RIVISTA MILITARE 1865 TOMO II

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RIVISTA

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MILITARE ·. ITALIANA 6l0IlNALH MENSILg

. Anno

x.--

Volume II.

G. CASSONE E COMP. TIPOGlLHl-EDITOHI

9..

_TORINO .

,·;a 5. f'ranc,e~co Ila Paola, N. G.

FIRENZE

O Via Cavour (gia via L.rg,), N. a.

·1 86à.


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RIFLE-SSIONI ,SUGLI

ESERCITI_- PERlVIANENTI-. E

. PARTICOLARMENTE SULL'ATTUHE ESEI\CITO !TALIA~O Proprietà lett0raria ..

'.l'orin·o.- G. Cassone

Fino dallo scorso secolo, quando già la filosofia, dopo sforzi e lotte supreme e lunghi patimenti dei suoi cultori-, :veniva anche in Italia gradatamente emancipandosi dall'autorità e d,al dogma, ebbe principio quel lavo.re attivt> e libero del pensiero, quelle accurate r icerche della storia antica, quell'esame critico d'ogni umana istituzione e disciplina; per cui soltanto riebbero i popoli tempi di prosperità e di grandezza. Ed a queU'epoca appuntò datano i primi studi filQsofici delle leggi scrittè ed a quell'epoca appunt_o le prime lamentanze del civile scrittore contro gli éserciti permanenti. ·

e Gòmr,'. ,,_

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I. .

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GLl ESERCJTI

' Co~ì infatti incominciava Filangeri la sua sciehza della legislazione-: • Quali sono i soli ogge~ti che hanno fino a 9,llflsti • ultimi tempi occupati i sovrani di Europa? Un· ar.. :. senale form idabile, un'artiglieria n~merosa, , una · « truppa bene agguer,rita. Tutti i calcoÌi che si sono • esaminati alla presenza. dei principi non ~ono sta~i ,, diretti che alla soluzione di un solo problema: Tro' var la manie1·a di uccidere ,pt':ù ii.omin~ nel minor temp~ «possibile. ! , Si è proposta per oggetto di premiò la scoverta , di una evoluzione più micidiale. Non si è pensato i a premiare l'agricoltore che ha tirati due soléhi nel , ·• mentre che gli . altri non ne tirano. che un solo, ma· che ha ., sì è raddoppiato il soldo all'artìrrliere o . . av~to • l'arte ' di cél,,ricate ~n can-nonè fra lo spazio d i 4 se• condì. Noi ci siamo ·a ddestrati tanto in- un mestiere « così dif-truttore che siamo in istato• di di'str'uggen:: • ventimila ~omini fra lo spazio di pochi tpinuti.' La «·perfezione dell'arte la più funesta all'umanità ·ci fa ~ vedere senia dubbio un viziot nel sist~ma unive~·sale . . ~ dei governi. · . • · t ,È. più di un mezzo secolo che la Hiosofia declama , < contro questa rnanìa in.il{tare, e di un mezzo secolo ~ che i filosofi si affaticano per rièhiam:1re le mfre d~i • principi agli ,oggetti più utili , e dòpo · Montesquieu « . non ci è stato scrittore che non abbia intimato· acfli •· uomini la necessità di una riforma nella legislazione. . • Quasi tulti gli SC1'Ìltori di, un secOlo, dice un grande « uomo, poeti, omto,·i e filosofi sono trascinati, ds~ntii • da ciò cfre li circonda. La natura, in ogni epoca, imi prime, per così dire, il medesimo suggello a tutte • le anime; i medesimi ·oggetti rapirono loro le me~

PF.RMANJ,-li1'1

desime idee·'. La legislazione è oggi · questo oggetto ,· ,, com.une di coloro che pensano. Gli eqori della giu..._ • risprùdenza ci circondano; ~gni scrittore prdcura d'i · ,e rilt:warli, e da una estremità dell'Europa all'altra ~ non si sente altro .che una voce ,)a quale ·ci dice « che ·1e leggi' del La.zio non giovano più- all'Europa, oc Queste tante voci riunite, questo st.izepito universale, . << questo grido della r-agione e della filosofia è final- ' « mente giunto sino ai troni. - La pena si è mutaJa", · « ed i principi han cominciato a conoscere che la vita «- e ·1a tranquillità dégli uomini merita maggior ri< spet.to; che. ci è un altro mezzo indipendente· dalla < forza e dalle àrmi per giungere alla grandezza. » E queste ·que:ele , q ueste preòccupazioni sinistre contro gli eserciti permanenti rion sono mai più cessate. - Non vi ha scrittore politico, specialmente di questi · ultimi tempi che non ne faccia oggetto di critica trat-. tazione. Già in Inghilterra, in -Francia ed in Germania furono pubblicati opilscoli ed impegnate poleµiicl~ e, è.. t~nute adunanze, che produssero nella pubblic~ opi-' nfone un'agitazione troppo forte perché i governi possano trascurarla. In ItaJia., per vero dire., lo stesso partito più avan• 7.ato si te'nne 'piutt9sto in disparte da codesti attacchi, da cotesle · polémiche, nè fu l'ultimo , anzi fino dalle prirpe sedute del Parlamento italiàno, a mandare parole· di sollecitud,ine al governo pel pr0nto organa.mento e complemento dell'es~rcito · regolar.e. . . Non è che po_chissimt mesi, cp.e qui si svegliarono delle apprensioni e si mossero critiche sull'intera nostra costituzione militare, avventando proposizioni consone a quelle dell'agitantesi democrazia germana. . ' Pensare che codesti attaccµi contrq gli eserciti perr

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GLi ESERCIT I

PEll.MJ.NENTl

manenti d'Europa possano un giorno da per se stessi

a· quietarsi, egli sarebbe quanto non intender e la voce ed il bisogno · dal. quale sono prodotti. Decisamente la questione si è fatta troppo grave, ed ' è troppo $entita, e tocca- troppo vivamente l'interesse delle nazioni, la causa del progresso . e de1la civiltà, perch·è possa ve• nire abbandonata. Stimai però c~1{mànt-enersi da parte n~stra silenziosi ed estranei in. argomenti che direHamente ci riguardano, e mentre accreditati periodici" militari già da molto tempo sono entrati a discuterli , non fosse pjù nè utile, nè decoroso. . . Dico non utile , avvegnachè non potreb be, ~Ùendersi una conveniente trattazione, nè. i.ma savia risolu;ione dagli scrittori civiÌi, ove il militai·e si , astenesse dal manifestare le : proprie opinioni, alle, quali non dovrebbe rifiutarsi un cert0 appren .:u11ento pell'espèrienza, e specialità. degli studi della sua propria carri.era; dico non decoroso, inquantochè daremmo altrimenti occasione ad imputarci inscienza della stessa istituzione alla quale apparteniamo per qua~·to almen'o riflette alla politica ed alla legislazjone. Per ciò• appunto, ancorchè giovane nella carriera dell'armi, ed esordiente in quella dello scrittore, mi azzardo di aprire per la -prima volta le colonné di questa R,ivista alla questione del giorno sugli eserciti permanenti. · Lontano dal11,1. spe_ranza e dallà presun.zion~ di discorr_ere in modo adeguato all'importanza dell'argo• .mento, studiai però di spogliarmi d'ogni prevénzione e di trattarlo spassionatamente, e per meglio dire, . scevro d~ spirito di casta. · Dopo avere considerato l'esercito nel suo interno

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organismo, dopo_averlo considerato nella sua vita partiçolare e procurato di conoscere nel soldato le passioni, le abitudini e le idee che la. sua particolare ca~riera gl'inspira ed alimenta, volli ·uscire , dir~ così., dal quartiere e intromettendomi fra le file della società, conoscerne i rapporti, e . di questa i giudizi, le inquietudini e le aspiraiiòni da cui inost~asi mossa r ispetto all'_esercito . permanente; onde, piuttosto che una apologia fare col presente mio scritto un lavoro di schiarimento e di spiegazione. Sopra l'individuo vi è la sociétà, sopra l'esercito la nazione ed il suo progress~ nella civiltà e nella grandezza; è questo i! pensiero che mi accompagn~ i~divisibile ne' miei scritti come nelle ' mie azioni. Senz'altro ver1go all'argomento. Quando una istituzione o disciplina vuole ventilarsi nel campo del libero ragionamento egli è sempre ind,ispens~bile p'r emettere l'esame dei ' fatti, ossia l'elemento storico. Così, volendo discorrere degli-eserciti permanenti in genere· è di quello italiano particolarmente, credo di 'fare prima qualche cenno sulla loro origine e s~écessivo svolgimento. L'impero · romano,· come l'.avess~ la grnndezza e va::;titit delle sue conquiste, d'ogni sua propria forza esaurito; già mostravasi deci:epito e morente. Ogni sua primitiva virtù nèll' idea e nell'azione col lungo dispotismo degl'ìmperat0ri era scomparsa e l'intero sµo or<Yanismo minacciava: prossima e completa dissoluzione. ,t, I popoli del settentrione rattenuti e frenati mentre fioriva la repubblica e da Mario e da Cesare, poterono allora irrompere come onèle agitate sul vasto dominio _latinÒ · ed in~aderlo da tutte pafti. Italicl; , Gallia , Inghilterra e Spagna ne furon piene, . ma sazi alla per-


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GLI ESERCITI

fine ·di moto si fermaro,no sparsi q Lla e la e fissarono stabile dimora. Poca resistenza avevano trovato ad it~_p ossessaì'si di un impero, che di romano non avev:i. che il nome., e· fu perciò facile il superarla. Della civiltà e dei costumi di qùesti _popoli ~acito ci lasciò pre;iosi rag- 1 guag1i. • Non ist-retti · da legarne sociale; non g overno, non leggi scritte e fisse avevano; erano torme o bande d i ropoli indipendenti; . ciascuna a'veva u n Gapo che tutti _ seguivano dovunque e lealmente obbedivano ; con lui _ partecipavano ai disag:i della vita n omade con lui-il bottino • dei 'vinti nemici e l'ebbrezza delÌa vittoria. Validi e robusti di corpo, forti di cuore, appassio~ati , della loro indipendenza fierissimi, del pericolo noncuranti e nel resto incolti , pr~potenti ; superstiziosi, e della storia e delle glorie dei vinti popoli :ìgn ari q u·anto ,sp1;eizatori, ecco le virtù e difetti che maggiormente lasciarono r ilevare . Ogni diritto per. loro stava n ella superiorità della· forza, ogni giustizia n ella punta delle loro alabarde. · Fermata stanza , si divisero c'òme cosa propnia: le ' terre conquistate, -e sulle rovine dei templi· e dei monument.i antichi eressero il castello a quattro torri entr.o cui _si chiusero isolati e dai loro sègq.aci soltanto circondati. Non da legge alcuna. regolati, codesti conquistatori vennero bèn presto in lotta fra loro. Ognuno ~i armava dei suoi fidi e si accingeva coraggiosamente all'impresa. . · . E q ui ·ha prindpio la storia delle av ventur; ca~~lleresche che di~dero argomenti ed ispirazioni · ai più interessanti romanzi e poemi del medio evo. Senonéb.è l' idea "cristiaù~, la dottrina dell'eguaglianza e

l'BR llAXENTf

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della. ffaternit.\ fra tutti gli uomini di · ciascun paese -uscita già dalle ecatacòmhe veniva a.lii luce del ·sole diffondendo ovunque i suoi ben€fici infl~ssi, e eidea del grande impero, e _la memoria della reg1tle autorità, e le romane istituzioni che le dev_a stazioni · d~l s~ttentrione non . avevano bastato a cancellare dalla)erra, lentamente reagiroµo risorgendo vieppiù seducenti. In breve i ba'r bari vincitori · restarono v inti d\l, quanto li circondava, perdendo.la propria loro lingua medesima. Ed ecco ' g ià 1~ pri me guerre fra i duchi e marchesi" più potenti onde conseguire la r egale aut.orità._ In Fran cia prevalsè la famiglia di :Merovingi che fu . poi sostituita da.i Carlovingi ,. da cui Carlo Magno ed il suo vastissimo ìmpero. Romana non era forse l'idea di quella grande corona e potenza alla quale aveva codest(') principe aspirato? Dopo la sua morte la co• r_ona imperiale non· tardò a passare in una ca-sa :di Germania, intanto però che per tutta Europa già cominci~va a pronunciarsi nella lingua, nelle abitudini e nelle tendenze .il separatismo dei varii popoli, da _cui vari Stati e le moderne nazioni. . Alla prevaleriza definitiva d' una~famiglia, al conse: g uìmento della r egale autorità · ostava però la p_o tenza d~i tanti signori teudatari. Sulle prìme iri FI'ancia ·come in Inghilterra, in Ispag,na ed in Germania ; la corona era elettiva, m a fu presto ereditaria e per. manente in una sola dinas"tia. Gli eserciti permanenti hann,o appUnto pri~1cipio col principìare della regale' autorità. In Italia, per mal?, -sorte, h avvi una storia diversa. Dopo la morte di .C,ado :Magno vi ebbero bensì le lotte fra i, più potenti feudatari del regno, ma non' fu dato ad· alcuno prevalere o fermare definitiva-


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mente sul capo dei suoi discendenti l'ambita corona di ferro . · Così noi ricademmo 1;otto il donunio degli imp~ra:. tori germani, e non fu che dalla lotta che fra questi e l<:1- Chiesa durò accanita per lunghi anni, che ~ nostri municipii risorsero a vita libera. Italia però non era in quei munjcipii. Così, nel mentre che gli altri popoli vénivan9 gradatamente formandosi ad unità di governo, il bel paese

• Che Appenìn parte e il m~1· circoncla e l'Alpe • .dilaniato in intestine discordie eçl in guerr:e .fratricide, · presto addivenne un' accolta di principati e finalmente cli feudi spagmrnli, austriaci.A3 francesi. Sorti pert~nto dalle lotte del feudalismo i grandi regni, gli eserciti permanenti che sulle prime avevano servito al consolidamento d~lla regale autorità, servirono allora alla lotta fra i re e gl' imperatori, cioè fra i grandi potenti nelle ambiziose mire di reciproca prevalenza, e fu allora propriamente che, dilatato il campo d'azione, che scoperta la virtù della polvere e per essa inventata l'arma a fuoco,' codesti eserciti vennero ad assurnerè una sempre maggiore importanza. Io non accea• nerò le guerre terrib)li , interminabili della Francia, della Spagna , della Germania nel xv1 e xm secolo chè non varrebbe ad altro che a ricorJare sventure e str agi ~ rovine di questa nostra patria. L'Italia fu il teatro di quelle grandi e sanguinose tragedie, di quelle orl'ibili carneficine. Ma finalmente l.L ragiòne e la giustizia sollevò un impreviRto nemico contro il dispotisrn~ sotto qualunque forma ~asche-· rato. Troni, aristocra~ie , paJJa e clero si trovarono

PERMANENTI

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mina,~ciati dall'irrompente movimento; era il popolo, i l ceto medio çhe in no1ne della libertà e della eguaglianza apparve gi&ante contro tutti coloro che l'~vevano fino allora calpestato e deriso e che colla rivoluzione francese. dell' 89 ~?,ndò ovunqu~ il suo g rido potente come ruggito di leone fra gli- antri oscuri ~i una foresta. L'Europa ad un tratto fu sconvolta ed lll clue campi divisa : l'uno . del dfapotismo, l'altro della libertà e della ragione. Due mpndi l'uno contro l'altro armati. . Gli eserciti permanenti rimasero a puntellar·e i pe• rièolanti troni d'Austria, di R ussia e di Prussia e ad arrestare i battaglioni della gr(!.U Guardia Nazionale mobiÌizzata, che tàle chia~ossi allora l'eserciti;> della repubblica francese. L'esito della lotta non vi ha lettore ·che. non cono,:ca; Marengo, Rivoli, Austerlitz,. Wagr~m e J ena sono avvenimenti troppò eloquenti percbè possauo giam• mai dimenticarsi. Colà appunto si vide la virtù dell' idea co'ntro la forza cieca , il divario d! un esercito ùi cittadini per la patria combattenti e queUo di mercenari o servidori pas:>ivamente obbedienti alla volontà ùi un assoluto ·padrone. r .Sen:onchè Napoleone allucinato dagli splendori di una corona, sconobbe o rifiutò )'idea che a tanta ~!tozza· lo aveva elevato, e volle assidersi complice al banchetto dei potenti, ma cadde. Perciò a Waterloo il vecchio mondo ebbe la rivincita e mentre egli stava scontando in lontana e micidiale isola dell'Oceano la . sua grave -colpa, si segnava a Vienna il ritorno dei principi, la politica qel leqìttimismo e la Santa Alleanza. Non più .lotta fra loro, non più gelosie; soyrani, imperatori,· principi, paP,i, aristocrazia. e clero


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GLi &SERC!T[

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si unirono fra lorò in stretto connubio · contro il co. mune avversarlo. Così gli eserciti perma11enti non eb- ./ bero più occ·asfoue di schieratsi l'uno contro l'altro, ma dovettero serrarsi a puntello del trono.e dell'altare onde sostenerli dagl' iii terni temuti ~ttàcchi. Pure in molte parti, iii quelle specialmente nelle quali i grandi principii della l'ivoluzione francese avevano a preferenza approfondito · le loro- radici, codesti eserciti più ·non furòno vero istrumento del despota e partecipa_-· · rono alla vita della terra che Il fecondava. Alla rivoluzione di Spagna, a quella del Portogallo, di Napoli, del Piemonte, il soldato ebbe coi cittadini comunanza di idee; di aspirazioni; e con questa d ivise i pericoli della_lotta, le g ioie del trionfo, i danni deUa sconfitta. Dopo la restaurai.i.@ne de_l 1815 la storia ci dipinge l'Europa in continue sommosse , ma fatalm~nte l'a forza· brutale finì sempre ad avP.re il sopravento,. Ai brillanti successi delle cinque giornate , aJle co raggìose sommosse di Bologna, di Na.JJoli e di Sicilia, · succedevano sempre i disastri di Novara; pLire ria".uta un napoleonide la cororia d i Fra.nçia, ririacqueto negli opp·ressi popo1i le spel'auze di libertà e d'i ndipendenza,, In Italia, l'ultimo giorno della ca1,-11pagna del 1848-49 un Re galantuomo aveva raccolto la ,;pada del padre, e çon essa la sfida di rivincita contro l'Austria. Mantenuto in tutta la sua pir-mezza lo Statuto, ii Piemo11te. diyeune ,l'oasi a cui r1fuggia rono i grandi . patriottici e dove fecondò l'idea del nostro risorgimento . La gu~na fu -· finalmente decìsa, · .i l cannone rintuonò nelle p_iauure lombarde ed b meri che due anni ebbimo libertà, unità. ed indipendpnza.. Il risor,gimento italiano, se a noi ridieqe la vita, fu al tre?ì 0

PERYA~ENT!

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pella causa della civiltà e del progresso un passo di grande rilievo ; ma nullameno molto resta a fare onde raggiungere la meta. ' . . . . . ·, , . . L'Europa presentemente è ,d1v1sa m due ~am.~1, 1 uno sì è quello del dispotismo, l'~ltro -~ella ~1ber-t~-' della raaione. della giustizia .. Austna ·sta llJ. prima nga . d_e~ . primo, .ltàlia i11 prima del secondo ·; quin~i gli eserc~t1 . t·1 ..nsp . ettivi hanno ima parte diversa clad soperma.uen ,, . ·stenere: qui si difende un Re eletto d~~la n~z1~n~ e un regime libero, C?là l'assolutismo; qui i l prm~1p1_0 delle nazionalità:, _coli~ il jus divinum; qui l'esercito e nello s"tretto senso della parola italiana, colà un ammasso, . un'accolta d i semoventi,. una forza cieca e bruta. . ta stessa costituzione orgariicà ce lo dimostra._ _ In AÙstria il suddito dacchè ha vestito la d1v1sa mìlita~e ha troncato ogni rel_azione, ògni ~ontat~o ~oll~ società civile aalla quale uscito; nessuna g1~nsd~zìone, nessuna,, autorità su lui irnper a che_n~n ~1_a m1~ II tare · ·obbedfre semp1·e, ciecamente, senza distinzione di · 'o circostanza, · · ecco · l a 1egge suprema che. gli viene luogo . . imposta. Sentiva-desso a~l'entrare nell'esercito d1 es-· ' sere italiano, ungh erese, _polacco, ecc.'! questa voce, questo 1:noto di natur~ deve a forza soffocare o com- , primere. _t:iìella compagnia a cui V'iene a~segnato troverà gente che non conosèe, che non m_tende, cbe f9rse anche odierà, parlante un i~ioma diverso, avente differ enti costumi e ci vi Ità. · Negli avanzament'i non vi è nò'.ma fì~sa; le spalline d'ufficiale sono concesse con larga rmsura per fa" vorismo e privilegio. L'elemento -puro . \edesc~ sopra ogni altro .preferito; malvisti, m~lversat1 · ~utt1 coloro che mostrassero sentire la n&.zionalità a cm appartengonci ·e l:amoTe al lor,o paese natìo. È quindi agevole


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GLI . ESEltCJT I

PllR)f,INENTI

rilevare come codesto esercito sia un mezzo potente di corruzione sociale e l'Austria sa valersene con ma·chia:vellico e perseverante artifizio. La lingua stessa tedesca vuole che alla propria i non tedeschi sostituiscano, ove vogliano aspirare -a qualche. benefizio del governo. Io, ancorchè giovane, ricordo, come nei miei paesi i buoni patriottici lamentassero le diiferenze d'idee e l'attaccamento non prima sentito verso l'imperatore d'Austria nei giovani che tornavano in famio-lfa b congedati dal servizio. · · . In Italia il cittadino colpito dalla leva non perde codesta: qualità che cogli altri ha comune. Come av.rà addossato la divisa, ei giura cli esse1·e fecfele al re ed ai rnoi reali successo1·i, cli osse1·vare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, e d-i adjmpie1·e a tutti i suot doveri col solo scopo del bene inseparabile del _1·e e della patria; nelle prime istruzioni che gli saranno fatte gli viene iosegoa.iu: . . ~ Di onorare -la religione e rispettare le· persone e

Alla vita politica della nazione ei ·pure vi pa-rtecipa. La legge .elettorale 1o c~nduce essa stessa all'urna, gl'impçne essa stessa di conoscere il voto -~he de~tro vi lascia cadere, e perciò di seguire la stona contém. poranea.dcl suo paese e <li ragionare ~ugli av-~1 enimenti . e sugli uomini destinati à reggere. la pubbhc~ cosa. ·:Militarismo terribile esiste quindi in Austna. non esiste in ·Ita.lia; colà l'esercito è il pitL forte ostacolo · allo 'sviluppo e ·progresso della causa della. libertà _e della n azionalità, quivi l'esercito è di cod€st~ cau~a 11 . principale sostegno e garanzia. Da ciò _ne conse~ue dimostrato quanto sia ingi\lsto, per non d1re ~ffens1vo, il sospetto ultimamente manifestato da cer~i gior?ali, che l'esercito. italiano possa esse".e un seno pencolo . allo patrie liberali istituzioni, Vediamo adunque se per. viste· economiche sarebbe egli necessario, sarebbe utile l'a~olirlo._ Anzi tutto ~acciamo di conoscere che' cosa sia ed m che c.ons1sta propriamente la vera forza di un · cser_cito regola!e

• le cose sacrè ; nella vita privata di essere stretto 'e ~ costante osservatore delle leggi dell'onore, e perciò ·•schietto e leale, disinteressato, sobrio, a~segnato nei • suoi affari, alienissimo dalle pratiche men decorose. • dal giuoco e dai <lebiti. · · » Nel rispetto delle leggi e nell'osservanza dei do« veri ,civili di essere agli altri cittadini di esempio. » Qui pure la giurisà izione militare è limitata ai soli fatti militari. Ha il soldato italiano debiti? Sì ricorra contro di lui ai . mag istrati ordinari com e ogni altr~ cittadino. Viola il soldato la legge penale comune? Nessun foro eccezionale lo favorisce e va; come ogni altro cittadino arrestato, pr.ocessato e giudicato dall'autorità civile .

permanente. . . Due ,parti voglionsi nel medesuno essenz1alm~nt_e di'stinguere e sono : la bassa-forza e la classe ufficiali. La prima, che la scienza economica chiamerebbe m~te,·ia greggia, è costituita dal complesso dei cittadini che, colpiti dalla legge di ieclutàmento, soIJO obbligati per un determinato s.pazio di tempo a far parte _nella gran famiglia militare. Ogni anno, all'entrare d1 una nuova classe, altra classe ne esce congedata senza che più le rimanga alcun legame nè alcun rapporto col· l'esercito permanente, cd in capo ·a cinque anni, ove non vi sia guerra, la gi·an massa sotto le ::irmi si può ritenere completamente ro.utata. Benché a codesta parte non sia presso noi intercetto l'aspiro alle spal•

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GLI j>:SERCITI

line 'di ufficiali, che anzi un terzo di sott' ufficiali è dalla legge ammesso nelle nomine . di sottot.enente , pu~e nel lavorio dell'esercito da esso non si domanda che l' esecuzione piu.ttosto materiaie e la conoscen za ,degli esercizi' e delle teori~ militari più elementari . . La parte seconda però, e la più importante nei quadri d1 un. esercito, è quella costi tui ta come dissi déd la clas~e ufficiali. - Consacrati costoro esclusivamente e volontariamente alla carriera dell'armi, permanentemente add~tti all'esercito finchè pell'età ~ infermità fisiche · non addivengano impotenti al servizio, essi passano q uasi tutta 1a loro vita in ·esercizii e studi · militari e possono appunto per questo riguardo r itenersi ìl' · c~ore e la mente dell'intero esercito, l'oss-atura prec1pu~ del suo organismo. · , · 1 Osservate un eseréito in campo. Le sue file sa __ranno sparse nell'i mmenso campo d'azione, ed al generale supremo spetta n~lJa~1eno l'incarico· e la responsabilità di condurlo fl,lla vi ttoria. - Desso non si trova che in punto q uasi' impèrcettibile del g ran teatro della guerra; pure col mezzo cli tutti i suoi ufficiai~ egli vede e comanda clappertutto. - Se il ,;uo quartier generale dove ei discute- e -risolve il piano supremo di battaglia .ne è alquanto discosto, nella, linea degl! avatnposti, nella prima linea di fronte al nemico travasi al comando di una gran guardia. un ufficiale inferiore, che _col mezzo dellesuescòlteguarda, osserva, spia le mosse nemiche, e d' ogni menoma circostanza stende :i:apporto che di comando in comando giunge_sino alle t~nde, del generale iri capo . . In tempo di -pacé ancora dopochè il minis.tro avrà, fatto studiare da una commissione. di esperte persone dell'arte ,una innovazione alle teorie d el tiro e l'avrà

l'E H,IAN~NTI

. aggiunta al regolamento, dessa· discenderà· gradata• . mente fino· a]l'ufficiale ·subalterno, il quale pazientemente nelle camerate di un quartiere ne farà spiegazione alla bassa-forza cui spetta la materiale esecuzione.· Vi ha dun~Jue _fra tutti. ufficiali di un esercit6 regolare dal n1iÌiistro d i guerra o dal supremo generale 1'111' ultiò10 ufficia iè su baìte.1·110 tale corrispondenza di 1 idee e di. azione, per cui la ,parte di og nuno· proporzionatamente al propri() grado è della m1issima impo_rtanza . - Essf si possono ben a r ag ione ritenersi come i éustodi viventi dello spirito, e della. scienza mili.tare d i una nazione. - , E sic~ome q uesta. scienza vasta e d ifficile, e ·pell'attinenzà che tiene colle à.ltre scienze, e p1ella lunga p ratica che impone, e. col tempo come OOani altra prorrredìsce, così nella classe .ufficiali o per m€zzo di opere scritte od in altro mqdo , avviene la tradiiione successiva e continua di generazione in ge~ nerazio.n e dei- frutti dei proprii studi e della propria ' . . espBrienza. Da, ciò è agevole rilevare in che consista la virtù di un eser cito règola~·e permanente, 'fatta astrazione però delle altre circostanze µiorali-politi che che possono · influire ad infirmare, o ad accrescere l<)., stia potenza. -·- Più anzìano qu indi è un esercito, più istruiti sono i suoi ufficiali , più fiorite le sue biblioteche; maggiore la pediià nei comandanti, '!1aggiore .la sua virtù_. Possiamo perciò noi competere per q uesta parte c'oll'esercito frarycese; o con quello prussiano od a ustriaco ? L'amore :.1ei" nostro paese,· la memoria deHa passata grandezza· non ci deve allucinare a tale da farci presunziosi od ingiusti. - Il genio italiano non·è secondo · ' , ·ad alcuno.

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ANNO

x, vol.

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. 18 GLI ESERCITI Taccio sulla storia -ro.mana, e noto ·soltanto come nel breve. tempo di vita libéra con.cessa all'Italia del medio evo somtni ingE'gni ed opere imperiture sorgessero in ogni scienza e disciplina, né lo stesso dispotismo poco dopo susseguito e sì lungamente durato abbia bastato ad esaurire nell'italiano ogni virtù produttiva. · Nella scienza militare però, scienza di osservazione pr~tica, noi non vi abbiamo fino ad ora portato nel patrimonio comune un contingente d'idee •proporzionato e degno al paese nostro. - E come poteva essere altrimenti 'l Se mancava l'occasione, la materia a çui l'ingegno it;i.liano potesse applicarsi, come po.teva egli mai produrre? Esercito italiano non esiste propr¼tmente che da sei ·!-oli anni. -, Desso è bensì l'inD"ros. o samento del vecchio esercito piemontese, di quell'escr~ito tanto glorioso per tradizioni e fasti militari, ma l'azione cli qui!sL' ulti!)lO fu sempre ristr etta; ristr etto il campo, limitata la massa, ed j 'trandi generali ohe precedono sempre i grandi scrittori nori potevano esserci , od almeno non poterono mostrarsi. Se quindi, iu generosa ipotesi, il governo nostro potesse all'entrare in ·guerra improvvisare i quadri di un grosso esercito, d'ogni necessario attre1.zo militare eompletamente fornirlo, e ciò tanto presto quanto un esE}rcito r egolare p ermanente del nemico può Sfendere in campo, noi non potressimo a quello competere~ a ncorchè fosse la n ostra forza numericamente eauale e a quella dell'avversario, e an imati Cossero i nostri ~oldati d11. ardente entusiasmo e patriottismo. Ove in conseguenza, per r agioni di-economia si pen sasse, ciò ~he del resto non passa per la mente ad alcuno buon Italiano, cli scioglierq l'att~ale esercito

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italiano, varrebbe quanto r inunziare al proprio avvernre, compromettere il presente e- segna.re da per noi medesimi la nostra sentenza capitale. . Il r1uesito òelì'abolizìone degli eserciti permanenti, potrà allora soltanto presentarsi quando il principio della li bertà, della eguaglìanz,a e della nazionalità 11:vr~ trionfato su tutta Europa. Dimostrata pertanto la necessità di ma~tenere il nostro esercito, . cui è facile rispondere alle accuse e querele di alcuni troPPo severi :conomi~~i. . .. . L'economia, la scienza della nccbezza e, non s1 puo ner-"are, la scienza del giorno . . •. ' · t":> • • • « Gl'intelletti riscossi, scrrve Carlo Ruscom ne suoi « Prolegomeni della economia politica, a tante perturba• zioni di popoli, a sì grandi rivolgimenti di nazioni, • ora insorgenti, ora ac?asciate per diuturne calamità, • si' vol,sero alla contemplazione dei mali che ingenerano « quei moti, presero a indagare le cagioni di quei « turbamenti che tratto tratto, e ampliandosi sempre, • si rinnovano . La storia non aveva considerato fin , qui eh~ i vizi e le passioni, quando con criterio d~ « filosofta scrutando la grandezza e la decadenza degli • imperi, quelle volle argomentar queste, quasi « effetto da causa; ma troppo spesso trasandando le • origini di r1uelle passioni e di quei vizi,_ espress_e , meglio dalle antiche istituzioni che dai nuovi costum~. « La politica, se pur col nome di sçienza si voglia «· appellare, era face che traroa~dava s_eD,1pre _breve « splendore a quelle indagini, avvegnachè restrrngen· « dosi essa alia forma della società senza penetrare· « nel midollo, mal potesse sussidiare la storia nelle sue investiga,.ioni. L'economia politica riempì i I 1, vacuo lasciato da entram be e fe' che meglio sì giudi-

da


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GU ESERCITI

• cassero le ca use per ?ui stanno o.' rovinano i popoli. • Il nerbij delle società: sono le istituzioni non po- , « litich e, perchè queste ·non posanò che alla superficie, ~ e un soffio le muta, ma le amministrative e le eco-· • nemiche, permanenti sempre anche quando· car:i1biano « i governi . Counaturàte ne'_popoli, negli ab~ti, nelle • consuetlid ini, esse· seguono, a cosi <;li re, il soleo prì; mitivo .per cui 'trapassano le succedentisi generazioni. i Le vitalità de' popoli, non che risicdE:re nell~ qualità de' governi, si restringe invece nelle semplici com• • posizioni de' municipi, che sono come il loro ing'e• nito ordinamento, i mille semenzai che feraci o • infecondi a·1vivano o isteriliscono i r egni . L',amm1.• nistrazione che shbra ·od afforza, nonchè l'economia • d~lle società, è posta tutta in quelle semplici· agglo- -. ' ~ merazioni, sulle q uali lievé trascorre l'azione dei ' 1 , governi. -!. Produrre adunr1ue quanto p iù ·0 pos~;ìbile, sicn; ricchezze materiali, sieno ricchezze m orali,, farne la piL, equa e d iffusa d istribuzione, e regolarne quanto meglio è possibile la consurna.ziç,ne, ecco quanto pu'ò recare il beness·e re, la potenza e la grandezza vera e clu~àturn ·di un popolo. ·- · · .Le ricchezze di una nazione si sviluppano proporzionatamente al numero della popolazione im pegnata nel iavoro, ed al c umulo dei capitali i n circo1aiione a'tti a facil itare ed a migliorare la pÌ·oduzione. · Quindi a.d un 'esercito perrnanm:it,e \l'er:igono fatte dtie imputazioni: l'una di sottrarre · dall a cultura delle scienze· e del le arp la p a1·L,e più g iovane cd operosadella società, ì'al tra di cagionare allo Stato il consumo delle sue maggiori entrate. , L'Europa, dicono gli economisti, giace sotto l'incubo

PER\I ANRl\Tl

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_di uno sterminatq debit,o pubbl icò, da cui lè e un possibile riaversi. Infatti l' ;immontare complessivo d i codesto debito si avvicinava, fino dall'anno 1852, alla imponente cifra d'i _ 59 miliardi.· Gli Stati più obera.ti sono l'Inghilterra e la F rancif(, a cui vengono ·dietro la Spagna, .l'Austria? l'Olanda, la Russia, il .Portogi'\l!o, . il Belgio e la Prussia. Causa principale, si aggi-m1ge, eg1i è appunto il sistema degli eserciti permanenti: essi consumano" ,senza produrre. · Che sia infatti doplo.revole che gli Stati d'Europa siano annualmente costretti a sobbarcarsi l'enorme Spesa pel manten~mento de' loro •e~erciti , nessuno vi ha che possa negarlo; che sia bisogno e votò uniYersale de~ popoli . civ1li di diminuire quant0 più è possibile queste spe,se, C\Ò pure n on è alcuno · che non l'ammetta, 111a che si voglia tacciare di consumatore imp1:odu_ttivo \m ese1;cito, e quello ;pecia.lmente italiano, è ciò che_p·er m i,1, pitrte non aimmetto, e che recisamente l:J,nzi rifiuto. La produzione si fa · o _per via diretta· o per via , indi.retta . Produce d irettamente l'cigricoltore, il pittore; lo seu ltore,, il poeta; prodL1ce indirettamente il servente, l'_avvocato, il magistrato . - Dal momento che l'eser-' · cito peri;uanente italiano ò necessario alla sicurezza ed.. ·. indipendep.;,:a della nazione contro i nemici esterni, sop,pure necessario ancora non fosse p.EW garantire la t ranquillità e rossèrvanz_a della legge nèll'interno, ' codesto ·esercito pure ' conéorre indirettamente alla p r~tluzione . · .- L'operaio pnò consacrarsi sicuro· e fi dente al suo lavoro, ·e riposare !ranquillo, avvegnachè trova un'au.torità ed uc.a forza armata, che lo garantisce

vi"


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GLI ESlmCiTI

PERl.l \NEXTl

nella persona e nella proprietà- dalle .molestie degli interni ed esterni nemici·. Oltre a ciò,altri vantaggi economici, politici e morali si ritraggono dall'attuale nostro esercito permanente._ L'Italia da molti secoli aveva perduto la sua unità ed indipendenza. - I ~ovrani ed i principi se l'ave, vano divisa come loro cosa propria fra loro. Oppresse da un feroce: e geloso dispotismo, le varie pro~incie vissero l'una estran~a quasi dell'altra, in modo che, compiutosi nel 1860 il nostro risorgimento, ed avvenuta la politica nostra unificazione, ciaseurio rivelò una difierenza sì rimarchevole di costumi, di bisogni, di civiltà, da rendere impossibile la pronta. unificazione legislatisa ed amministratiYa. - Già siam.o al 1865 e nrie sono ancora le leggi che-danno r_1orma. al pubblic'o , ed al priva~o diritto. Quale fu dunque la prima istituzione nella quale si estrinsecava o s'incarnav,a la grande idea unilm;ia '? L'esercito dopo l'ultima fus.ione dene disciolte divi· sioni garibaldine. - rn' questo g ran corpo, nno nell'organamento, uniforme in tutta la sua vita, dal solo potere cei:itrale dipend.ente, non assegnato in alcuna sua parte a particolare località ma sern pre in I;1)0Vimento, e perciò inaccessibile ad ogni influenza locale, ad ogni risentimento municipale, ad ogni ubbia ~i partito, vennero a fondersi tutti gli clementi personali delle varie provincie . - Nessuno può avere dimenticato come gli stessi partili u.vversi ai passati ministeri J1iconoscessero e proclamassero, or son,o quattro anni, sotto queqto aspetto la preziosa utilità dell' esército italiano. - Desso era infatti divenuto una scuola. 'o meglio, un mezzo a facilitare ed ageneralizzare la grande idea, sulla quale basava il nuovo ordinamento politico,

nel mcntre' appunto rÌe costituiva .la pit'J. salda garanzia. A. lui venne il soldato lombardo rilascia~o dall'Austria, a lui venne il soldato sbandato napoletano, a lui il ,restìo siciliano, a lui il romagnolo, é qui, dQpO breve tempo, smisero i ricordi e le idee del passato, ed appresero che fosse l'ltalia 1 e tornar~no alle loro famiglie rigenerati. Fu certo rapido il progresso nostro morale e politico in questi ultimi anni , 0011 tale che possa, !'=otto questo rapporto, tenP-rsi o'.ramai inutile l'esercito. A mio avviso, la vita amministrativa troppo larga, ·che si vuole lasciare ai rnuni cipii ed alle pr ovinçie, non è ultima causa di ritardo od O$tacolo. È inutile Ph' io qui dica come-da mia parte reputerei migliore il sistema de1 concentramento. La civilt.à moderna ha al ;lJattuto quanto cli videva in .passato gh Stati fra loro, pJ ha. unito tutto il mondo civile in un legame uniY,Jr salc .di relazioni ed in continuo scambio di produtti re'ciproc;o. L'uomo, perc!ò, figlio sempre del sU'O tempo, ha gradatamente elevato i suoi concetti, e, qualunqae sia il paese al quale app~rtiene, si è slanciato intrap rendente e coraggioso in tutta la faccia del mondo. I d ue poli estremi della terra già si sono conosciut~ e _rav~1 icinati. La famiglia, il comu;e e provincia perdettero gradatamente I.a loro primitiva_ importanza, e ·se in Italia ~ncora questi enti coll~ttivi sono tuttavia considerati, egli è , a mio avviso , perché risorti ier~, lanostra vita nel grande movimento cosmopolito· è piuttosto ris.tret,ta in confronto. delle altre nazioni. Lasciare perciò all'individuo quanto .pil'.1 di libertà · e di iniziativa è possib ile, e nel resto regolare ed a niministrare ·con unità di viste e di mezzi, ciò che non pµò fare che il potere centrale , ecco quanto meglio

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G Ll ESEf•CIT l

I'ERtll·A!i~Vi!

converrebbe all' inci.ole de' tempi . Cb i è , oramai, cht: per patria sua senta sia il suo comune, la provincia, o piuttosto .l'Itah'a intera'? Una prova dei sinistri effetti del contr.a rto sist.ema ce 1~ offre l'organamento attuale della guardia nazionale. Essa è così costituita, che piuttosto naz,iori ale, dovrebbe rlirsi_ mùnicipale. E i! potere centrale pu9 sempre contare sulla medesiII1a per .mantenere il rispetto e l'osservanza della kgge "! Non ho bisogno di · ci.tare fat~i per risponder e. Ogni qualvolta la vita municipale fu 'in lotta co11a vita nazionale, ogni"qualvolta un interesile di campanile fo minau:iato dall'inter esse pubblico, la guardia nazionalé non rispose, o assai• debolh1ente rispose alla chiamat_a dell'autorità governati.va. Qujndi, fino a che la l~gge della guardia naziqnale r:on sarà modificata, l'esercito permanente italiano non cesserà d'essere,· anche sotto questo rigua'rdo, nece:-isario ed rrtile. • Seconda utilità che se rie ritrae è lq sviluppo n:iora]e e fisjco dell'individuo. Nell~esercito il -soldat o vivendo continuamente in esercizi pratici, in manovre . e marcie ed accampamenti, ba occasipne di sviluppare le sue forze fisiche: Vedonsi infatti , nella massima 1 parte, coscritti mingherlini .o deboli~ dopo l)reve tempq . dacchè si trov~no sotlo ,le armi, divenire 'robusti è vali<li. Il viaggiare poi conÙnuo, .il soggiornare nelle · varie •éittà del r egno, ].'osservare, in .un a pa,rola, cose e uomini nuovi, al;litudini o ~ost:umi diversi, l01;0 reca uu ricco complesso di idee nuove, à.a cui pensie,h e sentimenti più elev.a ti e rriaggiore ~nergia di azione, avyegnachè non abbia. bisògno di dimostràre la verita del grande adagio di . Bacone - Chi più ~a, più può, e chi più può, ,più 'Vuole. E~senclo'poi, come ·accf!n~ nammo più sopra, le nqatré discipline informate ·a

priucipii diverni cho non quelle degli eserciti àppar tenenti' ~i g<;verni as~oÌuti, rispettando anzi desse, pàr quanto è compatibile. ad ùn .ordina;nento militare nèll'inclividuo che vi,è sottoposto, la sua personalità, ne diviene in breve tempo più vivo il sentimento e perciò ·1, amore, fino alla ' fierezza, della sua dignità. e- del suo onore, un contegno serio, un linguaggio sobrio, urì tratto ri~pettoso ma scevro di servilità ed umilia-

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z10ne.

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Nel nostro esercito ari cora, come i lettori non igno'r;eranuo, per opera benemerita del generale A. tà- . marmora, sono ist~tuite annualmente le scuole reggi- , mentali e divisionali. Il soldato illettera.to ,,iene istruifo nel leggere ; sGrhere e far conti; il sotto-ufficia.le in gramm.atica, aritmetica , elementi di geometria, ele- . . menti di d,isegno e di topografia., nella i;;toria patria A' nella· geografi.a, nella: fortificazione camJilal@, . opera-' zioni seconrla.ri'e di guerra e nella contabihHt. ~; ufficiale subalterno· pure a~nualmentE), ha. Je,zioni . ;]i topografi.a, ·arte della guerra e· fortificazion e. Lasciando a parte gl' insegnamenti tecnici , souo certamente di grande utilità al paese l'istruzione di legger e, scriyere e far eonti,- che si" fanno ai soldati e caporali. Fino ad oggidì· f1:a i coscritti nuovi ohe vengono mandati · nei reggimenti, la massima parte s'Ono illetterati. I • ' Da tutto' ciò ne consegue chè se \1 servizio militare (lontano però dal rite,nerlo un'utilità assoluta) sottrae pe1' un quinquennio al lavaro un cittadi11ç,, lo restituisce pero ali~ famiglia dotato di una virtù produt1 tiva maggiore\ e capace q uindi di riguadagnare in . breve quanto il. fondo sociale. avesse per h sua: as·" enza perduto.


-20 GLI F.SRRC!T[ · Nè qui fruiscono le taccie degli economisti. Filangeri segnalava il danno chè ne deriva alla· società- rispetto alla popolazione dalla massa di gio'9'enti~ còstituente un ()sercito permanente condannata al celibato. Innanzi tutto d{rò c9rp.e, a .mio avviso., accresca là: forza di un _popolo col crescere della popolazione valida e ro- . busta , non col- solo aumfmto numerico della . medesima: Generalmente, in paesi privi cti libertà ; i l')°latrirnonì sono, frequentissimi é numer osa la figliuolanza, ma i m0rti sono sempre. maggiori dei nati, e. . -in.f erma ·e debole la persona, avvegnachè, difettand0 d'assai le r icchezze, la vita è stentata e penosa. Bene · egli è quindi che la popolazione aumenti sì, ma forte f) valida, ciò che avviene . soltanto quando l'aumento s~ccede proporzionato alla produzione delle ricGhezze. In quanto agli individui di bassa~forza ,. l'accusa· del napoletano fi.lo~ofo non regge, <lacchè limitatissimo è il tempo che, .pP,r la legge di leva, sono obbligati a l celi)::rn'.to; edjn quanto alla classe ufficiali, dirò non servi ·proib,izione aì matrimonio, mà _soltanto j I precetto · di una condizione che viene da molte ragioni giusti ficata. Lo stipendio dell'ufficia~~-, specialmente quello d~l s ubalternd, ten~to ·, a. ca,lcolo la: sµa condizione pa.rt ico- ·• lnre ed il dovere di ima vita de.corosa, non potrebl;lP da per.sè solo bastare al sosten_tamento di una famiglia. ) ie1_1eralmente si crede ancora da. taluno che il mat1j,monio nel giovane ufficiale specialmente possa ca~ ,g ionare distrazioni od affezioni 'per le quali un giorno ·il sacrificio, della .propria vita· potesse farsi .am animò n1eno risolqto o genen~so.' Quest'ultima rag ione an~ cor~hè giusta non può più, ora ammettersi, d-accbè il nostro pa°ese fu, rianimato dall'alito della. libertà.. Du rante la repubblica in Atene, a Sparta .ed a Roina, j

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il cittadino· non obbliò mai che sopra i figli; le so:;Lanze e là ·vita stava la salute della patria. Finalmente si disse come la vita militare sia mezzo . di .corruzione e sorgente di vizi . . Per q u-esta parte non ho che a rispondere col rego: lamento ·di disciplina, ed a riportarmi a quanto ,dissi. piµ sopì'a. In un esercito nel qu,~le vengono inculcate· al sol dato le virtù private e cittadine, e fatti appunti sevPr.i . negli specchi · carattei'isticr, siano del soldato che· delJ!ufficiale contravvent;re , i vizi lamentati , se pur vi a llignano, non sono imputabili alla costituzione mili- ' .tare alla quale appartiene. Ma è tempo di conchiudere: _La nèces~ilà ed utìl.ità r1ell'esercito permanente •italiano non può Ja alcuno rnettersi in dubbio, senonchè q ues~a utilità : : necessità è ~empre relativa. Col progresso. delta civi1tà, tanto l'uffa che l'alfra andranno diminuendo. L'Ita1ia, a,nzi, a preferenza d,'ogni altre paese, god~ndo un o.rdinamento politico 'basato sul principio dell'eguaglianza, della libertà e della nazionalità, potrà. in breve dìmin qi:i-e d'assai ·1e spese sull~ cose di guerra. A ciò la :~pinge il dissesto grave delle sue fi nanze e· la sua posit ura geografica. Potenza non meno marittima c;lte contint!ntale' non ' pu,ò dispensarsi dal dare .s vi luppo ògnora più maggiore alla sua marina per partecipare al .gran commercio mondiale. Perciò se non si può parlare di abolizi'one giova _studiare 'alacrenH,:nte alla sua r'iforrna dal lato economico, ma su questo argomento avrò· ~ccasione di tornare al.tra volta. FANOLI.

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ESP,OSIZIOrrn' DI , 1llTi!3-L\ERfE RIGATE

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.E S P OS I .zI ONE PRINCJPALI SISTEàH Il[ AR11IG.LIERIE RIGATE ESTERE

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Artiglieria fotiernie ariicricana <2>•.

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dell'arma ed alla sua fabbricazione. Inoltre, siccome l'artiglieria çlegli Stati-Uniti d'America, trovava.si do~ tata. di un. sistema composto di numerosi calibri, e11asi ùitta manifesta la convenienza di po~tarvi una note• vole sen;iplifìcazione., motivo per cqi all'epoca dello scoppio dell'ultima guerra · fra gli Stati · del ·Nord e quelli de.l S_ud erasi inizill,ta una riforma, ~1edia~te Ì~ q uale, molti v·ecchi calibr i dovevano essere t9lti dal rnrvizio. Senonché la lotta sopraggiunta in quel mentre, dando luogo a _n uovi e sempre crescenti bi~ogni, c ui era necessario di provvedere, fu càgione che i libri fuor i modello contin uarono a rimaner e in servizio e solo se ne aggiunsero altri sia rigati che lisci, p·e r modo che il .materiale ~dell'artiglieria arn·e ricana è ora assai complicato. Ciò ,malgrndo esso è ciegno di studio per parte degli uffo:ial~ d'artiglieria, poichè oltre all'avere· la ·sanzi0ne delle prove fatte in guerra, esso hét un caratiere Rr oprio e speciale prnveniente daJl' esse(soho un paese 'eÌninen.tementè industriale . e d?vuto in gran parte all'industria privata, al lavoro ed agli studi di ir~gegneri civili;,la.qual c9sa ne r ende più interessante l'esame, e prova ancora una volta che l'industria è per le nazioni non solo ~orgeo.te di . ricchezza e di prosperità ma ancora di forza e di poten,za militare. L'artigliarìa a1~e1;icana compr endè bocche da fuoco liscie e bocch'e da fuoco rigate, a· ciascheduno dej quali sistemi appanengono d iversi t ipi o modelli che si possono così compendiare: O l Artiglier·ie rigclle. -· Modello 1861, adottate regolarmente, e quelle rnod ello Parrott, le quali, benchè non adottate definitivamente , pure s' impieganò nel~ l'esercito e nella ma,rina. .

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CONTJK!JAZIONE

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Gli Amer~cani dei quali è uòto lo spirito intrapren'.:lente non potevano restar;e impassibili spettatori delle mno:vazioni introdotte in Europa nel 1:nateriàle . da g?erra , e già da tempo. uffizia!i di quell'artiglierie si erano segnalati per istudi_coscienz{osi e profoncl1', per proposte nuove ed ardite relativan1ente al n1a.ieriale· ' (1) Vedi Rivista militare italiana, anno rx, vol. rn, pag. 149 e voi. 1 1· , pag. 402. , . '· · _ . (2) L~. maggior paxte di q uesti dati fu dcsuuta da. rela.zioni di uffiziah che viaggiarono agli S tati-Uniti e da una r ece nte pu )l blicazio11e del s ignor Holley sulle artiglierie e corazze.


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DI ARTIGLIERIE RIGATE

ESPOSIZIONE ,

massimo spessore. di metallo si trova _nel tratto in cui riposa il proietto dopo eseguito il caricamento. del pezzo,' e va gradatamente scemando da una parte e dall'altra, Il focone è forato in un grano a vitè disposto normalmente all'as_se. Il cannone · da pol. 3 ha un solo mirino in volata e que1'lo dai pol. 4,2 uno fra, gli oi'ecchioni, ed, uno sullo zoccolo dell'orecchione destro . . Le dimei1sioni riportate nello specchio s_egu-ente daraQno un'idea più particolap"ggiata, delle bocche _d a fuoco sopra d~scritte. .•

2° A1·tiglierie liscie .. - Modello 1861 , così. dette perchè tracciate e costtutte in detto anno secondo ,i pri~cipii del sig nor Rod~an, maggiore nelJJartiglieria federale; artiglierie Dablgren chi~mate dal nome q_el • l'uffiziale che ne _propose il tracci~to, secop.do il quale sono costrutte le artiglierie della marioa; finalmente artiglierie di modello anteri.ore all'anno 1861 sta.ted ichiaraté fuori modello, n~a conservate tuùora in servizio 1° ArtigÌierie rigate.

-Appartengono ·al .mode-llo regolamen:tare detto anche di ordinariìa.·e furono le prime boçche da, fu(?CO rigate adotta.te negli Stati-Uniti il cannone d<1, campagna da pol. 3 (mill. 76) ed il cannone- d'assedio da pol. 4,5 che venJ;J.e poi ·ridotto a· pol. '4.,2 (m ili. 10ì) affincb& .a.vesse fo stesso -calibro del cannqne . da 30 · P~trrott, che verrà clescritto. in . seguito , e si potessero usaré con esso -le stesse munizioni. Il cannone da pol. 4,2 è di ferraccio, e quello cb poi. 3 di ferro battuto od anche d '. acciaio. I primi s1 gettano cavi col_metodo Rodmai:l ed i secondi ,, se d i '' a~ciaio; si gettano pieni e 8Ì trapanano dopo. La loro anima è cilindrica ed a fondo elittico; nefla parte cilindrica sono praticate le righe ad ~lica di passo _ .uniformo e_ rivolta d<t sinistr a a destra; variabili ill numero ed in ampiezza a seconda dèi caliori. La lar 1 ghezza delle righe è pressocbè ug;iale a quella degli . intervalli esistenti fra di loro ed è costante per tutta la profondità delle medesime. La superficie esterna de1 ·cannone, astrazione Jatta dagli orecchioni , zoccoli e mirini, è generata. dal la r ivoluzione di una curva; il ·

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lla 1101. 4,2 Da 1ioL a

. CA .NNONI ;·

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metrf Lunghezza tqtale. Id.. totale in c al'ibri • ~ Semi-diametro est,erno i i; culatta, io; volata Iù. ic1. " Grossezza ma.ssim a delle p:. reti. ' , Dist.anza dal purito in cui fa grossezza ' d~lle pareti è n1tissima dal ,i,'ondo dell'aninrn . • ,. . •» Lunghezza degli oxecchioni .,, Diametl'o degli orecchioni. Scostamento delle· . faccie piane ..degli zoccoli . . • Diametro del foco ne. . ' ro . "

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.• rand'asse del fondo. m. uu. delle · righe ;nima ) ri:1e.'·ri Larghe zza (lelie righe , Profondità del le righe " Passo d elle righe. Peso . . . chil. ' Prepondera,nte .

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•.

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3,365 28,37 0,11)7 0,114 0,149

.. 1.,85,1 21,63 O,ll.9 0,076 . 0,0~45

0,279 9,101 0,134

0,127 o,Q71 0,0~3

0,379. 0,005 0,107 3,036 0,085 9 0,025 0,019 4,572 156-l 136

. 0,240 0,005 0,076 1,644

o;wr , .7

0,021 0;019 . 3,353 372 18

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NJJ. Da questo specchio. appare che iJ peso di queste artiglierie è piuttosto forte ~onsiderate siccome ~ a:tiglierie da campag:na; per • conseguenza quanto a mobilità il sisten 1~, çVartiglierie da can1;ntgna americano non è da p0rsi tra. i 111igli,tri._


DI ARTIGLIERJE ·nIGATE

Il pro_ietto che ha la preforenza in America è quello ad espansione, che .fu adottato per i differenti sjstern i a.'artiglierie rigate (l); e dalle r elazioni avute, par13 che g li uffiziali americant ·n1olto sod. nè sieno in èteuerale o disfatti. I primi proietti adottati ' n:el' 1861 per i due

cannoni di cui stiamo occupandoci , furono inventati dal generale Dyer , e ·soilo anch'essi fondati sul pril1cipiq di espansione. Essi constano dì una parte cilindro-ogivàle e di una specie di tacco o coppa cava inferiormente che si innesta al corpo del proietto per mezzo di uu incavo anulare a coda di rondine, praticato all'orlo di quest'ultimo. Questa coppa è di una lega di 8 parti di piombo e di 1 di . antimonio, con cui si ottiene un metallo molle il quale sotto )a pressione dei gas deve espandersi e fQrzare il proietto nell.e righe. Sembra però che esso non abbia dati bUoni risultati (1) poichè venne abbandonato e sostituito da altri due, cioè dal proietto Sehenkle e dal proietto Ho.tchkiss entrambi pure ad espa11sione ma diversamente ideati. ' Il proietto Schenkle è formato da una parte ogì,, ale e da una posteriore tronco-conica , la quale ~ circondata .da un invii uppo di c.a rta pesta. Nello espandersi dei gas la carta pesta viene spinta avanti e dilatata per modo che è obbligata ad entrare nelle righe (2) . Questo proietto· non dà buoni r isultati che in tempo asciutto, chè altrimenti l'umidità fa gonfiare l' involucro e rend·e difficile il caricamento dell'arma. Per rimediare a questo inconveniente, si fasciò il fondo con una bandella di zinco, ma questo ripiego offre d'altra parte lo svantaggio d'impedire sovente che l"involucro entri nelle righe.

(!) Il sistema d'espansione, che sçmbra ave1•c incontrato l'apprcfvazione dell'artiglieria americana, presenta pur non di ~1eno alcuni gravissimi incop.venienti. IÌl esso (si.ccome accade 1,el sistema di riga- · . tura a forzamento, secondo, il quale sono costrutti i cannoni Arm~• trong e quelli prussia.ni), il proietto deve asslltne.re il proprio . moto . di _rotazionf còllo sformarsi e col modellarsi, , per così dire, nelle · · 1·ighe praticate nell'anima. ~· M'.a mentre nel sistema a forzamento, il modcllai;si del proietto. nell'anime succede perchè esso è avvilup1iato da un metallo molle mediante il qua.le im>i_luppo aèquis~a. un diatr,ct.i;o st1periore ,1 quelto · del la parte dell'ani!1)a che deve percorrer e, nel sistema ad espansi\HJO 'invece il vroietto o pa.rte di esso si forz:1 nelle t·ighe per I'a:rione dei gas, i qmtlì Opjlraoo sopr,t speci;.Ji• fondelli attaccati al proietto, li comprimono, li atimentano di diametro e li obbliga.no l,n~ì ad entrar e nelle righe. · · ' · Ora evid entemente con entrambi questi sistémi deve acc~de;·e ehc se .'Ja, carica è troppo forte, facilmente sarà Jacera.to il fondello, ovvero il metallo molle che avviluppa il p roietto, e questo più non assu- • mer à. il moto di rota.zione; di più ~e· col sistema, aq espansione si -adop1'anO cariche troppo deboli, il fondello non si comprimer.\ a suf, , '/i-i;ienza., .ed il proietto noxi pçnetrer i più nelle righe. Ambedue adunque ,questi sistemi, i quali hanno d'altronde una grande analogia fra di loro, presentano il difetto cfr .non t ollerare forti cariche, e quello ad espansione non permette i'noltre tli far nso di cariche variabili. La 'sola ispezione degli specchi delle cari;,he usate tlall':n:tig1ieria ., federale basta a p'nJYare l'esisten:m cli questi inconvenienti; i quali, · per tacere 'di altri, .sono già ,issai gravi e ' non compensano al certo il vantaggio dLe da alcuni viené attribuito ai sis,t emi accennati, di ottenere coi medesimi q'ua.Jch~ maggiore esatt;ezza ùi tiro; vanta.ggio · questo che può coµsiderarsi non giij, come inerente al sistema stesso, ma.dovuto p.iuttosto alla maggior pel'fezionc di costrnzionc che necess:iriamente cl~vono avere simili proietti, lrt rinale pcrfezio11e costituisce già essa sola un vero inconven ien te.

...

;

33

ESPOSJZTONE

(1) Il cattivo risult(lto ottenuto con questo proietto si spiega fa.çil mente, se si osser va che la parte anteriore del m:edesimp è soggetta. _a tutti{ sort,1 di sbattimenti, non essendo essa avviluppata dal fondello come la parte posteriore. (2) Questo sistema non è. che una modificazione del proietto espau; 8ivo del generale belga Timmerhans, che fu sperimentato con cattiv-o successo da noi ed in Isvizzera. A:siNo

x, vol. n.

-

3.


3,4

0

ESPOSIZIOJ\E

DI .\RTIGI.IERI-E RIGATE

Il proietto Hotcbkiss componesi di due parti distinte , del corpo del · proietto , cioè , e del tacco , ambidue in ferracéio. Il corpo. del proietto comprende una testa ogivale ed una porzione cilindrica di d iametro minore raccordata colla testa per mezzo di una zona tronco-conica ; il tacco è foggiato a tazza ed è unito al cor po da un anello di piombo che s'incastra in apposite solcature, prat icate sia nell' uno ·che nell'altro e ricoperte da una fascia di tela ingrassat a. L'unione poi delle d ue parti succede in modo che fra il corpo ed il tacco rimanga_liber o uno spazio, e per fac ilitare l' accensione della spoletta il proietto port,t· tre scan alature longitudinali . Nell'esplosione de}la car ica, il tacco. viene spinto dai gas contro il corpo del proiet_to e l'anello di piombo si schiaccia e si espande nelle righe. A quanto pare dalle informazioni assunte questo proiet.to dà risultati soddisfacenti coi piccoli calibri e cattivi ccii grandi. :Molti altri proietti furono sper imentati coi ca.nnoni rigati m 0 1861, e fra questi il proietto J ames, che porta nel fondo una cavità con otto o dieci fepditure ad elica dirette dal centro alla periferia comunicanti con w1 ipvolucro esterno di piombo ricoperto d i "tela ingr assata. Nel tiro i gas passando attraverso queste fessure dilatano l'inviluppo e lo spingono nel!~ righe. Fu pure provato il pr oietto Sawyres, munito di alette continmi corrispondenti alle righe e di queste un poco pi ù strette , nel quale la parte cilindrica è ricoperta da una incamiciatura di una ,lega di stagno e piombo la cui s1:,essezza va crescendo verso il fondo affine di ottenere la soppressione del ven to. Questi proietti fu:Ì'O_!lo · però ben presto abbandonati, p~r cui è a ritenersi che non dessero r isultati guarì soddisfacenti. .

I

35

I proietti Schenkle, Hotchkiss e Dyer furono appiicati alla granata ed. al proietto_ pieno, ed i due primi anche alla granata a pallottola. Si adoper ano inoltre le scatole di 111etraglia, riempite con pa1lette di piombo da mili. 15 per l'uno e •l'altro calibro, ed il cannone· da 3" fa. pure uso di un?altra scatola di metraglia che pesa chil. 4,535 e con- tiene 150 pallettc di p·iom bo da mill. 17. ' Nello specchio inserto a pag. 3S e 39, si souo raccolte le principali dimensioni ed i dati più importanti relativi alle due spécie di pr oie\ii attualmente in uso ed a quello Dyer stato di recente abbandonato, nel quale si è pure indicata la carica che è costante per tutte le specie di - proietti e fatta con polvere da mortaio (1). (J) Le polveri · cla guer ra americane sono composte cli 76 parti di nitro, 10 di zolfo e H cli carbone; oppure cli 75 parti di nitro, 10 di zolfo e 15 cli carbone; si fo.bbricauo col metodo misto del.le botti e strettoio e delle macine, triturnndo a plti·te i tre componenti nelle botti, mescolandoveli quindi è macinandoli 1ioi dopo la mescolanza. Lli composizione pass,t poi dalle macine al-Jo strettoio idrnu!izo, e così si ottiene la stiacciata, la quale "iene quindi sminuzzata. .d a un ·granitoio a cilindro, simile a quello usato a Fossano, e dopo questa. o_Perazione si passa alla lisciatura cd all'essiccamento. Con quiisti dosamenU e l'iélcntico processo si fabbricano ,111attro specie di polYere: cla fùcileria, cla mortciio, cla cannone e lllwnmoth. Esse hanno lo stesso peso specifico di 1,7:5 e variano unicamente nelle dimensioni dei gra;1clli che sono di forma ·l amellare. I limiti . della granitura sono i seguenti : Per la p olvere eh fucileria da mill. 0,76 a mili. 1,52 Id. da mo1·taio t,52 2,5-! Id. ùa cannone 6,35 8,89 Id. :ì\Iammoth , 15,U 22,86 Da esperienze fatte dagli Americani è r isultato che per ogni ùocca da· fuoco evvi · um1 granitura la quale a velocità iniziali egtìali produce minor tormento stùle artiglierie. È pur risultato cl.te nelle artiglierie di grosso calibro le polveri a grossi grani sono, r1 cariche eguali, meno potenti di quelli aventi la


36

ESPOSIZ!ON.E

Segue lei nota. granitura ordinaria; tuttavia S/3 si formano cariche equivalenti, cioè tali da fornire uguali velocità, iniziali, con polveri Ol'dinarie ~ con 1iolveri a gr ossi grani queste LÙtime torm entano meno le bocche da fuoco. Quesf<{) spiega il motivo per cui si usano in America. pei tiro de.lle artiglierie polveri granite diversamente, e spiega l'introduzione a'ella polvere Mammoth, ci9è a grossi grani. Le esperi,enze fatte dagli Amerieani sul tormento sopportat,o dalle bocche da fuoco nello sparo e sulle qualità, di polvere pii1 couvevienti da impiega.rsi uelle a.rtiglierie onde dimimuirlo, sono degne del maggior interesse. Sperasi col tempo cli po terl e pol'htt·e a conoscenza degli uffiziali dell'arma, ecl intanto si porge qui un cenno sul modo con cui esse furono eseguite. Per cleterminaio l'effetto prodotto SL1lle artiglierie dei gas ch e si svolgono nell'atto della combustione delle cariche di pohere, il magg.iorc Ilodman fece uso del seguente apparato. Lungo l'anima di un èanno1re da 42 libbre fuso col mètodo Rod man si praticarono parecchi fori cilindrici distanti ·due calibri l'uno dall'altro. Qnesti fori venivano quindi durante l'esperienza otturati COll tappi viti.ti, ad eccezione di quello corrispondente alla sezione del cannone in cui si cercavano le tensioni dei gas, nel quale si avvitava invece un apposito apparecchio chiaml\to dagli Americani prcasurc JJi.~toii (fig. !& e 2, dcll11, tnv. 3•). · Quest'apparecchio $i compone cli un corpo A, avente internamente un cavo r ettangolare con clne finestre laterali e di un'estremità vita.t,a G, che si avvita nel foro praticato nel cannone. Jn questa. esh'emità havvi un foro cilindrico in cui scorre un punzone (indent-ing tool) h ìl -quale è spinto d,1lla pressione esercitata· dai gas della carica sulla su(1 superficie inferiore al.i. Nel corpo · A eVYi inoitre un foro O destinato a lasciur sortire' i ga,s i qùa!i passassero fra il punzone cd il foro cilindrico in cui il. me'lesimo può sconere. Con ·una vite B ,t cui è attaccat.o un piano in ferro 1n si può convenienten1ente regolaic la posizione di un disco cli rame dolée s. Il punzone ,è terminato verso questo disco con un C)ltelJo d' aeciaio il quale agisce sul disco stesso. · Quando il colpo è sparato, il pun7,one compresso -dai gas svoltisi · nel!'aocei1sione della carica:, t ende ad uscire, e tra.ttennto da.I disco ,di rame vi lascia una marca dalla èni profondità l'icavasi la tensione dei gas SYolti dalla polvere. Nel corrente anno furono pure iniziate presso di noi alcune esperienze <li confronto fra polveri a grossi grani, le polveri compres_s e e le polvere ordinarie. Ta1i c~perienze ora in corso d'esecuzione, hanno dimostrato che le polveri a grossi grani sono assai meno po~ ienii cli quelle a granjtnra orclinarfo_.

