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24 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 8-14 marzo 2018

VISIBILI E INVISIBILI

CARTOLINE DA RAVENNA

Il profumo è quello del cinema, ma l’Oscar è un’altra minestra riscaldata

Tutto lo sporco dei secoli

di Francesco Della Torre

mittente Giovanni Gardini

posso ancora vedere queste minestrine riscaldate e La forma dell’acqua (di Guillermo Del Toro, 2017) insaporite artificialmente, quando il cinema deve Baltimora, Stati Uniti, 1962, in piena Guerra Fredda. andare avanti e gli unici passi in questa direzione li fa Elisa è muta e lavora come addetta alle pulizie in un la televisione con l’ariete Black Mirror (e non solo). laboratorio governativo dove si svolgono esperimenNon si può dire che non sia una rappresentazione ti, insieme con Zelda, l’unica amica che ha, oltre al diversa, e neanche che non si respiri il profumo del vicino di casa gay Giles. Un giorno arriva al laboratocinema, non si può non dare atto a Del Toro di non rio una creatura umanoide, apparentemente violenconoscere e non omaggiare i grandi, ma francamenta, proveniente dall'Amazzonia dove era venerata te non ne posso più di vedere sempre le stesse cose come un Dio. La creatura sarà ovviamente oggetto di che cambiano vestito. violenze (reali) da parte degli yankees e (potenziali) dei sovietici, mentre nascerà l’amore con Elisa che Oscar 2018 creerà non pochi problemi ai due. La forma dell’acqua Non voglio dilungarmi troppo su premi che non mi è un abile mosaico di citazioni cinematografiche: hanno mai entusiasmato e l’ennesima annata cinel’ambientazione è ad opera di Jean Pierre Jeunet matografica anonima. Tra i film in gara ho apprezza(Amelie, ma non solo), mentre la creatura è da una to più di tutti Tre manifesti anche se il premio come parte Il mostro della laguna nera, e dall'altra ricorda un miglior attrice alla McDormand, che da vent’anni po’ E.T. o più in generale gli “alieni buoni” dei film di recita sempre lo stesso ruolo, mi pare un po’ esagerafantascienza di questi anni; la storia d’amore è la to. Meglio, per lo stesso film, il premio al non protagoclassica Bella e la bestia mentre la grafica dei personista Sam Rockwell. Non ho visto L’ora più buia ma naggi inventati appartiene ad Avatar. Dire quindi che per Gary Oldman miglior attore non solo mi fido cieall’orizzonte non ci sia nulla di nuovo è addirittura camente, ma lo vedo essenzialmente (un po’ come Di riduttivo, e se aggiungiamo all’abile mix gli stereotipi Caprio lo scorso anno) un premio alla carriera, su Guerra Fredda e discriminazioni varie (colore della pelle e omosessualità), splendida. Chiamami col tuo abbiamo tutti gli ingredienti nome, di cui qui se ne è parlato per un dolce che più melenso e da poco e con scarso entusiabuonista non si può. Ma è prosmo, ha ricevuto solo il premio prio nella forma, nell’estetica, alla migliore sceneggiatura nella regia e nei suoi colori che non originale, scritta da James la storia acquisisce un suo perIvory (e anche qua sento odore chè, riequilibrando parzialdi riconoscimento alla carriemente la bilancia che pende ra), mentre la miglior scenegpericolosamente dalla parte giatura originale è andata a Get della banalità e del già visto. Out di Jordan Peele, un film di Mettiamoci un bel cast e una cui non so ancora nulla se non bella colonna sonora (e anche che uscirà il 18 maggio col titoqui le citazioni si sprecano…) ed lo Scappa: un thriller-horror ecco perfettamente confezionache sembra già un cult movie to la pellicola che ha vinto girato da un regista esordiente quattro Oscar: film, regia, scea basso budget, nettamente il nografia (ampiamente meritafilm che ha catturato maggiorto) e colonna sonora. Per quel mente il mio interesse in questa Guillermo Del Toro che mi riguarda mi sono notte degli Oscar. Tutto il resto, dopo la vittoria agli Oscar annoiato, perchè nel 2018 non spiace dirlo, è noia.

Le ventisei scene della basilica di Sant’Apollinare Nuovo sono un vero e proprio capolavoro. Commissionate da Teoderico, raffigurano episodi della vita di Cristo: le tredici scene a sinistra presentano miracoli e parabole del Signore, quelle a destra la sua passione e risurrezione. Proprio queste ultime rimasero per secoli ignorate a causa delle cattive condizioni di conservazione. Nel secondo volume di Vetera Monimenta, edito nel 1699, Giovanni Ciampini restituisce esclusivamente l’immagine dell’ultima cena, la prima del ciclo cristologico di destra, e ancora nel 1838 Ignazio Sarti lamentava che solo questo pannello era visibile. Si dovrà aspettare Liborio Salandri giunto a Ravenna nel 1844 – città̀ nella quale peraltro morì̀ due anni dopo cadendo da un’impalcatura nella Basilica stessa – per ammirare le scene cristologiche nella loro interezza. Giuseppe Gerola in un suo articolo su La tecnica dei restauri ai mosaici di Ravenna ricostruisce la vicenda di questi lavori e ne offre una curiosa interpretazione: «Il restauro di S. Apollinare Nuovo prende le mosse (…) dalla relazione stesa (…) dal prof. Ignazio Sarti (…). La relazione restò per qualche anno lettera morta (…). Venuto a Ravenna il Salandri e scoppiati nella cittadinanza vivi malumori per l’asportazione dei mosaici di S. Michele [in Africisco], fu tentato di distrarre l’opinione pubblica incaricando l’artefice di una fortunata pulitura che rimise in vista i quadretti della passione». Immagine tratta da Vetera Monimenta

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