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L’oro bianco della Versilia

LÊORO BIANCO DELLA VERSILIA

Sulle orme di Michelangelo

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A cura di SANDRO NOBILI

Grazie alle importanti cave dove si pratica l’estrazione del marmo sin dal II secolo a.C., in Versilia ha preso forma una vera e propria civiltà del marmo. Fra il ‘300 e il ‘400 le cave di marmo versiliesi fornirono materiali per le chiese e i palazzi di Pisa, Lucca e Genova. Nell’era dei Medici l’industria del marmo ebbe in Versilia un forte impulso; un concreto sviluppo prese avvio a seguito del lodo del ‘513 di Papa Leone X, che restituì ai fiorentini il territorio di Pietrasanta. Il Papa scelse gli schizzi di Michelangelo Buonarroti a quelli di altri famosi artisti (tra cui Raffaello) per il progetto a Firenze della facciata della Chiesa di San Lorenzo, rimasta incompiuta. Dopo aver assegnato la Versilia ai fiorentini, Giovanni de’ Medici ordinò a Michelangelo di utilizzare i marmi estratti nei monti di Seravezza e di realizzare la strada dalle cave al mare. L’impresa impegnò Michelangelo dal 1518 al 1520 tra mille difficoltà, ma quando finalmente i primi marmi giunsero a Firenze, nel ‘521, il progetto della facciata ormai era stato abbandonato per problemi tecnici e finanziari. Questo breve itinerario tra le splendide terre dell’oro bianco, partendo da Pietrasanta, patria della scultura e del marmo delle Apuane, ci condurrà fino a Carrara, il cui legame con il marmo viene da lontano e trova le sue radici nell’origine stessa della città, legata all’attività di estrazione e lavorazione della candida pietra.

Capoluogo della Versilia Storica, tra le Alpi Apuane e il mare, meta ideale per gli amanti della cultura e dell’arte, Pietrasanta è un pittoresco borgo medievale. Crocevia di scultori provenienti da tutto il mondo, vanta radici antichissime nella lavorazione del marmo ed è ricca di botteghe e di laboratori artigianali in cui si respira un’aria michelangiolesca. Passeggiando per le vie del centro si possono ammirare ad ogni angolo opere di rinomati pittori e scultori del calibro di Igor Mitoraj, Jean Michel Folon, Fernando Botero, Pietro Cascella, Kan Yasuda, Arnaldo Pomodoro, Joan Mirò. Non a caso ci troviamo nella città con il centro storico con la più alta concentrazione di gallerie d’arte (in Italia e, probabilmente, in tutto il mondo) in grado di soddisfare le esigenze e gli investimenti di collezionisti e appassionati d’arte contemporanea (ma non solo): da Deodato Arte a Barbara Paci Galleria d’Arte, da Laura Tartarelli Contemporary Art a Susanna Orlando, per citarne solo qualcuna. La Galleria di Laura Tartarelli inaugurerà il 10 settembre, in Via Marzocco 58, una suggestiva mostra personale del fotografo milanese Marcello Vigoni, che si potrà visitare ogni giorno per tutto il mese. Il centro storico di Pietrasanta è anche sede di numerosi monumenti, tra i quali il Duomo romanico-rinascimentale di San Martino e la chiesa sospesa al culto di Sant’Agostino, del ’300. Meritano una visita il Museo archeologico e la Casa natale di Giosuè Carducci. La città possiede anche una rete di cunicoli sotterranei, oltre a opere difensive strategiche quali le mura di cinta ben visibili dalla piazza centrale e raggiungibili grazie a un sentiero che termina alla Rocca di Sala, dalla quale si può ammirare la piana versiliese da Viareggio a Forte dei Marmi e, nelle giornate più limpide, l’arcipelago toscano e la costa ligure. Per gli amanti della scultura imperdibili sono anche il Parco Internazionale della Scultura, il Musa, museo reale e virtuale di scultura e architettura, e il Museo dei Bozzetti (ospitato nei loggiati dell’ex convento di Sant’Agostino) che raccoglie i più significativi gessi e disegni preparatori realizzati dagli scultori che hanno lavorato e lavorano nei laboratori versiliesi dai primi del ’900 a oggi. Non lontano da Pietrasanta si trova la celebre località balneare di Forte dei Marmi, perla della Versilia, che deve il suo nome ad un magazzino di marmi nel quale venivano raccolti i marmi in attesa di essere caricati sui “navicelli”. Il magazzino era ubicato nei pressi del forte, detto “il Fortino”, fatto costruire alla fine del ’700 dal Granduca Pietro Leopoldo. Elegante, marina, montana, collinare, Forte dei Marmi è un luogo affascinante dove rilassarsi tra la bellezza di una natura conservata gelosamente ma anche dove inseguire, tra boutique e locali alla moda, una vivace vita notturna, movimentata e mondana. Molto da vedere, dunque, e molto da visitare: tra mare,

