Scultura
U12
3 Le nuove frontiere della
scultura contemporanea
Le sculture in movimento di Alexander Calder Un approccio del tutto originale alla scultura fu quello dello statunitense Alexander Calder (1898-1976), inventore della cosiddetta «arte cinetica». Calder approdò a questo tipo di scultura partendo da giocattoli mobili che egli iniziò a costruire per guadagnarsi da vivere durante il suo soggiorno parigino, nel 1926. A Parigi frequentò diversi esponenti delle Avanguardie, tra i quali Duchamp e Mondrian. Dopo l’incontro con Mondrian, Calder decise di dedicarsi all’arte astratta, proprio attraverso le sculture cinetiche. Si tratta di opere realizzate con lamine di metallo colorato di forme diverse, attaccate a fili d’acciaio e fluttuanti nell’aria, che Duchamp per primo chiamò «mobiles». L’abilità dell’artista sta nel costruire una struttura che, pur modificando la propria configurazione formale a ogni minimo refolo d’aria, mantenga intatti l’armonia e l’equilibrio.
Alexander Calder, Quattro direzioni, 1956, alluminio verniciato e filo di ferro, 104,1 × 203,2 × 213,4 cm. New York, Metropolitan Museum of Art.
L’illusione della realtà: l’Iperrealismo Rispetto agli artisti orientati all’Astrattismo, la scultura del Novecento conobbe anche correnti che, all’opposto, realizzarono opere improntate a un estremo realismo: super o iper-reali. L’Iperrealismo nacque negli Stati Uniti verso la fine degli anni Settanta come estremizzazione della Pop Art (p. 438) e con l’intenzione di rappresentare la realtà esattamente come appare, nel modo più fedele possibile e senza interpretazione. Particolarmente impressionanti sono le sculture iperrealiste che raffigurano esseri umani colti nella loro quotidianità: persone comuni ritratte in contesti e occupazioni del tutto ordinari. Le statue, ricavate da calchi di persone reali (quindi a grandezza naturale), sono realizzate in resine e materiali sintetici, con l’applicazione di capelli veri e abbigliate con indumenti che si possono acquistare in qualsiasi supermercato. L’Iperrealismo, tuttavia, non offre una rappresentazione della realtà, ma l’illusione della realtà, o meglio, l’illusione di qualcosa di vero e reale, che però tale non è, perché anche le statue più perfette non sono esseri umani reali. Di questo erano ben consapevoli gli esponenti che aderirono a questo movimento, tra i quali i più importanti furono Duane Hanson (1925-1996) e John de Andrea (1941).
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Duane Hanson, Donna che mangia, 1971, resina poliestere, fibra di vetro, policromo in pittura a olio, abiti, tavolo, sedie e accessori, grandezza naturale. Washington D.C., Smithsonian American Art Museum.