Catalogo della mostra In Vagina Veritas

Mostra collettiva sulla rappresentazione della sessualitĂ femminile

In Vagina Veritas Mostra collettiva sulla rappresentazione della sessualitĂ femminile 31 maggio 2016 - 6 giugno 2016 Auditorium Fioravanti, Bologna

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Indice

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Premessa

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In Vagina Veritas

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Le opere

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Descizione delle opere

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Biografie degli artisti

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Premessa In Vagina Veritas è una mostra collettiva che nasce come il progetto pratico della tesi di laurea. Come suggerisce il titolo, la mostra è stata progettata per rendere visibile una parte dell’anatomia femminile che è generalmente considerata un tabù: troppo privata e troppo intima per essere mostrata. Se mostrata, questa parte del corpo femminile è solitamente presentata come un oggetto, prevalentemente nel contesto pornografico, destinato esclusivamente al piacere maschile.

Ci tengo a precisare che non attribuisco al termine vagina un significato medico o biologico, ma un significato molto più complesso capace di raffigurare una nuova geografia del corpo. L’obiettivo di questa mostra è di rimuovere tali connotazioni lascive, presenti anche nel mondo dell’arte, già dai tempi in cui le opere erano pudicamente coperte dalle foglie di fico.

In passato parlare degli organi sessuali e riproduttivi in pubblico era inaccettabile per il contesto culturale, tanto che non era concesso nemmeno pronunciare la parola “seno” in situazioni che vedevano coinvolti sia uomini che donne. Si pensi a cosa successe quando videro la luce opere d’arte che trattavano la sessualità senza remore. Da tabù, elemento non nominabile, luogo invisibile della vergogna e del peccato, la vagina diventa un attore politico nei gruppi di autocoscienza si comincia a discutere di rapporti prematrimoniali, di orgasmo e di masturbazione femminile.

Riflettendo sui giorni nostri le conquiste che sono state raggiunte hanno portato la donna ad essere molto più indipendente ed emancipata, ad avere un ruolo fondamentale nella società. Tali vittorie nascondo, però, un lato ancora in ombra, quello di non riuscire a privilegiare l’emotività che intrinsecamente è legata alla sessualità.

In Vagina Veritas non è una mostra pornografica, è più un viaggio verso la consapevolezza a l’accetazione del corpo femminile sottolineando quanto è necessario svolgere il compito di guardare, di toccare, di osservare quelle pieghe, quei bordi di carne, di dargli una forma visibile capace di rimodellare l’anatomia sessuale precedente e scoprire tutto ciò rappresenta la magia celata nel corpo femminile.

Il modo in cui viene trattata la sessualità femminile – con rispetto o con disprezzo – assume un ruolo cruciale. I momenti di sensibilità sessuale particolarmente intensi conducono la donna alla consapevolezza di vivere in una condizione di perfezione, in armonia e in corrispondenza con il mondo.

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Dentro di lei si possono accumulare le voci che le sussurano che non è abbastanza buona, non è abbastanza bella, che la possono condurre all’autodistruttività, alla vergogna e alla sopportazione di maltrattamenti. Invece quando una donna impara a identificare e a coltivare una sana consapevolezza, il suo attegiamento verso se stessa e la propria vita migliorano, sviluppando un essere che conosce i propri bisogni e i propri desideri. Courbet ha dipinto la vagina più famosa, la quale non aveva il diritto di esprimersi, poteva apparire solo come oggetto. Direi che è il momento giusto per dar voce a vagine vere.

Jana Liskova

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In Vagina Veritas Gli undici artisti selezionati partecipanti al bando promosso, affrontano il tema della sessualità da diversi punti di vista, spaziando da una prospettiva maggiormente tradizionale ad una modalità più innovativa e più contemporanea. Il mio ruolo è stato quello di individuare all’interno della produzione artistica di questi giovani differenti e alle volte opposte visioni della tematica, tenendo in considerazione l’occhio maschile e femminile, culturale e sociale, satirico e introspettivo. Si tratta di opere la cui forza risiede nel far riconoscere ciò che è rimasto imprigionato per millenni e che ha influenzato la soggettività femminile rispetto a quella maschile. Le opere aprono un dialogo con la sessualità e l’intimità, e rompono i numerosi tabù trattando quegli argomenti che prima non venivano accettati dalla società: l’autoerotismo, la mestruazione, la violenza, la prima esperienza sessuale, la gravidanza, la fertilità.

