Pietre di Fede volume 1

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e negli inferi, si piega alla tua maestà divina. Al nome di Maria, il cielo si inchina, la terra si prostra, trema l’inferno, proclamando, nel mistero della Vergine, la tua adorabile onnipotenza”.

si stava ormai rapidamente sviluppando nella zona oltre il corso del Caldone, compresa, grosso modo, tra via Visconti e il vecchio Lazzaretto (oggi via Leonardo da Vinci). L’inaugurazione del novembre 1932 - è sempre Aloisio Bonfanti - nonostante il grande cuore di mons. Salvatore Dell’Oro, vedeva la chiesa ancora incompleta nelle strutture edilizie ed artistiche. Il campanile, ad esempio, era solo costruito nel tratto iniziale; mancavano gli affreschi sulle pareti e presso gli altari laterali. Lentamente, con l’opera zelante di mons. Dell’Oro, i consistenti lasciti testamentari di qualche benefattrice, le offerte di numerosi fedeli, il tempio venne completato. Dei giorni precedenti il rito celebrato dall’arcivescovo Schuster sono le colonne di cronaca pubblicate dalla rivista All’ombra del Resegone (settembre 1932) che ci piace riproporre: “Il nuovo tempio che noi possiamo ammirare nelle sue linee imponenti e severe, viene a colmare una lacuna veramente sentita da tutto un rione della città e a esaudire voti antichi e tuttora ardenti del popolo nostro. Quando una degnissima signora oriunda valsassinese e nostra concittadina di elezione Domenica De Dionisi ved. Manzoni volle, ancora vivente, destinare una parte cospicua del suo patrimonio - un vasto fabbricato in via Fratelli Cairoli - perché col ricavato della vendita si provvedesse all’erezione del nuovo tempio, le aspirazioni della città parvero ben prossime a divenire una realtà. Mons. Vismara acquistava immediatamente l’area adatta e interessava vari architetti, affinché concretassero in progetti di massima le linee del tempio; ma, impegnato nella raccolta dei fondi per le decorazioni della chiesa prepositurale, si trovò nell’impossibilità di attuare l’idea con i mezzi disponibili ormai inadeguati e si spegneva due anni or sono, lasciando il terreno e un discreto capitale accantonato per l’erezione del tempio. “Fu il vicario spirituale che gli successe, il

UN SANTUARIO NEL CUORE DELLA CITTÀ Comincia da Lecco centro anche l’itinerario per i santuari mariani. Comincia da quello dedicato a Nostra Signora della Vittoria: santuario, come affermava don Aldo Cattaneo celebrando i quarant’anni della consacrazione, il 5 novembre del 1972, non di miracoli - se per miracoli s’intendono guarigioni istantanee, apparizioni, lacrimazioni - ma devozionale, dove la Grazia lavora prodigiosamente nelle anime, ogni giorno, e insieme tempio civico in memoria dei Caduti per la Patria, una falange dei quali attende il giorno della risurrezione nella cripta-ossario. Lo si era cominciato a pensare durante la Grande Guerra mentre s’allungava la lista di quelli che non sarebbero tornati vivi dal fronte, anche perché la città richiedeva una nuova chiesa per il servizio alla gente che aveva la casa troppo distante dalla prepositurale. Ma se il terreno fu acquistato già nel 1917, e l’anno successivo il Cardinal Ferrari venne a Lecco a benedire la prima pietra, in realtà la costruzione non prese il via che agli inizi degli anni Trenta. Il cardinal Schuster, poi, poteva procedere alla consacrazione il 5 novembre del 1932, mentre il campanile doveva attendere l’inaugurazione fino all’anno 1940. Aloisio Bonfanti, in Da Santo Stefano a San Nicola aggiunge qualche ulteriore particolare: due furono i motivi principali che suggerirono la realizzazione della nuova chiesa in una zona allora periferica rispetto al centro di Lecco: un tempio votivo in memoria dei lecchesi caduti nel primo conflitto mondiale e la necessità di assistenza religiosa per il nuovo quartiere che

L’interno del Santuario della Beata Vergine delle Vittorie.

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