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2016 | MASSIMILIANO FUKSAS

2016

La Nuvola

Fuksas LA PECORA NERA

Fuksas è uno dei pochi architetti italiani che non segue il mainstream del politically correct. E proprio per questo è mal considerato dalla critica con il birignao, da quella che vorrebbe essere politicamente impegnata. Soprattutto quella dei salotti milanesi. Tanto che gli si rimproverano colpe, per esempio sui costi e i tempi di costruzione della Nuvola, che non si sollevano per opere di altri architetti che come lui si sono scontrati, e con molto peggiori risultati, con la farraginosa macchina degli appalti pubblici italiani. Dimenticando che il progettista romano è stato capace di chiudere il complesso e vasto cantiere della fiera di Milano a Rho con ottimi risultati e in poco meno di due anni. Credo tuttavia che ciò che di Fuksas più disturbi sia la felice caparbietà creativa con la quale rivendica che l’architettura è in primo luogo pratica artistica. Mostrandosi decisamente controcorrente in un periodo come questo, segnato dal masochismo e dall’autolesionismo percettivo, dal ‘mediocre è bello’, dalla pseudo metafisica o peggio dall’estetica del piacevole secondo la quale una buona architettura sarebbe come un vestito di buon taglio sartoriale. Ci sono pochi progettisti che, contro queste stupidaggini, in ogni opera hanno tenuto fermo, con tanta bravura, il punto: l’architettura è in primo luogo arte. Certo, l’arte la si può fare in tanti modi diversi, come ci mostrano altri progettisti che all’estero si muovono lungo questa direzione: penso per esempio a Nouvel o a Herzog & de Meuron. Ma proprio perché in Italia in troppi amano dichiarare che l’architettura non lo sia, l’opera che svolge Fuksas è più che di disturbo. E da perfetta pecora nera, fosse solo per questo, bisognerebbe ringraziarlo di esistere.

Doriana e Massimiliano Fuksas, ph. ©Fabio Lovino

Studio Fuksas, centro congressi La Nuvola, Roma Eur, 2016 (ph. Roland Halbe e, ultima a sinistra, ©Leonardo Finotti).