Tempo al Tempo
INDICE
Introduzione
1. Che cos’è il SUONO p. 4
2. Differenza tra SUONO e RUMORE p. 5
SCHEDA OPERATIVA p. 6
3. Che cos’è la MUSICA p. 7
4. Il SILENZIO nella musica… p. 8
5. Che cos’è l’INTENSITÀ (piano e forte) p. 9
6. Che cos’è il TEMPO (la velocità) p. 10
7. Che cos’è la Body Percussion p. 12
8. Perché usare la Body Percussion
nella Scuola Primaria p. 13
9. Il movimento nella Body Percussion p. 14
Classe
10. Prima di cominciare... concedeteci un po’ del vostro tempo p. 16
10.1 Esercitiamoci in classe p. 18
11. Iniziamo! p. 19
11.1 Premessa p. 19
11.2 Come introdurre la prima lezione p. 19
11.3 Attività per le lezioni successive p. 21
SCHEDA OPERATIVA p. 22
SCHEDA OPERATIVA p. 23
11.4 Eseguire i gesti sonori p. 25
11.5 Ma... come si battono le mani? p. 29
11.6 Come esercitarsi sui gesti sonori della grancassa e del rullante p. 29
11.7 La Filastrocca di benvenuto p. 34
11.8 Suoniamo come ci sentiamo p. 36
11.9 Giochiamo con i nomi... e attenzione al silenzio p. 37
11.10 Attività per insegnare le vocali p. 38
11.11 Giochiamo con i numeri p. 40
11.12 PU, PE, PI, PO, PA...
consonante vieni qua! p. 43
Classe
12. Facciamo a pezzi la batteria! p. 46
SCHEDA OPERATIVA p. 47
12.1 Costruiamo i cartelli p. 47
SCHEDA OPERATIVA p. 48
SCHEDA OPERATIVA p. 49
SCHEDA OPERATIVA p. 50
SCHEDA OPERATIVA p. 51
12.2 Alcune attività da fare con i cartelli p. 52
13. Adesso... mescoliamo un po’ le carte p. 54
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION p. 55
14. Lo Spartito Facile p. 56
14.1 Lo Spartito Facile e il tempo p. 58
14.2 Alcune attività con lo SFB p. 59
14.3 ... Ma il silenzio come lo suoniamo? p. 60
14.4 Suoniamo anche il silenzio p. 61
15. Lo SFB e la letto-scrittura p. 62
15.1 Primi passi p. 63
15.2 Diamoci da fare p. 64
15.3 Giochiamo con la divisione in sillabe p. 65
15.4 Come comportarci con le parole di 3 sillabe p. 66
15.5 Come comportarci con parole di 5 o più sillabe p. 68
15.6 Alcune attività sulla divisione in sillabe p. 70
15.7 La saggezza dei proverbi p. 72
Classe
16. Spartito Facile, poesie e filastrocche p. 80
16.1 - Cominciamo per gradi p. 80
SCHEDA OPERATIVA p. 86
16.2 Rendiamo le cose più interessanti p. 87
SCHEDA OPERATIVA p. 93
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION p. 95
SCHEDA OPERATIVA p. 101
16.3 Coinvolgiamo la classe in maniera attiva p.102
Nota dell’autore
«Ciao bambini! Il mio nome è Renzo, sono un musicista e – lo so che è una parola un po’ strana – un musicoterapeuta... Sapete che con il nostro corpo possiamo riprodurre i suoni di una batteria?» Questa, qualche anno fa, è stata la frase con la quale per la prima volta ho proposto ad una classe della Scuola Primaria un’attività basata sulla Body Percussion. La risposta è stata entusiastica. Subito.
Il divertimento di bambine e bambini, la loro propositività e apertura all’ascolto, la loro eccitazione e curiosità di fronte ad una offerta didattica inusuale mi ha fatto immediatamente intuire che la Body Percussion poteva essere (e di fatto è) una perfetta attività interdisciplinare. Riesce ad attraversare diversi ambiti rendendoli più interessanti, originali e accattivanti: quello relativo alla consapevolezza corporea e al corretto movimento, quello della simbolizzazione, quello linguistico e – ovviamente – quello musicale. Inoltre, se presentata in maniera non prestazionale, la Body Percussion è una proposta del tutto inclusiva e in grado di educare alla cooperazione: l’attività riesce se tutti i bambini fanno la loro parte, non se qualcuno primeggia su qualcun altro. In questo senso è un vettore educativo dall’indiscussa vocazione sociale.
