Dal vecchio Borgo alla grande Lecco

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CAPITOLO 13

La frana di Versasio sopra Acquate

S

ei morti, otto case crollate, diciassette persone senza tetto, decine di ettari sommersi dal fango: questo il drammatico bilancio della frana caduta a Versasio, allora in territorio comunale di Acquate, alle ore 11 del 16 settembre 1882. Risultarono gravemente colpite le famiglie di Pietro Invernizzi, Giovanni Colombo, Angelo Colombo, fratelli Invernizzi e Gerolamo Invernizzi. Le vittime furono Teresa Colombo di 24 anni, Ancilla Colombo di 36, Maria Invernizzi di 33, Giuseppe Manzoni di 62, Olivia Invernizzi di 62 e Anna Rota di soli 3 mesi che si trovava a balia presso Ancilla Colombo. La frana, precipitata dal sovrastante pendio verso il Pizzo Erna seppellendo alcune abitazioni rurali, provocò anche la scomparsa di numerosi capi di bestiame, che si trovavano nelle stalle. Le piogge dell’autunno 1882 furono torrenziali. Il Bione demolì a Belledo il ponte nella zona dell’attuale parrocchiale e superò gli argini lungo un tratto di strada verso Maggianico, allagando i campi. Il Comune di Acquate chiese subito soccorso alla Sottoprefettura di Lecco, al Genio Civile e al Comando di Distretto, per poter avere sul luogo della tragedia reparti militari della caserma Giuseppe Sirtori, al Lazzaretto. Il 18 settembre il sottoprefetto comunicava al Comune di Acquate che veniva messa a disposizione la somma di 500 lire per far fronte ai più urgenti bisogni delle famiglie di Versasio.

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