Malcolm in the Middle, Analisi e Traduzione Transmediale

MALCOLM IN THE MIDDLE Analisi e traduzione transmediale di “Malcolm in the middle”

Abbiati Paola Baraldi Giulia Chianella Riccardo Citterio Marta Gabriele Marco Ianes Giulia Vitali Pietro

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INDICE 1. Introduzione 2. Analisi dell’originale 2.1 Formato e supporto 2.2 Audience 2.3 Descrizione e rappresentazione 2.4 Decostruzione formale 2.5 Testimonianze 2.6 Traduzioni e varianti 3. Modello culturale 3.1 Modelli culturali rappresentati 3.2 Critica alla società americana 4. Periodo e contesto 5. Modello economico 6. Quadro sinottico 7. Traduzione 8. Bibliografia e sitografia

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1. INTRODUZIONE

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Introduzione all’analisi Malcolm in the Middle è stato più di una serie televisiva.

Una famiglia numerosa come quella dei Wilkerson ha spopolato nelle televisioni di tutti i ragazzini a cavallo tra le generazioni dei Millennials e la Generazione Z del nuovo millennio. Un’audience giovane, ma non per questo incapace di comprendere il vero messaggio della sitcom: «la vita è ingiusta».

Un messaggio così diretto ma al tempo stesso celato doveva essere analizzato affinchè si potesse capire la dimensione critica di un testo mediale così popolare. Da questa riflessione, nasce l’analisi da noi condotta.

L’analisi è stata scritta “a più mani”. Quella che potrebbe sembrare una vasta eterogeneità di stili comunicativi di ciascuno dei suoi autori, nasce dalla stessa possibilità di interpretare la sitcom in svariati modi diversi, diventando uno degli elementi di forza di questa serie.

Il taglio che abbiamo scelto di dare è proprio quello analitico: abbiamo scomposto gli elementi di maggiore importanza, li abbiamo catalogati e gerarchizzati secondo un filo logico e abbiamo proceduto con lo studio dettagliato delle sue singole parti. Tutto questo, ovviamente, è stato accompagnato da ricerche e documentazioni il più approfondite possibile. Quella che proponiamo noi, dunque, è un’analisi completa, che possa fornire spunti di riflessione anche a chi non ha necessariamente visto la serie televisiva o ne ha visto solo una porzione.

Attraverso la traduzione transmediale, invece, abbiamo potuto comprendere che la forza con cui molti concetti sono stati esposti nella serie televisiva li ha resi declinabili in altri ambiti. Quello proposto da noi, un package design di birre, è la conferma che anche un artefatto

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comunicativo così diverso da quello di partenza può conservare e comunicare efficacemente un messaggio.

La vita è ingiusta per Malcolm, per i suoi fratelli, i suoi genitori, i suoi amici, i suoi insegnanti e i suoi colleghi.

Tutti, prima o poi, comprendono l’essenziale casualità con la quale gli eventi si susseguono. Questa serie televisiva ha saputo trasmettere un messaggio di rinuncia attraverso la risata. E quei ragazzini che di pomeriggio “accendevano Italia Uno” per vedere l’ultimo episodio e per ridere delle disgrazie di Malcolm e i suoi fratelli, col tempo hanno appurato che quella che poteva sembrare un’estremizzazione delle ingiustizie della vita, non è altro che una pura, vivace e pungente rappresentazione della realtà.

Introduzione

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2. ANALISI DELL’ORIGINALE

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2.1. FORMATO E SUPPORTO

Episodi e stagioni La serie televisiva Malcolm in the middle è composta da sette stagioni, per un totale di ben 151 episodi, ognuno della durata di circa 22 minuti. L’ideatore di questa sitcom statunitense, nonché sceneggiatore di tutti gli episodi, è Linwood Boomer. Per 129 episodi tra il 2000 e il 2005 è stato anche produttore e in un episodio del 2006 ha persino interpretato un personaggio.

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STAGIONE

EPISODI

PRIMA TV USA

PRIMA TV ITALIA

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2000

2004

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2000-2001

2004

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2001-2002

2005

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2002-2003

2005

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2003-2004

2005

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2004-2005

2006

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2005-2006

2008

Analisi dell’originale

Produzione e distribuzione Il prodotto mediale è stato prodotto da RIVR Media, Monarchy Enterprises B.V., Satin City Productions, Regency Television, Fox Television Network & 20th Century Fox Television.

Negli Stati Uniti d’America è stato trasmesso dalla rete televisiva Fox dal 9 gennaio 2000 al 14 maggio 2006, inizialmente alle ore 20.30 della domenica. La quarta e la quinta stagione alle 21 e la sesta alle 19.30 dello stesso giorno. L’ultima stagione invece è stata mandata in onda per la prima metà il venerdì sera alle 20.30 e per la seconda metà la domenica alle 19, ad eccezione dell’ultimo episodio spostato alle 20.30, orario originale dello show. Questi cambiamenti di orario della messa in onda, effettuati dalla Fox per far spazio a nuovi show, hanno portato ad un calo del numero di spettatori che nella prima stagione arrivavano ai 15.2 milioni, riuscendo comunque però a mantenere un nucleo di fan che gli ha consentito di raggiungere il traguardo della settima stagione. Con il ritorno in prima serata dell’ultimo episodio dell’intera stagione, la serie si conclude raggiungendo i 7.4 milioni di spettatori.

La frequenza settimanale ha permesso così al pubblico di affezionarsi alle vicende dei protagonisti, divertendosi per uso creativo degli stereotipi da parte degli scrittori. In un’intervista del 2014 riportata in un articolo de La Stampa, Linwood Boomer ha spiegato che «quando il soggetto venne acquistato dalla Fox c’era un nuovo direttore un po’ inesperto che lo ha approvato senza al-

cuna modifica. Lo show non era tra quelli di punta e così il network si è interessato a noi solo quando ormai avevamo girato la prima stagione».

Boomer ha inoltre affermato più volte di essersi ispirato alla propria infanzia per scrivere molte puntate, creando così una sceneggiatura in cui è facile intravedere la realtà nella quale gli spettatori riescono a rispecchiarsi perfettamente.

“FOX è orgogliosa di essere stata la casa di produzione di questa commedia rivoluzionaria” ha dichiarato Peter Liguori, presidente FOX Entertainment nel 2006. “Dai suoi valori di produzione innovativi ai suoi scrittori e cast eccezionali, questa serie ha contribuito a dare forma alla sitcom moderna. Ci mancherà questa famiglia esilarante e maniacale, eppure in qualche modo riconoscibile e ammirevole”.

Nel 2007 sono stati venduti i diritti di trasmissione della serie al canale FX, dove viene mandato in onda dall’autunno del 2007 fino all’autunno del 2010. Il 5 luglio 2009 alle 20 è invece stata trasmessa tutta la notte una maratona su Nite at Nite, spazio dedicato alle maratone serali per il canale Nickelodeon. Su questo canale però la serie ha subito alcune censure, per l’utilizzo di un linguaggio troppo forte per un pubblico di minori e quindi alcuni episodi sono stati modificati e addirittura vietati.

Dal 26 novembre 2010 è stato trasmesso sul canale TeenNick, dal 26 settembre 2011 su IFC e dal 5 marzo 2018 su Fuse.

Pensata per essere trasmessa e quindi guardata in televisione, la serie tv è stata girata in 480p in formato 4:3 per SDTV (Standard-definition television) e in 1080p formato 16:9 per HDTV (High-Definition television).

La televisione americana ha sempre conservato un maggiore dominio, ma Malcolm in the middle è diventata una serie cult in molti altri paesi del mondo.

In Italia nel 2004 Italia1 ne ha acquistato i diritti, trasmettendo la serie con il nome Malcolm dal 29 marzo 2004 al 5 febbraio 2008. L’edizione italiana per Mediaset è stata curata da Natasha Gerodetti per le prime due stagioni e da Sandro Fedele per quelle restanti, mentre il doppiaggio è stato eseguito da CDC Sefit Group. Sul canale italiano la serie veniva trasmessa dal lunedì al venerdì inizialmente alle 18, per poi essere spostata alle 16.

Da marzo 2005 sono state trasmesse delle repliche sul canale Fox e dal novembre dello stesso anno anche su Italia Teen Television. Dal 5 novembre 2008 sono state mandate in onda su Joi, dal 15 settembre 2008 su Boing e dal 18 febbraio 2011 sul canale Steel.

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Supporto DVD Dalla serie sono anche stati prodotti vari cofanetti e DVD in lingua inglese. Questi debuttarono con la prima stagione negli Stati Uniti d’America nel 2002. Le altre stagioni vennero pubblicate e vendute al termine della trasmissione in televisione, fino ad arrivare al cofanetto speciale “The Complete Collection Box Set” nel 2013.

Nel 2012 le stagioni iniziarono la vendita anche nel Regno Unito e nel 2013 in Australia, dove nel 2014 fu venduto un cofanetto che includeva anche una t-shirt della serie televisiva. I DVD arrivarono, tradotti in francese e tedesco, nel 2014.

Streaming online La serie compare nella maggior parte dei siti di streaming online, costituendo un vero e proprio cult della cultura pop. Il grande coinvolgimento del pubblico, dovuto alla forte identificazione personale, porta tutt’oggi molte persone a vedere o rivedere la serie su piattaforme online. Nonostante si sia conclusa ben dodici anni fa, rimane un punto di riferimento soprattutto per la generazione che appena tornata da scuola, si metteva davanti alla televisione e si divertiva con le avventure dei protagonisti.

Prima tv USA 2000

Prima tv Italia 2004

2002 Prima stagione in DVD 12

2013 Tutte le stagioni in DVD

2.2. TARGET E AUDIENCE La serie è stata trasmessa in America come TVPG (questo programma contiene materiale che i genitori potrebbero trovare inadatto per i bambini più piccoli) e per alcuni episodi delle ultime stagioni come TV14 (questo programma contiene materiale che molti genitori potrebbero trovare inadatto ai bambini sotto i 14 anni di età). La scelta della messa in onda in prima serata permette al prodotto mediale di essere visto delle famiglie americane che si rispecchiano in quella dei Wilkerson. Con le repliche trasmesse al pomeriggio, l’audience si è composta principalmente da bambini e ragazzi che guardano la televisione una volta tornati a casa da scuola. Anche la scelta oraria effettuata dalle reti italiane propone la serie televisiva allo stesso target. La vita di Malcolm era simile a quella degli spettatori, che in lui potevano ogni giorno rispecchiarsi, appassionandosi alle sue avventure, sicuri di non annoiarsi mai. Malcolm ha rappresentato il portavoce di una generazione di bambini insicuri su cosa il futuro avrebbe potuto riservare loro, descrivendo insieme a tutti gli altri personaggi la società reale, che ha permesso ai tipi più diversificati di audience di potersi riflettere all’interno della serie tv.

Inoltre la televisione ha avuto una forte influenza sulla generazione dei Millennials e questo telefilm ha avuto un ruolo cruciale nell’insegnare che non sempre la vita va come vorremmo, in quanto ingiusta.

Il target, composto essenzialmente da ragazzi appartenenti ad una fascia d’età che segue quella del protagonista durante le stagioni, e l’effettiva audience non coincidono del tutto.

La trasmissione sembra aver semplicemente raggiunto più telespettatori di quelli previsti e quindi aver avuto un successo inaspettato. Tuttavia, considerando il fatto che il messaggio della serie («life is unfair») può essere compreso da un’audience con una capacità di analisi critica maggiore rispetto a quella del target di riferimento, il raggiungimento di un’audience diversa dal target potrebbe essere stato pianificato. Probabilmente i produttori hanno voluto adoperare una tecnica di divulgazione

Analisi dell’originale

del messaggio “a macchia d’olio”, puntando su un target che potesse a sua volta diffondere il messaggio proposto dalla serie, attirando più spettatori. Con la messa in onda della serie in fascia serale venivano raggiunti i ragazzi che accendevano la televisione al termine dei compiti, coinvolgendo i propri genitori nella visione del programma, i quali potevano comprendere pienamente i profondi messaggi di critica. Allo stesso modo, i ragazzi di dieci anni che nel 2000 guardavano Malcolm per la prima volta, raggiunsero la settima stagione sei anni dopo, in piena età adolescenziale, pronti a comprendere i messaggi fino ad allora non percepiti.

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2.3 DESCRIZIONE E RAPPRESENTAZIONE Sinossi:

1^ stagione:

Malcolm è una sitcom americana dei primi anni 2000 che racconta le vicende di vita quotidiana di un bambino prodigio, Malcolm per l’appunto, e della sua caotica famiglia.

Il titolo per esteso: ”Malcolm in the middle” fa riferimento al protagonista, che è il “figlio di mezzo” tra due fratelli più grandi e due più piccoli.

Francis, il maggiore, spedito in accademia militare per la sua indisciplinatezza, Reese, il secondogenito, un bulletto attaccabrighe, Dewey, un ragazzino strambo spesso deriso dai fratelli e Jemie, il minore, un bambino gentile e forse un po viziato che comparirà solo nella quarta stagione.

Nella prima puntata della serie vengono presentati i personaggi principali all’interno della casa in un ambiente generale di caos, disordine, litigi, bisticci e rimproveri materni. Si vanno velocemente delineando i caratteri generali dei personaggi: la madre autoritaria, il padre permissivo e i figli per lo più sregolati ma con sfaccettature differenti.

Proseguendo nella narrazione si viene a scoprire che Malcolm ha un QI molto elevato e questo gli permette di prendere posto nella “classe dei secchioni” dove conoscerà Stevie, un ragazzo asmatico costretto sulla sedia a rotelle. Se in un primo momento questo “trasferimento” viene visto ma Malcolm come una sfortuna, in quanto avrebbe implicito l’essere additato come “secchione”, in seguito il protagonista accetta, su obbligo della madre, questa opportunità. Presto Malcolm diventa amico di Stevie scoprendo di avere con lui molto in comune ed accetta la sua nuova situazione nelle gerarchie scolastiche.

Durante il corso delle puntate ci vengono presentati alcuni personaggi minori che compariranno a tratti lungo tutta la serie: Craig, collega di Lois, di lei segretamente innamorato, Abe e Kitty, padre e madre devoti di Stevie, Jessica, la cinica bambina del vicinato e Caroline, la maestra di Malcolm.

La prima stagione si conclude senza grandi mutamenti o colpi di scena.

2^ stagione: La seconda stagione si apre con il ritorno in macchina dal parco acquatico della città (ultima puntata della prima stagione). La famiglia si trova bloccata in un ingorgo stradale, qui Malcolm può conoscere meglio la sua vicina Jessica della quale si innamorerà follemente; questo amore accompagnerà il protagonista per tutta la stagio14

ne. Negli episodi centrali viene fortemente trattata la tematica della violenza e del bullismo attraverso episodi paradossali come la creazione di un mondo tirannico del salotto di casa da parte di Reese, Malcolm che rompe per sbaglio un braccio ad una vecchietta prepotente o la rivincita di tutti i bulli della scuola sul povero Malcolm momentaneamente privo della “protezione” del fratello maggiore.

La stagione si conclude con la possibilità, poi smentita, che Lois possa essere rimasta nuovamente incinta; ciò da modo ai due di ripensare a tutti i guai che gli altri figli hanno causato, trovando sollievo nella negatività del test.

3^ stagione: Nella terza stagione vediamo la comparsa di nuovi personaggi. Nella classe di Malcolm arriva un nuovo insegnante apparentemente crudele che poi si rivelerà essere una brava persona. Nella terza puntata vediamo la comparsa di Sarah, la prima fidanzatina di Malcolm; la relazione dura poco in quanto il protagonista praticamente impazzisce per lei, non va più a scuola e picchia alcuni bambini che solo provano ad avvicinarsi a lei, questo porterà alla rottura dei due. Sempre nello stesso episodio Dewey trova il suo primo amico non immaginario, Ronnie per il quale organizza una festa a sorpresa.

La stagione si conclude con l’ultimo giorno delle medie per Malcolm e Stevie che si preparano per entrare nel mondo magico e spaventoso del liceo.

4^ stagione: La quarta stagione si apre con la scoperta da parte di Lois di essere nuovamente incinta. Pur essendo desiderosa di avere almeno un’altra femmina in casa, la madre insieme ad Hal decide di non volere scoprire il sesso del nascituro per non rimanere delusa.

Malcolm approda al liceo, mondo con il quale ha subito un impatto negativo in quanto, a causa di una brutta figuraccia causata dalla madre, gli viene subito affiliato il soprannome di Macchia, nomignolo che si porterà dietro per cinque anni.

Si scopre che Malcolm ha una dote naturale per il basket, entra così a far parte della squadra scolastica sperando di ampliare la sua cerchia di amici, che alla fine però non andrà molto più in la del fedele Stevie.

Oramai giunti al nono mese di gravidanza Lois è costretta a ricorrere ad un parto indotto che, per una serie di circostanze avverse ai personaggi, verrà eseguito in casa dal figlio maggiore Francis, gli altri tre figli e il padre insieme ad alcuni amici raggiungono la casa appena dopo la nascita del bebè. Bisognerà però aspettare la prima puntata della quinta stagione per scoprire il sesso del bambino poichè, nel momento esatto in qui Hal sta per rivelarlo, la sua voce viene coperta dalla sirena dell’ambulanza in ritardo, arrivata proprio in quel momento.

5^ stagione: Si scopre che il bambino è un maschio e che è stato chiamato Jamie, inoltre Francis che nelle stagioni precedenti aveva fondato un casinò in Alaska, poi fallito, si sposa con Piama, una ragazza pellerossa, con la quale aiuterà un’altra coppia di amici a mantenere un ranch in Texas.

A causa di un insuccesso amoroso Reese decide, anche se minorenne, di arruolarsi nell’esercito, diventa presto

un soldato perfetto e come “premio” viene mandato a combattere in Afghanistan.

L’azienda per cui lavora Hal viene incriminata per corruzione dall’FBI e dopo un processo che lo costringe per alcune settimane agli arresti domiciliali, grazie a Malcolm viene sollevato da ogni accusa ma oramai ha perso il lavoro. Anche Lois, caduta in depressione per le disavventure che sta passando la sua famiglia, perde il lavoro. Malcolm sta terminando il liceo, tra disavventure varie, cotte adolescenziali, piercipng alla lingua e fughe da casa, inizia anche a ricevere proposte da college prestigiosi che gli offrono borse di studio a causa della sua straordinaria intelligenza.

6^ stagione: Reese giunto in Afghanistan è terrorizzato dall’idea di andare in guerra e dunque inizia a fuggire per il mondo, Lois, sfruttando le sue abilità riesce ad intercettarlo in India convincendolo a ritornare a casa. Lois viene riassunta in prova al suo vecchio lavoro mentre Hal passa le sue giornate a prendersi cura del piccolo Jamie.

7^ stagione: La serie si conclude con il rifiuto da parte di Lois di far accettare a Malcolm un lavoro remunerativo pur di farlo andare ad Harvard e realizzare così il desiderio suo e del marito, ovvero che si formi con fatica per diventare un giorno uno dei migliori presidenti degli Stati Uniti d’America. Nelle ultime scene vedremo Francis che è diventato un uomo modello con un lavoro e una famiglia, Reese assunto come bidello nella sua scuola e Malcolm costretto a fare nel tempo libero il bidello ad Harvard per potersi permettere un’istruzione d’eccellenza. Inoltre Lois scopre di essere nuovamente incinta.

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Fatti “problematici”

L’episodio spesso comincia in medias res, con un avvenimento che ha già turbato la tranquillità della vita familiare come uno scherzo di un figlio, un problema sul lavoro, ecc. di cui si viene a conoscenza nei primi minuti della narrazione. Questo fatto è già interessante di per sè in quanto si viene a creare una sensazione di costante instabilità, priva di una tranquillità vera e propria. A questo si accumulano problematicità sempre crescenti, acuite dalle azioni e dai tentativi di risoluzione o più spesso mascheramento da parte dei protagonisti, sempre in maniera superficiale o paradossale. A questo punto si vengono a creare situazioni di apparente stallo, uno scherzo nascosto, un problema ignorato per troppo tempo, ecc. È in questo frangente che la maggior parte dell’episodio prende vita in quanto lo stato paradossale in cui volgono le vicende si presta alla perfezione a situazioni divertenti incrementate dalla sottile e variegata ironia dei personaggi.

Le puntate tendenzialmente terminano in due modi.

Malcolm, o a volte un altro personaggio trova una soluzione apparentemente folle, ma efficace, per risolvere il problema, o per lo meno attenuarlo il più possibile.

Oppure la situazione è talmente complessa ed inverosimile che “esplode in faccia” (anche letteralmente) ai protagonisti che alla fine dei conti traggono sempre una sorta di morale dai loro errori trovando un lato positivo in ogni contesto.

Si vengono così a creare episodi isolati con avvenimenti che raramente si ripercuotono sulla narrazione generale in quanto lo stato di apparente calma iniziale è ritrovato alla fine di ogni puntata.

Picco

Viene trovata una soluzione

Problematiche crescenti Calma già turbata da qualche fatto

Apparente risoluzione del problema Episodio

Ironia

Dinamica della puntata

Picco Incremento dell’ironia L’ironia lascia il posto alla morale Incipit ironico

Momento in cui la realtà prende il sopravvento sui problemi Episodio

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Analisi dell’originale

Critica sociale America Bullismo

Solitudine

Conflitto

Abilità nascoste

Disordine Violenza

Famiglia Comicità CasaScuola Life is unfair

Caricature

Innovazione

Disagio Inettitudine Isolamento

Matriarcato

Individualità

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TIMELINE 1956 Nasce Hal

1962 Nasce Lois

1983 Nasce Piama

1986 Nasce Reese

1994 Nasce Dewey

2000 Malcolm entra nella classe dei secchioni

Before Malcolm Malcolm diventa amico di Stevie Francis viene costretto ad andare all’accademia militare I Wilkerson vengono banditi dalla piscina locale

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1984 Nasce Francis

1988 Nasce Malcolm

Analisi dell’originale Nascita Scuola

2003 Nasce Jamie

2007 Nasce il sesto figlio

Avvenimenti Svolgimento serie TV

2004 Reese entra nell’esercito Francis si sposa con Piama

2002 Malcolm e Stevie finiscono le medie

2006 Malcolm si diploma

2011 Malcolm si laurea

Malcolm si fidanza con Sarah Dewey fa amicizia con Ronnie

2010 Reese si laurea

2005 Reese viene iscritto al corso di cucina

2025 Il sesto figlio si diploma Il sesto figlio inizia il college

Malcolm inizia il primo anno ad Harvard

Malcolm inizia il liceo

2001 Malcolm conosce Jessica

2017 Dewey si laurea

2012 Dewey si diploma Dewey inizia il college

2021 Jamie si diploma

After Malcolm

Jamie inizia il college

Reese viene assunto come bidello

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Linguaggio Verbale Ciò che caratterizza la serie televisiva e che probabilmente l’ha resa tanto popolare è, tra vari fattori, sicuramente la comicità che permea di continuo l’artefatto comunicativo. L’umorismo sfoggiato sempre dai personaggi è enfatizzato anche dalla rappresentazione caricaturale-parodica della società americana o, in generale, dei “cliché” presenti in tutte le civiltà del mondo.

L’espediente più usato è, infatti, la presa di stereotipi comuni e molto spesso la loro inversione, il ciò rende, insieme con l’inettitudine che caratterizza molti personaggi della serie, inevitabile la risata da parte dello spettatore. Le dinamiche familiari vengono molto estremizzate rispetto alle serie dei primi anni del 2000: la madre sempre irascibile e severa che comanda e tiene le redini della casa e dall’altra parte un padre che non è in grado di tenere sotto controllo nemmeno se stesso e che rappresenta più un altro figlio (fattori che capovolgono i normali ruoli all’interno delle classiche famiglie).

Hal può essere considerato l’espediente di comicità maggiore della sitcom e intorno a lui ruotano solitamente le vicende più divertenti. Egli infatti sovverte la figura di padre rappresentato in televisione: la sua affidabilità genitoriale è molto scarsa, di rado rappresenta un buon modello da imitare e le sue idee e pulsioni sono stravaganti e improvvise. Hal inquadra a pieno la figura dell’inetto, divenendo così esemplificativo di tutta la famiglia, in quanto raramente qualcuno si può salvare dall’esserlo.