DI .rnTTGLI F.Rl E RIGATi':

37

Segue la nota.

Le esperienze per paragona.re la forza dilaniàtrice di que~te \'arie polveri non sono ancors1, incominciate, e nello specchio seguente si scorgono i ri~ultati fin qui ottenuti.


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') Il proietto Dyer fu impiegato col ca nnone da 4'1,5 ed ·era già, abba11d~1ato qqando il calibro di q uesto fu ri~9tto a 4" ,,. 1 millimetri l'7:, 4nelle dello Slira Jnell Schenklc di millimetri 13. Le pallottole dello Shmpnoll Hotchkiss sono di Jioinbo e del diametro cli

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40

41

ES POS!ZIO!iE

DI .ATIT.IGLIERIE RIGATg

I sistemi dei proietti dianzi ·èitati ebbero da;i loro inventori_ anche le ri_spettive' spolette a tempo ed a percussione che qui brevemente descriveremo insieme ad alcune altre generalmente usate; · La· spoletta a tempo Borman è già abbastanza cònosciuta per meÌ·itare che se ne ripeta qui la descrizione e la spoletta Wrigt non è che una modificazione d~ll;·, medesima in cui si portò il diametro della testa a 5 centimetri onde a,ccrescere fino a 1211 la duràta di combustione. ·

Il prioç1pw delle spolette a percussione: non presenta alcun' idea nuova, e costantemente io ess~ si cerca· di ottenere l'accensione di una' cassula od altro innesco fulminante per l'urto di una massa battente che muovesi per legge d'inerzi&. La spoletfa Schenkle (tav. l") porta l'innesco alle · du~ estremità della-- massa battente e questa è tenuta ferma da una piccola vite di pres~ione che $ìÌ rompe nell'urto. Nella spoletta a percussione (tàv. l •) Hothckiss _la massa battente è mantenuta a posto da piccoli fi li me• tallici che sono lacerati per la sèossa prodotta dall'urto, ed in quella James essa è vitata nel bocchino con spire sottilissime che si rompono ad una subitanea perdita di velocità sofferta .dal proietto. Di queste spolette quelle che generalmente si adoperano coi cannonì r igati m0 1861, sòno spolette a tempo Borman e quelle a percussione Hotcbkiss e Schenkle. . Il puptamento si eseguisce pel cannone da 3" mecliante una linea di mira determinata daila tacca dell',Ìlzo e dal mirino di volata, e nel caqnone ·da 4", 2 con una linea di mira similmente determiùatà_da un mirino collocato fra gli orecchioni _od anche sullo zoccolo destro. Generalmente non si corregge la derivazione, ritenendo che questa- subisca troppo facil i alterazioni per cause accidenlali, o piuttosto si_ lascia all'abilità del puç.tatore di correggerla, epperciò _gli . alzi adoperati non variano da quelli delle artig.lierie liscie . Essi sono due: uno è l'J:1.lzo portatile ordinario e i'altro è l' alzo.-peµdolo detto anche alzo russo. Il primo è affaHo . simile al nostro ahò portatile, il secondo consiste in un'asta graduata e costrutta come -quella dell'alzo portatile ordinari6_, mupita all'estremità

. La spoletta a tempo Schenkle (tav. l") è composta d1 un fusto A e di un tubo interno conico B contenente la composizione; sopra ciascuno di essi e secondo due. sr,irali rivolte· in senso opposto sono ·praticati dei pic_coli fori equidistanti. Facendo girare il tubo interno si ottiene una serie di com binazioni fra -j fori della t•~irale in~erna e quelli del fusto, e quindi una mag . g10re o mmore duratà della cqmbustione. Si contano · due modelli di queste spolette fondati sullo stesso ' principio e che presentano piccolissime differenze nei dettagli. Questa spoletta è .di difficile fabtricazione . perché è indispensabile la massima esàttezza nelle di. '.nensioni dei due, coni che sono uno nell' altro, ed è inoltre di difficile conservaziop.e poichè basta che si produca della ruggine sulla superficie di contatto perchè la spoletta di venti di cattivo servizio. La spoletta Sawyres consta di un fusto . metallico e di un tubo. interno contenente una spoletta di carta. Lungo le pareti del fùsto esistono nel senso ~elle generatrici quattro linee di fori equidistanti e· · bucando la spoletta di carta all'alteiza di uno od altro rango di questi fori si ottiene una maggiore o minore durata di combustione.


42 ES POSJZlO:SE inferio1;e ·ai un contrappeso ed imperniatà ad un'altra asta trasversale le cui estremità appoggiano su due _appositi incastri sporgenti dietro il- plinto di culatta. L'asta · può così liberamente s.cillare e mantenersi sempre in posizione verticale. ·Questo sistema non è nuo~o ed è molto .soggetto a guastarsi. Ogni batteria porta nel suo caricamento un alzo dell'uno e dell'altra speèie per ogni bocca da fu~co. È incontra~tabil<:! che con questi sistemi di puntament0 viene scemato uno dei principali vantaggi delle artiglierie rigate, cioè la loro giustezza di tiro, Jioichè le derivazioni sono notevoli e difficilmente si potranno calcolare a vista . le correzioni da arrecarsi al puntamento per tenerne conto, e ciè> 1:Ì:Ìassime aUe grandi distanze, senza far uso di un alzo a r eaolo orizzontale n ovvèro di uno inclinato per correggerle almeno e.on sufficiente approssimazione. Non vennero anèora fatt~ dellè _esperienze 1:egolari per t rovare le derivazioni e le velocità iniziali dei cannoni di questo modello ; le gittate ~nassirne che si di~ono ottenute con essi sono 9uelle indicate qui appfosso, le quali però non.sono molto attendibili per la mancanza di esperienze accurate, ed appaiono esagera.te quando si confronti~o con quelle ottenute da noi ed all'estero .a nche con calibri maggiori.

Per cannone da 3 11 • - tiro a proiett"o. pieno - angolo di proiezione 35° -- gittata metri 5670; Pel cannone da 3" ~ tiro a g1·anata - angolo di proiezione 20° - gìttata ·metri 4570: Pel cannone da 4" - tlro a granata - angolo di p1·oie: zione ~5° - gittata metri 6125.

DI ARTIGLIERIE RIGA'):'F.

43

Gli uffiziali dell'esercito federa.le sono generalment~ soddisfatti del servizio prestato in campagna da queste artiglierie, che tr0vandosi già adottate regolarmente dfll ministero della guerra saranrìo assai probabilmente conservftte a;co· in appresso, quando si-pr.ovvederà .ad un definitivo riordinamento del materiale. , Queste bocch~ da fu0co vengono inca,•alcate: quelle da canìpagna sull'affusto dei cannoni da 6, e quelle d'assedio sull'affusto dei cannoni da 18. -

Sistema Parrott.

Questo sistema di artiglierie, così denominàto dal nome del suo inventore, · comprende cannoni da 10 e da 20 dà carnp~gna, da. 30 d'assedio, da 100, 200, 300 da piazza e costa e da marina, ed altri cannoni da"30 di dimensioni diverse da quelle dei primi, esdlt.siva-· mente destinati alla marina. Queste boMhe da fuoco sono in ferraqcio, munite di un cerchio alla culatta destinato -ad accrescere la resistenza della bocca da fuoco . Il cerchio è formato con una ~barra di ferro a sezione rettangolare avvolta à.d elica, a caldo, intorno ad un cilidro di diametro un poco infer1ore a quello della culatta e·quindi riscaldata al calore bianco, introdotta in un cilindro di ghisa . e finalmente sottoposta all'azione di un' pe~ante maglio a vapore; analogamente· a qu.anto si opera nella fab- . b;icazion e dei cannoni Armstrong. Il cerchio così ot• tenuto, viene fornito e trapanato e quincti appli'cato a caldo sulla culatta, stata pur essa tu1tecedenternente · tornita; la differenza frà il diametro interno _dBl, cerchio e quello della culatta si ritiene di circa millim. 4~ 5 .pèr ogni :metro di lunghèzza. Per la cerchiatura si


44 ESP OS1?.IOX E dispone il cannone quasi orizzqntale sopra sostegni che -i;ie.rmettono di farlo ruotare s ul suo asse ; quando il cerchio è sufficientemente dilatato col riscaldamento, si innesta sulla culatta e s'incomincia a far ruotare il cannone e si lascia scorrere nella suà anima un·a corrente d'acqu~ fredda copiosa e costante dir.ettavi fin9 al fondo con apposito tubo (1). Secondo if sign()r Parrott, la cui opjnione in queste quistioni è di molta importanza, colla rotazione si evita il contatto d!:)l cerchi~ in un sol p~nto e quindi -un raffreddamento parziale che stringendolo maggiormente da un lato, toglierebbe l'uniformità ~i tensio_rie e pressione; colla corrente d'acqua fredda 'poi · si evita il riscaldamento della n:iassa dél cannone per conseguenza la sua dilatazione·. Quando il cerchio è fissat~ sul~ cannòne si ricuopre_con sabbia od altra materia· atta ad impedirè il disperdimento del calorico e si seguità a ma.ntenere lc1, corrnrite interna affinché il raf1 freddamento succeda d~ questa· parte, attribuendosi a ciò grande influenza sul buono esito della cerchiatura. . I cannoni dei_calibri minori.sono gettatì pieni, q11e·lli dei tre maggiori (10), 200, 300) invece ·10 sono col metodo Rodman, di cui si daranno in appresso alcuni particolari.

e

(1) Da noi la cerchiatura è eseguita in modo al-quanto diverso. _ Il cerchio è riscalda_to solo quanto è necessario perehè si dilati in modo che possa entrar vi il cannone; quest'ultimo è stabilito ve1•: ticalmente, e nel_ mettere il cerchio a sito, n è ·qu~sto, nè il cannone !\anno alcul). moto di rotazione. Appena il cerchio è a sito viene viole~temente raffreddato con sprazzi d'acqua. In li'rancia poi il tarinone è disposto analoga.mente a. quanto si opera dal signol' Panott>e nel mettere x sito il cerchio gli s'impr ime u n moto di rotazione. Il cerchio dopo posto a sito è pure l eggermente innrnidito con uno · straccio bagnato. ·

DI ARTlGLl EIHE RJGATE

45

Il tracciato esterno dei cannoni Parrott è determinato da un tronco di cono e da uua part·e cilindrica su cui riposa il cerchio, pareggiati alcune volte da una zona di rivoluzionè ad essi intermedia.; la culatta è a calotta sferica ed il •tuliparro cilindrico'" esso non si scostit da q·uello generalmente usato ed adottalo anche presso di noi per le nuove bocche da fuoco. 11 focone è normale all'àsse e praticato in un grano vitato: l'asse degli orecchioni e quello" dell'anima sono nello stesso piano e la loro posizione è tale che non si abbia preponderai;ite alcuno. Gli Americaui inoltre danno agli orecchioni delle loro ar tio-lierie considerevoli dimensioni , cosicché la o stabilità della bocca da fuoco nel tiro viene assicurata dall'attrito degli orecchioni nelle oreèchionierc, ciò che offre m'olti vantaggi, fra i q uali un minor tormento deuli affusti ed una. facilitazione grai1dissìma n nel servizio e nel .puntamento delle bocche da fuoco, · special01ente se queste sono di gran calibro. Colle artiglierie rigate, le quali sparano con forti ano-oli di proiezioue, è assai conveniente il -poter facilm;nte passare dalla posizione del pezzo coll'_asse orizzontale necessaria nel caricamento ad altre posizioni in cì.li questo sia fortemente inclinato, e sarebbe assai difficile soddisfare a questa condizione- cull'attuale posizi~ne degli -orecchioni. Nè bassi per contro ~ temere chè abbia a scapitarne la stabilità della -bocca da fuoco nel tiro, trattandosi di art,iglierie in cui sono tolti gli sbattimenti. Noi abbiamo a questo riguardo imitato gli Americani nel tracciamento degli obici da centimetri 22 R F e B. Le righe praticate uelPani_m a dei cannoni Parrott sono rivolte da sinìstra. a destra e variano di numero


46

ESPOSIZIONE

Ti-4- ed ·ampiezza secondo i calibri; serbando

....

sempre costante la profondità, La riga e l'intervallo fra du!.l righe sono di ·eguale l ' largheiza; la sezione della rig,a è costante per .t utta la lunghezza, e gli angoli rien""'---·----··'!"ttranti soi;o arrotondati. li passo è varia. : : 1 il , . bile col cali bro e progressivo , onqe lo ,,! i sviluppo dellla riga .è rappresentato da i una linea la cui curvatura è nella raf ·l ~------..!i.0 gione in versa ciel passo e d ir etta. del ca~ libro, ed è rappresentata dalla formola : i !

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in cui si prende lo sviluppo del circolo base per- asse delle a.'>cisse e la genera•:' l: , I trice del cilindro per asse delle ordi-•. ! r ·1 !, nate, r essendo il raggio dell'anima, e p i l l ,· j : ·1~ il passo dell'elica. Per tracciare lo svi~L+ ~ luppo della riga · s'impiega il- metodo 1 j 1 seguente: · l!· ;f :J Supponendo sia A B C D lo s:vil upp9 J : i :' dell'anima, AB F G quello d el cilindro di Il ll iI •':~ ~ lunghezza uguale al passo , si · faccia centro in A e ·con raggio AB si descriva t" l i un quarto dì circolo RH; si divida quindi / I f I r. : r , : :: ... la lu nghezza ·B F del passo in un numero i_. f i i l f . qualuque· di parti e l'arco ·B II in altret-. ~. ~J l t , ~'I . tante; si elevino dai punti di di visione · presi sulla B F altrettante ordinate e si proiettino.su queste i corrispondenti punti . r !

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4'1 DI ARTIGL!ER!E RIGATE di divisione d ell'arco B H, riunendo i punti di proiezione c0si ottenuti, si traccia la curva sviluppo della riga. . ·Evidentemente l'inclinazionè dell'elica che da questa sì ottiene-va progressivamente aumentando dal fondo dell' anima verso la b9oca, ed ii proietto che è·forzato a ,seguirne l' andamento, viene animato da u1:1 movimento d i rotazione . accelerato . per tutto il tragi_tto nell'auim~, e, sorte dalla bocca da · fuoco con una velocità angolare corrispondente all'inclinazione del.• l'ultimo elemento deÌla riga. L'anima è cilindrica ed a fondo ellittico: il semièllisse g1meratore del fondo .ha l'asse nia.ggiore sul prolungaménto di quello.dell'anima. Questa conformazione è, secondo l'avviso degli Americani, assai vantaggios'a; basterà a questo .1)roposito citare le considerazioni seg uenti del maggiore signor Rodman per vedere i motivi che hanno indotto il signor Parrott ad adottare tale forma pel fondo dell'a,nirna. L'effetto prodotto dalla Jorza di compressione e di a.Ilargarnénto delle pareti al fondo dell'anima diminuisce col crescere del raggio d( curvatura Elella superfici.e di, pareggiamento del fondo . . colla parte cili'ndrica., essendo minimo l'effetto de~la compression.e quando esso è ugnale a quello dell'a,nima, ossia quando ìl fondo è emisferico. La tendenza al]~ rottura per l'allargamento prodotto dal ringonfìarsi delle pareti diminuisce in.vece ma:ggiormente col' foguiare il fondo dell'anima ad ellissoide .il cui asse mago . giore coinGida con quello dell'anima. E necessario che là superficie cilindrica e quella del fondo si raccordino tangenzialmente l'una coll' altra, e l;emisfero ed il semiellissoide soddisfano appunto a queste condizioni, ma siccome la tendenza al}a rottura per il ringonfiamento delle pareti diminuirà, secondo ogni probabilit~, più


48

ESPOSJZfùNE_ .•

rapidamente còl fondo ellissoidico di ·quello che per · questo s'accrescerà· la tendenza alla rottura per la compressione, è a ritenersi che il semi-ellissoide sia it tracciato più cònvenieute pel fondo dell'anima,. Nello specchio ·seguente si riferiscono le dimensioni' -principali delle bocche da fuoco del sistema Parrotr. ;:

• ,.

'CA:N'NONI - L unghezta totale della bocca · da fuo.co me t. Semi-<lia.m. esterno ,. in cula t ta . Sem i-diam. esterno l> in volata " L unghezza degli orecchioni . ' Diam .. degli orccchi-0oi . . . . ' Scostamento delle fa.ccie piaue degli zòccoli . " Diametro del focone 1 ' Dis tanza dal taglio ùella bocca alla parte pos teriore del cerchio . • " L un glÌezza, del ccrchio. " ·• Diametro' esterno . » Grossezza. ' Di,metrn . . • · Lu~ghezza . • Semi-grn-nd'a.sse del fo udo . " ~ umern de])e O:l ) r-ighc. . . )lo ·a L'>·ghe,M d• ll• < r iuhc. . me t. Pro_fuudi tà delle

I

I

n ghe. . . Passo delle r i-

DA

DA

DA

DA

DA

DA

10.

20

30

100

200

30Ò

- - -- - -

----

15981 2,286 3,378 3,924 4,140 <I,496 1 0,113 0,143 0,1815 0,2425 0,3045 0,3"81 0,0735 0,0915 0,109 0,165 0,2055 0,254 0,071 0,090, 0,070 0, 121 0,114 0,1H

.

0,093 O,H7 0,134 0,203 0,254 0,254

' 0,241 _0,305 0,427 0,559 0,660 0,914 0,005 0,005 O,OG5. 0,005 0,005 0,005

1,852 2,121 3,200 3,505 3,708 3,962 0,_,!19 0,&68 0,082 0,093 2,006

0,482 0,686 0,863 0,914 0,-165 0,658 0,813 1,016 0,102 0,163 0,204 0,254 0,107 0,168 0,203 o,2u4 . 3,048 3,302 3,454 · 3,658

0,044 0,0-H

0,051 0,089 0,102 0,140

0,330 0,287 0,061 0,076 1,778

'

·=

..

49

DI ART1GLIF.R1E RÌGATE

.

3

5

0,040 0,028

5

o,oss

9

]5

1l

.

0,028 0,029 0,027

" 0,0025 0,0025 0,0025 0,0025 0,0025 0,0025 _

-~be . . . ' 3,048 3,048 3,657 5,486 7,010 0,14,1 P eso delh bocca da fuoco , non CCI'· chi!. 344 6-14 164() 3639 5555 9732 chia ta. . . Peso totale della -108 ' 782 1904 4421 750.5· 12244 bocca da fuoeo . '

· Note,. - lt'mono pure rigati con q_ nesto sistema gli antichi ca11J111ni.da l 8 (mili'. t:H), 2•i (niill. 147), B2 (mili. 161) e 42 (mili. 178). Jl cannone. ·r1a 30 ùella marina ' ha l'a,nima Hmga m etri _2,459, la distanw della- parte posteriore del cerchio al vivo ckllil. bocca m~tri 2,8•t5 e il pes~ di chilogramm i 1610. ANNO x, vol. u. -

4.


50

ESPOSJZIONE #

\.

..

I proietti adoperati coi -cannoni di questo sistemà .sono fon~lati sul, principio deìl'espansioi;iè; compobgonsi · de\ -corpo del proietto di forma. cilindro-ogiva,l e in ferraccio. e di un anello di bronzo dolce che si adagia ' in una solcatura quasi a coda di' rondi°:e·praticata allo spigolo , posteriore del corpo del proietto. La forza espansiva dei gas penetrando•nell'interstizio tra l'ar~ellb ed · il corpo del proie'tto, forzano il primo i;ielle righe . con soppres.sione totale del vento, ed imprimono così· il moto. rotatorio a tutta· 1a rn~ssa. · · A rendere Biù facili e sicuri gli · effetti voluti, s1 tenne piècoiissimo ii.I vento del .proietto e si pràticarono inoltre dei risalti sulla super:ficie della solcatura: onde accrescervi l'adE;Jrenza dell'anello. Non è indispensabile, ·ma per altro oppm:tuno di ingrassa~e l'à.nellQ di bronzo prima d'introdurre il proietto nell'anima per facilitare questa operazione. _S i hanno proietti pieni e cavi, gntua te 1e granate a 1 pallottole. · I proietti pieni.e cavi si adoperano pel tiro in breccia e contro le corazzature, hanno la testa smussata ed indurita con un rapido raffreddamento (r;hilled) ; Ja .cavi'tà ha per .scopo di diminuire il peso ed ottenere una miglior distribuzione del metallo nelja fondita, e fu adottata solo pei grossi calibri. · Nelle, gra.nate a pallottola, queste sdno tenute· a posto con zol_fo fuso . I ' od asfalto. Si possono pure lanciare dei proietti sferici senza diflicoltà, cal_zandoli di un tacco di carta pesta che· espandendosi sopprime il ventq , o avvolgendoli con tela nello scòpo di possibilmente centrarli. In'o ltre si adoperano le scatole di mctraglia che non differiscono · dalle ordinarie.

Dl ARTiGLIERIE RIGATE

51

Le cariche generalmente impiegate co'i cannoni Parrot var.iàno fra '.J/9 ed 1/10 del peso del proietto più pesante, · ed à seconda dei calibri varia pure la qualità della pol~rere, impiegandosi pei minori la polvere da ·. mortaio, pei u:iedii quella da cani:ione, e pei pii.1 grossi quella detta Mammoth. . Si so~o riassunti nel quadro seguente le dimension_i,, · i°l peso ed alcuni altri dati relativi alle cariche ed ai · proietti Parrott. ·

I .


52

ESPOSIZIONE

PltOIJ,JT TO 11--- -----:_~::..::.~..:::~:...;::---- -J.--

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10

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metri

Oiamelro.

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0,2,11 0,305 - : 5 0~34

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SCATOLA

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10

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0.016 0,019 O,()')..;; 0,010 0,011 0.011

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N° delle 1,anuttole o pallctte •

30

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13 ; _, "•1,a OI ;,, IOI,;..

n.-11181·

0.116 0.201 o.:;11

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(/,0728 O,O'J\l'.l 0, 1():;7 0,1613 0,20JD 0,2527 ll.1615 o:~lllf)

Diametro interno Carica intorna.

= 20

GRA NATA

cavo da

--:--"---- ,-. .- -~---- --~

DIMENSIONI

53

01 ARTTGi.TERIF. RIGATF.

o.:;~.;

n,i ,1t2i ,),OfY.!2 0.1057 0;1~\:; o.~010

o.mc I o_,.: /\1,;o o,2rn ri,21,c: : 0:100 0.25G o.:ior:. 0.200 1 0,%27 1 10,rnp [):201D 0,0128 0,0!)22 0.10,,1 O,IIJl;j 0.012G 0,0S97 0,1031 0,1,,7·

o.o~, u 111 1 11_ o.OIG o,01n 0,02., o,o.;s 0.(11-1 0.01] o.o.;a 0,011. o.01r. o.ow o,oo..;; 1

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"8~ ,::, O

Le pallollole per Shrapndl da IO,_20 e ~O so;IO di piombo '_c dol <liametro di mi li. 17, e per quelle da tof son~ in l'ùrracéio e del.<l ia1_1;ni ro ùi mill.;r.o1 . •. , , . Le pallelle delle scatole d1 metrai;ha da. IO, 20 e 30 sono 10 piombo e da mili. J~; quelle da IOO in l'cmri e dt mili. ~O. J,e scarni., d, 111e1ragt,a ,lei 1·, 11 110111 ,la 1O e .la 20 sono le slessc gl, ollalc ?et cannom da 3" e da 4", 2. • < I

'

.. Ca1,fche di fazi one usa coi cannoni

PARROTT.

1;=====:;=:===;;::::::::::=====--::::F.:=== =====:;::==== ==:::;===;===;, CALIBRI

da

da

da

da

10

20

30

100

da 200

<la 300

--- --- --- - - - - - Diamelro del carloccio

Jl'l ~

Luugheua Ptso della carica

Quali!~ della polvere.

rJ;

.

'

Rapp~rlo fra il peso dcli~ carie? e rlei proiello pii1 p1•~inte.

0,QJO

O,OSG

(1,098

0.1~2

O, li8

0.2Hì

0.117

0,16:,

0 ,IH\

0.25',

0,2!>"2

o.~,:-;

o.~

0.907 ·,

1.4i4

1,5:".i.i

7.'l.jf;

11,337

Imortaio morta.io mortaio cannone cannone 10

10

8.99

10.0'J

tt.~

Uu111111olh 10,08

~


54

.

'

.

ESPOSJZJOKE

Con,qu_é sti 'p roietti si.fa uso ' di spolette ordinarie, di spolet~e Bormann e· Wright già citate, e ,di spolette ' Parrott. La spoletta Parrott (tav. P) è a percussione e con,i-ponesi' di urt fusto A nella cui cavità trovasi un risalt<;1 'b verso la parte infèriore, ed uqa chiocciola in cui si avvita up bottoncino B alla sua estremità superiore; di una massa battente C ch e · porta. ui1 labbro amilare e\ nel cui interno è contenuta. la composizione ed è termiqato superiormerite da una cassula a fulminante . òrdinaria ; e finalmente di un tubo D in· metallo· dolce / · ·il quale porta,,due piccple sporgenze e. La massa battente viene collocata nell'interno del'fusto, poggia col suo labbrp · sul risalto del tubo e sorJra di essa è siLuato il tubo di rrietallò dolce sostenuto dalle sporgenze in esso ·praticatè. Al momento dell'urto fa massa battente spinta avariti per inerzia rompe le du~ sporgenze e va a battere colla cassu_la. contro il bo.ttoncino , producendo così 'l'accensione della carica. . . Anche in· questo sistema di artiglierie non si corregge, per quelle da campagna. la derivazione col m ezzo di un alzo, e solo se· ne tiene· conto . fino a un certo s_egno nei grandi calibri che sono provvistX di un alzo con regolo che la corregg~ fino allè gittate corrispon9-enti all'elevazione di 10°.. Nei cannoni qa càmpag_n a il mirino è sulla volata, mentre ip_ quelli da muro è posto fra g li orecchioni e sullo zoccolo destro per- le grandi distanze, e l'alzo è sostenuto da .u n anello _fissato in culatta all'estremità sinistra . dèf cerchio. Malgrad(? la mancanza di accurate esperienze fatte scala abbastanza vasta pet ·portare un sicaro .giudizio su queste artigl~erie, . si può tutta-via prevedere,

in

DI .AR-Tl ~J.TERll, RIGATE

senza tema di andare errati, che esse dovranno presentare in' servizio i seguenti difetti : 1°· Quelli inerenti al sistema di'•forzamento del proiétto par espansione già stati dà noi segnalati ; 2° Poca facilità di èarjca- _ . mento stante la piccolezza del vento come si rilev.a da q uesto quadro: . ·,

.

r!

CANNONI DA __~

Vento in ·millimetri

20

30

0,8

1,3 ·

100

200

1,7

300

11 , 1

1,3

:3• Difficoltà di' tener conto della derivazione n:el puntamento . Circa alla resistenza deTia bocca eia fuoco essa è più. che sufficiente per i piccoli calibri, ma . non bastante per i calibri' · ma.ggio'i·i, lo specchio _eh.e- segue, desunto dal rapporto del colonnello B~sse,- . conrt sg_lla sùa missione negli Stati-Uniti d'America, lo dimostrerà facilmente ( 1).

e

(1) Aftìnchè il le\tore possa para~o1'.ar~ la. res istenz~ t1e_i canuon~ Parrott con quella delle nostre a.r t1gherie n ga.te agg1\rng1a010 qui sotto i pesi delle eariche e dei proietti di cut fann o uso le vane! bocche da fooco messe a confronto.

-~--206

Cannoni Paù·ott da Peso in chilogrammi del proietto. · . · . Peso in chilogrammi della carica.

.

100

rn;rno

• 45,123

GJ.,222

104,305

1,474-

4,535

7,2:'")(i

11,33?

- --

Artiglierie ,italiane da

'

' Peso in chilogrammi ùel proietto. P.eso in chilogrammi · della carica . · . - :

-- ~

300

30

.

Obice 16 F. R.

- --

/20 F. [I_

loO F. R.

e cerchia lo

'

,2

30,00

50

1,00

3,200

8,00

da

CC.I li. 22 ['_

R. cerchiato

9G 6

'


56

. '

ESPOSIZ!OliE

No·i c.;annoui Parrott scoppiati, i guasti si verificarono d .inanzi alla cerchiatura come si scorae d~l!a b tav. 2". (l)~ la qtl'ale rappresenta il can,none da 30 scoppiato al 4606° ,r,oJpo e da cui_si può -argomentare che tali artiglierie avvantaggierebbero nella loro resistenza ove fosse nelle medesime prolungata più-verso la volata la cerchiatura.

delle hocchc 'dn fuoco sroppillte.

I

XUMERO

:\''.f':'-IER_O

I

·--

CALIBRO

··-

medio ma~si1110 dei colpi · dei colpi sopportati sopportati

l

ll) Ì IJilllO

dei colpi sopportati

' l

BO li hhrc

17·

100

6

200

1

ROO

.

..

4r,oc

4GOG

460G,

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I

1~

In America però essendosi dubitato· che il metodo · di rig~tura del signor-Parrott potesse esser-causa ~egli scoppu delle bocche da fuoco di tal sistema, si intrapreser o delle esperienze compafativc con tre sistemi diV'erenti di rigatura: il Parrott, il Rodman e l'At"•ater . ' ' o si apprestarono all'uopo tre ·cannoni da 15 pollici forati al .calibro di pollici 1~ (millim ." 30~) rigati col' passo. di m. 15,21 secondo predetti sistemi , di cui · ecco le differenze. .

(1 ) Questa. fignm i, tolta èh!l' oper,1 del generale (Wlmo1·n intitolata : En9i11ee1· aml A.l'tillcry o1>oratio11.~ agf!.ìust tlie defences of

Oh.arlesto11 Harbor in 1863. New-York, 1865. .

·1

·nT ARTIGLll!RTE RIGATE

57

Il sistema .Rodman è a passQ costante, ed il sistema AL water lo è pure; ma in quest'ultimo dagli orecchioni alla volata il numero delle righe 'è .ridott9 alla metà, sopprimendcme alternativament e due a due gli interùlli (tav. 4\ fig. 1") Il signor Atwater parte· dal principio che quando il pr oietto è penetr~to nelle righe, la diminuzione di numero delle medesime non influisce sulla di lui rotazione, mentre ne diminuisce l'attrito e per conseguenza il tormento della bocca da fuoco, e pretende pure che l'accensione deila , caricn sia più completa per la penetrazione dell'aria ~ttraverso gl'intervalli rimasti soppressi. Questo sistema, sp.erimentato altre ·folte su armi portatili, pare , siccome potevasi pre.v edere, non abbia presentato alcun risultato vantaggioso. Quanto agli effetti· del tiro dei cannoni Parrott, stando ai risultati a:vuti nell' ultima guerra, eisi a ppaiono ·soddisfacenti, le loro penetrazioni uolevoli all0 g randi distanze, come ne fanno testimonianza le rovine del forte Sumter battuto da cannoni posti a circa 4000 metri, e del pari ragguardevoli gli effetti contr o le corazze di navi e di opere- di fm'tificazione ; ma com-· parati, pe~ quanto si può, i loro effetti con quegli degli altri sistemi, rimane assai contestabi le la supe_r_iorità attribuita ?oro. E qui• m erita d'essere notato · · che, mentre fu constat..ta. l'efficacia delle artiglterie rigate nei t.irj in breccia acche alle grandi distanze, non furono corrisponde.ntemente propo·~zionali gli ef. fetti contro gli spalleggiamenti ed i blindaggi in sacchi di sabbia del forte Wagner, una del1e opere avanzate di Charleston, ove si trovò. essere come 1 a 3,27 i pesi dei proietti impiegati e delle sabbie i-mos~e da· .artig_lieri1' d: g ro;:so calibro a rli:::tnnz@ comprcsc> 1ra.


58 F.SPOS IZIOtiE · 1200 e 1700 metri ; lò ·scarpe furono spianate e le sabbie smosse ricadevano pressocliè. sul posto. · Avendo pertc'.lnto questo sistema manifestato di posse_d ere alcuni vantaggi, fra i quali quello dell'economia,· e non essendo d'altra parte scevro di inconvenienti, gli uffiziaìi dell'01·dinance non pronunciarono ancora alcun definitivo g iudizio in proposito che valga ad ac1:ettare o rifiutare q·ue.ste · artiglierie nel m rtteriale da guerra degli Stati-Uniti. Pei piccoli calibri del sistema Parrott. -renvono adoe perati gli affusti dell'antiço materiale, cioè:

D I ;\ RìlGLlllltl& RIGATE

Pel capnone da 10 l'affusto qa campò del cannone da 6; . Pel cannone da 20 l'affusto da campo del cauu·one da 12 pesante ; , Pel cannone da 30 l'affusto d'assedio del cannone da 18; '

E per quelli maggiori, _degli affusti particolari di _lamiera di ferro idéati dal signor Parrott stesso, od anche quelli di modello Rodman· , di cui ·in appresso verrà fatto cenno. Incavalcati sugl-i affusti da lui ideati, i-grandi calibri · Parrott offrono molta· facilità a.i maneggio relatinmente alla loro mole, e ciò devesi aUa ben combinata cdstruzi'one d ella- macchina stessa: Tali affusti prendono tre distinte denominazioni, cioè:

. '

Affusto a perno anteriorè ((-i·ont Pintle ca,·riage) Id. • centrale (centre, id .) · ld. 1a casamatta (~ètsemate carr'iq,geì

59

secondochè sono collocati su sott'affusti a p'e rno au. · ter:i.ore, a ' perno centrale od· a freccia.. I primi sono. particolar mente adoperati poi pezzi in cannoniera, i secondi per quelli in barbetta, e gli ultimi pei pezzi in casamatta. Gli affusti in lamiera sono ideati secondo i principii che reggono generalmente simil genere di costruzione e compongonsi di due aloni pressoché triangolari di·· lamiera rafforza.t i da bandelloni marginati ed uniti da una lastra cilindrica fissata ai medesimi da chiavarde a vite . Una sala attraversa _i due aloni presso la testata e porta due rotelle po1<gianti sul sott'affusto che ue facilitano il movimento; delle apposite sporgenze impediscono all'affusto di sortire dalle rotaie, e dei freni a sfregamento ne modera·no il rinculo. La figura nella tav. 1a potrà· dare ,un'idea più precisa dei medesitpi. I sott'affusti compongonsi_tutti e tre di due guide in ferro a d·o ppio T collegate da calastrelli, e vaiiano . tra loro per la posizione del pP.rno che è posto alla testata del telaio del sott'affusto in quelli a perno anteriore, verso il mezzo in quelli · a perno centrale, e dil1anzi alia t estata sulla direttrice della cannoniera in quelli ~a ca~amatta ; il perno è in quest'ultimi collegato al sott'affusto .per mezzo .di una spranga di ferro o freccia. La posizione del perno determina da se stessa la disposizi6ne, il numero. e le qualità delle rotelle, che sono d'ue pei · primi e quattro per g li altri, delle quali due g randi e due piccole. I fianchi delle g uide portano delle staffe per salire . sul sott'affustQ e dei ganci ·fissi per appenderyi gli .armamenti . . .- Lo sviluppo dato in questi ultimi anni alle mani~ fatt ure iu ferro battu.to e laminato permise- di appli-


60

..

ESVOSIZfON~ flT AR1'!C l,tllR IF. RIGATE

carlo and1P. al materiale d. artiglieria presso molte pot~nze che intrapresero delle,espe~ienze in proposito, e s1 sta pure studiando presso di noi un simil 0rrenere di affusti. , , ,Il numero dei serventi nec~ssario r el servizio del!.e bocche da. fuoco del sistema Parrott è il seguente :• 7 serventi pei. pezzi da cnmpagna 5 , · , da 100 7 da 200 9 da 300

0

d'ass1-1rlio

RESOC,ONTO SULLE SPERIENZE . E S E(IUITE

SUI DIVERSI SISTE.MI ·DI SPOLETTE

(Continua)

NEGLI ANNI 1863-64

(Dal

0

GIORNALE D ARTIGLI ERB).

- ----~<,o;,--

Nella pun!a(a 6. della parte. 2' del Giornale di _artigl-ierici, vennero or ora pubblicati i risultati di novelle sperienzc fatte sulle spolette, in continua~ zione ·a quelle del ,f 862, e che abbiam .riportate · nel volume m, ~ 864, della Rivista, crediamo quindi opportuno di rat:coglierc nelle nostre colonne anche quest'ultimo ~csoconto. Nel (]iornale cl'artiglierici del 1863 furono desc~itte le esperienze eseguite nel 1862 su diversi sistemi di ~olette, · accennando che . esse sar ebbero state continuate' p8r alcuni di questi sistem~, onde poter meglio giudicare del merito loro e decidere così. quale convenisse a,dottare.

.

.


62

63

ESPERll!NZE

SULLE SPOLETTJ:r.

Le spolette per cui si ripresero le esperienze furono: Spoletta a tempo - siste.mi Ferrere, Zanolini ·e Ferrando. ·

modificazioni che gli studi già fatti èd in corso di t;isecuzione avrebbero suggerito; · 3° Che le esperienw sul sistema in quistione, le quali er~mo fino <!,llora state lin"litate a spolette pPr granata da cent. 12, 9 e 8, venissero estese a qu elle per granata da cent. 17. . 11 ministero ritenendo :necessàrio di utilizzare il gran numP.ro di spolette di legno ordinarie esistenti • nei I magazzini ed in distribuzione alle batterie, aderì a tali proposte ed ordinò che nei ·successivi studi si dovesse cercare il modo di riparare agli inconvenienti verificatisi nelle spolette ordinarie per granate da 12, 9 e 8, . e determinare i ripieghi atti a miglioi·are le condi~ioni• di· servizio di qJ.1.elle attualmente in uso. Perciò nélle esperjenze che vennero eseguite si presero in considerazione le quistioni seguenti : 1° Vedere se fosse pili convenien~e caricare le spolette colla miscela Lérna1·ia della fa.bbricazi?ne della. · polYerc (caricamento francese), o colla èomposizione . di 6 parti di polverinò, 3 di nitro ed 1 di zolfo; 2" Provare se per mcz:w di un mastice col quale si spalmasse o l' avvitatura soltanto, o tutto il fusto dclia spoletta si potessei:o impedire,i od almeno di n.1inuire gli scoppi premat_uri de1la granata ; 3° Otturare il fondo del focone della spolettn e far comunicare la vampa della composizione per appositi fori laterali, ond8 premunirsi contro la possibilità che il cilindro di composizione venga proiettato nell'interno della granata; 4° Avvolgere attorno al fu sto e contro la base inferiore della te.sta della spoletta alquanta canapa pettinata, i mmersa in cera vergine liquida, in m odo da formare un piccolo tronco di cono uguale all'imboc-

Spoletta ordina1·ia - di · legn,o ad un sol ten~po proposta. dalla Commissione. Spoletta a· percussione - del siste.ma Ma$sa modificato, e del sistema dellà mari1ia francese.

Spoletta a tempo e s11olcUa ordinaria. Le spolette a tempo dei sistemi sopraccennati v ennero già d_escritte nella puntata suddetta del Giornale d'art1·9tieria dove t~ovansi pure indicate le modificazioni che vi si int~odussero in occasione delle esperienze di. èui ci occupiamo. . Tali esperienze diedero, · per quanto concerne le diverse spolette a tempo, r isultati c·osì sfavorevoli, che ·dopo av~r compiuto la l " serie dèi tiri ai.la distànza <:li 1,500 1;11et~·i, si cr edette opportuno di non procedere oltre; e gli inconvenienti di vario genere, e le anomlie . verificatesi furono tali da togliere ogni illusione sullaefficacia dei sistemi $perimentati. . ~~ la spoletta ordinaria ,d~ legu~ ad un sol t~rh po, la p1-ù semplice per costruzi-:me, avendo dato a confronto delle altre, risultati meno scon fortanti, la C'ommissione credè utile di portare specialmente su di essa la s.U:a attenzione , _e per tutte le accennate ragioni si decise: 1° Di desistere da ulteriori esperienze sulle spo.lette a tempo dei modelli Ferrero, Ferrando e Zanolini ; 2° Di proseguire gli studi sulle spolette ordinarie di legn o, e di r iprender quindi' le esper{enze in una scala abbas_tamm estesa introducendo n_el sistema quelle

..


64

ESPERJEKZE

catura del bocchino della_granata per impedire l'infilt ramento dei gas de1la polvere al momento dello sparo·; 5° Determinare con appositi tentativi quale influenza possono avere le dimensioni del focone sulla•' combustione della. com posizione:; 6° .Riconoscere :finalrnen\e se la. mancanza. delraccensione tielle spolette dipenda dal sistema d'innesco onde all'uopo modificarlo. Senza enumerare le varie esperienze. che furono eseguite, e senza descrivere minutamente tutti i ripiegh( usati, basterà l'accennare che i risultati favo.revo li ottenuti comprovarono l'efficacia del la proposta, e cpe in seguito alle conclusioni dedottene . . , il Ministero della guer ra approvava l'istrqzitme sull'apparecchio é sulla collauclazione delle spolette .da granate cilindroogi vale di legno che t rovasi inser ta a pagina 13 del Giornale d'a1·tiglie1·ia, puntata 2•,. parte la, anno 1865. Per ,quanto le modificazioni accennate avessero mi. gliorato le condizioni di . ser vizio della spoletta i.n discorso , essa presentava nulladimeno ancora degli . inconvenienti di non lieve entità. ~ anzi t utto un . difetto r~dicale inerente u·ou già alla modalità di fab bricaiione della spoletta, ma· alla natura stessa del sistema, è quello di essere la durata della combustione calcolata pel tempo corrispondente -a.Ila massima gittata della bocca da fuoco , per cui in via n0rmale lo SCOP,pio della granata avverrebbe quasi sempre a grandissima distanza dal bersaglio; meotrcchè sarebbe condizione favorevole agli effetti ctèl tiro l'ottenere lo scoppio al momento de.\l'urto. Nel caso pratico questo ioconveniepte trova in, parte il suo corréttivo nel fatto messo in chiaro dalle esperjenze, che cioè. la spoletta spezzandosi Jreq~entemente

.

SULLI? SP OLETTE 65 p~r effetto delL' urto, la carica interna della granata viene aceesa dalla composizione in combustione, e lo , scoppio succede nell'aito che il proiettile incontra l'ostacolo. Questa fav orevçile circostanza che trasfor~a la spoletta ·n· te~po in una . vera spol:tta a percussione, non si verifica con sufficiente frequenza nelle diverse ~i rc~st,tnze di . tiro eome sarebbe desiderabile; e questo e evidente quando si pensi che il rompersi della spo_lelta de ve dipendere da parecchie cause assai complesse, quali sono la velocità del proiettile all'atto dell'urto ,· la · natura dell'ostacolo, la direzione del1'nrto, ccc . Infatti uci tiri a piccole distanze e contro il Termapallc, il numero degli scoppii per urto ddl~ grariate non oltrepassò il 51 p.er 100, ad/ onta che i proiettili andassero a colpire il fermapal le con una raggu.arde- , vole velocità. • Eù è in parie µer diminuire questo difetto delle nostre spolette che presso di noi si è generalizzato, fo i:se ma.ggiormcnte che presso alcun'altra artiglieria, l'uso dei tiri c~rvi, poichè mercè questi tiri potendosi fa r arrestare . la granata presso il bersaglio , più non i1~1porla d1e la medesima ritardi alquanto a scoppiare. Un altro difetto di questa spoletta consiste nella fa(:i lità con cui le ture smosse si fanno stra.da nel foconè all' aUo che il proie ttile .penetra nel t erreno., il che determina frequentemente. lo spegnimento della eomposizione -e fa quindi mancare lo scoppio della granata. L ét Comm issiono preoceupata dagli inconvenienti accennati, e persuasa d'altronde dell'importanza di avere una spoletta graduata per più distanze, proponeva ed oU~neYa d~ sottoporre alle esperienze una spoletta

A:-iNo x, voi. u. - 5 ,


66

ESPER1EN:&E

SULLE SFO.LETTE

ord inaria costrutta in · modo che, alterando il meno possibile h sua forrpa primitiva, de.sse la racoltà di determi,~are lo scoppio delle granate dopo trl,\ tempi divers.i, ~orrispoudenti; il primo .alla distanza da 1000 a 1500 metri, il secondo· da 2000 a 2500, éd· tl terzo da 3000 a 3500. Questà spoletta è o di_legno, o di bronzo ; ha il fusto cjlindrièo colla parte superiore intagliata a vi te · e la testa prismatica a sezione esagonale.' Essa ha nell' interno del fusto due canali . longitudinali paralleli fra ' loro,· l'uno del diametro di millirpetri 6, e l'altro.. del diametro di 111ilÌi1uetr i 5; il prjrno sr riempie di comp.osizione e co.muuica co11 ;inque fori a cali ce praticati nella testa esagonale della spoletta; nell'a.ltro canale si introduce dalla parte s.uperiore un. tu'bo di ottone il quale è chiuso alla_ estremi tà superiore ove è mun ito di un rinforzo ad• avvitatura -finissima, e di . . i;ua piccola nrnuiglia per maneggiarlo e farlo girare sul canale . I due canali della ppoletta comunicano fra loro per ~Bzzo di due fori trasversali, ed il tubo di ottone ha pure d ue apertùre in senso opposto, che possono farsi cor rispondere coi fori dei canali. Ciò preiJ)eSSO', ecço come agisce la spoletta: se si suppone il tnbo metallico- ripieno di polvere da .caccìa . e g irato in modo che l'uria o l'altra delle due ?'perture corrispond3: al relatfro foro trasYersale, è chiaro che allorquando la .combustio-nesa.rà arrivata nel primo ca.nale all'altezza del foro tras{rersale, darà fuoco istantaneamente alla polvere contermtlli nel. tu bo metallico e determinerà lo 'scoppio della granata. Ora è evidente che essendo due le aperture del tubo metallico, girando -questo convenientem ente si può ottenere l'esplosione della granata a due te?'lpi diversi.

.

67

Se invece non si dispone alcuna delle due aperture del tubo_in comunicazione .del pri mo focone, allora la. spoletta si com porterà come una · spoletta ordinaria e nòn comunicherà il fu oco · alla carica interna che q\lan_d o ·è .interamente abbruciata la cornposizion:. Per regolare il, moviruento del tubo metallico sono situa.Li sulla testa della spoletta. due piuoli; i quali ne arrestano un altro orizzontale infisso all,a maniglia, allorquançlo la spoletta è disposta pel primo o pel secondo tempo. . Si costrussero secondo un tal sislema delle spolette di legno e di bronzo, e n~lle esperienze co_m parative con quelle ordinarie ad un sol tempo, s'ebbero per le spolette di brçmzo a tre tempi r isultati abbastanza soddisfacenti . ' ·. In quanto a quelle a tre tempi di legno, la coinrnissicme d0vett~ ~onviocersi ·che non presentavano 8erie guarentigie di successo. È in fatti evidente in essé · la diffiéoltà di isolare la combu~tione da u l'l canale all'altro, sia per le screpo~ latnre che si vè~ificano acéideotalmente n el legno nel r1ratièar e detti canali, sia per l'esiguità ·s tessa· della parete cli separazione. D'altronde l'urto ·della granata contro un ostacolo, deter minando _spess~ anche per la spoletta a tre tempi di legno, come per qu~lle ad un · tempo solo, 1a rottura · del fosto e l'atc~nsione della car.ica interna; la pl ura~ità dei tempi .non presentava in tale circostanza n.essun vantaggio che p_otessse _compensare le diflìcol-tà di costruzione. Pe-r queste . ragioni le spolette di legno a tre t empi non vennero ulteriormente prese in considerazione. '.L\1ttè le esperienze cli cui si è parlato finora furono ,éseguite n ell'anno 1863 sulle lande di San Maur-izio,


68

ESPERIENZE

S1JLLE sror: ETTE 69 giugno 1864 al campo di San Maurizio; i fatti sal ienti che si possono dedurre dai r'isultati di _essi si riducono ai seguenti : · _ N.e i tiri cornparati vi fi:a -le spolette or dinarie di leg1i0 e quelle di bronzo a tempo, si constatò che delle granate ~ùnite di spolette or dinarie mol te se-o ppiavano al momento dell' urto contro' il terreno; risultato questo pienamente con forme a quéllo ottenuto nelle precedenti -esperiem.e; mentr~ di rado Siò accadeva ·per le granate munite di' spolette di bronzo. Quanto alle-gra' ~iate n@n esplose e raccolte dopo il tiro , si osservò che per alcune i cànali delle spolette ér an? r ipieni di terrà, · la quale penetrando dai calici nell'interno del focon e avev·a, secondo ,ogni probabili'tà, soffocata la combustione; per altre . munite di spolette di bronzo, il tub o di oÙone si era contorto, for ;;e pér l'urto sofferto dalla ' test.a spoletta. . ' I risultati ottenuti' nei tiri comparativi fra le spolette' qrdinarie di legno e q uelle di bronzo a 1re tE'mpi , sono· indicati nel seg uente

e siccome i risult-a.ti ottenuti non erano in complesso abbastanza decisivi per determinare l'adozione di una spoletta a tempo che soddisfacesse convenientemente ai diversi servizi di artiglieria, così il Comitato proponeva che si riprendessero successivamente gl1 studi relati vi. Le nuove esperierize da eseguirsi dovevano - andare distinte in .due serie, · destinata la prima a fornire un distintivo criterio sul merito relativo di di- versi sistemi ·messi a par agone, e la seconda a c·ontinuare su più ampia scala gli studi su quella spoletta che nel confronto avrebbe dato i migliori rjsultati, onde aécertarsi çhe essa soddisfacesse pienamente a • tutté le condizioni di buon servizio.

..

l" Serie. - Il programma della prima serie stabiliva: l O Si riprendessero le espE:Jrienze coniparative fra le spolette di bronzo a tre tempi e- quelle ordinarie di legno ad un. t_empo sol_o, per: constatare se la. superiorità ottenuta dalle prime esisteva ancora _dopo ultime modjfi.cazioni introd~ott'e in quelle di legno; · 2° Si eseguissero alcuni tiri con spolette di bronze!i a _due soli ' tempi per vedere fi no a qual punto "una tale' semplificazione fosse atta a . scemar e _gl1 incouvenienti del sistema, e se i vantaggi per tal modo realizzati a confronto delle spolette a. tre tempi bila.nciassero esuherantem_ent<~ l' utilità del terzo tempo soppresso; :r Si indagassero le vere cam,ce degli spegnimenti e l' inflt1enza che l'urto e la penetrazione delle gra'" nate possono avere sulla durata · della combustione delle- spolette. , ' . Il Ministero avendq a pprovato questo programma, ìa prima serie delle esperienze venne eseguita nel

SPECCHIO_N ° 1.

.Spolette Ol'tlinarie ili legno aù 1 sol lemJl~

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70

71-

ESPRRI_ENZE

SU I.LE S POI.ET·r~

I 1·isultati . che si ottennero nel1e esperienze comparative fra le spolette ·d~ bronzo a due ed a tre tempi sono regìstr ati in questo .

SFECCHIO N ° 3,

..

Distanza coi;tante 11letri 1000 clal li'erma-l>allc. SPE0CHIO N• 2 .

Spolette di bronzo a 3 tompi

ordi1ia1fo · I diSpolc!le legno,· atl 1 temt,o I GO tiri

Spoletto ili IJrouio a 2 temfi

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ed · a dtie t.empi riuscì a tutto vantaggio delle prime, e per quanto il n umero ristretto di tiri es~guiti non permettesse di pronunciare un giudizio assoluto , pure · si credette abbastanza dimostrata l'inferiorità dell'e spo·lette di bro?zo a due tempi in conf~onto di quelle a tre tempi. ·. Finalmente le esperienze che avevano per iscopo di investigare le cause . degli spegnimenti e rìèorioscere se -'essi non·succedono nelle spolette a pi ù tempi, non che di esaminare l'influenza dell'urto sulla durata della combustione, furono eseguiti con quattro.di ve rsi modelli di spolette, come si vede dallo specchio che- seg ue, in cui sono r egistrati risultati · ottenuti. ~

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Il èonfro"nto fra le spolette ordinarie di bronzo "a tre

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Spoldtc tli bronzò . Spolcl!c di legnò Spofottc di bronzo a 2 tempi atl 1 tempo ·. a 3 tempi ' I r,o t ir i I GO li'ri I 60 tiri

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N° 30 ]tÌ11isc11te per la-3• distanza 20

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In seguito all'esito di q uoste diverse esperienze: ta· Commissione incar icata dello studio ·delle spolette form ulò le sue con clusion i ammettendo potersi ritenere come·chiaramente d imostrato: . 1° Che i ripieghi adottati per le spoletlo ordinarie di lego o erano atti a rcndert·e di sufficiente senizio ;


72

· ESPERIP.NZ E

2.• Che in massima il sistema di innesco e la vivacità e· regolarità di combustione ottenutesi colla composi~ione _n uovamente adottata· di: Parti

SPECCHIO . N° 4.

6 polvèrino

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cli nitro di zolfo

S1;o)el!e Ol'dinarie di. legno aù I sol lempo

S11olotle tli bronto ~ tempi

Totale llei tiri eser1niti N• 463

Totale dei tiri esegititi N_• 1>9i

Gr•anate ijCOl>lllale

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soddisfacevano alla previsione che ne aveva coilsigliata l'adozi9ne; 3° Che era necessr.trio stabilir meglio la durata d i. . combustione del1e s·p olette 01~de e-vitare l'inconve ~ niente di avere in pratica d ur.ate troppo superiori a quelle indicate dalle tavòle di tiro per le nia!':sime distanze; . 4° Che )a spoletta d i bronzo a due ed a tre tem11i· lasciava desiderare qiialche ,moclilìcazion·e, onde rendere 11.teno prob1;1.bile g li spegnirnen't_i q~tan.do il µre ietto rimane interrato, ed impedire che il tubo d' ottone venga smosso e r.ontòrto per qualunque cambiamento di velocità nella granata durante lo sparo; 5° Che conveniva iùtraprendere· nuove esperienze per determinare le modificazioni da introdursi n el si" sterna delle spolette a tempo ed in generale nelle durate della loro combustione, onde giungere ~ll'ado. zion e definitivà di i,rna buona spoletta a tempo. Si unisce lo specchio u 4 -Del q uale sono indicati complessivamente tutti i risultati dei t.iri ·comparati-vi fra• le spolette ordinarie di legn o a quelle a tempi di bronzo per granate da cen timetri 12, 9 e 8. 0

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SPECCHIO N " 5.

Risultato m1Jvortato sovra 100.

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53,

37127, ~9.

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' Scoppi utifr

Colpi falli ti

Scoppi utili

Colpi falliti

79, 91

20,09

80,46

19, 54

Come appare dal precedente specchio; il rapporto . degli scoppii utili, al n umero dei colpi eseguiti si mantiene presso a poco lo . stesso pe_r le spolette òrdinarie di legno . ad un _sol t empo , e per queìl~ -·ai bronzo a d ue e tre tempi: Tale risultato indusse a desistere da ulteriori eRper ienze e stud.i su queste ultime spolette, e sulla considerazione che sarebbe conveniente il poter introd·u rte · ·, nel nostro ·rnunizionam~nto le gra~ate a pallottole, le q ualj sono oggidì di-ventate d~ un uso quasi generale

..


74

75

. ESl'ERll,:1\,m

SULLE SPO l, ETTE

negli eserciti cl'~uropa, si pensò di teJ1de~e piuttosto alla ricerca di una spoletta a tempi graduati, atta •cieè a produrre· lo scoppio della granata a qualunque distaqza, ·a uzichè dopo due o iré tempi determinati. ·In vista di che il comitato venne nell'avviso èhe si avesse · ad intraprendere dalla stessa Commissione lo studio di una spoletta a ·tempo graduato, ed avendo osservato che se le art-igliorie estere fui·ono poco con':. éor di sql sistema di rigatura, lo foro no- assai nel sistema di spolette, avendo preso quasi tutte per baso· ·1a spotetta I!ormaun (1), emise l'idea che un tal sìstema dovesse pure -servire di punto éli partenza per le -ulteriori ricerche. Si fu in relazione ·a questa idea ecl in base ai I.risultati ottenuti -nella prima serie dì esperienze che fù compilato il programma per la -s econda serie di esperienze: nel quale fu stabilito: ' l ° Che si provassero nel tir? ficcante n" 100 spo..lette ordinarie di legno da 'centimetri 12, 9 e ·s, onde conoseere se esse si c;omportano in questo tiro egualmente b·ene erre nel tiro di. lancio~; . 2° Che si esperimentassero 11° 120 spolette orclini.u:i~ di legno da centimetri 21 e 17, in cui foss~ro introdotte le stesse modificazioni adottate per · quelle da centimetri 12, ,9 e 8, onde verif-ì.care se esse sono sufficienti a renderle di buon servizio; - · 3° Che la Commissione delle. spolette fosse ·inca- . ricata di studi.are una spoletta a tempo graduato, se: guendo ed all'uopo modificando in questa ricerca i · principii delle spolette Borrnann;

4° Che venisser.o in. seguito costru_tte . . e sperimen. tate alcune •di tali spolette. .

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(1) L'Austri)ì, la Prussia, l'Iugltiltcrra; il Belgio e l'Amel'ica del Nonl, hanno tutti delle $polette simili a q11f lle Bormann.

2a Serie. - Le esperienze . dirette a riconoscere il modo' ùi cornporta,rsi della ~poletta ordfoaria di legno da centimetri rn, 9 e 8 nel tiro iicqante c;minciarono al campo di Sa:n Maurizio nel novembr.e 1864, e~ i risultati ottenuti dirnostrarono •che sono di eccellente servjzi:•- ill questo tiro, giacchè aUe varie distanze Ìl numero delle granate scoppiate allo scopo 'fu dell'82 pe( -100. La maggior parte degli scoppii ·èbbe a vèrtfièarsi al momento dell'urto in causa della rottura del fusto della spoletta. Jn· seguito a quesiti r isultJl.tf. la Commissione incaricata propose che questa spoletta fosse definitivamente adottata per l'artiglieria da èam pagna.·, potendosi ri•-· ten'ere conveniente per tutte le circostanze che pos sano presentarsi .n~l tiro di queste bocche da. fuoco. Restava a 'vedere se questo sistema· di .spoletta pote,,a.s i .pure vantaggiosamente adottare per ·quel le da granate da centimetri l 7 Q 21. · 'Nelle esperienze di ~rtiglieria eseguite a Laveno, le granate cilindro-ogivali da centinietri 17 usate · p·e r la demolizione del fo;te Cerro érano munite di dette i'polette d_i legno, ed i risultati cl:te ·si ?ttennero fu. rono fav0revòli. Volendo coristatare se un tale risultato si manteneva anche nei tiri (:Ontro l·e terre sm·osse ·.-ed in generale contro ostacoli · dotati di minore resistenza che non la muratura, era stato prescritto ., . che nelìa seconda serie si eseguissero 120 col pi contro un · fe rina.palle ordinario. Di questi però s~ ne eseguirono soltanto 63 col cannone da 40 F rigato alla distanza di metri 1000 è si ebbero 0

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..


7G

SOLLE SPOLETTE

F.S PF.R!EN7F.

N° 20 granate scoppiate all'urto id. non scoppiate. L'esito sfavorevole ùi q uesti p rimi tiri dissuase la Corumission_e dal procedere oliTe, tanto più che diver si tentativi fotti ne1 corso delle esperienze per impedire g li spcg_nimenti - c1uali il restringimento, l' allarga, m ento del d_iametro del focone, ecc. - non ave vano per nulla miglioralo le · cou<lizioni di serv izio di questa spofetta. · . Nuov"i stucli e nuoye esperienze furono testè domandate in v ia d 'urgenza dal Ministerq dell a guerra, ond<; µ1igliorare la_condizione di servizio delle spolette. di leg. no ad un sol tempo per le aranate cilindl'o-oaivali o o .da centimetri 17 e 21, in modo da ottenere risultai i · analoghi a CJ.Uol!i gi~t ottenuti con_ le· spolette e si mi lt da cen i i metri 12, 9 e 8. Di ciò sta occupandosi un'apposita Commissione. . Tale è .lo stato in éui trovasi da noi l' imp0rtante quistione delle spolette a tempo, in attendimeuto chf', ulti_mali gli studi snlla spoletta a t_cn,pi g raduati sug gerita d-al Comitato, si possano riprender e di nuovo le relati ve esperienze . N°.43

S11olellc 11 pcrcnssio1ie. R esta ora a r ènder conto degli studi e tentativi che, contemporaneamente a q uelli sulle spolette. a tempo, venivano intrapresi sulla spoletta a ,percussione. I sistemi sottoposti alla prova nelle esperienze del 1863 furono, come g ià venne accennato, quello Massa _m odificato, e quello che, per essere desunt~ da una spoletta stata in . prova presso la marina fran c<'se, verrà per brevità chiamato della marina francese .

.

,

77

Le spolette impiegate erano , per il primo sistema, parte in b1:ouzo, parte in zinco e parte in legno ; pei: il secondo n on si esperimentarono che spolette d 1 bronzo e di zinco. I risultati furono_ in complesso poco soddisfacenti, essendosi verificati in proporzione n9te"'oli scoppi nell'anima della b occa da fuoco e scoppi mancati, speciairnente sulle spole;tte di zinco e• cli legno. Il con . fronto fra i due sistemi avendo permesso di constatare la superiori Ut della :-paletta Massa su quella della marina francese , la- _Commissione credette di proporre che gli ulteriori studi di esperienze dovesser o versare esclusivamente sul sistema Massa modificato, come . q uello che non escludeva ugni probabilità di riuscita. Avendo il Ministero a ciò annuito, la _Commissione l'ivolse auzitùtto la sua attenz~one a togliere, se possibqe, il principale ed il pi ù pernicioso fra gli inconvenienti verificat,isi, lo scoppio·cioè ùdla granata ncll'auima: della bocca da fuoco. È però giocoforza con venire che tutte le modificazioni introdotte per migliorarè la condizione della spoletta sotto questo punto d-i. vis-ta non furo~10 .coronato da felice successo. Come ultimo- tentativo, la 'Commissione ritor~ò all'idea del traversino della spoletta prussiana, _modificandone però l'applicazione nel· seus·o ché invoco di essere espulsa dalla forza centrifuga, lo era. mediante _l'accension e di una piccola quantità di polvere da caccia. Siccome nei pochi tiri eseguiti la spoletta così modificata aveva dato risultati più soddisfac@nti di tutte 1e altre , così la Commissione propose di r iprendere gli studi intorno ad essa su di una scala più vasta.


