 1865, gli interessi del debito pubblico sono fissati a . . . fiorini 113,7:30,580 Oltre a quelli del Lombardo-Vemto 3,330,400 Totale ·

fiorini 117,0SQ,980

pari a lire italiane 290, 702;450. 1,302,000

fiorrni 8,452,ÒOO

La cifra nominale del debito dello Stato non potè essere conosciuta • con precisione, però all'incirca ammonta a fiorini 2,800,000,000, pari a lire italilwe 7,000,000,000.


,78

NOTIZIE STATISTJCHB SUI PR!r;'CIPALI ESE(lCITI EUROPEI

Le ciréostan2<e politiche obbligano però L~ustria a trattenere sotto le armi, e già da pàrecchi .anni , ,. un . effettivo di for:ze superiori al normale dello -stato di • pace, e con ciò le spes~ per -l'!:)sercito si accrebbero in fatto di oltre i 130 milioni di fiorini (pari a lire .italiane 335 milioni) , nella proporzione di 34 per 100 delle rendite deÙo Stato. '

RESOCONTO DELLE SPERIENZE

TITO .TABACCHI (

ESEGUlTll

sur,

(Continuaj.

TIRO A METRAGLIA COl CANNONI RIGATI . '

I

DALL'ANNO 4864 AL· 4865

(oA:L GIO_f<NALE D',UTIGLIERIA)

La convenienza ,di rivolgere gli studi sul tiro a m_e• traglia delle bocche da foòco, e speeialmente di quelle_ da campagna ori.de accre·sceroe gii effetti mediante una migliore costruzione della scatola, era già sentita prim·a ancora che l'adoiione èei cannoni rigati venisse . a renderla piu· manifesta ed urgente. Lè maggiori gittate ed esattezz.a di t iro delle nuove àrmi di precisione ; ·.di cui sono oramài . munite non olo le truppe leggiere, ma anche la fanteria di linea di tutti gli Stati , permettono ora al!~ medesime _q.i · offendere e molestare l'artiglieria a distanze in cui -i l


80

TIRO A METRA GLIA

tiro a metraglia di quest'arma è quasi affatto inefficace; d'altra p_a rte il modo di combattere in ordine sparso, che in questi ultimi tempi ha preso e tende a prendere ogni dì maggiore estensione, fa sì · che l'i inpiego di questo genere di. tiro acquisti un'importanza ancor più grande che per il passato e debba per conseguenza formare parte indispensabile di qualsiasi ben inteso sistema di artiglieria. L'introduzione ·a vvenuta in seguito dei cannoni r igati contribuì ad intra)éiare la questione_ed a renderne la soluzione più difficile e nel tempo stessò più prEssante; ed infatti la diminuzione di cal~bro che trasse seco nelle bocche da fuoco costituenti il traino da campacrna di una bo-ran parte . ,b delle estere poter;ize, non che quella della carica in' rapporto del peso del proietto, lasciavano prevedere una ì)erdita di effetti nel tiro a metraglia, mentre per lo sfascia r.si della scatok nell'interno dell'aniin;, le pallette di ferro urtando con molta forza cuutrn gli spigoli delle righe, dovevano inevitabilmente produrre danni più o meno gravi, quando la: bocca da fuoco è di bronzo, ed anche essere cao'ione di deterioramenti· , o tali da metterla in breve tempo fuori servizio. Tutte queste considerazioni n on potevano a meno di attrarre l'attenzione degli uomini competenti sopra un argomento di così vivo inter esse ed indirizzarne gli studi alla ricerca di una scatola· di metraglia il cui bossolo non fosse soggetto a rompersi e quindi a lasciare in libertà le pallette durante il loro tragitto nell'anima d_el pezzo e la cui E:fiìcacia fosse possibilmente supenore (1) od almeno non inferiore a quella delle an(1) Conviene però osservare a questo proposito che coi cannoni r!gati_da_ campagna i quali lancia-no esclusivamente dei proietti cavi, s1 puo sino :1d un certo punto supplire al ,tiro a metro.glia con

COI CANNONI RIGATI

81

tiche· scatole state adòperats per · lo addietro colle bocche . da fuoco l1scie. L'artiglieria francese che i1;itrodusse per la prima i- ('.annoni rigati nel suo materiale da· campo, dovè necessariamente anche prima di ogni . altra occuparsi a ritrovare una scatola di _ metraglia la quale rispondesse all~ esigenze _ delle nuove bocche da fuoco da lei adottate, sia rispetto al tiro èhe rispetto alla loro conservazio.n e; e le batterie facenti parte dell'esercito che scese in Italia nel 1859 ·erano provviste dj scatole di metraglia formate da un bossolo di lamiera di ferro e le c_ui pallette, pure di ferro, erano trattenute a sito mediante dello zolfo fuso. Queste innovazioni avevano per iscopo d'impedire la rottura della scatola nell'interno della bocca da fuoco e di mantenere le 1pallette p iù i·accolte dura:nte il tiro; ciò che aveva permesso ai Francesi . di adottare per i loro cannoni r igati da 4 e da 12 da campagna le pàllette che già usavano per l'òhice r1a centimP.tri 12 da montagna e di aumeutarue così considere-volmente il °i:iumero. La prima scatola a metraglìa per· cannoni r igati messa in uso nella nostra artiglieria e destinç1.ta per quelli da 8 mod. 1859, era stata adottata senzà alcun preventivo espHimento · e fatta a simiglianza di quella france§e con una diminuzione però nella _grossezza della lamiera, affine di r enderla capace di con.tenere quello, in arcata a q nelle maggiori distan'ze in cui il primo cessa di essè\e efficace; e forse l'impiego dei tiri cmvi, che presso di noi riceveti ò una vasta applicazione, è anche preferibile a quello degli shrapnells stati adottàti da pressochè tu tte l e potenze ed i cui effetti non potranno mai tornare di una pratica e reale utilità se non vanno uniti ad una spoletta cli una matematica esattezza, al ritrovamento clc!la quale si è ancor lontaui cli essere sino ad ora per,enuti. A:,.No :x,, voi. l . :_ 6.


82 ·

TII\O A hlETRAGLI,1

COI CANNONI RIGATI

la stessa quantità e qualilà di pallette che sono contenute in quelle dei cannoni lisci di calibro éorrispondente. Trattandosi poi in appresso di a ddivenire alla - adozione· de°lle relative scatole di metraglia per cannoni 'rigati da 16 da campagna ~ da 5 1/3 da montagna, nacque allora il dubbio ,t.;h_e l'oradetta diminuzione .di ~pessezza dell'io volucro potesse essere causa è.i una insufficiente resistenza del _bossolo stesso, e si credette perciò opportuno di eseguire alcuni esperimenti compar ativi, sia sotto il rapporto dell'efficacia del tiro, che riguardo ai possibili deterioramenti prodotti nelle anime dei pezzi, fra due specie di scatole di metraglia per ogni bocca: da fuoco, le cui dimensioni ed altri dati relativi s0no registrati nel seguente specchio:

in uso, si diminuiva il vento e si correva quindi rischio di rendere più difficile il ·caricamento del JJezzo, ma siccome la .maggior robustezza dell'invoglio ed il zolfo fuso oride sono riempite le scatole, debbono ren·derle più sohde e per conseguenza meno soggette a sfasciarsi nei trasparti ed a perdere la loro forma cilindrica, così. si aveva fondato motivo di spe~are che il temuto inconveniente non si sarebbe verificato. Ciò nullarneno per accertar~ la cosa si era stabilito che qualora i risultati delle esperienze fossero riusciti favorevoli alle sca.tole costrutte con lamiera piì.l grossa, si d0vesse sparare. con un can none çli, ciaschedun ca• libro e precisamente con quello che troverebbesi in peggiori condizioni, 30 o 40 colpi a polvere senza nettare l'anima e .quindi provare ad 1introdurvi ed estrarvi più volte un certo nume-ro di scatole di metraglia per osservare .s e vi entrerebbero agevolmente

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2,0

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sottile

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94

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sottile

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83,4

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grossa

1

84

2,5

con parete aottile

Da, 16 . 1,200

Da 8

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millim. millim. millim. chilog_

chilog.

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12,DOO

6,000

4,300

È bensl vero che c0ll'aumentare. la grossezza della

lamiera di ferro e conservando le stesse p_allette già

• 83

~;lgrado L'imbrattamento prodotto dall,) sparo.

Tali espe'rienze vennero eseguite in Venaria Reale -p.el novembre del 1861 , servendosi per ognuno d_ei tre cal'ibri di due cannoni nuovi , le cui dimensioni erano state minutamente r1sc0Btrate, e -tirando n° 12 colpi per ciascheduna specie cli scatole cli metraglia. I risultali in esse ottenuti confermarono pienamente i dubbii che si erano concepit:·, giaccbè le scatole di tutti 'e tre i calibri fatte con lamiera sottile si aprirono e si ruppero nell'ir\terno della bocca da fuoco cagionando alle pareti . dell'anima guasti e scalfita re assai sensib-ili, 1aèldove queHe con lamiera più grossa non si r uppero ed i cannoni che le spararono non ebLero a riportarne alcun danno; nè cli ;questo fattQ si ebbe solo la · prova nello stato della bocca da fuoco verificata dopo l'esperimento, ma ancora da ciò che,


T I RO A METRAGLIA 84 mentre spar ando colle prime l'anima del pezzo si mostrava imbrattata di zo1fo ed i bossoli si rinvenivano in frantumi a poca distanza da11a sua bocca , non si vedevano dopo il tiro delle seconde alcune vestig-i a d'imbrattamento solforoso; ed i bossoli erano proiettati quasi intieri a distanza mq;lto maggiore. Circa il modo poi d i comportarsi di dette scatole nel tiro, ebbesi ad osservare che le pallette contenute in involucri pi,'Q robusti g iungevano al bersaglio, particolarmente col cannone da 16, assai più raggruppate che le altre, il qual fatto se poteva r iuscire di scapito alle brevL distanze , indicava però un aumento di gitt~ta delle nuove sc.atole di metraglia in confronto ·delle antiche a boss0lo dì latta ed accennava pertanto alla possibilità di accrescere Ì'efficacia compiessiva ·d el tiro di sip'lili proietti diminuendo il diametro ed il peso delle pallette, ed aumentandone il numero\ Ma per arrivare ad u n siffatto favorèvole risultato ! · era pur· necessario intraprendére nuovi esperimenti; e siccom_e in quel frattempo già prevedevasi non lontana l'ad.02.ione di una m10va bocca da fuoco da campagna, per la quale si dovrebbe poi altr esì studiare la i;ispettiva scatola di metraglia , ed erasi venuti d'altra_ parte a sapere .che in Fra ncia si era sostituito nella scatola per cannoni da 4 e da 12 rigati un bossolo di zinco a quello di lamieJa di ferro, si credette coh1 veniente .di sopr:1ssedere cla q ualunque deliberazione in proposito, continuandd a fabbricare le_ scatole nel n1odo sin allora praticato per i cannoni rigati, dando però alla laro,iera di ferro quella ri1aggior grossezza che le ultime esperienze· avevano dimostrata più. confacente e quale risulta da questo specchio:

85

co r CANN01'1 PIG ,1Tl

I

Da 16

SCATOLE DI METRA.OLIA PER CANNOi'il ll!GATI

11-- - - - -- -- - - --

-

Grossezza della lami~ra cli fono , mill. Diamct1·0 medio della scatola. . . Id.

clei calibratoi

t assa .. . non passa

41 pallette del

. .

. . . . ...

Peso approssimativo . ,

n•

. . chi:.

Da

8

5 ' /3

-- - - 2

- --

1 1 /2

94

84

ll!l,5

94,5

84,5

118,5

93,5

83,5

4

5

6

6,300

4,380

• · 11 ~ t

Da

12,800

Nel volgere di questo tempo, l'in allora ma,ggiore Bianchi ideava e proponeva up. nuov-0 sistema d i scatola colla quale egli mirava aù ottenere una maggiore resistenza nel t ubo , pur conserva.udo per il cannone da 8 la solito. palletta del n ° 5 e procurandosi un vento abbastanza grauèle per assic.urare il caricamento del pezzo, e tendeva ad eli1i1inare lo zolfo onde alleggerire la scatob, ovvero accrescere il n umero delle pallette per u~ peso equivalente a quello dello zolfo sottratto. Il bossolo era formato con una sottile lamiera di ferro disposta a doppio involucro e· le pallette collocate le une sopra· le-altre in modo che i centri di q,uelle cor~ rispondenti dei s1;1ccessivi strati si trova,rano sopra rette parallele· all'asse della scatola , e perchè esse avessero la voluta stabilità errmo prive di due piccole calotte a- b asi parallele e trattenute da sei listelli di legno interposti verticalmente tra le pareti interne , della scatola e le pallette stesse. Con una tale disposizione l'autore .della ,proposta aveva per oggetto non sol? d i diminuire $li sforzi che tendono ad . aprire il


86

TIR!} .A METR AG L IA

bossolo nell'ani ma della bocca d;:t. fuoco, ma ben anche d i accresctre la velocità delle singole pallette e portarle più raggruppate al bersaglio; e ciò sul riflesso che la trasmissione delle forz~ dalle pallette di uno strato a quelle del contiguo facendosi d irettamente . secondo rette condotte per i loro centri e parailele all'asse, le impulsionf dei gas svolti dalla carica dovevano nella massima parte essere utilizzate n el senso del movimento diretto, anzichè in quelfo della dispersione. Quantunque si potessero fare al progetto di questa scatola alcuni appunti, quali sarebbero la sua più costosa e complicata fabbricazione ed i poco soddisfacenti risuitat i che scatole di consimile costruzione già altre volte avevano dato, ciò non ostante essa fu ~iudicata degna per molti- altri r ispetti di essere-presa in considerazione e sottoposta ad esperimenti unita.mente ad altre che un'apposita Commissione \ ;tava -contompomncum0ntc studrnndo. Conc1ossiacbè) dopo .. l'esempio dato dalla FranGia, era oramai generalmente presentita la· convenienza di ctppigliarsi per Ji:i, formazione degli invogli ad un metallo più molle, il quale aprend.o si senza andare in frantumi , di latandosi , eq avvil'uppanèlo le palìette durante tutto il loro tragitto nell'anima, impedisca il loro contatto immediato colle pareti, rivesta per , così dire le righe e le ·difenda da ogni possibile d egradazione. 'Quest'idea era allora seguita· da pressochè tutte aitigli~rie•, naturalmente 1 - mo d 1'fi cata ed in vario modo at>plicata ai diversi sistemi di bocche da fuoco rigate stati da loro prescelti; ed infatti ,o ra noi vediamo quasi dappertutto adottatescatole çli metraglia in cui o i bossoli, o le pallette, od anche ambedue contemporaneamente , come in Austria, sono formati di un ,metallo cedevole -e nelle

le

87 quali sempre viene impiegato lo zolfo fuso per tenere collegate fra di loro le pallette (1). La stess.;i. v:-ia veniva pure da noi• tentata e con tanta maggior spe- . ranla di un più ·pronto successo io quanto _che le maggiori e più preèise notizie possedute sul confezionamento della scatola francese avevano messo m grado la Commissione- di applicarle alla nostra e di proporre i tre seguenti distinti mçidelli . La prima scatola proposta era formata di un bossolo di lamiera di zi neo della. grossezza di 1m ,5, di un fon·dello e di un coperchietto di zinco fuso , il primo della spessezza di 12 m illimetri ed il secondo . della. metà, cioè di 6 millimetri. Si versava nella scatola una composizione ben fl uida di 10 parti di cera vergine, 4 di peèe resina e 5 di pece nera, in modo da lasciare nell'interno della medesima una specie di intonaco per chiudere tutti gl'interstizi che per avventura vi potrebl)ero essere, quindi veniva riempita, nella_stessa guis.a praticàt~ per il .passato di pall~tte preventiva:meute unte con sego, per evitare l'azione corrosiva dell'acido solforoso, e di zolfo fuso e fi.n,al'mente colmata con uno strato di 2 millimetri · circa della composizione suddetta, il_ quale non essendo soggetto a screpolarsi era stato aggiun to nell'intento d'impedire lo sfarinamento e la dispersione dello zolfo. Per ,ultimo ed ~1 contrario di qual!,to ave,,ano novellamente ·intr oJotto i Francesi , i quali abolirono la maniglia dando al coperchietto ed al fondello la stessa grossezza affinché .sia indifferente l'introdurre lascaCOI CA:,,>NON! HlGATI-

(1) Le particolarità che distinguono le varie scatole cli metraglia in uso presso le potenze estere si trova.no descritte nell'esposizione clei diversi sistemi di a!'tiglierie rigate, stata. pubblic...ta in questo giornale.


88 TIRO A METl!AGLJA tola nel pezzo per un verso o per un altro, essa fu da noi conservata onde facilitarne l'estrazione dai cofani, non essendo d'altronde presumibile_che abbia a succedere l'incon·veniente, non mai finora verificatosi, di metterla a rovescio nella bocca da fuoco, es~ sendo la medesima sufficiente a togliere ogni dubbio al riguardo. Nella scatola testè descritta s'impiegava la solita palletta del n° 5, ed è per qL1e;to motivo e per non diminuire di troppo il ventQ, 'già ridotto a soli 2 milliÙ1etri che si_era dato al bossoJo la grossezza di millimetri 1,5, mentre la scatola del _cannone· -da 4 francese sp.a rata con una carica assai minore' ne ha una di 2 millimetri. Sotto al rapporto della resistenza si poteva però sino ad un certo punto andar tranquilli considerando che la scatola francese pel cannone da 12 è fabbricata colla stessa lamiera di millimetri 2, la quale per conseguenza può sembrare eccessiva pP.r il cannone da 4;, ma uguale fiducia 1hon si nutriva da tutti riguardo · alla piccolezza del vent,o il quale è di millimetri ·2,5 per il cannone da 4 francese, di millimetri 3,2 per quello• da 12 e di millimetri 3 qu.ello accordato alla granata cilindro-ogivale' dello stesso nostro nuovo cannone da 8 rigato. 81 è per andar incontrò a questi possibili inconvenienti che la Commissione propose ai provare contemporaneamente un'altra scatola di più sicura riuscita e simile affa~to nella costruzione alla precedente, ma per la ~nal~ ~i ad~t;ava .una nu~va palletta del ~ iametr o d1 m1lhmetn 29,5 mvece d1 30,2 il che permetteva di aQcrescere il vento di un _millimetro e Idi aumentare la grossezza del bossolo di_millimetri 0,5. Per ultimo il terzo modello constava dello stesso bas~ solo e della stessa ,.palletta adoperati per il secondo,

é Ol CANNONI R IGATI

89

ed aveva per oggetto di verificare se fosse possibile diminuir e il pe$o della scatola, facendo a meno dello zolfo e disponendo le pallette come nella scatola proposta dal maggiore Bianchi , interponendo però '.ra uno strato e l'altro un sottLe disco di ferro mumto di 7 fori corrispondenti alle medesime, onde evitare il loro appianamento ·non che radattaII!ento dei listell~ di legno. Nello specchio che segue, soco raccolti i' dati più essenziali relativi ai quattro diversi 'inode1li di scatole che veniamo di descrivere e che furono sottomesse àll'esperiménto.


. ,

Del maggiore Ilfauchi

.

Altezza interna della scatola . . . . . . . mill. . esterna .. '... . » Diametro medio esterno della scatola . ..... » ' Grossezza della lan1iera . . . . . . .. . . della. palletta . . . . . . . . num. ' degli strati . . . . .. . . . . IJ Numero . . ' delle pallette per ogni strato . . totale delle pallette. . . . . li Diametro della palletta . . . . . . . mill. Peso totale nella scatola ultimata . . . . . chil. Vento riferito -al diametro della bocca da fuoco .. . . mill. ~

Il

~

.

.

.

b

.

. . . . . .

* Manca __/ la palletta <lel centro nell'ultimo stra~ '

Della Commissiono

-

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INDICAZIONI RELATIVE ALLE DIVERSE SCATOLE '

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-

N. 1

N. 2

N. 3

N. 4

con1amiera con lamie1ta con lamiera con lamiera di ferro cli zinco di zinco di zinc·o a doppio e e e dischi involucro zolfo fuso 'zolfo fuso intermeclii 188

'

164

204

188

93,5

94 '

1,2 5 7 7 49

30,2

156

li

'

' ;

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182

200

93

93

1,5

2

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6 . 7*

41 30) 2 I

176

6 7*

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6 11

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41

29,5

7

42 29 5

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I

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6,400

6,600

6,050

5,800

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2

3

3

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I

2 6 bi~ '

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91 Tali esperienze ebbero luogo al poligono di Venaria .Reale con 4 cannoni · da 8 .B rigati da ~ampagna mo.dello 1859 , usciLi allora dalla fonderia, e del giusto cali bro di 96 m illimetri , facendo per ciascuna delle quattro specie di scatole di metraglia .40 colpi colla carica di 900 grammi polvere di f.os::mno, dei quali 20 alla distanza .di 300 metri e gli altri 20 a quella di metri 500, sparando inoltre preventivamente col can• noo e destinato alla prova della scatola n° 2, per la quale si temeva · che il ven·lo fosse troppo piccolo , sessanta colpi a polvere senza lavare · l'anima del pezzo e lasciando quindi raffreddare il pezzo aflinchè le feccie avessero tempo· a consolidarsi. . Il bersaglio ave.va 30 metri di lunghezza, 12 di altezza; era costrutto di un telaio verticale di travi e di abetelle, coperte di tela ed aventi nel mezzo una zona tutta di legname della lunghezza di un metro e

. COI

CAN:SO:S I RIGATI

.

grossezza di 4 a 5 centimetri.

La tavola seguente fornisce un riassunto dei risultamenti ottenuti nei tiri suddetti.

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PALLETTE

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che colpirono il bersaglio

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in totale a metri

per 0/0 a metri ·

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300

500

300

DISTANZA a cui furono , lanciati i frantumi dei bossoli, misurata sulla direttrice '

.

Osservazioni

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500 I

l-3 :::,

o

\

~o

1

980

462

46

436

44

I pezzi d'involucro caddero a dai 25 ai 30 metri destra ecl a sinistra in prossimità · t dell~ bocca del pezzo e talvolta anche dietro il cannone.

> I:" ....

w ~

~

\

2

20

820

755

502

92

61

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60

3

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611

459

74

56

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60 • 120

54

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455

341

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I pezzi d'involucrn si trovarono discosti lateralmente dalla _diret- , trice da.i 10 ai 20 metri.

t>

l

I pezzi d'involucro si trovarono discosti lateralmente dalla diret• trice siM ai 40' metri.

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I


C01 CAN!iONI RIGATI

93

Dall'esame di questa apparisce come il- 1° e 4° modello , le·cui pallette erano analogamente disp_o ste, sieno stati quellt che hanno fatto più cattiva prova, mentre la scatola n° 2 sovrastò anche alla terza. per il maggior numcrp •di pallette colpite nel bersaglio· , c!ò che non può àd, altrÒ attribuirsi che al suo vento llliDOre .. Nessuna difficolti~ era stata incontrata nel caricamento della medesima anche dopo i 60 colpi a polvere: e dalla verificazione dei quattro cannoni fattasi dopo ultimati gli esperimenti, ebbesi a rilevare nu-· merosi solchi di martellamenti tali da sformar le righe e metterli fuori servizio nei cannoni che avevano lanciate le scatole n° 1 e n° 4; varie traccie di martellamenti in quello che aveva servito per la scatola n° 2, non tali però da farle dichiarare fuori servizio e finalmente l'anima in perfettissimo stato nella bocca da fuoco con cui si era, sp:-irafa la scatola n° 3. L'insieme di questi fatti avendo comprovato esser e il vento di 2 millimetPi il più favorevole all'efficacia del tiro e sufficiente ad assiGUr are il servizio della bocca da fuoco e che la grossezza della lamiera· di zinco di 2 millimc~ri è più propizia di quella di millimetri 1,5 ad impedire lo sfasciamento del bossolo nell'anima del pezzo, si potè con fondamento argomentare che una scatola di • etraglia la quale riunisse . entramLe queste condizioni, condurrebbe infallantemente alla soluzione del problema la più soddisfacente. Tuttavia prima di deciqere in modo assoluto e di approvare definitivamente questa novella scatola, la quale non ~ra in sostanza che la derivazione delle due che a ,·evano dato sirro allora i migliori risultati , si


94

TIRO A METRAqLIA

volle. :;i..ccèrtarsi del suo merito assogge\tando)a ad alcune esperienze che ebbero luogo, al pari dellE'> precedenti, in Venaria Reale, ado1Jerando un canuone d·a 8 B rigato, mod . 1863, di buon servizio e ·dell'e• satto calibro , di mill~metri ~6 , -sparato colla carica solita di 900 grarriini" di polvere. dr Fossano ed attenendosi alle norme state pre~tabilite . le quali consistevano essenzialmepte nello. spingere i tiri sino alle distame di- 650 e di 800 metri, e nel notare le penetrazioni facendo uso di due bersagli disposti perpendicolarmente alla direttrice del tiro, paralleli ·e. discosti 30 metri fra di loro, ·il primo della luu"ghezza di 30 metri_ed altezza di 3 metri , il secondo della stessa lunghe·zza; di 12 n;ietri di &ltezza ed avente di più nel mezzo una z\ na di legname larga un metro, alta qu anto il bersaglio 0 della grossezza di centimetri 5. Ecco qui appresso i risultati di tali esperimenti: ' Osse,r•vazioni

DISTANZE IN llii:trn.I

- 300N° totale delle pallette lanciate ..

500

- -

-650- - 800-

-

'

820 · 1230

'

Ì640

2050

. N° totale delle pa l lette che colpirono ·il b~rsaglio . . .

690

~82

437

.79

N° totale delle pallette utili per 0/0. . .

84,14

71,70

26,64

3,85

Profondità media .~ delle 1ienctrazioni . . met.

•.

I bossoli aprivansi tutti. . secondo la loro generatrice cli unione, e furono lanciati a.Ila d istanza media di 196 metri dalla bocca del c.tnrne. I

0,05*

0,014 0,0035 0,0015

* Tutte le pallette perforar:mo completamente la zona di legname della grnssezza_ di 5 centimetl'i.

COI CA NNONI RIGATI 95 Dall'ispezione di q uesto spf\cchio- risulta èssere assai debole la penetrazione media delle pallette alla distanza di 500 metri, ma g iova avv;ertire che 'un tal difetto provenne da che molte dl esse g i unsero al bersaglio . di rimbalzo, cosicchè mentre alcune perforarono com• piutamente il bersaglio di millimetTi 50 di grossezza, altre per contro non vi_ lasciarono che una lieve im• pronta, ~otivo per . cui ·si ha ognì fondata ragio~e · per cred_ere che qualora il · puntamento fosse stato meglio regolato, si sarebbe ottE)nuta una penetrazione media assai maggiore, tanto più se ~i riflette c_he n_e lle precedenti espen'.enze ·eseguite sui quattro differenti . modelli di scatole, tutte le pallette, di quella n" 2 alla distanza di 500 metri forarono da parte a parte la zonaintermedia del bers~glio costrutto con assi di· abete · , della grossezza di 40 ruillirnetri. In seguito a queste .considerazioni ed ai favorevoli risultati delle ultime esperienze, venne definitivamente adottata' pel cannone da 8 B rigato, rnod .. 1863, questa nuova scatola di. metraglia. . Risolto in questo modo il quesito relativo alla sca• t~la di rnetraglia pel can none rigato da 8, restaya a provvedersi a , q uelle pei cannoni da 16 da campagna e da -5. 1/3 da montagna; di più la Commissione stessa che già attendeva a _questi studi, veniva in_v~tata ad estenderli al cannone da 32. B, per il quale la natura . del metallo onde esso è form_ato , in clicava doversi adottare un modello di scatola simile a quello delle altre boccl1e · da fuoco rigate in bronzo, ed anche al cannorie da 40 F, da_ppoichè la necessit_à . di trarre la . metra.glia a grandi dista~ze è eziandio cresciuta per . le artiglierie da muro , colla maggior gittata d ei proietti oblunghi e coli~ maggior distanza alla quale


~

TIRO A METtU GLIA 96 dtor innanzi stabilirannosi dalla piazza , le batterie d'assedio. Opinava innanzi tutto la Commis_sione che si dovessero conservare per il cannone da 32 le due specie di metraglia, cioè la_grossa e la piccola, e che quest'ultima, quantunque non fosse_ adoperata per il passato col cannone da 40 1liscio destinato esclusivamente alla difesa delle coste, dovesse pur venir adot-tata per quel,Io rigato .dello stesso calibro, il quale sarà chiamato nell'avvenire a concorrere anche all'armamento delle piazze forti. Prendendo quindi per base i risu_ltati delle esperienze state precedentemente eseguite sulle scatole del cannone da 8, procedendo per successivi tèntativi, studiandosi di regolare convenientemente il vento, la grossezza dei bossoli, la grandezza ed ' il quantitativo delle pallette, in modo da . assicurare al tiro la maggior efficacia possibile ed alla bocca da fuoco la sua\ conservazione, senza perdere di. mira nello .stesso tempo il vantaggio di utilizzare buona parte dei materiali che servono per le artiglierie liséie , essa giunse a presentare i modelli delle scatole che le erano state richìeste, le quali ~pparecchiate in conv~niente numero furono esperimentate sulle_Lande di S. Maurizio nell'.a utunno del 1863,. compresa eziandio quella da ·s ; malgrado fosse già stata definitivamente adottata, nel solo scopo di meglio · studiarne le proprietà. • I Il seguente specc_h io dà i principali dati di co·s truzione delle scatole esperimentate. ,


SCATOLE A METRAGLIA DA CANNONI DA

~ ==4==0= <

32

=8=I_5_~_3

=== 32== ==16==1:= ·

INDICAZIONI .

.

o ,_,

(}

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- ~- - - - Grossezza della lamiera di zinco . . . , . mili . « del fondello di zinco . . . . . . v ~ elci coperchietto di zinco • . . ~ Diametro del filo di ferro delJ9, maniglia. . • ~ Pallette di rnetrag1ia di fcJ'raccio, oppure di ferro del n° Ditunetro medio delle pallette . . . . . . rnill. degli strati di pa11ette per· ciascuna scatola u0 Numero delle pallcttc per ogni strato . . . . ~ 1 > ,, scatola » . t a· d t ~ esterno . . . . mill. Diame ro me io e11 a sca o1a 1 interno . Alt.ezia media delle sca,tole ultimate (senza maniglié) 11 Zolfo occorrente pùr ogni scatola (circa). . chi!. Peso medio di ciascuna scatola. . . . . . . 11 1

&

* Manca la palletta del centro dell'ultimo strato.

8

15 6 5 1 51 5 7 34:* 160 154 252 3,600 25,400

3

2

15 15 6 .6 o 5 4 .. 2 . 38.,2 48,5 6 6 12 7 72 41*

160 154 226 3 300 22,800

150

1'16 280

3,700 24,700

o""'

1- - - - -

2 2 15· 15 6 6 5 3 5bis 4rirlo tt.o 33 37,7 8 6 14 7 1m 41* '1 50 118 146 11 4 228 222 3,400 1,600 22,600 12,700

2

2

12 10 6 6 3 3 5ridotfo , 6ridono 29,8 26,5 6 .6

7

7

41* 91 · 90

41* 84 80

1

179 162 0,800 0,600 6,450 4,700


Le norme per l'esecuzione· di ta1i esperienze non variavano gran che da quelle segu)te sin allora, ed i bersagli adoperati erano pure in numero di due, di ugua1i dimensioni, identicamente disposti e costrutti, se qon che la zona di mezzo del se1;ondo bersaglio destinata a constatare la penetrazione delle pallette, era lunga 16 metri, alta metri 3,50, e costituita d11. tavol e di pioppo sovrapposte le une alle altre, della complessiva grossezza di metri 0,086.' Le varie distanze cui furono eseguiti i tiri, il numero dei colpi che si spararono per ciascheduna di esse, le cariche e gli alzi adoperati colle singole bocche da fuoco, sono indicati da quest'altro specchio.

SPECIE DEI CANNONI

/

Cannoni da 40 F . R. c~n met.raglia G .

lìOO 800

10

P. , .

400

10

600

10

60

G.

600

10

85

, .

800

10

P.

400

10

•..

600

10

400

10

600

10 ,

da. 32 B. R.

'.

da 16 B. R. da 8

B. R. modello 1863 •

da 5 'I, B. R. da montagna

99 Procureremo ora di riassumere qui appresso i risultati e le principali osservéj.zioni cui d iedero luogo gli esperimenti dei quali stiamo discorrendo. COI CANNONI RIGATI

TIRO A l>!ETI\AGLIA

10 ,

116 75

l

15 3,500 I

115 30 4,000 75 4" I 8~ 1,200

!

. . .

400

10

18

.. . .

600

10

45

200

10

•100

lO

r10

17

0,900

!' 0,300 \

\ ·

I

\

Cannone da 5 1/3 B. R. da montagna. - I bersagli stati posti a pochi metri dalla bocca da fuoco dimostrarono chiaramente come la scatola uscisse dall'anima aperta bensì, ma ancora tutta in un p;zzo, ed i bossoli venivano lanciati a 80 metri circa di distanza ·d al cannone. Il penultimo colpo alla distanza di 400 metri portò il bos.solo ancora un~to al fondello ed a qualch~. palletta sino alla intelaiatura in legname, e vi lasciò all'altezza di 3 metri la sua impronta. La penetrazione delle pallette alla prima distanza era di circa 43 milimetri, ed alla seconda 40 di esse forarono da parte a parte tutto l'assito, e 42 vi penetrarono per la profondità di 22 millimetl'i . La bocca da fuoco verificata dopo l'esperimento, fu trovata completamente illesa. Cannone da 8 B. R. da campagna, mod. 1863. - I bòssoli si aprivano regolarmente ed erano . proiettati a 150 metri circa dal cannone, se non che un rumore speciale prodotto dal penultimo colpo sparato alla prima distanza, avvertì che la bocca da fuoco aveva sofferto qualche guasto, e difatti esaminatala, si verificarono · tre solcature abbastanza prof~nde nelle righe verso la volata, causate probabilmente dall'essersi sfasciata la scatola nell'interno dell'anima. Gli altri dieci ·c olpi che si dovevano fare a 600 metri furono eseguiti con un nuovo cannone fatto venire appositamente da Torino, nè piLt diedero luogo ad inconveniente di sorta. Circa alla penetrazione delle pallette, si osservò che alla distil,nza di 400 metri, ottanta di esse passarono da


1,00

TIRO A ME.TRAGLIA.

parte a parte il doppio assito di millimetri 86, mentre altre_non forarono che le prime tavole, ammaccando le seconde, E)d a 600 metti 83 pallettè forarono da parte a part~· l'inte.ro tavolato, altre penetrarono solo :;ino alla seconda tavola, e finalmente alcune che arrivarono all'assito di rimbalzo, rimasero a metà della prima tavola . .I quali risultati dimostrano ,èhe erano trorJpo piccoli gli alzi stati adoperat~ n el tiro. · · Cannone da 16 B. R. da campagna. - J: .bossoli si aprivano senza squarciarsì ed erario gettati a 200 metri circa dall/;l, bocca da fuoco; di più si osservò sui .medesimi nettamente d isegnate le spire del cannone, ciò che fu. ascritto al poco vento della scatola col~'à.nima del pezzo. Alla prima distanza,_ 70 pallette passarono da parte a parte tutto il bersaglio , ed un centinaio che lo avevano colpito di rimbalzo, lo àvevano pur esse quasi interamente perforato; a 600 metri \ cin ~ quanta pallette passarqno da pa.rte a· parte J'irìtera impalcata, le altre, giunte probabilmE)nte di rimbalzo, forarono la prima tavola, ammaccando forteinente la seconda. Verificata la bocca da fuoco dopo l'esperimento non presentò alcun guasto. I

Cannone da 32 B. R. da mu1·0. - I bossoli deìle • I sGatole si sfasciavano prima di uscire dall'a,nima del pezzo- e cadevano in frantumi _a poca distanza dal cannone, la qual cosa vuol ess.ere probabilmente attribuita all;i.. carica maggiore che s\mpiegava 111 questa bocca da fuoco in confronto del peso del proietto; alcuni di essi portavano altresì le i~pronte delle rÌghe, ma in m odo as:,ai meno sensibile che nei cannoni da !G. Della metraglia piccola, 100 pal!ette circa:~

COI CA:-.NON I RIGATJ .

101

prima d istanza e 60 alla seconda forarono il doppio · tavolato di 86 millimetri di. grossezza, laddove alcune altre penetrarono soltanto nel pri mo asse; della met raglia grossa, 40 pallette alla distanza: di 600 -metri e 41 a q uella di 800 trapassariono l'intero bersaglio . Esaminato lo stato della bocca da fuoco dopo i tiri I eseguiti (l.lle varie distanze, essa fo trovata illesa dopo g li spari fatti colla metraglia piccola e presentava inve~e alcune leggere solcature, particolarmente nella parte inferiore dell'anima, dopo qqelli eseguiti colla metraglia grossa. Cannone da 40 F. R. da m11ro. - I bossoli si aprivano ·con regolar.i\à e senza andare in frantumi . Arrivarono di lancio e perforarono nettamente la doppia impalcata posta a 400 metri di distanza 107 palettB rle11a metraglia piccolà, e di quelle giunte di rimh,dzo a.ly • ne traforarono soltanto la prima tavola; alla seconda distanza 55 pa llette della stessa qualiUt forarono ,-completamente l'assito, e le altre passavano sopra o - di lancio o di rimbalzo e si raccoglievano da .200 a 300 metri da,l bersaglio. Della metì·aglia grossa 40 pallette alla distanza di 600 metri e 78 a q uella di 800 foraròno il doppio assito, e la maggior parte delle . altre rimbalzarono e passarono al disopra del bersaglio, · essendo stato il puntamento un po' troppo hasso. Dopo il tiro la bocca da fuoco non presentò alcun deterioramento, il che del resto era assai naturale essendo questa di ferraccio. Compiuti così colle diverse bocche· da. fuoco i tiri prescritti dal programma delle esperienze, e visto l'inconveniente incontratosi col cannone da 8 B. H..• il quale aveva riportato nel tiro, dei g uasti nell' in-


102

Til!O A !d: ETIUGL!A

terno dell'anima, come più sopra abbiamo accenn.ito,_ ~u fatta facoltà , .nell'intento di chiarir meglio laquistwne, alla Commissione incaricata dell'esecuzione degli esperimenti, di tirare ancora con due cannoni , nuov~ di. tal ~alibro sessanta scatole di mitraglia di fabbrwaz10ne identica alle altre , e delle quali trenta. co~ p allette d i zinco e trenta con pallette di ferro, cosi che, ove queste ultime avessero dimostrato di urta'.e le '.igh~ e nuovamente dato origine ai guasti manifestati, s1 sarebbe subito potuto sostituire alle ' medesime q11elle di zinco, qualora queste avessero fatto buona prova .. Fur_o n~ fatti per primi i trenta colpi colle scatole ave~ti le pallette di zinco, e quantunque si fosse appositamente diminuita la · resistenza di congiunzione del bossolo, levando dapprima i ritegni di zinco alle bullette, e facendo poscia mediante lo scalpello saltare completamente l'.im:a,valcatura in maniera di scop~ite lo zolfo, per produrre immancabilmente lo sfasdamento della scatola nell'anim a, ciò n on ostante dopo v enti colpi, la bocca da fuoco non presentava ~ncora gua~to alcuno. Delle altre dieci di queste scatole, cinque furono s_parate ponendo il coperchietto contro la scatola dop~ essere sta.te r idotte allo stato più sopra notato, e cmque addirittura senza fondello e senza coperchietto. Ciò non poteva a meno d i produrre il completo sfasciamento della scatola nell'interno della bocca. da fuoco, ed infatti p oche furono le pallette che ~mnsero al bersaglio, i bossoli, i fondelli e i co~er c~ietti caddero sfracellati in pezzi, e dopo questo tiro 11 can~on.e presentò va.rii guasti interni. Si pro~edette qu111d1 ad eseguir e lo stesso esperimento col1altro cannone e coll'altra scatola avente le pallette

COI C,INNONI R IG ATT

103

di ferro . Le trenta scatole furono sparate io modo perfettamente identico a quello eseguito per le antecedenti, e dopo i primi venti èolpi non furono os servati nella bocca da fuoco che guasti di poca entità, ed in seguito agli altri dieci, si verificarono tre solcature n el senso delle righe , non tali però da dan,neggiare il tiro a· granata. In complesso si potè conchiudere che le d egradazioni avvertite in ambedue le bocche da fuoco dopo q uesti tiri, n on erano tali da m etterle fuori servizio, e che i deterioramenti stati altra vòlta lamentati dovevano attribuirsi piuttosto a difetti di fabbricazione della scatola o delle materie in essa impiegate anzichè a causa inerente al sistema stesso. I risultati delle esperienze più sopra riferiti, quantunque non abbastanza completi e c,oncluden ti, valsero pur sempre a dimostrare la 'bontà della scatola a metraglia del nuovo modello, e siccome urgeva di provvedere all'intiero munizionamento dei can-noni da 16 B. R. da campagna e da 5 1/3 B. R. da montagna, ed appoggiandosi inoltre all'esempio della Fra ncia che l'aveva pur essa definitivamente adottata, si venne nella decisione che n ulla fosse i'nnovato riguardo alla scatola di metr aglia stata ultimam~nte introdotta pel cann one da 8 B. R. , mod. 1863, e che per quelli da 16 da campagna e d a 5 1/3 da montagna fossero adottate le scatole proposte dalla Commissione e state ul timamente soggette agli esp':)rimenti. Considerando poi come per il cannone da 40 rigato, il quale essendo di ferraccio non avrà a soffrire dal tiro a metraolia fatto con scatole costrutte nel modo usato o per il passato, fosse assai <:'.ubbia la. convenienza di adottarne un'altra aasai più costosa, fino a tanto che


104

105 palle'tte si troverà alla distanza dal pezzo corrispondente all'elevazione adoperata. ' Fra i pr.i ncipali inconvenienti che presenta il -p rimo sistema, -primeggia quello di no:µ poter essere adoperato che a piccole d·i stanze, essendo quasi impossibile ed immensamente costoso il costrurre pet le maggiori un bersaglio in legtiame di tali dimensioni che raccolga tutte od anche solo la massima parte delle pallette \~nciate coi si·ngoli colpi. Inoltre è con esso impossibile il premun_irsi contro le pallette che colpiscono il bersagqo di rimbalzo, 'le quali lasciandovi pure la loro im pronta, indurranno in gravi errori rispetto alla ricerca della traiettoria media. . Sarebbe finalmente poco conveniente .d i servirsi di questo metodo per calcolare le tavole di tiro colla metraglia, perchè esso non tiene conto della natura •del terreno, mentre invece questo ·ésercita una grandissima influenza ~pe<::_ialmente colle bocch e da fuoco da. campagna, secondo che è favorevole o no <l,i rimbalzi. Il secondo metod_o all'incontro è assai più p ratic•o del prE>cedente ; si può con esso variare a· volontà la natura -del terreno mediante solchi inter posti tra i vari bersagli, ed inoltre i risulta.ti che se ne ottengono, non essendo dipeBdenti per· nulla da considerazioni · teoriche, non possono essere in verun modo impu_gnati. Questo sistema è in u ltimo molto più spedito e più facile a porsi in·opera in qualunque sito si abbiano ad eseguire le esperienze. Tali considerazioni n on potevano lasciar verun dubbio sulla scelta del sistema da seguirsi, e quindi non · si esitò ad appigliar si al secondo per le esperienze che si stavano per intraprendere. Fu esaminata altresì la questione se conv.e nisse dare ai bersagli raliezza di 3 COI C,,NNONI RIG.1 Tl

T!ltO A MlHRAGl,IA

al meno non si fossericonosciuto in modo positivo che ' il t iro di questa' presenti in confronto di quella antica t,L~i vantaggi da compensare l'aumento di spesa, si determinò che si adoperassero sino a consumazione per i. detti cannoni e quelli da l 6 F . R . le scatole di l:netraglia già in uso per le artiglierie liscie di egual calibfo. · . · Finalmente siccome erasi deciso in quel tempo di abbandonare ogni studio ed esperimento riguardo al cannone da 32 B. rigato, così si cessò ezia ndio da oo-ni ricerca sulla scatola a metraglia più conveniente ~er questa bocca da fuoco. Rimane or a a dare contezza della serie di esperienze . effett uatesi all'oggetto di determinare le. tavole del tiro a metraglia per ognuna delle bocche da fuoco per cui la relativa scatola veniva di essere adottata. Due strade diffe ren ti s'aifo.t.:ciavano per procedere in questa bisogna. \ La prima si è quella che fu seguita dalla Ma~irla francese a Gàvre n el 1837, 38 e 40, dove si tirò contro · llU solo b ersagli? costrutto di tavole di legno e· di" taÌi dimensi_oni da ppter r accogliere tutte le pailette lanciate. IL rilevamento del barsaglio fatto dopo il tiro a varie distanze dava l'estensione · e posizione- d' un certo numero d i sezioni verti cali e perpendicolari al p iano di tiro n ~l fasi;io prodotto daÌlo sparo della m etraglia, e forniva così i dati neeessari per ricercare la traiett,oria media e regolare quin di su questa il' tiro. L'altro modo cònsiste n ello Sj)arare con una data inclinazione del pezzo contro una serie a i bersagli di carta posti l'uno dietro l'altro a d ifferenti distanze . . Quello che viene colpito · da u n .maggior· numero di '\

\,


106

cor

TIRO A METRAGLH

metri anziché quella di 2 per conoscere anche gli effetti del tiro a metraglia contro la cavaller ia; ma sul riflesso che basta avere una sola tavola di tiro, sia che si faccia fuoco contro la fanteria, ovvero contro la cavalleria, dovendosi collo stesso alzo mirar sempre al centro del bersaglio, e che determinato l'alzo più conveniente pel tiro contro la fanteria, ossia quello che fa colpire il massimo numero di pallette nel bersaglio di i metri, si è certi che tirando col medesimo alzo contro un bersaglio di 3 metri, questo sarà colpito da un maggior numero di pallette, fu deciso che non si dovesse operare diversamente da qu~nto si era praticato anteriormente in simili circostanze, adoperando cioè :;ernpre bersagli dell'altezza di 2 metri per non renderli senza necessità poco maneggevoli e più costosi. A norma del programma approvato, le esperienze in discorso dovevano dividersi io due serie; la prima per determin:irc la tavola d i tiro a metraglia culll:l ùiverse bocche da fuoco rigate in terreno unito, la seconda per determinare le tavole stesse in terreno variato; e tanto nell'una che nell'altra il tiro essere fatto per · salve ?on due bocehe da fuoco di ciaschepuna specie contro una serie-di bersagli posti parallelamente fra di loro, in numero di 5, e discosti 50 metri l'uno dall'altro per le tre prime distanze ed in numero di nove distanti 25 metri fra di loro per le di.stanze maggiori. Nella secoqda serie, ossia ìn quella diretta a dermi- . nare le tavole di tiro in terreno vario, il terreno compreso fra un bersaglio e l'altro doveva essere disposto a solchi paralleli ai bersagli stessi la cui sezione f0sse rappresentata da due triangoli éJ.i 30 centimetri d'altezza sopra un metro di base, dei quali uno in rialzo

· 101

CA,N)IONI RIGATI

e l'altro in isterro, servendo le terre estratte da q uest'ultimo a formare il primo. · Il numero dei tiri, le cariche, gli alzi, la specie de!le bocche da fuoco, le distanze di queste dal bersaglio, sono per ciascheduna serie indicate dal seguente specchio.

o

r

<)

·;;; Cannoni 'O da o 40 F. R. ,_.

,.

Q)

~

Q)

a z::t

.\!?

A

- -

.

ALZI (1) in millimetri

.....i:,.

'

Cannoni da 16 F. R.

-------

Cannoni Cannoni Cannoni da da da 1 16 B. R. 8 B. R. 5 / 1 B. R.

Carica Carica Carica Carica Carica Carica cbil.* 0,900 obi!.* 0,300 chi!.* 1,200 chil. * 1,600 ,bil. * 2,000 chi!.* 3,200

-

3

10

9

28

-

-

-

-

14

32

85

58

80

15

-

400 10

68

74

105

127

26

-

600 10

110

-

-

-

100

6

200

8

250

8

-

2

-

9

~

-

(1) Pel tiro in terreno uni~ gli alzi dove:ano essere solo la metà. di quelli accennati nello specchio. * Pelvere di Fossano.

Qualora però si fo$se verificato per qualc~e _bocca. da fuoco che alla prima distanza di 100 metr!: 11 _b?ssolo venisse lanciato contro il bersaglio prn vicmo producendovi tali lacerazioni da f~r perdere le _tr~cce delle pallette· che lo avevano colpito, la C~mm1ss10ne era autorizzato ad aumentarla fìno a che più non avvenisse l'avvertito inconvenier.te. Finalmente le scatole da impiegarsi dovevano essere nelle loro dimensioni


'I

10$ '

TIRQ A, METltAGL!A' ·

· ed in ogni ~ltro dato di costruzione perfèttamente identiche a quelle state approvate, adoperando per il cannone da 16 da -muro ·quelle da 16 da campagna, e · dovèudosi inoltre per il cannone da 40 rigato mettere a · con1ronto le nuove scatole proposte , la cui adozione . era stata sospesa, con quelle sin allora ad0perate. Le esperienze ebbero luogo nella seconda metà dell'anno 1864 nelle Lande di S. Mau'rizio, cominciando col .tiro in terreno vario nella speranza che, essendo in questo :impediti i rimbalzi, · r{on sarebbe riuscito troppo difficile il_determinare il fascio medio delle di.· ,,erse traiettorie descritte dalle sinD'ole pallette , e o · quindi ne sarebbe stata io seguito facilitata la ricerca degli alzi nel tiro in terreno unito. Stabilita 1a lin·ea <li tiro della lunghezza di circa 900 metri , disposti i bersagli, d·ei quali ognuno era formato di 10 bersagli ordinari di carta della lunghezza di 3 metri per 2 metri d'~,l~eua, e Lr:acc.i.ati i solchi a seconda delle preRcrizioni del programma, si diedè principio all'esperimento eseguéndo con ciascuna bocca da fuoco alcuni colpi nello scopo di verificare gli alzi stati indicati dal programma. Essendosi òs~ervato che adoperando q uésti ,tizi, il primo bersaglio era quasi s·empre quello che veniva colpito dal maggior·numero di pallette,4volle aumentarli, affin0hè la più g.ran -parte delle medesime cadesse preferibilmente sopra uno d_ei bersagli qi mezzo e fosse così escluso ogni dub\:>io che l'effetto del tiro potesse essere più utile ad u_na distaza minore di quella in cui era collocato il primo ,bersaglio. Se non che il ristrettissimo numero di munizioni destinate I per i col pi di prova e le irregolar~tà grandissime ma. nifcstatesi in questo tiro, le quali }lOU potevano essere immediatamente avvertite, trassero in erronee indu-

COI çANNO~I KIGATI

lQ9

zioni iu-ta.le preventiva determinazione degÙ alzi; e se si esamfoa lo s::,ecchio A, posto in fìne di que.st'articolo, nel quale sono riuniti i risultati dei tiri fatti in . terreno vario, si vedrà che nella serie di q9elli esegùiti secondo il programma, il primo bersaglio , malgrado le correzioni portate negli alzi , è pur qua_si s.émprc quello che raccolse il numer,o_maggiore di pallette, e ciò perchè, non essendo i solchi praticati che fra un bersaglio e l'altro, non venivà,no impediti i rimbalzi delle pallette che battevano nello spazio di terreno compreso fra il primo bernaglio e la bocca da fuoco . . _Di risultati di tai fatta provenienti da un .troppo li- . tnitato numero di colpi _non era pertanto possibile il ·S~rvirsi per la costruzione di una curva atta a deter• minare una tavola ,di tiro, ~1otivo per cui fo chiesta ed ottenuta la facoltà di ripetere la serie e di pra,ticare altri solchi avanti il primo bersaglio ner un tratto di 50, ruet.ri verso il pezzo , .costruendo iholtr~ per ".ciascuna distanza, eccettuatane la prima, fra le bocche da fuoco e i bersagli, due grandi solchi paralleli ad a 50 metri l'uno dall'altro. Si accrebbe poi il n.urnerq delle file dei bersagli di due per ·1a prima e seconda distanza e di quattro per le altre. Affine di non ricadere negli erro~i prècedentemente incorsi e di procedere con una certa norma alla de• .t erminazione ~i quegli· alzi che nelle priro~ esperienze avevano dato peggiori risultati , si prese jl partito di . sparare· alla prirr1&a distanza un dato . n.u mero d{ colpi col can'none da 8 m0d. 1863, aumeotandone successivamente l'alzo, onde riconoscere l'influenza del ìne- · : ,deS"imo sul modo di comportarsi delle pallette. Dallo syJecchio qui' sotto riportato nel quale sono registrati i . risùltati di q nesti tiri, si scorge _come anche àccre-


.110 TIRO A METRAGLU. ~cendo c_onsiderevolmente l'alzo, non si gi; nga a far sì· che· il maggior numero di pallette non vada a colpire il primo bersaglio; ia qual cosa prova che eziandio nei terreni i più variati non sono n:;ai totalmente annullati i rimbalzi. ::::: Nome

Q)

·z. .§

della bocca. da fuoco

Numeto ~elle pallette ~he rolpirono il

"'b.O

L20J 3".I . 40 ·I I so I 70 5°

"

·os

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I

-

bersaglio I I

I.

I

I

Buriasco . . . . . ..

4

30

26

22

23

14

14

9

..... ..

20

14

12

11

8

5

4

7

Chiaverano. . . . . .

28

37

23

19

17

10

10

5

Buriasco . . . , . . .

36

-

-

-

-

2

5

5

Chiaverano. . . . . .

28

13

6

4

4

8

111

13

Buriasco . . . . . . .

36

15

8

7

7

5

11

3

Chiaverano . . . . . .

28 • 22

17

12

11

13

6

Id.

-

Fu quindi mestieri d( abbandonare quell'idea chP, aveva servito di guida nella serie anteriore e di 1procurare invece di adoperare degli alzi, i quali fossero ' in armonia," od almeno avessero una certa relazione con degli altri, i quali a distanze maggiori avessero dato nei tiri già eseguiti dei risultati abbastanza soddisfacenti. La, stessa via fu anche tenuta per le altre distanze e per le altre bocche da fuot,o; ma tanta è l'irregolarità di questo genere di tiro , battendo talvolta le pallette appena uscite del pezzo, ed ~El.,.fiate per contro a distanza considerevole dal medesimo, che

C(lJ CAI\NONJ RIGATI

Hl

non sempre si poté giungere, malgrado· tutti i tentativi, a trovare l'alzo piu adatto, e ciò spiega perchè anche nei tiri ripetuti gli alzi dedotti dalle curve non sempre coincidono con quelli esperimentati. Ultimati i tiri in terreno ,·ario con quelle bocche da fuoco ed a quelle distanze cui si era giudicato indispensabile ripetere la serie per ottenere dei risultati abbastanza soddisfB:centi , si passò alla seconda parte delle esperienze, cioè al tiro in terreno unito, scegliendo a questo scopo un sito piano, esteso e molto favorevole ai rimbalzi. Disposti i bersagli come precedentemente, ed edotti da quanto era avvenuto nel tiro a metr~lia in terreno vario, si cercò innanzi tutto di vedere qual fosse presso a poco la relazione che passa per le d iverse distanze ed in una data bocca da fuoco fra gli alzi impiegati nel. terreno vario e quelli necessarii nel tiro in terreno unito, onde avere così una norma per la successiva determinazione ~egli alzi nei tiri da eseguirsi colle altre bocche da fuoco . Per questo fine si fecero dapprima tutti i· colpi éd a tutte le distanze col cannone da 8 , ed una ·volta ottenuti dei buoni risultati, si trÒvò che il rapporto cercato, cioè fra gli alzi totali (l) in terreno vario e quelli in terreno unito, è approssimativamente di 2 ad l; ed una tale proporzione fu poi anche adottata nei' tiri eseguiti , colle altre bocche da fuoco, i quali si trovano registr8:_ti nello specchio B che fa seguito a questo resoconto. Con questa guida si ebbero in generale dei (1) Intendesi per alzo totale l'alzo ordinario che si adopera nel tiro aumentato della differenza d'altezza dei due punti di mir& sull'~sse della bocca da fuoco.


