ANTEPRIMA Edizione 2017
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in collaborazione con
ARIA DI RIVOLUZIONE DIVINA COMMEDIA
ai «dieci giorni che D sconvolsero il mondo» nella
Con “Inferno” al via il Cantiere Dante delle Albe
Russia del 1917 al «rumore del tempo» che assilla il musicista Shostakovich, il Ravenna Festival 2017 esplora i fermenti sovversivi della creatività e il rapporto fra arte e potere ebbe quel impulso iniziale negli anni seguenti alla rivoluzione. È comunque stato un momento strepitoso di entusiasmo e creatività irrefrenabile. A cento anni da quella rivoluzione cosa rimane oggi di quel fermento culturale e politico? Come scrisse Roman Jakobson “una generazione ha dissipato i suoi poeti”. La rivoluzione era stata anticipata dal futurismo russo e da un’effervescenza delle arti. C’era la forte volontà di mettersi al servizio di un movimento radicale e in quegli anni l’arte divenne di massa. Era la prima volta che grandi artisti si mettevano al servizio della propaganda, un fenomeno che ha preannunciato, nel bene e nel male, l’uso dell’arte di massa a fini commerciali che ci sarebbe stato dopo. In quegli anni c’erano poi grandi artisti come Mejerchol'd nel teatro, Prokof ’ev e Mosolov nella musica, per non parlare poi del cinema. Musicisti e artisti visivi che si misero assieme preannunciando, assieme al futurismo italiano, le avanguardie degli anni ’20.
All’India, con la sua grande spiritualità, sarà dedicata una parte della ventottesima edizione del Ravenna Festival che ospiterà la tre giorni del Darbar Festival, il più importante per la musica classica indiana. La sezione che è stata significativamente battezzata “Passaggio in India”, ricordando l’omonimo romanzo di E. M. Forster, inizia sabato 20 giugno alle 21, nella cornice del Teatro Alighieri, con Material Men, l’ultima intensa creazione della Shobana Jeyasingh Dance, in prima italiana. Coordinati dall’audace coreografa Shobana Jeyasingh, nello spettacolo si confrontano il solista virtuoso Sororaj Subramaniam e il sorprendente danzatore di hip hop Shailesh Bahoran.
A Ravenna sta prendendo forma uno spettacolo a dir poco unico e sui generis, al quale può partecipare chiunque lo desideri, senza limiti di età, lingua o preparazione specifica: si tratta dell’Inferno di Dante Alighieri, prima parte di un più ampio e tripartito progetto commissionato da Ravenna Festival al Teatro delle Albe dal titolo “Divina Commedia: 2017-2021”, che prevede la messa in scena dell’Inferno per l’appunto fra pochi mesi, del Purgatorio nel 2019 e del Paradiso nel 2021. La realizzazione in chiave di sacra rappresentazione medievale del “trasumanar” dantesco potrebbe diventare il lavoro più complesso e articolato mai concepito dalla compagnia fondata da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari; in particolare, per Inferno, in scena con 34 repliche dal 25 maggio al 2 luglio, le Albe hanno coinvolto con una “chiamata pubblica” tutti i cittadini ravennati e non: dal 6 dicembre, data dell’incontro di apertura di quello che è stato denominato il “Cantiere Dante”, ad oggi, ufficialmente sono circa 540 le adesioni a questo grande “laboratorio” teatrale. Chi vuole partecipare potrà iscriversi fino al 10 aprile, scegliendo di inserirsi o in uno degli undici cori in cui è scandito lo spettacolo o in una squadra tecnica.
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L’opera “Vittoria sul sole”
«Gli occhi azzurri della Rivoluzione brillano di crudeltà necessaria» scrisse lo storico e poeta Louis Aragon descrivendo la rivoluzione Russa del 1917. Cento anni sono passati e quell’evento che sconvolse l’Europa e il mondo imponendo per la prima volta il modello comunista come forma di governo, sembra oggi più lontano che mai. Del tema della rivoluzione che segnò una svolta radicale nella storia del Novecento ne abbiamo parlato con Franco Masotti, condirettore artistico del Ravenna Festival che cento anni dopo dedica diversi eventi del cartellone 2017 a questo anniversario. Come mai il Ravenna Festival quest'anno ha incentrato buona parte dei suoi programmi sul senso della rivoluzione? Nel ’14 lo avevamo dedicato allo scoppio della Grande Guerra, l’anno scorso ad una figura storica come quella di Mandela, ed è venuto così naturale pensare nel ’17 ai “dieci giorni che sconvolsero il mondo” come scrisse John Reed. Fu una temperie storica che ha messo in moto tutte le arti e che ci sembrava importante ricordare. Non è ovviamente una celebrazione e sottolineiamo anche la tragica involuzione che
Via Faentina, 275 San Michele Ravenna Tel. 0544.414312
atmosfera e sapori Una tessera gastronomica nella mosaicale creatività di Ravenna
Cucina del territorio rivisitata • Specialità di carne e pesce Preparazione a base di foie gras e tartufi in stagione Formaggi d’alpeggio con mostarde e confetture Pane fatto in casa • Ampia selezione di vini nazionali Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena - chiuso il giovedì Aperto a pranzo anche per colazioni di lavoro, ideale la sera, per cene intime, in una romantica atmosfera
FESTIVAL NEL FESTIVAL
Passaggio in India fra musica e danza