Dal punto di vista del linguaggio vero e proprio utilizzato dai personaggi, esso si configura come molto colloquiale, naturale e scurrile, tipico della gente comune; è un linguaggio coinvolgente e vivace, che contribuisce a sti20

molare l’attenzione e consente una maggiore immedesimazione da parte dello spettatore (dato anche il contesto in cui si svolge la scena). I quattro figli presentano un tono e un linguaggio più semplice tipico dei bambini e dei ragazzini, con esclusione di Malcolm che spesso li contraddistingue per le sue capacità nozionistiche, anche negli ambienti meno formali. I genitori presentano, invece, un tono di voce opposto, il che rispecchia anche i loro caratteri: la madre si rivolge nella maggior parte con toni aggressivi, duri e accusatori verso figli e il marito, mentre il padre risulta sempre pacato e tende a stare sulla difensiva quando viene ripreso dalla moglie. È da questa rappresentazione iperbolica dei ruoli dei membri della famiglia che si genera un senso dell’humor unico, dato sia da un fattore realistico, che da una esagerazione dei personaggi e delle loro inettitudini.

La serie si differenzia da molte altre in quanto non è fatta su un palco, di fronte a un pubblico in studio. Malcolm in the middle è invece girata su un set interno di una casa e all’aperto, senza spettatori o traccia di risata.

Analisi dell’originale

Linguaggio Visivo Malcolm in the middle si differenzia da altre serie del periodo per vari motivi. Come già detto essa non viene girata in uno studio cinematografico, ma anzi viene realizzato come un film con un’unica telecamera per le riprese. Un’altra serie con la stessa tecnica è Sex and the City della HBO. Questo metodo a telecamera singola, usato raramente nelle sitcom, conferisce allo spettacolo un aspetto molto più realistico.

Le riprese assumono quindi un carattere quasi documentaristico. Questo ha permesso ai registi di creare inquadrature decisamente più interessanti rispetto agli show per famiglie, che proponevano una ricostruzione scenografica in studio e inquadrature statiche che ponevano lo spettatore nella posizione di audience da teatro. La sitcom propone, infatti, primi piani (fondamentali per la narrazione adottata) e scene molto più dinamiche, che riescono a esaltare la comicità degli eventi.

Si crea così un legame più intimo tra i personaggi e gli spettatori, permettendo a chiunque di immedisimarsi nei vari ruoli o situazioni.

Nella serie non si fa mai riferimento allo stato in cui questa è ambientata, probabilmente per evitare che il tutto risulti eccessivamente scenografico e poco realistico.

Questo ha sicuramente influito nel rendere le situazioni narrate come attuabili in qualsiasi parte degli parte degli Stati Uniti d’America, generando maggiore coinvolgimento da parte delle audience più isolate e con poca conoscenza di Los Angeles.

Un altro aspetto di interesse è che quasi ogni episodio di Malcolm in the Middle termina con il suono di una porta chiusa di scatto. Questo dettaglio permette di comprendere come ogni episodi funzioni e possa essere percepito come a sè stante; inoltre questa particolarità rispecchia bene il fulcro della serie, ovvero il continuo tentativo da parte dei figli di fuggire alla rabbia di Lois. Lo sbattere della porta rappresenta probabilemte la fine della pazienza da parte della madre.

Parlando invece di un aspetto meramente visivo e ottico, sono da notare i colori che caratterizzano la serie: essi sono prevalentemente colori caldi, forti e con saturazioni piene, presenti nella gran parte delle sitcom degli inizi 2000 (serie come Friends, Sex and the City, Una mamma per amica e altre). La cromia comprende quindi tonalità che contribuiscono a creare l’ambiente accogliente e empatico di un tipico ambiente familiare; tuttavia questa prima impressione viene poi sovvertita o enfatizzata dagli eventi e dalle vicende caotiche, che coinvolgono la famiglia protagonista.

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Il disagio Se in un primo momento la serie televisiva pone l’osservatore di fronte a situazioni comiche, coinvolgenti ed estremamente divertenti, quello che poi viene indirettamente trasmesso è anche un lieve sentimento di disagio. Questo elemento, tuttavia, non è sempre così esplicito, ma sicuramente presente. Basti pensare ad alcune scene, come quella in cui, a causa del caldo afoso nel deserto della California, la famiglia di Malcolm (in viaggio per un parco acquatico) decide di togliersi la maglietta per sopportare il calore. L’autovettura che il padre sta guidando ha gli interni in pelle, la quale, a causa del calore diventa appiccicosa. Viene mostrato un primo piano della pelle della schiena di Malcolm letteralmente staccarsi dal sedile, con tanto di accompagnamento sonoro. Il gesto, che suscita sicuramente ironia (vista la modalità estrema con cui il caldo viene presentato), lascia tuttavia lo spettatore leggermente disgustato, non abituato a vedere scene del genere in televisione. Benché questo sia solo un esempio, la serie è ricca di momenti in cui lo spettatore può comprendere la crudità, non solo visiva, con cui gli eventi vengono raccontati. Si tratta ovviamente di una tecnica di comicità, che riesce allo stesso tempo a far comprendere il vero stato esistenziale vissuto dalla famiglia Wilkerson: una vita nel disagio, mascherato dal sorriso.

I livelli di ironia nella serie televisiva Ironia superficiale: le gaffes, i forti e evidenti contrasti, le figure retoriche più semplici come l’iperbole.

Ironia profonda: le analogie tra le vite dei personaggi e le corrispondenze tra gli eventi collocati in periodi diversi.

Pensiero critico: la critica sociale.

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Analisi dell’originale

La rottura della “quarta parete” Malcolm In The Middle è una delle prime serie che rompe la quarta parete in tutti i sensi, in quanto il protagonista si rivolge direttamente allo spettatore coinvolgendolo con i suoi commenti spesso sprezzanti. Per quarta parete, infatti, si intende quel “muro” immaginario che intercorre tra il palco, o la scena, e lo spettatore. Di conseguenza per “rottura della quarta parete” si vuole indicare quell’artificio meta-rappresentativo secondo cui un personaggio della finzione narrativa si rivolge direttamente al pubblico o rende esplicito che tutto l’artefatto non è reale. Questa tecnica ha origine dalla teoria di Bertolt Brecht del “teatro epico”; egli la sfruttò soprattutto per permettere al pubblico di avere un occhio critico su quanto visto, attraverso il senso di alienazione. Molti artisti hanno usato questo effetto per rendere il pubblico più attivo e coinvolto nella rappresentazione messa in scena. Sempre in ambito teatrale, la rottura della quarta parete fu utilizzata in Italia da Luigi Pirandello in svariate opere tra cui la più famosa è Sei personaggi in cerca di autore, nel quale i personaggi si allontanano addirittura dal palco stesso, interagendo col pubblico.

Nella cinematografia, invece, viene introdotta come parte del racconto, quando un personaggio si rende conto di fare parte di una finzione e coinvolge direttamente lo spettatore; in questi casi si parla anche di metafinzione. Questo è ciò che accade in film come Last Action Hero, La rosa purpurea del Cairo e altri telefilm (oltre a Malcolm) come House of Cards. Anche nei cartoni ani-

mati viene sfruttata soprattutto per finalità umoristiche, come avviene in Bugs Bunny, WIlly Coyote, Le follie dell’imperatore o ancora La casa di Topolino.

Come avviene per Malcolm In The Middle, l’improvvisa rottura della quarta parete provoca un effetto comico, poiché l’inatteso mutamento del punto di vista e l’anomalia delle normali convenzioni della finzione narrativa sorprendono lo spettatore e creano umorismo.

Quando Malcolm dice qualcosa alla telecamera, gli altri personaggi che sono presenti attorno a lui sono totalmente inconsapevoli di ciò che sta facendo. È un modo per il pubblico di sapere esattamente ciò che sta pensando. L'aspetto straordinario di questo espediente è il fatto che sembra totalmente naturale. Nel “mondo della storia”, i personaggi non si accorgono che Malcolm sta parlando con gli spettatori, anzi, sembra che egli si sia girato da un lato per parlare a se stesso per diversi secondi se non di più: il che funziona perfettamente.

La familiarità degli spettatori con le convenzioni della finzione filmica, letterale o quant’altro è stata sfruttata da molte opere definite post-moderne; tuttavia Malcolm si può definire semplicemente una sitcom moderna, in quanto appartenente ai primi anni 2000 e fortemente innovatrice per l’epoca.

Altre sitcom americane, della fine del 900 o inizi anni 2000, dove i personaggi si rivolgono direttamente in modo comico allo spettatore sono Moonlighting (1985– 89), The Bernie Mac Show (2001–06) e la voce narrante di My Name Is Earl (2005–09).

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2.4 DECOSTRUZIONE FORMALE Malcolm Malcolm Wilkerson è il protagonista della serie. Già nel primo episodio dimostra di essere il più intelligente della sua famiglia, questo comporta un senso di superiorità insensato ed un forte desiderio di rivalsa nei confronti della sua vita piena di disagi; sarà spesso questo atteggiamento che portera guai a lui ed ai suoi fratelli. È un emarginato sociale, anche perché additato da tutti come secchione, e trascorre la maggior parte del suo tempo libero da solo o con il suo amico Stevie.

La sua mancanza di amici e popolarità è causata principalmente dalla situazione familiare, in particolare dalle personalità bizzarre dei genitori, ma da questi derivano anche bisogno di giustizia e verità.

Nell’episodio pilota, Malcolm dimostra di avere un QI di 165, il che lo classifica come “eccezionalmente dotato” rendendolo agli occhi di tutti un genio. L’intelligenza di Malcolm gli permette di eccellere in tutte le materie scolastiche, in particolare in matematica, è infatti in grado di eseguire problemi algebrici complessi nella sua testa senza bisogno di annotare nulla. Come tutti i geni, Malcolm non ha un grande rispetto per la società in generale, in quanto sostiene che nel mondo ci siano troppe “cose ingiuste” per cui non viene fatto nulla. L’intelligenza di Malcolm però ha un limite, quando c’è da risolvere un problema, se non gli viene lasciato tempo a sufficienza per pensare ed è costretto a prendere decisioni affrettate, le idee risulteranno il più delle volte negative e controproducenti.

Oltre all’incredibile intelligenza Malcolm ha una straordinaria memoria, principalmente per, come dice lui stesso: ”Tutto ciò che rovina la mia vita”, ovvero per tutti i fatti spiacevoli che contraddistinguono la sua esistenza.

Il rapporto con i fratelli è caratterizzato da una sottile vena d’astio, dovuta al fatto che Malcolm risulta sempre “quello speciale” e per questo viene spesso emarginato. Ci sono comunque momenti in cui anche Malcolm prende parte a eventi di amore ed amicizia fraterna, 24

principalmente scatenati dall’esito di scherzi orditi dai quattro fratelli.

A causa del suo ego e dalla sua arroganza, Malcolm è spesso cieco nei confronti delle sue mancanze morali e ha costantemente bisogno di dare la colpa a qualcuno per tutto ciò che accade nella sua vita.

Nell’episodio finale, viene rivelato che Hal e Lois non pianificano da anni un futuro preciso per Malcolm, che oramai sta per andare al college. Poiché Malcolm supera costantemente le aspettative dei suoi genitori, sia per il suo intelletto, sia per il suo carattere, è stato pianificato che dopo anni di dura gavetta, fatica e sudore, sarebbe dovuto diventare il migliore Presidente degli Stati Uniti di tutti i tempi.

“[...] Ma continueranno a guardarti dall’alto in basso, ma ancora non avrai sofferto abbastanza.”

Nei discorso finale Lois dice :”Ad Harvard dovrai lavorare di più dei tuoi compagni di classe e realizzare più di quello che fanno, ma continueranno a guardarti dall’alto in basso, ma ancora non avrai sofferto abbastanza”. Anche se sembra che Malcolm abbia sofferto tutta la vita e possa finalmente “riposare”, ancora una volta, volente o nolente, dovrà sottomettersi al volere, in definitiva buono, della sua famiglia che, ancora una volta lo guida verso la scelta migliore per il suo futuro e che lo valorizzerà al meglio.

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

Maschio 13-19 5 dicembre 1986 Star City, California Studente Episodio pilota Frankie Muniz

Analisi dell’originale

Francis

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

Maschio 16-22 20 gennaio 1982 Star City, Texas Soldato,Consulente aziendale Episodio pilota Christopher Masterson

Francis Wilkerson è il più anziano dei fratelli Wilkerson, piantagrane di professione, viene spedito in accademia militare per la sua insubordinazione familiare, è infatti in continuo conflitto con la madre che, pur amandolo in quanto figlio, deve sempre dimostrarsi superiore, anche se spesso questo comporta un apparente astio insensato.

Nella terza stagione si scopre che Lois era incinta di Francis già prima del matrimonio con Hal, si può dunque ipotizzare che questa gravidanza sia uno dei motivi per cui i due si siano sposati così giovani.

Fin da piccolo, Francis è guidato da un forte bisogno di libertà e indipendenza. È un ribelle con i fiocchi.

Questo è fondamentalmente la motivazione principale delle sue bravate contro Lois.

Hal afferma che le prime parole del figlio fossero state: ”Stai zitta!”, rivolgendosi a Lois, a sottolineare un astio quasi innato del ragazzo. Francis infatti preferisce incolpare la madre della maggior parte dei suoi problemi piuttosto che accettarne la responsabilità.

mantenere un ranch in Texas. Tra le tante ragazze di Francis questa è l’unica “approvata” da Lois, in quanto la vede come un primo passo di normalità per il figlio.

Alla fine della serie Francis diventa un uomo fatto e finito, con una famiglia, una casa, un lavoro rispettabile ed uno stipendio a fine mese. L’aspetto ironico della situazione è che, pur di non dare alla madre la soddisfazione di vedere che finalmente non è più un disadattato, le tiene segreta tutta la sua vita, facendole credere che nulla sia cambiato.

“[...] Un codardo muore un migliaio di volte.

Un soldato muore, ma una sola volta.”

Sebbene sia vissuto fuori casa dall’inizio della serie, Francis è uno dei personaggi principali dello show. È presente quasi in ogni puntata fino alla quinta stagione; ricoprirà nell’ultima per tirare le fila generali della storia.La storia di Francis viene mostrata attraverso numerosi flashback, soprattutto durante la prima stagione, dove ci vengono raccontate tutte le sregolatezze del ragazzo, come l’alcol, il fumo e il gioco d’azzardo.

Nella quinta stagione, durante la sua permanenza in Alaska, Francis si sposa con Piama, una ragazza pellerossa, con la quale aiuterà un’altra coppia di amici a

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Reese Reese Wilkerson è il secondogenito di Lois e Hal, e dunque fratello maggiore di Malcolm. È di fatto un bullo, tanto a scuola con i suoi compagni di classe, quanto a casa con i suoi fratelli minori, in particolare con Malcolm, spesso punito a casa della sua intelligenza.

Delinquente nato, fiero di esserlo, Reese non pensa mai alle conseguenze delle sue azioni, semplicemente agisce non appena gli viene in mente qualcosa, il più delle volte una cattiva idea che comporterà ripercussioni ancora peggiori.

Anche se gli esiti scolastici non lo dimostrano, Reese è tanto intelligente quanto suo fratello Malcolm, semplicemente non ha il bisogno di dimostrarlo, anzi, si impegna volontariamente per non sembrare un secchione, status quo che lo danneggerebbe agli occhi dei suoi compagni.

Ha anche dimostrato in più di un episodio di essere un cuoco provetto, preparando cene e rinfreschi con i fiocchi; inoltre è un eccellente stratega, talento che impiega principalmente per elaborare piani ai danni di Lois ed Hal. Nel finale di serie, viene assunto come bidello nella sua vecchia scuola superiore, realizzando così il sogno di andarsene di casa, liberandosi dall’oppressione della madre. Infatti, non appena ottenuto il lavoro si trasferisce da Craig, il collega di Lois, iniziando così una nuova vita.

Reese non ha empatia, non riesce a concepire la differenza tra giusto e sbagliato, fondamentalmente agisce in base ai sentimenti, e compie azioni crudeli per il semplice gusto di farlo, a prescindere dai problemi in cui si imbatte. Contraddistinto da una pigrizia di fondo, Reese agisce solo per un guadagno personale o per i suoi pro-

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

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Maschio 13-19 25 febbraio 1985 Star City, Texas Studente, Cassiere, Bidello Episodio pilota Justin Berfield

getti malvagi.

Nonostante un’ostentata spavalderia violenta, Reese è in realtà estremamente vigliacco e fugge non appena la situazione si rivolta contro di lui. Reese ha perfettamente la coscienza di essere un fratello terribile, quando infatti i fratelli gli fanno notare la sua crudeltà insensata, annoverandolo come: “Il peggior fratello di sempre”, lui risponde fiero: “I KNOW!”.

“Ok, ho mangiato i cupcake che hai cucinato per la lezione di Dewey la scorsa notte, e ho preso la patente di papà per fare una falsa identità, e non posso restituire la tua collana perché l’ho già venduta.”

Analisi dell’originale

Dewey Dewey Wilkerson è, almeno fino alla quarta stagione, il figlio più piccolo di Lois ed Hall e risulta il più vessato dai fratelli maggiori che lo trattano come uno zerbino.

Nella prima stagione Dewey ci viene presentato molto piccolo, frequenta infatti la prima elementare, e da subito emergono chiari i suoi tratti distintivi. È un bambino bizzarro, tanto nell’aspetto quanto nei modi di fare, è solito infatti infilarsi oggetti, anche non di piccole dimensioni, nelle orecchie e nel naso, come ad esempio macchinine o soldatini di piombo.

Come tutti i suoi fratelli eccelle in qualcosa; se per Malcolm è la matematica e per Reese la cucina, per Dewey il punto forte è il mondo artistico. È infatti un abile compositore di pianoforte, vincerà anche numerosi premi, e un sopraffino pittore, dote che dimostra già in tenera età. Una caratteristica del rapporto tra Dewey e la sua

famiglia è che spesso viene dimenticato, Lois, in certi episodi, letteralmente si dimentica di avere un quarto figlio da accudire. Dewey viene più volte dimenticato allo zoo, in macchina, la famiglia si dimentica del suo compleanno, ecc.

Dei quattro figli è quello che passa più tempo davanti alla TV, e probabilmente per questo risulta il più lento dei fratelli a livello cognitivo. Inoltre ha la certezza che i personaggi della televisione parlino direttamente a lui e per questo spesso lui, di nascosto, intrattiene complessi discorsi con il televisore. Tutto questo è indice di una forte immaginazione che spesso porta il ragazzino a distaccarsi dalla realtà e dalle complesse situazioni familiari e sociali che lo toccano Pur non dandolo a vedere nei fatti, Dewey risulta intelligente tanto quanto i suoi fratelli, tuttavia viene inse-

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

rito nella classe delle “esigenze speciali” a causa di un malinteso tra Lois ed i professori. In questa situazione Dewey trova il lato positivo ritrovandosi eletto a capo della classe risultando essenziale ad ogni singolo “bambino speciale” in una qualche maniera.

A differenza dei fratelli, Dewey è buono e gentile, mette spesso gli interessi altrui prima dei suoi e da questo ne guadagna sempre, a differenza dei fratelli che, provando in tutti modi a soddisfare i loro bisogni non guardando in faccia niente e nessuno, risultano vinti dalle circostanze.

Una volta che i fratelli maggiori se ne vanno di casa, nell’ultima puntata della serie, risulta evidente che sarà lui il fratello più grande a cui dovrà fare riferimento il piccolo Jamie per portare avanti scherzi e burle a danno dei genitori.

Maschio 6-13 12 luglio 1991 Star City, Texas Studente Episodio pilota Erik Per Sullivan

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Lois Lois è la madre di Malcolm e dei suoi fratelli. È una donna testarda e calcolatrice, vista dai figli come “Una bestia crudele e feroce”, in definitiva mai felice della sua situazione, che da la colpa della sua mancata felicità alla frenesia distruttiva dei figli che non le permettono mai di stare in pace. Lois ha il bisogno fondante di tenere sempre tutto sotto controllo, di avere sempre in pugno la situazione, ma questo spesso e volentieri non le riesce a causa dell’incontrollabilità dei figli, in particolare di Francis con il quale ha un rapporto di eterno conflitto ed astio.

La funzione nella serie di Lois è dunque quella di antagonista al protagonista e a tutti i personaggi, fatta eccezione per Hal per il quale risulta una moglie fedele e devota.

La testardaggine è un’altra caratteristica di Lois, il suo orgoglio la fa spesso andare contro la logica ed il buon senso. Si ritiene nel giusto in ogni situazione, anche se è evidente a tutti che così non è, ma in quanto giudice, giuria e boia della casa, è difficile per i figli anche solo provare a controbattere con le sue posizioni e decisioni.

Nella famiglia Lois è indiscutibilmente il punto di riferimento, il capo. Quella di Malcolm è una famiglia matriarcale, è Lois ad avere l’ultima parola sulle decisioni, a decidere le punizioni, spesso crudeli sui figli, ad imporre il suo punto di vista su tutto e tutti.

“Oh santo cielo, vuoi smettere di giocare!

Questo è il nostro termometro rettale?”

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

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Femmina 41-47 21 dicembre 1958 Canada Cassiera Episodio pilota Jane Kaczmarek

In definitiva pur con tutto questo rancore ed astio Lois rimane una madre affezionata ai suoi figli. Emerge, sopratutto alla fine della serie, che, pur con tutti i difetti del caso, Lois agisce solo ed esclusivamente per l’idea di bene che ha nei confronti dei suoi figli, sulla base di quello che ritiene il meglio per loro. Purtroppo però, non tiene in considerazione minimamente il parere dei diretti interessati, ed è questo che trasforma Lois in un mostro agli occhi dei figli, l’idea che loro non siano padroni della loro vita ma che un’altro debba decidere per loro. Malcolm in particolare subisce questa oppressione; infatti pur con tutta la sua intelligenza, anche diventato adulto, non ha il potere di scegliere in autonomia cosa sarà della sua vita.

Analisi dell’originale

Hal Hal Wilkerson è sposato con Lois ed è padre di Francis, Reese, Malcolm, Dewey e Jamie. È un tipo rilassato, quasi non cosciente della situazione in cui si trova la sua famiglia, è assolutamente assoggettato alla volontà della moglie alla quale fa sempre riferimento per qualunque decisione familiare e non. È di fatto un uomo immaturo ed inetto in quanto bloccato dalla paura di sbagliare agli occhi della moglie deludendola.

In diversi episodi emerge il suo lato bambinesco, si più immaginare che da piccolo fosse guastafeste esattamente come i suoi figli, e questo aspetto emerge spesso nell’aiuto che da ai quattro fratelli nell’organizzare o nascondere degli scherzi alla madre.

“Non preoccuparti tesoro, l’ho preso, e non me lo lascio più scappare quel birbante”

Pur essendo di gran lunga più gentile di Lois, risulta un padre incompetente ed assente, non fisicamente, ma risulta quasi insignificante nella vita dei figli trattati con estrema negligenza. È un bugiardo cronico ed è disposto a mettere nei guai i suoi figli pur di non incorrere nelle ire della moglie, quasi come fosse il quinto figlio, quello maggiore che Lois deve tenere a bada.

Dunque Hal è la classica figura-stereotipo del padre americano assente, indifferente alle vicende familiari, sempre con la testa altrove.

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

Maschio 43-49 7 marzo 1956 Star City, Texas Disoccupato Episodio pilota Bryan Cranston

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Jamie

Piama

Jamie Wilkerson è il figlio minore della famiglia di Malcolm. Il suo concepimento viene annunciato durante la quarta stagione, ma nascerà solo nella prima puntata della quinta.

Essendo così piccolo per tutta la serie (compie tre anni appena prima del finale), Jamie non è contraddistinto da una personalità particolarmente colorita, almeno non tanto quanto i quattro fratelli maggiori. Tuttavia in alcuni episodi iniziano ad intravedersi i tratti tipici della sua famiglia: una spiccata e precoce intelligenza sopra la media che lo porta ad essere scaltro e leggermente manipolatore e l’innata propensione a combinare guai.