112

TIRO A AIETUAGLU

resultati abbastanza soddisfacenti, e là dove questi lasciavano -a desiderare, si approfittò delle munizioni che si av_evano a disposizione per ripetere i tiri, precisamente come si era operato nei .tiri in terreno vano. Le stesse irregola:rità che si erano osservate nel tiro in terreno vario si manifestarono altresì in quello in terreno unito ed anzi i11 modo assai più -considerevole in causa dei rimbalzi delle pallette, i quali variano ad ogni colpo. Può ritenersi tuttavia che la lunghezza dei primi rimbalzi delle pallette varia in media fra i 150 e i 200 metri . Coi successivi rimbalzi le pallette di metraglia dei cannoni da 8 giungono a 900m dalla' bocca da fuoco; quelle del cannone da 16 da campagna a circa l000m; a metri 1100 quelle col canno!1e da 16 F. R. colla carica di chil. 1,500, ed a 1,200 colla carica di chil. 2,000; e finalmente a m . 1400 le pa.l.lette d61 cannone da 40 F. R. Dagli specchi grafici rilevati appare ancora che il diametro d'apertura del cono formato dalle pa:lette è di circa 1/10 dello spazio percorso,. la quale relazione però subisce .delle modificazioni alle. piccole ed alle grandi distanze, poichè. nel primo caso l'apertura de~ cono è inferiore al 1/10 e nel secondo invece vi è d'assai superior~. Prima di passare all'esame delle diverse curve dhe servirono alla deter minazione delle tavole di tiro, importa ora di premettere alcune considerazioni generali che spinsero talvolta a scegliere piuttosto un bersaglio che un altro allorchè dubbia poteva e~serne la scelta, e le quali possono gi:ustificare l'allontanarsi dalla curva, qualche volta in modo un po' sentito, dal punto dato dall'esperienza. Nei tiri alla prìma distanza, il bersaglio .che el:5be1

COI CANNONI Rl.GATI

113

s~ può dire quasi sempre, il r.umero maggiore di pallette· si fu il primo, ma siccome in questo le pallette stavano tutte riunite entro b.reve spazio, mentre negli altri esse trovavansi ripartite sull'intera lunghezza del bersaglio, e benché in numero minore, tuttavia ancora in quantità tale da dare un· effetto maggiormente utile, avuto riguardo allo scopo di questo tiro, cosi si è scelto alcune volte come bersaglio corrispondente ad un dato alzo, quello cbe non aveva avuto il ma~gior numero dj p ~llette: In molti casi poi il ~umero di pallette che colpirono i dive,rsi bersagli si mantenne quasi costante, così che lo stesso alzo &vrebbe potuto servire per distanze variabili _p'er ~n tratto di 200 metri, quando non si fosse voluto tener conto del modo di comportarsi delle pa1lette che rion solo devono giungere allo scopo, ma possedere ancora in quel mentre una for.za d'urt,o bastante. Si vedevano dagli osserva.tori arriva_re , qualche volta le pallette ad un bersaglio, ma con sì poca forza da forare appena la carta , per cui bencbè tal bersaglio avesse in ta- . luni casi un numero di pallette pari ad un altro bersaglio posto innanzi, la scelta r.on poteva esser dubbia. . Questa considerazione, che servì benissimo nel tiro alle grandi distanze a guidare nelìa scelta del bersagiio, non potè ugualmente applicarsi alle piccol~, e siccome a queste pure il pò delle volte trovavas1 che l'effetto prodotto ~ui diversi bersag~i presentava picçoli:'sime •ditrerenze, così benchò siasi sernpr~ $Celto · .per un dato alzo il bersagl io che aveva avuto 11 maggior numero di pallette, tuttavia non s'obbligò assolutamente la curva a passare per il1 punto dato dalla esperien~a, quando questo ncn aveva una posizione convenie~te rispetto agli altri punti ottenuti nelle .A11xo x1, vol. r. - 8.


114

TIRO A MllTRAGLIA

COI Càl-1\OXI R IGATI

diverse s~rie di t•i ri, riflettendo che senza graye danno sarebbesi potuto mutare la posizione di detto puhto scegliendo uu p.ltro bersaglio. Finalmente è <Ja osservarsi che gli alz'i realmente adoperati nelle esperienze hauno subito negli specchi A e B, e quindi anche nella determinazione delle curve alcune modificazioni provenienti dalla scelta del bersagliò corrispondente ad una data inclinazione d~l pezzÒ. Questo essendo sempre punt~to al cent'ro del primo bersaglio ne succedeva cl1.e la linea dì mira non passava pel centro degli altri, ma li -incontrava in div~rsi punti, così che quando. sotto una data i~clinazione della b<;>cèa: da fuoco , il maggior numero di pallette noh cadeva sul primo bersaglio, si sarebbe commesso un errore ·ritenendo èome esatto l'alzo con èui .si era. puntato. Per riparare a tale inconveniente, si cercò con ciascuna bocca da fuoco di conoscere gli

aver oltrepaésato i pri~11i bersagli;ed il tiro a metrairregolare , presentag lia· oaià in se stesso abbastanza .. vasi irregolarissillfo. · Dubitando ·che qu~st'inconveniente dip&ndesse dall'essere troppo forte l'unione della scatola, si tentò d'indebolirla · facendo- limare una metà dapprima e q uindi ·tutta la porzione di zinco' compresa fra il lem'bo della lamiera e le bullette. Siccome p erò anche in questo ultiq10 caso molte volte la scatola _non apprivasi, venne un tal fatto attribuito alla spessezza della lamiera di zinco ed alla soirerchia resìstenza della medesima alla flessione. Potendosi dispo~re di diverse scatole a metraglia., si procurò ~E ottenere in qualch_e modo l'apertura della Rcatola e si esèguirono perciò alcuni , tiri. Per prima' prova si :fece •pratieare colla li.ma in sens0. dia~netràlmente opposto all' unione dei !embi della spatola, un taglio lungo •quanto la generatrice, ·e di tale profondità da ,iedersi ~uasi lo zolfo che serve a tenPr unite le pallètte. Questo ripiego però non bast?>, ed a far sì. che la scatola si rompesse, si dovettero praticare non uno, ma due tagli secondo due geperatrici che con qu(jlla pas;,ante per / unione dei lembi df)lla scatola, formassero i tre ver~ici di un triangolo equilat~ro quanèlo fossero, proiettate sul fondello (1).

alzi corrispondenti · ai diversi bersaali per una data -

o

'

inclinaziqne del pez_zo. Si puntò il pezzo a 'tal effetto da pprirna nel 1° bers;iglio, ed indi togliendo sticcés• sivarnente quelli che sta vano dava~ti, senza cambiare l'inclinazione della bocca da fuoco si fece varia-re· sola:mente l'alzo in modo tale da ottener e di verse linee di mira dirette · ai centri de~ sin.croli bersagli·, '~ d a ~ o /_ queste variazioni di puntamento,. sensibili solamente per le due prime distanze, soIJ.O dovute le modificazioni curve. . degli alzi nella deté.rminazione delle .

Cannone _da 5· 1/3. - I dati che .co~ que8ta· b~cca da fuoco si ~bbero per la determinazione delle. curve pel ~iro, sì in terreno vario che in terreno unito: non sono _quali poteasi desiderarli_. La scatola nel/ ~O molte volte non aprivasi, -altre volt.e aprivasi dopo

...

1

.

,

'

(1) La contraddizione risultante dal co-nfronto di queste esperienze con quelle antecedentemente eseguite ed in questo stesso articolo riportate, nelle quali la scatola da · 5 1/3 sparata colla stessa carica, di chiL .0,300 funzionasa. assai bene ecl ap1:ivasi rego, Ia.rmente, non · può ad a-ltro attribuirsi che alla qualità inferiore · <lcll:Ì, lamiera di zinco stata adoperata nella fabbricazione ?elle prime scatole ·ed anche ii ciò che, essendo queste stat e cost.rutte a mano, dovettero necessa.riamente rfoscire meno perfette e men.o soli<le cli quelle fattij posteriormente per mezzo di apposite 'macchine. Per


il6

cor CA1'NQ.-:I 1\ iGAT!

Li7 ren9 vario i migliori risultati furono• dati dài tiri ri'petuti. Si è per questo èhe la curva pass,L pei mede. simi lasciando gli altri tre, due al disopra ed· uno al disotto (tav. l'a) . Devesi però osservare che µello stabi1ire il primo punto a 200 metri si è tenuto conto della dispersione delle pallette-; perché veramente il numero maggiòre di pallette avrebbe colpito il 1° ·bersaglio, stando però su questo riùnite n'eno spazio di pocpi metri, mentré di quello d i mezzo occupavano tutta quanta la ·lunghezza . In terreno unito con questo pezzo non s'ebbero ' ripetere tiri ed i ·punti ottenuti oltre all'aver dato un notevole effetto possono , come si vede dalla figura, essere b~nissimo. unit( da una- curva atti alla determinazione · della tavola di tiro.

T I RO A l,ETR,1GL I.~

La èurva per'. la determinaz~oue della tàvola di tiro in terreno -v ario passa pel p,unto dato da!Pesperienza a metri 300 (tav. l•), perchè sì né_i tiri delle serie , che in q uelli ripetuti esso diede assai bùoni risultati, ed 9-ppunto ' a questo effetto detta: curv.a si avvicina di pil). all'altro punto dato .dai liiri della serie che a q l:lello dato· dai tiri ripetuti (1). Anche _la curva per la determinazione della tavola di tiro in terreno unito passa pei punti dati dai tiri delle serie lasciando ad una certa distanza il punto ottenuto dai tiri ripetuti. Uha delle ragioni· dell'allo~tanàmento della curva dn. fin tal punto, si è semp1~e quella di cercare di farlél passare per queÌli per cui si ottennero migliori risultati, benchè in que,,to caso non possa accertarsi éssere il punto scelto il migl,iore: perchè i · tiri ripet.uti , furom> eseguit.i su di u no strato di neve di circa 0,25 d'attezza, ciò che varia _a ssai le circostanze di •tiro, poi eh è lé pallette n ella neve rimbalzano benissimo, ma a?sai diminuita ne è la gittata dalla resistema che esse incontranq. Cannone da

8

B. , R., Jtlocù 1863. -

a

Cannone ·da 16 B. ' R. cla canipagna. -

Nel tiro ill terreno vario la curva passa fra mezzo ai punti (1) e (,2) della serie (tav. 2a), ed ai punti (1/) e ('2/) ottenuti coi tiri ripetuti , solo s'allontana dal punto (3) dato dai tiri cl.ella serie e passa invece pel punto (3/) dato dai tiri ripetuti coi quali si ebbe un_ risultato· molto 1qdd.isfacente , specialmente paragonato con quello .avutosi dai tiri della serie. La curva poi che servì alla determinazione <ii.ella tavola di tiro in , terreno unito i segue l'andamento pi uttosto r egolare dei risul tati avutis'i nei · di versi tiri.

Nel tiro in ter-

?i

1

~ndal'e intanto al ~-iirnro COS_ì grave in_conveniente si d?lib~~? di mtraprenclerc ~mov1 cspenmen~1 affine . eh coµstatare se 11 ri 1ègo sovra esposto va.Jga con sicur ezza a far aprire :r egolarm ente I scat òle da 5 1/3 già costruttc, e se 1:er qyelle da fabbricarsi in aTvenire si debba adottare una gl'ossezza di l "?m,5 od anche· di .un solo millimetro nella lamiera .di zinco. ( 1) Nelle tavole r appreséntanti le curve i numeri. con a,sterisco si riferìsc'ono ai ' punti t rovati mediante i t iri. ripetuti, mentre gli altri _ si rapportano ai primi tiri eseguiti secondo il programma. Dall'esame poi dei piccoli specchietti che sono inserti nelle tu.vole/ stess'e, il_ lettore può verificare i risu!tati dati dai pt~nti stati sce!,ti · _per fan-1 passare la cur va, o per mrvela maggiqrmente appfossimare.

·Cannone da 16 F. R. da m ii1·0. - Con questa bocca da fuoco s'eseguirono i tiri' a metraglia impiegando · due cariche, .quella di chilogr. 1,500 e quella di chilogr. 2,000. I risultati di tiri ottenutisi in t erreno varro l


11 9

COI CAN'.'<ONl I\IGA TI

· 118

T I RO A ~rnTRAGL!A

colla carica di chilogr . 1,500 e -rapprçseotati gra~camente, sono riuniti da una c urva che e?prime abbastanza bE>ne la loro relazione e serve alla determinazione della tavola di tiro, come scorgesi dalla tav. 2a, Ciò non può dirsi egualmente pel tiro io terreno unito. Per le diverse distanze gli alzi im piegati n ei tiri ripeluti e in quei della serie sono assai diversi tra loro , , e siccome i r isul tati sì nell'uno che nell'.altro caso sono abbastao~a buoni, nè alcuno di essi merita prefcrema, co~i la curva passa frammezzo ai medesimi come a · rappresentare una relazione media. Anche nei tiri fatti colla carica di chilogr . ~,000 ne1le due specie di terreno, gli alzi talvolta non troppo s'accordano. A seconda però dei risultati con . tali. alzi ottenutisi, la Gurva per la determinazione della tavola d i ~iro•s'avvicina pi ù all'uno che all'altro. ' Nel tiro i!! térreno nÒito ::>er la dista11za di 200 metri dovrebbesi impiegare· un al~o negativo di circa 4 mili.; se però si" riflette alle insensibili differenze d' eITetto che una variazione dj pochi mill. nell'alzo produce n el tiro a metraglia, si potrà senza grave errore puntare colla linea di mira nat urale affine di rendere faci le il puntamento cbe deve sempre essere eseguito con rapidità. Pel tiro d i esperienza, allorché accad<le d i dovet usare alzi nega.ti vi nel p~ntame~t~, s'ebb_e . ricoryo al ripiego di aggiunger e un appendice -al rnm no d1 volata, affine di ind ividuare una linea di mira para llela all'asse del pezzo e quindi si puntava con un alzo ecruale alla differenza d'altezza dei due punti di mira n d iminuita dell'alzo n egativo indicato negli specchi. I bossoli delle scatole di metraglia per questi cannoni, non che quelli per i cannoni da 16 e <la ~ da campagna aventi la spessezza di 2 mi!l. si comporta-

rono assni bene nel tiro, non avendo danneggi~to le bocche da fuocò , aprendosi appena uscite dalle me· desimc e cadendo ad un centinaio d i metri dal pezzo . Un cannone da 16 F . R. scoppiò•durante il tiro in te~reno vario colla carica di chilogr. 2,000, .for tunatamente però senza che si abbia avuto a deplorare disgrazia alcuna. Pare ohe questo aèciden tc debba attribuirsi · alla qual ità del ferraccio con cui il pezzo t')ra stato fuso, ·poichè esso non aveva fa tto eh~ pochi · colpi, né dalla rottura apparir ono difetti di fusione , non essendo d.' altra parte suppouibile che possa in quest o tiro aver avuto luogo alcun incep pamento.

. Cannone da 40 F. R. (tav. 3..). - Con questa bocca da fuoco si spararono tre ~pecie di scatole da metraglia, cioè scatola di lamiera di ferro, scatola di zinco con pallette grosse e scatola di'zinco con pallette piccole . I dati rel'at1vi alle scatole sooo registrati nel seguente specchio :

-

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Qualità. del bossolo

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di zinco

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mill. 255

19,600

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252

2:;,400

72

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22,800

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5

piccole

6

7* -12

i\fanca la pallcua ùi mezzo dello strato superiore.

. Nella scelta degli alzi per la deteq!1inazione delle

..


120

TIRO A METRAGI.H

COl CA:-iNO~l RIGATI

tavole di tiro s'ebbe a tener conto della differenza di peso delle scatole e del loro modo di c·omportarsi. Per essere la scatola di zinco molto più pesante che quella di lamiera· di ferro, gli alzi alle piccole distanze per quest' ultima scatola sono più piccoli cli quelli adoperati per la scatola dì zinco, conteriga questa pall13tte piccole o grosse , e• diventano poi maggiori per le grandi distanze, percbè allora è grandissima l'influenza che esercita il modo di comportarsi della scatola. Il bossolo di ferro si rompe in piccolissimi pezzetti appena uscito dalla bocca · da fuoco . ' le pallette battono a terra quasi immediatamente ed arrivano 'suècessivarneute al bersarrlio con rimbalzi o ~olto areati, facendo sentire agli osservatori un r'umore abbastanza prolungato e continuo colla loro ca- . duta. Le scatole di zi~co invece, benchè molte di esse fossero formate di due larnirie sottili e sovrapposte (il laboratorio pirotecnico difer,tando di b·ossoli di zinco d'ello spessore di mili. 3., a~veva cercato con un tal ripiego di rimediare a tai deficienza), si aprono·ma non si rompono, le pallette battono a terra riunite a distanze considerevoli dal pezzo ed arrivano ai bèrsacrli ' ~ att'raversan~li qon tal violenza da. far sentire aglì osservatori un fischio potente e di poca dorata. Gli alzi per le due scatole di zinco differiscono ben poco fra loro, per cui si potrebbe adottare per' le medesiaie una sola tavola di tiro, di poca importanza, come già sopra si fece ossenare, essendo una piccola variazione .dell'alzo. Il numero di pallette per ogni 100 che col_pirono il bersaglio, sia . colla scatola di zinco con pallet te grosse, che con quella con pallett'e piccole es~ sendo risuitato presso a poco lo stesso·, si vede che assai più convoniente sarà · l'impiego delle scatole ton

121

pallette piccole_· ogni . qualvolta il tiro non . abbi~ ad · esseré eseguito contro oggetti alquanto _res1steut1. Colla scorta delle ~curve che si tracciar_o no per le · diverse bocche da,Juoco· nel modo che abbiamo ora e,;;aminato, si poterono .calcolare le · rispettive tavole del tiro a metraglia. Queste ultime esperienze avendo inoltre dimostrata 1 la superiorità nel _ t iro delle due scatole di · metraglia da ' cannoni da muro da 40 F. R. di cui l'una a pal- . lette ocrrosse e' l'altra a pallette piccole, formate còn . . lamiera di zinco e costrutte secondo il nuovo sistema, sopra quella antica.di lamiera di ferro, pare non debba essere lontana • l'adozione di dette nuove scatole per . i cannoni suddetti, non •che di quelle da cannoni da lo da campagna per i cànnoni da muro di egual calibro. $i dovranno però prima co11snmare tutte le ·antiche scatole che attualmente esistono in considerevoie· numero nelle diverse piazze del regqo.

..

\

.,


122

TlllO A ldETRAGLlA

123

COI CANNONI HlGAT I

SPEC~HIO· A RISULTATI DEL

TIRO 1 !ltàGLIA. IN _T ERRENO VARIO,

TIRI SECONDO IL PROGRAMMA ~

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.QUALITÀ BOCCA DA FUOCO

del bossolo

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- -

Cannone da 16 B.R. cl.a campagna

Zinco -

1,200 100 - 6 246 • 250 8 328 n 40O 10 410

~~ 41 20

350 •150

,11 30 30

100 300 400

- - - -- --1.--- -1-- - -- - - ___, - Cannone da 1 6 F . R.

Zi/1co

~ o QUA11TÀ O ~ , :...

~

.i

c.

1,500 100 6 246 • 250 8 328 » 400 10 410

de) bo~solo -~ ~

Cannone da 40 :F. R .

Cannone da 40 F'. R.

-

4~ 46 27

11

Zinco 3,200 100 -6- 204-;con ~ 250 8 212 ss pallette • 400 10 3•10 37 · grosse • G0O 8 272 26

- -- - - --1•-- - -- - - - ' Zinco 3,20,0 100 6 482 Cannone <la, 4b con 250 8 576 F. R. • pallette ·100 10 720 piccole too 10 720

.. .

,

.

250 350 450 100

~ soo

450 725 -- - 99 'ioo 56 00 57 550 675 ~3

8~ ~ -

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~ 48

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~da ca.mpagna.

Zinco

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l5J 209 -

87

2,000 100 •I) 250 8 328 -100 10 410

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250 Hl,20 11 17 _300 _ _10,36 _ _42 _ _48

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100 3"-0 v

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32, 92 22,H 15,04

ii__ 2348 67 __,___ :>:>

28,29 80 43 16,09 69 82 9,~,::. 140 153 V

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100 • 28,96

25

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6,09

450 525

12,19 6109

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79

90 13.5

.

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52 97 90 l3i>

- -- - - - - -- -- -100 -100 25,73 12 81 8 272 70 3;200

so .• - - - -- - - - - - - .. . - - --- - - - - - - -.. .• .. ... .• . .. ..

15,19 38 107 149 9,03 S,57 135 :W4

da -~O F. R.

Zinco 3,20O 100 8 272 250 10 3-iO con 400 10 HO pallette 600 14 ·H6 grosse

88 29 30 30

100 250 500 7 25

32,35 18 87 8,53 57 126 8,82 85 154 6,30 150 Z19

' Cannone da 40 F. R.

ZincQ 3,20O100 4 288 » con 250 . 6 432 . 400 p:tllette 600 piccole

58 29

100 300

20,14 '18 87 6,74 57 126

,

Lamiera.

»

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9

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300 375 550

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62 43 17

l annone

12G 154 J l9

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_:-3~== -~ ] s,:,

250 12 408 400 14 · •176 600 14 476

~~ I 12,1 I e

28,13 rn,2? 55 10 88 85 9:55 L40 , -· - - - 22,91 18 9 72 57 ' Ùt 85 4,58' 150

63 ",>l

. . 1------1--- - - -- -- - - . . " Zinco

d

_ ___ ___ ___ ___ _ _ _

IJ',---- - -- 1-- -- 1· -1666 iio .s5 l,500 100 8 s2·5 9:14 71 116 Cannone da ,16 Zinco 7,32 95 HO F . R. » 400 10 410

20,58 12 81 16 91 41 110 7'94 75 14J l'Cannone da 40 3'.2s 180 199 F . 'R .

o""=::

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1200100 10 410 116 ' • 250 10 410 66 0 400 10 41 o 4o

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0900100 8 328 108 ' . 250 10 -no 92 • -lOO 12 492 H

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22 1DnonedallB.R. 32 1 ìvlod. 1863 . 52 •

·18

~d_a_c_am __ P_ag_n_a_

-- - - - - - .- - -

3,200 100 6 204 250 8 272 Lamiera "• 400 10 340 • 600 1 o 310

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~ u~-~ -r~ e.i •G ~(":~ ~~~

20•.-a-nn_o_n_e- ,-,a.-:;-,,, v 3 Zinco R. da montagna

1- - - - _,,.....- -

- -- -- --1 - - -- 1- - - - - - - - - - - - - - - - - - 2,000 1(10 6 246 60 100 24,39 23 68 Cannone da 16 . 250 8 328 sr, 1". R . ZlllCO 250 <10,67 65 110 Cannone da 16 400 9 369 ·31 500 8,40 75 120 1". R.

..

~

·a.se:

~ 0 300 100 8 328 '.• ~OO "' . 12 49 2

-- -

26,01 da 16 12,50 78 91 ~annone v B• R • 4,88 130 143

- -

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AFUOCO .5 S 11CCA D

Cannone da 5 ' /3 0,300 100 6 246 78 200 31.,70 14 B • R • <l a montagna. Zinco • 200 8 328 51 300 15,55 .42 - - -- - - - 1-- - - 1- -- -- - · - - -- - - - - Cannone da S B. R. 0,900100 6 246 . 49 .. 100 19,91 10 niiod. 1863 Zinco • ·:150 s 328 57 250 17,37 20 da. ·campagna , 400 10 410 39 450 9,51 40 ,

o

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TI°RI ltIPETUTI '

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124

T IRO A ~!ET RAGL I A

125

C"OI CANNOJ;l RlGA'J'l

B

.QUALITÀ

BOCCA DA FUOCO

-

del bossolo

Cannone da -5 1/ 3 B. R. da montagna

Zinco

Zinco

0,300 lÒO 200

6 246 103 8 328 150

200 41,88 . 250 - 45,73

0,900 100 6 246 110 250 8 328 129 400 10 410 110

200 , 300 425

.

44,71 39,33 26,83

4 10 9 15

Cannone da 5 'is

B. R. eia montagna

-- ~

O 12 9 21 22 34

Cannone ila 16 1,200 100 6 246 B. R. Zinco 250 8 328 da campagna 400 10 . HO - -- -- - - 1 - - - - 1-- - - -- · Cann"One da 16 1,500 100 6 246 '• F. R. • Zinco 250 8 328 da muro 400 10 410

98 100 64 400 95 500 - - - -60 100 44 350• 73 550

14 39,84 19,51 44 23,17 55 --- - 9 24,39 ·13,41 ·35 17,40 35

-Cannone ----- -~ - -- - ------ - - ---da 16 , 2,000 (00 6 24'6 Zinco

~50 8 328 400 10 410

65 65 98

100' 26,42 350· _19,81 450 23,90

- - - - - - - - - - -Cannone da 40

F. R. '

L amiera

3,200 100 6 204 " ' 250 8 .l72 400 10 340 600 10 340

-- Canno11.e da 40

F. R.

.

F. R.

-

27

---

Zinco 3,200 100 6 204 .86 con 250 8 272 . 47 pailette -100 10 340 66 grosse 600 10 340 46

---

Cannone da 40

--

79 74 66

- -

-

- - -

Zinco 3,200 100 G 452 196 con 250 8 576 139 pallett e 400 10 720 103 piccole 600 10 7~0 77

6S

54

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O,ROO 100 " 200

4 164

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. F. R.

16

Zinco

,

250

.

6 2-16

42;15 17,28

--- - -- --2. -71

- -

-

26 95 4:> 114

Cannone da 40

F. R.

60 129 '

- - - - - - --

60

,, ,mo " da muro - - - - - -- 1- -- -1·- - - - - - - -3,200 \00 6 20-f 112 Cannone da 40 " 250 8 272 79 Lamiera • 46'0 ,, li'. R. .' " » 60Q 10 340 22

~I

100 300 550 600

100 1 32,92

' • - - - --

--- - -- -- - - -2,000-100 - -- --- --J.00 6 24G 100 Cannone da

14 59

30 75 30 75

38,72 - 6 6 26 9 27,20 ,15 Il 4 19,41 7,9;1 60 129

54'

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5 11 »

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80

150 300 400 675

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Canno1Ìe eia 8 B.R. o,9oo l0O " " " : » » Mocl. 1863 Zin(•o » 250 » " • .. ' » da -campagna .,, » "-00 » " ·" - - - - - - - 1-- - --i-- - _i - - - ~ - - - - - - - 2 15 0,200 100 6 246 137 100 55,69 Cannone da 16 23 · 36 ~. 250 8 328 68 250 20,73 Zinco B. R. » 400 » . » » '» " da campagl}a 1-- - - - - - - ' - - - - - - - - -- - ~ , 100 39,02 - 10 3'f) 1,500 100 6 246 96 Cannone 16 . 300 20,,7 3 - 3 42 » 2[i0 8 328 68 Zinco F. R. • » )} • . --100 )} » da muro

27 57

- --

19,41

Zincd

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. F. R . da muro

.

del bossolo

- - - - - - - ----1--- - - - - - -- --·-

.Cannone da 8 B:n. Mod. 1S63 da canìpagna

o

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QUALIT1

\

-

100 · 43,3'.7 ~31 38 350 27,43 5 74 45 114 I 525 14,30 60 129 I 625 10,&9

·l

'

Cannone da 40

F. R.

.

.

40,65 - 15 30 ' 24,39 ---,- 5 -10

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»

--- --- - - -

.

Zinco 3,20O 190 » 2(50 con ,, · 400 pa-J'Jet.te piccole ' 600

6 204 120 8 272 116

",, » " -» »

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'

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100 . 54,90 - 29 40 250 29,04 - 9 60 »

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58,82 - 33 36 ,12,64 - 21 48

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12 O 1S9

- - - -- --- - -- - - - - -

Zinc·o 3/00 ,1'00 ;, 250 cou ,, 400 pallette 600 grosse

-- -

-

250

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I RIVISTA , TECNO.LOGICA

RIVISTA TECNÒ10GlCA.

127

fascia a prova durante 12 ore, c'.oè dalle 6 antimeridiane, alle 6 pomerictianè. . • · ' . Dopo riroastà eqposta p~l témpo ora _detto , la piccola striscia di carta, s'imbeve d1 al,:noe goccie d'acqua filtra~a, · o, meglio, dist~Hata, e subito pr~nd_e u~ c~lore az,zu1:ro·,v10• la(;eo, tanto p1u scuro quanto più e elettnzzato I oss1gen ~. Si • 1•aarruaa \ia il· còlorff cos\ ott,3nuto ari una scala, di' cui orrni tir~~ qi1asi simile a quelle dei pezzi di carta, è n u;erata, é' si registra que~ta gradazione !$Otto i l suo. numero,' d'ordine· la scala le di cui tin te sono state graduate . per v ia di u~ metodÒ matematico, è chiamata gamma cromatica. Ultimamente il dottore Berig~y presentò all'Accademia . delle Scienze di Parigi; alcune utrlissime indicazioni\ sulJ:ozquo e sull'ozonometria,. 1,

Prova di 111111 casamatta di granito.

Ozonoml'trìa. Ultimamente furono promosEe in Parigi e nei dipai;ti• menti franc.esi- molte sperienze per tentare di -ottene·1·e (],Ualche ma_ggior. dato ci(ca . all'importante q uistione del~ ' l ozonoruetr1a, q uist1one che anche può dirsi <li recente dàta poiché .non è molto che i ·nostri chfmici parlano dell'ozono'. Pare quindi esser utile di dirne _due.·parole. . L:ozo~o è ossig~no ~le~tr_izzato che si può prpdurre avolonta nei laboratoru_~h1m1c1, esafando ,un odore particol.a re, che ~a qualche. relaz10ne con tiuello che sì sviluppa nei tempi bunascos1. · 'L'at°;qsf~ra conte_nern3o, fr~ pare~chi corpi gaz?si, ventun; parte_d ossigeno, 11 suo m1scugho co-Ll'elettric1-tà dell'aria e~rrc1ta sulla n_a tura r eazioni od effetti differenti, giusta le d1 verse pr0porz10m nell~ quali questo m iscuglio· è fatto. L'ozonometria è il mezzo d i misurare la quantità d'ozono con_tennto nell'at~uosfera. Coosist~ nell'esporre all'aria · libera · .piccole str1sc1e d_1 ~ma c~rta particolare, impregnata di una ) •compos1z10118 cbxrmca abilmente pr_eparata. . Si ripara questa carta dallà pioggia e dal sole; e la si

L'Àrmy and Navy GazeUe, ci fornls?e a lcun~ interessanti ra•wuarrli intorno all'esperienza, ultimamente fatta m 0 presenza':' di ~na cornmis~i_one deputata dal. c~mi:ato ~•a~tiglieria inglese e d.1 molti !ngegnen ed uffiziah d ~rtighima, d1 una casamatta d1 gramt.o avente due can_uuuiere, p1fese mediante scudi di•Jem.1. La parte anteri_ore della casam?t ta è lung3: 50 piedi inglesi, ed àlta 20 piedi e 5 . poll:c1. La magg10re spessezza (misurata nel verso della grossezza de\.-muro) delle lastre d1 granito_ è di 12 piedi., . e vi ha nell'interno una muratura di mattoni grossa due p1ed1. La cannoniera orientale, la maggiore, ha uo'apettura ~sterria di 12 piedi per 8-, e l'occid~ntale di 6 p~Eidi per 6: La prima è mascherata da_ µno scu~o com posto ~1 pareccbt pezzi, è .-l'altra da una p'1astra d1 ler.ro ben solida· , . ?ella • spessezza di 18 '½ pollic); 1..'?n~ e l'altr~ sono mum\1 nel • m ezzo di uno sportello 1'h 3 _p1ed1 per 2 p1~d1, 4 p9lhc1. ~o · scu/lo della cannomera m _a gg1ore ha dava~t1 una _prnstra _di 4 pollici , e· di_et_r~ un'a piastra _coropo~ta d1 sott1h lamrne , grosse 8 poa1c1 rn tutto, ;_le cm estremità esteme soster1gono ,. q uella an_teriore . . e_ le 10teroe poggiano ad un a s()conda piastra d1 2 po~1c1 d1 spessezza. · Quest'ultima p Òsa sopra uno strato di legno teak,_gr·oss~ 6 ½ pollici; l'intiera struttura è coperta da un fasciame d1

I

.

..


RIVIST A 12_8 ferro di un poli ice ed è collegata illsiem~ da 22_ c_hia vard_e di 3 pollici di diamet~o, e d i 16 altre d1 •2 pollici, terminate tutte quante da viti a passo' q uadrato e poco profondo. Il fascia~e interno è co\legatG a due 'traverse per mezzo di sbarre doppia piegate_ ad an~olo, e 1:afforzato _d~ a!tre sei sbarre simil i. .Una gagliarda cintura cli_ 20 poll1c1 d1 ~pessèzza afforza lo scudo attraverso la _sommllà della cannoniera. Le traverse a cu.i lo S(:udo è · assicuratò pòggiarÌ.o al • fondo sopra una piastra di ferro di un pollice, lar~a 3 ½ piedi, e l'i otìera massa è f~rmata_alla mur_atura att~·ay~rsc! q'uesta piastra, per mezzo dr 10 chiavarde d1 2 ½ poll1c1 d1 diametro . , , Questo scudo deve la sua origine alla buona prm:a fatta daf bersaglio Ch almers m)l'aprile dr.l 1863 ed alle racc9mandazioni di lord Palmerston, cJie presentò l'inventore al m ioistro della guerra. Il' pri ncipio su ·cni dapprima s i. fondava era quasi lq stesso che quello de~ bersa~ho ~halm:rs_, ma fu poi ~1d_o tto a lla forma attuale, rn seguito a1 consigli della cclmm1ss10ne per le coi-azzattJre e degli ingegneri militar i. Agli strati misti, . composti cio_à al_ternati,,ameote di _legn c! e · di forro, -secmiòo 11 disegno pr1mit1YO, furono sos_t1tmtl gli attua.li strati, tutti di ferro sottile, non ~redendus~ conveniente di usaré per uu'opera duratura un matenale così frat:àle come il legno. PBrc1ò ,la metà dello scudo ha Ulla' 11 iChiena dì SQarre p iane 8" per 1 , e l'altra ,m eta ha sbarre che s'incastrano l'una dentro l'altrà. Queste ultnne furono s uggerite dal signor Chalmers , _e il volerle adoprare per l'intiero scudo aumenta la spesa d1 10 sterlme circa. . Tali modificazionì , mentre lasciano sempre ur. fasciame ' di legnò n.el bel me_zzo della costruzione, aecresc~no er,cessivamente il peso ed il prezzo dello s_c udo, senza pero_ farlo più t·èsistente. Questo scudo è costato più dr 1,000 sterlm1 (oltre al ·premio pagato al signor Chalrners •per TinveDziooe e -la sopraintenden"za dei lavori,, 600 sterlini); ma uno scudo•delle st~:;;se dimensio~i, secotìdo il primo · disegno , costerebbe·_la metà appena d1 quella · so~ma, e sarebb~ for:e, _al dire del l'inventore, più atto a resistere a l cozzo dei pro1ettt. Il sicrnor • Chalmers ha presentato pure al minister9 il diseo-ni cli u no scudo per le piccole cannoniere, ed açcerta che ~on costerebbe più _di 300_ s:_e rlini ."Le_ d~ mensi~ui d~llo scudo magg10re sono d1 ~2 ~1édi per <'> p1ed1 ; 11 sjb peso

(

TJ,;CNOLOGICA 129 650 libbre per piede; ed i l peso totalC', inclusi i puntelli e · la p iastra del fondo, circa 29 tonnellata. L e coraz7,e furono allestite élai signori Brown e Corup., e lo scudo fu fabbricato nelle oflìcine del signor E. Grissell. · . La piastra per le piccole cannoniere è pal'imeuti ope1:a di G . Hwwn e Comp. Il lato destro della casama tta è p rotetto da u n muro irto di ferri , chiam~to franqitesta perchè i pezzi di ferro "'.i s'incrocjcchiauo alla -foggia di certi giuoça"toli di tal nome fatti di legno per trastullo dei fanciull.i. 11 lato sinistro è munito di un riparo di legno coperto di bandelle di ferro di. 4 ½ pollici. L'intiera -spesa per u n s imile lavoro ammonta a circa 6,000 sterlini. La batteria che, ·aevè provarn~ la resistenza è collocata a lla ,!istanza di 209 ya1·ds e si compone dei seguen ti pezzi d 'artiglieria : · _ Shunt di 7 po1lici (178 millim etri), slanciante nn p.roietlo d'acciaio di 115 libbre {chiL 52,16; con una carica di 18 libbre. • · . Shunt di 8 poJlicf- (203 m illimetri), slaneiante un proiettt> d'acciaio dì 150 libbre con una carica di, 22 libbre. . . . ~hu-nt di 9 ¼ pol lici (235 millimetri) , slanciante un proietto c;1'acr.iaio rl1 2:20 lib15"re con t11+a carica di 30 libbre. Shunt di 1-0 pollici, slanciante 110 proietto d'acciaio di 280 libbre con una carica 'dì 36 libbre. . Gli esperimenti menzionati si ridussero a provare gli · scudi che ambedue resistett'erp pèrfettaroente ai cannoni di 7 ed 8 poll1ci . Ma al primo colpo del pezzo .di 9 pollici il picco!? scudo , ossia q ue1lo dalla piastra di fei-ro più gagliarda si ruppe da un la to, écl il cannone di 10 pollici lo infrapse affatto mettendolo decisamen ìe fuori combattimento. Un altro colpo lo av rebb'e c;i~ciato nella bocca dellà cannoniera, se n_on fosse stato trattenuto, f'urs0 per non ferire troppo al vivo l'inventore (il soprintetiò~nte de;i lavori). Ma .n on si ebbero g li stessi riguardi per l'altro ,scµd·o, giacchè, non vedendolo soccombere alle carir.he ordinari~. presero a batterlo con cariche di 41 libbre, fi nchè non l'ebbero severamente castigato della sua tenacità. Alla fì ne le com. ~essure furono q'.i'iasi tutte\_:,conquas-c;ate, ma niùn proiettu grnuse a penetrar? nel bersaglio , nè il' più violento fuoco di cui. Sboerburvness sia mai sta to t'estirnonio , a far,o; li cangiar di luogo~ Lo· scudo della pias tra d1 km, più so'.!u, .A.NNO xi, ;:ol. ·1. u. '


130

Rl\'ISV TELNOL0 GICA

che fu guasto al quarto col po, era :;tato battuto da .765 libbre di metallo gettate da 106 "libbre di polvere ; mentre ]o ·scudo misto, ossia quel lo c":i Chalmer~, resistette a 2445 li bbre di metallo e 311 liLbre di p il vere. In conclusione la sperienza fu poco concludente I

Portaca\'i per salmtaggio.

..

A Vinceones furono poc'anzi sperimentati dal signor Del:. vigne varii sistemi di portacavi da salvataggio, in presenza rle l comita to d'an11ninistraz1one della società centrale di salvataggio r,uuiti sotto la presidenza dell'ispettore generale Heynaud, vice presidente del comitato . ,Queste sperienze avevano principalmente per iscopo di constatare I risultati che si puonno ottenere utilizzando i moschettoni dei doganieri, all'oggetto di s tabilir e un modo di r.omunicaziooe fra questi uo::nini e le navi in periglio a corta distanza dalla riva ; Pd è questo scopo il meglio inteso, avvego11cchè niun rr.eglio dei doganieri, che pel loro servi1.io trovansi continuamente sulla spiaggia, sono al caso ù1 portar socco1s0 alle nav~ che ne abbisognmo. . Si slanciarono ripetutamente, colla carico. di 2 o 3 grammi di .polvere, dello freccie di legno. in1piombate, e queste rimorchiarono a d istan:m di 63 a 71 m etri delle cordicelle d i 3 a 4.millimeiri_di groo;sezza. Supponendo che da un colpo di vento la gettata sia diminuita di un t:erzo, sa rà pur sempre la g ran buona cosa quella di poter prP-stare soccorso a i naufraghi che g iungano a 40 rnetri dalla riva. Tre altri portacavi di di verse potenze furono provati successivaroenie o diedero r isultati so~disfacenti, attalchè il • romitato, pri ru'.L di levar la seduta, indirizzò al sig nor Del, ,igne le sue felicitazioni, impegnandolo a maggiori perfezionamenti, e de:::idenclo che dodici s tazioni doganali dovreb- · bero essere immediatamente provvedute di freccie portacavi per moschettoni. La società si propone del rest6 di pubblicar e qnan to prima i r isultati ottenuti in coteste interessanti sp~ricoze.

RIVISTA STATISTICA

ITALIA. -

Nel fascicolo di febbraio informeremo dei

p articolari m utamenti recati all' ordinamento dell'eserci to italiano dai regi decreti 30 dicembre 1865 , ma frattanto riassumiamo nella seguente tabella il piede di pace, dopo i predetti decreti , e vi poniamo in confronto l'organico di guerra che non fu per nulla cambiato, da qu~llo stabilito su llo scorcio del 1864.

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132

13!3

STATI STICA

' ltlYlSTA

italiano, in base al R . Decreto 30 dicembre 1865.

TABELLA indicante la forza òrganic!). dell'esercito PIEDE DI

SCOMPARTIMENTI '!'ATTICI

COHPI ATTIVI

P I E D E

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Fanteria. 8 rcggim. granatieri l320 72 " rli linea. 40 Bersaglieri .

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Cavalle-,:ia, 4 reggim. di linea 7 7

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di lancieri . cli cavallcgg~ri. di guide .

Ar.Uglieri:a,

1 regghh. pontieri 3 • da piazza ~

da eam1,agna . 6 conìpagnie operai e uiià veterani • . . 1

2 teggiltt. zàiJpatbl'i del genio . . . . . 2 i·eggim. treno d'arroata (1) . Corpo d'amministriz. cacciat. franchi Stati maggiori, intendenza, istituti mi litari ,· corpo sanit., tribunali, ecc..(2) . Carabinieri r eali (2). To•r,1.u •

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(1) Sul piede di guerra 3 r eggimenti, (2) Le ripartir.iuni lra combattenti e non combaLtcnt,i

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clipenJ dal modo di i mobiliizazione.

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Rln:;T.\ Bl llL.Où:lAT'IC .I

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del. genio françese; che hanno saputo arricèhire il loro 1lfémona-Z. de l'offìc·ier du génie cli elaborate e dotte memorie su tale materia. Malgrado tanti sforzi dell'ingegn o umano il problema è ben iun gi dal potersi di r~ pienamente risolto, per le molte questioni secondarie che vi sono annes~e, e eh.e atteodooo a nco·r a una compl~ta e rigorosa soluzione. « Un receotQ lavoro del éapitan o del genio De-Benerlictis .ba rimosso il quesito dall'antica e astrusa via del calcolo sablime, via battuta finora da tutti quelli che hanno trattato delfa spinta delle terre, e l'ha ricondott;,. sq di un terreno piano e accessi bile alla matematica elemen1are- Codèsto lavoro, edito ' dalla tipografia G. Cassone e Comp. (1), ha per titolo: Nuovo

,

RIVISTA BIBLIOGRAFIC!

metodo facilissimo per calcolare fa spinta dei terraJJieni applicato alla pratica delle costruzioni, segu.ìto da niiove regole wllci 'stabilità, dei muri che sostengono grandi s.op1;accari:chì cli terra. Ef:!SO abbraccia. adunque du.e cose distinte, ~uovo ·metodo facilissimò p er calcolare la spinta dei ten-apieni, pel ccipitano del genio B1.A.<:no Dz-BENED1cùs.

'-

Abl?iamo a cuore di riprodurre un'an::J.)isi bibliografica del capitano · nel genio signor Marselli , sul Nuovo metodo facilissimo per calcolare la spintçi de-i, terrapieni ,· che questa Rivista ebbe la buona vèntura di offrire ai suoi le'ttori n el fascicolo del lo scorso novembre. 11 giudizio del capitano :Marselli, il cui nome non è nuovo ,._per i nostri lettori, non può a meno di essere di gran peso, come que~lo di uomo apprezzato p~r assai competen-te n ella materia. · Ecco la sua analisi bibliografica, cui pOSP. per titolo: Una mwva opera del De-Benediclis. « La spinta dei terrapieni è una di q uelle vaste questioni d i meccanica applicata, che ba grandemente preoccupato gli ingegneri militari di tutti i tempi e di tutte le nazioni. · t Dal Vauban fino -ai ,dì nostri, questa questione è stata agitata e s tudiata in tutti i sensi e sopra tutto dagli uffiziali

f

come d imostra lo stesso suo titolo, o, in alt ri termini·, trattasi qui di due lavori diversi in una sola volta. ~Nella. prima parte il 'De-Banedictis, conscio di quanto sia u tile il ,·eùdere facili, e direi quasi popolari, i mezzi pe1· applicare le scienze astratte al.a pratica delle costruzion i, sembra che sia giunto a strappare dalle mani del calcolo sublime la , questione della _spinta dei terrapieui, e l'abbia r.i:!nduta faccenda da pura aritmetica; di tal che qualunque i ngegnere, per poco che sia versato net primi elerneu t.i di meccanica, pot rà risolvere tutte le question i principali della spinta dei terrapieni, a vvalendosi del metodo del De-.Benedictis. II qnale fondandosi sull'opinione d'i'Jsigni matematici e ingegneri, prova che le regole pratiche o· le fnrmole empir iche, cooosciule finora per determinare la grossP.zza dei muri di rivestim® to, sono spessissimo fallaci; cosicchè a rigore èlovrebbe l'ingegnere volta per volta, comin ciare per c~lcolare effettivamente la spinta de~ suo tEerrapieno per quindi proporzionarvi la grossezza diJl muro; il che cogli (1) Torino, ·via S. Francesco da Paola, 6; Fire112ic, via Cavour, 8.

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136

R !V lSrA

antichi metod i non è a dire quan to i·iesca hrngo e stentato, oltre di richiedere unft g rande perizia rù•l m:rneggio del l·a. nalisi matematica. Invece il rnetocto del De-BeMdictis pone ogni princi piante uel la possibilità di'cal<:o lare, coll'esattezza e semplicità die si può maggiore, Ja spinta della:. t,e rra contro un muro, q ualunque sia la forma del profilo, e, q uel che più importf'l , qualunque sia il sop-raccarico di terra sul ::n uro stesso. E ·d iciauio così, perchè gli aut9ri si erano un po' a_reoat.i, ;ippunto quando il riempiruento di térra dietro i mur!, si este'.1deva in altezza assai di soera il ciglio del .muro 1stess.o. d i che n el lavorò del De-Benedictis si vede chiaramente, poichè egli riporta le parole prec~se del Poncelet , che ·p iù di -t utti si è occup~to dell'interminabile questione della spi nta delle terre. Ma il rr.etodo de l De -Benedictis non · fa d istinzione .di sopraccarichi o non sopraccarichi : esso è generale per tu tti Ì casi: eòso è sernpre. l't, facile e parlante come lo può essere la semplice aritmetica, d i cui il De-Be• nedictis si avvale con predilezione, affermando cp.e per gli iugegnèri mili tar-i i numeri sono se1u-p re q ualche èosa di più positivo P. di più umano che non i simboli del calcolo su bl1me. Questo m etodo es~ Lto ed elem entare i I De- Bene dictis consiglia sostitni rlo a tutti i ' lunghi processi analitici . segurti finor~ dagli autori, ed a tutte ]0 formole empirichu c1ua.si sempre fallaci; e si esprime in qnesti sensi : « Per•• tan to l'assegnare le giuste dimensioni a ·u n 'muro di · rj• vestimepto non è di quelle cose che occorre dover fare • su due piedi in cam pugna, ma_ per essa l'ingeg nere avrii « semp,re il , ten1 po di applicare i l metodo generale che pro « poniam o e formarsi così nn criterio netto e preciso della • spinta cui dovrà resis tere il suo mn ro ; il che, oltre dt « e~sere lavoro più elevato dell'adottare macchinalmente Ja , prima formula che. vi venga alle arn,ni, v i dà il vero , m ezzo di [are rivestimenti econoi:nici, pvich è li µotretu • proporzionare p;ecisarnente alla spinta, senza andare a .• tentoni, nè in corr,Jre i n diu1cns.ioni esagerate. »

RJRLlOG I\AFICA

13'1

• Ora che la moderna fortifìc,azione tende, se non ad abolire affatto, almeno a .consPrva re n on . p iù di 2 - a 4 metri di rive:,tirnento di scarpa in muratura, e che q uindi siamo al caso di bassi .muri con enormi sopraccari1:hi di terra , bisognava pur riempire quel vuoto )asciato in ciò dagli autori; è pare che il De-Benedictis v.i sia ri~scit.o. Difaui quando· l'altezza del sopraccarico di terra sul muro era maggiore d'assai dell'altezza de~ . muro s tesso ( che è appunto, come dicevamo , i l caso della m oderna fortificazione), ~oi n~n avevamo altro che una tabella di grossezze, trovate con grande· studio dal Poncelet _e scritte accanto 8: quelle del Vauban. E il Poncelet sc,iveva verso il 184:0 che bisognava consolarsi delle poche coo-nizicni che si avevano intorno ai . o casi di forti sopraccarichi, considerando che in fortificazione · difficilmente s'incontrava il caso di muri cusiffatti. Ma dal 1840 finora sono accaduti bei mu tamenti nella fortificazionP, di guisa che ora inter vie11e precisamente !',opposto di qm,l cbe scriveva l'illustre P oocelet. Difatt.1\ a tte;;o la grane!~ potenza delle artig lierie rigate, se v'ha caso di ri vestimenti in mpratu ra nelle for tificaiion:, è . appunto quello di muri bassissirui con enormi sopraccarichi di terra. Ora .il De-Benediét1s, applic~ndo il suo metodo a questo caso, per viene a trovare che 1.10n bisogna pE:.r nulla fidarsi, nella pratica, · della tabella del Poncelet, se non si vuol correre il rischio di·,,,e~er rovinare i proprii . muri; ed egli vede in ciò u na conferma della necessità di prescindere da tutte le regole- e da tutte le for mole, d1 cui gli autori hanuo riempito i loru scritti, e adottai'~ i l nuoY0 E: facile metodo ch'ei si propone. « In quanto si è all'altra parte del lavoro, sem bra che ì l De-Benedictis, pel caso qei forti svpraccarichi dietro i ~uur1 di rivestimento, sia stato abbastanza fortunato da scovri rn una · regola semplice e gen erale , regola che noi non_ a vevamo > e che era il 'desiderio dello stesso Pon celet, come I dimostrano le parole di lui, r iportate dal De-B enedictis. A q nesta regola si perviene non cogli artifizi dell'analisi IDJ.· tematica , ma col semplice raziocinio e . dopo_ una breve


139

!UVI STA

BÌBLIOG!\AFICA

discussione su di una formoletta relativa alla stabilità per iscorrimento de~ rnm:i di sostegno, onde noi stimiamo che la· detta'regola debba focilmente convincer tutti . • .Il De-Benedictis è pervenuto a trovare, e lo di mostra coi;i quattro parole, she basterà che la .scarpa interna dei

_ Qui il capitanò Marselli ·r1'porta per iutiero i l capìt0lo 8°, · pag. 177 della Rivista. · · . « La questione del profilo e quel la della difesa del fosso, sempre i mportan ti' nella fortificazione, ritornano a galla dopo che le nuove artiglierie banno creata la necessità di trasfor- • mare· qu~sti. elementi della difesa. Non si tratta del rimanente d'inventare cose nuove di pianta, ma di trarre maggiore e più acconcia 'profitto dai vecchi dati , _come. _si f~ usèir fuori un nuovo accordo e un nuovo canto dai tom sempre costanti della scala musicale . Lo Choumara, il quale nella fortificazione in rapporto all'artiglieria, rappresenta quel capo-scu·o la che è il Rogniat , con l'idea dei gra_ndi campi-trincerati, nella fortificazione in rapporto al!a tattica, e che è il ,BQusmard, per la sua critica allo scacchiere del Cormontaigne, nel domin io della. fortificazione in rapporto alla 8trategia : lo Chpuma.ra, collo stabilire il principio del'. l'indipendenza della linea di fuoco dal cordo1ie, ossi~ _clei parapetti e delle scarpe, ha incominciato l'opera del d1s1mpacciare il profilu da quelle convenzioni tiranniche ed artificiali che nelle c9se di guerra , come in tutto, ligauo, vorremmo dire ossifica n o, il p@sìero in forme fisse; e tol~ ' gono ad una cosa la sua capacità di piegarsi e fecondarsi . · ' • -Lo Choumara fa retrocedere i l parapetto in guisa che la caduta , della rirnratu~a non trascini seço la massa d""lle .terre e form i così una rampa facile a scalare dopo il Ia,•orìo di breccia. A questo modo, tra il piede della scarpa del parapetto e il ciglio di quella dèl fosso si crea un gran rilascio che _è proprio un camrrùo di tondà, il quale forma un secondo piano di fuoco sotto il piovente. Questo cammino vien r otto nella sua lunghezza da tra.verse fiancheggianti, che tolgono all'assalitornla facoltà di spiegarsi, q_uarn'!o perviene sulla breccia. Ma il r;rofilo de~ Chournara consta di m uratura- tropN e troppo eYidente; il· che è a proscrivère, massime di fronte a1 tiro ficcante e al proietto scoppiante. Il Cormontaigne voleva che a l t iro i;iemico si fosse offerta ten:a e poi terra; e da questo lato il mostro, contro

muri, i quali 1·eggono f01·li sopraccarichi di .ter1·a, sia i nclinata di dentro in fuori, e· declini dalta t 'erlicale da 51 ° a 56°, per potersi ·di·re che i detti muri avranno ima resistenza indefinita : cioè a d: re che avrete un bel caccia rvi quanta terra ,,olete contro, e il m uro nou avrà mai. tendenza a scorrei·e sulla sua base, che è appunto · l'onica cosa a tem~rsi n ei bassi ri vesti:nenti . Oltre di· siffatti muri di stabil·ità cosl;nte, il De-Benedictis perviene a trovare dei muri di· ·stabilità c1·escent.e al c1tesce,·e · della spinta, cioè a dire che· in ess i accadrà questo curioso fatto , · che .più la · sptnta della terra crescerà e più sarà stabile il ipuro I « Ecco dunqqe dei muri alla .prova d1 tutte 1~ v iceurle, , che coll'andar del tempo aumentassero la spinta delle terre. Essi possono rendere grandi senigi quando si tratti di terre a-rgillose, il cui gonfiamento è cagione _d i sì deplorabili dis:lstri nel le cosLruzio • i . « Dal lato econoniico crediamo pure si _racéomandìno i · m uri dc) De-Denedictis, daccbè verso la fi ne del suo lavoro eg li ne fa il paragone coi muri .che si costruissero colla regola rlel Vau ban, e p r3r C(!DCreta re le idee si appiglia a un caso particolare, ma a rbitrario. Trova quindi che , colla regola del Vauban, perchè _un muro alto 3 metri possa sorreggere un paiapetto di terra a lto 15 metri, ci vogliono m. c. 13,59 di mmatura pe.r metro corrente, mentre i l p rofilo del DeBenedictis ne richiederebbe soli 8,65. E intanto la resistenza .'Jr:;] mu ro sar~bbe maggiore di qu~llo alla .Vauban , perchè indefinita. • A fine di reca_r meglio a conoscenza dei lettori l'importanza del lavoro del De-Benedictis, del quale abbiar.nQ è'Sposto il concetto e lo scopo' stimiamo acconcio il ripor- . t trne ·un brano che più da vicino r iguarda la questione delle fortificazioni, è i l farvi di poi i nostri commenti. »

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11.rir1,r A

· il quale ora tutti latrano, a\'eva ben ragione: Ogédì da tutte parti si conviene nella necessità di abolire, o meglio abbassare il rivestimento in mJratura di scarpa; di adottare, o meiglio elevare quello d~ controscarpa, e di trasformare · le scarpe del parapetto e· del Iosso in un grosso spallone <li terra. L 'autore dall'opuscolo: I.es fo,·te,·esses çt l'artilùwie n ouvelle, pro-pone un fosso, ch'egli nel suo giuoco.di parole . chiama coulo-ir inlérieur, una -controscarpa, che ei chiama scarpa, alta per 10 metri, ed unti scarpa per 4. · • Jl fosso è la rgo 12 metri. Elevandoci a principio genera le possiamo dire che a fine· di preservare la scarpa del fosso dai tiri ficcanti della lontana artiglieria rigata, basta che il su~ ciglio sia depresso, rispetto a qu1.-:llo dello spalto, per 1/3 della scambievole distanza ori'zzontale, 'Ma svrge la , questione del modo come direndere il fosso . L'anonimo autore, che si vuole essrre u,n allo personaggio, secondo la frase io m oda, . abolisce la caponiera e non 'difende il fosso altrimenti che con debolissimo tamburo a reritoie che sporge µer 4 metri dal rivestimento. Ritorniamo così ai tempi Q'eat.i, mii quali si reputavà potersi .difendere gli approcci vicini e la discesa nel fosso con la semplice fucileria, usata allo scoperto o· quasi. F,gli dice che cosiffatto tamburo surveille le couloii· inlérietw. L'espressic,nc, senza voler-lo, è be~ trovata. Sorvegl ia, sì, difende no, Questo tracciato poligonale, spoglio di. <'aponiera e armato di tamburo, senza alcun pezzQ iu batteria, ci è paruto così nudo da denomìuar!o nel nostro lavoro sulla difesa: la foi·ti(icazione in camicia. Porre in ramicia la povera fortificazione_ in tempi da c9razzet Nè al danno si rimedia punto col-prEstigio dei nomi, col chiamare fosso un an ti(qsso e controparallela il p~rapetto che precede l':intispalto, e col credere infranchiss.able tutto questo che può essere benissimo ft'anchi e che, esseudolo, lascia all'assalitore uu fo;,so indifeso. Gli scrittori m ilitari francesi hanno b iasimato qtiesto sisten:a con una certa velleità éli comoda e non perico!osa opposiiione, nia J'haooo biasimato dal punto di vista del sistema bastionato, e da questo punto.