78

E5Pl!RIENZ!':

Prim"a · sài~. - Nel programma approvato ·dal .Miniatero per la prima serie delle esper}euze ,da eseguirsi nel 1864; veniva prescrittò che si eseguissero alcuni tiri comparativi con le spolette a percussioue del sistema ~assa modificato, del sistem.a p~ussiano e del sistema Armstrong. I tiri con spolette ,di quest'ultimò : sistema non si poter?no eseguire, giacchè all'epoca dell'esperienze esse tion erano ancora proi;ite, e peréiò le .e sperìenze comparative si limitar ono ai primi' due, sistenii.. · Le spolette .Massa impiegate in questi tiri erano statè modifiç.atè nel senso proposto dalla Commissione; adottandovi cioè il traversino per opporsi allo scorrimento della massa batten;e quando la g ranata percorre l'anima ~ella bocca da fuoco. Questa innovazione non valse però a . toglìere completamente gli scoppi nell'anima, di cui possono essere causa~ violenti moti di rotazione e · di oscillazione .che le ùi ver::,e parti ù ella spoletta , a cui è permerso un ·certo· gioco (come il · cannello, lo sfregatoio ,· la massa ba'ttente), df-vono necessariamente concepire per effetto della velocità di · traslaz~one e di rotazion.e q1~asi istantaneamente àcquistata dal proietto . · Per ovviare a _questo inèonvenie.nte si tentò di ren-". ·dere solidarie le varie ·parti del •sistema in , modo che non potessero aver luogo moti di rotazione~relativi ; · si tent'ò pure il mezzo opposto, di lasciare fra le dive!se parti un giuoco tale che il .m ovimento di ·rotazione di. ciascuna' cli esse potesse eseguirsi .iudipenden-· temente dalle altre, ed in modo che una diversità di velocità angolare non pote$se determinare pressione , sfregamento, nè compressione. Ma neppure con queste modificazioni si poterono

79 SU LLE SPOLÌ!:'J'TE ottenere risultati soddisfacenti, laonde la Commissione propose di · desistere da uiteriori· esperienze su questo sistema, parendole che lé cause degli ~coppi ilell' interno , dell'an ima fossero inerenti al sistema stesso, e che le modificazioni richieste per eliminare ques~e cause· sarebbero tali da portare un ca111biarnento 1:adicale al sistema. · Alct1ne esperienze erano già state iniziate nel 1R61 dallà n<'Jstra artiglieria su di una spoletta a per cussione, la qt.rnle se non era perfettamente uguale alla spoletta prussiana, erà però costruita dietro gli stessi principii, -ma i risultati poco favorevoli ottenuti dissuasero allora da .ulteriori ricerche . Rec.entemente· però, in seguito ali' eccellente prova fatta di questa sp_oletta nella guerra contro i Da:nesi , fo deciso di tentare altre esperie1jzo, benchè, .?- dir vero, non si potesse t1:oppo lusingar si di uri favorevole successo. È infatti ov,~io, che la probabilità di 'riuscit~ di g uesta spoletta è assai diversa secon.do che essa è applicata ad un sistema d'artiglie1\ia earicantesi dalla · bocca o dalla culatta, perocchè in quest'ultimo l' in- voluero di piorn bo che attornia il proietto sopprim~ndo int~ramente il vento a,nnulla gli sbattimenti nell'anima della bocca da fuoco, ed impedisce che la v~mpa pro~otta dall':=tccensione della carica. investa la parte an- · , teriore del proietto, m.entre l'opposto accade nelle artiglieri~ che si c·arican0 per la bocca. ~ra perciò prevedi6.ile che i risultati cli una tale .spoletta applicata ad un ·sistema di artiglieria diverso da qùello per cui venne in origine studiato non avrebbero corrisposto a quelli ottenuti dall'artiglieria pruss(ana.


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ESPERIENZE

SlJLLE SPOLETT E

Le spolette che si. esperi~entarono furono èo_strutte . diotr.o le indicazioni avute. da, u ffiziali _recatisi i n Prussia, mercé le quali si_ potè l'iprodurre i ntegralmente qqesto sitem_a la . cui descrizione . si trova a pag: 121 dd Gio1·n·ale d'At-tialieria, annata 1864, Parte seconda . G!i scoppi nelranima della bocca da fuoco, verificatt dppo i primi tiri, confermarono •pienamente la Comm,issione nell'opinione già presentita dell'incompatibilità della spoletta prussiana col nostro_ sistema di artiglierie rigate. Si conti"nuarono le esp erienze pér riçonoscere le cause che producevano questi ·scoppi prematuri, e fu chiàramente dimostrato che questi devonsi unicam ente attribuire al- passa;ggio della vampa attorno al pr oietto, la quale aumenta temperatura del portacass u le fino al punto di produrre l'accensione della com- . posizione fulminante, 'ed inoltre agisce diret.tam ente s1illa cassula passando attraverso del canaletto entro cui scorre il traversin o. Perciò la Uommissione incaricata delle esperienze, m entre· amniise la bontà della sp_o letta prussiana pel sisti;ima d 'artiglierie caricantesi per la culatta, fu d'av- · viso che essa non potesse applicarsi alle nostre.artiglierie, e propose che per le prossi!:n e esperienze si doves~ero studiare altri sistemi 'di spolette a percussione.

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Seconda Serie. -

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Nelfa seconda .serie ... di esperienze . i ntrapresa nel novembre 1864, ·secondo il programma -: ,1.pprovato dal ministero, la parte riservata ai sistemi a percussione limitavasi all'impiego di n° 400 spolette d i bronzo di u; modello proposto dalla Commissione, delle q uali metà per granate cilindro-og ivatf da ceni. 12, . 9 e 8, ·rnetà p er g ranate da cent. 17,21. \

81

I l sistema di queste spolette è fon dato sul noto principio dell'inerzia di· t'llla massa- battente che può nrnoversi nell'iuter.::o della spoletta, e q uindi urtare contro una· màteria fulminante all'~tto dell'urto del proi~tto contrq il ·bersaglio , cioè q uando il ·pròiet-io perde in breve tempo p arte della propria velocità. _ Per poter meglio esaniinare i l modo cli comportarsi delle ~palette nelle gra~ate non scop piate, e raccolte d opo il tir9, la testa della spoletta è munita di un Cl)perchietto di ferro, levato il quale si può _senza n essun pericolo dì scoppio, togliere dall'interno della s polett,\ 1a massa batten te, il P?rtacassule ed il per~ wotitoio . Le prin'le spol~tte esper~rnentate portavano la composizione fulminante nel loro interno alla metà circ<t della lunrrhezza del fus to, e si ottenevano con G1sse i o 1iegùen_tì risultati : Con cannone da 8 si sparar ono n° 73 granate, deHe · quali, N° 64 scoppiarono all'urto, 1 scoppio nell'anima, » . 8 non scoppiarono,

E col ca1~none da 40 F. R. si-· spararono n• 76 granate, _delle quali: '. N° 51 scoppiarono all' urto, » 25 non scoppiarono.

Si -::cr eò quincÙ di mig liorare questa spoleit'a c~llo, cando la cornposilione·fu1minanle nella .parte interna della testa, in modo da poterla togli ere con facilità e sicurezza dalla s poletta, e d _ispÒrvela al rnomento del t iro, e si cercò inolti·e d'isolarla con un anello di ca-rAi<>io x, val_. n. -

G.

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.. llSPER\llNZE

SULLE SPOL!',-TTE

ton e · pè sottrarla all'influenza del calorico sviluppato dall'accensione- çlella carica della· bocea da fuoco. I. risultati avuti con tali spolette furono i segue_ù ti: No· BOCCA DA F UOCO dei tir i

Granate Granate .Granate scoppi•ate scoppiate non ttll'urto nell'anima scoppiale

83

Cannone da 8 BR mod. is63

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8

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Id. da 1G BR da campagna

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93

Id. da40FR.

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1

56

Sorse allora il dubbio che gli scoppii prematur i ripet essero la: loro origine dalla insufficiente resistenza del metallo con cui furono cÒstrutte le spolette , le q uali rompendosi s~tto il forte impulso comunicato dalla granata per l'accensione dell~ carica dellé). bocca da fuoco, la cassula s'accendesse determinando in tal !J'10do l'intempestiva esplosione. · Si fecero allora costrurre a1cune spol_e tte d i ferro bat_tuto, e si cimentarono al tiro. Si ebbero nuovi scoppii nell'anima d èlla bocca da fuoco-; Un tale risultato non potendosi più attribuire all'insufficiente resistenza del metallo, la Commissione d ubitò che ciò p0tesse dipendere dalla disposizione di{ettosa della cassula, e che il difetto consistesse precisamente in ciò ; che al momento dell' 1mpulso soppòrtato P,er l'accensione della car ica della bocça da fuoco, il por- , tacassu!e,' per legge d'inerzia si staccasse dalla sua posizione primitiva ed andasse ad urtare contro la punta dì c ui è munita l' estremità della massa battente , .s che da ciò ne susseg~isse l'accensione del ful minante e quindi lo scoppio _prematuro della g ranata.

83

Si .modificò allora la spoletta collocando un disco .di ferro, il quale, mentre avrebbe irnpedit9 ~Ua cas. sula: .::li avvicinarsi alla massa battente, permetteva, peJ mezzo d'un for~ praticato nel suo centro che la parte d ella massa battente potesse; al momento dell'urto· della gr_anata nel terreno , battere -:;ontro la materia fulminante contenuta nella cassula , · Con spolette così modificate si eseguirono soltanto n• 11 t iri col cannone da $, B, rigato, M0 l863, e con carica 'd i fazione, e si ebbero i risultati ·seguenti: • . N° 10 granate scoppiate nell'urto, l .i non scoppiata. A questo punto si arrestarono le speri•enze sui sistemi di spolette a percussione. Se dal comp1essò dei fatti suesposti risulta che la nostra artiglieria non possiede tuttora b na spolett.a a percussione la quale sodd1sfi ·pienamente a tutte le es.igenze,' è però innegabile che gli studii e le molteplici esperienze fatte banno . portato ora ,•tale luce sulla questione da poterne pre$agire 11011 lontana la soluzione .


RI\'IST ,, TECNOLOGICA

RJVISTA TE-CNOLOGICA.

11telegrttfo e .le polveriere. Non ha. molto il ministro della guerra fl'ancese aveva proposto all'accademia <leqe _s_!'.! ienze di Parigi il quesi10: _se il passaggio dei fili del telegrafo deà rico nelle vicinanze cli ùn magazzino da polveri potesse costituire una causa ·di pericolo. - Fu nominata una commissione coll'incarico di esaminare ç1uesta i mportante questione. , La commissione nel suo rapporto ritenne- per sicuro che le correnti elettriche sviluppate dai fili del tel egrafo per _servizio abit ualo dei dispacci, non possono mai produrre accidente di sorta; poichò. supponendo anche che questi fil i venissero ad ess~re rotti durante la trasmis;,ionc, sia a~1 vento, sia in qualunque altro modo, le piccole scintille che scoppierebbero allora nei pun ti ove il filo si sarebbe rotto, non basterebbero ad infiammare il polverino di che sono coperti i fili stessi ed i poli . Ma ben altrimenti succe_de quanto all'elettricità a.tmo-

8G

sferica; la sna azione diventa sornnti volte terribile e sarebbe causa imminente di pericolo. pei magazz1m da polveri. . Se s uccedesse, p~r r,sernpio, ch e il fuln1i ne v~nisse a colpire direttamDnte i. fili del telegrafo , è assai probabile· che JJe_r una certa lunghezza, e nel punto dorn sarebbero stat.i colpiti, essi ver~ebbero fusi, infiammaù, dispersi, o che i globrJli incandescenti Ja'nciati in lontananza pel fatto stes:;o dell'esplosione, potrebbero essere spinti ancora più lontanQ dall'azione del venw; ol.\re a ciò le estremità li ber~ del filo, po~te in piena com bustiooe e spin le dalle. mede~ o,Ìme caù'se non potrebbero a meno che déscri ,·e1·e grandi curve attori10 ai punti d'attàcco, e portare éos't le' fiamrue a considerevoli distanze. Questa probabilità, fofs'ella pure una mera possibilità, , basta a r~ndere imperioso il bisogno di porrè i magazzini da poh:erè al sicnro contro 1ali pericoli. Passate pr,i in r ivis_ta le diverse precnuzioni alle quali si po-trebbe aver ri1:orso, la coruwi:;sion~ si fennò alle seguenti proposte: 1° Sostituire fili sotterranei ai fili aerei • in tul(a q~iella_parle della linea <\he sarebbe distante meno che cento metri_da un magazzino di polvere; 2° R igettare ·i condotti sotterranei all'infu0ri della zooa do,·e sarebbe pericoloso di ammetter~ gli operai che avr~bbero a costrnirli, visitarli o ripararli ; ·3° Stabilire uno o più parafulmini ~sopra pali alti 15 o 20 metri in prossimità <li ques\i . ,condot1i sottei'i'anei, affine di proteggerne tntta la lunghezza cont ro gli attacchi diretti del fulmine ; _ , · Queste proposte fCirono 'adottat0, Pd ora i magazzini. di · polvere francesi si ritengono immuni da qualsiasi pericolo di ta·l fatta .

:


86 :

La polvere da ta1111ònc resa i11és!JlosiY11. Nessuno vorrà negare che 'Utilissima cosa sarebbe stato i l P?ter rendere in certe circostanze la polvere ¾ cann~ue ordinaria non infiammabile, . e quindi . poter rest1tu1r le , a ,volontà, le ' s·ue qualità_ balistiche. Questr, p•oblema, che è stato più d'una. volta posto in campo a llorchè si trattò di traspor·tare grandi quantità di pol~ver e, venne in qùesti ul timi tempi perfettamente risolto da un ingegnoso sperimentatore, i l signor Gaie, dÌ Londra. Gli avuti r isultati sono stati così soddisfacenti che l'a utore ha ottenuto · il b revètto pella sua scoperta, la quale d'altronde, come tutte le buone i1nenzi~ni, è d'una semplicità notevole, Il sig nor Gale ha testè rinnovai~ le sue espe~ie~1z.e su u:na grande scala, dinanzi a n ume1:osi spet tat0r1, I qual-1 l'lUl{tSero meravig liati nel vedere la miglior polv,1re da guena resa 111 pochi minuti iutieramcute inoffensiva, quindi dopo a lcuni istanti r itornata nel suo stato natur_a le, e poter subire a lternati;arnente queste due ' trasformazi~ni per qu_an te volte si c)esidera , · Ecco ip. qual , modo I J11vento_re g 1urrse a questo rnteressante risultato, çiià da qua_lche tcro po si sa, ch e mescolando alla poi \'ere~ da cannon,e diverse altre sostanze, p.uossi_modìficare la· sua in_6a_rn~abilità, ed aucne togl,ierle completamente la propr1eta d1 esplodere, In tal modo si è già esperimentato il carb_o ne, ' la ~abbia , ecc, lVIa q u-esti due corpi danno in pratica alcum inconvenienti. I granelli di sabbia non essendb tutti -d'uguale grossezza presentano d ifficoltà se n on i~possibilit~, a separarsi completamente dal la . pol~ere; ,al~ lorq uando s1 ha da ,servirsene; la stessa obbièzione è stata fatta pel carbone? i l quale inoltre; condensando in sè l'umidi'.à, ?otrebbe rendere umida la poi vere. La sostam;a che 11 signor Gaie ad0,pera n on è altra· cosa che vetro polverizza.to , il più trito possibile, e · molto più --che la

87

TECNOLOGICA

RiVISTA

la polvere stessa. _A dosi eguali di polvère e dj veLro po_I_verizzato, l'infiammabilità della polvere è . singolarlllen te 'mo,lificata; a due o tre dosi di vetro polverizzato contro una duse d i polvere, l'effette> è, ancor più pl'(Jnunziato; ma per renclt·re la polv.ere tn tt'af:fatto inerte, vale a dire · per toglierle i 11tiera'mente la proprietà. d'infiammarsi subitamente e di esploùere, per potere, per esempi(), estinguere il ftioco sul focola_re, basta p.e,,nde-re una dqse di polvere di cannone e q uattro dosi ùi -vetro polverizzato, e di ben ' . mescolar! i assieme, ~n una tonnellata d1 polvere preparata in tal modo si può introdurre impunemente un tizzone

.

acceso,

Per rendere alla polvere le sue pr:m itive proprietà l,alistiche, hast~, come si può supporre, s tacciàrla ; il vetro pol veri_zzato passa, la pol vere resta sullo s_taccio.

l\:uorn 1,u11tlna1lc-Gcwdrnr. .

.

Un armaillolo

dì S toccr>lma, per nome Hagstru t:m, av rebbe testè inventato u n nuovo modello di fucile ad ago ftilminante.' Questo fucile offrirelJbe un'economia in ciò che rende i11utile l'impiego di piccofi strum enti di pulitu ra che sinora il soldato era. forzato di portar seco. Si sfiarano facil • men·t e da 10 a 14 colpi per minnto, e neppur dopo 125 colpi la cann'a avr ebbe bisogno d'essere pulita; oltre a ciò l'inventore assicura cbe nè là siccità uè l'umidità hanno alcuna azione sulla. sua arma,

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Proietti scmo,,enti. U n ingegnere j)J'llSsiano pretende a i aver l'atto m1a novella scoperta, assai strana davvero. Essa consiste,rebbe nie~1terneotè che i proietti che si slancierebbero di. per se stessi; senza canna • - cannoo,e . I proieLti fatti sn d' una fo rwa pit'l lunga sono pos ti ritli sul te rreno; daod•J il fuoco alla carica


88

89

RIVISTA

TECNO LOG[CA

clie è· posta in fondo di essi , sono. .mes&1 rn movimento non solamente; nell a direzipne in cni si trovano, ma sollo ancora costretti a.d una rotazione reg9lare. · La forza motrice non consiste in polvere da can none, ma in glicerina trattata con acidi , chE\ in questo _stato deve possedere u·na forza 20 vo!'te maggiore di quella dell~ polvere. Non sappiamo se quest'inrenzione sia stata sottoposta a qualche disamina.

150 millimetri ; per re artiglierie , da campo e da montagna )50 rnilliri,ctri . . Peso della cordìcella: per k1 artiglierie da mu ro . 100. grammi; per le artiglierie da campo e da montagna 90 grammi . La diffet'euza d'uso fra la nuova cordicella e l'antica, sta i~ ciò, che con ·quest'ultima il ca~noniere incaricato cti dar fuoco al pezzo teneva impugnato nella . mano destra l'un capo della cordicella per rrie:i:zo di un travésino e colla mano ·stessa tira.va la cordicella per romper-e il cannello ed appiccare il fuoco. Colla nuova ,cordicella invece, la niano sii;i.istra ti_en sempre impugnato l'occhiello, nf~ntre la' mano destra all'at_to di far ìuoco fa sconere. con forza verso la sinistra il 1mtnubrio scorsoio, cosicchè questo urtando il nodo d'arresto dal q-uale deYe prima distare di 0"' 50, f~ partire il •colpo. . . La. nuova cordicella fu .adottata in s~guito a molte spe• rÌP,nze fatte nello scorso anno nella scuola. di tiro dei varn reggimenti d'aniglieria., ed ha il va11Lag1:5io di llOll· produrre così frequenti scatti a vuoto come l'antica.

Nuova cordiccll,Ì

dil

s11aro.

Nello scorso-_maggio il nostro ministero. della guerra arlottava una nuorn cordicella da sparo pe~· le hocche da fuoço, composta,: di 1 funicella di (, millimetri di diametro strafor7.inata., terminat:i. ad un ca.po con un occh'iello per imp~gnarla e.:l all'altro con un gancio da intmJursi nella fibbia del cannellofolmiuautt::; uu -rnanubrio scor-so··io d'olmo o frassino, forato secondo l'asse ed infilzato nella fun icella tra il gancio ed il nodo d'arresto. Le misure principali della nuova cordicella sono le seguenti : . Lunghezza tota.le della cordicella: per le artiglierie da muro 2220 millimetri ; per le artiglierie da campo e da monJagna 1800 n:iillimetri. . Funicella necessaria. al suo confezionamento: per le arti• glierie da muro 2650 mili im,etri: per le artiglierie da campo e da montagna 2250 ruillimetrì, Distanza dal gancio al nodo d'a,rres!o del manubrio: per le artiglierìe da muro 1900 mil limetri; per le artig lierie da campo e da montagna 1500 1n illimètri. Lunghèzza del ma~u brio scorsoio: pet le artiglierie da muro 120 millimet ri ; per le artiglierie da campo e da montagna 120 millimetri. ' Lunghezza dell'occhiello : per le a,rtiglierie da muro

Torpctline ~olossale. Io presN1za del duca di Sommer-set e di alt,i rnernbri del c::.nisigli'o clell'ammit,1glia.to, si effettuò a Cha tarn una serie d,'esperienze di qual, he .interesse, relative alle nuove ÌnYPnzipni in fatto di gu<'rra mariti.ima. Sropo rlelle Psperienze era (li coustal!n,, l'effetto· di quei formidabi li strumenti di distruzione di cui si è tante vo!t'e inteso parlare clnrante l'ultima e gigantesc~ lotta r.he ,ha sc·onquassato l'Ametica. I~'in venzione sottoposti ad esperienze, col concorso e la sao:oione dei lordi dell'ammiragliato, è àovuta all'iogegno .del signor Wood, uffiziale della marina aegli Stati-Uniti, uon che a q ue1lo del s1gnol' G. W. Beardsìee, nltro ame-

....


90

91

Rl\' !STA

TfiCNOLQGICA

ricauo attualmente in Inghilterra , e che persou_almente prnsiede ·a tali esperienze. Il s,ignor Beardslee aveva fatto gli opportuni .apparecchi, e da alcuni giorni aveva ,sommerso alla bocca ·del bacino di Chatarn, nella Medway, una e norme torpedine tenendo_. vela fino al giorno pTecedente l'esperienza, onde dimostrare come una lunga immersione non alterasse per nulla la. sua ro;:,za d'esplosione. ·roco lun.g i era ancorata l_ii. chiglia del Tersicore, vecchia nave in legno- della portata di 18. cannoni e di 500 tonnellate circa, messa dall'ammiragliato •a servigio del signor Beardslee. Le torpedini adoperate erano di due sorta: le une d_ette galleggianti elettrici, le· altre a ìJercussione; questi nomi indicano il modo col quale succede nei_ cilindl'i vuoti la esplosione; sì le une che le altre sone> di ferro batt.uto, di differente ampiezza e forza. Le più grosse porla.vano una carica di 440 l ibbre di polvere, le più piccole di 68. libbTe; quelle avevano una lunghezza di 9 a l O piedi· ed il diametro di nn -piede , le seconde con un diametro ad un di presso eguale, erano di due terzi meno lunghe. A ciascuna trJrpedine'và- unito un battello cil indrico; a.Ìlorchè vuolsi-immergere la, bomba ad una data profondità, prima di appiccarvi il fuoco, la corda c~e le unisce .al battello può assai agevolmente svolgersi e re_goliue. Come s-i disse, da alcuni giorni, in un punto· segnalato da ùn'asta con bande1,uola rossa era r imasta immersa nel fondo del fiume una delle . -torpedini p iù grosse caricata con 440 li bbre di polvere. Stabilita la comunicazione elettrica , con questa boml,>a, e datole il fuoco, in u11 a ttimo fu-·visto eroi:npern dall'imo del fiume una immensa colonna d'~cq ua, che nelle forme e per l'impeto ricordaYa talune di quelle terribili trombe ·che i marin!J,i incontrano talora nel Mediterraneo. Ma la sperienza di maggior in'teresse era ancora. a farsi'. Dopochè furono collocate sotto la carena del 1'e1·sicore

due torpedini del calibro di 75, ad una. profondità di circa, •7 piedi, e fu dato il segno per comuÙìcare la sc,intilla el~ttrica alla polvere in esse chiusa , ·si udì su bitaìnente una cupa èletonazione, seguìta da un visibile sollevamento e da upo scroscio in . tnao i l legM; pareva il lugubre suono· di caten e che s•1nl.ano e si spezzano; ,_grosse ondate sospinte dalla forza dell'esplosione r icadeyano snl ponte del_ bastjmento, -senza che si scorgesse perciò" che alcuua delle SLle compaginatm:e ne fosse staccata; nessuna fu vista saltare in aria o cader nell'acqua, e il 'l'e_rsico1•e cçlò a fond9 . sopra, un fianco; l'acqua non er(\, su fficien ten1ente prnfo·ncla per sommergerlo inti_ei;amente, altrimenti sarebbe stato inghiottito;. roa è irreparabilmentè perduto; sarà forza scal zarlo e trado sulla .spiaggia perchè non iu1barazzi lanav1ga-z1one. Dopo questa c'atastrofe, il yacht dell'ammiragliato girò intorno al Tersicore per esamin_arlo· dappresqo, e dopo parecchie a ltre esperienze di minor conto i signori dell'ammiragliato ritornarono a Chatam. Si attende , col più vivo intere,;se· la pubblicazione del (T1:mes) rapporto ufrìziale su queste esperienze.

- ·-.;v,,,N\I\Jv'VVVVVVV'~


RIY!ST,\ STATISTfCA

RIVIS'TA STATISTICA

F(lANCIA. - Il ministro della guerra fra nrese ha pro• mosso ultimamente ne.l persona le dell'.artiglieria & !cune im pÒl'tanti modificazion i, e sono : l O Soppressione della 2' ·compagni.a arrnai110li, ·cosicch8 più non ne rimane · che nna sola,_riparti ta presso lè'-truppe in Algeri, a Roma e nel Messico. La coÌnpagnia restante si compone di 4 uffiziali e 72 indìvidui' di t ruppa sul piede) di pace, e di 4 uffizialì e 102 individui di trupp11 sul piède _di guerra . . 2° Riordinamento del personale degli impiegati militari d'artiglier(a., Le guardie d'artigl ieria e gli' im piegati oopi di officina, cioè i capi artificieri, i ca'pi •opera Ì· delle direzioni, delle fucine e dei pol verifici, e i controllori del~e fondE.<rie vennero fus i, classe per classe, sotto l'unica de11ominaz1one di Guardie d'artiglieria,, con uniforme, ra.ngo e stipendio uguali, e ripartiti· in: 100 gtiardie principali, 170 guardie di l' classe e 170 di 2 ' . I controll"ori d'armi delle manifatture fu rono riuniti ai

l

93

controllori d'armi delle direzioni, formando u~'unica categoria, denominati conl1·ollM'i d'atmi, e •ripartÌt1 in : 20 con• trollori d'armi principali, 70 controllori d' anni di ia classe, 70 di: 2". T utli questi impiegati prendono rango fra i sottoten.enti, · c.ui devono u bbidi"enza e fra i sott'uffizialì, sui quali hanno autori~à entro posizioni. def:ìnite dalle loro rispettiYe cal'iche. 3° Riord-i namento degli operai di stato d'a.rtiglieria. Que~ti sono sotto gli ordini diretti ed a disposizione del capo dello st1bilimento cui si trovano addetti, e sono specialmente i1~caricati deÌ dettaglio dei Jayori. Essi son~ divisi in due classi : 7-0 di 1a e 70 . di 2\ e nominati dal m\n istro deliri cruerra. Hanno rango .:ii aiutanti (1° sott'uffiziale) e sono ioggctti ai regola.men ti militari. Gli operai di stato ·a i li' classe souo· scelli fra quelli di. 2", ..:he al5biano almeno 3 anni di servizio come tali, non che fra i marescialli d'al•. loggia ed aiutanti d'artiglieria aventi 6 ann i di servizio. Gli . operai di I" classe concorrono i)er l'iinpiego di gllardia él'ar.tiglieria di 2" classe_. Qllc~ll i di 2" classe sono tratti dai sergenti e fo rieri d'artiglinia aventi 6 anni di servizio, ma particolarmente da quelli delle cornpaguie operai. 4° Riord inamento del servizio dei polverifici militari. Il detto serv iz.io venne cenrralizz;ato, come già lo eiano quelli delle fonderie, delle fucine e delle manifatture -d'armi, per • via di un colonnello d'artiglieria, addetto, col titolo di ispettore dei polverifici , nresso il ministao della guerra. Il servizio d'ogni polverificio è affidato ad un direttc,re, luogotenente-colonnello o maggiore 'd'artiglieria., coadiuYato da un sotto-direttore . maggiore o capitano, .e da un numero competente èl'impiegati d'artiglieria. Per i quattro polverifici •di Metz, del -Bonchet, del Ripault e di Saint-Ch~·mns, sono state create qua.ttro compagnie di cannonieri artifizieri, ma per C;Ont1:o· furono soppresse -le tre compagnie ancora esistenti di cannonieri veterani.

, BAVIERA.

In seguito alfe recenti modificazioni m-


-,. 94

'

rtlVISTA

trodotte nell'organizzazione dell'esercito . bavarese , esso s1 compone come in appresso: · -

----------~ GUirnnA

PACE

_uomini cavalli uomini cavalli

11--- ------- - -- - - - - - - ;

16 Reggimenti di fanteria',

63,312

8 Batto.glioni di cacciatori . .

7,21~

12 Reggimenti di cavalleria . -

9,552

.

61,472 7,032

7,284

9,396 5,4i2

-

4 Reggimenti d'a,rtiglieria con treno; operai, ecc. .

13,127

7,634 12,5\lS 1,~_02

1 Reggimento del genio

2,046

87

-1,982

4 Compagnie infer mieri

936

12

928

·St.ato niaggiore, amministr. ecc. 1

800

-- - -

800

-- -

-

96,983 15,017 94,208 6,714

Ogni 1·eggimento di fanteria consta di uno stato maggiore e _tr.e battaglioni, Ciascun battaglione è. di 6 compagnie 2 di tiragliatori e 4 di fucilieri . La forza del reggimento è di 3,057 uomini sul piede di guerra e 3,842 sul piede di pace. Ogni battaglione di cacciator i ha uno stato ·maggiore e '4 compagniP- ~ 902 uomini sul piede di guerra e 879 • su q nello di -pace. . La cavalleria si scompartisce in 3 .r eggimenti corazzieri, 6 cavalleggeri e 3 di ulan i. - Ogni reggimènto ha uno stato maggiçire 4 squadroni - 796 uomini e 607 cavalli sul piede ~ guerra; 783 uomini e 45 1 ca yalli sul piede di p ace.

e

STATISTICA

95

L'artiglieria const~ di 4 reggimenti, 1- compagnia operai, ] ,compagnia àrtificie,ri: e 4 sqnadroni treno d'artiglieria: Dei 4 reggimenti: il .1 ° ed il 2° hanno identica formazione cioè: 1 stato .1rnggiore, 2- batterie dà 5 rìgate, 3 da 12 e 7 a piedi - 2,'797 uomini e 792 cavalli ·sul piede di-guerra; 2 ,708 uomini e· 800 -cavalli sul . piede cli pace: 11 -3° reggimento; a ca,vallo, è composto di l stato maggiore e 4 batterie da 12 - .1 , 031 uomini -e 828 ca vali i sul piede d1 g uerra; 1,007 uomini e 484 cavalli ~ul' piede Ji pace. Il reggimenl<? del genio ha l · sta to maggiore e 8 compagme. È da notarsi che sul _piede· di pace deve essere tenuto vacante un posto di luogotenente pres'so ogni .compagnia di fucil ieri , presso uno squadrone in ogni reggimento di 'cavalleo-aeri e di ulani ,.. e presso oo0 ni 2 batterie , a piedi DV del ·1°, 2° e 3° reggimento d'artiglieria. La batteria' da 6 r igati si compone in cam pagna di 8 cannoni 9 carri da munizioni, un affusto di riserva, una fu~ cina ', 2 carri di batteria; i·nsìeme 21 car.ri in immediata relàzione colla bat teria. La batteria da 12 da campagna si compone come sopra di 8 ca.nnòni, 9 carri di m unizioni; 1 affusto di riserva, u na fucina, due aitri carri: in tutto a_nche 21 earri. La )Jatte~ia da 12 a cavallo si compone di 6 can noni, i5 carri da munizioni, 1 affusto di r iserva, u na fuòna, 2 altri c~rri, insieme 16 carri.

rr ALIA,

...:.. Riunione ·delle' scuole di fanter'ia e cCl/ValCon· regio decreto del 18 settembre, la scuola di ' eavalleria in Pinerolo venne fusa a quella Gli fanteria . in · Modena . L'opportunità di una tale disposi~iope fu da noi toccata già da molto tempo, allo:rquando ci occupammo del riordi, namento dei nostri istituti •militari; gli è quindi con piacere che _abbiam visto q nesta determinazione g?vernativà, la quale produrrà non solamente una sensibile economia sul

teria. -


.

'\.

9U

STATISTICA

RIVISTA

bilancio della g·uerra, ma ben anche i m igliori effetti al ~unto di "ista dell'istruzione, imperocchè col ouoYo s,•iluppo arnto, _la scuola militare in Modena ha pure ottenuto magg10n mezzi di quelli che aveva disponibili prima della fusione delle. due scuole. . · È stabi lito che ogni anno -.vi panno essere amm essi 212 giovani per l'arma di fanteria e 32 per la cavalleria, i quali escono sollotenenti dopo un corso bienualc di studi . Gli allie1'i sono rip,artiti in: w i battag lione di fantPri a di 4 compaguie, ed uno. squadrone di cavalleria. , Per :e scuole, gli allievi sono distinti in due divisioni. La l ' è formata_ di tutti _gli allie;vi del 2° a nno di corso, cioè due compagnie di fanteria e mezzo squadrone di cavalleria. La 2' comprende gli ·allievi del 2° an·oo di cç,rso, cioè le altre due compagnie di fan le ria ed il secoudo mezzo squadrone. Per tale riparto gli allieYi delle due armi sono divisi per ciò che concerne la formazionP, l'uniforme e le istruzioni propriamente militari e del mestiere, per l'insegnamento scientifico e per tutto il resto essi sono nella più sfrett a comunanza. • I personali permanenti sono i seguenti :

ma

I. - Personale pel governo e per l'amministrazion_e. ·

a) Pctsonale titpér-iore 111ilitetrc.

1 Comandante generale (uffiziale generale); 1 Direttore delle istruzioni teorico-pratiche (uffiziale superiore di fanteria); 1 Relatore del consiglio d'amministrazione (uffiziale s uperiore di fanteria) _; I Aiutante maggiore in 1° (capitano di fanteria); 4 Capitani di fan teria 4 Luogotenenti di fanteria pPr le compagni e cli al8 SoUotenenii di fanteria lievi di fanteria:

i

I I 2 l 3

97

Capitano di cavalleria ( per lo squadrone di alLuogotenenle di ca,•alleria lievi di cavalleria; Sottotenenti di cavalleria Capo-istruttore di equitazionij (capitano di cavalleria); Istruttori di equitazione (uffiziali subalterni di cavalleria); . I Direttore dei ctmti (capitano od uffiziale sub~lterno di fanteria); I Aiutante maggiore io· 2° (uffizialo subalterno di fanteria); I Veterinario;

___,__ 31.

b) Person(l.!e· infe1'io1'e 111ilitare.

1 1 1 3 l I 3 I 1 l

Furiere maggiore di fanteria; Furiere di fanteria; Furiere istruttore di cavalleria; Furieri scrivani di fanteria ;_ Furiere o sorgenle scri--rnno di cavalleria; Furiere portinaio; Sergenti scrivani di fanteria; S\3rgente portinaio; Capo armaioolo; Capo morsaro; i Sergente taro burino ; '" 16 Sergenti di sorveglianza dì fanteria; 4 Sergenti di sorveglianza di cavalleria; 4 Sergenti di cavalleria; I Caporale furiere di cavalleria; I Caporale trombettiere di fanteria; 1 Caporale tamburino ; . 8 Caporali di cavalleria; I Maniscalco; I ~lievo maniscalco ; ANNO x, voi. lI, - 7.


98

:RlVISTA

STATISTICA

1 Sellaio; I Trombettiere di 1•· classe di c;w11,lleria; 2 Trombettieri di 2' classe di cavalleria; 4 Tamburini; 4 Trombettieri di fanteria; 60 Soldati di 2' classe di ca,valleria (palafrenieri);

Professori titolari tnilitari.

2 1 1 1 1 1

124. · e) PersonetZe

Per Per Per Per Per P er

l'arte e storia mili tare ; la topografia ; la fortificazione ; gli· elementi d'artiglieria,; la geograna militàre; la legislazione e l'amministrazione militare.

7.

ci-vile pei vmi ser·vizi.

Professori titolari civili.

l Per la fisica e la chimica; 1 Per la geometria descrittiva e disegno geometrico; 1 · Per ·le lettere italiane; · 1 Per le lettere francesi; 1 Per l'ippiatria; 1 Pel disegno topografico; _l_Pel disegno di paese.

1 Economo; 3 Aiutanti di contabilità; .I In~ermiere maggiore;

. 5. 1 Medico (civile).

7. · Prnfessori aggfonti 1nilitari.

Ispettore di servizio ...:.. Sotto-ispettori di serv1z10 Distributori - Camerieri - Cavo cuoco - Cuochi . - Infermieri - Illuminatori - Scopatori (da 'determinarsi secondo i bisogni).

3 Per l'arte e storia militare; 2 Per la tÒpografia; .

1- Per la fortificazione e pel relativo disegno; · 1 Per la legisfazion-e e l'amministrazione militare; 1 Per la geografia :i:p.ili tare.

·Ccwqlli.

8.

11 O Cavalli da sella. (per le :riprese e le .esercitazioni a cavallo); 3 Cavalli• da tiro (pel carreggio dei foraggi);

--

Professori -aggiuntì civili.

2 Per la fisica e la chimièa;

1 Pel disegno geometrico ;

113. . II.

99

2 Per le lettere italiane;

2 Per le lettere. francesi; 2 Pel disegno di paese ; • _.:._Pel disegno topografi?o· 11.

l'ersona.le ~el culto e per l'insegnamento.

1 Direttore degli studi ( uffiziale superiore) ; l Dìrettore di spirito~ · •

=

1 Prnpara.tore per la chimica .

• /


100

RIVISTA

Maest1·i civili.

Rio,·dinamento della Real Casa fovalidi ~ Veterani i n _Napoli: - Con re;io decreto del 25 settembre Ja detta

l Per la scherma ; . _]_ Per 1a· ginnastica.

Real Casa fu ricomposta come segue:

2.· Assistenti maestri civili.

2

7 Per la scherma ; P er la ginnastica.

10. T otale 84. Gli allievi sono attualmente 235 del 2° anno di corso O e 236 del I • - Gli allievi di fanteria del 2° anno hanno lezione di eì.j_uilazione , ciò che è un gmn vantag~io che prima non si aYera. .- .

Scuole normali.

Con circolare del 12 ottobre . , il ùulla gucr~-a 1;;1wauuva le disposizioni occorrenti per un nuovo corso d'istruzione alle scuole normali di fanteria, di ca,'.alleria e di bersaglieri. Queste disposizioni danno un .novello indirizzo alle tre scuole, che è quello che loro si potesse dare m igliore. -- Ne parleremo estesamente in un prossimo fascicolo, standoci a cuore che si sappia all'estero, quanto- sia curata l'istruzione nell'esercito ita liano sicchè da questo se ne sappia misurare il giusto valore. ' rn101sto1·0

Personale inferio1·e: JJel servizio dei. magazzini e laboratori dell'amministrazione milita1·e. , - Con regio decreto del l O settembre il detto personale ·venne costituito come segue : . /

101

STATISTICA

Capi operai di 1' classe .assimilati » dì 20. classe 11 Capi layoranti , Operai di l!' e 2' classe » Lavoranti di 1a e 2 ' classe »

a giiarclanne. a furie1·e-maggiore. a se1·gM1le. a capo,·ale. a soldato .

..

lfno stato maggiore, Una compagnia ordinaria sòtt'uffiziali. Tre compagnie ordinarie veterani. Quattro compagnie ordinarie invalidi. Due compagnie provvisorie di sott'uffiziali. Gli uffiziali che per effetto di tale determinazione verranno a trovarsi in eccedenza ai quadri .stabiliti, potranna essere conserrnti in soprannumero finchè sia altrimenti prov, v isto a loro riguardo.

U:n

- Statura per gli uo'mini ,di cavalleria. -:regio decreto 24 agosto scorso abrogò le prescrizioni conten ute _n el paragrafo 242 del regolamento sul rec\utamfÌnto dell'esercito, intorno la statura degli uomini da assegnarsi all'arma di co.vallor ia, ed io sostilu7,ione di esse stabilì che d'ora in arnnti la misura per tali uomini sara là seguente: 111inimu.m

Per Per P er Per Per

la c.avalleria di linea metri » i lancieri ) i ·cavalleggeri . gli ussari di Piacenza ,» le guide.

ma.'t~imum

l 70

1 7o

1 66 l 63 1 63

1 1 1 l

I

63

72 69 69 69

- Ammessione di allievi negli isti'tuti super·ioi•i, militari,. - Con circolare ministeriale del 30 ottobre scorso il ministero della guerra ha pubblicalo le· ammissioni ad allìévi n egli istituti superiori militari. Nell'accademia militare sono ammessi 73 giovani dei quali 10 borghesi, 3 soldati · e 60 provenienti dai collegi militari di Napoli, Asti e Milano. Nella scuola militare di fanteria e cavalleria sono ammessi 209 giovani, 55 dei quali con;eguirono l'idoneità per l'am-


RlVlSTA STATISTIC A 102 missione nella regia militare accademia, ma non vi poterono essere ammessi per essere1 rimasti in eccedenza al numero dei posti da occuparsi nella stessa. ¡ Di detti 209 giovani ~O sono ammessi per l'arma di cavalleria. Vengono da borghesi 87, dall'esercito 13, e 109 dai collegi militari soprannominati. ' Tutti gli ammessi devono entrari, ai rispettivi iiitituti il.ddl 15 novembre.

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Gerente.

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NUOVO ì\IETODO F ACl LISS! :\10 r.EJt

CALCOLARE LA SPINTA TIRI TERRAPIENI APPLCCATO ALLA l'HATlCA DELLC GOSTHUZIONI / SEC{rÌTO DA

' NUOVE REGOLE SULLA STABILIT1 DEI '.ÙlilU CHE SOS1'El\G0i'"O

INDICE. Pr oemio. C1.ro I, - T eoria delht spinta dei tel'l'aJ_Jieni: et) Dil'ezioue della spinta delle terre contro i muri. 1)) Intensità della spinta delle tefre. e) Centro cli spinta. C.no IL - Nnovo metodo per llclcrminare la spint,1. nei casi particolari. CAro III. - Applicazioni ai_, c,1.s i pi(1 orilinari svolti dagli antori.

A»xò x, vol. n. - 8.


104

l'E R CALCOURE LA SPINTA DEI TllRRAFIENI

NUOVO _METODO

Cuo IV. - Critica dei metodi proposti dagli autod pel caso di sopraccarichi di terra dietro i muri di rivest imento. Cuo V. - Della stabilità dei muri di sosteguu cl elle t erre e dei nuovi profili cli resistenza indefinita che si propongono. C.Al'o VI. - :Applicazioni delle nuove r egole relative alla stabilità pei· iscorrimento clei muri di sostegno e pai·allclo colle antiche. C~Po VIJ. - Riflessioni sni liassi rivestimenti della moderna for• · ·tificazione e sulla difesa delle foiì,sate.

105

PRO E 1''1 I O.

...

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,,

• 1

La teoria· della spinta dei terra pieni è in sostanza ai dì. nostri quale fu piantata dall'immòrtale_ Coulomb, massime dopo che le belle sperienze dell' Audé ne hanno confermata l'esattezza. Nè io pr(,ltendo- averne trovata una novella , ma propongo un · nuovo metodo semplice e generale per risolvere facilmente t utte le questioni relati ve alla stabilità dei muri di . sostegno delle terre: un metodo che, non dipartendosi dai più elementar i principii della Meccanica, bast;i in tutti i casi della, spinta delle t erre senza richiedée altro che una riga, un compasso e poche sostituzioni numeriche in una formola semplicissima. Credo che esso non tornerà disutile agl'iqgegneri, <lacchè l'assegnare le giuste dimensioni dei muri di sostegno delle eterre è un quesito pii:.1 complicato che non pare a bella, prima, stante i molti eleménti variabilìssimi da un oaso all'altro che vi entrano, e che non è possibile abbracciare in una sola formala o in poche regole empiriche. La varia indole delle terre, il loro peso specifico , l'attrita- più o men·o forte che hanno fra loro e che possono avere colla parete in t_erna dei muri, la particolare stratificazione del terreno naturale, la fa. cilità d'imbeversi più' o meno d'acqua, le tristi conse-


106

PER CALCOLARE T,A SPINTA DF.l Tl':RRAf'lF.1'1 107. dirittu ra la spinta riel suo terrapieno e poscia proporzionarvi la grossezza d_ei mnri. Or qui sta il punto. Una delle formole p iù usitate nella pratica, e che si trova in tutti i manua-li clell'irigegnere, è certamente quella che dà pel valore generale della grossezza del muro 0~'285 (Il+ h); ove II è l'a1tezza del rivestimeI?to, ed h quella çlel sopraccarico di terra. Or vediamo che l cosa dica il Poncelet di tale formola. « La formule « 0,285 (Jf + h), malgré son extrème sirnplicité, . donne • « en effet des épaisseurs moius incertaines que celles « de la formule de lVL Français, et qui, sauf pour « le cas signalé des fortes surcharges ou de très-Jarges • bermes (che è appunto il caso dei rivestimenti bas~ ( sissiini cui tende la moderna fortificazione) pour• raieatetre a.doptées avec confiance, et s'il était permis « d'admettre, comme on le fait quelquefois dans ·l'ap' oc plication des forrnules, que Ja plupa-rt des terres P-t « des maçcinneries se rnpportent s1:;nsibl,e!l)ent à C!;llles • qu'on nomme moyennes. ·or, ii' existe pour les unes • et les autres des diiTérenèes spécif.ì.ques . tellement . « grandes," la den~it6 rélative et le frottement jouent ·" un si grand r6le dans la détermination des épais" seurs de revètemeots , que ce serait · s'~xposer . • parfois à de graves rnécomptes , non seulement • d'adopter une pa.reille hypotèse, mais peute- ètre « encore d'adrnettre sans vérification préalable et pour '« les lim~te~ ":ssignées l'exactitude de la formule plus

NUOVO METODO

guenzè che ùe seguono se esso sia argi11oso, _e la natura della fabbrica che si adoper~, sòno tntti elementi che agiscono potentemente sulla spinta, ancorchè sieno. costantile dimensioni del riempimento, e non_ è ra;ro i l caso che, seguend·o le regol~ empiriclle o q uellè for, mole che si pretende esser generali, spesso si ottengano dimensioni scarse o troppo abbondanti, quando a ., danno della. siabi-Tità e quando dell'ecoJ1omia. Chi infatti volesse vedere quel che pensino d_i ciò i più illuminati ingegneri dei nostri tempi, o~a le seguenti parole del Poncelet, il quale citeremo più volte in cìuesto lav,oro come lo scienzato più autorevole e p i_ù profondo in tal fatta dl cose : « La nature ~es • maconneries et des terres exerce la plus grande rn" flu;nce sur les épaisseurs à adopter dans · les dif-= « fére·nts c·as; aussi pensous-nous que, quand il s'agii « de constructions nouvelles dans lesquelles on veut à a la fòis· concilier la solidité et uue éconornie b ien en" tend ue, but essentièl et :final de _tout calcul, on doit • ·« déter;1iner, avec soin et par des expériences di« rectes, la densité des maçonneries et des terres « ainsi q ue l'angle du talus naturel de celles-ci, .qui « sera pr1s sur les remblais, tandis que leur poids « le sera, au contraire, sur les déblais et en temps de « pluie, ou après qu'elles auront été convenablement « arrosées et imbibées d'eau (1). » Nello stato -;i.ttuale della Scienza l'ingegnere per assegnare giuste dimensioni ai suoi muri di rivestiménto deve, o colilsultare i manuali e affidarsi _a questa o a quella regol_a pratica, oyvero calcolare ad-

, générale e =.· tang

I. f

(1) PO~ELE'r, Paris, 1840.

Némoi-re swi· ·fo stabilité éles revètements, pag.

~ o:

V~;,

(Il+ h) (I). ,

,. Che dfreh10 poi della famosa ' q uanto antica regola di assegnare ai muri di rivestimento una grossezza

41,

(1) PoNCELET, Op. cit., pag. 30.


r rrn

·108

uguale al terzo dell'altezza nel caso <li sopraccarichi nulli o piccolissimi·? Cotesta regola si attaglia col profilo medio di Vauban che va considerato co~ne « un tipo delle più esatte proporzioni fra la potenza e la resistenza;» ma ormai gl'ingegneri han veduto ad .evidenza che essa conduco ad esagerate spessezze nel caso- di bassi rivestimenti e di terre leggiere con murature assai pesanti, ~entre nel caso contrario può mettere in forse la stabilità delle costruzioni (1) . Co-sicchè il ·Poncelet, insistendo sempre sulla necessità. di tener conto della natura dell<l terre e de11e murature per fuggire gli errori inoren ti a tutte le regole empiriche e invariabili, non esclusa quella del profilo di Vauban, aggiunge 1° « Que la règle de l 1épais« scur

égale au ~ de la hauteur, doit son origine à des

« théories

incomplètes , et non point à une pratique " éclairée; 2° qu'elle est fautive et pèche surtout en • ce qu'elle ne tient aucun compto des v6ritables « données de la question (2). • Premesse queste brevi considerazioni sulle regole pratiche, passiamo ai metodi scientifici che' si volessero usare nei singoli casi. Nel cercare il prisma di massima spinta e il punto d'applicazione di questa contro la parete interna dei muri, dovete ricorrere o alie formole degli autori di meccanica applicata, ossia ai metodi grafici del Poncelet e di . altri insignì, seguiti generalmente dalla scuola fra-nçese. Apriamo per esempio la meccanica applicata aal NaYier. Pochi ha.ii.no trattato la spinta deHe terre co~ più 9Jegan~a, •(l) Am1ales <les ponts et cltaussées, 1831, png. 62, 349. (2) PoNci;,.~-r, Op., cit., png. 87.

CALf':OLARE I.A SPINTA DEI TE!\RAPIRNl

109•

con più precisione, con più rigore, e da ~n punto di vista più subliIQ,e e generale di questo insigne mf!tematico. Ma - mi si perdoni la tracotanza - i quattro o cinque cà.pitoli del Navier sulllt spinta delle terre, · irti di molti integrali e di formoloni lunghissimi, per quanto sieno sublimi nelle sfere della Matematica, altrettanto sono poco utili nel campo della pratica. Non c'illudiamo e abbracciamo una volta di o-ran o cuore quel sovrano principio della divisione del lavoro, se davvero vogliamo far cose ·buone. e di pratica utilità. Lasciamo .ai puri matematici le intricate ricerche analitiche, gli artifìzi elabor/J.ti di calcolo; e coloro che debbono costruire si contentino d i pigliare dalle re, gioni· astratte sol quanto basta a guidarli sicuramente ma anche faciìmente e presto nelle loro costi:uzioni. In altri termini, sforziamoci di risolvere questioni complicate coi mezzi più semplici possibili e non fare il contrario, come spesso accade degli autori; poichè essi per la gran dimestichezza col calcolo sublime lo ti-rano giù senza misericordia anche nelle più elementari ricerche di meccanica, battendo una via per la quale non sempre è dato agl'ingegneri di seguirli. Secondo i detti autori si 'dovrebb'essére buon matematico e sapersi avvalere del calcolo superiore prima d i poter porre· pietra su pietra. Eppure l'esperienza ci dimostra che ciò non è ·vero! Ma solo la vita pra""tica o di azione del costruttore immezzo a svariate incumbenze spesso gli toglie q uella grande familiarità col calcolo sublime, dal quale gli scrittori di mecca• nica non sanno mai dipartirsi. Ora certi libri- che portano il bel titolo di Scienza applicata debbono scriversi per i più non per.i pocbi. E sì che chi scrivesse una me_ccanica applicata popolare con quel gusto, con


JlO N-uo,·o METODO qu01la gra:-:ia e con queila .vastità co11 c ui l'Arago ha dettato i sùoi quattro volumi di Astronomia popolare, renderebbe il più grande servigio ·t el m ongo alla. scienza dell'ingegner e I Adunque qui · non vogliamo ' .., grida.r la croce addosso ai matema:!ici, ma dire so1a- ' mente- che , pi ù i metodi arrnlitici per applicare la meccanica r aziona.le sàranno semplici, elementari e senza, lusso di integrazioni , più essi saranno abbr acciati e seguiti. dagl'ingegneri ·, e questa è la vera utilità degli scritti . Imperocchè è tale la congerie di fatti , di teorie , di regole, ecc. , che ogni rnediocrP, ingegnere dei nostri terppi deve pur sapere che , purchè facci~ bene il fat to s uo, è da perdon ai'gli se abbia lasciata a .casa l'an~ica fam lliarità eh'\:) forse avev~ _col calcolo sublime ; quindi non sono ingenerosi gli sforzi che altri facesse per applicare sì alla pratica i pr incipii astrat ti della scienza, m a coi mezzi più elementari e più alla por LaLa di tutti ·che sia possibile. Dove può bastare il semplice ra.ziocinio , · dove può bastare "l'algebra elemen tare , e voi prefer iteli sempre al calcolo superiore, percb è quelli persuadono presto e accompagnano l'ingegnere fi no alla canizie, dove gli artifi zi .dj c'alcol6 si fa pr esto ad abba1)aonarli per cbè vanno via da sè. Dopo questa breve digressiòne ricordiaµ10 che , quando l'equilibrio si rompe in un terrapieno addossato ad un n;rnr o, potendo la terra scoscendere secondo infiniti piani o ·s uperficie di ·rottura, gl'ingegner i han detto : se poniamo il muro nella possibili(à di resistere a-i massimo degli sforzi laterali èorrispondenti ai va.rii prismi di s pinta, la stabilità rimarrà assi~ c urata viemaggiormente contro gli altri dei detti sforzi. Or a quel che r ende astruso e complica_to il. ri✓

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PER CALCOLARE I.A SPINTA DEI TERI\Al'IF.NI • ll l i;oh: er0, s·, fatt0 questioni secondo gli autori ·a.i mu I cani ca si è: 1° che essi per cercare il prisma di massima spinta trovano prim~· l'espr~ssiòne analitica generale del volume d_e l prisma, il quale varia in in-· fi niti modi secondo la forma del terrapieno e il sopraccarico, e poi vi applicano il calcolo infinit§lsiniale per vedere sotto quale inclinazione del piano di r-ot~ tura la spinta div.iene massima; 2° il voler avere indirettamente il centro di spinta, col trovar prima l'espressioqe analitica ~el momento di rotazione del p risma spingente,. la quale divisa per la spinta dà il braccio di leva. Or q.uesto metodo per quanto sia esatto dà luogo a calcoli laboriosissimi ed a difficoltà spesso insuperabili; di sort.a che -gl'ingegneri vi rinunziano, e solo i dotti se ne_ avvalgono nelle loro solitarie lucubral ioni. Le ~difficoltà dei detti calcoli -e l'impossibilità di ripeterli volta per volta in tutti i casi' svàriati c).ella p ratica Ì)-on sono sfuggite alla sagacia dei matematici; quindi 'essi s.i sono sforzati di ricavare almeno delle ' formole generali , de.i principii applicabili a tutti i casi, e su di ciò h_a nno scritto Memorie elaborate, e ben lungh e, ma con. pochissimo costrutt9. Perocchè queste ,formole o non le abbiamo, o non sono applicabili se non ad un determinato numero di casi, o sono s't complicate che éi vuol prima uno studio preparatorio per potervi cacciar entro le rnani. . Ohe se dalle formale analitiche passiamo alle eleganti costruzioni grafiche del Poncelet, troveremo che queste, stmplicissime e facili a ricordarsi da· tutti, q.uandò il profilo del prisma. di spinta è un triangolo, • divèngono, complicatissime e intricate appena il detto


112

N CT01'() METODO

p rofilo acquista q uaitl'o o pi ù lati, che è pure il caso più general e della pr atica. _ Le quali cose , q ui I a ccentiate d i vofo, si vedranno meglio neI corso di q t,1esto scri tto; e intanto per conchiudere dirò che mi ha ' sempre colpito come sulle ipotesi -semplicif!sime del Coulomb intorno alla spinta delle terre, abbiano potuto i geometri fab bricar e tanti calcoli astrusi e complicati; e però .m i sono sforzato r icondurre la r icerc~ della spi nta dei , terrapieni'' all a semplicità della sua teoria. A ~egno ch'io spero poter convin cere chi leggerà queste carte che, sen za ricalcare la disastrosa via di voler trovar e ad ogni costo delle formale generali·, gioverà. megiio batter~ 1;;-eco la st rada più certa ci.i cèrçare u n nietodo gen ernle che si applichi egualmente in tutti i e-asi più ·com_pl-icati , ma coi n umeri e non colle lettere; coi n umeri, che sono per l'ingegn<;Jre sempre qualche cosa di più positivo e di più umano che non i simboli del calcolg sublime. Pertanto l'assegnare le •giuste dimensioni a un muro di r ivestiment o non è di q uelle cose che occorre d.over fare su d ue piedi in campagna' ; ma per essa l'ingegnere avrà sen1pr e il tempo di ap plicare il 111.etodo g enerale ché p roponiamo e formarsi così un criterio netto e pr eciso della spinta cui dòv rà resistere il suo m uro; il che oltre cli esser e l°à.voro più elevato dell'adottare macchinal mente la prima formo la che vi venga alle mani , vi dà il vero m ezzo cli tii,re ~ivestimenti econ~mici, poichè li potrete proporzionare p_recisamente alla spinta, senza andare a tentoni n è iucor.rere in dimensioni esagerate. Adunque, in q uanto . si è al det errninare il prisma • d i massima spinta,. io prefer.i~co al calcolo sublime il · metodo-delle sostituzioni nume1·iche ~U'ccessive nel valor e ,

113 generale del la spi nt,l ; il eh.e' come si vedrà in ·seg uito, r iesce facilissimo. Il centro di spinta lo trovo g raficamen te con una semplicissima costruzi_one che · si desume subito aalla teoria istessa del Coulomb , e tutt~ questo su di un accurnto çlisegno del profilo da crtlcolarsi, alla scala di 1 a 50 o anche. di 1 a 100. Esaurita così la prima parte del problema,' si passa d ipoi nei varii casi al calcolo della stabilità, stant echè una delle' cose la quale complica le formole analitiche del Poncelet, dell' Audoy, ecc:, si è l'aver volu to t r~ttare ·la questione in maniera da unificare i 1 calèolo della spinta e quello della stabilità, facendo e ntr arè nelle equazio~i generali e •i co~:fficienti di sta, bilità del muro, e il· valore della spinta. Per la debita ·chiarezza si è diviso q uesto scritto · in vari i Capi. , 1'1-:R CALCOLARE LA SP INTA DE\ TERRAPU:N[

Nel primo si espone la teoria della spinta delle terre conforme alle ipotesi del Coulomb , • ma in UD mod o semplice e generale che _pone bene in chiaro il g iuoco degli attriti, e apre .la via al nuovo metodo, • i> a ben intendere la formala generale che è il cardine del presente lavoro. Nel Capo II si propone il nuovo metodo per determinar e la spin t_a nei casi particolari. Nel Capo III vi ha le applicazio~i ai casi più. ordinari svolti dagli autori di meccanica, a fì_:1e di gi unirnre ai loro stessi risultati per vie pi ù b~evi. Un'api;licazione ad a1cune sperienze dell'Audé viene a confermar e· l'esattezzà del nostro metodo. ' Il Capo IV contiene la critica dei ·metodi proposti


1'11.R CALCOl, AUE LA Srl:--1'! llEI TERR APIENI

114 l\'IJOVO MF.TOl'\O <lugli autori pel Gétso di ;:;opraccaricl1i di terra dietro muri di rivestimento.

115

CAPO I. Nel Capo V, da· una semplice discussione su11e conclizioni genei'ali di slal.>ilità dei mui:i di sostegno, si ùestimono alcune regole, relative al caso di foi'ti sopraccarithi di terra, le quali oso C-Tec.lerc nuove nella pratica, delle costruzioni.

Teoria ~ella s11 inta _ilei terrapieni. a)

..

Direzione clella spinta clelle terre contro i ,nuri.

~ l. -

Nel Capo VI si a.ppl-icano questi principii e questè regole a vari i casi particolari, e dal paragone colle antiche regole si rileva la maggiore stabilità e la maggior economia che danno i nuovi orofili. ·

li Capo VII finalmente contiene alcune riflessioni sui bassi rivestimenti della ·moderna fortificazione e ,._ sulla difesa delle fossate.

..

...

Si abbia (fig. l ") un massic~io· di ten:a•appoggiato contro ]a parete solida LJU, 11 quale s1 pro: trac indefinitamente verso 111' e tende a rompersi secondo il piano L 1ll', chiamato piano di rottwl'a. Sulla vet·ticalo la parte A B rappresenti in grandezza il peso del prisma di spinta ili L iH'. Se nou vi fosse attrito di sorta nè contro la pa• r ete solida nè contro il p iano di rottura, allora le due componenti A C, A D del peso, normali rispettrvamente ad LJ1 e ad LM', rappresenterebbero le effettive ~pinte che il prisma esercita contro i detti piani conie farebbe un cuneo. Sono ora da consir.le1·are due altro forze del sislema, cioè gli attriti contro L Jl/ ed L ili', i quali coesistono con le dette spinte in quanto la. pressione genera ·appunto l'attrito che , cor:1e sappiamo ; e ' . quella proporzionale. Analizziamo un poco l'effetto d1 queste nuove forze e cominciamo dall'attrito contro il piano di rottura L Al'. Esso si suppone costante per tutta l'estensione del. piano, (;ioè p1:oporzionale in ciascun punto alla pressione, cosicchè lutti g li attriti contro i singoli elementi superficial~ ~i L Jlt' avranno una risultante unica che potrà esprimersi da una forza E' F' giacente sul detto piano e cbe agisca di sotto in sopra. Similmente l'attrito contro la parete


1"16

l'l>R C,\LCOL.I RE LA SP I NT A DEI TERR,I PIENI

NUOYO METODO

L Jf potrà esprimersi .da una forza E f" agente di giù in su (1). La forz~-E' F1 trattenendo il prisrua.di_spinta dallo scorrere sul piano L M' farà scemare 1a pressione contro L ld , e quindi l'attrito contro la stessa L 1l1, il quale sappiamo che si mantiene sempre proporzionale a tale . pressione. Similmenté la forza E F trattenendo il prisma di scoscendimento dallo striciare su di L il1 farà -scemare la pressione contro il piano di rottura L Al' e per con~eguenza l'attrito -su di esso. Aclunque dalla considerazione dell'attrito contro le pareti LiJLed LJf' nasce un nuovo stato di equi. librio, perchè se prima le reazioni delle pareti L M e L ,W erano uguali e contrarie alle componenti A C ed AD, ora coteste reaziçmi cambiano per essers'i alterate le pressioni norma1i, come si è detto. Frattanto sia E' H' la diagonale del parallelogrammo formato colle due rette E' fi' ed E' X= A D, e sia EH quella del parallelogrammç, fatto con E F ed E Y = ,i C. L'attrito e la pressione variando nello stesso rapporto , segue che se caro bia la pressione E' X, la direzione della r isultante di essa e del suo attrito sarà sempre E' R'; e similmente comunque varii la pressione contro b parete L M, la direzione ~ella risultante dì essa e del suo attrito sarà sempre E H. Ora il piano di, rottura esercitando in realtà due ( 1) Giova notare che il centro del descritto sistema delle forze parallele d'attrito coincide col c~ntro di pressione <lei prisma di spinta, contro la parete solida, poich è il centro cli più forze pa-ral-. lele non cambia se ciascuna di queste acquista, mi valore propor :i:ionale a c1uel di prima, che è \l,ppunto il caso uostro per esser(l gli attriti dei val'i punti della parete proporzionali alle singola p!'essioni che si esercita.no su di essi.

;.

117

-sforzi l'uno secondo E' X, che sarebbe la reazione alla spinta ~ornrale, e l'altro secondo E' P', che sarebbe l'attrit;, vuol dire che eser citerà una reazione unica n.el senso di E' H' la quale, come si è detto, è la direzione invariabile della r isultante di tali• sforzi. Similmente la r eazione della parete del muro si eserciterà sempre secondo E Il. Ma la reazione è uguale e contraria all'azione, dµnque precisamente come le pressioni del peso A·JJ si esercitavano da prima secondo le normali A C, A D, orà, in virtù dell'attrito, si eserciteranno secondo due _r ette parallele rispettivamente ad II E e ad II'·E. Per conseguenza, decomponendo il peso A B nelle due forze A S, A S' parallele rispettivamente ad IIE e ad H' E', queste dinoterçtnno in grandezza e direzione le effettive spinte contro le_ pareti • L. JJ, L 111 : • • · Talmentechè, se poi d_ecomponiarno la forza A S c~sì. determinata in altre d1Je, l'una perpendicolare ad L M, e• l'altra parallela, la. prima indicherà la vera pressione normale contro la parete- (pressione. che per quel che si è detto sarà minore .di A C) e la seçonda sarà distrutta çlall'attrito contro L Ai. ~ 2. - Dalle cose precedenti risulta che basta conoscere a priori le inclinazioni delle due r ette HE, H' E' per -aver tmbito la spinta cònt:i:o il muro, quando sia dato il peso del prisma di scoscendimento. Dete~mi, nia,mo a.dunque le dette inclinazioni . . Sia L J1 (tìg. 2") la par ete inter_n a di un muro di rivestimento e BA la re.azione di essa contro le terre, quale risulta dalla consideraz.ione degli attriti e del peso del prisma, cioè una forza ~n,aloga alla A S della _ fig. 111• Decomposta l_a BA nelle -due BD e BC, l'una normale ad L 1W e l'altra parallela, è chiaro che la B C


118

dinoterà precisamente(§ l) l'intensità dell'attrito contro L 1!f ; quindi chiama~dò 'P' l'angolo d'attrito delle terre· contro la· muratura, ossia l'angolo di cui Ja tangente trigonometrica sia il coefficiente di tale attrito, sarà

B C = A C tang 'f!' Ma pel triangolo rettangolo A B C si ha

BC

= A C cot A B C,

dunque

A R C = comp rp' . E p~rò Lirando dal punto B la perpendicolare B F ad

ASu~

angolo Il n: S

= 90° +

}1-9 ~ 3. - Se la parete ·de1 muro è vehicale /fig. 3a), la direzione A S della spinta dovendo far e l'angolo 90° + rp' con L ili risàlterà inclinata all'orizzonte prePER CALCOLA.~lE LA SPINTA DEI TERRAPJEKÌ

NUOVO METODO

rp'.

