UNA PRODUZIONE EDITORIALE
Comune di Ravenna
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TALENTI D’EUROPA IN TRENTA FILM a
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EDIZIONE
Concorso, eventi, anteprime e “corti” dal 5 al 12 aprile di Alberto Achilli*
Ogni anno è un piacere presentare, insieme alla Fice, ed in collaborazione con Ravenna Cinema un festival cinematografico che propone tanto buon cinema europeo e anteprime ed eventi speciali. Quest’anno un ringraziamento particolare va a Francesco Rosi, a cui il Festival attribuisce un premio quale “Maestro del Cinema europeo”, per il complesso della sua opera riconosciuta in tutto il mondo per la qualità artistica ed il suo valore politico e sociale. La presente edizione oltre alla sezione dedicata al concorso dei film europei e gli “eventi” presenta, per la prima volta, una piccola selezione dei cortometraggi europei che hanno vinto premi nei loro paesi di appartenenza, verrà inoltre proposta una breve selezione (che proseguirà oltre le date del Festival) di film italiani usciti nel 1964 per confrontare il nostro cinema contemporaneo con quello di cinquanta anni fa. Infine non potevamo dimenticare i 100 anni di Cabiria, film mitico della nostra cinematografia che ha determinato una svolta nella storia del cinema mondiale. *Direttore artistico del Festival
PREMIO ALLA CARRIERA DA SALVATORE GIULIANO A UOMINI CONTRO AL CASO MATTEI FRANCESCO ROSI È “MAESTRO DEL CINEMA EUROPEO” AL MEFF 2014 Rosi è una delle personalità più rappresentative del cinema italiano che ha segnato profondamente la storia del nostro cinema. I suoi film, oltre al successo di pubblico alla loro uscita, hanno alimentato le programmazioni dei cineclub degli anni ’70 e ’80 con film come Salvatore Giuliano, Mani sulla città, Uomini contro, Il caso Mattei e Cadaveri eccellenti e così seguitando offrendo materiale di riflessione, discussione e approfondimento sia agli appassionati di cinema sia a coloro che nel cinema cercavano anche una chiave di lettura appassionata e documentata della società italiana. Aiuto regista di Visconti, per capolavori come La terra trema (1948) e Senso (1954) esordisce con il film La sfida (1948) inaugurando il cosiddetto filone del film inchiesta che in qualche modo aveva anticipato scrivendo il soggetto di un altro famoso film Processo alla città (1952) di Luigi Zampa. Rosi è un regista eclettico che ha esercitato la sua arte in tanti generi: dal docudramma al poliziesco dalla favola (C’era una volta del 1967) ispirato al Pentamerone di G. B. Basile, all’opera lirica, dall’epico al poetico, Rosi tuttavia è ricordato soprattutto con la definizione di “politico” che oggi potrebbe contenere una connotazione sospetta, in realtà volendo rimanere all’interno di uno sguardo parziale definirei il suo cinema “civile”, “impegnato” a dare della società e del Potere una visione il più reale possibile, senza compromessi. Descrivere i fatti e metterli in rapporto fra loro, questo è sempre stato l’intento del cinema di Francesco Rosi. Dal punto di vista formale Rosi è riuscito a coniugare magistralmente una modalità produttiva di tipo neorealista ad un modo di girare “americano”, più volte il produttore Dino De Laurentis si è rammaricato che Rosi non abbia mai ceduto alle offerte hollywoodiane; della sua generazione, Rosi sarebbe stato il regista che meglio di altri avrebbe potuto fare carriera ad Hollywood, ma Rosi ha scelto di rimanere in Europa un mondo culturale più affine alla sua sensibilità di artista impegnato. Il festival omaggia Francesco Rosi con tre film che rappresentano un saggio della grandezza del suo cinema. (al. ac.)
Una scena dal film “Only lovers left alive” di Jim Jarmusch, in visione al MEFF fra gli eventi speciali
EVENTI SPECIALI
Tre registi fuoriclasse Opere recenti di Jarmusch, Winterbottom e Ming-Liang di Francesco Della Torre
“Eventi speciali “nei festival di cinema fa sempre rima (anzi coincide) con registi speciali, autori che non possono che essere posti in un piano diverso rispetto a tutto il cinema emergente o in cerca di grande conferma che caratterizza la rassegna. E Jim Jarmusch, Michael Winterbottom e Tsai Ming-Liang appartengono a pieno diritto alla categoria speciale. Ma visto che soprattutto i più giovani, o i meno legati alla cultura del “nome”, potrebbero non conoscerli, ecco una guida che ci porta alla scoperta dei tre autori. Il più noto Jarmusch è un regista di culto e si guadagna già agli inizi questa nomea per il suo primo lungometraggio del 1984 (dopo esperienze nel corto e nel mediometraggio), Stranger Than Paradise, che ha raccolto premi ovunque, dal Sundance a Locarno, fino alla prestigiosa Camera d'Or a Cannes. Nel 1986 acquista notorietà anche tra i cinefili italiani, visto
che nel suo bellissimo Daunbailò, accanto al suo attore feticcio John Lurie e al grande Tom Waits, troviamo un giovane e irresistibile Roberto Benigni. Il film non è mai stato doppiato per non perderne il senso (si tratta di carcerati che parlano lingue diverse), e da noi non è stato un grande successo. Simpatico il titolo italiano, che è l'esatta pronuncia dell'originale: Down By Law. Un Benigni che il regista ritroverà in Tassisti di notte, uno dei tanti film a episodi del regista, oltre al già citato Stranger Than Paradise e al delizioso Coffe and Cigarettes. Ma l'opera migliore di Jarmusch resta Dead Man, western psichedelico del 1995 con un Johhny Depp in stato di grazia e la colonna sonora di Neil Young. Musica che nel regista (a sua volta anche musicista) gioca sempre un ruolo fondamentale nei suoi film, sia per l'attitudine a far recitare musicisti, sia per le colonne sonore, originali e non, sempre di grande impatto. SEGUE A PAGINA III