Inizialmente Jamie, ancora in fasce, viene interpretato da due sorelle gemelle Kara e Jessica Sanford, e in seguito dai fratelli gemelli, James e Lukas Rodriguez. questa decisione è stata dettata dal fatto che i bambini sono “attori imprevedibili” e dunque, nel caso di una momentanea indisposizione di un fratello/sorella poteva recitare l’altro gemello/gemella.

Quando Lois e Hal scoprono di aspettare un altro bambino la reazione iniziale risulta essere uno sconforto generale, sia per un disagio economico che si sarebbe ulteriormente aggravato, sia, memori della difficoltà avuta con i quattro fratelli maggiori, per la possibilità di avere un quinto piantagrane in casa. Se in un primo momento la reazione è di sconforto e delusione, durante i nove mesi di gravidanza tutta la famiglia impara ad amare il bambino e, quando Jamie viene alla luce, da subito è amato.

Piama Tananahaakna è una ragazza pellerossa, nativa americana è la moglie di Francis. I due si sposano nella quarta stagione, lei a 19 e lui a 22 anni. Fa la sua prima apparizione a metà della terza stagione ed accompagnerà Francis fino alla fine della serie. La vita di Piama è stata tutt’altro che facile; maltrattata ed abbandonata dai genitori, trascorre parte della sua giovinezza in galera affermando però che “non era stata colpa sua”.

Uscendo da un matrimonio fallimentare durato qualche mese, conosce Francis in Alaska in un casinò ed in poco tempo sboccia l’amore, dettato principalmente da un desiderio di libertà incontenibile che li accomuna. Piama non viene immediatamente accettata dalla famiglia di Francis, in particolare da Lois che la vede come l’ennesima scelta sbagliata del figlio. Dopo numerosi tentativi di allontanamento della ragazza, Lois però si accorge che ha di fronte una ragazza buona e devota al marito, e, memore del suo rapporto complicato con i genitori di Hal, decide di accettarla nella famiglia, riconoscendola come un passo verso la normalità nella vita di Francis.

Una volta sposati Francis e Piama si trasferiscono in Texas, dove aiutano una copia di amici, i Mannkusser, a gestire un onore ranch. Qui trascorrono l’arco narrativo di quasi tre stagioni. In questo tempo ci viene mostrato che il rapporto tra i due novelli sposi non differisce di molto da quello tra Hal e Lois. Piama infatti si dimostra ferma ed autoritaria nei confronti del marito, almeno quanto Lois, e Francis si ritrova perso senza il supporto ed il consiglio della moglie, esattamente come Hal.

Genere Età Data di nascita Città natale Prima apparizione Interprete

Genere Età Data di nascita Città natale Professione Prima apparizione Interprete

Maschio 0-3 29 settembre 1997 Star City, Texas Baby parte 2, quarta stagione Kara Sanford,Jessica Sanford James,Lukas Rodriguez

Femmina 18-21 3 ottobre 1983 Alaska Casalinga Compleanno di Hal, terza stagione Emy Coligado

Analisi dell’originale

Stevie Stevie Kenarban è un ragazzino handicappato costretto sulla sedia a rotelle, da qui il soprannome “rotelle”, con un forte problema d’asma dovuto che gli impone di parlare molto lentamente, è inoltre caratterizzato da uno spesso paio di occhiali che caratterizzano il personaggio in maniera marcata. È il migliore amico di Malcolm.

I due si conoscono nella classe dei “piccoli geni” e scoprono di avere ben poco in comune, a parte la passione per i fumetti e la genialità incompresa, da qui partirà un’amicizia che li accompagnerà, con alti e bassi, fino alla fine della serie.

A differenza di Malcolm, Stevie è umile e gentile, sfrutta la sua intelligenza per risolvere i problemi e non per causarli. Anche lui è additato come secchione, ma, in quanto handicappato non è vessato dai bulli perché

come dice Reese “Picchiare un handicappato è una cosa terribile”.

Steve è un personaggio estremamente ironico, anche solo per il fatto che, a causa dell’asma, ogni 3-4 parole deve prendere un respiro profondo, è dunque impossibile mantenere una conversazione con lui che duri meno di qualche ora.

disabilità è quando gli altri ragazzini si lamentano delle loro apparenti sfortune e di quanto la vita sia ingiusta ,pur trovandosi evidentemente in una situazione migliore della sua.

“Is Malcolm...there?”

Anche se si trova in una situazione drammatica Steve si lamenta di rado, sia perché è abituato alla sua condizione, sia perché ha un animo molto forte, sicuramente più dei genitori, generalmente spaventati dalla vita, che nei suoi confronti hanno un atteggiamento ultra-protettivo.

L’unica situazione in cui è portato a menzionare la sua

Genere Età Data di nascita Professione Prima apparizione Interprete

Maschio 12-18 30 agosto 1988 Studente Episodio pilota Craig Lamar Traylor

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Craig

Abe

Craig Feldspap è un collega di lavoro di Lois ad Lucky Aide, di lei follemente innamorato da sempre. Questo amore non corrisposto caratterizza tutta la vita di Craig che imperterrito cerca in tutti i modi, in vano e goffamente di conquistare Lois. È rappresentato come un personaggio che mal sopporta la vita, maldestro e infantile, anche se in alcune occasioni, con lampi di eroismo, dimostra di poter essere molto di più.

Alla fine della serie Craig diventa coinquilino di Reese, che ha iniziato il lavoro da bidello nella sua ex scuola superiore andandosene di casa. Anque questa decisione è fatta per compiacere Lois dando un alloggio gratuito al figlio.

Abraham “Abe” Kenarban, marito di Kitty e padre devoto ed ultra-protettivo di Stevie. È inoltre il migliore amico di Hal, i due trascorrono spesso serate a giocare a poker insieme agli amici Brian, Malike, Steve e Trey. Abe è un individuo pauroso e vile, incline ad attacchi di panico ed asma, proprio come il figlio. È completamente assoggettato alla volontà della moglie, che cerca di controllarne ogni aspetto della vita, come l’alimentazione, Abe è infatti obeso, controllo dal quale il marito tenta di sfuggire mangiando di nascosto.

Nella quarta stagione, in seguito ad un violento litigio, Kitty abbandona Abe e Stevie e decide di divorziare.

Abe è un uomo debole, incapace di combattere per ciò che ama, infatti in seguito a questa decisione della moglie lui non reagisce in alcuno modo, semplicemente lascia che accada.

Genere Età Data di nascita Professione Prima apparizione Interprete

Genere Età Data di nascita Professione Prima apparizione Interprete

Maschio 34-40 6 settembre 1968 Impiegato al Lucky Aide Vestito rosso, prima stagione David Anthony Higgins

Maschio 37-43 24 luglio 1954 Impiegato Sleepover, prima stagione Gary Anthony Williams

Analisi dell’originale

Kitty Kitty Kenarban, moglie di Abe e madre di Stevie che lo segue in modo estremamente protettivo.

Inizialmente molto timida e taciturna, ma dopo aver conosciuto Lois e aver accettato i suoi consigli diventa esplosiva e molto decisa nelle proprie decisioni, infatti cerca di controllare il marito in ogni suo gesto.

Nella quinta stagione divorzia da Abe e abbandona la propria famiglia per diventare un’attrice pornografica, ma nella sesta stagione tornerà prima a casa dei Wilkerson per chiedere aiuto, anche se non verrà scusata da Lois e poi da Abe che la perdona.

Genere Età Data di nascita Professione Prima apparizione Interprete

Femmina 34-41 1 settembre 1957 Attrice pornografica Sleepover, prima stagione Merrin Dungey

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Famiglia Wilkerson

Victor e Ida

Lois

Famiglia Kenarban

Hal

Kitty

Abe

Stevie Piama

Francis

Reese

Malcolm

Dewey

Jamie 34

Analisi dell’originale

Relazioni e rapporti tra i personaggi principali

Hal Wilkerson

Lois Wilkerson

Francis Wilkerson

amicizia amore rivalitĂ lavoro rapporto dinamico (amore e odio)

Kitty Kenarban

Abe Kenarban

Reese Wilkerson

Stevie Kenarban

MAlcolm Wilkerson

Craig Feldspar

Dewey Wilkerson

Jamie Wilkerson

Piama Tananahaakna

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Il rapporto di Lois con la famiglia Hal

Lois e Hal si amano profondamente, hanno un buon rapporto e un buon matrimonio. I due amano trascorrere del tempo insieme a tal punto da trascurare o dimenticarsi a volte dei figli.

Hal tuttavia teme fortemente Lois, proprio come i figli e accade spesso che venga punito per i gesti irresponsabili che compie. In un episodio egli arriva perfino a corrompere i suoi figli perché si prendano la colpa di un danno da lui fatto pur di evitare l'ira di Lois. In numerose occasioni Lois ha dimostrato di non sopportare la stupidità e la non curanza di Hal nei confronti dei figli. Proprio come loro, Hal cerca di uscire dai guai e non perde occasione di dimostrare che Lois invece ha torto. Nonostante questo, la maggior parte delle volte Hal prende le parti della moglie e le permette di punire i ragazzi per il loro comportamento scorretto. Il desiderio più grande di Hal è quello di invecchiare e passare il resto della sua vita felice con Lois, sebbene la presenza dei figli e la loro vivacità.

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Francis

Francis è il figlio con cui Lois discute maggiormente. I due sono stati in “guerra” tra loro sin dal giorno in cui è nato e a causa del suo comportamento Lois è stata costretta a diventare una maniaca del controllo. L’obbiettivo della vita di Francis sembra quello di opporsi a tutti i costi a sua madre, rifiutando ogni tipo di imposizione.

La biasima per tutti i suoi problemi e si rifiuta di accettare la responsabilità dei propri fallimenti e dei propri danni. Una volta frequenta un gruppo di supporto A.A. (nonostante non fosse affatto un alcolizzato) in cui descrive sua madre come peggiore del diavolo stesso. L’odio di Francis per Lois, tuttavia, può essere giustificato in una certa misura poiché Lois lo ha intenzionalmente umiliato in numerose occasioni; tuttavia, non mancano episodi in cui invece prende le sue difese. Anche Lois dimostra il suo amore per Francis svariate volte; ciò che lei desidera maggiormente è che suo figlio cambi comportamento e diventi un adulto responsabile. Questo in realtà si verifica alla fine della serie quando Francis ottiene un nuovo eccellente lavoro, ma lo nasconde alla madre pur di non darle la soddisfazione di sapere che finalmente sta facendo qualcosa che lei apprezzerebbe.

Reese

Reese è il figlio che Lois disprezza maggiormente. Non lo tollera per la sua natura delinquenziale e per essere una vera peste. Infatti Lois spesso punisce duramente Reese per le sue azioni e si diverte a farlo soffrire; una volta ha persino permesso a Dewey di continuare a torturarlo mentre era chiuso in una cassa. Lois prova in alcune occasioni a dare a Reese l'opportunità di riscattarsi e diventare una persona migliore, come in "Garage Sale”(nell’episodio Lois affida a Reese la vendita del garage di famiglia ottenendo solo una delusione); tuttavia questi tentativi di solito finiscono in un vero disastro.

Dopo gli eventi di "Garage Sale", Lois accetta che Reese è completamente senza speranza e vuole semplicemente che esca di casa, come dimostrato nella puntata “Graduation”. Nonostante ciò, Lois dimostra che si prende cura di Reese difendendolo quando viene umiliato.

Mentre Reese la maggior parte delle volte si diverte a infrangere le sue regole e vederla infelice, dimostrando di rado che in realtà le vuole bene.

Analisi dell’originale

Malcom

Malcolm è sicuramente il figlio più amato dai genitori.

Da quando scoprono che è un genio, Lois non fa altro che interferire con la sua vita e tenta di controllarlo in ogni modo. Lois infatti lo costringe a lavorare con lei a Lucky Aid contro la sua volontà e si rifiuta di lasciargli scegliere il suo percorso professionale. La madre gli impedisce anche di uscire con delle ragazze e una volta ha anche dichiarato che sarà lei a scegliere sua moglie.

Tuttavia, il comportamento di Lois deriva da una buona volontà, poiché considera Malcolm l'unico dei suoi figli (insieme a Dewey) che può aspirare a qualcosa e per questo tenta sempre di motivarlo a sfruttare il suo potenziale. Per questo Malcolm cerca disperatamente di uscire dalla sua presa, ma raramente ci riesce. Nell'ultimo episodio della serie, Lois impedisce a Malcolm di accettare un lavoro ben pagato, imponendogli di andare al college, dove continuerà a studiare per poi diventare presidente degli Stati Uniti.

Nonostante i numerosi litigi Lois e Malcolm vanno d’accordo in quanto il figlio, essendo quello con più testa, sa meglio ciò che deve o non deve fare.

Dewey

Dewey è il figlio meno considerato della famiglia. Essendo il quarto figlio, Lois afferma di non aver mai avuto il tempo di dargli molta attenzione e persino di non avere alcuna foto di quando era un bambino. A differenza di Hal, che comunemente tenta di rincuorare Dewey dopo averlo ignorato, Lois raramente fa lo stesso e continua a dargli scarse attenzioni. Come per il resto dei suoi figli, Lois punisce duramente Dewey quando infrange le regole e si arrabbia ogni volta che si mette nei guai. Nonostante ciò, la madre riconosce che Dewey è molto talentuoso e intelligente e che per questo raggiungerà vari traguardi nella vita. Dewey d'altra parte disprezza sua madre per come lo ignora e soffre per tale motivo, considerandola una cattiva madre. Una volta l’ha persino “tradita”, iniziando a uscire con una mamma migliore e ciò le ha spezzato completamente il cuore. Per scusarsi, Dewey si fa tatuare il suo nome sul petto per dimostrarle il bene che le vuole.

Jamie

È molto evidente che Lois era visibilmente scioccata quando ha scoperto di essere incinta di Jamie e si è spaventata all'idea di crescere un altro bambino. Jamie dapprima mette Lois e Hal nell'inferno completo e Lois dichiara addirittura di non sopportarlo, ma ovviamente arriva ad amarlo proprio come gli altri suoi figli. Jamie è stato l'unico dei suoi figli a sfinirla completamente e a costringerla a compiere una punizione estrema per tenerlo sotto controllo. Come con Dewey, Lois ha iniziato a trascurare quasi completamente Jamie, finché Dewey non convince i genitori a organizzargli una festa di compleanno appropriata e a scattargli delle foto in modo da non dimenticare la sua infanzia (come hanno fatto con lui).

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L’amore tra Lois e Hal Hal e Lois si sono sposati contro il volere delle famiglie e anzi il loro matrimonio ha causato diatribe all’interno di esse. Hal è assolutamente devoto a Lois e la ama teneramente. Nel complesso i due sono felici insieme, anche se difficilmente si può notare dato i continui conflitti, spesso causati dai figli. Nei momenti in cui provano forte amore reciproco i due tendono a trascurarli, lasciandoli litigare e distruggere ciò che hanno intorno.

Hal, come i suoi figli, ha il desiderio di battere in astuzia Lois e prova piacere quando ci riesce.

Hal è un piantagrane, per questo motivo Lois lo punisce in alcune occasioni e si arrabbia per la sua stupidità e la sua negligenza nei confronti dei figli. È evidente che Hal teme fortemente Lois e addirittura corrompe i suoi figli perché si prendano la colpa degli suoi sbagli. Nell'episodio "Stilts" è mostrato che Los e Hal hanno molti segreti che potrebbero distruggere del tutto il loro matrimonio; tuttavia incolpando i loro figli per tutti i loro problemi sono in grado di continuare la loro vita come una coppia felice. Hal asseconda spesso Lois e le permette di punire i loro figli e solo raramente tenta di intervenire.

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Analisi dell’originale

Il rapporto tra Malcolm, Reese e Dewey Sebbene i fratelli Wilkerson siano cinque, quelli che sono sempre presenti in ogni episodio e che più interagiscono tra loro sono Malcolm, Reese e Dewey.

La relazione di Malcolm con i suoi fratelli è di apparente animosità nella maggior parte dei casi, anche se ci sono stati diversi esempi di unità e amicizia tra di loro. I fratelli si dimostrano molto uniti e collaborativi soprattutto quando devono scappare all’ira della madre o evitare che lei scopra qualche loro danno. Sebbene i fratelli abbiano tutti caratteristiche diverse tra loro e Malcolm e Dewey siano quelli più tranquilli, in ogni episodio la loro unione scatena sempre una serie di situazioni caotiche e tragicomiche.

Malcolm crede di essere il più “popolare” tra i fratelli nella famiglia, fino a quando non viene sottinteso da Francis che lui è in realtà il meno amato. Infatti Reese e Dewey tendono a escludere Malcolm in certi casi, essendo considerato il figlio prediletto dai genitori.

Il rapporto di Malcolm, Reese e Dewey con Francis Francis è il fratello preferito di Malcolm e in generale di tutti i fratelli. Nelle considerazioni fuori campo, infatti, Malcolm tende a parlare di lui sempre in modo positivo e mostra stima per il suo carattere ribelle, soprattutto nei confronti di Lois.

All’inizio della serie, Malcolm considerava Francis “il suo unico fratello buono” ed era scontento del fatto che fosse stato mandato all’accademia militare. Parlava sempre di quanto gli mancasse e lo chiamava al telefono per chiedergli consigli. Più tardi nella serie, Malcolm smette di preoccuparsi di Francis e lo vede solo come uno dei

fratelli. In generale Francis viene preso come esempio dai fratelli più piccoli, sebbene egli non rappresenti un modello da imitare soprattutto per la sua indole ribelle e trasgressiva. Anzi spesso sono Malcolm e i fratelli a dimostrarsi più responsabili di lui nell’affrontare e gestire le situazioni. Francis rappresenta un punto di riferimento soprattutto quando devono affrontare la madre e la sua ira, in quanto essendo il fratello maggiore ne ha già passate tante.

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Jamie e l’eterno ritorno L’arrivo di Jamie nella famiglia sovverte gli equilibri che si erano creati in casa. Infatti il nuovo bambino, assolutamente non desiderato dai genitori, porta nuovamente alla situazione iniziale. La storia si ripete: i figli grandi non si prendono cura del fratello appena nato, così come anche i genitori faticano a starci dietro. La sopravvivenza di Jaime è a dir poco un miracolo; raramente Lois e Hal sembrano prestargli attenzione e spesso lo lasciano nelle mani di una babysitter. Dewey è importante per la salvaguardia di Jamie in quanto, proprio come lui, è stato ed è poco considerato dal resto della famiglia.

Tuttavia Dewey inizialmente prova gelosia per il nuovo arrivato, in quanto si può dire che gli abbia rubato la scena.

Anche Jamie, come Dewey e Malcolm, è molto intelligente e manipolatore, soprattutto nei confronti di Reese, in quanto più tardo e ingenuo.

La comparsa di un nuovo figlio nella serie risulta una scelta astuta per rendere le vicende della famiglia ancora più complesse e caotiche, accrescendo in questo modo anche la componente iperbolica e di conseguenza umoristica della sitcom. Tuttavia, poca audience si è potuta affezzionare davvero a Jamie, in quanto è presente solo dalla quinta stagione in poi (solo per tre stagioni su sette) e poichè ormai l’immaginario della famiglia Wilkerson si basava sui personaggi principali e abituali, in cui il pubblico si è sicuramente immedesimato.

Questo è rispecchiato anche dalla famiglia, che tende a non accorgersi quasi della presenza di un nuovo membro in essa.

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Analisi dell’originale

Relazione tra Malcolm e Stevie Stevie è il migliore amico di Malcolm. I due cominciano a frequentarsi dalla prima puntata, quando Lois costringe Malcolm a uscire con lui perché non aveva altri amici.

Tuttavia Malcolm si dimostra esitante all’inizio, ma non rifiuta perché Stevie è sulla sedia a rotelle. Non molto tempo dopo, Malcolm viene mandato nella classe dei cervelloni, di cui fa parte anche Stevie. I due sono eccezionalmente intelligenti, motivo per cui diventano molto amici.

Durante la scuola media e la maggior parte delle superiori, Stevie assume un indole più sarcastica e comincia a superare in astuzia Malcolm e Reese numerose volte; in alcune occasioni riesce persino a ottenere la meglio su Reese fisicamente.

Stevie dimostra in tutta la serie di essere una persona molto più forte di entrambi i suoi genitori. Tuttavia egli ha sofferto molto l’egoismo di Malcolm. Comunque Stevie impara a gestire il comportamento egocentrico di Malcolm e lo ignora completamente: nell’episodio “Stevie in the Hospital”, Stevie è in ospedale e Malcolm lo visita, ma solo per scagliarsi contro di lui sfogarsi per qualche secondo e poi andarsene, senza permettere a Stevie di dire una parola; invece di essere offeso da questo, Stevie anzi è felice che Malcolm fosse andato a trovarlo. Mentre la serie progredisce, Stevie si dimostra essere l’unico amico di Malcolm alla fine dei conti.

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Relazione di Piama con Francis e il resto della famiglia Piama è la moglie di Francis. Francis la incontra quando si trasferisce in Alaska per lavorare con i suoi amici (dopo aver lasciato l’accademia militare). Piama è molto comprensiva con Francis anche se a volte discutono perchè entrambi pretendono di avere ragione e cercano di farsi valere.

All’inizio lei e Lois non si piacciono affatto, come mostrato nel “Compleanno di Hal”, quando Francis la presenta come sua moglie per la prima volta. Lois, infatti, si rifiuta di riconoscerla come parte della famiglia.

Dopo che Lois viene maltrattata dalla famiglia di Hal, la madre inizia a comportarsi meglio con Piama, capendo come la scortesia subita sia fonte di rabbia. Le loro relazioni cambiano in modo permanente dopo che Hal e Francis fanno un viaggio in motocicletta contro la volontà delle loro mogli. Mostra anche affetto per Lois, aiutandola quando sta per dare alla luce Jamie.

La maggior parte delle volte Piama si dimostra come la voce della ragione tra Fracis e la sua famiglia. Anche se non è mai stato dichiarato direttamente, la serie suggerisce che Piama sia molto simile a Lois, sia per il suo atteggiamento nei confronti di Francis, sia per le sue fissazioni. Tuttavia Piama sostiene anche la decisione di Francis di non dire a Lois del suo lavoro stabile a fine serie, dal momento che gli piace renderle la vita infelice, dicendole che è disoccupato.

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LOCATION Introduzione

Focus sulle riprese

I luoghi ricorrenti nella serie sono quelli in cui si muovono i personaggi nella loro quotidianità. Ciascun luogo può essere ricondotto ad un personaggio o ad un tema portante della serie. Troviamo infatti il luogo di riferimento del nucleo familiare, la casa, scenario della maggior parte dei conflitti che sono spesso il motore narrativo delle puntate. La scuola è invece il luogo in cui Malcolm vive il conflitto interno tra l’esprimere la sua unicità e la costante ricerca dell’accettazione sociale. il supermercato, dove Lois lavora tra molti sacrifici e poche soddisfazioni, rappresenta la caparbietà e lo spirito di abnegazione di lei, ma anche il suo carattere difficile, che è spesso causa e/o soluzione dei problemi che avvengono in questo luogo. Gli svariati luoghi incontrati da Francis, infine, rappresentano il suo costante mutamento caratteriale nel percorso verso l’età adulta.

Grande importanza è anche quella riservata ai non luoghi. La non inclusione dell’ufficio in cui lavora Hal rappresenta la debolezza della sua personalità ed in generale, la non incisività della figura genitoriale maschile, che fatica ad essere presente o imporsi nella crescita dei ragazzi e nella struttura matriarcale della famiglia.

Quando riesce ad essere risolutore di situazioni, ciò avviene in luoghi minori, come l’automobile o il cortile della casa. Discorso simile vale per Reese, la cui vita è priva di direzioni e di punti fermi, come può esserlo un luogo di riferimento, quale la scuola che frequenta senza alcun entusiasmo. Solo in un secondo momento viene introdotto un elemento che rimarrà nel personaggio, quello della passione per la cucina; infatti gli eventi relativi a questo aspetto avranno una propria location. Infine, la maggior parte delle scene di Dewey, soprattutto nelle prime stagioni, si svolgono all’interno della casa, a rappresentarne la dipendenza dai genitori.