B!DL!OG!lAFI CA

,

141"

J'ano01mo autore è in miglior posizione de~ s_u oi avversarii, e può loro dire che se ei pecca, il fa p er voler troppo semplificare, ma non per ispiri_~o_di stazionarietà:_ _ . . , Il capitano De-Boned1ct1s pare vagheggi 11 pensiero d1 abolire nei forti isolati le piccole caponiere in muratura , riputando forse queste un controseoso dopo l'abolizione dei rivestimenti di scarpa; m a E!gli provvede :rlla difesa del fosso con ampie e sane gallerie di cc,ntroscarpa, le quali ricava · col riattaccarsi alle buone tradizioni della forti~caziooe, co\l'ac• cogliere il principi<? della ir_idipendenza del Cl1oum~ra_, e col farne una nuova e feconda apphcaz1one alle relaztom della controscarpa alla scarpa . Noi conosciamo tutte le obbiezioni mosse contro le gallerie di controscarpa, ma siamo di credere che il ptincipio p roclamato dal De-Beoedictis sia una via aperta per distruggere quegÌi sconci; noi applaudiamo all'autore, come applaudiamo a tutte le cose cl~e tend_o no a. r~n~ere feconda la difesa collo svi ncolarla dai vecchi ceppi d1 hoe~• ohbligate, quel che i Francesi chiamano la 1·ouline ~ noi chiameremo il regolamento nella scienza ,. il pedantismo. Rompendo il. parallelismo dello .due linee di scarpa e d_i controscarpa si può dare a questa tale andamento d~ ott~~ nere buone gallerie perpendicolari alla lunghezza dei vam la,ti del poligono. . « Si badi, che il De-Benedictis intende sempre d1 parlare dei forti staccati, isolati e, crediamo, situati su di un'altura che non si possa battere ·COJl fuochi dominanti; ch'egli intende per tanto sopprimere le piccole ~aponiere in m_uratuta per la difesa stretta dei fossi e non mie~ le grandi, c~poniere dello cinte poligonali. Queste capomere sono I anima del-sistema poligonale; fanno parte del trace.iato genui~~> della cinta· hanno ordinariamente 9 metri di parapetto m terra; son; a èlue piani, dei quali l'inferiore batte il fosso e serve alla difesa vicina, ma il superiore ò volto a battere • il terrèuo esterno è a fiancheggia.re i lunghi lati del poligono . Sopprimere qu-esta caponiera non si pot~ebbe _, e l'averlo fatto è stato un altro gra\'o efr'ore dcll anonuno


142

RlVlSTA

autor,e dell'opuscolo menzionato disopra, Se non che l'essere la éaponierà il cuore del sistema pol igonale, la rende appnnto il bersaglio prindpale dell'inimico, il quale vorrà innanzi tutto con~eotrare i suoi~fuocbi su di còdéste caponiere. che gli tolgo'n o d'infilate i lunghi lati del poligono. In tal caso la rov ina, la distruziòne della caponjera priverà il difensore, non pure della dJesa lontana, ma eziandio di · quella vicina, .di q uella del fosso. Non diviene allora dannoso il fare che una medesi ma opera adempia a due differenti uffici? E non è miglior partito che le opere destinate alla difesa del fosso sieno conservate illese sin.o agli ultimi periodi dell·asse<lio, •che è proprio l'epoca in cui esse possono rendere qualche se'rvigio? Per noi è indispensabile che tali ope'r e sieno nascoste perfettamente alla .vista 'e,, quel che -più monta, alle offese lontane del pemico; di sorta che stimiamo che il principio dell'indipendeuza della -controscarpa dalla scarpa, enunciato_ dal De-Benedictis, e le due gallerie di controscarpa possano essere cose utili anc4e in un · gran fronte. poligonale. Gli sl_)al ti proteggono 1a controsca.rpa dai fuochi lontani e non v'ha che la. mina per at· taccarla. Armonizziamo adunque la caponi era c,on le gallerie di controscarpa nel tracciato r,oligonale dei grandi .fronti, e avvaliamoci della prima per la difesa contro i lavori della zona d'a1·tiglieri'a, e della seconda contro l'ultimo a tto del dramma che si svolge nella zona del ge:1,iio, come la denomina il generale De-Blois nella sua recente opera: La (O?'·

q nando a siffatto mezzo si aggiungono tutti i modi che la scienza modr~·o·a suggerisce per rendere .le gallerie· salubr_i e noil umide, quando vi si fanno larglie le scale e comode le comunicaziotii, quJrndo tien l iodo c~~ all'occasione le gallerie ·e i passaggi s'illumiuino subitamente con luce a rtificiale, allora spariscono le obbiezioni tutte dettate da cattiva · e gretta -costruzione, e rimane valida non pure )a teoria della galleria di controscarpa, ma anche la loro pratica attuazione.

si

« Noi mitriamo fiducia che da questa esposizione i lettori abbiano .potuto giudicare dd valor!'l intrinsecò dello scritto esaminato. Il capitano De-Benedìctis era di già benemerit~ della scienza per svari~ti lavori, come a dire le il1emo1"ie

si1lla teoria della -stadia, dello ste1·eoscopio, dell'eco-1r//lthiplo, e sopratutto per l'jmportante scoperta di un nuovo isin1,mento per misurare le distanze inaccessib-ili, senza conoscere l'altezza dell'oggetto tr aguardato, scoperta pregiata irì Gerniania ed approvata dall'accademia Pontoniana di Napoli, sul rapport~del professore Schiavone, estimatore oltremodo competente di simili studi. Ccl nuovo lav_oro non ha guarì -- dato alle stampe , i l De-Berredict~ ha rendnto un altro servizio non solo alla scienza, ma eziandio agli ingegneri civili e militari. E quando a taata copia di sapere scientifico si uoisc0no virtù civili e mili:ari, come quelle che ornano il Dt:i-Benedictis, ·si può ben affermare che indi"viduàlità cosiffatta onori non solo il suo corpo, ma l'eserci to e il paese. »

tifi.cation devant l'artiller·ie nouvelle. « L'obbièzione piiì forte cbe si faceva alle gallerie di controscarpa è che elle lasciano i difensori separati di .troppo dal presidio, di guisa che sia a temere ch'egJino abbandonino tosto la posizione e cerchino assicurarsi la ritirata. Ma questa obbiez'i òne cade quando; come ideò il D'Arçon e come ripropone il De-Benedictis, dalle gallerie si sbocchi per sotterraneo passaggio non già nel cortile , ma 'nella caserma o nel ridottino interno d~l° forte. In tal caso soldati bravi e· scelti faranno il · Joro é!,overe. Ora ,

143

BIBLIOGJÙF!CA .

'

N.

MARSELLl .

G. G. Ccmv1n10, Dfrettore. TAGLIANO GAETANO, Ge1•e:nte.


CliRH ·1~DICAJ\T[ lAJlHAZlONE TPuUI ~ITfATE E~li Alll Ji1LIlllO AJI [fllr\lllA ./i:t.ùàta.J!/iuta.re à'ahe✓JU7~

~:/,mo .D,]éua'colo.I"t,w 7.w

Cannone da campagna da 8.B.rig.M'.1863

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CURVE INDlfANTI LA H[UZIONE THA tE f,HTATEl GLLUZI NEL l'IRÒA.~HUAGLIA

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J <v!rifv per /00


CONSIDERAZIONI SOLLE

ARTIGLIERIE DI GROSSO CALIBUO

I.

Cenni slori(ji genel'ali snlle artiglierie ili grosso (jalihro. Le prime bocche da fuoco che companero dopo l'invenzione della polvere partecipavano della rozzezza dei tempi, dell'infanzia dell'arte che insegna e regola il trattamento e l'uso dei metalli, e dell'ignoranza in cui si era delle scienze fisiche e chimiche e delle matematiche. - Senza discutere qui sull'anno in cui si viddero per la prima volta, e senza questionare sul nome che, secondo il metallo e le forme, e secondo il paese in cui venivano fabbricate , .loro venne imA11110

xr, vol.

1. -

10.


146 CONSlDER,AZlONI SULLE ilRT!GLlEI\IE posto, ci basta di constatare che, mentre quel1e · di ferro fucinato si conoscevano ,già da gran tempo , quelle di bronzo non comparvero che verso la seconda metà del secolo xrv, susseguite poco dopo da quelle di ghisa. - Verso la fine dello stesso secolo erano già abbondanti le bocche da fuoco in Italia, in questa nostra Italia, che sebbene travagliata dalle guerre intestine, precorreva ·gli altri popoli d1Europa. tanto nelle arti belle che nelle scienze,, nel commercio e nell'industria. Delle diverse specie di artiglierie che si costruivano in quei tempi erano più numerose quelle di ferro fu. cinato, le quali, a guisa di botte, si componevano di doghe (sbarre) di ferro fucinato tenute insieme da cerchi dello stesso metallo. - Stante il poco sviluppo dell'industria metallurgica, furono esse fino ad una certa epoca le migliori, le più facili ad aversi e le meno costose. Il loro calibro e più ancora la loro lunghezza an• darono crescendo rapidamente, e diremo anche vantaggiosamente, perchè la qualifa della polvere di cui si faceva uso, che aveva pochissima celerità di comb ustione, dava effetti maggiori quanto più grap.de era lo spazio dell'anima del cannone;, che anzi soltanto in una bocca da fuoco di una certa lunghezza essa poteva abbruciar8 completamente e dare i migliori risultati. Questo fatto e l'infanzia stessa dell'artiglieria fecero preferire i grossi calibri senz'altro ritegno che le difficoltà di fabbricazione ed il loro costo.È noto che già~nel 1362 il castello di Pietra Buona, assediato dai Pisani, era difeso da una bombarda del peso di 2000 libbre. - Se ne citano altre che in Italia nel 1405 lanciavano pietre di 1500 libbre.

Dl GROSSO C~LIBRO

147

All'assedio di Caen' nel 1450, eranvi 24 bombarde di così gran mole che gli scrittori contempora.neì narrano che un uomo avrebbe potuto starvi seduto dentro comodamente. Nel 1451 il duca di Borgogna ne fece confezionare una a Lussemburgo, del peso di 36,000 libbre. Nel 1452 i Gantesi condussero all'assedio di Oudenarde una bo_m barda del calibro di om,64 e del peso di 16400 chilogrammi. Sono abbastanza noti i famosi cannoni che fece fondere Maometto II nel 1453. Ad Agra :finalmente si è fuso nel 1660 una bocca da fuoco del pf:lSO di 80000 libbre. Le grandi spese di queste enormi bocche da fuoco, le immense difficoltà .della loro fabbricazione, il considerevole numero di uomini necessario pel loro maneggio, e :finalmente la inutilità loro r ispetto ai bersagli che si avevano a combattere, ma più cbe tutto ancora la generale introduzione dei proietti di ghisa in surrogazione di quelli di pietra, condussero· i diversi Stati dell'Europa all'adozione di bocche da ,fuoco di mindrj di'mensioni, ma più utili, senza che perciò si stabilisse un determinato sistema di artiglierie- e di calibri distinti secondo gli effetti. che dovevano produrre o secondo il genere di guerra in cui s'impiegavano. - Più tardi ·il sistema Vallière, istituito in Francia nel 1732, che fu il primo che regolasse in modo -uniforme le diverse specie di artiglierie , non faceva distinzione 1che dei · calibr1 , nulla curandosi del modo e dei luoghi in cui potevano o dovevano servire. I più grossi pezzi di Vallière erano il ,cannone da 24 (0"',15) di bronzo, l'obice da Om,22 ed il mortaio da om,32, , entrambi pure· di bronzo. Questo sistema con poche modifi•


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(;ONSJDEUZJONI SULLE AUICLIER!E

cazioni fu più~ meno iardi imitato dalle altre potenze europee. Ad onta chè i calibri si fossero rimpiccioliti e che i progressi della metallurgica fossero ri-usciti a somministrare bocche da fuoco sì ài ghisa che di bronzo molto più resistenti che per lo passato , pure i progressi che contemporaneamente o più rapidi si facevano nella potenza della polvere, la cui velocità di combustione e d'infiammazione avevano di gran lunga aumentato , resero indispensabile qualche miglioramento nella fabbricazione dei cannoni, stante la loro poca durata ed i ' frequenti scoppii specialmente di quelli di ghisa. Un rimedio a tanto male era assolutamente indispensabile, e non tardò Piobert ad introdurre il suo sistema delle cariche allungate, il quale, aum_e ntando lo spazio destinato alla polvere , diminuiva gli effetti disastrosi di essa sulle pareti del cannop.e, senza toglierle le migliori sue qualità balistiche. Fu questa una delle più grandi innovazioni che siansi portate nelle artiglierie di cui eransi in tal modo raddoppiati, SQ non gli effetti, certo la durata. E fu la prima e forse l'unica volta che sul serio si pensò a diminuire le proprietà dilaniatrici della polvere ( Il recente editto dell'imperatore d'Austria con cui venne decretato l'abbandono del cotone fulminante dall'artiglieriai dell'impero è un omaggio a quel principio). L'introduzione del sisteP.la Pai:xhans o dell'impiego su vasta scala delle granate nel tiro di lancio' , i cui buoni risultati ebbero una luttuosa conferma nei fatti di Sinope nei quali venr.e interamente distrutta la flotta turca, fu causa immediata di un aumento dei calibri, suggerito dal fatto osservato che più erano grosse le granate, maggiori si rendeva,no le vie d'acqua ·

'DI GROSSO CA~IDRO da esse aperte nei fianchi delle navi. Cresceva in tal modo la quantità di polvere che con_tenevano e si faceva maggiore la forza d'impulsione delle schegge, e considerevolmente più grande e conseguentemente più dannoso l'effetto del loro scoppio. Un tal aumento si potè adottare senza difficoltà in quantochè i nuovi proietti per il loro poco peso e per l'effetto che da essi si voleva ottenere, arrestarli cioè nei fianchi delle navi di legno e non forarli oltrepassandoli, non rendevano necessario un aumento proporzionale nella grossezza delle pareti delle bocche da fuoco , o per dire più propriamente degli obici; e potè così quel sistema essere introdotto da tutte le artiglierie dell'Europa. senza perfezionare di gran che i sistemi di _fusione che erano allora in vigore. L'uso delle granate e quindi anche degli obici, sebbene esse si tirassero in seguito anche coi cannoni, si estese ben presto non solo alle navi e contro le navi, ma anche contro gli esseri viventi e contro ber• sa.gli di non grande resistenz:l.. Sui vecchi cannoni e mortai leggermente modificati e sui nuovi obici riposassi l'Europa per quasi mezzo secolo, quando a Kimburn comparvero alcune navi francesi rivestite di cora:t.ze, dai cui fianchi rimbalzavano senza effetto le granate dei Russi. - Si fece allora palese l'efficacia della corazzatura, ma l'Europa. anche dopo l'assedio di Sebastopoli, non si ·persuase o non volle persuadersi di quella prova, ed appena risveglia vasi quando la Francia metteva in cantiere la prima sua fregata corazzata, che ancora serve di mo• dello nel suo genere, ed è fors'anche dei migliori tipi. Fu essa varata nel 1860, cioè dieci anni dopo che fu consegnato al mare il vasceHo ad elice il Napoleone,


}5Ò

,

CONSIDERAZlO'IH SULLE AR'rlGLlER!E

che lasciò dietro a sè come ingombro inutile tutto il vecchio materiale . marittimo a vela. La Gloi?'e fu secruìta in Francia e fuori da un'infinità di altri bastim:nti i cui fianchi si armarono di ancor più robuste corazze , contro cui è pressochè impotente il vecchio armamento delle coste e delle navi. - Eccoci . adunque 'in un ist9,nte nell' assoluta nec_e ssità d~ aumentare la potenza deìle artiglierie. Sia che st vocrlia ottenere la distruzion'e delle corazzate collo ò d. sconquassarle, colle grandi masse cioè dotat~ 1 u~a velocità relativamente piccola , sia che la s1 voglia ottenere· col perforarle, con proietti cioè relativamente piccoli ed an·i mati da forte velocità, . è incontes_tabile che• lo svilt,ippo di forza dovendo essere proporz_1onaJe alla resistenza che si ha a vincere, esigerassi senza dubbio una forte carica di polvere e quindi anche una resistenza a tutta proya nelle pareti delle bocche da fuoco. - Se si riflette inoltre che contro le piastre di corazzatura l'effetto di un cannone che pesi il doppio di un altro che non sia troppo piccolo , è uguale al triplo ed anche più dell'effetto del secondo, come lo provarono recenti esperienze , si è_facilmente condotti per la marina ad un considerevole aumento nei calibri delle artiglierie. Per non affaticarle di troppo e per non esigere da loro effetti maggiori di quell~ di cui sono · capaci , sarà giocoforza di accontenbrs1 deÌlo sconquasso delle navi anzichè del traforamento; e limitarsi ad ottenere quest'ultimo effetto soltanto eccezionalmente con proietti sotto-calibro analoghi a quelli di Strafford, specialmente in quei casi partico~ lari in cui esso sia richiesto dalla speéie di corazzatura che si vuol combattere. ·

hr GRo:iso chiliRO

II.

Progressi della metallurgia applicati ai metalli d_a cauuoui. Riconosciuta la necessità di aver artiglierie più potenti, specialmente per le navi da guerra e per la difesa delle coste, e tanto maggiormente ancora dopo l'introduzione delle corazzate, si fecero diversi tentativi per raggiungere lo scopo; ma prima di tutto si pensò ad ottenerle migliorando per quanto era possibile i metalli ed i sistemi di fusione fin allora usati. - Il bronzo fu il primo ad essere messo ~n disparte, ed era gran tempo che le grosse artiglierie della marina non si facevano che di ghisa; ma già sentivasi che anche quest'ultima ottenuta coi soliti processi, quando trattavasi di calibri considerevolmente accresciuti, non presenta.va le volu-te couùiiioni ùi sicurezza. A questo stato ·di cose, gli studi si divisero in due parti: a perfezionare la ghisa da un lato, ed a surro• o-arla completamente dall'altro. Il primo partito fu :bbracciato in America, il secondo in Europa: si distinsero l'Inghilterra ed in ispecial modo la Prussia. Tanto nell'un paese che nell'altro i fatti progressi devonsi attribuire qÙasi completamente ad industriali privati. _ _ . In America si staccarono da tutti i cannom d1 ghisa fusi negli ultimi anni dei pezzi di metallo che si esaminarono e si- giudicarono s9tto il triplice aspetto, della specie della frattura, della densità e della re~ sistenza meècanica ;· e che servirono a dividere le stesse artiglierie in tre. distinte classi , di cui la infe• riore fu completamente scartata dal servizio. Tali studi


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CONSIDERA?i!OlU SULLE ARTIGLIERIE

bi- GROSSO CALIBRO

ed esperienze condusserQ all'ottimo risultato di' avere ghise eccellenti che chiarirono di quanta importanza sia nei metalli da cannone la resistenza allo stiramento, e come le successive fusioni ed il riscaldamento prolungato del bagno migliorino il ferro fuso sia per la densità che per la resistenza e più ancora per la durezza. Ma il risultato più sicuro, più pratico e più fecondo a. cui si giunse in America è il sistema di fusione del maggiore Rodman di cui parleremo in seg.uito. In Inghilterra, che si potrebbe chiamare il paese dell'industria ferriera, si trattò invece in mille modi il ferro fucinato, che è più elastico e più tenace del bronzo, e tutti conoscono il sistema Armstrong e · quella miriade di altri sistemi di altri numerosi costruttori che condussero l'Inghilterra ad enormi spese che ridondarono a maggior vantaggio dell'industria b1etallurgica che non dell'artiglieria, la quale trovasi co1à oggidì ancora al punto di partenza nella questione dei cannoni rigati, e pare che ora soltanto si decida ad adottare il sistema francese da noi pure seguìto , che fu riconosciuto il più pratico e senza dubbio .il migliore anche senza tener conto della facilità di fabbricazione e del prezzo relativamente minimo. Tanti milioni di lire (più di sessanta in cinque anni) spesi in infiniti tentativi, fatti empiricamente senza che fossero diretti da principii scientific~ ce:r:ti, non saranno del tutto privi di risultati, se un attento ingegno, ordinato e capace li riunisca e li ordini in modp conveniente. Gli è però certo 'che qualunque sia peP essere il frutto che se ne ricaverà non sarà esso . ' mai paragonabile ai sacrifici fatti. Ne è gran colpa, a nostro giudizio, l'uso vigente in Inghilterra di lasciar

entrare nei consigli che devono giudicar delle cose militari degli industriali, i quali per quanto esperti, sagaci e v0l0nterosi, n0n potranno mai farsi esatti criteri sulle cose della guerra, a meno che le abbiano viste e studiate no·n solo in teoria, ma anèhe pratica.mente. In Prussia, il signor Krupp si occupò seriamente ad Essen dell'acciaio fuso , e già nel 1847 pr~sentò un cannone da tre libbre che fu sottoposto alle più rigorose prove e diede una resistenza tripla di quelle che eransi. fin allora ottenute. - Egli sottomette l'acciaio fuso alla fucinazione; mediante la quale acquista una considerevole tenaciUL, che sfortunatamente va çlecrescendo col crescere delle masse assoggettate alla fucinazione stessa. ' Sono note in tutti i paesi dell'EL1ropa ìe inrrnmere~ voli esperienze che provarono essere la resistenza dell'acciaio fuso al limite massimo di elasticitlt più che doppia di quella del bronzo e tripla di que.lla della ghisa, ta.lchè il primo si fece subito presentire come l'unico metallo che poteva con vantaggio rimpiazzare gli antichi nell~ fabbri0azione dei cannoni. Ma il suo costo enorme tratteneva tutti i governi dall'adottarlo per la propria artiglieria, fatta pur astrazione dalla questione che deve considerarsi vitale, di pon adoperare nella confezione delle armi da guerra quelle materie prime che sono completamente importate dall'estero , giacchè nel caso di guerra colle potenze produttrici, cesserebbero le risorse militari del paese nell'epoca appunto del bisogno. Ed in ciò non si può che encomiare il corpo a cui mi onoro di appartenere, . che giunse ad avere una potente artiglieria senza renderla che di ben poco tributaria dell'estero , ad

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CONSlDERAZÌONI SULLE ARTIGLIERIE

onta degli scarsi mezzi dell'industria metallurgica ita-. liana. Sarebbe desiderabile (supposto che si continui · col sistema di cerchiatura ora in uso per alcune grosse bocche da fooco) , che anche pei cerchi si · rendesse parimenti indipendente, tanto più che per la nostra marina sarebbe indispènsa,bile uno stabilimento che fabbricasse l'acciaio in gran copia. -- Deploriamo che le attuali strettezze finanziarie sieno tali da impedire · un efficace çoncorso del governo ad uno stabilimento di questo genere e più an1:ora deploriamo che per le stesse scarse finanze non si sia adottato il piano or• ganico compilato nel 1863 d'ordine del ministero della marina, secondo il quale in dieci anni l'Italia avrebbe avuto una flotta abbastanza considerevole ed almeno uguale a quelle della Spagna e dell'Austria riunite, flotta che le compete per la difesa nazionale e per la protezione del suo commercio. i processi del signor Krupp andarono sempre facen. dosi più semplici e meno costosi, e la fabbricazione su vasta scala gli per mise di poter- fare , una non ,insignificante riduzione nel prezzo, così che oggidì non evvi potenza in Europa che non abbia provveduto cannoni d'acciaio da quel fabbricante prussiano.

III.

3fozzi proposti cd attuati .llel' rimedi,ll'e alla poca resistenza dc! metalli da cannone -- Tci1sionc iniziale cd elasticitil variabile - Difelti di 11oesli sistemi. Poco prima, e mentre si andava pèrfezionando la ghisa in America, il ferro (ucinato in Ino-hilterra e o l'acciaio fuso specialmente in Prussia, venivasi a fissare

br "GROl!SO CALIBRO

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l'attenzìone su un fatto già conosciuto, che un cannone di grosso calibro cioè non scoppiava mai tutto d'un tratto, ma cominci.a va da prima a presentare nell'in-. terno delle fenditure che mano mano colla succes• sione dei tiri andavano allargandosi fino al dì · lui scoppio . Tal fatto fu spiegato fra gli altri da Barlow, il quale dimostrò che lo sforzo eser citato dalla pressione della polvere nei diversi punti di un cilindro cavo situati sullo . stesso diametro d'una sezione trasversale, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza di questi punti ,d al centro della circonferenza o dall'asse del cilindro. -,- Il capitano Zanolini dimostra invece che gli sforzi prodotti da 'una pressione interna variano dal di dentro al di fuori in ragione inversa dei ra.ggi. N0n importa qui di determinare quale di queste due leggi sia la vera o la più prossima alla verità: nè l'una né l'alt!'a sono forse esatte , in quanto che il faLLo generalmente am messo, che oltre un certo limite non vale qualunque spessezza di par0ti ad aumentare la · resistenza di un tubo sottoposto ad una pressione interna, sarebbe in contraddizione con entran-ibi; in ogni modo piacemi di osser vare che non si- è ancora po• tuto det erminare con sufficiente approssimazione il coefficiente di clilaniabilità della polvere che deve entrare in quelle formole. 11 capitano Blak ely, dell'artiglieria inglese, spiega praticamente il fatto sopraccennato , esaminando il fenomeno della dilatazione su un tubo di caoutchouc. Immaginiamo, egli dice, un tubo di questa materia, la cui sezione r etta abbia il diametro interno uguale alla grossezza delle pareti.. Se sulla SlJperfi.cie interna di esso agisce una forza qualunque che tenda a dilatarlo,


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CÒNSIDl!RAZIONI SULLE ARTIGLIERIE

e• lo dilati effettivamente in modo che il diametro interno diventi il triplo, la circonferGlnza interna si sarà purn triplicata. Lo stesso aumento del triplo non potrà essere avvenuto della circonferenza esterna , giacchè in tal caso l'area della sezione sarebbe diven• tata nove volte maggiore, ciò che è assurdo. La di. latazione adunque subita dall'interno del tubo è mag• giore di quella dell'esterno, ed il tubo potrà, in date circostanze, rompersi internamente restando intatto l'esterno. Per analogia, passando dal tubo di cautch'oiic a quello di un metallo qualunque, il quale certamente avrà un'elasticità molto minore, si potrà applicargli lo stesso ragionamento, che conduce ad un risultato in armonia colle ,teorie di Barlow e del Zanolini. Lo stesso fatto .suolsi spiegare anche in altro }UOdo. Supponiamo che il cannone sia composto di un certo numero di strati concentrici: in virtù dell'elasticità del metallo e per effetto,della pressione dei gas della polvere a cui sia s~ttopo~to, le sue pareti interne vengono dilatate ; questa dilatazione è solo in parte comunicata allo strato successi:vo, giacchè la coesione e la elasti'cit à del metallo dello strato interno che tende a riprendere la sua posizione primitiva, vi si oppongono e diminuiscono così l'efl~tto esercitato dai gas della polvere sul secondo ·s trato. Le identiche proprietà del metallo del secondo strato renderanno ancor minore l'effetto della pressione d~lla polvere sul terzo, ·e lo stesso effetto andrà decrescendo da uno strato all'altro fino ad annullarsi, quando la dilatazione dello strato interno dovrà raggiungere il punto di rottura per COJlmnicare allo strato est erno una parte dello sforzo della polvere. Risulta chiaro da ciò che i diversi strati sopportano una pressione successivamente

DI GROSSO CALIBRO

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minore e che concorrono quindi in proporzione decrescen te alla resistenza totale del cannone, la quale non ne sarebbe alterata se la loro resistenza parziale an~la.sse pure, decrescendo secondo la stessa legge. In t al caso essa non sarebbe uguale alla somma della resistenza di tutti gli strati, ma ne sarebbe molto minore, e potrebbe facilmente avvenire la rottura dell'interno restando intatti gli estèrni. Per la maagior resistenza dell'artiglieria sarebbe quindi utile ed indispensabile che gli strati si ren~es• se;o solidali l'uno d~ll'altro e, senza nulla togliere alla loro resistenza particolare , fossero costretti a raggiungere tutti contemporaneamente il _limite dell'elasticità non pei'I!Janente , così r;he ogm punto situato nella stessa s·ezione trasversale sarebbe assoggettato allo stesso sforzo, e la resis.te_nza t_otale _del cannone riuscirebbe la massima poss1b1le, giacche sarebbe uguale · alla somma delle resistenze parziali di cui è capace ciascun tubo senza alterarsi. Questo risultato si raggiunge in due modi, che formano oggidì due distinti sistemi di fabbricazione de'lle artiglieriE:- cli gran potenza, e. ch_e poggi~no su du~ principii generalmente conoscrnti sotto 11 nome d1 tensione iniziale e di elasticità variabile. Il principio della tensione iniziale applicato ai cannoni consiste nel far concorrere gli strati esterni alla maggior resistenza degli interni, sottoponeud~ i ~rim~ ad una t@sione iniziale permanente , merce d1 cm viene esercitata sui secondi una pressione che varia da uno strato all'altro nella proporzione inversa se• còndo la legge accennata. Questo principio si attua in due modi: o con processi meccanici, o direttamente colla fusio:oe.


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CONS!Dl!RAZl•NI SULLE ARTIGLIERIE

D1 GROSSO CALlBRO

Si attua meccanicamente sovrapponendo ad un tubo che forma l'anima del cannone un altro tubo, il quale sia forzato sul primo, e si trovi in uno stato di tensione la quale contribuisca ad impedire l'allargamento del sottoposto oltre il limite della sua elasticità non permanente senza che anche esso in tal caso raggiunga contemporaneamente lo stesso limite. Si ottiene que'sto effetto facendo il diameti'o interno del tubo esterno minore del diametro esterno del tubo interno. A 'questo secondo tubo se ne applica talvolta un terzo (ed anche un quarto) che sia forzato sul secondo più ancora di quello che il secondo lo sia sul primo, facendo in modo che la diferenza fra i due diametri, interno cioè del terzo ed esterno del secondo, sia maggiore de!la differenza dei diametri analoghi dei ,d ue primi tubi. La sovrapposizione dei tubi pér ottenere meccanicamente la tensione in discorso si fa in due modi distinti: a ca1do cioè, ed a freddo. Il primo si eseguisce col riscaldare successivamente i tubi ~sterni ad una data temperatura cbe , allargandoli della voluta quantifa, sia reso possibile il calzarli gli uni sugli altri. Il secondo consiste •invece nel costrurli tutti leggermente tronco-conici sì all'interno che all'esterno, ad eccezione della parete interna del tubo interno a cui .s i dà la forma voluta dal sistema d'artiglieria adottato : si calzano allora gli uni sugli altri con soppresse idrau,l iche, finchè per ciascuno di essi si raggiunga la voluta tensione. Il primo di questi due processi è di più facile attuazione; ma porta con sè alcuni inconvenienti assai gravi, dovuti agli effetti del riscaldamento che è ben difficile di poter ottenere uniformemente e nel voluto

grado, e più ancora a quelli del raffreddamento, avvenendo' ben di rado a due pezzi di ghisa, di ferro o di acciaio di contrarsi egualmente sotto la stessa temperatura. - Un riscaldamento ,troppo elevato · che fosse causa di una dilatazione permanente potrebbe rendere inservibile il tubo: se la dilatazione poi fosse soltanto parziale, potrebbe facilmente passare inos servata con forte danno dell'artiglieria. - Altro inconveniente del primo processo è l'ossido che si forma su11a superficie interna del tubo riscaldato e che può rimanere fra lui ed il sottoposto a scapito della continuità indispensabile nella bocca: da, fuoco. · Il secondo presenta gravi difficoltà meccaniche per la precisione richies,ta nelle superficie tronco-coniche, e per le macchine speciali necessa,rìe alla sovrapposizione dei tubi. Ha però il leggerò vantaggio di permettere di aumentare la tensione dei tubi esterni anche dopo che il pezzo è in servizio, facendoli scor• rere di nuovo gli ·unì sugli altri quanto abbisogna. Il principio della tensione iniziale fu applicato da Longridge in un modo molto ingegnoso che ne sarebbe la miglior attuazione so non fosse troppo comp}icato, e se il suo cannone presenta~se sufficiente solidità nel senso longitudinale. Egli lo formò di fili quadrati d'acciaio che avvolse intorno all'anima con tensionr serhpre crescenti , ottenendb una resistenza a tutta prova nel senso trasversale. Lo stesso principio venne dal maggior e Rodman al dì Ht deU'Atlant.ico, applicato con successo direttamente nella fusione dei suoi cannoni di ghisa. Egli, avendo · osservato che il raffreddamento della parte esterna, come avveuiv,a nel vecchio modo di fusione, er a una causa di debolezza per le artiglierie, le fonde coll'a~


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CONSIDBR.IZÌONI SULLE .ARTIGJ,mnIE

nima (come già si era · fatto fino alla metà del secolo xvm ) , e vi fa scorrere per entro una corrente d'acqua che ne raffredda l'interno , mentre le pareti esterne sono tenute ad una temperatura ele~ vata con un conveniente fuoco. Il rr,etallo delle pareti dell'anima, raffreddato prima d'ogni altra parte, si dispone nat~1ralmonte, e le diverse mollecole prendono la loro posizione di equilibrio stabile. Non cosi avviene degli altri strati, le cui mollecole non possono attirare verso di loro le interne che già sonosi solidificate, e si dispongono quindi secondo una determinata tensione, che è appunto lo scopo che si vuole ottenere. Lo scorrere regolato dell'acqua nell'interno, una temperatura conveniente all'esterno ed una cura assidua, intelligente ed ammaestrata dall'esperienza potranno far ottenere nei successivi strati la tensione utile e necessaria alla miglior resistenza dell'artiglieria, senza che neppure c'importi di conoscere la legge che la regola. · Già fino dal 1849 si fabbricarono in America delle artiglierie in tal modo, e per poterle giudiziosamente confrontare con quelle ottenute coi vecchi processi, la ghisa che era fusa in due forn elli veniva poi versata in un serbatoio comune, da cui si dipartivano due crogiuoli che conducevano a due forme di cui l'una si raffreddava naturnlmente e l'altra artificialmente nel modo indicato. - La stessa prova si rinnovò nel 1851 e le nuove artiglierie diedero buoni risultati che andarono sempre migliorandosi , a tal punto che attualmente questo siste~1a è colà applicato anche ai pezzi Parrot rigati d'assedio da pollici 4,2 (0m,107). ' Il principio della elasticità variabile si attua col

161 formare il cannone di diversi tubi concentrici e sovrapposti, o dello stesso metallc o di metalli differenti, ma aventi elasticità diverse, e precisamente decrescenti dall'interno ~ll'esterno in modo che l'elasticità del tubo esterno raggiunga il suo limite massimo , quando questo è pure raggiunto dal tubo interno , analogamente a quanto avviene in quelli costrutti secondo il principio della tensione iniziale. Con qualsiasi degli esposti sistemi si costruisca una artiglieria, maggiore sarà il numero degli strati di cui si compone e più ci avvicineremo al risultato teorico, giacché a ciascuno degli strati potendosi applicare lo stesso ragionamento che sopra abbiamo fatto sul cannone supposto di un sol pezzo, ne segue che il difetto che si vuol evitare andrà diminuendo coll'accrescere del numero dei tubi. Teoricamente sarebbe quindi necessario che il loro numero fosse infinito; ma in 'pratica non converrà neppure c;he sia molto grande e dovrà anzi essere alquanto limitato, per evitare che nuovi e più serii inconvenienti abbiano a. distruggere i vantaggi che se no ripromettono. La fabbricazione dei cannoni col sistema della tensione iniziale è estremamente difficile, attesa la quasi impossibilità di dare ai cerchi la precisa voluta · tensione. Si può farsene un'idea fissando l'attenzione sulle tavole di Longridge in cui trovansi segnati r diametri che devono avere i diversi tubi. La differenza fra lo esterno dell'uno e l'interno di quello che deve essergli colloccJ,to al disopra è così piccola che un benchè minimo errore può produrre serie conseguenze. Altro grave inconveniente della tensione iniziale è il rilassamento che avviene dei cerchi assoggettati ad un'alta pressione costante , per il quale essi DI GROSSO CA LlBRO

ANNO

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1. -

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CONSIDEllAZIONl SULLE ARTIGLIERIE

perdono la tensione iniziale ricevuta nella fabbricazione, ed il cannone trovasi n~lle stesse e talvolta anche in peggiori condizioni degli ordinarii e con tutti i difetti del nuovo sistema. L'inconveniente principale che s~inc~ntra nell'attuazione del principio della elasticifa variabile consiste nella difficoltà d.i trovare néi diversi metalli convenienti, o nelle diverse qualità dello stesso m~tallo i voluti gradi di elasticità. Il cannone fabbricato secondo questo principio presenta bensì talvolta un'arnalgarna di metalli estranei,- ma sono ~ssi per ò disposti senza alcuno sforzo e naturalmen1,;e, e sembra quindi che debba aver maggior durata. Per ovviare alla difficoltà di trovare metalli di elasticità d_ecrescenti nella voluta misura, e per schivarne in parte l'altra pur grave di dare ai tubi tensioni sempre crescenti , si pensò <li approfittare dei due principii applicandoli convenientemente alla stessa artiglieria. Tale applicazione fu felicemente eseguita dal capitano Blakely, che costrusse cannoni con tre tubi la cui elasticità è bensì diversa ; ma non essendo tale differenza nella proporzione voluta, rimedia sottoponendo ad una certa tensione uno od anche entrambi gli esterni. Questo sistema misto, che sembra raggiungere i vantaggi di tutti e· due, non è forsé commendevole inquantochè in pratica riunisce buona parte degli inc9nvenienti di entrambi. Non possiamo passar sotto silenzio che il · riscaldamento prodotto dal tiro avvenendo prima ed in più forte proporzione nell'interno,' può . produrre gra,1i danni nei cannoni ordinari, mentre in quelli a tubi sovrapposti, il tubo interno si allunga senza esserne fmpedito dagli esterni con gravo danno dell'unità

vi

Dl GROSSO CALIBRO

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del sistema. Tutti quei modi di fabbricazione, fatta eccezione del metodo. di fusione Rodman ; presen-' tano tali gravi ,inconvenienti di costruzione e di servizio, che sebbene ancora oggidì la loro invenzione si consideri come un gran progresso, si sarà senza dubbio condotti a limitarne di gran lunga l'uso. -E prima di tutto, l'amalgama di tubi o dello st esso o di diversi metalli, per quanto sia ridotto i l numero di essi, costituisée un insieme a cui manca quell'unità di forme necessaria per resistere ai successivi tremendi urti di una forte carica, ed alle vibrazioni che conseguentemente ed inevitabilmente si producono su più metalli· in contatto e che tendono a sconnettere il sistema, che già non può a meno di presentare una certa discontinuità.' E superfluo l'accennare che i proposti ed anche gli attuati mezzi d'impedire il disastroso éffetto di quelle vibrazioni, avvitando i cerchi l'uno sull'altro, o riunendoli in altro modo qualunque, oppure frapponendo ad essi un corpo molle e non elastico che ne distrugga le vibrazioni, sono insufficienti e quasi direi inutili allo scopo, g iacchè non fanno che accrescerne la già soverchia complicazione. Se arrogi l<-l difficoltà meccaniche di cui già abbiamo parlato ed i gravi danni che possono derivare da piccoli errori, che appunto per la loro piccolezza possono passare faci lmente inosservati, e che esigono l'impiego di operai di una pratica e di una abilità non comune, _che insieme alle molte cause d'insuccesso ne aumentano e rendono enorme il costo, si sarà facilmente condotti al loro completo abbandono, e pare che già l'Inghilterra, che profuse in essi dei milioni, s'incammini su questa via. Il sistema di fusione Rodman non presenta gli svan~_


'

164

CONSIDERAZIONI SULLE AttT ICLlERm

taggì che ora abbiamo accennati, ed il suo costo relativamente minimo lo · fanno preferire, se non che anche per esso evvi un inconveniente non trascura.bile: sr è osservato che dei cannoni fusi coi vecchi sistemi, i costrutti da qualche tempo davano migliori risultati di quelli fusi di recente. S_e ciò è vero, e se è vera altresì la spiegazione che si usa darne, che cioè gli strati interni cedono à poGo a poco agli esterni che li attirano a sè, e diminuisce così la tensione interna che è dannosa alla resistenza dell'artiglieria, succederà l'opposto pei cannoni Rodman, nei quali diminuirà invece la tensione esterna che sarà ancora più diminuita da un tiro celere e con forti cariche, in seguito al quale il cannone riscaldato dov1\ raffreddarsi dall'esterno. Il tempo quindi anzichè migliorarli, c;oroe succede degli ,.ordinarii, li peggiorerà..

l65

ricoli essere assoggettato alla tensione richiesta pei

IV. Insufficienza di <1uci sistemi 11er raggiungere lo ·sco110. Pro11osle e conclusione.

·nà qua11to abbiamo esposto puossi facilmente dedurre çhe saranno sempre preferibili i cannoni di un solo ,.metallo e di un sol pezzo, e fr?, questi i fusi saranno migliori e meno costosi dei fucinati, giacchè, con un · sistema determinato di fusione che dia una b uona artiglieria, si potrà ottenerne mille, le . cui qualità non diversificheranno di molto, no!). riuscendo impossibile il fonderle in condizioni pressochè identiche. Fra tutti i sistemi adunque che tanto rumore menarono in quest'ultimi anni, il migliore sarà quello di Rodman, il quale, se venisse perfezionato in modo da

DI GROSSO CALIB!\Ò

ottenere nei diversi strati le diverse tensioni crescenti· richieste , sarebbe · 1, a1:iogeo pratico a cui si possa .aspirare. , La ghisa però essendo poco elastica. e non potendosi perciò assoggettare ad una tensione molto considerevole, avverrà che in un cannone ·di pareti molto grosse non si potrà mai con essa ottenere la tensione necessaria per l'esterno, donde ne consegue inevitabilmente che non sarà conveniente che iu certi limiti, e qurndi solo per artiglierie di un calibro determinato . Potrà invece il sistema di fusione Rodman applicarsi con maggior profitto ad una materi; che, oltre tutte le qualità di un metallo da cannone, sia altresì suscettibile d'una tensione considerevolissima. Nello stato attué).le della siderurgia si può senza timore asserire che l'unica adattata sarebbe l'acciaio fuso, il quaJe essendo molto elastico, potrà senza pe-

ì

tubi esterni. - Saranno senza dubl)io gravi le difficoltà di tale applicazione, tanto più che, a mio ·credere, non sonosi ancora fatte esperienze in proposito. La prima obbiezione e la più importante che si presenta è quella di ottenere . un acciaio abbastanza compatto e sufficienteme~te tenace direttamente colla fusione , senza che ne sia necessatia la fucinazione. Grazie però agli sforzi incessanti di alcuni costruttori tedeschi e _prussiani, pare che non si sia .molto lontani dall'ovviare anche a questo scoglio, giacchè si riuscì. aci ottenere dei pezzi di acciaio fuso di -considerevoli dimensioni che, senza essere fucinati, presentano sufficiente compattezza ed omogeneità, ed una tenacità abbastanza considerevole e certamente superiore a quella della ghisa.


166 CONSIDERAZIONI SULLE ARTIGLIERIE Se non che un difetto inerente alla natura stessa di tutti i metalli, renderà forse impossibile l'ottenere la resistenza che si richiede per gli enormi pezzi che sembra. debbano diventare indispensabili per le navi e contro le navi, specialmente se si adottasse il sistema americano dei n:101Ùtori, e tanto più ancora se si attuassero i monitori modificati secondo le proposte di Cavalli. Come abbiamo già accennato, una buona parte degli scrittori tecnologici moderni è d'accordo nell'ammettere che oltre certi limiti nessuna maggior grossezza delle pareti può mettere un cilindro omogeneo in grado di resistere ad una pressione interna che ecceda la forza di tensione d'una sbarra dello stesso metallo per centimetro quadrato. Questa opinione è ancora più convalidata dall'esame dell'urto che ricevono le pareti del cannone per l'esplosione della polvere ..Noi <limo• streremo questa -verità colla sernplic.:e analisi di un fatto che in questa circostanza varrà forse più di qualunque teoria. Tutti i corpi sono compressibili, e quindi suscettibili di occupare uno spazio' 'm inore di quello da essi occupato nel loro stato naturale. Per effetto e conse~ guenza di questa proprietà avviene pei tubi ciò che vogliamo - dimostrare, ed è gran danno che il limite utile d'unà maggior spessezza sia al di sotto delle esigenzé della moderna .artigìieria 'marittima. Esaminiamo un cannone e supponiamqlo, come già più i_ndietro, composto d'un certo numero di strati concentrici d'una data grossezza. Se esso verrà assoggettato alla espansione dei gas della polvere, lo strat9 interno ':qe sarà allargato di una certa quantità, impedita in parte ~alla coesione de~ metallo dello stesso

l ·

DI GROSSO CHlBR6

167

strato e di quelli sovrapposti. Lo strato interno sarà così sottoposto in ogni suo punto a due forze disuocruali o dirette in senso contrario:. cederà alla maggiore che noi supponiamo quella della polvere, e si allargherà; ma sarà anche costretto ad occupare uno spazio minore del suo volume primitivo. Le risultanti di quelle forze verranno quindi applicate contro i diversi punti del secondo strato, cui pure tenderanno ad allargare. Anche qui vi si opporrà la forza ~i coesione delle sue diverse mollecole e di quella degli strati sovrapposti, ma queste forze essendo minori delle risultanti sopraccennate, succederà effettivamente anche pel secondo strato un allargamento ed una riduzi~ne a minor volume, i quali due effetti saranno in esso minori di quelli subìti dal primo strato. Estendendo simile ragionamento ai tubi success1v1, è fas:;ile persuadersi che per essi pure avverrà un allargamento ed una riduziòne a minor volume, che andranno successivamente diminuendo fino a diventare nulli, quando il volume d'allargamento prodotto dalla polvere nell'anima sarà eguale alla somma delle diminuzioni di volume avvenute in ciascuno strato. - Un tal fatto si verificherà quando la somma degli sforzi fatli da tutti gli :strati sia eguale ~llo sforzo dell'espansione della polvere. È chiaro che coll'aumento dello sforzo della prese sione della polvere crescerà il numero degli strati che concorreranno alla resistenza dell'artiglieria; ma sol~ tanto finchò lo stesso sforzo sia tale da non far superare· allo strato interno il limite massimo di elasticità. Qual corollario di questa dimostrazione ne segue che più un meta.ilo è compressibile e meno soddisferà al


168 CONSIDERAZIONI SULLE ARTIGLIERIE bisogno, più sarà elastico invece e di gran lunga migliori 1ie S!l,ranno i risulfati. Se osserviamo ora quanto è piccolo il volume dell'allargamento che può esser prodotto nell'anima di un cannone, di cui il metallo fosse anche molto elastico, senza alterarne la struttura e la continuità, è facile convincersi che il limite, che noi temiamo ò più prossimo di quello che si potrebbe desiderare. Lo stesso ragionamento essendo applicabile anche ai cannoni costrutti secondo i principii della tensione iniziale e della elasticità variabile, resta spiegato il perchè le artiglierie di un considerevole calibro sono pressochè tutte scoppiate, e qualche volta dopo pochi tiri e cariche piccole relativamente alla spessezza delle pareti. Fra le cause di scoppio degli attuali cannoni rigati sono altresì da annoverarsi il considerevole peso dei loro proietti, pAl quale ne è aumcntcita· l'inerzia, la rigatura del cannone e la lunghezza degli stessi proiettili , per le quali essi agiscono più o meno da. cuneo. Se si considera inoltre che coll'ingrandimento del calibro le carie.be crescono in proporzione maggiore dell'aumento della superficie delle pareti, e eresce così maggiormente lo sforzo esercitato dai gas su ogni unità di superficie, e che la perd:ta degli stessi gas, dovuta al vento ed al focone, cresce in proporzioni minori, si vede che il lavoro a cui è assoggettata l'artiglieria aumenta smisuratamente , e si finisce ben presto a superarne la resistenza. Ma la causa ancor più determinante della rottura dei grossi cannoni è la dilauiabilità o forza impulsiva della polvere che agiscè non per pressione, od almeno

DI GROSSO e Ai.JBRO

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più per urto che per pressione, ed il cui effetto è oltremodo dannoso, inquantochè fa subire un'alterazione mollecolare alle pareti interne , le quali assorbono una quantità considerevole di forza che non ha tempo di trasmettersi ai successivi strati e che determina la rottura dell'interno, se non 'col primo colpo, certo col ripetersi dei tiri. Se si riflette da ultimo che un tiro rapido e con forti cariche ha per effetto immediato il riscaldamento del cannone, il quale accresce la velocità di accensione e di combustione della polvere , e quindi anche la sua dilaniabilità, è chiaro ed inevitabile che, o si rinuncia all'aumento del calibro o si pensa ad ottenere con sistemi ail'atto nuovi una maggior resistenza nell'artiglieria. Nè basterebbe all'uopo un metallo ancor più elastico degli attuali, giacchè dobbiamo rammentarci che i buoni effetti dell' elasticità sarebbero sempre in gran parte resi inutili dalla forza impulsiva della polv0re. Siccome però nè puossi, nè devesi, nè vuolsi rinunciare ai grossi calibri, su cui anzi specialmente pare che andrit sempre più facendo assegno la guerra marittima, bisognerà rivolgersi con calore ai mezzi che offrano la possibilità di raggiungere lo scopo; ma questi mezzi devonsi cercare be'n altrimenti che sulle tracce degli studi fatti fino ad ora, giacché, come abbiamo visto, i cannoni fabbricati secondo i principii della tensione iniziale (fatta eccezione del sistema Rodman) e della elasticità variabile. per la loro complicazione, per il loro costo e per la stessa loro insufficienza devonsi assolutamente . rigettare. Converrà tuttavia continuare negli sforzi diretti al perfezionamento dei metalli da cannone allo scopo principale di aumentarne la resistenza. Tale aumento non potrà certamente soddisfare gli attuali e futuri


170

COriSlDERAZIONI SULLE ARTlGL!ERHl

bisogni, e per ottenere l' inteùto sarà senza dubbio necessario dirigere gli studi od approfittare della resistenza delle artiglierie quale essa è, cercando di menomare e di dirigere nel miglior modo g1i sforzi a cui sono assoggettate. Gli è solo in tal modo che si potrà raggiungere il desiderato scopo, e noi siamo convinti che dallo studio dei metalii bisognerà passare a quello della polvere, delle cariche f della posizione, forma o dimensioni dello spazio loro destinato: studio che in questi ultimi tempi fu quasi completamente abbandonato. In tal occasione nou possiamo passare sotto silenzio la memoria dell'ingegnere Rarchaert: Su un nuovo modo di caricam?nlo dei pezzi cl' artiglic1·ia, in cui propone che le cariche si facciano di un certo numero di strati la cui velocità di combustione sia diversa e precisa·mente crescente dalla culatta. verso la bocca,, talchè, accendendosi esse 1a11a parte posteriore, il proietto . verrebbe· messo in moto dal primo strato con una lòo·. o gerissima velocità e senza arrecare alcun urto contro le pareti della bocca da fuoco. Gli strati successivi, la cui velocità di combustione dovrebbe crescere rapi• da.mente, prenderebbero fuoco quando il proietto è già in moto e non potrebbero q·.1incli produrre sulle pareti lo stesso effetto che se avessero a vincerne completa• mente la inerzia. · Concludendo e riassumendo, consiglieremo che si abbandonino completamente tutti gli accennati cattivi sistemi di fabbricazione. Ci limiteremo poi a desiderare che per le artiglierie di grosso calibro si continui il perfezionameuto dell'acciaio fuso, allo scÒpo di otte· nerne grosse masse abbastanza resistenti senza che s.ia necessario di ricorrer e alla fucinazione. Faremo voti

l

Ì7Ì

in Gli.OSSO CALIBRO

ìn seguito perchè un sistema di fusione analogo a quello di Rodm_an venga applica.to all'acciaio, e si facciano all'uopo le opportune esperienze che indicheranno la via da seguirsi. Termineremo infine col notare che la sol uzfone del quesito che abbiamo preso ad esaminare non devesi tanto sperare nella specie del metallo o delle sue diverse qualità , o nella combinazione di entrambi, m.a devesi cercare piuttosto e specialmente nella polvere e nelle cariche.

L.

BONO

Capitano d' A1·tiglieria.

)


STADrME'.i'RO E CANNOCCHIALE STADIMETRlCO

STADIME1 RO 1

E

CANNOCCHIALE STADI~iETRICO DEl SIG!\ORI

PEAUCELLIER E 'WAGNER CAl'11'A Nl NEL (.H(NlO 1:UANCF:SE

Informazioni avute da un amico nostro competentissim_o sulla materia, circa ai buoni ;isuHali dati da un doppio apparecchio diastimometrico r~centem:n~e im'.ei~tato da due ca!)itani nel geni~ ~rnnc~se, ~ s1g~ol'l I EAUCELLIER e WAGNER, ci posero il des1der10 d1 poterne ragguagliare i lettori di ~uesta l~ivistci, ed . a tal fine ci rivolgfmmo agli mventon per ottenerne le opportune indicazioni. A. tale nostra preghiera i prenominati capitani corrisposero con isquisita cortesia? inviandoci due

l 73

tavole, ove sono disegnati minutamente tutte le parli dell'apparecchio , e con esse una Memoria da loro compilata sull'apparecchio stesso, corredata cli una relazione ufficiale sulle sperienze fat'lene, e cli parecchie note. Siamo perciò in grado di offrire ai nostri lettori _Ja più ampia come la più sicura informazione sul nuovo stromento, il quale dopo la triennale sperìenza fattane dalla sezione topografica di Njzza, merita bene cli essere ;1ttentamenté shtdiato da chi si occupa cli topografia. · Compiamo frattanto ad un debito di gratitudine, riligrazianclo pubblicamente i signori capitani Peaucellier e Wagner della gentilezza usataci, ed offrendo loro le nostre sincere felicitazioni per là loro invenzione, cui auguriamo quel buon successo che merita. G. G. C.


174

175 surazione diretto, come il regolo o la catena, potrebbe eg ui valerli. L'oggetto di questa Memoria è di far vedere che, indipendentemente dalle preziose proprietà che li caratterizzano, sono suscettibili di una grandissima precisioue di molto superiore a quella della catena. Ma pria di entrare nei complessi part icolari che comporta 1o sviluppo della questione, conviene gettare un rapido sguardo sugli apparecchi diastimometrici i più conosciuti tanto all'estero, quanto in Francia. E CANNOCCHÌALE STADlMETRICO

STADJMETRO

MEMORIA SOPltA

UN NUOVO DOPPÌO APPARECCHIO DIASTIMO11ETRICO.

Appcireccki cli Reichmiback, cl'Ertel e cli Sta1nfier.

lNTRODUZIONE. •

Apparecchio diastimometrico. La scoperta del principio della stadia fatta da Gréen nel 1774, è stato il punto cli partenza dei diversi apparecchi diastimometrici per misurare le distanze. La loro applicazione alla topogrl\fia ha dato luogo a metodi poco noti in Francia , malgrado gli interessanti lavori del signor comandante del ·genio, Goulier e del signor Porro, ingegnere italiano. Questo è un fatto sicuramente increscevolissimo , avvegnacchè molte esperienze ci dimostrarono tutto il partito che si può cavare da cotesti apparecchi. Potendo essere, applicati con eguale facilità a tutti i terreni, costituiscono il metodo di levare il più generale ed il più vantaggioso sotto il rapporto della speditezza; niun mezzo di mi~

Gl'ingegneri tedeschi si servono con vantaggio dei cannocchiali micrometrici a stadia verticale o inclinàta normalmente alle linee di visione. Le più perfezionate al punto di vista pratico sono dovute a Reichenback, Ertel e Stamfler. Chiamando l'attenzione sopra questi _ strumenti, non è al certo per raccomandar ne l'uso. Il loro volume, la loro complicazione ed il difetto di rnobilità rendono insufiicien~i i vantaggi di una superiore approssimazione. La loro applicazione necessita inoltre dei calcoli ,moltiplicati e sempre lunghissimi.

