Ravenna & Dintorni 448 - 07 07 2011

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CRONACA& ATTUALITÀ

RAVENNA& DINTORNI | giovedì 7 luglio 2011

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FUTURO

Il dj: «Il modello della disco è sorpassato. Ora c’è altro» A destra il dj Max De Giovanni. A sinistra una foto del 1991 con i lavori per la realizzazio ne del Santa Fè a Marina di Ravenna. Il locale oggi ospita il Matilda Il primo da destra è Alessandro Zangaglia, ancora oggi uno dei soci

di Bagnacavallo. “La Paolina” iniziò nel 1947 poi lasciò negli anni sessanta e arrivarono Dante e Carlo Rivola, padre e figlio imolesi. «Quando io ho iniziato ad andare in discoteca per divertimento – ricorda Zangaglia – Rivola era un mito». Oggi forse è “Zanga” il mito di qualcuno? «Non posso dirlo io. Però vedo che troppa gente pensa che questo sia un mestiere facile. Vedono la musica, le serate, il divertimento e le belle ragazze che girano in questi locali e nessuno pensa che è un lavoro serio, da imprenditori». Un lavoro che a un certo punto stanca: «Ho 44 anni, una compagna da 15 e una figlia da 5. Non ho più voglia di fare l’alba ogni giorno. E così mi sto dedicando alla gestione della spiaggia. La notte la lascio ai miei soci più giovani. E se trovassi da vendere...». Non è facile restare a galla nella notte. Lo riconosce anche Andrea “Fox” Guidi, 45enne che non ha dubbi: «Le cose più belle di Marina, locali e serate, le ho fatte io. Non è un mestiere facile, bisogna saperci fare, capire cosa funziona e cosa non funziona, cosa fa tendenza e cosa non lo fa. Non è mica un caso se certi locali sono spariti». Tra quelle che considera sue creazioni, “Fox” ha molto a cuore l’Hemingway, locale che non esiste più da alcuni anni, sorgeva poco distante da dove ora si trova il supermercato Coop a Marinara. «Era un locale unico che attirava gente da fuori città», complice anche la presenza tra i soci di giocatori di basket della Fortitudo Bologna. Nel 2001 Guidi si defila dall’Hemingway e si sposta di qualche centinaio di metri: a Marina così arriva il Matilda, nuova era de I Vitelloni, a sua volta nati dopo la fine del dancing Grotta Verde. Dancing, perché la parola inglese faceva un gran stile. Oggi i locali che hanno fattezze da discoteche sono rimasti tre tra Punta e Marina: MatildaSanta Fè, Bbk, Marinabay con gli ultimi che di fatto sono bagni in spiaggia. A guardare indietro c’era l’imbarazzo della scelta ad esempio con l’Open, l’Eva 2000, il Babylon e il Banana Republic a Lido Adriano. «Tre discoteche a Marina di Ravenna sono il numero giusto. Una di più non potrebbe starci perché non c’è più la clientela per lavorare», taglia corto Zangaglia. Che va al sodo: «Una discoteca è un’impresa che vende divertimento. Deve trovare un cliente disposto a pagare per comprare una serata di divertimento. E in tempi di crisi sono i primi tagli che si fanno». E poi nel frattempo sono scomparsi i cartelli “Vietato ballare” dai bagni: «Fino a mezzanotte il sabato sera si può ballare sulla spiaggia. Chi ha passato un paio di ore nella musica alta in un bagno poi non va altre due ore in discoteca». Chissà che la prossima ordinanza non cambi le cose.

DESTINO COMUNE

Alberghi e case dove si danzava La vittoria del cemento Molti dei locali dove un tempo si danzava sulla riviera ravennate hanno fatto la stessa fine: abbandonati poi rasi al suolo per fare spazio all’espansione edilizia. Cemento e mattoni dove una volta c’erano piste da ballo. A Marina di Ravenna sono due gli esempi. All’angolo tra viale delle Nazioni e via 4 novembre: una volta c’era lo Xe-

nos (foto in alto), in futuro ci sarà un albergo di lusso (apertura prevista primavera 2013). All’angolo tra viale delle Nazioni e via Volturno: una volta c’era il Matilda (foto in basso), in futuro ci saranno case e negozi. Lo stesso destino per l’ex Babylon di Lido Adriano dove ora c’è un residence. L’Hemingway invece ancora resiste ma il cemento di Marinara lo sta circondando un passo alla volta.

Chi ha ballato a Marina di Ravenna negli ultimi vent’anni più di una volta lo ha fatto muovendosi sulla sua musica: Max De Giovanni dall’inizio degli anni novanta è uno dei deejay più noti sulla costa. «Ho suonato un po’ in tutti i locali – racconta il 46enne di Lugo che in estate emigra nella sua casa a Marina –. Me li ricordo tutti con piacere». Da uno che nelle discoteche ha lavorato e lavora tuttora arriva la riflessione che non ti aspetti: «Sono sempre più convinto che il prodotto discoteca inteso nel modo classico come lo abbiamo immaginato finora non abbia più futuro». Il dj suona il requiem? No, è solo questione di reinventarsi: «Ho più fiducia nei locali “one night”, serate organizzate in spazi che non sono solo usati per quegli scopi. Feste che si fanno in una determinata serata e poi torneranno altrove in altri momenti». Il nome di Max in particolare è legato al Santa Fè: dalla nascita del locale in viale delle Nazioni nel 1991 per sedici anni De Giovanni è stato il dj stabile, “resident” come dicono gli addetti ai lavori. «La discoteca inventata da Alessandro Zangaglia e Cri-

stiano Ricciardella è stata casa mia per tanti anni ma ho suonato allo Xenos, all’Hemingway, ai Vitelloni e in diversi bagni della spiaggia tra cui ora il Marinabay». Mani sulle piastre e cuffia in testa, da dietro la consolle Max ha osservato la Marina che è cambiata ballando: «Mi sento di dire che è proprio cambiato il modo di divertirsi. Oggi il discorso musicale è quasi ininfluente, un contorno di cui pochi si preoccupano. Una volta era uno dei motivi principali che portavano la gente nei locali». Un attimo prima di scadere nella nostalgia da libro Cuore, De Giovanni si ferma con un sorriso: «Non vorrei diventare troppo nostalgico ma a me sembra che una volta ci fosse una dimensione più umana nel divertimento». Max ha fatto ballare la gente anche oltre la provincia di Ravenna, un’occasione per confrontare modelli diversi: «C’è stato un momento in cui Marina richiamava gente da tutta la riviera romagnola. Eravamo all’apice e molti si sono seduti a godersi il momento. Invece dalle altre parti gli amministratori hanno lavorato per recuperare terreno e ora Marina sta perdendo numeri». (aand.a.)

Via della Lirica, 35 Tel. 0544 401804

www.wallstreetravenna.it


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