ANZIO-SPACE, SETTEMBRE 2010

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PAESANESIMO La stagione estiva di Anzio volge al termine e il dato che emerge è quello di una città di villeggiatura in decadenza dove la mancanza di un progetto turistico serio, con obiettivi chiari e condivisi dall’intera comunità politica e imprenditoriale, produce ogni anno di più la diminuzione dei giorni di permanenza per le famiglie storiche, il quasi azzeramento delle persone che scelgono il nostro paese come nuova meta turistica da scoprire, ed un forte aumento del numero di turisti mordi e fuggi. Alla base di questa incapacità evolutiva della città c’è il “paesanesimo”, condizione mentale dura da estirpare che è ben radicata nelle famiglie di Anzio. Per definizione il paesano è un uomo semplice, spesso autoreferenziale, con grosse difficoltà di adeguamento ai cambiamenti che la società contemporanea impone per essere competitivi, soprattutto nel campo dell’impresa turistica. Sono finiti i tempi in cui Anzio era l’ambita meta delle vacanze della borghesia romana, c’è bisogno di rimboccarsi le maniche per costruire una nuova identità turistica della città. Così un’altra estate, paesana ed autoreferenziale, è sfuggita tra inaugurazioni di mostre e manifestazioni, per alcuni versi anche interessanti, ma del tutto incapaci di servire da attrazioni turistiche, bensì solo dalle semplici occasioni di intrattenimento per quelle persone che per scelta o per disgrazia si sono trovate a passare da queste parti. Quando troveranno i nostri amministratori la volontà di confrontarsi veramente con il problema del turismo anziate? Quando nasceranno nuove strutture ricettive che possano accogliere dignitosamente nuovi turisti? Quando si faranno corsi di formazione di livello per coinvolgere politici e commercianti nella costruzione di un Anzio Style? A quando un progetto concreto che valorizzi la città, con le sue importanti risorse, rispetto alle altre cittadine del litorale del Lazio? Le idee del nuovo Piano regolatore e del nuovo porto della Capo d’Anzio si stanno dimostrando ogni giorno di più fallimentari e a favore di questo declino d’immagine della città. Chissà se è arrivato il momento di darsi una linea e lavorare interi inverni per migliorare la qualità del soggiorno del turista. Chissà se è arrivato il momento di chiudere con gli spot (paesani). Andrea Mingiacchi

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BI... SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Incubo Anzio. Si fa fatica a riconoscere la nostra amata città. Nel cuore della stagione estiva si riscontrano solo eventi degni di un film trash. Passeggiare per le strade della città equivale ad un tour tra brutture e lacune di ogni genere. Prima sensazione sgradevole: l’illuminazione delle vie principali assomiglia in modo macabro a quelle di un cimitero di periferia. A tal proposito, poiché spesso veniamo additati come coloro che si limitano a criticare, passiamo alle soluzioni. Nel primo caso, ricorrendo ad un elaborato manuale di ingegneria abbiamo trovato il nostro rimedio: cambiare le lampadine. Seconda sensazione da brivido: Anzio puzza. In qualunque via vi aggiriate, da ogni angolo provengono odori nauseabondi. Rimedio numero due: dopo aver consultato i massimi esperti di idraulica abbiamo trovato un ottimo espediente, pulire e lavare le strade, coinvolgendo nell’ardito progetto quei tecnici che hanno ideato l’impianto fognario in piazza Pia. Terza amara sensazione: nel cuore di agosto le spiagge principali sono semideserte. Rimedio numero tre: dotare gli stabilimenti di strutture all’avanguardia. Investire su alberghi e favorire la crescita del commercio locale, invogliando l’arrivo di nuovi turisti. Rimedio numero tre bis (per gli amministratori): comprendendo la difficoltà di questo progetto, si può sempre convocare un folto gruppo di adepti pronti a sventolare numerose bandiere blu con effetto hola. Per attirare l’attenzione si può anche programmare una serie di conferenze fiume sul porto (non il fiume vero attenzione..). Titolo suggerito: il sonno della Regione genera mostri. Quarta sensazione: l’oblio delle coscienze. Ad Anzio ormai si è creata una congiuntura tra imprenditori dell’ultima ora, stampa imbavagliata e sistema politico, grazie alla quale la gente crede realmente di vivere in California. Una blanda operazione in salsa berlusconiana che mira a nascondere le enormi contraddizioni del nostro territorio. Rimedio numero quattro: da settembre l’Associazione 00042 moltiplicherà gli sforzi e di volta in volta si preparerà a sposare una causa meritevole di attenzione. Saremo concretamente al fianco di tutti quei cittadini che attendono risposte vere da parte della classe politica (mai arrivate). D’altronde sono loro gli autentici protagonisti della città, che grazie all’impegno associazionistico hanno alimentato la storia di Anzio. Questo è il nostro incontenibile bi..sogno di una notte di mezza estate. Marcello Bartoli

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L’esponente dei Democratici: “Prioritaria la compatibilità con la città storica”

PORTO, BERNARDONE (PD): “ECCO UNA PROPOSTA ALTERNATIVA” Ivano Bernardone, consigliere comunale del PD, torna a mettere al centro del dibattito politico la questione del porto di Anzio. Se nel 2009 l’esponente dei democratici con il documento “Anzio - Punto sul porto” aveva cercato di analizzare il problema oggi, a circa un anno di distanza, ripropone la questione presentando una proposta alternativa a quella del nuovo porto.

Per Bernardone “le criticità del progetto della Capo d’Anzio devono essere superate con una nuova progettazione che abbia come punti qualificanti l’armonia con la città storica, la tutela dell’assetto del litorale e del sito archeologico, il collegamento con il territorio e la massima sostenibilità. La dimensione complessiva dell’infrastruttura deve essere compatibile con quella della città storica e il progetto del porto deve essere associato a quello di un’accurata riqualificazione del centro storico, delle riviere e della viabilità. Per conservare e valorizzare l’identità della città, le funzioni storicamente presenti nel porto (pesca, passeggeri, sport, diporto, ecc.) devono restare interne al bacino storico”. Da qui la proposta dell’esponente Pd: “Un valido progetto alternativo del porto deve rinunciare ad un secondo bacino in mare aperto, che lo allontana dal centro storico snaturando l’assetto urbanistico; eliminare l’arteria stradale prevista sul perimetro interno del bacino e che costituirà una barriera di asfalto che separerà in modo definitivo e fisico la città dal porto; risanare le riviere e potenziare il porto turistico con un ampliamento misurato e sostenibile a levante, con un percorso urbano attrezzato lungo la spiaggia che potrà raggiungere il centro di Nettuno; preservare lo specchio d’acqua interno al bacino davanti alla città storica che, per il suo alto valore paesaggistico, non deve essere compromesso; conservare le funzioni e le attività storiche nel porto, prima fra tutte

la pesca; ricollocare i cantieri in modo che non rappresentino una barriera fisica e visiva tra città e mare; incentivare la viabilità pedonale e ciclistica, creando nodi di scambio (navette, taxi, ciclotaxi, botticelle, ecc.)”. Quello di Anzio è un porto polifunzionale che, opportunamente riqualificato, deve conservare il suo ruolo e rango a livello regionale. Ma “senza adeguati collegamenti extraurbani continua Bernardone -, questa infrastruttura e gli investimenti per il suo potenziamento non sono proponibili. La forte urbanizzazione del territorio rende necessario soprattutto assicurare efficienza nei collegamenti con la rete regionale e nazionale, attraverso le due nuove arterie autostradali di prossima realizzazione: la Roma–Latina e la Cisterna–Valmontone”. Altra questione l’erosione delle spiagge: si tratta di “un fenomeno che sul litorale a sud di Roma sta assumendo un peso drammatico ed è per buona parte da addebitare ad opere foranee costruite senza alcuna attenzione alle conseguenze. Il molo di sopraflutto del porto di Anzio proposto dalla Capo d’Anzio (lungo 900 ml e spinto in mare per 450 ml), come più volte evidenziato da studiosi autorevoli, è certamente destinato ad avere ripercussioni serie sul litorale. Per queste ragioni la riqualificazione e l’ampliamento del porto devono avvenire entro il bacino esistente limitando le opere sull’attuale molo sopraflutto e quindi l’impatto sulle spiagge, risolvendo allo stesso tempo il problema dell’insabbiamento. L’insabbiamento del porto è un serio problema ambientale, funzionale e di sicurezza e deve essere risolto con soluzioni strutturali, non con il dragaggio permanente e continuo dei bacini”. In merito al patrimonio artistico, secondo

Bernardone, “si può e si deve attraverso il recupero del porto, valorizzare anche la ricchezza archeologica irrinunciabile che distingue Anzio da qualsiasi altra località. I resti della villa e del porto di Nerone rappresentano un sito di interesse mondiale e le indagini archeologiche e le valutazioni in merito alla necessità di conservazione e recupero devono anch’esse essere poste a base del progetto. Non è concepibile, come sta avvenendo, che queste indagini siano rimandate alla fase esecutiva con il rischio del blocco dell’opera o della compromissione di beni archeologici di valore incalcolabile”. Infine una stoccata tutta politica: “La colpa più grave da rilevare nell’intera vicenda è l’assoluta negazione di ogni confronto. Il dialogo sereno, chiarezza e trasparenza relativamente alle procedure, al soggetto attuatore e alla fattibilità finanziaria sono tutti elementi che possono dare una soluzione definitiva al problema. È urgente e necessario chiarire il ruolo e l’identità dell’attuale Capo d’Anzio S.p.A., la cui nascita è stata deliberata dal Consiglio Comunale di Anzio, in quanto società mista tra soggetti pubblici. Tuttavia il destino e il futuro di questa società sono incerti e poco chiari. In questo contesto il ruolo della Regione Lazio, proprietaria della parte commerciale e titolare di un porto polifunzionale di interesse regionale, è un elemento da non sottovalutare. Per questa vicenda la soluzione corretta sarà necessariamente la profonda rielaborazione di contenuti importanti negati dal progetto della Capo d’Anzio e dalla totale assenza di quei processi di partecipazione democratica che opere dai così rilevanti impatti richiedono”. Silvia Arena

PORTI TURISTICI: UN MERCATO SEMPRE PIÙ AFFATICATO Se ad Anzio il problema del nuovo porto è all’ordine del giorno, il Sole 24ore invece riflette sulla crisi che sta colpendo proprio il settore portuale. In un articolo di Raoul de Forcade, pubblicato il 25 luglio, il quotidiano economico analizza il business delle marine. In Italia ci sono circa ottomila nuovi posti barca in meno rispetto alle previsioni del 2009 e ai progetti già avviati (28 porticcioli per un totale di 16.770 posti: mentre altri 51 porti sono in arrivo per i prossimi due anni per un totale di 24.252 posti). Secondo il presidente di Assomarines, Roberto Perrocchio, i posti in meno sono dovuti “principalmente a ragioni economiche. Per noi questo è il momento peggiore della crisi con un giro d’affari in calo tra il 5 e il 10%.” Per chi lavora nel settore nautico tutto ciò è negativo: sono calate le spese per le manutenzione delle barche e per il carburante e i tragitti sono più brevi. Di fronte a questa crisi, non sarebbe meglio se molti comuni costieri rivedessero la loro politica basata sullo sviluppo dei porti turistici non sempre in simbiosi con il resto della città? red


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PORTO D’ANZIO QUANTO MI COSTI… IN UNA SOLA SETTIMANA IL COSTO DI PERMANENZA DI UNA DRAGA SI AGGIRA INTORNO AI 100.000 € Da tempo si risolve l’annoso problema dell’insabbiamento del porto di Anzio per mezzo di una costante azione di dragaggio, ma spesso passa in secondo piano il costo di un’operazione che non comporta mai una soluzione definitiva, o quantomeno a medio termine.

É possibile farsi un’idea approssimativa dei costi di simili interventi in base a semplici considerazioni tecniche, e ai dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la Regione Lazio. Questi ultimi evidenziano un costo base del noleggio di una draga di 463,59 € per ogni ora di lavoro; tale cifra, gonfiata da costi di ammortamento, approvvigionamento, manutenzione e installazioni complementari, sfiora i 600 €/ l’ora, calcolati a prescindere dai tempi effettivi di lavoro.

In breve, il costo di una sola settimana di permanenza di una draga nel porto d’Anzio si aggira intorno ai 100.000 €. E come la storia del nostro porto insegna, questa grande spesa fatta con i soldi dei contribuenti non risolverà

affatto il problema in via definitiva. Al contrario, è evidente come la sua azione sia un fattore addirittura perturbante per equilibrio della morfologia e per l’ecosistema del litorale anziate. Questo per dire che la soluzione andrebbe trovata, non attraverso sistemi costosi e temporanei, ma con modifiche e ottimizzazioni atte a ripristinare l’equilibrio del litorale che il braccio portuale deturpa. Non vi è teoria, né alcuno studio a supporto della tesi sostenuta dai promotori del progetto proposto dall’amministrazione, che realizzando un altro braccio di enormi proporzioni dal versante sottocorrente, possa risolversi il problema dell’insabbiamento. L’esperienza e i recenti studi dimostrano invece come l’imposizione di ulteriori ostacoli, trasversali rispetto alla linea di riva, favorisca l’erosione dei fondali sottocorrente e il deposito di sedimenti sul versante opposto, ovvero ciò che accade nel porto di Anzio: la costante erosione del litorale a nord e l’eccessiva sedimentazione a sud di esso. La pratica moderna impiega sistemi alternativi, al fine di attenuare questi fenomeni. Si tratta di riprogettare l’opera in funzione dell’ambiente che la ospita, in base a moderni criteri ingegneristici, avvalendosi di materiali e tecnologie a basso costo, a impatto ambientale pressoché nullo, e utilizzando spesso moto ondoso e correnti per ricavarne energia pulita. Si pensi in particolare ai sistemi di rimescolamento e ventilazione artificiale delle acque, già utilizzati dai porti turistici di Senigallia, Marinadorica di Ancona e Porto Ottiolu, in Sardegna, alimentati

a bassa potenza, dai costi di gestione e installazione estremamente bassi e capaci di svolgere la loro azione per tempi lunghissimi. Oltre che impedire la sedimentazione e il ristagno delle acque, tali sistemi riducono anche l’inquinamento dovuto alla presenza di imbarcazioni stanziali, che in alta stagione non vengono semplicemente “parcheggiate”, ma “abitate”, costituendo un vero e proprio insediamento umano. Altro sistema è il brevetto B.M.S., nato come alternativa ai ripascimenti artificiali, che coopera col moto ondoso sfruttando la cosiddetta “swash-zone” ed un lieve pompaggio artificiale, per drenare e stabilizzare la linea di riva impedendone l’erosione, dunque la sedimentazione del materiale in altre zone costiere. Ulteriori tecnologie puntano all’utilizzo di materiali geosintetici per ridurre l’effetto erosivo di moto ondoso e correnti, e per proteggere i litorali a rischio; attualmente sono in fase di studio vere

e proprie “barriere semisommerse”, dotate di rotori ad elevato rendimento che, oltre ad ostacolare l’azione di correnti e mareggiate, ne sfruttano la forza per generare energia elettrica pulita. Queste soluzioni non vengono tuttavia prese in considerazione dall’attuale amministrazione. Convinti che tutti, a palazzo, abbiano studiato l’equazione di Dean sulla caduta dei sedimenti, l’effetto “overlifting” e l’equazione d’onda di Reynolds, ci chiediamo: non gli sarà mica sfuggito qualcosa? Maurizio Fracassi


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Un pescatore che ama il mare non può chiudere gli occhi. Serve più responsabilità