1ipparccchio clct_signor Porro o tacheornetro. Il tacheometro del signor Porro, cli un concepimento · ingegr;oso, è u,na specie di teodolite provvisto di un cannocchiale a fortis~imo ingrandimento. Egli suppone l'impiego di una stadia verticale. Ma questo strumento, come i precedenti, lÌa il grave torto di essere di un . volume incomodo. È d'altronde di siffatta complicazione, che a pochi ottici è dato di avere le nece~sarie


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STA DIMETRO

nozioni teoriche per convenientemente fabbricarlo, ciò che giustifica senza dubbio il discredito in cui . cadde. Nel libro che ha por titolo: La tacheomel1'ia, l'autore signor Porro dichiara di aver ottenuto una approssimazioné di 1/:'JOOO in esperienze fatte sopra uu terreno oriztontale o poco accidentato. Su di un terreno a forte pendenza il g,ado di precisione è molto meno, per la ragione che agli errori commessi nel primo caso si sarebbero aggiunti quelli provenienti dal difetto di verticalità assoluta della stadia.

Apparecchio del c01ncindante del genio Goulie1'. La stadia verticale e la bussola a cannocchi'ale anallatico del comandante del gonio Goulier, costituiscono un apparecchio di una grande semplicità e suscettibile· di essere impiegato alle levate a piccola scala , compresavi quelJa di 1/2000. Questi strumenti sono leggieri, di uso comodo, e danno luogo ad operazioni che si controllano reciprocamente. L'esperienza prova che la loro approssimazione media è di 1/soo anche in terreno frastagliato. Il loro impiego è sopratutto vantaggioso allorchè il suolo è traversato da dirur,i insuperabili. Gli apparecchi Reichenback, Ertel, Stamfler e Po.rro non rispondono che imperfettamente ai bisogni della . pratica, e non saprebbero essere adoperati da mani inesperte. Non se ne parlerà. n91lo studio comparativo che sarà fatto ulteriormente sui diversi metodi di levata in uso. Qu-i non si tratterà che della stadia perfezionata del comandante del genio Goulier. L'inconveniente rimproverato a tutti gli apparecchi $UDnominati, consiste nella fatica eccessiva che le os-

E CANNOCCHIALE STADIMETRlCO 17'7 servazioni prolungate producono sulla vista dell'osservatore. L'inconveniente delle mire graduate con suddi Yisioni minutissime è sopratutto incresc~vole quando si lavora in terreno accidentato. La inevitabile mobiliUi della stadia collocata v~rticalmente arreca una grande indecisione nelle collimazioni in pendenza, e l'approssimazione delle letture decresce rapidamente.

An1a.recchio mwvo. II nuovo strumento dia.stimometrico , di éui si dà la descrizione in questa Memoria , è stato esperimentato presso la brigata topografica di Nizza. Esso non presenta veruno degli inconvenienti succitati. La faèilità del suo maneggio e il suo poco volume , e l'economia del tempo ch'esso procura, lo rendono eminentemente proprio alla topografia pratica, qualunque

siano le forme e le difficoltà del terreno. La sua approssimazione media, che è di circa 1/:w:xJ, è _ben superiore a quella di qualsiasi altro strumento m uso per lo levate particolareggiate.

ANNO XI, vol. I, -

12.


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. STADIMETitO

E CAN.!WCC!tIALE SUD!l,IETRJCO

CAPITOLO PRIMO. DESCRIZIONE DI UN NUOVO APPARECCHIO DIASTrniOMETRICO E STENALLATICO.

L'apparecchio si compone di una mira particolare <J,lla quale si diede il nome di stadimetro e cli un cann_occhiale micro1i1etrico ad ingrandimento variabile . I vantaggi c:lei quali fu fatta menzione, sono dovuti all'uno ed all'altro di questi strumenti, m~ la precisione risulta pii'.1 specialmente dallo stadimetro. ~

§ I. - Stadimetro.

Descrizione dello. stro11iento. Lo stadimètro è una sorta di ;tadia orizzontale graduata. Ogni · divisione rappresenta una distanza effettiva cli cinque metri . Delle linee di fede ben visibili, numerate 1 , 2-, 3, ecc., da ogni lato e a partire dal centro, separano simmetricamente i due rami dello stromento. Lo stadimetro essendo tenuto normale al piano di qolliro.azione, se i fili verticali estremi del micrometro del cannocchiale coprono le linee di fede quotate 1-1, 2-2, o 3-3, la distanza che separa i due -strumenti sarà di 1, 2 o 3 decametri . Se . le divisioni mirate non fossero dello stesso numero, la media dei numeri indicherebhe p ure il numero di decametri.

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Uno dei rami dello stadin:ietro è. fisso, l'altro. è suscettibile di un movimento di translazione orizzontale. la cui ampiezza ab-braccia una divisione intiera. Que~to movim~nto si ottiene mediante una piccola manovella, la quale fa cinque giri iutieri. Ogni giro o rivolu_zione corrispon ae a un metro della distanza che si cerca , ed il loro numero· è letto sopra una piccola scala collocata in riscontro di un indice fisso. Le frazioni di giro si valutano su di un quadrante centrale diviso in dieci parti, corrispondenti eiascun:a ad un decimetro. La misurazione di una distanza . qualunque è facile. Si dirige dappriroa l'asse · del cannocchiale verso il mezzo dello stadimetro. Poi coll'aiuto di una leggiera rotazione impressa all'istrumento ùa una vite di ri~ chiamo , si dirige l'uno dei fili estremi , quello di destra di maniera a cuoprire la lin,::a di fode vicina. L'aiutante incaricato di muovere lo stadimetro fa in seguito muovere la manovella. 11 ramo mobile è messo in . movimento, ed è arrestato ad un segno dell'osservatore quando il filo micrometrico di sinistra cuopre la prima linea di fede che gli passa davanti . Si_ prende nota allora : 1° Delle divisioni principali del regolo comprese

fra i fili; , 2° Del1e divisioni scoperte sulla piccola,scala; 3° Delle divisioni lette sul qÙad1:anto. Le prime danno i decametri, le seconde i meLri, e .finalmente le terze indicano i decimetrj e le fra7,ioui di decimetri .


18@

B

s rADIME TRO

Esempio:

Divisioni intercettate dai fili del reticolo 8 e 9 ..... , 8 1/2 decametri . 85,00 metri Divisioni scoperte sulla piccola scafa 2 ..,. 2, 00 » . Id. lette sul quadrante .. . .. 5 decimetri, 6_, cioè . 0,56 Distanza letta

87,56 metri

Uno stile graduato, che traversa un manìcotto :fisso sullo stadimetro, serve di sostegno, a questo,, e permette d'innalzarlo più o meno al disopra del suolo come lo specchio d'una mira ordinaria. · Un traguardo ed un perpendicolo posti nella spessezza dello stile, permettono al porta stadimetro di · mantenere l'apparecchio verticale e normale al piano ' di collimazione. Una verga mobile appoggiata contro lo stile e lo stadimetro assicura l'immobilità. dell'apparecchio.

Leggenda. (T::w. 1a, fig. 1• a 7•).

Le figure 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7, tav. 1a, ·particolareggiano la struttura delle diverse parti dell'istrumento (1): a ritto, sostegno graduato in centimetri. e manicotto, che può muov.ersi lungo il ritto , al (1) Noi qui compiamo ad un dovere verso il signor Mare, gun.r di,t del. genio, in riconoscenza di quanto il suo concorso intclli"Cl~te e pratico ci fu utile nella struttura dello stadimetro. Molti migl1oram.enti gli sono dovuti, specialmente il modo di sviluppamento dello stadimetro e le letture dei decimetri 1;01 mezzo del quadrante.

I!

ì

CANNOCè Hi:A!,E STADIMllTRICÒ

quale egli può essere fissato còl mezzo di una vite di 'pressione R. f traversa, fissata al manicotto. d d' regolo (fig. , L"', 2", 3\ 5a e 6a), composto di due rami portanti delle linee di fede bianche sµ fondo nero e numerate 1, 2, 3, sino ad .8. , La grossezza q_elle lineè di fede. cresce a mis.ura che la loro distanza al centro dello stadimetro aum~nta, d1 modo ad ottenere delle immagini sensibilmènte uguali alle di verse distanze . Queste immagini devono avere tre volte circa la grossezza dei fili del reticolo. Il ramo d (fig. l", 3'\ 5a e ff') , è legato invariabilmente alla traversa f, il ramo d' guidato dai collari SS può scorrere lungo .la detta traversa, Una vite di pressione permette di fermarlo in una posizione deter~ minata. Ciascuno dei rami de d' (fig. l", 2\ 8", 5" e 6a), è composto di due-lamine di legno leggiero, x e y, ch'e si ricoprono; le posteriori possono g irare attorno al perno l e prendere le posizioni y' (fig. 3"} nel prolungamento dei · rami centrali. Questi permettono di apprezzare · le distanze sino a 85 metri , e le linee di fede tracciate sulle parti eEtreme y', dopo il loro movimento di rotazione , danno delle misurazioni da 85 a 145 metri. g g' (fig. 5"), scala divisa in cinque parti eguali, <lessa serve a leggere ·col mezzo .dell'indice h il numero dei metri da _aggiungere ai decametri-letti sulle lamine. K (fig. l '\ 5u e 6a) ago scorrente sul quadrante j, il quale è diviso in dieci parti corrispondenti ai decimetri complementarii della misura totale; le divisioni della


ii:

Ì82

prima metà del quadrante sono nere e bianche, le altre bianche e ·ro1?se. L'ago K (fig. 4a) è legato invariabilmente al rocchetto t (fig. 4a) il cui movimento è trasmesso alla parte mobile dapa catenella m; ogni giro del rocchetto corrisponde ad una divisione della- scala g g' . n (fig. la) t1:agua1'do. p (fig. l"' e 7"-) perpenllicolo indicante la verticalitìi a 1/50 d'approssimazione. q (fig. 1a) verga tendente ad evitare 'le oscillazioni laterali; questa verga s'appoggia sul suolo contro la traversa f, ed è assicura.ta al ritto dall'uncino - u (fig. 7a); Un piccolo regolo Z (fig. 6a) di ottone permette di legg_ere i metri e le frazioni di metro, e di riscontrare così le letture fatte dall'osservatore.

CANNOCCHIALE STADIMETRIC()

Distanze niaggfo.ri di ~ 43 metri. Già si è detto che la disìa'.nza massima che poteva apprezzarsi coll'apparecchio era di 145 metri . In certi casi eccezionali sarà possibile di misurare distanze maggiori , impiegando successivamente ciascuno dei fili estremi e il filo medio del ret~colo , vale a dire diminuendo della metà l'ang?lo micromed trico. Se il cannocchiale è anallatico (nota 18 ), la somma delle· letture dann'o la distanza, Nel caso di un canm nocchiale comune, si diminuisce questa somma della distanza compresa fra il centro della bussola e il foro anteriore della lente obbiettiva. I

Cagioni di errori, ccl approssimazìo~ dello stadùnetro. D'tvision:i intermedie. Il ramo mobile dello stadimot~-~ contiene egual~ mente , delle · diyis-ioni inter1medie corrispondenti ai metri. E loro uffizio di far valutare immediatamente, e senta stabilire la_ coincidenza del filo del reticolo colla linea di fede vicina, la frazione complementari a dei decametri letti. L'esperienza ha dimostrato che questo modo di operare è vantaggioso per la levata dei par· ticolari. Difatti, in questo .caso è inutile di . a vero una grande precisione , e una lettura approssimativa so~ venti volte basta. Ma non si potrebbe fare lo stesso per le reti, le misure delle quali · esigono una grande esattezza. . L'istromento sopraddescritto sommariamente è leggiero, poco imbarazzante e facile a maneggiarsi.

Gli errori che si possono commettere nell'impiego dello stadimetro' sono molto piccoli, anc-he alla distanza di 145 metri. Sono di due specie: quelli' che provengono da difetto di .attenzione per parte del porta stadimetro, e quelli commessi dall'osservatore. I primi sono generàlmente insensibili; il difetto di orizzontalità o. di perpendicolarit:à dello stadimetro _ sulla lineo. di collimazione non esercitano che una influenza debolissinia sulla lettura, Il difetto di' verti• . _ca1ità del ritto non· può guarì cagionare un erro);'e superiore a 0m,02, limite corrispondente al difetto dì · verticalità di 1/5o. · Gli errori· commessi dall'operatore provengono · dal . · no~· me~tere bene a .segnò Ìl cannocchiale e d,al non ··puntare esattamente.· .


184 STADJ!JE'i'RO In media essi giungono a circa 1/3700 quando ,s i adopera un cannocchiale d'ingrandimento 13 circa, ed avente un angolo micrometrico di 1;';;0 (1). L'influenza del porta stadirnetro non -riduce questaapprossimazione che a 1/3530, o per dir meglio essa accresce in media - gli errori di 1/5350 - '1/mlJ, vale a dire di 1/35000 soltanto. Si troveranno nel capitolo seguente i particolari delle sperienzè pratiche a provare che, coll'usato modo di divisione delle lamine, il puntamento è.facile e preciso anche, per un osservatore poco esperto.

=

§. JI. -:- Cannocchiale stenallatico,

S tencillatismo. La planimtitria di una levata r iproduce Luiti i particolari del terreno, che non ppò essèrè rappresentato che dalla proiezione orizzontale di tutte le linee misurate. · Gl'istromenti descritti precedent~mente non ci fanno conoscere direttamente queste proiezioni, ma èi forniscono soltanto i dati pel calcolo necessario ad ap~ prezzarle. Esse possono essere anche determin_ate da una costruzione grafica. Il signor coman9ante del genio Goulier ha evitato quèsti calcoli lunghi e fastidiosi, costruendo delle scale· particolari. (1) Il signor comandante del gen:o Goulier aveva già richiamat.a, l'attenzione <lei topografi sulla _precisione rimarchevole <,olla quale si punta sull'asse di una linea di fede biauca Olfeinoriale clell'uf• fw'iale ,lei genio, tomo 16, pag. 175). ·

E CANNOCCHIAtE ST ADlltIETRICO

185

Il signor Porro ebbe l' ingègnosa idea 'd i chiedere all' istromento stesso di effettuare siffatta riduzione. A qÙesto effetto immaginò ' una specie di parallelogramma riduttore, il cui ufficio tendeà a modificare l'angolo· micrometrico ·del cannocchiale ' per ottenere le stesse letture per quahmque distanza, la cui proiezione fosse la stessa. Egli diede il nome di Stenallatismo a questa riduzione meccanica. Il principio .teo• • riqo sul quale è costr\ltto jl caun-0cchiale del signor Porro non consentendo una riduzione rigorosa , era necessario di far subire delle liev-i correzioni alle letture. Una tavola a dcipiJia entrata, le pendenze rilevate, le distanze lette, ne facevano conoscere il valore in or.rni caso. Inoltre l'istromento non era proprio b ' a misurare che pendenze inferiori a ::: 22°, che sono frequentemente oltrepassate in paese di montagna. Il n uovo cannocchia:le, applicabile allo sta.dimetro, più se1riplice di quello del signor Porro, e di una costruzione ~acile, offre -una soluzione rigorosa della quistione. Il congegno delle parti mobili per mette facil0 mente di puntare con inclinazioni di_::: 3~ •

Utilità clello stenallcttism.o. L'utilità dello stenallatismo non saprebbe essere contestata, se si considera che il lavoro della ridu-: zione all'orizzonte è un'ope:azione necessaria per tutte le lunghezze misurate. È dunque economia di tempo ed insieme diminu- · zione de,lle cagioni di error~ che si conseguono, affidando allo stromento cosiffatta operazione. · Questo vantaggio è ancora più sensibile allorchè si


Ì86 STADIMETRO tratta di planimetria , poichè la lettura degli angoli di pendenza diviene allora affatto superflua. Se si tratta di determinare sul terreno la posizione di un punto . che non è conosciuto . se non p~r una costruzione grafi.ca , tale, per esempio, il sito di un t ermi.ne, i culmini e gli accidenti del suolo non hanno veruna influenza su questo fissamento se si ricorre ad uno strumento stenallatico. Questa proprietà, particolare ai cannocchiali stonal-.. latici, non impedisce che questi possano essere impiega.ti all'uopo· come i cannoccbia1i comuni, vale a dire che le loro indicazioni corrispondono a volonU1 alle distanze_·reali o alle proiezioni orizzontali, come può occorrere.

Princ~Jio teorico clel miovo cannocch-iale ste:nallatioo.

E CANNOCÒIIALE STU>IMETR!CO · Ì87 Si conchiude da questa relazione che se si fa variare la distanza d in · ragione inversa dei valori di x , il rapporto

,.

Due lenti L L' aventi io stesso , asse ottico ; siano rpt rp9 i fochi princip.ali della prima, -P,' quello della

JJ _. 1, . seconda lente cor'f),'- j - ,____1 ____J:1;1-®---~-~----:Jo rispondeb te a 11 a , · · stessa direzione elci ·raggi luminosi che rp L• Chiamiamo d _la distanza m ' m · r1 T 2' f e f le distanze focali assolute delle lenti L e L'; O b lunghezza di una linea normale all'asse comune e sottendente un piccolo angob; x la sua distanza al foco <p1 della lente _L; 1 I' ampiezza dell'immagine della linèa P, dopo doppia refrazione a traverso questo sistema ottico. Si ha esattamente supponendo piccole incidenze

O

_y=

~

rimane costante, ,ale a dire che in questo

caso l'immagine di _uno stesso oggetto, è di grandezza invariabile. Se dunque l'insieme di queste due lenti costituisce il sistema obbiett ivo di un cannocchiale, ·i fili del reticolo intercetteranno la stessa lunghezza sopra una stadia normale al raggio visuale. Ora, per una stessa distanza orizzontale misurata a partire dal foco anteriore qi1 della prima, il valore di x varia in ragione inversa del coseno dell'angoJo di pendenza. Ne deriva che nello st~sso caso la .var iazione di · d deve effettuarsi proporzionalmente a questo stesso coseno.. Siffatta èondizione è facilm.ente soddisfatta da un sist_e ma articolato molto semplice. Siano invero y l'asse di rotazione del cannocchiale, e C' due perni fissi in linea retta col punto y, e presi per . . asse di rotazione delle due aste · L mobili CL, C'L' rispettivamente !<p ~ uguali alle distanze Cy, C' y'. C.;.. : - -.,.-L--='''- -' C Se si assoggettano le estremità y ~ opposte L L' , a percor rere la direzione v ariabile L y L' del L' cannocchiale si scorge con facilità chela distanza LL' ::::2.CC'cos f : rp essendo l'angolo fÒrmato da,lle direzioni C C' e 1 L'. Da ciò si conchiude che se la linea C C' è orizzontale, e uguale a ~ e che i p unti mobiÌi L L' conducono le lenti del 2 . sistema o'J?biettivo, l'angolo micrometrico del cannoc~

dx-(2

fl' . I

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StADlMRTRlC0 189 le copiglie e' e e" ovvero la copiglia e, secondo che si vuole lo stenallatismo , ovvero operare come con un cannocchiale ordinario. e (fig. 1, 2 e 3) CoP1GLJa. Serve a mantenere le lenti mobili alla loro distanza masS'ima, e ad ottenere l'invariabilità del sistema obbiettivo. A tale effetto la si avvita in modo ad impegnare la sua estremità liscia nell'apertura troncoconica praticata nel ramo K" della piastra K K' K" (.figure 1, 2 e 3). Si opera in tal _guisa nel caso di pendenze > 35°, allorcbè il cannocc~iale dev_e essere impiegato come un cannocchiale ordinario, non stenallatico. e' (fig. 1, 2 o 3) CoPlGLIA. Il cannocchiale e~~endo ~ destra se vuolsi ottenere lo stenallat1smo, s1 invita'questa copiglia, affinchè la sua estremità liscia s'innoltri nell'apertura troncoconica della parte /(" di cui si è detto or ora. . . . ., Gli assi di rotazione delle aste roob1h J J (fig. l e 3) , sono stabiliti allora sulla stessa orizzontale. e" (fig. 2 e 3) CoP1GL1tL Il cannocchiale essen_do a sinistra, si ottiene parimenti lo stcnallat1smo col mezzo della copiglia e". f (fig. 1, 2, 5, 6 e 10) SosTEG:iO. Mantiene a sito tutto il sistema dell'ecclimetro. g g' (fìg. I, 2 e 3) OREccmoNL Fissano le estrem~là-delle aste mobili j j' (fig. I e 3) al cannocchiale. Lo orecchio1Te g (fig. 1 o 3) , non è invitato che alla guida d (fig. 4) e si appoggia sul tubo mobile S (fig. 1, 3 o 4) del cannocchiale. L'orecchione g' (fìg. 1 e 3) è fissato alla linguetta O (fi~. 3 e 11), E CANNOCCllJAL.&

188

STAl>IMBTRO

chiale varierà secondo la legge necessaria per ottenere automaticamente la riduzione all'orizzonte. Cosi, a una stessa lettura fatta su di una stadia normale all'asse del cannocchiale, o sopra lo stadimetro, corrisponderà una ste,;sa distanza ridotta , questa distanza essendo contata a partire dal foco an teriore q, dell'obbiettivo.

Descrizione clel cannocchiale. (Tav. 2°, fig. 1", 21, 3•, 4", ecc.).

Dietro a ciuanto precede, s'intende come il meccanismo del nuovo strumento risieda essenzialmente nel sistema obbiettivo. Le altre parti del cannocchiale non differiscono aflatto dai cannocchiali comuni. Le figure 1, 2, 3, ecc., della tav. n" 2, rappresentano l'istr omento recentemente costrutto per la ~ezione di Nizza. Il lettore si renderà facilmente conto dell'uffizio di ciascuno degU elementi che lo cç)lnpongono.

a (fig. 1, 2 e 3) CotLARE, che tien fisso il cannocchiale. b (fig. l e 3) COLLARE, che tien fisso il cannocchiale. e' e' ('fig. 1, 2 e 3) VITI Dl SOSTEGNO, per la rettificazio11e dell'asse ottico. I zeri del nonio e dell'ecclimetro coincidendo, l'asse ottico dev'essere orizzontale. d (fig. 4) GmnA, dirigente l'obbiettivo nel suo moto di traslazione. K K' K" (fig. 1, 2 e 3) PrASTRJ., avente lo stesso asse di rotazione del cannoychiale e portante gli assi di rotazione delle aste j j'; nel ramo K" è praticata un'apertura, e desso ·r icevo a fregamento


. 190

E -CANNOCCHIALE SNDlh!ET!HCO

STADÙIE1'RO

h h' (fig. 1 e 3) PERNI. Assi di rotazione delle aste jj' (fig. 1 e 3). . • j j' (fig. le 3) AsTE MOBILI che regolano il moto delle lenti u ~ v (fig. 4). Queste aste r,ossono essere serbate costantemente paralelle all'asse del cannocchiale, qualunque sia la sua posizione. A quest'effetto s'impegna, come precedentemente, la copiglia e (fig. 1, 2 e 3) nell'apertura praticata nel ramo K" della piastra KK' K" (fig. 1,. 2 e 3). L'ast~j' (fig. 1 e 3} deve poter mutare -di lunghezza. Ciò si ottiene unendo a vite le due estremità. di quest'asta in una chiocciola i (fig. 1 e 3) avvitata a partire dal suo centro per due fili in senso opposto. Facendo girare questa chiocciola si imprime per tal guisa un moto contrario in lunghèzza ai due rami mobili dell'asta. Questi rami mobili portano ciascuna una chiocciola di pressione i i' allo sccpo di rendere tutto il si• sterna dell'asta perfettamente solido. ·si è -fatta inoltre una fessura longitudinale a ciascuna delle estremità di dette aste per ottene.re un . contatto costante cogli orecchioni g g' e con i perni h h' (fig. 1 e 3). m (fig . I, 3 e 11) DENTIERA, dirigente il tiraggio delreticolo. n n' (fig. I, 3 e 11) GuANorn. Esse guicìono l'estremità dell'asta j (fig. 1 e 3). La guaòcia n deve essere fissata invariabilmente sul cor~o principale del cannocchiale col mezzo di una vite a testa ac• cecata. La guancia n dovrà potere spostarsi per diminuire il soverchio gioco che risultereb be dall'uso dell'istrumento. Per tale effetto la si fisser~ con viti a testa piatta, avendo cura che

191

ìl passo r iservato in questa guancia per ~iascuna di esse, sia bastantemente sciolto per permett~re un leggiero spostamento. (Dg. 3 e 11) Lrnç,:uETTA, trasmettente il movimento 0 , alla lento v. p (fig. 3) PEzzo :Momr.E per alzare .od a?bassare }a~se di rotazione h" per la r~tt1fi.caz10ne dell.1st10mento.

q qt (fig. 1 e 3) VrrE che mantiene il pezzo mobile p invariabilmente.

s (Dg. I, 3 e 4) TuBo MOBILE che dà il moto all'obbiet· tivo 'lb (fig. 4). . . L'andamento è regolato dalla g uida li (fig. 4) che gl'impedisce di girare, e non ha di _frega• mento che c61 cordone u u' _(fig. 4) lasmato a quest'effetto sul corpo principale del cannoc• chiale. t (fig. 4) LINGUETTA destinata a cuoprire l'apertura risultante dalla trasmissione del movimento. u (fig. -4) OnBrnTnvo di 270 metri di distanza foc~le . Ecrli è montato su di un anello avente esteriorb ' mente un incastro leggiermente troncocornco: V (fìg. 4) LENTE 00"1CAVA di 250 metr i di d istanza focale. x (fig-. 1, 3 e 4) CH10oc10LA. Una delle sue estremità penetra nell'incastro troncoconico dell'.anello portante l'obbiettivo. A quest'effetto .s1 sono praticate quattro fessure sul tubo mobile s (figura 1, ;J e 4) del cannocchiale , ciò ?be permette di far avanzare o rinculare l'obbiettivo per regolare lo scostamento focale delle du~ lenti mobili. La posizione di questa chiocciolç1, -è resa invariabile da una chiocciola di pressioner


192

E CANNOCCHIALE STAU1METR1CO 193 ha di fregamento col tiraggio_D (fig. 3 e 4) che per le sue due estremità. E (fig. 2, 5 e 6) CmcoLO GRAFOMETRO . Dev'essere fissato invariabilmente alla bmsola del piede N (fig. 2) col mezzo del collare e della vite qJ (stessa 'fig.); il tubo porta diverse fessure longitudinali. G (fig. I, 2 e 3) SCATOLA DELLA DOSSOLA . È su questa scatola che sono fissati il sostegno f dell'eclimetro ed il contrappeso R (fig. I, 2, 5 e 6) ; quest'ultimo sopporta il livello e tutto il sistema della vite di richiamo del movimento orizzontale. Il (fig. 2 e 3) COPIGLIA. Impegnandola nei fori S S' (fig. 2 e 3) praticata nei rami verticali dell'eclimetro, essa permette di conservare i zeri dei nonii T T ( fìg. 1, 2 e 3) in coincidenza con quelli dell'eclimetro. Questo dispositivo è utile per le livellazioni a risalti orizzontali. J Co1>JGr.tA A viTE. Essa fa abbassare o alzare la verga V (fig. I e 2) secondo che si vuole rendere libero o fermare l'ag~ magnetico (I).

STAOIMETl!O

(figure 1 , 3 e 4) invitata al tubb mobile s (fig. I, 3 e 4). (Fig. 4) ~ETICOLO. ~ invitato nell'interno di un anello fa~iente corpo con il tiraggio t. Porta un filo o~12zon_tale e tre vertical1', le estremità essendo d~sta~ti di Om,032 circa . Porta pure le traccie d_1 c1_ascuno di questi fili per permetterne il r impiazzo più facile. z (fig . I, 3 e -4 ) OCULARE. È forato e invitato nel tir~?gio ~ (fig. 3 e 4) per rendere la posizione prn stabile e facilitare il collocamento del cannocchiale alla vista dEll'operatore. A (fig. 6~ QcrADRO DI UN ROCCHETTO . Trasmette il moto orizzontale di O" a 30'' al lembo B dell'ago magnetico (fig. 1 e 2) p€r ottenere la declinazione _dell~ busso'la. ~ucsto lembo porta alla sua parte mfer1ore una piccola dentiera incastrantesi col r~cchet_to del quadro A (ilg. tl); egli riposa su di un piccolo risalto circolare, praticato a questo elTetto. sul contorno interno della scatola della busso!~, ed è ritenuto da quattro copiglie cc' c" c"' (llg. l, 2 e 6) invitate nell'orlo circolare di dotta scatola. t Tn1-AGG10. Egli ha un.intaglio sopra la maggior parte della sua lunghezza che dà passo alla ling uetta,. fissat~- al tu_bo mobile E della lente v (fig. 4); qu:st mtagho dev'essere abbastanza largo per evitare qualunque sfregamento con questa linguet ta t. Si è assottigliata la maggior parte della sua ~u?erficic esterna, per impedire un troppo ~en::1bile _ sfregamento col corp o principale del cannocchiale. ~ (fig. 4) Ttrno MOBILE DELLA LENTE v,, 9~ stq tubo non 11

Correzione cmallatica,.· Fu fatto _m enzione più sopra che la distanza x ridotta all'orizzonte, è contata a partire dal forò anteriore 'P della prima lente dell'obbiettivo, ma lo stadi_meiro è gradLrnto di maniera a dare la distanza al punto di stazione della bussola, vale a dire al contro

(1) Noi rendiamo 11n giusto omaggio al signor Sécretan, padre, nost1:o sapiente ottico, riconoscendo quanto· il suo intct·vcnto cd i suoi consigli ci sono stati preziosi per la costruzione ~l cannocchiale stcnallatico. - Noi dobbiamo )[!, stessa giustizi(!. al signor Richens, · direttore dei laboratol'ii di c~trnzione <lcl sig. Sécrctan. ANNO x.1,

vol,

1, -

l 3,


1!J4

S 'f ADI!,Ul;Ì'RO

Ne risulta da ciò cb.'e p~~ una ·collimazione ·orizzon~~le, si leg~e su~l~ ~tadimetro la • distanza · e ' (n . · 'Y • • r · -·x- + g + e, g essendo Ja distanza_ del· fuoco . ·anteri:ore ~ll'orecchione ·.clic guida l'obbiettivo, e e fo spaziq ·compreso -fra questo orecchioµe_ ed il ce·n tro di rctazione· del cannocchiale, cioe il doppio della lunghezza delle aste mobili. Pei· una _visuale inclinata si legge~'à pur_e L= x cos 97 · · · ·+ g·+ m entre ·che la ·fò di.stanza orizzonta.le ·fra la, ~ ,.,-····· verticale d(:lll'oggetto . ve9d i i ...-~-· ·d uto e~ ·il punto di·_sfazion~ · L / ./ <n r • ·sarà D ~ x cos 'P+g cos 'P + Y _L COS 'P == OJ COS 'P -+- [} CO$ fJ 9 1-··_ e r J.a distanza "ri+ 'C cos m, dotta all'orizzonte sa.rà èlunq uc eg uale alla lettura sullo stadìmetro, più la differenza D-~, vale a dire · •

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·. . Coi'rezioni ana_llaticlze. .-

. . ·y t. O 00 a .metri 0,01 dall'ang~lo .oo,o sino.-a 110,3_ : . e n 'oi ' .'o 02 - .» . 110,3 ·. • 16·,2 J . o' ' .·160.' 2 , . 190' 5. o 02 0,0_3 )) . . . . . O,03 0,04; ~ t9°,5 , 22°'·7 » .' .. , ' . .. .22· 7 »· 250,4 .;· o,o4 » . o,o5 , ..,_ . .210.s

..-----C~---•·~y-----:1<,··--- ·-'···-·-0

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195

E CANNOCCHIALE :sTA.:>IIJETRlCO

. di rotazione· del cannocchiale, questo cs.send? disposto orizzontalmente. ·

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3O°,_o 32•,2 340•' 3.

• -operaz10u1 ' . · .· d1· . d ott'ag1·10 n on v'ha Nelle - ·luogo• di. ef· ·• · . . · · 1 1 t' a Se fettuàre . la correzione. -ana a ,c :; . . ne . terrà . . conto . . nella formazio~e della rete,. semphfic~ndo lo s~~c~b~: . di maniera da potersi impnmere nella m~mo~1~ e . l'operatore. Così si sostituisce alla tavola d1 cui sopra, ·la seguente: Correzl· oni. 000· 0,01; O,OZ; 0,03; 0,01; O,Oj; 0,06; 0,07; 0,08; 0,09. , ' lO•; 1~"0,. "Qo•,· 23°,5,· 25°; 27°,5; 30° ' ; 32°; ''1° ~ . Pendenze. , O•;

_[g (I - cos _rp) + e sene 'P-] Questa quantità _sempre sottrattiva inaipendente dalla distanza , e variante solamente coll'angolo di pendenza, è ciò che noi chiamiamo la co1·rezione analla(ica; correzione debolissima, di cui sarebbe superfluo di tenere conto con degli strumenti meiw precisi dello stadimetro. Essa è data nel quadro seguente per il cannocchiale descritto più sopra.

§ lii. - Im11iego dello sladimctro col cannocchiale slenallatico. Risultati d'csporicnzc.

Modo di operate, e regisfro del{e osservazioni. P er la sic;rezza e speditezza delle operazio~i, ~'im. d t a·metri l'uno posto in avanti, ] altro 1 piegano ue s a ' . • · · 1 egistro dei indietro dell'osservatore. Le iscrmom_su r segnali sono fatte su di uno specch10 conforme al ·seguente:


suomE?no

196

l 9~ Per i particolari, l'impiego di due stadimetri è vantaggiosissimo; specialmente quando il terreno è difficile a percorrersi, permette di determinare per irradiazione u.n. gran numero di punti che si riattaccano allà stazione colle loro -distanze e coi loro azimutti. . Questo metodo è speditivo, e si raccomanda per i buoni risultati che dà nella pratica. E CANNOCCHIALE STAD lMET!tICO

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3,96 58,96 - 4°,51' ( 3,96 '

271°

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4,9 2

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Risultati et' esperienze.

2G•J.,46 264,-16

I risultati ottenuti nelle esperienze fatte a Nizza ~

113°,5 100-JO O 2,81 102,82 -1°108'{ • 7,74 . 7,74 293°,10I 2,88 -+ 4°,0G' 2 256,72 256,71

attingono una rimarchevole precisione, avuto riguardo sopratutto alla piccolezza déll'angolo micrometrico. Prove ·ripetute SU; distanze cognite hanno fissr.to per

I

59°,55' 7-7 239°,50

0,41 70,42 -1°,a1'( · 5,53 0,43 +4°,30'

I

3

l

l'istromento un'apprÒ!>simazione di 2 50_ • . Inoltre si è camminato su otto lince spezzate, le estremità delle quali erano rigorosamente determinate in altitudini. Lo specchio qui sotto ùà. lo sviluppo orizzontale di ciascuna di esse , la sòmma delle loro differenze di livello , e finalmente l'errore totale di · chiudimento in livellazione.

5,53 2:il,19 251,10

17°,25 100-IOO 1,49 101,50 -4°,12 227°,20

!,41

4

+ 4°,11

i 7,41

I

243,78 243,83

·780,10' 9-100 0,81 95,82 253°,5'

O,82

7,41

-4°,23'( +1•.22•

7,30

I.

7,80

--

236,48 236,55

5

81°,5'

5-6

261°,5

3,02 58,02 -4°;15'( 3,03

+ 4•,14'

'.

4,29

I

G

4,20

--

232,19 232,26 92°,85' 5-5 272°,35'

3,87 53,37 -3",01'( 3,36

2,80

+3°,00

I

2,80

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229,392 29,47 Arrivo

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111,17

21~"',61

' 75,81

a;o·o O .,07

Somme, fatta astrazione del .segno ·. . . ._... Camm1namento medio

130

-16 ciria

13S,_1 4. · +0,04

56:i7"',54 1056,34

107"•,19

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7

SUtr;A

107,55

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_Com1lendio storico-critico della legishizione .p_çnalc 1i1ilitare. Iuco11Yenicuti lmncnlali sull'attuale ordimuilcnto dei tribunali militari. - Riflessioni .sul modo di loro riforma. - Vantaggi politici-ecouomioi attendibili ..

0;051

G. D.

(Continua)

Nell'ocçasione di veder in breve presentato àlle Camere législativeil progetto di riforma ·al vigente Co: dièe penale militare; ~li!bblico alcuni studi e proposte su questa_importantissima parte della militare costituzione, colla- speranza che il lettore mi sarà largo di benevolenza, avvegnachè, sé scàrsi d: valore, sono però frùUo _di. caldo arnorE) a questa ·scìenza, cui 1!1Ì sono ·dedicato. · Per dare il migliore s_volgimento che mi potessi, ho

1


200

SuLLA GrtJSTfzlA

seguito !l doppio metodo storico e razionale, presen~ando la ·tratt~zione divi~.a in tre parti: colla prima mtendo porgere un sunto st.Jrico-critrco della Jeaisla. o z10ne penale; colla seconda noto gli io.convenienti o difetti lamentati nel vigente codice; nella ten~ ed , ultima discorro dei mezzi di ripararvi, o meglio, dei modi di riforma. - Premetto appunto il sunto storico, onde più facilmente avvisi il lettore come l'ultima delle due proposte di riforma s.ia a tenersi lo spontaneo e naturale svolgimento o continuazione della storia medesima.

CAPO I. COMPENDIO STORICO·CRIT!CO DELLA J.EGlSLAZ!ONF. PENALE i\IJLfl'ARE.

· . ~uanùo volessi tracciare la storia della.legislazione civile , non potrei scarrsare la necessità di dover discorr~re di t?tte le legislazioni che imperarono le pa;i:-ecch1e provmcie in cui restò per lunghissimo tempo smembrata l'Italia, e che sotauto ora incominciano a fondersi . . ,. .in..una sola codificazione nazionale . ' conformata .a1 pnnc1p11, sui quali è basato il nuovo ordinamento politico della penisola, ma a codesto inconveniente non devo sottopormi trattandosi di una parte della militare costituzione. · Ben è sì vero che, rigorosamente parlando la vita dell'esercito italiano 11011 data che dal 1860 ben è si 'vero che la prima pagina 'della storia milita/e italiana, la priìna guerra e la prima vittoria dello italiano esercito potrebbe ritenersi -s uella delle Marche ed Umbria, ma quando si voglia éon giustizia e verità

MILITARE'

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giudic~re non all'apparenza, ma ·alla sostanz~ dell~ cose, ogni itMiano dee riconoscere e con orgoglio anz_1 accettare questa verità: essere l' àttuale esercito nazio-

nale non altro che l'ampZ-famento od ingrossamento del vecchio eserèito sat·do. Potev~ d'altro canto essere altrimenti 'I . Dacchè la guerra dell'indipendenza nazionale e libertà si iniziava e compiva per opera principale dello esercito sardo, <lacchè niun altro esercito dé cessati aoverni avrebbe potuto competere con questo . nè per° tradizioni 1 nè per glorie, valore e spirito militare, riè per anzianità di, istituzioni e di storia , da alcuno non si poteva .esitare · a destinarlo qual nucleo - od ossatura , sotto cui venisse -a formarsi quello 141,zionale italiano. Quindi la storia i;nilitare _del Piemonte va ritenuta parte integrante, o meglio , l'introduzione alla nuova storia militare italiana, e le vittorie di Castelfidardo e di Gaeta fa continuazione delle vittorie di S. Martino, di Montebelto, e con queste la rivincita della sconfitta di Novara. Ecco perchè volendo· premetteré alle mie considera~ioni di riforma un sunto · storico-critico della legislazione penale, sono indotto a ricorrere alla vecòia costituzione militare di questa provincia italiana. - Caduto Napoleone, molti re e principi furçmo restaurati negli Stati aviti, fra i quali Casa Sa,~oia. . Vittorio Emanuele, sottentrato per volontar~a abdicazione del fra.tello, 4 giugno 1802, nei diritti d~l fratello Carlo Emanuele, giungeva in Torino nel maggio 1814. Ricuperata Casa Savoia. la corona colla rovina dell'uomo sorto e che aveva in: qualche modo pere sanificato 1 principii della rivoluzione francese, fa•


20a quel nuovo· e~er~ito ricompoato sulla medesiro~ ~ostituzione antecedente alla rivoluzione francese. In quanto alla procedura; l' amministrazi9ne ·della giustizia era affidata ai consigli di guerra reggimentali ed al consiglio di guerra supremo, i cui membri , o venivano nominati pel pr~mo dal comandante di corpo, e pel · secondo direttamente dal principe re~nante: Militarì era.no i giudici, mili.tare il rappresentante penale·; ma persona ~uramente legale e di pubblica laurea dottorale insignito era l'auditore, il quale -fungeva da r elatore·, cioè inìziava e faceva il pro?esso, e nel giorno del giudizio definitivo, che non era pubblico_ e mancava della ·nuova discussione delle pi'ove già prima. raccoite, d;veva fare r~lazione dei fatti . al consesso giudicante, e discorrere .dippoi sulle. disposizioni legali che e suo avviso, fossero adatte al caso, votando anche assiem~ dei giudici medesimi e redigendo la sentenza; in µna parola, sostenendo la parte più important~ e decisiva, costituiv:a un pericolo alla· giustezza ed imparzialità. della sentenza. . . Avvenuti i rivolgimenti pclitici del 1821, Vittorio Emanuele abdicò io fav~re del 'fratello Carlo Felice. È noto che il . nuovo re ( che si trovava allora appunto . in ·Modena) , . all'intendere· della rivo~uzione in senso costituzionale di Torino e là. parte che vi sosteneva Carlo Alberto, destituisse subitamente questo principe dall'ufficio di r.cggente, dichiarasse nullo ogni atto ·che tendesse a modificar e la forma politica antecedente dello Stato, e faces.s e domanda all'Austria di forza armata per rimettere all'obbedienza delle antiche leggi i ribelli. Avu.ta la corona dal fratello, fu ligio all'indole di una politica illiberale e austriacante. .

202 SULLA GI\JSTJZIA . cile è l'immaginare quale potesse essere l'indole del · suo gov~rno .e della sua. politica:· Vittorio Emanuele · non tar.d ò ·ad addimosti:a-do quando , poch~ giorni dopq . del . ritorno suo. nell'antica. sede degli avi , segnò · un editto, pel quale, c.assate · tutte le "ieggi, sì civili che militari promulgate i:i;t · Piemonte du-rantè la sua assenza, rich:amava in vigore tutte -le vecchie ordin.anze e costituzioni emanate dai suoi p·re· decessori fìòo al maggio dell'anno mille ottocento. Se grandissima, enorme fu la éonfÙsione ·e il disordine nella legislazione civile, pensi il lettore quale e quanta· dovesse essere quella neJla legislazione militare. Lasciando da banda tutte le leggi negli altri rami del militare servizio e per limit~rmi a quello chè riguarda l'amministrazione della giustizia, dirò come essa non consistesse altro che in una congeria informe e disor•: dinata di vecchi èditti , di antiche ordinanze, di p~1tenti senza nesso certo, senza accordo e c0rrispondenza, e spesso le ùoe collidenti le altre. . ·Riesce perciò i~possibile dal loro esame· rilevare come .fossero c~1stituiti i tribunali militari, come spe· cificati e determinati i deldi, con quale sistema di . penalità repres.si, ma quello però ai cui non può dubitarsi, si era la esorbitante, ed illimitata estensione della militare giurisdizione. · Non .i soli fatti propriamente militari,' sia che da militare o borghese venissero commessi, eranle soggetti; ma i reati comùni o quelli altresì del borghese quando complice con _m ilitare, e non soltanto spettavale,la conòscenza delle •cause speciali, ma q1iello altresì delle cause civili, sia attive elle p~ssive ;. a persona militare riflettente._ .. L'esclusivismo e la casta era il vero carattere · ùi

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. . MILITA RP.


MILlTARE

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205

strazione della giustizià militare venisse affidata ai consigli r eggimentali o ~ivisionali, costituiti, ad eccezione del relatore, da puro elemento militare; la giurisdizione mista fu affidata consigli misti di elemento · parte militare e parte bor ghese; pella terza, · di persone ptiramente civili, cioè ai magistrati ordinari. fa favore dell'imputato s'introdussero delle benefiche formalità in consonanza a quelle già prima ammesse nella legislooione civile, fra le quali la difesa dell'imputato ed un primo giudizio di acèusa molto consimile a quello delle attuali commissioni d'inchiesta. Nel r esto la parte fiscale continuò ad esser rappresentata da un uftìciàle, mentre l'auditor e, sia reggimentale che divisionale, e persona puramente legale, continuò ad essere incaricato a iniziare e _compire le investigazioni ·processuali, a riferire e stendere la s~ntenza.

l!ITLLA Glus-r1zrA

Pure sia pella legisÌazione civile che pella militare il suo governo dovette con,vincersi ' come er a ornai impossibile mantenere in vigore le veccl1ie• costituzioni, e s'incominciò a pensare a qualche r iforma. Per . quanto r iflette r1:L legislazione penale mÌlitare nel 1822, fu promulgato il . cosidetto Ed-itto penale milita1·e; che portò un notevole miglioramento in questo ramo della militare costituzione. Ec.cone il sunto : La giur~sdizi0ne, alla quale fu sottoposto il militare fu distinta in tre specie: giurisdizione miiitare, 0 risdjzione mista, giurisdizione civile. Alla prima fu devoluto il giudizio sui reati che si .. t~n_eva~o strettamente militari; alla seconda, il giud1z10 d1 molti delitti civili, ma che potr~vano avere attinenza colla milizia, o pei quali non si voleva mandare il soldato innanzi al tribunale ~ivile; ~Ila- terza,· alcuni reati strettamente civili e pei quali il soldato fu sottoposto all'autorità _dei magistrati corirnni come qualsiasi alti:o suddito borghese. . , _· Non è fatto cennO delle cause civili, e quindi io inclinerei a ritenere che anche per queste la persona militare fosse restituita alla giurisdizionè dei macristrati Milin~. o

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ofo:

· Nel 1831 Carlo Felice morì, succedendoglr il principe di Carignano, Carlo Alberto. L'icdirizzo délla sua politica fu sempre esit;ntè, misterioso, incerto , . ma però non illiberale, non .r:etrogrado. I codici civili e tutte le altre istituzioni riceyettero continuamente salutari innovazioni .. Anche rispetto alla parte della . militare costituzione , di cui sto discorrendo l'eser • cito ebbe un nnovo codice in data 20 luglio 1810'. Per esso fu mantenuta la triplice giurisdizione 1~ilitare, mist~, civile. Di altri reati,fo per ò ristretta la prima, di altri reati aumentata la giurisdizione civile ; il codice penale civile dilatò in altre parole il suo impero a scapito del codice militare circa alle perso:p,E_l militari ed ai fatti aventi attinenza colla miliiia. ~~ procedura fu nell'essenza mantenuta la medesima in-. nanzi vigente : consigli · di guerra reggimentali o di vi~·

Coll'editto penale militare suaccen;ato si è adunque riconosciuto in qualche modo _la doppia qualità. che ti~~e un individuo faciente parte all'esercito, cioè quella ~1htare e q~ella civile, e si cedette alquanto"da quella . nlutta?za d1 vedere un sold:tto giudicato da un ma~ g~strato ~i:ile. Diminuì perciò nell'esercito lo spiritò d1 esclus1v1smo che notai avere -esistito sotto il regno di Vittorio Emanuele. ' In quanto alla procedura, si nota come l'ammini 0

1,


.20·6.

·sotL;\'. GIUSTIZIA ' .

• siona11, consigli misti; ~on vero .dihattimento colla ' disamina pubblica . delle· prbv'e -, 1'nilit~re il persòùale · giudicante, milif~re :il-rà.pprèsentarHe .pen~lé, militare · il ·· dH:ensore, legale ...e · di _:p ubblica )aurea· dottorale ·insi$ni_to. l' àu_d itore; . esòrbì.t.ante •6 troppo · infltiertte la ;sua parte aJf esi~o fip.ale dei: giudizi. Ma fr;itant~ irìèalzarono . gh av.venimepti. ·catlo AJbert~ ifcçÒrda ~i · suoi Stati ~o..Statuto~ ·e poco- dopò :frr.ornpe la rivoiù~ zio~e del L.ornbardo-V~neto; ·per la qua1é~ quasi impre-.· parato,_gli è forza ·scèndere in campo· contr6 l'Austriaco· . ,: La promulg.azi_o ne 'dello Statuto -seg-nav.a. il trapasso - ·ad un.' e.p o.ca sì . nuova,. ad. 11na politica sì diversa, che . in . tutti• i codici era mestieri procedere ad· una. radi• ·dale riforma_ii:J. consonanza' ai prinGipii del nu;vo patto. fondamentale politico. ' Serrato però a·agli av~enhnenti, · al ·governo di Torino mancò il tempo:. Qùindi il co.dice penale militare del 1848 · rimase in vigore durante ed . · oltre assai à quella campagna . .. -· Come questa corresse e terminasse, non vi ha lettore che ignori, Rotto e"disfatto il sardo· esercito a Novara, Carlo Alberto abdicò in favore del primo• genito Vittorio Emanuele, e volontariamente esulava da qu~lla terra che più mai nan doveva rivedere. Il · nuovo re-, aperte trattative, segnò la pace coll'Austria,. e !nalgrado le tredrende difficoltà del momento, la ruina delle finanze, l'agitarsi cl.egli interni partiti, le minaècie e ·.]e lusinghe di Vienna, lo Sta,hit-o fu mantenuto in tµtta la sua interezza. Fu allora ·cbe il generale Lamarmora, rimasto inca• ricato del portafoglio della guerra., coll'energia e colla _ operosità che lo distinguono, imprese la riform·a completa, generale, radicale di tutta la militare costitu:none sarda, preparando ,l'esercito alla parte che gli

. . . ·: Ml.LIT.ARE .. ZO'ì era ·serbata. nel gran:de rivolgimento italiànò, Il codice · penale .militare :doveva coro'nare>il· suo · lavoro ,. ma . riell'afiluèilza: straòrdin_'aria degli affari ma.ncèi :alla -<::Ja~ . mera tempo di distu.ter.lo, e fu soltanto a)ltoriz~ata-la · ·.. :·proi:nulg.azi?ne: con riserva, a~ rip;rodurtù~ _altrQ· p'r ~gètto - in capo· a . sei. anni. Con.· questa· nuova leggè .penale in .data . Ì850 .fu abolita la giu:risdizion!:\ mista; cli ·nuovi . ·. :reati ristretta ·q~eUa mÙitare.>·m~ntr~ ·all;incoriirO . il . .. c·o dice penale c.o~rnne acèi·èbbè I.a sua .competen;za sulla .. personalit~ ,çivile del tnilitarè .e sui· fatti -conurièssi da . .. bdrghèsi 'rehitiyi :i;i.,lla . milizia. ' ' ' . ' .' . . . :E.la proèeèlùra ·m ilitare ancora.subì un_a notevoJe mo- .. difiçazione. Non più ai' consigli di guerra reggi1nentali _ . '• divisionali, ma l'amministrazione della giustizia mi· litàré ·fo affidata in tempo .di' pJice .a tiil?unali permà-· ·-·n~nti , ave~ti ·-s~éÌe ,o ve· ha. sede il comando di dhrisione, e det-ti -à:p-pqnto per questo tribunali divisionali, ed in~uricati di giudic~re ·gl'individui di bassaforza, mentre il tribunalé supremo di guerra, tribunale d'appello ri: spetto ai primi, aveva la cmnpetenza di giudicare gli ufficiali. Senonchè questi· ultimi tempi, dopo la fusione delle varie provincie italian.è e l'ingrandimento dell'e8ercito nazionale, della competenza di giudicare • gli ufficiali furono içi.vestiti i trìbunali divisionali aventi sede ove ha sede ·il dipartimento, e detti anche tribunali speciali. Le formalità di procedura tornarono a conformarsi alle n~ove formalità della procedura civile; il processo fu più cp.e prima distinto in due parti: is.tru~ione segreta, scritta o preparatoria la prima, che finisce col gi~dizio della commissione d'inchiesta; solenne pubblica disamina e discussione delle prove la seconda, che finisce col definitivo giudizio. I giudici restarono militari; la parte dell'istruttore, .

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SULLA ~ IUSTIZIA MILITARE ·

che prima era da· persona legale sostenuta, passò . ad essere affidata a persona militare, mentre qu.a l rapp~esentante fiscale si presèrisse una persona borghese, d1 laurea legale insignita. Alla difesa non solo un uffi ciale , ma anche un avvocato borghese potea essere d_all'ìmputato nominato. .., Ecco il compendio ristretto della nostra legislazione penale militare, ecco il modo col quale si imprendonò ~ si_ in~z~ano pr:sentemente in Italia, in tempo di pace, 1 gmd1z1 penali militari. _ · Passo al~a seconda parte dell'argomento. 0

LE

·NUOVE MODIFICAZIONI NELL'

FtNOLI.

(Continua) .

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ORDIN.AMENTO DELL'ESERCITO ITALI ANO

Con una serie di decreti ihmati da Sua ìv!aestà il 30 dicembre 1865, il ministro della guerra determinava alcune modificazioni nell'ordinamento dell'esercito , delle quali deggiam conto a' nostri lettori, come l'abbiam fatto · per quolle decretate il 18 dicembre 1864- e riassunte- nel volume m, anno 1x della R·ivista; se non che per questa volta ci gioverà di copiare in disteso la relazione ministeriale, perchè ivi sono esposti i criteri fondamentali. delle decretate modificazioni. Per conto nostro non è senza il più grave rammarico che veggiamo il Governo ridotto al mal partito di toccare e ritoccare all'esercito, come, quasi in meno di un anno, è avvenuto. Le diminuzioni che ogni giorno si fanno per- tutti ANNO

ir, vol. r. -

14.


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ORDINAMENTO

i _gradi e per tutte le armi, non ponno a meno di scoraggiare la generalità degli uffiziali e dei graduati che aspi- · rano a far carriera, poichè non vi ha più alcuno che dal~ l'oggi al domani possa esser sicur o di conservar la sua pQ~ s:izione ed una speranza dì un avvenire. Non per c1uesto è cla accusarne il Go,;erno , e niun uomo .onesto ·~ giusto certamente gliene fa colpa: bensl alla fatalità che ha condotto la pubblica finanza in sì dura condizione. Il solo lagno che ci sembra ragionevole e che alla nostra volta moviamo, si è che mentre nell'amministrazione m ilitare si taglia per dir itto e per rovescio, nelle a ltre amministrazioni dello Stato nulla veggiam fare di consimile; e sì, che in certune vi ha scialacquo di impieghi e di impiegati com.e non si avverò mai nella militare· e sì che ' ' , lt! ferite dell'esercito sono le pi ù lunghe a rimarginarsi! Le diminuzioni fatte dal generale Petitti sono le estreme fattibili ; se altre vorranno farsene nella parte viva dell'e• sercito, l'esercito andrà definitivamente ip fascio, e sarà una i rreparabile sventura per l'Italia. Ciò che diciamo non è · una m inaccia inter'essata: no , la è una convinzione che prepotentel'.lilente sentiamo , e che ci è suggerita da una profonda cognizione di ciò che sia l'esercito alla nazione; gli è un consiglio inspiratoci dal più verace e vivo amor di patria. .... Ma lasciamo questa spinosa digressione , e veniamo al pretto ufficio di riferitori che qui ci siaµio assunti. - Ecco la relazione: • Sfrc,

• Con relazione del 18 dicembre 1864 , il ri ferente proponeva a V. lVI. alcun i decreti organici, diretti ad ottenere sul bilancio per i l 1865 quelle maggiori economie, che al punto in cui si trovava l' opera dell'ordinamento del nostro giovane esercito, erano conciliabili col principio della assoluta conservazione de' suoi quadri attivi . E in quella circostanza il riferente non ammetteva di esporre a V. M.