E questo ragionamento essendo indipendente dall'inclinazione della parete J}l L al l'orizzonte, ne viene il seguente principio che : là rùultante della pressione normal~ e dell'attrito ·corrispondente, cioe la spinta che si esercita in "'ealtà contro i miiri lli t'Ìvestùnento· ha una dvrezione inclinata alla parete inte1·na del muro ~e1· l'. angolo costante 90° + rp' , essendo rp' l'angolo d' att1·ito delle terre contro la muratiira. Similmente si dimostra che la direzione della spinta del prisma di scoscendimento contro il piano di rottura fa con questo l'angolo costante

90° + rp, essèndo rp l'angolo di riposo dell'e terre, ossia l'ang0lo della loro scarpa naturale coll'oriz-zonte. ·

cisamente J)er _l'angolo rp'. Adunque~ quanp,o la parete intema clei mu?'i è ve·rticale, la' clirezione clella spintà fa coll'orizzonte predsamente l'angolo rp' d:ç,,tt1·ito clelle terre contro il muro. § 4. - ½a spinta diviene orizzontale quando la parete interna del muro è inclinata di fuori in dentro e declina dalla verticale precisamente per l'angolo _ di attrito delle terre contro le murature~ siccome dimostra la fig. 4a, 5. - Se la parete interna del muro sia inclinata di dentro in foori precisamente per l'angolo d'attrito rp', allora · la spinta si cambia in una pressione verticale (fig. 5') (1). Il qUalé fatto si può r endere sensibile mercè la seg1:1ente esperienza dell'Ardant , che vale il pregio ·di qui r icordare, poichè Ja toccar con mano l',attri to delle _terre . contro la parete in terna dei mt;1ri. Noi l'abbiamo ripetuta più volte e con ottim o risultato.

s

(1) Volendo provare direttamente quest'ultima verità, supponemo· essere Jl!l L la, parete solida (fig. e•J inclinata all'orizzonte p er l'angolo 'f', ccl AB la componente nol'ma.Je cli quella spinta che- nasce . dalla considerazione del peso del prisma e degli attriti. T irando dal punto B la perp endicolare B C atl A f!, s,a.rà, pel triangolo B AC,

BC

=AB

ta.ng ,/;

dunque la r etta BO è uguale all'attrito che r isponde alla pressioue .AB; c1nindi preso A' B' ~AB, A' F' =BO e compiuto il parallelegrammo A' B' O' F', la ùiagonale A' C' esprimerà la r is ulta.nte della pressione normai'e e dell'attrito, cioè sarà la definitiva spinta contro il muro. Ora l'eguaglianza dei triangoli AB· C, 11' B ' 0' dimostra che A' O' è verticale. A ;,;J10

x, vol. h. -

9.

,


••

120

'

PER éALCOLARE LA SP INTA DEJ TERRAPIÉNI .

NUOV0 METODO

Si costruisca un prisma triangolare .di legno, di cui s.i determini il profilo nel modo seguente: Si tiri la orizzontale- V L (fig. 7a) e s'inélini la itf L in guisa che sia l'angolo· ML V 35°, che è appunto l'angolo _d'attrito della sabbia contro se ·stessa. ' nal punto L si tiri L O perpendicolare ad JlJ L e si prenda LO più o meno lunga secondo la grandezla che yorrà darsi al prisma dj legno. Dal punte · O si tiri la verticale O O', si prenda 0 1 AI= LO' e si congiunga ·J11 O. È chiaro che la verticale del centro di gravità del trian_golo ilI O L sarà la O O'; onde se ' il prisma si appoggia contro il piano solido rappresentato in profilo· da OL, esso si rovescerà girando attorno al punto Che se ungiamo con un ' po' di , gomma liquida il piano lfI L (af!ìnchè l'attrito contro di ·esso sia uguale a quello dell<l- sabbia contro se stessa) e carichiamo di sabbia il piano ·fino al livello lff N, mantenendo il carico -lateralmente con due pezzi di legno chiodati contrn O LF, vedremo il prisma O J1 L rimaner fer mo contro · O L, appunto perchè la spinta della sabbia si esercita secondo la verticale A S. ·

=

o:

..

b) Inte11s-Uà clella spinta delle

3 6.

terre.

- Sappiamo che le terre non si mantengono a' picco, ma che, abbandonate a se stesse, ~coscendpno :fino a disporsi secondo una scarpa più o meno inclinata alPor\zzorite, la quale dicesi scarpa naturale de,lle terre. Sia L il1 (fìg. Sa) la parete interna di un muro di rivestimento contro il quale si appoggia un masso di terra qualunque L il1 C B AD ed L D sia la direzione . della scarpa naturale delle terre.

121

Amméttiamo, come si fa general~ente , che la, superficie . di rottura sia pian'a , avendo l'esperienza provato che per questo non ci scostiamo grandemente da·l vero , h1entre se si volesse porre a calcolo la curvatura che in realtà· sogliono avere la superficie di rottura dei massicci dì terra , si complicherebbero ì ca'lcoli . senza vautaggìa~e di g ran che la pratica. · Il prisma L 1lf(J BA D non ayrà tendenza a strisciare su di L D, perchè essendo questa _la scarpa di -ripÒso delle terre, vuol dire che l'attrito lunghessa uguaglia la componente par.allela del peso della ter ra sovrapposta. ·Considerando ora gl'infiniti prismi al pari d1 L J1 C B ,i R, ossia che abbiano sempre .11:f L per una delle loro facce·, e l'altra eo,mpresa fra L 1ll ed L D, a,bbiamo che i loro pesi aumentano da L à1 ad andare verso L D; quindi con maggior forza tenderebbero a scivolare se n on crescesse in pari tempo l'attrito sui vari - piani di rottura , che divengouo sempre meno ripidi da L JI ad LD. Adunque la t endenza a scivo111.i·e è varia.bile da · L i11 ad L D; comincia a zero in L 111, perchè ivi il peso del prisma si amrnlla, e ridiviene zero in L D, come si è detto. I,,aonde fra i detti lirpiti yi dovrà esser e un piano di rottura il cui prisma abbia la massima tendenza a scivolare , e q uindi esiga il massimo sforzo per essere sostenuto. Questo chiamasi --. prisma di massima_ spinta.. ~ § 7. - Ciò premesso r icordiamo _che nello staio attuale della Scienza la teoria che più si. attaglia colla esperienza è quella del Coulomb, il quàle ammette: l O Che appena la parete L Jl ve~isse a muoversi in un modo qualunque e d'una quantità anche • piccolissima, il masso di t erra I, MC BA D si rom_e<

<(


12Z

PER CALCOLARE LA Sl'INTA DEI TERRAPIENI

NUOVO ,IETODO

tosto secondq un piano L R, detto pi.ano di • rottura, compreso fra la pa.rete itl L e la _scarpa na• turale L D delle terre ; 2° « Che il prisma L MC BAR, detto prisma di • rottura, scorrerebbe sul piano di rottura L R come « farebbe un . prisma solido; 3° « Che nel movimento infinitamente picc~lo • di questo prisma, al primo istante della rottura del • masso di terra, la discesa sarebbe rit ardata e dallo .,• attrito contro le pareti L itf, L 1l, e dall'aderenza o ~ dalla coesione che le terre hanno per quelle. • Noi trascuriamo, come consigli.a il Coulomb, la coesione delle terre (1) e l'aderenza lungo le facce di contatto del prisma di rottura; il che tòrna a vantaggio della stabilità. Rappresenti la retta AB (fig. 9"') :il peso P del prisma di massima spinta. Chiamiamo rp l'angolo di attrito delle terre contro se stesse; rp' l'angolo d'.attrito delle terre contro la parete i~terna L .U del muro ; A.' l'angolo di declinazione dalla verticale della detta parete; A. l'angolo di declinazione dalla verticale del piano di rottura ; - · S la spinta A S ~ontro il muro; V il volume del prism~ spingente; 'p il peso specifico ·delle terre. « perebbe

(1) , • Là, cohésion des terres, dice l'Audoy, est une résistauce , su,jette à trop d'accidents, pour qu'il soit permis de s'y fier dans , la pratique, Non-seulement il convient de négliger cette fqrce, mais il est de plus nécessaire de supposer la. poussée des terres sans 'cohésion plus grande qu'on ne la trouve par la théorie, si • l'on veut obtenir des revetements de méme résistance que ceux dont le terfips a ·consta.té la solidité » Mémoriai de l'of(ìcfo,;· clu Gén.ie, n• 4, pag.. 222, Paris, 1820,

123

Nel trfangolo A B S si ha AS sen /3 A B - scn [,Hl0° - (IX + /3))

=

sen f3 se.n (IX + /3) ;

q uindi

s-~ [!

sen (3 • sen (,x + /3)

Ma dal ti~iangolo L n h si trae Ln h

= = 180° IX

,,

(,i' + 90° + rp') = 90° ·-(A' + q;,'),

e il triangolo N A m dà

!3 = 1so

0 _:

(A : 90°

+ rp) = 90° -

(A + rp);

d unque sarà S _ Psen [90° -(A+ <p)] sen (180° - (A +A'+ rp + rp' )] .

ossia

S

= Vp sen (Acos+ (AA' ++

rp) ip

+ rp')' .... (1).

Ed ecco il valore· generale della spinta per qua• ~lunque muro di rivestimento con q ualunque sopraccarico di terra. Basterà nella (1) fare rp' ~ O se 1;1on si vuol tener conto dell'attrito contro il rnu110. :tvfa un, curioso fatto ch'io non trovo notato da altri si è che, trattando la questione secondo il Coulomb, la consi+


124 clerazioue dell'lLttrito delle terre . couko il muro -vale ad accrescere il valore · della spin_ta. Infatti cotesto attrito, trattenendo il prisma di spinta dallo scorrere lungo la detta pçi,rete, farà scemare la pressione che il prisma tenderebbe ad èsercitarè contro il piano di rottura: e dalla diminuita pressione nascer~l'attenuarsi dell'attrito su questo piano, _quindi altrettanta spinta si eserciterà di più contra il muro. · Nuoro

·

e)

Cent1·0 d·i sp_inta.

~ 8. Conosci_uta la direzion_e :siolla spinta delle terre e la sua intensità, ci rimane a conoscerne il ' punto d'applìcazione. Questa ricerca, che riesce intricatissima cogli antichi metodi, noi la facciamo subito partendo dàlla seconda delle ipotesi ·del Ooulomb (~ 7); cioè che il· prisma di scoscendimento si ammette che scorra sul piano di r_ot\ura come farebbe un prisma solido . Adunque nel movimento infinitamente piccolo che con-. cépirebbe il prisma di spinta U!CBAR (fig. 8a) se l'equilibrio si rompesse, non potendosi esso muovere se non paralle,lamente al piano di rottura L R, è ·chiaro che tutti i suoi elementi materiali si muoveram!O lungo tant~ r ette parallele ad LR, avendçsi così un sistema di forze pa.rallele, proporzionali ciascuna al peso dei sing0li elem~nti materiali stessi . Q·uale sarà il centro di queste forze? _Non potrà essere se non il centro di gravità G del prisma di spinta per il principio cl i statica che, il centro di più forze para1lele non cambia se si muta·1a-direzione delle forze e se cias~una acquista un valore proporzionale a quel di prima., Aclunque, dal punto G tirando la GI' parallela ad L R, il p unto

,

I

PER CAI.COl, ARE T,,\ SP INTA Dlll T!!Rl\r\PIEt-i!

METOOO

12t.i

d'inconlro P colla parete I, ilf sarà il cercato centro di spinta. E il precedente ragipnam.en.to essendo generale 1~cr tutti ·i casi si conchiude che: 1.ma volta detei·mùialo il prisma di rrtassima spinta e cercato graficamente it centro di gravità del suo profilo trasver.sale, se . dal 71Jeclesirno cenl?'O si cond-ucci una parallela alla 1·etta che. in profilo rcvppreserita il piano di rott·urci, il punto d'incont1·0 di tale ·1;etta colla pa1·ete inte1·na del muro sarà il cent·ro cli spint~, ossia il punto d'applicazione della spinta clelle terre.

CA PO II.

Nuovo meto1\o 1icr 1\eterminare la s11inla nei casi particolari. § 9. - Qualirnque sia la forma e la g randezza del · sopraccari co di terra, per applicare la tormola. gene- · rale (1) 7) si cominci dal supporre dato l'angolo A', esse udo naturale di stabilire a priori quale direzione vorrtt darsi alla scarpa interna àel mur~. L'angolo ·rp dipendendo dall"'indole del terreno, -potrit t rovarsi direttamente nei vari casi particolari o adottare uno dei _noti angoli , come 30° per le terre sabbiose e sci~lte, e 36° per le ter re forti. , Circa il val ore dell'ang.olo tp'· non spno· d'iiccordo gl'ingegueri. L'Ardant dice (1) « che dietro esperienz_e ,; fatte per ordine del generale Noizet, si pu ò po_rre OC tp <p', D

rn

=

(1) Vedi 11iémorial de l'o(/ìcier du G_énie, 1848.

11°

15, pag. 247, Parla,


] 2§

NUOVO METODO

Il Dornergue ùicc : (l)

«

qJJesto coèfficionte (cioè-

« tangrp') non· è_nullo come -Frànçais (2) e A~doy ave« vano

ammesso, nè uguale a qu ello dell'attrito delle sopra se stesse, come alcuni ingegneri si ac« cardano di presente a suppo'rre : esso è sempr e « minore di 'quest'ultimo, e decresce non solo a m isura « che la fl ~idit_à del riempimento aumenta, ma ancora · « quando la scarpa naturale delle ·terre 1·estando la , « medesiina, la grossez;a dei grani v enga a scem ar e. » , Quindi il Domergue, appoggiandosi ai suoi calcoli ed alle sper ienze dell'Audé dice potersi ritenere per la grossa sabbia « terre

tang

rp'

= 0,50

e per la sabbia secca e finissima tarig tp'

P&il

'

= 0,257.

§· 10. - Dal canto nostro notiamo che l'attrito delle t erre contro la parete interna dei muri' è çèrtamente vantaggioso al,la stabilità, _perchè fa deviare la direzione della spinta per ,l'angolo rp' dalla normale .alla detta parete (§ 2) e l'avvicina dippiù alla verticale ; (1) Vedi Mémorictl de l'o/(lcier du Géni'e, n° 15, pag. 3681 Paris,

1848.

(2) I l F r ançais non dice proprio che t cmg rp' è nnlla, ma, parlando dell'attrito delle terre contro la. parete interna del muro, dice: , ce • frottement est si peu de chose èn comparaison dc celui des ten-es " &ur elles-mèmes, que nous avons cru devoir le né< d io·er à l'exem1JleI • o ~ ' " de Coulomb et de M. Prony. Cette suppression est · <l'aillcurs à • l'avantage de la stabilité du revf:temeut, et augmcnte un peu soi1 " épaisseur •' Mérnori_al de l'officier du Génie, n° 4, pag. 172, Paris, U2~ .

CA L COL ARE LA SPINTA DEI TERRA P JEN t

il

127

èlw accrèsce la compon ente v erticale di questa gpinta e ne impicciolisce la orizzontale (§ 31): e sappiamo che la prima com ponente collimtt col. pes? dèlla rnuratura a tener saldo il m uro al su o l uogo, m entre la componente orizzontale si spende tutta intera a rovesciar e il muro. Ma sia perchè questo grandissimo · vantaggio potrebbe , adescarci · di troppo e indurci a far muri assai sottili , e per cbè ma·ncano vaste esperienze sul proposito, e peichè se si .tratta di terre . argill9se. esse al contatto delle acque d'infiltrazione d iven gono alla superficie uptuose e saponacee a segno da anmillare · p resto rp', noi faremo nei n ostri calcoli sempr e rp' O. Ciò n on togl_ie che nella pratiea ren deremm o con ogni cur~ as~ai scabra la parete interna ,lei muri , a fine di favorirne l'attrito contro il massiccio à i terra. Che se si pone rp = q>', come afouni pr etendono,si avr ebber o muri tanto esili da urtare con le p iù elementari n ozi.orii dell'arte. Dappoichè l'ipotesi di c:onsiderar le fabbriche come d i un sol peìzo_ rigido è heue ammissibile fino a un certo segno (§ 31) ma non l~ìsoo-na obbliare affatto, essere in realtà i muri formati o ' . , di tan te p ietre che le m alte _si sforzano tener legate i nsieme con tena oità che non è certamente illimitata, e che h a pur bisogno di un certo t empo prim a di raggiungere la sua m assima intensità . Quiridi potrebbe i ncon trar e benissimo che, fatto q, q,', un muro secondo il calcolo del suo momento t otale dovrebbe star su, e intanto ·rovinerebbe al prjmo ~opraccarico d i terra per effetto di parziali rotture e lesioni. Ma dì ciò più arupia1bente in appresso (& 28). · · § 11 . - Rimane. ora' l'angoio A. relativo alla mas-

=

=


128

129 grandezza cbe · a,nc;he conservandogl_i una o due cifre ·deci mali (cosa più che bastevole), esso valore si trova som,pre compreso fra i n umeri _di cui si sono già calcolati i lon'aritmi. Lo stesso . dicasi dei due termini o della frazione che moltiplica V, stante cb:e gli angoli l'hè v i entrano sono sempre di un numero rotondo di g radi o al massimo contengono dei minuti primi . P ER CALCOLA RI> LA SPINTA DEI TRRR AP!EN!

NUO VO M l!:TODO

sima spin ta e pel q uale

10

propongç, il metodo delle

sostituzionì m ccessi'Vc. DaJla (1) si ricav~

§_ p

=V

cos (A + <p) _ sen (A + A' + q, + q,') · ·

. (a);

e '.siccome p è una quantità costante, così è necessario e basta . che il valore di -A r end~ massimo il secondo membro d ella (a). · , . · Una volta diseg nato aGcuratamente ir profilo del terrapieno add9ssato al m uro, si tiri dal. piede ·L della prestabilita parete in terna del rivestimento un a r etta L R (fìg. 811) più r{pida della s_c ar pa n aturale delle ~ ' terre , e inclinata . alla ver ticalé per un determinato numero d t gradi, ch e sar à un valore di A. Ciò fatto s i misurerà graficamente sul dise'gnÒ l'ar ea L if:l CBAR, e siccome noi operiamo sempre su di un tratto d i riv es,timento l ungo un metro, così la misur a ottenuta rappresenter_à, in rrietri cub i il v olume del p risma, cioè sarà il V dell'equazione (a). Indi avendosi una tavola cfoi valori natiwali delle linee trigon ometriche o dei loro loga1·itmi , u na breve operazione darà il valor e d ell'intero secon do m embro della (a ) , ch e si segnerà da part e. Facendo variare A di grado in grado, o di mezzo in mezzo -grado , si segneranno al tri p iani di rottura a destra ed a sin istra di L R, e si faran·n o delle ·opera~ioni analogh.e a q Ùella descritta fino a t~ovare il v alore . massimo. Il quale, moltiplicato ·per -il peso specifico delle t erre d arà, fin al mente in chilogrammi il valore della m assima spinta. E qui notiam o ch e i càlcoli precedenti riescono della;. più desiderata semplicità usando .le tav ole loga- ritmiche . Imperocchè il valore di V è. semzwe di tale

L' intero valore poi di

~p

risulta sempre di tale gran-

clezza che cei·tamente.cade fra i numeri che sono n elle tavole, sicch.~ in un momento si avrà cotesto valore, ~ 12. - Col metodo descritto si perviene a risultati esatt issimi ancorchè si faccia variare l'angolo A solo <;li g rado in grado, perchè a ruisura che ci_av,iciniarno coi ripet uti saggi al valore massimo della f'pinta , le varjaziorii di questa per due · sostituzioni successive di A sono presso che nulle; cosicehè d''6r cl i nari o .dopo quattro o cinque sostituzioni' fatte . cou u n certo ae;corgimento, si ginnge a trovare il massim o (1). (1) t 'infatti un principio di Calcolo infinitesimale, che gio1•a. qui ricordare , · che le variazioni delle grand€zze nei valori prossimi al massimo od al minimo sono t enuis~ime. · Si abbia y (x ), e sieno f (re+ h),' e f (x - h) i valori che assume la f'uo7,ionè passando da x a .x + h, e da. x a x - h. Avremo pd t eorema di T aylol':

=r

f (x ,

+ h)

f (x -

'

. h)

h'

=. f (x ) +

h

= f-(x) -

lt f" (x ) + 2 f:' (x) -

-

f'' (:e) + 2 f"

(x) + • , , , • • ·

h'

e quindi

•. , • •

.

f (:e + . h), - f (x)

= h f' (x ) +

f (x-

- h

h) ,-

.-

f (x) =

.

lt'

2 f'' ' (x) +

. . . . . (1).

h'

f' (x) -t: 2 f" (X) - . . . • . (2) ,

"


130 Nuoro METODO . ) § 13. Kel caso in cui il riempimento fosse limitato dalla parete LM del muro (fig.,lOa) e dalla scarpa N Q del terreho vergine, il quale non spinga, perchè formato , per esempio , di roccia dura, s'impiegherà egualmente il metodo descritto disopra a fine di _trovare, per via di -sostituzioni successive., fra tutti i piani di ro~tura che partono da L e ~i arrestano contro N O quello L R cui risponde la massima spinta. ; . § 14. - Nel solo caso (che non è certo il più comuIJ.e) in cui l'area L M N (fig. lla) racchiusa dalla parete interna del muro·, dalla scarpa naturale delle terre e· dal piano superiore del terrapieno, che si sup-_ pone indefinito verso N, sii), un triangolo , si potrà s9s.tituire per hrevità alla descritta operazione delle sostituzioni successive il bel teorema del .Poncelet , che dà il prisma di massima spinta. · Con la retta ML e col punto L si faccia l'angolo L MO =:= q:i + q:i' ò semplicemente a rp secouçio che si voglia oppur no tener conto dell'attrito delle terre contro il muro; si prolunghi JJf N fino ad incontrare

P ER C,1icoLARE LA SPINT.I: DE I TERR APIENI

.

Or se-il valore f (x ) della funz-ione y, il quale tro,•asi compreso fra. i due f (x ·+ h) e f (x -:-- h), sia un massimo. od un minimo , sarà f' (x) O e le due, differenze (l) e (2)' diverranno

=

h2

2 f!' (e,;) h•

'

+

2 f" (x) -

lii 213

l? 23

f"'

(01) + . . . . .

f'I'

(x) + ..... . ,

- .

' le quali sono e:videntemente minori delle (1) e (2), poicl.tè h, elio si suppone sempre una piccola frazione, deércscc rnpidamente nelle ·sue potenze successive h\ h3, .....; ecl ecco· perchè le variazioni delle grandezze presso i~ massimo òcl il minimo sono insensibili , come dicevamo.

131

LO in O; si descriva sulla MN una semi-circonforenza a cui da.1 punto O si tiri la tangente O T: presa OR= OT, e conaiunta L R, sarà questa la direzione del piano di rotfu.r a corrispondente al prism;:1, di roass~ma spinta. .La detta costruzione presuppone che le rette 1ll N, LO s'incontrino nel campo del disegno, altrimenti b isognerà usare il •r:ipiego d1 ti•rare una parallela ad ~ M, ·abbastanza vicina al punto L-perchè possa tagliare .L O ed :1 N, ed esegL1ire su questa parallela tutte le o·)erazioui descritte per OJJf N. Si avrà-- così un pùnt? <l~lla L R che unito con L darà il piano di rott1:1~a. Si potrebbe anche tirare· una parallela ad,·0 L, abbastanza vieiua al punto JJ! per tagliare 111 O ed 11'1 L, e con~iderare questa, parallela come O L, il che darà _e gualmente un punto della L R.

CAPO III.

· _Ap[Jli(jazi011i ai casi pitt ordinari svolli daili autori. ~• 15. - A confermare l'esattezza dei ragionamenti che precedono, comiJ!-ceremo per applicarli ai e.asi pil'.1 ordinari che si trovano _n egli autori, onde si vegga la coincidenza dei risultatL Il caso più semplice è certamente quello in cui il _profilo del prisiua di massima spinta sia un triangol~ · com e ML R (fì.g. IP). Allora unito il suo centro d1 gravità G col vertice il ! e condotta (§ 8) la parallela O P ad L R, avremo dalla meccanica


I

132 • d on e sara' ancora

LP

PER CALC5'LA RE L .\ SPINTA Dl!:l TERRAPIENI

NUOVO METODO

= ~1 L M..

A.dunque: allorchè ~l profilo rlel prisma di rotttvra è un lriangolo, il centro di spinta delle terre con/Jro il muro t1·0-vasi semp1·e al terzo dell'altezza del muro stesso. E qui si noti una volta per sempre che se il piano s uperiore iJl' R (fig. 1~a) del riempimento di terr~ pas~a disopra if · ciglio_interno M del muro, allora il centro di pressione si troverà. al terzo dell'intera retta L 111'; poichè il piccolo triangolo di terra N M' 7', tra.ttenut0 dal suo attrito contro la muratura assai fortemente , può esser considerato come parte integrante del ri. vestimento, di cui la parete interna si troverà allora aver.e t_u tta l'altezza L·iU'. g 16. - V'ha un altro caso in c1.1i il punto di ap• plicazione della spinta ' ha una costante posìtura sulla parete del muro ed è il seguente. L'Audé ha trovato coll'esperienza· che quando la base di appoggio delle ter~e contro una parete verticale sia triangolo, il centro di spinta è al quarto dell'altezza della parete a contare dalla base. Egli agg iunge non essere stato ciò indicato dagli -autori, ma discendere evidentemeute dalle teorie ammesse (I). ll capitano Domerglie, cui la Scienza •deve anche un la borioso lavoro sulla spinta delle terre a modo di ad• dizione alla Memoria dell'Audé ,' dà la dimostrazione· di questo fatto (2) per mezzo d i un lungo èalcolo e

un

(1), ~Iémol'ùil, ecc., 11° 15, p'i,g. 288, (2) Iòùl, pag. 371-373.

,

133

col solito sussidio degli infinitesimi. Eppure qui non trattasi che d'una: conseguenza immediata del principio posto al 8); cosicchè la si dimostr~ in due parole. · Sia (fig. 14a) il prisma di terra A B (J A' B' C' limitato da una par:te dal piano verticale resistente AB C. Questo è il caso .esperimentato dall'Audé, ossia · di un terrapieno alto qu anto un muro e che v i si appoggi contro m ercè una lJase triangolare. Supponèndo essere B C R il- piano di rottura, è chiaro che . il prisma di massima spinta è ridòtto in q_u esto caso alla p ira.midé A B C R. Ora unen~o il v ertice A col · centro di gravità g della base R B C,1 e }>igliando

rn

g (;

i

= A g,

sarà G il ceiltro di g ravità della p iramide;

quin.d i la_.p arallela GP-ad RÉ darà il centro di spinta P, e si ha appunto P E

= ~ A E'

siccome l'Audé ha

verificato coll'esperienza. 17. - Se Ja ·parete interna del muro è verticale, · a1lora. facen cfo n ella nostra formola. generale (1) A'== O,

*

si avrà

S

V

cos ( A + p) , . p + rp ,i

=· P sen (,i +

§ 18. :..... E se non si voglia tener conto dell'attrito delle terre contro il muro, la formola. si semplifica tlippiù, poichè,, fatto ip' O, s i ha

=

· ~s = Vp se'n co-s (,l: <p) = l'p cot (A + (A+ p)

rp) .•... _(r').

E qm, suppòsto che il riempimento di terra, si

"

/

..


.. 134

NUOVO METODO

PER CA LCOLIRE

arresti precisamente all'altezza del muro , vedremo come si ricavi facilmente ·un noto teorema di Mecçanica. Sia Lilf a (fig. 13a) la parete interna verticale di un muro, L N la scarpa naturale dèlle terre , ed L R il piano -ai rottura. Chiamando p 'il peso specifico delle terre, e riflettendo che l'area del triangolo LMR . i ~ ' e a tang A, sarà

=

2

S P JI\TA DEI 'fERRAPJENI .

135

A + 90° - A -,- qy ;l,

ossia 90° + tp

..

l

2

~

.

a p tang A

il peso del prisma di spinta per metro corrente; quindi in virtù della formala (1·) la spinta, che nel caso 'nostro è orizzontalé, sarà S

LA

dunque- il valore di A che rende massimo il prodotto dei due angoli suddetti e di conseguenza ·quello delle loro tangenti, ossia l'espressione (m), · sarà

= { a• p tang A,cot (A -+- tp)

Aclunque: qnando la parete interna del mn1·0 sia. verticale, il p}ano superiore del tiemvimento orizzontale e lirr1itato cill'altezza del muro, e non vi sia attrito fra le terre e la rnuratura,,, il prisma di rnassi_m a spinta div·iderà ·per metà l'angolo formato clalla vertic':"le e dalla sca1;pa natu1·ale delle terre. § 19. - Se trascuriamo anche l'attrito contro i1 piano di rottura , allora nella fotmola (r) dovremo fare rp O, e oorà

=

= ~ a: p tang A lang [90° -

(Li

+ tp)J •...•

S

(m).

= Vp cot A,

e la (m) diverrà Or variando la posi tura del piano 1i rottura L R, varierà l'angolo A, _ma la somma dei due angoli A e 90° - (A + tp) r imarrà sempre costante e uguale a 180° - ang. L Il R come dimostra il triangolo L H R. Ma il prodotto di due numeri variabili iH guisa che la loro somma si mantenga sempre costante, è un massimo quando i detti numeri divengono eguali fra loro, e quindi cia'.séuno eguale. alla ·1oro semi-somma;

S

= -~a

2

p tan A tan (90° - A).

Ma al variare di A la somma dei due -àngoli A e 90° -- A si, serba coc;tante e uguale a 90°, dunque sarà 45° il valore di A che rendei:à massima la spinta. § 20 . ...::..... Non sarà inatile aggiungere che nel caso del (~ 5), cioè di A' ==: 90° - rp' la spinta non solo :;i fa vertic,tle ma. uguale al peso del prisma. ,Difatti 111 . tal caso la formala generale (l)' dà Axi,o x, vol. u . -

10.


136

rER CALCOLAI\E LA Sl'l~N DEI TJ:Rl\APJENI

NUOVO lIEIODO

S -= V ' cos EA + q;) p sen (U0° + A + tp)

= V P·

E volendo darci ragione di q uesto risultato rifletteremo che , essendosi chiamato tp' l'an golo d'attrito de1le terre contro la muratura, vuol dire appunto che q,' è l'inclinazione all' orizzonte cli un tal piano in muratura che po~tovi della terra sopra essa non scorre .giµ, perchè tratte1rnta dall'equilibrio che esiste fra là componente del suo peso parallela al piano e l'attrHo. Di sorta che non vi può essere pressione coutro il piano di rottura perchè, come dicevamo, l'attrito solo contro la mu ratura basta a trattenere le terre. E ciò è confermato dal calcolo , essendo che la pressioue contro il piR.no rli rottura, espressa da

V

cos (A' + q,') p sen (A + A 1 + 'P + tp')

vi

=

diviene zero quando si fa A' 90° - q,'. Laonde nel caso di A' 90° - q/ il massiccio di terra si trov,erà nelle :,;tesse condizioni in c ui starebbe se non avesse rivestimento, ma fosse abbandonato alla sua scarpa naturale. § 21. - Per continuare le applicazioni ai casi più semplici, cioè quelli in cui i! riempimento di terra si arresta all'altezza del mur o, e vedere come il metodo proposto conduca agli stess i risultati, cui sposso non lli può g\ungere se non per via di calcoli laboriosissimi, ci occuperemo della seguente esperienza del-

=

137

l'Aùdé, tolta fra le tante eseguite da quel benemerito uffiziale (1). L Jf (fig. 15&) è una parete verticale alta Om,50 e girevole intorno al punto L, e A B una• parete fissa parallela alla prima. Lo. spazio libero fra loro si riempiva di sabbia grossa e molto secca fi no al livello A Jf, e l'A udé trovava col fatto mel'cè la sua ingegnosa bilancia 1'intensità della spinta contro T., M, il suo momento e quindi il punto d'applicazione. Quatt1·0 esperienze ha egli eseguite facendo variare la distanza fra le due pareti, la quale ha avuto successiva mente i quattro valori seguenti :

Il Domergue ha applicato i metodi grafici del Pon-::elet ed i soliti processi analitici ai dati delle spepienze di Audc per vedere se con queste coincidevano i risultati del calcolo; 8d io esorto vivissimamente il lettore di voler gittare uno sguardo sulle figure 10 a 13 della tavola vm , K0 15 del ilfémorial de l' o!ficie?· dii Génie (Paris, 1848), per Ycdere a quale sorprendente complicazione Ji .grafiche qostruz-ioni apbia dovuto ricorrere il Domergue a fine di sciogliere il proposto pr oblema! Eppure ha questo l'apparenza di esser t~nto (t) ll!émorial, ccc., 11° 15, pag. 305, Paris, 1848. L'Audé trovò, per via cli molte esperienze, con ingegnosi apparecchi, esistere un perfetto accordo fra .i risultati delJa teori1t fondata. sulle ipotesi del Coulomb e hi pratica. L'ill nstre uffiziale del Genio francese consacrò sette interi anni della sua vita a sì fatte riccrcbe, rendendo c;osì il pi t1 segnalato servigio alla Scienza od alla pratica dcgl'ingegneri !

..

.


!iUOVO METODO 13.8 semplice , . sì che applicandovi il nostro metodo con · p ochissima fatica si perviene a risolverlo. Si disegni da prima a un quarto del v<~r o il rettangolo ABMf (fig. ,15") che deve avere· secondo i dati della prima sperienza· il Ìato AB=Qm,50 e AJtl =0m,242 . Nel caso presente il valore della spinta è dato dalla formola del ~ 17; quindi bisogna cercare il valore di A che rende massima l'espressione

cos (A + rp) V sen (4 . + rp + rp')· .. ... (&):· ;

Adottando ·gli stessi çlati numerici del Dòrnergue (1), e r iferendoci sempre ad un metro di lungheiza della parete avremo p

= 1470 chilogramh1i;

rp

1 = 33°,40'; = .at·c. tang TI

'

cp' = ar e, tang 0,50

139

·PER CALCOUR& LA S PINTA DEI T&RIUPIE:I((

dunqµc avremo

V

= 0,0.6Q55.

-

E introducendo i valori numerici avremo

-p·S =. 0,06655 ~encos88062~,30',, = 0,03125 ' .. Facend_o variare l'angolo A di io in 10 mjputi primi, e tirando altre rette come Lr, si ripeter-ann<? per ciascuna di esse gli stessi calcoli prece4erti, ayvertendo che µer avere i d_iyersi volumj qei pri~mi spi·ngenti, non ~i dovrà far e altro che aggiungere o sottrarre al noto valore 'dell~ superficie A 1lf Lr l'area d i p iccoli triangoli come L Ri·. Così si potrà formare lo sp.ecchio . seguente: ,

ANGOLI del

PRISMI

.

= 26°,30

l' IANO

\

nr

-sf

VALORI DI

R01'TUI\A

COLLA VF.RT~CALE

1 •

,

Dal punto L si tiri la J, r sotto Parbitraria decli-. nazione dalla verticale di 28°,20', tale che Li· si trovi compresa fra · la verticale e la scarpa n aturale della . sabbia data dal ptecedente valore di 1P· Sul disegno s i ,misuri col decimetro il Iato A i·; e siccome gli altri elementi del trapezio- A .M Li· sono noti , così se n e avrà subito la. superficie che è .d i n1etri quadrati

N. 1-

28°,20'

0,03125

I)

2

28°,30'

0,0312.6

»

3

~8°,40' .

0,03127 1

» 4 »

5

l--

28°,50'

0,03126

29°,00'

0.,0,3li5 '

, . 0,06655 (1 ) }ll&morial, ecc., n° 15, pag. 356,

,

Da questo specchio risult~ ch e il massimo valore

di

i

è 0,03127, il quale molti;licato per 1470 darà in


140

uhilogrammi il cercato va lore della massini~ spiota che è

e il prisma corrispondente è quello contrassegnato col n. 3, il cui piano di rottura L R declina dalla ve,ticale per 28°,40'. P.ervenuti a questo risultato si cei-cLi graficamente il centro di gravità G del quadrilatero ,i 111 L R, usando la semplicissima costruzione riportata dal Laisné, P condotta é I' parallela ad LR si avrà il punto di applicazione P della spinta (§ 8). Il decimeLl'O darà poi sul disegno pel valore del braccio di leva

LP

~

om,168.

i Yalori ottenuti s0110 scritti n:el seguente specchio; mentre quello più in . giù contiene i r:_sultati del Domorgue riportati a pag. 356 e 357 del nlémorial, n° 15.

e

Risultati del nuovo metodo.

=

20

30

• •

40

=

. 45k,971 cos 26°,30'

= 4lk,141

e il suo momento

41J41 X 0,168

= 6,911 .

' Dei calcoli simili abbiamo fatto per gli altri tre casi dell'esperienza dell'Aud6, ossia quelli in cui le due parnti L nI, BA distavano successivamente per

~ Qm,~

4

OAn.

! 0m' 24~ '4 ·} 0 ' 242· ' '

,2

01

Componente orizzontale

Braccio d i l eva

Momento della spinta

4lk,141

0m, l 68

6,911

38k,1Q3

0m,174

6,630

3P,965

Qm, 181

5,786

2lk,088

0m,194

4,091

l" caso

Fatto col punto I' e colla r etta nI P l'angolo 90° + <p' 116°,30', sarà PS la direzione della spinta della sabbia (§ 2). E;_ la sua componente orizzontale cioè quèlla forza che tende tutta intera a far rotare la parete LAI intorno al punto L sarà S PM

}41

P ER CALCOLARE LA SPl1'TA DEI TERRAPIE.':1

NUùYO ~i ETODO

L

Risultati del Domergue.

Componente ·orizzontale

Braccio di l eva

Momento della spinta

10 caso

40k,910

0m,I 70

6,793

2•

»

36k,686

0m,182

6,670

30

»

::!Qk,416

Qm, 193

5,870

40

»

}8k,676

0m,220

4,109

-

Ci siamo occupati del detto esempio solo per conferma re l'esattezza del nostro metodo anche quando si tratti di esperienze delicate e in piccola scala. La coincidenza fra i risultati ottenuti e quelli del Domergue,


142

NUOVO ltETODO

massime nei · valori dei mome nti che sono i pm 101portanti, prova !:esattezza del metodo , e le. piccole differenze di qualche unità che appaiono in alcuni valori, nori saprei, a dii· vero, di quale dei due metodi, _tornino a svantaggio, in quanto sl. il Domergue che io, abbiamo adoper_a to mezzi grafici, con questa sola differenza che le sue costruzioni geòmeti:iche · per la prodigiosa complicazione di linee non sono da para-. ,gonare colla semplicità delle operazioni indicate qui. E sì ché per l'ultimo caso, ove le differenze sono più sensibili, si noti che il Domergue dice: , Celte dernière « circonstance a nécessité, pour ce cas_partlculier, l'em« ploi de plusieurs fì,gu1·es auxiliaires, etc. »

CAPO IV.

Critica dei metodi proposti dagli autori pl'l caso di sopraccarichi di terra dietro i muri di rivestimento. § 22. - Finora, parlando dei metodi seguiti dagli autori, abbiamo considerato il caso più semplice in cui non v_i sia sopraccarico sui muri, caso che non s'incontra che _nei rivestimenti di controscarpa delle fortificazioni, i quali ·n on hanlt)o d ietro di sè altro che lo spalto, o pei muri che sostengono un cortile, le sponde di una strada, e via·. Ma il caso più importante~ è quello- in cui vi sia sopraccarico, cioè che il r iempi• · mento di terra si protragga. assai di sopra il ciglio d el muro; e qui forse il nostro metodo potrà rendere .di .utili servigi. Infatti dove s'incontra una lacuna, un

143 vuo to, nPgli autori si è appunto qu-ando l'altezza del sopraccarico sul ciglio del muro sia maggiore dell'al~ lezza dli)] muro stesso, che è il caso cui tonde la mo• clerna fortificazione . E se io mi apponga, si argomenti dalle seguenti• parole àel Poncelet: « En général, quand « les constantes ou coefficients d'une formule d'inter« polation doivent étre fonctions, l.t la Jois, de plu« sieurs des données du probl~me, il devient d'autant « plus difficile .<l'en obtenir une expression analytique « approché; qu'il faudrait la vérifier sur une multitude " de combiuaisons de ces données . Ces motifo doivent « fai re . r eooncer à l'espoir de découv.rir une -règle « pratique géoérale et suffisamment simple pour les ; fortes surcharges; mais les regrets deviennent moins « vifs si l'on songe, d'une part, que le cas où la bau«. teur de- ces surcharges surpasse · celle des maçon« neries se présente rarement en fortificatio.n (1) . • L'illustre uomo mentre scriveva co_sl non pote;va prevedere che da indi a non molto i cannoni rigati avrebbero rovesciate le antiche regole e cambiati i -hisoani della fr,rtificazione. Ma pel Cap,o V io spero . o avere spinto non indarr;io le :ric.e rche un po' più in là, o spero aver tr0va.ta una regola genell'ale ·pei muri ehe sostengono forti sopraccarichi ,di terra. ~ 23. - Quando H riempimeut0 di ,tèr,ra ,si eleva al disopra del murG> di sostegno, è di(fidle c:be il pro!fì;lo del prisma forffi-aio dalla par.e-te interna del muro , daÌla scarpa naJmr.ale deBe te-,rre ,- e daiJla su-pe,rfiìcie superiore del riem_pimento · .prese:m.ti tre sole facce ; qua~i sempre il detto profilo è _un quad.r11,atero, un P~R CALCOLARE [, A -SPINTA DE ! Tf:RRAP!F.Nf

(1) Pm;cuLET,

op. cit., pa.g. 48.


144

i'i 1JOV0 i!ETOD(l

pentagono, ·ecc .... . seconùo la forma più o meno accidentata del sopraccarico. Segue da--dò che il centro di spinta (qhe non è _ al terzo dell'alte;,;za se non quando il prisma di spinta :::ia perfottamente triangolare [~ 15]) può variare grandem_ente di g:iacitura secondo la-forma e l'estensione del terrapieno, e può salire alla metà, ai due terzi, ecc., dell'altezza del muro. Inoltre· la direzione del piano di rott ura è così strettamente legat~ -.alla forma di t utto intero il profilò, compreso il muro e il sopra,c. carico , che non si può più sperare dalla Meccanica dei teoremi generali come quel°lo del ~ 14, nè delle formole applicabili a tu_tti i casi. Ma conv.iene volta per volta operare sugli elementi va.ri che pr~sentano i singoli ,profili a t'raverso difficoltà sriesso insuperabili cogli antichi metodi, e che si eviterebbero affatto seguendo quello che proponiamo, porchè esso, come si è veduto, è indipendente ctalsopracc~rico e dalla forma del urofild. § 24. - Frattanto acce,nniamo qui i metodi seguiti finora dai più chiari ingegneri, rivolgendoci al llfémo-· r·ial de z;O/ficie1· du Génie. Questa insigne opera, che è il più glorioso monumento che il Genio militar€) francese poteva innalzare a se medesimo, è ricca, fra le altre cose , di elaborati lavori _sulla ~pinta dell!;l terre. Vi. brillano i nomi dell' Audoy, del Français, dell'Ardant, dell'Audé, del Domergue,- del _sommo Poncelet, ecc.; e le loro dotte Memorie si possono considerare come i maggiori sforzi tentati sulla quftstione che ci occupa, se si gu·a rdi alla sottile analisi matematica e ai lunghi processi di calcolo che gli .autori vi hanno speso intorno.

PER CALCOf,AllE r.A SPUTA D&l TF:RRAPH:N_l

145

Or bene, o egl ino han Ticorso ai teoremi dd Poucelet o al ca.lcolo infinitesimale. teorema del Poncelet si_ presta a maraviglia , come si è ·veduto, nel caso del prisma di spinta trian• golare (~ 14), a segno che non vi si saprèbbe so~tit~i_r nulla dì più semplice e di più elegante. Ma appena il profilo del : prisma sp_ingente dà t_riangolo di,,iene quadrilatero, l'orizzonte comincia ad abbuiarsi. Se esso è solamente di quattro lati, basta gittare uno sg~ardo i::ulle figure 7a e 8" della Tavola vm, n° 15 del ltlémorial è' che si riferiscono a pag. 327 e 328 del testo, per ' vedere a quali -intricate costruzioni grafiche si va incontro coi metodi del Poncelet . . Nè le dette costruziòni sono generali, poichè cominciano con una restrizione, cioè che l'angolo lff Pf (fig. 17") (1). fatto dal piano superiore F 1'f del riempimento con l'orizzonte sia minore di q; « car saos " cela, la rupture ne pourrait avoir lieu sur F M (pag . " 327) ... -. . La r upture a toujoùrs lieu sur le plan • « su périeur F 1tl de la surcharge ta1;1t q ue le tàl us A.F « est plus roide q ue le talus naturel des terres; ma1s ' « daos Je cas de FA D < q; il peut arriver qu'elle ne « s'opère point sur F !tf, mais bieo sur A F; on en est « av,erti quand le point X, déterminé d'après les n° ~5 « et 26 vient se placer sur le prolongement O F de « F Jtf; il faut afors avoiP recours · aux constructions « des n° 17 ~ 22 » (pag~ 328). Abbiamo citato questo squarcio appunto per far toccare con n~ano éome la bisogna si complichi rapidai:nente· per poco che il profilo •cti spinta sia un q·ua•

i1

. (1) La fig. 17' è tratta. dalla cit:i.ta fig. 8•, tav. vux, no ·15 del

Mémorictl, ecc.


146

d rilatero. 'hfa ùovc poi il labirinto ùclle eoslruzioni g rafich e divien propr,i o spinosissimo,-si è nella ricerca del centro di s pinta (pag. 328 a 330), per la quale fra l'altro b isogna descrivere per assegnazione di punti un arco d'iperbole, ecc. . . . . § 25. - Se pc;,i il profilo del prisma di spinta 11a più di quattro lati, al lora prima di fare le costruzioni indicate dalle figure 7"' e 8\ Tavola vm del ilfémoriat, è duopo per via d.i costruzioni g rafiche trasformare il profilo in un altro equivalente e che n on abbia più di quattro lati. ·

A R (fig. 16") ( I) le plau d'appui dcs terre!'! BA C F G T-1 I I( L JlI le profil du r om hlai. A.yant « pris pour point de départ, l'un quelconque, J K, par <r exemple, des c6tés du contour supérieur du r emblai, « convertissez la po'rtion du polygone .A C F G l-11 , « comprise entre ce c6té I K et le pian d'appui A TJ. ..., « en un triangle équivalent A I' I dont le sommet soit « situé sur I K ou snr son prolongcment, puis appli« guant au profil BA l' K r ésùltant de cettc transfor• mation les méthodes graphiques de la page . . ... , « déterminez le point x de rupturo qu'on trouverait si • le remblai n'était limité à sa part,ie supérieure que « par les deux lignes Al' et l' K., etc.. .... On reme.rque, « en effet, que la poussée du quadrilatèrc BA I' X snr « la pai:oi de retenue A B est jdentique à celle du « ?rofil polygonal BA C F G lt I X, puisque d'une part « 1ls sont égaux en su rface, et qne d'autre part ils « n'agissent l'un et l'autre , sur ce plan, q u'en vertu .< de leur poids • (pag. 373 o 374, ibicl,). « Soient

« et

( lj La fig. 16> è precisa.mente la. fig. 9•, taYola. nu,

!r[émorial, ccc.

147 La cosa si arresterebbe qui se il punto a; cadesse su J 1( , come s uppone la figura, ma se per disgrazia ciò non accadesse, bisog nerebbe ricominciar d~ capo tutte le costruzio_n i operando sul lato seguente 1 R come si è fa.t,to sopra 1 K; • et puis, si cela est nér.essaire, sur • l0s cOtés suivants, j usqu·à ce que le point de r upture « vienue enfin se placer entre lcs e;xtrémités de· l' un , de ces c6tés. C'est alors seulement que la. surcharge « envisagée se trouve ramené0 à n'avoir que deux , lignes à son contour supérieur, et que l'on peut « r ésoudre tout_ e s los questions qui s'y rappo·r tent, etc.» (pag. 374, ibid). . E t utto questo per trovare il piano di r ottura B X, rimanendo poi sempre la cura di dover desprivere un'iperbole per assegnazione di punti a fin di avere il centro di spinta. Da questi pochi squarci si vedriL, lo spero ; che non abbiamo esagerato dicendo che i 1uetodi sono coruplicatìssimi. ~ 26. - Ma I s'io non m'inganno, anche dal lato dell'esattezza sembra che essi lascino qualche cosa a desiderare. Infatti secondo la scuola francese che ha. generalmente adottato il metodo di trasf01·ma1•e, i pro~ fili, razione del prisma di spinta BA. C F GIl 1 K cont.ro il piano A JJ è uguale a. q uella che eserciterebbe il prisma B A 11 T(; dappoicbè (ripetiamo le parole del Domer gue) « d'une part ils sont égaux en surface, et • que d'autre parL ils u'agissent l'un et, l'autre sur ce " plan (,1B) q u'en vertu <le lcur poids. » Va benissimò; ma trasformando il profilo non si altera la posizione ùel suo· centro di g ravità e quind i il punto d'applicazione della spinLa che è strettamente legato a quel centro·/ Trasformando il profilo non s i altera la posizione del piano di rotturn ? PER CALCOLARE LA S1.'JNTA DEI T!lRRAl'lENI

NUOYO liii.Tono

,

11°

15 del


148

NUOVO METODO

PF. 11 C,ILCOL.\ Rii: LA SPINTA Dli! TERRAPJE.NI

Ho voluto conyincermi di questo fatto; e però, disegnato un sopraccarico .di terra arbitrario addossato a una parete inclinata, -ho trovato il prisma di massima spinta e il centro di pressione ; indi fa cendo variare la sola inclinazione della scarpa esterna del riempimento e ·cons_e rvandp a q uesto setIJpr,: la stessa altezza, ho ripetuti volta per volta i çaJcoli e trovato sempre che cambiava ta.nto la direzion e del piano di rottura che il centro di spinta. Onde ne · h o conchiuso che il trasformare i profili può tal volta for nascere degli errori , e credo si debba operare su di essi tali quali sono senzd - alter~rli menoma.mente se si vogliono risultati esatti. Imperocchè la trasforma zione del profilo può soventissimo talmente alterare le forme ,e portare avanti la massa delle terre sovrastanti, che il piano di rottµra e il centro di spinta ·ne. ,,. rimarranno spostati fortemente. § 27. - Circa i metodi analitici, molti autori com ìriciano per ridurre il profilo del _prisma in un altro di minor numero di lati e sovente 'in un triangolo, a fi ne di poterne facilmente esprimere l'area ,e quindi iJ peso in funzione degli elementi algebrici del profilo, Il qual valore del peso introdotto in q uello della spintct, vi dà .q uei gro::si formoloni l unghi una i,pa nna che dovete poi divertirvi a vedere quali valori . della 'variabile renda massimi; e qui altri ca1coli complicati o intr'icatissimi per giungere a nuove formole che tra d otte in linee vi danno finalmente la sospirata direzion e del pianq di rottura. In quanto al centro di spinta, la bisogna non va diversamente. Oondurrli!) come facciam nuì' un:t rallela dal centro d i gravità del prisma alla retta che in p rofi lo rappresenta il piano di rottura , è parnta

pa-

149

forse cosa: troppo triviale , troppo pleb_ea a~ matematici. Più in alto adùnque: si dà di piglio al calcolo · infinitesimale e, trovata l'espr essione del m,omento degli elementi superficiali del pri$ma, una ~u0na in~ tegrazione colla costant~, determinata ben rnt~so_nei limiti del profilo, vi dà..... ch e cosa'? Una: 1:1arnscola espressione del momen to della s~inta._ D1v1dete per questo momento il valore della sp1?ta_ 1~tessa e av:ete finalmente il b raccio d i leva e q mnd1 11 punto d ap· plicazione della forza.. Non ho mai capito il perchè ~i questo éamm-ino iu ngo, ma.l~~evo;e e tor\uoso t V~gh~ dire che avere con tanta fatica 1 espress10ne analit1c~ del b raccio dì leva in funzione di tutti gli eleme~1t1 del profilo non serve n è alla Scienza, nè_alla pratica deg1'ingegneri . "!on alla Scienza perchè finora.la d~tta espressione analitica non ha rh·elato, nè poteva rivelare · nessun gran fatto, nessuna legge generale; non agl'ingegneri, perché essi ne hanno ù'avan~o a conoscere il valore. del braccio di lev~ merce un buon de~irnetro. posto sul d isegno del profilo. Eppure, processi così complicati come i descritti non p oss~no dare risultati più esatti del nostro facile metodo; 1m perocchè , a prescinderè dagli errori c_he _potrebbero nascere dal trasformare il profilo., tutti gh altn metodi algebrici o grafici r ichieggono in fin. dei conti costruzion; g8oinetriche assai p iì,l comphcate delle nostre. . ~ 28. - Continuando il nostro rapido esame, ~1co~diamo che l' Ardant ha scritto una pregevole Memoria sui muri di rivestimento (l) nel fine di trovar modo (1) l{a per titolo t Nouvelles · rechuches sur le JJr~fil de 1·e~ét~me,it le plns écono-mùzue. - Vedi l l'ié1no1·ia/, ,de l'Offic1cr du Genw, n" 15, pa.g. 213-268, Paris, 1848,


150

'

PJ,:R CALCOLARE LA Sl'IN 'l',\ DEI Tt~RRAPIENI

NUOVO METODO

da poterli costruire assai economicamente. Il suo lavoro, irto di numerose formole, rivela al certo nello autore molta perizia della scienza del calcolo; ma alla fin fine il mezzo divisato per far muri economici s, riduce a confortare gl'ingegneri a tener conto dello attrito della term contro il muro, consiglio che disgraziatamente è forse più facile dare che seguire, essendosi veduto (§ 10) che fa m estieri esser cauti in tal cosa, se si vogliono far mu_ri che stessero in piedi davvero e non in teoria. L'Ardant, adagiatosi sulh1. ipotesi di q:i ql, perviene a trovar muri assa~ sottili rispetto agli ordinari e che nondimeno dovrebbero star su, se la tenacità delle malte volesse poi secondare i voli della nostra immaginazione. Ma, 1,) ripetiamo, il _coraggio di fare q:i q,' non è da tutti ; quindi, pi ù cauti dell' Ardant, ci contenteremo di porre q,' O, che ,. sarà altrettanta stabilità guadagnata e altrettanto fastidio di più che daremo ai proietti ogivali dell'ass~1itore , se mai i nostri muri dovessero sfidarli quei terribili proietti I Secondo me il lato più importante del lavoro dell' Ardant è jl principio, ove si vede che· nella mente dell'autore balenò il pensiero di cercare la spinta d elle terre tentoni ossia direttamente per saggi progres. sivi anzièhè cogli ahtichi metodi laboriosissimi. Difatti l' Ardant parte dallo stesso parallelogrammo delle forze donde noi siamo partiti; ma vorrebbe da prima far tutto graficamente, poichè sul disegno (fig. 9"), dopo aver eseguita una prima decomposizione di una forza verticale A B proporzionale al peso di un prism a arhitrario di ::;pinta, e ottenuta la retta A S1 men erebbe < successivamente un certo numero d i altre direzioni , ipoteti che della linea di rottura , e ripet endo ::sn

=

=

a

=

151

ciascuno dei nuovi prismi la stessa costruzione, otterrebbe tante. rette come A S e quindi sul disegno, una serie di ·punti al pari di S ·.« appartenenti a una curva , continua o discontinua. » Questa è la ciwva delle p.ression·i degli autori francesi, alla quale l' ~rdant tirerebbe poscia un~, tange11te parallela a ~ma. certa retta, e l'ordinata del punto di tangenza sarebbe propo1·zionale alla massima spinta_- Non è a dire ~u~n to q\1esto motorlo di disegn ar tanti pa:·allelo~ra~1m1 luno sopra l'altro riesca lungo, noioso e mesatt1ss1mo, •come l'esperienza mo ne ha convinto. . .. Giunto all'o1·1linala massima, l'Ardant pianta h 1 suoi parallelogrammi, e, dipartendosi dalla via piana e aperta ehc ~l principio sEmhrava volesse batt~re, si caccia in una serie di .culco!i per cercare da prima niente altro che l'eq~rnzione della sua curva delle pres~ sioni e i valori dell'ordinata del punto della curva ove la tangente è parallela all'asse delle x , a fin~ di evitare il descrivere graficamente la cunra. D1po1 cerca coi vecchi metodi analitici il valore della spinta, il suo punto d'applicazione e via. Ricerc~e ele~anii son cot este dal punto di vista astratto della sc1enzn. <lel calcolo, ma io non so quale utilità abbiano recata, nè possanò arrecare aHa pratica dell'e costruzioni. ~ 29. - Cosi per esempio; dopo un calcelo al~ebrico de' più lunghi', l'Ardant avrebbe scoperta la seguente proprietà, la quale sembra che egli creda geneule, si. per il modo come l'annunzi,i , e per la frequente applicaziònc che ne fa nel suo lavoro. . , . La proprietà è la seguente: « Le pornt d applica~ tion la poussèe excrc('G par des terrcs dont la • hauteur au-dessus clu cordon du revètement pouvait • ctre égalc i1 celle. de cc rcvètement lui-m1'\me, n'était

ne

ANNO

x, vol. n. - l 1.


NUOVO METODO 152 • jamais plus ~loign~e du pied :de :]a paroi que des , , 0,366 de la longucur totale de celte paroi. • _Nous àllons justifier cette assertion pour un ~ cas particulieur, à la verité, celui Òù la paroi inté4 rieure est verticale ; mais si cela a lieu pour une • qi1elcorique des positions que la-paroi peut prendre , p~r r9-pport à la verticale, cela aura lieu pour tout.es , les autres » (1 ).. Questo- fatto non è generale ma dei più partiçolari di questo mondo; imperocchè non ha luogo che nel caso specialissimo di

PER CALCOU_RE LA SPINTA nEI TERRAPIENI -

p ;::::: p' ;::::: 30° . . . - ( 1) ' '

, e della scarpa esterna del · riempimei;ito inclinata pre. cisamente a 30°. Se per poco uno degli attri.ti delle terre contro se stesse e contro il_muro, o èntrambi, non presentino il valore (1); se per poco la scarpa esterna ·d el sopraccarico si scosta dai · 30°, e· la proprietà descritta non regge più; dappoichè uno dei detti cangiamenti basta a far variare subito la posizione ·d(i)l . piano di rottur~ . e qu·ena del centro di spinta. Per avere -una conferma di ciò, ho çalcolato un· pro. . filo con i precisi dati, deìl'A:rdant, èioè -: scarpa"interna del nrnro vertieale; altezza del ruuro eguale a quella del sopraccarico sul cigl(o ; e cp:::::cp'=30ò. Solo ho supposto la scarpa esterna del riempimento inclinata' a. 45°, cosa che non è poi tanto strana, e ho .trovato il centro di spinta a 0,402 dell'altezza della parete interna; il che-l?er .una parete alta in totale sm, p. e. , porta il centr? di spinta cirtn, Qm,30 più alto di quel (l)

ARDAST,

153·

che sarebbe_ se si volesse interpretare. la propriet~ descritta di sop!a nel senso lato che vorrebbe l'Ardant. ~- 30. - Per conchiudere adunque, dopo questo ra:pido esame dei mezzi grafici e analitici coi quali Hi è , trattato finora la spinta dE?lle terre, noi diremo che !n loro vece un mètodo piano e simplice porrebbe tutti gl'ingegneri al fatto di calcolare- esattamente la spin_ta -dei terrapieni_ G la stabilità dei loro muri, e farsi l'idea più concreta possibile dell'una e dell'altra; tutti potrebbero conc_o rrere al progresso della Scienz_a, rivelando i r isultati di :tantissimi casi partiéolari che si danno nella pratica; e così, invece de'nebulosi lavori di questo o que1 matematico, noi avremmo tanti dati c12rti e positivi che a mille doppi gioverebbero a spargere lume i,ì-Ulla importante questione della spinta delle térre. La quale, comé dice il Poucelet, «'n'acquerra « le degré de perfection d6sirable q ue q uaod, µar des, ~ effdrts successifs, on aura étendu ces. applications « aux questions variées qui se présentent - dans la • pratique et dont plusieurs e:s:.igent des rechetch_es ,, spéciales sur la constitùtion physique des terres con" siderées comme clemi-fl:tiides. E.n effet, on n'a, jus• qu'ici, résòlù, par des principes un peu surs, qùe la « .seule que~tion . d~ la poussée I con tre ' des massifs dc « maçonnerie indéfj.nis, à profil •où section uniforme, •« et il reste encore à faire, sur le dispositif des fon_i dations, des contr'e forts et çles systèmes en décharge, · « beaucotip de rech_ e rches inté,ressantes et délicates ,' ,, qni, à cause 'de la. complication des formules et dc _, l'arbitraire des hypothèses, paraissent au-dessus def: , forces actuelles de J'analyse » (1).

Op. cit-., no 15..

(1) PQ:NCErnT, 01),

v>

.

cit.,

pag. 9-10.


.

'

154

PER C.11.COLARE T.A RPì'IT.\ DRI TllRRAPIENf

rìUOVO METODO

Sostituendo un metodo piano e generale ai lalforiosi processi aualilici, sostituendo dei numeri ai simò oli algebrici , che nella complicata questione dE),lla spinta delle terre pretenrlqno essere generali e spesso noi sono, come ne abbiamo avuto un esempio al~ 29, sostituendo, dico , il doppio decimetro a delle sterili i11tegrazioni , forse i desideri dell'illustre uomo potrauno essere iu parte esauditi, e si. perfezionerà uu ramo di Meccanica applicai.a della più alta importanza.

.

155

J'.atirit_o sulla ha~e del rivestimen.to, sia coll'agire in senso contrario alla componente orizzontale per aggirare il muro iuLorno al suo piede esterno. li che avrà luogo tanto maggiormente quanto più inclinata è la parete interna del m~ro ; poichè, chiamando V ed O le due componenti verticale e orizzontale della spinta, e ricordandoci le deno.minazioni del §. 7, sarà

V= S sen A' .... : (a) O = S cos A' ..... (b) si vede subito che se A'= 45° ·saranno le due cpmponenti della spinta eguali fra loro; più A' supera i 45° e più la componente vertic.ale sopravvanzerà l'.oriz. zontale; più ,1' è disotto ai l15°, più accadrà il contrario. E qui ricordiamo che il punto di partenza ·di sl fatte ricerche sulla stabilità. è· l'assimilazione dei muri a solidi omogenei e tutti d'un pezzo, che non possano se non strisciare sulla loro base o rotare intorno al , piede esterno. La quale ii)otesi, abbracciata nello stato presente ~ella Scienza da tutti gli autori d i formole sulla stabilità dei muri, rimane giustificata dacchè « le considerevoli dimensioni date ai rivestimenti in • virtù di queste medesime· formale sembrano doverli « porre e li pongono col fatto il più sovente al co.,, pérto di una rottura. » § 32. - Studiàmo · ora più da vicino le due cennate stabilità per rot.aziouè e per iscorrimento dei muri di sostegno. Sulla stabilità relativa alla rotazione acrisconÒ • 0 potentemente i bracci di leva- delle varie forze che anima-no il sistema, mentre la stabilità per iscorrimeuto dipende_ solo dall'attrito e quindi dalla pressiou·e che si eser cita sulla base del muro. Ora negli alti P..

CAPO V.·

Della stabilità dl'i muri dì sostcguo delle terre e tl~i 111iovi 11rofili di resisteniit indefinita che si propongono. ~

31. - Dal solo fatto ·che la spintn delle terre è s('.lmpre normale alla parete interna dei muri (astrazion facendo dall'attrito), &i. .deduce subito quanto debba esser utile il _fare la detta parete inclinata di dentro in fuori , cioè in senso opposto alla scarpa esterna che sogliono avere i rivesti meni i. Infatt.i, quando la parete interna è verticale, la s'piuta delle terre risultando orizzontale, agisce tutta in.tera 'contro il muro , sia per farlo scorrere sulla sua hase, sia per ·farlo rptare intorno al suo piede esterno , dove . se la detta parete è inclinata, '1a spinta risult!rnd~ anch'essa inclinala all.'oriz:,;onte, accadrit una decomposizione di forze ; e la sola componente ·oriz:wntale spingerà effettivamente il muro, ma la vertica le ne favorirà grandemente la stabilità, s ia coll'acerescere


.. )56 ..