Sulla base di queste evidenze, gradualmente, ho iniziato un’attività di modellazione della proposta didattico/educativa lavorando a stretto contatto con insegnanti, psicologi e psicomotricisti per stabilire, con la maggior accuratezza possibile, quali fossero le tappe psicomotorie che i bambini e le bambine attraversano lungo tutto il ciclo della Primaria. Il mio lavoro di questi anni, grazie alla proficua collaborazione con Cinzia Bambini, consulente e autrice di testi Raffaello per la Scuola Primaria, prende ora forma scritta nei due volumi che compongono questa Guida.
Tempo al Tempo Buona lettura1. Che cos’è il SUONO
Se volessimo definire cosa sia un suono potremmo dire che “il suono è la sensazione creata dalla vibrazione di un corpo in oscillazione”.
Tale vibrazione (o onda sonora), propagandosi nell’aria, raggiunge il nostro orecchio e ne fa oscillare la membrana timpanica, questa, a sua volta, mette in moto una sorta di apparato meccanico creato da minuscoli ossicini collegati al nostro timpano, i quali trasportano e amplificano questa vibrazione cinetica. Il percorso prosegue con l’arrivo di questa vibrazione in quello che viene definito orecchio interno, qui, attraverso un meccanismo assai articolato, l’energia cinetica trasmessa in origine dalla membrana timpanica viene trasformata in energia elettro-chimica. A questo punto il suono non è più trasportato da un segnale meccanico, bensì da un segnale elettro-chimico. In questo modo può viaggiare liberamente attraverso il nostro cervello e raggiungere determinate aree deputate alla decodificazione di questi segnali.
Questa decodificazione non è altro che la percezione di un suono.
Nella produzione e percezione di un suono il termine vibrazione è la chiave di volta.
La vibrazione non viene percepita soltanto dal nostro apparato uditivo, ma anche dal nostro corpo, pensiamo per esempio a un camion che sta passando nella strada vicino al nostro ufficio: sentiremo la vibrazione del manto stradale che si propaga al pavimento sul quale poggiamo i piedi e, in sintesi, sentiremo il camion.
La percezione di un suono come conseguenza di una vibrazione è ancora più intensa quando siamo noi stessi non solo ad essere produttori di questa vibrazione, ma anche ad esserne la cassa di risonanza, lo strumento che l’amplifica.
Questo è quello che fa la body percussion: ci fa essere contemporaneamente musicisti e strumento.
In virtù di quanto appena detto la body percussion è una strategia adatta anche a bambini e ragazzi ipoacusici, perché riescono a sentire sempre e comunque il suono che producono, in quanto lo strumento che utilizzano è il loro stesso corpo, la cassa di risonanza è il loro torace.
Tornando al discorso iniziale, cioè che cosa si intenda per suono, possiamo aggiungere che definirlo non basta, in quanto i suoni possono essere descritti in moltissime maniere: gradevoli, sgradevoli, familiari, fastidiosi, naturali, artificiali e così via. Questo dipende non solo dalla natura del suono che ascoltiamo, ma anche dall’importanza che questo suono ha avuto nel corso della nostra vita. Dipende dall’etichetta emotiva con la quale ognuno di noi lo ha catalogato: ecco perché alcuni suoni risultano gradevoli e altri sgradevoli.
2. Differenza tra SUONO e RUMORE
Per l’acustica (la scienza che studia il suono), la distinzione tra suono e rumore sta nel tipo di vibrazioni che danno vita all’uno o all’altro: se queste sono regolari produrranno un suono, se sono irregolari produrranno un rumore.
Onda sonora che genera un SUONO
Onda sonora che genera un RUMORE
Ma, al di là della definizione scientifica, un modo empirico per distinguere il suono dal rumore è legato all’effetto che entrambi producono al nostro orecchio. Comunemente il suono è gradevole, mentre il rumore è sgradevole.
Un altro modo per capire se quello che stiamo ascoltando sia un suono oppure un rumore è chiedersi «Ma è intonabile?». Infatti il suono è intonabile (cioè si può riprodurre con la nostra voce, si può cantare) mentre il rumore non lo è
Tuttavia, in campo prettamente compositivo, la distinzione tra suono e rumore fissata dall’acustica è, per certi versi, ormai superata. Un rumore, infatti, quando consapevolmente inserito in un progetto che lo renda significativo, può diventare un suono e perdere quell’accezione di sgradevolezza che lo contraddistingue: è quanto accade assai spesso nelle composizioni di molti musicisti contemporanei.
SEGNA CON UNA X DENTRO AL CERCHIO QUELLO CHE PER TE È UN SUONO GRADEVOLE E POI SPIEGA IL PERCHÉ.