Contrariamente alle serie televisive per le famiglie dell’epoca, Malcolm è stata maggiormente girata in loco, e non in studi cinematografici “a tre pareti” che ricostruiscono un ambiente tipico americano. Tutto ciò ha permesso ai registi di creare inquadrature decisamente più interessanti rispetto agli show per famiglie che proponevano una ricostruzione scenografica in studio, e inquadrature statiche che poneva lo spettatore nella posizione di audience da teatro, anziché proporre primi piani (fondamentali per la narrazione adottata) o scene molto più dinamiche, che potessero esaltare la comicità degli eventi. Lo stesso Malcolm che si rivolge direttamente allo spettatore e l’assenza delle risate in sottofondo, sono altri elementi che aiutano a creare un legame più intimo tra i personaggi e gli spettatori, “rompendo” questa quarta parete che rendeva lo show poco entusiasmante e interattivo.

Le riprese esterne sono state fatte in vari angoli della Thirty Mile Zone di Los Angeles. Tuttavia, nella serie non si fa mai riferimento allo stato in cui questa è ambientata, probabilmente per evitare che il tutto risulti eccessivamente scenografico e poco realistico. Inoltre, non viene mai specificata l’età di Malcolm né il luogo preciso in cui vivono.

“We’ve decided not to say anything about his age on the show” sostiene il produttore Boomer.

“It’s like the city they live in. We’re just saying he’s attending middle school, not the actual grade level. We don’t want to be locked into something.”1 Questo ha sicuramente influito nel rendere le situazioni narrate come attuabili in qualsiasi parte degli Stati Uniti d’America, generando maggiore coinvolgimento da parte delle audience più isolate e con poca conoscenza di Los Angeles.

- 1Boomer, Linwood, `MALCOLM' POWER NO LONGER A BABE IN THE WOODS, THIS BREAKTHROUGH SERIES HITS ITS GROWTH SPURT., Los Angeles (CA), Daily News, 2001

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La casa La maggior parte delle riprese della sitcom è stata effettuata on location, in varie parti della thirty-mile zone (TMZ)2 attorno a Los Angeles.

Per rappresentare la casa di Malcolm è stata affittata, per un costo di 3000$ al giorno, un’abitazione privata situata al 12334 di Cantura Street a Toluca Lake, California. Sebbene nel 2011 la casa sia stata ristrutturata, continua ad essere una fermata frequente per i fan dello show.

La casa vuole rappresentare il luogo in cui vive una famiglia normale. Sono presenti numerosi elementi che enfatizzano la difficile situazione economica. La casa è ridotta negli spazi e spesso vi sono problemi a livello di impianti e igiene. L’interno è spesso in disordine per via dei quattro figli maschi e del padre poco responsabile.

I ragazzi condividono la camera da letto e non c’è aria condizionata. Questo è quello che i genitori Lois e Hal riescono a permettersi.

Francis, il figlio più grande vive nella casa fino a circa l’anno 2000, momento in cui viene mandato all’accademia militare.

Nel ventiduesimo episodio della settima stagione, quando Malcolm si diploma lascia la casa e si trasferisce in un appartamento del college che frequenterà. Reese, invece, andrà a vivere nella casa di Craig, dipendente del supermercato dove lavora anche Lois.

La casa è lo specchio della famiglia disfunzionale di Malcolm.

La maggior parte delle scene di conflitto tra i fratelli si svolge nel soggiorno, più precisamente sul divano davanti al televisore, scena di quotidianità comune alla maggior parte delle famiglie ma in cui sono innestati gli elementi del disagio. La scena tipica vede i tre fratelli scompostamente sistemati sul divano, spesso coinvolti in un litigio per futili motivi, mentre la madre sullo sfon44

do può solo ammonirli verbalmente mentre gestisce la casa, il padre è assente. La sala da pranzo, in cui la famiglia si riunisce per il pasto e in cui generalmente si sviluppa il conflitto principale della puntata. Nella scena tipica possiamo osservare il rapporto genitore figli e la differenza nella responsabilità genitoriale. La camera da letto condivisa dai ragazzi evidenzia le ristrettezze di spazi ed economiche e gli scenari delle riflessioni di Malcolm.

Il supermercato Il supermercato Lucky Aide, dove lavora Lois, è rappresentato dalla drogheria al 6020 di Lankershim Boulevard a Hollywood nord.

Il supermercato rappresenta il lavoro mal pagato e stressante che è però imprescindibile “male necessario” fonte di introiti per il bilancio famigliare. Le scene qui ambientate, che vedono spesso coinvolti anche i figli, ruotano attorno a un evento che rischia di compromettere il posto di lavoro di Lois e quindi il precario funzionamento della famiglia. Durante il liceo anche Malcolm lavorerà in quel supermercato, anch’egli vittima delle circostanze e costretto ai sacrifici propri di questo luogo. Il carattere di Lois è dovuto in parte anche dallo stress derivante dal lavoro e ciò la porta spesso a scontrarsi con colleghi e superiori.

- 2Nell’industria di intrattenimento americana, la thirty-mile zone o studio zone, è un’area contrassegnata da circa 48Km di raggio dall’incrocio di Beverly Boulevard ovest e di La Cienega Boulevard nord a Los Angeles, California. Lavori registrati o prodotti fuori da quest’area vengono definiti “on location” e di genere sono molto più costosi di quelli prodotti all’interno, che sono invece definiti “local”.

Analisi dell’originale

Luoghi relativi a Francis

La scuola

L’arco di maturazione di Francis si svolge in numerosi luoghi, ma rimane sempre presente come meta-luogo la casa familiare, rappresentata dalla madre.

Già all’inizio della seria lo vediamo esterno alla location vera e propria della casa pur mantenendo anche a distanza il rapporto conflittuale con la madre.

Le scene ambientate a scuola sono girate a Hollywood nord alla Walter Reed Middle School, anch’essa realmente esistente e tuttora frequentata da studenti. Esse sono focalizzate sulla classe di Malcolm e nello spazio comune dove si pranza o si passa l’intervallo.

La scuola è una location fondamentale per richiamare i tipici temi affrontati dai ragazzi dell’età di Malcolm quali il bullismo e la paura del giudizio dei compagni. Oltre a questi, il protagonista deve confrontarsi con la propria intelligenza; l’ambiente scolastico è una prigione che gli impedisce di esprimersi completamente, ma al quale si sforza di appartenere sia per paura dello stigma sociale sia per un desiderio di accettazione.

Nelle prime tre stagioni Malcolm frequenta la scuola media. Come spesso accade nelle scuole pubbliche americane, c’è un unico insegnante per la maggior parte delle materie. Già nell’episodio pilota Malcolm viene notato per la sua incredibile intelligenza e viene trasferito in una classe speciale, dove vengono svolte materie più avanzate. Qui, dopo gli screzi iniziali Malcolm si inserisce nel nuovo contesto.

Nel secondo episodio della quarta stagione il protagonista inizia il suo primo giorno di scuola superiore. Questo cambiamento coincide con il desiderio di Malcolm di costruirsi una nuova identità, più nei canoni di un normale studente delle superiori. Questo tentativo avrà breve durata e Malcolm proseguirà il percorso iniziato nelle scuole medie.

Il percorso che attraversa è sia di emancipazione ma anche di ricongiungimento con l’onnipresente figura materna.

A partire dalla separazione forzata dal nucleo familiare e fino alla terza stagione, le scene sono girate nell’accademia militare che frequenta. Tale luogo, normalmente simbolo di disciplina, ha però l’effetto opposto su Francis, rafforzandone il carattere ribelle. Ciò lo porta a scontrarsi non solo con il comandante della scuola e gli altri cadetti ma anche ad esacerbare il conflitto con Lois.

Per arrivare all’età adulta, Francis passerà anche per numerose esperienze lavorative che saranno caratterizzate dalla sua volubilità. In questa fase si succederanno numerose location attraverso gli Stati Uniti. Durante il suo periodo lavorativo nella ditta in Alaska conosce la sua futura moglie. I due si traferiscono in Texas dove Francis trova lavoro in un ranch. Qui sembra evidente che Francis sia maturato e abbia raggiunto un equilibrio.

L’ennesimo fallimento lo porterà a trovare un impiego ed un luogo stabile. Infatti nell’ultimo episodio, trova un lavoro a tempo indeterminato come impiegato. Tale luogo non ci viene mai mostrato, forse a dirci che la sua storia non è conclusa, ma come tutte le storie rimane aperta a future evoluzioni. Il conflitto con la madre non sarà mai risolto, a suggerire che esso sia endemico del personaggio e che la casa rimarrà sempre un luogo di riferimento.

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LA SIGLA Boss of Me, il singolo uscito nel 2000, è il più conosciuto dei They Might Be Giants.

Poco dopo il ritornello divenne la sigla di Malcolm In The Middle. I They Might Be Giants vinsero il Grammy Award nel 2002 come “Miglior canzone scritta per un film, programma televisivo o altro media visuale”. Il gruppo, inoltre, si occupò di tutta la musica delle prime due puntate della serie.

Gli autori di Malcolm in The Middle, prendono dal brano solamente una parte:

“Yes, no, maybe, I don’t know Can you repeat the question?

You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now And you’re not so big Life is unfair”

“Si, no, forse, non so Puoi ripetere la domanda?

Tu non sei il mio capo ora Tu non sei il mio capo ora Tu non sei il mio capo ora e non sei così grande La vita è ingiusta

Le prime due puntate della prima serie presentano una sigla diversa dalle altre: “Yes, no, maybe, I don’t know Can you repeat the question?

You’re not the boss of me now And you’re not so big You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now And you’re not so big Life is unfair”

Dalla terza puntata della prima stagione all’ultima la sigla ha questo testo: “Yes, no, maybe, I don’t know Can you repeat the question?

You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now And you’re not so big You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now You’re not the boss of me now And you’re not so big Life is unfair”

In alto: They Might Be Giants alla premiazione dei Grammy Award In basso: Il frame finale della sigla

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Il videoclip originale Il video musicale della band si basa sulla serie tv di cui ne è la sigla ed è stato diretto da Ted Crittender.

Il video inizia con l’immagine di una bicicletta appoggiata ad un cassonetto con la scritta “TMBG Toys”. Poco dopo Dewey esce dal cassonetto usa la bicicletta per tornare a casa con un’intera scatola di giocattoli.

Inizia il ritornello e il video mostra la band che suona e canta.

Arrivato a casa, Dewey vede Malcolm, Hal e Reese che lavorano in giardino tagliando e rastrellando le foglie.

Dewey appoggia la scatola e sistema delle statuine con i componenti dei They Might Be Giants (abbreviato in TMBG) e una volta inquadrata la band rivive insieme ad una ballerina hawaiana inserita nella scatola da Dewey precedentemente.

Dewey balla con loro, ma scappa nel momento in cui i due fratelli maggiori colpiscono la scatola con delle pistole da paintball. I personaggi della band vengono colpiti di colore finchè Reese non spara accidentalmente al padre e i due scappano.

Uno dei giocattoli finisce per terra senza un braccio e viene visto da Reese che cerca di spaccarlo del tutto con il tagliaerba, ma il modellino cade sul barbecue che Hal sta usando per preparare degli hamburger e lo mangia sotto gli occhi di un Dewey spaventato.

Il giocattolo di un altro membro della band viene invece fatto decollare su un modellino di un aereo da Reese.

L’aereo finisce vicino alla macchina di Hal, che lo prende in mano. Questo esplode ed accende la rabbia del padre che prende l’intera scatola dei giocattoli e la rigetta nel bidone dei “TMBG Toys”.

QR Code del videclip

La band e il cast al SXSW Music Festival

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Il videoclip della sigla Il video della sigla mostra diverse scene prese da film, anime o video tra cui: - degli uomini che combattono un’enorme tartaruga viola, presa dal film Un Millione di anni fa (1966); - Shiogami, un personaggio dell’anime Nazca (1998) che sorride sotto la pioggia battente; - un mostro esce dall’oceano che è di Scontro di titani del 1981; - una donna che si divincola dalla presa di uno pterodattilo, di Un Milione di anni fa; - uno skater dell’anime Nazca; - una coppia che viene attaccata da un mostro in La creatura del mare fantasma (1961); - uno sciatore ricoperto dalle fiamme, Sfida nel tempo (1999); - due wrestler, Bret Hart e Chris Benoit nel WCW, i campionati del mondo di pesi leggeri in Canada; - un robot a cui viene unita la testa dalla serie tv Out of the Unknown; - un uomo che colpisce il cervello di un mostro dal Cervello dal pianeta Arous del 1957; - un pugile Pedro Cardenas che per sbaglio colpisce l’arbitro Bert Lowes in un incontro con Willie DeWitt nei campionati nordamericani a Las Vegas (1982); Nella sigla vengono presentate molte scene di lotta, spesso alternate con scene simili tra i protagonisti, che evidenzia ancora di più la voglia di scontro tra i fratelli, la violenza e la continua ricerca di guai.

Il frame di Nazca e di La creatura del mare fantasma

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Analisi dell’originale

Commento alla sigla

Focus la violenza in televisione

Si, no, forse, non so, puoi ripetere la domanda?

Le scene riproposte nella sigla di Malcolm presentano frame di altri video e delle vicende della famiglia protagonista, per la maggior parte dei casi, queste hanno in comune la violenza fisica.

Ormai la violenza in tv, nei videogiochi e su internet hanno preso piede e i ragazzi sono sempre sottoposti a immagini spesso non adatte alla loro giovane età.

Da alcuni studi evince che essere a contatto con la violenza comporta nel soggetto la convinzione che sia il mezzo più sbrigativo per risolvere questioni e problemi.

“La ripetitiva esposizione a immagini violente, in ogni forma di media format (dalla TV ai social, passando dai video games) porterebbe, secondo alcuni studi, a una forma di “postmodern stress disorder“, una nuova categoria diagnostica, una variante moderna del disturbo post-traumatico da stress, condividendo con esso una sopra stimolazione dell’amigdala, la nostra centrale operativa emotiva e una riduzione della normale funzione inibitoria, regolatoria, della corteccia orbitofrontale cingolata, quella deputata alla comprensione delle emozioni. Si tratterebbe di micro traumatismi che produrrebbero effetti devastanti proprio come i macro traumi di chi ha vissuto il Vietnam e altre guerre.”

Queste sono le prime frasi della sigla e, come l’intero estratto della canzone, sono emblematiche per descrivere la serie.

Questa frase può diventare espressione di un’indecisione dovuta alla poca autorità del padre rispetto alla madre, al fatto che spesso Hal e Lois non ascoltino i bisogni dell’altro e dei figli. Sicuramente la frase si sposa bene anche con il rapporto tra i figli e i genitori, per il poco ascolto, risposte date mentendo o senza senso, tipico dell’adolescenza e anche per l’insicurezza che spesso celano dietro un comportamento violento.

Tu non sei il mio capo ora, e non sei così grande

Questo periodo può essere visto dalla prospettiva dei fratelli Wilkerson, riferendosi alle varie vendette che i fratelli più piccoli fanno verso i più grandi; o potrebbe rimandare al fatto che spesso i bulli che tormentano i più deboli o i più piccoli, si trovino ad essere ingannati dai protagonisti o succede qualcosa per cui la paura svanisce visto che uno di questi ragazzi tenta di affrontarli.

La vita è ingiusta

Simbolo di una famiglia americana alla quale capitano spesso cose spiacevoli, ad esempio il padre che lavora in azienda che fallisce, oppure i bulli e la violenza sempre presente nella vita dei fratelli Wilkerson. Lois, non fa altro che accentuare l’ingiustizia, visto che si presenta sempre molto fredda e dura, proprio perchè i figli sono tanti e spesso regna il caos, dunque la madre detta legge e dà punizioni. Inoltre sono una famiglia spesso emarginata o ridicolizzata da amici, parenti e vicini, alla quale succedono molti incidenti.

Articolo di Michele Cucchi (Direttore sanitario del Centro Medico Santagostino) QR Code della sigla

Violenza in televisione, così favorisce l’aggressività

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2.5 TESTIMONIANZE Il cast di Malcolm di nuovo insieme per un giorno Commuovono i fan di Malcolm le immagini pubblicate su Twitter dall’attore Frankie Muniz, che testimoniano la recente reunion del cast di uno dei maggiori successi del network FOX. Mai insieme dalla conclusione del telefilm sei anni fa, Muniz ha riabbracciato il papà Bryan Cranston e la mamma Jane Kaczmarek, così come i fratelli Christopher Masterson e Justin Berfield, mentre Erik Per Sullivan non ha potuto partecipare all’evento ma era presente con una sua foto.

“E’ stato indescrivibile vedere tutti i miei vecchi amici di Malcom oggi”, ha cinguettato Muniz. “Mi sono reso conto di quanto ognuno di loro mi manchi!”. L’attore ha definito poi Cranston “il male in persona”, scherzando naturalmente sul diabolico personaggio che l’ex collega interpreta ora in Breaking Bad. 20 settembre 2012 - Emanuele Manta

Malcolm in the Middle Cast Reunion 21 Settembre 2012

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Intervista a Frankie Muniz a Dancing with the star

Ode ad Hal

Frankie Muniz (Malcolm): L’anno più memorabile è quest’anno perché è una combinazione di tutto quello che ho fatto che mi h portato alla posizione in cui sono oggi dove posso aiutare gli altri a seguire i propri sogni.

Altri anni memorabili sono stati gli anni in cui Malcolm è iniziato perché mi hanno permesso di vivere i miei sogni.

Rispetto alle sitcom tradizionali di inizio anni 2000, le dinamiche familiari sono sì estremizzate, ma sempre con un ripieno di cruda verosimiglianza che permette a ognuno di noi di potersi immedesimare. Hal in questo senso non è il classico padre che siamo abituati a vedere in Tv, un po’ gigione ma con quel senso di responsabilità tipico della figura che ricopre. L’affidabilità genitoriale di Hal è attendibile quanto un orologio rotto: si comporta in maniera consona giusto un paio di volte al giorno. [...] Hal è il classico inetto che odia a morte il proprio lavoro, rimuginando ogni giorno sulla mesta fine dei suoi sogni infranti. È consapevole di dover sgobbare controvoglia per portare a casa la pagnotta, il che lo espone continuamente al rischio di mettersi nei guai.

Sposato con Lois, ne è innamorato pazzo, nonostante risulti quasi intimorito dalla sua forte personalità. Di fatto è lei il capofamiglia, in una sorta di dittatura matriarcale nella quale Hal si limita ad assecondare la volontà della moglie. Il che, a conti fatti, risulta il male minore, visto che i figli rimasti in casa (il primogenito Francis è stato spedito da Lois in accademia) sono uno più scalmanato dell’altro. Senza l’estremo e a volte irragionevole pugno di ferro della madre, la famiglia Wilkerson vivrebbe nell’anarchia più totale. [...]

Hal piace a tutti perché prima di tutto è un uomo buono. Imbranato sì, ma profondamente sensibile, tanto da apparire spesso debole e incline al pianto quando sopraffatto dalle quotidiane difficoltà. Incarna molti degli aspetti peculiari del Fantozzi nazionale: è un perdente, un vinto che dalla vita ha ricevuto meno di quanto meritasse. Ciononostante non perde quasi mai la speranza.

I suoi occhi sono quelli di un eterno sognatore, uno che cerca di cogliere ogni occasione buona per dare una svolta alla sua vita. Il problema è che spesso il sogno degenera in ossessione.[...]

In generale Hal non riesce a resistere a lungo alle tentazioni che la vita gli pone di fronte, finendo spesso per pagare caro il suo agire impulsivo. [...]

Bryan Cranston (Hal): “Frankie era una star della televisione, poi è diventato un pilota di rally e il batterista di una rockband e una volta gli ho setto “diventerai anche un astronauta poi?

Stai facendo tutte le cose che professionalmente tutti sognano di fare”.”

Frankie Muniz: Sono riuscito a fare tutto ciò che volevo fare ma la verità è che non ricordo molto di tutto ciò.

Mi sembra di non essere stato io sul set di Malcolm.

Non sono veramente sicuro di come la mia perdita di memoria è iniziata. Ho avuto nove concussioni e diversi mini ictus.

Penso che tutto questo chiarisca la mia perdita di memoria.

Ho scritto un sacco di pagine su cosa abbiamo fatto ogni giorno così da essere in grado di tornare indietro a guardare. Mi rende un pochino triste anche se sono cose che dovrei ricordare.

Alcune volte i ricordi riaffiorano ma sono cose che vorrei ricordare.

Il mio ricordo più importante del 2017 è imparare a vivere nel presente, sono felice della mia carriera di attore sono felice delle scelte che ho fatto di fare gare automobilistiche e di concentrarmi sulla musica.

Anche se non ricordo, sono felice.

Andrea Scoppetta Febbraio 2018

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Il pivello Freudiano Malcolm è una sitcom con un subconscio - brioso, satirico e molto, molto strano.

Così tanto succede nell’episodio di questa settimana di Malcolm - intitolato “Pearl Harbor”.

Malcolm, arrivata alla sua sesta stagione come Chernobyl nella Fox parla di una famiglia di disfunzioni nucleari, è già un concentrato di tossine di sitcom, le gocce lasciate sul muro di un centrifugato dopo il Mommie Dearest e The ugly duckling. Ma quando Malcolm si arrende interamente ai suoi demoni, assomiglia maggiormente a una delle più perverse teorie di Freud: forse lo spaventoso avvoltoio materno che lui ha immaginato.

Quando l’episodio inizia, ci concentriamo sul padre di Malcolm, Hal (lo sfortunato Bryan Cranston) nel suo suburbano garage in una feroce competizione con il vicino dell’altro lato della strada, che in qualche modo riesce sempre a installare un vistoso sfoggio di luci di Natale. Questa ricorrenza è di vacanza, invece che una commemorazione del giorno di Pearl Harbor, Hal cerca di deconcentrare il suo avversario e di impressionare il suo figlio minore, Dewey (Erik Per Sullivan) che sta scrivendo un tema sui suoi eroi personali. Noi siamo autorizzati a provare paura: primo perchè Hal è l’essenza del padre stupido delle sitcom della rete da Ozzie Nelson a William Bendix a Danny Thomas a Tom Bosley a Sherman Helmsley - una sorta di antieroe infantile. E secondo, perchè la sitcom di Malcolm è una delle prime serie per adolescenti nella quale si vese che i padri non sanno mai cosa è meglio fare. Anche Hal, che ha lasciato un lavoro da informatico per dipingere e che vorrebbe davvero essere un pilota di auto da corsa ma sa già che deluderà i suoi figli e se stesso. Allo stesso tempo, la mamma di Malcolm, Lois (Jane Kaczmarek), con l’occhio pazzo e le fossette di Kirk Douglas, sembra un’insolita disattenta. Sicuramente ha il pane da guadagnare, debiti da pagare, ansia da sopprimere, il college di Malcolm da scegliere. [...]

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Malcolm non deriva dalla narrativa standard di una umiliazione familiare - come Amleto, Lear, Sister Carrie, Uncle Remus, Auntie Mame, o i Brothers Karamazov.

Invece è Gregor Samsa svegliandosi da una situazione tragica nelle Metamorfosi di Kafka a trovarsi - come il povero, brillante Frankie Muniz in servitù e umiliazione, uno scarabeo stercorario della periferia.

John Leonard

Analisi dell’originale

Ho riguardato ‘Malcolm’, e ho scoperto che è un capolavoro televisivo del socialismo Riguardandola ora, è chiaro che la sitcom dei primi anni Duemila ha sempre parlato di questo Quasi tutti gli episodi di Malcolm finiscono con una porta che sbatte e con la famiglia di Malcolm che ritorna allo status quo. È una situazione ricorrente nelle sitcom: tutto torna com’era all’inizio della puntata. La differenza è che in Malcolm lo status quo è piuttosto deprimente.

A differenza dei personaggi di Friends, ad esempio, che vivono in comodi appartamenti e non sembrano aver alcun bisogno di lavorare, la famiglia di Malcolm non se la passa benissimo. Ogni battuta, ogni trama e ogni decisione dei personaggi c’entra con questo fatto materiale.

Sono cresciuto pensando che Malcolm fosse una sitcom che parlava di quattro fratelli agitati e dei loro genitori. Riguardandola oggi, però, è chiaro qual è il suo vero tema: l’idea che la meritocrazia è una truffa, che le istituzioni sociali sono corrotte e che il lavoro salariato è crudele. I genitori, Hal e Lois, hanno una relazione così passionale al punto da sembrare comica, un’altra cosa che non ho mai davvero capito quando ero ragazzino.