,· !'iUO\'O METOtlO

PF.R CALCOLA.~R t.A SPINTA UE! H:RRAP!E~{

muri di rivestiment~, al pari di queìli adoperati finora dalla fortificazione, il sopraccarico del parapetto era quasi sempre minore dell'altezza del mur,o o c1,l mas·simo èguale èome nei mezzi rivestim'cmti di Vauban. In tal caso la grande altezza· del' muro rende ccrisiderevole il suo· peso, e quindi genera un forte attrito sulla· base, che vin·ce .di leggieri la sp_inta orizzontale, impedendo cosi lo scorrimento. Ma d'altra parte, per la piccolezza della base del 'muro rispetto alla sua al~ tezza; ne nasce che il braccio di leva della spinta (che al minimo è il terzo dell':;dtezia) riesce sempre maggior!3 di quello del peso del muro e della componente _verticale della spinta (se mai ve n'abbia) per essere q ues!i due ultimi. bracci frazioni della base del murò. , Quindi si spiega percb_è negli alti muri di rivestiment<;> si. riesca più facilmente ad ottenere la stabilità per iscorrimento che non quella per rotazione, sì che gli ingegneri cercano ~empre assicurare q u,est.:ultima, sap'endo che a più forte ragione rimarrà avverata la prima. Quando poi il sopraccarico dì terra è assai più alto del muro di sostegno, allora accade il contrario; . imperocchè sce~ata l'altezza del rive·s timento, diminujsce anche il braccio di leva della spinta, quindi, in parità di circostanze, cioè posto che la spinta sia ; la stessa, torna qui più. facile vinèere 'la tendenza a rotar~. , Il che, se si, do.vesse teu:iere la sola rotazio~1e, farebbe· credere si possa ridurre ·anche il braccio di leva del peso del muro, cioè assottigliate la fabbrica·, Se non che colla diminuita altezza del rivestime_nto scema anche il suo peso, quindi è pr<?babil~ che l'attrito che gli è proporzionale non basti più a vinc~re 1~ spinta orizzontale ~elle terre, il che obblighE:rà ac,-

crescere il peso del muro, ancorché le sue dimensioni bastassero per la stabilità alla rotazione. Secondo il Pùncelet, b isognerebbe principalmente occuparsi dell'ipotesi della rotazio.ne nel caso di sopraccarichi di terra di cui l'altezza ec.ceda di puco il triplo di quella del muro,- e dell'ipotesi dello scorrimento pei soprac• carichi assai più forti (1). § 33. - Ciò premesso, sia LI!' 1' (fig. sa) il profilo di un muro di rivestimento che'. sostenga un soprac• carico q ualuuque cli terra. L M è la parete interna del muro · inclinata di dentro in fuori per quel che si è detto nel. 31). Sia P il centro di spinta delle ter_r~. e quindi la normale VS la direzione deìla spinta 'istessa. In generale, perché il moto rotatorio intorno a'J piede esterno del muro rimanga impedito, è necessarjo 'e basta che la risultante della spinta · e del peso . del muro cad~ entro la base· L l!', la qual condizione rimane a fortìori adempiuta q uando, come. nel caso della nostra fig ura, la direzione P S della spinta cade 'e ssa · stessa entro l'area L F. Volendo esprimete analiticamente la detta condizione chiamiamo IT il. peso del muro ed l", l, l', i braccj di lev·a di esso e delle due componenti verticale e orizzontale della spil'lta . .Riferendoci ai precedenti valori (a) e (b) (~ 31), per la stabilità dovrà essere

/

rn

i

\

S l sen A' "'" IT l''

>

S l' cos A',

ossia

S (l sen A' - l' cos A') (1)

+

il l''

>.O.,

Mé·morial, ecc., n° 13, pag, 115, P~ris, ·1840.


158

NU0\'0 METODO

PF.R c_,ILCOLARE u · ~l'INTA ,OF.I TBR~AP!RN~

159

~

Oltre d i tale condizioue numerwa, aJfìnchè la stabilità sia assicurata, dovrà la ri_su)tante l' S passare a una distanza suffiéiente dal piedi? e1,Jterno F del muro perchè la pressione generata sulla parte anteriore F I( della base non superi il limite dei carichi permanenti che si può far -s opportare alle murature. Difatti quando il punto !( cade troppo vicino -a d ' F, il caric"o non sarà già uniforme su11a base del muro, ma la parte anteriore KJ? ·sarà assai più premuta di /( L. La p!'essione sopra K F pon pnò calcolare ; ma fortunatamente per general~ opinione degl'ingegneri si potrà sempre argomentare l'impossibilità deJlo schiacciamento dal paragone coi profili medii di Vauban di 10 metri di altezza, i q.uali da più di un secolo resistono alla spinta delle terre e a tutte le "°ause accidentali che pGSsono ~l\mentarla. In · sì fatti rivestimenti il mo•

·si

(l-1. - Jotorno alla stabilità pel' rotazione, giov c ri,, fare la seguente osservazione : cioè che se ·la spinta. normale P S cade fuori della base del muro, e p es. in S', potrà benissimo accadere che il muro non abbia tendenza a rota;e, purchè , co1'11e dicevamo, la detta spinta combina.ta col peso' del rrrnro dia una risultante che cada entro la base L F. Ma se · delle cause açcidentali , come l'inzuppamentÒ delle. terre, il gonfiamento di esse, se sono argillose, ecc., facessero crescere straordinariamente la spinta, allora potrebbe la dett.a risultante cadere · fra 11 ed S' ," e il rivestjmento acquister'ebbe una tendenza a rotare come un sol corp0 1ntorno 'ad F. Mentre se la spinta normale cade essa stessa entro. la base del muro, indipendente.mente dal peso di questo, allora, Òve crescesse grandemente ·la spinta, potrà beni~sim'o la fabbrièa . scliiacciatsi fra K ed F; potr~nno accadere gonfiamenti , lesioni e pàr. ziali rotture se• gli sforzi accresciuti :vincon~ fa tenacità delle malte; ma il muro tutto intero non avrà mai . · tepdenza a girare intorno ad F; cmricchè, esso, considerato come d'un sol pezzo, potrebbe dirsi di resistenza indefinita relat~vamente alla rotazione. § 35. - Passiamo ora alla resistenza, allo scorrimento , e chiamiamo f' il coefficiente d'attrito della fabbric!)- sulla b~se del muro. La componente orizzon- · tale· O della spint<\- tende a fare' s_c orrere il muro sulla. sua base; vi 'si oppone l'attrito sul!~ base istessa, gener~.to -dalla componente verticale V e dal peso del muro, che anche qui è proporzionale alla pressiope, se~ondo le iperienze del Mt.irin (1); nè si_tie~ c·onto 1

mento della resistenza supera queHo della spinta dei : . di quest'ultimo,

oin

altri termini il rapporto dei due

momenti è circa 1 + : ossia 1,80. Gl'in.g ;gneri har{no adunq ue- chiamato coefficiente di stabihtà per · rotazione cotestq rapporto, e conchiuso che facendo dei muri nei quali resti avverato il valore 1,80 del detto coefficiente si potrà inferirne :che la loro stabilità sia pari a quella dei sèéolari rivestimenti di Vauban. Per conseguenza,. nei casi;particolari, dopo di aver calcolato col nostro metodo il valore della. spinta e trovatone il punto di applicazione P (fig. 8'), si avrà subito il .punto K ove la direzione · della spinta incontra l'orizzçmtale · del piano della risega , e · quindi dopo uno o due saggi si otterrà la posizione da dare al piede esterno F del muro perchè il ·coefficiente di stabilità risulti di 1,80. '

'

I :l 1(

... (1) Mol;rn, No;velles expé-1-iences siw le {rotte-m&iit et l'aàhbr~>tce des pie1'res, 1835,1838.

...


160 r-uovo Mnooo •. cleHa t~nacità dei cementi, ad esempio di tutti gli s1.;rittori. Affinchè il muro non abbia tendenza a scorrere dovrà. essere aclonque

{'(V+ D)

PER C.\1.C(,f,ARP. LA Sl•lliTA DEI TRRRAPmN!

>O

nie11Lu anit'sempre la stesim stabiliUt che se fosse isolalo; salvo sempre , ~en inteso , che il carico non superi i limiti dello schiacciamento, della tenacità. dei cementi, e, aggiungiamo noi, i limiti della legge della proporzionalità dell'attrito alla pressione, che forse. sutto enormi pesi non potrebbe più av~erarsi. Ecco dunque un bel Teorema di Meccaniea: Se la scarpa interna d·i un muro di ,~ivestimento è

Il

I,

ossia

S (f' sen A' - co.~ A')

+

f' rr >

O..... (n).

§ 36. -

Lo studio della condizione generale (n) ci darà il modo di scovrire delle r_ègole geneçali sulla stabilità nel caso di grandi sopraccarichi. Supponiamo infatti avverata tal condizione, e supponiamo che delle cause accidentali abbiano fatto crescere la spinta delle terre al di là del valore assegnatole quando fu. calcolata la stabilità del mui:o. Si vede chiaro che possono darsi tre casi. ·

1

Se la quantità f" se-n A' - cos A', che è costante per un dato muro, è negativa, allora al· crese;ere di S, il primo membro dell'eguaglianza (n) tendérà ad impiccolirsi e la stabilità a .svantaggiare.

2° Caso . - Se f' sen A' - cos A'= O..... (m), cioè se cot A' allora per crescere che faccia la spinta S, l'eccesso della resistenza sulla spinta istessa rimarrà sempre costante e uguaJe a f' IT; cosicchè, q ualunque sia il sopraccarico del muro, questo non avrà mai tendenza a scorrere sulla sua base , cioè godrà sempre della stabilità dovuta al suo proprio peso, ed avremo e.osi, con un valore di rr comechè limitato, un muro d'una r~sistenza indefinita in questo che, qualunque sia il sopraccarico di terra, il rivesti-

=t

inclinata da dentro in fuo1·i, · e declina dalla verticale per ·u n angolo la cui cotangente uguagli il coelficien(e d'attr·ito della mwratu1·a, qualunque sia i l sopraccarico d,i te1·ra, i.l mu1·0 n on avrà mai tendenza a .scor1·e1·e sulla sita base. · Il detto angolo potrebbe dunque chiamarsi della stabilità costarite per iscon·imento. Se prendiatr.o col Boistard e con altri, 0,'75 pel valore di

1° Caso. -

161

f'

avremo

cot A' = 0,75 ~ le tavole trigonometriche, trascurando i minuti secondi, uaranno ·

A'.= 53°,8'.

'

Adunq ue: un muro di rivestimento colla sca1·pa inlerna ·inclinala da dentro in fuorì, e che declini dalla verticale per _53°,8' avrà ia stessa stabilità che se. fosse isolato, qnatunque sia il sop1·accarico della terra addossatavi contro. ' Un muro di tal fatta potreb.be dunque ritenersi alla prova di tutte le vicende che coll'andar del •tempo aumentassero la spinta delle tene, in quanto la s1,1a


162

NUOVO ~!ETOPO

PER CALCOLAR!, LA $PINTA DEI 1'ERRAPlEN I

stal,ililà. è costanto e indipendente dal valore della spinta stessa. Siccome la ~carpa interna del detto muro .dipende unica.ttiente dal valore che vorrà adottarsi pèl co~Jficiente d'a.ttrito delle murnture 1 così sc~·iveremo q·ui varii di tali angoli dcdottì dà1lè tavole trigonomet riche_ e r~spondenti ai diversi . valori che gli autori sogliono dare al coefficiente d'attrito delle murature.

163

eletta s,ca1·pa interna d'un mur'o,di' 1·ivestimen_to è maggiorè dell'angolo di stabilità•costante, àUora il crescere de'lla ~pinta, . sia per aumento di sopmc.ca1·ico, sia per altre cause accidenlali, tornerù a vantaggio della stab·ilità dèl mitt'Of /

. Ecco dunque dei fatti i quf!,li permettono fiire· che il desiderio del Poncelet di clécou·vrir ime règle p1·atique,

gén1rale et su!fìsamm,ent simple pour les fortcs ~u1·charge'sANGOLI di

VALORI DI f'

S 1'àBILIT ,Ì. COS'l'ANTE .

0,65

56° ~35'

0,67'

56°, 11'

0,70

55°,0l'

o,q-5·

53°,08'

0,80

51°,21'

3" Caso. -

1

*

Infine può essere

f' sen A' - cos A' >

O;

sembri esaudito. Dappoicbè d'ora innanzi basterà che la scarpa internà dei muri, che reggono forti soprac-ca.richi di terra , sia inclinata . di dentro in fuori e declini dalla verticale da 51 ° a 56° ,' per potersi dire c_he i detti muri avranno una resistenza indefinita : quinai essi _potranno rendere grandi servigi, soprattiitto :quando si tratta di terre argillose il cui gonfia,u1ento è origine di sì colossali disastri nelle costruzioni. Spetter~. poi alla prudenza dell'ingegnei'e il dare alla sommità del m uro quella g iusta grossézza che crederà, '. a seconda della tenacità ' delle malte e degli urti stra, ordinari cui potrebbe andar soggetto il muro, massime se si tratta . cli fortificazioni . 37. ,- Dalle cose discorse r isulta che i pr0f!li dei muri di rivestiinento, fatti .colla,regoladi A'=arc. col(', si potrebbero chiamare di ,stabilità costante; e · quèlli pei, quali si avvera

'

.

il che, dop!) quel che si è detto, accade quando sia

A'

> ang. colf'.

In · tài' caso, al crescere di S crescerà il primo membro della (n), cioè viemaggiol'mente r i marrà as_sicu rata la stabilità. del muro. · Quindi n~sce questo curioso fatto che: qÙando la ~eclinazione dalla verticale

A'

>

are.. cot f' ·

si potrebbero dire di stabÙitèL creséente al cres&et·e dellct, spinta. Gli uni ··e ·g li altri poi avrebbero una 1·esistenza 'indefinita. in quanto possono sostener e qualsivoglia sopraccarico di tena. · Giova però notare ehe i nostri profili di stabilità.


164

P l,'.R CALCOl,ARE L,I SPINTA DEJ TERRAI'IENl

NUOVb METODO

costante potrebbero presentare per· avventura un coefficiente ·di. stabilità re1ativa , allo scorrimento pf~tt6sto . · piccolo , senza che questo pregiudich i l'esattezza dei prece-denti ragionamenti. Infatti gli ingegneri han chiamato coefficiente d i stabilità per iscorrimento il rapporto fra l'attrito sulh base del muro e la . spinta _· oriz;zontale, e si servono ·di tale rapporto . per paragonare la stabilità .d ei muri che c0struiscono · a quella dj aJtri muri che, per secolare durata, si tengono come tipi di buone costruzioni (§ 33). Nel caso del puro equilibrio' questo rapporto è uguale all'unità, ma per avere la stabilità, esso si porta uguale quasi a 2, e, al minimo, si po: trebbe .fare anche uguale, s·econdo ilPoncelet; a 1,40. E ciàfper prem·u~irsi contro le vicende che potrebbero accrescere straordinariamente la spinta di là dal valore calcolat.o e sopravvanza,re la-resistenza del ~rnro, se nou si fosse largheggiato nel detto rapporto. Ma quando pe t· 1a'forma stess~ del profilo noi siamo certi che a l crescere · della sp.inta. l'ecoesso fra la resistenza ·e la spinta rimane costante, o cresce· anch'esso, ·allÒra per vicin o a.ll'nnità che risulti il rapporto q.escritto, , ciò t1011 deve indurre alcun falso· concetto di stabilità scarsa nel ' muro. /

165

~

CAPO VI.

Ap11licazioni delle uuove regole relative alla stabilita dèi muri · di sostegno e liarallelo colle antiche. .. ~ 38. - Per cominciare ad applic~ire il nostro profilo di st_abilità codante piglieremo un esempio dalla fortificazione, ossia il caso di ·ùn'opera (lig. 18") il éui profilo sia stato già det~rminato con la solita condizione cl.te .il pendìo ·del parapetto, uniforme a quello dello spalto, debba seguire l'andamento del terreno naturale. Si voglia rivestii•e la massa covrente per soli 2 metri di altezza in mmatura. Stando "in noi il dare a.I muro quella grossezza che vogliamo in cima, ; ,s scgnarnogli un metro per esempio; e riten endo 0,75 . pel coefficiente d'attrito delle murature, faremo la parete interna .f,~ (fig. _Hl"') inclinata alla veriicale per 54°, a n'golo un po' maggior e del vero per più cautela._ A vrerno così il cercato .profilo L 111 CY del rivestimento, che disegneremo alla scala di 1 a 100. Calcoliamone ora la stabilità. I dati numerici del problema ~orio:

=

tp 29°. tp' =o. ' p 1942k. A'= 54°.

=

',

..

Come ben si vede noi trascuriamo, per maggior , cautela, l'attrito delle terre con tro fa parete interna del muro, e consideriamo il caso sfavorevole di terr e .


166

PER CALCOLARE

NUOVO METODO

-che il valore di <p dimostrà avvicinarsi a quelle sabbiose e sciolte, delle -quali poniamo a calcolo il peso che acquistano quanqo son.o assai imbevute d'acqua. In virtù del (§ 7) bisognerà cercare il valore di A che renda ID!l.Ssima la quantità

y

p

cos (A + rp) _ ) sen_(A +A'+ <p) ' · • • • (rn ·

. Dal punto L si· tiri· Ja l Di' inclinata all'orizzonte per 29° e si avrà 00sì la direzione della scarpa natura~e delle terre. Il piano gi 11ottura dovendo cadere fra L M' ed L iJI; si cominci pet tirare, una retta inter• media Lr che decli ni dalla 11e11ticale p'e r un nun;1ero i otondo di gradi e sia 49°. Avremo A= 49°. Fatto ciò .si misuri sul disegnofarea LllfASr, e siccome intendiamo operare su di un tratto di parapetto lungo un metro, così si aYrà un numero che ~appresenterà_ in m etr i cubi il volume del prisma di spinta corrispondente al piano di rottura Lr. Si è avuto cosi

V= 63mc,064. So&tituitì nella (rn) i prec: _anti valori numerici si ha

s 63,O64

-

p

cos 780 ;.l

S/J1J

13

0

. = 17,644.

Bosto da parte questo valore si faccia. variare J'an.

LA SP!I-TA DEI TERl\APIENI

} 6'7

golo A di mezzo in mezzo grado in -più ed in meno, ÉÌnchè, ripetend~ sempre delle operazioni analoghe alle precedenti, si .trovi il massimo valore di

ip ,, che' nel

caso n ostro r isponde all'angolo di 50° come dimostra lo specchio seguente: PRISMI

.VALORI DI .,-i

VALORI DI~ l1

N°l

49~,00

17,644

»

2

49°,30'

17,741

»

3

50°,00

)) 4

50°,30' ,

I

_17,780 17,760

E q ui ripetiamo che le d ifferenze fra i valori cii S . JJ vicini al massimo non cadendo'che sulla seconda cifra decimale, si vede col fatto quanto sia esatto questo ' metodo , talmentechè s i può in generale far variare l'angolo A solo di grado in grado. Essendo LR la retta che- declina dalla verticale per 50° si è sul disegno con semplici costruzioni grafiche trovato ìl c~ntro di gravità G del pentagono .L 1lf A. S r; e, condotta. la G parallela ad L R, si è avuto il centro di spinta P, che il deèimftro ha mostrato -essere alto Om,91 sul piano L O, cioè trovars~ quasi alla metà dell'~ltezza del muro. La P X normale ad L Rl i nclicherà la direzione della spinti, liL cui intensità sarà, con,1e è ch iaro,

e

S

= 17,780 X }94;.!k :::;: .34528k,76.

A11xo x, vol. n. - 12.


168 NUOVO METOOO (ìol'Jiccbè chiam·ando O e V le su~ due. componenti , orizzontale e· verticale, avremo

l'esatto v alore dell'angolo di stabilità eostante (§ 36), e ciò torna a vantaggio della statica del muro, anche - perèhè la quantità (n) tend_e sempre a crescere 36) li. m isura che la spinta cresce . Qirca la stabilità relat iva alla rotazione dobbiamo aspettarci di trovarla grandissi ma (§ 32); e d ifatti cercato il centro di grav ità .del trapezio L il f CY e misurat1 sul disegno i bracci di leva delle forze II V ed O si è avuto pel coefficiente di stabilità per rotazione

rn

= S cos 54• = 20295~,49 ,V = S sen 54° = 27934,35. O

La superficie del profilo L ilf C Y si trova; essere

'

metri quadrati 4,73

2,56 X V+ 1,38 X P

per cui supposto il peso specifico della mur~tura 2037,48

sarà il peso assoluto dél rivestimento per metro corret}te TI

= 9637k,25.

Adunque, ritenendo 0,75 pel coefficiente d'attrito, sarà la stabilità del muro rapprese·ntata da rn 35)

'0,75 (27934,35 -+ 9637,25) - 20295,48 7883k,22 ... . . (n),

=

11 che vuol dire che la resiste~za del muro a scorr ere sulla sua base sarà sempre non meno di 7883k,12 maggi~re della componente orizzontale della spinta per metr o corrente , e ciò comunque cresca la detta spinta. per cause accidentali. · Il valore (n) supera di 655k,28 la stabilità

r_ TI = 7227k,937

]6'

PER CALCOL .IRE LA. SPl'.'<TA DEl TERRAPIENI

..

che dov·rebbe avere il muro se avessimo preso per A'

= 4,592

s icchè il ·momento della resistenza è 3 volte e 0,592 quello della spinta. 39. - Rimane a · vedere · come sia cimentata la te,rncit.à delle _malte del nostro muro, e come la sua resistenza allo schiacciamento. , La superficie della parete interna· di esso essendo di circa metri quadrati 3,58 per metro corrente, e ]a corrispondente spinta orizzontale essendosi trovata di 20295k;4\\ è chiaro che la forza rned·ia con cui . i v_a ri filari di pietr a del muro sarebbero sollecitati a scorrere ciascuno sul sottoposto , sarà per centimetro quadrato di

s

20295,49 _ O• 35800 ' 57_•.

Circa la resistenza allo schiacciarnento si osservi; èhe l'area del.la base del muro sul piano della risega è di metri quadràti . 3,80, quindi, ponendo a èalcolo i r>recedenti valori, qel peso della fabbrica e della,compo1:1enLe verticale della spinta, sarà la pressione media per centimetro quadrato s ull'a.rea della base _istessa 37571,604 88000

= 0~ 99 '

.


170 .

NUOVO llllTO DO

Queste vantaggiose condizioni in cui trovasi il muro indurrebbero quasi ad assottigliarne la grossezza in cima, se non chè avendo preso ad esempio un profi lo di fortificazione, notiamo anzi, che se lii grossezza superiore d i un metro parrà scarsa a cagione dell'urto dei proietti, rimarrà sempre all'arbitrio dell'ingegnere d i aumentarla, purchè conservi alla scarpa ilf L l'incl inazione opportm1a per là' stabilità costante. § 40. _:_ Per fare un parallelo con le a:nticr~e -regole, rivolg iamoci ar Poncelet èhe più degli altri si è occupato del caso dei grandi sopraccarichi di terra sui muri. Egli riporta a pag. 56 della sua cennata Memoria una « tabella compar·ativa delle grossezze dei ri• vestimenti verlical-i con forti sopmccm'ichi, calcolate« pe1· le teri·e e per le _mu-ratm·e/ medie nell'ipotesi della • rotq,zione ~ dello scorrimento, attribuendo diversi va« lo1•i ai coe!ffoient:i &i stabili'.tà e· cli attrito relativi ù « qiwst'ultima ipotesi. » Il _Poncelet chiama h l'altez~ del sopraccarico di terra sul ciglio del muro di sostegno a çomputare _dal punto medio_ del piovente del parapetto (pag. 13); ed Il l'altezza nel -muro ~tes·s o. Il va•. -h • lore del rapporto f stabilisce l'altezza relati_v a del

7

sopraccétrico e del muro per cui un caso può differire da un altr_o, onde nella p-r ima colonna della dettata-

del coefficiente di attrito, ecc. Or bene, prendiamo ad arbitrio un caso della tabella, per esempio, il 12m0 in cui si ha h

1[

'

= 5 . . . .. (m).

Nella 9~ colonna si vede in- corrispondenza del valore (in) il valore 0,93 H, che è la grossezza da d~re al muro nell'ipotesi dell~ berma uguale a 0,2 H e di ~ I

'

-

2, 65

r , • ••.•(n)

_ove ~'-è i1 aoefficiente di sta bili tà per iscorrimento ed f' quello d'attrito della muratura. Applichiamo il nostro metodo al de,tto caso del Poncelet; rkonlauùoci uhe egli ùiue terre e m'urut'Uire medie quelle in cui l'angolo della scarpa natural~ delle , terre don l'orizzont'é è di 45°, e il rapporto fra il peso

.

'

-

specifico delle terre e quello della muratura è

= ~~50k

cotne peso di un metro_ qubo di muratura. Supponiamo -adunquè che si tratti -di un muro di ,

'

-

(1) PoNCELET1 op. cit., pag-. ~2-23 •

...

3

=

; X 1500

..

2(I);

quindi per poterci riferire al detto esempie · dovren10 fare nella nostra formola qi 45°; e poiché_ assumiamo 1500 come peso specifico delle te'rre, dovremo prende~e

bella· sono. i valori di ;~ che corrispondono ad a.lt.réttant1 profili aiv!é)rsi che potrebbero incontrarsi nella pratica; e nelle alt.re colonne,- in corrispondenza <li dascuno dei detti valori, si ha la, g rossezza che dovrebbe avere il muro secondo la regola di Vauban, e quella che dovrebbe avere nelle ipotesi delra rotazione o d.i;llo scorrimento· secòndo vari valori della berm,a, ,

i'o/1

PKR CALCOLAR& LA. SPINTA DEl TERRAPIENI


172

· '

NUOVO ME1'0!J(>

P&a CHCOl, ARh, I. ! SPlN'TA DEI T&ll.tUPl&!H

sostegno alto 3 metri (fig . 20•) con la berma ug uale a,

Sosliluendo i valori numerici nella (p)~ si ha

0,2 II = 001,60

fp = 37,82 cot 81 °,03' = 5,65

e che l'altezza del sopraccarico sia di 15 metri. Secondo ' il Poncelet si è fatta la grossezza C·D di

. 0,93. X 3"'

e quindi

= 2"',79.

S

Essendo la parete inter=ia del muro verticale, e. non considerando il Poncelet l'attrito della terr'a contro . la detta parete avremo

A'

(che dee considerarsi com·e parte del rivestim:ento) , dietro i dati nu.rnerici precedenti e le misure prese s ul · disègno, si' sono trovati essere

= O, rp' = O.

.

-p = Vcot(A +

.

= 8478k:

I peBi del muro AD e del triangolo di terra EC!f

Laonde in virtù del (§ 18), per avere 1l prisma di massima spinta. contro il muro AB D C, dovremo cercare il valore di A che renda massimo il secondo membro dell'equazione

. ·s

il defi~iti vo valore della spinta orizzontale

- sarà

18832k,5Q" e 3597k,Q0, E prenqendo pel coefficiente d'attrito il valore f' =0,75, ,c ome si suole ordinariamente, sarà il rapporto. fra l'attrito sulla base A B e la sp~nta

.

p) ••... (p). .

"" _ 0/75 (18832,50 + 3597,00) _ l 08 0

'Per via delle solite sostituzioni successive abbiam trovato

..

A

= 36°,30'.

Onde, fatto l'angolo -CAR = 36°,30', si è m.i surato su di un disegno del profilo :;illa scala di l a 100 l'area A )Jf n R, che si è trovata d i metri quadrati· 37,819, quindi, ricordandoci che operiamo sempre su di un t~atto di rivestimento lungo un metrò, avremo

~478

.

-

,v

risultato che coincide a capello con quello del Poncelet, dacché fatto. f' 0,75 nella (n) si ba appunto 1,98; ed ecco così una nuova conferma dell'esattezza del nostro metodo. ~ 4L · Faceiaµio ora un parallelo. -Il muro d~l ~ Poncelet (fig. 20a) viene a formare per metro cor- . rente s~c,370 e il nostro profilo di stabilità costante ~<lattato al caso dell'altezza di a metri. (fig: 21") darebbe sm e, 649 di muratura per metro correo te. Adunque il volume della muratura è quasi lo stesso

~• =

l

-

=


175

PER CALCOLARE LA SPINTA DF.I TERRlPlli:Nl

NCJOVO ~IETODO 174 nei dùe profili. Vi hli però questa sola differenza , che il profilo (fig. 21") resiste a qualunque specie di terra e per gualunque muratura, quindi è applicabile in pratica con la maggior sicurezza in tutti i casi in cui un muro alto 3 metri debba reggere ·a un sopraccarico di terra di q_ualun9ue alt~~za ; . laddove il profilo della fig . ;,wa ·non sar à mai appliéabile in pratica, poichè si riferisce ,ar così detto taso delle te1·1·e e delle murature medie, il quale in r eal\à è un caso ideale , essendo che terre di · riporto che abbiano-la scarpa: .natu1·ale a 4~0 non è facile trovarne in natura. E volendo provare l'esattezza di quanto affer~iap:10, applicheremo l'eseinpio del Poncelet a-1 caso in cui si abbia da fare con terre e mura.ture medie davvero e non per ipotesi . . A tal fine, 1liccomo il Venturoli .dice (1) , per lo < attrito delle terre· fra loro il valore di f (coefficiente , d 'attrito) starà fra 0,58 e 0,73; » così avr_emo per f il valore medio 0,65. Ma a1·c. tang 0,65 33°, 10', dunque l'angolo m edio di riposo delle terre sarà

muratura n on ·ci sccsteremo g ran · che- dal vero dan dogli il .valore di 2057~,5 . . . . . (e) . Ciò premesso ritorniamo all'esempio del Poncelet e vediamo q uale stabilità. avrebbe il suo muro della figura 20" se lo si adottasse nel caso dei dati medi (a); (b), (e) qui sopra r f;iortati. L'altezza CD del ·sopraccarico (fig. 22"") è sempre · di 15 metri e la scarpa esterna A m del rfempfmento è più. ripida della scarpa naturale adottata. Applicando il nostro metodo si è trov,ato che il piano di rottura L R, relativo alla massima spinta , declina: dalla ,,erticale per 46° ; e qui giù seguono i risulati · dei caìcoli e delle operazioni grafiche eseguite s u d i un diseg no alla ~cala di 1 a 100 e .nella · ordinaria ipotesi d i f' = 0,75

=

A = 46°

V= 62m c,s2

= 33\l0' . . . . . . (a).

rp

.

=

1602k • , . . . (b) .

E così circa il peso medio di un metro cubo di

(1)

Meccanica, v_ol.

1,

pag. 163.

= 62,82 cot 79°, 10' = 12,022

S

= 1602 x 12,022 = l\:l259k,24

p

Dai valori del peso delle varie specie di _terrariportati al § 635 del· Cavalieri, risul ta p er il- loro peso s pecifico m edio 1666; sicch è n on eccederemo facendo p

S

!

.

per metro1 peso del muro . . . . . , 1722-lk,275 corrente { » del piccolo triangolo di terra 3192k,626

20413,901

Chilogrammi ~• _ -0,75 X 20413,901 19;l59,~4

= O 795 '


] 7n

NUOV0 MF.TOl)O

Aduuque il niuro ddla fig 19' applicato alle terre ed alle murature che presentino dei dati madidi fatto, non -sta~ebbe in equilibrio ! _ · La medesimezza d elle cause traendo seco quella degli effetti , segue che un fatto · simile accadrà per, tutti gli altri càsi della tabella · del Pbncelet , sicchè nella pratica delle costruziorii per nulla -è da fidarsi - della medesima. Eppure le grossezze date dal Poncelet sono. il frutto della più sottile analisi matematica_ e . di calcoli _ intricatissi_mi e difficili eseguiti da quel sommo ' con mirabile cura e -dottrina! E questa è uq'ultirn_a conferma, lo spero, che il metodo pianissimo svolto in queste carte va forse preferito ai lunghi processi analitici coi q uali finora si sono trattate le questioni relative alla spi~tà de1le t erre . ., § ·42. - .Da ultimo, confrontando per poco i pr9posti profili con quelli di Vauban, si desume che i primi accompagnano alla solidità un'economia sig ni:ficautissima. Difatti per concretare-le idee riferiamoci sempre al caso di '

17'7 grossezza magg iore ùia piit hlgionevole al · certo di cfur.lla del Poncèlet e tale da potervisi · fidare nella pratica. Frattanto si not~ eh.e· con q uest<3 dimensioni il rnu_ro richiederebbe metri cubi 13,59 di muratura per metro corrente, mentre il nostro profilo ne forma soli 8,65, come si è accennato! (~ 41) . · E ancorchè si volesse accrescere di molto la grosscnza, superiore del ri:1uro-(fig. 2P), si avrà sempre molto meno muratur,~ che nel r ivestimento alla Vauban. Il quale nondimeno , per quan to si voglia reputare stabile , ha certo una resist enza 1imitata a un dato sopraccarico, e può star saldo •fino a un d eterminato accrescimento di SP,inta, dove · il p rofilo della fig: 21 ~ ha una r esistenza senza limiti,. altro che quelli della tenacità delle malte e della durezza delle pietre! PER C,\l.COl.ARE LA Sl;, N'I',I Dlp TERRAt' l&XI

1

h H

Riflessioni sui bassi rivestimenti della moderna forlificaziouc e sulla difesa delle fossate.

= 5,

che è come d ire a un c-aso qUalunque della tabella del Poncelet. - Qu i secondo la regola di Vauban la grossezza del muro dovrebb'essere '

,e= 1,1011 + ' l "',23 e supposto, come si è dettq, R

e=. 4 ,53 00

CAPO VII.

= 3 si avrà,'

~ 43. - Qual relazione ha mai q uesto lavoro con la moderna fortificazione ? Osserverei ·che per quanto le artiglierie · rigate abbiano fatto bandire gli alti muri di rivestimento di scarpa, pure d ifficilmente la difesa vorrà r inu nziare affatto a dare ai suoi parapetti 2 a 4 metri di rivestimento in muratura, quando le fossate non sieno-inonda. bili; e in tal caso non saranno inutili, lo spero, le nuove


)78

JS"UOYO

:1rnrono

regole gtuerali Jate in questo scritto per costruire bassi muri di rivestimento. I quali, quando vadano congiunti a fossate non troppo larghe e a,d alte controscarpe, n~n potranno al certo distruggersi di subito da lontano; e a.li ora due sono i casi. O il nenùco vorrà r,annoneggiare da lungi i bassi rivestimenti , e ]e fatiche e il tempo che-vi spenderà saranno altrettanto di guadagnato per la difesa; o esso ridendosi di quei rivestimenti darà un attacc6 di viva forza, ed a,llora non si può negare che quei muri comeche bassi valgono sempre ad arrestare un po' l'impeto del nemico e ad esporlo dippiù alle offese che il difensore avrà in serbo per disputare il passaggio del fosso. Le quali offese, so il rivestimento di scarpa è addossa.lo, si fa. ranno forse per l'innanzi sempre dalle gallerie di controscarpa, éhe, sottratte per la loro stessa giacitura ai colpj delle artiglierie, permettono d'altra ·l'ia di . coJpire l'aggressore lungo tutta la grande scarpa di terra dei moderni parapetti, massime quando le feritoie sieno costruite in modo che non si possa mai trarre prop1:io su I cigliQ de~ parapetto e offendere i qifensori stessi. Certo il valore delle descritte gallerie si può accrescere di molto, stabilendo il principio della indipendenza delle cont1·osca1:pe come lo Choumara fece per la li.p.ea di fuoco. 11 che permette fiaucheggiare Ùati del fosso, ancorché non vi si presti bene da sè la forma del poligono (fig. 23a e 24'). Ic. quanto al rimprovero che si suol fare alle dette gallerie di tener troppo lontani i loro difensori dal resto del presidio e di poterne paralizzare la ritirata, questo difetto si può mitigare d'assai" e quasi distruggere facendo la comunicazione a quelle non immediatamente dal terrapieno, ma da una caserma

179 addossata alla gola (supposto, per esempio, che si tratti di un Forte staccato) e bassa in guisa da non oltrepassare in altezza il cortile del forte e quindi non poter essere offesa di loutano. Anche il D'Arçon poneva giu_diziosarnente le gallerie di controscarpa delle sue lunette in comnnicaziene diretta non col terrapieno dell'opera ma col ridotto. La sai uhrità delle case1~1atte di controscarpa può sempre riduTsi pari ·a quella delle altre nell'interno Jcl forte coi più semplici apparecchi di ventilaziouc, con camminelti di richiamo, e usando del r esto buoni cementi idraulici, nè trascu"rando dei canali di scolo sotterranei lungo i quali le acque d'infiltrazione possano andar via, -o a •piè dello spalto, se si tratta di siti montuosi, o in qualche gran pozzo d'assorbimento ben collocato, sé si sta in pianura. Se poi il rivestimcnt? cli scarpa non è addossato, allora non sarà inutile riflettere che andie con 3 o 4 metri di alteua si possono avere delle discrete gal.lerie, per la difesa del fosso e come ricoveri, curando però sempre con ·piccoli camm ini di richiamo la !Ol'o vontilazione. Il faci le éspediente consisterebbe nell'im. postare le v6lte preci'sarnente sul suolo delle gallerie~ ed aprire un passaggio continuo dietro di queste, coperto da una mezza· volta a t utto sesto, a differenza di quanto si è praticato finora negli alti riyestimeuti a . discarir.o. E di ciò si vedo un semplice schi:1.zo nella figu ra 26". PER CALCOLARE L.~ SPl!>TA DEI Tl;RR.1Pli>Nl

Ancona, Agosto 1865.

BTAGlO DE BENEDlG'J'IS

Capilano del f;cnio.


ESPOS IZfO:- E DI .\ RTIGLIERIE. RIGATE

-

.

~-SPOSI ZIO NE. DEI

PRINCIPALI SlSTEJH DI ARTIGLIERIE RIGATI~ ESTERE CON'rINUAZ.lONE ( l),

2°· .Al:tigli_e rie li~cie, (8ist/!Jma m0 1861).

. Prima che fosse i'ntrodotto l'uso delle navi corazzate ·_ le bocche da fuoco destinate ad agire ~ontro i fianchi in legno -dei bastimenti, erano fondate sul principiu d el generale Paixhao s il quale consiste, come è noto . nell'ottenei:e gli effetti di distruzione mediante l'irn~ piego di grandi -masse anim<J.te da p iccola velocità· 0 gli Stati-'Q_niti d'America, non ùiversamente da qua~to (1) Yeùi Rù;istci milittl?'e· -italimrn, anuo 1x, vol. m , pug, H9 e vol: rv; p,ig. 402, e anno x, voi. a, _pag. 28.

'I'

1~1

avevano operato le varie potenze marittime d'Euròpa, avevano segu'tto lo stesso . principio, adottando per l'armamento delle loro coste e dei loro navigli le così dette columbiadi , le quali non sono altro che grossi cannoni-obici . Vennero in seguito i cannoni rigati e con questi l'artiglieria di mar~ acquistava nuova potenza ed un'immensa efficacia; scnonchè a preinunirsi contro di essi non tardarono le flotte ad armarsi di corazze le quali avrebbero indubitatamente posto l'artiglieria in una decisa inferiorità , quando non si fossero trovate bo.cche da fuo co capaci di [or arie, od in qualsiasi altro . modo di sconquassarle e rovinarle (1). A tale oggetto pertanto s'~niziaron,o presso- tutte le · potenz!:) degli studi e de l1e esperienze e sorsero, come . è naturale, numerosi e diversi sistemi di artiglierie poggiati sop•rà principii affatto differenti quali sono q ue1li: di lanciare grandissime nrns8e con piccole velocità; ovvero masse mediocri con v e1o.cità' pure m'ed iocri ; o fin_almente masse appena sufficienti per ottenere l'effetto voluto , colle massime velocità che si poss.ono praticamente con-seguire. Al prim0 di questi sistemi, il quale' può d'àltrondo compr8ndere artiglierie liscie_ ed artigli~rie rigate si attennero. gli Americani e siccom e presso di loro la fabbri~az.ione del ferro e dell'acciaio -- alle quali materie è forza ricorrere per ottenere J.a necessaria resistenza, allorq uando si vogliono avere bocche ' da fuoco rigate cli grande potenza - non è così progredita come quella del ferraccio, n ella fùsione del quale vennero introdotti j' pi·L~ grandi perfezionament i, così (1) Vedi Ja. nota posta in fine dell'articolo.


..

ESPOSJZIONE 182 essi si a ppigliarono al partito di costrurre artiglieri e · lìscie di ferraccio aventi enormi dimensioni, spingendo in tal guisa fìnò all'estremo l'applicazione del pri-ncipio del generale Paixhans. _ La scelta adunque dei cannoni lisçi, mod. 1861, d i cui si verrà ora parlan do, fa~ta dall'artiglit-ria federale per ·parte degli 'armamenti m arittimi , fu guidata da p otenti ragioni e da un ben definito cop.cetto e per conseguenza i medesim i .vqgliono essere considerati non già come apparte~enti agli autichi sistemi cli bocche da fuoco liscie con un semplice ingrandimento di calibri, ma sibbene come costituenti un sistema a parte ed -affatto speciale , col quale non si ha periscopo principale di forare le piastre, ma di scassinare: i :fianchi dei pastimenti ch e loro servono d'appoggio. Per resistere a...~ilfatte artiglierie conv~rrà pertanto armare le navi con piastre le quali abbiano appernL la grossezza necessaria per non essere forate ed abbiano per contro una larghezza considerevole, affinché gli urti dei proietti r~partendosi sopra µna grande sup~rficie, ne vengano così dim inuit.i gli _effetti. Oltre i cannoni destinati particolarmentè a battéru le corazze , il modello 1861 comprende obici d 'assedio e mortai da costa e d'assedio, I~ cui introduzione data da quell'anno. Queste artiglierie sono tutt.e in ferraccio ed hanno l'anima cilindrica a fondo elitti co, mancano di preponderante, onde facilitarne il maneggio, e del bottonu di culatta. Il cui di lampada nei cannoni ed obici è pressochè ·piatto e sn d,i esso è tracciato in un piano normale a ll'asse degli · ore'cchioni un arco ·graduato , il quale, inclin·audo il pezzo, scorre tangente alla estrem iUt di un'asta fissa all'affusto per l'alt~a estre•

D I ARr.tGLlEH I E RJGATE

183

mità , la q uale porta un nonio e serve così di indice per · dare alla bocca da fuoco la conveniente inclinazi6ne 'in gradi e· frazioni di grado. Onde agevolare i m ovimenti di inclinazione della bocca da fuoco normalmente all'arco sopr-a écennato vi sono praticate delle intaccature in cui si possono introdurre le manovelle nel punta~1ento. Il complesso di questo sistema di punteria port~ il nome di Ratchet. Il tracciato è ei cannoni di grande calibro, m0 1861, è calcolato in modo che esso presenti uguale resistenza all'azione tlei gas in ogni sua parte, ammettend0 l'ipo-_ tesi che le pressioni variino in ragione iu ver;ia delle radici quadra.tè delle lunghezze d'anima esistenti dietro il proietto. . formola che rappresenta la curva intersezione della parete estern_a con un piano passante per l'ass_e dell'anima è la. segnente, ha.,rn,ta sui prÌncipii suaccennati e desunta, da: una lunga serie d'esperienze fatte dal maggiore signor ·Rodnian sulla r esistenza dei -cilindri cavi e sulle pre~sioni dei gas nel~anima delle • bocche da fuoco,

, l,a

C=

nella quale: C è la tendenza allo scoppio sopraccennata .ri~ tenuta costante; il raggio interno d~l cannone; R = il raggio esterno ; p = la pressione dei gas; - l la lunghezza 'i:l'anìma (soggetta alla, pres:;;ione) _

=

,, =

=

ANNO

:x:, vol. Jr. - ) 3.


184

ESPOSIZIONE

necessaria per sviluppare -completamente 1a resistenza trasversale ; ¡ L =.la lunghezza d'anima corrispondente' ai varii valori di R ; S la forza di tensione del metallo ; l'. 1a lunghezza d'anima esposta alla massima pressione. Il tracciato esterno che vengono cosÏ ad avere le bocche da fuoco consta interamente di linee curve. Nello specabio seguente si raccolsero i dati di maggior rilievo riguardanti le artiglierie liscie, modello 1861.

= =

.

~¡


-I

DIMENSIONI

OANNONI DA COSTA

' -"------~ ' ------

MORTAI QBICI _ ======= = = = = = I di DA COSTA D'ASSEDIO assedio ..---..:--...---

da 2011 da 1511 da113" cla 10'' ùa 8 11 da 8" dai 13" da 10" th 10" da 8"

1 - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Luughezza totale . . metri 61185 4,807 41512 3,4:57 3,023 1,518 1,379 1,202 0,708 Semi-diametro esterno in cu0,631 0,598 0,410 0,395 0,3i-6 0,221 . 0,544 0,379 0,253 latta . . . . 0,430 0,316 0,267 0,205 0,167 01190 0,544 0,37!) 0,253 Semi-diametro esterno in volata ,, Distanza fra questi que semi5,970 4,276 3,962 3,061 2,796 1,246 0,810 0,797 0,430 diametl'i . . . . . . " Grossezza massi1pa c1e1lè pareti " 0,5585 0,4175 0,363 0,2785 0,2225 0,120 0,3795 0,253 0,1265 Distanza del punto in cui ]a grossezza delle pareti è mas0,381 0,252 0,195 0,253 0,202 sima dal fondo dell'anima 0,165 0,1610 0,114 0,082 01082 0,126 0,088 0,088 0,088 Lunghezza dègli orecchioni . » 0,457 0,379 0,330 0,253 0,203 0,147 0,379 0,304 0,304 Diametro degli orecchioni . » Distanza dell'asse degli orec3,867 3,003 2,926 2,176 1,992 0,660 0,619 0,5'77 0,329 . chioni dal vivo della bocca · u 0\005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 0,005 ~ Diametro del focone 0,508 0,379 0,330 0,253 0,203 0,203 0,329 0,253 0,253 niametro . . . . A . a Lunghezza. . . . » 5,334 4,174 3,937 3,036 2,783 1,176 0,885 0,822 0,519 nnn, ) Semi grand'asse del 0,381 0,228 0,222 0,190 0,152 0,152 0,228 0,190 0,190 » fondo . . . . Peso . . . . . . chil. 52243 22266 14843 6829 3839 1150 7764 3310 s62

0,557 0,202 0,202

\

1'

0,329 0,101 ~

Gl0,063 . ::i 0,253 l'l1 0,253 0,005 0,203 01405 0,152 45s

I~ i:.i,


186

ESPOSIZIONE

I cannoni da 20 pollici non furono ancora adottat~ e si attende l'esito delle esperienze sul primo cannone fuso con tal calibro per prendere una determinazione in proposito. La fons]i ta di queste _bocche da fuoco, alcune delle quali costituiscono una massa enorme di metallo , viepe di molto resa più pro.ficu·a dalla buomi qualitit del ferraccio e del combustibile e facilitata dai potenti mezzi che l'industria privata fornisce allo Stato nei grandiosi suoi stabilimenti. Generalmente ·si adopera per le fondi te il metodo detto a sifone col q ualo-si conduce il metallo nella forma per m ezzo di due condotti laterali comunicanti coll'interno d'essa mediante apertm:e esistenti in tutta la loro lunghezza ad intervalli costanti per modo che il getto vien portato prima al fond o dell'anima lungo i condotti di fondita e quindi attraYerso le aperture precitate a misura che .alzasi il · livello del ~metallo in fusione. La fondita a _sifone ha essenzialmente per iscopo di condurre il metallo nella parte inferiore della forma coÌlocata a posto, ed offre particolarmente il vantaggio di evitare quei forti movimenti di ondulazione che assume il metallo allorquando esso cade dall'alto, e che sono spesso cagione di alterazioni nella forma e tanto più cli spostamenti del nocciuolo allorquando si fondono vuote le bocche da fuoco. Pei -cannoni di grande calibro (da 20", 1511, 13", 10") Ri adopera pure il sistema di fondita Rodman, già citato a proposito dei cannoni Parrott e che ora viene · Bsclusivamcnte adoperato nel getto dello g rosse artiglierie. Secondo le visi.e del maggiore Rodman l'attuale metodo éli fusione e sp~clalmentc di raJTreddamento e

DT A RTlGT.TERlF. RlGAT R ,

18'1

solidificazione delle bocche da fuoco è assai difettoso. Infatti gli strati esteriori essendo i primi a raffrertdar~i e pet uonseguenia a solidificarsi, ne succedo che essi tendono a serrarsi e sono a ciò impediti dagli strati più jnterni i quali , trovandosi m aggiormente dilatati, esercitano contro di loro una pressione o li costringono così ad occupare delle periferie maggiori d i. quelle che per la l~ro temperatura dovrebbero avere. Supposta adunquo la bocca da fuoco ancor liquida essa si solidifica man mano dall'esterno all'interno e si formano così successivamente come· tanti tubi concen trici solidi ognuno d ei quali è soggetto ad u na pressione dall'interno all'esterno dovuta alla maggior dilatazione della massa sopra cui essi si solidifi cano. Ora appare come una s.imile pressione debba tornare èli pregiudizio al!a resistenza della bocca da fuoco dacchè questa nell'atto dello sparo è sottoposta a forti tensioni interne. Inoltre il solidilicarsi d elle artiglierie dall'esterno all'interno deve evidentemente cagionare dei vuoti interni presso l'asse delle medesime, cosa che l'esperienza ha dimostrato succedere realmeute e che facilmente si concepisce,. giacché il rappiglia.mento del metallo invece d i aver luogo successivamente a partire dall'asse , avviene partendo dalla superficie esterna , cosicchè i varii tubi che si formano in tal modo, l?Ì unisc.o no a quelli esteriori loro attigui già fo rmati e molto dilatati. Per evitare questo inconveniente il maggior Rodman · fonde le artiglierie del proprio sistema vuote cioè a nocciuolo e le obbliga a solidificarsi dall'interno all'esterno mediante una corrente d'acqua fredda che si fa passare. nel nocci uolo su cui si modella l'anima


189 tutti i buoni risultamenti che dal medesimo si possono ripromettere se non. sarà congiunto ad uno studio, profon._do . e ben condotto sull;i qualità di ' ghisa eta impiegatsi per là fondita delle bocche da fuoco. ~rimierainet1te· gioverà osservare· che i fenon10ni sopra accennati, ·Ì quali danno luogo alla conveniente · applicazione del sistema Rodman, avranno tanta maggiore intensità quanto più sarà grande la dilatabilità del metallo impiegato. i\è ciò solamente ; ma anche tutte le altre qualità fisiche del metallo devono naturalmente esercitare una .maggiore o minor influenza sulla intensit.à dei fenomeni stessi, epperò facilmente si .scorge come una Gonveniente combinazione di tali qualità ne1 metallo impiegato, .debba dar luogo al massimo effetto utile del nuovo sistema di fosione. Il governo am,ericano ha per questo sc0po fatte numeDI ARTIGLIERIK RIGATE

E'$POS1ZIONE 188 délla bocca da fuoco (1). Seguendo questo modo di raffreddamento se eVYi luogo a tensioni preliminarì esse devono essere inverse a · quelle dianzi accennate. cioè verificarsi piuttosto· dall'esterno all'interno ed agire in senso favorevole alla resisten;a dell'artigljer:ia, e far sì che, entro certi limi ti di grossezza, tutti gli strati di metallo concorrano alla resistenia della bocca da fuoco , cosa questa che non s·uccede coll'attual metodo di fusione. Con questo modo si ha ancora il vantaggio di ot. tenere gli strati più interni e vicini all' anima più densi e più tenaci, e sicèome questi strati sono soggetti ai maggiori sforzi, a logorarsi e rompersi prima di quelli più esteriori, così anche pe_r questo ,motivo viene accresciuta la resistenza delle artiglierie. Tuttavia il sistema di fusione del Rodman non darà: mai

(1) S'impie~a tale corrente d'acqua fredda perchè è necessario ,

con ~u~sto sistema, che gli strati interni siano solidi mc1itre quelli esteri on sono ancora· perfettamente liquidi; in conclusione trattasi di far in modo che il raffreddamento e la solidificazione degli strati interni e quella degli strati esteriori passi un tempo determinato. È p_er t ale motivo che si riscaldano gli strati est~riori ; è per · tale m~tlYO ~he la fusione Rodman s'impiega solo pe1' i calibri maggiori nei quali, stante la maggior grossezza delle pareti , non si hi. da temere -che i varii· strati ai solidifichino quasi contempora1~eamcnte. Il cannone da 20" fuso nel febbraio çello scorso 1864, venne gettato in. una fonnii confeziona.ta in quattro pezzi: , la profondità del vu~to interno era cli metri 6,18.4 per la lunghezza del pezzo , e metri 1,136 per la materozza. Il tliametrn complessivo del nocciuolo exa di 26 mill. minore Q_el calibro. L'acqua giungern nel tubo da una caduta di 31 metri e se ne impiegarono 136 litri al minuto nella prima ora e 272 nelle successive. Tre forni a riverbero servir_ono ~lla fondita con una carica complessiva di 77 tonn. e 1/3 di ghisa d1 Bloomfteld che venne quindi condotta dai forni in un bacino comune, e di là nei condotti cli fondita aventi 76 millim. di

. clia.metrn, prativati nella parte esterna della-forma ' e ·comunicanti coWinterno per aperture minol'i disposte l ongitudinalmente a 30 cent. d'intervallo. I forni furono accesi alle 5 clel mattino ed alle 1 l il metallo era in fusione a.vendo consumato m. c. 0,635, ossia 860 chi!. di carbonè bituminoso della valle Alleghang, per tonnellata di metallo. A mezzodì si cominciò a lasc'ia.r scorrere !'a.equa nel nocciuolo e dopo 23 minuti furono aperti i fomi ed incominciò -a, versarsi il metallo: questa operazione durò 21 minuti e mezzo.· Tre ore dopo venne a.cceso un vivo fuoco ili .legna intorno a,lla forma e 22 ore dopo si arrestò la corrente d'acqua ·e venne tolto il tubo di lamiera c~e emise molto fumo il quale· cessò dopò un'ora; fu allora versata dell'acqua uel nocciuolo per rnffreclclarlo e quindi fu tolto dall'anima e s'incomiuciò a far entrare in essa la corrente d'aria fredda, operazione che durò fino a ;era. L'acqua da principio aveva al sortire una temperatura cli 2°,22 ceµt.; a.ppena terminata la foncltta crebbe a 5°,56 e mezz'ora dopo a 33°,22. ,. Dopo 11 giorni il cam.1O;1c fu est.ratto -dalla fossa metliante due grue della forzi~ cli oltre 40 tonnelln,te ed aveva uua lunghezza di metri 7;620 compresa la rnaterozza, il diametl'o massimo di m. 1 676 il mii1imo di m. 1,219, e.d il peso di chil 77,095. ' '


190

Ili ARTIGLIERIE RIGATE ,

ESPER IENZE

stesso. Quest'ultini.o · comunica per mezzo di altri t ubi col serbatoio che d_eve fornire l'acqua, la quale arriva con una determinata velocità .di caduta, percorre il tubo di lamiera ·fino al fondo del nocciuolo , risale ·1ungo le pareti di quest'ultimo e per nn'apposita apertura si versa in uno scaricatore. La qu-antità d'acqua varia ·secondo la massa della bocca da fuoco da fondersi. Disposto il nocci1rnlo a posto, curando che sia perfettamente centrato, ed aperto l'adito alla corrente d'acqua ·si raffredda il noeciuolo, ·e quindi si lasciei.. colare il metallo nei tubi di fondita praticati nella parte ,esterna della forma, come nell'orà citato processo deÙe fondite a sifone , e mentre il metallo si' versa, viene continuamente rimescolate con. aste di quercia, ed alcuni operai ne ·1evano le scorie che vengono a galla e procurano che si mantengano in combustione i gas che si sviluppano attraverso la forma. Tt!rminata la fondit.a, · si sparge sulla materozza; della polvere di carbon fossile e si riporta con recipienti a mano dell'altro metallo fuso a misura che il I livel~o si · abbassa. La fossa si tiene ben chiùsa onde evitare il disperdimento del calorico ed alcune ore dopo la fondita si accende in essa un vivo· fuoco, il quale vien mantenuto per un conveniente numero di o~e e regolato, come si disse innanzi, in modo che l'assorbimento del calorico della massa fusa succeda il più pos.sibile per parte dell'acqua che scorre, nel nocciuolo. Qiiando la temperatura dell'~cqua che sorte incomincia ad esser costante, ciò.indica ~he l'assorbimento di calÒre corrisponde al r~scaldamento prodotto dal -fùoco esterno ed allora pu?ssi lasciar est~nguereq ue§lt'ultimo: quando essa

rosissime e ben regolate esperienze le quali hanno dimostrato la verità di quanto si è accennato ora.. Di qui puossi trarre· la conclusione che un esperimento il cui risultato non fosse soddisfacente non dovrebbe t uttavia far condannare i_l sistema. inoltre ·gli An:iericàni banno pur fa~te numerose esp~rienze, per rintracciare le migliori pratiche a seguirsi nella fusion e, pratiche sempre importantissime ma e;he acquistano maggior rilievo nella fusione fatta secondo il procedimento di Rodman del quale hanno pariment e studiato praticainente tutti i paj:'ticolari. - Le disposiziopi generali per la fonditi sono le · seguenti: Si colloca la forma in una fossa circolare interrotta pr~sso il fondo da una grata di ferro destinata a potervi acJendere il fuoco , indi si dispone dentro e c~ncentricamente alla medesima e vi si assicura col mezzo di .un. sostegno a tre .braccia , il nocciuolo il quale consiste in un tubo di ferraccio terminato al fondo da una superficie ellittica simile affatto al-fondo dell'anima della bocca da fuoco. Al. l'esterno esso è scanalato onde dar passaggio ai gas che .si sviluppano ed avviluppàto strettamente con una cordicella su cui è steso uno strato. di argilla refrattaria che ne e·vita il contatto colla massa fusa. · La lunghezza çl.el nocciuolo è qguale a , quella complessiva dell'anima e della materozza , ed il suo diametro .c onvenientemente minore d~ quello dell'anima, tenendo conto delle dilatazioni ché subisce il metallo,. · Messo a sito il nocciuolo , viene introdotto . in esso un tu'bo di lamiera che arriva fino a circa 25 milli·- • metri dal fondo e che è tenuto fisso da un coperchio, il quale chiude il nocciuolo ed è attraversato dal tubo

ì


} 92 ESPOSIZIONE è a.i ventata assai bassa e quasi invariabile , la massa trovasi sufficientemente raffreddata e puossì far cessare la corrente. Allora si toglie il tubo di lam~era e · quindi si versa dell' acqua nel nò~ciuolo per -raffreddarlo e restringerlo, si estrae po~cia anchff quest'ul. timo e . si fa entrare nella cavità lasciata da esso una · corrente d'aria o d'acqua fredda. Ciò fatto si lascia che il raffreddamento · prosegu·a naturalmente, ed in generale si richiedP, per esso dai 9 agli 11 giorni. La bocca da fuoco viene in · seguito sottoposta a1le ordinarie operazioni ed alla trapanatura per lisciarne_ e calibrarne l'anima. I proietti éhe vengono adoperati con le l:ocche · da fuoco lisciè del rood. 1861, consistono in palle piene, granate ordinarie ed a pallottola e scatole di me~ragHa cf1e non presentano alcuna particolarità in confronto di quelle ordinariamente usate coi calibri lisci, e palle cave le q uali sono munite di due incavature . disposte nel diametro normale all'asse · del bocchino e che servouo per_attaccare i grappini. Le granate hanno pure un r inforzo anulare all'interno intorno al bocchino. La scatola di metrag1ia è rimpiazzata nei grandi calibri dal g rappolo che componesi di strati ' di- pallettè di ferraccio o ferro battu to mantenuti a posto da due fondelli di ferro , due anelli i~termedii pello stesso metallo e da un nocciuolo centrale. - Le cariche sono contenute in sacchetti di saia o di flanella eccetto che pei mortai, pei quali si usano cartocci di carta. S'iÌnpiegano bocconi di. fieno colle palle e cercini o ta9chi colle granate: · Per le. bombe si adoperano spolette a tempo di legno i n cui ltL superficie esterna del fusto ·è g raduata .in pollici e decimi di pollici, ed ogni graduazione ~or-

01 ARTIGLl!i:RIE R!GAT&

193

risponde ad una determinata. durata: di combustione della com posizione. Per le granate si usano spolette di carta le quali hanno tutte stess~i dimensioni, ma , differiscono tra di loro per la div!prsa composizione che contengono. Vi sono dieci specie di tali spolette con cui si ottengono dieci durate diverse- di combustione indicate in secondi dal numero dei tratti seO'nati in nero sulla loro superficie esterna.. Esse ven-. o . gono introdotte al momento della carica in fust1 metàllici che si avvitano o cacciano a forza nel bocchino , e talune- portano inoltre un'avvitatura alla testa a cui'. si fissa una capocchia a chiocciola munita di · un canaletto a linea speziata che l'attraversa. Questo canaletto riempito di polverino serve ad innescare . la spoletta, e gli angoli che forma a r?mpere la forza dell'acq1:1.(l. nei rimbalzi. Ne_lla capocchia vi ha altresì una cavità comunicante col cana·l etto nella quale è posta una piccola quantità di polvere , p~r l'accensione della spoletta nel tiro; e per riparare tale · cavità d~ ogni accidente, essa è coperta con un sottile disco di foglia di piombo che vien tçlto prima: della carica. Queste spolette che hanno la tèsta vitata .chia.rnansi da 0osta ed allorquando il tiro non ha luogo su mare, si può far a meno depa capocchia ed allora rimangono completamenté delle spolette ordinarie.

le

'

I


·~- - --194

ESPOSIZIONF.

-·------.,. ____-________

PALL E J>l i\IEK::ìlONI

GRANATE

PJltNJ<: l )A 1'01,r,.

O,R77

_ 1o ___ s_ _1_s _

O,!l26 0,250 0,200

Diametro estern o del bocchino.

0,377

0,1315

K11mero delle 11allottolo o palletic n•

Ca.ricn intcrnlt .

cbil.

\ vuoto • P eso complessirn/ . · carico "

=:===r==1,====

_ 1_s_ ~ ~ ~ ~ 0,320

Spessore presso il bocchino . Spessore lj!le pareti (medio)

a paliotto lo da poli.

ORDINAltU: DA POI.L.

=,;,== = = = = == ==i = = = == l l==~==;c===

_ _ _ __ _ _ __ __ _2_0 _ 1_5_ _1_8_ Diametro esterno . metri

195

DI ARTIGLJERIE RIGATE

0,112

- s_

GRAPl'OLI sc.iiOLE

B "OMBE

da ,,oli.

D A POLL.

= = ==

_ _s_ ~

=;z,== l =

~

- s_

0,377

0,3:36 0,250 0,200

0,?00 0,826 0,250 0,200

,

0,076

0,076 O,Oi6 0,057

0,038 0,053 O,O-tù 0,031

,

0,070

0,063 0,05 1 0,038 O,Oli7 0.053 O,OJO 0,031

,

0,037

0,037 0,036 0,033

0,041

0,045 0,04~

263 tl,337 7,709

453 196,210 126.960 i.>i ,820, 29, 170 190,280 122,ilO 340

150

1

3,690 1,aso o,680

s_ _ __s_

_

,

metrag1i1 da poli.

o, 199

0,199

0,033

_.

I

0,142 a,110 1,as1

o,79'1

97,900 46,100 22,560 13, 760 89,470 40,090

20

j3'~2iiria 159 10 1,840 47,7.10 23,590 23,550 92,800 41,700 2 1,040 34,240 ,..24,260

(*) Le pallottole sono del diametro medio di mili. 90 e del peso di chi!. 2,7G

per Ja metraglia grossa e del diametro di milJ. -16,5 e del peso di gr. 390

pr1· la piccolt1.

Obici dapoll.

Cannoni da poll. è ARIOHE

per

= 20

15

13

10

8

8

0,228

O,t i7

O,lOù

1--- - - - -- - - -- - - - - -- - - - - -- - -- "--- - - 11 - - - Diametro

f

~

del cartoccio

Lunghezza 'J'eso

.

:

.

metri "

I

cbil.

Rapporto frii il pe10 del proietto più pesante e quello della carica

.

.

Mortai da poll.

.

'

.

0,33-1 0,305 0,207

0, 182

10

.

.

8

8

da to1ta

d'amdio

.

-

0;1Go

0,178

O,lb2

'

9,07

.J,535

~0.3Gl 18,H

l 1 ,80

G,80

4,535

1,8H

11,2

10,7

R,a

6,50

13

10,s

13

10,2

9,2

. .

1,8 14

q,6

0,\l07

23,2

,

. .


196

Gli· -affusti per queste bocéhe da fuoco sono in lamiera di ferro, ed ·i ceppi in ferro battuto. Si hanno pur~ nel . modello Rodman degli affusti per barbetta a - perno anteriore ed a perno centrale e degli affusti da casamatta, ed altri da casamatta per fiancheggiamento. L'affusto non varia in quelli in barbetta, ma solo il sotto · · affusto in cui il perno è sotto la testata oppure a1 centro. Questi an:usti rassomigliano nelle forme a quelli l?arroit nè se ne danno qui maggiort raggu~g1i essendo tuttora in corso di studio il sistema di cui è quistione. Il numero dei serventi pei cannoni da 8, ·10 e 15 pollici non varia da quello fissato pei cannoni Parrott da 100, 200 e 300 cioè rispettivamente di 5, 7 e 9. Modello Dahlgren.

