Annigoni

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MOSTRE D’ARTE Annigoni – Permanente Via Turati 34 Da Corriere Informazione del 6 marzo 1962 Pittore famoso, ritrattista di grandi personaggi, è tuttavia artista discusso. E non senza ragione. A ridurli in termini essenziali, i motivi delle riserve che si possono fare ci sembrano consistere anzitutto nell'eclettismo col quale Annigoni, pur provveduto di cultura e sottigliezza com'è, guarda al museo, assumendo a modello i più svariati artisti, senza poi riuscire a ridurre tutti i contributi in uno stile veramente individuale e restando perciò nell'ambito della maniera, anzi di varie maniere. In secondo luogo, il trasporto all'imitazione e al virtuosismo gli blocca la non viva fantasia e il gusto istintivamente conservatore, non veramente classico come si potrebbe superficialmente supporre. Infine, un certo fondo di magniloquenza e una certa spinta alla polemica del controcorrente entrano anche tra i fattori negativi. La contropartita è in un mestiere eccellente, in una mano abilissima (si guardino i suoi disegni che sono certo migliori della sua pittura perchè tutto sommato gli manca un vero senso del colore), in una capacità di comporre con ampiezza. Nella stessa Permanente espone un gruppo torinese: la Scuola di via Cavour, che è composta dall’insegnante, il pittore Riccardo Chicco, e da numerosi suoi allievi. Chicco è artista sensibile e intelligente con un talento estroso leggermente ironico, elegante. E' sagace e misurato nell'impostare il dipinto. Epperò ha un gusto di colore libero, vibratile che muove e anima tutto. I suoi allievi - Caboni, Casazza, Galante, Garrone, Marenco, Pellion, Putatti, Rampazzi, Riscossa, Zardo -riflettono fondamentalmente l'insegnamento del maestro e taluni fra essi lo adattano bene alla propria individualità, che già si delinea chiara: come Putatti, Riscossa, Zardo.


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