3. Che cos’è la MUSICA
Dal 1967 in poi il Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli definisce la musica in questo modo: la musica è l’“arte di combinare più suoni in base a regole definite, diverse a seconda dei luoghi e delle epoche”.
Definizione certamente esauriente, ma abbastanza asettica.
La musica è molto di più, o, perlomeno, molto altro.
Se infatti chiedessimo a dieci musicisti o dieci non musicisti che cosa sia la musica, avremmo dieci risposte diverse. Perché la musica è sì una combinazione non casuale di suoni, ma è soprattutto un’espressione dell’animo umano e, come tale, capace di produrre emozioni in chi la ascolta e veicolare le proprie in chi la produce.
Perciò una stessa musica non è affatto detto che provochi in tutti lo stesso effetto.
Ciononostante la musica ha anche un indubbio valore sociale: ci unisce, ci eleva, ci fa ballare. In qualsiasi popolazione e in qualsiasi epoca ogni cerimonia è sempre stata accompagnata dalla musica, sia essa creata da un ritmo di tamburi o da un complesso organo a canne, la musica ha sempre sottolineato ogni celebrazione, ogni rito di passaggio.
Darne una definizione, quindi, non è affatto facile. È certamente più semplice dire cosa sia la musica per ognuno di noi.
Personalmente posso senza dubbio affermare che la musica è un linguaggio universale: tutti noi ascoltiamo canzoni delle quali non comprendiamo il testo, ma questa non è affatto una limitazione, perché è la musica che ci interessa, l’incastro ordinato e consapevole di suoni (in questo caso di note) che possiamo ascoltare anche senza un’educazione musicale. La musica è una forma d’arte e, come tutte le arti, può (e deve) essere fruita anche senza essere spiegata. E come tutte le arti produce emozioni, non ci lascia come ci trova, ci fa sentire e non solo ascoltare, ci rattrista o ci rallegra. Ha un grande potere perché riesce ad agire sulle nostre sensazioni, sulle nostre emozioni: può farci piangere e poi sorridere, rilassare o innervosire, renderci felici quando siamo tristi e viceversa.
A questo punto capirete che dire in maniera incontrovertibile che cosa sia la musica è, non solo difficile, ma anche abbastanza inutile, perché per quante righe si possano scrivere, la musica rimarrà sempre qualcosa di impalpabile, di non scientificamente definibile. Questo perché non ha una vera funzione utilitaristica se non per la nostra emotività: non costruisce niente di concreto, non crea strade, ponti, palazzi. Potremmo azzardarci a dire che la musica non ha valore, ma niente di più sbagliato. Il valore della musica non può essere misurato, questo sì, ma la sua funzione è quella di rendere migliori la nostra vita e la nostra quotidianità.
Un balsamo di benessere insostituibile. Ecco che cos’è la musica.
4. Il SILENZIO nella musica...
Il dizionario della Treccani definisce il silenzio come “assenza di rumori, di suoni, voci (...)”. Parlare di silenzio quando si tratta di musica può sembrare una contraddizione in termini: «Ma come?» potreste chiedervi «Che cosa c’entra il silenzio con la musica? La musica è suono... è il contrario del silenzio!»
Ma andiamo con ordine, partiamo dalla definizione della Treccani. La domanda da porsi è «ma esiste il silenzio assoluto? La completa assenza di rumori, suoni, voci?». La risposta, capirete, è assai semplice: il silenzio assoluto non esiste In condizioni naturali, in qualunque luogo ci trovassimo, anche il più distante dai qualunque centro abitato, non vivremmo mai la completa assenza di rumore. Intorno a noi, sebbene impercettibili, ci sarebbero sempre dei rumori (o suoni): il frusciare delle foglie in un bosco, il soffio del vento, il cinguettio di un uccello. Oppure, anche se stessimo chiusi in casa godendoci il nostro meritato momento di relax e silenzio, facendo bene attenzione potremmo udire diversi suoni: il rumore attutito delle auto che passano in strada, il ticchettio dell’orologio, un cane che abbaia in lontananza, i passi sulle scale del condominio.
Mentre, ritornando alla questione per noi più stringente, e cioè che cosa c’entri il silenzio con la musica, possiamo senza ombra di dubbio affermare che il silenzio è necessario affinché la musica esista, così come il buio è una condizione senza la quale non si può parlare di luce.