· Oltre al modello Rodman: il sistema delle artiglierie di grosso· calìbro conta pure il m0dello Dahlgren che viene adoperato soltan_to per l'armamento delle navi da guerra (1). · Il modello di queste artiglierie introdotto già da tempo nella marina federale fu applicato · in questi . ultim1. tempi a bocche da fuoco di grosso calibro, e se ne contano così da 20", 15", 13", 11", 10", 9''; · quelli da 2011 però· non furono ancora adottati essendosene incomin_ciata la fondita solo nello scorso anno e per quanto si sa, finora non esiste che uno solo. Queste bocche da fuoco sono piuttosto corte e rafforzate alla culatta in confronto della volata ; tirano palle piené e cave, e granate; le loro gittate non sono molto grandi. · (1) Quanto venne detto per le artiglierie del sistema del 1861 è applicabile eziandio al sistema, Dahlgren.

197

Ol ARTIGl.lRRIE RTGATZ

ESl'OSlZIONE

I dati principali relativi alle medesime sonò com~ pendiati qui appresso :

CANNONI l}

20

A. POLLICI

15

13

11

10

9

-- - - - - --- - - - Diametro d cll'u.nimn · . . metri

o,rios

0,379

0,829

0,278

0,2&'1

0,227

Lnnghcxzadcll'animii

.

4,445

3,~02

3,302

3,352

3,031

2,717

Distanzi\ cl a I p linto ,al ta • glio d e 11 a, bocca . .

.

5,2:>8 , 4,073

-1,022

-1,0¼8

3,693

3,3i0

Diametro massimo. ..

'

1,219

1,Hl5

0,813

0,739

0,690

. chi!. 48300 1904.7

·rnopg

7256

5442

·4081

feso .

..

PROIETTI Palle piene .

.

..

.

Granate (c'ariche)

.

Palle Ca\·c.

Vento medio. metri Cariche.• .

1,625

453·

199

125

72

56 -

4.0

181

'

'

'

3 40

159

9i

61

45

33

.

.-

0,0042 0,0052 0,0052 0,0049 0,0046

. chi!. 45,350 15,872 18,140

6;802

5,668

4,535

Prima di chiuder.e questi cenni sui nuovi sistemi d1 artiglierie che si trovano in uso presso gli Stati-Uniti d'America crediamo di far _cosa grata ai lettori sottoponendo ai .loro occhi uno specchio col quale essi , . pC1ssono mettere a confronto i calibri, i pesi ed i prezzi delle varie bocche da fuoco appartenenti ai principali sistemi sorti jn questi ultimi tem pi'.


1-1

.

I

BOCCA DA FUOCO

,

.

MATERIA IMPIEGATA

DfAMKTRO

I

doll'anima ' ARM~TRONG

.

Idem

10 poli. 1/2 ....

.

Idem

PESO

COSTO

del cauuone

por

00

COSTO TOTA.LG •

chilogr. I

--

-

Spirali di ferro battuto formanti auelli cilindrici. . . . . . . . . . . . . . . .

da 110 libbre.. .

~

.. .

idem

metri

ohi I.

lire it~lianc

0,2667 12192,77

3,94

48060,00

0,1778

2,81

11725,,30

4165,86

'

1:1' {Il

"C

Fnciuato pieno con ferro bat.t.uto .. .

HORSFALL . . . . . , . . . . . .

Idem

AL.F:REDO . .. . . . . " . • . . . .

KRoPP da 15 pol_I.

vuoto

.

.......

Acciaro fuso fucinato pieno...... .

-

I

Idem da 9 poll. . . . . '

'

.. .

idem

.

.

Idem

0,3302 24424,54' 0,%40 10929,04-

B EssEMER

fudnato ...... .

Idem

idem

iùem

I

2~700,00

. . .. .

0,2286

8164) 80

da · Ù,1778

.

{Il

~

z

tii

a,

5-1067,50

1,54

7~28,44:

.

I

5080,3-Z

'

6,62

0,2032

'

,

I

.

o

,

j

I

2,44

66750I00

Ol 3810 15240,96 10,30 156996,00

'

I

2,73

o

Acciaio .cerchiato con acciaio. . . . . .

BLAKELY

da 12 poll... . .· , .

Iclem

da 11 poli .... .. .

, Idem

idem

..

..'

O,.279-1

l5876,00

9,24 1-{6850,00

ltlem

da. 10 po\l. ......

ld~m

iùcm

.....

o,~54,0

I ~608,00

6,86

'

0,3048 181.44,00 10,au 186900,00

~

I,._.., I

-

A

93450100

.


WHITW ORTH . PARROTT

> ~

. . ..

.1ue1n

J(JClll

da 120 libbre . .

Idem

idem.

(fa, 1 20 libbre

Idem

da 100 libbre .

.. .

. .... I

14

I

Ghisa; cerchia.to con feno .... . .

Idem

da ·8 ·poll. .

. ... .

'Iùeni

idem

Idem.

da 10 po~l. .

. .. . . .

Idem

idem

"').

o

I

. . ...

"10V ....l:J• 'V

I ,V'-'

v .,. v :a.v,vv

0,1778 . 6096,38

4,37

26700,00

0,1626

·i399,92

li45

6480,00

0,2032

7393,68

l 66

12282,00

0,2540

t 2020,40

1,99

24030,00

0,3810 22271,76

1,55

34710,00

6830,76

1,14

7839,12

1.1, .a. 1 1 u

.

'

~

<

o

~

R ODMAN

cla 15 poli. .. ... .

Idem

da. 10 poll... . .. ··

... ~

>-'

.

~

da 8 poli. . ... ..

Idem

.' . .. .

Ghisa i fuso vuoto Idem

'

Idem

I

I

I

O

I

I

I

I

I

f

I

I

I

I

t

I

I

0,2540 0,2032

I

3839,72

1,14

o

1-1

I> !:Xl

4405,50

-~ .... Q

-.... r

Cannoni di bronzo rigati da 16 'da campagna nuovo modello della regia fonderia di To• rino . . . . . . . . .... ..

t,;,

!:Xl ti;

Bronzo; fttsò al modo ordinario ....

0,1212

730

3,69

2700,00

~

e;)

>

~

ti:I

~

Cannoni di ferraccio da 16 rigati. . . . . . . . . . . . ; .

Ghisa; fusione ordina,ria

t

..

0,1212

1364:

0,80

1100,00

0,166 '

4463

1,18

5300,00

Caunoui di forraccio da 10 ·ri·gati e cerchiati in acciaio della regia fonderia di Torino

I

t

t

I

t

t

t

1

Ghisa; fusione ordinaria cerchiatura in accia.io t

I

t

• 1 t

I

I

I

I

I

I--'

<O <O


200

. ESPOSJZ\O~E .

.

'

Sistemi anteriori al 1861.

Le bocche da fuoco anteriori al 1861 qistinguonsi in cannoni, .columbiadi, obici e- mortai. ·. Una parte di queste bocche da fuoco venne rigita, come già si' è notato, e quelle, che- per la forza delle passate straordinarie circostanze spno tuttora in- servizio , saranpo ,. secon.cio · ogni probabilità, abolite e sostituite da altre appartenenti ai nuovi sistemi. Non merita quindi di tener parola delle medesime, e ba_sterà limitarsi all1esposizione di alcuni dati relativi' a quelle che fanno tuttora parte delle . batterie campali e da montagna, aggiungendovi pure qualche cenno · sugli affusti che vengotlò ora 'impiegati indifferentemente colle bocche da 'fuoco dei vecchi e dei nuovi mo,delli ai qua.li si cerca pérò ora di -sostituirne, almeno per lé batterie da campo, deg1i aitri ·in ferro. Le bocche da fuoco liscie di cui sono armate le batterie da campagna sono i cannoni da 12 e da 6 ed obici da ·32, da 24 e da 12, e quelle da montag~a sono formate di obici da 12·. · · Essé sono tutte in bronzo ed _i dati prin~ipali relativi alle medesime sono registrati nel seguente speq-chio:


'

DA CAMPAGNA

.

,

DA MONTAGNA

'

BOCCHE DA FUOCO

. /',. -------da 12 da 6

CANNONI

O B1 C 1

' ---------..,-._~-da 12 • Modello 1811 OiodeHo1857 Modello 18·il da 32 da 24 da 12

,,.

-

- - - -- - - - --

--

.- - - - - - - _ __

Lunghezza totale .

. . . . . . metri Distanza dal piano posteriore del plinto al vivo della bocca. . . . -» Semi-diametro esterno al plinto cli culatta ' ~ Semi-diametrn esterno al tulipano . . . , Dia.metro . . . . . . . . . ~ Anima Lunghezza· (esclusa la ~amer~) ,1 ) Camera (cilindrica) I Diametro " J Lunghezza ~ Peso . . . . .. . . . . . . . chil. Preponderante . . . . . . . . . . •

Pew . Vento.

l •

...

1,660

2,075

1,801

l,973~ 1,670. 0,164 0,139 0,131 0,107 0,116 0,116

1,518 0,130 0,104 0,092 ,1,455

1,897 0,174: 0,141 0,161 1,619 0,116 0,177 870 72

1)644 0,152 0,123 0,147

1,872

1,609

796

556

48

55

. . . chil. . . . . . . . . . mill. •

'I

5,550 4,228 5,797 6,575 2

OBHM

da 12

1..:.....--1--- -

2,150

,____ _

PROIETTI Palla . . . . Granata, (ca.rica) Shrapnell (cn.rico) . Scatola a. metraglia

'

400 21

1,423 0,116 0,120

597 66

1,482

0,941

1,341

0,832 0,096 0,087 0,116

0,126 0,104 0,116 1,170 0t092 0,107 35Y

0,712

0,084 0,069 99

· 43

===l===I==== === ====I 2,760 ~

10,903 8,210 2,790 15,567 '12,090 3,326 12,839 9,665 2 3 3

t-

4,228 5,797 4,761 2

4,228 5,797 5,045 2


, ES POSIZIONE

Con tali bocche da fuoco si adoperano le munizioni seguenti: Cariche a palla pei cannoni da 12 e da 6; Id. a granata pel cannone da 12 e gli obici; , Id. a shrapnell pili· cannoni e gli obici; Id. a metraglia id. id. I- proietti sono tutti calzati di tacco ed uniti al cartoccio, eccettuati quelli per gli obici dà '32 e 24 che sono separati dal medesimo. Le cariche di polvere sono contenute in sacchetti di lana sfata immersa in · una. soluzione d'arsenico o solfato di rame per pres-ervarla dal tarlò. Il rapporto fra il peso de;l .proietto più pesante e qÙello della carica di fazjone è di '/5 per 1 i cannoni:, varia da '/JO ad / 13 per gli obici da cam1 pagna ~ tra / 25 ed 1/~6 per quelli da montagna. · Gli affusti di antico modello sono tutti del sistema fi:ancese, e _lo stesso può dirsi dei' carri da munizioni e in genere ~el materiale da campo come dell'antico da muro. Nel materiale da montagna però si trova -ur:. affusto speciale detto : Prairie cai·riage così chiamato dall'impiego che se ,ne , fa nell'esteso altipiano a prato posto ai confini dell'ovest detto Prai1:ie. È di dimensioni un p~co maggiori di.·quello da · montagna, . va unito ad un. avantreno a t imonella éhe porta due cofani da montagna, ed è seguito dal suo carro a munizioni pure a timonellà c_be porta altri quattro cofani da montagna. La seguente tabella dà ,i l peso delle principali vetture .del carreggio da campagna: Pezzo da 12, mod. 1841, obice da ?2 e cannone rigato Parrott, d_a 20 (carico senza. bocca da fuoco) · . chil. 1213; Pezzo da 12, mod. 1857 (carico senza bocca da fuoco) 1211;

l'll ARTIGtIERIE RIGA'rÉ

2Ò:J

.Pezzo da obice da 24 ( come sop·ra) . chil 1217: Pezzo da 6 obice da 12 e c·a unoni rigati da 3 pdll. : e Parrott da 10 {çome sopra) . 1040; Pezzo P1·airie (carico senza l'obice) 417; Carro da munizioni da 12, mod. 1841, eéc: (carico) 1702; Carro da munizioni da 12, mod. 1857 (carico) 1'766; Carro da munizioni obice da 24 (carico) 1807; Carro da munizioni da 6, ecc. (carico). • 1591; Carro da munizioni Prai1·ie (càrico). . . 446. L'affusto da montagna pesa .125 chÌI. all'incirca, ed i cofani col loro caricamento, 50 chil. caduno. A~tiglierie da campagna. Organizzazione e distribuzione delle batterie.

da

Oltte i caJ:?.noni lisci da 6 e 12 libbre e gli obici da 12, ·24 e 32 libbrè entrano pure nella formar.ione delle batterie .campali i -cannoni rigati da 3 pollici , modello Ì861, e quelli Parrott da 10 e da 20 lib.bre. L' uguaglianza di calibro dei cannoni rigati da 3" e quelli Parrott da 10 libbre pérmette l'uso promiscuo di queste due bocche da fuoco cui servir possono le stesse munizioni, onde si fanno le batterie armate o delle une o delle altrè (1). I, cannoni lisci e gli obici entrano nella formazione delle batterie miste nella proporzione di \ pei primi ed '/, pei secondi. Delle bocche da fuoco sopraccennate quelle di minor calibro fanno parte delle batterie di battaglia ed a cavallo o U)' N~n sembra però che un t àle sistema sia conveniente, poichè quand'anche le stesse munizioni servano per ambedue _le bocche da fuoco, possono tuttavia · cambiar lç regole clel puntamento ed altl'i particolari del servizio.


204

l:SPOSIZfONE

leggiere, e quelle di calibro maggiore invece formano le batterie di posizione. Pare però che l'impiego dell'obice da 32 sia abbanp.onato·, ~pperò le batterie attuali hanno il seguente armamento sul piede di g uerra: ,

-----.. Di positione

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o

Bocche da fuoco . . . . .

I

4

TOTALE • • • • • • •

Affusti con avantreno •.

~

R1G,\TE

l,l!!C l tl

BATTERIE

Di battaglia ed a cavallo

2

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o -6

--

RIC,,1,Tt!

1.ISCI&

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5

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2

G

--

G

6

6

6

G•

6

G

6

Carri da munizioni . . . .

12

6

6

6

Fucine da campagna. . .

1

1

1

1

Carri da batteria e da traspo1·to. . . . . . . .

4

4

4

' 4

-TOTALE VETTURV. , •

Colpi per pezzo

... ..

23

17

I I

-17

17

= 128

I

92

128 • 200 .I 156

200

Un quarto delle munizioni è contenuto nel cofano_ <lell'avantreno ·e gli altri tre quarti sono ugualmente ripartiti .t1ei tre .cofani dei carri da munizioni per modo che il caricamento di caduno di essi è il se, guente ·:


'

CA~NONI '

MUNJZJON.l

~ ,-; l"-q(

1(;)

C-lCO

C-Ht)

. ,-; ,-;

rl rl

c6,d

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.

.

'

'

.

'

'Id.

a granata.

........

Id.

a. Shrapuell

..

'

.

... .. Granate sciolte . . . . . . Shrapnell sciolti . . • . Scatole di metraglia sciolte . . . . . Cartocci a polvere • . . .. .. Id.

....

a metraglia

'

TOTALE COLPI

'

...

-

RIG ATI

__,. ..... o .... o-~ 0«:I c-:i~ t ~ ~ ce ce ~ ,::,~,es

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C'-1

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.... .. . ... . ... .

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S Cartocci a palla.

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CANNONI

OBICI

LfSCI

-

20

12

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4

8

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25 I•

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3

2

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1

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27

52

39

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-- 32

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12

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20

w

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,,

'

-

32

50

23

-50

~

o, ~


~06 ESPOSf'.1:IOl<E L'innesco si opera per mezzo di cannelli fulmin anti simili ai nostri. Le batterie sono organizzate presentemente in reggimenti ·ai. 12 ciascuno e la forza delle medesime in uomini e cavalli, sul piede di guerra, , varia secondochè es.se sono di posizione, di battaglia od a cavallo e può rappresentarsi nel modo che · · segue: _g -

(l)

B.A T.T ERI E

<= o ·;;; o

·,.

bD

""

~

"2 ;,-

~ d

::,.

,a

~

A

A

·<

-- -- -Uffiziali

3

3

3

Truppa.

150

126

1'16

'

-- -TOTALE UOIUNI

Cavalli cla sella

Id.

da tiro.

, 153

= 19 133

129

149

-- = 19

84

91

91

207 ma soltanto un parco generale detto pm·co di cam1!agna che trovasi presso il quartier geneÌ·ale d'ogni esercito · · ed al qual~ vengono pur e addette le batter ie di rirSBrva. Questo parco è esclusivamente per l'artiglieria e comprende affusti di ricambio '{!ella proporzione di uno per batteria, carreggio , oggetti di ricambio ed un mun.izionamento completo per ogni batteria attiva o · dì riserva. Il servizio delÌe munizioni di fanteria è · completamente 'indipendente daÌl'artiglieria ed è affidato al quartier mastro generale dell'eserC'ito. il quale vi provvede per mezzo di parchi speciali che portano 60 colpi per ogni soldato di f~nteria e cavalleria:_. · Rispetto ai calibri le batterie vengono così ripartite: AR'l'IGr.H.mlE RIGA'l'E

,,DI

\

.

.

.

.

Batterie di' riserva. 1/4 di posizione; .3/4 di battagl~a ed a cavallo (la . maggior parte di

queste sono però di battaglia).

Batte1'ie attive. 'To•U.LE CAVALLI •

Ogni pezzo ha un sott'uffiziale capo-pezzo e due caporali dei quali uno puntatore e l'altro capo-cassone. I cannonieri fanno indistintamente serv~zio da condu~. cente e da servente ed il numero di questi ultimi è di 7 per pezzo compreso il puntatore. La proporzione delle bocche da fuoco presso l'esercito 111obilizzato è fissata ad un pezzo per ogni mille uomini di fanteria, ~ dp.e·.ogni mille di cavalleria oltre le batterie di ri.serva che si calcolano nella proporzione di un pezzo per ogni mille uomini. Non vi sono parchi divisionali

1/2 di posizione ; 1/3 di'battaglia ; 1/6 a ca:vallo .. ·

Il numero d'artiglierie rigate non supera mai il terzo del totale delle bocche da foooo presso le bat. terie sì attive che di riserva, e 1q1.aesta prop@rzione fu introdotta per la natura del terteno· frastagliato e boschivo ; la quale -dispos,izione, -noi non saF'remmo però in qual modo · gi usti:ficare perché in similri terr eni i proietti scoppianti sono convenientissifil:Ì ed i


208

DI ARTIGLIEl).U: RIGATI> ..

1'SPOSI_ZlONE

ti.r i curvi, resi più freque:nti éoi ci;i,nnoni. rigati, i soli efficaci. Le batterie da montagna si' compongon5> esclusiva• mente di obici da 12 ·libbre e possono dividersi, rap• porto alla formazione · in materiale, in due categorie · secondo· ìi genere d'affu.-3to su cui, è ipcavalcata la bocca da fuoco ed· il mpdo con cui sono trasportate le-munizioni. Il numero délle bocchè da fuoco è però sempre ·lo'stesso 'ed uguale è pure il munizionaJllento onde 1e stesse indica2iioni valgono per le batterie or• ·dinarie da montagna e quelle con affusti Pmirie . quando si aggiungano per quest'ultime glì ·avantreni . è carri da munizioni· su cui si caricapo .i cofani. La composizione delle batterie ordinarie è 1a se• guente: ,.. . Bocche ·da fuoco Affusti . · Cofani di munizioni Id. di ~ttrezzi . Fucine · Colpi per pezzo

6 7.

36 2

l 48

Nel cofano da montagna le cariche sonc\ 'così di· stribuite: C;:triche a granata. Id. · a shrapnel Id. .'a metraglia .

1

6 .1

Queste batterie sono servite da 90 cannonieri co• mandati da tre uffiziali ed hanno · 33 bestie da soma • caduna.

209

Artiglieria d'assedio, da muro e. d11, costa. e -marina.. · Formazione dei parchi.

L'antica f:or~azione dei parchi d'assedio · no_n ebbe applicazione nella presente guerr~ per l'introduzione dei nuovi sistemi di artiglierie. Le bocche da fuoco che s~mbrap.o particolarmente destinate per l'attacco delle piazze sono i cannoni da polL 4",2. mod. 1861 e Parroit da 30, gli obici da 8" ed i mortai da 10" e da B"; ma la formazione dei parchi non fu però de• finitivamente stabilita: nè dalle bocche da fuoco state · i~piegate negli ass,e dii operatisi durante l'ultima · guerra si può trarre alc'una consegu~nza per l'avve.• , nire , · poichè i medesimi f m:ono piuttosto . condotti contro opere campali o fortì isolati che contro vere piazze forti , e per la loro .situazione in riva al mare od à grossi corsi d'acqua' fu sempre pos• sibile il trasporto dei parchi per via d'acqua almeno in prossimità ·del teatro d'attacco e ~i po~erono così impiegare, senza grandi difficoltà anche pezzi c;li grosso calibro come i can~oni Parrott da . 100 , 200 e 300.- È per altro presumibile che regolarment~ non . entreranno a far parte 'dei parchi che le boeche da fuoc0 ·sopracitate senza però escludere il possibile im• piego dei calibri mlggiori ogniqualvolta le condizioni . t opografiche od àltre considerazioni speciali ne pre• sentino l'opp9rtunità , nel qual caso non s'incontre:r:à difficoltà• a mobili'zzare dei parchi di grosse artiglierie _a vendone ben provvist~ le piazze ed· i depositi. · Oltre · i cannorii rigati da 30 :e d~ poll. 4, 2, si usarono in alcuni assedii anche , antichi cannoni da 24, 32, 42 fatti rigàre col sistema Parrott onde supplire alla deficienza di materiale e provvedersi di artiglierie rigate con minore dispendio. ·

.fino


~10

' I

DI ARTJGLJEIUE RIGATE

ESPOSIZJONE

Le artiglierie d'assedio servono anche come artiglierie da . pia~za ed 'a questo scopo sono pure destinate le bocche da fooco Parrott dei tre calibri maggiori, particolarmente però p'e r l'al'mamento déi fronti di màre e deile batterie da qosta, nel quale conc~rrono colle artiglierie liscie, ·mod . 1861. I, cannoni Parr9tt sono inoltr~ impiegati nell'armamento delle navi da guerra promiscuamente colle bocche da fuoco liscie · della marina degli antichi . mode.lli e· coi cannoni Dahlgren esclusivamente adoperati per quest'ultimo servizio. · Qui diamo termine al rapido esamo che siamo venuti facendo dei va.rii sistemi di bocche da fooco in ùs'o presso gli Stati Federali di America, ·dal quale si scorge come sieno ancor lungi dall'essere ben definite .le basi di un regolare armamento e come il fervore della lotta appena adesso cessata, non abbia sino ad ora permesso a quell'artiglieria di addivenire ad una semplificazione e definitiva sistema,zione del suo mater:iale, alle quali potrà condurla soltanto un maturo esame dei risultati della g,uerra e· di opportune espe;rienze. · ·

~ofa. - .Pe,r clifendersi dalle navi corazzate e propriamente per impedire il lqro fngresso nei porti e nei corsi d'acqua, ·gli Americani no'ii .si limitarono ad ~rmare le Coste C?Il , potenti artjg]ieri~ , fecern grande uso di ~na specie di mine sottomarine che · chÌaJI.larono torp~dini. Esse consistevano generalmente in barili ·di legno, capaci di circa 900 chil. di polvere, terminati con due coni di legn~ destinati a tenerli meglio in equilibrio, e •mttniti nel loro punto pi à cul• minante di un innesco fulminante riparato ·dall'acqua

ma

211

mooiante una sottilissim~ foglia, di piombo . .Questi barili. venivano ancòrati,e riuniti tra loro con ormeggi in modo da formare una linea trasversale al corso d'acqua· _od all'imboccatura.' del porto che si voleva' difendere ed erano immersi ad una profon~ità minore dell'immersione n1ini).Tia dei bastimenti. A ciascun · barile and~va unito un contrapp~so per mantenere sempre l'i.µnesco nel punto più alto 'per cui i bastimenti od urtavano direttamente l'innesco colla chiglia e determina,'.ano l'esplosione; o passavano colla chigJia - sui fianchi del barile e questo ·capovolgendosi rapidamente -venivà -a battere coll'innesco contro il fian·co ed esplodeva egualmente. Durante la guerrà d' A~erica ·questo g~nere di difesa diede grandi i·isultati , e per citarne un solo ·basterà r i~ordare che le torpedini .disposte dai Confederati attraverso il fiume John , nella Florida distrussero i ·1egni federali Jliaple Leaf , Gene1·al Ilunter ed -Harriot • Weed. · Torpedini consimili , ma dj dimensioni alquanto minori, forono poi impiegate ariche nella -d ifesa delle opere di fortificazione e· le figure 2\ 3\ 4a. e 5a deila tavola 4a rappresentano quelle che si , trovarono interrate davanti al forte vVagner nel punto in cm avrebbero dov uto passare le colonne d'assalto. • Anch'esse con$ist evano un ·barile della ca_pacità . di 45 litri., terminato da due appendici di f9rma CO· 1Jica e riempito di polvere . .Nella parte superiore· di questo· barile. era ·fissata alle doghe una: .parte metallica a a (fig. 2' e 3"") 'destinata a sostenere il collare b, H quale era forato a chiocciola perchè vi si pote_sse avvitare il tappo e (fig. 4° e 5a). Nel foro di questo tappo muovevasi a g'uisà di stantuffo un'ast a metal~

in


212

ESPOSIZ!ON'E Di ARTIGLlER!E . RlG!TE

1ica d, la quale presentava un rigonfiamento e a11a · b2.se che :µe im_p ediva l' uscita e nella parte inferiore era avvitata· una &pecie di luminello f sormontfito da un disco di legno g. Nel1(? ,Spazio compreso tra la base dell'asta d ed il disco g e n el focone h del luminel)o era disposta· la materia fulminante , di maniera che una Ie·g giera pressiqne sull'estremita dell'asta d bastava a produr~e l'esplosione . _P er imp~dire poi ògni in fi]. tra,zione d'acqua ponevasi una r osetta di cuoio k tra il collare ed il tappo e , ed alla parte superiore di quest'ultimo .si avvitava la scatola a· stoppa i . Finp,lmente nell'asta d era praticato un piccolo for o perpendicolare al suo asse per introdurvi una spilla metallica , che serviva· a ten ere disc9sta là base del.l'asta dalla composizione fulminante, mentre ponevasi . . a sito il barile. ' · . Dopo d'a~erlo i,n terrato in modo che l'innesco s i · t rovasse quasi a livello del suolo si disponeva sull'asta d l'estrerriità di una tàv~la (fig. 2") , la quale appoggiava • coll'altra estremità sul terreno, laonde bastava premere sopra di essa col piede per p~odurre l'esplosione della. torpedine. 1

"

RIVISTA · TECNOLOGICA ,;. .

~

-

~

(Dal

G IO RNALE n'ARTJGLIERIA ) . .

Consìdernzioni sulle lerrovie. '

Il c~pitano del genio · Morjng ha pubblicato alcu~e' in te~· ressantif:sirne cons1derazion'i: intorno ,id alcuni da ti indicanti in quali pr~porzioni possono servire' le ferrovi~; quali considerazioni crediam bene qui riprodurre: ·. ,· F ino ad ora troppo pochi s9no i dati che noi p_o ssediamo per potere st_a bilire una formola tecnico-tattica sul · trasporto di g1'andi masse di , truppe su vie ferrate. Fra ttanto però quanto segue potrebbe servire già di base a calcoli su tale riguardo. . ~ n numero esistente di locomotive servibili in. massi~a sta a quello dei vagom servibili come 1 : 2 0 vagoni, però ·col massimo d_el carico che eq,nivale a 100 . centinaia ognuno compreso il pròprio pes~ corrispondono alla forza di trazione delle locomotive cioè a 2000 cent inaia con 4 leghe . ' .

di velocità. • ; Da ciò ne viene che adoperando tutte le locomoti,1 0

.

\


214

RIVJSTA

di una. via ferrata, s1 patranno far servire altresì tutti i vagoni. · Una volta stabilito e provato tale fatto riesce più facile il fissare norme generali come si vedrà in seguito.

Supposizione : . ,

5 cavalli e 5 uomini, pesa quindi 90 centinaia; . > 1 cannone con i .serventi, pesa quindi 82 centinaia; > 2 carri da munizione; » , 2 carri da trasporto. Sia dunque : S' = la truppa senza gli inservienti per l'artiglìeria; ,. P = .i cavalli dell'artigli.eria, compresi i conducenti; G i pezzi, c_ompresi gli inservienti artiglieri; J/ i carri da munizione; · • T i càrri da tr,asporto; " , l,, = una locomotiva. ·

= =

=

. lta nccessano . per Ia truppa S , pe1. ca va11·1 p ,Ne nsu

5

40

, pel

.. Jl! pezzo G, pel carro da mumz1one e pel carro da ,tra2 T . d. S P M T sporto qum I tutto compreso + -g + G + +

z:;

40 vagoni, ossia S + 8 P + 40 G + 20 Al + 20 T

=

2

2

W. Questa somma moltiplicata per 100, ridotto il numero dei vagoni a centinaia, ossia W ç, Cdiviso per l'azione di una loèomotiva, dà. il numero totale .,ue11e 1ocomot1ve · che necess1ta1w, . . 100 W W C ossia --=-=--=E . 2000 20 2000 (locomotivi, nl.'Cessarie). Ed il numero·neccssario di locomotive diviso per quello .

=

W

C

E

20 L =2000 L = L

= 1' (corse). =

Un vagone contiene 40 uomini e pesa <J.Uindi 100 ceot:uaia;

,

TECNOLOGICA 215 di l0comotiva presenti servibili, dà il numero delle cors& che è

Se E ò maggiore cli L cioè E X L, si richiederanno corse di ritorno . Segnato S il, numero delle or; necessarie per un'andata , . · 2 S'. s1 potra e,;prnnere c•on --::;- 1 l numero delle ore necessarie .,

pel ritorno. Quindi il tempo che una locomotiva impiegherà per l'andata e ritorno C'on 11n trasporto militare si potrà

.

SE

esprimere T,+.

2SE 5SE a L = -rr-· Ore= Z.

Una locomotiva in u'n'ora riduce a vapore 6Q piedi cubici d'acqua; quindi il cqnsumo totale d'acqua in un'andata . . 100 SE e ritorno sarà X L 100 SE= V c11iamato N il

=

1

numero delle stazioni sarà necessario che a ciascheduna stazione per ogni antlata e ritorno , 1 i sia una provvigione 100 S l!: V . . _d, _y N p1ed1 cubici d'acqua.

=

Abbruri::mdo per ogn i locomotiva in un'om, alla veloci tà d : 4 leghe; 530 libbre di carbone, dà per locomotiva 530 L ; , 25 libbre e per 5 ore per 1 an,u ata e r~el riL01nu, il bisogno

3

totale del carbone per un'andata e rÌtOi'IlO sa rà e:-p1esso 1

rnn 530 L X

25 3

= 26503 S L = 884 S L li. bi.ire = 11.,

Il trasporto del treno di riserva ò'àrtiglieria e dei magazzflni ridotto al numero necessario d1 vagoni. , si può calcolare nello .st~sso morlu. ,,

Ainw :,., vol. n. -

15.


..

RIVISTA STATISTICA

.

Ripl'0nderemo pure colla dispens~ di gennaio le Notiz·ie stat·istiche siti principali ese1·citi eu-ropei, occupandoci dell'esercito austrìaço con non minore estensione d i quelìa adoperata nella scorsa annata in merito all'esercito francese.

RIVISTA . STATISTICA

PRUSSIA. - Nel Siècle del 14, si scr-iYe che l'esoroiio ~russiano, ora che è sul piea!'J ai pace conta: 13i generali, 203 colorrnelli od uffiziali di stato maggiore di l" classe, • 700 uffiziali di stato maggiore, 1,84(;> capùani e capi di squadrone e 5,~n luogotènenti, che dàpno un totale di 8,754 uffiziali; inoltre _, i sono 10,80G hass'nffiz1ali d'artìghe1·ia, 2,063 ~ergenti maggiori e n1arescia lli d'alloggio, G.,229 ser• genti, JJ,721 capora li, 20,803 liberi (srrldati scelti o sottocapoi-ali), 6,530 musicisti , 143.,808 soldnti, 4,878 operai m ilitari e 1,458 infermieri, chi-, dànno un totale· di 201.297 11ombattt>nti . Finalmente lo .stesso esercito ria 871 medici , ::l56 uffizia1i pagatori, ~35 veteran'i, 312 :irmaiuoli, 48 sellai e 3 scudieri In uno dei prossimi fascicoli daremo un'estesa not1Z1a statistica sull'ordinamento dell'esercito prussiano tanto sul piede di ,pace qua'nto su quello di- guerra, n~ti:i::ia che dobbiamo all\l gentilezza di un amico ed è basata su i docamenti più autorevoli.

AUSTRIA. - È stato ultima_mente riorganizzato il corpo di stato maggiore. Per le modìficazioni che v1 sono state introdotte esso 1 no; deve constare più che di t1n generale , capo dell'ufficio . superiore ,·. di rettore' delle scu~e militari e comandante dei co1legi militari , 25 colonnelli, 2G luogotenenti colonnelli, 25 maggiori, 60 capitani di l" classe, 60 capitani di 2 ' classe e 70 uffiziali di gradi ìol'eri0t·i. Un numero di uflìziali può per al tro ~s.3ere comandato per i lavori cli u fficio e per la ct1stodia degli archivi p resso . i l comando generale; come facienti parte dell'ufficio di stato 'maggiore i l comandante generale della piazfa d i Vienna i luogotenenti colonnelli impiegati ndle 5 divisioni del mi. nistero della guerra, e gli uffiziali comandati all'arnbascrata. di Parigi come altachés militari. Un uffici? specialfl è istituito per tutti gli. affari che riguardano le strade di ferro, vapor.i da g uerra ed i telegrafi.

AlVIEl:ICA,. 7"" Togl iainD dal rapporto annuo del segretario della guerra agli Stati-Uniti, signor Stanton·, le seguenti informazioni statistiche:· Durante i primi mesi dell'anno 1864, la cifra degli arruolamenti nel l'esercito -degli Stati-Uniti ammontò a 13,019 uomini~ per l'eserci to regolare; 3;568 soldati furono trasfe, ' r iti dall'esercìto a lla m:nina dura • te lo stesso peri·odo. Dal 1° novemb re 1863 al 31 ottobre 1864, 480,826 u0rnini furono sped iti su l teatro 'della guerra. Ì)i questo u·u mero, 366, 7_27 coscritti, e 80, 630 mi!tti m obilizwti per cepto giorni. Nello stesso peri"odo .di tempo 757,949 uomini furono con_gedati allo s_pirare del loro tempo di servizio ,


218 .

R!V fST A

136 300 si riassoldaruno e r itornarono all'esert ito dopo ucÌ congedo di alcune settirnaue . Duecento bandiere confederate a ll'.iuci r<.:a furono pre;;e nello diverse battaglie della campagna del 1864; 106 soldati ri cevettero medag li~ d'onore in ricompensa di a tti. di bravura e di coraggio. Risulta i.lai ra pporto del gen erale comandante delle · truppe di colore, che eran vi nell'esercito al 31 ottobre 1863, 58 reggimenti n eg ri com prendenti u n effettivo d ì 37,707. uomini. L'aD:no seguente, il n umero dei reggi men ti di ogni arma ern dì •140 e l'effettivo delle truppe era di 101,950. Le perdite s ubHe sia nei com battim<:m ti, sia in seguito a malattie ò diser;sioni, salirono nel 1864 a 33,139 uomin,i. Il numero_ dei soldai: d i questa categoria sarebbe stato assai maggiore,. se i di par~imenti del q uarfier mastro e del commissario non avessero rich iesto una sì gran èruan ti til di neg ri. pel loro sel'vizio. Il 1° novembre 1864 l'esercito americano , com.prese le . t ruppe negre e i soldati di marina~, costituiva un efl'enivo di 675,452 uomini. - Le somme vèrsate dai c9scritti a titolo . di esonero ammon tarono alla cifra di 2 5,584,599 dollari. li numero dei disertbri. arrest~ti nel 1864 fLi di 39, 392. Dal 1° maggio 1863 al 30 settemb re 1864 , 60,760 fo r,; no arrestati, cioè in media 3 ,574 al mese. La media delle esenzioni per caus a d'incapacità fisica fu di 314 per 1,000 La media delle feriie fo di 326 per 1, 000 soldati. Quella dei decessi per varie cause di 6, 08 per 1,000. Tra le malattie che_ più dannegg iarono l' eser ~ito federale , viene -in p rima. linea la dissenteria. Npn s i val uta _a n;eno d i 658 su 1,000 il numero dei soldati 11 nnualmen te colpi1 i da qLiesta malattia. Alla fine dell'auno la cifra dei mala ti e dei feriti n egli ospedàii r agginngeva circa il sedicesimo dell'effetlivo totale; in questà cifra i feriti non entrano che_ per u n terzo . I pagatori dell'esercito sborsaron o nel corso ·aet Ì863 una somma rotònda di 315 milioni.

STATISTI CA

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2 1!)

Al 30 giug'.10 1864. gli arsen ali militari degli Stati-U ni ti rnccbiudeYÌrno 2 ,033 pezzi di cagnone, 1,305,947 armi por~ latil i e 1,831,853 libbre di m un izioni . Il · rap porto del q unrtier m ast rò gl)nerale constata che gli Stati-Uni ti dis pone:vano, a lla fine del 1864_, d i 281, 059 cavalli e tu uli e di 17,498. carri o forg0ni ; 6,000 miglia · cli telegrafi militar i furono in operazione du rante l'anno, sui q uali n on si trasmise m eno d i 1,800,000 messaggi.

ITAUA. -

L'esercito pontificiò si compone attualmente di 6, 570 uomini, cioè : U n reggim!lnto fanteria di 12 compagnie (1,500 uomini) . Un battaglione cacciatori" _(900 uomini). Un ba\taglione carabinieri stranieri (700 uomini) . U n reggimento artiglieria (500. uomini). U no sq1:adrone cli dragòni indigeni (140 uomini). U no squadrone dì dragoui st ran ieri (130 uomini). U n a legione di gendar mi (1,800 nomìm). ; ' Uu b attag lione di sedentarii (900 uomini). R 0MA . -

STATO lTA UA NO. - Bollegi mil-itari. - Con regio d ecreto del 14 ottobre scorso vennero s tabili1i pei collegi militari d'is-trnzione secondaria i nuovi quadri seguenti: . I. -

Personale pél governo e pei: l'amministrazione. · a) Pe.1sonale superiore milùare.

1 Comandante (uffiziale superiore) ; 1 Comand ante in 2°, direttore degli studi (luogotenente colonnello o mnggio·re) ; · . I Cap1Lano-istruHore; I Ca pi tano i·ela tore del coòsiglio d'amministraz10ne ; 1 Direttore dei conti (uffiziale sub:ilterno); 1 Aiutante maggiore (utlh iale s ubalterno) ; 6 Uffiziali di compagnia (uffizi.ali subalterni) ; 12..


220

Rff!STA

STATISTICA

b) I'~rsonale infer·iot"e 111ilitai·e.

II. _ Pei·sonale pel culto, per l'istruzione religiosa e per l'insegnament_o.

1 Furiere maggiore; 2 Furieri ; 16 Sergrn1i; 1 Caporale tam burino ; 2 Tamburini;

1 Direttore di' spirito ; Professori t·itolctri. 3 Per le lettere italiane; 2 Per le lettere francesi;· 3 Per le matematiche elementari; 1 Per la storia naturale; l Pel disegno di figura e paese; 1 Pel disegno lineare; .

22. e) P ersoncde civ-ile pei .vari s1Y1·viz·i.

1 Econol'no ; 1 A i u tante cl i confrtabi li tà .; . 1 fn fermiere magg1or_e ;

11. Professori <trJrJiwiti.

Ispettore d i servizio - Sotto-ispettore di servizio D1strìputori - Camerieri - Capo cuoco - Cuochi - ·fo fermieri - Illuminatori """' Scopa tori. 11 numero e le paghe ,dei suddeHi individui sono a seconda dell!:) circostanze determinati d~l consiglio d'ammi- • nistrazione e proposti all'approvazione del 01iniste10 della g uerra.

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3 Per le lettere italiane; 1 Per le -lettere francesi ; 3 Per ìe matematiche elementari ; 1 Pel <lisegno di figu ia e paese; l Pel dis0gno lineare ; Professori mili tari ti tolari od aggiunti ; 9,.

· Gli 1Jffiziali ed impiegati non militari hanno alloggio nel collègio, per quanto le condizioni del locale lo permettano, senzachè sia concessa veruna indennità a chi non ne possa eesére fornit9. . Il soprassoldo agli uftìziali è regolato come la paga, ma cess·a durante le licenze di qualunque natura. · Il personale .inferiore militare riceve il vitto a carico del · collegio.

Maestri.

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4.

Per Per P.e r Pel

la calligrafi~; la ginnastica ; la scherma ; ballo;

221


2'22

}\!VISTA STATISTICA

Maestri a.ssistenti.

I Per fa. calli gralia ; 1 P\lr la ·ginnastica; 1 Per la scherm~; . l Pel ballo ; _ Da determinarsi nel decreto m inisteriale di nomìna. Potranno anche le fu nzioni 1di · as.sisten~i maestri per la schE!rma e per la ginnastib essere affidate a i sotto.ufpziali addetti_all'istituto, 'quali verrà corrisposto , un sopr~ssoldo giornaliero di centesimi 50, da prevalersi• sugli stipendi suindi(,àti.

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4.,

Totale 29. Dei sei professori di le.ttere italiane ilue sono incaricati dell'insegnamento dPJla storia, e della geogmfìa. L'insegnamento della logfra e metafìs-ica è affiJato a l direttore di spirito n _ad nn professore di jettere, scelto per quanto possibile fra quelli che s::rnò, lanreati in 1::ssa facoi1à, e .può -essere corri;;posto un soprassoldo d i L . 600 ·se prJ• · fessori titolari, e di- L. 400 se professori aggi umi. L'organico precedente è stabilito ur,ll'ipot'?si di un corso di .tre anni, ciascuno dei quali conti eirf'a 80 · allievi. Quando il nume-ro negli allievi d i ui10 o più auni - di corso non ecceda i 45, sarà pnre diminuito, ,per quanto possibile:, di una metà per ogni corso il uurnero degli i~segnanti.

1'4GLIANO GAETANO

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I CENNI au,.

P()RTOGALLO -

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Narrano le storie che il primo popolo abitatore delle terre le quali costeggiano il Tago, il Duero e la Gua• diana, ·fosse l'iberico ; che una tl'i·bù celtica venuta dal settentrione, e nomata dai Romani di Lusoni q Lusi, ca·cciasse gl'Ib.e ri verso oriente, e <lessa si stabilisse nel paese, compreso fra il Tago e il Duero, che si chiamò Lusitania; che altre terre dell'odierno Por togallo fossero da altr_i popoli abita:te ; che Fenicii, Greci, Cartaginesi ùe visitasserd le coste per istabilirvi rapporti commerciali; e che.finalmente cadesse sotto il dominio romano come il resto .della penisola iberica. La Lusitania dei Romani aveia per confini: al nord il Duero, al sud e all'ovest l'Oceano, all'e~t l'Anas (Guadia,na). ANNO_ x ,

vol. n. -

1 G.


224 Gelosi della loro indipendenza, i Lusitani diedero - molto da pensare a Roma; ,-,'!i rivoltarono per vessaziòni patite e s'adoperò · la forza e l' astuzia p.èr domarli: Risposero alla voce di Viriate che chiarn~ aH~ ~rn:1 le tribù montane, e comb a.ttendo a mo' d1 partig1am, preludendo alle moderne guerriglie, schi_acciarono le le!!'ioni; assassinato Viri,tte per op_era dei Romam , e co~quisa la ribellione, corsero all'appello di S~rtor_io, e.be, fatta Evora sua capitale , riportò molte vittorie; ma Pompeo, temendo di non venirne ad un.a C~)l1 avversario tanto formidabilè , ne mise la testa al prezzo di oltrè rr..ezzo milione delle lire nostre e 20,000 iugeri · di terreno; e trovò in Perpenna chi preferì il mezzo milione e i 20,000 iugeri di terreno, ai principii dell'onore, ai dettami della coscienza ed alla testa di S_e rtorio. Morto questi,' i Romani r ipresero il comando.. Venute le invasioni dé' barbari, la Lusitania subì alla s~a volta q uelle dei Vandali, degli Alani, degli Svevi, dei Visigoti e finalmente degli Arabi; , e nel . corso di queste vicende essa fond ò i manicipii e istituì le assemblee politiche e legislative con osciute poscia sotto il nome d i Cm·tes. I Lusitani furono i primi a battere gli Arabi~ e ,ne11a lunga lotta dei CriRtia.ni contro gl'Infedeli si mostrarono sempre i più leali ca val ieri dP.g1i eserèìti di Castiglia e di• Leone dal cui regno aliora dipendevan() . Ad ont.11 però dei loro sforzi, caddero sotto il dominio de' Mori ; ed Alfonso VI, r e di Leone e di Castiglia, pose la sua • corona sotto il patr:,onato cli Francia e domandò soccor so contro g li stranieri nemici della fede . Allora Filippo I fece un appello a i cavalier i francesi.; e bentosto Enrico, ni-pote di Roberto I,' duca di Borgogna, passò i Pirenei segu ito da unaSchfora di gnerr'ieri, v~nse, ed

. 225 in premio delle vittorie--ebl5e permesso di estendere le conquiste a spese de' Mori sino alla Guadiana, Ricevè da Alfonso il titolo di conte; la città · di Porto, demolita nella g uerra, venne rifabbricata, e la nuova contea di Enrico perdè l'antico nome di Lusitania per · assumer~ quello di Portogallo. · Varie son o le opinioni intorno all'origine di questa denominazione. Alcuni, considerando cbe i dominii del conte· Enrico si li111itav<J,no da principio a Pm·to e alle sue <lipe'ndenz0, fra cui trovavasi Cale, asseverano che il nuov9 regno prese nome dalle due città prindpali, Porto e Cale, e si chiamò Porto• Cale; altri ritengono che Enrico, per conservare la memoria della sua orrgine francese, agg iungesse il nome di GaUo a quello dì Po1·to, e così si dicesse Porto-gallo , · Porto francese . Napoleone procurò nel 1808 di far prevalere quest{t ·etimologia, ma lo spirito -nazionale la respinse fermamente. / Le sorti arrisero ancor più favorevoli al figlio di Enrico, AlfonsoT BaLtè i Mori b.ei p iani di Orice ed in altri incontri; tolse loro ,..p arecchie città; entrò trion fante a Coimbra col titolo di re col_ quale lo aveva acclamato l'esercito sul campo , ,lo salutava allora il popolo festante, e g lielo r iconfermavan o il _pontefice a Roma e le Co1·tès a Lamego nel 1145 come rappresentanti dell'intiera nazione. Coimbra fu pel momento la capitale _d el nuovo regno; ma due a1mi dopo, in con·s eg uenza di novelle vittorie, lo divenne Lisbona, ed il regno si consolidò colla presa di Santarem, di . Evor a, e di altre città importanti. Questi. atti, JJ6' quali si creava uno Stato abbastanza forte, da poter essere indipenclente, spiacquero ai r e di Castiglia che ten evano il supremo dominio sulla SUL l'ORTOGALLO


22G •· -

llUL PO!l:TOG-~I.LO

CE NNI

contea di Portogallo; per la qual cosa Alfonso, volendo mèttersi al sicuro dall_e loro :rappresaglie , si pose al vassallaggio di Santa SE.è.e e si dichiarò trib l'.l tario di essa. Quest'atto fa~al'e era ccinsentane~ ai tempi ; ma, com e sempre avvenne a co1oro ch e si mischiarono col clero, creò imbarazzi e molestie di cui i successori cli Alfonso ebbero a risen tirsi. Il nuovo . monarca p ropose, nell'epoca di sua _incoronazion e,_~i. comporre leggi pel b uon anda:mento della cosa pubblica; ed i vescovi, i prirnar_i signori ed iì re, stesero e fecer~ approvare dalle Corlès .il primo codide clella monarch ia portoghese. Esso stabiliva l'ordine della su_ccessione al trono,, definiva i diritti della nobiltà e q uelli de' citfadini; dichiarava nobili per sempre tutti coloro che avevano combattuto alla battaglia· cli.Orico, • e statuiva, fra i titoli che faceano perdere la _nobiltà, quello di 3:ver na~costa la verit_à a·l r e. · Alfonso fu il primo poeta nazionale ; egli cantò ,la presa cli' Santarem. Gli succedette Sancio I,il q4ale, approfittandosi di 53 legni di Croci?'ti gettati da una tempesta sulle coste di Pdrtogallo; combatté i Mori, e riprese loro alcune c-itià di c ui si eràn o impadroniti. Non tardò guari a fo. rsi sentire il peso della supremazia della · Chiest1,; e parecchi monarchi ebbero a lottare per difender e da Ue pretese del pà.pa le prerogative della corona, la quale fu r esa sempre più b enefica alla nazione per le oper e d i saviezza da Dionigi 'il Giusto compiute . Protesse q uèsti le lettP.re e Ìe scienze; istitu1 a Lisbona. un'universifa che venne poscia trasportata a Coimbra; l'agricoltura,la navigazione, il conì.Ìnercio ebbero rn lui strenuo a11silio, e la ricchezza del paese, immensanienté '

.-

22'7

aumentata, cr eò un terz'ordine nello Stato che unito alla nobiltà ed àl clero ebbe seggio nelle adunanze delle

Corlès.

Ni pote suo ru Pietro I, notissilllo nelle storie e nelle · popolari tradizioni per gli eccessi ·a cui si àbbandonò in causa dell'airòce assassinio co1l'sum~lo contro l'adorata sua.sposa Ines di Castro. La dçmna ornata di so~we dolcezza e di beltà sovruma)1a, fu amante <li D , Pedro e riamat.a alla foll ia; ma abborrita da feroci cortigiani che mal pat.ivaud l'iooalzamento di -0na fam iglia privata, sebbene fosse di illustre .ceppo castigliano , e che nèl furore dell' astio loro 11qn iooi-ridirono di ma~chinare e di eseguire barbar amente l'uceisione d'una p overa infelice madre a t re figli. La vendetta di D. Pedro fo pari al del itto dei camofi.ci, seppu_re tauta c.ol pa poteva avere -con degno castigo .. - la Verdinanclo suo figlio, si esii11se la. p rima linea della casa di Borgogna, e s'in iziò in Giovanni I, fig lio naturale di D. Pedro I, una nuova linea niasch ile della medesima casa, conosci L1 ta col nome di D'Avis. E fu sotto il suo regno e ne' primi anni del se• colo x_v, che i ncominciò pEa Portogallc_ l'era della po. tenza ·m arittima e coloniale, _a lla cui fondazione energicament~ i fig liuolì suoi prestarono çoncorso, Fu presa Ceu\,a in Africa, si stabilì. il dorninio .portog~ese a PortoSanto ed a Madera., e si ampliarono i possessi, i rapporti, i commerci e le ricchezze, coi successivi .e celebri v iagg i da portoghesi còrnpiuti, fra cui i celeberrimi di Bartolomeo Diaz e di Vasco d i Gama, fortunati scuopri- . toi:i d i una via mari ttima elle alle Indie condirneva. Era nella pri ma, au·rora, il secolo xvr, allorq uando la sorte fece scu.opr ire il Brasile a Cabrai·; -e poch i anni dopo la potenza portoghese si estese taimente nelle Iudie, da far sì. che quasi tut~i i princip i indiani riconoscessero


228

CENN[

la suprema,zia del re di Portogaljo i vi rappresentato da un vicerè. Ma voJle il fato che tanta grandezza venisse scossa d,a tarli malaugu~ati che incominciarono a roderlaallastessa foggia del la vicina Spagna. L'inquisizione e i gesuiti, pestilenze fatal i della società, s'introdussero nel n'gno, si diffus~ro nelle col@ie., dominarono, straziarono., corruppero, fanatiu.arono. Incatenato il peri$iero, mancò lo slancio delle grandi imprese, si affievolì: l'energia necessaria all~ conservazione delle conquiste; e· a ques·ti flagelli s'aggj unse la sventura dello spegnersi la seconda linea maschile di casa di Borgogna, per cui Filippo II di Spagna, mettendo innanzi pretese di successione; annesse il Portogallo alla sua corona, fanatica ed insensata. In ca?sa di q uesta unione i Portoghesi trovaronsi in guerra co' nemici· di Filippo , non coi · prÒprii; e in queste lotte perdettero una gran parte delle loro colonie. Ma le ire mat compresse si fecèro strada e scoppia rono violentemente: il giogo imposto dal duca d'Alba, conculcatore d'ogni legge di giusfo:ia e di umanità, venne spezzata; e la casa di Braganza, con Giovanni IV discendente dalla linea di Avis, stabili va il regno· dél · terzo ral'no ·della casa di Borgogna, e rimetteva il governo e i destini del Portogallo iielle mani di una dinastia_che per tanti secoli di vita passati in quelle terre si era r esa naturalmente naz-ionale. Sotto coclest~ dinastia venne r estituito ·al Portogallo l'intiero dominio del Brasile, che in parte aveva per·duto; e re c~mdfaioni intellettuali, ci_vili, sociali ed am: m in,istrative del regno furono da un celebre ministro di Guglielrn·o I r ialzate. Il marchese di Porn bal afl'orzò il trono del suo sovrano indebolito dalle .fazioni e dai ra.o-; b giri ; espulse i gesuiti e confiscò i loro beni; riordiriò

SO !, POI\TOG,\Ll,0

J'organamento mi litar~, _sia nel· personale dell'esercito, sia nel materiale necessario a perfezionare la foru~ d~ll~ Stato; e le armi a tµJe di· vigoria si a lzarono, da com battere e da vincere nel 1760 contro CJ. uelle di Spagna, tanto per numero superiori. La potenza po~toghese colle alleanzEl consolidò; industrie, belle arti, còmmerci, agricoltura., codici, istruzione p ubblica, na; 'vigazione, tutt.o migliorò, a tutto diede mirabile impulso; ed il Portogallo salì à. tanto di lustro .e di fortezza da occupare· nuovamente neg·li Stati d'Europa un posto distirito. e rispettato. · Fu sotto la sua ammin istrazione, . che il dì d'Ognissanti dell'auno 1755, Lisbona capitale fu scossa da tr~mendo e lungo terremoto, con tanta maestria descritto poco dopo dn,lla penna ,macstr~t cli Giuseppe Baretti. , Ma il flagello n~n.lasciò lunghe traccie per l'inarrivabile solerzia del ~ninistro, e in breve tempo si vide sor-. o-ere· s~lle ruine della caduta. metropoli una città assai 1)iù della prima bella e fastosa. ' Per m~la ·sorte i trionfi della civil.tà sull'ignoranza, della l uce sulle tenebr,e , furono di cort a durata. Morto il 1'e Guglielmo I, gli odi e le · v_endette si scatenarono su Pombal il cui a;nimo appassionato gli aveva pro~urato assai di n emici. Caduto in disgrazia, comparvero di ·nùovo i pregiudizi e la ·superstizione., ed il clero tiebbe il sopravvento che sotto lui aveva perduto. · Intanto il grande· cataclisma politico della· r ivoluzione francese andava compiendosi. Na1?oleone Bonaparte prese le redini del go'\'erno col, titolo d'imperatore, dettava leggi all'Europa, e voleva fondare il suo dominio su tutta fa penisola ispanica. Teneva le r edini del Portogallo il reggente Giovanni, che g~vernava per la madre inferma; ed avendo egli rifiutato di aderire al ~


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CENNI

sistem.a continentale, v~de il regno invaso , dai Francesi condotti da Junot, e fu costretto n~l 1807 di riti' . r arsi colla corte al Brasile, allora , vice-regno e colonia. portoghe,se. D~venuto re sotto il npme di ·Giov-anni VI, innalzò nel 1?15 quel possedimrntoamerìcanoalladignità di regno, e diede a' suoi Stati, riavuti per le sventure napoleoniche , il nome di Regnp imito di Portogallo, de{ Brasile e deU',ilgai'v~. La sede reale rimase a Rio Janeiro. . · Non iscorsero molti anni dopo il ristauro ; q uando lo spirito d 'innovazione, introdottosi in parecchi fra i . popoli d 'Europa, eccitò sollevazioni, e il 23 e 24 agosto del 1820 ne scoppiava una in Portogallo. Il colonnello 8.e! 18° fanteria, Bernardo Correa de Castro e _S epu_lveda, presiedette a Oporto un'assernble~ che diede il seg nale della rivolta col grido; Vivano i.l re, le C01·tès e la costituzione di Cadice. , Sorge\'a pure mi naccia di movime11ti a Rio Janeiro e a Fernambuco; e Bahia, seconda città del Brasile, proclamava la costituzione. Don Pedro, principe ereditario, scongiura il pericolo correndo in mez~o ai soldati e al popolo , e salva la dinastia leggendo il decreto con cui Giovan ni VI accetta la costituzipne che sarebbe fatta dalle Cortès _portoghesi. Intanto il Portogallo chiedeva ad alta, •voce il suo sovrano, e don Giovanni si decise di appagare. i voti dei suoi popofi.europei. Prima di partire. convocò gli elettori brasiliani, i quali cercarono pom; inciamp'i alla de: terminazione regale esigendo g iuramento preventivo dal re, e opponendosi alla partenza della squadra che doveva trasportàrlo. L'assemblea fu sciolta colla forza , e. D. Giovanni' senza prestare .giuramento si . avviò per Lisbona il 26 aprile del 1821 colla famiglia,

S lJL PORTOGA LLO

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eoi ministri, col corpo d iploma'ticò e coi deputati alle Co1·tès per la provincia di R io-Janeiro. Giunto a Lisbona il 3 luglio, giurò il dì appresso di rispettare le _basi della costituzione decretata · dalle Cortès; ma la santa alleanza .mal tollerando che attechisse in Portogallo una costituzloo è cotanto d emocratica quale si era quella di Qadice, pose tutto In opera per soffiare la d i3cordia e rovescia,re l'edificio. E non adoperò grande faticà a riuscire. ·Doµ Miguel, sec_ondogerÌito.del re, figlio ingrato .ed ambizioso, volgeva in mente il pensiero di afferrare la. corona paterna, e si fe' capo degli assol1Ùisti . La debolezza e gli errori delle Co·1·tès produssero tristi effetti . Tutti gli ufficiali inglesi che si trovavano nel1' esercì to portoghese , e che ten~vano per la parte coslituzional e, vennero licenziati ; la soljdità dell'esercito · fu scossa; e credendo di ricuperare l'aura popolaré che loro sfuggiva, le Co1·lès tentar ono di r i.metiere il Brasile · sotto la d ipend.en za della me.tropoli, e diedero ordine a Don Pedro , rimasto qual reggente io q uel possed~mento a mericano, di abbandonare la _sua sede e t ornar_séne in Europa. · · Si 'opposero i Brasiliani a questa deterniinazione: ed obbligando. Don -·Pedro a rimanere, .lo. proclamarono d~pprirna d-ifensore pe1·petuo, poscia i mperatore costituz fonale . Don Pedro ebbe 'il buon senso d i accettare; se non lo avesse fatto, il Brasile sareb be stato peduto per la sua d inastia e sarebbe divenuto u na repubblica federativa. Dopo vivo contrasto, re Giovanni cedè · al figli o la sovranità del .Brasile nominandolo imperatore, e serbò. per se medesimo il titolo d'imperatore e re. Con q ~esto atto~non venne però regolata.la successione alle d ue corone ; la separazione di esse, era tempor a-ria, e


C&NNI 232 si pensava probaùilmente a riunirle di nuovo. alla morte di Don Giovanni. In questo frattempo eransi consumati g ravi avven imenti i n Portogallo. Il conte d'A!marante era sorto in armi, e s'era posto alla testa de' suoi domestici e di alcuni paesani « per liberare, diceva egli, il paese <l,al • giogo delle Cortès e dal flagello delle rivoluzioni, meti tere il re in libe·rtà, e rendere al popolo la sua felicità " e le sue leggi· 'antiche , . . La banda ingrossò, ma i tentativi•del conte andarono falliti; privato d e' suoi titoli ed onori, fuggì in Ispagna con circa 2000 uomini, e li offrì· al duca cl' Angòulème che ivi trovavasi allora per r estituirè a Ferdina~1do·VII il potere· assoluto: l'offerta venne rifiutata. · Soppressa la costituzione in Jspagna, ]a . _p anda -~l conte divenne pu_nto di riunione pei nemici della libertà; Don Miguel la raggiunse e vi si mise a capo; proclamò il re aE>sol uto, ma1ciò su Villa.franca, e ad esso si aggiunse alcuni avanzi dell'esercitq che per gli errori,• come dicemmo, delle Cortès, si era disotdinato. E~traio . poscia in Lisbona, tqtto tornò sql pieçle antico. Ma ciò non bastava a Don Miguel; egli agDgnava il trono , ed a tal uopo fece circondare di gLJardie il padre, fingendo volerlo difendere da una congiura; e come i su-ai arcani intendimenti vennero conosci uli, i rappresentanti delle d iverse potenze a Lisbona liberarono il re; Don Miguel perd~ il posto di generalissimo, e fu costretto ad intraprendere un viaggio in Europa.. Voci d i· concessioni andavansi n uovamente spargenòo dopo il disperdimento de' tentativi miguelisti; si parlava di nuova ·Carta, di libertà, di miglior vivere; ed in mezzo a queste speranze, c'a dde i mprovvisamente la ·notizia

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SU L PORTOGALLO 233. rJella morte deJ re, causata (a quanto si pretese) da veleno propi natogli in aranci. Reggente del regno sino all'arrivo di D. Pedro vénne nom inata donna Maria Isabella, una àelle figlie dnl r·e d efun to ; e D. Peòro fu invitato a recarsi in Port?gallo ad assumervi la corona·, od a mandarvi regina la fig liuola di lui Donna Maria da Gloria. Tutti riooJJobbero i legittimi diritti' del nu'ovo sovrano; persino D. Miguel che 'si trovava a Vienna. D. Pedro mandò a Lisbona una c9stituzione che fu detta Ca1·ta.. de ley , facendo paghi in tal modo i voti clegli ones.ti liberali ; e scorgendo- come fosse impossihi le il conciliare gl'interessi di due popoli lontanissimi Pd avversi ·a vicen_d evole suprem.azia, pensò dj tenere per sè la corona del Brasile, ed abdicare al trono cli Portogallo in f~vore di sua figlia dOJ"!Da . Maria, promettendola in isposa a D. Miguel. Il saggio principe c rcdè dar pace al popolo portoghese saziando la sfrenata ambizione del fratello senza ledere i diritti della legittima successio11e. D. Miguel 'iqfatti prestò giuramento alla costituzione; ed ottenuta dal pa1:ia la dispensa pel matrimonio, si celebrarono a Vienna le primE: formalità ~egli sponsali , essendo la fanciulla rappresentata dal conte di Villasecca. Ìlfa il nuov'ordine di cose ~on andava a genio ai preti ed all'alta aristocrazia che si vedevano sfuggire dalle mani il potere per diversi anni da .essi' mal tenuto; laonde, neg ando a D. Pedro il diritto di dare una costituzione, insorsero a seminare disordine e confusione; e chi procfamava re assol uto D. Miguel; ·chi D. Sebastiano figlio del principe. di Spagna D. Pedro e di una figlia di Giovanni VI, la principe_ssa di Beira; chi il conte d' Amarante, 1rnovamente sollevato, sotto


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~34 CENIH il nome di Manuel II;· chi, finalmente Ferdinando_VII,. quale impern,tore delle Spagne. Ma i folli conati vennero r~pressi, e Ia r eggenza continuò a governare in nome di D. Pedro. . Il quale; vedendo in quanto d isordine. fosse il i)or- · togallo precipitato dal furore delle fazioni, non gli patì l'animo che tante sventure avessero a prolungarsi; e dando esecuzione definiti va alla sua a bdicazione , si accinse _$1 mandare in Europa douna Maria sua figlia e nominò il suo fidanzato D ..Migucl reggente del. regno. . Ma D. Miguet non corrispose alle speranze fraterne. Ritornato a L'isbona, non gli bastò il carico e il titolo d i reggente che aveva assunto; volle regnar solo, disp0tico, çoi preti ·e col sangue; e perciò diè_i1Ìcoraggiamenfo a coloro che si oppo~evano ad ogni sociale _progredimElnto e voìeano proclamar lui re ·assoluto. Si taccolsero a quest'uopo firme in Lisbona per fJSprimere una specie cli volontà nazionale, sf provocarono ugualì ·d imostrazioni nelle provi ncie, e cla ultimo si portò il voto all'infante, che· accettò la corona da iui per ta,nto tempo a_mbità. Provyedimenti consentanei cJ,lla nuova forma di r egime vennero adottati indilatam<:;nte; la g uardia nazionale fu soppressa· e sostituita da corpi cl_i ~olontari rea-listi e di gita1·die u1·bane; ambo dipendenti dal cenno del prinsipe; nessuno di essi rappresentante la forza pèr sostenere i d iritti della nazione. I primi, erano guardie . d i palazzo; Je seconde agenti di polizia. In questa guisa -si creò una forza.considerevole, tutta devota all a causa d i D. Miguel. In questo· frattempo ebbero compimento i divisamenti di D. Pedro. Il 3 marzo 1828 quel prin_cipe abdicò alla éorona portoghese in . favore d i donna M,a ria;

SITL PORTOGALLO

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_la quale dovea porsi tosto in viaggio per visitare i suoi popoli e dar la mano -di sposa allo zio che intanto le aveva usurpato il potere che le spettava. L'atto d'abdicazione·fu sprezzato da D. Mignel.; e P.er d~r colore di legalità alle opere sue, convocò non già il Parlamento a forma costitU7.ionale, bensì i tre.Stati del rei:rno· reuclali, e li invitò a rischiao ') ossia le Cm·tès /' 1·are alcimi pu,nli cli cìiritto po1·toghese. Age~ol cosa :si era l'ottenere da c;;odesta assemblea lo scopo bramato; era com pos}a dei così detti difensori dell'altare e del trono; _e costoro non esita'.rono a dichiarare quanto ardentemente essi ·medesimi bramava1!o, che cioè la coron di Portogal_lo apparteneva di diritto a D. Miguel re assoluto, sino dalla morte del padre. I~dignossi l'Europa a questi fatti; e volendo protestare contro a siffatta usurpazione, tutte le primarie potenze richiamarono dal Portogallo i loroambasciat_o ri. R invenuto da.l primo sbalordimento che l'audacia di simili atti aveva impresso, il popolo non ritenne p iù il suo sdegno e l'insurrezione scoppiò tremenda contro i faziosi intronizzati. Si creò una giunta a Oporto; 8 reggimenti acclamarono · regina donna Maria, e valida la costituzione; tutto il paese sine alle rive del Mandego aderì alla sollevazione; e se-la giunta, più ardimentosa, non avesse oscillato intorno alla partenza delle tr uppe ins~rte -per la capitale, la causa della giustizia e della ' libertà avrebbe tosto e senza. dubbio trionfato. Ma sorvennero esitanze; D. Miguel ebbe t em po; e ciò bastò perchè. con larghe promesse si conciliasse le truppe ch'e1:ano di pres·idio a ½isbona, e raccogliesse 15000 uomini per sostenersi. Gl'insorti furono sconfitti, ripa.; rarono in Ispagm,1, e poscia in Inghilterra; e D. Miguel, cooperato dal conte di Bastos, iniziò un'era di vendette, ,·


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· SUL POR'J'OGALLO

CEN~I

compiute coi supplizi e col &angue, e che destarono il . ribrezzo di tutto il mondo civile. D'altra parte· donna Maria avevà intrapreso il viao-o-io st~bilito; e sebbene sulle prime vol esse recarsi a ceira, ove si mantene,;,a ancor viva la fiamma della li berta; dove i _lì-berali resistevano agli sforzi armati dell'usurpazione contro _le Azzorr~, pure dovè ced eré . alle istanze de' suoi consiglieri, i quali opinavano che dovesse andare a · Londra affine di perorare la sua causa, e crearsi simpatie efficaci ed ausilio; ma, giunta in In. ghilterra, vi udì che il governo britannico avea dato oraioe di far fuoco, colpretèsto di rispettare la nou- _ tralità,, sopra quattro legni che portavano seicento emigrati portoghesi alle Azzorre per soccorrere la bloccata Terceira; il quale .atto, avendola sòmmamente offesa <Jd indignata,. le fece. abbandonare tosto la terra delle speranze, divenuta per lei quella delle dilusioni ,. . e ' no~ mmata una reggenza, se ne tornò dov'era partita. Terceira venne liberata dal conte di Villaflor ·; i miguélisti furono battuti; e quell'isola divenne il punto d' appogg~o, la prima base 9ellè succe.ssive operazioni della guerra che .per parecchi anni doveva infuriare. Ivi s'installò la reggenza, la quale affidò a VilJaflor l'impresa di spazzare tutto l'Arei pelago delle Azzorre dalle armi migueliste, e venne ben presto obbedita ne' suoi ordini.