In realtà è un modo di proteggersi a vicenda dalla durezza del capitalismo. Tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, sono condannati a soccombere al mondo che li circonda.

Tutti questi temi possono sembrare piuttosto pesanti per la prima serata della FOX, ma le sitcom che cercano di diffondere idee radicali non sono una novità. Proprio all’interno di Malcolm c’è un riferimento a questo aspetto: sul muro della camera che Malcolm condivide con Dewey e Reese c’è un poster della sitcom Dinosaurs, trasmessa all’inizio degli anni Novanta da ABC. Dinosaurs è diversa da tutte le altre sitcom americane: è anticapitalista, moralista e parla di una famiglia di dinosauri che vive in un palude di proprietà di una multinazionale a capo della quale c’è un CEO in stile Donald Trump. È una critica dello sfruttamento, delle molestie sessuali,

della corruzione politica e finisce con la famiglia di dinosauri che si estingue durante un’era glaciale indotta dal cambiamento climatico. Dinosaurs è lo spirito guida di Malcolm.

All’inizio della serie la famiglia di Malcolm è indebitata, perennemente sotto stress e vive in una casa che sta cadendo a pezzi. Una scena tipica della serie vede Hal e Lois seduti in cucina davanti a un tavolo ingombro di bollette. Lois non ha tempo di stare dietro alle faccende di casa perché deve lavorare in un supermercato. Hal fa l’impiegato, il tipico lavoro improduttivo e senza senso che rende le persone infelici. Lavora così poco che a un certo punto si scopre che tutti i venerdì invece che andare in ufficio se ne va da solo in posti tipo Seaworld—trasformando il suo in uno dei più radicali rifiuti di lavorare che siano mai stati trasmessi in televisione.

Nel primo episodio, si scopre che Malcolm è un genio con un QI di 165. La scuola pubblica che frequenta lo mette in una classe di ragazzi dotati, dove “usiamo tutte le cose che non vogliamo sprecare con gli alunni normali.” In una sitcom conservatrice la storia si scriverebbe da sé: un grande riscatto sociale in cui l’intelligenza di Malcolm gli permette di traghettare la famiglia verso un futuro di ricchezza. Ma quello che succede è tremendamente sincero e realistico. L’intelligenza di Malcolm non gli consente di affrancarsi dalla sua classe sociale, ma acuisce la sua appartenenza a essa. Nell’ultima puntata della serie viene accettato ad Harvard ma riesce a permettersi la retta solo lavorando come bidello per l’università.

E tutto questo è successo diversi anni prima della crisi economica del 2008, dopo la quale nei paesi occidentali si è iniziato a parlare di “scomparsa della classe media,” come se fino a quel momento tutto fosse andato a gonfie vele. Malcolm mostra come le promesse del neoliberismo siano sempre state false: gli stipendi delle classi

medio-basse sono rimasti stagnanti dagli anni Ottanta, l’indebitamento è sempre stato in aumento. Quando la famiglia è costretta a cancellare le vacanze estive per pagare il conto dell’ospedale di Malcolm c’è un momento in cui i personaggi si ritrovano ad analizzare i pro e i contro di quella decisione. È un momento che non si è mai visto prima in televisione, ma che è la realtà di molte famiglie americane.

Ma la sitcom non mostra solo quanto sia difficile sopravvivere sotto il capitalismo, ne smonta anche alcune idee fondamentali. Una delle battute ricorrenti è che la povertà della famiglia di Malcolm è da imputare ai difetti dei suoi componenti piuttosto che al risultato di forze strutturali del sistema. Quando Lois e Hal sono costretti a smettere di fare sesso perché lei si becca la candida, cominciano a spostare le loro energie sulla cura della casa e la trasformano in un’idilliaca abitazione borghese. Quando Dewey scopre che Hal ha cominciato a fumare di nascosto, calcola che con i soldi che ha speso in sigarette avrebbe potuto mandare lo stesso Dewey— anche lui molto intelligente—in una scuola privata. Sono tutte situazioni comiche che fanno la parodia della retorica secondo cui i poveri sarebbe poveri perché non lavorano abbastanza.

La critica ha elogiato Malcolm per il suo uso pionieristico della camera singola e per l’assenza delle risate pre-registrate, tutte innovazioni che hanno tracciato il solco per le sitcom postmoderne degli anni Duemila. [...]

Yohann Koshy 16 Gennaio 2017 vice.com

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Il finale alternativo Breaking Bad, il “finale alternativo” che cita Malcolm (sempre con Bryan Cranston) Nei contenuti speciali del cofanetto della quinta ed ultima stagione di Breaking Bad c’è una clip che scherza sul finale della serie tv, raccontando che è stato un sogno di Hal, personaggio della comedy Malcolm interpretato da Bryan Cranston Il finale di “Breaking Bad” ha convinto tutti, ed è riuscito a chiudere al meglio una delle serie tv più apprezzate degli ultimi anni. Forse, però, c’è ancora qualcosa da dire, anche solo per sdrammatizzare sul finale e tornare a parlare dello show diventato cult. Per farlo, ci voleva Bryan Cranston, interprete di Walter White, che non si è mai tirato indietro nel ricordare il personaggio che lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Così, tra i contenuti extra del cofanetto della quinta ed ultima stagione di “Breaking Bad”, che uscirà in America la prossima settimana, ci sarà una clip che mostrerà un “finale alternativo” alla serie tv della Amc. Tranquilli, non è un finale che possa mettere in dubbio quello andato in onda, ma solo un modo per scherzare sulla serie e sul passato televisivo di Cranston.

Prima di diventare Walter White, infatti, l’attore è stato nel cast della comedy targata Fox, ovvero “Malcolm”, nella quale interpretava Hal, padre del protagonista, un uomo semplice ed ingenuo, molto diverso dal futuro Heisenberg. Giocando sui due personaggi, Cranston riporta sul piccolo schermo Hal, mostrando un finale di “Breaking Bad” in cui tutto ciò che è successo in cinque stagioni è stato solo frutto di un brutto sogno.

Hal si risveglia nel cuore della notte, rimproverato dalla moglie Lois (Jane Kaczmarek, anche lei torna a reinterpretare il ruolo della comedy) per aver mangiato troppe Twinkies, tipiche merendine americane. Ma Hal è ancora scosso da quanto quel sogno fosse reale. Lui era “uno spacciatore di metanfetamina”, ma Lois gli ricorda che 54

è difficile che potesse cucinare meth, visto che non sa cucinare niente.

Hal è rimasto anche colpito dagli strani personaggi che facevano parte del sogno: “un tizio che non parlava e suonava un campanello” (Hector), “un altro che sembrava un poliziotto, un agente della Dea, penso che fosse mio fratello o qualcosa di simile, sembrava il tipo di ‘The Shield’ “ (Hank), e poi “un altro ragazzino, uno sperduto, che indossava sempre i vestiti di suo fratello maggiore, e diceva sempre ‘Ehi, b...’, la b-word, usava questa parola, diceva ‘Yo, b-word, ‘yay scienza, b-word!” (Jesse).

Anche la descrizione di Walter/Hal fa paura al personaggio: “E poi c’ero io, ero rasato, avevo il pizzetto, indossavo un cappello nero, e l’unica cosa che aveva senso nel mio sogno è che indossavo ancora le mie mutande”.

Lois, che se la ride, ricorda ad Hal che non è nulla in confronto a quello che gli aspetta il mattino seguente: “Se credi che questo sia un incubo, aspetta domani quando dovrai portare i ragazzi e scuola e ne arriverà un altro”.

Questo però non serve ad Hal per dimenticarsi che era sposato non con Lois ma con una “bellissima donna bionda” (Skyler). “Continua a sognare”, scherza Lois, che si rimette a dormire chiamandolo “Scarface”. Il soprannome risveglia un ricordo in Hal che, citando una scena dell’episodio pilota di “Breaking Bad”, prova ad avere un rapporto sessuale con la moglie che, però, lo rifiuta.

Lo sketch sembra concludersi così, con Hal dare la buonanotte alla moglie chiamandola Skyler. Spenta la luce, però, arriva il colpo di scena: un cappello nero sulla poltrona vicino ad Hal. Che non sia stato tutto un so-

gno? Ad ogni modo, il filmato è un’altra dimostrazione di come Cranston, oltre ad essere un ottimo attore, è anche consapevole di dover gran parte del suo successo a “Breaking Bad”, che omaggia senza rinchiudersi in quello snobbismo di cui sono affette, purtroppo, molte star quando finisce la serie che le ha lanciate.

Paolino 18 novembre 2013

Analisi dell’originale

Il cognome di Malcolm e di tutta la sua famiglia è stato un segreto per tutta la durata della serie. Questo dettaglio è diventato, nel corso delle stagioni, così importante da spingere gli sceneggiatori ad accreditare i protagonisti con il cognome “NoLastName”, compreso sul cartellino identificativo di Francis!

In un paio di scene tagliate dalla serie, però, è apparso il cognome Wilkenson, dettaglio che non è sfuggito agli occhi molto attenti dei fan della serie. In una scena del pilot, che è poi stata eliminata dalla serie, è lo stesso Malcolm a confermare il cognome, rispondendo a una domanda diretta di un suo amico: Qual è il tuo cognome?

Wilkenson, perchè?

La scena, però, è stata tagliata, facendo sì che “NoLastName” diventasse una sorta di mito per gli appassionati della serie. Il nome del protagonista della serie, Malcolm, non è stato scelto per caso: nella prima stagione, nell’episodio La gara di corse, si scopre che Hal ha chiamato così suo figlio come omaggio al grande pilota di Nascar Rusty Malcolm. In moltissime scene, infatti, si possono intravedere riferimenti alla Nascar che, evidentemente, è una grande passione del papà di Malcolm. Nel corso delle varie stagioni, la serie tv Malcolm in the middle ci ha regalato diversi richiami non solo ad altre opere o serie tv, ma anche a eventi raccontati nelle stagioni precedenti. Un esempio è questa scena che si svolge durante il diploma di Malcolm, quando nessuno si siede intorno alla sua famiglia. La scena non è stata realizzata in maniera casuale, ma è un preciso richiamo ad un episodio accaduto nella prima stagione della serie. A causa della sua grande intelligenza, molto spesso Malcolm si ritrovata isolato dai suoi compagni di scuola e, in un episodio della prima stagione, Malcolm viene inquadrato mentre è seduto tutto solo, senza nessuno intorno a lui, proprio come accade in questa puntata ai suoi genitori.

I Krelboynes sono un gruppo di studenti scelti della scuola di Malcolm che, come lui, possiedono un quoziente di intelligenza molto alto. Ma, come per molti altri dettagli di Malcolm in the middle, questo nome non è stato scelto a caso.

Kleyboynes, infatti, è il cognome di Seymour Krelboyne, il protagonista del film horror comedy The little shop of horror, uscito nel 1960. Un’altra interessante citazione ad un’opera del film trash anni Sessanta!

Vi siete mai soffermati a riflettere su Jaime, il nome scelto per l’ultimogenito di Hal e Lois? Forse non tutti, qui in Italia, lo sanno, ma negli Stati Uniti Jaime è un nome neutro, che può andare bene sia per un maschietto che per una femminuccia.

Come in molti altri casi in Malcolm in the middle, questa scelta non è casuale. I produttori della serie, al momento dell’entrata in scena dell’ultimo arrivato, non avevano ancora deciso se si sarebbe trattato di un maschio o di una femmina, così hanno deciso di puntare su un nome neutro, per evitare ogni sbaglio! Proprio per quello, nelle primissime puntate, il bambino viene sempre mostrato coperto, avvolto in qualche coperta.

Sara Papetti 1 Dicembre 2017

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2.6 TRADUZIONI E VARIANTI The Middle Variante Fra le numerose serie televisive influenzate da Malcolm in the Middle possiamo trovare The Middle, in cui l’ispirazione non si ferma ovviamente al solo titolo.

The Middle è una serie televisiva statunitense nata nel 2009 che racconta le vicende della famiglia Heck. Il “mezzo” del titolo richiama sia il luogo in cui la famiglia vive (l’Indiana, che si trova al centro degli Stati Uniti), sia la posizione di Frankie, la madre, che è voce narrante ed il punto centrale delle dinamiche familiari.

Si possono riscontrare varie somiglianze fra le due serie: in primo luogo esistono diversi paralleli per quanto riguarda i rapporti tra i personaggi.

Il ruolo della madre è appunto centrale nello sviluppo degli avvenimenti che riguardano la famiglia, per la quale provvede alla gestione ed al sostentamento.

Come in Malcolm, i figli minori presentano diverse eccentricità: ad aspetti problematici affiancano una spiccata intelligenza, che li rende spesso ancora più emarginati. Vi è anche la figura del figlio ribelle ed apatico verso la scuola. I figli maggiori infatti non brillano dello stesso acume di quelli minori, ma si impongono con la loro superirorità fisica.

Entrambe le famiglie televisive presentano soffrono di problemi economici, come si può vedere dalla condizione dell’abitazione e da come ogni difficoltà metta in crisi il bilancio familiare. Nonostante le difficoltà è tuttavia sempre l’amore e l’unione familiare a prevalere.

Per quanto riguarda le differenze, invece, è subito evidente la diversa composizione della famiglia: in Malcolm Lois si trovava unica figura femminile in un ambiente completamente maschile, mentre in The Middle è pre56

sente anche una figlia femmina che altera le dinamiche familiari. Questo personaggio non trova una perfetta corrispondenza in Malcolm. Sebbene entrambi siano piuttosto emarginati, Sue non è caratterizzata dalla particolare intelligenza che invece è propria di Malcolm. La famiglia Heck è dichiaratamente religiosa mentre quella di Malcolm è atea o indifferente a questo tema. È interessante notare alcuni aspetti legati alle scelte di narrazione: In the middle la voce narrante non infrange la quarta parete ingaggiando direttamente lo spettatore. Inoltre, il cognome della famiglia di Malcolm non viene mai esplicitato, così come il luogo in cui vive, dettagli che invece sono noti per la famiglia Heck.

Analisi dell’originale

Confronto tra “Malcolm in the middle” e “Super Max” Super Max (Супер Макс in russo) è un remake scena per scena della serie televisiva Malcolm in the Middle. È stato prodotto dal canale televisivo russo STS e riprende tutta la prima stagione, mandata in onda il 20 luglio 2013.

Analogamente alla serie originale, questa serie tratta della vita di Maxim Zhdanov e della sua famiglia.

Sebbene l’adattamento sia fedele, ci sono alcuni piccoli elementi che fanno sì che l’adattamento non sia accattivante quanto l’originale.

Alcune scene tradiscono i limiti di budget della produzione: poche scene all’aperto, arredamento, pochi extra in alcune scene La sigla scimmiotta quella originale dei They Might Be Giants, ma il risultato non è altrettanto buono. Tra le principali differenze troviamo la presenza del cognome Zhdanov della famiglia russa contro la totale assenza di esso in quella americana e la mancata rivelazione dei nomi dei genitori nella famiglia di Max. Inoltre, vi è una totale assenza di attori neri. L’amico Stevie non è più nero, asmatico e costretto a muoversi sulla sedia a rotelle, ma caucasico. Nella scuola militare sembrano essere tutti russi puri e anche nelle scene più affollate, non appaiono persone di colore sullo schermo.

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Libri Traduzione La serie di libri Malcolm in the Middle è stata pubblicata da Scholastic tra il 2000-2003. I libri furono scritti da David Levithan, Meg Belviso, Pam Bollark, Tom Mason e Dan Danko. Il Design è curato invece da Louise Bova.

I libri non sono altro che la trasposizione scritta e romanzata della serie; infatti i libri sono sette, così come in numero di stagioni della sitcom. A corredo di questi sette sono stati creati altri tre brevi manuali che fungono da guida per ragazzi (sulla copertina infatti è presente la targhetta “for kids only”).

I libri della serie: 1.

Life is Unfair 2.

Water Park 3.

The Bad Luck Charm 4.

The Exchange Student 5.

Malcolm For President 6.

The Hostage Crisis 7.

Krelboyne Parrot a.

101 Ways To Get Away With Anything! b.

101 Ways To Stop Boredom c.

My Class Project

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Fumetto Traduzione Inoltre sono stati prodotti due volumi Cine-Manga, scritti sempre dall’autore della serie Linwood Boomer e pubblicati da Tokyopop nel 2004.

I due libri sono un adattamento grafico della commedia televisiva popolare. Il fumetto ci introduce nel mondo bizzarro ma divertente di Malcolm. Sia a casa che a scuola, Malcolm non si adatta perfettamente. Il suo geniale QI lo rende un disadattato a scuola e la voce della solitudine a casa. Ma se suo padre o i suoi fratelli lo mettono nei guai, tutti sanno che il problema deve essere risolto prima che la mamma lo scopra.

Interessante sapere che Tokyopop, in precedenza conosciuta come Mixx, è un'azienda che distribuisce, licenzia e pubblica anime e manga sul mercato di lingua inglese, tedesca e giapponese.

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Analisi dell’originale

I Simpson Analogia Alla nascita della serie I Simpson, i produttori fecero uno sforzo per creare e mantenere le storie legate allo stato di degrado sociale di Homer e Marge (genitori della famiglia Simpson). Poiché la serie consisteva in un cartone era necessario che questa mantenesse alcune limitazioni e non fosse troppo surreale. Anche se queste moderazioni non sono durate a lungo, tuttavia hanno contribuito al successo del cartone, mostrando come I Simpson potessero attirare sia bambini che adulti.

Malcom In The Middle condivide di fatto molti aspetti con I Simpson, rendendo chiaro il motivo del suo successo. Come la serie animata, la protagonista della sitcom Malcolm è una famiglia del ceto medio-basso con un padre irresponsabile, dei figli combina guai e una madre severa e autoritaria. Anche se non si tratta di un cartone, la serie mantiene sensibilità legate a quel mondo, quali set comici, gags frequenti e situazioni strane e originali, del tutto fuori dagli schemi.

Oltre a tutta questa comicità stravagante Malcolm in the middle e I Simpson hanno un’altra caratteristica in comune: entrambi sono ambientati in una famiglia che sembra reale. Questo genere di narrazione esagerata, ma dal carattere umano, si è rivelata vincente per Malcolm, permettendo allo spettacolo televisivo di durare ben 151 episodi.

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I premi 2000

Emmy Award Miglior regia per una serie comica (a Todd Holland per l’episodio pilota) Young Artist Awards Miglior giovane interprete in una serie televisiva commedia (Frankie Muniz) TCA Award Impegno individuale in una commedia (Jane Kaczmarek) Miglior impegno in una commedia Miglior cast televisivo Artios Miglior casting per la televisione di un episodio pilota commedia Golden Satellite Award Miglior attore in una serie commedia o musicale (Frankie Muniz)

2001

Emmy Award Miglior regia per una serie commedia (a Todd Holland per “La partita perfetta”) Miglior sceneggiatura per una serie commedia (ad Alex Reid “La partita perfetta”) Young Artist Awards Miglior interpretazione in una serie televisiva commedia - Giovane attore protagonista (Frankie Muniz) TCA Award Impegno personale in una commedia (Jane Kaczmarek) Nova Award Produttore televisivo più promettente (Linwood Boomer) American Comedy Award Apparizione più divertente di una guest star femminile in una serie televisiva (Bea Arthur) Interpretazione femminile più divertente in una serie televisiva (attrice protagonista) Network, via cavo o syndication (Jane Kaczmarek) Blimp Award Show televisivo preferito Eddie Miglior montaggio di mezz’ora per una serie televisiva (a Nancy Morrison per l’episodio pilota) Family Television Award Miglior attrice (Jane Kaczmarek)

2002

Emmy Award 62

Migliore attrice ospite in una serie comica o commedia (a Cloris Leachman per aver interpretato “Ida”) Grammy Award Grammy Award alla miglior canzone scritta per un film, programma televisivo o altro media visuale (a John Flansburgh e John Linnell per “Boss Of Me”) Young Artist Awards Miglior serie televisiva commedia per famiglie Miglior interpretazione in una serie televisiva commedia - Giovane attrice ospite (Brooke Anne Smith)

2003

Emmy Award Miglior montaggio camera singola per una serie commedia (a Mark Scheib e Steve Welch per l’episodio “Se i ragazzi fossero ragazze”) Young Artist Awards Miglior cast in una serie televisiva (Comedy or Drama) British Comedy Awards Migliore serie televisiva commedia internazionale Blimp Award Attore televisivo favorito (Frankie Muniz) Golden Satellite Award Migliore interpretazione femminile in una serie o commedia (Jane Kaczmarek)

2004

Blimp Award Attore televisivo favorito (Frankie Muniz) American Choreography Award Miglior impegno in una coreografia - Episodio televisivo (a Fred Tallaksen per l’episodio “Jump, Jump”)

2005

Young Artist Awards Miglior interpretazione in una serie televisiva - Giovane attore ricorrente (Cameron Monaghan) WGA Award Miglior episodio commedia (a Neil Thompson per l’episodio “Il fidanzato di Ida”)

2006

Emmy Award Miglior attrice ospite in una serie commedia (Cloris Leachman)

Parte del cast di Malcolm in the Middle In alto a sinistra agli “American Comedy Award” In alto a destra agli “Emmy Award” A sinistra al “Family Television Award” 63

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3. MODELLO CULTURALE

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3.1 MODELLI CULTURALI RAPPRESENTATI La critica sociale dell’artefatto comunicativo è molto presente e chiara all’interno della serie televisiva, e il modello culturale di riferimento è oltremodo significativo. Come abbiamo visto nei punti precedenti, l’ambientazione è determinante nelle scelte narrative. Lo stato americano dei primi anni duemila, caratterizzato da svariati paradossi, è rappresentato in primo luogo dalle dinamiche culturali della famiglia.

Notable Family Sitcoms Featuring People Of Color (1995-present) Black

American Dream

Multienticità

Il modello culturale americano più forte è quello legato al cosiddetto sogno americano, che si considera conseguenza della stessa Dichiarazione d’Indipendenza, secondo cui ogni persona dovrebbe essere trattata e vista ugualmente e riconosciuta dagli altri per cosa è e per cosa ha raggiunto nella vita.

Secondo questa visione, una persona da un lato è spronata a raggiungere una qualità della vita migliore, dall’altro è portata ad essere giudicata e a giudicare per la posizione sociale raggiunta, creando un sistema competitivo e deleterio.

La chiave di lettura proposta dall’opera di Boomer è fortemente critica, la famiglia di Malcolm, appartenente ad un ceto medio-povero, si adopera caparbiamente a migliorare la propria situazione economica e sociale, incappando costantemente in alcune avversità che non permettono loro di raggiungere il proprio obiettivo. In questo senso si può definire come la dissoluzione del Sogno Americano, che non importa quanto tu ti possa impegnare o quali siano le tue competenze mentali: la società non ragionando caritatevolmente o meritocraticamente annulla i tuoi sforzi. Si afferma quindi nuovamente la nota critica e realistica di Boomer.

La percentuale della rappresentazione di etnie diverse da quella caucasica all’interno dei media è sempre stata altalenante. Grazie alla popolarità di alcune Comedy Series predominate da personaggi afroamericani (come The Cosby Show e Amen negli anni 80 e The Fresh Prince of Bel-Air e Hangin’ con Mr. Cooper), si sono toccati picchi del 21% negli anni 1987-1989 per poi calare al 9% e tornare a 10-14% intorno ai primi anni 2000.

Malcolm In the middle si stabilisce dopo il picco degli anni novanta, anche qui con un atteggiamento controcorrente, la serie politicamente scorretta senza paura di esserlo include nel cast personaggi di etnie diverse, ma allo stesso modo non permette che la loro razza sia la loro unica caratterizzazione. L’esempio più lampante è il personaggio di Stevie Kenarban, miglior amico di Malcolm, afroamericano, disabile e asmatico. Ironicamente il personaggio acquista non solo la valenza di personaggio appartenente ad una minoranza etnica, ma anche minoranza sociale, scarsamente rappresentata fino a quel momento.

Il modello culturale più in voga nelle serie tv comiche di quegli anni era fortemente esclusivo riguardo alle etnie rappresentate, e in questo la serie di Boomer rifiuta la visione proposta dalle altre e cerca di rivisitarla costituendo una nuovo modello inclusivo, precursore di atteggiamenti moderni.

