Born Losers si prefigge di offrirsi come guida per chi voglia affrontare un viaggio in cinquant’anni di musica garage. Una sorta di “discografia ragionata” che non vuole (e non potrebbe, anche per motivi di spazio) essere completa ma che si offre come strumento agile ma non didascalico con cui manovrare il timone qualora si decidesse di affrontare il viaggio che il volume stesso si propone di ispirare. Il percorso si snoda lungo sei decenni soffermandosi in maniera più organica sugli anni Ottanta ovvero gli anni del grande revival Sixties e l’esplosione di un fenomeno chiamato neo-garage che contagiò all’epoca centinaia di migliaia di teenagers in tutto il mondo, me compreso.
Da allora sulla musica garage si è scritto molto ma sempre in maniera piuttosto carbonara. Ovvero: chi sa dove cercare sa cosa può trovare. Bello, esclusivo, privilegiato. Però ricordo che io inciampai nella musica garage quasi per caso e mi piacerebbe che accadesse così anche per chi si trova ad esplorare qualche scaffale in una libreri