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Frattanto la tfrai:nide era gi_unta in Portogallo al colmo dell'orrorl'.l. Piene le carceri, eretti_i patiboli, perseguitato persino il pensiero , soddisfatto con - tormenti persino il sospetto, le vie dell'esilio r•iboccavano di Portoghesi, e Francia eµ Inghilterra si vider~ costrette a ricorrere alla forza per vietar e alla cieca e <JissBnnata ferocia di offe.ridere loro connazionali che

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dimoravano in quel reame sventurato. La guerra va~ · Jorosamente sostenuta nelle Azzorre, e l o strazio inaudito dei popoli oppressi da mal governo, deciser o D. -Pedro a venire in Europa per. com battervi la _cµ usa della figlia che ern quélla dell'umanità; ed infatti, dopo avere abdicato alla coron~ del Bra_s ile in favore d i suo figlio D. Pedro II, si pose in viaggio per l'Europa con donna Maria da Gloria. - Sbar~ò in Inghil -_ terra; e fatto venire a sè il duca di Palmella , parlò seco del modo di eseguire un'impresa in Portogallo. Ma a. ques,t'uopo mancava, il più: danaro e uomini. Colla. attività, col coraggio, e colla perduranza, si ottenne tutto. Nominassi una commissione col còmpito di · occuparsi della parte finanziera; e questa condusse la hisogna con tanta saggezza, con tanta abilità, da riuscire a contrarre un prestito che fu bastante a co.rnperare un vascello, due fregate e tre brick, ed a . 'reclutare un battao-l1one cli volontarf il cui comanùo o venne affidato al c,olonnello Hodges, ufficiale distinto. Esaurite le sue operazioni in Inghilterra, D._ Pedro andò in Franc_ia ov'ebbe accoglienza delle p.iù favorevoli. 'lvi il regno costituzionale _degli Orleanesi era · instaurat0·; .ivi il popolo simpatizzava p~r una càusa il cui triÒnfo avrebbe rotto abbominevoli catene, e,l istituito in Portogallo un libero governo a similitudine del suo. Don P edro si .diede ad ordinarvi un corpo di volontari francesi ; vide accorrere sotto alle sue bandiere un grosso numero . di emigrati' p'o rtoghesi; ebbe offerte generosissime, e, fra queste, quella. d ei fratelli Mallo di Dui1kerque, i qLlali poserei a s u,, disp osizione due bas.timenti, del cui com~ndo e delht cui spesa essi medesimi s'incaricavano per tutt,~ l t\ guerra.


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CENNI

Forte di éosì buoni auspicii, animato da bellissime speranze, Qon Pedro ra_ccoglie a Belle-Isle i suoi legni , 600 volontari francesi, ed i Portoghesi che lo vollero seguire ; fece vela per Terceira il 10 febbraio del 1832; giuntovi pochi giorni dopo, vi assunse la r,eggenza, vi form ò un ministero, incamerò i b eni ecclesiastÌci, abolì le d ecime, e inaugurò il sistema di civile governo che dovea poi instaurarsi anche in -Portogallo. Attese pu_ranco accuratamente all'ordinamento delle milizie; raunò 7500 uomini di cui 1500 stranieri ; e con queste truppe, che presero il nome di Ese1·cito liberatore, sciolse le vele il 22 g iugno con q uaran tad ue legni da ,trasporto, e il 7 luglio vide terra. La sera stessa entrava nella rada di Villa d o Conde a cinque leghe da Oporto. Eccolo nel patrio suolo che aveva deciso d i liberare. Ma le relazioni ricevute erano desse nella nuda verità., , o la passione dell'esule e il calcolo del cortigiano l'avevano esagerata ? Ii popolo.anelava veramente di mutare sistema ? Avrebbe questo sostenuta con tutte oqefaea la sua audace impresa? Od abbandonato nei primordi, sarebb' egli caduto sotto il pondo di un esercito decuplo del suo, e p iil d el suo abituato ; 1 servizio militare? v ·i ncendo facea la parte del liberatore, per dendo lo si sarebbe rappresentato a guisa di u n filibustiere. Questi penr::ieri sorgevano nella mente d i Don .2edro; questi agitavaao le menti de' suoi, sicchè erano impazienti di conoscere l' accoglimento che li aspettava. Nel mattino appresso, Sa Da Bandiera, colonnello, entra in città per i ntimare al governatore Jn. resa o l'adesione. Un pugno di fanatici, eccitati dai frati, g l' iu-· tronarono nelle orecchie il g rido di « Viva D. Miguel I,

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ru t\TOGAI.LO

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re assoluto! »- C,ondotto dal governatore m ilitare, Josè Cardoza, ebbe minaccia d'essere trattato come ribelle se tosto non avesse sfrattato. B~utto principio I Sa Da Bandeira riportò. al principe quanto gli era accaduto. Comprese Don Pedro che la gcterra era inevitabile · e si affidò alle -armi . Fece sbarcare i suoi sulla spiaggia di Minùella, e all'annunzio di questo fatto, Cardoza smise !'e bravate, fu preso da timore , e si ritirò dal posto : i Ped;isti si posero in marcia per Oporto. · Il loro piccolo esercito aveva a fronte un nemico forte di 55,000 uor>ii ni .chè non molto tardi sarebbero ascesi ad 80,000; ma fidenLi nella santità. d ella causa, s'inoltrarnno volonterosi sul teatro della guerra, e non ~ontavano i nemici con cui avevano a combattere. $tava in O porto il visconte di Sa-nta Mar~ha con 4,000 uotnini, ayendone sotto il suo comando altri 8,~00 nelle vicinanze della città.; cd anche costui, ad imitazione del. Carcloza, non aspettò di • piè ferino e non andò ad incontrare gli avversari; passò sollecitame~te il Duero, e si ripiegò su Oliveira. Avrebbe potuto sosten ersi, e pcl numero de' suoi, e per le forti posi- ,zioni che occupava. L'escrai to liberatore entrò trion~fante nella ciWt senza colpo ferire ; vi trovò un ma~ teriale considerevole abbandonato da' Miguelisti.; fu accolto con entusiasi:no dalla popolazione che inalberò lo stendardo biar,co ed azzurro. Una fatale so~ta di tre giorni fe' perdere un tempo prezioso dal quale si peteva trarre profitto per marciare su Coirnbra, sollevarvi la popolàzione, esLendere il movimento, e stordire i nemici come consigliava ViUatlor. In qucl!C' imprese audaci, in cui il numero decrli 110mini ehC' l0 tentano ò infìnitamcnte i nferiore. i-: A!-:N'o :x, vol.

11. -

li.


• 240 a quello dei nemici, la vittoria sta riposta nell'cstroma sollecHudioe; non si deve lasciar agio all'avversario di pensare; è indispensabile sbalordirlo, sorprenderlo, fugarlo, inseguirlo, non concedergli un istante dj req11ie . Se egli può raun arc le sue forze, riparare ai . suoi errori, dispor meglio i proprif mezzi, ha violo . Gl'Inglesi calcolatori han no il comune ed antico adagio The time is m oney, vale a dire che l'utile sta uel sa.persi preval ere del tèmpo;· e traendo da quei dello mer cantesco la forma per un aforismo i:nilitare, diremo che nei tentatiYi ardimentosi the time is vict01·y, os~ia,. che la vittoria. si ott,iene approfittando del iernpo. A quest a sen tenza non si attenQero i P edrist,i dopo l'occupazione di Oporto; ed i loro nemici riavuti c).al-primo terrore, contarono il numer o cli coloro con cui avevano a combattere, li videro p ochi, si animarono, e ten tarono di 'riavere il perduto. A tal fine ripassarono il Duero a Carvoeira e presero posizione a Fereira. Don_ P edro s'~ffrettò ad assalirli; e sebben e si ritirassero P enafìel, la vittoria 1:im ase dubbia od almeno no11 pr od usse risultamcotò deciso a favoi:e dei costittnionaìi che r itornarono a Oporto. Vi trova!'ono la città oltrem odo preoccupata: sapeasi che le· truppe rn igueliste non erano rotte; clrn quasi tutte le forze _migueliste màrciavano contro Oporto; temeasi di una presa, d'a,;salto; conosceasi con che specie di gente aveas1 ~ fare ; si p;:tventavanc1 le trr m onde corn,egu,mze di una fer oce vendetta. Uno scontro a Souto Red onùo, eh,~ riusd a clan n 1 . dei P edristi, cirncori::e ad aggravare i timori. La rledsione di fortifiçarc tosto i punti più inle t'cs.san ti concorse a diminuirli . DI.le punti essenziali foronn precipuo oggetto rlelltt

SUL l'ORTOGALl..O

su

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difesa, per0hè indispensabili a conservar e i l possesso della città. L' uno era il forte di Sao-.Toao da Foz, il quale trova,·asi alla foce del Duero a mezza lega dalla città; l'altro era il con vento della Serra posto alla . riva sinist.ra d el fiume. L' uno assicurava l o sbar::o di ognì specie di socèorsi; l'altro signoreggiava il passaggio del fiume, domiq ava la città e diverse posizioni dei Miguelisti. Qu'e sti punti vennero for tificati e r esisterono a qu_a lsiasi attacco -dei nemici. A1lora gli abitan ti dì Oporto ripresero animo, e formarouo parecchi corpi di volontari. l?er loro buona sorte, i costit uzionali avevano contro sè uu nemico il q uale n·on era capace d'alcuna decisione efficace. Don Miguel, sospettoso di tutto, temev'a persino che -le vittorie illustrassero qualche suo gene rale e lui dalla nuova celebrità poter avere oocumen tò. Laonde, diede sucoessivamente la direzione delle truppe a indiviaui che non godevano nemmanco_tutta la stia fiducia; e questi capi inetti, in' continue dissensioni fra loro, diedero agio ai costituzionali ·d'impadr onirsi delle migliori posizioni e costruirvi alcune opere di difesa, sebbene non riuscissero ·di gran conto per mancanza di materiali e di artiglieria. Ma _il v alor e dei difensori e gli errori dei nemici supplirono a tut to. Luog?· fu l'assedio della piazza, memorabile la resistenza. I Miguelisti costruirono opere di circonvalla- · zione per l'estens ione di pitt leghe e le loro.t ruppe rima sero oltremodo disseminate e di difficile concentrameofo, Molestarono inutilmente e crudelmente la città con lanciarvi bombe e altri proiettili; quasi giornalmente., P.d .eseguirono parecchi tentativi di assç1,lto che riuscirono s><>mpre vani. 11 29 sPttemhre del 1832 alu m r. 1rnppe ll'_ggiérc


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• CE~Nt

~UL PORTOGAT.f.CI

penetrarono in città dopo accanito combattimento .

Non furono seguite prontamente dalle.altre e vennero rJspinte. La vittoria fu comprata a prezzo di molto sangue; moltissimi ufficiali rimasero morti o feriti; ed al conte Saint-Léger da Bernposta, colonnello dei Fran~ cesi che si erano mirabilmente condoUi, don Pedro scriveva all'indomani della battaglia : • Tr<!: fratelli d'armi la borsa è comune ; v i mando la metà di quanto posseggo: venti sterline. • Codesto atto dipinge al vivQ la situazione pecuniaria; mii oltre al <lanaro difettavano gli oggetti di prima necessità; viveri e munizioni venivano meno. Tenue razioni di riso e baccalà soste• neva giornalmente l'esercito-ed il suo capo, il quale voleva dividere i patimenti del soldato. La commissione istituita a Londra, per raccogliere uomini e danaro , durava sforzi per mantener ·viva la generosità delle offerte; e finalmente pervenne a spedire qualche soccorso che il tempo contrario impe<iì per molti giorni di sbarcare; e siccome i llfignclisti avevano avanzato tanto le opere loro, da trovarsi a dugento passi da un. ridotto che stava a destra del castello della Foz, co~ì lo sbarco suilll- s piaggia non poteva esc-gn irsi se non che nelle notti senr,n. luna e sotto ·il tiro del fucile. I marinari che scaricavano le munizioni, sì da guerra che da bocca, ricevevano trenta franchi per ogni nottt. tanto grande ern. il pericolo cui si esponevano. La fame desolò, decimò la popolazione ; ed ai 1\agelli della guerra e della t~me s'aggiunse il cholera che menò orribile f?lrage. • Dio è· grande » disse don Pedro in un consigli o <li guerra ; e con ciò voleva esprimere che le speranze non erano p~rdute. Giun.sei-o finalmente- alcuni legni che depositarono

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;,iverì a Sao Joao da-Foz; poi vem.1ero dall'Iughilter::-:ii. uomini e danari; e, seguH.o da alcune centinaia di volonta.n, arrivò pure il barone di Solignac, generale di divisione negli eserciti napoleonici, il quale aveva militato io Portogallo sottò .fonot e Massena. Si migliorò il sistema della difesa; e si adottò il piano d'eserruire una diversione mediante truppe che sareb bero :scite daUa città assed iata ; e, sollevando i paesi rla percorrersi, marciare arài,amcnte sulla capitale .~ Le truppe destinate n questa impresa imbarcaronsi alle foci del Ducro e partirono; per la -qual cosa il co~te di S. Lorenzo, generale miguelista, credend o che il presidio di Opòrto fosse considerevolmente diminuìto, e che la prima linea rimanesse difesa soltanto eia stranieri e da volontari, decise di dare un assalto o-e~eralé e lo tentò il 5 luglio 1833. L'attacco incoo minciò al mezzogiorno contro Villa Vanzeller, ad un quarto d'ora dalla città, e ch'era stata fortificata; l'urto fu sostenuto con istrenuo valore, e, poco·dopo, l'assll-lto si fe' su tutta la linea. Durò 1a lotta fi.09 a sera; i li'I iguelisti vennero da ogni parte respinti. Il 25 dello stesBo mese, il maresciallo Bourrnont, che av.eva assunto il comando supremo de1le truppe ·migueliste, volle assalire le linee di difesa con tut~o il pondo delle sue forze. Aveva promesso a don Migu_el che avrebbe d esinato in città alle due; · ma anche m quel g ior~o l'esercito assalitore fu respinto; Bourmont perdè uno de' suoi figli che ·serviva sotto i di lui ordini. e Don 1':Iiguel dovè ra_ssegnarsi a pranzare fuori di ciW1 , dopo le due. Le truppe i i:n barcate Dueré e condotte da Villaflor, divenuto poscia duca di Terceira, entrarono in L~sbona il 24 ngosto dell'anno medesimo e vi furono aécolte come liberatrici;_ per ,l a qual , cosa l'esercito

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S UJ, PORTOGA,1.1.0

miguelista tolse l 'assedio ad Oporto é si diresse verso la capitale. Q'Qestò_ cèlebrc assedio durò tredici. mesi;

nel 1862 si _sposò a,.lla regina M~tia Pia, secondogenita d i cfuel Vi tt.orio 13:manµeÌe, r~ saggio in pace, valoroso i Il guerrn·, a c ui l'Italia d~ve tanti benefici per le o pere stt'aordinarie ch e sotto il sn6 regno si ·sono (;ompiute.

·la città respirò finalmente· dopo Iu_ngo e penosissimo ~travaglio:' Allora Don P edro fece inYbarcare aloune , truppe per la medesima- volta ed egli pure recossi in ,Lisbona ·; di~ mano ad ordinare _molti battaglioni di volontari, a completare 1 vecch i° ed a foro1are nuovi . .reggij:nenti a ·i lin~a afilne . di_ potei· respingere il nemico,' che ascendeva alla cifra. di 5.0,000 uomi~i. Ebber.9 luogo parecchi -combattimenti nelle· vicinanze di Lisuona ; mà il fatto -più importante fu quello del 10 ottobre 1833, iri. cui l'esercito di Don Pedro assali. quello di Don Miguel e lo cacciò lungi dalla città che assediava. La presa di Santarem, la battaglia d'Asscic~irn e -la capitolazione di Evora posero fine alla guerra ; e il Portogallo, r imesso in pace, comindò a godere o . sviluppare le franchi°gic costituziqnali sotto lo scettro di q.onna Maria; la quale, congiuntasi in prime nozze col duca Augusto di Lcuchtemberg, ed in seconde col · principe Ferdin ando di Sassonia-CotJurgo, morì nel 1853 A fu succeduta dal figlio don Pedro· V. Una terribile catastrÒfe gettò il lutto ~nel 1861 tra la famiglia r eale. ·Do.n feàrò e i due suoi fratelli, Fernando e Luigi., erano andati ,a caccia a Villaviciosa e n'erano t ornati col germe della fehre tifoidea . Prima vittill]a fu Don Fernando, ·seconda il re. S{ comrnosse Lisbon a a tanta, sventiira; e- non pòtendo concepire come gfovani nella p ienezza dél vigore e nel fiore dell'età sce~dessero in hreve ora · nell'a,,ello e se• ne conoscesse la inorte . pri ma de1la malattia, temè ·pei giorni di Don ·Luigi e fe' dimostrazioni: Ma il giovane principe sorv.isso· alla disgrazia; montò sur trono sotto- il nornr di Loigi"I; e

Nel descrivere la guerrn combattuta fra Don Pedro 1' Don Miguel, ci gode l'an imo al pensiei·o che anche · g_l'ILaliani pagarono il. loro tributo per sostenere-1~ c.ausa della gi.u.stizia•e dèlla libertà. Nell'ese_rcito postituzi'o nale erav i il 2° reggimento di fanteria leggiera della regina, ed i'n- esso contavansi moltissi"mi italiani che in Portogallo e su al~ri carnpi illustraro!1o il loro no me e c1uello della patria loro. · Il scnuo ed il valore d i Gi0vann i Durando brillarono · 11- G luglio 1833 ~ Villa Va~zeller:, o,;'egli, capitano, t rovavasi con cento ùomini._ Sep1'ie così bene adop erarsi "'da .sostenere l'urto n emico, e conservò il posto affidatogli fincl~è arrivarono :rinforzi . _Si distinse pure peJ fatto del 25 luglio, nel qua1e rimase ferito gravemente al ·braccio destro da un col·p o d'.anna da fuoco. Sebbene col braccio al collo e colla ferita aperta, · ·Yolle prendere parte alla battaglia . del 10'. ottobre, e· riportò uua seconda ferita allo stesso. braccio e l'ebbe rotto. Fu promosso ·al grado di rnaggiore a fin di g uerra . . Giacomo, s uo fratello, era pur .esso- capitano. Nel fatto del q l uglio spiegò sangue freddo · e· vàlore eminente, e vi fa ferito gravemente al piede . . Gaetano Borso d i Carminati comanda va, col grado di maggiore, il 2° leggero della Regina; èra soldato intrepido e capo intelligente . Seppe cònd urre il suo

..

..


246

.

CElfril

.•

.

corpo su lla. via .della gl?ria, sicche lasciò nome rispet. tato nei fasti della· g uerra portoghese. · Enrico Ci~ldini ; arhwlatosi semplice soldato, era · sergente •iJ 5 luglio, e . si distinse a Villa Vanzeller, e sopratutto al secondo assalto dellè linee d i Oport0 . · Prese parte a tutti i combatÙmenti che .si diedefo nel corso della gue~ra. Fu eroica la difesa che fecero al 'convento della Serra i così detti Polacos. E rano un bat.tagliou·e cti giovani volontari, studenti è ,;tccademisti portoghesi, ai quali si erano uniti, pure volontariamente, popolani . di sommo· ardire . Quel battaglione non volle mai essere rilevato durante J'assedio: due.c ento ·de'suoi· uomini perir0po sotto i colpi dell'ar.t iglieria ·nemica. In · q uel corpo distint:o si distinse Ignazio Ribotti qual u fficiale. ·

.

E fra i nomi che vanno celebrati, hannovi ·quelli di, Cucch iari, di Tedeschi, di Lironi, di Zappi, di D'Apiee, di Montezemolo, e di altri moltissimi che presero parte alla lotta. Onore al Portogallo che non fo sconoscente ai ser-· v igi ! Dopo aver pagato .tutto quanto av,ea -prome~so agli ufffciali ed ai soldati stranieri, volle ricompensare . _i buoni servig i ad esso prestati ; ed a quasi tòtti gli: ufficiali esteri assegn.ò una pensione vitalizia e li dichiarò cittad iu i portoghesi.

Il PortogaH~ dev,e a Don Pedro la rivendicazion·e de' suoi diritti , il ricupero_ delle sue fnuichigie; la Ga1·ta dc le-y, . da l ui accordata nel 182G, e riveçluta. dalle Co1·tès n el 1852, forma la legge fo ndamentale , dello Stato. La rappresentanza nazionflle è com posta

..

..

247

SUL PORTOGALLO

di due Camere ; t'una dei Pari, eredìtaria ; l'altra ' deì Deputati, elettivà .

La por~lazion e deÌ regno ascendeva ·nel 1862 : .

,

. ..

.

Nelle provincie continentali a . Nelle isole . Nei possedimenti d'Africa . · Nei p'ossedimenti d' Americ::1, Totale

3,762,722 . . 347,554. 2,398,745 .

. 1,288,483._ 7 ,797,5-04.

• L'esercito (l)," a tenore della legge del 23 giugno 1864, è compvsto come segue :

. (1) V. Almanacco di Gotha - 1865.

• • ,,

..


248

.. ..

G!iNJ"1

• I, -

b) b'f/'cttivo reale dell'esercito al 30 lii.[Jlio 1664:

NEL REGNO.

.

a) S econilo i l prescritto rlr1l 1·crrola1ne11to:

J !llal'esciallo generulc, 2 ma,rescia.lli rl'a'rrnata, IO _genei:ali di divisione, 24 gcuCl'ali dt brigata CoRPO D I S l 'A'l'O , lAOGJ ORE

I

P AGr.

1----'---=-~lTII

SrATO MAG GtoH F. G ENF.11A 1. E :

G E NI O :

3i

Stato maggiore

1 hattaglione tli 4 compagnie, e g·u<nT_a cli- 6 com pagnie : ', ._ . A RTIGL H:llrA:

Stato maggiore

111

,

l reggimento di campugutt di 6 1.mtrerie (24 pez✓.i, sul pieçle di gucn a 36) . S reggimenti di gua.rnigiòne. Ciascun

reggimento lir:t in tempo d i pace 7 colllpagoie , in tempo di - guerra: 4 • compagnie di guar nigione, 2 batterie di mgntagua e 1 batte1'ia montata ( 18 pezzi) · ·, 3 compagnie cli guarnigione nel]e isol_e CAvALLEnH.: 2 reggimeuti di lancier·i, 6 regg. di cacciatori , composti di 6 compagnie in tempo di pace cd 8 _in tempo di guerra . .· . . . . FH·1•Emfi. : 1S ·regg. di S_ cornp·. in te.mpo cli pace, cli 1_2 .ju ,tempo di gttCl'l'it . \) ba.tt. di cacciatori d i tl compagnie . 3 h,itt: ili c,acciatori di 6 comp. iu tempo di pace e 8 in tempo di guerra. . . S1rnv1zro .SANITARIO : J\ICLi ici s 11pcriori. l Comp , di t-rn ppe sanitarie . . , :r o:r,1 u: delle trn ppc atti\·e secondo il regolamento

GUE RRA

ITT

,.

1

3-t.

108 12

2241

--

2022 . 860

12 8 ,

\043

153

3324 573

8 1841 376

;,'279ml15625ft lOZ 751

53

18 ·

f9 ,'\ 9 . 126

I I

..

47

roso

5072'

'

1472 19785

Cannoni 36.

A ciò si aggiungano: Guardie municipali_, 56 uffii:iali e 1654 soldat i ; vetera ni (3 battaglioni e l conrpa~nia), 55 unì.ciali e 266~ soldati ; ufficia)i in diversa 1·on1111issi,1ni 169; neHe p iaz~e di l ' classe, 24 ; n egli ,,tabili menti d'istruzione, 16; nelle colonie 80; io dis ponibili tà, U; i o non attività, 31; in ritiro : 967; totale cl egl i ufficiali, 1904 : di tut t i { soldati, 24, 101. r'orza dell'esercito, 27,005 u omini .con 225ti CfValli . • II,

.

NEI P OSSEDIMÉN'TI. DI OLTR.E MA.R E.

44"40

~.126

~1~~,~

C.\\'A1,L 1 :

:J l 28 in tempo di · pace, G-!82 ,i 11 tempo cli ·gnerra.

36

lenipo di p,icc, 90 in tempo d i, gucr rn . ·

LI N EA

LJ~EA

--- - -Isole del Capo Verde , ]sola cli S. 'l'omaso e· deì Principe .·'..ugola. . :\(ozambico Tndee

Timor ).'facao

548 .•

256

2756 1160 4720 340. 456

2481 2692 7971 129

569

--- --T otale

1023G 13842

'\'.

2•

- l'

30672' ·337 13320 129 13 3

323

1522 ·226 2576 956 15264 12 100 3

•,

Cavalli 2050 880

~

132

'f.ota lc dell'effetti vo

4

~ ~::; ---

~

è i=> 48 29 71

43

,

3 488 41 '

St!tto maggiore generale Coqio di s tato maggiore ne nio . Artiglieria t;avalleria l<'a,nteria . .v1cdici supel'iori Tr uppe sanitarie

34 68

C ANNQNJ:

i 11

249

S UL PORTOGALLO

~

.


250 . -

Ul~NI

M/\UlNA N1l:t.

1864. I C.!!'1:-IO!ì{

7,1

1 vascello

1 fregata

..

'

3 con-etto 1 bdclr

50

40

14

3 scbooners e cntters 4

251

SO L PORTOG1 LLO

,.

7

yacts

4

3 scialuppe cannoniere

7

5 traspor,ti

8

7 corvette a vapore

94

7 vapori

30

E qui poniamo fine:~ questi cenni, aggiungendo soltanto che dal sunto storico da noi esposto risulta come il Portoghese, da' più remoti tempi sino al dì d'oggi. abbia sempre nutrito al più alto grado il senti'mento d'indipeadenza nazionale; ed allorché questo principio è penetralo in tutti i ·ceti sociali sino a formarne un culto, fa ::ù che il pòpolÙ il quale lo alimenta sia induhitabilrnente capace nei momenti più solenni di azioni altamente nobili e generose. E su questo popolo regna D. Luigi I, ospite onorato dell'Italia nostra; principe, alla cui istruzione e cortesia hanno tributato larghi elogi tanti periodici liberali di Torino .

..

Tu t~tto ilfi legni con cannoni N'• 328

Modena, 24 noYcmbre 1865. UF;SAR!i, R ov1Gli1

Bastimenti

armali

dimms11· ro;trnzim in tota Ie Cl\nnoni uouiini

l'apitano di fanteria.

- - ----1-- - ~1----J---~--A vela

18

3

A vapore

12

2

In tutto .

30

21

20-!

1199

2

1e

12+

2082

__:; _1__

-37-

328 ,

3281

I

2_ -

Il personale si compone di un vice-ammiraglio. d'un contr'am miraglio (capo di squadra), · -di 4 capi di divi~ionc1, di 10 capitani di .vascello, di ~O capitani di fregata, di 30 capitani-luogotenenti, 50 luogotenenti di ia classe, ,100 luogotenenti di 2a C;_lasso, Tota le :.!16.

..,

.

.. ..


I

'· L E SCU0 L!': :-:OR1:I A°L I lù lL ITAR(

~

. .

(

-.

NOSTRE SC~OLE NOR,IALI- IIILJTARI .. ~

-

Riordinamento delle scuole normali. Come accennavasi nell ' ultima dispènsa, una circolare r:µinjsteriale del 1~ scorso ottobre conteneva in proposito delle· scuole normali nc,stre per la. fanteri a,_ pei bersaglieri e ·per la cavalleria, tali disposizioni ell e possono consider_arsi come un . vero riordinauiem o delle scuole s tesse. bi queste· disposizion.i vogliam q1,i dare un sunto, epperò ci converrh prendere le mosse con un rapid issimo cenno stor ico ddle lst itnzioni :i n· discorso . , Nel dicembrè del 18,W, insje1i1e a quellt~ tan le a lt,n;, · provvidenze colle quali il generale La Marmora pr0parava, çon. un lavoro indefesso di 10 anni , l'eser cito

253

piemontese a diventar' l'esercito italiano, emanò quella che istituiva in Torino- una swola n ormale per la. fanteria. Era suo scopo di perfez ionare buon numer o di ufhziali .· dell'arma' nelle cognizioni militari , in•_ guisa che si trovassero poi in grado di propagarlenei rispettivi corpi; intendimento sa".issimo., a quell'ora speèialrrient-e, in cui l'esercito dopo le sven. ture toccate era moralm ente stremenzito , e nulla meglio che l'istruzione va.lea a rilevarlo. E d'-alfronde, clìciamolo pure fr~ncà"mente, e senza: · timo~€ di fare alcun torto a· quel valoroso esercito, cmi- èi sentiamo alti8ri di aver appartenuti, prima del L849 l'istruzione · n,1ilitare scientifica -'Vi era grandemente trascmata nelle armi comLmi, ove per esser e uffiz-ial e richiedevasi, piLt che le cognizioni per coprir bene ~are carica, o il privilegio del casato,·oa un'enorme quan-. tilà di anni di servizio . Daµpoi quell'epoca, mcrcè la scuola normale, merce ié scuole d ei rorpi, 1~èrcè il corso d'istruzione rJreso1(~ il corpv d i stato maggiore, mercé il r-iordi narnent,) dell'accackniia s u basi più liberali e proficue, mercfu • insomma ì'cu~rgica spinta data dal generale La Maimora a ll' istruzione sopra ogn i ramo dello scibile militare, si Cé, JUl1l inò ét passi Bvelt,issirni sulla b uona vi?-, e fino cla allorquando l'esereito p_icn1Òntes"ti ave,11. l'onore <li mandare ùri suo coutingente in .Crimea, potè r itenersi a 1,1iun alLro per niun verso secondo. A quella prima ' ~cuola n·ormale, apertasi il~, 185(1. • e per la duratn. di st·i n1esi , furono diarnati un et, . ~,itano per ciascuno dei 20 reggimenti di fantcda· e.' , (lue pei bct·saglieri. In essa furono insègoate didasc,1 licamente : 1° il metodo ·per insegnare~ leggere, scri vere, comporre e coi1 t~ggiare; 2° il m~todo d' i.nse-

..

#


254

LE SCUOLE

g nare la ginnastica , la scherma dj baionetta Ja str~ttu_ra, governo, riparazioni ed uso d'ogni ar'n:ie , ed 11 tiro delle armi portatili ; 3° cogoizioni di topDgrafia per leggere una carta e levare a vìsta · 4· elementi di tattica; 5° cognizioni di for tificazio:ie passeggera ; · 6° cognizioni elementari d"artiglieria e ùi fortificazione permanente. Nel maggio .del ·1850, uel pc,rnsicro di dare il n"iassimo impulso ed uniformità alla disciplina ed jstruzionc. dell'arma di fanteria , istit uivasi in Ivrea la scuola militare di fante1·ia, sopprimendosi iu parj tempo Ja scuola normale in Torino.

In quella, fornita di un apposito personale perma-

nente , furono chiamati non p iù capitani , bensì 20 luogotenenti, 20 sott'uffiziall, 60 caporali e 300 soldat.i, e per un corso' annuale. I 20 luogotenenti furono scelti fra_ quell! -pressi- alla promozione a capitanò . p~rchè v1 acquistassero o vi ricordassero le cognizioni d1 to_pografia, _d i for~ifi.eazjone, di tattica elementare, sul tiro delle armi da fuoco, per quanto può di tali materie tornar utile ad un nffiziale dell'arma inteso a '.ar carriera_ , e perchè ad un tempo vi· si impratich issero meglio e con metodo per tutti uniforme nelle varie cose propriamente del mestiere : teorie, regoh~meoti, ginnastica, tiro, ecc. I sergenti vi acquistavano cogniiioni per abilitarsi a divenir col tempo ulfiziali , ed anche per r iuscire abili istruttori pei loro corpi. I caporali ed i soldati vi :icevevano accurato insegnamento di legge re, seri~ vere e far conti, e dei regolamenti militari, nel tern po stesso in cui_ -si addestravano a cliventa1·e huoni istruttori. Durò su questo piede la scuola militare cli fant0ria

255 sino all'aprile del. 1859, epoca jn cui , per la guerra, · furono sospesi i predetti corsi d'istruzione per far luogo al corso supplettivo alla 1·egia rn,ilita1·e accademia. Di . quale vantaggio sia stata all'esercito quella scuola in Ivrea, non è cosa di cui faccia mestieri qui parlare , bastando il dire che vi passarono presso che il terzo degli attuali ufliziali superiori della fanteria e dei bersaglieri. Dall'<1prile del 1859 al marzo del 1861 si succedettero alla scuola militare in Ivrea tre corsi di eletti giovani, i quali dopo compiuto il corso classico ed a·nche per .buona parte l' universitario, vollero intraprendere ìa carriera delle armi, come quella in cui poteano · al momento giovare meglio alla patria; e n e uscirono in tre volte più di mille sottotenenti , oggi sp<:1-rsi per ogni corpo ed arma dell'esercito. Nell'aprile del 1861 cessava i_n Ivrea il corso sup• pletivo alla militare accademia, essemlusi destinata esclusivamente la scuola militare in Modena a fornir gli uffiziali alla fanteria; ed al corso suppletivo predetto succedeva un corso ·teorico-pratico per gli uffiziali d el corpo dei volontari italiani che aspiravano al-passaggio come sottotenenti nell'esercito regolare. Ma nel novembre 1862, in seguito alla ~tJSÌone del marzo, rior<linavasi la scuola. militare di fanteria in Ivrea allo scopo di fornire capaci istruttori ai reggimenti di fanteria di linea, e le si ridava ~d un ,tempo ' la primitiva denominazione di scuola normale di fanteria. Con identico fine era pur allora decretata in Pinerolo una scuola normale per la cavall eria ed - una i.n Li,,orno pei bersaglieri. · La prim~ non fu una <·reazione nuova, poichè giit dal di<'nmhre 184!-1 esisteva nolla detta città la scuola NORM ALI MILIT .! RI

ANNQ

x voi.

Il, -

18.


256

LE SCUOLE .

militare di cavalleria , · la quale era succeduta alla regia scuola militare di equitazi0ne fondata in Venaria Reale· fin dal novembre 1823 allo scop~ di promuovere e· marìtenere ·vivo ed uniforme l'istruzion e nei corpi a cavallo e formare pei medesimi idonei istruttori. Quella per i bersaglieri fu .una creazione affatto -nuova, necessitata dallo svilùppo preso da quest'arma nell'esercito. · Ma col riordinamento del Ì862 non ridavasi alle scuole normali quel preciso i ndirizzo che avevano _ . avuto dal 1852 al 1859, p oicbf più non si mandarono in esse i l uogotenenti vicini a promozione; bensì solamente uffiziali Sl:ibalterni scelti fra i meno anziani, i quali per età, per' attitudine fisica, intellettuale e morale, e per buona volontà promcttesse.ro di trarre profitto dai_ co_rsi d'istruzione cui erano mandati. I sott'uffiziali vennero scelti fra quelli ·non ancora com- · presi ne!le liste di pròposiziuue per l'avanzamento ad uffiziali, e che per istruzione, condotta ed attitudine sì giudicavano meritevoli di progredire; -i caporali e soldati, fra quelli che · aves.s er o a ncora a percorrere alcuni anni sotto le armi e dotati . di sufficiente attit udine fisica ed intellettuale p er ri uscir buoui istrutton e sott'uffiziali. . Con ciò non_vogliam -dire che il p1\)posi),o del rio rdinamento del lt(62 fosse cattivo, chè anzi tL ,quell'epoca fu cosa ben issi mo fatta, a v vegnacchè come ne d iede ragione il ministro della g uerra nella sua r elazione del 24 agosto ultim o, il massimo bisogno di istrilzione mil itare faceasi allor::i. sentire nei gradi Ìnferiori , cui molii era110 . con grandissima rapidità pervenuti ; avremmo però ,voluto ch e oltre agli uffiziali subE)lteru i. -meno anziani si ·fossero an.che mandati alle scuole

NOllM•ALT ~IILITAR I

257

normali i luogotenenti anziani, il che ci pare sa~ebbesi potuto fare senza alcun aumento di spesa o danno nel servizio, ed avremmo a.ltresì voluto che il corso sì fosse protrattò ad un anno , chè -:in sei mesi nulla . ~ ben poco si può ·fare, per quanto elementarissimame;te si tratti ogni cosa. Gli· è quanto venne attuato colla circolare del 12 ottobre, che provvide per l'applica;f.ione del regio decreto del 24 agosto passata,_e che d iede a,rgoinento· a questo scritto . La relazione che precede l' ora citato decreto, merita di es~ere qui riportata, attesochè essa svolge il con- · cett.o del nuov6 riordinamento , e lo· faremo seguire dagli specchi organici de1le scuole normali di fanteria e ·cavalleria. « 'SIR-E,

, Fra le jgtìtuzioni militari donde trasse vantaggi non dubbi l'antico esercito, vanno annoverate le scuole normali di fanteria e dì cavalleria, che avevano per· ufficio , Jlell'economia generale delle sue istituzioni militari, di uniformare nell'esercito le diverse istruzioni e pratiche del servizio, come pure di offrire il mezzo per giudica~e dell'idoneità alla. promozione ~i a lcuni fra i gradi più importanti della gerarchi a nnlitare inferiore. ; ~ Ma le scuolé normali oradette, passate· dal subalp ino nell'~serc.:ito italiano, non funzionavano, in questi primi _anni della costituzione di questo , secondo lo spir i~o della loro istituzione, avvegnacchè in u_n periodo di tempo durante il quale, anzich$ perfez10nare ed uniformare, era u rgente provvedere a creare ed

'


258

LE SCUOLE

ampliare, tali scuole venissero utilizzate al primo scopo urgentissimo, e servissero prima a somministrare con cor1:i accelerati una parte degli elemi::nti necessari per i nuovi quaçlri dell'esercito, e poi valessero a rimediare in parte per questi alla deficienza d'istruzi0n1! che una troppa rapida ma necessaria promozione al grado di uffizialc aveva Lasciato in loru. ~ Avendo ornai preso l'esercito nazionale quell'andamento regolare in cui, senza bisogno di espedienti temporarii, si può lasciare a ciascuna istituzione l'ufficio che le compete nell'econom ia genc-rale del nostro ordinamento militare , parve al riferente essere conveniente ritornare pure le scuole normali al primitivo uffizio loro, acèennato alla M. V. in capo della presente relazione, e sottoponendone in conseguenza alla firma sovrana gli opportuni decreti organici. • Secondo il nuovo indirizzo che snrebbe dato alle scuole normali di fanteria e <.:av:il!cria , c<l a cuì ::i informerebbe pure quella del corpo bersaglierj non esistente sin qni m·ganicamenle, lacuna che in condizioni migliori do!le Jim1oze il riferente proporreb b(• alla M. V. di far cessare, ~aranuo annnalrneute chfamati a far parte delle scuole:, • 1° J l uogotcnE·nti primi proposLi alla p110111ozion(• di capitano, onde dar saggio ,d'idoneità al grado importantissimo a cui stanno per essere chiama{i; • 2° Gli allievi delle scuole militari promossi sottotenenti nell'arma di c:ivalleria e nel corpo dei bersagl~eri,. onde innanzi di prestare servizio effettivo n et corpo a c ui sono destÌo:lti, poss..ino impratichirsi ben(' nelle specialità del servizio dell'arnrn. e corpo loro'. hisogno questo che non si pref;ri11a rgnn lmrnte r,1 r

quelli promosFi alla fant0ria;

NORMA J, I Ml LlT.11'1

• 3° I sott'uftì.zia\i pr-i mi proposi ì ,il grado di sot{)ll'JJcutc, on<le dar saggio d'idoneità al nuovo grado a t.:ni so110 chiamali ; clic per essi n on rappresenta ,;1))1:tolQ una promozione, ma -il passaggio più sentito da unc1. ad un'altra categoria del la gerarchia-militare; • 4° Un certo numero d i individui <lei quadri di h assa-forza, scelti fra coloro che hanno a percorrere una ferma maggiore, onùe ri YersaLi annualmente nei corpi ,i portino e vi conservino quello spirito d'uni• formità nell'istruzione n nel s~r-vizio che è tanto necessario. , Tale è l'ufficio a~ cni sarebbero chiamate a soddisfare le scoo]c normali ritornate allo spirito della loro istituzione, ed il riferente nutre la speranza che la M. V. si degn.erit approvarne il concetto. · ~ Il riferente non crederebbe d i avere intièramente adempiuto al dovere che gli spelta, ove non aggiungesse che dal nuovo ordinamento dato alle scuole normali, non risulterà aggra,io di sorla sul bilancio della guerra, avvegnacchè confrontando il costo com1ilcssi vo delle scuole normali di fanteria e cavalleria quale risulta dal nuovo organico con quello che importava l'organico del 23 novembre 1862, si ha inYèce una differenza di qualche • migliaio di lire in favore del primo. • 11 riferente è pcrcìò !iducioso, ecc.»


260

LE SCUQLE

SCUOLA NORMALE DI FANTJ~RIA IN PARMA. Personale permanente: (Costituita in un battaglione di quattro compagnie). a)

Uf(fr-ial-i.

1 Comandante (colonnello o luogotenente colonnel,lo); 1 Comandante in 2~ e relatore.(luogoteuente colonnello o maggiore); 1 Àiutante maggiore in 1° (capitano); l Id. id. in 2° (ufliziale subalterno); l Direttore dei conti.(capitano o luogotenente); 2 Uffiziali d'ammìnistrazi~ne, di massa e matricola e segreteria (uffiziale subalterno); 1 Me dico di reggimento; 4 Capitani di compagnia; 6 Uffiziali di compagnia ed istruttori (uffiziali subalterni); 18 b) Bassa-forza.

1 Furiere maggiore ; 1 Id. d'am mjoistrazione ; 4 Id. di compagnia; 1 Sergente d 'amministrazione; l Id. di massa _e di matricola ;. 20 Id . di compagnia ed istruttori; 1 Caporale maggiore; l Id. furiére <l'amministrazione; 4 Id. ,.. forieri di compaania ·' o 8 Id. .di compag nia ; l Id. tamburino;

!W!\ MALI MH. tTAP.i

1 Caporale trombettiere; l Capo armaiuolo; 8 Tamburini; 8 Trorn betti cri ; 1 Vivandiere; . l Soldato esercen te la flebotomia; 16 Id . di 1~ classe; 34 Id. di 2"- classe (I);

113 Gli u/fìzicil'i del pe1·sonale permanente hanno alloggio nell'istituto ed il soprassoldo annuo di L. 600 se ufliziali superiori o capitani , e di L. 3.60 se subalterno . - Ai sott'uffiiiali istruttori è corrisposto un soprassoldo giorn~liel'o di ceht.esimi 30, e di centesim.i 20 ai ca.porali. "Per ;rnppP.rire alle spese delle sciwle., del culto e ?ei snpi·assoldi al pe1·so~ale mili tare è stabilito l'annuo assegnamento di L. 22,000 in sovvenzione alla massa, di economia, alla quale sono i mp utate le relative spese. L'amministrazione della scuola ha p ur diritto ai seguerÌ.ti assegni:·

Per ogni giomata di prèsenza degli i-ndividiii di: bassa-fona. Per le spese di bucato, l?arbiere ed i11 u1. 0,0500 minazione delle caserme » 0,0078 - Pel bene armato ed arredo j 0,0014 Per l'infermeria . (1) Sarà annualmeuj:e comandato d,1i reggimenti di fanteria qu~I rnaggior numero di soldati di 2• classe che si riconoscerà necessano disimpegno dei tliversi ~ervizi. ,

iel

'


262

Gli uffizi ali, cumaudati in esperimento all.i s~uola continuano a riceYer c le paghe dal corpo a cui appartengono, e la_scuola corrisponde loro il soprassoldo stabilito per le fomi o1}i di cui sian o incaricati. I sott'uffiziali , caporali e soldati invece ricevono dalla scuola durante lo spe_rimento ogni loro compe-' tenza, m eno il cleçonto.

SCUOLA NORMALE DI CAVALLERIA IN PINEltOLO.

Personale permanente. a) Uffìziali.

1 Comandante (colonnello o l nog·oto~entc colonnello) ; l Comandante in 2°·e r elatore (luogotenente colonnello o maggiore) ; 1 Istruttore capo di equitazione (maggiore); 1 Id. sotto-capo di eq11itazionc (capitano); 1 Aiutante maggiore in 1° (capitano); 1 Id. · id. in 2° (uffiziale subalterno); l Direttore dei conti (capitano o luogotenente); 2 Uffiziali d'amministrazione, di massa e matricola e d'i segréteria (uffiziali subaltorni); 1 Medico di reggimento; 1 Veterinario in 1°; 1 . Id. in 2°; 3 Capitani di squadrone ;· 4.Uffiziali di squadrone (utfiziali subalterni); 8 Id. istruttori (uffiziali subalterni) ;

27 ·

N.OUIAI,! MIUTA!tf

LE $CUOLf.

b)

Ba6sa- for,;a.

Fu riere maggiore; Id. d'amministrazione; 3 Id. di squadrone; . 1 Id. o sergente istruttore di cavalleria ; 1 Sergente d'am~inistrazione ; 1 Id . di massa e matricola ; 6 Id. di squadrrone; 12 Id. isirutt.ori di cavalleria; 1 Caporale maggiore ; . furiere d'amministrazione; 1 Id. 3 Id. furieri di squadrone; 1~ Id. di squadrone; 20 Id. allievi istruttori di cavalleria; flO ::,oldati allievi istruttori di cavalleria; 1 Capo morsaro; 1 Ca.po seUaio; 4 Trorn betti eri di la classe; 4 Id. di2" ·classe ; 1 Vivandier e; 3 Maniscalchi; 3 Allievi maniscalchi ; 1 Soldato esercente la flebotomia; 16 Soldati di 1a classe ; 34 Jd. di 2a classe ;

l

184

26~


.. ,264

N ORMA LI M!Ll'f.lRI

e) Cavalli.

22 Cavalli d'alta scuola; 120 Id. di ripresa per 18 istruzioni del personale permanente; 30 Id. nuovi di riuionta; 5 Id. da tiro;

177

Sono inoltre in nu mero indeterminato macndati dai cor pi cavalli difficili. - · Gl' individui comandati al" personale tempomneo conducono seco i loro cavaI!i o quel numero ·di ,cavalli che anmi-almènte è. detei-~ minato.

La scuola è divisa in maggiore.

tre _squadroni,

Per ogni giornata ·di presenza degli in1ividui cli: bassa•[oi·za. ,. . )?er )o spese di · bucato, b_a rbiere ed_illu• minaz-i one delle caserme. L. 0;0500 Pel bene armato ed arredi , . . 0,0087 Per l'infermeria uomini 0,0014 Per la hardp.tura cavalli , 0,0750 Per la ferratura. cavalli. , ·0)500 l'er ogni r.azionc di foraggio dei cavqlli di truppa. -

-

G;~ ~(fiziali del pei·sonale p~rmanenle banno alloggio

scuola normale d i fanteria. Ai sotL'uffiziali addetti _·al('istrnzione è corrisposto un so~ra.~s~ldo g io:naliero di cent. ~G, e di cent. _50 a.gli allievi istr uttori, sì caporali che soldati, affìncb è tutti possano co l prestito contribui1:e cent. 7fJ al giorno per lo scotto. . È corrisposto p_er ciascuu allievo istrutto·l'e di cavalleria, che si arruola direttamente alla. scuola norn;ale rassegno di pri_mo còrredo di L. 200. · ' Per sopperire alle spese delle scuole., del cullo , dei $Oprassoldi u:I personal~ militare è stabili to J'annuo as-

'

Pt·r l'infermeria cavalli e . manutenzione . L. 0,1350 di sc.uderie

oltre allo stato

nell 1stJtuto , ed uguali soprassoldi come quelli alla

265

segnament9 di L. 40,000 in sovvenzione alla massa di economia, alla quale sono imputate le relative spese. L'amministrazione della .scuola ba pur diritto a i seg ue nti assegni ed ·indennità. :

All'anno. Per manutenzione degli arnesi di maneggio . L. 4000,0000

e scuderie

Ù com'a ndante della sc.uola potrà disporre .annualmente della somma di L . 400, da prelevarsi · sulla rnasrn di economia per premii a favore dei soldati comandati pel · servizio di pcilafrenieri, che dimostrino maggior zelo nella conservazione e nel governo dei. cavalli loro affidati. Gli uffizi ali comandati in esperimento alla scuola continuano a ricevere le paghe dal corpo a cui ap~ partengono, e la scuola corrisponde loro il soprassoldr.i stabilito per le funzibni di cui. siano incaricati. ·


266

LR SCtiOLE

J sott'uffizùtli , caporali. e soldati

267 avamamento per la promozione ad anzianità od a. scelta al grado di capitano nell'arma loro; . . b) In quella di cav~lleria e del_ corp~ ?e~sa~her'., tutti i sottotenenti ultim i promossi claglt 1st1tut1 m1litari nell'arma <li cava\ lcria o nel corpo bersaglieri; e) Nelle tre scuole un numero ùi s~lt"uflìziali an: uualmente fissalo dal ministero, presi fra colorn 1 quali già si trovino inscritti sul q11aclro generale di avanzamcnlò per la promozione a scelta al grado d1 sottotenente nell'arma loro, d) Nelle tre scuole un numero di caporal~ annu_al: mente fissato dal ministero, presi fra coloro 1 quali s1 . trovino sui quadro di avanzamento per' la promozione al o-rado di sergente, e scelti fra coloro che hanno gia oon~ralta·la ferma di ordinanza. In difetto di caporali ohe r-i lro,·ino i1t tale eon<lizione I i comandauti di t:orpo po11no supplini o con caporali di ferma_ ordi_naria, 1·hc sieno disposti a con trarre quelJa .d1 ordrnanza ric;eyeudo la promo;,,ione a sergente , o 1,;on sei'genli fra gli ultimi promqssi, i quali soddisfa~oial;)o alla cou,li,-,ion1.; clella f.__rn,a cl"ordinall'.l.a, ~ ben mteso in qudla misura clte sia r1Jt1sc11tiia dalle esigenze del servizio. Oltn' ii perr,onale ora detto <lest.inato a ricevere ' }istruzione data nelle scuole, vi è annualmente comandato un personale per i d iversi serv it:i delle scuole stesse: a) \ qw•lh1 d1 fantLwia: dai rf>ggiment.i di tale arma, 111e110 quelli stanziati nel 5°, Ù0 e ~0 dipartimento, un numero di-soldn.Li cli ~a clasr-;e flnnualm enh· fis:c:ato dal ministrro; h; A quella. di cavall<.•ria uu numero _<li solùati di 2• c:;lai,:se i1mo11 ta Li, aunualmente for;nto dal rninìstew r,OR:lrAT,l ~11,IT!RI

invee.e riècvono

dalla scuola durante lo spnimento ogni loro comp(jtenza, meno il deconto.

SCUOLA NOR:\fALE DEI BEHSA.GLmnr 1N LlYOHNO.

La Scuola Normale dei bersaglieri i stil ujta in Li-. vorno, comè già si è detto, nel novembre 1862, non ha un quadro proprio come le altre due, ma fa parte integrante dello stato maggiore del 5° reggimen1o bersaglieri, che ba pur sede in Livorno. Il comandante della scuola è lo sresso colonnello comandante il ·5° reggimento bersaglieri. Yi · ha inoltre un vice-comandanle, maggiore; 4 capitani e 8 nfliiiali subalterni istrutto1·i, che t utti ricevono il sopra,;soldo annuo di L. 600, non aYendo essL ragione all'alloggio, come quelli delle nitre due scuole uormali. . Il personale della scuola costit uisce ttn bat.1a glioue di 4 compagnie. Ciò premesso relativamente all'org,111amento dei t.re istituti normali, daremo ora. in iscorc.io lo disposizioni date dal ministro della guerra pc! funzionamnnlo di essi.

Costituziouc delle scuole normali. Il personale temporaneo che deve far parte delle ~cuo1e è il seguente: a) Nelle ·tre scuole un numero <l i luogolc>nenti annualmente fissato dal ministero, presi fra coloro i quali già si troyiuo inscritti sul quadl'o generale di


268

LE $CUOLE

NO!l!ll ,\ LI MILIT AU!

per ognuno dei reggimenti di fale arma, e per ognuno d-ei "reggimeliti del treno scelti fra . i · meno idonei al servizio attivò; . ·

Disposizioni 'Speciali, alla scuola uormale di canlleria.

e) Alla scuola dei bQrsa 0alieri dai ·reacrimenti del 00 corpo, meno quello stanziato nel · 6° dipartim ento, un numero di s_oldati per cìascuno fissa.to come sopra,presi in partì eguali tra i battaglioni degli s tessi reg• gimenti stanziati nei primi 5 dipartimenti. Gli uffiziah delle t re scuole hanno facoltà di aver seco i proprii soldati attendenti. ·

- Disposizioni comuui alle tre scuole. I luogoten@ti inscritti per l'avanzamento a capitano ed i sott'uffiziali da comandarsi al nuovo co~s~ d'istru• zionè presso le scuole normali sono designati ~i corpi dal ministero. I caporali e .soldati sono destinati dai rispettivi comandant i di reggimento. I èorsi ebbero principio col l" novembre e saranno d,ella durata di 10 iutieri mesi, ivi compr~so il tempo necessario per gli esperimenti finali, di c_ui in appresso. I sott'uffiziali ; ~ caporali e soldati sono in viati al le scuole n0rmali col loro completo armamento ed .equ ipaggia mento, smòntàti però quelli delle armi a caval1o. Nessuno fra gli individui di bassa-forza , comandati alla scuola può essere promosso n el corpo· rispettivo s·e nza il previo parere del comandante d ella scuola s tessa, che devi:! a tal uopo essere sempre cons ultate . · Nessur,io del personale t emporaneo comandato a.ila scuola potrà essere chiamato o rinviato al corpo senz,t special e aut orizzazione del ministero.

269

Alla scuola n ormale di cavalleria sono somministrati da i reggimenti di cavalleria stanziati n el 1°, 2° e 4° dipartimento un numero di cavalli fissa!o annualrnent\~ dal ministero, dei q uali alcun i di nu ova rimonta, scelti fra quelli che possono g ià esser e ammaestrati, sia gli uni che gli altri con bardatura complet a , più uno o dne cavalli d iffic ili sènza bardatura .. I comandanti di reggimento devono aver cura, di scegliere i cavalli migliori sot to ogni rapporto, ed i comandanti della cavalleria dipartimentale si accerteranno che tale r rescrizione sia eseguita. Gli uffiziali coman dati alla scuola devono essere provv isti t utti indis tintament e di due buoni cavalli di servizio.

Corso d'islrnzioui. Gl i scup1 a1 quali sono destin ate le scuole normali sono: a) Con$tatare l'idoneità dei luog0tenenti al comando di•u na còm pag• ift o squadrone; b) Constatar e l'idoneità dei sott' uffiiiali a far p a.;: saggio nella categoria degli uffiziali; e) Dirigere le istrm,ioni teoriche e pr atiche ricevute nelle scuole mili tari dagli all ievi destinati nella · cavalleria e bersaglieri verso le sp eciali esigenze dell'arma a cavallo o dellcdi1i1teria leggiera; d) Uqiformarè ]e .istruzion i ed il serv.izi<:> dell '€· · sercito , versando an nualmente in esso un viv ai.o di grad11ati passati per un tiroeinio com une di istru7.ionr. - e ùi servizio.

"


270

271

XOIHIIALI M!LITAll!

LE SCUOLE

Quindi i corsi fatti .alle scuole no'r'mali debbono rivestire un carattere essenzialmente pratico, eliminandone tutti . quegli sviluppi teorici che iion abbiam, nella pratica un'immediata appliéazioue. Le materie da svilupparsi ai corsi ed ai oradi di. verse nEillc tre scuole sono qui in appresso designal~. 1l corso._dovendo durare 10 mesi, dei quali. l'ultimo destinato in gran parte ag-li esperimenti finali , i O. mesi d·'rstruzione effettiva saranno · in massima ·cosi divisi: Nei prim.i 7 mesi, ossia dal 1° novembre a tutto maggio·, l'istruzione si alternerà fra le scuole teoriche e \e esercitazioni di piazza d'armi. · Dal 1• giugno sino al cominciare degli esperimenti finali l'istr.rniione rivestirà il carattere dell'applicazione · razionale al terreno di tutte le, diverse parti dell'istru- . zione, accomunandole successivamente fra di loro. L'istruzione c,h e si darà nelle scuole normali prenderà così l'andamento di_.quella annuale nei corpi, nei q uali alle istruzioni fatte nelle -guarnigioni, sia in caserma che nella piazza d'armi nelle stagioni d'io~erno e primavera, succede l'applicazione di tali istruzion i nei campi o ndle parziaìi dislocazioni per co1·po, c~rne si è incomi~ciato a prniicare in quesVanno, e. si _se~uiterà in avvenire. Su q nesta seconda parte dell'istrmjone data nelle scuole normali, i1 ministero chiamò l'attenzione speciale dei comandanti di esse, essendochè non basta il possed~re bene la teoria e la pratica dei movimenti in piazza d'armi,. ma occorre anco'r più saperli appliéare sui terreni di d iversa natura, e secondo le mo!- teplici circosta·n ze che si presentano in campagni, il chi; è _impossibile fare ent.rar bene 111:lle abitudini dei ~

quadri se non che portando1i 1n tali terreni , supponendo svariate circostanze ed ammaestrandoli quindi ad applicare agli uni ed alle altre le manovre più adatte . Un altro mezzo d'istruzior1e che saviamente applicato potrà tornare di molta utilità pratica, è il_seguente, avve~tito dalla circ·o lare mini~terial e: Si sono tolte dall'istruzione datà uelle scuole normali le materie che potrebbero chiamarsi scientifiche, come la topografia e la fortificazione, ma ciò non vuol dire elle escludendo in tal modo la parte teorica di . tali . m·a terie, non se ne possa e debba -far~ \m insegnamento-tutto pratico nei mesi assegnati all'istruzione ~pplicata , nel che consiste il vero vantaggio che si può trarre pratica1111:!nte dàlla generalizzazione di tali G(

'·

istruzioni. « Applicando un 'c riterio siffatto alla topografia, ad escrn pio: nel la esecuzione pratica delle -oµ.eraiion i secondarie del la guerra, potranno esercitare gli allievi delle scuole n,o rmali a,d orientarsi sul terreno, a leggere le carte, a rendersi bèn conto. d,elle scale, a saper bene apprezzare i segni convenzionali, ed a correggere anche ed aggiungere taluni particolari più importanti male o noQ riprodotti; per coloro poi, e devono essere i più, i quali sia nelle scuole tecniche, sia _nelle teggimentali, sia nelle ;;cuole militari appresero il ~isegno topografico, sarà agevole utilizzarne e perfezwnarne dote siffatta abituandoli a fare piècoli schizzi, ritraendo anzitutto dalle Garte, e riportandolo scala maggiore un tratto di terreno per comple.):.arlo poi di quei particolari uhe a minore scal a non potevano essére espressi, e fìnaltnen\.e abituandoli a fare a vista n na trian golaziom; approssimativa d'un r istretto srazio di. terreno

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x, vol.

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272

LE SCUOLE

per includer'7i quindi ·i particolari; 1~ sommo dell'arte topografica a cui nel servizio possa essere chiamat.o un uffiziale delle armi 'di linea . « Applicando lo stesso criterio alla fortificaz ione, saÌ'it agevole, ove 1a località vi si presti, nell'inseg nare la dispoaiziQne delle truppe per la difesa delle open.: permanenti , ramo d'istruzione che merita di essere molto c11rato; ripetere sul ter reno a chi già la possiede, od approndere a chi ne è digiLrno, la nomenclatura delle diverse parti delle opere stesse, indicandone il fu nzionamento é l'importanza nell'economia generale della .difesa,~ istruzione pratica che varrà meglio dei molti disegni che si potJ:ebbero far esegui re delle opere stesse; e cosi per quanto riguarda la fortificazione campale, insegnando la cosi ruzione · di uno spalleggiamento a profilo irregolare; sec0ndo le varie condizioni di terreno, con qualche idea sommaria su quanto ha rapporto a l tracciato, e accomunando p ure questa istruzione a quella delle operazioni secondarif>, nelle· quali accade spesso cli far uso di q ualchc piccolo lavoro di tal fatta. « Richiedendo finalmente rapporti sulle diverse app licazioni pratiche delle manovre ed altre J?OZioni oradette, ~ proporzionandone il còmpito a·l grado ed alla attitudinA degl i uffizÌa.li delle scuole norma!i, si trovel'i1 anch~ i: modo di includere indirettamente nel cori'o . l'import~ote ramo <l'istruzione della letterat.ma mi litare, offre11<lo a chi ba mezzi a ciò il modo di fa l'li conoscere, avvegoaccbè per eh i ne fo~se sfornito fHt · ·rcbbe. impossibile nello spazio di tempo in cùi du ra il corso porlo in g rado di acquistarli. • Ciò premesso , onde som ministrare ai çon-ianda11ti le scuolè il criterio, èon rui giudicare dell'andamento

~OR~IALl1 lÌILIT ,IRI

273

che è nell'intenzione _del ministero imprimere alle scuole normali , si dà in · appresso lo svil.uppo. delle diverse materie da insPgnar si in modo teorico-.pratico ai gradi diversi nelle tre scuole nei primi 7 mesi di corso. ,

Pci lu~gotcm•nli nrlle tre scuole.

a) Legislazio·ne milita1·e. - Ordinamento generale dell'eserrito -- Ordinamento delle tre ar mi principali - Corpi diversi - · '.\O'l.ioni sulle leggi dell'avanzamento, delle pensioni, dello stato degli uffiziali ; · b) Codice periale militare, ?'Pgolamerito di discipli?w, serui::io di piazza; _ .e) Amminisii·azione militare . - No:r.ioni generali sull'ammi'nistrazione di reggimento - Amministrazione è contabilità. particolareggiata di uifa compagn ia o squad.ronn; d) Regolcon~nti di esercizio coml?leti di ~iascuna arma o corpo - t\ozion,i concise sulla tattica dell'arma 0 corpo rispettiYo complementari dei. regolamenti ora detti; e) Regolamento di campagna ed ope1·azioni seconda·rie ,cklla gueri·a, accoro unando in una le d ue istruzioni, non essendo l'istru1ione sulle seconde che un comp'lèrnento delle prescrizioni del pr.imo; f) Scuola sulle armi. - Nozioni sui vari sistemi di armi portatili ~ Sulle innovazioni e successivi perfezionamenti sino al giorno d'oggi - - Nomenclatura e conserYazione delle armi - - Scuola teorico-pratica 1su l tiro colle ,.rm i portatili - Scuola delle distanze - Nozioni ~nlle a.rmi da taglio e da punta. Nr.ll'ins0g oam0nt.o ~lelle diverse materie oradetle, è


274 .