Multiracial

Sister, Sister (1994-1999) The Parent’ Hood (1995-1999) The Hughleys (1998-2002) One on One (2001-2006) My Wife and Kids (2001-2005) The Bernie Mac Show (2001-2006) The George Lopez Show (2002-2007) The Tracy Morgan Show All of Us (2003-2007) EveryBody Hates Chris (2005-2009)

Freddie Ugly Betty (2008-2010) Modern family (2009-present) 1995

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Latina

2000

2005

2010

2015

Routine Americana La routine non è solo un mezzo narrativo per Malcolm in the Middle, diventa anche uno strumento critico e analitico dei momenti tipici della vita degli americani.

All’interno dei media più ludici, la routine delle famiglie americane è sempre stata stereotipata: sveglia della madre che prepara la colazione e pranzo ai figli e al marito, per poi avere un momento tutti assieme prima che i figli vadano a scuola, il padre a lavorare e la madre la maggior parte delle volte rimane a casa. Per poi riunirsi la sera con la cena preparata sempre dalla madre.

La routine rivela un modello culturale e sociale ben specifico, il patriarcato insinuato nella vita di tutti i giorni, che fino alla rappresentazione presentata da Malcolm in the middle era stato unicamente descritto, poiché non c’erano varianti alla routine da “Settimo cielo”.

In questo, l’opera di Boomer, è fortemente sovversiva: la routine non diventa solo strumento narrativo per scandire le fasi della giornata, ma mezzo per sottolineare l’inattuabilità dello stereotipo americano. La potenza critica sta proprio nel non simulare la perfezione, ma, al contrario, glorificare l’imperfezione. I personaggi drammaticamente non adatti alla vita permettono di ridere di loro e di noi stessi, insinuando l’idea che il modello offerto più frequentemente tra le serie tv non sia affatto realistico.

Famiglia negli show televisivi: l’evoluzione Come afferma Walter Podrazik curatore del Museo di Broadcast Communications a Chicago, Illinois, nell’articolo di CNN Entertaiment: “[Family] is a shortcut to instant identification”. Lo scopo di rappresentare le famiglie nella televisione è sempre stato legato al business dell’identificazione e dell’intrattenimento.”It’s ‘Oh yeah, I’ve got one of those,’ or ‘I came from a family like that.’ Then it’s just a matter of how much fun you want to have with it or how dramatic you want to make it. It’s interesting that so many of the plots, whether it’s now or going back 50 years are about the family coming together.”

La rappresentazione della famiglia nella televisione, in particolare in quella americana, è stata focalizzata nella famiglia che tutti volevano avere, allo stesso tempo divertente e intrattenente. Fino ai primi anni 90 quando il focus è stata la famiglia disfunzionale, realistica. Malcolm in the Middle di inserisce in una sorta di estremizzazione della famiglia disfunzionale, infatti la famiglia di Malcolm non funziona secondo molti punti di vista. Ma è proprio questo lo scopo, come afferma Walter Podrazik, affinchè ci sia coinvolgimento deve esserci immedesimazione, e in una famiglia che ha molte carenze, ognuno può identificarsi con le proprie, creando quel senso di vicinanza che con le famiglie perfette degli anni prima era impossibile avere.

L’evoluzione della famiglia modello, per così dire, continua negli anni 2000, con la tendenza ad ampliare lo

spettro di verità rappresentata nella serie tv. Unitamente alla realisticità della famiglia, si è cercato sempre di più di esplorare i trend sociali e la nostra società più in generale. La famiglia americana è passata dalla famiglia perfetto di “Settimo Cielo”, alla disastrosa famiglia di Malcolm in the middle, per poi passare alla famiglia monogenitoriale di “One Day at a Time”, le famiglie nere americane come “Tutto in famiglia”, o quelle stereotipate come “La vita secondo Jim”. Tutto per poi arrivare a quella che il New York Times definisce il “sweet spot in television”, la serie televisiva “Modern Family”.

Proprio per la sua propensione ad essere sia oldstyle che avanguardistica, il reporter holliwodiano Hibberd cosidera la serie della ABC come “a throwback because it’s both gently flawed and idealized. The characters on there aren’t perfect, but at the same time they are all people that the average viewer would love to have in their own family.” Quindi unisce l’imperfezione realistica delle famiglie disfunzionali, di cui Malcolm in the middle si può considerare il capostipite, con le famiglie perfette americane, ricercando al tempo stesso immedesimazione e desiderio di farne parte.

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3.2 CRITICA ALLA SOCIETÀ AMERICANA La critica alla mentalità capitalista americana Il concetto di capitalismo è spesso associato al modello culturale nordamericano per motivi storici. Uno dei più grandi influenti sulla mentalità di modello capitalistico fu sicuramente Benjamin Franklyn (1706-1790), il cui pensiero ha rivoluzionato la mentalità degli Stati Uniti d’America. Uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, espresse fin da subito un pensiero articolato riguardo il denaro: “il credito è denaro”, “il tempo è denaro”1, “il denaro ha una natura feconda e fruttuosa”, “chi paga puntualmente è il padrone della borsa di tutti”1. Sia ben chiaro che le intenzioni di Franklyn nell’esprimere questo concetto erano ben diverse dall’idea di fondare un Paese avaro e disposto a lottare per il denaro: egli credeva in un sistema etico a cui uniformare la vita, sottolineando che è moralmente giusto ed etico il desiderio di accrescere il proprio capitale. Per lui, l’uomo andava educato ad accrescere i propri averi.

Il primo popolo degli Stati Uniti d’America fu, perciò, portato a pensare al sistema economico come una risorsa piuttosto che ad una “lotta fra classi” — in contrapposizione con il pensiero marxista, il quale denuncia pienamente il capitalismo. Eppure, come già è stato detto, non vi era nessuna accezione negativa nelle menti di questa società precapitalistica. Il capitalismo era nato come aspirazione, e non tanto come “brama di denaro”.

Fu la Riforma di Lutero a trasformare il pensiero capitalista, estrapolando ciò che vi era di negativo secondo la Bibbia, e proponendolo come modello da evitare.

Sia l’Antico che il Nuovo Testamento fanno riferimento ad un sistema economico perlopiù tradizionale, in cui ciascuno si accontenta del proprio sostenimento e della sua posizione sociale “assegnata dal Divino”, adattandosi2. Le sette calviniste, come quella dei puritani, il cui pensiero fu espresso da Richard Baxter, espressero il rifiuto verso l’ascesi sociale, argomentando attraverso 68

le Sacre Scritture: “la ricchezza diventa pericolosa solo come tentazione di adagiarsi nell’ozio e di godersi peccaminosamente la vita”. Nessuno di questi ideali si opponeva al guadagno di denaro, ma entrambe interpretavano il messaggio biblico con l’obbligo di accettare la propria posizione sociale. Ascesi e accrescimento della ricchezza erano due concetti ben differenti. Per questo, con la salita al potere del protestantesimo, la mentalità capitalistica trovò un’argomentazione biblica a favore, accrescendo la propria credibilità nella mentalità comune. Il protestantesimo inculcò nello stile di vita americano il concetto di gusto per la vita, che venne tradotto (erroneamente) nelle società moderne con il concetto di progresso.

“[...] con la salita al potere del protestantesimo, la mentalità capitalistica trovò un’argomentazione biblica a favore, accrescendo la propria credibilità nella mentalità comune.”

Il denaro è oggi sicuramente uno degli obiettivi più comuni nella società nordamericana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la mancanza di esso ha procurato un desiderio ancora più forte. Con il Dopoguerra e il boom economico, tutti potevano accedere al denaro, e l’avere maggiore possibilità d’acquisto ha generato una società dei consumi. La stereotipica famiglia americana possedeva ogni tipo di comodità, e poteva permettersi un tenore medio-alto attraverso un solo stipendio –tipicamente quello del capofamiglia, il padre.

Ora che abbiamo analizzato, seppur in modo molto superficiale e riassuntivo, la visione del capitale nella cultura nordamericana, possiamo procedere con lo scenario proposto nella serie televisiva.

In “Malcolm”, la famiglia protagonista vede un tenore di vita medio, apparentemente improntato sul consumismo (vediamo flaconi da quattro litri ciascuno di latte uscire dal frigorifero, ricche colazioni mattutine preparate dalla madre per tutti, una macchina per il padre,

una per la madre, una casa in un ordinario quartiere “all’americana”, …). Sembrerebbe proprio non mancare nulla. Eppure, basta qualche episodio per rendersi conto che ogni oggetto consumato dai protagonisti ha una connotazione particolare, un nonsoché di “marcio”, di “usato”, di “scadente”. Ci si rende presto conto che lo stile di vita condotto dalla famiglia di Malcolm appare consumistico, ma è tutt’altro. La famiglia è infatti pesantemente indebitata, ma continua ad acquistare ed acquistare beni superflui (vediamo, in alcuni episodi, spendere cifre assurde per regali di San Valentino, oggetti per la pittura e il tempo libero, …). Più volte viene menzionata la situazione economica effettiva dai genitori, eppure, altrettante volte, ci troviamo in situazioni in cui regna l’abbondanza.

Lo stile di vita condotto dalla famiglia di Malcolm è fondato su un pensiero capitalista, il quale sa che un giorno potrà arricchirsi e ripagare i propri debiti, scontando quelli accumulati nel tempo. I genitori di Malcolm conoscono – o meglio pensano di conoscere – il sistema e sono convinti che il loro guadagno aumenterà. La loro mentalità rispecchia profondamente il modello di quell’epoca: una società illusa dalle promesse di ripresa economica dopo la crisi di Wall Street, un popolo che, convinto di riuscire a risorgere dai debiti, continua a spendere e accumulare beni. Il modello economico neoliberale messo in pratica negli anni ’80 aveva riempito gli americani di speranze, e le famiglie di ceto medio-basso come quella di Malcolm sembrava avere una possibilità di riscatto nella società. Tuttavia, a causa di questo modello fallimentare, il pericoloso effetto collaterale è che la famiglia si sta indebitando sempre di più, ma nessuno, se non lo spettatore, sembra rendersene conto. Non mancano scene in cui Lois, la madre, conta con le mani ai capelli le numerose bollette disposte sul tavolo della cucina, oppure scene in cui tutta la famiglia si dedica ad attività e lavoretti per racimolare qualche soldo per saldare un debito importante.

Una scena ricorrente è quella sulla povertà della fami-

Modello culturale

glia: sembra essere causa di un lavoro fatto male, come se i componenti non riuscissero ad arricchirsi perché sono loro stessi a “non lavorare abbastanza”. Questa è una semplice parodia dell’idea secondo cui i poveri sono poveri perché non lavorano abbastanza, ma non perché c’è qualche falla nel sistema. Secondo il modello capitalista, infatti, è sufficiente lo sforzo individuale per accrescere il guadagno economico. Ma in “Malcolm”, nessuna causa di insuccesso viene portata a un livello più alto della dimensione individuale, ed è questo a rendere i personaggi dei falliti illusi.

Questa è la critica al modello capitalista: un popolo illuso dal culto del denaro, sporco di debiti ma coi sogni lucidi e vivi. Sogni, tuttavia, che lo porterà ad un prevedibile fallimento.

L’emarginazione sociale Se consideriamo la totalità dei personaggi (sia principali che secondari) della serie televisiva, emerge un chiaro scenario della società media nordamericana. Non mancano le professioni stereotipiche (Hal è un impiegato in ufficio, un “colletto blu”) e neanche quelle più umili (Lois lavora in un grande supermercato, Reese lavorerà in un call center e in un centro di macellazione). Alcune famiglie sono più ricche di altre (la famiglia di Stevie, ad esempio, è benestante), e ognuno sembra correttamente assumere una propria posizione nella società. Tuttavia, da un’analisi più approfondita, risulta evidente che molti dei soggetti mostrati fanno fatica ad adattarsi al contesto sociale in cui vivono. Primo fra tutti è il protagonista stesso, Malcolm, il quale rifiuta fin dall’inizio la sua intelligenza superiore, per la quale viene trasferito nella così detta “classe dei secchioni”, in cui vengono raggruppati gli alunni con il quoziente intellettivo più alto della scuola. L’emarginazione che Malcolm vive non è causata solamente la sua superiorità mentale, ma anche dalla sua sottomissione ai bulli della scuola. Egli vive

la realtà scolastica insieme ai suoi compagni (anche loro vittime di bullismo), e più volte tenta di uscire da questa cerchia, fallendo. Non accettato da tutti per la sua intelligenza né per la sua classe, vive così da emarginato, in tutti i sensi.

Possiamo osservare l’emarginazione sociale anche nel caso di Reese, il quale veste i panni di “bullo della scuola”. In molti episodi viene citato il fatto che Reese non possegga alcun amico, e che non possa fare affidamento su nessuna persona al di fuori della sua famiglia. La sua emarginazione è rappresentata a volte in modo decisamente esplicito — in un episodio4, Reese viene accettato in un gruppo di amici solamente quando un gruppo di cani del quartiere in cui risiede lo scelgono come leader, includendolo nelle loro bravate notturne.

In questo momento di trionfo, lo spettatore comprende l’ironica situazione, per cui Reese ha più possibilità di essere incluso in un gruppo sociale di cani piuttosto che in un gruppo di esseri umani. Il suo rendimento scolastico lo allontana dai suoi obiettivi, e Reese reagisce al rifiuto della società con protesta. Con una più profonda riflessione, è immediato comprendere che un rifiuto (che sia in un gruppo di amici o in ambiente scolastico) in età giovane può creare gravi lacune in un individuo, fino ad emarginarlo dal contesto sociale in cui vive.

Esaminiamo il caso del fratello più grande, Francis, il quale viene mandato in un’accademia militare intenzionalmente per essere “riformato”. Questa volta la tipologia di emarginazione entra nel contesto familiare: Francis viene spesso dimenticato durante le ricorrenze familiari (non gli vengono neanche comunicati eventi che impattano la famiglia in modo drastico, come il lutto della zia) e la sua, più che un’assenza fisica, viene percepita come assenza relazionale. Nonostante egli non si trovi quasi mai assieme alla sua famiglia, la sua vita trova comunque spazio nella serie televisiva, e viene narrata al passo con le vicende degli altri. Gli unici momenti di relazione mostrati con la famiglia sono le brevi telefonate che egli effettua dall’accademia, talvolta addirittura rifiutate.

Altri personaggi secondari a cui può essere attribuito una qualche tipologia di emarginazione sono Craig Feldspar, il collega e superiore di Lois, il quale impersona lo stereotipico nerd socialmente disadattato, che passa ancora molto tempo con la madre o con il suo gatto. Craig riesce ad inserirsi in un contesto lavorativo, seppur questo sia quello di un supermercato, ma agli occhi dello spettatore fallisce miseramente nella vita privata.

Analogamente Polly, la babysitter di Jemy, vive un’emarginazione data dalla sua instabilità mentale e le sue bizzarre abitudini, fino a diventare la “gattara” del vicinato.

Polly soffre di insicurezza anche a causa del suo fallimento in amore, il quale la porta a mischiare le faccende lavorative con la vita privata. Tenterà più volte di riavvicinarsi alla società (terrà corsi di educazione padre-figlio a scuola, farà la babysitter e cercherà di conoscere altri uomini), ma si riveleranno tutti casi fallimentari.

“In generale, ciò che emerge dall’analisi è che tutti i personaggi emarginati hanno caratteristiche inusuali, non corrispondenti a quelli delle masse.”

Questo li porta ad essere visti come un peso per la società stessa in cui vivono, e ad allontanarsene. Lo spettatore quindi comprende che chi non rispetta i “canoni” della società in cui vive, verrà espulso. Eppure gli “espulsi”, in questo caso, sono proprio i protagonisti della serie televisiva, contrariamente a quanto si possa pensare.

Da ciò scaturisce una profonda critica all’inserimento nella società di individui diversi, sotto qualsiasi punto di vista. I creatori di Malcolm credono in un futuro in cui ogni individuo trova il proprio spazio nella società e non viene emarginato, aprendo una tematica molto complessa e ancora attuale: l’integrazione di individui diversi rispetto all’assimilazione forzata di chi si rivela “socialmente scomodo”.

Emarginazione della famiglia dal quartiere 69

Le diversità etniche Se le vicende di Malcolm hanno luogo in un periodo in cui il mondo subisce la globalizzazione, la presenza di diversità etniche all’interno della serie televisiva è pressoché assente. La motivazione implicita è chiara: in un mondo in cui le diversità vengono abbattute da un processo di “appiattimento culturale” (se così vogliamo chiamarlo), l’introduzione di culture molto diverse da quella nordamericana non risulterebbe al passo coi tempi. Gli autori hanno preferito concentrarsi su altri aspetti legati alla multietnicità. L’unica, grande, eccezione è quella della famiglia di Stevie, l’unica famiglia afroamericana veramente presente nella serie. Come per la famiglia di Malcolm, la famiglia di Stevie non ha un cognome, o meglio, questo non viene mai menzionato, anche se il loro contesto d’origine è implicitamente evidente. Stevie rappresenta non solo la diversità etnica, ma anche la diversità psicofisica (soffre di problemi di respirazione e mobilità) e sociale — la sua, infatti, è una famiglia benestante. Egli racchiude ogni tipo di diversità

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possibile, e perciò lo rende un personaggio particolarmente importante. Non a caso, diventa il migliore amico di Malcolm, e insieme a lui crescerà nel corso di tutte e sette le stagioni.

La sua presenza, estremamente simbolica, ci fa riflettere sull’inserimento di un personaggio secondario di colore nei film e nelle serie televisive occidentali. Secondo il giornalista James Ulmer, redattore per i giornali americani più importanti, come il New York Times, “le audience internazionali sono spesso ostili [verso dei cast composti maggiormente da persone di colore], perché non comprendono la comicità che spesso è presentata dagli attori di colore”. Per ragioni culturali risalenti al periodo dell’apartheid e della discriminazione delle comunità di colore, il pubblico dei cinema e delle televisioni è essenzialmente bianco. Lo stesso Ulmer critica ciò coniando il termine “blankability”5 per descrivere i cast dei film di produzione occidentale. Nel corso degli anni, con il conseguimento di cast etnicamente diversi nelle produzioni occidentali si è tradotto con l’inserimento di qualche personaggio asiatico o nordafricano, ma nulla di più.

L’introduzione di un cast maggiormente afroamericano avrebbe significato una scelta volutamente di protesta, e tutt’oggi le produzioni con molti personaggi di colore trattano di temi socialmente legati alla cultura afroamericana, spesso in segno di protesta (basti pensare a “Big Mama”6 o al più recente “Moonlight”7, ma anche a serie televisive come “New Girl”8).

Perciò, la famiglia di Stevie altro non è che l’esaltazione iperbolica del costrutto che è andato a formarsi negli anni: gli autori hanno rispettato “l’implicita regola” di un personaggio secondario di colore, ma hanno scelto di esaltarne la diversità (probabilmente in segno di protesta) rendendolo ricco e disabile.

Un altro personaggio culturalmente diverso è Piama Tananahaakna, la moglie di Francis, di origini nativoamericane Inuit. Nel suo caso, il personaggio è stato attribuito di un background familiare abbastanza disastrato. Tutto quello che si può trarre dal suo passato è che lei ha imparato a “cavarsela da sola”, commettendo anche qualche crimine, ma tutto questo non è legato alle sue origini né alla sua cultura, la quale non viene mai approfondita.

Modello culturale

La rispettabilità delle famiglie afroamericane La famiglia di Stevie è costantemente alla ricerca di rispettabilità da parte della società. Una minoranza etnica come quella rappresentata dalla famiglia di Stevie è infatti continuamente soggetta agli sguardi della società presentata nello scenario di Malcolm; non è a caso la scelta dei produttori di presentare questa famiglia come benestante. L’esaltazione iperbolica di tutto quello che potrebbe renderli discriminabili (di colore e benestanti) è tale per cui, in un momento successivo dall’inizio della serie, i genitori di Stevie decidono di separarsi — l’iperprotettiva madre, Kitty, scapperà di casa dopo essersi resa conto di essere succube del marito e del suo ruolo di madre casalinga, il quale l’ha portata a non avere interessi al di fuori della vita familiare e ad annullarsi completamente9.

In un periodo storico in cui l’emancipazione della donna dalla vita familiare non è ancora accettata, soprattutto

nel contesto nordamericano in cui i ruoli familiari sono molto più rigidamente dettati dalla società, è comprensibile l’ansia di Abe, il padre, il quale ha timore che il mondo sappia che sua moglie è andata via di casa. La madre di Stevie non verrà vista per un’intera stagione dopo la fuga, e questo implica un maggiore approfondimento di quella che è la reazione del padre, il quale comparirà in moltissime altre occasioni, e sarà lui a dover spiegare al mondo che lo circonda l’accaduto. Ne consegue un profondo strazio per Abe, il quale dovrà difendere la propria reputazione sociale duramente guadagnata negli anni.

In un certo senso, «life is unfair» è un concetto valido non solo per Malcolm, ma anche per Stevie, il quale nonostante sia benestante e supportato da almeno una figura genitoriale, soffre profondamente per la propria realtà e, anziché venirgli proposta un’occasione di riscatto, viene ulteriormente annientato dalla separazione dei genitori.

- 1Max Weber, Giorgio Galli, “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, 1905, USA - 2Giovanni Piazza, “Wall Streat la legge morale: come e perchè l’economia non può fare a meno dell’etica“, 2016, Lindau editore - 2Bibbia.net - 4Stagione 6, episodio 19 - 5Dall’articolo “Race and the Safe Hollywood Bet” nel New York Times di Brooke Barnes, 18 ottobre 2008 - 620th century fox “Big Mama”, 2000 - 7James Laxton, Barry Jenkins, “Moonlight” - 8Fox, “New Girl”, 2011-2018 - 9stagione 5 episodio 3 “Addio, Kitty”.

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Lo stacanovismo Se Malcolm può sembrare una critica al capitalismo, non manca la critica al pensiero social-popolare, in particolare dal punto di vista del lavoro, il quale non valorizza i personaggi sul piano individuale, ma è visto unicamente come “movimento” a cui tutti partecipano equamente, annullando le proprie peculiarità. La madre e il padre di Malcolm, Lois e Hal, svolgono due lavori “ordinari” e profondamente stereotipati. Lois lavora in un grande supermercato e Hal in un grande ufficio. Mentre sono pochi gli episodi in cui viene raccontata la vita d’ufficio, le vicende di Lois sono un argomento ricorrente.

Probabilmente questa scelta è dovuta alla presenza di un personaggio importante tra i colleghi di Lois, ovvero Craig Fredspar, il suo superiore. Dal punto di vista lavorativo, Craig vede il proprio lavoro come un’occasione di successo e di carriera, benché tutti i suoi colleghi (Lois compresa) lo vedano come un semplice lavoretto part-time per guadagnare qualcosa in più. Nell’episodio Malcolm viene costretto a lavorare insieme alla madre nel supermercato, e questo consente allo spettatore di comprendere ancora meglio la realtà circoscritta dalle quattro pareti di quel grande magazzino.

Ciò che rende Craig un incompreso anche nel contesto lavorativo (in aggiunta a quello sociale), è la mancata condivisione di ciò che per lui è il lavoro. Si comprende facilmente che Craig non ha mai accumulato successi nella vita. È un uomo solo, in cerca di compagnia, ma che trova rifugio in un mondo fatto di videogiochi, di gatti, e spesso cerca consolazione nella figura materna.

Per Craig, la Lucky Aide è l’occasione di riscatto sociale, il trampolino verso il successo. Peccato che a questo trampolino manchi la piscina, e Craig non capirà mai che il suo sogno non può essere realizzato senza la co-partecipazione di tutti.