LA PESCA MODERNA E UN MARE INDIFESO LO SFRUTTAMENTO INTENSIVO DELLE ACQUE CAUSA L’IMPOVERIMENTO DELLE R I S O R S E I T T I C H E Pensando al nostro “mare magnum” vengono alla mente le storie raccontate da Ernest Heminguay, scrittore americano, amante della pesca e autore del capolavoro “Il vecchio e il mare” in cui racconta l’ultima avventura di un vecchio pescatore. La vita dei pescatori è fatta di sacrifici e fatica. Vivere giornate intere a largo, lontano dalla costa, spesso al freddo, fa diventare un essere umano duro e impermeabile emotivamente ma eccezionale, diverso per il senso di libertà che si acquisisce solo vivendo tra lo sballottio delle onde e l’orizzonte talmente lontano da fondersi con il cielo. Questo vale per i pescherecci quanto per i pescatori della piccola pesca. Però questa romantica visione del pescatore, stona quando ci rendiamo conto che a dare è solo il mare, noi non gli offriamo nulla in cambio, neanche il rispetto. Ad esempio la pesca con la “spadara”, che andava da maggio a luglio, permetteva di pescare il pescespada. Ma nella rete a maglia larga, lunga fino a 10 km e profonda fino a 30 metri, finivano anche alcune specie in via di estinzione come tartarughe e delfini; quest’ultimi non riuscivano

a riemergere e morivano soffocati. Quando i gruppi di ecologisti videro tornare a galla i corpi di questi meravigliosi mammiferi cominciò la guerra alle spadare, conclusasi con la messa al bando da parte della Comunità Europea delle

reti killer. Sicuramente se i pescatori avessero avuto un atteggiamento più collaborativo, avvisando le autorità competenti, il problema si sarebbe potuto risolvere in maniera diversa. La morale di questo racconto è che il pescatore cerca sempre di sfruttare al massimo i beni del mare senza interessarsi del “tesoro marino” e senza collaborare per preservarlo, per

esempio denunciando per primo un così grave episodio per trovarne soluzione con le autorità competenti. Questa posizione rende l’immagine del pescatore poco collaborativa per la conservazione dei beni marini, e specializzata nello sfruttamento. Gli operatori del settore conoscono bene i danni provocati sia dalla piccola pesca sia dai pescherecci. Possiamo parlare delle reti da posta che rimangono incagliate negli scogli, ma anche dei pescherecci con le reti da scoglio, dei ramponi per le sogliole, della pesca sottocosta, delle aliciare che a Terracina sono state bloccate dagli stessi pescatori. Ormai non sono più i cincioli con le lampare a pescare alici, ma pescherecci con reti a strascico specializzate. La quantità di pesce è nettamente inferiore rispetto a venti anni fa e se spariscono anche le alici, che sono alla base della catena alimentare, è finita per tutti. È ora che ci sia una diversa coscienza e responsabilità prima di tutto proprio da parte dei pescatori che conoscono il problema meglio di chiunque altro. Alessandro Tinarelli

La replica di Angelo Grillo presidente della Breve intervista al comandante Sezione cooperativa del pesce “La Concordia” Operativa Navale GdF di Anzio

I PESCHERECCI E LA PICCOLA PESCA NON SONO IN CONFLITTO Il signor Angelo Grillo presidente della cooperativa del pesce “La Concordia”, che ha sede nel porto di Anzio, e armatore del peschereccio “Paola Madre”, ha replicato sull’articolo della pesca a strascico sottocosta pubblicato sul numero precedente di Anzio-Space. Egli denuncia un generale tiro al bersaglio ai pescherecci da ogni direzione a cominciare dalle ultime norme europee sino al vociferare locale di un probabile danneggiamento all’ecosistema del nostro mare. “Non è vero”- sostiene Grillo-”che abbiamo avuto controversie con la piccola pesca, mi sono anche consultato con loro per l’incomprensibile articolo, e comunque è ormai molto tempo che in cooperativa non riceviamo reclami relativi a reti da posta strappate. Abbiamo raggiunto il giusto equilibrio ed è offensivo definirci come i padroni del mare dopo tanti sacrifici e tribolazioni per portare il miglior pesce sulle tavole della gente.” “Anche quando abbiamo avuto problemi sporadici con la piccola pesca li abbiamo risolti con la massima solidarietà. Insomma noi i panni sporchi ce li sappiamo lavare in famiglia e non abbiamo nessun interesse a creare conflitti tra pescatori”. Il signor Grillo sembra frenato per non creare ulteriori polemiche, ma poi continua la sua dichiarazione e la dice tutta. “Se vogliamo andare fino in fondo la piccola pesca è anche più distruttiva dei pescherecci perchè nelle loro reti vengono catturati pesci di ogni specie con milioni di uova ancora al loro interno, la rete da posta è specializzata a pescare pesci in ‘amore’”. Attigua alla “Concordia” c’è un’altra importante cooperativa del pesce “La fanciulla d’Anzio” e nessun rappresentante o socio ha ribattuto alla redazione o fatto commenti riguardo l’articolo del numero precedente . Alessandro Tinarelli

STRASCICO SOTTOCOSTA:

“PROBLEMA IN DIMINUZIONE” Il Luogotenente Luigi Marrazzo, Comandante della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Anzio, ci spiega la situazione della pesca a strascico sulle coste della città. “Normalmente - ci dice il nostro è un servizio di

polizia economica e finanziaria.” Negli ultimi due anni quanti verbali sono stati fatti per la pesca a strascico sottocosta? Ne sono stati fatti circa una decina, invece quest’anno cinque in tutto. L’ultimo lo abbiamo fatto proprio questa notte. Comunque rispetto al 2009 il problema sembra in diminuzione. È stato sequestrato materiale da pesca? Sequestriamo la rete che rimane in custodia giudiziale alla parte. Pagati i 2000 euro di multa il pescatore può richiederne il dissequestro alla Capitaneria di Porto di Roma. Ci sono problemi di fondi per i controlli in mare? Non direi. Più o meno lavoriamo quasi tutte le notti in mare per prevenire il contrabbando, così a volte riusciamo a fermare anche qualche peschereccio che infrange le regole. Silvia Arena


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Inter vista a due ar tigiani storici di Anzio: Luciano Salesi e Pino Scagnetti

L’ARTIGIANATO DAI TEMPI D’ORO A QUELLI DELLA CRISI La storia di Anzio si intreccia con quella dell’artigianato, un’arte ben radicata nella città neroniana, come testimoniano alcune botteghe aperte da più di sessant’anni anche se negli ultimi tempi il settore sta vivendo un periodo di crisi. Abbiamo intervistato due artigiani locali, Luciano Salesi e Pino Scagnetti, per fare il punto della situazione. La nostra indagine parte da una delle più longeve “Botteghe”: quella di Luciano Salesi. La troviamo in una posizione centrale, sulla Riviera di Levante. “Sono più di cinquant’anni che esercito l’attività d’artigiano qui al centro di Anzio, ma sembra ieri quando mio padre mi introdusse in questo lavoro interessantissimo…” ci racconta il signor Salesi. Ma come è cambiata la situazione da cinquant’anni a questa parte? “Cinquant’anni fa il lavoro Artigianale era la risorsa economica più importante di Anzio, gran parte degli uomini erano piccoli artigiani, o naturalmente pescatori. Parliamoci chiaramente l’artigianato era il polmone dell’Italia, perché non conosce ferie, malattie, riposi, ma purtroppo le nostre istituzioni questo non lo hanno capito.” Quindi secondo lei non esiste più l’artigianato? “No, assolutamente no. Ad esempio non so neanche più se esistono ancora gli istituti professionali che portavano e che davano

ai ragazzi qualcosa di veramente importante, come lo è questo lavoro. Ormai sono rimasti in pochi a fare il mestiere di artigiano, perché non esistono più le mezze misure: o sei una grande azienda e così lavori, o sei un mago e hai passione per quello che fai e allora puoi permetterti di diventare artigiano”. Che cosa manca ad Anzio? “Le risorse per dare un futuro ai giovani. Se ce ne fossero le nuove generazioni non sarebbero costretti a recarsi nelle grandi città come Roma per trovare un lavoro. Mi chiedo perché devo avere due figli che lavorano a Roma: Anzio non è all’altezza di dare una possibilità a questi ragazzi?” . Pensa che il porto potrebbe sollevare le sorti di questa città? “Oggi non abbiamo un porto adeguato anche se siamo una cittadina a sessanta chilometri da Roma “la capitale”. Potremmo diventare una piccola Civitavecchia, con tutti i vantaggi che ne deriverebbero, ma forse nessuno lo ha ancora capito. Troppe chiacchiere e pochi fatti.”

Il secondo incontro per riscoprire il mondo dell’artigianato è con Pino Scagnetti, che insieme a suo fratello Andrea continuano ciò che negli anni sessanta aveva iniziato il padre Angelo. L’azienda degli Scagnetti, che si occupa di arredamento su misura, ha anche l’opportunità di lavorare all’estero, più precisamente nel Nord Europa. Secondo lei perché l’artigianato è così in crisi? “Rispetto a sessanta anni fa il lavoro artigianale è diminuito anche perché non si tramanda più. Oggi non è facile assumere i giovani, perché nessuno di loro vuole fare questo lavoro che è molto difficile e non viene più tramandato. Poi perché per imparare il mestiere di artigiano ci vogliono anni ma il sistema impone che per assumere un apprendista lo devi pagare come un operaio. Ovviamente questo non porta guadagno, in un periodo già complicato per l’Artigianato”. Continuiamo proprio a parlare della difficoltà che sta attraversando il campo artigianale, che purtroppo le istituzioni sia nazionali sia locali non aiutano in nessun modo. Il signor Pino parla anche di una struttura chiamata “Città dell’Artigiano”, che deve essere costruita nei prossimi anni, ma anche per quella i fondi mancano e per il momento è tutto in alto mare. A proposito della nostra città, cosa pensa del porto? “Secondo me una struttura adeguata va fatta, e sicuramente sarà la maggior parte riguadagnato poiché porterà, almeno spero lavoro, commercio, e darà un nuovo aspetto ad Anzio”. Fatima Esherighi


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ACQUALATINA: ECCO TUTTA LA STORIA COME E QUANDO ANZIO E NETTUNO PASSARONO DAL MONOPOLIO PUBBLICO A QUELLO PRIVATO Nel 1994 la legge Galli, nel tentativo di semplificare la gestione pubblica delle acque ripartita tra novemila diversi soggetti, crea gli ATO (Ambito Territoriale Ottimale) per il Servizio Idrico Integrato (S.S.I): ossia acquedotto, fognatura e depurazione. L’Italia viene divisa in novantuno ATO in base alle caratteristiche idrogeologiche del territorio con particolare riferimento ai bacini idrici. Nel 1996 la Regione Lazio individua cinque ATO sul territorio: Anzio e Nettuno (RM) vengono assegnate all’ATO n 4 – “Lazio Meridionale –Latina” insieme ad altri 36 comuni: quelli della Provincia di Latina (escluso Campodimele) e i comuni di Amaseno, Giuliano di Roma, Vallecorsa e VillaSantoStefano della Provincia di Frosinone, per una popolazione complessiva di 610.000 unità (1.100.000 abitanti nel periodo estivo). A quel tempo sembrò preferibile l’annessione all’ATO4 (composta da soli 38 comuni) piuttosto che al gigantesco ATO di Roma e Provincia. La gestione degli ATO compete alle Autorità di Ambito (solitamente Enti Locali quali Province o Comuni). L’Autorità di Ambito dell’ATO4 nasce il 4 luglio 1997 con la “CONVENZIONE DI COOPERAZIONE” approvata dal Consiglio Provinciale di Latina (presieduto all’epoca da Paride Martella), nella quale viene sancito che il S.I.I sarà gestito da una S.p.A a partecipazione mista e che la provincia di Latina sarà l’Ente Coordinatore dell’ATO4. Il 2 agosto 2002 la CONVENZIONE PER LA GESTIONE DELL’ATO4, porta alla costituzione di una Società composta al 51% da capitale pubblico ed al 49% da capitali privati (IDROLATINA); entrambi confluiscono nella società ACQUALATINA S.p.A. cui viene

affidata la gestione del S.I.I per trenta anni. Stipulano la Convenzione di gestione Paride Martella (ATO4) e Raimondo Besson Vicepresidente di ACQUALATINA. È importante sottolineare che Paride Martella ricopriva all’epoca sia la carica di Presidente della Provincia di Latina (Autorità d’Ambito ATO4), sia quella di Presidente di ACQUALATINA S.p.A. (da lui fondata una settimana prima), tanto che il Tribunale di Latina nel 2004 aveva riconosciuto un “conflitto di interessi”.

ACQUALATINA S.p.A è gestita da tre organi: la Conferenza dei Sindaci (la rappresentanza per ogni sindaco è proporzionale al numero dei residenti), il Consiglio di Amministrazione o C.D.A (composto da 11 membri di cui 7 designati dal pubblico e 4 dal privato) e il Comitato Esecutivo composto da tre membri: Presidente, Vicepresidente e Amministratore Delegato (scelto tra i 4 membri del CDA designati dal socio privato) al quale vengono conferiti poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. In conclusione nell’ACQUALATINA S.p.A la quota pubblica non ha alcun potere decisionale! Il 9 settembre 2004 la Conferenza dei Sindaci approva la gestione del S.I.I da parte della società mista con il voto favorevole di Anzio e Nettuno, espresso dagli allora sindaci Candido De Angelis e Vittorio Marzoli.

Nella stessa seduta vengono nominati i membri del C.D.A di Acqualatina in rappresentanza dell’azionariato pubblico, tra i quali Candido De Angelis, che rimarrà in carica per 4 anni. Infine c’è da sottolineare che nella Convenzione di Cooperazione si legge che “gli enti locali convenzionati si impegnano ad approvare nei rispettivi Consigli Comunali la Convenzione per la Gestione del S.I.I”. Solo 9 Comuni portarono in Consiglio Comunale, approvandola, la Convenzione di Gestione. Gli altri 29, compresi Anzio e Nettuno non lo fecero, pertanto Paride Martella non avrebbe potuto stipulare la Convenzione di Gestione in nome dell’ATO4 poiché non aveva la delega di tutti i 38 Comuni! In conclusione la storia di ACQUALATINA è una “storia privata” in tutti i sensi dove gli unici attori protagonisti sono stati Sindaci, Presidenti, C omuni, Province e Privati. I cittadini sono stati solo messi dinnanzi alla necessità di dover pagare bollette salatissime. Questa storia, dunque, non va dimenticata per e vitare errori in av venire. Un futuro da non augurarsi con una società come ACQUALATINA che agonizza fra debiti, stipendi non pagati e dirigenti agli arresti domiciliari. Né tantomeno con Amministrazioni C omunali che “vendono” al migliore offerente un bene definito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo un “Diritto alla Vita”. Il futuro si de ve basare sia sull’educazione delle nuove generazioni al risparmio e al recupero dell’acqua sia su dirigenti politici che non considerino l’acqua un b ene sul quale sp e culare. Il futuro è una strada in salita che città come Parigi ed Aprilia sono riuscite a percorrere, segno che volendo, si può riuscire. Emanuela Moroni


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Il nitrito di Incitatus «Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: ‘Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco’. Poi dissero: ‘Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra’. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: ‘Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro’. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele». (Genesi 11, 1-9)

Anzio come Babele, la confusione già nota è ora amplificata dall’impianto acustico del Consiglio comunale, capace di trasformare le parole dei nostri amministratori in veri e propri nitriti, costringendoli ad abbandonare villa Sarsina al galoppo. Come è successo nell’assemblea di fine luglio. Quest’impianto che rende le parole dei consiglieri incomprensibili non è certo stato ideato per evitare che l’opposizione possa proporre cose sensate ed acclararsi la simpatia degli elettori, o per lasciare libero spazio all’amministrazione sul grande tema dell’acquisto di nuovi fiorellini, quanto per evitare l’impiccio del cittadino sulle cose di Palazzo. Iiihhh, iiihhh, iiihhh, iiihhh ...

