Viaggio nell'Arte - Volume B

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Arte ???????? e civiltà

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9 L’arte nell’Età ellenistica

La diffusione dei modelli greci Fra il III e il I secolo a.C. l’arte greca si andò diffondendo soprattutto grazie alle conquiste di Alessandro Magno (356-323 a.C.), il re macedone che, dopo avere conquistato la Grecia, ingrandì il proprio impero sino ai confini con l’India. Amante della cultura greca, Alessandro ne favorì la conoscenza nei territori del Mediterraneo orientale e in quelli asiatici da lui sottomessi. L’arte di questo periodo è chiamata «ellenistica», proprio a testimoniarne la derivazione diretta dalla Grecia, che in lingua greca si dice Elládes.

Espressione e movimento Rispetto ai modelli dell’Età classica, l’arte ellenistica mostra alcune differenze importanti. Anzitutto rivela una maggiore attenzione nel trasmettere le emozioni e i sentimenti. Alla perfezione dei corpi, dunque, si accompagna uno studio più approfondito dei gesti e delle espressioni dei volti, così da rendere in modo efficace le passioni, il dolore, il desiderio... Un’altra caratteristica tipica dell’arte ellenistica è il grande dinamismo che le figure riescono a esprimere, senza abbandonare l’armonia, l’esattezza delle proporzioni e l’eleganza tipiche delle statue greche. Galata morente, I sec. a.C., copia in marmo da originale in

bronzo del 230-220 a.C., 93 × 185 cm. Roma, Musei Capitolini. Nella statua del Galata morente l’uomo appare sfinito, piegato dallo sforzo della battaglia e dalla ferita mortale infertagli nella parte destra del costato. Il braccio destro sembra non reggere più il peso del corpo, mentre quello sinistro è appoggiato privo di forza sulla gamba. Il corpo è ritratto con impressionante cura dei dettagli anatomici (i muscoli, le vene...). Il volto e l’intera figura, a differenza dei modelli greci, esprimono la sofferenza per la sconfitta subita.

Nike (proveniente da Samotracia), 190 a.C., marmo, h 295 cm. Parigi, Musée du Louvre. Nella Nike di Samotracia è particolarmente evidente la resa del movimento. L’opera ritrae la dea alata della Vittoria (Nike), nel momento in cui si posa sulla prua di una nave per annunciare ai soldati la vittoria imminente. Lo scultore ha fissato proprio l’istante nel quale il piede destro si appoggia, mentre la gamba sinistra è ancora sollevata. Si capisce che il volo della dea non si è ancora del tutto concluso, infatti le vesti leggere, definite con eccezionale abilità, sono mosse dall’aria e, spinte all’indietro, aderiscono alla figura, lasciandone intravedere le forme, ritratte con grande accuratezza. Le ali dispiegate contribuiscono ad accentuare il dinamismo del corpo che, un poco sbilanciato in avanti, sta ritrovando l’equilibrio.

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