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Trasformazioni culturali | DAVID CHIPPERFIELD

Qui accanto, il masterplan dell’intervento e il Grand Theatre visto dal boulevard. Sotto, l’ingresso del complesso alberghiero (ph. ©Fangfang Tian).

IL MASTERPLAN E L’ARCHITETTURA DI DAVID CHIPPERFIELD ARCHITECTS PER LA RIQUALIFICAZIONE DI UN’AREA INDUSTRIALE DEL XIX SECOLO NELLA CAPITALE DELLA PORCELLANA CINESE

CREDITI

Località quartiere Taoxichuan di Jingdezhen (Jiangxi) Committente Jingdezhen Ceramic Culture Tourism Group Masterplan David Chipperfield Architects Berlin Progetti architettonici David Chipperfield Architects Berlin e Shanghai Area del masterplan 235.000 mq Slp Grand Theatre 42.400 mq Slp hotel 91.700 mq Slp Accademia di musica 8.300 mq Cronologia 2018-2022 JINGDEZHEN, CERAMIC ART AVENUE TRASFORMAZIONI CULTURALI

Mille anni fa, dai forni dei villaggi intorno a Jingdezhen uscivano già le porcellane bianche e blu destinate agli imperatori della Terra di mezzo e oggetto di meraviglia in Europa per la luminosità e la colorazione blu, costosissima da ottenere. La tradizione produttiva è proseguita nei secoli, perfezionandosi e dando luogo a un distretto produttivo recentemente trasformato da David Chipperfield Architects Berlino in un’area turistica e culturale. Tradotto in lingua occidentale con il nome di Ceramic Art Avenue, il masterplan ha previsto il recupero di precedenti strutture industriali del xix secolo, oggi destinate a attività commerciali, di intrattenimento e di ristorazione; l’apertura di un asse pedonale che attraversa i 265mila metri quadrati del sito e la costruzione di un nuovo boulevard sul bordo occidentale che facilita i collegamenti nord-sud e con il centro cittadino. Nuovi edifici residenziali stanno sorgendo lungo il perimetro dell’area, valorizzata da funzioni pubbliche e culturali in parte già realizzate su disegno dello studio berlinese in associazione con la sede di Shanghai. In particolare è già stato completato in stile occidentale il Grand Theatre, che comprende un auditorium per l’opera cinese con tre balconate a ferro di cavallo per un totale di 1.200 posti e un secondo ambiente, il ‘black box’ rivestito in legno nero, per performance contemporanee. Già completato anche un complesso alberghiero formato da quattro edifici (uno dei quali frutto della riconversione di un precedente dormitorio per i lavoratori costruito negli anni Sessanta) affidati a due diverse gestioni, tra cui un Unbound Collection by Hyatt, con il progetto di interni dello studio Aim di Shanghai. In tutte le architetture gioca un ruolo di rilievo l’uso di mattoni faccia-a-vista, che si ricollegano alle precedenti strutture industriali. Negli edifici adibiti ad alberghi facciate semi-trasparenti e schermature perforate in mattoni per le balconate che si affacciano sulle corti interne vegetate agiscono da filtro tra le aree pubbliche e private. L’edificio del teatro inoltre, che segna il confine nord tra l’area di riconversione e la città moderna, è caratterizzato all’esterno e nel foyer da lunghe colonne a fungo in cemento a vista di wrightiana memoria. In costruzione sul confine meridionale del boulevard, frutto della ristrutturazione e conservazione di due precedenti edifici industriali, un’Accademia di musica di 8.300 mq con una sala concerti da 350 posti, ulteriore attrattiva del nuovo quartiere ■