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UN OSTELLO DELLA GIOVENTÚ PER ANZIO Potenziare le strutture alberghiere della città puntando anche su altre soluzioni Viaggiare, girare il mondo o scoprire le tante bellezze che l’Italia custodisce a prezzi abbordabili, o meglio low cost. Sono sempre di più i giovani che durante le vacanze o i viaggi optano per gli ostelli. Un tempo disprezzati ed etichettati come luoghi mal frequentati da persone squattrinate, oggi stanno rivivendo una seconda giovinezza: curati, accoglienti, sempre più alla moda, sono sinonimo di qualità e convenienza, pronti a soddisfare le esigenze di ragazzi, ma anche di famiglie e scuole. In Italia però la formula dell’ostello fatica a decollare, anche se negli ultimi anni qualcosa inizia a cambiare. Il buon esempio lo danno le città d’arte: a Venezia o a Firenze si possono trovare stanze a partire da 12-20 euro. Dalle città d’arte a quelle sul mare. Sarebbe bello se anche Anzio puntasse, oltre che sulle strutture alberghiere (che però sono poche), anche sugli ostelli. Per un paese a vocazione turistica, hotel e bed&breakfast costituiscono un punto di forza e di attrazione non indifferente. Un modo interessante per potenziare queste strutture potrebbe essere quello di recuperare i beni del demanio incentivando ancor di più il turismo sulle coste laziali. Lo scorso mese l’agenzia del demanio ha pubblicato online l’elenco di circa dodicimila beni (tra caserme, fabbricati, ex-poligoni di tiro…) che potranno essere trasferiti agli enti locali in base al federalismo demaniale. Navigando sul sito, nella sezione dei beni presenti ad Anzio, c’è l’ex caserma di polizia sita in via pretonio n. 2 (una traversa a metà della riviera Mellozzi). Una struttura in pieno centro, a due passi dal mare, ideale per ricavare un ostello che richiamerebbe molti turisti e giovani. lc

Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia: • vivibile e interessante per i giovani • viva culturalmente • all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio • arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per migliorare il territorio in cui vivono. Al momento abbiamo tre iniziative: • Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com • Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di Nettuno, info su www.shingle22j.com • Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che vorremmo costruire. UNISCITI A NOI! Tieniti aggiornato sulle nostre iniziative: www.anziospace.com www.myspace.com/anziospace www.shingle22j.com www.myspace.com/shingle22j http://centropolifunzionaledeigiovani.blogspot.com/ iscriviti al gruppo di FACEBOOK “00042” Contatti ANZIOSPACE: 3286868362 - 3474012468 Contatti NETTUNOSPACE: 3477089615


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Ad Anzio presso la stazione ferroviaria ha sede il Centro Orientamento Lavoro

CERCHI LAVORO? C.O.L. CAVOLO! I NOSTRI INVIATI SONO ANDATI A CHIEDERE INFORMAZIONI, L’UFFICIO PERÒ ERA CHIUSO Anzio, lunedì ore undici. Io e Betta ci incontriamo al bar della Stazione con i rispettivi compagni. Le presentazioni, quattro risate e loro fra un caffè e una sigaretta scoprono di essere entrambi futuri ingegneri alle soglie della laurea. Vorrebbero trasferirsi dalle nostre parti a lavorare. Siamo qui per il C.O.L. (Centro Orientamento Lavoro) di Anzio, dove ci hanno detto che chi cerca un impiego può ottenere aiuto. Del C.O.L. ci ha parlato la prima volta una nostra amica disoccupata che vi si è rivolta: l’unico servizio che le hanno fornito è stato quello di inviarle a casa il Curriculum in formato europeo. Le hanno fatto capire che la sua Laurea in Lettere la colloca in una categoria di “privilegiati” cui loro possono fornire un sostegno molto limitato. Noi è la terza volta che ci rechiamo qui: le volte precedenti l’Ufficio era chiuso. Forse il sito internet non viene aggiornato su giorni e orari di apertura. Forse. Poco importa. Ora ci siamo informate con precisione e lunedì mattina è orario di ricevimento, così abbiamo preso

entrambe un giorno di ferie. La gestione del C.O.L., a vedere il sito, è pluricompetente: Regione, Provincia, Comune, Unione Europea, Fondo Sociale Europeo, Ministero della Salute e delle

Politiche Sociali. Insomma una cosa “in grande” abbiamo pensato: finiti i tempi delle “liste di collocamento”, ora si parla di Curriculum Europeo, Bilancio delle Competenze, Orientamento e Formazione. Entriamo nella stazione; lì si trova il C.O.L. poiché, come scritto sul sito “questa scelta logistica permette di entrare in contatto con

studenti, pendolari e lavoratori occasionali”. Il nostro entusiasmo si spegne davanti ad una porta a vetri foderata da giornali ingialliti e vecchi manifesti; dall’esterno nulla è visibile e l’aspetto è quello di un ufficio abbandonato. Proviamo ad entrare ma la porta è chiusa. Proviamo l’altro ingresso. Niente. Chiamiamo il numero scritto sulla porta. Sentiamo il telefono squillare a vuoto. Chiediamo all’ufficio a fianco, alla signora delle pulizie, alla giornalaia, al poliziotto: nessuno sa nulla. Al bar anche sanno poco: parlano di un ragazzo che ogni tanto fa colazione da loro. Siamo sorprese e anche un po’ arrabbiate. Tre giorni a settimana dalle 9 alle 13 non è un impegno così gravoso per gente stipendiata da istituzioni così importanti. Eppure, o non ci sono, o non forniscono i servizi adeguati. Volevamo presentare ai nostri amici una “Anzio diversa”, quella dove le istituzioni si addentrano nel tessuto sociale per sostenerlo. E invece ci toccherà solo prendere un altro giorno di ferie per tornare al C.O.L. EL.MA

ANZIO: GROTTE DI NERONE SEMPRE PIÚ A RISCHIO PERICOLO FRANE E SMOTTAMENTI. MANCANO I SOLDI PER I LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA Anzio e le grotte di Nerone. L’antica villa neroniana, uno dei fiori all’occhiello della città, occupa la striscia di spiaggia libera, lunga circa 100 metri, che ogni anno vede turisti e cittadini andare lì per prendere il sole e passare una giornata al mare. Peccato che l’area sia sempre più a rischio: oltre alla sporcizia e al divieto di balneazione per mancanza di un apposito servizio di salvataggio, il comune ha segnalato con diversi cartelli che l’ultimo tratto di arenile, dove il costone cade a picco sul mare, è a rischio frane e smottamenti. Chi oltrepassa l’area verrà punito con una contravvenzione che va da 25 euro a 500 euro. Nonostante il divieto i bagnanti per amore della tintarella continuano a sfidare il pericolo e un mese fa alcune persone o forse dei vandali hanno addirittura abbattuto la recinzione che delimita l’area. Il sindaco Luciano Bruschini si è dichiarato molto preoccupato, soprattutto perché è sempre più difficile fermare i turisti e le reti di protezione sono quasi inutili visto che vengono scavalcate.

Basta la caduta accidentale di qualche masso o di un pezzo archeologico per ripetere la tragedia avvenuta lo scorso aprile all’isola di Ventotene, dove due ragazze di 13 e 14 anni in gita con la scuola sono morte a causa del crollo improvviso di un costone staccatosi da

una parete di tufo.“Dopo quella disgrazia – ha spiegato il primo cittadino al Corriere della Sera - inviammo alla governatrice Polverini un elenco delle emergenze geologiche che gravano sulla nostra costa dove però sono almeno tre o quattro i chilometri di falesia da

mettere in sicurezza”. Il nocciolo della questione è che mancano però i soldi necessari per la messa in scurezza delle varie zone. Il sindaco ha detto che si tratta di “spiccioli”. Soldi o no, al momento non resta che sperare nel buon senso della gente. Intanto un’altra stagione estiva è quasi finita, le spiagge si svuotano, gli ombrelloni e le sdraie tornano in cantina mentre la nuova statuta dell’imperatore Nerone (inagurata a fine giugno e costata circa 40mila euro) svetta alta nei giardinetti della Mellozzi indicando i ruderi dell’antica residenza estiva tanto amata dall’imperatore e ora lasciata alla più completa incuranza. Passeggiando lungo la spiaggia libera e guardando in direzione del parco archeologico si vedono infatti diversi reti metalliche orami rotte e pericolanti proprio nei punti che si affacciano a strapiombo sul mare in prossimità della spiaggia libera. lc


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Genitori preoccupati per il salasso scolastico

13 SETTEMBRE: SCUOLA PER STUDENTI, PENSIERI PER LE FAMIGLIE TRA ZAINO, ASTUCCIO E CANCELLERIA VARIA SI SPENDERÀ UN MINIMO DI 120 E U R O A N N U A L I Ultimi giorni di mare e di vacanze per ragazzi e bambini, che tra poche settimane ritorneranno tra i banchi di scuola. Il Ministero dell’Istruzione ha reso note le date d’inizio dell’anno scolastico 2010/11. Nella maggior parte dei casi le giunte regionali hanno comunicato che la data di avvio sarà lunedì 13 settembre. Dunque il conto alla rovescia è iniziato e in attesa del suono della campanella, è cominciata anche la “caccia” agli accessori e agli articoli di cancelleria: amata dai ragazzi, ma “odiata” dai genitori preoccupati per il cosiddetto “salasso scolastico”. Ma quanto costa effettivamente la scuola pubblica in Italia? Ogni famiglia tra zaino, diario, astuccio e cancelleria varia, spenderà in media un minimo di 120 euro annuali. Per i cinque anni della scuola primaria statale, ex scuola elementare, non ci sono grandi spese: l’iscrizione e i libri sono completamente gratuiti, mentre il servizio di ristorazione scolastica e altri progetti sono a pagamento. Il costo della mensa varia a seconda se si usufruisce del tempo pieno (pasto giornaliero) o del

rientro pomeridiano (pasto per due giorni settimanali). Nel primo caso il costo varia dai 40 ai 50 euro mensili; nel secondo dai 25 ai 29 euro.

Passiamo ai tre anni della scuola secondaria di I grado, ex scuola media. Qui, a differenza delle elementari, si paga un’iscrizione scolastica di circa 20 euro che comprende l’assicurazione e il libretto delle assenze. Inoltre, per chi frequenta la prima media, l’acquisto dei libri scolastici varia dai 270 ai 300 euro annuali e di questi testi molti

sono “unici”, cioè usati anche per i due anni successivi. Infatti, per quanto riguarda la 2ª e 3ª media, l’acquisto dei testi varia dai 150 ai 200 euro annuali. Arriviamo infine alla scuola di II grado, ex scuola superiore dove la spesa diventa quasi insostenibile. Solo per l’iscrizione la quota varia a secondo l’Istituto dai 100 ai 120 euro annuali; mentre per i libri ogni famiglia spende circa 400 euro l’anno. Tutto ciò porta alla consapevolezza che l’acquisto dei materiali scolastici rappresenta un problema e, per molti italiani, costituisce una spesa non indifferente che ogni anno si rincara almeno del 10%. Scherzando (forse!), ci verrebbe quasi da pensare che oggi per le famiglie converrebbe mettere al mondo figli il più possibile coetanei in modo da poter rendere sostenibile (magari con un libro in due!) la loro istruzione. Finché vige questa situazione, parlare di diritto allo studio come strumento basilare per la crescita, la formazione e il futuro dei nostri figli, è solo pura ipocrisia. Elisabetta Civitan

Una pubblicazione Studio 93 def.pdf

Chiuso in redazione lunedì 23 Agosto 2010

01/06/10

17.05

www.studio93.it

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Registrazione presso il Tribunale Civile di Velletri, n. 7 del 12-03-2009 Direttore responsabile: Sebastiano Maddanu (direttore@anziospace.com) Presidente associazione “00042”: Andrea Mingiacchi Capo redattore: Marcello Bartoli (redazione@anziospace.com) Garante del lettore: Avv. Mario Marcellini (garante@anziospace.com) Editore: Associazione Culturale 00042 Via della pineta 10a 00042 Anzio (Roma) Segretaria di redazione: Roberta Treglia Direttore IT: Enrico Mingiacchi Progetto e grafica: Domenico Condello Composing e grafica: Bruno Pepe Foto a cura di Piero Frisina Coordinatore di redazione: Silvia Arena Redazione: Stefano Chiappini, Simone Selva, Diego Tortis, Emanuela Moroni, Maurizio D’Eramo, Federico Arancio, Flavia Fontana, Luisa Calderaro, Elisabetta Civitan, Massimo Garbini, Luca Petrolati, Fabio Ferrandes, Gabriele Arancio, Maurizio Fracassi, Fabrizio Tirocchi, Pubblio Razza, Fatima Esherighi. Stampa: Tipografia Capriotti, via Pordenone 19 Pomezia (Roma) Tieniti aggiornato sulle nostre iniziative: www.anziospace.com - www.myspace.com/anziospace www.shingle22j.com www.myspace.com/shingle22j http://centropolifunzionaledeigiovani.blogspot.com/ iscriviti al gruppo di FACEBOOK “00042” Contatti ANZIOSPACE: 3286868362 - 3474012468 Contatti NETTUNOSPACE: 3477089615 Contatti PUBBLICITA’: pubblicita@anziospace.com

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Anzio premiata per il suo mare e le spiagge. Rimangono però molte perplessità

COME SI OTTIENE LA PRESTIGIOSA BANDIERA BLU? Poco prima dell’estate è stato dato grande risalto alla notizia dell’assegnazione ad Anzio della Bandiera Blu. Ma cosa significa essere insigniti di questo riconoscimento e come viene ottenuto? La Bandiera Blu viene rilasciata da una organizzazione privata la FEE (Foundation For Environmental Education). Sono i Comuni interessati a chiedere di poter ottenere il riconoscimento della prestigiosa bandiera attraverso un’autocandidatura, compilando un questionario e allegando la documentazione che poi verrà valutata da una commissione interna alla FEE e che deciderà sul rilascio o meno del drappo blu. Per ottenere questo riconoscimento ogni Comune deve soddisfare dei requisiti, alcuni dei quali identificati come necessari altri come “auspicabili”. Tra i primi rientra l’affissione sulla qualità delle acque che devono per forza di cose risultare, dopo una serie di analisi, pulite. Per pulite si intendono acque che abbiano un livello di coliformi e coliformi totali tali da rientrare in paramenti definiti. La quantità di colibatteri nell’acqua indica la presenza di batteri fecali nella stessa. Per la FEE i risultati delle analisi sulla salubrità delle acque

di Anzio hanno dato esito positivo. Per una agenzia regionale che si occupa dell’ambiente nel Lazio, invece, lo stato delle acque nella

nostra Regione è tale da essere ritenuto preoccupante, vista la cronica contaminazione da colibatteri. Nello specifico le analisi hanno evidenziato che le acque, in una zona prossima

a Lido dei Pini, presentano dei valori molto al di la dei limiti. Risultati nelle analisi delle acque così differenti non devono destare alcuna sorpresa. Una differenza nella qualità delle acque portodanzesi era già emersa dai risultati di analisi svolte da due organi diversi che valsero ad Anzio, il riconoscimento nello stesso anno, sia della Bandiera Blu sia della Bandiera Nera. Quest’ultima rilasciata da Legambiente, identifica le spiagge ritenute idonee o meno alla balneazione. I litorali che ottengono la Bandiera Nera sono considerati non adatti alla balneazione. Altro requisito, che risulta necessario per ottenere la l’insegna blu, riguarda la raccolta differenziata. Un settimanale ha dato ampio risalto al fatto che il Comune nel mese di agosto ha dotato le spiagge di contenitori per la raccolta differenziata. Per la FEE uno dei prerequisiti è quello di avere spiagge in cui siano presenti idonee attrezzature per la raccolta differenziata. Nel mese di maggio è stata consegnata la Bandiera Blu al Comune, dal mese di agosto le spiagge di Anzio hanno i contenitori per la raccolta differenziata. Enea

Che bello sarebbe il nostro.....Paese,

con meno discariche...

