Ravenna & Dintorni 465 - 24_11_2011

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24 novembre 2011 n. 465

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IL CASO

Il teatro di Martinelli boicottato in Calabria A PAGINA 3 POLITICA

Nel Pd c’è chi vuole le primarie aperte A PAGINA 11 DARSENA

In archivio la prima fase della partecipazione A PAGINA 14 REPORT PORTO

Crociere: nel 2013 attracchi per tre navi DA PAGINA 15 TEATRO

Gli spettri dell’Elektra aprono la stagione di prosa A PAGINA 18 MUSICA

Al Bronson The Sonics e Richard Buckner A PAGINA 20 RAVENNA 2019

Corsa a capitale cultura Quarta traccia con Tinagli A PAGINA 22

EMERGENZA FREDDO

Quei venti posti al caldo Senzatetto: arrivano le tende e si cercano volontari. Polemiche sui “clandestini” CINEMA

TECNOLOGIA

Se l’ente pubblico si dimentica la posta elettronica

Dopo mesi in cui si sono succedute polemiche e annunci, le tende riscaldate dove ospitare una ventina di senzatetto stanno per essere montate, mentre è in atto la ricerca di volontari che siano disposti a trascorrervi le notti più fredde insieme ai clochard. Si tratta di un progetto sperimentale con ancora molte incertezze dovute anche al mutato panorama dei senzatetto in città e nessuno oggi azzarda ipotesi sulla risposta che potrà avere il servizio. Incertezze che fanno dire, ad alcuni di coloro che a settembre hanno firmato perché le tende non venissero collocate negli spazi della parrocchia del Torrione che forse qualche ragione, a essere preoccupati, ce l’avevano. Intanto però c’è un’altra parte di società civile che si è mobilitata, in senso opposto, intorno a questo tema per sollecitare prese di posizioni politiche dell’Amministrazione, per esempio sulla necessità di garantire riparo dal freddo anche agli irregolari, i cosiddetti “clandestini”, come sta avvenendo a Bologna. Ma c’è un’altra questione che intreccia il progetto tende che può essere posta in senso più ampio: siamo sicuri che sia giusto chiedere ai volontari di farsi completamente (o quasi) carico del buon funzionamento di un progetto coordinato dal Comune? Proteggere le persone – chiunque esse siano – dal rischio di malattia, per non parlare di morte, causate dal freddo è o non è un dovere di un’Amministrazione?

A ogni edizione – e siamo alla nona – è sempre confortante scoprire che le proposte del festival di documentari d’autore Per non morire di televisione! registrano il tutto esaurito. Evidentemente la rassegna curata da Fabrizio Varesco ha colto nel segno, intuendo che di realtà c’è bisogno, che le storie vere, se raccontate bene da registi ormai sempre più specializzati, sono belle. Da venerdì 25 a domenica 27 novembre ci attende dunque una tre giorni intensa al cinema Corso, con documentari da tutto il mondo (nella foto un’immagine di quello d’apertura, “148 Stefano”, sulla morte di Stefano Cucchi), tanti ospiti in sala, eventi speciali e retrospettive. Appunto per non morire di televisione.

Lavorare il legno a mano per farne un armadio è un’arte antica, da imparare in bottega con un maestro. Oggi non c’è più chi voglia impararla e allora i vecchi falegnami si ritrovano senza eredi e le loro botteghe diventano uffici per qualche azienda dove qualcuno starà seduto otto ore davanti a un monitor. Ma non mancano i giovani che si inventano anche un artigianato tutto loro, magari mettendo da parte una laurea per coltivare una passione che diventa lavoro.

ANGELINI ALLE PAGINE 6-7

SERVIZI A PAGINA 4 E195 SERVIZIO A PAGINA

CAVEZZALI ALLE PAGINE 8-9

Marzia ed il suo staff ti aspettano per farti assaggiare i nuovi piatti a base di ottima carne e di pasta fatta in casa. Tutte le sere dalle 19 alle 24.00 e la domenica anche a pranzo. Pranzi aziendali su prenotazione anche in settimana. Serate con musica e cucina a tema

Non moriremo di televisione

Nella società delle reti con l’informatica che tenta di semplificarci ogni situazione della vita può succedere che due enti pubblici, l’Ausl e il Comune non rispondano ai messaggi di posta elettronica che i cittadini inviano per avere informazioni in alcuni casi anche di primaria importanza. E dire che entrambi reclamizzano sui propri siti gli indirizzi di posta elettronica certificata, lo strumento che dovrebbe snellire la burocrazia pur mantenendo la stessa ufficialità della tradizionale raccomandata con avviso di invio e ricevuta di ricezione. ALBERIZIA ALLE PAGINE 4-5

ECONOMIA

Artigiani ai tempi della crisi: c’è chi molla e chi rilancia

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