211 come per tali decreti non s'iut'3ndesse pregiudicala la questione dell'ordinamento definitivo dell'esercito, per il quale il Governo si era impegnato di presentare nella sessione del 1865 un progetto di legge al Parlamento. • Per il trasferimento della sede del Governo , come è noto a lla ]VI. V., i lavori parlamentari ed amministrati·11 i del 1865 non poterono essere .pr-:iseguiti come per avven~ tura sarebbe stato necessario, ed in conseguenza provvedimenti di molta impor tanza, e fra essi quello dell' ordinamento definitivo dell'ese::;ci to, dovettero essere 'rimessi all'opera della num1a legislat ura. « Ma in frattanto le condiY-ioni della finanza erano sempre difficili , e nel farne al Parlamento la esposizione, il Governo della M. V. in qu0\la che annunziava già una serie di economie introdotte nei diversi bilanci pel 1866, prendeva formale impegn9 di completavle con altre all' epoca della presentazione defini tiva dei bilanci per tale esercizio. << Il riferente sul cui dicastero era già caduta una parte delle economie poc'anzi accenna:e, e dovea cadere buona parte di quelle nuovafuente, promesse, volgeva l'animo senza ritardo a studiare i modi più acconci per ottenerle, e l'opera non poteva dirsi agevole, conciossiachè il Governo della M. V. respingesse ogni idea di riduzione dei quadri dell'esercito e fra le economie intl'::idotte nel bilancio del 1865 e quelle già proposte per quello del 1866 una somma di 67 e più milioni fosse stata già dedotta dal bilancio della guerra da un anno a questa parte. « Dopo maturo esame il riferente acquistò il convincime·nto che in siffatta condizione di cose, il 'solo partito possibile era q nello di chiedere al bilancio già presentato pel 1866 due specie di economie, ossia le seguenti : « l O Anticipare gli éffetti econom ici di alcune proposte già studiate per l'organico definitivo dell'esercito , sottopo• nendo'ne i relativi progetti di decreti alla M. V . ed attuandoli senza ritardo; , 2° Adottare per quelle altre partì del!' organico che DELL'ESl!:RtlTO ITALIANO


212

ORDINAMENTO

sono regolate con disposizioni ministeriali un eguale procedimento , rendendone ragiono motivata nella nota posta in capo del bilancio pel 1866. e Abbracciato tale divisamento e studiatane l'attuazione, per quanto riflette la prima delle duè specie di economi'e oradette, il riferente ne sottopone a V. M . i relativi progetti di decreti, ed adempiendo a l debito che egli sente in questa Cl)ngiuntura gravissimo, espone ad un tempo i crrter ii da cui è guidato nel presentarli alla sanzione sovrana, essendo che tra.ttandosi di introdurre alcuni essenziali mutamenti nell'organico dei corpi, occorrano ragioni speciali che è necessario il far conoscere. • Nella soppressione generale dei depositi ordinata coi decreti del 18 dicembre già ricordati, era fatta eccezione per quelli dei reggimenti di bersaglieri e di cavalleria, ed il riferente no rassegnava allora a V. M. le ragioni. «' Ora propone che anche questi siano soppressi l'inunziando così all'incondizionata mobilità. di tutte le unità tat-. tiche di tali c.orpi , cosa utilissima certa.mente, anoho nei tempi ordinarii, rna non indispensabile. Il riferente propone ad un tempo che colla soppressione del suo attuale settimo squadrone l'ordinamento del reggimento Guidé sia unifor• mato a quello degli altri reggimenti della stessa Arma. « L'ins tituzione di magazzeni di vestiario in ogni divisione, destinati a ridurre ai soli bisogni correnti il fondo di magazzeno dei corpi , rendendo meno gravi le a ttribuzioni degli uffìziali d i massa, il riferente propone di riunirle a q uelle dell'uffiziale di matricola, ta nto ·più che anche il lavoro di questo si è alleggerito di molto per la sistemazione ornai compiuta delle matricole dei corpi. • Nella relazione precedente i decreti già più volte citati, i l riferente esponeva alla M. V. come ornai fosse dimostrata l'utilità di conservare pei corpi combatlenti la contabilità sul piede di guerra anche nei· tempi ordina rii, cd un apposito personale era a tale scopo portato nella loro vianta organica. Ora il riferente propone che , pur- conser-

1 Dli:LL ESÈRérTO l'IALIANO

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vando la contabilità sul piede di guerra, il personale oradetto ,euga sopprclsso, solo conservando in tutti i corpi un uffiziale superiore incaricato di sovraintendere a tutta la ge· ~trone contabile dei corpi stessi , e nel caso di subita mobilizzazione, assumerne la direzione e la r esponsabili tà sen~a alcun incaglio per la loro mobili:à. Al personale contabile soppresso si supplirà inta nto nei tempi ordinarii con qn~llo stesso delle compagnie o squadroni, dacchè la maggiore stabilità dei ·corpi rendo ora la cosa possibile. « Considerando quindi come per l' attuale ordinamento dell'artiglieria il sen•izio delle colonne di munizione in camvagua già. devoluto al corpo del treno , verrebbe ora fatlo per cura dell'Arma stessa d'artiglieria, il riferente propone che sia soppresso uno degli attuali reggimenti del treno conser vando però quattro delle sue compagnie che vengono ripartite ne0 1i altri due reggimenti . • Il nost;o ordinamento territoriale può dare ornai luogo a sensibili r iduzioni per quanto riguarda i comandi di circondario ed i cuu~oùaoti locali d'artiglieria. Ed in vc-ro va cessando progressivamente quel periodo della nostra co• stituzione nazionale in cui l'a1.ione molteplice è sparsa s u tutto il paese del!' autorità in genere e della militar~. i_n ispecie, era necessaria acciò gli ordina1:1enti dell~ m1!1Z1a prendessero piede e funzionassero , specialment~ m quelle provincie o non ad essi avvezzate o nelle quali e~a troppo recente il ricordo d'un sistema sia moralmente sia mater ialmente dal nazionale tanto diverso . • Siffatta opera è però necessario rimetterla al t?rop~ in cui stabilita la nuova circoscrizione politico-ammimstrat1va si possa ad· essa coordinare la militar~, solo tenen~o per avventura conto delle condizioni speciali di alcune provincie ; intanto il riferente proporrebbe alla M. V . la so1~pressi_on~ di tnlti quei comandi locali d'artiglieria, le cm_ funz10m possano essere assunte da uffiziali dello stato maggiore delle piazze addetti ai comandi di circondario .. • Agli stati maggi.ori dei dipartimenti e divisioni terri•

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OROINAMEN'TO

toriali sono attualmente addetti in posizioni e proporzioùi diverso uffiziali delle Armi di linea. • Il riferente propone che sia ridotto il numero loro a due uff:ìziali inferiori per ogni dipartimento e divisione e sieno esclusivamente incaricati del lavoro d'ordine, dovendo agli impieghi di capo e ,;otto-capo di stato maggiore ed a!?li altri richiesti dal servizio t~rritoriale supplire esclusivame;te il personale del corpo di stato maggiore, conciossiachè i\ qua<ll'o di esso essendo calcolato secondo i bisogni dell'eser• cito mobili~zato sarebbe errore non utilizzarlo nei tempi ordinarii in tutti quei servizi che sono più affini alle sue attribuzioni in campagna. Per facilità di amministrazione poi, il riferente propone che il personale ora.detto incaricato d_ei layori d'ordine degli stati maggiori territoriali, sia • preso 111 forza ed amministrato per cura del corpo stesso di stato maggiore. « L'aumento nel p10zzo delle derrate che servono alla alimentazione del soldato, avendo subito un aumento con- . sidcrcvole dall'epoca. in cui furono stabilite Je competenze ad essa assegnate, cd anche nel! ' intendimento di mirrlio,., rame le condizioni , si riconobbe la necessità di accvllare alla massa d'economia alcuno spese prima sopportate dal fondo d'ordinario, e onde la massa oradetta potesse sopportare tale nuovo aggravio, lo si, foce nel 1861 un nuovo assegno di centesimi 5 per ogni giornata di presenza cleali individui di bassa-forza. Le masse di economia essend~si ornai rifatte con tale assegno dallo stato precario in cui erano cadute, i l riferente propone di accollare ad esse le spese per le scuoio reggimentali ed i so1)rassoldi assegnati alle cariche speciali nei corpi; questo provvedimento che pr_o cura all' erario una sensiLile economia, non può riescue g_ra~e alle masse st(:)sse, le quali sono in grado di sopperirvi e presentemente e in avvenire. ' < Considerando quindi che per i corpi, i quali sono soltanto mobilizzati per frazioni, non esiste la convenienza di avere 01·g.inicamente un personale pe1· il servizio religioso

DELL'ESERCITO ITALIANÒ

215

come non esiste pUl'c per quelli i quali hanno uno. sede fissa, il riferente propone a V. M. di sopprimere la carica di cappellano nei reggimenti di artiglieria, del genio, · nella legione allievi carabinieri e nelle case invalidi, portando intanto il personale religioso att ualmente esistente in tali corpi sulla parte straordinaria del bilancio_ • Richiedendo da ultimo ai quadri del corpo di stato maggiore, delle Armi di artiglieria e ' del genio, del corpo sanitario, dell'intendenza m i litare, degli instituti , dei tribunali miltari ed altri di minore importanza quelle mas• sime riduzioni che nelle attuali condizioni sono conciliabili cogli ufficii a loro devolu ti, il i·iferente propone alcune mo· dificazioni agli organici di tali corpi che , non alterandone di molto l'armonia ora esistente, procurano complessivamante una sensi-bile economia per l'erario pubblico. « Nel proporre a V. M. i progetti di decreti dett_i sin qui, il riferentenoa dimenticava di portare la propria attenzione sul quadro degli uffiziali generali . Ma considerando eomo vi fosse già nn recente d(Y-)reto di riduzione, quello cioè del 7 maggio 1865, il riferente propone a V . Nl'. che per ora sia diminuito di 10 il numero degli uffìziali generali portati sulla parte ordinaria del bilancio in base a l de~ creto oradetto, in attesa che compiuti gli studi occorrenti possa essere presentato alla sanzione sovrana un decreto organico definitivo a tale riguardo. « Accennate così le riduzioni che il riferente propone a V. 1\'I. di introdunc in tutti i corpi, gli resta ora ad indicarne alcune speciali ai corpi :.li linea ed instituti, lo quali mentre tendono sempre ad uno scopo economico , rispondono inoltre ad altre esigenze, di cui la M. V . apprezzerà. senza fa.Ilo tutta l'importanza. d L'organico dei nostri reggimenti di fanteria e d~i ber: sa"lieri stabilisce tre uffiziali subalterni per compagnia, dei e due sottotenenti ; quello dei reg• q u:li un luo"otenente o . gimenti di cavalleria stabilisce q uattro subalterm _re~ squa• drone, dc' q uali due luogotenenti e due sottotenenti, E age~


21'7 dare incontro all'inconveniente in due modi : 1° rialzando la carriera stessa in modo da renderla tale che offra da per sè sia moralmente sia materialmente, un avvenire a co' ' . loro che la percorrono , ed a tale riguardo il riferente ricorda quanto ebbe ad esporre nella relazione presentata alla M. V. iu data 17 dicembre; 2° elevando d'alquanto la proporzione delle promozioni a sottotenente che· 1a legge accor~a di diritto per 113 ai sott'uffìziali. « Quando si gettarono le basi del nostro ordinamento , considerando la mancanza assoluta di tradizioni militari in alcune provincie del nuovo 1·egno ed il livùllo svent.ur~tamente basso dell'istruzione secondaria in generale, s1 neo• nobbe la necessità di allargare d i molto la base degli istituti d' istrnzione militare onde offrire cosi a tutti gli elementi del paese il modo di concorrere alla formazione dei quadri dell'esercito e dargli al più presto q_uel carallere nazionale che dovea essere la prima condizione della sua esistenza. , Ottenutosi grado a grado tale scopo si andò scemando in proporzione il numero dei nostri instituti milit~ri s~con-_ darii, e da cinque che erano in origine furono già ridotti a tre. Il riferente propone che nuo dei tre esistenti ve~ga ora soppresso, e ciò tanto più che, cessato nella came~a m1litaro il movimento straordinario a cui diede luogo il formal'Si d'un vasto eserci-to come il nostro, l'allettamento che prima iaùuceva molti ad abbracciarla essendo scemato, il nmnero dei concorrenti non è più tale da alimentare tre iostituti secondarii, e quando il fosse, conven·ebbe per avventura restringerlo modificando le condizioni d'ammissione, che altrimenti si finirebbe per avere un elemento eccedente i bisogni dell'esercito; per il 1866 intanto e sino al com pimento del corso, il collegio milit~re. ~oppresso sarà portato sulla parte straordinaria del b1lanc10. • L'urgente bisogno da ultimo d i rinunzi_are pe: _ora a quelle parti del nostro ordinamento le ~uah se ~til_1 son? noQ. si possono dire egualmente necessarie , cons1ghano il DELL'ESERCITO ITALIAXO

216

ORDINAMESTO

vole vedere da ciò come la proporzione dei sottotenenti coi luogotenenti nella fanteria e del complesso degli uffii.iali subalterni coi capitani , cosi nella fanteria come nella cavalleria si trovi talmente squilibrata che nei tempi ordinarii la carriera dei sottotenenti nella prima e dei su balterni complessivamente in ambedue le Armi non possa non trovarsi in condizioni affatto sfaTorevoli . « Il paese sopportando una gra.ve spesa per manteuere \ u n esercito in cui ripone ta nta parte delle pl'oprie speranze, non può non desiderare che in esso si conservi -quella forte tempra morale, la quale risultaute dal patriottismo, e dai sentimenti del dovere e dell'onore tanto vivi nelle sue file, ha pure un largo fondamen lo in q u_ell' onesta e moderata ambizione per cui ognuno guarda alla prospettiva della propria carriera, e perciò, _in quella che si introdurrebbe • una sensibile econon11a nei suoi quadri, non potrebb~ non approvare i l provvedimento per cui una parte minima di essa venisse erogata allo scopo di migliorare le condizioni della carriera stessa. • Il riferente in base a tali r.onsideraziooi propone allaM. V. di modificare gli attuali organici delle Armi · di linea sul piede di pace in modo che riducendo sensibilmente i sottotenti ed aumentando di poco i luogotenenti ed i capitani mentre si ottiene una vistosa economia, si stabilisca una' più equa proporzione fra i tre gradi di cui si com pone la gerarchia degli uffiziali_ inferiori e si vada incont~o anche all'inconveniente che le compagnie e gli squadro111, in cui ha luogo la riduzione dei sottotenenti , vengano a mancare dei subalterni portati nei loro quadri per effetto delle lacune prodotte in essi dai comandati alle scuole e chiamati ad altri diversi servizii sia nell'interno che ,fuori dei propri corpi. « Il riferente non si dissimula che per il fatto dello riduzioni proposte la carriera dei solt' uf(iziali delle Armi di linea yerrebbe ad essere d'alquanto ritardata, e conscio della benemerenza di questa parte dell'esercito si propone di an-


218

2f9

DELI.'ESERtITO ITALIANO

OR\:i!NAÌtlENTO

tante difficoltà, ci pare avvia to per uno sdruc;ciolo che fi: nirà per farlo scomparire dai quadri dell'esercito. Ed invero dal 1861 ad oggi, per una successione di deèré<ti, lo si è sempre progressivamente diminuito, come può vedersi dal seguente confronto numerico :

ri_ferent~ di proporre a V. M. la soppressione della scuola cl'. m~sica po~tand?ne i~tanto l'assegno sulla parte straordinaria del b~lanc10 , ~mchè si sia studiato il provvedi~ento con cm e~onom1zzando la spesa a _cui essa dà luogo. s1 possa almeno m parte ottenere lo scopo a cui è desti~ nata .. Ed è pu~e ~iegaudo alla forza dell' oraesposta consideraz10ue che ii nferente ~ov~tte soprassedere dal proporre p~r ora ~lla M. V. alcum miglioramenti nell'ordinamento\ di · alc~m . corpi_ e specialmente del sanitario che più d'ogni altro nch1ede siffatto provvedimento. « Tali sono _le modificazioni essenziali ·p~oposte dal riferente per l'ordmamento militare dell'esercito, onde realizzare sulla parte ordi~ari_a de_l ?ilancio col concorso di quelle ottenut~ per mezzo d1 d1spos1z1oni ministeriali, taute nuove econo1:11e _Per__ l0 __milioni e più, e quelli esposti alla M. v. sono 1 cr1tem coi quali egli ha proceduto nello studiarle ed adott~rle; o_ve esse incontrino la reale approvazione, la M. V. _si degm onorarle della reale sua firma come una ~arte d1 quelle disposizioni urga:1iche che· nel concetto del riferente _a~rebbero a costituire il nostro definitivo ordinamento militare da sottoporsi al Parlamento.

I

ORGANICO

GRADI

11-------_.,:_________

10

11

10

Tenenti colonnelli

20

11

10

:Maggiori.

28

30

28

Capitani .

92

98

94

60

52

50

210

202

192

Colonnelli .

.

1861 1 8 ~

. .

Luogot~ncnti To1•AJ.1

\

Non computiamo nei due ultimi organici gli. 8 sotto:enenti, perchè non sono da annoverarsi nell'effettivo del corpo questi 8 sottotenenti usciti dall'accademia militare ·e facienti i l corso biennale della scuola d'applicazione, come non vi sono computati i 30 o 40 uflìziali su ba\lerni dei corpi di fanteria , e di cavalleria che trovansi alla stessa scuola. Dal 1861 ad oggi è dunque avvenuta una diminuzione di 18 uffizi~li~ cioè di circa 1 / dell'effettivo· o sono in meno 10 tenen11 10 ' colonnelli, 10 luogotenenti, ed in più 2 c,apitani. . Dei 94 posti di capitano alcur.i (8 o 9) sono occupati da ingegneri geografi, cosicchè i capitani da 94 si -riducono a 85 o 86 che s iano. ·Potremmo iagannarci, ma crediamo che quest'effettivo sia di assai al disotto dei bisogni dell'eser• cito pel caso di mobilizzazione, e crediam· altresì che s'ingannano a partito , coloro i quali pensano che venendo il momento di entrai·e in campagna si potrebbero estrarre fa.

• Il Ministro « A. P-' E T ITTI ' .

. Coni~endi_~rem? ora le modiffoazioni decretate, e per amor d! b_rev1tà c1 lm~1teremo , per quanto possibile, a indicar le d1ffer~nze fra 1 novelli orga nici e quelli del 18 dicembre 1864, riferendoci a quanto abbiam detto di questi ultimi nel volume m, anno 1x, e perme,tendoci di intercalare qua e là qualche considerazione.

Corpo di stato maggiore. . Questo corpo, cJ1e è eh.1amato in o-uerra a rendere i più importan ti servigi1 ed il cui 1·eclut~~ento pre:!enta tante e

1


22Ò

oirnrnAMEN'.l'O

DELL'.ESERCiTO lTALIANO

cilmente dalle altre . armi quanti uffiziali di stato maggiore occorrano. Quest'ultima opinione è quella che da alcun tempo fa la guerra al corpo di stato maggiore,- e se non sorge qualche mano ferma e mente forte che la combatta - è la vinca , non ci stupirebbe di veder un giorno o l' altro emanare un decreto portante la definitiva soppressione di questo corpo: e sarà una grave imprudenza. Il Regio Decreto del 30 dicembre 1865 prescrive inoltre:'t che gli uffiziali in eccedenza a l quadro oradetto: se subalterni potranno essere conservati in soprannumero, se supe· riori_o capitani saranno collocati in aspettati va per riduzione di corpo; che saranno applicati al corpo di stato maggiore e compresi nel quadro del corpo ,stesso, per il disimpegno dei lavori di contabilità, e per lavori di ordine presso gli ufficii dei gran comandi di dipartimento e gli ufficii dei comandi generali di divisione : 1 Uffiziale superiore; 28 Capitani ; 28 Uffiziali suhal rnrni . I predetti uffiziali vestiranno !a divisa del corpo da cui provengono senza alcuno speciale distintivo, ed avranno indistintamente le competenze che per il ris pettivo b ro grado sono stabilite, per l'arma di fanteria.

19, 22 e 23, e fatte le sopraccennate modificazioni, dà precisamente il nuovo quadro di formazione di un reggimento di fanteria sul piede di pace.

221

Bersaglieri. Nei bersaglieri per la carica dell'uffizìale di matricola fu fallo come nei reggimenti di fanteria; la compagnia deposito, che il Decreto 18 dicembre 1864 aveva conservato jn ciascuno dei 5 reggimenti, fu soppressa, per la qual cosa furono tolti di pianta un capitano, un· tenente e 2 sottotenenti, e 35 individui di truppa, ovverossia tutto il persoqale specificato nella colonna 18 dello specchio inserto a pag. 38 del volume della'. Riv-ista più volte citato ; inoltre fu soppresso il sergente trombettiere presso lo stato maggiore del reggimento, ed ivi aumentati 4 capi armaiuoli. Di maniera che attnalmente il reggimento ber,;aglierì sul piede di pace consta di 159 nllìziali e 3,037 individui di truppa, in totale: 3,196: Dci 96 nffiziali subalterni delle 32 compagnie, 48 devono essere luogotenenti e 48 sott,otenenti, e sempre 3 per compagnia, e fu giudiziosissima cosa il non averli diminuiti.

Cavalleria.

Fanteria di linea.

I reggimen_ti cli cavalleria ebbero, col 1° febb raio, abolito i l deposito, ed oltre a ciò il reggimento guide fu ridotto da 7 a 6 squadroni ed all'identico organico degli altri. Le modificazioni nei personali sono un po' più numerose che per la fanteria, oude giudichiamo di riprodurne lo specchio della novella formazione;

Le modificazioni a_vvenute non hanno tratto che ai quadri dégli uffiziali, e sono quelle menzionate nella relazione cioè: . soppresso l'uffiziale di matricola e concentrate le sue attribuzioni nell'uffi.ziale di massa, che prende la denominazione di uflìziale .di r:-iassa e mat1·icola, e può avere il grado di capitano; aumento di 4 luogotenenti e diminuz,ione di 12 sottotenenti per ogni reggimento, ovverossia diminuzione di 8 uffiziali subalterni; la carica di -maggior relatore stabilita non più provvisoria, ma defini~iva. Onde lo specchio a pagina 33 del volume m , anno ix:; nelle s ue colonne

1


223

DELL'E5EltCITO ITALIANO

222

ORl)INAMtNTO

SPEC ancieri, cavallegge1·i, ussari e guide sul piede di pace. di formazione di un 1·eggimento di cavalleria di linea, TRUPPA. UFFIZIALI.

è ......

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DESIGNAZIONE

dei gradi e degli illl1>ieghi

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Luogotenente colonnello .

1

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:Maggiori.

2

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1 2

. linl• (a). Amtante maggioro .

1

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1

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»

1

Direttore dei conti (a). Uffizialc di

1

massa e matricola (ci)

I,

i amministrazione (b)

1

Porta-stendardo (e). .Cappellano . 1\Iedico di Veterinario

1

reggimento .

I ,battaglione .

i

1

in 1°

1

1

.

1

iu 2° •

1

Capitani. Luogotenenti . Sottotenenti Totale uffizit1li Tot.aie truppa. TOTALE GENERALJ:;

.

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dei gradi e degli impieghi

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1

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(e) Sottotenente.

\ DlOl'S.'11'O •

Capo

sarto .. . ca.Jzola10 . sellaio. . Caporale maggio1'e : : : : : C'aporali furieri d'amministrazione C'aporaln trombettiere . Trombettieri musicanti Vivandiere .

1

6

6

10

10

1

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• 11 11 ------16 27 ---42 -

870

892

87

897

934

Totale truppa Cavalli eh sella . Cavalli da tiro .

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Totale cavalli

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6

5 1 10 12

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2

Annotazioni

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~'uriere. . . . Sorgenti. . . . Caporale furiere . Caporali. . . Aptmntati . . Trombettieri di 1' classe . Trombettieri di 2' classe . Maniscalco. • . • Allievo ma,nisca.lco . ~cllaio . . . . . oldati . . . . .

1

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Furiere maggiore . . . Furiere cl'amministraz.ionc Sorgenti d'amministrazione Trombettiere maggiore .

(a) Ca.1)itano. (b) Subalterno.

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2° (b) .

.Annotazioni

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Colonnello o h1ogot-enente colonnello, comandante . . . .

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DESIGNAZIONE

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SEI SQUADRONI

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1 1

6

6

60 72 12 12 6 6

100

654

654.

22

145

870

892

10

110 2

660 12

670

1

11

112

672

683

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- - --

13


DIH,L'ESERC!TO ITALIANO

225

Artiglieria. Dallo specchio genemle nitme-rico (pagina 65 del ,v olume m, anno 1x) approvato col Decreto 18 dicembre 1864 al quawro generale gmduale n1.ime1·ico sanzionato col Decreto del 30 dicembre 1865, si ha una differenza di 420 uomini in meno sull'ultima , la quale si riduce realmente a 405, poichè i 15 uflìziali generali noverati nello specchio succitato, non sono più nel qi,adro generale, per essere compresi nel quadro dello staJo maggiore generale dell'esercito, come tutti i generali, senza distinzione d'arrua. Come riiamlta dal confronto dello spepchio 1864 e del quadro 1865 che qui sotto trascriviamo, le diminuzioni consistono in: 41 ulliziali , . ~ cappellani, e 355 individui di truppa ed appartenenti tutti alle compagnie operai e veterani.

ANNo xr, voi.

i, -

15.


QUADRO GENERALE 9raduale numerico della composizione e fo1·za del pe,·sonale dell'arma d'a,·tiglieria sul piede di pace.

Annotazioni

DESIGNAZIONE DEI GRADI

11-----------------11----- - -- ------ --- ---1-..;..--.;.......-----I Colonnelli Luogotenenti colonnelli. Maggiori. Capitani . Subalterni Totale

12

I

6

12 18

1 5

12

90

6

273

8S

12 57 153

95

3

13 30

255

18

542

23

215

50

228

390

1 1

3

5 5 5 10

10

5

5

Medici di reggimento Id. di battaglione V eteriuari in 1° . Id. in 20 Istrnttol'i d'equitazione.

'

Totale truppa T OTAT,E GEKERAtE

Totale carnlli e muli

6

~

.

5 80

3

2

Totale Fur1erJ maggiori . . Trombettieri maggiori Furieri d'amministrazione. Id. scudie1;i Furiel'i . . Sergenti d'aillil)inistrazione Id. trombettieri Sergenti . . . Capi · armainoli. Id. sarti . . Id. calzolai Caporali maggiori. Id. furiel'Ì cl'ammiuistrazione. Id. furieri Id. trombettieri Id. scudieri . Caporali . Trombettieri musicanti . Id. c1i 1• classe Id. di 2• id. Maniscalchi . Sellai . . • Pontieri di 1• classe. Id. dL 2~ id. Cannonieri di 1• classe. Id. di 2• id. Vivandieri . . . . . Veterani ed aggiunti veterani

22 22

5

3 3

1

1

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71

930 9

9 5

38

80

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1

3 6

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48

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4 1 65

15

25

246

402

3 3 3

5

9

5

9

8

5

17 5

7

146 44 1

46

849

1 1 1 2 4

15

9

48

so

1

6

5

110

438

66

18

24 96 48

728 '10 100

5

1342 64 279

80

5

1-!2

6

5 10

9

25 6

9

• 234

18 44 143 12 5

5

• •,.

.13

2

5

·•

84 84 234 684

3

81

3

81

1056 3072

1780

100

2936

5494

305

8871

3

5

250

250

684

9

-- --- --- --- ------ --23

215

0216

791 16317

53Sa

96S6

815 17285

150

4260

1159

5151

1211 40

--= =

Dei capitani metà sono di 2• classe. Degli uffiziali subaltemi un terzo sono di 1a classe, gli altri sono luogotenenti di 2• classe o sottotenenti.

---== •

4450

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cli formazione del corpo del treno d'armata sul piede di pace. FOR7.A DI U1i REGGl!IEN'fO 10 compagnie .-.. "". . .

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Annot-a.zioni

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Colonnelli o _luogotenenti colonnelli, comaudaut1 . . . . . ~ Luogotenenti colonne1!i. . Maggiori . . . . . • . "-.:: Aiutanti maggiori in 1° (ct} 5 . !d. in 2° (b) . . j / D1re~tor1 ~lei conti (e) • • . , "" \ Uffizia.lr eh massa e matricola (e) o ( Id. d'amministrazione (cl) . lj Id. di carregrrio ( e) · • • ~ Medici di reggim:nto . . • : u:i Id. di battaglione . . . . 'Vetel'iuari in 1 ° . . . . . . Id. in 2° . . . . . . \

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Capitani . . L uogotenenti Sottotenenti.

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Totale truppa

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TO'J'ALE GENERALE /

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, Ful'ieri Sergenti Caporali furieri ~ Caporali . . ze!} Tram bettieri cli 1" classe di 2a id. ~ Id. ~ Maniscalchi . ~ Sellai . -O o Carradori 1n classe . I Solcl!1ti dì Id. di 2• id.

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§ Capi sarti . . . . G I d. calzolai . . .

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20 30 30

cavalli in più pel servizio dcll' accademia militare.

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958

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1015

2030

10

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2

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10 40 10 100 . 20 10

(*) 111° reggimento ha 30

2 2 2

---- - ---o.o... ...;,;------ -~,.__ __T_o_t_a1_o_u_m_z_ia_l_i-~~-j-l_7_7\~ ~ -4----=t--4_o_t- 5__7,,_i--1_1_4~ )}

(a) Luogotenente. (b) Sottotenente. ( e) Capitano. (tZ) Subalterno. (e) Capitano o subalterno.

2 2 , 4 2 2 2 2

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94

- 35 --

98

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400

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,100 (*)S00

):..:l' t,,:).

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OllDINAJ.IJ!NTO'

fr-eno d'armala.

Genio militare. Le diminuzioni effettuate nell'arma del genio consistono in 100 individui f cioè 18 uffiziali dello stato mag~ giore (nn colonnello, 2 maggiori, & capita:ni é g suballerni), 2 cappellani

e

80 veterani. I D uffiziali generali sono pure

tolti d'alla, pianta particolare del genio e passati alh stato

maggiore generale.

Come lo si è letto nella ,:elazione, pel 1° a_prile 1866, sarà soppresso il 311 reggimento di quest'arma. Anehe

pèr -i

-reggimenti del treno fa carica di uffiziale di

matricola è xaccolta a quella di .µijiz~ale <l,i ,massa.

I reggimenti consteranno di uno stato maggiore e di I O compagnie, come è specificato nel segu..ente sp~cbio. Confrontando detto specchio con quello a pag.

7p, Riv'ista,

anno u:, voi. m, osserviamo che la totale riduzione nell'arma del treno d'armata è ,di 36 uffiziali e 39~ individui di bassa forza, e 160 cavalli o muli.


RIVISTA TECNOLOGICA

233

listiço di Venaria .Reale si cominciava poi il confronto txa le pote.QJ?;e dilaniatrici, ma lo scoppio del tronco aH.enuto al terzo colpo iµipe<}.iva. <li COl.ldurre a termine questa prova; dai due -soli colpi i\ltili ottenuti si sarebbe con.chiuso che il rapporto <leHe d1Je potenze <lila.niatrici fosse di circa 1,24, maggio~,e essenQ..O ,quelli!- qeJla polvere francese. I risultati di .queste esperienze potevano essere impµgnati, sia per la poca quantità degli spari che avevano servito a ' determinare la carica !'l.q_UÌvalente, sia perchè le polveri poste a confronto non erano in eguali condizioni, sia fina lmente perchè due ,soli spari al tronco potevano dar~ risultati anche opposti ai veri. , Decidevasi per conseguenza di iniziar.e nuove esperienze, le quali vennero eseguite nel 1863, e quantunque esse non , sieno state condotte a compimento, nè servano a dare un ragguaglio esatto delle qualità. .di queste due polveri, pure è sembrato opportuno di farne conoscere i risultati, affìnchè gli uffa,iali dell'Arma non possano essere indotti in errore i-nlla quali.tà di polw~re oggidì adottata, cd è quanto fo fa.tto con il resoconto seguente che togliamo dalla puntata 11 a de!

RIVISTA TECNOLO-GICA

· Esperienze comparath'e tra la polvere fitbbricata a· Fossano e la polvere francese. Fin dal 1856 l'artiglieria nostra iniziava accurate esperienze per .p aragonare le polveri fabbricate colle botti e lo strettoio a- quelle fabbricate coi ,pestelli, e nel Giornale d'A1·tigl-ie1·ia del 1862 esponevasi i risultati ottenuti, accennandosi che nuovi' esperimenti sarebbero stati eseguiti onde paragonare le polveri fabbricate a , Fossano colle polveri francesi. Alcune esperienze destinate a paragonare la potenza dilaniatrice delle due polveri furono infatti .cominciate nell'anno 1862. Con d ue · seri0 di dieci tiri al pendolo balistico 1a cannone di Fossano e col cannone da 16 F. da muro veniva determinata la carica della num•a polvere, equivalente a quella di chilogr. 2,000. polvere francese, prendendo questa ultima quale trovavas1 nei barili incettati daI governo francese,, e ne risultava essere questa carica di chilogr. 1,850. Con questa carica è col tronco di cannone del pendolo ba-

Giornale d' Artiglif;1,!l;a, l865. Lo scopo principale ~delle ~sperienze si era quello di sta• bilim un paragone tra la potenza -dìlaniatJice delle due specie di poLveri, essepdo.chè mol.ti ritenevano che, essendosi data alle n uove polv.eri un, .granitura lamellare col metodo inglese. si fosse in piiri tempo aumentata la facilità .li accen• dersi dei granelli; ed aumentata la tensione dei gas nello interno dell'arma, Era · per conseguenza necessario di deter- minare in primo luogo la carica di polvere di Fossano equivalente in effetti balistici in ·una data bocca da fuoco ad una data carica di polvere francese, e quindi con le due carich!=) di egual effetto misura,e la diversità degli effetti ·prodotti in un tronco , della stessa bocca da fuoco. Il rapporto tra questi effetti -avrebbe misurato il rapporto della potenza dilaniatrice delle due polveri. Valendosi poi degli

r


TECNOLOGlCA

spari che erano necessari per la determinazione della carica . equivalente, si sarebbe qt1indi potuto fare un confronto tra la regolarità degli effetti delle due polveri. Le esperienze furono eseguite nel polverifièio di Fossano col pendolo balistico da cannone colà stabilito· la bocca da fuoco fu un cannone da · 16 F. da muro, ed 'il tronco di cannone dello stesso calibro ebbe una lunghezza d'anin:ia eguale alla l unghezza della carica di 2 chilogr. di pol ver\ francese, più il diametro di un proietto. Sarebbe stato più conveniente; per porre le due polveri in eguali condizioni , di ridurre, pel tiro colla polvere di Fossano, la lungh ezza d'anima del tronco, a misura tale che anche in q nesto caso il proietto, spinto a conta!to della carica, riescisse tangente al v ivo della bocca. ì\fa non essen do ·convenientemente riuscita· la fusione di un tronco che , presentasse alle due estremità le dne anime di convenieut.D lunghezza, si stabil't di fare ,le prove in uno stesso tronco, spingendo il proietto a contatto della carica e tenendo conto nei calcoli della m aggior lunghezza dell'anima da esso percorsa. Nell'esecuzione delle esperienze si pose la m~ssima cura affiochè le polveri da paragonarsi fossero in ecruali condi1. . o z10m; per questo scopo la polvere francese fu totalmente liberata dal polveraccio che conteneva; aruendue lo specie di polveri furono conservate in sacchi di gutta percha-; e prima di adoperarle fu misurata la quantità di umidità che con tenevano, e si trovò che la differenza n on era sensibi!P; i proietti per i diversi colpi non furono presi a caso, m:.tbensì. divisi in tante coppie di proietti eguali o pressocbi:: eguali di peso e di dianÌetro, e di ogni coppia uno si adoperò con la pol vere francese, l'altro con quella di Fossano, cosichè anche se vi fosse stata una differenza sensibile fra le diverse ·coppie, trattandosi'di esperienze di confronto, non veniva diminuita l'esattezza delle med.-sime. I risultati delle esperienze riguardanti la determinazione della carica equÌ\'alente sono compendiati negli specchi ~e, guenti :

l " Serie .

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CARICA

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__

PROIETTO __....

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2,000 270

6,0052 117,24 79,149 508,19 22

Di Fossano.

1,800 2B4

6,0051l 117,18 U,911 494,68 22

Franacse

___

PROIETTÒ ___,..__ ____,_ CARICA

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POLVERE

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Francese

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2-,000 270

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6,0175 117,23 79,228 507,65 40

\

Di Fos.sano .

1,-922 248,9 6,0103 117,17 7S,1l01 505,64 40

J

Le cariche di polvere di Fossano con le quali vennero eseguite le que serie, furono ogni volta determinate moltiplicando la carica della ser ie precedente, pe1· il rapporto tra i la vori dinamici svolti dalle due polveri. Q.aella della prima sei'ie fu desunta dai tiri preliminari che già la direzione del polverificio aveva eseguiti prima che le esper.ienze' in• com mciassero. Dai risultati otten uti nell'ultima seritl di ~pari, si deduce facilmente potersi p rendere per càrica di polvere di Fossano, equivalente a 2 chi!. di polvere francesi:), quella di chil. 1,922. Ed è appunto con queste cariche che si stabilì di intraprendere le esperienze sulla potenza dilaniatl'ice, le, qu§lli dovevano constare -di 80 colpi col tronco di cannone ,


RIVISTA

-------------·-.. .. Carica

Polvere

Proietto o

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di Fossano 1,922 251

76,8

13,306 207,70

6,048

Francese... · ·2,000 274 6,051

54,8

14,185· 214,30

'

76,8

14;990 220,04

48,8

15,080 222,33

78,8

13,065 206,98

. 52)8

15,570 224,64

74,8

13,185 206,04

53,9

14;563 216,75

di Fossano 1,922, 247 5,980 Francese.., 2,.000 275 6,050

di Fossano· 1,922 249 ' 6,050

0

di Fossano 1,922 254 6,067 117,9 70,9

Velocità iniziale media I

13,507 20,8,12

.

J

= 1,033 N r.

{ Francese... .15Jl09 ù,iuamodi

l

r

(1· - x 2) dx= 1,033 N,. r 2

2

2 -

3

r.

Quindi, se a è lo spazio percorso dal centro del proietto nell'in• terno dell'anima il lavoro dinamico totale dei gas, sarà

id.

id.

!1·)

o

Fmuccse... 221,37 metti . di Fossano 210,0G

a +

e quincli il lavoro totale a pa.i'tire dal moment.o che il proietto si trova col suo circolo massimo sul taglio della bocca

t

di Fossano 13,GIO

(

(1) Quando la tensione dei gas agisse sempre sulla intera superficie posteriore del proietto , l'eguaglianza dei lavori darebbe 1,033 N :t r 2 et= L ; ma, quando il circolo massimo clel proietto è fuori dcll'auima di una. quantifa x < r, la sezione sulla quale ia tensione agisce nou è piì.1 che r. (1·2-x2); il lavoro elementare della tensione sarà quimli

L

Lavoro µinamico medio

2

nella quale 7' è il diametro del pro1etto, d lo spazio percorso dal · suo centro nell'interno dell'anima iii metri, L il lavoro·

I

Francese... 2,000 274 6,078 ll'i,8

L 1,033 ,. r

I\

.

= I

16,151 228,83

. .

N

mili.

58,8

Francese... 2,000 279 5,982

a

(])

"' o"'

.

6,057

Egli è certo che questi risultati non sono• nè abbastanza regolari, nè abbastanza numerosi perchè da essi , si possa trarre un giudizio sicuro sulla relativa potenza dilaniatrice delle due polveri. :Ma egli è oltremodo improbabile che, q nando· si fosse potuto proseguire il tiro,· i risultati finali r iescissero in aperta opposizione coi risultati parziali ottenuti. 0 1•a, se si suppone che durante il tempo brevisimo che il proietto impiegava percorrere la ·parte d~ll' anima ad esso a nteriore, la tensione dei gas fosse costante, e che questa si 1?S~rcitasse costantemente sulla porzione del proietto immersa nell'anima, questa tensione sareb.be data in atmosfere da

;,,.,.

---

O)

Francese;.. 2,000 270 6,048 117,5

di Fossano 1,922 251

2:37

• TECNOLOGICA

40 cioè co_n polvere francese e 40 con quella di Fossano. Nella esecuzione di queste ultime, stante l'irre"'olarilà di m9vjmento dei proietti \anciati col tronc.o , attribuibile al j:lOCo-tempo d,u rante il quale il proietto è guidato dall'anima, av:veno!3 phe ~l 10° colpo il proietto andò a c~lpire contro 1~ bocc11 d~l ricet-tore scheggiandola , cosichè, per non ' ro:HJ~r!;l .co.w.plet.arnen\e l'apparecchio, si dovette sospe.Pdere il tiro .. l risultati dei tiri eseg1iti sono compendiati nelip specchio seguente;

.l

L

= l ' 033 N 7t 1·~ (a +

:._ 3

r)


·. 238

j

ltIVTS'i'A

dinamico in dinamodi . Se in tal modo sì ricer~a il valore della tensione dei gas nel tronco, si ottiene I

per la polvere francese per la polvére di Fossano

N

=

N=

1449,230 1057,098

Questi numeri non danno certamente i valori ~ssoluti della tensione massima dei gas, la quale sarà ad essi mag't giore, e più nel sec.:ondo caso che n_el primo. Ma la loro differenza è tale, che uon è guarì probabile chfl la tensione massima dei gas svolti dalla polvere di Fossano, sia per diventare in alcun modo superiore a qtiella relativa alla polvere francese. E si può quindi, se non con materiale certezza, almeno con grandissima probabilità affermare che la polvere di Fossano, a parità di effetti balistici, è meno di-laniatrice della polvere francese, o con - c:ertezza, che non è più à:ila'(l,iatrice della polvere francese. Quanto alla regolarità di azione delle due polveri, essa pùò rir.avarsi cfall'nltima serie delle esperienze sulla carica equivalente, che è la più numerosa. Desumendo dai singoli tiri di questa serie il coefficiente di regolarità, cioè la l'adicb della media aritmetica dei quadrati delle differenze tra ogni risultato e il risnltti,to medio, si ottiene per la polvere francese • per la polvere di Fossano

239

si racchiusero 8 chil. di polvere esattamente pesati 111 un barile della capaèità di 12 chil., chiudendo questo in un altro della capacità di 50 chil., e si fecero discendere per '100 volte su un tavolato lnngo 10 metri, inclinato a 15° e sormontato da traverse di legno alte 35 millimetri e collocate ad uu metro di distanza. Separate quindi le polveri dal polveraccio e pesate di nuova, dopo stacciate, sì ottennero i seguenti risultati: I

per la polvere francese, peso dopo la prova 7,955 per la polvere di Fossano, id. 7,999 cosìcchè la polvere francese avrebbe dato 46 grammi di polveraccio e quella di Fossano l sol gramma.. · Da tutti questi risultati si può conchiudere che, senza alcun dubbio, la polvere di Fossano fabbricai/I- colle botti e lo strettoia non ·è più dilania trico, nè meno ;regolare della polvere francese fabbricata coi pestelli, e che nei trasporti si 1 conserva assai meglio di questa.

Es11erìenze al pendolo balistico circa l'influenza clell'inclinazioue delle righe sulla velocità iuizialò del , proietto nel cannone

e= 15,1047 e'= 10,2623

tla 8 B. R. moti. 1863. NGlla stessa puntata del Giornale cl' A?·tiglicria troviamo un altro resoconto riflettente recenti e particoiari esperienze al pendolo balisti?o, le quali crediamo bene qui riportare :

cioè la regolarità della polvere di Fossano è relativamente a quella francese

e

TECNOLOGJCA

15, 1047

7= 10,2623 = l ; 47 .

Non ultima fra le diverse questioni agitate ed a.gitantisi intorno alle armi da fuoco rigate, evvi quella di sapere se ed in qual modo l'inclinazione dalle righe possa influire su u na 'diminuzione nella velocità iniziale del proietto. , A questo scopo nello scorso ottobre si eseguirono dalla

Alle espe,l'ienzc accennate ne furono aggiunte .alcune dirette a riconoscere là fermezza del granello e l'attitudine delle polveri a conservarsi , nei traspo1·ti. Per questo scopo

1


240

RlVISTA

direzione del polverificio di Fossano, d'ordine del ministero della guerra, alcune esperienze comparative di tiro col pendolo balistico da cannone, adoperando un cannone da 8 B. R., mod. 1863, colla rigatura quale risulta dalle tavole di costruzione, ed un altro colle righe in direzione parallela al suo asse, ed in tutto il rimanente identico al primo. I proietti per entrambe qu~ste bocche da fuoco furono apprestate, sia per la massa come pel tracciato, uguali~a quello a ttualmente in servizio, e soltanto difJerenti fra loro nella disposizione delle alette, che in quello pel cannone a righe diritte erano disposte a due a èlue su sei generatrici rette della parte cilindrica. Il programma per dette esperienze stabiliva: 1° Si eseguissero gli esperimenti al pendolo balistico da artiglierie, incavalcando però ora l'una ora l'allra bocca da fuoco su un a!fusto da piazza e éosta, mod. 1839, da cannoni da 16 ed 8 B. F., e tirando contro il ricettore. 2° La carica, come in o~ni altra circostanza dello sparo, fosse per quanto ora possibile in condizioni pari a: quelle dol t,iro d·1'. fazione. 3° Si facessero soli 10 colpi por ciascuna bocca da fuoco, salvo i l caso di anomalie per le quali si ripeterebbe il tiro, sparandone consecutivamente p1·ima cinque col cannone a righe diritte, poscia altreltan~i col cannone a righe inclinato, indi altre cinque con questo, e :finalmente gli ultimi cinque col primo. A tali prescrizioni si adempiè scrupolosamente eseguendo dieci colpi con ciascuna delle, bocche da fuoco, non essendosi riscontrata anomalia di sorta nei risultati di tiro. Le granate tutte vennero portate al peso di chi!. 4,500, introducendovi della sabbia. Si impiegò la carica del peso ùi 900 grammi o di fazione con polvere di Fossano racchiusa i n un sacchetto di filaticcio da cannone da 8 B. R., modolio 1863, e si lasciò tra due spari consecutivi un intervallo di 20'. ·

241 Nel qui unilo specchio appariscono, oltre ad altre circostanze di tiro, 'le velocità iniziali corrispondenti ai singoli spari dei due cannoni, riferite al vivo della bocca da fuoco, mediante la formala TECNOLOGICA

rn cui V e la velocità riferita al ricettore ricavata dalle formolo ordinarie, S la distanza tra il vivo della bocca da fuoco ed il piano anteriore del ricettore che si tenne costantemente di metri 5,873, e prendendo ~ coefficiente varia.2 bile col proietto e colla velocità= 0,00053.

ANNO xi,

voi.

1. -

1~.


SPEOOHIO dei risultati delle esperienze di tiro. '

CANNONE ·A RIGHE ELICOIDALI

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- 7,92

8 387,65

-3,81

Annotazioni

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o

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o

.

6 383154 7 385,95

'

Si trovarono tre granate rotte nel ricet• tore.

- 5,51

1 ~02,59

2 395,01

3 398,57 4 398,18 '' 5 400,48

\

9 399,42 + 7,96 10 395,22 1391,46 + 3,76 4,57 11 389,64 -1,82 12 391,62 + 0,16 13 395i28 + 3,82 14 392,98 15 393,32

~

(I.I

o,...

.... Q.)

I

16 404,42

+ 2,86

Delle dieci granate

otto si trovarono rotte -4,72 nel ricettore. -1,15 L'apertura oblunga lasciata nel disco del - 1,55 ricettore indica che + 0,75 ller lo più la granata 399,73 2,99 non colpì per diritto. + 4~69

17 396,57

-3,16

18 404,00

+ 4,27

19 397,63

- 2,10

20 399,83

+ 0,10

I

+ 1,52 I

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+ 1,86 I

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Annotazioni

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CANNONE A RIGHE DRITTE

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TllCNOLOCICA

~3

Esaminando i r isultati comparativi di tiro dati dalle esperienze pei due cannoni, rilevasi essere la velocità media iniziale del proietto lanciato dalla bocca da fuoco a righe inclinate di metri 391, 46, e quéllla del proietto sparato dal cannone a righe diritte di metr i 399,73, ossia maggiore della prima di metri 8,27; differenza questa che puossi ritenere minore del vero qualora si riflEtta che la granata lanciata dalla bocca da fuoco a righe diritte essendo per lo più entrata di fianco nel disco del ricettore, avrà incontrata maggiore · resistenza dell'aria nel suo tragitto dalla bocca del cannone al ricettore, che se fosso andata per· diritto o colla punta avanti, l' urto quindi sarà stato più debole, e la velocità alla bocca dell'arma ricanta da quella segnata dal .r icettore conseguentemente minore della vera. Lungi dal n uocere al risultato delle esperienze, la differenza· ora accennata serve a vieppiù confermare la conclusione di queste, cioè : che la velocità iniziale di un proietto lanciato da Ùn'arma a righe inclinate è minore di quella di un proietto lanciato da un'altra a righe diritte, sempre nerò bene intRSO si trovino in tutto il resto nelle identiche condizioni, o in tannini più brevi; che le righe inclinate in un'arma da fuoco diminuiscono la velocità i niziale del proietto. Nel cannone a righe inclinate difatti il proietto essendo forzato a prendere un doppio mnvimento, di traslazione cioè e di rotazione, gli è come si Sl!pponesse la forza d'impulsione dei gas scomposta in d ue, cioò, una che tenda ad imprimere a l proietto il movimento d i traslazione, e l'altra quello .di rotazione. Ora è evidente che la seconda di queste forze, per ·quanto piccola la si supponga, andrebbe tutta a scapito della forza d'impulsione cbe nel cannone a righe diritte verrebbe invece totalmente utilizzata pel movimento cli traslazione. È bensì vero che le alette sfregando con forza contro i fianchi delle r ig;rn e facendosi maggiore lo attrito, il proietto sarà ritardato . n el suo movimentai per ·cui i gas dovrebbero a umentare la loro tensione e quindi la loro forza; ma queste esperienze dimostrano esser questo


244

RlVlSTA

aumento di tensione insufficiente a compensare la forza impiegata nell'imprimere il moto di rotazione. Le esperienze in discorso furono eseguite sopra un numero trbppci limitato di colpi, perchè si possa ritenere come certo i l risultato che si ottiene nel paragonare la regolarità degli effetti dati dai due cannoni.; per questo paragone sarebbe necessario un numero molto considerevole di spari. Si può per conseguen'za annettere ben poca fiducia al cotffìciente di regolarità dato dalla radice della media aritmetica dei quadrati delle differenze delle singole velocità dalla velocità media, e che, come apparisce dall'annesso specchio, indicherebbe esser maggiore la regolarità di tiro pel proiettq lanciato dal cannone a righe diritte. • Una cosa da non doversi lasciare inosservata in queste esperienze poichè coi:ncide coi risultati in altre ritrovati, è la piccola differenza tra la velocità iniziale media: ottenuta col pendolo -balistico ordinario (391 m,46) e quell~ ricavata col pendolo elettro-balistico a scintille d'induzione in Veneria (395,ru,28) (l); differenza che non riconosce altra origine che' la natura diversa degli apparecchi.

Nuovo 11rocesso per mutare 11restamente ed economicamente una massa qualunqlle di ferraccio-in acciaio fuso, omogeneo e beu 1mrificato del signor GALv-CAz1ur. È noto come l'acciaio 'fuso sia una combinazione di ferro con alcuni millesimi di carbonio e che il ferraccio legato con silicio, solfo ed altri metaloidi; donde si ottiene dell'acciaio facendo passare attraverso un bagno di ferraccio delle correnti gasose, contenenti dell'ossigeno, e particolarmente correnti di vapore sopracGaldo. Attrc1versanclo il bagno, il vapore si scompone; il suo ossigeno brucia progressi va~ ·

(I) Esperienze eseguite col pendolo-elettro-batistico a scintille d'induzione coi cannoni da rn e 8 rigati. Giornale d'artiglieria, l864, parte 2•.

TECNOLOGJCA

mente ÌI carbonio e l'ossido dì ferro, mentre l'idrogeno spoglia il metallo fuso del solfo, del fos[oro e degli altri metalloidi che renderebbero vetrino l'accia io. Mano mano che il ferraccio si scarbura, la sua tempe:atura si alza rapidamente oltre il limite di fusione dell'acciaio. Quando il colore delle fiamme, che si alzano da tutte le parti del bagno che rimestano, iudica una scarburazione conveniente, si cola l'acciaio. Da tre anni iu qua, più non esiste l'inconveniente del• l'incerteiza della quantità di minuti dopo i quali bisogna arrestare le correnti scarburatrici d'aria, di vapore, o per d ir meglio, d'ossigeno; oggidì la fabbricazione è regolare, e si ottiene sempre dell'acciaio comune, scarburando com~ pletamente i bagni di ferraccio, sia coll'ada, sia col :a~ore e poi mescolandovi 10 0to di ferraccio spatico, che re~t1tmsce al ferro quel tanto di carbonio che gli manca.per diventare acciaio. Tuttavia, quest'acciaio, ogé,i adoperato per le guide del~e ferrovie, debb'essere rifuso per divenir omogeneo_ed acquistare qualità superiori; e questa seconda_ opera~1one, che • vien fatta entro a crogiuoli della capacità d1 20 ch1logramm1 , raddoppia a lmenò il costo dell'acciaio fuso omoge~eo. • ·Il sig. Galy -Cazalat riconobbe, che per determrnare la• zione delle reazioni chimiche nei crogiuoli, bisogna e basta mantenere l"acciaio comune, o eterogeneo, durante a~m~no 15 minuti, in quieta fusione e ad una temperatura di circa 1500 gradi; allora il bagno metallico diventa omogeneo e le sue particelle si aggregano regolarmente, Questo fatto sperimentale si spiega come segue : so~to le due condizioni sopradette, l'ossigeno lascia il fer~o-ossidato • per combinarsi col carbonio ri~uasto l_ibero_ nell'acc1ai?, donde sciorrliesi in ossido di ,:arbomo od m acido carbomco. P~r soddisfare a queste due essenziali condi~ion~, il signor Galy-Cazalat perfezionò il forno_~ riverbero, d~ gmsa a ~ot~~ arrestare le correnti scarburatnc1 senza che 1 loro onfizn di ~colo siano ostrutti da.I metal\o liquido che vi s'introducc1


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RÌ:VIST.A. TECNOLOGICA

~enza rappigliarsi. Mercè q1.:esto perfezionamento, ba:3ta chiudere i l rubinetto che dava il passo al vapore sopraccaldo attraverso il bagno, la cui massa non è più agitata; poi aprire un 'altro rubinetto che lascia il vapore nel camino per attivare la combustione sulla graticola· del forno, cfie sale ad un'altissima temperatura. ' I E_ n~to co1:1e_ i p~zzi .d'acciaio . fus~ gittat_i in form~lc sono cnvellat1 d1 boll1celle, le quah l].e mdebohscono d i molto ~a -tenacità. Per dare al metallo tutta la sua resistenza, è mestieri, dopo averlo 0or1Yenientemente scaldato, di sottometterlo alla pressione di un laminatoio, ovvero alle percosse di un .maglio che ravvicinino le part~cole del me-:tallo e facciano sparire le bollicelle. Il laminamento e sopratutto il martellamento essendo assai dispendiosi e soventi ineffettuabili, come quando si t ratta di cannoni coi loro orrecchioni e maniglioni, l'autore ideò di fare sparire le cavità soggettando le bocche da fuoco a grapdi pressioni gasose, mentre si trovano ancora liquefatte nelle loro forme di sabbia, lralleuu le da telai ùi ferro aÙ· bastanza resistenti. · • 1 . Perciò; subito dopo il getto del cannone completo, si copre ermeticamente il sopraggetto con un cappello metallico fissato sul telaio mediante ·cl1iavetta da serratura. Questo cappello porta. un tt:bo verticale , munito di un rubinetto inferiormente e supe1iormente chiuso da una mem• brana di minor resistenza o di sicurezza. Esso contiene da 6 a 10 grammi di polvere, senza solfo co~posta di 80 parti di salnitro e di 20 di carbone. Qnesti gaz imprigionati sotto il cappello esercita.no sulla superficie dejl'acciaio liquefatto _ una pressione che si trasmette istantaneamente e regolarmente in tutte le parti del ca• none, di cui cancE,lla le bollicelle accrescendo la tenacità del metallo, che è ug1iale dappertuto. (Dal llloniteur Un·ive1·set).