Il termine “stacanovismo” deriva dal regime totalitario di Stalin, in particolare da Aleksej Stachanov, per descrivere con tono spesso ironico un eccessivo entusia72

smo per il lavoro — l’uomo in questione riuscì ad estrarre ben 102 tonnellate di carbone in sole sei ore, andando ben oltre il limite previsto, guadagnando così notevole merito e diventando un modello importante a scopi propagandistici per incentivare i lavori nei gulag nella Russia Staliniana. 10Poiché ci troviamo in un contesto sociale in cui c’è una “sottile intesa” tra Stati Uniti e Russia, potremmo definire questo termine inappropriato per il modello culturale di riferimento. Eppure, Craig può tranquillamente essere considerato sullo stesso di livello di Aleksej Stachanov. Egli è solito lavorare fino a tarda notte, incentiva continuamente gli altri dipendenti con messaggi motivazionali, e si ritiene un dipendente modello. Il suo atteggiamento è talmente incentrato sul lavoro che questo lo porta ad essere visto come un dittatore. Ne è una dimostrazione l’episodio “L’appartamento Segreto”11, in cui Hal si reca alla Lucky Aide di fretta per comprare dei pannolini, dimenticando il portafoglio a casa. Nonostante Hal e Craig siano più che semplici conoscenti, Craig decide che per pagarli dovrà lavorare per qualche ora al supermercato. Hal, infuriato,

si ribellerà e organizzerà una rivolta insieme agli altri dipendenti, anch’essi stufi dell’atteggiamento dittatoriale dettato dall’eccessivo stacanovismo di Craig.

L’idea che Craig sia stacanovista è condivisa da tutti i suoi colleghi. Il punto di vista adottato, quindi, è quello della massa. In seguito ad una breve analisi del contesto storico è possibile comprendere che Malcolm cerca di criticare l’eccessivo aumento delle ore lavorative medie per abitante nel Nord America alla fine del XX secolo.

Dati statistici, infatti, dimostrarono che nel 1997 gli Stati Uniti raggiunsero un ammontare di ore lavorative medie tale da superare quello del Giappone, paese quasi “stereotipicamente” improntato sul lavoro. Sembra che l’economia globale dovesse imporre maggior lavoro per consentire a tutti di rimanere al passo coi mutamenti economici. La sete di guadagno ha fatto sì che lo svago venga lentamente consumato da straordinari, secondi lavori o qualsiasi metodo per guadagnare qualcosa di più12.

CRITICA AL MODELLO FAMILIARE ED EDUCATIVO La separazione genitoriale Nella serie televisiva, vi sono alcuni casi di separazione genitoriale. I genitori di Lois, ad esempio, si sono separati dopo che la madre ha scoperto il marito tradirla con un’altra donna, con la quale aveva creato una vita parallela alla sua. I genitori di Stevie, come già discusso in precedenza, si sono separati quando la madre ha deciso di andarsene di casa. I genitori di Piama, moglie di Francis, hanno interrotto la loro relazione quando la figlia aveva solo tre anni.

Ciascuno dei tre personaggi in questione, in modi più o meno evidenti, risente della separazione. Nel caso di Lois, la separazione dei genitori l’ha privata da qualsiasi legame affettivo non solo con il padre (totalmente assente dalla sua vita), ma anche con la madre, la quale nonostante continuò a crescerla perse la fiducia in ogni persona a lei cara, diventando fredda e scorbutica con tutti tranne che con la sorella maggiore di Lois, Susan.

La scelta di darle un ruolo antagonista in molte vicende non è del resto presa per caso. La sua mancanza di capacità di gestione dei figli, della propria vita e dei propri problemi sono tutti difetti dovuti dal non aver mai avuto una figura modello da seguire.

Nell’episodio [L’infanzia di Francis] viene mostrato il carattere con cui Lois si relaziona con il suo primogenito Francis, quando ancora era molto piccolo ed era l’unico figlio. Vediamo una Lois insicura, eccessivamente accondiscendente verso il bambino, al quale viene accontentato ogni capriccio. È evidente che non sappia come comportarsi, e per questo sceglie di agire nel modo opposto a quello con cui agiva la madre: mettersi a servizio del bambino e dargliele tutte vinte pur di vederlo felice. Annientata, Lois prende antidepressivi e calmanti per gestire la sua impotenza di fronte al figlio. Solo successivamente, dopo varie peripezie, riuscirà ad affermare la sua figura genitoriale, imponendosi sui figli. Si passa quindi da una Lois sottomessa ad una dittatoriale; da un estremo all’altro. Senza troppe sfumature intermedie.

La separazione dei genitori e le grandi mancanze d’affetto l’hanno resa incapace di trovare un equilibrio d’affetto per i figli, diventando una perfida madre, dispotica e perennemente sulle difensive. La vedremo più volte scusarsi con i figli per non essere stata una brava madre, in particolare con Francis, ma non ricolmerà mai il suo vuoto interiore.

Nel caso di Stevie, l’abbandono della madre diventa per lui un ostacolo insormontabile. Stevie reagirà smettendo di parlare per molto tempo, rinunciando a qualsiasi tipo di interazione con il mondo esterno. Nonostante il padre cerchi di ristabilire un contatto con lui, serviranno molti sforzi prima che la situazione venga parzialmente risolta, ma la mancanza di una figura genitoriale lo lascerà ad ogni modo ferito. Stevie ritroverà la piena contentezza solamente dopo il ritorno della madre, nell’episodio «È tornata Kitty»13.

Arriviamo a Piama, la moglie di Francis. Piama è molto discreta sul suo passato. Benché la sua presenza nella serie sia limitata rispetto ai personaggi principali, è possibile apprendere che anche i suoi genitori hanno avuto una relazione poco stabile: la madre è andata via di casa quando Piama aveva solo tre anni, mentre il padre ha cacciato la figlia di casa quando ancora lei andava alle superiori. Quando Piama compare per la prima volta nella serie (solamente nella terza stagione), sembra aver superato ogni tipo di mancanza. Probabilmente, Piama ha imparato a gestire il suo comportamento negli anni in cui ha dovuto cavarsela da sola, passando anche alcune settimane in prigione (nonostante lei rinneghi ancora la colpa), imparando dai suoi errori. Non nega comunque di aver sofferto della propria situazione, ed è per questo che decide di accettare di lavorare nel ranch con Francis, pur di cambiare vita.

In tutti e tre i personaggi quello che sembra essere ripetuto è la mancanza di una figura genitoriale, e non tanto la separazione dei due coniugi.

In un certo senso, sembra che gli autori abbiano scelto di attribuire ogni colpa ai conflitti interiori dei personaggi non alla mancanza d’amore tra i due genitori, ma all’assenza di uno di essi. Il tema del divorzio, quindi, comunica in modo abbastanza chiaro quale sia il punto di vista degli autori: non è il divorzio a causare problemi ai figli, ma la mancanza di una figura genitoriale. Ciò implica che se i genitori fossero rimasti separati tra di loro, ma prestando comunque le giuste attenzioni al figlio/a, questo/a non avrebbe sofferto così tanto. E anche se ci sembra un messaggio scontato, ormai accettato da gran parte della società moderna, il contesto sociale in cui Malcolm è ambientato sembra non percepire questa differenza. Ricordiamo che la serie è ambientata in un periodo di inizio XXI secolo, quando il termine “divorzio” è già radicato nelle culture, in particolar modo in quelle occidentalizzate. Esso divenne legale nel decennio che intercorreva tra gli anni Sessanta e Settanta: sono passati quasi trent’anni. Di conseguenza, gli autori scelgono di inserirlo fra i temi trattati dalla serie poiché attuale e realmente praticato dalla società. Fare una critica al divorzio come “errore” sarebbe stato poco coerente con la scelta di riprendere un contesto il più reale possibile.

L’educazione genitoriale Il tema familiare è di grande importanza per la comprensione del contesto sociale e culturale di riferimento. Il modo in cui una società muta è riscontrabile anche da “sistemi” più piccoli, come la famiglia. Infatti, il germe della società può essere considerato proprio quello della costruzione delle reti familiari.

Riguardo la responsabilità dei genitori sull’educazione e formazione dei figli all’interno della sitcom in analisi, è utile sottolineare una cosa: Hal e Lois sono iperbolizzati.

La loro figura di genitore è spesso portata all’estremo, sia dal lato aspro e dispotico (principalmente di Lois), che da quello affettivo e premuroso (di Hal). Le mani73

festazioni di atteggiamenti tipici genitoriali sono quindi portate ad un livello più esplicito, non solo perché lo spettatore possa capire realmente le intenzioni dei due, ma anche per generare quella comicità che è presente in tutti gli episodi. Seppur estremizzati, i tratti caratteriali tramite cui Lois e Hal educano i propri figli sono riscontrabili in qualsiasi famiglia generica.

Il modello familiare di Malcolm è principalmente quello di una famiglia coniugale intima, vale a dire una relazione familiare basata su una forte simmetricità dei ruoli (i figli, anche i più piccoli, vengono spesso responsabilizzati con particolari mansioni e trattati come individui al pari dei genitori), poca distanza tra i vari componenti, creando una comunità educante14. Eccezionalmente, la relazione familiare acquisisce però anche dei tratti di tipo matriarcale, in cui la figura materna sembra prevalere, almeno emotivamente, sulle decisioni del marito e dei figli (ad esempio, Lois prenderà spesso decisioni contro la volontà dei propri figli ma che influenzeranno profondamente la loro vita, come l’obbligo di trovare un lavoro o la scelta del college di Malcolm). Ci troviamo di fronte quindi ad un modello di due tipi, che incorpora caratteristiche da entrambi.

Ironicamente, la famiglia di Malcolm non corrisponde alle famiglie del periodo in cui la trasmissione è stata trasmessa: ci trovavamo infatti in famiglie molto poco numerose (fenomeno definito da Parsons15 e iniziato a manifestarsi già da molti anni, e tuttora riscontrabile).

Conseguentemente, il modello educativo proposto da Hal e Lois poteva non corrispondere (spesso è così) con quello dello spettatore.

I due genitori hanno cercato di educare i propri figli attraFamiglia coniugale intima Simemtricità dei ruoli (a volte) Poca distanza tra i componenti Comunità educante

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verso il reciproco rispetto e l’attribuzione di ruoli specifici per ciascuno dei componenti, mirati a formare dei figli pronti ad affrontare la vita adulta già dalla fine del liceo, permettendogli di entrare in un college (o università).

Possiamo cogliere questi obiettivi solamente attraverso la visione di un sostanziale numero di episodi, perché non ci sono dialoghi esplicitamente inerenti al progetto familiare che madre e padre hanno in mente. La priorità di Lois è quella di crescere i figli attraverso la disciplina, di renderli autonomi e in grado di essere responsabilizzati. Quella di Hal, invece, è quella di trasmettere affetto ai propri figli e stimolarli a darsi degli obiettivi, inseguirli con persistenza.

Sembrerebbe esserci tutto. Le due figure si completerebbero a vicenda, educando i loro figli con autorevolezza e premurosità. Ma a rendere il progetto educativo genitoriale un fallimento è la sostanziale lacunosità emotiva, intellettuale e sociale dei genitori, come se non avessero svolto il loro ruolo di genitori correttamente.

Quindi, nonostante gli sforzi di mamma e papà, i figli sono maleducati. Nonostante si possa notare un miglioramento comportamentale con l’avanzare dei figli (da Francis a Jemy, i figli sembrano un po’ più disciplinati e capaci), lo spettatore potrebbe attribuire la colpa ai genitori.

Eppure, da una semplice analisi del contesto in cui Malcolm e i suoi fratelli vivono, come quella svolta finora, permette di comprendere che

Famiglia matriarcale Prevalenza (a volte) della figura materena Potere decisionale della madre sui figli

la “colpa” non è dei genitori. È vero, entrambi sono immersi in una vita frenetica, e crescere un numero così grande di figli non è sicuramente facile, specialmente in una condizione economica sofferente come la loro, ma più volte nella serie vediamo riuscire Lois e Hal a trasmettere qualcosa ai propri figli e momenti di crescita importanti.

Il vero problema sta nel caso. Perché, come al solito, «Life is Unfair», e tanti eventi spiacevoli spingono i ragazzi a cambiare atteggiamento, contrariamente all’educazione imposta dai genitori. Malcolm, ad esempio, sviluppa difficoltà a fare nuove amicizie come risposta al bullismo, e non per qualche strano consiglio genitoriale.

Reese ha una bassa autostima anche a causa della realtà scolastica in cui vive: è solo, i professori hanno sviluppato un certo astio contro di lui e neanche correggono più le sue verifiche16 (è quel tipo di comportamento definito come “effetto pigmalione”, volutamente inserito nella serie per criticare un certo tipo di atteggiamento nell’insegnamento).

In conclusione, possiamo affermare che il modello educativo proposto da Lois e Hal gli richiederebbe più tempo da dedicare ai figli: maggiori attenzioni e più attività insieme

anziché ricorrere alla televisione come unico vero strumento di intrattenimento per “tenere i figli impegnati” con qualcos’altro. Tuttavia, Lois e Hal cercano di gestire la situazione in cui si trovano dando il massimo, e per

Modello culturale

questo non sono dei cattivi genitori. Anche il caso ha voluto che da singoli eventi subiti in età infantile, i personaggi abbiano sviluppato paure o timori. In questo contesto la teoria del caos e la dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali17, può essere applicata anche alla crescita di un individuo.

Famiglia matriarcale e inettitudine Contrariamente allo stereotipico padre-capofamiglia, Hal non è affatto la figura di riferimento intorno a cui “gira” la famiglia. Bensì, Lois assume spesso il ruolo di leader. Questa scelta potrebbe essere dovuta al fatto che rifiutando l’importanza attribuita all’uomo, come capofamiglia, in segno di protesta si genera comicità.

Questa tematica è sicuramente un espediente con cui si vuole criticare lo stereotipico modello in cui il padre

è anche colui che ha più potere decisionale all’interno della coppia e della famiglia. Il modello culturale americano (ma anche quello italiano, dal boom economico post-guerra fino all’emancipazione della figura femminile) viene così annientato da Lois, che con la sua forza e la sua autorevolezza è in grado di amministrare e organizzare la famiglia in modo molto più naturale e efficiente. Ne consegue un padre che ricopre di più il ruolo di “spalla” o “aiutante”, talvolta addirittura timoroso del giudizio della moglie.

Hal è un inetto, e questo è dovuto anche alla sua quasi sottomissione alla moglie. Non riesce ad imporsi, non riesce a prendere decisioni, non riesce ad avere successo. Paradossalmente, il suo ruolo nella famiglia è quello di motivatore. In quanto padre è quindi (idealmente, anche se si tratta di un modello già screditato e superato) la figura di riferimento per i figli maschi, i quali però spesso si ribellano a lui per le sue bizzarre attività.

In un certo senso, Hal potrebbe essere anche conside-

rato come il figlio più grande. Viene presentato come non autonomo, incapace di gestire una famiglia da solo e senza successi lavorativi. Per questo non riesce a prevalere né come genitore né come marito.

- 1050 anni dopo l’accaduto si celebrava l’impresa di Stachanov è reperibile nell’articolo di Serge Schmemann, “In Soviet, Eager Beaver’s Legend Works Overtime”, nel New York Times (31 Agosto 1985), pag. 2.

- 11S5 E02 - 12Un commento dettagliato al riguardo è leggibile in “…E vinse la tartaruga.

Elogio della lentezza: rallentare per vivere meglio” di Carl Honoré, 2004.

- 13S6 E05 - 14Da C. Saraceno, M. Naldini, edizione 2013,“Sociologia della famiglia”, Il Mulino, BolognaWorks Overtime”, nel New York Times (31 Agosto 1985), pag. 2.

- 15Talcott Parsons, Robert F. Bales, “Famiglia e socializzazione”, 1974, Mondadori.

- 16L’Imbroglio, S02 E19 - 17David Ruelle, “Caso e Caos”, 1991, Princeton University Press

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CRITICA AL SISTEMA SCOLASTICO La disabilità e l’inserimento dei disabili nello scenario sociale e scolastico L’inserimento di un personaggio disabile, per di più fra quelli principali, è abbastanza insolito per una serie televisiva. Il mondo del cinema si è confrontato più volte con temi inerenti alla disabilità e l’invalidità, ma molte volte è stata una scelta voluta, per prendere posizione. I personaggi inseriti sono spesso protagonisti — basti pensare a “Quasi Amici”18, in cui uno dei protagonisti ha un’invalidità motoria, e la sua diversità diventa l’espediente principali intorno a cui nasce l’intera vicenda.

Ma la prima volta che abbiamo visto un personaggio disabile in una serie televisiva è stato con “La casa nella prateria”, una serie prodotta negli Stati Uniti, arrivata e trasmessa in Italia a partire dal 1977. Essa contava più di duecento episodi, e uno dei personaggi, la piccola Olga, era disabile. Una scelta simile, per quanto insolita fosse, non poteva essere fatta a caso. Ed era proprio così: i problemi di Olga erano un’occasione di confronto continuo con la famiglia, fino alla sua partenza per un istituto per ciechi19.

Uno degli obiettivi di scelte simili è quello di trasmettere un messaggio educativo all’interno del programma: la diversità.

Da quella trasmissione sono passati anni, e il tema della disabilità non è ancora riuscito a diventare un “non tema”, espressione con cui si vuole intendere una tematica realmente esistente negli scenari sociali, ma di cui è ormai concettualmente superfluo parlare.

Tuttavia, con la serie di Malcolm, vediamo un cambiamento. C’è un passaggio dalla disabilità come “oggetto di pietà” alla disabilità come “oggetto di comicità”.

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Stevie, il migliore amico di Malcolm, è spesso ironico al riguardo. Fin dal primissimo episodio, riconosce la sua invalidità, ma riesce a farne un oggetto di forza: quando un bullo sta per picchiare Malcolm, Stevie si avvicina a lui. Siccome picchiare un disabile è considerato un gesto di estrema gravità, il bullo viene immediatamente colpevolizzato, anche dagli stessi compagni di scuola. L’ironia sulla disabilità era stata finora un taboo della società, a maggior ragione in programmi per ragazzi.

sti, però, faranno di tutto per non essere i peggiori, fino a raggiungere l’esaurimento nervoso20. L’atto di Mr Herkabe vuole estremizzare l’importanza che gli studenti danno ai propri voti, come se questi comportassero conseguenze dirette nella loro vita adulta. Gli autori della serie scelgono quindi di prendere posizione, scardinando ogni credenza per cui uno studente con la media alta ha già tutto quello che serve per ottenere necessariamente successo nella vita.

Eppure, Malcolm esula, ancora una volta, dallo scenario comune, e si distingue per l’originalità della proposta tematica.

Il costo dell’istruzione

La disabilità di Stevie non vuole suscitare un sentimento di compassione, ma, al contrario, vuole sdrammatizzare ciò che fino ad allora era considerato inviolabile.

La competizione scolastica Anche se meno sentita nel sistema scolastico italiano, il modello d’insegnamento proposto dagli Stati Uniti punta sulla motivazione e l’incentivazione dei propri studenti, perché motivarli può permetter loro di acquisire sicurezza in sé stessi. Il modello di relazione che c’è tra insegnante e studente, infatti, è più amichevole e meno distante. Di conseguenza, molti più ragazzi sono spronati ad andare a scuola, che diventa un contesto molto più competitivo. La scuola di Malcolm (Walter Reed Middle School) non fa eccezione. Anche qui, specialmente nella classe di Malcolm, la migliore dell’istituto, il clima è intenso e i compagni cercano sempre di superarsi.

Il messaggio, in questo caso, è trasmesso dalle figure di riferimento per i ragazzi: gli insegnanti. Uno in particolare, Mr. Lionel Herkabe, spingerà la competizione della classe al limite, proponendo una sorta di classifica per media dei voti, per tirare fuori il meglio dai ragazzi. Que-

Malcolm e i suoi fratelli vanno in una scuola pubblica. La struttura è molto articolata per dei ragazzini delle scuole medie (vediamo classi piene di oggetti e modellini, cortili pieni di palloni, attrezzature ginniche, armadietti…).

Verrebbe da chiedersi come può una famiglia considerata povera permettersi di pagare un’istruzione del genere per ben quattro (poi cinque) figli. La vera risposta a questo dubbio non viene mai svelata nella serie. Ciò che emerge, invece, è il fatto che per poter andare al college, Malcolm debba necessariamente ricevere una borsa di studio. I genitori non possono permettersi di pagare una retta universitaria, a maggior ragione per una scuola come la Harvard, dove Malcolm verrà accettato. Per permettersi di studiare, egli sarà costretto a lavorare come bidello nell’università e dovrà mantenere una media scolastica molto alta.

Malcolm ha tutte le carte in regola per frequentare le migliori università del mondo, ma gli mancano i soldi.

Sono proprio i soldi, purtroppo, ad avere la precedenza sul rendimento scolastico, e se non fosse per il suo rendimento accademico, Malcolm avrebbe dovuto rinunciare agli studi per impossibilità economiche. L’istruzione per lui è costosa, ma non irraggiungibile. Il messaggio, più che di critica, è di speranza. La speranza che chi ha veramente le capacità possa raggiungere i propri obiettivi,

senza essere vincolati dai mezzi.

Tale concetto è reso esplicito nel discorso a fine serie di Lois: “Mi dispiace, ma non è abbastanza. Sai cosa significa essere poveri, e sai cosa significa lavorare sodo. Ora imparerai cosa significa pulire i pavimenti e farti il mazzo e faticare il doppio di quello che faranno i compagni intorno a te. E questo non farà cambiare niente, perché loro continueranno a guardarti dall’alto verso il basso, tu vorrai che ti accettino ma non sarà così. E questo ti spezzerà il cuore, lo farà diventare più grande e ti aprirà gli occhi, e finalmente capirai che nella vita ci sono cose più importanti che sembrare il più intelligente del mondo! Mi dispiace, Malcolm, ma non ti è dato un cammino facile. Non puoi divertirti ed essere ricco e vivere una vita fatta di lusso.”21.

- 18Olivier Nakache e Éric Toledano, Quasi Amici, 2011, prodotto da Gaumont e distribuito da Medusa Film.

- 19Fonte: Antonella Patente, “Telemanie: come le serie tv ci cambiano la vita e lo sguardo sul mondo” in “SuperAbile INAIL”, ottobre 2017 - 20S3 E02 “La graduatoria” - 21S7 E22 “Ognuno per la sua strada”

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4. PERIODO E CONTESTO

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Assetto politico negli USA Il contesto in cui Malcolm in the Middle è ambientata è quello degli Stati Uniti d’America a inizio secolo. Siamo negli anni 2000, l’Unione Sovietica si è già dissociata da anni, i conflitti della Guerra del Golfo sono passati, e ciò che ora affligge il potere dello Stato, e soprattutto la sua immagine sul resto del mondo, è il terrorismo. Dal 1995, infatti, hanno luogo numerosi attentati, a cominciare da quello di Oklahoma City.

Nonostante ciò, il nuovo millennio viene comunque inaugurato dagli Stati Uniti come potenza mondiale a tutti gli effetti. Il Presidente degli Stati Uniti è Geroge Herbert Walker Bush. Egli diventa governatore del Texas nel 1994, per poi venire rieletto nel 1998. Repubblicano, erede del padre George Herbert Walker Bush, vince le elezioni presidenziali nel novembre del 2000. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, egli dichiara guerra al terrorismo che spinge i talebani a combattere in Afghanistan e Saddam Hussein in Irak. È rieletto come presidente nel 2004.

Prima del settembre 2001, la politica estera di Bush si concentra nella concorrenza con la Cina e cerca di supportare l’America Latina e il Messico. Dopo l’attentato, il focus viene spostato sulla lotta contro il terrorismo. Viene indotta la “Dottrina Bush” contro Iran, Iraq e Corea del Nord. In generale, la politica estera sembra essere degna di una potenza mondiale. Nonostante le imminenti campagne anti-americane, l’Europa sembra ancora a supporto delle scelte statunitensi. Ma la dura realtà è quella di uno stato che lentamente marcisce: il debito pubblico americano cresce a dismisura, e il nuovo sistema Medicare non fa altro che peggiorare la situazione.

La rapida crescita del prezzo del petrolio porta gli Stati Uniti a investire nella ricerca di fonti energetiche rinnovabili alternative, ma questo accade solo nel 2006, al termine di Malcolm in The Middle.

Nella serie, la percezione di una realtà “marcia” all’interno ma perfetta all’apparenza è a tratti esplicita, come abbiamo già visto nel modello culturale di riferimento. Il fatto che la serie televisiva sia trasmessa in molte altre parti del mondo ha contribuito a distruggere il mito del potere statunitense. Siamo infatti negli anni in cui la sicurezza economica viene a mancare un po’ ovunque nei paesi occidentali, non solo negli Stati Uniti, e ciò rende la critica condivisibile da più audience, non necessariamente antiamericane.