Estese !!!!


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PAESE CHE VAI… ECOMOSTRO CHE TROVI TANTO CLAMORE PER QUELLO DI NETTUNO, QUANDO A LAVINIO CE N’È UNO CHE RESISTE DA TRENT’ANNI In un periodo in cui non si è fatto altro che parlare ed esaltare la Bandiera Blu conquistata da Anzio, pensiamo sia doveroso rispolverare la memoria su quella che fu la Bandiera “Nera” del 2007: l’ecomostro di Lavinio, ossia la costruzione circolare che deturpa, da oltre trent’anni, il tratto di costa a ridosso della Riserva naturale di Tor Caldara. Una struttura che, suo malgrado, è entrata a far parte di quelle leggende metropolitane di cui tutti parlano, tutti raccontano la loro versione, ma di cui pochissimi conoscono la verità. Qualcuno afferma che all’inizio doveva essere un rimessaggio di barche, altri sostengono che dovesse diventare un albergo. Sta di fatto che l’edificio venne costruito alla metà degli anni settanta, nel periodo di maggior boom di quell’edilizia senza scrupoli, che ha cementificato tutta la parte di litorale che da Nettuno arriva fino a Torvajanica, in un punto pressoché invidiabilissimo, posto com’era sul costone che si affacciava direttamente sul mare, a due passi dall’allora campeggio di Tor Caldara (diventata Riserva Regionale nel 1988). La costruzione venne così incastonata tra il verde di quel che rimaneva della famosa macchia mediterranea. L’unica “pecca” era l’altezza, la mole e i confini che avevano fatto “imbestialire” i proprietari delle case limitrofe, che si erano visti negare, con quella presenza ingombrante, la vista mare. Ritenuto pertanto abusivo, nel 1977 l’edificio venne posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Iniziarono così anni di lunghi iter burocratici e processuali che ne fermarono la realizzazione fino al condono edilizio della fine gli anni ottanta, che sembrò spianare la strada al suo compimento; da lì iniziarono una serie di cambiamenti relativi alla destinazione d’uso, con l’immobile che veniva di volta in volta riqualificato prima come albergo e poi come parcheggio. Ma nonostante tutto, i lavori non ripresero, anche perchè l’opinione pubblica si era mobilitata contro l’ecomostro e molte associazioni, prima fra tutte Legambiente, avevano fatto una serie di richieste reclamandone più volte l’abbattimento. Nel 2005 la richiesta di demolizione stava per essere accolta quando ci si rese conto che per l’abbattimento bisognava spendere molti più soldi rispetto a quanti ne sarebbe serviti per ultimare la costruzione. Ecco allora

nascere una cordata di imprenditori che ne acquistarono la proprietà con l’intenzione di

trasformarlo in un residence. I lavori dunque ricominciano: vengono rafforzati i pilastri, deteriorati dal lungo abbandono, si fanno tutta una serie di operazioni per la messa in sicurezza, ma poi davanti alla necessità imposta dal P.R.G. di abbassare di un piano la costruzione, gli imprenditori desistono. La struttura viene abbandonata e lasciata al degrado più profondo diventando pericolosa. Ben presto, infatti, i bandoni di alluminio posti a chiudere il recinto del cantiere vengono divelti e al suo interno trovano posto sbandati e drogati. Passare lì accanto (ricordiamo che costeggiando una delle discese al mare, il transito delle persone è molto frequente), diventa pericolosissimo. Insomma, una storia infinita, ma con una costante: l’indifferenza. Dell’ecomostro si torna a parlare sempre e solo d’estate, quando la vita sulle spiagge torna ad animarsi e i tanti villeggianti che lo vedono rimangono disgustati da quella presenza, che però viene dimenticata d’inverno quando tutti i vacanzieri tornano a Roma. E così ancora una volta la costruzione viene avvolta dall’oblio. Proprio l’abbandono e lo squallore in cui versa l’edificio viene riportato alla notorietà dalla campagna “Goletta verde” lanciata da Legambiente, che nel 2007 decide di assegnargli la “Bandiera Nera” per la “mancata messa in sicurezza della struttura da parte dei proprietari”. Con un blitz, di cui parlano tutti i giornali locali e regionali, alcuni ambientalisti si arrampicarono

sull’edificio indossando un enorme striscione con scritto: “Abbattiamolo!”. Una parola d’ordine che per Legambiente è valida ancora oggi, anche perchè nel frattempo è arrivato a conclusione l’iter del P.T.P (Piano Territoriale Paesaggistico) della Regione Lazio, che ha imposto delle rigide delimitazioni alle costruzioni costiere. Ad esempio non ci dovrebbero essere più edifici costruiti entro i primi 300 metri dal mare. Secondo tale norma, tutte le abitazioni presenti sulla costa sarebbero così a rischio di abbattimento, una cosa quasi impossibile da attuare su larga scala (c’è stato solo qualche caso sporadico a Torvajanica). La legge però può tornare utile per bloccare nuove costruzioni (come nel nostro caso) o evitare nuovi scempi per il futuro. “Si potrebbe cominciare con l’ecomostro di Lavinio – spiega apertamente Anna Tomasetti, presidentessa del circolo anziate di Legambiente - L’ecomostro non potrà mai essere terminato, tanto vale abbatterlo e far sparire quell’obbrobrio dalla vista della costa”. Ormai siamo a settembre e come diceva la famosa canzone dei Righeira “L’estate sta finendo”. Speriamo di non doverci rioccupare dell’ecomostro di Lavinio alla prossima estate, quando verranno di nuovo riaperti gli ombrelloni sulla spiaggia… Maurizio D’Eramo


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PASSEGGIANDO CON… NERONE UN TUFFO NEL MONDO DELL’IMPERATORE ROMANO CON LA RIEVOCAZIONE STORICA DEL ‘VILLAGGIO ANTIUM’ Rilanciare e valorizzare il territorio di Anzio attraverso il fascino delle rievocazioni storiche. Nei weekend di agosto, i giardini antistanti l’AQ International di via del Sandalo, in località Sacida, sulla scia della ventata di ‘romanità’ che ha investito la nostra cittadina dopo l’inaugurazione della statua di Nerone (l’ultimo imperatore della gens Giulio-Claudia nativo di Anzio), hanno ospitato il ‘villaggio Antium’: un accampamento di epoca romana con tanto di angolo museale in cui sono stati esposti armature e cimeli di legionari e gladiatori. Ma oltre alle spiegazioni teoriche su armamenti, disciplina e modi di giostrare nell’arena, per chi lo desiderava è stata data l’opportunità di calarsi ancora di più nella realtà di quell’epoca indossando le armature e provando le tecniche di guerra che hanno reso le legioni romane invincibile in tutto il mondo antico. Espressamente voluto dal patron di AQ International, Salvo Cacciola, il villaggio Antium è stato realizzato in collaborazione con la Pro Loco Città di Anzio, il Gladiator’s Tour e l’Associazione S.P.Q.R. Come ci ha spiegato Barbara Milioni, una delle responsabili

dell’Associazione SPQR, attraverso queste rievocazioni storiche si vuole far riscoprire il mondo romano del I secolo d.C., il periodo più bello per la storia romana: quello che con l’avvento di Augusto al potere portò alla fine della Repubblica e alla nascita dell’Impero. Nel campo, hanno trovato posto le tende

romane, con i contuberna, i bracieri, l’armeria, le tre macchine da guerra in dotazione al gruppo, tutte perfettamente funzionanti, le pignatte per il rancio dei legionari, insomma uno spaccato del mondo e della vita del tempo che, anche se vista con gli occhi dei legionari, non vuole essere un tributo alla guerra. “Non

siamo guerrafondai”- ci dice Barbara Milioni - Le nostre rievocazioni hanno, alle spalle, un apparato altamente scientifico. Tutto quello che esponiamo è ricostruito secondo i canoni storici. Si fanno ricerche, foto da bassorilievi e poi i pezzi vengono realizzati da artigiani, molti dei quali fanno parte della nostra stessa associazione. Gli elmi, ad esempio, sono realizzati con ribattini, senza nessun tipo di saldatura. Proprio come si faceva allora”. Una preparazione ed una serietà che hanno portato il gruppo ad essere contattato da diversi programmi televisivi come, ‘History channel’, ‘National Geographic’ e da Alberto Angela per ‘Ulisse – il piacere della scoperta’ di RAI 3, per la realizzazione di documentari storici. Dunque una serie di appuntamenti che hanno tentato di far conoscere ai moderni “figli di Nerone” come era il modo di vivere di quell’epoca: da quello legionario a quello politico e religioso con tanto di senatori e magistrati che andavano ‘a braccetto’ delle sacre vestali. Nerone docet. Maurizio D’Eramo

TRA I PROGETTI DI AQ INTERNATIONAL, UN POLO ALBERGHIERO SUPER ATTREZZATO

“AQ International nasce come un progetto teso al rilancio e alla valorizzazione del territorio di Anzio”- spiega Salvatore Cacciola, patron della società, -“Perché Anzio? Perché Anzio ha un mare splendido, con le isole pontine davanti e a prescindere dalla bandiera blu di quest’anno, ha una costa che merita. Poi c’è il fatto storico-archeologico: parliamo di Nerone, dell’insediamento dell’antica Roma per arrivare allo sbarco della seconda guerra mondiale. Tutto questo fa sì che Anzio sia molto conosciuta. Io ho viaggiato per mezzo mondo e ho vissuto molto tempo all’estero, e devo affermare che ho trovato giapponesi e americani che si ricordano più di Anzio che di tante altre famose località italiane. Proprio per questo mi sono trasferito anch’io qui, con lo scopo di attuare un grande progetto”. Il progetto che si vuole realizzare è quello di creare un centro polivalente (una struttura alberghiera con 150 tra camere e suite, un centro sportivo per la pratica di hockey, pattinaggio, volley

e basket e l’immancabile beauty farm SPA) d’eccellenza. L’esperienza internazionale degli ideatori, unita allo studio del design e all’adozione di criteri di tutela ambientale all’avanguardia in Europa (ricordiamo che

nascerebbe a ridosso di una riserva boschiva di circa mille ettari), collocano il progetto ai più alti livelli del settore. Nell’intenzione di Cacciola, non solo si

andrebbe così a colmare un vuoto di strutture turistiche a contatto con la natura, ma si creerebbe anche un polo di riferimento per attività ed eventi legati all’acqua (grande passione del Cacciola, che per anni è stato un documentarista RAI e poi organizzatore, in diverse parti del mondo, di eventi culturali legati all’immagine subacquea). “Il tutto cercando di dare lavoro e professionalità ai giovani. Credo fermamente in quello che sto dicendo”– continua Cacciola –“All’inizio ho trovato molto scetticismo da parte dell’Amministrazione comunale. Devo dire che con l’ultima, quella di Luciano Bruschini, ho avuto finalmente delle soddisfazioni. Certo senza l’appoggio della struttura amministrativa locale non si va da nessuna parte, ma adesso confido molto nel suo aiuto per poter portare al termine questo progetto e coronare uno sforzo sia personale che di tanti miei validi collaboratori.”. M. D’E.


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L’intervista alla titolare del Bar Gemma, storico locale dal ‘50

VILLA CLAUDIA: DOVE IERI SI VIVEVA, OGGI SI SOPRAVVIVE IL QUARTIERE È SEMPRE PIÙ TRASCURATO E SPORCO. TRA I PROBLEMI QUELLI LEGATI ALLA VIABILITÀ Fin dal 1973 la signora Gemma gestisce il bar di Villa Claudia che prende il suo nome. Originaria della Valtellina ha sposato un portodanzese e si è trasferita ad Anzio, “che era un giardino, un paradiso”, nel 1956. Con yacht di gran classe venivano attori, principi, politici, il re Faruk. Anzio era ricca e tutti avevano un lavoro. Ora la città è diventata molto sporca, ci dice, e ci concede gentilmente un’intervista per spiegarci cosa succede nel quartiere in quest’ultimi anni. Cosa pensa di Villa Claudia? La zona sta peggiorando. Manca l’illuminazione in un tratto di Via Adriatico e quando le persone tornano la sera tardi con il treno sono costrette, soprattutto d’inverno, a camminare al buio. I residenti hanno anche fatto domanda al Comune di fornire la strada di illuminazione, ma non c’è stata risposta. Nonostante quasi tutte le case prevedano un parcheggio in giardino, le persone lasciano la macchina fuori e la corriera su Via Adda non riesce più a passare. Quando poi due macchine si incrociano si crea l’ingorgo. L’asfalto è consumato e le buche vengono ogni tanto riempite con una manciatina di sabbia. Con tutti i soldi che buttano dentro queste buche avrebbero potuto costruire dieci strade nuove. In tutte le traverse di via di Villa Claudia i marciapiedi non esistono e bisogna stare molto attenti quando si cammina, soprattutto in prossimità degli incroci. Sarebbe il caso di installare dei dissuasori di velocità in queste stradine perché purtroppo, molti pendolari, per timore di perdere il treno, spesso corrono come frecce. Su Via del Mare e Via Roma abbiamo una media di un incidente a settimana. Villa Claudia è cambiata?

Sicuramente. Ogni anno i villeggianti diminuiscono perché questa zona non offre nulla a parte affitti da capogiro. È un territorio abbandonato, totalmente trascurato dall’amministrazione comunale e mancano i servizi più elementari. Il livello dei turisti e dei residenti si è abbassato. Non c’è più educazione e rispetto per il prossimo. Le famiglie in vacanza, che prima restavano ad Anzio per tutti e tre i mesi estivi, adesso si trattengono pochi giorni, al massimo una settimana e affittano la casa per il resto del periodo ad altre persone.