RIVISTA STATISTICA

INGHILTERRA. - Giusta un recente rilievo fatto dal1' ammiragliato la marina ' militare inglese, nel corso del 1865, avrebbe subito una riduzione abbastanza notevole , consistente iu 4 navi e 161 cannoni. Fra i 799 bastimenti mantenuti, se ne noverava 188 in cornrnissione e suddivisi in cinque classi. La prima comprende 16 vascelli di linea di l~gno, armati con 70 a l 04 cannoni ; bannovi poscia 26 navi da 30 a 67 cannoni, 26 da 20 a 29 cannoni, 38 - da 10 a 19 cannoni e 81 il di cui armamento è inferiore a 10 cannoni. La flotta corazzata che nel gennaio del 1865 non contava in mare che 11 navi, ne possiede attualmente 16, tre delle quali a torrelte od a cupola. Haunovi sui cantieri altri 22 legni blindati. La riduzione dell'esercito, di cui da un pezzo si parla,


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RI'\li:STA

ST.A.TISTIGA

non sop. è ancora decisa. Alcuni pretendono si vo,,.liano o primere 2 compagnie per ciascun battaglione di fanteria, ciò che importerebbe una diminuzione di 850 ufficiali e di• 16000 individui di truppa. Il Globe sostiene che tale riduzione non sarà fatta che sui 50 reggimenti in guarnigione nell'interno del regno unito, e che non sarà toccato ai 70000 uomin i delle truppe nell'India, ll cui mantenimento è d'altronde a carico della colonia.

è incaricata di t utte le operazioni di leva nel proprio distretto. Finora la proporzione della leva fu di 5 per mille all'incirca; e nel complesso diede un conti:ngente annuo di 100 mila uomini. Si fece un'eccezione a questa regola al tempo dell~nsurrezione della Polonia attesochè la proporzione fu a llora nelle provincie polacche dell' 1 per 100. Giusta l'Invalido russo, l'esercito russo avea in principio del 1864: 1135000 uomini e 96000 cavalli; nel gennaio 1865, 909000 uomini e 82000 cavalli , ed al momento 805000 uomjni e 75000 cavalli. La riduzione dei quadri de lFesercito produsse una sensibile diminuzione nel bilancio militare: per l'anno 1864 erano in b ilancio 152,155,000 rub;i (608,620,000 lire ital.); p8r l'anno 1865 127,831,000 rubli (511,324,000 lire it.) e pel ]866 più non è portato che una somma di 116,589,000 rubli (466,356,000 lire it.) Quindi in tr e anni si c1iìninuirono circa 142 milioni di lire sul bilap,cio militare.

. RUSSIA. - Come ebbimo a darne conto · ripetutamente già da alcuni anni si studia in Russia un nuovo modo di . reclutameùto che escluda il barbaris!'.::o dell'attuale sistema e sia cçmforme a q~elli seguìti dai popoli civili. Pare quiud'i che pell'anno 1867 andrà in vigore il nuovo sistema, il quale a quanto si dice, avrà una qualche somio-lianza con il prussiano, poichè ol tre all'obbligo per tutti dtconcorrere nel servizio militare, vi si ammette pure la dist inzione di l" e 2a Landweher e di Landsturm. · La ferma dei soldati dell'esercito permanente sarà di 7 anni e non più di 25 come per lo addietro essa fu ed è ora a:0:~ora di _&nni 15 (6 in .attivo servizio e -9 nella riserva). Dei 7 aum 3 dovranno passarsi sotto le bandiere e 4 nella riserva qell'esercito permanente. , La Lg,ndwhet· di l' categoria comprenderà tutti quelli, che non_ sono nell'esercito permanente, fino all'età di 30 anni, a differenza da quanto si pratica in Prussia, dove un tale termine è fissato ai 32 anni, e. ciò perchè mentre in Prussia il servizio militare comincia a 2 0 anni , nella Russia invece dovrà cominciare ai 17 semprechè ben inteso, lo conceda la costituzione fisica. . Anche per ciò che r iguarda il metodo di eseguire là leva v_enne adottato, salvo alcune modificazioni, il sistema prussiano. Per ogni circondario viene nominata una Commission~ ~i leva, che risiede nel capoluogo composta di un c~ns1ghere provinciale, come presidente, di un uffiziale e d1 due possidenti (l'uno della città, l'altro del , contado), ed

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AUSTRIA. - Desumiamo dal Kame1·ad di Vienna , N. 8, i priucipii fondamentali mediante i qri'ali vengono ora .somministrati i v iveri all'esercito austriaco, sia facendonti l'incetta in via diretta dai producenti, sia ricorrendo ad altre fon ti originarie che facilitano il buon mercato d~lla compera limitativamente ai mezzi pecuniari assegnati a eiascun soldato. 1° Il comandante di ogni -corp,) di truppa deYe ele~gere : a) Una Commissione amministrativa per l'acquisto e l'amministrazione dei viveri. Dessa Commissione è composta di un · nffìziale (è sufficiente un ~ffiziale r er un.reggimento di tre battaglioni) e per ogrn battaglione d1 un bass'uffiziale, e di un soldato. I membri di questa Commissione sono esenti dal servizio ; b) Di un Consiglio di controllo. In ogni reggimento consta detto Consiglio di un uffiziale superiore quale pre: sidente, di tre uffiziali, fra i quali almeno uno col grado d1


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ÌUVISTl

STATISTICÀ

capi~ano, e ~i dué uomini di bassaforza pèr battaglione, qua_h mernbn. In ogni battaglione consta il Consiglio di un c~~itano quale presidente, di un uffiziale subalterno per di• v1s10ne, e di due uomini di bassaforza quali membri. Questo Consiglio deve prendere in considerazione tutto quanto dà luogo a l?gnanze, provvedervi di conseguenza, deliberare le migliorie economiche da introdursi , verificare lo stato d~l ~enaro nelle casse , ed ispezionare i depositi dei v1 veri. , Sorgendo dei casi di difficile e delica to scioglimento, come per ragione di ubicazione potendosi effettuare delle vant~ggiose acquisizioni, sarà il com~ndante il corpo che deciderà in proposito. I membri di queste due Com.missioni sono tenuti di adoper~rsi °:eg~io che ponno del più proficuo acquisto dei viveri ; quindi clevono conoscere i prezzi correnti deo-li stessi ed investigare a quali e ~igliori fonti debbano ;ttingere per le -compere degh stessi. E permesso che la scelta dei membri delle Commissior.i segua per voto della bassaforza. 2° Coi fornitori specialmente coi· producenti, devono essere fatti accordi verbali di non fissa durata . .Dessi devono obbl_i~ars_i, n_el caso la truppa venga mobilizzata, a ripren• dersi 1 v1ver1 esuberanti al prezzo del costo. . P~r certi arti9oli soliti a subire col tempo delle altera• z10m _deve es~er~ pattuita la mcdalità e prezzo onde effet• .tuars1 la rest1tuz1one degli stessi. A. seconda delle diverse qualità dei viveri devono variare i fornitori. 3° Il fornitore somministra tu•,ti ali attrezzi carri n-randi . . . b ' ' t'i rem~1ent1'. ec?·, per la conservazione dei vi veri, i quaJi og• getti tutt~ gli devono essere restituiti poi in tempo. Le compagme conservano il tutto in casse. 4• Se ~ella ~as~rma non si trova un locale apJ)ropriato pel deposito dei vi veri, allora le compa(Ynie venuono ri. O D strette, rimanendo cos'l libero un locale che resta convertito in magazzino viveri.

5° La Commissione àmministrativa riceve viveri in caricamento, li ripartisce e li conteggia. 6° Segna la ripartizione in seguito al foglio viveri delle compagnie. Deducesi da questo foglio l'importare del prezzo viveri: La scelta delle vivande è libera alla bassaforza purchè dessa si attenga alle vivande permesse dai regolamenti. 7u Gli erbaggi, ova, etl altri articoli che 110n ponno essere comperati all'ingrossso, vengono acquistati con danaro alla mano. . . 8° Il foglio viveri viene registrato in modo da risultare l'uscita viveri e l'entrata del denaro corrispondente. Detta contabilità resta chiusa al fin di mese. · 9° La Commissione di controllo rivede i conti, e rettifica ed approva la giustezza degli stessi. _ · 10. Nel modo come si provvede all'acquisto dei viveri è raro che residui del denaro. Essendovi però dei resti ne viene significata la cifra alle compagnie, ed il giorno appresso detta somma viene aggiunta alla giornaliera per lo acquisto di generi più cari . Spetta solamente al comandante ·il corpo di disporre che il residuo in danaro debba , ess1:,re impiegato alla compera di vino od acquavite per la t ruppa . 11. J\fanipolando. t utti questi genen succedono dei risparmi; a) Colla .-endita delle ossa ; b) Col rimasto dei viveri io magazzino . I primi risparmi appartengono alla bassaforza, e serv?no a comperare drappi, carta, scope, cucchiai e forchet.tom da cucina, carbone da cuocere al mattino il caffè o la zuppa. I secondi risparmi coprono il vuoto che può essere · avvenuto per soverchio spreco in alcuni articoli, e formscono il mezzo a distribuzioni straord1narie di zuppa alla Rumfort alla truppa in giorni di manovra o di parata. 12. Venendo mobilizzate le t ruppe, devono valere le se· guenti norme : a) Che i viveri devono es~ere restituiti ai fornitori;


RIVIS'rA STATISTICA

b) Che il residuo in danaro debba la truppa; e11sere ripartito tra . e) Che le altre economie, cambiate in danaro debbano servire quale fondo d'a t 1 ' ' altro luogo a· . T d~men_ ~ po la n uova attuazione ' in ' I ~1m1 i 1spos1z1on1 per l'incetta viveri a· 13. So~o 1?ec1ali ~ircostanze dispen~eranno il coma~dante I corpo a e _pr~vv1ste all'ingrosso dei viveri. - . Il. recentissimo . . . ruolo d eli' armata austriaca, dà 17438 u ffiz1ah e funz10nan uffiziali. 548818 . . . ' uomnu. a·1 bassaforza da l sergente maggwre m giù. _ , 1 Nel ruolo della bassaforza v i sono 17357 con fficl 54776 semplici soldati che san.no ·scrivere· 200a31 am_ento'. fatta sen · , rnus1caut1 stesse. 1pre eccez10ne delle bande militari ed allievi delle Il numero dei diserto1·1· f1··u 0 a r:1·1cemb re Tu di 1"19 sati a case di p·ena 191. ., ; pas-

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

---Le Speclateur mililaire - 1a gennaio 1866.

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Tra gli articoli del _fascicolo di gennaio di questo pregiato perioqico noteremo specialmente il primo intitolato Quelques Considérations sw· la campagne active d' 01·ient del signor T. C. C. Ivi sono rapidamente narrate le operazioni dell'esercito francese nella guerra d'Oriente dal suo sbarco in Turchia sino al suo rimbarco per le coste della Crimea. L'autore s' impegna a compiere questo studio storico sui tre seguenti punti: gli eserciti alleati in Turchia; la battaglia dell'Alma; la marcia dell'esercito anglo-francese a SP.bastopoli; ovverossia a narrare analiticamente la fase attiva, come egli ben la definisce, della ,3ampagna di Crimea. A giudicarne dalla prima parte dello scritto, crediamo possa il tutto riuscire assai interessante, comecchè _toccato con molta saviezza e criterio ogni punto meritevole di considerazione. Nel 1° ~ egli constata la moralità della guerra in generale, come giusta e indispensabile e quindi completamente giustificata in faccia alla storia. Giusta, perchè intrapresa per la difesa dell'equilibrio europeo, minacciato dalla Russia; indispensabile, perchè dopo molti e vaµi tentativi diploma•


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RIVISTA

tici, fu l' unica maniera di richiamare lo czar al rispetto dei trattati. L'autore accenna quindi quanto sia stata giu-diziosa la scelta fatta dai Francesi della penisola di Gallipoli come prima piazza d'armi, e che se la Je~•ata dell'assedio di Silistria _fo dovuta ·all'ene~gia del!~ dife~a, ne va pure in parte 1J. mento _alle mosse d_e l_corpo d ese~·c~to anglo.francese. Egli dimostra influe la saviezza della dee1s1one di portar la auerra i~ Cri?1ea, come. il sol'? .teatro d'.operazioni ov' era po~sibile cl_1 a?s1?ur~re agli eserc1t1 a lleati una buona base d'operaz10rn, 11 htor~le del mare, e perchè del resto era la via più breve per ferire gravemente l'inimico., il quale, se fosse stato attaccalo sul Pruth o per altra parte si sarebbe ritirato t~nto _e tanto _che gli alleati non avrebbero più avuto modo d_1 ass1c_urare 11 loro vettovagliamento; ed avrebbe potuto r1peters1 nna campagna del 1812. L'autor~ critic_a la _spedizione della Dobrudsca e ne fa colpa al marescrnllo d1 Samt-Arnaud. Se troviam giusto questo suo arprez~ameuto, poichè è affatt_o _ingiustifi~abile quella sped1z10ne m una contrada malsamss1ma e rovmata, e senza alcuno scopo plausibile, cionondimeno non crediamo che: la colpa ne vada tutta al maresciallo francese, mentre .alcuni s uoi scritti e prima , 0 dopo la spedizione stessa lasciano intravedere che egli non ne accettava la responsabilità che per pnra abnegazione.

Nelio_ stesso f~scicolo, dello Spectateu1· si leggono : Il prrnc1p10 d1 una Storia deUci giu.wm d'Ame1·-ica del luogotenente colonnello di stato maggiore in r itiro signor R. DE CoGNAilT, la quale se si mantiene com'è iniziata riuscirà pure un lavoro interessantissimo, e del quale non mancheremo d'informare i nostri lettori, Il fio e dell'analisi bibliografica del libro del L EC.OMTE sulla Gtwrra della Danimarca, di cui abbiam dato esteso coilto nel la Rivista, anno 1x, ì'Olum e m. 11 seguito di q uei pregievolissimi studi del dott. ARTJGU!!S, Sul 1'eclulamento e sull'-igiene morale dell'esercito, che più d'una volta ebbimo ad elogiare. In quest'articolo egli tratta del coraggio, ed ecco come lo definisce : « per essere realmente coraggioso bisogna ace.oppiare ad una grandissima energia morale i l sangue freddo e l'int_elligenza, che lasciano sempre l'uomo veramente coraggioso nel possesso di se stesso ed il rendono, in questo stato, ugualmente atto a comandare e' 'ad obbedire. »

BIBL ioanA FICA 255 ll seguito di uno swdio sul!' Jta.lia e sul suo Esercito del conte Du V1mGim oi; SAINT•TH0MAS, capo di squadrone ai cacc,iatori della guard ia irnperiale, il quale apparlenne in pria all'esercito nostro . JI seguito di nno sttldio storico e teorico Sulla fm·mazione i,n, quculroto del signor .J. GuENHD, di che parleremo ad · opera compiuta. Les Jumeciux de .Kaloitga, specie di ro111anzo del signor B .IYLOT.

Del tiro a seguo in Italia. Sto-l'ici con documenti inecliti, nMrata e 1·àccolta da ANGELO ANmiwccr, capitano cli artiglieria Torino, 1865, tipografia Letteraria.

ll capitano Angelo Angclucci, l' infaticabi'le archeologo militare italiano, il cui nome è bCln noto ai nostri lettori, avvegnacchè. ebbimo ad annunziar loro parecchie opere s1,e, . pubblicò non ha guarì il libretto del quale abbiam premesso il titolo, e se dobbiamo dire tutto l'animo nostro questo è fra iutli il migliore, e por lo. somma e per la specie dei documenti sui quali _si appoggia la narrazione, e per lo stato e per l'intrinseco de.Ila narrazione stessa. In un Yolumetto cli circa 200 pagine (in-8°) egli tesse la storia del tiro a se$no in Torino dall'epoca più remota ad oggi. I primi pas;n del suo racconto sono conghietture, -che altrimenti non potrebb'essere trattando un argomento fin qui trascurato da' storici e persino dagli annalisti ; rna le sue eonghiettnre souo fondate sopra dat.i logici, forniti da. investiga?.ioni ammirabilmente pazienti ed intelligenti, e tali che le riputiamo preziose non soltanto al punto di vista particolare cui furono fatte, ma eziandio al punto· <li vista della storia generale e soprattutto poi della militare, che ci auguriamo trovi presto appo noi uno scrittore coscienzioso e valente come lo è l'Angelucci per la specialità delle armi. Il capitano Angelucci nel libretto che menzioniamo, motiva come il giuoco dell'arco e della balestra, che è a dire il tiro a segno, debba essere esistito in Torino sino da l 1206 poichè esisteva allora in Aosta la compagnia dell'ar..;o ed a ltre consimili nelle vicine città. Quest' induzionP,, ragione-


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..

lllVISTA BIBLIOGRAFICA

volissima divien poi un fatto indiscutibile pèr il 1463, imperocchè da.i libri municipali l'autore ha attinto un documento di quell'anno ov'è parola di una Società dei bal,,strieri, volontariamente costituita per quella speciale inclinazione che ebbe sempre il popolo torinese per le belliéhe esercitaziolli. Ivi accapezzato il filo della sua narrazione l' Angelucci lo svolge passo ~passo sino ai giorni nostri puntellandolo tratto tratto su autorevolissimi documenti, e ricordando per via tutti i fatti più gloriosi de1lla storia di Torino. Duolci che lo stretto spazio qui concessoci non ci acconsenta di dar conto delle sue elaborazioni archr.ologiche, e soprattutto d uolci di non poter riportare le alcune pagine che egli consaçra a compendiare il glorioso assedio di '.::'o• 1·ino del 1706 avvegnachò il dichiariamo con tutta · 1a coscienza di dire il vero, non sappiam chi abbia scritto meglio su quel proposito . . Consigliamo impertanto a i nostri leuori di leggere quello scritto, e 1i assicuriamo che il t roveranno per ogni senso superiore alle nostre laudi, e che il leggeranno con diletto non solo pel merito intrinseco della tessitura, ma ben anco per l'eleganza e per la briosità del dettato, avendo saputo l'autore maestrevolmente intarsiare le gemme della lingua con quelle della storia. Dobbiam poi anche una parola d'elogio al Municipio di Torino, il quale con quello spirito cl'incoraggiawento e d'amor patrio che n.011 gli mancò mai, non solamente fornì all'autore gli elementi pel suo lavoro, mp. volle che il lavoro stesso andasse alla stampa a spese del Comune.

IMPI E GO ffEL

FERRO NELLA FORTHrlCAZIONE CONT INU.IZIOirn

(Dal!' Bscn·ilo). 1\:gli elogi che l'Esercito ben meritamente tributa atl'c• g regio Angelucci ci compiaciamo aggiungere di tutto cuore i nostri; e vorremmo che dall'opinion pubblica e dal Governo egli fesse rimunerato de' suoi laboriosi quanto im• vortanti studi.

TAGLIANO GA.ETANo,

Gereritc.

(1)

llI.

La bontà dei tracciati, o la perfetta combinazione delle linee di difesa delle varie opere, è al certo una condizione indispensabile per riunire in una piazza tutti i dati, affincbè questa possa opporre la massima resistenza. :Ma ciò non basta, perchè essendo l'artiglieria il cardine principale della difesa, allorquando · i pezzi saranno perfettamente garantiti e bene adoperati , tanto più di forza e di valore ne acq1.ùsterà la (1) Vedi R.ivista militare italiana, anno x, voi.

A1u10 x,, vol.

1. · -

17.

1,

pag. 3.


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IL FERRO

difèsa. La guerra degli assedi, avuto riguardo alla grande portata dei pezzi ed al terribile effetto dei proietti, presentemente non si riduce che ad un combattimento d'artiglieria , nel quale la regolarità dei tracciati e l'ottima disposizione delle opere accessorie poco influisce sul risultato finale, se i fuochi della piazza non sieno in tal modo o~dinati e garentiti, da produrre, entrando in azione , un effctt,o adègLrnto alla ragione della loro presenza in nn dato sito. Il còmpito principale dell'assediato si è indubitatamente quello di contrastare efficacemente le operazioni dell'assediante nel primo e secondo periodo, senza. compromett ere per nulla i suoi mezzi per la difesa ravvicinata, cioè quando tutto il vantaggio è per l'assediato mede.simo. Per conseguire il primo di tali intenti, si sono proposte delle traverse casamattate corazzate, e delle blinde corazzate, che rendendo molto difficile la di:,Muzione delle artiglierie di cui sono armate, proteggono ad un tempo le batterie clìe vengono situate dietro di esse. Si è visto ancora che i fuochi fiancheggianti, teoricamente parlando, sono quelli che oltre ad assicurare una piazza, mettendola al coperto dei repentini assalti, debbono contrastare energicamente allo inimico le ultime operazioni dell'assedio. , In ogni fronte di fortifiçazione tutte le opere hanno i loro fuo chi fiancheggianti : ogni pezzo in batteria ha il suo fossato da spazzare, la sua opera da dominare; ma qual è l'utiliti pratica di questi pezzi posti o in casa.matte che vengono dist~utte dalle più lontane batterie, o allo scoperto, ove pochi colpi di cannone rendono il sito impossibile ad essere difeso? I pezzi dei fianchi dei bastioni che sono esclusivamente ado-

NELLA FOHTl l'WAZIONE 259 perati a spazzare il fossato principale ed impedire la costruzione delle contro-batterie hanno mai raggiunto il loro scopo? hanno mai opposta una resistenza seria ed efficace alla costruzione delle anzidette batterie e al passaggio del fosso ? Credia1no di no; e nel caso affermativo è l'assediante stesso che si ha procacciato questo svantaggio, perchè non è stat o previggente nello smontare quei pezzi quando era facilissimo il farlo. Vi ha pertanto cosa più. interessante e più. utile del fiancheggiamento? Per esso le varie opere acquistano tale valore difensivo, cbe solo dopo serii sforzi possono essere espugnate. Su di esso poggia tutta la forza della cinta principale, ultimo baluardo della difesa, ed è per esso che l'assediante compie a caro prezzo tutte le sue opera1.ioni. Son questi adunque i foochi che con più. accuratezza conviene proteggere, e che la difesa debbe mettere ogni studio a saper conservare intatti fino all'ultimo.. momento dell'assedio. Nel fronte bastionato, questi pezzi vengono sit.uati sui fianchi; ivi sono presi di fianco, <l'infilata e di rovescio; sin dalle prime batterie si può agire efficacemente su di essi, e l'assediaute, allorquando li avrà smontati e avrà degradato il parapetto, è sicuro che nell'ultimo periodo dell'assedio le sue operazioni non saranno contra~tate con efficacia. Su tal riguardo, il Noizet (1), così si esprime : « Quels q ue pui'ssent ~tre • les d6fauts et l'insuflisance des flancs, leur suppres« sion ne saurait jamais Nre adrnise, parce qu'en eux t réside la sécurité dc la place, que les créneaux · et '

(1) P'l"i11ci11es ,1e fortifi.c;ition. P aris , 1859 , tom. I, cap. 7 , pag. 170.


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NELLA FORTIFICAZIONE

JL FERRO

~ les machicoulis ne sauraient j amais procurer au mème '

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Se per lo contrario si ri uniscono su questi fianchi tutti i mozzi per resiste:re con effi.cacia nell'ultimo periodb dell'assedio, si cad e nell'errore riconosciuto dal nostro a utore, che dice : « Il est vrai que souvent « les flancs ne peuvent empechcr le passage du fossé « et l'assaut, mais ils gencnt et retardent incontesta« blement ces opérations, et lcurs défenses ne sont « jamais assez complètemcut ruinées pour qu'on puisse « les mépriscr tout-à-fai t. D'ailleurs, .là nécessité de « les contrebattte oblige l'ennemi à des travaux, dont • il se d1spenserait s'ils n'existaient pas. • Non possiamo comprendere come, ritenendo per principio che i fianchi soventi volte non corrispondono al loro scopo, si debbono sempre porra dietro di essi i pezzi più utili, sol perchè il Vauban ed il Cormontaigne ve li posero. Ammettendo ancora ' che le loro difese non potranno mai essere tanto danneggiate~ da non potere in quakhc modo molestare le opei:azioni dell'assediante, egli è chiaro che in tal caso questi fianchi non avranno più lo scopo di controbattere ed impedire v ivamente le , ultime operazioni dell'assediante , ma bensì quello di molestarlo . In altri termini , oraanizo zando in tal modo la difesa di uµa piazza, le sue 1 fortificazioni non potranno mai opporre la massima resistenza per un periodo molto vantaggioso per l'assediato, e quando si potrebbe di molto prolungare l'assedio facendo pagare a ben caro prezzo all'assediante i suoi vantaggi. Costui, secondo l'attuale disposizione, se non disprezza perfetta:men te l'efficacia dei fuochi fiancheggianti, allorchè è giunt o al corona- , mento dello spalto, sa per ò approfittare della loro debolezza, clappoichè a pochi metri da essi costruisce delle batterie che sono destinate a distruggerli com-

« degré.

Il est vrai que souvent les flancs ne peuvent empècher le passage du fossé et l'assaut ·, mais ils ,, gènent et retardent incontestablement ces opéra« tions, et leurs défenses ne sont · j amais assez com. cc plètement ruiuées pour qu'on puisse les mépriser << tout-à-fait. D'ailleurs , la nécossité de les con tre« battre oblige l'ennemi à des travaux dont il se dis« pensera.it s'ils n'existaient pas. » Queste poche parole, dettate da uno dei più caldi difensori dei bastioni, ci dispensano dall'entrare in maggiori disc~ssioni, restringendoci solamente ad alcune semplici osservazioni. Quest'insigne ~utore incomincia col dire che cc quels que puissent ètre les défauts et l'insuffisane;; cc d es flancs, leur suppression ne saurait j amais étre « admise, parce qu' en eu; réside la sécurité de la « piace, que les àéneaui et machicoulis ne sauraient •. jamais procurer au mérnl:! degré ; » sicché egli, nel rispondere a coloro che non ammettono 1e batterie fiancheggianti sui fianc11i dei bastioni, ed a quelli che pongono in d u bbio la bontà della posizione nella quale sono piazzate, conviene che nei fianchi non solamente vi ~anno i difetti enumerati, ma sono ancora insuffi. cienti per il loro scopo; parole ben gravi, se si pon mente che le son dettate da u no dei più autorevoli ammiratori del Vauban e del Cormontaigne. Soggiu nge inoltre che non potrebbero sopprimer si, percl1è in es~i risiede la sicurezza della piazza. Ma q ui occorre u na importantissima distinzione: cioè, che la sicurezza del la piazza risiede nei fianchi , q uando su di es:,i sono . piazzati i fuochi del fiancheggiamento, dappoichè son questi _che la .guarentiscono e l'assicurano, altrimenti la loro importanza è molto minore. «

I .

1


263 impotenti a raggiungere il loro scopo. L'abbandono di queste batterie fu una conseguenza dei risultati dei molti assedii, e quindi prendendo per punto di partenza lo studio degli assedii da.I Vauban fino ai nostri giorni, siccome le m0lte esperienze fatte in quest'ultimi tempi, illustrando questi fatti col più rigoroso ragionamento e risalendo ai principii pella scienza, si rimarrà convinti dell'inutilità dei pezzi fiancheggianti nei fianchi dei bastioni. Poirebbesi obbiettare cbe si dovrebbero maggiormente garantire, ma sarebbe una di quelle mezze misure le quali non apportano nessun vantaggio reale , nessuL miglioramento , poiché non bastano le semplici garanzie, se questi pezzi sono destinati ad agire sempre nell'istesso luogo, esposti all'azione di tutte le batterie dell'assediante . È necessario di cambiarli di posto, e per non ricadere nello errore ùelle batterie basse fiancheggianti dei primi fronti, è più conveniente di· situar~ questi pezzi non nella cinta principale, ma in un'opera isolata, come nella tanaglia Chasseloup, convenientemente modificata. Esaminiamo ora la quistione sotto un altro aspetto . Allorché l'assediante si è impadronito della mezzaluna, rivolgerà i suoi pezzi del coronamento sugli angoli di spalla dei bastioni , aprendovi breccia attraverso il fosso del rivellino. Queste brecce, praticate a pochi metri dai fianchi, compromettono l'esistenza dei pezzi postati dietro di essi , e scuotono la forza morale degli artiglieri, i quali si trovano così esposti per i primi alle colonne d'assalto che possono da un momento all'altro piombare sulle loro spalle. Dippiù, questi fuochi fiancheggianti essendo situati sopra i fianchi dei bastioni, e ciasc1:1no di questi spazzando e NELLA FORTIFICAZIO!'IE

262 IL FERRO pletamente. Se pP-r lo contrario i pezzi destinati a tale scopo non entrassero in azione se non quando potessero essere efficaci, allora l'assediante si troverebbe obbligat9 a costruire le sue controbatterie sotto l'azione de' pezzi non ancora t::icchi dalle sue batterie, eJ in questo solo caso i fianchi dei bastioni potrebbero dare una maggiore molestia ed arrecare dei danni, cioè, quando una batteria più potente attrae a sè tutti i fuochi delle controbatterie, se pure il nemico giunge a costruirle. Questa proposta, per altro, non è nuova, perocchè Landsberg il giovane, che scrisse nel 1712, accuratamente dimostrò l'insufficienza dei fuochi dei bastioni, e l'istessa ragione induceva il generale Haxo ed il capitano Choumara ad aumentare il valore della tanaglia armandola di bocche a fuoco, come anche il Bausmard ed il generale Chasseloup, a costruire delle casamatte nei fianchi delle tanaglie. Nel sistema tanagliato, i difetti della pofizione di qÙesti fuochi , ed il modo irsufficiente con cui sono garantiti, sono ormai ammessi da tutti. Non così nel sistema poligonale, pel c;_uale la lotta è più viva, e le scuole sono più accanite a sost()nere le, proprie opinioni. Non è al certo nostro intendimento di discutere le proprietà ed i difetti del!e caponiere del fronte poligonale, perchè usciremmo dai t ermini di questo lavoro , ma nel bastiooato stesso troviamo una consimile disposizione nel sistema Ohasseloup, nel quale i fuochi fiancheggianti sono tolti dalla cinta principale e stabilitt nella tanaglia. t,ei primi tempi deHa 'scienza , questi fuochi nel sistema bastionato erano situati ancora nella fronte bassa dei fianchi, sia in casamatta, sia allo scoverto; ma suceessivamente queste disposizioni furono riconosciute inutili, perchè


264

lL FERRO

fiancheggiando il fosso e la faccia del bastione collaterale, risultano troppo disseminati in una piazza, e· nel tempo istesso troppo divisi in uno stesso fronte, perchè separati dall'intera cortina. Il loro grande numero in una piazza da guerra rende impossibile l'affi~ ~r'.i tutti aq uomini energie( e decisi, e per la loro d1v1s1oue nell'istesso fronte, non possono essere messi sotto un solo comando, per avere negli Nltimi momenti quell'unità d'azioue . che · è indispensabile nell'ultimo periodo dell'assedio. Dovendo allora la difesa essere_sempre pronta a r espingere le colonne d'assalto, queste batterie dovra nno continuamente essere in condizione d'agire efficacemente per prendere di fian~o con la loro mitraglia quelle colonne, ma gl'inservient1 saranno molto espoati all'azil>ne dei numerosi fuochi verticali adoperati dallo assediante. Si potrà _forse opporre che gli artiglieri possono ricoverarsi sotto blinde costruite in prossimità ùei pezzi, ed allora non solamente sarà facilissimo, ma quasi certo, l':<Jsere sorpreso dalle . colonne d i assalto, e non si avrà più il !empo d1 portarsi sui pezzi. Nella presa di Sebastopoli, 1 Russi erano perfettamente informati che nel corw della giornata del1i 8 settembre sarebbero stati assaliti· non e~ano_ incerti che sull'ora dell'attacco, e per ri-' pararsi dai terribili effetti del fuoco dell'assediante . . ' s1 erano messi sotto bliiìde a tal uopo costruite. E bbene, ad onta della certezza dell'assalto furono sorpresi, ed i cannonieri non poterono recarsi sui pezzi. « L_es Russes, surpris par cette brusque attaque, sor« tent de leurs blindages et courent vers la tete du « fort. Ils engagent avec nos soldats une lutte corps à « corps; à défaut de fusils, les canonniers se font arme

NELLA ~·ORTIF'ICAZIONE 265 de pioches, de pierres, d'écouvillons, etc. (l).'» Né giova il garantire questi pezzi sotto apposite blinde, perchè queste essendo esposte all'azione delle batterie nemiche fin dal principio dello assedio, nell'ultimo periodo saranno completamente distrutte e contribuiranno ad ingombrare il terrapieno, rend·endo più d ifficile l'adoperare i pezzi 6ancheggianti. Nel momento dello ~ssalto i cannonieri noù potranno difendere con energia la breccia del bastione collaterale senza esporsi al rischio di essere tagliati sui pezzi dalle colonne d'assalto; e se l'assediante assalisse contemporaneamente i due bastioni dell'istesso fronte , la difesa dei fianchi sarebbe effimera, poiché quando esiste un trinceramento ' interno, che è il caso più favorevole, se gJi artiglieri si ostinano a rimanere sui pezzi, si espongono o ad essere tagliati su di essi, come dicevamo, o a d essere fatti prigionieri nella non facile ritirata. Adungue, nei supremi momenti dell'assalto, quando la difesa dovrebbe essere potentemente aiutata, l'effetto prodotto da questi fianchi sar~t del tutto immaginario e di o iun conto . Ammettiamo del resto, per ipotesi, che, ad .onta dell'energica azio~e dei fuocbi fiancheggianti, le colonne d'assalto sieno giunte ad impadronirsi di un bastione. La posizione dello assediante si renderà sem pre più critica, se le sue comunicazioni con la sommità delle brecqe saranno spazzate dalla mitraglia dei :fianchi adiacenti; laonde per assicurare la sua condizione dovrà necessariamente spingere le zappe· <lel suo passaggio del fosso per le brecce fin sulla loro sommità; operazione difficile e micidiale, se ese-

a

_( l) N1EL, Siège de Sébasto1Jol, Paris, 1858, pag. 432.


266

IL FERl'IO

guita sotto l'azione immediata dei pezzi del fiancheggiamento. _Per diminuire la probabilità di essere respinto, lo assediante spingerà le colonne d'attacco sulle breccie dei bastioni di uno stesso fronte, ed eviterà in aran O. parte i fuochi fiancheggianti ; ed una volta padrone delle brecce, le sue comunicazioni saranno sicurissime , non potendo più l'assediato , ricoverato nel suo trincieramento interno, renderle perico1ose e difficili. Egli è adunque manifesto che i pezzi del fiancheggiamento non possono essere posti sui fianchi dei bastioni, se vuolsi una difesa efficace, e se si vuole trarre tutto il profitto possibile dal tracciato e dalle disp0si-zìoni delle opere. A nostro avviso, t.a li pezzi po'trebbonsi con molta utilìtii porre in un'opera isolata, come nella tanaglia Chasseloup, convenientemente modificata. Con questa disposizione verremo ad ordtnare nel miglior modo possibile la difesa ravvicinata, profittan do della disposizione delle opere nel sistema bastionato; cioè, regoleremo in modo tale la difesçt in questo periodo, da conseguire il vantaggio di costringere l'assediante a costruire il coronamento dello spalto sotto l'azione dei pezzi ·che non ancora sono entrati in azione, forzarlo a rimanere •ner maagior o tempo sotto i fuochi verticali della piazza, e metterlo nell'alternativa, o di ridurre perfettamente al silenzio una batteria più forte della sua, così pel numero dei pezzi come per la sua costruziòne, o di farla saltare in aria con · 1a mina, se vuole mettersi in grado di costruire il passaggio del fosso per dare l'assalto alla breccia, e conservare sicure le sue comunicazioni con

267 la sommità di quella quando sarà giunto ad impadronirsene. Non abbiamo certamente la presunzione di essere riusciti a conseguire questo scopo, ma saremmo lietissimi se potessimo esser certi che i nostri studi fos~ sero riusciti ad ottenere alcuno dei vantaggi qui avanti esposti. Nel sistema bastionatq non può esservi indecisione sulla scelta dell'opera isolata. per situarvi i pezzi del fiancheggiamento, dappoicbè la. tanaglia è la sola che si offre pel nostro caso, e si è già osservato che era . più utile di situare questi pezzi in quella alla Chasseloup opportunamente modificata. La maschera o spalleggiamento che sta dinanzi alle casarnatte di questa tanaglia, è troppo addossato alle stesse, per modo che 'volendosi fare un fuoco sostenuto e vivace, riuscirebbe d'impedimento il fumo che rimarrebbe in quello stretto spazio, ingombrando per soprappiù lo interno delle casematte. Le cannoniere l'lmnel esistenti in questa maschera non sono atte di loro natura a farnrire tal fuoco per parte dello assediato, ed i pezzi hanno un limitatissimo campo di tiro nel lembo orizzontale, e n on possono variare nel verticale la loro inclinazione, se non si vogliono distruggere le cannoniere della maschera. Oltre a ciò, queste non si possono ritenere come indistrutti bili, o molto difficili ad essere rovinate, bastando pochi colpì nei piedritti per far rovinare le volte, ostruirle, e inutilizzare completarnente i pezzi che sono postati indietro. Questa tanaglia adunque non p uò adempiere perfottameuie alle condizioni da noi stabilit~. come quella che non offre libertà d'azione nel maneggio dei pezzi, impedendo il concentramento dei fuochi, ed è perciò necessario di .N'KLLA F0RTG ICAZIO!'iE


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/

IL F&RRO

apportarvi r agionate modificazioni, le quali richieo-crono 00 il cambiamento totalè del suo tracciato. Se dai fianchi di un fronte moderno avente o no le s~ar pe in terra·, come abbiamo proposto q ui innanzi, s1 prendano due punti distan~i da questi 4 e 13 metri e vi si facciano passare due parallele ai fianchi dei bastioni che si arrestino nell':ncontro con Ja linea di difesa, abbiamo tracciata la posizione e la larghezza delle casamatte fiancheggianti col relativo passaggio alle spalle per favorire le sortite dal centro della cortina. Se dalla cortina, alla distanza di 8 metri, tiriamo una parallela sino all'incontro delle linee di difesa prolun gate, per piegare secondo queste d ue lince fino a che non s'incontrano le parallele ai fianchi tirate a 13 metri di distanza, abbiamo l'andamento esterno del tracciato della nuova tanaglia. ,Ed infine, per a-vere Ja gola della cortina che unisce i fianchi della tanaalia . o ' tireremo a 3 metri dalla linea or or a segnata una parallela. !\ei punti d'in1:ontro delle casamatte dei fianchi con la cortina, la ta.naglia si lega alla cinta p~incipale mercè due fabbricati rettangolari, i quali v1etan_o o permettono l'uscita dalla piazza per due grandi porte. Le casamatte dei fianchi della tanacrlia hanno dinanzi un parapetto della spessezza di 6 111:tri con la scarpa esterna a 45°, ed il loro muro di fianco v_erso il fosso è coverto da ur:a scarpa in terra, come s1 vede nen a tavola Qii. La corti na è egual mente coverta di terra sul da vanti, ma non ha n essuna azione n el fossa to . Dovendo queste casamatte ~ostituire una batteria P,er contrariare energ icam en te ed annullare l'azione delle controbatterie, dovranno essere armate in modo d a presen tare un numer o d i pezzi maggiore di quello

Nl!LLA 11'0!\T!FlCAZl ON(

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dell'assediante, e offrire una resistenza nella loro costruzione da rendere diiiicilissimo l'effetto distruttore delle controbatterie, anche quando queste contenessero un numero maggiore di pezzi . Avendo rivestito la parte inferiore delle casamaite con uno spesso involucro di terra, esse !!OD potranno temere che i colpi nemici demoliscano la muratura retrostante; ma per la parte superiore non possiamo seguire l'istesso sistema. perchè non rimarrebbe che costruire delle casamatte alla Haxo, le quali non om irebbero uoa resistenza sufficiente, presentando una parte di muro senza alcun riparo nella porzione superiore delle cannoniere, oltre all'iDconYeniente delle guance in murawra. Non rimane quindi cbe corazzarle; ed affinchè le corazzo dotassero effettivamente di una resistenza utile queste casamatte, non sono state assicurate ai muri delle medesime, ma ne sono perfettamente indipendenti, restando così sciolto il dnhbio r.he l'urto dei proietti sulla corazza venga a distruggere la muratura' retrostante. Potrebbe domandarsi, come mai, facendosi da q uesti pezzi si\uati nel fossato o nel rientrante del fronte un fuoco molto accelerato o molto sostenuto, il fumo che rimarrà in questo rientrante non impedirà l'adoperare bene e sollecitamente i pezzi? A questa obbiezione non possiamo dar e che un valore secondar ib, perchè queste casamatte non avendo nessun riparo sul davanti, ed essen do i pezzi di poco sottoposti alla cresta dello spalto, il fumo non potrà agglomerarsi in tale quantità da recar molestia agli a rtiglieri o da far r allentare il tiro. Allorquando si fa un fuoco sostenuto dai bastioni in una giornata di combattimento, forse il fumo si. disper de se non vi è movimento neìl'aria? E questo inconveniente non avviene eziandio nelle bat-


270

IL FERRO

t erie lontane dell'assediante , e nelle controbatterie istesse? Volendo spiegar· meglio la nostra idea con un esempio, facciamo notare che un legno da guerra che, fermo in un sito,-faccia fuoco coi pezzi di un solo lato, o d i tutti e due i suoi bordi, deve cambiare di sito dopo pochi colpi, se non vi è un sentit o movimento nell'arùi; è ciò avviene ad una batteria che non ba alcun ostacolo dinanzi a sè, e sopr a un piano per fettament.e levigato. Un'altra osservazione ehe suol farsi si è, che l'assedia-me può distrug gere egualment e q ueste opere dalle sue prime batter ie coi fuochi verticali .e col tiro :ficcante. Essendo quest'opera · coverta da q uelle situate i n avanti, e sot toposta alla cresta dello spaìto, essa è nascosta alla. vista del nemico, massime quando egli è ancora nelle sue prime batterie; nè la sua posizione al centro del fronte può esser e una circostanza favorevole per la sua ·sicurezza, perchè essendo circonda t.a da nn grande involucro di •terra e riconer ta nelle rimanenti parti da spesse corazze in' fer ro, ' non ba a temere dall'effetto d ei proietti nemic;, i quali, per poter col pire, d(jvono essere tir ati secondo il tiro I ficcante, e q uindi Ja ·Joro velobità di percossa deve ' e ssere minor e di quella che si ottiene q uando il proietto sia lanciato non con la più forte, ma ancora con la più semplice carica di combattimento, e se l'effetto d'un proietto spinto col più. fo rte tiro di lancio in un masso di terra non è c:er tamente m9lto grande, piccolissimo sarà quello di proietti dotati di una velocità · minore, senza dire che i danni arrecati nelle opere in terra sono facili a ripararsi nelle ore notturne. Delle corazze poi è inutile il fare parola, perchè se n?n potettero essere forate, nè g uaste in modo da non poter più funzionare, sotto l'azione dei più forti

NELL,j. FORTIF[CAZIO:,E

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tiri di lancio con pezzi di enorme calibro e ad una d istanza minore di 2ÒOm, non possono cer tamente temere qai pochi · colpi ficcanti, che di quando in quando vengono a scoppiare sulla loro supet ficie esterna . Per le quali cose sembra evidente che questa batteria al momento del coronamento dello spalto, cioè, q uando i suoi fuochi incomi:1.cia~o ad es?ere efficaci, entra in azione senza essere stata danneggiata , e senza che la sua solidità sia stata menomameute diminuita. È sotto l'azione d i questa batteria che· l'assediante deve costrnire j l coronamento dello spalto ed armar e le · sue batterie per tentare di ridurla al silenzio. Impresa ardna, per non dir e impossibile, poichè da una parte vi ha una batteria perfettamente garentita e servita da artiglieri che n on hanno a temere nessun fuoco verticale e nessun •tiratore nemico, e dall'altra vi ha una. batteria. p osta allo scoverto, pr otet ta. da un parapetto di fresco for mato, e per sopra.ssello con ar tiglieri esposti non solo ai fuo chi vertieali della piazza, ma ancora a q uelli dei t ir atori situati sui ram pari in. quest'ultima epoca dello assedio, senza tener conto della mitraglia di cui potrebbero essere inondate tali batterie, se sui fianchi e sull'angolo di cortina si situassero alcuni pezzi leggieri . Noi adunque non crediamo esagerare conchiudendo che le controba;tterie in' quest.o d uello finale 'di artiglieria devono r imanere schiacciate, perchè g li ar tiglieri sono troppo esposti e poco garentiti i pezzi : circostanze che debbono determinare l'assediante a servirsi della mina. Supponiamo per altro che l'assediante, per un seguito di circostanze favorevoli, sia riuscito a rid urre al silenzio CJ.Llesti fuochi fiancheggianti. Considerato il grado


272 IL FERRO, della forza intrinseca della batteria e l'aiuto che può darle la difesa, tanto dai fianchi dei bastioni qua,nto coi fuochi verticali, è chiaro che dovrà scprrere qualche tempo prima che il nemico riesca a farla tacere. Consegnito tale scopo, · la difesa rimarrà nello stato in cui trovasi pr,esentemente. Distrutti questi fuochi, essa non resta sforn,ita di fianchcggia,menti, potendo adoperare i suoi fianchi come ultimo mezzo per contrastare o molestare le operazioni dell'assediante, essendo riuscita per altro a trattenerlo per un tempo maggiore sulla cresta dello spalto e a fargli costruiré il coronamento sotto l'azione immediata di una batteria che, quan tunque forte per se stessa, e perfettamente garantita, pure viene ad acquistare un valore maggiore coli' essere coadiuvata potentemen't e dalla cinta principale. Il No1zet e molti altri, parlando del fiancheggiarneuLu affiùato ad opere isoÌa.te, e particolarmente delle caponiere del fronte poligonale (come quelle che più si avvicinano al nostro caso) dice, che non potendosi giungere a queste opere che éon cammini sotterranei e attraverso la cinta principale, il fiancheggiamento rimane isolato dal resto della difesa. Fintantocbè le comunicazioni sono libere, quest'opera Don può chiamarsi isolata, bensì segregata; ed è questa una condizione che diremo quasi inerente alle batterie ,fiancheggianti, poicb è dovendo battere unicamente una parte del fronte e prendere di fianco le colonne d'assalto, gl'inservienti dei pezzi debbono essere perfettamente al riparu da qualsiasi fuoco, sicuri della loro ritirata, e non esposti ad esser presi alle spalle e tagliati sui pezzi. Senza tali condizioni, come ora suècede nei fianchi dei bastioni, gli artiglieri rimangono

NELLA FORTl!'JCAZIONE

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perplessi al loro posto, e mancano d'energia nel momento in cui dovrebbero esserne più forniti. Infine avendo r.iunito in un i;olo locale i pezzi fiancheggianti per ciascun fronte, oltre ad avere adempito alle condizioni s9pradette, supponiamo un bisogno più importante, qual ~ quello di poter affidare il comando di quest'opera ad un uomo di sperimentata eJ.?ergia, mentre coi pezzi sparpagliati sui fianchi si ha una forza minore perchè divisa. V'ha infine un'ultima difficoltà, che per alcuno è la prima, cioè, l'aumento della spesa, pP.rchè ordinata in- tal modò la tanaglia, si accrescerebbEl il prezzçi di ciascun fronte. Tutto ciò è inerente allo stato presente, tanto della difesa quanto dell'offesa. Se per l'addietro una piazza non avèva a temere che del fuoco dei mortai e delle granate di pochi obiéi, e · 1e prime batterie si costruivano ordinariamente alla di~tanza di 600 ad 800m, egli era age vule il dìfilare i terrapieni o una parte di essi, col ".antaggio di gàrantire maggiormente i difensori ,e di rendere meno sicuri i colpi dell'assediante. Oggi invece l'assedio è ridotto ad un continuo bombardamento, giacché t utti i proietti che si scaglian0 sono esplosivi, e con p ezzi che fanno breccia all'enorme distanza di 3,500m, si p uò molestare ed i'nq uietare la guarnigione anche alla distanza di 4,,000m, .e con i _pezzi di acciaio da 22 centimetri, si può incominciare a bombardare una piazza dai 7,000 agli 8;000m. Ora, non si può defilare un terra pieno o una parte di esso su questa ·grandissima distaJJZa, senza elevare delle traverse che per la loro mole occuperebber o buona parte dei bastioni; tanto più che il terreno adiacente ad una piazza nel raggio di 4000m, o degli 8,000"', presenta sempre qualche punto elevato, e perciò A NNO

xi, vol.

1.

-

18.


274 IL F ERll.O NELLi F0RT!FlCAZ!OliE vant~ggioso per la posizi'one di qualche batteria nemica, e nello stesso tempo nocivo all'assediato. I difensori non p0ssono opporre una valida difesa, se le fortificazioni seguono ad aver pochi luoghi coperti, finchè la guarnigione sarà sempre esposta all'azione delle batterie nemich~; e però sorge la necessità di garantire maggiormente il difensore e fornirlo di · tutti quei mezzi che debbono rimanere intatti fi no all'ultimo. momento dell'assedio. Questi provvedimenti fanno aumentare il costo di un fronte; ma se essi sono di t al natura da prolungare l'assedio, un qualche _sacrifizio finanziario non sarà certamente censurabile.

Cowccr L. Capitano del Genio.

SliLL.l

GIUSrfIZIA NIILITARE COlSTXllUAiIO:'iE E F I 1'1 E

(1).

( Contim&a).

CAPO II. SCONVENIE='<Tl LAMENTA TI SULL'ATTUA LE ORD INAMENTO

,.

DEI TRIBUNALI l\flLITARI.

La legge del progresso sconosciuta e negata lungamente da moltissime scu.ole ed avversata ostinatamente dai governi assoluti è una yerità oramai che splende alla coscìenzà dei popoli di piena e vivissima luce. La scienza umana è un patrimonio che ogni giorno aumenta, e, avvicinando gradatamente l'umanità al (1) Vedi Rivista militare italiana, auuo xx, voi. r, pag. 199.


'

2'76 SULLA GIUSTIZIA perfetto, apporta ai viventi, la coscienza di nuovi bisogni morali, mentre accresce i mezzi della produzione. Se fosse lecita l'espressione, io direi, che l'umanità tende all'armonia generale dei bisogni colle ricchezze all'unità della scienza, alla uniformità e consonanza delle istituzioni e costumi in tutta l'universalità de'suoi membri. Guardiamo alle leggi positive. Perchè una legge oggi giudicata buona e umanamente perfetta,- più non è tale stimata domani ? Quindi ·non è appuntare ingiustamente il vigente codice penale militare, asserendo che esso più non risponde ai bisogni morali ed alle esigenze del tempo, in cui ci troviamo. Prova ne sono .le lunghe, continue, insistenti querele che da ogni banda e da ogni organo della pubblica opinione· furono mosse. Codesto - codice, come mi provai dimostrare, apportò un rilevante miglioramento ·nell'amministrazione della giustizia militare; codesto codice segna un gran passo avanti nella storia della nostra legislazione penale, ma desso non fu discusso, non esaminato, non giudicato come era mestieri, e ad ogni modo non può sottrarsi alla legge del progresso, non può scansare le ingiurie del tempo. Diceva un giorno un deputato, essere q uesto codice il migliore fra tutti quelli att ualmente vigenti presso le armate degli altri ,Stati d'Europa ma che per questo? Forse è identica la forma politica del nostro Stato e quella di Prussia, di Francia, di Spagna, ecc.? Appo noi le porte dell'aula sono aperte, ed il pubblico, od il paese che assiste, che interviene, o in altro modo segue l' andamento e l'esito dei nostri penali , procedimenti, è• mosso e guidato dallo stesso criterio, dallo stes~0 sentimento, dalle medesime esigenze con .

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MIL ITARE

277

cui assiste e giudica un dibattimento civile . Il pubblico non sa distinguere, nè vuole ammettere che in t,e mpo di pace siano necessari speciali procedimenti o diversi tribunali pei reati militari, e spesso accade che, mentre risponde ad una condanna del magistrato ordinario col dispregio verso il punito,, mostra pietà ed esterna commiserazione verso un imputato militare, quasichè voglia dire che il condannato da militare tribunàle sia ingiustamente condannato. E perchè '? Desso crede di vedere nei tribllnali militari un orilinarnento difettoso e sconcorde. Si lamenta infatti in primo punto perchè l'istruzione sia condotta da un ufficiale dell'esercito, mentre la parte fiscale è sostenuta da una persona laureata e perciò nelle legali discipline istruito. E, in vero vi ha forse minore difficoltà o occorre meno conoscenza di legge in chi fa il processo e poi riferisce alla commissione d'inchiesta, o in chi soltanto dalla disamina delle raccolte prove rileva la sintesi che lo stesso istruttore dovette avere per iniziare e cond urre-le0indagini, e formula l'ac:cus:a '? E perchè fino al 1859 l'istrnttore fu un legale, e militare fu all'incontro il rappresentante fiscale ? Secondariameute si lamenta p ercbè al pubblico dibattimento, di fronte al rappresentante fiscale che sa formulare e sostenere un'accusa con tutte le sottigliezze legali, stia in via ordinaria alla difesa clell' imputato un ufficiale inferiore che poco o nulla sa di legge, di codice, di procedura e di oratoria forense. · Infatti, se .il dibattimento suona in q ui.tlcbe modo conflitto o lotta, non vi è certamente. parità di forze -fra il fisco e la difesa; perciò la causa dell'imputato è agli occhi del pubblico compromessa o pericolosa. Si lamenta per terzo come i . giudici, persone pura- .


278 SULLA GIUSTIZIA mente rµilitari, non possano dare una sentenza, sebbene coscienziosa, regolarmente motivata, come lo pres@rive il èodice vigente, mancando nei medesimi il criterio legale che viene soltanto dalla conoscenza delle legali discipline, come nei magistrati ordinari. Che se alla difesa sta un avvocato civile espertissimo in cavilli forensi, il consesso giudicante non può certamente non esitare e talvolta confondersi sedotti dall'eloquenza o erudizione del fisco, o dalla più frequente eloquenza o erudizione del difensore . . Si lamenta in quarto luogo sul modo di organizzazione e sulle attribuzioni o facoltà del tribunale supremo di guerra. E in vero, mentre questo tribuuale ha tutti i caratteri cli tribunale superiore, o di appello, rispetto ai t ribunali permanenti divisionali, no.n gli si attribuì che Ùna facoltà puramente negativa, quella cioè di confermare o di annullare; r imandando per altro giudizio. Quindi accadde di osservare come 1.m imputato avendo ricorso al supremo tribunale contro una sen•teoza di un tribunale divisionale, conseguisse l'annullan;iento, ma dal see;ondo Ùibunale divisionale, al quale la sentenza fu rimandata, ottenesse una condanna maggiore, in çinta ai principii più fondamentali di dritto penale. Si osser vò ancora un pubblico ministero ricorrere contro un pronunciato di un tribunale divisionale al supremo tribunale di guerra, venire la sentenza annullata, ma il _tribun.ale al quale il processo fu rinviato, pronunciare sentenza alia prima conforme, ed il pubblico ministero nuovamente r icorrere ed il ' supremo tribunale nuovamente annullare·, riescendo ad un circol'o vizioso di giudizi e di sentenze annullate. Ciò diede occasione a vivissime lamentanze e a ripetuti opuscoli critici, non per accusare aÌcun fun-

279 zionante, che alcuno aveva. violato o frainteso la legge, ma per notar e i difetti della legge medesima. Quest'o in quanto alla procedura, ma . vi sono altri inconvenienti ~otto l'aspetto economico. La spesa Che lo Stato deve annualmente sopperire pei tribunali permanenti è piuttosto rilevante., I vari locali necessari, il n umeroso personale legale o militare esclusivamente impiegatovi , come · sono · i presidenti, gli avvocati fiscali e ]oro sostituti, gli ufficiali istruttori e loro sostituti, i segretari' e sotto-segretari, gli scrivani, oltre al grosso nrimero dei bassi inservienti, apportano nella rubrica Gii.stizia militai·e del bilancio della guerra una cifra considerevole. Nè basta. Il carattere di ·stabilità dei vigenti tribunali permanenti reca l'Ìnconveniente di vedere, specialmente come · il corrente, nel quale le file dell'esercito sonosi d'assai diradate . pelle varie classi cl' individui di bassaforza rimandate alle famiglie in C:)ngedo illimitato, qualche tribunale appartenente ad una circoscrizione terrjtoriale nella quale scarseggi la truppa stanziatavi;avere · sì poche procedure da trattare e risol,vere, che ve• rità non si trova giustifìcat~ la spesa che nonostante è il governo per•esso obbligato a sostenere. Si sopprima invece o si riduca, come già avvenne anche in questi ultimi giorni,_ii numero_dei tribunali permanenti, ed allora vi è l'altro inconveniente di vedere il personale in soprannumero rimandato in disponi-:- . bilità con stipendi meschinìssirni ( il sotto-segretario ha 500 franchi all'anno), e siccon1e l'esercito d'altra parte si trova sparso in tutte le zone dE:l territorio nazionale, accadendo un reato a lunga distanza dalla sede del tribu~ale permanente, non si può scansare MILITAllR

in


280

,. SULLA GIUSTIZIA

la necessità di grandi spese di viaggi e trasferte tanto dell'imputnto quanto dei testimoni nell'occasione del dibatti1nento e finale giudizio . Non per spirito di opposizione, nè per far pompa di critica, ma per interesse e desiderio che provo al m iglioramento della nostra cost.ituzione militare, come al progresso della nazione nella ci viltà e nella grandezza, sono venuto ad uno ad uno esponendo t utta la serie degli inconvenienti che vengono lamentati circa a)l'attuale ordinamento dei tribunali militari, onde con maggior cognizione di causa discorrere dei mezzi pei quali, a mio avviso, si poss:1no nella massima parte gli incovenienti medesimi far scomparire e definitivamente cessare.