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Periodo e contesto

Critica al Presidente Il dialogo fra Malcolm e la sua famiglia nell’ultimo episodio (S7 E22) della serie televisiva contiene una critica molto forte alla figura del Presidente. Malcolm stava per accettare un’offerta di lavoro ancor prima di iniziare il college, ma i suoi genitori hanno insistito per farlo continuare con gli studi. Nel momento di massima tensione, la madre di Malcolm dice (sceneggiatura dall’episodio integrale in inglese): Lois: The life you’re supposed to have is you go to Harvard, and you earn every fellowship and internship they have! You graduate first in your class and you start working in public service, either district attorney or running some foundation, and then you become Governor of a mid-size state and then you become President.

Malcolm: What?!

Hal: I’m sorry, son. It’s true.[Malcolm guarda i suoi fratelli, i quali annuiscono] Malcolm: What if I don’t want to be President?!

Lois: It’s too late for that, you’re gonna do it!

Malcolm:[sarcasticamente] Really?! Have you decided my position of capital gains tax cuts?! What are my foreign policy objectives?!

Lois: That doesn’t matter. Whatdoes matters is that you will be the only person in that position who willever give a crap about people like us! We’ve been getting the short end of the stick for thousands of years and I, for one, am sick of it! Now you are going to be President, mister, and that’s the end of it!

Malcolm: Did it ever occur to you that I could have taken this job, gotten really rich and bought my way into being President?!

Lois: Of course it did. We decided against it.

Malcolm: WHAT?!

Lois: Because then you wouldn’t be a good President. You wouldn’t have suffered enough.

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Dal dialogo emerge l’opinione di Lois e Hal, secondo la quale i Presidenti che si sono succeduti nelle ultime generazioni hanno ignorato le classi sociali più povere, favorendo quelle più ricche o in ascesa. Secondo i genitori, la causa di tutto questo sarebbe che i Presidenti non sono mai stati poveri, e per questo non comprendono la dura vita che vivono le famiglie come quella di Malcolm.

Effettivamente, né G. W. Bush né i suoi predecessori dal Dopoguerra in poi (Roosevelt, Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan, G. Bush

e Clinton) hanno realmente vissuto un periodo di povertà, e non soffrendone, ne hanno ignorato la reale esistenza. La critica non è soltanto verso i Repubblicani o i Democratici, ma ad entrambi i partiti.

Da fonti recenti1, la povertà negli Stati Uniti non è mai mancata, anzi, è in crescita. In particolare, il sostegno economico alle mamme in difficoltà, garantito dal Governo americano dal 1935, fu eliminato proprio di Bill Clinton nel 1996. E in quel periodo (1994), l’aiuto era garantito a più di 14 milioni di mamme e bambini.

20.0 19.0 18.0 17.0 16.0 15.0 14.0 13.0 12.0 11.0 10.0 9.0 8.0

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Questa scelta ha gravato sulla famiglia di Malcolm, che avrebbe giovato di un’entrata mensile più alta vista la situazione economica della madre, la quale avrebbe potuto dedicarsi di più ai figli anziché lavorare. Il ragionamento dei genitori di Malcolm si conclude con l’asserzione: “Se non soffri, non sarai un buon presidente”. La frase suscita una duplice riflessione: da un lato, sembra che solamente attraverso una vita povera si possa capire lo stato di indecenza delle famiglie come gli Winkerson. Dall’altro, analizzando il significato più profondo,

Periodo e contesto

viene espressa l’idea secondo cui provare la povertà aiuti a sviluppare una certa sensibilità e amore verso chi sta intorno. Celato, in questa frase si riconosce il valore della povertà: l’amore per il prossimo. Questo spiega l’amore che lega Lois e Hal, il quale manda avanti la famiglia. E i fratelli si vogliono bene fra loro, così come Francis ama Piama. Tutto ciò sembra essere dovuto dal fatto che la famiglia di Malcolm ha dovuto sopportare innumerevoli momenti di sconforto, ma è dalla valorizzazione di questi momenti di aspra difficoltà che la famiglia ha creato legami profondi, così intensi da diventare impliciti. Infatti l’amore per il prossimo è nascosto da comportamenti egoistici di tutti i componenti, ma ciò non li porta mai a dissociarsi dal resto della famiglia; anzi, le ultime scene della serie ritraggono una famiglia unita.

Limiti e difficoltà di recezione Come abbiamo detto in precedenza, un testo mediale come quello di Malcolm sfrutta un’ironia di tipo pungente e sollecita riflessioni che vanno oltre alla semplice risata.

Questo tipo di coinvolgimento attivo dello spettatore genera però delle difficoltà di recezione da parte dell’audience. Innanzitutto, la serie televisiva si indirizza principalmente ad un target giovane, più precisamente ai ragazzi. L’audience, tuttavia, comprende gruppi sociali più ampi. Ma questi sono tutti concetti già visti. Ciò che va sottolineato è che uno spettatore diverso da quello targettizzato non riesce a comprendere lo spessore delle critiche proposte nella comicità narrata. Nello specifico, sono due i limiti di recezione della critica celata: da un lato, gli spettatori troppo giovani non possono comprendere il vero messaggio della serie, il cui umorismo si ferma al livello più esterno della battuta (la risata). Dall’altro lato, ciò che potrebbe limitare la corretta recezione del messaggio è una mancanza di conoscenze preesistenti in chi guarda: gli spettatori appartenenti ad assetti culturali particolarmente diversi da quelli occidentali, o semplicemente che non sono vicini al modello americano, hanno difficoltà a comprendere persino il lato ironico. In altre parole, per quanto inclusiva sia la comicità proposta, alcuni messaggi comunicati necessitano di conoscenze pregresse, senza le quali non si può godere della critica proposta e dell’ironia attraverso cui questa viene trasmessa.

Dal libro “Guai ai poveri” di Elisabetta Grande in un articolo di Andrea Tornielli “Usa, da 40 anni la povertà estrema continua a crescere”, La Repubblica, 30/01/2017

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5. MODELLO ECONOMICO

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Il mercato delle serie televisive nel primo decennio del 2000 All’inizio degli anni 2000, tre erano i trend principali nel mercato della televisione italiana: il ritorno dei giochi a premi, con il debutto di Who Wants to Be a Millionaire nell’agosto del 1999 (il format diventerà poi replicato in moltissimi altri paesi del mondo, Italia compresa), il boom delle serie poliziesche, mediche o legali (da CSI, 2002, a Grey’s Anatomy, 2005), e i reality show, un nuovo format che presentava scene di vita “integrali”, senza copione e ricca di riflessioni sociali; le sottocategorie erano delle più disparate: dal reality di sopravvivenza (Survivors, 2000, arrivato come L’Isola dei Famosi in Italia) agli appuntamenti romantici (come Temptation island, 2001) o altri format più semplici ma comunque accettati da audience numerose (Big Brother, 2000, da noi il Grande Fratello). Ciò che accomunava tutti i reality era una nota d’ironia, questo anche per bilanciare la lenta scomparsa delle commedie sitcom per famiglie, un genere che a furia di riproporre lo stesso tipo di costrutto (le vicende di una famiglia tipo americana, in riprese fatte in un set con tre pareti e risate in sottofondo) aveva perso nuove audience e necessitava di una sostanziale riduzione.

Fu con Friends che la situazione cambiò: la serie introdusse personaggi adulti che non condividevano necessariamente una parentela, ma comunque tutti all’interno della stessa casa, un appartamento di New York. Le vicende dei personaggi erano calate ancora più all’interno della città, e questo forniva un punto di vista più cosmo86

polita. Furono molti altri i fattori che contribuirono al successo di Friends che andò in onda ininterrottamente dal 1994 al 2004, ma sostanziale è stata la rivoluzione introdotta da Malcolm. Abbiamo già discusso le peculiarità di questa serie rispetto a quelle dell’epoca, che le hanno permesso di sopravvivere per ben sei anni, in un contesto in cui le serie televisive duravano molto di meno. Con il rapido esaurimento di ogni format, i telefilm venivano continuamente riprogettati, un fenomeno che tuttora persiste nei palinsesti televisivi. Un “re-design” al quale Malcolm non ha voluto sottomettersi: per ben sei anni, le dinamiche di ogni puntata sono rimaste simili, e solo alcuni piccoli cambiamenti sono stati effettuati (come l’introduzione di uno o due personaggi).

L’umorismo di Malcolm era più profondo, richiedeva una comprensione maggiore: lo spettatore era fortemente stimolato a riflettere per apprezzare la comicità, non più guidata da risate in sottofondo. Questo fu il pregio, ma anche il peggior difetto, della serie: gli spettatori, infatti, continuavano a preferire una comicità quasi scontata, che non richiedesse pungenti riflessioni ma un’ironia banalizzata. È per questo che la serie terminò la produzione nel 2006, quando il format si era ormai esaurito e non v’erano più tanti ascolti. Coinvolgere le nuove generazioni era diventato impossibile: dai quindici milioni di spettatori medi per episodio con la prima stagione, la settima ne raggiungeva solo tre milioni e ottocentomila.

Il successo iniziale di Malcolm è indiscusso: più di ven-

Modello economico

tidue milioni di spettatori assistettero alla messa in onda del primo episodio, numero che continuò a crescere per gli episodi successivi. La produzione inusuale in scenari reali e non più in set cinematografici la rendeva particolarmente costosa: oltre un milione e duecentomila dollari per episodio. Per fare un esempio del successo economico, durante la messa in onda il personaggio principale, Frankie Muniz nei panni di Malcolm, guadagnò dai trentamila a centocinquantamila dollari per episodio. Quando ne guadagnava trentamila aveva solo quattordici anni.

La serie ha goduto di varie sponsorizzazioni di prodotti mostrati visivamente negli episodi, anche detti product placement. Benché questi abbiano rivestito un ruolo marginale, i contratti con grandi imprese come Puma (nella prima stagione i ragazzi indossano tutti delle scarpe e spesso anche degli indumenti Puma) o Pepsi (nell’episodio “Se i ragazzi fossero ragazze”, la controfigura di Dewey beve una Pepsi con il marchio riportato sul bicchiere), ma anche RockStar, Nintendo (N64), Twist, e altre Brand.

STAGIONE

RANKING

TV SEASON

SPETTATORI

1

18

1999-2000

15.2 mln

2

22

2000-2001

14.5 mln

3

25

2001-2002

13.0 mln

4

43

2002-2003

10.7 mln

5

71

2003-2004

8.4 mln

6

99

2004-2005

5.6 mln

7

127

2005-2006

3.8 mln

La syndication Nella diffusione radiotelevisiva, la vendita dei diritti di trasmissione viene solitamente fatta passando per una rete televisiva nazionale. È il caso più comune in Italia dopo gli anni Ottanta. Contrariamente, negli Stati Uniti d’America le trasmissioni sono organizzate in emittenti televisive locali affiliate poi a reti nazionali. Per questo, la vendita dei diritti negli USA viene effettuata alle emittenti locali: il fenomeno è detto syndication ed è anche il caso di Malcolm in the Middle. I diritti vennero poi rivenduti per la sindacazione fuori rete (in altre parole, la replica) un mese prima della messa in onda della sesta stagione. La sindacazione fuori rete significò sia un’audience sufficiente da riempire più di una fascia oraria, sia l’inclusione di fasce di ascoltatori più ampie.

Con la replica, una serie televisiva manifesta e cerca di accrescere il proprio successo nel mercato e risponde alle richieste nostalgiche degli spettatori. In generale, la vendita dei diritti successivamente alla messa in onda di almeno tre stagioni consente lo sviluppo delle stagioni successive.

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6. QUADRO SINOTTICO

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QUADRO SINOTTICO Testo Mediale

Individualità

Life is unfair

Comicità e caricature

Famiglia

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Traduzione Transmediale

Quadro sinottico

Testo Mediale

Traduzione Transmediale

Critica sociale

Stereotipi

Tecniche narrative innovative

Disagio

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7.TRADUZIONE

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TRADUZIONE Introduzione Il prodotto transmediale che si intende realizzare è una linea di birre in bottiglia acquistabili nei supermercati, che attraverso il packaging e il contenuto stesso delle birre intende tradurre il prodotto mediale da noi precedentemente analizzato.

In particolare, l’obiettivo è quello di mantenere il contenuto il più possibile in linea con quello della serie TV, mentre come è evidente, si è deciso di cambiare supporto e target di riferimento. Infatti il target della serie televisiva, come visto in precedenza, si componeva di ragazzini preadolescenti, o appena più maturi, coloro che erano soliti guardare i canali televisivi in cui la serie veniva trasmessa. Con la traduzione il target di rifermento cresce, e raggiunge la maggiore età, in modo da poter assumere alcolici. È possibile fare un’ulteriore riflessione al riguardo, come analizzato in precedenza l’audience del testo mediale si amplia rispetto al target, comprendendo ragazzi più grandi o adulti in grado di accorgersi del messaggio critico della serie. Allo stesso modo il target di riferimento per le birre è come se comprendesse il target della serie tv, ma cresciuto, maturato e in grado di comprendere meglio il messaggio.

Nello specifico, attraverso questa traduzione si vogliono trasmettere la maggior parte delle tematiche trattate nella sitcom. Incontriamo quindi valori elencati nel quadro sinottico.

INDIVIDUALITÀ Partendo dall’individualità dei personaggi; ogni bottiglia è associata ad un personaggio della serie e ne riprende per quanto possibile le caratteristiche, che sono espresse dal gusto unico di ogni birra. Non potendo realizzare l’effettivo sapore del contenuto delle bottiglie, le etichette permetteranno di comprendere il gusto attraverso una descrizione della birra ad opera del personaggio rappresentato dalla birra stessa.

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FAMIGLIA E CONFEZIONI Il packaging riprende invece il concetto centrale della serie, la famiglia. All’interno di una stessa confezione sono presenti birre dal gusto diverso, le grafiche esterne richiamano l’immagine di un’ambiente familiare e lo stesso cartone è modellato sulla struttura di una casa.

Per personalizzare ancora di più le birre rispetto al contenuto del testo mediale analizzato, è stata progettata la vendita di confezioni in modo che richiamassero le stagioni della sitcom. Inizialmente verranno vendute sei birre, relative ai personaggi di Lois, Hal, Francis, Reese, Malcolm, Dewey, che quindi rappresentano le prime stagioni della serie televisiva. Nella seconda confezione vengono aggiunte le birre relative a Jamie e Piama, e infine, a rappresentare le ultime stagioni, si aggiungono le confezioni separate per la famiglia di Stevie, Abe e Kitty. Quest’ultima verrà venduta in due confezioni da due bottiglie, che comprenderanno la bottiglia del figlio insieme a quella di un solo genitore, per essere fedeli alla trama della serie.

CRITICA SOCIALE Il punto successivo del quadro sinottico ripreso all’interno della traduzione è quello della critica sociale, una componente fondamentale del testo mediale, come abbiamo analizzato in precedenza. Attraverso i personaggi e le vicende, la serie televisiva riesce a sollevare temi cruciali per far riflettere l’audience del programma.

Così come i ragazzini guardavano la serie televisiva, forse ignari del vero spessore di ciò che stavano guardando, coloro che compreranno e berranno le birre, potranno, sempre con una risata, poter riflettere su alcune tematiche della società odierna.

STEREOTIPI Per quanto riguarda le tecniche narrative e di linguaggio utilizzate, è stato fondamentale introdurre nella traduzione anche il tema degli stereotipi. Nel testo mediale venivano utilizzati sia sul piano narrativo, per permette-

re una maggiore immedesimazione e facilità nel veicolare i messaggi, ma allo stesso tempo permettevano di sviluppare ancora meglio la critica culturale mossa dalla serie. Quindi, nello spirito della sitcom, la confezione della famiglia di Kenarban contiene bottiglie di colore nero, in una critica agli stereotipi sugli afroamericani, così come la birra rappresentante Piama, conterrà una birra rossa, a richiamare l’origine nativo americana del personaggio.

FRONTE

Traduzione

DISAGIO Essendo un prodotto idealmente vendibile, il disagio non poteva comunque impedire l’utilizzo delle birre, ma soltanto essere a corollario dell’esperienza, a ricordarci uno dei tratti fondamentali della sitcom. Infatti il vetro ruvido con cui è fatta la bottiglia richiama una sensazione strana, ma non per questo ripugnante. Si crea, perciò, una traduzione del sentimento di disagio: da elementi visivi (come scene particolari) a elementi tattili*.

RETRO

LA VITA É INGIUSTA Una critica fatta di colori e sapori estremizzati, irreali ma iper-reali, che dipingono una realtà che non è solo televisiva. Le birre sono caratterizzate da un retrogusto amaro e particolare, a ricordarci che La vita è ingiusta, costellata di fallimenti e sogni infranti, ma anche che, presto o tardi, si può ridere delle proprie avversità e che il nostro tempo non è stato davvero sprecato se lo abbiamo trascorso con le persone che amiamo. Un prodotto ed un concept innovativi, che, attraverso un linguaggio inedito, ci presentano una serie televisiva con cui siamo cresciuti, e che è cresciuta con noi. Un linguaggio vero e reale, fatto di alcool e disagio, che traspira da quando prendiamo in mano il freddo e ruvido vetro della bottiglia a quando guardiamo il mondo dal fondo di essa.

Il prodotto parla direttamente al consumatore, con un liguaggio esortativo diretto e preciso.

L’invito è quello, perentorio, a provare ogni bottiglia, ogni gusto, sentire se il sapore è quello forte e deciso di Lois, quello eclettico di Malcolm oppure quello di noi stessi, di come eravamo e di come siamo diventati. Un messaggio pregno, che colpisce dritto allo stomaco, ma non trascura nemmeno il fegato.

*Va evidenziato che il prototipo presentato non presenta questo tipo di superficie, per il semplice motivo che nella produzione a titolo esemplificativo di sei bottiglie si è ignorato il processo di lavorazione del vetro, e conseguentemente le bottiglie presentano ancora una superficie liscia.

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Le Etichette LA FORMA La grafica delle etichette riflette a pieno il taglio con il quale abbiamo agito nella traduzione del testo mediale. Infatti nella forma si rispecchiano i canoni visivi della serie, a partire dai colori saturi che nella serie avevano il ruolo di empatizzare e attrarre lo spettatore. Nella traduzione, si è voluto utilizzare colori molto saturati che potessero convivere con la natura commerciale in cui vogliamo introdurre le birre progettate. Devono essere pop, catturare lo sguardo, un po’ come poteva fare la

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serie se si faceva zapping tra i canali televisivi.

Oltre al colore è stata utilizzata una texture sul fondo dell’etichetta, che prende spunto dai trattamenti immagine dei fumetti pop, e a sua volta dalla stampa in quadricomia.

Il gradient sempre adottato dalla texture conferisce spessore tridimensionalità all’etichetta, in modo da poter dialogare in modo dinamico con le applicazioni scritte soprastanti.

Per rappresentare in modo personalizzato le etichette, al centro di essa, mitigata nello sfondo, si trova una illustrazione dei personaggi, con un trattamento che richiama quello dei murales.

Traduzione

IL CONTENUTO Come spiegato nell’introduzione, il contenuto della sitcom deve essere tradotto in modo personalizzato per ogni birra, e per fare ciò le etichette permettono di dare voce agli stessi personaggi per descrivere il gusto della propria birra.

La descrizione sulla destra dell’etichetta prende come voce narrante quella del personaggio, e adottando alcune frasi tipo utilizzate dai protagonisti della sitcom, delinea il gusto del contenuto della bottiglia.

Inoltre sulla sinistra di ogni etichetta si trovano la gradazione alcolica, gli ingredienti e un suggerimento di consumo. Anche in queste tre parti il personaggio si fa palese ed emerge sia il suo carattere più o meno burbero tramite il tasso alcolico e alcuni tratti della sua vita all’interno del suggerimento di consumo, dove consiglia come lui abbinerebbe la birra, Al centro il nome della birra/personaggio è accostato a “in the middle” e accompagnato in basso dal payoff

della marca “The original Unfair Beer”, che richiama lo slogan di tutta la sitcom “The life is Unfair”.

Gli ultimi due elementi sono l’etichetta sul collo della bottiglia che contiene solo il payoff, che come mostra la confezione, personalizza l’unico dettaglio visibile della bottiglia dalla confezione intera.

Il secondo dettaglio ulteriormente caratterizzante è il tappo che contiene un pittogramma che ritrae il personaggio nel suo stereotipo.

NOME DELLA BIRRA/ PERSONAGGIO in the middle

RITRATTO DEL PERSONAGGIO

GRADAZIONE ALCOLICA DESCRIZIONE DELLA BIRRA PRESENTATA DAL PERSONAGGIO

INGREDIENTI

SUGGERIMENTO DI CUNSUMO

REQUISITI PER VENDITA

THE ORIGINAL UNFAIR BEER 97

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Pittogrammi “Life is unfair” L’ingiustizia della serie televisiva viene ripresa dai pittogrammi presenti sul tappo di ciascuna birra. Ogni personaggio presenta infatti un proprio pittogramma raffigurante la propria ingiustizia”. Per personaggi con più di un’ingiustizia è stata effettuata una gerarchizzazione e selezione di quello portante. Da sinistra: Stevie, Abe, Kitty, Lois, Piama, Hal, Francis, Reese, Malcolm, Dewey, e Jamie.

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La confezione Il package che contiene le birre riprende l’aspetto della casa della famiglia di Malcolm.

La riproduzione delle facciate è fedele all’originale: si ha un trattamento quasi fotografico. L’aspetto realistico mostra una casa apparentemente ordinata, proprio come quella di Malcolm e la sua famiglia. Questo gioca sullo stereotipo della classica casa da famiglia americana, molto curata e simbolo di potere economico. Lo stereotipo viene messo in contrasto con l’ironica presenza all’interno della casa non di persone, ma di bevande alcoliche.

Possiamo notare elementi realmente presenti nella serie, come il barbecue di Hal, la mazza da hockey e i pattini dei ragazzi (un solo paio), la palla da dodgeball, … La rappresentazione fedele di oggetti d’uso quotidiano dalla famiglia rafforza il potere narrativo del packaging, come se questo fosse il “collante” in grado di unire le caratteristiche specifiche individuali di tutti i personaggi.

Prima stagionalità Set 6 bottiglie

Seconda stagionalità Set 8 bottiglie

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Traduzione

Adesivi Gli adesivi utilizzati per arricchire e ironizzare sui contenuti delle birre giocano sui linguaggi tipici utilizzati dai grandi supermercati, come “Paga 1, Prendi 2” o “50% di grassi in meno”, e su tutti gli altri tipi di messaggi esortativi che cercano di attirare l’attenzione del cliente.

Sono state mantenute le modalità con cui questi messaggi venivano trasmessi, mentre il contenuto di questi messaggi è stato cambiato con elementi di comicità.

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8. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

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BIBLIOGRAFIA ...E vinse la tartaruga. Elogio della lentezza: rallentare per vivere meglio Carl Honorè, 2004 Sociologia della famiglia Il Mulino, Bologna C. Saraceno, M. Naldini, edizione 2013 Famiglia e socializzazione Talcott Parsons, Robert F. Bales, 1974, Mondadori Caso e Caos David Ruelle, 1991 Princeton University Press Telemanie: come le serie tv ci cambiano la vita e lo sguardo sul mondo Antonella Patente, in SuperAbile INAIL, ottobre 2017 Quasi Amici Olivier Nakache e Éric Toledano 2011, prodotto da Gaumont e distribuito da Medusa Film Dal libro Guai ai poveri Elisabetta Grande in un articolo di Andrea Tornielli Usa, da 40 anni la povertà estrema continua a crescere, La Repubblica, 30/01/2017 Bernard Weinraub, The “Malcolm” Sensibility; New Sitcom’s Early Success May Spawn Host of Imitators, in The New York Times del 24/01/2000 50 anni dopo l’accaduto si celebrava l’impresa di Stachanov è reperibile nell’articolo di Serge Schmemann, In Soviet, Eager Beaver’s Legend Works Overtime, nel New York Times “31 Agosto 1985”, pag 2.

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Bibliografia e sitografia

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Politecnico di Milano Corso di Laurea in Design della Comunicazione Anno accademico 2017/2018 Corso di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Docente Matteo Ciastellardi Cultore Matteo Andreozzi Abbiati Paola Baraldi Giulia Chianella Riccardo Citterio Marta Gabriele Marco Ianes Giulia Vitali Pietro

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