La musica va a riempire il silenzio che, grazie a lei, da quel momento in poi non esiste più. La musica ed il silenzio si possono considerare come due facce della stessa medaglia, tanto che nella teoria musicale (lo vedremo più avanti nel corso di questa Guida) il sistema di simboli che rappresentano le durate dei suoni prevede anche una serie di altrettanti simboli corrispondenti per rappresentare le durate dei silenzi (o pause).
La musica si nutre di silenzi, di pause. Pensiamo ad un assolo di chitarra di Jimi Hendrix o di tromba di Miles Davis: questo assolo non sarà mai un susseguirsi incessante di note, ma ci saranno delle pause (dei silenzi appunto) in modo che l’ascoltatore possa interiorizzare meglio quanto appena sentito o che, nell’orecchio di chi ascolta, si possa creare una tensione che dà sollievo soltanto quando l’assolo riprende, quando la musica ritorna a rassicurarci secondo quanto il nostro orecchio e la nostra mente desidera, si aspetta.
Ecco che cos’è il silenzio: è la condizione senza la quale non potrebbe esistere la musica e grazie alla quale la musica riesce a veicolare messaggi ed emozioni con differenti sfumature e diversi gradi di pathos .
5. Che cos’è l’INTENSITÀ (piano e forte)
Nella percezione comune, l’intensità di un suono è una caratteristica molto concreta, se diciamo “non parlare così piano” o “questo rumore è molto forte”, abbiamo immediatamente la rappresentazione di cosa si intenda per intensità e di quali siano i termini più comunemente usati per definirla: piano e forte
L’intensità di un suono è una caratteristica che ha a che fare con la sua forza, la sua potenza o, nel linguaggio più comune, con il suo volume.
Viene misurata in decibel (dB). Con strumenti opportuni tale unità ci permette di quantificarla oggettivamente, di assegnarle un valore numerico.
Prendendo in prestito alcuni valori di riferimento dall’acustica possiamo dire che a differenti valori di dB (anche detta pressione sonora) avremo differenti percezioni di intensità.
Il grafico sottostante ci spiega chiaramente qual è la soglia del volume che un suono deve avere per essere udibile e quali sono invece altre soglie target relative alla sua intensità e, soprattutto, quali danni può provocare l’esposizione prolungata ad un suono con differenti livelli di volume.
nessun problema possibile disturbo del sonno
danni psichici, neurovegetativi, uditivi 0soglia dell’udibile 10 locale ben isolato 15 brusìo in un bosco 20ticchettìo orologio 25bisbiglio35-40 biblioteca 50 conversazione 55aspirapolvere 60 attività in ufficio 70 transito auto 90 camion 100 macchinari industriali 130martello pneumatico 140motorejet 110 discoteca120 clacson 80 traffico nelleoredi punta in una vità di città
In ambito musicale il termine intensità è, invece, strettamente collegato al termine dinamica, infatti, quest’ultima, in un contesto musicale, può essere definito come la gestione dell’intensità sonora in una composizione
Una sorta di alternarsi di piano e forti per dare personalità al brano, per trasmettere sensazioni.
Ecco che nel momento in cui un compositore volesse trasmettere una sensazione di gioia, presumibilmente userebbe degli strumenti che hanno una forte intensità sonora, mentre, se volesse trasmettere una sensazione di quiete e di serenità altrettanto presumibilmente userebbe strumenti che suonerebbero con un basso volume.
In definitiva possiamo affermare che l’intensità in musica è al servizio della comunicazione di determinate sensazioni.
del
6. Che cos’è il TEMPO (la velocità)
Il tempo di una composizione musicale indica il suo andamento o velocità. Possiamo immaginarlo come una serie di pulsazioni (bip, bip, bip, bip...) tutte alla stessa distanza le une dalle altre.
In questa accezione il tempo, inteso come velocità di esecuzione, è indicato con dei termini precisi. Tali termini, dal più lento al più veloce sono questi:
per un tempo molto lento: adagio; grave; largo; lento;
per un tempo moderato: andante; andantino; moderato;
per un tempo veloce: allegretto; allegro; vivo; vivace; presto; prestissimo.
Tuttavia, da quando si è diffuso l’uso del metronomo, spesso alle indicazioni di andamento (cioè velocità) vengono affiancati i relativi battiti per minuto (bpm). Ad esempio un andamento grave corrisponde ad un intervallo che va dai 15 ai 40 bpm, un andamento largo va dai 40 ai 60 bpm e così via.
Ma in musica non c’è nulla di assoluto, tutto dipende dalle scelte dell’esecutore.