CAPO JII. MODI D I R l FOR MA ,

Due modi, a mio avviso , si presentano acconci a riforn'lare il vigente codice penale militare per quanto speciàlmente riflette l'ordinamento dei tribunali militari permanenti., • Il primo sa~ebbe quello molto conforme al sistema francese, cioè di r endere i gi:1dizi pènali strettamente mi litari, ossivero di affidare l'amministrazione della militare giustizia a sole persone militari, siano in consigli di g uerra reggimentali, sia con consigli di guerra diYisionali. Ln questo modo si ottiene l'omogeneità e l'accordo. Se l'istruzione preliminare è fatta da militare, anco l'atto d'accusa verrà for mulato da milita.re; se rr. ilitare sarà il difensore, militare sarà pure il rap-

281 presentante fiscale, e sara un vero pronunciato legale, ma un giudizio secondo scienza o coscienza e confor me al modo, col qµale fu iniziato e dibattuto il giudizio: Il-secondo vantaggio sarà pure conseguito sotto l'aspetto economico, giacché più non vi sia bisogno del qufld ro per manente del personale giudiziario militare e d i appositi locali. Il consiglio di guerra può riunirsi, o presso la sede del reggimento, o presso la sede del comando di divisione . · · Sarebl?e però possibile mantenere la pubblicità dei giudizi ? E in. ogni caso corrisponderebbe questo ordinamento, questa procedura alle esigenze- dei tempi ? E se le istituzioni militari vogl iono sempre conformarsi ' a quelle politiche, sarebbe codesto modo di amministrare la giustizia adatto ai principii dello Statuto fon dàmentale? Un individuo che in tempo di pace si vede nel reato civile processato e g iudicato con t utte le m_igliori garanzie processuali s uggerite dalla scienza del suo tempo, si rassegnerà d'essere da codeste garanzie privato, se colpito da un'imputazione di reato militare? Non sarebbe col suaccennato modo di riforma quanto tornare pressoché ai tempi di Carlo Felice? Quindi, se nell'adottarlo si conseguirebbe il vantaggio economico, non si soddisferebbé alle condizioni della poìitica e darebbe luogo a maggiori lamentanze e critiche che non si sono fatte fin o ad oggidì. sull'attuale. Il dire che in Francia esso vige e soddisfa, uon giova. Altra la costituzione politica di quel paese, altra la costituzione politica italiana, cosicc.hè il dritto militare conveniente al primo, non può certamente convenire al secondo. Il -secondo modo di riforma sarebbe radicale, ma MILITARE

la sentenza •non


282 SU'LLA GIUSTJZIA oltr echè sarebbe nat urale svolgimento della storia e sua spontanea continuazione, risponderebbe ancora al n uovo ordine di cose della penisola. E perciò avrebbe tutto il èarattere di italianità ; senonchè esige una ci viltà politica~della nazione che forse non è ancora in t utte le parti della nazione _raggiunto. Nel compendio storico portato dalla prima par te si palesò chiar a la tendenza progressiva negli ordinamenti militari di avvicinarsi ognora più agli ordinamenti civili. Se sotto Vittorio Eman uele I la giurisdizione militare fu pressochè assoluta , sotto il vigente codice venne ristretta alle sole per sone militari e llOll più alle cause civili, non più ai r eat i comuni, rfla a quelli soltanto strettamente rnil_itari e giudicati pressochè colle identiche formalità dei tribunali civili. La promulgazione dello S tatuto fondamentale che d ichiar ò tutti eguali in faccia alla legge e fece partecipe i l popolo al potere legislat ivo mediante i suoi r appresentanti, e,, ad ,eccezione della persona del Re,-. sacra ed inviolabile , ogni a1tro atto sottopose a sindacato, ha segn1;to il t rapasso ad un'era affatto nuova d i civiltà. Ogni privilegio fu cJssat'o , ogni casta, ogni foro speciale non potè più oltre sussistere. Il solo for o m ilitare, non per ispirito d'avversione, ma pernbè si · t enne forse impossibile o sconveniente che i reati riflet- · tent i la milizia potessero da magistrati civili convenientemente giudicarsi , furono lasciati sussistere ; con qual esito però, credo avere più sopra bastantemente addi~ ostrato. Penso a.dunque che l'ultima, pili propria e più conveniente riforma non possa essere che radicale, ossia si debba definitivamente abolire la speciale giurisdizione militare e gli a ttuali tribunali p ermanenti .

..

UJL ITARE

283

Ma c ome sarà allora amministrata la giustizia militare? In q ua1 modo represse le · violazion{ al nostro codice? Le seguenti consi der azioni vengono a dare risposta. In un paese, nel quale il dritto pubblico è la sanzione del diritto di libertà , eguaglianza e nazionalità, la personalità umana e civile si confonde e si completa con quella militar e - Decisamente havvi armonia perfetta fra le istit uzioni politiche, civili e militari . L'obbligo della leva diviene un ,sacro dovere del cittadino e chi colpito dalla legge di reclutamento non ottempera alla clii amata ; · commette un reato civile. P er accertarsene bast a r icordare che . i delitti di reni_tenza appartengono appunto al codice comune, e non fu che per particolari condizioni morali polit iche se _ precariamente furono deferiti alla competenza dei trihm1ali militari . So adunque è dovere civile il presentarsi , q nando tocca, ad un consiglio _d i leva , e vestire la militare divisa, può pur e dirsi obbligo civile, il prestare fino a che si resta sotto le armi, · il proprio ser vi zio u-tilmente, ed in altre parole osservare t ute quelle norme o regolamenti che il potere legislativo (giacch è le reggi pure militari vogliono ora esser e ,.discusse ed approvat e dalla Camera) ha stabilito-. Forse apporta alla nazione minor danno un cittadino che si fa r enitente, o un cittadino che entrato nell'esercito si rende poi disertore od insubordinat o ? Se- nel Veneto, ove la legge all'invece è la negazione dei diritti più sacri dell'uomo, dove si dice gal antuomo quello che a vversa ed osta a]}a volontà del governo, dove. in altre parole il suddito n ega l'uomo, ed il carattere , militare quello civile , quando un giovane si


, 2B4

SULLA GIUS'l: IZ!A

sottrae o diserta, gli amici ld confortano, lo aiùtauo, lo proteggono; e p iangono le madri desolatamente (io ancorchè giovane ricordo bené d'averlo osservato) allorchè il consiglio. di leva ha dichiarato tau.rig-(buono al servizio) un coscritto; in Italia qual è il buon cittadino che non· disapprovi e Spregi il soldato che abbandona, essendo di sentinella , il suo posto, o si rivolta armata mano al suo superiore od altrimenti manca ai suoi doveri militari? Da ciò ne discende legittima conseguenza, , che il codice penai~ militare puq ritenersi un capitolo del codice penale comune e che se il magistrato civile procede contro la persona militare pei reati mi litari, può similmente procedere contro la stessa persona per i r eati civili. Si li miti~adunque i reati militari ai soli fatti strettamente militari - diserzione ,i,tsubordinazione, r eati in sorvizio - e si' renda!"' competeut~ a f'iudicarli i tribunali circondariali, entro la cui g iurisdizione i rea,ti' medesimi f~ensi consumati. Tribunali questi molto consimili agli attuali tribunali permanenti, ma senza i vizi lamentati in questi u\timi. Al verificarsi a.dunque ai 'JD delitto militare · (non intendo pa.r)are delle violazioni al regolamento di disciplina, che come mancanze disciplinari dovrebbero sempre conoscersi e punirsi nei modi disciplinari), il comandante di corpo,. come è solito farsi rispetto ai reati civili., porge denunzi?, ai' procuratore del Re del pi1) v_icino tribunale circondariale , e se accol tà , il giudice istruttore pr'ocede alle indagini preparatorie, nel modo stesso che presentemente i giudici mandamentali fanno quando sono delegati dagli uffiziali istruttori dei tribunali 'perrr.anenti. Compiuta la

285 istruzione, e formulato l'atto d'accusa, sarebbe aperto il pubblico solenne dibattimento. -È però possibile, dirà taluno, che i magistrati ordinari dieno _giudizio di un reato d'insubordinazione, di diserzione qualificata, di complotto ? Non è ella necessaria la conoscenza nei giudici di tutt i i rego- lamenti militari e delle abitudini e dello spirito disciplinare dell'esercito? Certameute che sì, ma una essenziale riforma si è in questi ultimi tempi i~tr9dotta nei giudizi penali civili e che torna molto opportuna al caso nostro - v~glio dire quello di giudici di fatto e di giudici di diritto. ' Ho già dimostrato antecedentemente come male convenga agli uomini di spada, ancorchè persone oneste, integre e coscienziose il giudi zio di dfrilto, ma vedo per ò che a queste medesime persone può demandarsi il giudizio di fatt-o. MIL1TARE

È, per via d'esempio, avvenuto ·un delitto m ilitare;

_,,. il tribunale circondariale ha ultimato l'istruzione, e sottoposto ad accusa l'imputato. - Si prefigga un giorno al dibattimento e si apra una corte d'assisie - militare. -'-- 11 procuratore del Re rappresen~a la parte fiscale , avvocato borghese, quella della difesa, i tre giudici col presidente del t rilrnoa1e sieno i giudici di diritto, un. dato numero di uffiziali od anche individui di bassa-forza secondo il grado dell'imputato; sieno i giudici di fatto. Terminato colla difesa il dibattimento, il presidente domanda ai giurati militari: Ha Tizio disertato dal corpo X? . È la diserzione qualificata per asportazione d'arma? Hannovi circostanze attenuanti -in favore dell'imputato?

un


286

SULLA GI UST IZIA

Hannovi circostanze aggravanti'? Il capo dei giurati, sempre il più anziano fra i maggiori in grado, porge quindi il verdetto di risposta, in base al q uale i giudici daranno la loro sentenza legalmente e r egolarmente motivata. . In quanto all'appel_lazione le stesse nor me che vigono circa ai giudizi della Corte d'assisie civile. Ecco il modo di rifor ma che mi sono azzardato di esporre còrne il pÙ1 proprio, e dal quale mi parrebbe potersi conseguire i seguenti va:ntaggi: 1° Vantaggio essenzialissimo per essere strettamente italiano cioè confor me ai principii del nostro diritto costituzionale ; 2° Maggiore celerità e r egolarità nell'amministrazione della giustizia militare; 3° Risparmio rilevante di spesa nel bi.lancio annuale della guerra·, più non occorrendo n~ personale, nè lor.ali, nè nfficii separati ; 4° Altro mezzo di economia , giacché le carceri speciali militari non avrebbero più ragione a sussistere separatamente. Se infatti la violazione alle leggi militari viene tenuto r eato civile, anche la pena p uò essere della medesima specie che si infligge p el reato comune ; · 5° Cessazione di tutti i conflitti di giurisdizione che sono ora frequentissimi fra il milit are ed il civile magistrato. La Corte di cassazione resterebbe la sola soprastante a tutte le autorità. ·giudiziari'e, nè piLl avverrebbero conflitti fra <lessa ed il supremo tribunale di guerra , da dovere come è pur troppo accaduto, imporre al potere esecutivo la necessità di ordinare ad- un'altra Corte di cassazione il giudizio definitivo di giurisdizione;

287

~!JLITARE

6° Il delinquente militare processato con t utte le garanzie della ·legge penale non tr overebbe più commiser~zione, ma spregioi:i-el pubblico civile che·sempre accorre numeroso ai giudizi della Corte d'assisie. È un cittadino che non ha voluto servi1•e utilmente il suo paese, ecco quanto si direbbe, ecco il rimpr overo o la punizione più grave pBl delinquente medesimo . Al lettore il giudizio della convenienza ed attuabilità d el proposto riordinamento. - .Mi r esta soltanto par~ lare del modo, col quale avrebbesi ad amministrare la giustizia militare quando dal piede di pace si pasi a a quello di guerra, ma mi ritierbo farlo in altro articolo e ciò tanto più in quantochè esige considerazioni e massime d'ordine diverso.

FANOLI.


STADTMETRO E CANN0CCHIALE STADHiETI\J CO

289

stromenti in uso. Ma la pratica solo poteva dimostrare in quale misura la soluzione adottata rispondeva ai bisogni della topografia. Si fecero dunque moltissime esperienze comparative, usando successivamente lo sta.dimetro, la stadia e la catena. Il risultato di queste prove può essère c~nsiderato come una definizione precisa del valore proprio di ciascun stromento.

STADIME~J.1RO E

CANNOCCHIALE STADI~iETRICO D})I SIGNO!lI

PEAUCELLIER E WAGNER capit,ani nel gitio frmose

CONTINUAZI ONE

(1).

CAPITOLO SECONDO. PARAGONE FRA I DIVERSI MODI DI MISURAZIONE USITATI.

§ I. - Esperienze div1•rse sul grado di approssimazioue della catena, della stadia e dello sta1limctrò. Le · considerazioni che prècedono fanno abbastanza conoscere i vantaggi che presenta il nuovo a1pparecchio diastimometrico, e sino a qual punto egli non è soggetto agli inconvenienti rimproverati agli altri (1) Vedi .Rivista niilitarc italiana, anno xr, voi. r, J)ag. 172.

Prima serie di esperienze. - l)[isurazior1,i ri7Jetnte per una stessa distanza. In una prima serie di esperienze, si misurò un gran numero di volte la stessa distanza, adoprando successivamente la catena; la stadia e lo stadimetro, e si ebbe campo di cdnoscere per ciascuno stromento la dipendenza che esiste fra la grandezza degli errori commessi e la probabilità delle loro ripetizioni (1). Qnesta relazione è espressa gr:aficamente, per la distanza di 60 metri, dalle curve (fig. 9, 10, 11 e 12), nelle quali le misure degli errori sono rappresentate dalle ordinate corrispondenti. Queste curve messe in :riguardo una dell'altra, offrono un quadro sinottico del grado di "'approssimazione relativo a ciasèun stromento.

Sviwnento 'ntedio di ciastun ·strome:nto swpposto rettificato esattamente. -Qualunque ,sia l'istromento•impiegato nelle ,misurazi,orii, .hannovi degli s,riamenti massimi, dei quali de(1) ·Le note V e VII riassum~no s,) mmariamente le ~onsme~azioni che furono di guida nel calcolo delle 11robabilit ù relative alle ricerche di çui si tratta.

Ai:;No xc, voi. r.

19.


290 ,i'j;All!METRO vesi tener conto , se si vuole apprezzare il grado di fidueia che conviene . accor dargli; ma si g iungerà più sicuramente ad un apprezzamento esatto, ricercando lo sviamento medio, vale a dire la media degli errori commessi, astrazione fatta del segno. Dalle diverse misurazioni eseguite per risalti orizzontali colla catena , su terreni a pendenze variate, si deduce che lo sviamento' medio dell'ìstromento è di l se 1·1 terreno e. orizzonta . l e o poco ond egg1ato . ; 1200 ~ se_la pendenza del terreno è di 17° 15' circa; 4 0

, ~- se la pendenza-è di 35°. 2vu

Nelle stesse condizioni, la stadia, impiegata con un cannocchiale ordinario, di cui l'ingrandimento è 13 e 1 l'angolo mi0romotrico ,) ~ , diods por valore dogli svia0 menti medii

l

1

1

1:300 ' 850 e 500· Le stessè misurazioni fatte collo stad.imetro e col medesimo cannocc1Ìiale, hanno dato uno sviamento medio invariabile e indipendente dal le forme del terreno. Egli è rappresentato dalla frazione ,

1 3330·

Se invece del cannocchiale ordinario si usa un cannocchiale stenallatico, avente lo stesso ingrandimento, e lo stesso angolo micrometrìGo· , si trova lo ste., so sviamento medio

1 3330

.

. Ma se l'angolo micrometrico

F. CAN.NOCC!l!ALE STADIMETRICO

'•

291

d imiouisce senza che l'ingrandimento aumenti, gli sviamenti diminuiscono del pari. Il primo cannocchiale steuallatico esperimentato avea un angolo mic,ror,netrico di ; , il suo sviamento medio fu di 3

~ . 28 0

Errori di rcttiflwzione della stadia e dello stadirncfro. Indipendentemente degli errori accidentali, la stadia e lo stadimetro possono dar luogo a degli errori definiti o sistematici. Dessi dip,~ndono dalla cura messa nel rettificare l'instromento. Per la stadia basta di verificare lo sviamento dei :6 li del micrometro del can11occLiale, facendoli coincidere colle immag ini cli due linee di fede determinate, la stadia essendo posta su di un terreno orizzontale h.d una distanza di 100 metri esattamente misurata. La coincidenza essendo così stabilita, l'istromento si trova rettificato con un'approssimazione eguale a quella di una lettura sullo stadimetro. La rettificazione di quest'ultimo jstromento, nel caso dei fili 1pobili, si ottiene con maggior sicurezza, effettuando parecchie letture ad una distanza ben conosciuta. La loro ,media avrà più probabilità di esattezza che l'operazione isolata del caso precedente. All'opposto, se si tratta di uno stromento a fil i fissi, come succede per il cannocchiale stenallatico, la g rad~iazione dello stadimetro deve dedursi da un gran numero di osservazioni fatte a d istanze esattissimamente determinate (vedasi la nota VI) .. È certamente il metodo il più perfetto ed il più vantaggioso, per c iò ch'egli è s.uscettivo di un'estrema precisione e eh~ dispensa da q ualsiasi altra rettificazione.


292 STA DIMETRO Quest'ultima par.t icolarità è di un gran peso. Il terreno ben sovente non si presta sempre alle misura. zioni dirette, allorchè si vuole una gran precisione ;· di più queste rettificazioni traggono seco una perdita di tempo, e, ciò che sembrerà più grave ancora, esse sono soventi volte trascurate. Ammette:i;i.d0 che queste rettificazioni si facciano come Òra si è detto, vi , ha probabiÌità di 99 su 100 che l'errore di rettificazione della stadia è compreso

fra

.

E CANNOCCHIALE STADIMETRICO . ~-

, 1

1

-

293

1

+--+--e+ -- 4000' - - 21000 - 85000 ' vale a dire che si è egualmente persuasi che gli errori commessi in così operando sono superiori o inferiori a questi limiti.

De1;iazioni medie della stcidia e dello stadùnetro, considerando l' insienie degli errori di rettificazione e di ·q'l?eUi accidtntali.

+ _ l_ -1~00 ·

Per lo stadimetro <lessa è compresa fra i limiti .più ristretti +_l_

_ , 5400

1 l'aÙgb'lo m\icrometrico esseO:ùo di 50 roine precedentemente, ma la rettifica,zione risultante da 10 letture·. Se al contrario i fili sono fissi, e che lo stadimetro sia. stato rettificato per 300 osservazioni, si può scomettere 99 contro 1 che l'errore commesso è compreso fra

+_1_ ---:. 22000 l'arigolo rriicromètrico essendo di ~ soltanto, questo è 7 il caso del cannocchiale stenallatico. . G\i errori probabili dei tre metodi di rettificazione · summentovati son.o rispettivamente di

Gli errori di sistema provenienti da difetto di rèttificazione vanno sottomessi a delle leggi di probabilità a~aloghe a quelle degli errori accidentali. Si può valutare (nota V) la deviazione media risultante dalla combinazione degli uni cogli altri. Supponendo che siasi conformato all'uso ammesso per la rettificazione della stadia e dello stadimetro, si trovano le approssimazioni medie seguenti:


I

ST A D 1A conispondenteall'angolomicrometrico , 1 1 oO ci e rettificato come si disse

~-------_

PENDE~ZF,

__,,.._

_________

STADIMETRO impiegato con nn cannocchiale

ji

I

'

onDlr-i ARIO

35°

Si può scommettere 99 contro 1 che 1'approssimazione media.è compresa fra .' ... .. . .

\

STl-:N.ALLATICO

di nn an!!olo micrometrico " di 1

I '

Osservazioni

-731

-50

I

rettificazione rettificazione dei fili dcfìnitira con 10 con 300 letture osservazioni ·,

,

,

Se si riportasse a.Ilo stesso angolo microme1 o0

.

trico . , le indicazioni del

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1300 e 9oO 850 e 700 500 e 460 3330 e 2600 2850 e 2820 ca.nnocchiale stenallatico,

si otterrebbe per il primo

. r1m1t1 ..

, caso 1 L' approssimazione ~1cc~fo. probabile e d1. . ..... .

1

1

1

1220

810

-190

1

-3250

1 2845

-

1

e

,,,

1

, 3330 3270

,0 e per 1·1 seconc1

1 .

3320

I


29~ s: A DlMETHJCO La figura- 13 esprime graficamente in modo più sensibile le app~ossimazioni medje probabili per tutte le pendenze comprese fra 0° e 35°. I loro valori soao rappresentati dalle ascisse delle curve , le pendeme corrispondenti dalle ordinate. E •CANr-OCCHIALE

Approssimazioni rnedù, problibìli inun terreno accidentato si11àle a qnello di l\fizza. Le indic;az:i'oni che precedono perrnettono .di determinare l'approssimazione media delle vaTie misurazioni fatte su di un dato terreno. Basta a quest'effetto di moltiplicare il grado di frequenza di ciascuna pendenza per l'approssimazione corrispondente. Per le levate esegu,jte nei d~ntorni di Nizza si trova che l'approssimazione media probabile è di l .. . l . se s1 1mp1ega a catena; 630

~~O se si fa uso della stadia

e

l l o~ per lo stadimetro; secondo che l'an845 3250 1 golo micrometrico è di ~ o . Altriment i detto, lo 5 73 stadimetro tre volte più preciso che la catena e la stadia in terreno orizzontale, dit in un terreno analogo ~ a quell_o di Nizza un'approssimazione media cinque volte più grande che la catena, e 3 volte 1{2 più forte che la stadia. .

Confronto delle de:viazioni, estreme dei tre istrornenti. Se invece di considerare le deviazioni medie si pa-

,


296

E CANNOCCHULE STADHIETIUCO

I S11AOIMETR 0

.ragonassero gli errori estremi, la superiorità dello stadimetro emergerebbe ancora di pi·~. Per tale effetto se si prende una distanza di 30 metri misurata con lo stadimetro, si ha la probabilita

99 ; e l'errore sarà 100

. .

1 1 700 o 1520 secondo che l'angolo - mi1 crometrico è di ;O o di • men tre che impiegando 73 la .catena o la stadia, gli errori alle estremità corr:ispondenti alla stessa probabilità aumenterebbero rap iù piccolo che

pidam ente colla pendenza, e sarebbero di ~ circa su 1 0 un declivio di 35°. Per d~lle distanze p iù piccole -di metri 30 q uesta differenza sarebbe ancora più sensib ile (1). • Questi risultati sono espressi ' graficamente dalle fig ure 14 e 15. Le ascissP. rieHe curve rappresentano i limiti degli errori,· che non devonsi oltrepassare che u n a volta su cento; misurando una distanza di 60 e di 30 metri col mezzo della catena, della stadia e dello stadirnetro.

Osservazione sugli errori d~lla catena. Si è osservato che g li errori della ca.tena ,sono ord inariamente cegativi su terreni orizzonta.ii o poco inclinati, e che divengono quasi sempre positivi allorchè la pendenza eccede 8 a 10°. (1) Assicurando l'immobilità della stadia col mezzo di una spra.nga di legno fa.cicute appoggio, si eviterei.ibero le osc111azioni che tanto contribuiscono a rendere le letture indeci~e, e si- otterrebbero senza dubbio degli_ errori meno sensibili.

297

Sul terreno dei dint0rni di Nizza, la media degli error,1 di un gran nt~mero di misurazioni converge verso

!

1

1

, ciò che risponde ad un err ore costante di 8 5 circa 12 millimetri per ogni decametro. Se ne conchiude che allungando la catena di quest.a quantità, si sopprimerebbe questa causa di errori, .e la ,deviazione media diminuendo, si abbàsserebbe .di

1530 a 700" L'esperienza dimost.rò agli operatori di ,t ener conto di q uesta pi;irticolarità. La brigata topogra.fìca adottò l'uso di accrescere un certo numero di millimetri in ragione della· pendenza. I geometri del cadastro allungano la loro catena. In alcune località, l'adottato allungamento va sino a 3 centimetri.

Seconda serie d:i espe1·ienze. - Rsp(',rienze JJratic!te fatte sul terreno Indipendentemente delle e$perienze di cu-i si è fatto parola, ·sonosi paragonati i tre instromenti dai risultati delle operazioni delle levate fatte in condizioni identiche. · Si è fatto rilevare da un topografo gli elementi di parecchi camminamenti, impiegando a vicenda la catena, la stadia e lo stadimetr:o. Lo sviluppo totale .di q ueste . operazioni a ppoggiate a punti trigonometrici era di 3028, 95 . La somma degli errori ottenuti colla catena, a.stra_zione fattà dei segni, fu di 7"',84. La stadia diede per somma degli errori corrispondenti 7m,LO e finalrue°:te lo stadi metro ha prodotto un a somma di errori di 1m,47.


298

STA DIMEl'RO

Il numero totale dei lati era di 53. La loro lunghezza m~dia era per conseguenza di 57"',15. L'approssimazione media per lato, ottenuta dall'esperienza, era . 1 1 . l di 387 per .Ja catena, ~ per la stadia e per lo 4 6

2050

stadimetro. Coll'aiuto del calcolo di pr obabilità applicato alla prima serie di esperienze si poteva determinare a priori i limiti rielle quali dovevano essere· comprese le approssimazioni medie per lato, secondo l'instromento impiegato. Si è indicato questo calcolo nella nòla V. Si trovò la. probabilità 1~~, che la media degli errori, astrazione fatta del segno, è compres;:i per i tre istro1 e _l_J' ment{ suddetti fra i limiti (' _l_ e ,8:.W

299 2° Che la negligenza e l'inabilit~ degli ammanuensi non hanno un'influenza marcata sulle indicazioni dello stadimetro, mentre che le inavvertenze nelle misurazioni colla catena o colla stadia si tr'aducono con errori sensibili ed inevitabili. Questa seconda osservazione fa _sopratutto riconoscere la superiorilà pratica dello stadimetro. Le stesse esperienze hanno dimostrato che ogni punto topografico levato, impiegandovi la catena, esige due volte più di tempo che coll'impiego dello stadi• metro o della stadia. Lo svantaggio della catena sarebbe ancora più manifesto, se si avesse rigua,r do alla perdita di tempo risu) tante da]Ja ricer ca degli errori di un decametro, o di una frazione cli decametro che si può com~ettere nelle misurnziooi colla. catena: errori più frequenti che generalmente può supporsi . E CANNOCCHI ALE STA UI MlsTRIC0

ll cannocchiale avea per l'uno e l'altro instromento dei fili rettificabili formanti un angolo micrometrico ' 1 dl 50 '

J_) ( 500 ' · ~000

500 '

1 l ·Ì (6500 e 1840/' L'approssimazion e assegnata allo stadimetro da queste operazioni, è (come chiaramente si vede) compresa nei limiti dedotti dalla prima serie delle esperienze. Non così risult;i lo stesso per la catena e la stad~a , le quali danno all'opposto dei risultati più sfavorevoli. Quest~ particolarità si spiega facilmente se si considera: · 1° Che le esperienz,3 della prima serie furono fatte con un'attenzione da non potersi ai)plicare ci de1Je operazioni correnti ;

Terza serie di es-perienze. - Es71erfonze coni7iaratùJe fatte sul terreno l!ci diversi 011er-atori. Una t erza serie di espet:ienze, fatte in condizioni diverse, hanno pienamente confer mati gli apprezza' menti p_recedenti. . 'T re operatori furono incaricati di rilevare gli elementi di una parte stessa di una rete trigonometrica. Ciascun di essi ha operato coll'instrornento che egli aveva scelto, ed il cui uso eragli pii.t farni.gliare. Tutti e tre desideravano far valere i vantaggi dello istrumento preferito. Nessuna condizione di tempo era loro imposta (1). (1) (Juesta sort e di concorso frn tre operatori esercitati _ecl egual~ mente abili, e\Jbe pèr risultato immediato di convincere 1 topografi di Nizza della superiorità dello stadimetro sulla catena e l a stadia. 11 signor Peyre, guarditt del genio alla brigata topografica , la cui


300

.

STADIMllTRO

Le misurazioni per istazioni successive avevano uno svil uppo totale di 2288 compresi ::J2 lati. Le 'esperienz.e fatte coll'attenzione la più Illilinuta condussero ai risultati seguenti: La somma degli errori dati dalla catena, dalla stadia e, dallo stadi metro, astrazione fatta dal segno, fu rjspettivamente di 2m,66, 4m,09 e om,85. La lunghezza media dei lati essendo di 7m,5O; le a1,prossimàzioni. medie dei lati son0 rispetti:vamente d.1 1 1 1 860 ' 560 e 2690' Applicando a questo caso il calcolo delle probabilità fondato sulla prima serie di esperienze, si trova che vi ha 99 casi contro uno che le medie degli errori, astrazione fatta del segno, sono rispettivamentrt inferiori a

1

,1

l

495 ' 005 ' 1700·

Questa serie di esperienze conferma dunque egualmente bene per i tre istromenti le conseguenze dedotte della pri ma serie.• Abbenchè si accordi una grande superiorità allo stadimetro, pure constata che la catena è sempre suscettibile di dare dei buoni risultati, a condizione per altro che le operazioni · siano fatte c0n tutta cura lunga pratica e a.bilità. è certa , avea accordata la pref~renza a)la catena. La stadia fu conlid&ta al signor Gallibardy, guardia <lel genio della piazza cli Nizza ; i bei lavori topografici che egli eseguì nel dipartimento delle .A.lpi Marittime, fa.uno t estimonianza del partito ch'egli ,s a trarre cli questo st romento. Infine il signor Bertrand, guardia del genio alh brigata topografica, op~ratore intelligente e coscieJ1ziQ~9, fu inq.r ir:ato delle operazioni collo stadimetro.

E CANNOCCHIALE STA•DI METRlCO

301

consacrangovi all'uopo un tempo immenso. Non bis·@gna dimen ticar e infatti, che in quest'ultima ser ie di esperienze si ebbe sopratutto in' vista la maggior precisione possibile di ciascun istromento. Per giungere a questo scopo si fu costretti di consaqrare 54 minuti per il rilevamento di ciascun punto col mezzo della catena. ,Per la stadia questo tempo si r idusse a 16 minuti; per -lo stadimetro non fu che di 11 minuti e 5 minuti s'e condi. I cartolari delle stazioni fàtte delle guardie hanno permesso di paragonare i rilevamenti di. un gran numero di misuraziòni appoggiandosi a puntt fissi ben determinati , ·e . formanti una par te costitutiva della rete trigonometrica che serve di base alle le, vate dei dintorni di Nizza. In qùesti ril,wa.menti effettuati indipendentemente da q ual unque idea d'esperienza, la stadia non fi gura, quest'istromento ~on essendo in uso alla b rigata t opografica. Si dà qui un estratto dedotto dai cartolari delle guardie.


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Camminamenti levati r,oJla ca.tena

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33

669m,s5

70°1,01

om,264

2~ 429m,99

111"1,50

om,073

13zm,08

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Camminamenti lcrati collo stadimetro con un cannocchiale a fili rettificaùili; angolo micro. == -1 . . . , . . . . . . metneo 50

Ca.mminamcnti levati collo sta.dimetro col cannocchia.le stcuallatico a, fili fissi; angolo mi. 1 . rrometr1co = . . ~

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8

7071\19

1

1500

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-2600

Ossel"vazt'on'i

..


E ChNNOCCIIIA LE STADBif<:1'ltlCO

303

Gli errori di chiudimento delle livellazioni, di cui il premesso quadro non presenta che l'approssimazione trn=!dia, sono particol,treggiat.c nella nota VII, e nell'ultimo quadro del capitolo primo. Non si ebbero a. considerare gli er rori di chiudimento della rete planimetrica, per la ragione ch'0ssi si complicano con quelli che provengono dall'ago magnetico, e che sono s upposti ad un dipresso dello stesso ordine di quelli della catena. Sarebbe st;ato difficile d i districn.rli. Quanto alle approssimazion i delle livellazioni, desse si complicano pure cogli errori commessi n ella lettura snll 'cclimctro, errori dell'ordine stesso d i quelli dello sto.dimetro . .Èssi non saprebbero qnindi definirn il grado assoluto di precisione della catena e rlello stad imctro, nè parimenti il rapporto delle dur. approssimazioni. • Comunque sia, ln. superiorità considerevole del nuovo apparecchio per le livella1.ioni, rifulge chiaramente dall'esame dei r isllltati con:-cgnati nel r egistro delle c:;tazioni.

§ (l.

-

Avvanlaggi r,d inconv1~11ic11li della catena, della stadia e dello slatlimclro. - Conr.lnsione.

S i sono particola.r eggiate le conseguenze derivate dalle sperienze comparative che furono fatte , per rinvenire i l valore di ciafìr.Lrno- dei tre longimètri più in uso . -Conviene adesso riep:logare per ciascuno di essi i suoi vantaggi ed i suoi inconvenienti.


304

E GA!'iNOCCHIALE · STADIMETRICO

STAlil :i!ETl\O

, Ccite11.a. La catena è suscettibile di dare buoni risultati su terreno poco accidentato , a condizione d'impiegare degli operatori pratici e coscienziosi. La sua approssimazione è allora di ; in media. Quando le pen1 00 denze o le difficoltà del terreno aumentano, e segnatamente quando si traséura di assoggettare ad una rettificazione le misure fatte, l'approssimazione diminuisce considerevolmente. Dessa può discen'd ere al disotto _d i ~ anche coll'impiego del bastone tensivo e del 2 0 pi~olo o piombino, come si pratica nel cadastro. Gli sbagli sono frequenti e por:ano generalmente sul numero iutiero dei decametri. Dessi si moltiplicano notabilmente in terreno difficile , dove si è costretti di misurare per , frazioni di decametri, e la loro ricerca trae allora una gran perdita di tempo. Insomma, la catena è un mediocre istromento in paese cdi montagna o in terreno coperto di ostacoli. Dess·a non conviene che ai terreni scoperti a pendenze uniformi, e domanda di essere maneggiata da persone esercit'atè e coscienziose.

Stadia. Colla sta:dii'a 'SÌ misuranò le distanze senza percorrerle, qualunque sieno gli ostacoli che possono incontrarsi. fra .le due estremità della linea. Il preciso ed immediato riscontro delle indicazioni ch'essa dà, assicura l'esattezza delle letture. In fine,

305"

un solo aiutante ( il porta stadia) può a tutto rigore bastar.e aUe di.v erse openazioni .di .una leviata . Impiegata con un .canuocchiale a . ingr.andimento ordinario (12 a 13), su di , un . su0lo ondeggiato , .la stadia può quasi rivaleggiare d'esattezza colla catena, e la primeggia ,sopra , pendenze ripide o ingombre di ostacoli. Uno dei più gtandi inconvenienti della stadia c0nsist,e nella difficoltà di valutare le frazioni di metro, segnatamente nelle grandi distanze. Su terreni molto inclinati, .le letture ·sono più i:acerte •Mlc0ra e sopratutto p iù difficili , a motivo d,elle piccole oscillazioni nella stadia, inevitabili anche· in tempo calmo. Il men omo v ento aumenta le amplitudini di queste oscillazioni. a segno di renderle intollerabili. Una causa · di fatica per l'operatore deriva dall'estrema tenuità dei fili micrnmetrici, tenuità per altro indispeusabile per valutare in modo approssimativo le frazioni delle divisioni. Basta aver- operato una sol volta .colla stadia per rendersi co!fto come la piccolezza delle divisioni, la loro mo'ltiplicità., e sopratutto la loro mobilità in riguardo ai fili, nei terre-ni in pen~ denza devono produrte in poco tempo una · vera· fatica aìla vista del topografo. Aggiu 1giamo ancora che in terreno leggermentè ondulato , o cespugliosp, il · piè de11a stadia non è sèmpre v isihile , ciò che riduce so-vente la porta:ta dell'istromento. Lo stesso succede nei vivai, che- invee-e nascondono le divisioni superiori. In ultima analisi, i numerevoli inconvenienti della stadia, e sopratutto la fatica che cagio·n a sulla vi.sta d el topogràfo , _la rendono impropria alle operaziuni ·di lm1ga tratta. Ma nelle levate . a piccola gcala che ANNO

xr, voi.

I, -

20.


306 STADIMWrno non esigono una grande precisione, nè un tempo con·siderevo1e, la stadia può esrnre impiegata con successo. Essa è sopratutto preferibile alla catena nei terreni difficili e ingombri ùi ostacoli. Considerata a questo punLo di vista, la stadia a cannocchiale anallatica ciel comandante del genio Goulier , è destinata a rendere eccellenti servizi io virtù cleHa sua semplicità e della stabilità delle sue r ettificazioni.

E CANNOCCl\ l /1!.E STA0 l ~lf;TH ICO

307

Le grandi distanze, risultanti dalla somma di pareo• chic puntate sono determinate con un'approssimazione molto piLL grande. Operando con precauzione si può adoprnre lo stadimetro per misurare una base in terreno difficile. Il grado di esattezza che si ottiene in tal modo è comparabile a q uello, che danno su ùi un terreno orizzontale, i regoli di cui si serve la brigat,i topografica (ve(~i la note. VIII).

Concfosione. Stadiw,etro e cannocchiale stenallatico· Sebbene di una struttura mrno semplice , l'apparecchio diasLimometrico, composto dello sta.dimetro e del cannocchiale stenallatico , si presta colla più g rande faci lità a tutti i bisogni della pratica. Le divisioni dello stadimetro sono larghe, poco numerose e molto appariscenti. L'immagine sembra fissn; i fili del reticolo, per il loro modo d'impiego, possono essere d'una spessezza relaLivamente considerevole, e le letture si fanno senza stenti. Se si eccettuano le fitte boscaglie, per le quali bastano le corti visuali, lo stadimetro si applica colla più g rande facilità a tutti i terreni e dà dovunque la stessa approssimazione. Impiegato con un cannocchiale topografico comune, misura le distanze reali; con un cannocchiale stenallatico si leggono a volontà le distanze o reali o ridotte a ll'ori1.zonte. La precisione dello stadimetro è forse soprabbondante per la maggior parte dei bisogni della pratica; impiegato con un cannocchiale di un in,grandimento eguale a 12 o 13 soltanto, dà un'approssimazione media cli circa ·

l

3000

per una puntata.

Lo stad imetro ha clunqne sulla catena lo stesso van1aggio della stad ia, sotto il rapporto della celerità delle operazioni; riduce <.li quasi la meUt il tempo necessario alle levate . L'uniformità e ]a rapidità dcl1e operazioni, qualunque sia.osi gli accidenti del terreno ; la. lor o precisione , malgrado le 1~egligenze degli aiutanti sovenli po<.;o intelligenti , o poco coscienziosi; la soppressione di ealcoli access.orii, dei quali non deve restare veruna. traccia nella levata: sono vantaggi preziosi e affatto <.;aratt.erist'i.ci del nuovo apparecchio dia stimorn etrico e stenallatico. Noi non possiamo meglio certificare t utti i vantaggi che citando, come conchiusione il rapporto al quale hanno dato luogo le esperienze fatte io giugno ultimo a Nizza sotto gl i occhi del comar:dante del genio Quiquandon, comandante la brigata topogr afica. G. D. A. (Continua)


ORDlNAME!,TO DELL'ESERCITO ITALIANO

309

tat11, ma con posteriore regio decreto · éleli'8 febbraio 1866, furono fatte r iduzioni assai rikvariti nei professori. Ecco gli s~ecchi orga-nici sanciti per regio decreto è.el 30 d icembre

1865 a lùogo di quelli del 1862, colle modificazioni introdottevi per il regio decreto 8 fe1:braio 1866,

LE .

NUOVE MODIFICAZIONI •

NELL'

ORD1N AMENTO DELL'ESERCITO ITALI ANO

COKTINt"AZIONE E FIKE

(1).

istituti militari. a)

Regia militare :Accctàemiet.

Col deereto del 30 dicembr:e 1865 essa non ebbe ~eruna dimìoozione nel personale insegnante ed ,affatto ,insignificante sono quelle del personale ,di governo; cui fu sogget(1) Vedi

Riviste& militare italicm.a, anno ,a, voi.

1,

pag. 209: ·'5;-


3 14

ORDINAMENTO

Annotazioni. (a) Vi sar~ un professore t it0lare per le seguenti materie:

Analisi (ì,nila, calcolo infinitesimale, meccanica. razionale, geomel?'ia desm•ittiva. Il professc,rc aggiunto di geornet1•ia descrittiva sarà pure incaricato di dirigerne il disegno. (b) Vi sarà un professore titolare militare pel' le seguenti materie: Arte mihtare; to1wgrafla e disegno topografico , clementi di artiglieria, f'ort·if,:xizione campale. I professori aggiunti militari per le due ultùne materie saranno pure in . caricati di dirigere il disegno relativo. (e) Qualora sia uffiziak gli verrà corrisposta la paga del suo grado· ed arma. · (d) Qualora sia sott'uffiziale gli verranno corrisposte le competenze del suo g rado. (e) Soprassoldo annuo oltre lo s tipendi.o del la sua can ea. (f) Soprassoldo a1;1nuo oltre la paga loro corrisposta dal corpo. (g) Soprassoldo annuo a carico dell'istituto, oltre la paga del suo grado ed arma che i g li sarà corrisposto dal corpo. Il diret tore di spirito, dopo 15 anni compiuti di servizjo effettivo negli istituti d'istrui::ioue ed educazione rnilitare; sarà ragguagliato al grado di maggiore, cd i.I suo stipendio sarà recato ad annue !ire 2,600. I professori t itolari di scienze e liJttern dopo 15 aopi compiuti di servizio effettivo saraano ragguagliati a l grado di maggiore. Lo stipe!ldio do] personale insegnante civile sarà. aumentato del decimo per ogni quinquennio c~mpiuto di s~rvizio effettivo negli -istituti di istruzione e di educazione miliare. b) Scuola 111ilitare di fanteria e ca·vallerict,

Questo è- quello fra i vari istituti m ilitari, che ebbr, a soffrire le più sensibili riduzioni, come si verifica n scon••

l>ELL'ESERClTO ITALIANO •

315

trancio gli specchi seguenti con quelli ~m bbl_icati ~ella Rivista, anno x, vol. 11, pa.g. 96. Difatti v1 troviamo m ~eno i il capitano aiutante maggiore, 4 uffizia.li di compagma di fa nteria l'economo e 1O p1·ofes$O?'i. Se si' pensa che' u na tale riduzione fu fatta ~ochi mesi dopo i l decreto che r iordinava in un s_olo i~tituto le scuole di fanteria e cavalleria, facilmente s1 capisce come b riduzione stessa sia stata forzosa; vogliam dire che si è avuto il più gra.n riguardo alle stret tezz~ fi~anzi~ri~ del momento. E chiunque abbia cognizione dei b1sogm d1 un istituto militare, come quello di cui discorriamo, non potrà non convincersi che il sagrifizio di personale fatto non può ritenersi come definitivo, bensì comè temporaneo o pel pÌLt breve termine d i tempo possibile. . L:i diminuzione di 10 professori , cioè quasi di 114 del personale insegnante dee imporre un aggrav!o r1i lavoro. a quelli che restano ,, perchè non ne abbia da . avere troppo forte scapito l' inseguame~to , e~ è per ciò che sarebbe gins lissirna cosa quella c11 pareggiare per la pag~ i professori civili della scuola militare __di Mode11a a~ ~ellt della regia m ilitare Accademi!}; div0rs1tà ~nora. suss1st1La, e non sappiamo t rovare r agioni per capacitarsene , ~ sfid iamo chiunque a darcene delle logiche e delle grnste._ All' Acéademia un professore di lettere italiane o francesi ha forse da. insegnare qualche cosa di più sublime ~he a Modena , per giustificare le 800 lire di più che egli per. cepisce nello sll,pen · d'10 ann~o "'_i • • • ·, . Od è forse men fa. tica lo insegnare a ,200 al11ev1 dell Accadenna che a 500 della scuola di ·Modena? La è questa una anoma1ìa che non può sussistere senza pregiudizio ~ . moral~ e m~teriale per gli insegnanti della. scuola , m1l1tare. d'. fa?tena e cavalleria, la. qua1e, volere o non Yolere, ~ 11 più essenziale istituto militare dello Stato, come lo e la scuola. militare di Saint-Cyr in Francia.


SP E CC H IO I. Pe1·sonale pe_l 9ove1 no e pe,r l'amministrazione. 1

Annotazioni

Paga a nnua

GRADO E CARICA

, A. Personale militare superiore.

I Paga e razioni di ) Oltre l'annua indennità di rappresentanza in 1 I foraggio del grado L. 1800. Pagaeraz. foraggio ~ del grado nella font.

Comandante generale (uffiziale generale) . . . . . . . . . Relatore del consiglio d'amministrazione (uffizia.Je superiorcì. Capitani di compagnia . Luogotenenti di compagnia . Sottotenenti di èompagnia . Direttore dei conti ed economo (capitano o luogotenente) Aiutante maggiore (luogotenente) .

l

I

5 (

4

Paga del grado nella fanteria

l

Oltre il soprassoldo speciale per t ale carica di L. 300 se capitano, e di L . 600 se luoaote0

nente.

1 1

Oltre il soprassoido sp ec. 'per tal~ carica di L. 150.

16

Totale

1 1

Aiutante di contabilità (civile) . Infermiere maggiore (civile) .

) Aumento del decimo per ogni quinquennio coml piuto di servizio effettivo nell'istituto.

900 600

2

Totale

,.

:S. Persona-re militare inferiore. 1

Furieri maggi9ri . F urieri scrivani . Furiere portinaio. Sergenti portinai . Serg<;nti scrivani . . . . . . . Sergenti pel servizio di sorveglianza Capor ale tamburino . . . Tamburini . Totale

3 ·i 1

2 > Competenze del_

2

grado nella fanterm

13 1 I

,: I

l

.

I I

Oltre !'allo crio ed il vitto a. carico dell'istituto.

g,,

-

Ì

O. Personale pel servizio inter)lO. · Ispettore ~i ser~i~io - S~tto. ispet: tore , di ·S~rv!zio - Distn butori -C Ca!1ierien,. - ~a_po-ctl~f° -:1n1t)rillle!I UOC1!l llllll· naton - Scopaton

Il numero e lo stipendio del personale ·'p el servizio interno a cat'ico clell'Acca.del)lia militare saranno deter minati a seconda delle circostanze dal consiglio d'amministrazione dell'istituto e proposti all'approvazione del ministero.

I I

I ~

Gli uffiziali ed impiegati non 1nilitari• avranno alloggio nell'~t-\ccade1nia 11er quanto le condizioni del ~ locale lo permettano, senzachè, sia concessa veruna indennità a chi non ne possa essere fornito. Gli ';; o uffiziali godranno pme (ad eccezi.one del comandante) della m ensa , comune a carico dell'istituto; sarà corrisposto dall'istituto stesso un soprassoldo in ragione di annue L. 600 agli uffìziali sia superiori, sia inferiori che da:l comandante fossero per isÌ)eciali circostanze dispensati dal convi vere alla mensa comune. Il servizio sanitario sarà affid ato a d ue medici-chirt1rghi civili mercè un'annua indennità a carico dell'Ac~ademia .militare da approvarsi dal ministero della guerra, quando il medesin;io non creda di va- w lersi dell'opera dei medici. del corpo sanitario mili tare addetti ai corpi del presidio ed agli speda li militario :::;


SPECCHIO II. Personate pel cullo, pe1' l'islrlizione r:etigiosa e pe1· l''irtsegnarnento.

Assimilazione a

CARICA

Direttore degli studi (uffiziale superioi:e) . ..

Paga annua

grado militare

1

Direttore di spirito.

Capitano

~

Paghe e razioni { Oltre l'alloggio e la mensa a carico delforaggio del grado l'istituto come pel 1iersonale superi'o1:e ed arma di gnerno. 2100 Oltre l'a.lloggio nell'istituto - All'attuale direttore di spirito Eontinuano l'assimilazione al grado di maggiore e lo stipendio di annue L. 2600.

A. Professori titolari.

Per le matematiche (a) Per la fisica . . . . ' Per la chimica l'cr le lettere italiane. Per le lettere francesi. Pei principii di architettura e pel (lisegno architettonico

4 1 1 1 l

3000 3000 3000 300Q

( Capitano

soop

Il

2000 2000 1000

1000 (e)

1

C. Professori~ ilitari.

Totale

.

-

B . Professori aggiun ti.

Professori titolari (b) •. Preparatòri di chimica Mf!,estro d'equitazione (e) Maestro di ginnastica (*) Maestro di scherma Assistente maestro di equitazione (cl) Assistenti maestri di scherma . Uffiziale d'artiglieria per le ma-' nopel'e di ,artiglieria . . . .

,

'-

2000 .

1 /

'Per le matematiche Per le lettere francesi. ·P el disegno topografico . . Professore titolare ocl aggiunto incaricato delle funzioni di segretario del comando e della direY.ione degli studi

Annotazioni

1,

4

2 1

~

l

.

.

.

.

Sottotene~t~ / I

1

2

1

!

800 (fJ 1200 2000 1200 1200 da 700 a 900

Ì Stipendio da determinarsi nel decreto mi-

I

nisteri:1le di nominà.

400 (g)

28

(") All'attuale maestro di ginnastica continuano lo stipendio di L. 2900 ed i vantaggi statigli assegnati co·u regio decreto ·31 dicembre 1863 e cònfermati con successivo regio decreto 24 settembre 1864.


SPECCHIO I Personale pql governo e per l'amminist1·azione.

.. o

GRADO E CARICA

Jl::::-:

Annotazioni

Paga annua

f:::'l-

A. Personale superiore militare.

Comandante generale (uffiz. generale) . Direttore delle istruzioui t oorico-pn1tiche (uffrziale su perioi;e i:1i fan te;'ia) Rela to're tic] consiglio ~' ammiuistrazion~ (uffiziale superiore' di fanteria) . Capitani di fanteria pei: le comp. L uogotenenti <1i fanteria . ùi allievi Sottot~ ueuti di fa11terfa, cli fant eria Capitano cli c,1va,lleria iper lo squa.dr. Luogotenente di cavali. di a]ljevi Sottoten enti di cavalleria di ·cavallcrfa Capo istruttore di equitazione (capitan o · di cavalleria.) . . . . . . . .

f

Istruttorj di equitazione (uffiziali .i,ubitlterni cli cav,ille1'ia) . Di~eù ore dei e.cuti (capit a.no od uffiziale subalterno di fant eri.1) . Aiutl~n!c maggjore (uf(ìziale sulmjtcrn~ d1 ta.nternt) e- • • • • • • • • • • T otale

Oltre l'indennità di rappresentanza cli annnc L. 1800. ,

1

lPaga e razioni 1 'di foraggiq ' del gro.do 1

! /Pagaclelgrado uella fanteria 4

\

!

Oltre il comando dello squadrone di allievi, avrà la direzione delle istruzioµi téorico-pmtiche, eccet/ Paga. e rtt7.ionj tuata l'equitazione. . ' di foraggio Avrà inoltre i.I comando dello squadrone .di palafredel graito nieri e la sp eciale direzione d' ogni servizio I e1 e classe nella lativo all'equitazione. . · ' cavalleria Addetti inoltre allo squadrone di palafrenieri.

3

j

l

P aga clel grado Oltre il soprassoldo speciale per ta.lc cari'ca di annue L . 300 se capitano, e 600 se uffizialc subn.Jte1'uo. /Paga del grado Oltre il sopr;_issoldo speciale per tale carica cli annue L. 150. , _ 1_·\ nella fanteria 1 e 'cl. noila faqt .

25

'

I

B. Personale inferiore milita.re.

Furiere maggiore di fanteria. Furiere di fanteria . . . . I?uriere istruttore di cavallerit\

1 1

Fu{ieri scrivani di fanteria

3

Fttriere o sergente scriva.no di cavàll. Furière portinaio . ., Sergenti scrivani di fanteria

1 1 3

;:ie~g~~t ~. porV1_1ltio ; .. . , Càpo morsaro eèl. arirn_tiublo Sergenre tamburino . . Sergenti di sorvegliai1za di fanteria · Sergenti di sorveglianza di cavalleria . Sergenti dì cavalleria . . Caporale furiere di cavalleria Caporale tram bettiere cli fanteria Caporale tamburino . Caporali di cavalleria

1 1

-

I

·•

Maniscalco Allievo maniscalco Sellaio. . . . ., . . Trombettiere cli l ~ classe di cavalleria Trc;,mbettiéri di 2' clà.~se ·cli cavalleria Tamburini . . . . , . . . . . Trombettieri l:li fanteria Soldati di 2a classe di cavalleria Totale

Uno degli uffiziali suba!. di governo, od uno dei pro• fessori agg. milit., adempierà inoltre alle funzioni di se1;retario det comando, ed avrà un soprassoldo di aouue L. 200, oltre le competenze del suo grado.

1

Pcl servizio dell'ufficio di maggiorità. P er 1:1 contabilit:i del personale di fanteria. Eserciterà inoltre le funzioui di furiere presso lo squadrone di palafrenieri. Di cui uno all'ufficio del coma.nclo, uno a.lJa direzione decrli studi ed uno all'ufficio d'amministrazione. Pressi l'Ùfficio d'amministrazione. · Di cui due presso la direzione clegli studi ed uno all'ufficio d'amministrazione.

Competenze del grado e dell'arma Presso le compagni.e di allievi di fanteria. 1 rispett.iv,a , Presso lo squadrone di allievi di cavaUeria. 4 1 d: oltre l'alloggio Addetti allo squadrone dì palafrenieri ed al servizio ed il vitto 1 clei mimeggi. a carico della scuoio. Addetti allo squadrone cli palafrenieri ed al servizio 8 dei maneggi. 1

t

i 1 1

1 ~

j In forza allo squaclron<' di palafrenieri. .

4

4"

.:: I

P el gov~rno dei ca.valli e pel servizio dei mo.neggi. (Segue lq

specchio I).

i


SPECCHIO II. Personale pel Ctf,ltO e per l'insegno.mento.

...

CARICA

o :o

Assimilazione a grado militare

~ ~

Annuo

'

I

Annota.zioni

stipendio

11------------1- -----1------1---------------11 Direttore degli studi (u:ffizia.le superiore) D~rettore di spirito .

Capitano

Paga, ra.zione di ~oraggio del grado ed arma

Oltre l'alloggio e la mensa a. carico della scuola.

2100

Oltre l'alloggio nell'istituto ecI' il soprassoldo di annue L . 800, come incaricato delle funzioni di professore titolare per le l ettere italiane.

Professori titolari militàri. P er l'arte e storia militare P er la topografia e disegno topografico . . . . . . . Per la fortificazione . ·. . . Per gli elementi d' artiglieria . Per la legislazione e l'amministrazione militare .,

Annuo soprassoldo oltre la paga. del grado loro corrisposta dal Corpo.

2 1 1 1

800

1

Professori titolari civili. Per la fisica e la chimica Per la geometria descrittiva e disegno geometrico . Per le lettere francesi !'er f!ppia!ri~. (~-

1 1

2200 2200

Capitano

2QQQ

~

Un professore universita.r io verrà incaricato delle funzioni di Professore titolare J)er la fisica e la cl1imica, mediante un annuo assegna.mento non maggiore di L. 1200 da. determinarsi clal lYiiuistero.

Profeaori agg1unn .................,.

Per l'arte, storia, legislazione ed amministrazione militare Per la topografia . . . . . Per la fortificazione epél disegno relativo ', Per la, geografia militare . Professori aggiunti civili.

la fisica e la chimica disegno geometrico le lettere italiane . disegno di, paese . Pel disegno topografico

Per Pel Per Pel

Preparatore per la chimica .

Annuo soprassoldo oltre la paga. del grado loro corrisposta dal Corpo:

:J! i

800

1760 1760 1760 1000

~Luogotenente

2

~

1

I· , -

1000

:Maestri I P er la scherma civili , I Per la ginnastica

i j Sottotenente l

Assistenti \ Per la scherma Maestri civili/Per la ginm,stica .

7 3

Totale .

