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2020 | RENZO PIANO

2020

Centro di chirurgia pediatrica di Emergency a Entebbe

Renzo Piano IL COMUNICATORE

Per me la più grande delusione dell’architettura italiana è Renzo Piano. Non perché non sia bravo, forse è il più bravo. Piano monta con abilità i pezzi del suo immaginario tecnologico (che hanno spesso a che fare con la tecnologia delle barche e in generale del mare) e si accosta al paesaggio, con il quale cerca di entrare in sintonia, per successive addizioni. La delusione è legata al suo carattere individualista, alla incapacità di capire che, arrivato alla sua età e alla sua fama, avrebbe dovuto spendersi con più energia e coraggio per l’avanzamento dell’Architettura nel Paese. Avrebbe dovuto essere il promotore della Legge per l’Architettura e della stagione dei concorsi. E, invece, ha agito come un battitore libero, senza porsi una domanda sulle conseguenze del suo atteggiamento quando per esempio non ha detto una parola sul fatto che si abbattesse un capolavoro dell’ingegneria quale il viadotto Morandi sul Polcevera, ancora recuperabile dopo il crollo, per realizzare il proprio progetto di viadotto. Abilissimo comunicatore, Piano ha insegnato agli architetti che un prodotto occorre saperlo vendere con parole accattivanti e soavi. Il grattacielo più grande di Europa occorre promuoverlo come lo Shard, cioè la scheggia, il centro commerciale in Campania è un vulcano buono

Renzo Piano Building Workshop (con TamAssociati e Milan Ingegneria). Centro di chirurgia pediatrica di Emergency a Entebbe, Uganda. 2020 (ph. ©Marcello Bonfanti).

e il viadotto sul Polcevera è una nave pensata per durare mille anni. La strategia è simile a quella dei prodotti commerciali: delle automobili raccontate come prodotti ecologici e dei biscotti immaginati come prodotti in un mulino. Grazie alla sua lezione di comunicazione, l’architettura italiana non sarà più la stessa.

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Il centro di chirurgia pediatrica di Emergency sorge su un terreno argilloso di 120mila mq sulle sponde del lago Victoria. Il cantiere ha fatto largo uso della terra di scavo opportunamente additivata per la costruzione di setti portanti con la tecnica del pisé. L’ampia copertura a tettoia ripara dal sole e sostiene 2.600 pannelli fotovoltaici. Gli ampi spazi verdi e il panorama contribuiscono alla guarigione dei pazienti (ph. ©Marcello Bonfanti).