Francesca Bassetti e i suoi autoritratti in pieno stile Francesca Woodman, rappresentano l’artista stessa nel momento di massima intimità – il momento della masturbazione. L’artista ci mette nei panni di un voyeur che spia attraverso il buco della serratura, facendoci provare un’intensa sensazione di coinvolgimento.

L’installazione di Alessandra Cecchini rappresenta il difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta; il momento in cui la goccia di sangue macchia l’innocenza infantile e se ne porta via la leggerezza. Il tema della mestruazione è trattato anche da Jessica Ferro, che, con la sua serie, fa riferimento all’organo riproduttivo femminile partendo da motivi naturali. Il ciclo mestruale così come la natura stessa, sono rappresentati con furore, con violenza e potenza. Macchie, impronte e tracce si aprono con inevitabile intensità ai flussi del soggetto spalancando le porte di un luogo intimo in cui devono necessariamente emergere le visio13

ni e le apparizioni, per passare da ciò che è visivamente riconoscibile a ciò che è spirituale, evocativo e misterioso. Il rosso del sangue, le pennelate sgocciolanti, il rosso che colpisce gli occhi e il dolore, che solo una donna può capire.

Marco Libardi propone un approccio palesemente diverso sebbene originale, nei confronti di un elemento di cui non ne conosce personalmente la natura ma verso cui è attratto. La declinazione kitsch che assume il suo lavoro, composto da un utero in vetro al cui interno è conservato un teschio vero di volpe, propone una descrizione dell’apparato riproduttivo femminile che gioca con il binomio tra Eros e Thanatos.

La visione tradizionale è rappresentata dalle sculture di Valentina Mattei la cui presenza fa riferimento alle basi della storia dell’arte, alla divinità e alla figura di Venere con il suo concetto di fertilità. Le sue opere creano un dialogo con le opere di Denise Valenti, generando un confronto tra il tema dell’infertilità e della fertilità. Endometrio ed Endometrio 2, sono le opere presentate con una grande espressività, e sviluppate da una problematica legata ad una malattia che colpisce molte donne - l’endometriosi.

Saba Masoumian e Ailar Noori, due artiste iraniane, rappresentano la sessualità e la vagina come degli enigmi, due elementi sacri che bisogna svelare, che sono irraggiungibili, nascosti, complicati, e per i quali è necessario trovare la chiave giusta che apra la porta o rompa le barriere. Nella cultura orientale è usanza e buon costume arrivare al matrimonio illibate. L’opera di Masoumian si presenta come un cuscino che metaforicamente può richiamare la prima esperienza sessuale. L’artista si è tagliata i capelli che simbolicamente richiamano un elemento di forte sensualità.

Paragonato all’impronta satirica si Susanna Pisquana, le opere di Masoumian e Noori mantengono una serietà che Pisquana sembra cercar di scandire. L’ironia e la sagacia con cui l’artista ricama le proprie stoffe richiamano la cifra stilistica del femminismo degli anni Settanta. Ciò che l’artista quasi con rassegnazione vuole trasmettere, è una condizione inevitabile.

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Sonia Tralli, con i suoi 16 calchi di vagine vere dimostra la varietà dell’anatomia femminile senza pathos, come fosse una semplice collezione delle farfalle. Il bianco del gesso è stato volutamente lasciato tale per enfatizzare il culto della purezza.

Sulla stessa scia, in collaborazione con Tralli, Alessandro Padalino realizza una collezione di foto in cui immortala sei ragazze dall’ombelico in giù, vestite della stessa mutanda decorata con un dettagliato disegno anatomico dell’apparato riproduttivo femminile. L’opera vuole scandinare l’eccessiva rilevanza che la fisicità della donna ricopre nel nostro mondo, mettendo in evidenza che al livello fisico siamo tutte uguali.