Dov’è che manca l’amministrazione? Pago tasse onerose, l’immondizia è cara (più di 2500 euro l’anno) soprattutto tenendo presente quanta in realtà ne produco. I cartoni e le bottiglie vanno tutte nella raccolta differenziata e l’unica spazzatura sono i fondi del caffè. Ad Anzio centro va tutto bene, qui invece il Comune prende e non dà. A me non ha dato mai niente, neanche sicurezza. Non ci sono controlli e in un anno i ladri

sono entrati parecchie volte nel bar. Villa Claudia è sporca, non vengono mai a pulire. Mancano totalmente gli spazzini. Io vivo ad Anzio Colonia. La stazione è vergognosa, non c’è una pensilina sotto cui ripararsi ma una cosa bella ce l’ha: gli spazzini. I giardini sono stupendi ma non grazie al Comune. Sono i privati, con un profondo senso civico, ad occuparsene per tradizione. Perché a Villa Claudia lo spazzino non c’è? I residenti non pagano la tassa sull’immondizia come i cittadini di Anzio centro? Come vede il futuro? Lo vedo nero. Quest’amministrazione non mi piace, non sta facendo nulla per migliorare la situazione di questa zona e di tutte le altre che non sono Anzio Centro. Le spiagge non sono curate, gli stabilimenti sono per la maggior parte cari e non offrono servizi. Il lavoro non c’è e l’amministrazione non investe per offrire un futuro ai residenti. Non ci sono alberghi e strutture. Ci si scontra spesso con una mentalità chiusa che si chiede: -Che vengono a fare questi romani? Vengono a sporcare?- dimenticando così che i romani portano i soldi e il lavoro e spesso vengono ringraziati con servizi da Terzo Mondo. Dimenticando che non sono i romani a sporcare, bensì l’amministrazione che non pulisce. Cosa può risollevare Anzio? Un’amministrazione che pensi in grande e in maniera concreta, che valorizzi il porto che così com’è è vergognoso. Un’amministrazione che non si concentri a costruire in tanti anni solo case e rotonde (pure abbandonate e non finite) ma si dedichi a fornire servizi efficienti ai cittadini. Intervista a cura di Silvia Arena

La manifestazione del Pd anziate vissuta a metà tra impegno e svago

FESTA DEMOCRATICA, BILANCIO POSITIVO Una Festa Democratica all’insegna dell’impegno e del divertimento. Come da copione, anche quest’anno la tradizionale manifestazione del centrosinistra anziate è riuscita a coniugare l’elevato livello dei dibattiti politici con la buona gastronomia locale. Teatro dell’evento il centro sportivo del Falasche Calcio, che dal 22 luglio al 1° agosto ha ospitato militanti e simpatizzanti del Pd. Una kermesse ben strutturata, la cui riuscita è da attribuire in toto all’impegno dei militanti storici del partito, che hanno effettuato un lavoro decisamente apprezzabile. Una risposta concreta all’impasse che ha travolto il centrosinistra a livello nazionale, dove la confusione regna incontrastata. In questo caso risposte chiare sono arrivate dai numerosi ospiti di rilievo della Festa: l’ex ministro Gentiloni, che ha affrontato il tema spinoso della legge bavaglio, al pari dell’assessore provinciale Aurelio Lo Fazio, che ha chiarito gli aspetti della pesca locale. Numerosi i big nazionali e

regionali intervenuti nel corso della manifestazione, da annoverare anche le presenze dell’eurodeputato Milana e del responsabile economico Pd Stefano Fassina, lucido e preciso nell’analizzare l’attuale crisi economica. Oltre alle diverse personalità politiche, la Festa Democratica ha lasciato spazio anche alle associazioni locali, che hanno potuto illustrare alcuni progetti di estremo interesse. Tra questi non poteva mancare il “nostro” Centro Polifunzionale dei Giovani, uno dei cavalli di battaglia storici dell’Associazione 00042, i cui esponenti si sono prodigati nel raccogliere firme per sensibilizzare l’Amministrazione Comunale. Dopo l’ottima riuscita della Festa, il Pd neroniano si appresta a vivere un autunno caldo, nel corso del quale bisognerà dare nuovo impulso alle strategie politiche, in vista della bagarre che potrebbe anche condurre alle elezioni nazionali. Marcello Bartoli


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15 13

Firmato a porte chiuse un protocollo d’intesa fra Comuni ed Acqualatina

CHIAVETTA E BRUSCHINI: “ACCORDO A TUTELA DELLE CLASSI ECONOMICAMENTE SVANTAGGIATE” CRITICHE DAL COMITATO ACQUAPUBBLICA. “L’ACCORDO RENDE LA DELIBERA POPOLARE APPROVATA IL 9 LUGLIO “CARTA STRACCIA”

Marco Bordacconi lo avevamo lasciato il 6 maggio scorso nella sala consiliare del Comune di Nettuno “mascherato” da goccia d’acqua. Aveva consegnato, in qualità di membro del Comitato Acquapubblica, solo simbolicamente (vista l’assenza dell’intera giunta comunale) le novecento firme necessarie per l’approvazione della delibera popolare che sanciva definitivamente l’acqua “bene pubblico”. Il regolamento comunale prevede un tempo massimo di trenta giorni entro il quale la giunta deve riunirsi e istituire un’apposita commissione di studio circa l’argomento oggetto della delibera popolare. Lo rincontriamo il 28 luglio alla Festa del Partito Democratico di Anzio, dove si è appena tenuto un incontro tematico su “ambiente e tutela dell’acqua pubblica”. Dal 6 maggio ad oggi cosa è successo? Dopo la consegna delle firme avvenuta di fatto il 20 maggio, il Consiglio Comunale di Nettuno si è riunito nuovamente il 9 luglio: all’ordine del giorno, la discussione della delibera popolare che è stata approvata all’unanimità. Possiamo quindi parlare di un vero e proprio successo del Comitato Acquapubblica? Sorride amareggiato – Non direi proprio. Il 16 luglio, esattamente una settimana dopo, a Villa

Sarsina si è svolto un incontro tra i Sindaci Chiavetta e Bruschini e la dirigenza di Acqualatina nella persona di Armando Cusani. È stato firmato a porte chiuse un “protocollo d’intesa”. Il nostro Comitato era presente con una telecamera ma al momento delle firme siamo stati cortesemente invitati ad uscire. Cosa prevede il protocollo d’intesa firmato a Villa Sarsina? Abbattimento di penali, normalizzazione situazioni irregolari, fatturazione dei consumi sulla lettura reale, possibilità di rateizzazioni degli insoluti e l’istituzione di un fondo sociale a favore dei nuclei familiari disagiati (parametri ISEE): uno stanziamento di bilancio di 100.000 € per Anzio e 50.000 € per Nettuno, che è già stato erogato ad Acqualatina per garantire una fornitura gratuita di 110 mt3 annui alle famiglie disagiate. Detta così non sembra male: un accordo che va incontro al cittadino. Perché allora tante polemiche da parte del comitato di Acquapubblica? Il protocollo d’intesa firmato a Villa Sarsina rende la delibera popolare approvata il 9 luglio “carta straccia”, poiché ha definitivamente legittimato Acqualatina quale gestore privato del servizio idrico, laddove nella delibera l’acqua viene considerata “bene comune” non assoggettabile a logiche di mercato. In secondo luogo Chiavetta ha siglato un accordo con Acqualatina all’insaputa di tutti. Non ne ha discusso preventivamente in Giunta,

esautorando di fatto un organo di rappresentanza politica sovrano quale è il Consiglio Comunale ed escludendo i cittadini dalla sfera politica decisionale nonostante nella delibera si prevedesse esplicitamente l’informazione della cittadinanza. Infine, riguardo all’istituzione del fondo sociale mi chiedo: da quale voce del bilancio sono usciti questi 50.000 euro visto che in nessun Consiglio Comunale si è mai discusso questo stanziamento? E ancora: perché “anticipare” dei soldi ad Acqualatina? Perché non erogare questi fondi direttamente ai nuclei familiari disagiati? Il 9 luglio la giunta comunale nettunese ha istituito la commissione di studio prevista dal regolamento? No. Affatto. Il comunicato stampa rilasciato dai sindaci si chiude con questa frase “Cusani si è impegnato ad adoperarsi per riconoscere un’adeguata rappresentanza dei due Comuni all’interno dell’Ambito di gestione”. Può spiegarci che vuol dire ? Presuppongo voglia dire che Chiavetta e Bruschini hanno chiesto di poter far parte del CDA (Comitato Di Amministrazione) di Acqualatina, visto che Anzio e Nettuno contribuiscono in modo “sostanzioso”(10 milioni di euro/anno) al bilancio di Acqualatina senza però avere voce in capitolo per quello che riguarda eventuali forme di reinvestimento sul territorio. Emanuela Moroni

I COMUNI E IL PARADOSSO DEL FONDO SOCIALE... ROSARIA, DISOCCUPATA E CON REDDITO PARI A ZERO DOVRÀ PAGARE PER INTERO L’ACQUA È passato un mese da quando a Villa Sarsina i Sindaci di Anzio e Nettuno hanno firmato il 16 luglio un protocollo d’intesa con Acqualatina. Tra le novità presenti nel documento c’è l’istituzione di un fondo sociale per i nuclei familiari disagiati ISEE. Abbiamo cercato questi cosiddetti “nuclei” e abbiamo trovato Rosaria (nome di fantasia) che si presta a rispondere alle nostre domande spiegandoci la sua situazione. Quanti siete in famiglia e in quanti lavorate? Siamo io ed il mio compagno: lui studente universitario, io laureata e disoccupata. Cos’è la certificazione ISEE? È il certificato attestante che la tua

situazione economica (reddito, patrimonio, famiglia) non va oltre 10.000 euro l’anno. Nel mio caso ho un reddito pari a zero (sorride). Per questo lo Stato riconosce alcune agevolazioni, fra cui pagare in misura ridotta acqua, luce o altre utenze”. Quindi lei per Acqualatina rientra nella fascia agevolata? È stato così nel 2008 e 2009. Poi la Conferenza dei Sindaci ha modificato le modalità di accesso all’agevolazione tributaria e dal 1° gennaio 2010 sono DUE I REQUISITI NECESSARI: certificazione ISEE che attesti di rientrare nella fascia agevolata e non possedere una casa che faccia parte della categoria catastale

A7(villino). Ed io “purtroppo” posseggo una casa di 70 mt2 su un unico piano, ereditata dai miei genitori, che rientra nella tipologia del “villino”. Ma ad Anzio sono tutti “villini”. Non a caso è stato coniato il termine “villettopoli”! Questo significa che lei, con un reddito pari a zero, non rientra nella fascia di persone che potrà beneficiare del fondo sociale istituito il 16 luglio? Esatto. Casa e reddito per me non sono cambiati. È cambiato solo il fatto che nel 2010 non rientrerò nelle tariffe agevolate di Acqualatina. Nonostante il fondo sociale. Emanuela Moroni


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Il centrodestra anziate verso un periodo delicato segnato da spaccature interne

IL FUTURO DEL PDL: POPOLO DELLA LACERAZIONE? Pdl. Popolo della libertà o della lacerazione? La politica anziate si interroga sugli ultimi sviluppi del centrodestra nazionale, che ha fatto registrare la scissione storica tra i due leader Giancarlo Fini e Silvio Berlusconi. Una diatriba che in parte si riflette sulle sorti dell’A mministrazione capeggiata dal sindaco Luciano Bruschini, che recentemente ha mostrato qualche spaccatura al suo interno. Paradossalmente, la maggioranza di centrodestra ha anticipato il conflitto esploso a livello nazionale: è un dato assodato la “migrazione” di alcuni consiglieri comunali, che hanno palesato più di un malumore. Al contrario, ora, ovvero nel momento di massima tensione tra finiani ed ex forzisti, gran parte della squadra di consiglieri e assessori si è compattata sotto l’insegna del Pdl, rinnegando (alcuni) la storica vicinanza con Fini. Anche in questo caso emerge una contraddizione: il deus ex machina del Pdl neroniano, ovvero il senatore De Angelis ha dichiarato

apertamente la sua permanenza nelle file di Fli (il nuovo movimento creato da Fini e soci). Cosa ne sarà di lui quando (come sembra) si appresterà a tornare di nuovo sul palcoscenico della politica anziate? Il caos interno al centrodestra

come già detto si è manifestato da tempo: basti pensare all’uscita di scena dal Pdl di Vito Presicce, al “balletto” effettuato da Attoni e Castaldi, per non parlare della migrazione di massa nell’Udc (Toti Amato, Fontana, Tuscano). Il partito di Casini ha assunto un peso maggiore

all’interno della coalizione, un dato non trascurabile anche in ottica di quanto si sta delineando a livello nazionale. Si preannuncia quindi un autunno molto teso per la maggioranza neroniana, che al di là delle apparenze deve ancora sciogliere i nodi principali che continuano a tenere “legata” la città su posizioni primitive. I cittadini anziati cominciano ad avvertire un distacco notevole da un’amministrazione che continua a vagheggiare progetti faraonici (vedi porto), trascurando le emergenze reali del territorio. Il sindaco Bruschini sarà atteso da un lavoro delicato, che lo vedrà impegnato sia nel dover contenere i malcontenti di alcuni “dissidenti” sia nell’arginare la deriva centrista dell’Udc, che potrebbe rivelarsi un insospettabile alleato del centrosinistra. L’opposizione è chiamata finalmente a recitare un ruolo di primo piano: una nuova e più feconda struttura di alleanze potrebbe rappresentare un’altra spina nel fianco della maggioranza. Marcello Bartoli

PD, CENNI DI RISVEGLIO IN ATTESA DELLA SVOLTA L’OPPOSIZIONE ANZIATE SI MOBILITA, CERCANDO DI APPROFITTARE DELLA CONFUSIONE IN SENO ALLA MAGGIORANZA L’ultimo Consiglio Comunale ha evidenziato ancora una volta la pessima acustica della rinnovata Villa Sarsina. Nell’ultima seduta l’opposizione di centrosinistra ha posto all’attenzione il problema, manifestando il proprio disappunto con una protesta plateale, sfociata nell’abbandono della sede. Una mossa compatta quella del Pd neroniano, che negli ultimi mesi ha fatto registrare qualche segnale di vita. Il partito si è dato una nuova struttura, affidandosi al triumvirato Mangili- GianninoCupelli, un terzetto di transizione, ma che ha sicuramente i mezzi consoni per traghettare l’opposizione verso lidi più stabili. Notevole l’impegno manifestato anche da alcuni consiglieri comunali, che stanno incalzando la maggioranza con numerose interrogazioni e che hanno posto l’attenzione su problematiche scottanti. Il lavoro dei vari Bernardone, Creo, Toselli e Lo Fazio comincia a dare i suoi frutti, anche se il partito soffre ancora del virus endemico delle

correnti interne e della mancanza di programmazione. Il Pd si trova dinanzi ad un crocevia fondamentale: solo dotandosi di un’organizzazione salda e ben delineata e dando vita ad alleanze più estese, potrà lanciare la sfida al centrodestra. A due anni

e mezzo dalle prossime elezioni comunali, il partito di Bersani ha l’obbligo di lavorare alacremente e di programmare “l’assalto” alle poltrone che contano. A nostro avviso il sistema bipolare, nonostante le nobili intenzioni, sta già celebrando il de

profundis, ergo il Pd deve aprire a nuovi scenari. Anche se i bacchettoni dell’ultima ora grideranno allo scandalo, non vediamo alternative possibili per poter puntare con decisione alla guida politica di Anzio. A livello locale, se il Pd intende realmente tornare a primeggiare, deve cominciare fin da ora a dialogare in modo serrato con tutte le forze politiche, senza alcuna preclusione. Tutto questo a patto che il Progetto politico non sia solo sulla carta, ma improntato a criteri ben delineati, e che le future alleanze siano non solo di comodo ma strutturate su basi solide e comuni. Al di là di qualsiasi visione politica, solo un Pd rinnovato e sostenuto da Idv, Udc (un partito da recuperare alla causa), Sel, Rifondazione, Api e soci potrà realmente costituire un’alternativa numericamente credibile al centrodestra. Peraltro le attuali divergenze in seno alla maggioranza sembrano agevolare il compito dell’opposizione. Non bisogna far altro che accelerare le manovre. Marcello Bartoli


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Bilancio positivo per l’estate 2010 di Anzio e Nettuno

IL TRIONFO DELLA MUSICA, DELL’ARTE E DEL TEATRO Ultime giornate estive all’insegna del mare e della tintarella. Però l’estate non è solo sinonimo di spiaggia, ma anche di serate all’aperto, di passeggiate per le vie del centro “gustando” i tanti spettacoli che Anzio e Nettuno hanno offerto in questi tre mesi. Anche quest’anno la città neroniana ha registrato un ottimo successo in termini di eventi seguiti con grande interesse da cittadini e turisti. Se a giugno le prevendite ai boghettini avevano preannunciato una partenza positiva, i risultati a conclusione della stagione 2009-2010 sono stati dei migliori. Protagonisti del ricco programma di eventi “AnzioEstateBlu ” sono stati alcuni dei grandi nomi del panorama artistico musicale italiano come: gli Zero Assoluto, Vincenzo Capossela, i comici Maurizio Battista e Rodolfo Laganà, il pianista Giovanni Allevi, Cristiano De Andrè, Gigi D’Alessio e il tenore anziate Nazzareno Antinori. Uno degli eventi più seguiti è stato il concerto gratuito degli Zero