LE SCUOLE

t>OR)IALt mi..lTARt

prescritto che indipendentemente dalla parte comune alle armi e corpi diversi, si debba darè mago'iore sviluppo in ciascuna clell!:) tre scuole a quelle .;arti che presentano un interesse maggiore per l'arma o c.orpo n cui Ja scuola ~ppartiene ..

dall e scuole mil itari le isiruzion~ teoriche debbano cedere j[ passo alle pratiche, occoirendo sopratutto di romperli bene sia nelle istruzioni, sia nel servizio ad a pplicare all'arma o corpo speciale di cui fanno parte, le cognizioni t_eoriche apprese nelle scuole militari.

Nella scuola. cli fa.nt;rin. e bersaglieri.

Nella scuola dei bersaglieri.

g) Sche1·ma alla baionetta. Nella scuola cli cavalleria,

h) Schemia alla sciabola ed a"ua lancia; • i) Equitazione di maneggio e cli campagna; . k) Scuola di a-ddestramento dei cavalli giovcini; l) lppologia -:- Afascalcia.

Pci soltolcncnli nel!~ scuola di cavalleria e bersaglieri. 1° Come a lle lettere a) e b) dette per i l uogotenenti; 2° Arnministrazi<,ne militm·e. - Nozioni sull'amministrazione di compagnia - Contabilità particolareggiata çli dist?.ccamento; 3° Regolamento di esercizio sino alla scuola di compagnia e squadrone inclusivamente, come pure delle altre partì del r egolamento quel tanto indispcusabilc a condurre la com pag nia in un battaglione o r eggi• mento, od uno squadrone in un reggim ento; · 4" Come allo lettori:; e) e () gj/l, dette per luo- · gotenenti; '. 5° _Ginnastica e scherma di punta e sciabola. A vvertc la circolar e come pei sottotenenti uscenti

6° Scherma alla baionetta - Scuola del bastone. Nella scuola di cavalleria.

7° Come a.Ile lettere h), i), le) e l) dette per i luogotenenti.

' Pt·i sotf uffhiali porl11ti sulle liste d'avanzamcnt.o 1iel grndo 11i uffiziale -nelle tre sm1olc. 1° Come si è detto dal n° 1 al n° 5 pei sottotenenti delle due scuole normali d i cavalleria e bersagli~ri, e ben inteso pei sott'uffiziali che frequentano queste d ue, colle aggiunte speciali fatte ai numeri 6 e -7 per ciascuna delle due scuole,, avvertendo che l'istruzione teorir,a deve avere pei sott'ufth.iali una parte principale-. trov_andosi essi in genere in condizioni inverse d i quelle dei sòttotenenti uscenti dalle scuole militari; 2° Lettere italiane. - I sott'affiziali inviati alle scµo le normali devono a:ver conseguita l'idoneità della scuola inferiore di regg irne,nto portata da1 regolamento ·,per le scuole del 21 nìaggio 1865, e si troveranno pure o aver superata od essere iscritti nella 3~ classe della s~uola s uperior e di r eggimento. L'insegnamento di lettere italiane fatto alle scuole


276 LC SCUOU: normali deve abbracciare o il compime11Lo d1 detta classe 1Jer coloi•o che vi sono inscritti, o il perfezionamento in essa per coloro che l'hanno di gil~ superata. Coloro. fra i sott.'ufliziali comandati alle scuole normali, i _quali abbiano già il .certificato d'idoneità portato dal regolamento delle scuole -gii~ citato, non sono ienut! a ·frequentare la scuola di leltere italiane..

Poi sergenti meno anziani e liill1orali nelle Ire scuole. A) Legisfuzioil.e militai·e. - Nozioni sul codice pc• nale militare, sul regolamento di disciplina, su quello poi senizio di piazzà., per quanto riguarda i dc,Yeri generali di ogni militare e quelli s:pcciali del soldato, del caporale e del sergente; B) A,mminist1·azione mililcwe. -- Nozioni sulla rontabflità di compagnia e di distaccamento; ' C) Rogolamenti di esercizio. - Sino alla . scuola ùi pelottonc o sezione inclusivaç1ente - F1Jnzioui di guida e di comanda nte di squndra nella scuola di ·compagnia e di battaglione o di squadrone - Iu ordine aperto sino a tutta l'istruzione di squadra o di pclottooe - Scherma di bafonctta, o di sciabola e lancia - Ginnastica - Scuola di bastone;· D) Regolamento cli campagna e , ·elativa appendice, per quanto possa ess0re di competenza di un. caporale e sott' uffiziale, completando tale istruzione con quei capi dello ope~azioni secondarie della guerra ad essa riferentesi; E) Scuola sulle a1·mi. - Nomenclatura e conservazione del le armi da fuoco e delle armi da mano Scuola teorico-prati,;a sul tiro colle armi pr9prie di ciascun'arma o corpo - Scuola ùelle <lislanze;

i'iORMALI MILITARI

.. 277

F) Leltcro italiane. - 1 sel'genti meno an:iaui ed i caporali comandati alle scuole normali devono essere in generale inscritti alla 2" o 1" classe della scuoi~ in feriore di reggimento o alla :," classe della scuola su periore ; sono perciò divisi in d ue c~tegorie , alla prima. delle quali si insegnano le m~ter1e _fissate per la l " classe della scuola inferiore d1 reggimento, ed all'altra quélle fissate per: la 3a classe della scu·ola supèriore di reggimento. . Coloro già provveduti del certificatq n° 6 !:loprac1tato ·saranno esentr da tale istruzione. Per la scuo~a di cavaÌleria.

G)

Equitazione;

II) Ippologia

P,

mascalcia.

Esami ed espel'iml'nl.i finali. Alla fine dell"anno .di corso uoa commissione per oanuna delle tre scuole, presieduta da un generale e o . . . n ominata dal minister_o, si recherà- a constatare 1 risultati ottenuti.

Dis11osizioui ,,ario. Il personale permanentH in ogni scuola · normale deve concorrere con ·quello temporaneo al serv1z10 interno di quartiere ed al servizio straordinario di piazza che possa occorrere, dovendo sia l' uno che l'altro andare esente da quello ortjinario. Gli uffiziali comandati in ogni scuola normal~ ha~no mensa comun e oblJligatoria.


278

'2_'79 Questo però ci pcmr.ettiamo di racc;omauda.rgl i, ed e che si ponaa oc-rni attenzione alla formazione dei. o b ffi'l' pei'souali permanenti. Ivi è necessario siano u zia.~ Yeram('ntc capaci , degli uffi~iali modelli sotto ogni rapporto, e nell'esercito non ne mancano, purché si ~appiano cercare. NORMA LI 1111,ITAIH

LE SCUOLE

Durante il corso d'istruziune .sono sospese le licenze ordinarie tantò per gli uffiziali quànto per gli individui di bassa-forza. Nei casi di assoluto bisogno soltanto, il comandante ·della scuola trasmetterà al generale comandante il àipartimcnto militare domanda.dj licenza fltraordinaria acrompagoata cogli opportuni documenti e col suo voto. · Gli ufiiziali comandati per l'insegnamento pt·rsso le scuole normali anzidette, banno diritto all'inòennità 1 mensual c di L .. 25.

G. G. C.

In applicazione alla circolare del 1:2 ottobre pel corso 1865-66 i personali t~mporanèi di bassa-forza forniti !lai corpi al le scuote · normali di fanteria, ravalleria e bersaglieri furono i seguenti : N. 2 Cllporali o sergenti per ogni reggimento rli

fanteria; , N. 3 caporali o sergenti per ogni reggimrnto di cavalleria e del treno; - N. 32 capora.li o sergenti per ogni reggimento di bersagli eri; N. J soldato di 2a classe per ogni reggimento di fanteria pei diversi se,rvizi; N. 12 soldati di 23 classe per ogni reggimento di cavallerin. e . del treno .pei <li versi servizi ·' . . . N. ~O soldati per ognuno dei reggimenti bersaglieri (il 6° eccettuato) pei •diversi servizi. Mercé tali provvedimenti le scuole normali riusciranno certamente profittevolissime · per l'esercito, e questo_ riordinamcuto, non esitiamo a dichiararlo uno fra i migliori atti dell'attuale ministro.

..


281 conseg·uenze in teressanti !'arme del _geuio, e come di ragjone invece, nel Giornale d'artiglie,·ia si sono andate sviscerando le q uestioni competenti particolarmente !~artigli eria. Però la natura del forte Cerro , la sua poca estensione e !è circostanze tutte di luogo i n cui erano fatté quelle esperienze, non hanr;io potuto d ar campo al capitano Leonardi di Yen ire a definite conc1usioni, circa le mutazioni che le opere di fortificazioni devono s ubire, nella loro forma e natura, per l'im:1iego su larga scala delle artiglierie rigate. Sic~hè egli hu dovuto da questo lato accontentarsi di .con~t~tar e: essere giunto il momento in cui delle mutai.ioni e radicali devono pure avere luogo. li resoconto p ubblicat.o nel (;ioma.le cl'artiglù1·ia ha inteso stud iare il problema, risalendo dall'esame ù egli effetti del t iro a q uello della potenza e bontà delle diverse artiglierie adoperate, e a note comparative, fra le loro proprictil. di tiro. Ciò premesso, egli ò facile infe rirne, che i due lavori in discorso dovevano necessariamente avere comuni moltissime considerazioni, e che il resoconto del Giornale d'artiglieria ha potuto, per quanto riguardava quest'arme, v enire a conclusioni (in parie acce nnate anche nella relazione d el capitano Leonardi) abbastanza decisive . Non è che esaminando e paragonando i numerosi, q uadri che il resoconto contiene) che si può formarsi un vero concetto della potenza delle bocche da fuoco adope- rate (l) é della loro proprìetit di tiro, nonchè del vaCENNI BlllLl OCRAl!!CI

CENNI BIBLIOGRAFICI L~TORNO AD ALCUNE

RECENTI PUBBLICAZIONI lVIILifARI

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Nella d ispeusa xr - maggio del l'anno corrente _ la Rivis_ta Afil'itare 'itahana ha riprodotto una r elazione de_l capitano ~el gen io Cesare Leonardi, stata· pubb_h cata ~e~ Giornale del g~nio mililai·e sulle esperie~ze d1 tiro ~se_g uite a La veno ( lago Maggiore ) oel 1864, colle artiglierie rigate contro il forte Cerro. La puntata 4'\ parte 211 del Giornale cl'artiglieria contiene un es_teso re~oconto delle stesse esperienze (1). Quella rel~z101~e ~-u·ava_ specialmente alla indag ine d egli effetti dei tm fatti colle artigl ieri e rigate, per dédurne (1) Riprodotto nella Itassegna mensile dell' llal·· ·z·t . •A•,a 16•, Iug1·10 1865. • ia mi t <ti e, puu...

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(1) Un cu111101JC J a, muro da 40 F . R. cerchiato - Un cannone ,lt1 mnro da 40 F . R . ordiuario - Un cannone da mm·o da 16 F. R. - Ua cannonu da ca01pngna eh 16 B. R . .-\Ile quali bocche rla fuoco che furono specialmente impiegate per far brecciu., si uggiÙnsero: 1Jue cannoni da cnmp~gna da 8 B. R. mod. 1863 - Due caunoni da montagna da 5 113 B. R.

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282 !ore delle molte note prese sulle penetrazioni dei proietti scoppianti e nou scoppianti, nei vari mez:u che il forte Cerro presentava da battere. l\Ia non mi sembra opportuno di qui addentrarmi in cos~ fatte ricerche, le quali del resto quando scendono a dettagliate considerazioni, più che i lettori in genere della Rivista devono interessare" gli ufficiali delle armi speciali. Mi limiterò dunque a constatare. che per una parte di quegli studi , le esperienze fatte hanno sventuratamente portato notizie insufficienti, sia per la natura del bersaglio battente, sia per le accidentalità del terreno ove si dovettero piantare le batterie, sia finalm~nte, talora, per insufficiente numero di spari . A questo proposito specialmente fu davvero un peccato che dalla batteria d i Intra, a 3,475 metri dal bersaglio, n on si sia sparato tutto il numero dei colpi che il completamento della breccia richiedeva: tanto più che le conseguenze che se ne sarebbero potute desùmere avrebbero così avuto per base un risultato completo, e che, se è facile decretare che esperienze analoghe alle accennat~ s'abbiano a rinnovare, non è poi facilissimo il vedere il d·ecreto stesso tradotto in azione, col relativo accompagnamento d i un dispendio non lieve. In ogni modo fra le conclusioni di cui ha potuto essere ferti le l'esame delle esperienze di tiro fotte a Laveno , egli è qui il luogo di registrare , quelle che hanno ricevuto la sanzione autorevole dei comitati d'artiglieria e genio, riuniti in congrega, e cioè : 1° • Esser possibile coi nostri cannoni• da 40 F. l rigati, fare breccia nei muri daHadistanza ài 3,500 ~ metri circa. 2° e Esser confermata la possibilità di far breccia

283

nrnLIOGRA f.ICI

« con tiri curvi nei muri di scarpa sottra.tti alla vista

dell'attaccante dagli spalti. . . 30 « Nei tiri in breccia da piccole distanze essei e · t O a . ~J uello da ~ d,1 preferirsi il cannon e da J6· riga . • 40 pure rigato, per la maggiore sua mob1ht.à e f~c1 ~ • litit di servizio, sebbene consumi alcun poco prn d1 munizioni. , . o « Per i traini d'assedio doversi preferire 11 can4 1? , ·rrato ordinario a quello di egual e • 11011\:l cla· 40 J.: • 1 1n . • calibro cerchiato in acciaio, in vista che la supeno' rità di effetto di quest'ultimo, massime dall~ gran• dissi me distanze, non compenserebbe il maggior con• sumo di polvere, la piLL prontH- clete~iorazione dell~ • b occa da fuoco ed il maggior peso d1 essa e del suo

«

• affusto. » , . Leggend9 i resoconti ùelle esperienze di tir.o che il Gionialo cl'at·tiglie1·ia viene mano mnno pubbhcando e ch e Ja Rivista riproduce, pér g ran parte ·nelle s~~ colonne, <1ppare manifesto che nuruer~se .so?o. 1.e d1 t.ficoltà che g_enera1mente aitorni.aho gl1 uffic1al ~ 111ca1~1cati di soddisfare i programmi delle m~de~ime, e torna faci le il verificare com e talora essi s1eno costretti a far loro subire modificazioni di qualche momento. Gli ufficia1i incarica.ti a<lunque della direzione delle notaie esp~rieuze devono essere scelt_i f~·a " i ~iù di~ stinti dell'arma., chè l' uso delle art1gher1e rigate e ancora turbato nei suoi dettagli da troppe difficoltà , µe rchè i programmi delle esperienze far si coll e mede!lime sicno in ogni lor part-e defì01t1. A me par~ quindi sarebbe cosa opportun~ per ogni .v.erso .che , 1 programmi delle esperienze di_ qualc~e _n hevo fos~e10 fatti i11 concorso degli urfìciah supenon che de, ono

?~


284

. .,

BlBLIOGRAFICI

CENNI

aver~e la ~i;ezione. Essi devono poi ,essere dal canto loro .rnvest1ti della massima: .doversi, .dal numera di

spari che pc1• raggiunger·e un dato scopo d'osservazion e s'.ha~no_ a dùp~sizione, nel corso d'una esperienza qu~lsi~si, ·n~a-va-re il maggio1· pm·t-ito pqssibile, € J)er sod, d 1sf~re 11 proposto programma, e per fornire ali' j11 _ · fuori del medesimo q·u~i dati che a vantaggio dell'arma. presentassero· eventualmente lf:) circo:5 tanze del tiro. Quanto alle penetrazioni poi dei proietti cavi vari mezzi (no1;1 parlo qui dei tfri- contro le corazze cbo · yan~o _per lo pi q studiati lsòlatamente, nè d'altri Uri speciali), ·vedo che le irniche conclusiGni di guaÌcbo v~lore s009 quelle desunte dagli effetti di un conve niente numero di colpi. Gli scandagli ad ogni sinò-oJo . sparo, o dopo due o tre spari soltanto ·, condu~no g~n e~almente parlando, a risultati pqco paragonabi!i fra d1 lor o , perchè· d isturbati da frequenti anomulìe.

nei

Non parlo delle pubblicazioni che hanno trov,ito ~osto _in questi ultimi mesi nel Giornale d'artiglieria, chè son di quelle che per intiero accoglie la Rivisla . e che. ponno essere l]Uindi dir ettamente giudicate dai letton del'.a medesima. Mi formerò invece sopra un manuale . litografato, con cui, in seouito a ministeria le o approvaz10ne, il Comitato d'·ariiglieria c,i fornisce: ~na. b1·cve desc1•izione· delle a1·tiglierie _'f'igale dell' esercilo italiano; . tocc·ando eziandi o del loro uso ccl ordina. mento in guerra. Qµesto pregevole h1voro è consacrato, non solo a quegli ufficiali inferiori e sotl'ufficiali ddl ' anne cui t~nto_ nrg~~a ~'avere in poco .spazio raçcolte le -prin• c1~al~ not1z1e mteressanti l'impiego delle nuove artiglierie, ma lo è anche agli ufficiali delle altre armi

285

che si investono del principio che essi èd ,i loro di •· pendenti potranno incontrare in guerra, ora più che , mai, delle occasioni in cui l'artiglieria dovrà ricorr ere alla loro cooperazione, o prestar loro aiuti che sa1:anno tanto più efficaci ed utili quanto meglio ·acc01ii e rèsi d i faci le applicaziòne. A raggiungere ques to scopo, la .descrizio·ne di cu i parlo è pianà.· e chiarissima, e eompendia in poche . pagi ne, parte di quello èhe p iù importa sapere,-circ.t il -sistema d i rigatura da noi adottato, i tiri che si · ponnp eseguire colle artigl ierie rigate, e i calibri che costituiscono il n ostro qistema di boe.che da fuoco. Pe1: vero dire, tenendo ca lcolo de} livello cui s i è abbas_s ato questo lavoro, non ho t rovato nelle defì,nizioi),i date dal testo, contenJplati alcuni termini tecniè;i cbe saranno c-p:;;ì p ii.i sentili, che vetamente afferrati , 11el ,loro valore assoluto , da vari fra gli_ uflkiali e·stranei alle arm i d'artiglieria e genio ; rça la è q ue:sta una. osservazione poco rilevante, e che i>ar:(1 in breYe resa s uperflua dalla crescente coltura dèi q uadri del nostro esercito . La pubblicazione d i cui mi ç>ccupo segue poi a t oc:care delle varie nostre bocche da fooco rigate ad una ad una, istruendo il lettore dei rnotivi che indussero ad adottare la cer ch iatut'a, e J)aragonando fra d i loro il carinone da 40 F. H.. cerchiato col cannone da 40 F. r igato , e quest'ultimo coi cannoni da 16. ri·gati da muro. Cos\ lo studioso si fa una chiara idea dello circostanze in cui conviene usar(é) piuttosto una cli e l' altra. delle nomina Le bocche da fuoco, e viene istruendosi sull'impiego delle irnove artiglierie, passand1,,, dalle isuddette alla conoscenza dei cannoni da 16 ·H. rigati' di posizi one. Riguardo a questi ultimi...., , vedft


286

CENNI , BIJ3LIOGRAF!Cl 287 possono pure essere utili.,. sia nell'attacco che « nella difesa; _ « 4° Che i cannoni , obici e mortai lisci possono «· pure essere impiegati con frutto e deggiono esserlo , necessariamente, poiché esistono ed in gra!l. parte , -non possono rigarsi; « 5° Che ora p i ù che mai è ·conveniente posse- · dere ne)le pia'zze. numerose riserve d'artiglierie ri« gate, dì calibro medio e di piccolo calibro, » Ed invero per l'introduzione delle nuove artiglierie, una, piaÌza che sia convenientemente provveduta di .bocèhè da fuoco 'rigate di gran calibro , potr~ agire sull'assediante assai f:) iù da lontano che per lo addietro. L'assalitore che. disponga di' grosse artiglieriy rigate potrà dal canto suo, e con ,vantaggio , dirig~re da g randi distanze i suoi tiri curvi bene assestati sulla piazza e · rovinàr~ o menomare l' armamento della medesima. . • Dopo una tal lotta da grandi di_stanze ( .pro « segue il testo) nella quale il vantaggio. è_tutt~ dal , lato dell'assediante,_ questi ,deve avv1cmars1 alla • piazza1 ·e se il difensore continua os_tinat~m~nte _a • difendersi, allora il combattimento s1 fa m 1spaz10 « p iù ristretto, e l'assediante incontre:à di~c~ltà mag« giori per stabilire batterie d_ i grossi cahbn, e p~r • ;:iltra parte, questi non saranno pià così. necess~n, • mentre l'assediato, per lo stato .in cui trovans1 le , propri_e fortificazioni ed il proprio arma_mento , a « questo periodo della difesa, sarà pur ~~h costretto « a giovarsi d'artiglierie di grande mob1htà. • È poi evidente, come collo stringersi vieppi~ de_ll'attacco- debbano ancora tornare utili le . ordmarie bocche da fu'oeo· liscie, e come la facilità che i nuovi

l'impiego che si potrà farne e come _ artigl ierie- d'as• sedio e come bocche da fuoco da campagna, trovari• d0le poste a raffronto e coi cannoni da 16 r!gati da muro e coi cannoni da 8 · B. rigati da . campagna. Queste notizie. ci rendono edotti, non solaménte del ge• nére di bocche da fuoco rigate che l'esercito itali~n? · po~siede, ma dell'impiego che· s_i deve_farne; e ci pongono in grado di paragonarle altresì colle artiglierie li scie- and.ate in disuso, e con quelle che · verranno a ncora utilmente maneggiate negh assedi e nella -difesa delle piazze forti (1). La parte x1 del manbale discute e stabilisce le .

« ·gati,

· ,. basi su cui viene fissa'o l'arm~me11to ·delle p·iàzze_ e la composizione dei pa·rchi d' assed'io concludendo a pa·

gina 71-72:

• , • «

«

...

che sia negli assedi come nella difesa delle piazze: , O d l Le bocche da fuoco rigate ·di gran· _çaljbro hanno forse acquistat_o maggiore importanza dì quella che rtell'antiéa condizione di cose era aJtri_buita ai grossi calibri lisci, · e · che per conseguenzà _ ne ya aumentata la proporzione nei vari armamtinti; • 2° Che il cannone da 16 R., il quale serve durante l'interv, asseçlio, devé formare la base di Sl· mili armamenti; « 3° Che il, cannone da 8 e quello da .5 1/3, ri-

· (1) La descrizione che ci sbt sott' occhi fa nascere il JJensiero: 1° che non si ·devP.-abbandonare 10· studio di un ~istema di bocche da fuoco che si presti più del cannone da 40 F . R. ai tiri a grnnilc elevazione ; 2" che sarà bene che Ù éomit.ato d'artiglieria munisca presto gli uffiziali dell'arma di una, buomt istruzione che li guirli nella costrt\l!;ionc dei !1aioli sper.y.Mi p('i tiri della w cdcsima s1iccic.

Al!llO

x, °vol.

IT, -

20.


-

289 l'usar·e in grandi ·masse anche. le artiglierie rigate q.uantunque superino le antiché nella efficacia del tiro. A circostanze eguali avrit sempre .il dissopra chi saprà concentrare nel minor tempo possibile, sul punto decisivo, ·il maggior, numero di bocche da fuoco (bene adoperate s'into[lde) . • Questo incontestabile principio (dice il manuale) « già applicato alla difesa ·ed all'attacco delle piazze , forti compendia la tattica d'artiglieria, ed è quello che tutti i grandi capitani dell'èrn moderna hanno • seguito. •· Ma questi concentramenti cosi importanti sono i difficili ad operarsi, così l'abilità cli chi dirige l'artiglieria sta appunto , nel volere ferma.mente e nel sa.pere vincere gli « ostfooli che ·si frappongono ad ottenere questo scopo, • il quale, . . vuole ad ogni costo t éssere ' raggiunto. Per conseguenza rnanca al proprio « dovere quell'ufficiale d'art;g]ieria- che nella cerchia ·• delle sue attribuzioni, non sa riuscire nell'intento, « come manca al p~prio còmpìt.o quell'ufficiale delle « altre armi, il quale col non fornire ..all'artiglieria · « .i mezzi che da lui dipendono aumenta a quest'arma « gl'impacci, o non l'aiuta a superarli e le impedisce • di raggiungere un tale importante risultato. , P arole tanto gravi, insegnam_e nti già per sè così autorevoli, sono colla nota 13m~ del manuale, completati e rafforzati da numerosi esempi storici ; c:be raccomando all'attenzione degli studiosi. Non ispingerò più .oltre questo .mio esame, chè rico uosciuta la bontà del principio ( del concentran;iento dei fuochi s ul punto deci:,ivo) intorno cui s'aggira la esposizione dei mezz.i diretti a raggiungerlo .1 spetta BIBLlOGRAFfCJ

288 mezzi di offesa offrono all' atti'lccante di distrugg.ere p1.·esto e da lungi . l'a1·marnento di una piazza, debba consigliare di provvederla, a tempo debito, di numerose riserve d'artig1ierie cli medio e di piccolo calibro, c.he la mettano in grado di agire efficacemente sulla circrn;tante_campagna, e pro! unga re cos'1 la propri<1 difesa La parte xi del manuale finisce col d~re gli armamenti di mnssima ed armamenti tipi, l O delle piazze regolari permam enti., 2° dei forti da montagn~, 3° de i campi trincerati, 4° delle pia:zze marittime;, nonch è la formazione dei parchi d'assedio. Nè meno importante di questa è la parte Xli ed ultima -del lavoro che esaminiamo, e · cbe nella sua forma modesta è certamente il primo che tratti praticamente, é con sufficiente diffusione, de11' impiego delle artighP.rie rigate. In queste ultime p~gine ~i ventila ampiamente la miglior composizfonc del traino da campagna, si fa emergere la opportunità che la nuova batteria di battaglia sia c9s~ituita in ruodo : che coll'avantreno dei pezzi e. dei cassoni si possa -traspo1·tar.e u:n gran numero cli colpi, e che con pochi carrì s'abbia un munizionamento ~uffici ente. Cosi l'artiglieria nostra, abbenchè non diminuita cli peso, può considc. i·ar,5i più, mobile (l). Con questo ordinamento. le batterie di manovra sono 1·ese più inclipendenli dalle rispettive colonne d·i munizion'i, e il tutto. è quanto meglio coorç1inato alla luce del principiò: esse1·e la vitto1·ia décisa rlall'urto delle masse, e tornar. quindi necessario. CEN:{l

(1) E a ì:11ggiungere sempre meglio l'intento di cui si ,;a qui parlando, non sarebbe il ca.so cli p·ensa.l'e a fornir l'esercito cli un conv,e,nìenie numno cli b::it.terie ~. cn.allo, meno pesanti deJle attua1.i ~


..

CENNI 290 all'ufficiale d'artiglieria l'addentrarsi nella medesima, sfoco!Il{l agli ufficiali delle altre armi incumbe il dovere di informarsene per facilitarne a suo tempo lo svolgimento. Se quest'ultim~ ·parte del manuale ha una ·pecca, mi seì:nbrà che essa consista in ciò, che la discussione versa tutta sull'impiego delle artiglierie rigate come mezzo oflensi vo, nè si ferma gran fatto, a<l accennare .:1gli ufficiali in genere, quali mezzi potrebbero· avere a fronte delle Il:uovc bocche da fuoco, e della precisione dei loro tiri, per paralizzarne o menomarr,1e l'azione sugli uomini, cavalli o materiali da essi dipendenti. Mi sembra, cbè tanto agli ufficiali d'arti'glieria che a quelli delle altre armi, si sarebbero po• tute fornire nel prelodato manuale delle eccellenti indicazioni sti tale argomento. Pochi specchi numerici, avrebbero sempre meglio convinti i primi, dell'importanza dell'esatto puntamento e maneggio dei can- noni rigati, perchè i tiri curvi in ispecie non abbiano a spà1·paglia1·si inutilmente, ed agli altri, avrebbero offerto a\cuoc nortI!-e dirette a suggerir• loro i m·ezzi di ricavare profitto dagli errori dell'avversario, nell'impiego delle· nuove artiglierie. Del resto, specialrr~ente nel leggere le ultime due parti di questo· manuale non è possibile il non rimanere convinti de~la aùtorità in materia di chi lo ha redatto, e il non convenire essere sempre vera anche· oggidì la massima di J orpini: « Un dos moyens les plus conYenables pour obtenir « le meilleur en-iploi possible de l'artillerie , serait • de doonor toujours le ,commandement irmpérieur de cette. arme à un général d'artillerie'à la fois bo,, i tacticien et strçitégiste; ce eltef auraii la facult.é

291

BIBl,IOGRA FIC!

• de disposer non seulemenL de la réserve d'artillerie, « mais etc. . • • li pourraii aihsi ·se coJlcerter avc:c le géoéral1ssimc sur le moment et k licu oì.t des masscs con' sidérables d'arti11erie pourraiènt le mieux contri- · • buer à. la victoire; mais il ne ferait jamais une < telle réunion des masses saus avoir pris, au préac lable, les ordres du commandaut en chef (1). » :\1ilo.no 23 noyembrc 1865.

c.

CAVI.

(1) Jo1u!'l1, Précis de l'a;-t de /a guen-e, cap. vu, art. 46.


Cf:NMl t:I\ITICI

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CENNI CRITICI SULL'OPUSOOl,O

I lll NISTEI\I DELLA GU}1RRA E I CONSIGLI 01 DISCIPLINA DEL 810NOR

P. D. FAMBRI

L'ex-capitano P. D. Fambri pubblicava non è molto te~po u? ~p ~sc~lo col titolo: I ministe1·ì della guerra e i corisigli di disciplina, ossia. Appunt·i e proposte, sul ~uale _n on sarà inutile dare qualche conuo ai nostri let_t~n. L'argomento non è nuov o alla penna dello s pmtoso sc~ittor:o, avveg• achè egli avesse i mpreso a t.r~t:arlo c_on va_1:1 anicoli i?serti nel giornale La Stampa mo1 ta pe1 ò_ pnma che potesse giungere alla couclus10ne,_ p c~c_\9 il puubl ica~o opuscolo non è chein parte una npct1z10ne ed un complemento, avvantaggiato però da nesso migliore di idee e di maggiore for b itezza di forma.

293

Tacendo della breve lettera che lo precede e nella - <1uale piace notare i -sensi di patrio affetto e <li viw, attaccamento .i:ll'esercilo, da cui è tutto. inspirato , l'opuscolo si può tenere diviso iu tre parti: la prima, Cagioni ed occasioni dello icri/.to è una. continua alle. goria sotto la quale si cela 1' opiuìone , correre pei pubblici funzionari le cose oggidì. non meglio che 1'.orrevano quando regnava in Piemonte folice memoria di Carlo Felice; la sccoud.:i. è il r acconto d el procedimento di un consiglio Ji disciplina a carico del capita.no Dc Mattia, dell'inlerpellanza mossa al ministero àolla guerra circa. ad inconvenienti occorsi sul medesimo,' delle rispost e dellò stesso ministro, in seguit o a. che passa a fori.i appunti, a critica mordento per fi nire poi col segnalare parecchi difetti della legge e discendere alla ~ena p,trttl, 71·ropostc nella quale, dopo avere premesso che < dei consigli di disciplina non < vorrebbe fare dei t1·ibuoali 111.ilitnri nè per couse' guenza assoggettarli a I utte le forme agli stessi io e,« renti • propc,ue che n ella vigente legge .m,llo stato d.egli 1'(liziali alcune modificazioni. La. prima consistereubc nel torre al ministero della guerra l'ini:àativa per la convocazione del consiglio e parlicolarmentc 1a formulazione dell'accusa . ch e finora ba sen·ito costantemente di base alle decisioni del cousiglio stesso, nè poteva a meno di esercilarc una prepotenté i nflueuza s u eh~ dall'autorità che in tale circostanza s i faceva parte fiscale a \·cva tutto o sperare o a temere. Perciò i rapporti , i richiami ~ le accuse che possano dar l uogo a convoMzione di un consig lio di disciplina sarebbero d iret t i al ge11erale di tlivisione, al quale tornerebbe la facoltà della convo• ca-zi.one dei consigli stes:,Ì .


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(;ENNl

La ~ncondà modificazione proposta consisterebbe nell'abofizione déi. consigli ·di discipìina reggimentali, destinati presentemente a giudicare sui tenént.i e sottotenenti. La terza ::arebbe nel portare da 5 a 7 i membri g iudicanti , che dovrebbero essere estrattì a fÌorte , nell'introdurre un relatore non votarite, i l q uale fosse di un solo grado superiore all'accusato, un- segretario di pari grado dell'a.c cusato incaricato di verbalizzare l'operato ~el consigliq, un difensor e scelto da!Faccusato tra gli uffi.ziaJi di qualunq.ue arma, ma di non più che un grado a lui superiore. . Oltre a ciò nessun· uffi.ziale appartenente al corpo stesso dell'accusato potrebbe prendere' parte al coù siglio di d isciplina, nè come votante, nè come relatore, nè qual segretario. · , Le decisioni sarebbero appellabili o dal relatore per · l'interesse del governo o dal difensore per quello dell'accusato al tribunale supremo di guerra nel termine di giorni tre_. Ecco il compendio dell'indicato opuscolo. Ma se a , mio avviso lo ·scritto sembra eommendevole , e pello scopo a cui mira, e pelle assennate riflessioni teoriche e pratiçhe che vi stanno copiosamente qua e là seminate, come ancora piacevole pello stile vivace .ed _elegante, in cui è concepito, rivela però opinioni e giu~izi che non saprei certamenfe per mia parte nè condividere , nè accettare. Anzitutto mi suona esagerata la conclùusione della prima parte . . Tutti sauno che il signor Fambri non appartiene punto a quella falange che fa sua profes, sione abituale . l'opposizione sistematica e la critica, su tutto e su tutti per r endere se fosse possibile.

('

CRITIC,! .295' screditate all' uni versale le istituzioni .che ct reggono e che prezzo per n oi di , immensi sacrifici , ci sono in~eée da· altri po1foli invidiati, nè saprei appunto · compreode1·e perchè la sua penna e il suo cuore siensi , lasciati andare a peusieri e a. giudiz.i si severi e sconfortao ti . ~oo negherò moltissime e gravi c.ssere le . restrinzioni• itnposte dalle vigenti leggi alla persopalità del . pubblico funzionario, ma troverei però ingiusto 'asseri re ehe meno grave d'assai, non sia l'atmosfera fra la quale noi ora viviamo e ci agitiamo, in confronto di · q uella che copriva i nostri padri o parenti, viventi nei fel ici t(;)mpi di Ca!'lo Felice , o più tardi nei tempi pure di Carlo Alberto innanzi la promulgazione dello Statuto. Nulla di meglio ha dunque portato pei pubblici funzionari sedici anni di libero reggiment.o ? Nulla di n~eglio ha dunque introdotto nella militare legi:;lazione ·1e riforme che il generale A. Lamarmora dcipo il discrsko di Novara ha dato all'esercito sardo, del qual(:) questo italiano non è che. l'ingrossamento? Eo·ualmente estesa, arbitraria, assoluta rimase adunque o . la militare autorità sopra chi le è soggetto? A mio avviso sarebbe un pessim ismo "inqualificabile l'affermarlo . Relativamente alla seèonda parte dello scritto l'au. tore ommette di fare una differe.n za essen-zialissima ;1uando pei difetti o meglio pelle conseguenze derivanti dai difetti di una legge, vuòle avere ragione di cornbàttere un m inistro. Nessuno potrft negare che la legge sullo stato a·egli ufficiali presentata alla Camera dal prefii,to generale La_m armora, allora ministro · di guerra, ed informata però a stretti principi d'eguaglianza_non abbia in ap• .


296

C IW !'<l

CR lTICf

presso rivelato moltissirr.i difetti per ciò particolar- , mente che· riflette la par~é punitiva ; codesta . del -resto è la sorte che col progresso delia ciy iltà colpisce ogni umana ·istituzione ancorché buona e iutaccabilo . nel suo nascimento, ma fìnchè i difetti non sono tolti, finché quellà legge resta ·1eesge, e fu nella saa essenza.. osservata, insano sarebbe rompere i pronunciati èhe in base alla mc-desima furon o dati; dura lex s~d lègre. Non 111eno del la indiviJuale l ibertà, anche il , rispetto all'auLoriLit e alla· legge scritta vuole -essere rigorosamente manteuuta e gelosamente osservatà quando ~peci.almenle veniam~· t~ leggi militari di <lisci plina. Nè èon questo i ntenderei PL! nto dovesse il soldato cadere in quello sconforto, in quoHa cinica o passi va rassegnazione nella quale lo scrittore dell'opusc_olo ci mostra caduto il vecchio irn_piegato dai grossi occhiali cli.e auli tengo 8Ìa in paese libero d overe e diritto .di ognuno in proporzione delle proprie for~e e secondo i mezzi , di cui può · disporre, cooperare al miglioramento delle instituzioni ,sotto· cui è destinato muoversi e vivere. F inalmente la terza .p arte, quella delle riforme, m e lo perdoni il signo1: F;mbri, ma a, mio avvi~o non corrisponde alla lusinghevolissiiua introduzione o premessa . . Non av~va dunque torto il Balbo quando scriveva che facile è criticare e· negare· ma non aHrettanto facile proporre ed affermare . Le :nnovazioni o piuttosto - modificazioni proposte non ci sembrano infatti molto dec..:isive. Il signor Fambri toglierebb_e al mini•st rq una facoltà per darla al comandante di divisione, ma crede proprio

297

egli avere con ciò favorito la parte dell'accusato, o p i uitosto non averl(l. mantenuta uguàle? E d'altro caoio pcrchè t.oglierht al mi• ist.ro che è il- solo· respònsabi le de lle misure s usseguenti ad un , parere del cons iglio ~i disciplina ? E se il consiglio di disciplina non è un giudicato pe~ale, nè va regalato da leggi consimili a quelle dei t,ri buuali , perché rendere appellabile la sua sentenza al t ril)uoa,le s upremo di guerra ? E intende egli che nei proposti· con sig-li siavi solenne disçussioue di prove'/ _ Ma chi sosterrà allora. la parte fiscale? Chi dovrà coo.·cludere '? Se intende il s ignor Fambri sia i l relatore, si rivela da sè irof>po pericoloso che la persona. ruedesi ma la quale è inca rieata ad csaminai:e i documen ti, 0 stenacl'C il rapporto d'accusa, a segnare e citare i testimoni e le prove tutte 8U cui è basata, che in una parola funge da istruttore abbia quind i anche l'incarico di sostenere la parte fiscale ner mentre deve pure :-icriv:ere i l ·verbale della presa decisione. Se p9i è .il presidente, come conciliare in lui la parte ~scale con rtuella di giudice ? · Il consiglio di disd µlina pertanto quale è proposto clall'ex;-capitau o Fam bri non è u t'l consiglio propriamente detto, ma piuttosto un -t riljl,\rw.!e penale con tutti i Yizi dell'anticò cousit•lio o . di orr uerra reggimentale o d ivisionalè, alfolìto appunto da'.H 'ultimo vigente codiçe penale. Quindi per venire alla. conclusione, dirò ch e è desiderabile la riforma della legge sullo stato degli ufficiali nella parte che riflette i consigli di disciplina, come è (lesident:bile la riforma già progettata del codice -penale m ilitaee, ma che per riescire ad utili ri~ult.ati, a reali miglioramenti, è d'uopo che una mente sola •

..


298

CF.t-1'"1 _CRITIC(

sott~pong~ -ad es~me n·on una, ,ma tutte le partì delle ~egg1 ~~mt1ve milita~·i, dal regol~mento - di disciplina a.~ c?d1ce penale rmhtare,. e le modifichi e le armo. mzz1' onde mantenendo intatto . . . d'auto. i •, _ • . ,· 1·1 prmc1p10 ~~ta,_SlvUra, ferma la d1sc1plrna, si consegua il maggiore nsp~t~o della personalità civile del soldato cof minor poss1b1le sagrificio d~lla sua individualità. l\fodena, 20 novembre 1866.

"

RIVISTA STATISTICA

F. M.

FRA KCIA. - Rid•11,zione dell'esercito ed aumento ili .wldo agli ii(fiziali inferiori. - · Colla- stessa da1a, 1 5 no·vembre 1865, l'imperatore decretava una ridazione dell'esercito; ail'vggf:tto di dimiuuire la sptsa pel bilancio- della guerra, ed nn aumento di soldo agli uffi21iali i nferiori _di ogn i arnia (ecce,ttuati quelli della Guardia), come a quelli J'ammioistrazione ?d agli impiegati militari. La riduz;one toglie 10,396 uomini e produce un'econo: mja di L . lò,115,000; l'aumento di soldo ammonta a L. 3,b58,8b0 ; gli è quindi un'economia definitiva cli lire 6,556, 150 pel bilancio del 1866. · La r ehzione del ministro della guerra che precede il J ecreto imperiale, mette in d ùaro le vere ragioni del fatto <;on1pinto, i provvedimenti adottati per, gli nffiziali e sotto uffiziali tolti dai quali:i, Cl p~re qu-ind i il caso di riportarla in disteso:


"' 300

RIVISTA

STAT-JSTJCA

301

una riduzione d_ei 1ua~ri stessi, coll'imporsi per regola asl'arigi, 15 novembre 1865.

• SIRE,

· . V0;tra maestà. mi hà manifestato la sua volontà di ricondrn_re le spese del nostr~ .stato mrlita~e a limiti più ristreu1 e più adeguati alle rc:nd1te ordinarie dell'im nero. El :a mi_ ha d~t~ l'ordi~e di pr~porle i ro:zzi di operare 11,na r1duzwn_e sul bilanc1.o del mio dicastero: ho inir~preso q~esto c~mpJ.to, tanto delicato quanto difficile; col desiderio d'. c?nc1hare, per guanto possibile, i gr:mdi interessi che ,,1 s1 connettono. · ' mia at~enzione ba dovnto rivolgersi dapprima sui cre ihb . ai'segnati al materiale e agli· sta bilimen1i- militari. ma non bo tardatò a persuadermi che le ·riduzioni attuabiÙ s11 questa parte delle i!pese- pubbliche sarebbero insufficienti. ,J eh!'! per -realizzare il pensiero di V. M. era forza adottare nna misura più ilAcisiva. toerante l'effettivo stesso dell'esercito. _ M'~ppos~ ~llora al rinvio nella ri~erva di una data, quantu.à ~-uo~m1 p~esenit sotto le bandiere, ma non si · può di mmuire 1~defi?1tamente l'effettivo di una compagoia, di uuo squadrone o di una batteria, perchè c(l1este frazi0ni di c·orpn sono fin ?'ora ridotte al minimo indispensabile, per avern nna, cons1s tepza normale, ed in pari tempo per assicurue 11 reclutamento regola.re dei loro quadri. L'~c?nomia risultante · da un anticipato r:ongeda.mento ò 1 .uom~n1 , : non . atte_z:iuerebbe dunque sensibilmente l_e spese previste m b1lancw, oppure bisognerebbe venire' ad uoa riduzione d'effettivo tale chu fori rebbe incontesta bilroentP. l'org~n!zzaz_ione de!l'esercito, la sua buor;ia compasizi_one ~ lo spll'lt? d1 corpo, infine i mezzi d'istruzion e che è inJispEc1ns_ab1le di conser"llate. · In presenza a considerazioni di tale rilievo, 1'esitazioou non è più permessa: necessariamente bisogna n correre a ·

, .'.'/t

soluta : 1° Di non reca.re alcim impedimento alla facilita. attuale del transito dal piede di pace al piede di guerra ; * 2° Di serbare nei depositi, per il c_aso di mobilizzazione, elen)enti d'istruzione suffioieBti per gli uomini di nuova leva. " · È in quest'ordine d'idee ohe io' ho l'onore dì proporre a V. M . le disposizioni segnanti:

Riduzione de.i reggimenti di granatieri e di ·voltei;giatori . a 3 battaglioni di 7, compagnie i.· Riduzione del 1·eggimento di gendarmeria a 2 battaglioni di sei compagnie; · · _, Soppressione del 6° squadrone n ei reggimenti di -cava.Beria di riserva e di linea ; Sopprc,ssione della divisione d'artiglieria a ·pie?i ; . Soppressione di due batterie nel reggimento d1 bàttagha; Soppressione della division!l del genio ; ,,.. Soppressione di una compagnia nello squadrone del tre-o'> d'arma.ta.

Linea. Soppressione d1 due compagnie 10 ciascuno dei l 00 rE<g gi-menti dì fanteria d1 lin~à ; Soppress1one del 6° squadrone nei reggìmeoti di cor,u:zieri, dra[2:oni e lancieri ;• Soppressione di 4 batterie in ciascunù dei cinque reggi menti d'artiglieria a piedi ; Soppressione di una batt~ria per reggilUento d·"artiglieri~

di batta glìa ; . Soppressione di noa batteria per reggimento d"i artiglieria a

cavallo;


302

STATISTICA

RI VISTA

Sqppressione di due ~ompagoie•'di _operai d'artigÌieria; Soppressione di una compagnia p er sq!]adrone dèl treno ili artiglieria; I

'

,

' ,Soppressione di una compagnia di operai del genìo; Soppressione <li due sezioni di operai m ilitari d'amministrazione e di due sezioni d'in ferm ierì milit~ri; Soppressione dellé manutenzioni e degli spedali militari il cui servizi? può essere affidato a stabilimenti civili. · Mi è par'so i àoltre, che il numero dei nostri reggimenti di ca-yalleria •di ris"'rva non era più, rn:petto , ai _nostt'i reggimenti di_ linea e d'i cavalleria leggera, nella proJJorzione adottata all'epoca delle grandi guerre del primo impero, ~ cbe di veni va opportuno, nelle ·circostanze in e;uì ci troviamo, di riporlare da 14 a 12 la cifra dei reggimenti corazz1ti. _ Proporr!3i quindi a V . M. di ammettere nella guardia i reggimenti di carabinieri ché, riuniti in solo corpo, perpetuerebbero il ricordo che hanno lasciato nei n ostri annali militari. I corazzieri della - guardia .sarebbero egualmente formati m un solo reggimento, di tal g uisa che V. M. raggiunge~ r~bbe lo scopo eco.nomico che ella si propone, conservando ' :ti carabinieri e ~i corazzieri le loro tradizioni e il loro spirito di corpo. V. M. ha pensato che per. diminuire. i ca richi -che la legge del reclutamento impone alle popolazioni dei nostri 'dipartimenti, e per a iutare _in una certa misura il funzio~ Bamento della legge del 1855,, che creò la dotazione dèlJ'esercito, vi 's arebbe utilità nell'allmentare l'effettivo delle truppe indigene (fanteria). Le proporrei in conseguenza la creazione. di un 4° bat" taglione in ciascuno dei tre reggimenti di tiragliatori -algerini, Quest'insieme· di provvediment_i non altera sensibilmente l'organismo dell'esercito, ed è in armonia con qnanto suc_cede appo i governi vicini , i quali ci danno gli uni d? po gli altri, l'tJsempio di una riduzione d'effettivo.

un

303

Cionondjmeno quando esamino i titoli all'aYanzamento _ · h s'in<'ontrano nei ranghi inferiori dc.ll'esercito, quando c e O uffiziali e sotto nffiziali ancora fregiati del grado -che v egg a· C · bb ne hanno acquistato durante la campagna 1 -n~ea, se e abbiano resi n'uovi servizi in Algeria, in Italia e nel Mes- . - 0 non iosso a meno di sentirmi dolere profondament_e 1 SIC ' ' d. . I per. una misura com~ndata da rag10oe 1 economia, m~ 1 cui risultato sarà q uello di rallentare per un certo tempo. il cùrso or.dinario dell'avanzamento. . _. . Per qu-anto increscevole e rigida .sia q uest~ _neces~1ta, 1 miei predecesr.ori hanno dovuto so:to~net~erv1s1 ogm1 ual• volta, per cagioni politiche o µnanziar1e'. s1 è dovuto ricondurre l'esercitv ad un effettivo che le circostanze avevar_i~. fatto uscire dalle condizioni normali , V. M . .ne trovera -esempio · rn · eiò che ha avuto luogo nel 1834 e segnatamente n el 1841. - li Egli è ispirandomi alle regole tra.cciat~ dal . rn,aresma o Soult, allora ministro della _guerra, che 1_0 avro 1 ~nore d1 · proporre success1vamcntc a V . _·M •. le _misure. destinate . _ _ aò. _ addolcire, con legittimi compensi, 11 rigore d1 r1~uz10m n • co~iosr:iute indispensabili. _ _ . _ · - V. M. ha di già aperto questa v ia ordm\i~do ch_e _d eglt · . · h. nelle finanze fo3sero riservati agh uffiz1ali che 1 m p1eg 1 , . . . . • d- - avrebbero, per la durata dei loro serv1z1, acquistato de 1nt_t1 al ritiro. I sotto- uffiziali troveranno un benevolo a?pog~10 nel m inistero dell'interno per essere ammessi in certi, serv~zi dipendenti dal de'.to .dicastero, e quello dei lavori ' pubblici continuerà a prestar loro un concorso analogo• _, Queste disposizioni sono d'indole tale da :ender_e p~u pronto e ad un tempo meno rigorosi. i provved1ment1 che; ho avuto l'onore di proporre all'imperatore. - ecc.

A:N:'fO :x, voi. n.

2l.


lllVISTA

STATISTICA

DECRETO IMPERIALE.

Art. 2.

305

Ti·uppe di linw. _ Volendo alleviare gli oneri del tesoro pubblico ; recando nella composizione dei quadri sul piede di pace tutte le riduzioni suscettive di ,conci liarsi colla necessità d1 lasoi'are al l'esercito la sua forza costitutiva, ~ bbiamo decretato e decretiamo quanto segue :

Art. 1.

Guardia imperiale. I reggimenti di granatieri e di volteggiatori non saranno più composti che di tre, battaglioni, ciascuno di sette compagnie. Sono soppressi .i n ciasc_uno di q uesti reggimenti: un cap~ rii b:i.t.taglione, nn aiutante rna.ggioni, un a.intante sott'nffiziale, un caporal tamburino e tre quadri di compagnia. I due reggimenti di corazzieri saranno fusi in un s_olo. I reggimenti di cavalleria di riserva e dì linl'a Yerranno ridotti a cinque squadroni . . Sono soppreEsi in ciascuno di questi reggimenti: un capo squadrone, mi capitano aiutante m aggiore, un medico, un aiutante veti,rinario, un· aiutante sott'uffiziale e un capo !Squadrone. Sono parimente soppresse : ~ 1° La divisione d'arfig lieria a piedi, compresovi il capo squadrone e il capitano aggiunto ; · 2° Nel reggimento di battaglia, un ca.po squadrone, un aiutante veterinario e due batterie; 3° La divisione del genio; 4° Una compagnià. dello sqiiadrone del treno d'a.r mata; 5° Due compagnie per battaglione del reggimento d-ì gendarmeria .

Le seste compagnie di fucili8ri dei 2° e 3° battaglioni ài ciascuoo dei r eggimenti cli fanteria di linea sorio sopp ressi. · I due reggimenti di carabinieri sùanno fusi •in nn -solo (a cinque squadroni) che passerà nel!~ ~ostra guardia,. Il reggimento di corazzieri, di dragoni e di lancieri sono ridotti a cinque squadroni. Un capo squadrone, un capitano aiu-tante maggiore, un medico, un aiut ante ,,eterinario, un aiutante sott' uffiziale e un quadro di sq\1a.drçme sono sop.pressi in ciascuno d1 questi reggimenti. · Le rid uzioni snlle truppe d'artiglieria comprend~ranno: 1° In ciascuno dei cinque reggimenti a piedè, due capi squadrone, un capi'tano istruttore d'equitazio~e e quattro batterie; · 2° Nel 6° reggimento (pontieri), un capitan() istruttore d'equitazione; , 3° In ciascuno dei dieci reggimenti di baitiglia tlll capo squadrone, un veterinario e una batteria ; 4~ Io ciascuno ,dei quattro reggimenti a cava.Ilo, un capo squàdrone e una l,Jatteria; 5° Due compagnie d'operai; 6 ° Trentasette aiutanti di batteria s ul complessò dell'arma. Sono parimenti sbppresse: 1° Una compagnia d'operai del genio; 2° Due sezioni di operai d'amministrazione; 3° Due sezioni d'infermieri.

Al't. 3. Queste riduzioni non riguarderanno che

quadri.


306

RIVISTA

Parigi, 15

novemlire 1865.

( SIRE,

Art. 4. Sino a che i quadri sieno rientrati nei li111i ti fissati, la riietà delle ncanze che si produrranno in ogni arma, sarà

data, conforme alle prescrizioni degli artìco,Ji 7 della legge 19 màggio 1834, e 161 dell'ordinanza 16 marzo 1838, agli nffizìali i èui _impieghìsonò soppressi; la seconda metàcs arà data all'avanzamento. · · · Il terzo degli impieghi di sottotenente proseguirà ad essere devoluto ai sott'uffiziali dei corpi in cui le , acà_n1.e' avranno l uogo. . . La metà della vacanze di 5ott'uffiziale e di caporale o brigadiere sarà data all'avanzamento. L'altra metà appar.terrà in ogn_i corpo ai sott'uffiziali, caporali· o brigadieri non conservati nelle loro fu nzioni. Questi .militari saranirn mess1 in possesso degli impieghi d~l loro grado secondo il loro..ordine di anzianità. 1

Art. 5. Sarà formato in ciascun reggimento di tiraglìator1 alger ini nn 4° batta.gliòne che riceverà la· stessa organizzazione dei battaglioni già esistenti. ll 15 novemlire 1865. NHOLEONE , )

Crediamo 11ìstro della di stipendio tariffa degli

307

nAT!l:'l'!CA '

Si procederà, per via d'estinzione alle soppressioni di impiego pronunziate dal presente decreto.

pure opportuno il rife1ire la Relazione c1el miguerra francese, che ha promosso un aumen1CJ agli uffiziali inferiori, facendole seguire dalla anménti fatti per-ogni gradÒ ed armn,

A norma degli ordini di Vostra Maesl_à, io ho fatto inscrivere al progetto di bilancio del 1866 un supplemento di credito di a,558,850 fr. ; destinato a migliorare il soldo dei capitani, •luogote nenti ·e sottotenenti di ogni arm~ (ecc_et~ tuata. la guardia imperiale), come 11urc quella degli uffiziah d'amministràzione e· degli in1piega1i militari. Questo credito, votato dal corpo legislativo <l urante la sua ultima. sessione e--riparlito in _due esercizi di 1,779,425 .fr., è un nuovo attestato dell'incessante sollecitudine di V. M., e del paese per tutto ciò che risgual'da gli in tere:.si dell'esercito: ma mi r imaneva a regola.rJ!e l'uso: . . · lo ho già reso conto a V.+-tvl. che mio intendimerilo non era di attribuire _u n supplerneuto uniforme a tutti i gradi, .c: che io mi propon0\'0. di operare la ripartizione del credito in modo da fa•r · scomparire le aì1omalic e le disug11aglian1.~ che presenta il soldo dello s tcSS') grado nelle varie ari11i. È in quest'ordine d'i,lee che _io ho fallo prepara.re una •tal'iifa normale del soldo dei gradi in fe11ori. Ca1colata sul• l'ammontare totale del nedito, quesra -tariffa arreca un rnigliora.mento sensibile al soldo degli uffiziali di far,teria e di cavalleria che non avevano· partecipa_to_ ai vantaggi fatti , in varie epoche, alle armi speciali, col fa,vore di riorganizzazioni, ciò nondimeno fien cont0, in una giusta misurn, della diYersità degli oneri risultanti dalla. natura del servizio di ciaschedun'arme. Io ho pensàto che nel momento in cui niì occupava di rimaneggi-are le tat·iffe del soldo, era opportuno di far ces,1are un'eccezione di c ui gli agenti amministrativi ers1,uo l'oggetto negli eserciti: voglio parlare del supplernenLo di · guerra che è loro attribuito quando gli uffiziali com_battenti conservano il loro soldo ordinario. ·


308

309

S.TATISTICA

lti VIST A

Una. volta questi agenti erano prÒsi esclusivamente uell'orJine civile; non partecipando agli one1:i e alle ricompense distribui,te agli uomini di guerra~ era ben · naturale di accordare loro dei vantaggi di soldo. Ma oggi che essi hanno ottenute le prerogative riserbate agli uffiziali, non è più possibile il giu.o.tificare un am'nento di soldo, àllora so. pratutto che questo favore è stato ritirato agli uffiziali saÙitari. La nuova tariffa fa dunque rientrare gli agenti aromioistrativi nel diritto comune. ·

Segue Stato-maggiore particola-?'e d'arl-iglieria. L.

Operai di Stato di l " classe . · _ di 2~- classe .

50

Guardie batteria

Stato-maggiore part'(colare del

gen·ìo.

Il maresc·ialto minist,·o della guer'ra RANDON ,

Capitani Luogotenenti . . • _ · . · · · · · Allievi della scuola d'applicazione a Metr. Guardie principali . Guardiè di l' classe di 2,. classe Capi operai , di Stato S otto capi Operai di S tato dl. I• classe . di 2~ classe .

»

TARIFFA DEGLI AUMENTI.

Stato-maggiore genm·ale. . Capitani

L.

50 ·

L.

50

Intendenza militare. .

\

-Aggiunti di 2a classe .

Stato-mqggiore delle piazze. Capitani Luogotenenti , di l ' classe. di 2" classe . Sqttotenenti .

•.

»

150 150

200 200

200300

150

] 5()

300 150 t'llO 310

L.

Capitani . Luogotenenti . Sottotenenti

· Capitani Luogotenenti . Sottotenenti · .

50

50 50

Giiardia d-i

50 200

200 300

Gendat'me1·ia d•ipa?'li m entaliJ.

Stato-maggiore particolare d'a1·tiglieria. Capitani . L. Allievi della scuola d'applicazione a Metz Guardie principali . Guardie di l a classe di 2a alasse

50 100 200

L.

.. •

L.

510 310

Pa-rigi.

L.

50 , 50 50


310

RIVISTA

· 311

STATIST[CA

l'.ànteria. Capitani di 111 classe . di 2"' classe . Luogotenenti di ·1a. classe di 2a classe Sottotenenti Capi-musica .

L.

Capita_ni di l" classe . di 2' classe . Luogotenenti di l" classe . . · ùi 2a classe . .. Sottotenenti Gu/irdie µrincipali di 10. classe di 2• classe

150

250 .

15-0 )

)

200 200

350

L.

250

150 100 -·

200 150

200

aoo

150

Vetiwani . Capitani di l " classe di 2,. classe · Luogotenenti di la classe di 2"- classe Sottotenenti · . Capi•musica

L. 2~0 150 150

250 250 350

»

Artiglieria. C~pitani . . . . . . Lµogotenenti 'di 1a classe. di 211 classe Capi-musica

L.

.50

»

100 200 350

• » t'

Genio.

'

Capitani di l" classe - . di 2" classe . Luògoteuenti di la classCJ di 2& classe

L.

»

Sottotenenti

150 250

150 200 200

Ufficiali ·sanitari Medici maggiori di 2a classe (quelli df la classe hanno rango ·d'ufficiale superiore) L. Medici 'a iutanti maggiori di l" clas!!e . > di 20. classe . •

Veterinari . Veterinari -io. 1°. in 2° . Aiutanti veterinari •

L. >

200 100 100 ·

Uffi:ziali d' amministra::ior1e Capitani ½~10goteoenti di 1a classe di 2' - classe Capi-musica

,L.

50 100

200 350

Ufffaiali di 1.. classe di 2' class.e Aiu.tanti io l " Ìll

.2°

L.

200

>

200 350

,

lOQ


312 .

11. LY!STA

m virtù delle differenti misure d'ordina che saranno esposte nella nota prolimirìare del bilane:io. Queste economie rag- • giungeranno la cifra di 3,320,000 fr. La :irluzione totalp ammonterà cosi a 13,435,000 (r. Ma conviene dedurne _ltt s pesa · relativa a\la creazicno · di tre nuovi - batt11glio• i di t.iragliatori ·algerini rappresentante· 790,000 fr. circa . L'economia finale ed oliettiva sarà dunque pel bilanci0 del 1867 di 12,645,000 fr. 1 Queste cifre dimostrano vittoriosamente eh~ le condizioni dei° bu(m ordinamento · e della forza deli'es(;)rcito sono s tate saviamènte conciliate colle esigenze fìnan:àarie, e che niuu0 dei due grandi iuteressi che -si trovavano . di fronte fu sacrificato all'altro. Se 'alcune soppressioni d'impieghi !i'Jno state inevitabili, i provvedimenti presi dal Governo e l'alta, ·sollecitudine dell'imperatore per tutto ciò che riflette l'eser;ito sono una sicura guarentigia che ninna situazione particolare ne verrà clan neggiata menomamente. s

Dopo il decreto di riduzione alcuni gi~rn~li si franceni che es_teri, àvendo prestato meno esatte interpretazioni a·l m~desll_no,_ 11 11Ion,it.em·_ Univencl pu-bblicava le seguenti sp1egaz1oru : . « Pare. Mcessari•, pe~- evitare apprezzamenti esagerati od rncompleti sulle conseguenze e sulla por,tata del decretq del 15, novembre, di precisare la cifra della riduzione che esse, opera sull'effettivo dell'esercito, e di determinare l'economia che ne risulterà su l bilancio del dicastero della guerra. « Il quadro cli rina compagnia o di uno squadrone si compone di uffiziali,' sott'uffiziali, caporali o bricradieri, tam. burini o trombe~tieri, cioè di 19 militari per un~ ·compagnia e di 35 per uno squadrone. · « 11 quadro· di una batteria 'a piedi, formato degli stessi elet1Hmt i, ammonta a 32 uom iui; quello di una batteria di battaglia a 46. • Bisogna moltiplicare 'qùest~ . cifre per quella delJe coml)agnie, squadroni o batterie, i cui quadri sono stati soppressi dal decreto del 15 novembre,.... per conoscere la riduzione d'effettivo operata nell'annata; questa riduzione sale a 10,396 uomini. Quanto ai soldati.che figuravano in questi quadri, essi debbono essere ripartiti nelle compagnie, 3quadroni o batterie conservate. ( Le economie che questi provl'ediqrnnti _arrecheranno nel bilancio del l 867 si s,·ornpongono così ;

..~----

TAGLU.NQ GuTANO

• .1•_- Soldo dei quadri soppressi ;, L. • 2° - Riduzione d'effettivo risultante da.Ila, soppress_ione stessa di quest.i quadri, 1; da alcune disposizioni accessorie. • Totale .

~13

STATISTICA

L.

4,115,000

6,000,000 10,115,000

( I servizi ammìriistrativì del diçastero della guen·a debbono su_bit·e riduzioni analoghe negli elementi di cui essi si compongono, sia a termini del decreto 15 novembre, :sia

!

Ge.re11te.

;


INDICE DEL VOLUME II. _:_ ANNO X. ·

.,

OUobre . · Riflesaioni sugli eserciti permanenti e ·particolarmente sull'attuale esercito italiano . . . . . . . . . . pag. Esposizione dèi principalì.sis.temi di artiglierie rigate estere (con quattro tavole Htografiche) (continuazione). . Resoconto sulle esperienze eseguite sni diversi sistemi di spolette negli anni 1863-1864. Rivista .tecnologica, Rivista st,1tistìcn. . .

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28 61 84 02

NoveU1bre. Nuovo ruetodo facilis~imo per caleolarè la spinta dei terrapieni applicato alla pratica delle costruzioni, seguito da nuove regole sulla stabj]ità dei muri che sostengono grandi sopraccarichi di terra (con 2 tavole litografiche) pag. Esposizione dei principali sistemi di artiglierie rigate estere (continuazione) . Rivista tecnologicg, . . Rivisto, $tatfotica. . · .

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INDICE

-,1cembre. Cenni_ sul Portogallo . pag. 223 L~ nostre scuole normali militari . • 252 CtnÉi bibliografici intorno ad alcune recenti pubblicazioni militari • 280 Ctnni critici sull'opuscolo: I ministeri della guerra e i coneigli di disciplina,, del signor P. D. Fambri. , ·292 l!,iv:i~ta ~taìi~tica . · 209


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