I temi trattati sono ancora oggi spesso difficilmente “digeribili”, di cui si parla ancora con leggero rossore, ma l’arte è capace di rompere tale imbarazzo e, a suo modo, descrivere la straordinaria natura del corpo femminile. Gli artisti, con le loro opere, inducono il visitatore ad adottare un atteggiamento positivo nei confronti del proprio corpo e in particolare dei propri genitali. La mostra In Vagina Veritas propone numerosi sguardi sul mondo femminile, accompagnandoci, attraverso gli artisti, nell’esplorazione della carnalità del gentil sesso.

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Le Opere

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FRANCESCA BASSETTI Autoritratto Fotografia digitale 19

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ALESSANDRA CECCHINI Qui giace (piccolo incidente di percorso mentre cercavamo di librarci in volo) Cartone, ceralacca, carta, spago, lana idraulica, piume 21

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JESSICA FERRO Veritas Gipsografia/monotipo e colori ad olio su carta 23

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MARCO LIBARDI Orgasme Tecnica mista 25

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VALENTINA MATTEI Dee Legno e argilla 27

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SABA MASOUMIAN Cuscino Tecnica mista 29

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AILAR NOORI Rosae Nigra Fimo, legno, chiodi 31

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ALESSANDRO PADALINO (fotografia) e SONIA TRALLI (illustrazione) Inside Out Fotografia analogica 33

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SUSANNA PISQUANA Amore in scatola tenere in luogo asciutto da cattivi odori Tecnica mista 35

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Vagigrama 37

Santa vagina in collina Mi sono venute 38

SONIA TRALLI IdentitĂ svelate Alginato e gesso 39

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DENISE VALENTI Endometrio Smalto su carta 41

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DENISE VALENTI Endometrio 2 Smalto, acrilico, matita e colore su tela 43

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Descrizione delle opere FRANCESCA BASSETTI: Autoritratto Queste immagini fanno parte di un percorso di accettazione di sè stesse, sono l’occhio che si interroga nell’intimo. Sono state pensate, posate, scelte, sono un guardarsi, un cercare di conoscersi. Sono un atto d’amore nei propri confronti.

ALESSANDRA CECCHINI: Qui giace (piccolo incidente di percorso mentre cercavamo di librarci in volo) Il passaggio dall’infanzia all’età adulta, è caratterizzato da una serie di trasformazioni che la donna vive in modo molto più violento rispetto all’uomo. Il corpo muta velocemente, la trasformazione avviene in modo quasi crudele, improvviso.

JESSICA FERRO: Veritas La conchiglia, da sempre elemento legato all’Acqua, è stata utilizzata nelle arti figurative fin dall’antichità come simbolo di prosperità, di rinascita e fertilità. Nel Mondo Latino infatti la parola “pecten” indica sia la conchiglia sia l’organo riproduttivo della donna e, questo legame conchiglia - vagina - donna, diventa in qualche modo, anche chiave di lettura per l’opera.

MARCO LIBARDI: Orgasme Un vaso-utero kitsch e bizzarro, le cui porte sono le labbra di una vagina rossa come il sangue, il sacrificio e quindi la vita, ma nel nero della morte e del lutto, contiene il cranio osseo di una volpe. Giocando con la tradizione classica che trova in Eros e Thanatos compagni ideali e su quella piccola morte associata all’orgasmo, l’opera, in un’ironica ma non meno tragica rappresentazione delle icone archetipe della vita, rappresenta la nascita, l’amore, la morte, il sacrificio ed il lutto.

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VALENTINA MATTEI: Dee Un simbolismo arcaico viene riportato alla luce, tramite piccole sculture di donne, dalle forme solo accennate, come se fossero levigate dal tempo. Contemporanee veneri preistoriche in equilibrio tra organicità e astrazione, dove la figura femminile è data solo per impressioni formali. L’attenzione maggiore è rivolta alle morbide rotondità di seni, ventre e natiche quali centri energetici della donna che torna a ricoprire il ruolo di Dea. Messaggi di fertilità, abbondanza, prosperità e rispetto per la natura racchiudono questi semplici profili ondulati.

SABA MASOUMIAN: Cuscino Per ogni verità c’è una serratura, e per quante chiavi esistano una sola può riuscire ad aprirla. Non si sa cosa ci sia dentro il comodo cuscino che la protegge e nasconde, su cui dormiamo serenamente come un bambino tra le braccia della madre, ma il desiderio di svelarne il segreto diventa la catarsi esistenziale che trasporta le nostre vite lungo lo spazio e il tempo.