Assoluto, che hanno richiamato tantissimi giovani ma anche diverse famiglie. Tutto esaurito poi per l’esibizione del musicista Giovanni Allevi che, con il suo pianoforte, ha deliziato la platea proponendo sia brani di musica classica sia pezzi diventati celebri colonne sonore di spot. Ci sono stati poi i

grandi appuntamenti culturali ad ingresso libero come la rassegna cinematografica “Anzio nel cinema”, le mostre al Museo al archeologico (ancora in corso fino a dicembre ndr) e la rassegna letteraria “Anzio Derive”. Tra gli ospiti di quest’anno il giornalista Rai Claudio Angelici che ha presentato il suo

libro dal titolo: “Obama un anno di sfide”. Anche la città di Nettuno ha offerto a cittadini e turisti una serie di eventi dislocati tra lo stadio da baseball, il Forte SanGallo, il laghetto Granieri e le piazze del paese. Protagonisti dell’estate nettunese sono stati Mario Biondi, Luca Barbarossa e Neri Marcorè, il rapper J-Ax, Massimo Ranieri. Ci sono state poi le esibizioni delle band locali. Tra gli spettacoli ad ingresso libero, il Forte SanGallo ha ospitato la rassegna cinematografica “Guerra e Pace FilmFest” che ha riproposto una serie di film del 2010 tra i quali “Bastardi senza gloria” del regista Tarantino. Invece lo stabilimento della pro Loco ha proposto il Cinema in spiaggia (l’evento era però a pagamento ndr). Dal cinema al teatro e alle mostre culturali allestite sempre all’interno del Forte. Tra le mostre quella dedicata all’apicoltura e la rassegna fotografica dal titolo: “L’inferno delle anime perdute”. lc

CONSIDERAZIONI (SEMISERIE) SULLA STAGIONE ESTIVA U N A S TA G I O N E B A L N E A R E P O C O P R O F I C U A P E R G L I S TA B I L I M E N T I Quest’anno, la bella stagione è partita con notevole ritardo, giocando un brutto scherzo ai gestori di attività turistiche del territorio. Il sole estivo ci ha degnato della sua presenza soltanto nel mese di luglio, non pervenuto nei bollettini di maggio e giugno. Invece puntuali, ristoratori e gestori di stabilimenti erano pronti ad accogliere i turisti al primo raggio di sole. A dire il vero, che l’estate era ancora lontana lo avevamo già capito quando, a maggio inoltrato, sembrava di essere all’Epifania. Sulle spiagge del litorale non c’era neanche l’ombra di un turista, gli unici indisturbati frequentatori sono stati soltanto i gabbiani, anche loro un po’ confusi da un clima più adatto alle giornate autunnali. E non c’è inverno che si rispetti senza partite di pallone, poco importa se invece del campionato di calcio c’era il mondiale, così almeno pub e pizzerie vista la scarsità di turisti, potevano contare sul binomio cena-partita, ma anche stavolta tutti a casa e, nel caso della Nazionale, giustamente. Senza sole e senza Italia ai mondiali, giungiamo a fine giugno e finalmente arriva l’estate, o meglio, l’afa

estiva. Lo diceva il meteo del buon Giuliacci che sarebbe stata un’estate più calda del solito. Il primo luglio, parte ufficialmente la stagione, facendoci dimenticare ben presto il freddo e un pessimo mondiale. Passando ad aspetti più seri, abbiamo svolto un sondaggio

tra i gestori di stabilimenti balneari, i più penalizzati dal clima impazzito, per un commento sulla stagione estiva. La voce comune è stata sul mal tempo che ne ha ritardato l’avvio. Passi per il mese di maggio, ma l’assenza di turisti a giugno avrà il suo indubbio peso sul bilancio complessivo della stagione. Parlando

di turismo, bisogna poi fare una distinzione tra gli abitanti di Anzio e Nettuno con chi ha la residenza ma vive e lavora fuori. Negli ultimi cinque anni le due cittadine hanno visto crescere la popolazione residente in misura considerevole, in particolare Anzio. Di questi residenti, già da qualche anno si è ridotta la percentuale di chi affitta l’ombrellone per tutto il mese, limitando il periodo ai dieci giorni di ferie e ai fine settimana liberi; moglie e figli un mese al mare e il marito che fa il pendolare sembra sia passato di moda. A causa di prenotazioni così frammentate, i gestori sono costretti a cercare improbabili combinazioni ad incastro e a lavorare con forti oscillazioni di clientela nell’arco dello stesso mese. Non era così fino a pochi anni fa. Il dato che emerge da questa stagione – a causa del mal tempo, ma pensiamo anche per la crisi economica - è che abbiamo a che fare con un turismo sempre più esigente ed oculato: è disposto a pagare per il servizio che effettivamente utilizza e pretende determinati standard. Simone Selva


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IMPLOSIONI DEL CUORE

L’esordio poetico di Angela Di Paola In bilico tra passato, presente e futuro, la poesia di Angela di Paola dà vita a un’esplosione di immagini inconsce che emergono incontrollate tra le pagine di questo libro-diario pubblicato dalla Editrice Totem di Lavinio. Implosioni del cuore è un racconto in versi del viaggio di un’anima leggera che, lontano dai rigidi schematismi di tanta retorica classica, danza con leggiadria su un filo sospeso tra vita e morte. I versi diventano cacciatori di sentimenti, emozioni e pensieri nascosti nel silenzio, ma sempre pronti ad attraversare, grazie alla voce della poesia, ignara fanciulla che tra due mondi vaga, quel confine intangibile tra realtà e fantasia. Le parole di questo libro suggeriscono immagini, suoni e profumi che riescono a penetrare nell’animo di noi lettori trasportandoci in una dimensione impalpabile, laddove come d’incanto si trasformano in versi di un’opera da scrivere sulle righe del vivere. Lungo questo percorso – oltre i limiti del noto – Angela Di Paola accompagna anche i lettori più piccoli nella sezione dedicata a coloro che hanno il futuro sui loro visi. Con la semplicità lessicale e la dolce ingenuità dell’espressione e dei contenuti proprie di una giovane insegnante della Scuola Primaria di Anzio, l’Autrice, così come ha fatto nella prima parte dell’opera, lancia sul palcoscenico il suo spirito libero, che come un folletto di una fiaba di Hans Christian Andersen prende per mano il piccolo anatroccolo e lo guida alla scoperta del mondo, della scienza e della vita manifesta in tutti i suoi miracoli. Attraverso una poesia immersa nella magia dell’analogia, Angela Di Paola cattura il lettore di ogni età riuscendo nell’ambizioso intento di offrirgli cibo per l’anima. Abbiamo trovato molto accattivante la copertina con un tramonto che trasfonde in un’alba. Ottima la prefazione di Monica Di Martino. Il libro è in vendita nelle librerie di Lavinio, Anzio e Nettuno. Marianna Bellobono

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ALLA SCOPERTA DI SHINGLE 22J, BIENNALE D’ARTE CONTEMPORANEA DI ANZIO E NETTUNO

Con il numero di settembre di Anzio-Space, iniziamo il nostro percorso di avvicinamento a SHINGLE 22J Biennale di arte Contemporanea di Anzio e Nettuno 2011. La prima edizione si tenne nel Gennaio 2007 e si svolse all’interno di Villa Adele. Il tema proposto fu “sbarco dell’A rte” per celebrare, non solo il 63° Anniversario dello sbarco angloamericano del 1944, ma anche quello dell’amicizia tra i popoli attraverso l’arte . Vi parteciparono ben 30 artisti provenienti da tutto il territorio nazionale e non solo, e ci furono più di 2000 visitatori durante le giornate della mostra. Questi numeri, che andarono ben oltre le aspettative, permisero di pensare subito a SHINGLE 22J 2009. Ricordiamo che il bando di partecipazione per la III edizione di SHINGLE 22J scade il 31 Dicembre 2010. Andrea VILLANI Responsabile Immagine di SHINGLE 22J (Opera di Giovanni Balzarani: “Elica”)


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DETTI PORTODANZESI

“Ariveno i paini che ci porteno li quatrini!” In estate venivano in villeggiatura vari personaggi, bellimbusti che vestivano anche in maniera un po’ vistosa ed eccentrica, giravano in paese e spendevano bei soldi. “Sto sole ‘n coccia.” Quando il sole è troppo forte, attenti a non stare esposti per troppo tempo, può far male. “Sto callo te cionca!” Questo caldo ti fa stare male, ti toglie le forze.”È bafogna!” Ce lo fa dire lo scirocco appiccicoso. Meno male che qualcuno ci dava consigli per il caldo: “Bevete che fa callo!” gridava sulla spiaggia lo storico venditore di bibite, “Barone”, che aveva il chioschetto vicino alla fermata dei pullman e che in estate vendeva bibite fresche sulla spiaggia con un secchio e dentro il ghiaccio. Ancora adesso se un clacson suona più forte del normale si sente dire: “Aho, è arivato Cacini... ai bagni... de segatura!” Quando una persona è lenta nel fare una cosa: “... Sì... mo affitti... nemmeno pe’ er mese d’agosto...” perché agosto era “il mese che se affittava da sé”, il più richiesto della villeggiatura. “Sò venuti li signori da te?” sono arrivati i villeggianti a casa tua? Venivano chiamati “signori” per rispetto e anche perché spendevano molti soldi. “Se continuamo così annamo a finì ‘n faccia a li scoji!” Questo tuo modo di fare ci fa finire nei guai!!! Nelle giornate molto calde, mia nonna Amabile diceva: “Oggi hanno messo ‘n artra fascina!” È più caldo perché nel fuoco hanno aggiunto un fascio di legna! “Ammazzete... come stai bene!” si usa per fare un complimento ad una persona che non si vede da tempo. Alla prossima cuggì! Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”. amministrato da Tinarelli Alessandro e Salustri Pina

SMS - Space

Anzio-Space apre uno spazio ai lettori Scriveteci un sms al: 3463859599

“RFI mercoledì 11 agosto ha pulito la stazione di Villa Claudia. Speriamo che duri!“ Anna “RFI mercoledì 11 agosto ha pulito la stazione di Villa Claudia. Speriamo che duri!”. Lu “Da quando andavo all’università studiavo sulle panchine della piccola pesca. Non toglietemela”. Lele “Visto che con questo giornale state dando voce ad una città inespressa da tempo, avete un orientamento politico? È vero che il vostro presidente vuole diventare sindaco? ”. “Da quando hanno cominciato i lavori sulla rotonda di Lavinio tengono intrappolato dentro le transenne un raccoglitore per la raccolta differenziata per la carta. Quanto vogliono per il riscatto?”. Simo “Complimenti per l’obiettività dell’articolo sulla povera piccola pesca che non si ferma neanche durante il fermo biologico ”.

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Spor t e ambiente

BLERA E LE SUE ANTICHE ORIGINI Il paese, a sud di Viterbo, è un museo a cielo aperto. Tra i siti da visitare le necropoli Cari lettori oggi ci spostiamo nella Provincia di Viterbo, più precisamente a Blera, per immergerci in un paesaggio stupendo, dove il verde della natura si fonde con la storia dell’antico popolo etrusco dando vita ad un meraviglioso risultato. Il paesino di Blera si trova a sud di Viterbo verso Roma, su uno sperone di roccia alla confluenza tra due torrenti: il Biedano e il Ricanale. Questo paese è ricco di necropoli che lo circondano, dividendolo in due itinerari che possiamo indicare come “necropoli orientali” e “necropoli occidentali”. Il primo percorso è di circa 2,5 km praticabile a piedi, a cavallo e in mountain bike fino all’aria di sosta di Grotta Penta, valutando l’itinerario più tortuoso che porta alla sommità del Pontone del Graziolo e del Terrone oppure direttamente fino alla sosta di Grotta Penta. Il complesso della Grotta Penta è una vasta necropoli con una tomba perfettamente conservata e delle sepolture laterali dipinte. L’itinerario occidentale è di circa 6,5 km percorribile come il precedente fino al Ponte della Rocca. Questo percorso incrocia anche l’antica Via Clodia che collegava Roma a Saturnia e le necropoli situate nella zona di Pian del Vescovo nonché le gole del Biedano. Le gole sono uno splendido itinerario naturalistico ben conservato, percorribili con un altro percorso che le collega al villaggio etrusco di S. Giovenale un meraviglioso ritrovamento degli anni ‘60 da parte dell’Istituto Archeologico Svedese con a capo il Re di Svezia. Come Associazione, oltre a questi itinerari (in particolare quello delle gole del Biedano), nel corso degli ultimi anni abbiamo effettuato anche una campagna esplorativa sotterranea per il rilievo cartografico e fotografico dell’acquedotto etrusco di Blera. Infine lo spiccato senso d’ospitalità della gente del luogo è vivo nelle numerose manifestazioni che si svolgono nel corso dell’anno e su cui è possibile trovare informazioni nel sito della Proloco: http://web.tiscali.it/prolocoblera. Manrico Martini, Associazione Sport, Ambiente e Natura “Su e Giù”


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LA RICETTA DEL MESE

Care Lettrici,

in quest’articolo potevo benissimo parlare della stagione estiva appena passata e magari trattare temi un po’ più leggeri, così da esorcizzare l’arrivo della

brutta stagione. Invece ho ritenuto più importante parlare e cercare di analizzare, per quanto mi è possibile, l’escalation di violenza che si è scatenata contro le donne quest’estate. Questo nuovo fenomeno lo chiamano “femminicidio”, termine coniato in Messico per le centinaia di donne vittime della guerra tra i narcotrafficanti. In Italia, nel 2009, le donne uccise da ex mariti o fidanzati sono state 119, 19 in più rispetto ad appena 3 anni fa (dati Eures). Che cosa spinge un uomo a uccidere la propria compagna, cos’è che scatta? Si continua a etichettarli come delitti passionali e a ricercare la causa scatenante nell’abbandono da parte dell’amata. Certo, è l’amore a far girare il mondo, ma cosa rimane della vittima quando da persona cara diventa oggetto di possesso o gelosia? Oggetto, donne oggetto: concetto che ritorna spesso e che decenni di emancipazione, femminismo, leggi paritarie e l’entrata in tutte le professioni non hanno cancellato. È qui, credo, che bisogna andare a cercare il fattore x; quanto più una donna tenta di uguagliarsi in dignità, valore e diritti all’uomo, tanto più il maschio reagisce con violenza. Si tratta di uomini deboli che non accettano l’autonomia femminile, pretendendo così di sottometterla al proprio volere ed evitare un confronto diretto con quello che sino a non molto tempo fa era considerato il sesso debole. Pensare di salvaguardare la propria virilità negando all’altro la possibilità di vivere, e poi? È pur vero che amare significa anche rinunciare a qualcosa o dipendere in un certo qual modo dall’altro, ma questo non esclude in alcun modo l’autonomia della persona che c’è accanto e che nessuno è a nostra completa disposizione. Roberta Treglia

TIRAMISU’ AL COCCO E CIOCCOLATO BIANCO Ingredienti: Per la base:

• 1 scatola di pavesini classici (o savoiardi) • una moka da sei tazzine di caffè • 200 gr circa di latte

Per la farcitura:

• 500 gr di mascarpone • 5 tuorli • 2 albumi • 150 gr di zucchero • 170 gr di farina di cocco • 1 tavoletta di cioccolato bianco

Procedimento. grattugiare il cioccolato bianco e metterlo in frigo per non farlo sciogliere. Separare gli albumi dai tuorli e montare i primi a neve con 2 cucchiai di zucchero e i secondi con il restante zucchero, fino a farli divenire un composto chiaro e spumoso. Aggiungere i tuorli agli albumi, amalgamarli bene, aggiungere il mascarpone e la farina di cocco. Mescolare tutti gli ingredienti dal basso verso l’alto delicatamente. Preparare il caffè-latte, bagnare i pavesini, quindi foderare una teglia e formare vari strati coperti di crema al cocco. Alla fine di ogni strato spolverizzare la crema con il cioccolato bianco tritato, fino ad arrivare allo strato finale. Fate riposare il tiramisù per almeno 3 ore in frigo prima di servire. Elisabetta Civitan Il consiglio di Cesare Del Gatto: L’abbinamento di un vino con un dolce al caffè e cioccolato è difficile. Chi vuole cercarlo potrà sperimentare uno Sherry pedro ximenez o un Madeira malmsey. Chi ama il rum può facilmente bere il suo preferito, che si accosterà sicuramente meglio. Il mio consiglio tuttavia è una crema di liquore al cioccolato e rum oppure uno zabaione artigianale. Il primo è ottenuto da cacao criollo e forastero, rum dei caraibi e base di latte ed è prodotto dall’azienda di cioccolato Venchi. Il secondo da marsala stravecchio tuorli d’uovo e latte ed è prodotto dalla liquoreria Carlotto. Buon appetito!!!!

