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OPINIONI

RAVENNA &DINTORNI 10/4 2014

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L’ EDITORIALE

TUTTO D’UN TRATTO

L’ OSSERVATORIO

In alto i calici con il vino buono

di Gianluca Costantini

La cultura non ci basta saremo città dello sport

di Fausto Piazza

di Moldenke

In effetti, visti i tempi grami dell’economia, della società, e pure della morale, ci sarebbe poco da brindare. Ma per alleggerire questo spazio dedicato alla riflessione sull’attualità della settimana prendo a pretesto il successo di pubblico, e fra gli addetti ai lavori, che lo spazio promozionale e commerciale dell’enogastronomia dell’Emilia Romagna sta riscuotendo al Vinitaly di Verona. Per chi non lo sapesse si tratta di una delle più importanti fiere enologiche mondiali e una grandiosa vetrina delle produzioni di qualità made in Italy nel campo del mangiare e bere. Il grande padiglione regionale a quanto pare sta registrando giornalmente punte di 20mila presenze, 4mila degustazioni, 1000 coperti al ristorante interno, e poi diversi riconoscimenti nazionali per vini e olii. Non è una questione di campanilismo godereccio, è una rivincità in primo luogo di chi non ha mai rinuciato, o ha ricominciato, ad appassionarsi della terra e dei suoi frutti con dedizione, intelligenza e capacità imprenditoriali, per recupare le tradizioni agroalimentari all’insegna della qualità. Si tratta di cose buone, piacevoli, come il vino, l’olio, i prodotti tipici dell’artigianato gastronomico, ma anche di economia e di micro, piccole e medie imprese. In qualche caso anche di grandi consorzi che fatturano milioni di euro e sostengono il lavoro di migliaia di persone. Che considerata la crisi non è poco. Questo patrimonio di saperi e sapori, del saper fare con i prodotti del territorio, portato avanti negli ultimi anni da tanti imprenditori, potrebbe essere un buon volano, accoppiato al turismo, per una rinascita dell’economia locale, regionale e italiana. Non faccio nomi ne cito marchi: sarebbe impossibile e non vorrei dimenticare qualcuno. Certo è ancora evidente un deficit di marketing, di tenacia nella produzione qualitativa, di risorse da investire. Le strade da intraprendere per crescere con coraggio, indicate da chi sta studiando il settore, sono lo sviluppo dell’export e dell’e-commerce su internet, per conquistare nuovi mercati interni e internazionali. Ma c’è tempo e non mancano le prospettive. Intanto, prosit. E leggetevi le nostre pagine del Gusto, che dalla nascita di questo giornale, periodicamente, cercano di valorizzare questo mondo di bontà.

Lo stadio Benelli, lo stadio della città, casca a pezzi, tanto che è stato necessario anche chiuderne una parte. L’ippodromo, tra i più storici d’Italia, ha terminato la propria attività e ora è una struttura quasi fatiscente in molte sue parti. La piscina comunale (a parte che c’è un bambino che ci fa la cacca in acqua, ma qui non importa) è nelle condizioni che è. Anni fa si parlava di farne una nuova, ma io non ho più saputo nulla, non so voi. Il Pala Costa è bello nuovo e va bene, ma non può certo essere il palazzetto di una città di 150mila abitanti, quello dovrebbe esserlo invece il Pala De André, che è però troppo costoso per sua stessa conformazione, al punto che la squadra di pallavolo rischia di andare a giocare a Forlì. E non so se vi ricordate del Pala Piano, ma bisogna avere una certa età. Pochi giorni fa un quotidiano locale portava la testimonianza con tanto di foto di un centro sportivo di Ravenna in condizioni pietose, con buche e strutture (anche igieniche) quasi da terzo mondo. Non ci sono spazi o palestre adeguate per gli sport cosiddetti minori (a parte il canottaggio, forse, che alla Standiana sta facendo miracoli). Sui nostri lidi è stato montato per un mese uno stadio per il Mondiale di beach soccer, ma più di questo non è stato possibile fare, per valorizzare i nostri sport sulla sabbia. La costruzione di un campo pratica da golf lungo l’argine del fiume è stata bloccata dalla burocrazia. Nonostante tutto questo (e chissà quante altre cose mi dimentico) il sindaco Fabrizio Matteucci ha candidato Ravenna Città europea dello Sport per l'anno 2016. Non ci bastava il 2019, no. «Se la nostra candidatura sarà accolta – ha detto il sindaco –, per dodici mesi nel 2016 Ravenna sarà centro di manifestazioni, convegni, progetti di formazione sportiva, resi possibili da una rete diffusa di associazioni, impianti e strutture pubbliche e private». Ma intanto che ci siamo perché non buttarci dentro anche la Darsena, come facciamo un po’ sempre? Una mega gara di sci nautico nel Candiano per lanciare la nostra candidatura?

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

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