AILAR NOORI: Rosae Nigra Dal paese dove le rose hanno spine più affilate.

ALESSANDRO PADALINO E SONIA TRALLI: Inside Out L’opera nasce da un’idea collettiva riguardante l’aspetto morfologico, strutturale della vagina intesa come elemento centrale della ricerca. Su questo gli artisti, attraverso linguaggi diversi, cercano di analizzare il come, l’aspetto fisico ed estetico, nella piena diversità, non influisce sulla natura anatomica e intimista del gentil sesso, ma che, se pur differenti, le donne sono unite da un legame unico che le rende oggetto prezioso nel loro genere, e perciò creatrici di un mondo fatto di vita, rapporti, scoperte e curiosità.

SUSANNA PISQUANA “Tutte le opere sono autobiografiche e collegate fra loro , rappresentano il mio 46

modo di esprimere la sessualità ed emanciparmi da come la società vorrebbe o non vorrebbe che la esprimessero le donne.Il discorso del post femminismo è lungo e per quanto mi riguarda è ancora lontano dall’essere concluso. Anche se l’argomento è serio , non posso che affrontarlo con ironia.”

Biografie degli artisti

SONIA TRALLI: Identità svelate L’idea dell’opera, nasce da un lavoro di ricerca sul come la figura femminile affronti e accetti la sua intimità; il come essa rompa l’imbarazzo accettando il suo corpo, dando spazio “all’essere donna” attraverso l’atto di scoprirsi per riconoscersi.

Riconoscere la parte segreta e perciò più intima che mai nessuna, prima d’ora, immaginava possedere nella forma e nelle dimensioni, superando così quell’imbarazzo che un tale tema ed esperimento possono provocare.

Francesca BASSETTI Nata il 9 ottobre 1993 a Pinerolo (TO) ha frequentato l’Istituto d’Arte “Bertoni” di Saluzzo indirizzo design. Ha conseguito la laureo allo IED di Torino nel corso di fotografia. Si occupa di comunicazione visiva in particolar modo attraverso le immagini fotografiche e lo storytelling. Il tema principale delle sue opere sono legate al concetto di famiglia e alla natura degli antichi legami familiari.

DENISE VALENTI: Endometrio ed Endometrio 2 L’opera si concentra sul tema dell’endometriosi, una malattia complessa originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero. Ciò comporta oltre ad un grande dolore fisico, sanguinamenti interni, durante il ciclo metruale, infiammazione e infertilità. Queste due opere volgono lo sguardo verso la donna e l’incompatibilità di una malattia, che proprio attraverso il simbolo primo del ciclo mestruale dimostra l‘impossibilità di poter contenere un nuovo individuo e di poter quindi dare la vita.

Alessandra CECCHINI Nata l’11 Ottobre 1990 a Rieti, frequenta attualmente il biennio specialistico di Arti visive, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vero fil rouge della sua ricerca è l’importanza della memoria e l’impossibilità di ricordare tutto; il ricordo che svanisce, il ricordo che muta con il passare del tempo e diventa dunque inafferrabile.

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Jessica FERRO Jessica Ferro nasce a Dolo (VE) nel 1992. Risiede a Rosolina, in provincia di Rovigo; vive e studia a Bologna. Dopo aver frequentatoil Liceo Artistico “C. Roccati” di Rovigo, consegue Laurea triennale in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con valutazione 110 e lode. Ora si sta specializzando in Arti Visive- Pittura. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali, e ha vinto diversi premi, menzioni d’onore e riconoscimenti in concorsi artistici, di livello nazionale e internazionale. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

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Marco LIBARDI Studente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, attivo soprattutto nel campo dell’illustrazione e del fumetto. In precedenza presso l’Accademia di Padova. Ho partecipato a diverse mostre collettive tra cui: “Nomads“, presso l’Alliance Francais di Bologna e “La biblioteca come conversazione“ in occasione della Fiera del Libro. Inoltre in autunno è prevista una mostra personale dove oltre ai lavori grafici saranno presenti installazioni e sculture.