Per ogni suggerimento, idea, iniziativa per noi donne scrivetemi a: donna@anziospace.com


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BIONDA SÌ, MA DI CAPELLI Le donne fanno il loro ingresso anche nei birrifici Vedo già i maschietti storcere il naso ma dati alla mano, sempre più donne hanno fatto il loro ingresso come assaggiatrici nell’industria birraia. Studi scientifici hanno appurato che per ragioni fisiologiche l’olfatto femminile è superiore in quanto a raffinatezza a quello maschile, abili tracannatori di birra sì, ma la pratica non sempre rende perfetti. Infatti, l’olfatto è un senso essenziale per giudicare se le caratteristiche della birra, sia quella del fusto sia quella delle bottiglie, corrispondano perfettamente a quelle volute dalla ricetta. Come mai i maschi hanno impiegato tanto ad aprire le porte del “mondo delle bionde” alle donne? Colpa anche nostra sicuramente e dei pregiudizi verso questa bevanda che per lunghissimo tempo si pensava gonfiasse. Noi e la nostra mania della linea!!! Un ritorno al passato insomma e sapete perché? Si dice che ai tempi dei Sumeri, primo popolo birraio, la produzione della bevanda fosse esclusiva delle donne. Roberta Treglia

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“Coriolano, perché Anzio non conquistò Roma”

Nelle librerie il testo di Guglielmo Natalizi dedicato al grande condottiero romano Con questa biografia si completa la trilogia di Guglielmo Natalini dedicata all’antica storia di Anzio, che include i saggi già pubblicati come: Nerone, oltre la leggenda (2006) e Caligola, l’imperatore in rivolta che voleva la luna (2008). Coriolano, vissuto nel V secolo a.C., fu un grande protagonista della storia di Roma e allo stesso tempo la sua vita s’intrecciò con quella di Anzio, capitale dei Volsci. Grande condottiero, guidò vittoriosamente i romani in molte guerre con i popoli vicini. Le fonti storiche riguardanti la sua vita e le sua gesta sono quelle di Tito Livio (Ab Urbe Condita Libri – Dalla Fondazione di Roma) e di Plutarco (Vita Parallela). Tali opere ci narrano che i contrasti insorti tra i tribuni della plebe e Coriolano, resero quest’ultimo inviso all’assemblea popolare provocando la sua condanna all’esilio. Rifugiatosi ad Anzio, capitale dei Volsci, fu accolto calorosamente dal loro re Tullo Aufidio che gli propose di mettersi a capo dell’esercito volsco. Passando di vittoria in vittoria riuscì a porre il campo fin sotto le mura di Roma per l’assalto finale. Atterriti, i romani tentarono invano di fermarlo e vi riuscirono solo inviandogli

come ambasciatori le donne romane, guidate dalla madre Volumnia e dalla moglie Virginia. Coriolano, commosso dalle loro implorazioni e dal timore di essere ricordato come traditore della patria, concluse la pace con la città, levò le tende e ricondusse l’esercito ad Anzio. Tullo Aufidio e i Volsci non gli perdonarono l’abbandono di una guerra che stava per essere vinta e, accusandolo di tradimento, lo uccisero sulla pubblica piazza. La storia e la fama di Coroliano si diffondono in Italia grazie ad un’indimenticabile messa in scena del dramma di Shakespeare al Piccolo Teatro di Milano nel 1957, con la regia di Giorgio Strehler che suscitò ampi apprezzamenti, ma anche accesi contrasti per la lettura politica del personaggio. Da una parte il grande condottiero veniva visto come l’eroe senza macchia, che aveva rifiutato di chiedere consensi politici vantando le sue glorie militari. Dall’altra parte veniva immaginato come un superbo aristocratico che voleva instaurare la dittatura dei nobili patrizi, negando ai plebei qualsiasi diritto di partecipazione al governo della Repubblica. red


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Con l’ottima campagna acquisti condotta dal dg Vichi, la squadra neroniana può puntare a togliersi molte soddisfazioni

ANZIOLAVINIO, IL SOGNO CONTINUA

L’Anziolavinio si prepara a vivere una grande stagione. Il team del presidente Rizzaro ha svolto il ritiro precampionato agli ordini del neo tecnico Paolo Caputo. Un lavoro intenso per Guida e compagni, che in questa stagione dovranno confrontarsi con club dal grande blasone, in un torneo livellato come quello di serie D. Per affrontare al meglio il salto di categoria la società neroniana ha lavorato alacremente in sede di mercato per completare l’organico, grazie all’operato efficace del dg Roberto Vichi. Tra i volti nuovi spicca l’ultimo arrivo, quello del difensore siciliano Giuseppe Rao, un ventiseienne con una vasta esperienza nel mondo della serie D, oltre alla crescita nelle giovanili del Palermo. Il colpo ad effetto del mercato anziate è stato l’arrivo del

bomber Flavio Gagliardini, un’autentica garanzia che andrà a completare un reparto di altissimo livello. Infine non si possono

trascurare gli innesti preziosi del giovane esterno alto Alessandro Triola e del difensore centrale Alberto Calefato. Dopo i primi test amichevoli contro Borgo Flora e Cecchina, il gruppo biancoceleste

è atteso per i primi impegni ufficiali. Ad esempio il 29 agosto si disputerà il doppio confronto di Coppa Italia (non possiamo ancora svelare il nome dell’avversario), mentre il 5 settembre prenderà il via il campionato. Nell’ambiente biancoceleste la dirigenza ha sempre mantenuto un profilo basso, in più di un’occasione sia il presidente Rizzaro che il dg Vichi hanno sempre indicato nella salvezza l’obiettivo principale da conseguire. Al coro si è unito anche mister Caputo, che non si è mai sbilanciato in dichiarazioni ad effetto, puntando con decisione al lavoro e a plasmare un gruppo già molto affiatato. Ci sono tutti i presupposti per sognare in grande. Forza ragazzi! Marcello Bartoli

Campionato Nazionale Dilettanti 2010-2011 Girone “G”

ANZIOLAVINIO APRILIA ARZACHENA ASTREA BACOLI S. BUDONI CASTIADAS CYNTHIA FIDENE

GUIDONIA MONTEROTONDO PORTO TORRES SANLURI SELARGIUS TAVOLARA VIRIBUS UNITIS VITERBESE ZAGAROLO

NETTUNO SI PREPARA PER UN NUOVO CAMPIONATO DI PROMOZIONE TRA I NUOVI ARRIVI IN SQUADRA: SAMPAOLO, COLELLA, MARRO

Dal 2 agosto i ragazzi di Mr. Marco D’ambra si stanno preparando ad un altro campionato di promozione che inizierà domenica 5 settembre. L’organico a disposizione del Mister è di ottimo livello, e a dare maggiore sostanza alla rosa ci sono gli arrivi di Ivan Sampaolo – autore di 25 reti lo scorso anno con la maglia della Nuova Circe – del centrocampista ex Cynthia Luca Colella – classe 1987 di indiscusso valore – e del difensore Stefano Marro che insieme al capitano

Giorgio Graziosi vanno a formare un’ottima linea difensiva. Ci saranno da valutare le condizioni fisiche di chi lo scorso anno è rimasto fermo per infortunio come Giuseppe Maggiore e Giovanni Ostaggio e del rientrante Riccardo Tomassi. Tra i pezzi da novanta rimasti a disposizione di Mr. D’ambra vanno citati William Belli, Marco Pietrangeli e il bomber Cristiano Stazi. In casa verdeblu ci sono da segnalare le partenze del fantasista

Cristian Greco, di Marinelli, Trapani, Cacciapuoti, Matteo Rossi e di Fabio Facci che da quest’anno allenerà gli Allievi Nazionali del Latina. Non è mai facile vincere un campionato di promozione ma Nettuno ha tutte le carte in regola per provare a farlo. Le ambizioni sono alte ma se al giro di boa il Nettuno sarà nei piani alti della classifica, con qualche ritocco alla rosa avrà ottime probabilità di centrare la promozione nella categoria superiore. Fabrizio Tirocchi


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Il 2 settembre l’amichevole in famiglia contro la Juniores di Mister Graziosi

FALASCHE PRONTA A SCENDERE IN CAMPO Ci siamo, il 5 settembre agli ordini del confermato Mister Neno Cesarini, partirà il campionato delle Falasche che si appresta a disputare per il secondo anno consecutivo il campionato di Promozione. La società punta a valorizzare i giovani del proprio vivaio e non: in quest’ottica, dal mercato è arrivato Danilo Cianchetti, attaccante classe 1991 (ex Anziolavinio) e Flavio Zamperini, classe 1989 (ex Morro D’oro). A questi va aggiunto il ritorno di Fabio Petruolo, classe 1985, e Michele Zitarosa, classe ’83 ex Artena. Anche quest’ultimo è un cavallo di ritorno visto che ha disputato le giovanili Biancoverdi prima di tentare l’avventura con il Parma Calcio. In uscita invece ci sono Alessio Sambataro accasatosi al Velletri, Manolo Granata trasferitosi al Cava dei Selci e Luca Loria che proverà l’avventura in Serie D con il Gaeta. Per quanto riguarda i “big” spiccano le conferme di Mirko Molinari, Luca Cancelli, Flavio Porcari e Marco Buchicchio, che con Cianchetti va a formare una coppia di attaccanti giovani ma di assoluto valore. Per quanto riguarda il portiere, la società punterà sul classe ‘86 William Rosi.

Obiettivo del Falasche è partire per un campionato tranquillo, dando luce ai tanti giovani presenti in rosa. Se a dicembre, prima della pausa natalizia, si troverà in una buona posizione di classifica gli obiettivi potrebbero cambiare. I ragazzi di Mister Cesarini sono in preparazione dal 2 agosto e sono già state definite diverse amichevoli precampionato che si sono disputate e si

disputeranno tutte in casa al campo di Villa Claudia. L’11 agosto la prima della serie contro il Borgo Flora, il 18 agosto contro la Roma VIII e il 26 contro la Vigor Cisterna (amichevole ancora da definire), per poi chiudere il 2 settembre nell’amichevole in famiglia contro la Juniores allenata dal nuovo Mister Leonardo Graziosi. Fabrizio Tirocchi

CAMPIONATO DI PROMOZIONE GIRONE C 2010-2011

ALMAS ROMA BORGO PODGORA CASALOTTI CIAMPINO DILETTANTI FALASCHE N.ATL.SABOTINO NUOVA S.MARIA DELLE MOLE OSTIANTICA VIS AURELIA

BORGO FLORA CAN. ROCCA DI PAPA CAVA DEI SELCI 97 CITTA’ DI ACILIA MONTESPACCATO NETTUNO OLIMPIA V.J.S. VELLETRI VIV. GROTTAFERRATA

Il tanto atteso Derby ci sarà alla 15° giornata ANDATA : 12-12-2010

Nettuno – Falasche

RITORNO : 01-05-2011

Falasche – Nettuno

L’interbase Martin Mondino: “L’obiettivo è vincere i play off. Abbiamo sete di rivincita”

ANZIO BASEBALL: ATTESA PER I PLAY-OFF L’Anzio Baseball ha chiuso la Regular Season 2010 in seconda posizione con 722 PCT ed andrà quindi a giocare la fase finale dei play-off contro l’Eurodifarm Codogno in quel di Milano il primo weekend di settembre con il solo rammarico che due delle tre partite si disputeranno in terra Lombarda. È stato un cammino importante quello dei ragazzi di Coach Carlo Morville iniziato ad aprile contro la squadra di Messina e conclusosi con una bella doppia vittoria ai danni dell’Arezzo. Per l’ultima partita lo sponsor Colavita, che tornerà a sponsorizzare l’Anzio Baseball per i play-off ha voluto salutare i tanti tifosi presenti al “Reatini” offrendo olio e bruschetta a tutti. Va sottolineato che i ragazzi si giocheranno queste finali pur sapendo che il nuovo regolamento per la Serie A Federale non prevede promozioni. Importante sarà provare comunque a vincere il campionato e la speranza nostra e dei tifosi anziati è che la società riesca nel giro di due - tre anni a fare la richiesta per la IBL, dando così lustro alla città di Anzio e regalare ai tifosi l’emozione di assistere nuovamente ad una stracittadina.

Abbiamo avuto il piacere di raccogliere alcune dichiarazioni dell’Interbase Italoargentino Martin Mondino che ci dice “Siamo molto felici di aver conquistato i play-off con due giornate di anticipo” e prosegue analizzando la prima fase della stagione “L’inizio è stato un po’ difficile visto che sono andati via giocatori importanti, ma i loro sostituti si sono integrati benissimo nel gruppo dimostrando di essere all’altezza dell’Anzio”. Dichiara inoltre di non aver mai dubitato di non riuscire a centrare l’obiettivo playoff: “Sono molto positivo. Sapevo che quest’anno sarebbe stato più difficile rispetto allo scorso, ma ad Anzio c’è un gruppo incredibile, mai visto prima, siamo una grande famiglia”. Ha inoltre analizzato la sua stagione: “In battuta avrei potuto fare qualcosa di più, mentre in difesa credo di essere riuscito a dare il mio contributo alla squadra. Si sa però che nel Baseball così come negli altri sport di squadra, vengono prima gli obiettivi del gruppo e solo dopo quelli personali”. Parlando di obiettivi post season ci ha riferito “L’obiettivo è vincere i play off. Non sarà facile ma noi abbiamo

fame di rivincita dopo aver perso l’anno scorso la finale a gara 5”. Ci svela infine come sia difficile stare da solo lontano dalla famiglia: però Martin ad Anzio ha trovato un gruppo di veri amici che lo aiutano a non sentire la mancanza dei suoi cari. Fabrizio Tirocchi


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Pagina di ANZIO-SPACE gestita dai giovani de “Il Giovanotto”.