A fianco: Pietrasanta; sotto e a destra il centro storico e un particolare del Duomo di Carrara

Vista aerea della spiaggia di Forte dei Marmi

spiagge, negozi e l’ormai celebre mercato, tanto rinomato da diventare un appuntamento itinerante in diverse città italiane. Da non perdere il quartiere Roma Imperiale, con le sue antiche Ville Nobiliari, fra le quali spiccano Villa Agnelli, Villa Antonietta e Casa Mann Borghese, spesso “riviste” da grandi architetti contemporanei come Giò Ponti o Giovanni Michelucci. A Vittoria Apuana si trova invece Villa Bertelli e, nei suoi pressi, la casa naturale-museo dello scultore Ugo Guidi che ospita la maggior parte delle sue opere ed è una importante galleria di arte contemporanea. Il legame di Carrara con il marmo risale fin dai tempi dei Romani. Non a caso il suo nome deriva da carro, mezzo usato per trasportare i pregati blocchi e il suo simbolo è la ruota (dei carri, appunto). Da queste cave - il bacino marmifero più grande del mondo - proviene, infatti, la pietra usata per realizzare i maggiori edifici pubblici e le numerose dimore patrizie della Roma imperiale. La si ritrova, poi, nelle splendide architetture religiose in stile gotico fino al Rinascimento, quando la scultura diventa protagonista e nascono alcune delle opere più grandiose di maestri come Michelangelo, Bernini o Canova. Oggi parlare di Carrara significa evocare il marmo e le sue cave, così prezioso da essere definito “oro bianco”, così noto da richiamare uomini illustri di ogni epoca e di ogni parte del mondo. È utilizzato, ai giorni nostri, da artisti come Poncet, Cardenas, Botero, Bodini, Pistoletto, fino ai giapponesi Yasuda e Nakamura. Una visita alla città non può che partire dal magnifico centro storico, ove si trovano gli edifici più importanti. A partire dal Duomo di Sant’Andrea, caratterizzato da una facciata a fasce di marmo bianco lunense e nero di Colonnata su cui si apre un rosone che richiama la forma di una ruota, simbolo della città. Sempre nel centro di Carrara si trovano poi l’Accademia di Belle Arti, ospitata all’interno di Palazzo Cybo-Malaspina rinomato ateneo per la formazione (tra le altre discipline) di futuri scultori e Piazza Alberica, la piazza storica più grande e importante della città, con la pavimentazione decorata da diversi tipi di marmo che contrastano con le facciate colorate delle case signorili e dominata, al centro, dalla fontana con la statua raffigurante la duchessa Maria Beatrice d’Este. Poco lontano dal centro, all’interno di Villa Fabbricotti, immersa nel verde del Parco della Padula, si trova il CARMI - Museo Carrara e Michelangelo, dedicato all’icona indiscussa dell’arte del Rinascimento e al suo stretto rapporto con la città. Vivere Carrara significa guardare i suoi panorami, respirare i suoi profumi e, perché no, assaggiare almeno alcuni dei suoi numerosi prodotti tipici. Impossibile non iniziare dal lardo di colonnata, che deve il suo gusto eccezionale proprio alla stagionatura che avviene all’interno di conche di marmo (all’interno delle quali vengono riposti, a strati alterni, falde di lardo e aromi vari, tra cui pepe, cannella, coriandolo, rosmarino). Tra i tanti piatti locali segnaliamo inoltre alcune divertenti lavorazioni della farina: gli ‘sgabei’ da una parte (pasta di pane lievitata, tagliata a strisce e poi fritta), la farinata dall’altra (farina stemperata e cotta in acqua, nel latte o nel brodo).