Valentina MATTEI Valentina Matte è nata a Bologna nel 1991. Nel 2011 si diploma in decorazione plastica presso l’Istituto d’Arte della sua città. Nel 2014 si laurea in comunicazione e didattica dell’arte con una tesi in psicologia della forma e teoria della percezione, dal titolo “ Dio in origine era donna”. Dal 2012 porta avanti una ricerca estetica, nonché ideologica, che ha quale elemento centrale, la donna nel suo esssere natura, il femminile e l’energia insita dentro di essa. Incantata dall’antico culto preistorico della Grande Dea Madre, la giovane scultrice attinge a piene mani.

Saba MASOUMIAN Nata a Tehran nel 1982, vive e lavora a Bologna, ed è rappresentata dalla Azad Art Gallery di Teheran, dalla Janet Rady Fine Art di Londra e dalla XVA Gallery di Dubai. Fa parte della collezione pubblica dei Musei Civici di Monza, ed è membro del progetto Rivers of A.I.R. istituito nel 2013 dalla Cartiere del Polesine. Studia pittura alla Accademia di Belle Arti di Bologna, e si è laureata in grafica alla Azad University di Tehran. Ha fatto parte degli artisti selezionati per l’esposizione inaugurale del Museum of Contemporary Art di Yinchuan del 2015, e ha avuto diverse mostre personali e collettive tra Amburgo, Berlino, Bologna, Dubai, Londra, Milano, New York, Rovigo, Teheran e Urbino tra il 2000 e il 2016. Ha vinto il Premio d’Arte Città di Monza alla Biennale Giovani Monza e la 4a edizione del Premio 49

O.R.A. di Verona nel 2015, il premio Runner-up al Noma Concours di Tokyo nel 2008, e il premio Golden Pen Plaque alla International Biennial of Illustration di Belgrado nel 2007.

Ailar NOORI Nata a Teheran nel 1991. Nel 2008 si diploma presso la scuola di Design Grafico.

Consegue la laurea nel corso biennale di Design Grafico all’università di Teheran nel 2010.

Dopo la laurea ha partecipato a diverse mostre collettive e realizzato diversi progetti per varie aziende. Dal 2012 abita in Italia e studia per la laurea magistrale in Disegno Grafico presso l’ Accademia di Belle Arti di Bologna.

Alessandro PADALINO Nato a Foggia nel 1983 e trasferitosi a Bologna per lavoro e studio, inizia a studiare fotografia da autodidatta cercando una visione personale per documentare i diversi viaggi intrapresi. Attratto in egual modo dalla street photography e dalla fotografia documentaria si cimenta anche nella fotografia analogica partecipando ad alcuni concorsi online.

Susanna PISQUANA Nata a Bologna nel 1985. Ha frequentato l’istituto d’arte sezione scultura e si è laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nella sua rucerca affronta il tema del post-femminismo. Tutte le sue opere sono autobiografiche e collegate fra loro, rappresentano il suo modo di esprimere la sessualità ed emanciparsi da come la società vorrebbe o non vorrebbe che la esprimessero le donne.

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Sonia TRALLI Nasce a Matera il 15 giugno 1988. Consegue una laurea triennale in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, concludendo gli studi nel corso specialistico di Illustrazione per l’editoria presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2011 ha partecipato al concorso bandito dal comune di Bari per la realizzazione del logo unico dei mercati rionali della città, aggiudicandosi il primo posto nella selezione. Dal 2012 fa parte di un gruppo di giovani artiste di strada con le quali collabora nell’esecuzione di Street Art. Negli ultimi anni ha anche collaborato con il GAI per eventi e mostre d’arte. Nelle opere viene sottolineata la discussa “questione femminile”, legata all’aspetto religioso e sociale che caratterizza la cultura occidentale.

Denise VALENTI Nata a Robecco Sul Naviglio (MI) il 29 maggio 1993. Si è diplomata al Liceo Artistico Felice Casorati di Novara. Ha proseguito gli studi a Milano in Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha conseguito la tesi di laurea triennale di Pittura. Il suo interesse per le arti visive riguarda principalmente il corpo e l’essere presente. La sua attenzione è rivolta: alla forma, al colore, a ciò crea il corpo in libertà, all’atto naturale, al gioco.

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