Politica, dove Quando i giovani si sono i ragazzi? esprimono… Secondo i risultati dell’indagine Intervista a Juri Durazzi, che a vent’anni ha Ipso il 66% dei giovani non ha scritto un romanzo Dicono che tutti i ragazzi fiducia nell’operato dei politici I risultati degli ultimi sondaggi dell’ISPO (Istituto per gli Studi sull’Opinione Pubblica) confermano che sempre meno giovani, dai 18 ai 34 anni, sono fiduciosi dell’operato della politica italiana. Infatti, come spiega la ricerca, se il 66% dei ragazzi non crede più nell’arte del possibile, ma anzi esprime il suo netto malcontento, solo il 34% crede nella possibilità di una ripresa dalla crisi politica. Se poi guardiamo la situazione da vicino, possiamo vedere ad esempio che anche a livello locale la politica non si adopera per i giovani, anzi si distacca dalle opinioni, dalle idee e soprattutto dai bisogni dei ragazzi. Come è vero anche che gli stessi giovani ormai dormono in una sottospecie di sonno esistenziale e politico, dove questa volta per “politico” si intende la vera etimologia della parola: far parte della vita sociale e culturale della città. Tanto esclusi quanto pigri, forse è questo che non ci permette di guardare oltre, di oltrepassare questa nebulosa italiana, questa confusa aria creata forse intenzionalmente proprio per ammutolire quel pubblico che può rinnovare la oramai vecchia e “puzzolente” politica! Ma come si cambia? Come si può cambiare tendenza? Forse cominciando dalle piccole cose, dalla nostra città dove più che mai in questo momento c’è bisogno di gioventù, visto che il cemento e la gloriosa devastazione ambientale peserà sulla nostra salute e soprattutto su quella dei nostri figli! Vivere meglio, tranquilli, sereni, non vuol dire lasciar scorrere la nostra giovinezza, presentarci già anziani e poi magari rimpiangere di non aver pensato prima alle cause dei nostri mali. Questo è il momento di cambiare, di svegliarci dal sonno imposto; questo è il momento che la gioventù si prenda gli spazi che le spettano! Pensateci su! Federico Arancio

di oggi non abbiano iniziativa e pensino solo alle stupidaggini. A smentirli è un giovane di vent’anni di nome Juri, che in un periodo della sua vita ha deciso di dare “sfogo” a tutte le sue emozioni racchiudendole in un libro dal titolo Tra inverno e inverno.

Perché hai scritto questo libro? Questo libro è nato principalmente per uscire da un brutto periodo e siccome scrivere mi è sempre stato utile per esprimere tutto senza problemi, l’anno scorso ho sentito il bisogno “prendere carta e penna”. Ho lasciato il mio lavoro e ho cominciato a scrivere. Inizialmente non pensavo che questo libro potesse diventare un romanzo, era nato solo per un bisogno di sfogo. Poi la storia si è sviluppata ed è cresciuta in me la volontà di lanciare un messaggio, fare una critica forte e farla arrivare ai giovani. Scrivere ti ha dato qualche esperienza particolare? Mi sono reso conto che ho imparato a scrivere scrivendo. A romanzo concluso e dopo averlo riletto, ho capito che i messaggi inviati attraverso la scrittura sono più diretti e più forti. Un’altra cosa fantastica è che quando scrivi scopri le emozioni che hai dentro, di cui non ti eri accorto. Ad esempio leggendo nuovamente il testo ho avuto l’impressione di non averlo scritto io. Non immaginavo che dentro di me ci potessero essere quelle sensazioni. Come s’intitola il romanzo? Qual è la trama? Il libro si intitola “Tra inverno e inverno” e può essere letto su due piani. Per i lettori superficiali il libro può essere visto come il percorso dall’infanzia all’adolescenza di un ragazzo, il quale ha vissuto diversi traumi infantili che hanno cambiato il suo modo di vedere il mondo. Un giovane che attraversa le varie esperienze adolescenziali d’amore e d’amicizia. Il lettore riflessivo troverà dietro alle storie di amicizia e amore, considerazioni e critiche alla società di oggi. Cosa pensi che provi una persona leggendo il tuo libro? Insieme al protagonista del romanzo il lettore compie un percorso di crescita e alla fine di questo cammino il lettore, come il personaggio, capisce che diverse cose non vanno come dovrebbero e andrebbero cambiate. Dopo questa riflessione il lettore, di fronte alla scelta drammatica presa dal protagonista, tende ad avere una reazione inversa. Ed è proprio questo il messaggio che voglio mandare: fare la scelta opposta rispetto al protagonista, combattere sempre e lottare per cambiare questa realtà. Massimo Garbini


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STAZIONE DI VILLA CLAUDIA: QUANDO “TRIONFA” L’INCIVILTÀ

Una mattina, mentre attendo l’arrivo del Treno alla Stazione Ferroviaria di Villa Claudia, avverto un odore sgradevole provenire dalla vecchia Biglietteria da tempo inutilizzata e in stato di abbandono. Mi accorgo che nella parte retrostante, c’è una porta apparentemente forzata da cui si possono scorgere rifiuti di ogni genere. Guardo qualche istante con perplessità e mi domando come sia stato possibile arrivare a tanto degrado. Circa due anni fa, il Gruppo F.S. dava in comodato d’uso all’Amministrazione Comunale

di Anzio tutte le strutture ferroviarie site all’interno del territorio e in cambio quest’ultima avrebbe dovuto occuparsi di mantenerne il decoro. In effetti, chi ha beneficiato concretamente di tale accordo è la Stazione Ferroviaria di Anzio, che inoltre offre alcuni servizi utili all’esterno, come il Bus navetta, il Parcheggio della “Piccola” e all’interno i distributori automatici. Chi abita qui da quarant’anni, ha visto le fermate ferroviarie trattate con civiltà: prima c’era un Ferroviere in Servizio nella Biglietteria, il controllo costante del passaggio a livello e il cittadino era tutelato da imprevisti o distrazioni. Al contrario oggi accadono fatti inquietanti, incresciosi, a discapito di chi passa e soprattutto dei pendolari. E poi, non si assisteva a scene imbarazzanti causate dalla chiusura dei bagni pubblici decisa dall’Azienda R.F.I. Non servono molte parole per descrivere la mancanza d’attenzione da parte degli Enti preposti

Evviva Nerone! Era necessario? Era veramente necessario innalzare ad Anzio una statua dell’imperatore Nerone? Il sindaco Bruschini, fautore di questa iniziativa, nota che è “l’unica statua al mondo dedicata a quest’imperatore” (‘Nettunense n°13 del 10.7.2010). Si è chiesto il perché? Perché Nerone, subito dopo la morte, venne condannato alla ‘damnatio memoriae’, cioè alla condanna del ricordo (distruzione di tutte le sue effigi, di tutte le opere da lui edificate, abrasione del suo nome ovunque comparisse). Questa condanna credo denoti chiaramente quanto fosse amato Nerone! Riconosciamogli di essere stato un buon imperatore riformista (anche se spesso le sue riforme furono solo teoriche) nei primi cinque anni di regno. Salito al trono a soli 17 anni grazie alle trame della madre Agrippina, fu affiancato e consigliato dal grande filosofo Anneo Seneca e dall’esperto generale Afranio Burro. Seneca, attraverso il suo pupillo, cercò di creare quel governo ideale teorizzato dalla sua filosofia ma dal 59 d.C. l’imperatore cominciò a dimostrare una grande ferocia (lo stesso Seneca fu tra le prime vittime) e decisi intenti megalomani. Il famoso e tragico incendio del 64 non fu certo appiccato da lui e forse neanche ordinato (a Roma gli incendi erano molto frequenti in quell’epoca), ma sicuramente fu sfruttato a suo favore. Infatti si impossessò di numerosi terreni espropriandoli ai proprietari che avevano perso tutto e iniziando la costruzione della sua nuova ed immensa dimora, la famosa ‘Domus Aurea’. Per edificarla, con marmi ornamentali ed eccezionali decorazioni pittoriche, e per la ricostruzione di Roma distrutta proprio nei suoi punti nevralgici, aumentò le tasse ai cittadini. Tutti sappiamo che per allontanare delle voci su di lui, scatenò un’atroce persecuzione contro i cristiani (al tempo ritenuti una frangia estremista degli ebrei) ingiustamente accusati di aver causato l’incendio. Da questo momento inizia la rovina non solo dell’imperatore, ma anche del suo impero. Nerone si dedicò alla realizzazione dei suoi sogni urbanistici, musicali ed artistici fino a divenire inviso ai più e ad essere dichiarato dal Senato ‘nemico pubblico’. Morì suicida a soli trentun’anni, non avendo ormai nessuna possibilità di recuperare credibilità. A questo punto chiedo ancora: era proprio necessario? Non sarebbe stato meglio impiegare i 40 mila euro spesi per la statua per qualcosa di veramente utile alla comunità anziate? Daniela Aveta

a mantenere l’impegno preso di concerto verso tutta la cittadinanza. Ma è necessario porre all’attenzione una situazione che in seguito potrebbe degenerare sotto l’aspetto igienicosanitario e causare danni alle persone all’ambiente. Loretta Giacomozzi

Corso Infermiere Volontarie C R I (I.I.V.V.) Fino al 15 settembre 2010 sono aperte le iscrizioni per il XVI Corso Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. I requisiti necessari per partecipare sono maggiore età; diploma di scuola superiore; cittadinanza italiana; certificato medico da cui risulti sana costituzione fisica e psichica; due lettere di presentazione di infermiere volontarie o di persone conosciute dal comitato C.R.I.; titoli di studi ed altri documenti che dimostrino idoneità al servizio, conoscenza di lingue straniere, ecc…; casellario giudiziario che attesti l’assenza di precedenti penali. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi alla sede CRI Riviera Zanardelli, 105 - Anzio – Tel. 06. 98.48.401 – 06. 98.48.400 (martedì e giovedì ore 9,30 – 12,30)


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Il presente e il futuro di Lavinio sono nell’unione dei cittadini Apprezzo l’attenzione che Anzio-Space riser va ai reali problemi di Lavinio e della sua gente, ma non credo che ser va addirittura fondare un nuovo comune per risolverli. È vero che questa zona sembra trascinata inesorabilmente verso il baratro dal traffico caotico, dai disagi di chi usa il treno, dal parcheggio selvaggio sui marciapiedi e dalla sofferenza dei disabili in carrozzella costretti a muoversi in mezzo alla strada, soggetti a rischi enormi e anche all’umiliazione di essere proprio loro l’emblema di un degrado sociale insopportabile. A scalare la ricca classifica di episodi di degrado ci sono adesso anche i ricorrenti crolli di pali della luce e alberi su Via Valle Schioia. Non episodi isolati ma eventi sempre più frequenti e di una gravità inaudita che avvengono nella più assoluta noncuranza dell’amministrazione e dei media locali, perennemente presi dal raccontare le diatribe politiche che impediscono l’avvio dei lavori per il nuovo porto. Il porto sarà pure importante ma certo non risolverà i problemi dei quartieri abbandonati da sempre. Bisogna rimboccarsi le maniche e sistemare alla svelta almeno la strada più importante di L avinio. Qualche tempo fa su un giornale locale con sollievo ho potuto apprezzare un sorprendente progetto di riqualificazione di Via Valle Schioia che prevedeva la sistemazione di marciapiedi e parcheggi e persino la realizzazione di una pista ciclabile dalla stazione fino al mare. So che si tratta della proposta di un consigliere di opposizione che aveva aggiunto anche un progetto di risanamento della zona della stazione e ho letto anche che persino la maggioranza aveva accolto e votato quelle proposte in Consiglio Comunale. Ma sono passati anni ormai e non ho più sentito parlare di queste prospettive, specie dall’amministrazione della città. Allora vorrei rivolgermi ai cittadini di Lavinio: quelli che magari la barca non ce l’hanno e che prima del nuovo porto hanno bisogno di strade, piazze, scuole e giardini, quelli imprigionati nel loro piccolo giardinetto con l’inferno fuori, quelli che a giudicare dai risultati elettorali sembrerebbero quasi gradire questo caos. Forse è giunto il tempo di usare meglio il consenso elettorale che spesso concediamo ciecamente ai nostri amministratori senza chiedere cosa davvero intendano fare per noi. L a mia speranza è che i cittadini di L avinio sappiano aggregarsi costruttivamente per ottenere finalmente le cose necessarie come le fogne, le strade, il verde ed un piano regolatore che migliori la città e non produca solo case. Io non voglio che per tenere su i pali della luce si debba arrivare a creare un nuovo comune, ma pretendo che a chi abita a Lavinio sia riconosciuta la dignità di cittadino di Anzio. Non si può più dare retta a chi si avvicina a questi quartieri, volutamente abbandonati, solo quando si vota; noi di Lavinio, come chi vive in altre zone ingiustamente trascurate, dobbiamo trovare il modo di esprimere il nostro disagio e partecipare attivamente alla soluzione dei problemi. Per questo vi ringrazio dell’attenzione che prestate a questi temi e dello spazio che, se vorrete, dedicherete a questo mio piccolo contributo. (lettera firmata)

Lavinio Stazione sempre piú nel degrado Lo stress quotidiano e l’abitudine a certi comportamenti ci hanno reso insensibili alle buone maniere, al degrado e, molte volte, anche al pericolo. L’incuria a cui siamo giunti rende davvero precarie le condizioni di sicurezza in cui viviamo. I servizi di trasporto sono inefficienti, sottodimensionati da tempo rispetto all’aumento della popolazione e, più che servizi di trasporto, sembrano carri bestiame. Mai un orario rispettato, lotte per salire, specialmente negli orari di punta. La viabilità è al collasso con continui ingorghi nell’arteria principale (ne abbiamo solo una!) e su questa strada - in condizioni urbanistiche primitive - si verificano giornalmente incidenti, molti dei quali sono gravi. Le amministrazioni comunali e la stampa esortano ad utilizzate i mezzi pubblici, come accade nelle civiltà progredite post industriali: “andiamo a prendere il treno in bicicletta come fanno i cittadini del nord!”. Ma mancano le piste ciclabili, mancano i marciapiedi e arrivare sani e salvi alla stazione è un’impresa. E i parcheggi per le bici? Le rastrelliere ci sono, ben fatte e addirittura coperte! Si parcheggia, si utilizza anche una catena se si vuole! Poi si sale sul treno e iniziano i dubbi: come mai non c’erano biciclette parcheggiate? Eppure il posto sembrava perfetto. Non c’è una risposta immediata ma la sera al ritorno ci si rende conto che la bici è stata in balia di tutti e di tutto. Se si è fortunati la si trova distrutta, altrimenti non la si ritrova affatto. Un famoso scrittore, ormai nel secolo passato, scrisse “Cristo si è fermato ad Eboli”, ad indicare il confine oltre il quale non c’è più civiltà. Potremmo ora accorgerci, con amara sorpresa, che tale confine è salito molto, ma molto più a nord. Sarebbe compito di chi ci amministra prevenire tali accadimenti e impedire che Lavinio diventi la periferia disperata di posto di frontiera. Nei pressi della stazione esiste un fabbricato sul quale fa bella mostra di sé la scritta “Polizia Municipale”; ma è desolatamente vuoto, perché? Il sindaco dovrebbe dare una risposta a tutti gli abitanti di Lavinio, dopo la sua campagna elettorale al grido di migliorare la sicurezza. Nonostante i buoni propositi, l’auspicato miglioramento non si è visto, anzi alcune cose sono anche peggiorate. Perché non si installano altre telecamere intorno alla stazione per controllare questa zona molto trafficata di giorno e soprattutto di notte? Perché durante la notte i cittadini sono completamente abbandonati a tutto quello che può accadere, senza una minima sorveglianza e senza la tanto sbandierata sicurezza? Siamo tutti in attesa della promessa riqualificazione urbanistica programmata. Ma verrà? Rocco Archidiacono


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