38

l

1000 da. 1000 a ' 500'

da 800 a 1000

ci ~

Da determinarsi nel Decreto Rea.Je di no• mina.. Da determinarsi nel Decreto ministeriale di nomina. T ali funzioni possono essere affidate a sott'uffiziali addetti alla Scuola. a, cui sar à corrisposto un soprassoldo giornalier o di cent. 50, ila preleva.rsi sugli stipendi controindicati. Uno dei professori civili titolari od aggiunti adeI11pirà a.l le fnnzioni di Segreta.rio della Direzione cli studi, ed avrà un soprassoldo di annue L. 600, oltre lo stipendio della sua carica. , ·

. (*) Qualora sia incaricato dell'ins~gnamento dell'ippiatria un veteri@rio mi!Ltare gli sarà corrisposto un soprassoldo di annue lire 800.

r

. ;o g"' .., o ..,.... r

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Segite SPECCHIO I. GRADO E CARIO.A

Paga annua.

C. Personale civile peì vari servizi.

s

Aiutanti di contabilità . . Infermiere maggiore .

1

Totale . . •

\

900 600

4

!

Annotazioni

Xominati dal consiglio d'amministrazione della scuoln coll'approyazione del ministero della guerra. Avranno l'ànmento del decimo per ogni qninquennio di effettivo serrizio ·compiuto negli istituti militarj 1 a norma del regio decreto 18 di•,, cembrc 1862 (N. 1052).

Ispettore di servizio - Sotto-ispettori Il numero e le p.,ghe dei controindicati iudiviclni, a carico della, scuola., di servizio - Distributori - Camesaranno a seconda delle circostanze determinati dal consiglio d'amrieri - Capo -cuoco - Cuochi ministrazione e proposti all'approvazione del ministero della. guerra. Inicrmieri - llluminatori - Scopatori. '

.

Cavalli.

Cavalli da sella . Cayulli da tiro . .

.... ,

Totale . .

90 3 93

.' .

Per le riprese e le esercitazioni Pcl carreggio dei foraggi.

it

cavallo.

-o,., ::,

z

>

...,..t:l z

8

o


DELl.'i,SRRCl1'0 I TA l. li\ NO

31 9

Avvertenze. 1° G li uffiziali cd impiegati non militari nv ranno alloggio nell'istituto, pur · q nanto le condizioni élel locale lo permettano, seuzachè sia concessa ,ieru na indenn ità a chi non ne possa essere fo rni to. 2° Gli uriiziali godran no pur;; (ad ecce¼ione del cornaJ1dante , generale) della mensa cc-mune a carico dell'istiluto. Sa rà corrisposto dall' istituto stesso un soprassoldo, in ragione di annue "lire seicento; agli uffizial i sia superiori, sia inferiori, che dal comandante .generale fossero per ispe• ciali circostanze dispensati dal con vi vc:re a lla mensa com une , Ce~sa q uesto soprassoldod nrnnte le licenzed i clualunq ue natura. 3° Il servizio sanitario sarà a ffidato a medici-chi rurghi civili, e q uello (lei cavalli ad nn veterinario ci\;ile, mercè un'annua indennità da approvar:i dal ministero della guerra, q na ndo il medesimo non c·.reda d i valersi dell'op1ra di mecliei o veter inari milita ri adlletli ag l\ spedali rnil itari od aì corpi di presidicr. 4° Il personale i nferiore milita re ri re vendo il v itto a carico dell'istituto , l'amnion ta rc ciclle razioni di pane e d i legoa e , delle piazze di letto, le q ua li sono an noverate fra le ·competenze del g rado, a c:ui ha dir itto il detto p~rson a!fi, sarà rispottiva 1nenle vcr"at,J alle masse viveri, suppellettili e combusl'ibil-i della. scnol:i al p rezzo stabilito nel bilancio annuale quando l'amministraz1one dell'istituto non preferisca di far p releva re le detf.c raz;oni ed ·i letti io natura dai magazzini clell' am ministrazione militare . . 5° L'amministrazione d ella scuola h a diritto alle segnenti indennità , secondo IB norme stabilite da l reg10 decreto 7 · maggio 1865 (N.0 2286), cioè:


t)EL1:E::amc1TO ITALIANO

-:320

ORDJN AMENT O

32;1

Non ·è -do-vuta alcuna "inaeorii'fà pegli a'llievi nè pel ~u-

cato, oè pel bene-armalto ed a1•reil,i , -n è _p er l'·i nferme1·1-a , ·doTendosi sopperire alle re1ative spese coll'ammontare del le

PEGLI UOMINI.

- Per ogni giornata ,di p,resenza del per ,o.t,ale i n{er•iore militare, esclusi gli allievi. 1

P~r le spese di bucato, barbiere ed ,i lluminazione. L 0,0500 Pel bene-armato ed arredi: Individui di fanteria, » 0,0078 Pel bene-armato ed arredi : Individui di cavall .

,

Pér l' inferm~ria uomini.

0,0087 0,(1014

pensioni. . . 6" Gli uffizial.i comandati alla scuola contmuano a ricevere le loro competenze dal corpo, a cui a.ppart~ngono, e e la scuola corris_ponde lor.e il soprassoldo stab1litu per le funzioni di cui sono incarica ti. · Gl'individui di bassa-forza invece ricevono dalla _scuola , .dura~te il tempo in cui ,:i siano comandati in espér1rnento, ogni loro competenza, mimo il decanto.

PEI CA VALifL

Pei· ogni razione di foraggi:o.

,.

• Pç:r la bardatura . Per la ferratura Per l'infermeria e manu ·enzione scu 1erie

· L. 0,0750 , 0,0500

" 0,1350

Amw xr, voi. r. -

21.


324

325

ORDINAMENTO

Avvertenze. 1° Il direltoi·e d·i spi,r ·ilo, dopo 15 anni compiuti di servizio effettivo negli istituti di istruzione ed educazione militare, sarà ragguagliato al grado di maggiore e il suo stipendio sarà recato ad annue lire 2600. 2° Gli stipendi del pe1·sonalè insegnante ci·vìle saranno aumentati del dec·imo per ogni quinquennio compiuto di servizio effettivo uegli istituii anzidetti, a nonna del regio decreto 18 dicembre 1862 (N. 1052). 3° Il veterinario civile, di cui al § 3° delle avvertenze allp specchio 3°, adern p1rà alle funzioni di professore aggiunto per l'ippiatria. 4° Per l'insegnamento del nuoto provvederà la scuola a. suo carico, mediante eventuali retribuzioni a ma&stri ciTili determinate dal consiglio d'amministrazione ed approvate dal min istero della guerra.

e) Collegi 1nilit,iri.

Dei treco]IP.gi m ilitari uno sarà qnant~ prim~ soppr~sso; eci è probabile che gli altri due p-iù nonalibianov1ta.gnar1 l~nga, imperocchè è dal generalo accetta qµell'opi.ni?ne che cmque 0 sei anni fa esternavamo nelle colonne d1 qu~st? st_esso periodico , che cioè i collegi militari sono un' 1st1~uz10ne irroziona.le, dal momento in cui Pistruziono pubblica_ ~a pure i~ Italia quel p iede che le si addice in paese civile e libero. Ecco ora il qnarlro organico cli ciascun collegio,


SPECCHIO 'I.

Personale pèl governo e per -l'a.mmiriislra.zione.

--============,===;========;:===~===============-, GRADO E CARICA

Paga annua

A. Pe1;sonale superiore militare. Comandante (uffìzlale superiore) . . Comandante in 2°, direttore degli studi e relatore del consiglio d'amministrazione (luogotenente colonnello o maggiore) Capitano aiutante maggiore ed istruttore Direttore .dei conti (uffiz. subalterno)

Uffì.ziàli di compagnia. (uffiziali subalterni) . .

. . .

l !

600

Paga e razioni di foraggio , 1 del grado ed arma 1 600 del grado I 800 1 ifePaga classe nella fant.( 1 ' . . 600 (a) (a) A mente del regio decreto 15 marzo I ~86,0 (avverte~ze alla tabella XV) , 11 direttore dei conti non avrà rarrione Paga del grado mediante il co~i!t·oindicato soprastoldo, a quello stab1hto per la. sua carica nella fanteria • sp~ciale. G

Totale

360

10

Un~ ~egli uffiziali di compagnia ademptra pure alle fuuzioui di se1rretario del comando e riceverà un soptassoldo amrno di L. 200. ·

- -- - - r --==-......,.,~ -------,.1'---rl---- -----,-,~ ~ -+- ~-~:-

l

B. Pel'Sonale inferiore militare.

i""

1 Competenze del 2 grado nella font., 16 oltre l'alloggio ed 1 il vitto a ca.rico del

Furiere maggiore . Furieri · . . . . Sergenti (b). • . . Caporale' tamburino . Tamburini .

(b) Di cui due strivani agli uffici, due

portinai e dodici pel servizio di sorveglianza.

2 collegio. Totale

22

O. Personale civile pei vari servizi.

'Economo. Aiutante di contabilità . Iufermiere maggiore .

1800 900

600

Nominati dal consiglio di amministl'azione del collegio, coll'approvazione del ministero della guerra.. Avranno l'aumento del decimo per ogni quinquennio di effettivo servizio, compiuto negli istituti militari, a norma del R. decreto 18 dicembre 1862 (N. 1052), -

..;

>

t: >

7.

Tot.aie

Ispettore di servizio - Sotto-ispettore di servizio - Distributori - Camerieri - Capo cuoco - Cuochi - Infermieri - Illuminatori Scopatori. ,

o

Il numero e le paghe dei controindicati individui saranno a seconda delle c;ircostauze determinati dal consiglio d'amministrazione e proposti all'approvazione dt:l ministero della guerra.


w w o

SPECCHIO II. Personale pel culto, per l'istruzione i·eligiosa e per l'jnsegnamento.

Assimilazione

Annuo

a

CARICA

grado militare

Dirett-0rc di spirito

Capitano

1

Annotazioni

stipendio

2100

Oltre l'alloggio nell'istituto come gli u.ffi. ziali del personale su1>eriore

Professori titolari.

Per Per Prr Per Pel Pel

le lettere italiane (a). le lettere francesi . le matematiche elementari . la storia naturnle (b) . disegno di figura e paese disegno liueare .

,

3

2 3

1

> C:ipitano

1

1

I

2200 2200 2200 1S00 •1500 1500

I Profess,ori aggiunti.

Per le lettere italiane . • • Per le lettere francesi • Per le matematiche ele~entari • Pel disegno di figura e paese Professori .militari titolari od aggiuuti

I

3

3 Luogotenente

1

Maestri.

1 1

Per la calligra.fia . Per la ginnastica • Per la scherma. Per il ballo . ,

~

Maestri assistenti.

I

Totale

I

lI l Sottotenentl'l

:l

Per la calligrafia. Per la. ginnastica . Per la ~cherma

1760 1760 1760 1000 600 (e)

1

27

da soo a 1400

\ da. 700 ( a 1000

D!1. determinarsi nel regio decreto di nomina.

(

Da determinarsi nel decreto ministeriale di nomina. Potranno anche le funzioni di assistenti maestri per la scherma e per la ginnasticci essere affidate ai sotto-uffizio.li addetti all'istituto , ai quali verrit corrisposto un soprassoldo giornaliero di centesimi 50 , cla prelevarsi sugli stipendi controindicati.


328

OR ::JTNA ò!EN'.l'v

Avv1wtenze. ,

1° Gli uffiziali ed impiegati non militari avranno alloggio nel collegio , per quanto le condizioni del locale lo permettano, senzachè sia concessa veruna indennità a chi non ne possa essere fornito. ,. 2° I l _soprassoldo agli uillziali è vegolato come la paga , ma cessa durante le licenze di qualunque natura. 3° Il servizio sa nitario sarà a ffidato a medici-chirurgi civili, mcrcè un'annua indennità da approvarsi dal ministero della guerra, quando il medr·sirno non creda di valersi dell'opera di medici a,ldetti agli specia li militari od ai corpi del presidio, ' 4° Il personale inferiore militare ricevendo il vitto a carico del collegio , l'ammontare delle razioni d1 pane, di legna e delle piazze di letto, le qual i sono annoverate fra le competenze del grado, a cui ha di ritto il detto personale, sarà r ispetti va mente -versato alle masse viveri, R-Uppell'eUili e combustib<it,i dell' istitu to a l p rezzo stabilito r;el bilancio an nuale, quando l'amministrnzione del collegio non preferisca di far prèlevaro le dette razioni. ed i letti in natura dai magazziuì dell'amrì1iuistrazione militare. 5° L'amministrazioqe del collegio ha diritto alle seguenti indennità, secondo le . norme sia bili te dal regio òecreto del 7 maggio 1865 (N. 2286) , per ogni g ioroata di presenza dol personale inferiore militare, esclusi gli allievi , cioè:

Per le spese di bucato, barbiere ed illuminazione Pel ben.e-armato ed arredi. Per l'in fermeria.

L. 0,0500 , · 0, 0070 0,0014

Non è do yuta alcuna indennità pegli allievi n è pel

bncalo, nè pel bene-a.rmato ed arredi,_ nè per l'·infer-rnerùi, dovendosi sopperire a lle relative spese coll'ammontare delle pen-,ioni .

OllLL'mmRclT0 lTALIANO 6> Gh uffizia-Ji' comaua·ati in esperim::nt·o• continuano a ricevere le loro paghe dal corp-:> a cui apparl~ngono ' ed il collegio cor~isponde_ lor~ il_ soprassohlo stabilito per le funzioni di èui sono in cancat1. . Gli individui di bassa-forza invece ricevono. d_al col- ouran ' te 1·1 tempo in cui vi siano )eg10, . comandati m espc• ri menlo ogni loro competenza, me~o il decouto .. 70 La conserv~zione e le riparaz10n1 delle anni saranno affidate ad un operaio borghese .

,.


332 ·

333

OROINA \fF.'ST "

Annotazioni.

d) Scu,ole normali di fanteria e di cavalleria.

(a) sei dL1e sa ranno ID· . · D.::1 . ,. professori di lettere italiane · car1cat1 JeJ I 10seguaruent0 della stor·ia e della geografia (b) J_I professore storia natiirale sarà anche seorota~io 0 della tl11ez1one degli studi.

La sola modificazione fatta agli specchi organici del 24 agosto 1865 ,e cbe abbiam riprodotti nel fascicolo del dicembre 1865, la è questa, che a far tempo dal 1° febbraio 1866 gli uffiziali suballerui di compagnia o di squadroni', non che gli uffiziali istr uttori delle scuo~e normali di fanteria e di cavalleria, stabili1i dagli specchi anzi accennali, cesseranno di far parte del personale permanente delle scuole stesse e saranno allo me1esime addeui in qualità di

(e) l\.nnuo soprn_ssoldo_ oltre '.a paga del grado continuata loro ùal rorpo. Gli uffiziali COl'l.andati por le f , . . d' prof . . I . d ' tmztom I . esso1·1 t1to _an e aggiunti, terranno posto noi quadro del personale msegnan1e . , in cui perciò noo sara. surronata Ia var.anza ilei titolare. , 0 . L'in~eg_n ~me~~ della logicg, e metafisica sarà affidato al direttore d1 S!ll'.1to o -ad un professore di lettere' scelto per qua11to poss1bilo fra quelli che siano laureati in essa facoltà, <i p_oir~ essere corrisposto un soprassoldo di L. 600 se professon titolari e <li r 400 se p f . . . . . "· ro es~ori agg1unt1 Il d-irellore d1. spirito dopo 1r. · • . , · 0 aom comp1ut1 J 1servizio·ef. . , ,. . . . . Jettn uci · . collegi d1 1strnz1one · , o rii Ad , ncaz1one mi-1,taro sarà ra9guagliato al grado di maggiore, ed il suo sti ondi; . > recato :1d annue L. 2600. p sar,t

°

Lo stipendi~ del persou:ile iosegoaote ci,ile sarà mcntato del decimo . . . auf .. . . pei ' ogru qumquenrno di servizio ofettn-o co11'.p111to nc1 collegi militari, a norma del regio decreto .18 d1cem_bre 186.2 (N. 1052 ). . Lo specch10 presente è staLilito nell'ipotP.si d1· dt t e · · . . . • un corso . r a11m, ciascuno dei quali conti circa 80 all'e ,· Q ., . . 1 \ 1, uan d o 1I numero ueg11 allievi di uno o più ano 1· a· ceda i 45 .., . . . J corso non ecsar a• pure d11n1ou1to' per quanto poss1· b'I d' m ' là • 1 e, 1 una e . per ogni corso il nuniero degli insegnanti.

comctndati .

Stati maggiori' dei dipartimruti e delle divisioni militari territoriali. Fu stabi lito che <l'ora innaoii gli stali maggiori dei dipartimenti e delle divisioni sarnnno composti e::;olusivameute di uffiziali del corpo di stn lo mo.ggiorc , ad eccezione di 1 capitano e di 1 ufliziale subalterno per i lavori di contabilità e d'orùi ue d'ogni uffizio di diµarLimbnto o di divisione, dei quali a bbiam parlato sopra a proposito del corpo di stato maggiore. Questa fu una ben criterios:i. disposizione, impcrocchè il vero impiego degli uffi:t.iali di s tato maggiC\re in tempo di pace è il servizio degli stati r.iaggiori territoriali ; là ponuo imparare praticamente il l'unz!onameoto dei varii servizii relativi alle truppe, che è la parte essenziale dello scibile loro, e più cbe i l fa r tavolette pretoriane tut:o l'a nno. Gli uffiziali di fanteria o di cavalleria, che fin qui si tennero applicati alle divi~ioni ed ai gran comandi, vi erano in posiziono falsa ; ciascuno faccia il p roprio mestiere .


334

ORDJNAMElUO

OE !.I,' ESERCITO ll'ALI ANO

Cor(lo sanitario farmaceutico e militare.

Personali a(ltlcl.ti al h'ilmnalc s1111remo di guerra e ai t ;-ihunali milit.i.ri territoriali.

Questo corpo ha proprio la sciagura che Io perseguita! ... Dopo aver aspettato per anni ed anni un r iassettamento , da tutti riconosciuto indispensabile· e giusto; ec~o, che oggi la r_agione d'economia a qualunqu'e costo, gli ha precl•JSa ogm speranza, chi sa fino a quando r Lo · specç:hio seguente indica la novella composizione sua:

Consiglio su.pe1·io1·e militm·e di sanità. Presidente . Ispettori sanitari Segretario .

l 7

1 Totale.

9

C01·po sa_nitario militare. Medici capi di dipartimento militare. Medici divisionali. Medici di reggimento di l• classe Id. 2a id. Id. Ja id. Battaglione 2a id·. Id. Id .. Aggiunti Totale

6

43 104

105 199 199 74 ' 730

C01·po farmaceutico militare. Farmacista direttore del laboratorio centrale. Farmacisti capi di 1a classe Id. 2a id. Farmacisti . Id. Aggiunti Totale

l 7

22 55

47: 132

3'35

Qui lé riduzioni furono piuttosto sensibili, ma potrann~ essere anche maggiori se si vorrà ritornare al sistema ~e~ consigli di guerra, ritenendo pel foro militare i soli d~htt1 assolutamente militari, quelli ciofi che non son? r~at1 s~ non per le qualità dE,} delinq uente, e passando a1 tr~~unah ordinari tutti gli allri. Su questa tesi, che par ogg1d1_prevalere nell'opinion8 di chi è competente in tale :°ater1a, la Rivista pubblica precisameI:tte un accurato studio.


SPECCHIO del personale addetto al tribunale supremo di g1Lerra, ai tribunali militari, ect al pubblico ministero ~ , p'1•esso 'i medesimi, e reltitivo stipendio assegnatQyli. o, 1 AVYocato generale militare . . 1 Sostituito avvocato generale militare -. , . 2 Id. id. id. 1 Id. id. id. 4 Avvocati fiscali militari .

5 5 4

6 8 8 4

10 ·3 3 1 1

1 4

5 5 12 12 12

2 23

23

L.

Id. id. Id. id. Sostituiti anocati fiscali militari Id. id. id. Id. id. id. Id. id. id. Uffiiiali istruttori . » Id. Id. sostituiti istruttori . Id. id. . Segretario presso il tribunale supremo di gnerrn ~ Id, dell'ufficio delPavrocato generale 1Hilit. • Id. archivista . . Segretari . . . . " Id. . . . Id. . Sostituiti segretari Id. Id. Scrivani . Id. Id. . .

12000 7000 6000 5000 6000 5000 4000 3500 3000 2500 2000 800 700

a) .Gli avvocati fiscali militar: di Genova, Napoli, Ancona e Messina eserciteranno .i.nche le funzioni di uditori di marina. b) Il sostituito segreta,rio più anziano presso ciascun tribunale, rimanè incaricato della segreteria dell'avvocato fiscale. NB.' Il personale suddetto sarà ripa.rtito frili i tribunali fl seconda dei bisogni e del servizio , e ginsta gli ordini del i::,~ ' ... ministro delln, guerra. ?.

iiOO

'7

400 4000 3500

3000 8000 2500 2200 2000

1800 1500 1800 1500 1200

I> ~

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1--l

o


337

lnlcmleuza militare. L'iotende.:i.za militare è il cor pD cui toccarono le maggiori diwinuzioni -: tant'è vero che da 577 funzionari che erano p,.,:tati sul bi lanc;i.::i (2° progetto) pel 1865, souo ora riJotli a 498. Ma, a Jire i l vero, vi era un'esuùerauza Ji pe1·sonal" i n3ius tifi oabile. Dal seguenle coufrooto sarà facile riconos,;l!fi: i g1·ad i ::;u cui caddero le av venuto rid uzioni.

-i ntendenti militari di 1 a classe

Id.

id.

çli

za

id.

Commissari di guerra di 1~ classe Id.

~di 2•

id.

id.

Sotto-com11ùssari di guerra. di 1" classe

8

7

9

7.

40

22

50

22

60

50

Id.

id.

id.

di 2a

id.

60

50

Id.

id.

id.

di 3a

id.

60

50

I d.

id.

id.

aggiunti .

90

90

Scrivani di 1a classe' ..

100

JOO

di 2~

100

100

Id.

id.

' Totale

, Amw ;o, voi'. r. -

22.

577

4.98


338

ORDINA~H:t>TO DBLL,isSllRCITO lTA L!A XO

Ecco in SU<kinto quali furono .le modificazioni drcretate il 30 dicembre 1865. Come tutti veggono il genera le Pùlitti tenne !ermo, q_uanto era fattibile, di contro alla pressione che da ogni parte gli era fatta, perchè taglieggiasse l'amministrazione militar:' e l'e_sercit?, a farvi i massimi risparmi; e, a nostro avviso, co~ue g1à lo abbiamo detto da principio, egh ha fatto tutte le economie possibili coi minori danni possibili, onde l'nltimo atto del suo ministero va nume-• rato frà quelli per i quali gli ò devoluta la maggior benemerenza. Alcuni pretendono che il 1rnovo ministero · troverà maniera ad àltre riduzioni ed economie, stentiamo a crederlo; salvochè sullo stato maggiore dell'esercito ov0 sono ancora ~atti bili delle riel u_zioni, come lo lasciò benissimo presentire l-l generale Pet1tt1 nella sua refozione, e SL1i contabili del genio_ e ~ell',artiglieria che forse potrebbero tntti quanti soppnmers1, ed anche sugli impiegati del .Ministero che sembrano troppi. ,G. G. C.

RIVISTA TECNOLOGICA

·'

S11erieuze sul rjscaltlamcnto delle eann e da fucile e snll'iunuenza del pesoilei proit;lto sul lavoro sviluwato dalla carica. Leggiamo nella l '' puntata del Giornale d'artiglieria nel ' 1866, parte 2", i l seguente interessante i:èsoconto sull'enun~ z.iato argomento: Il conté Paolo di San R~berto prima di pubblicare il suo opuscolo sulla nuova teoria meccanica del· calorico, richiese a l Ministero della guerra di fai: eseguire alcune esperienze intese a determinare i l diverso riscaldamento delle ~ ca.n11e da fucile, quando veng2no sparate 1Il differen ti circostanze, ed a ricercare il lavoro meccanico sviluppato dalla polvere nel fucile di fanteria, quando mantenuta la carica. costante, si vari i il peso del p~oietto. Dai risultati di simili e~perieo:r.e do-vevansi ricavare i dati uecessàrii per alcune applicazion i delle teorie che formano lo scopo _dell'opuscolo accennato. Ed il Mi nistero predetto, ad, renclo alle faue doma~de, 0


340

Ri\"ISTA

incaricava il laboratorio pirot1;;cnico di T,,rino dell'esecuzit,ne delle usperienzc in discor:;o, dell'esito delle qua.li si vuoll' C;Ol presente articulo render COHto, non d 1e del 1ri0do coa cui essr;; furouo es0guite. Chi desiJerasse conoscere lo scopo scientifico delle rucJesime e le conclusion i che vennero tratte Jai loro rì,mltati potrà consultare !'opuscdo dianzi citato. TraHavasi aduoque ,li riconcscen, e di riarngouarc fra loro, in primo luogo, le ,,arie temperaùirc e le quaotità di calorir,o acquistalo da una cauna di fucile sparata : 1° Con la pal1,,1tola posta sulla carica, eseguendo il caricamento nel modo ordinario; 2° Cou la pallottola posta a magg ior distanza possibile dalla carica, cioè verso la bocca; 3° Con la sem plice pulvere. Ed in secondo luogo, conservando la carica costante, tratta vasi di ricerca re il lavoro sviluppalo dalla mede~ima · aumentftndo successivamente il peso del proietlo. Pc~r le prime delle accennate esperienze si scelsero tre fucili con canna d'acciaio rigala, dello sksso modello 1860, e ajJprossimativam,·nLe di eguale p,•so (1). Questi fucili furono sp:irati colla carica regolamentar?. di grammi 4•, '5, di polvere; qnello N° 1, colla pallottola oblunga del peso di 33 ~ramini, situata rome all'ordin<1tio s ulla polvere; quello distinto col N° 2 ,olla stessa 1,allottola situata a centimetri 2 Jal taglio della bocca; finalmente il fu cile N° 3 ven iva sparato senza pallol.ola. _ P t:c- diminuirti il di.sperdi mento di calorico, la canna di ciascun fucile era av'volta da una cope!'ta bianca di lana a diversi giri, assicurata con una banda dcll'istessa stoffa.

341 P rima di r.omio~iare gli s1,nri veniva misurala la télnTEG!XOLOGICA

poratnra delle canne, poscia si esP-gniva un certo numero di tiri con ciascnnn delle Lre rnnne in circostanze per quanto • possibile ug11ali . In seguito si misurava la temperatura di u ua tiuantiÌà. co rtvcnicn1e di 1norcurio' e ' col medesimo si ricmviva la ranua stata sparala, chiu<lenrlonc I oi la bocca con un tappn di guttaperka all.ra1:cl'sato da un termometro centigrado molto s•>nsi bile. Si sc-gnava la t,·mprr 1,Lura •d rnc,mcnto io cni l"ultezza do! termometro arrivava al suo massimo. ] risu ltati 01 tenuti si scorgnno nel segnPnto specchio·

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Prima del tiro.

14°,2

14°,2

14°,2

Dopo 1 colpo

16°,7

17°,1

1Go,s

Prima del tiro . '

L4°,2

J 4°,2

14°,2

Dopo 5 colpi

23°,l

31°,s

26°,9

Prima del tiro.

18°,1

18°,2

18°,4

Dopo 10 colpi.

33°,·l

43°,2

38°,4

Pl'ima del tiro.

nl°,5

' 14°,1

rn•,o

Dopo r,o colpi.

54",0

89°,0

79°,5

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(1 ) lJ peso dell o tre <'a1111c ora di: Chil. 2,0ii0 nel fucile che verrà in seguito chia mat-0 n~ I ; • 2,064 • 2; • 2,0-l2 • 3. Calibro mill. 17,\ lunghezza tlcll'unima metri 1,0088.

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e:

Il peso del mercurio ner;essario per riempire la canoa di cinscun fucile f.ra di chil. 3,350. Il calorico specifico del-


RJ VJ!'!TA 342 l'acciaio essendo 0, 118 e quello dd mercu rio 0,033 si deduce. /

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(1,881

0,014.

1,027

.

8, 137

1,164

G,tU2

E,302

7,030

S,ti53

11,27'1

22,672

~G,522

Da 1 colpo, calorie*

..... "' r:::: s

:::;

"'

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-.._;

.

.

* L a calorie è h\ quantifa di calorico 11eccssaifa per .innalzare di un grado centigrado la t6mperaLu111. cli un cl.Jilogr:unma '

d'-<cqua che ~ia ,\llo zero, ossia 111la fcw1icn:it,urn del 1-(hiaccio

fondente.

,

0.881

1,027

0,914.

0,()27

t,24.B

o,sna

0,5:!9

O,S85

0,703

0,285

0,530

0,-153

T1'CNOLOGlC,1

34~

Da questi risultati si deve conchiudeN che il li l'o colla pallollula situala a lla bocca del'.a canna la riscal,la ,l i più che il tiro senza pallottola. e che questo a sua volta la, riscalda di più che il tiro· colla pallottola situala sulla pol vere. Questo mostrerebbe la giustezza cltill'osservazionc: slala fotta da R umford, e riferita dal conte Paolo di San Roberto nel suo opuscolo, in cui è <lett.u d1e csperimeulanrlo quegli una canna da fU<;i le che caricava, ora con una o 11i1'1 pal lotole, cd ora con sola polvere, notò che la mano, con r.ui impugnava la canna dopo ciascun colpo, gli accusava una "temperatura più alta in quest'ultimo caso chu uci ri-

manenli. Gli esperimenti <liretti ad Hl)prezzare l'iolluenza <lc1 peso del proietto sul lavoro svilup)'alo dall\m1tà dì \•I.SO della carica nelle canne da fu cile, furono eseguiti oiwramh, nel modo qui ap·presso esposto . Si eseguirono al prmdolo balistico colla canna Jcll'antico fucile di fanteria lisci.o (calib1·0 mill. 17 ,5, lungh. 60 calibri) e la carica costante g rammi 4, 5, tiri con cilindri di piombu de l diametro quasi uguale a q11ollo dell'anima e di lunghezza crescente. Le varie serie e1auo cadun:i. ~i-1 10 tiri collo stesso cilindro. Si eseguirono dapprima le serie coi proietti di rn i11or peso e qui udi cpicst(l si and1.1 p;ra• <latamente crescendo fi nchè si giunse aù un,1 evidente diminuzione nel lavoro meccanico svilup;pnto da l graunna di polvere. Si fecero in tal modo N° 6 serie Ji tin coi cilindri indicati qui sollo, e si oticirncro i scgueuli risultali:


3'14

1'f.ONOI.OGJCA

ll f \'iSTA

Numero della seri e

Lavoro Peso svil uppitto dei cilindri eh uu gramurn I in di polvere chilogra-mmi· In ch ilogra,mrni

·1"

0,025

45,200

2"

0,050

50,100

3•

0,•100

52,900

4a

0,110

5(>,700

5a

0,1 50

52,700

6•

0,200

43,100

-

-

Coll'~utica carica di grammi 8 e la pallottola sferica di g:am m1 25,2 avente un ,·ento di mi llimetri 1,2 il la1oro eh 1m gramma di polvere era di 29 chilogrnmmi. . A nche ~neste seconde esperieDze· sono citate nell'opuscr, lo 10 prmc1p10 menzionato .

li ·telegrafo e le ·ptlh'cricre. Il Morvmento Scillntifìco, eccellente 'rivista mensile . cbe - si stampa ·in Modena, dopo riportata una notizia tecnolo· g i~a da noi <lata w~I fascicolo dell'ottobre I 865, ai proposito dei telegrafi e delle poherieie e delle deliberazioni di una c?mmissio_ne dell'Accademia delle Scienze di Parigi a giud icare se 11 passaggio dei fili :lei telegrafo elettrico n elle vicinanze · di un magazzeno da polvere pc;tesse costituire una causa di pericolo, fa seguire questa assenn ata conside razione:

345

« N1.i riconosciamo, che fra !P precauzioni da prendersi per allontarare il pericolo dalla esplosione delle polveriere e dei mag~zzcni in cui si conservano le pol v<1ri, si debbano anehe sAguire i suggerimenti a cui s i accenna in questa nota: ed ammettiamo che si debbano lenère discosti, dalle polveriere i conùuttori dei tolegrafi elettrici, sebbene l'espe· rienza ci ~bbia dnnostrato che le forti sr.arid{e della elettricità atmosferica non si trasn,ettono da quei conduttori che hanno una sezi<:me tri,ppo j)Ìccolfl, ma si disperdono nel suolo riduceod9si il gnasto a nn brevissim'o !ratto della lrnea. ' , Ma èlobbiamo pur constatare ehe il maggior pericolo delle esplosioni anzichè derivare dalle correnti, inc1otte nei fili delle linee telegraffohe, dall 'eleuri(,ità dr-lle nubi o cla lle perturbazioni del magnetismo terrestre, sta nr.lle scariche elettriche dell'atmosfera, che possono col pire élircttamente q uegli edifizi, come a"'''P.Dne in diverse localit.à.. , I l Perrot fece delle espe.rienze molto ingegnose su questo argomenlo, proponendo nn nuovo sistema di parafulmini a p11nte multiple e ad aàone laterale; sistema contro il q uale -si sollevarono gravi dubbii da un grande fisico ita1ia no. , , , Crediamo perciò nb e nell'interesse della scienza e per reodere sicura l'azione dei parafulmin i a bbiano ad istituirsi u lteriori esperienze sulla for ma da darsi ·a i medesimi ~ sul modo di applicarli, onde si possa contare su lla loro benefica • I • ,rnHuenza preserva.lne:e. » ·

' Nuovo 11uadrnute solari• portatile. · Il francese signor A. Miron inventò poc' anzi n na n uova foggia· d i quadrante solare portatile, che in dica esattamente le ore di 5 in 5 giorni per 'mezw . dell.1 lunghezza. del-


346

JUVIST~ TIICNOLOG JC.A

l'ombra dell'ago. Da una parte dà l'ora dal 20 sctlembre al 20 111arzo; dall'altra, dal 20 marzo al 20 settembre, colla curva <l.el le mo:dore. Questo piccolo quadrante, la di cui posizione è verticale, è incollato sopra un cartone, largo come 1nezza la mano 0 tascabile. Pm aver l'oro. si stabilisce la staffa a cavallo sulla parte superiore del quadrante, di g uisu che la .punta corrisponda alla linea indican te il giorno; da questa parlo si impegna l'ago 11ci fori sino a livelb della parie azzuna, la parte forata essendo volt.a in basso. Poi s:i preme sulla s taffa, finchè l'ago toccando il quadrantc, gli sia ben pet·pendicolarc; si sospende poscia il quadrante per la mano destra, per meilzo di apposito cordoncino e gli Si. volge la faccia t icontro al sole, di modo che l'ombra dell'ago caJa lungo la linea del giorno. FinalmeolP., lo si sostiene ben diritto fra il pollice e l'indice della ::;iffistra senza stringere, e si os:;orva in q ual punto della linea del g iorno cade il punto luminoso della )Jiaslra; se cade precisamente sopra uno eur~'a, basta leggere J',>ra a destra. Altrimenti bisogna appreilzaro ad occh io la frazione che si aggiuuge, contando 4all'alto in basso per le ore aulimeridiane, e dal basso in a lto pct le pomeridiano. Con un po' di pratica si riesc:c a leggere l'ora coll'approssimazione di 5 minuti

RIVISTA STATISTICA

Ccunì slalisliti di giustizia pcualc militilrc nello Stalo italiilno. Dalla relazione dell'ora cessalo ministro della guerra, conte Agostino P etitti, presentata in udie1'.za_ ~- dicembre de!l? scor::;o a nno e dal!' Ast1·ca, giornale d1 g1t11·1s prudèm:a militare, ricaviamo i seguenti dt,ti statistici di g ius tizia penale militare. Anno 1861.

:=-~r-·~ :---

Nlilitari presenti sotto le armi 220,534 . . . . . 1 processi penali trattati innanzi ai tribunali m 1htar1 permanenti .e commissioni d'inchiesta , ammont~rono al numer~ 8 826· dei quali furono r isolti 6,568. I co~dan~ati per diserzione furono di 2,178, cioè il 9 ½ per mille.


3{8

RIVIST'A

~Ti\TISTICA

I rondanntHi per in;;uhord inazio1rn, arnmutinnnu uto 0 ri~ vo]t;i, toccarono la cifra, di 223, cioi• il 17 per w1lle. I condanDati per altri reati strettamente milita ri,_ locmrono la cifra d, 308, cioè 1'1,3 per mille. T. condannati per falso, ft,rto, prevaricazione forc,no 330, cioè l"1 ½ nr~a per mille.

· alla fona 1)n•s011te rouo 430, cioè l' l,ll per m1·11e' rispello S<Jllo le armi. [ condaDnati. per ralsu' ru r'•l >' [)l'CvarÌl..élZl'.lllC, l.<>cCatono la cifra di ~l!)l. I condannati rer all.rt reati inisti., fu1:ono 59. Anno 1864.

Anno 1862. Forza numerica prr·sente sollo le: armi 283,507. J processi prnali tràtlati durante qursto anno innanzi i trilrnnnli niilit11ri pnmanonti a carico d'imputati p1es••nt.i, sommnroDo a 8,300; rlPi qnali explet111i 8,300. In1pnlati per dis11rzione, condannati in conlradùitorio, furrrno 2,934, cioè il 10 1/z ['Cr mille. J conclannrtti per insubor.Jinazi1 ·ne, ammutinamento e· rivol ta, furono 434, cioè l'l,5 tier m il le. Condannati per alt~i reati strellamcnte militari, furono 574, cic,è il 2 per m.l!e.. Condannati per fa lsn, fur·.o e ·pre:vnricazione a danno di militari o dell'amministrazione militare, furot?O 388, cioè l'l ½ per mille. I condannati per altri reati misti, furono 114.

La fonm nunJerica ~otto hl armi ai:,m,mLav'.i ~ '2,\J0,395: I J)rocl ssi p(•oali d'in1put.ati prcscmti trallat1 . iun~nz1 a1 .. . permanenti,· rUl,OllO 13 , !}68 ·, <l1 cui explctrilJUnah. nnli·an tati 12, 306. . • 1 t I condannati per cli)((H"zionc in conlrad,h1ll~1•1c, r U1an e questo anno, furono 4 , 127, cioè il 14. 1wr .mille, r1>'pet10 .. al'a forza uumerica sollo le armi ; i chserton denunc_1al1 e • riinasti conl.L11uaci, furono l, 110, cioè i l 3 th p••r irnllc . . I condalln:iti per iusubordinazi1Jne, am:11utrnameoto e n volta, furono 500, cioè \'1,7 per mille . I cr,ndaonali per altri reali· strc1lamente ruilitari, fur•JOO 471, cioè 1' 1,6 per !Il ille. . . di I condannali l)er falso, fuito, prernl'll·az1011c a danno . ' " ')7 militari o dell'a.mmioislrazione mihti~re, l11rouo v ~ . I condan11ati per altri reati misl;. furono e3.

.1 rmq 1863. R agguaglio gen erale.

Forza nume1ica presente sollo le a rmi 290,316. I rror.essi pc>nali trattati dn rante q11\:st'anno innanzi 2.1 tribunali militari permanenti a carico d'imputati presenti, tocMMno la cifra di 16,218; dei quali expletati 13,6 37. I condannati per diserzione in contraddi torio, ammontarono a 5,699, cioè il J·!) ½ per mille; i disertori /!enunciati e rimasti contumaci furono 3,007, cioè il 10 per mille. I condannati per insn borèinazi0ne, ammutinamento o ·rivolta, ammontàr•no a 420, ci1Jè all'l,4 per n1illc. I condannati per gli altri reati strettamente militari, fu.

Gl'iodi viJui di bassa forza condannati ilai iJ·ibunali un. 1101· :inno COITl[Jlessivamen•e questo rap1itan., pr<'s~11t~no , " · porto. Soli conclanw1li p1·csenti.

Compr~i

I

contumaci.

per rnillc ..._ il L8 per mille. - il 23 18li2 il 15 1/z il 31 )) 24 1863 i !

Nel 1861 il 13

i,

J86'1 il 18

½

l)

il ·27


350

:351

:,;1·A~'ISTI<:A

P.lVJST A

Uffiziali .

Anno 1865.

In qua nto agli uffbali, i condannati n<:!l qnadrien • io 1861-62-6:3-64 ammontarono a 42 per prevaricazione o fal so; dei q uali 7 nel 1801, 14 nel 1862, l0lµel 1863 e 11 nel 1864 ; 32 per diserzione ;

R icorsi presentati per annullamento delle varie sentenze dei tribunal i militari permanenti durante l'ora passato anno, ammontarono, compresi q ueili vertenti al 1° gennaio stesso auno , a 541 ; dr,i quali fornno defi ni ti 480, per cui Timasero tuttora insoluti 61. Ricorsi presentati al supremo tribunale di guerra per annullamento di sentenze pro.nunciatc dai tribunali militari speciali, furono 21 , compresi quelli ver'Lenti al 1° gen naio,_ dei quali 17 ,furono de finiti e gli altri ,1 tuttora vertenti al 1° gen• aio 1866 .

7 por iu,mhordinar,ione; 14 per abuso d'autorità: 3 por corr\lzione ; 8 pe_r omicidio o atti di violenza ; 6 per reat: in ser vir,io · 2 per reati misti . '

F. M. Tribunale supremo di g uerra.

Cause penali portate, innanzi al tri bunale supremo di guerra, dalla sua prima istituzione.

\ Nel 1860 , 1861 Aumento ris petto ·al 1860 n° 110.

Int.roclotle )

· ) Noi 1862 . Introdotte , 1861 .

.

2134 191

.

Aumento rispl:tto a l 1861 n° 103. Nel 1863 Introdotte , 1862 Aumento rispetto al 1862 n° 118.

l

\ Nel 1864 » 1863 Aumento rispetto a} ·}863

4 12 11 °

44.

\ Nel 1865 "

484 456

1804

Auq1ento rispetto. al 1864

412 , 294

456

l ntrodc,uo /

l n t roclotte )

81 190

11°

;28.

I


Rll' I3TA OIBLIOGRAFICA

353

toressanti confronti tra le fanterie leggiere della Russia, del-

!'Austria, della Francia, della Prussia, dell'Inghilterra e dell'Italia, desunti tra uno Studio compamt,ìvo de,i sei principali Stati d'Europa, redatto da un uffiziale prussiano e pubblicato a Parigi n el 1862. I maggiori elogi sono fatti

RIVISTA BIBLIOGUAl?fCA

Lt• Journal des scic111il'S mililairrs - gcnuaio e fobbraio i 866. . In quc·sti due fascicoli è· ccntinuala la versione dall'italiano de_\ pregiatissimo lavot'o ciel nostro Generale 1\11,;NABnll.11., 1t Gemo netta campagna d'Ancona e delta Bassa Italia,

ckl

q_uale demmo, nella Riv,isra dello scorso anno, le pLJrti prmc1pal,. Notiam poi nel rascicolo di gennaio un articolo intitolato

Conduifo de l'infantcr·ie pendant l'aclion, inst,·uction du rr_wréchal Bugeaud à son ?'éginwnl. Non sappiatn darci rag~onc della ~ubbli0aziuue n el Jo'lwnal des a1·mcs speciales d~ questo s~r1tlo, avveguac:hè esso ~ precisamentP. lcs principes physiques et rnoraux clu combat dc l'i-nfuntcrie inserti conosciutissimi Apercus del celebre maresciallo, colla sola differenza che p:ire ri tradotto r!all'inglcse in francese.

Est-ce ~ne myslifica tion '!I ..... Vi si legge pure la traduii:me di una lcllera dirctla ali' Ar-m,y and Navy .luurnal, ove si raccolgono akuni in-

ai nostri bersaglieri, che vi sono apprezzati per la migliore fra tutte le infanterie leggiere. Nel fascitolo di febbraio n otiamo specialmente: un articolo sull'impiego dell'wrtiglieria rigata nelle batterie di costa; del maggior e d'Ò.rtiglieria inglese OwEN, tradotto dal signor cavaliere ÙE CuvERVILLE, (autore di uno stimato Co,·so sul tiro, pubblicato dal Dumaine nel 1864); e il rapporto iiffiziale di Grant al ,ryinistro della guerra &uo, sulle operazioni degli eserciti da lui comandati, e per tutto il tempo del suo comando. Avremo occasione d'intertencre i nostri lettori su quest'ultimo soggetto, da ndo loro conto della Storia delta gue,·,·a d' Amei·ìca del LEcom'E, della quale per tratto di squisita cortesia dell'autore, abbiamo i fogli man mano stampati e già n e possediamo 12 del 1° voit1me .

Le Spcclateur mililaire -

Continuano le Considerazioni sulla campagna attiva d" Orient<>, cominciata nel fascico:o precedente; ed in questo sono benissimo descritte ej analizzate tutte le operazioni che precedettero la battaglia dell'Alma, e la battaglia stessa n elle sue varie fasi ed in tutti i suoi particolari. Al punto narrativo nulla vi trovammo che già non sapessimo; ma gli apprezzamenti analitici, tuttochè stringati, ciò non pertanto ci sembrano molto giusti. Nel fascicolo st~s30 sono pure continuate: Le Précis de la guerre des Etat-Unis d' Amérique del tenente colonnello DE C'oH.rno.

Les Ét.iides sur le ,·eclutement et l'hygiène morale de l'm·mée, del signor dottore ,\11T1GuEs, che qui tratta del

gi1wco. Airn'o :1:1, ,·ol.

r

rn febbraio 1866.

1. -

23.


354

RIVISTA ·

L'Italie et .son armée nel 1865 del conte Du

VERGER

SAJNT - THOMAS.

. 01

Ed i?fine l'Essai d'étude historique et théorique swr la formatwn en carré, del signor J. GuE NARD. A proposi'.0 d_i q~est'ultimo scritto, e senza entrare per °,ra nel merito rntrrn_seco della tesj, dobbiaµi rile·vare che l autore, parlando de1 quadrati austriaci è caduto in un errore non guari .compatibile in un cultore delle cose miti tari del giorno. Egli dice (pag. 313) che la fanteria a ustriaca ha tre regolamenti : quello d'istruzione datato del 1~51 ; quello d'ese1·cizii del]~ stessa data, e il regolamento di manovm del 1853; mentre invece la fanteria austriaca ha affatto riformati, e, diremo me"'lio abbnndonati . o ' ~uet r~golamenti 4opo il 1860, Difatti il regolamento di i~t1:uzione è del 1861, quello d'esercizi o del 1862 e quello d1 manovra (trad6tto nella Rivista nostra nel 1864) è del 1863. Conseguentemente, il signor Guénard fu indotto a ritenere che l'ordinanza della fanteria austriaca fosse a ncora su tre righe di profondità.

Rèvue militaire suisse - gennaio e febbraio 18-66; I due articoli che ci parvero più rilevanti nei numeri di gennaio e febbraio di questo accreditato pe~iodico sono: un ResocontJ bibliografico degli Studi tattici per l'1:struzione nei campi del generale AMBrinT, ed un Parallelo fra

gli eserciti permanenti e quelli di milizie. Nel primo iqdoviniamo facilmente- il dettato dell'esimio direttore del giorna le, il Lecomte. Egli elogia l'autore, ma g li fa un'osser vazione assai giuqiziosa, ed è questa in riassunto : che dappoi Federico i l Grande, gli crdinamenti, le armi hµ.nno cosiffattamente mutato e con essi i modi di comba!tere, ?he n~n vi ha maggior prc;fit to a istndiar oggi le teorie. tattiche d1 Federico che a i;tudiare quelle dei tempi della ·l~g1one romana o della falange greca; e che quindi se

BIBLIOGRAFICA

è buono le conoscano a

355

fondo i professori, se è interessante per -<J.ualsiasi militare di averne qualche nozione, non sarebbe per altro conveniente d~ gonfiarne il cervello ad ogni uffiziale chiamato a i campi d'istruzioni. In questi termini non possiamo-a meno di accordarci perfet tam ente col critico, ritenendo che oggidì. gli studi tattici dovrebbero limitarsi all'analisi delle guerre dell'impero:, le quali, come ben dice lo scrittore della Revue, stante i progressi att1,1ali sono già a bbastanza indietro per aver l'autorità dell'anzia-. nità, e sono abbastanza svariate per offrire eccellenti tipi d'ogni genere. Per amor d'imparzialità dobbiamo però notare che questa verità non è totalmente sfuggita al generale Ambert, avveo·nachè nella sua a nalisi com parativa delle battaglie di Zo~ndorf e di Austerlitz, mentre egli si estende moltissimo su questa, non dettaglia la prima che per quantò gli è necessario al suo raffronto. Il secondo articolo che ti,asse la nostra a.ttenzione è una ' memoria del maggiore federale signor DE PmrnoT, letta all'ultima r iunione militare di Losana. lvi il signor De Perrot istituisce un confronto tra gli eserciti permanenti e · quelli di milizie, e si dichiara per que~to secondo sistema. Ci spiace di non poter pel momento occuparci estesament'e del suo scri tto, chè avremmo molti argomenti per combattere le sue viste e per talun punto egli s tesso ci avrebbe forn ite \e armi, come p . e. ]Qcldove cita l'America del Nord in appoggio della sua tesi. L'esempio della Svizze:·a invocat~ dal s_ignor De Penot e prima di lui dal signor Stcemp-fl.1 non è tale che _possa decidere gli altri Stati a licenziare loro eserciti permanenti, attesochè la Svi2zera si trova per giacitura geografica, per forma di governo ed anc~e, diremo, per indole etnogralìc'a in condizioni affatto. diverse . che qualunque altra nazione elll'opea, ed è ~for1sma m1_litare inconcusso che i sistemi militari degli Stati vanno anzitutto conformi alle loro partiqilari esigenze politiche e geografiche. ANNO ;:u, vol. 1. 23*.


:-156

RIVISTA BIBLJOGRAFJCA

Per ~oi creétiamo _così alla necessità degli esermt1 perma~ent1, come alla_ impossibilità di realizzar mai j sogni dell abbate d1_ S. Pierre, del quale il signor Stoompfli ci par_ve. un tantmo seguace. La guerra è nella natura della socrnta nmana, come gli ~iserciti permanenti sono nella natura della guerra. Non po_ssiamo dai· conto dei oaiorna11· 1·ogles1·, spagnuoli, e tedeschi :perchè ci sono in ritardo.

BOLLErrrrINO BIIlLlOGRAFICO TRI1mSTRALE

G . G. C.

,.,.__~

I

...--

-

/

Opere italiane. ~ 1AG10 DE BEt<Eni:cTJ~. lfoovo metodo facil·iss·irno JJM' calcolare la spinta clei terrap·ieni; - Torino e Firenze ,

1865, tip. editrice G. Cassone e . Cornp. '.- 1. v.ol. in-8°.

-

L. 2. . - Se·rvizio delle bocche da ft1:oco da muro ad uso della fanterùz, preceduto da una bré,,e notizia sulle · artiglierie

rigate da murò. - Torino e F irenze, 1866, tip. editrice G. Cassone e Comp. - 1 ·voi. in-32° con tavole. - L. ·]. ALBINI. Sulle ca1-ctbine ca1·icantesi dalla culatta. Londra, 1865. - WaterJow and Sons, CarpeI\t§lrs' Hall. . BounELLY. -:- B1·igantagg-io. nelle zone r,iflitari d,·~-~felfi e cli Lacedonia dal 1860 al 18GJ5.· - Napoli, 1865,: tipografia

Pasquale .M:ea. ANDOR KoVAcs. -

Ist1·uzio11.e pe1· l~ cavalleria.:- Torino


358

BIBLIOGRAFICO TRIMESTRALE

BOLLETTINO

e.Firenze, 1865, tipografia editrico G. Cassone e Comp. I vol. in-8°. - L. 4.

- B1·eve descrizione delle artiglie1·ie 1·igate clell'eserc'ito italiano, loro uso ed 01·dinamento dcll'a,·tiglier,'ia in guerra pubblicata. con autorizzazione del ministero della. ouerr~ . o per uso degli uffizi ali dell'esercito. - Torino, 1866. P resso il Comitato d'artiglieria. - L. 2. AusrA. - Lezioni teo1·ico-pratiche sulle levate topog1·aflchc milita1·i, compilate per us0 delle scuole tecniche e reggimentali. - Torino, 1866, tip. Fodratti. - L. 1 50.

- Ist1·1.1.zwne pe1· gli esercizi ginnastici ad iiso cle·i co1•pi dell'esercito italiano, approvata dal ministero della guerra. - Torino e Firenze, 1865, tip. editrice di G. Cassone e Comp. - Edizione sul formato della Piccola Thblioteca dell'esercito. - L. ~ 50.

-

Ist?'uzione per la scuola, di scherma col bastone,

approvata dal ministero della guena. - Edizione sul formato della Piccola Biblioteca dell'esercito. - L. O 20. - L'almanacco militai·e ill"hsl?·ato pe1· l'anno 1866. Cont. 60. - Annucwio dei Carabinieri Reali pe1· l'anno 1866. -

Opere t'rancest. DE BL01s. -

De la (ortifìcation en présence de l'artillerie

nouvelle. -

2 vol. in-8°, con tavole. - Parigi, Dumaine. - Torino, Bocca. - L. 15. JAYISON. - Bertrand Du Guesclin et son époque, tradotto dall'inglese cla I. Baissac. - 1 voi. in:8°. - Parigi , J. Rothschilc1 éditeur. MACDOUG.\L. Les campagnes d'Annibal, tradottl3 dall'inglese da E. Testarode. - Paris, Dumaine, 1865.

L. Di-: P... - Étude sur l'enseignement du tir des armes de guei·re. - Paris, Corréard. - L. 7, 50. HuMBERT. Programme élémentai1·e d'un cours d'art et d'histoire militai?·es appliqué à, la cavalerie. - Un bel

vol. in-8°-gr ., con atlant.e. Torino, Bocca. - L. 12.

Saumur Javaud, 1866. -

DE Moi-TIGNY. JJ[anuel des piqu.eurs, coche,·s, grooms et pale(réniers. - Paris, J. Dumaine.

L. 1.

D'imminente pubblicazione presso la tipografia. editrice G. · CoRVETTO. -

CASSONE E COMP.

Manuale pei lavo?'-i di giierra. -

Vol. 30

della 3• serie della Piccola Biblioteca dell'ese?·cito. - Un volume di ,650 pagine con 196 figure. BELLENTANI. Maniiale di topografia. - Voi. 2° della 11 3 serie della Piccola Biblioteca dell'esercito. F. AJMETTI. - Sunto delle lezion-i di topografia militare per norma delle scuole tecniche, divisionali o reggimentali. PRIMA AeeENotcE alle serie 111. e 2n della Piccola Biblioteca dell'esercito, contener.te tutte le novelle disposizioni ufficiali da poi la pubblicazione dei singoli volumi delle dette serie.

359

TAGLIANO

GAETANO,

Gerente.


IN DJ CE DEL VOLUME I. -- ANNO Xl

Gennaio.

..

' La prima serie della Rivista 1nilitai-e Ualiana . . . . pag. La lingua italiana cd i cultori di cose militari . . . . • Sull'utilità. di un corso di legislaziona ed amministrazione mil itnwl . . . . . . . . . . . . . . . • Nolizie statistiche sui 1u-incipali eserci'.i europei. - Il. L'e• sercito au~triaco . . . . . . . . . . . . . , • Resoconto <Telle sperieuze eseguite sul tìro a met:raglia coi cannoni rigati dall'anno 1861 al 1865 (con _tre tavole litografìche) . Rivista tecnologica . • Rivista stt\tistica. . • Ril·ista bibliografica

5 11 24

36

1'6 l 31 134

FeJtln-aio. Considerazioni sulle . artiglierie di grosso cRlibro . . . pag. 145 Stadimetro e cauuocchialo stadimetrieo dei siguori Pcttu• cellier e Wagner, capitani nel genio francese (con tavola litogrnJìca) . . . . . . . . • 172 Giustizia militare . . • . . . . . . • • 190 Le nuove modificazioni nell'ordinR.meuto dell'esercito ita• 200 liano . . • Rivista tecnologic.-i. . Rivista st<.1tistica . • · Rivist.a bibliografica

• •

232 247

• 258


362

INDICE

Marzo. · Impiego del ferro nello. fortificazione (continua.zione) (con tavola litografica) . • . . . . . . . . . . . pa9. 257 Giustizia militare (continuazione e fine) . . . . . . . , 275 Stadimetro e cannocchiale st-adimetrico dei signori Peaucellier e W agner, capitani nel genio francese (continuazione) (con tavol1,1. litogra,fica) . . . . . . . , 288 Le nuove modificazioni nell'ordinamento dell'eserr.ito italiano (continuazione e fine) • 308 Rivista tecnologica. . • 339 Rivista statistica.. . . . • • • 347 Rivista bigliografica. . . . . • 352 Bollettino bibliografico trimestrale. • 357

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