Perciò non dovremmo sorprenderci se in una ipotetica domenica pomeriggio di zapping, cambiando canale, ci imbattessimo in una chitarrista o un chitarrista che sta suonando Blue Suede Shoes di Elvis Presley con una velocità molto più lenta di quella dell’originale, così come potremmo sentire un pianista suonare ad una velocità impensabile la Sonata al Chiaro di Luna di Beethoven.
Se un musicista decide di trasgredire alle indicazioni date dal compositore in un determinato brano, deve essere consapevole che sta creando una propria interpretazione.
ATTENZIONE A NON CONFONDERCI!
Nella notazione musicale standard (quando, cioè, si scrive o si legge uno spartito), parlare di tempo significa fare riferimento alla frazione scritta sopra al pentagramma. Vedi l’immagine sotto.
In questo caso il concetto di tempo va considerato in un’altra maniera (lo spiegheremo nel secondo volume di questa Guida).
NOTA BENE
Ma Torniamo al tempo inteso come velocità: ATTENZIONE A NON CONFONDERE PIANO con LENTO e VELOCE con FORTE FORTE!
Come appena detto, i termini piano e forte sono usati in riferimento all’intensità di un suono, al volume, alla pressione sonora. Spesso però, anche in un contesto non musicale, questi stessi termini vengono utilizzati per indicare qualcosa che non attiene all’intensità, bensì alla velocità.
Quante volte molti di noi avranno detto frasi del tipo «Non correre, vai piano!», oppure «Guarda quella macchina come va forte». In queste affermazioni c’è insita una errata abitudine linguistica, in quanto nel primo esempio il termine da utilizzare sarebbe lento (anziché piano), mentre nel secondo esempio la parola corretta dovrebbe essere veloce (al posto di forte).
Perciò per chiarire questo concetto basilare e importantissimo, ecco una piccola tabella riassuntiva.
VOLUME VELOCITÀ
piano lento
forte veloce
7. Che cos’è la Body Percussion
La Body Percussion (o percussione corporea) è una tecnica che consiste nell’utilizzare il proprio corpo come uno strumento a percussione: fare Body Percussion significa, in pratica, suonare usando solo il proprio corpo.
Il modo di suonare prevede di percuotere con movimenti specifici, detti gesti sonori, determinate parti del nostro corpo (gambe, mani, petto, dita, ecc.) con la finalità di produrre una vibrazione e di conseguenza un suono.
I gesti sonori, in base al variare di caratteristiche come l’intensità, la velocità e il tempo (caratteristiche sonore che abbiamo trattato nelle pagine precedenti), riescono non solo a produrre suoni differenti, ma anche ad esprimere emozioni differenti: pensiamo, ad esempio, a tutti quei gesti non controllati, come il battersi la mano sulla fronte quando ci siamo dimenticati qualcosa, l’applauso dopo aver goduto di uno spettacolo, lo schioccare le dita quando ci è venuta una idea ecc. Bene, in ognuno di questi esempi abbiamo espresso una emozione percuotendo il nostro corpo.
La tecnica della Body Percussion, inoltre, richiede di concentrarsi soprattutto sui movimenti preparatori all’esecuzione del gesto sonoro piuttosto che sulla forza che si esercita sulla parte del corpo che si percuote, ecco perché agisce allo stesso tempo sia in ambito motorio che in ambito musicale.
8. Perché usare la Body Percussion nella Scuola Primaria
I vantaggi del suo utilizzo in una prospettiva didattica, terapeutica o semplicemente mirata al raggiungimento del benessere sono molteplici: aiuta la concentrazione;
migliora l’attenzione e la memoria;
educa ad un corretto movimento e ad una corretta postura;
facilita i processi di sviluppo della propriocezione e della lateralizzazione;
promuove l’acquisizione di abilità linguistiche specialmente durante l’apprendimento della letto-scrittura;
promuove i processi di associazione gesto/ simbolo e, quindi, i processi di astrazione e simbolizzazione;
poiché è una attività gruppale, educa alla cooperazione e alla socializzazione in un contesto non competitivo né prestazionale
Grazie a questa sospensione di giudizio, la body percussion è in grado di aiutare molti bambini che hanno difficoltà a relazionarsi col proprio corpo, facendo loro sperimentare la propria fisicità in maniera più positiva e creativa;
è una attività inclusiva e, in quanto non prestazionale, può (e deve) partecipare tutto il gruppo-classe: ognuno in base alla propria indole e capacità, anche i bambini con eventuali difficoltà cognitive o disturbi di altro genere.
L’essere praticata dall’intero gruppo-classe rende la body percussion un ottimo strumento di integrazione, capace di educare alla diversità e di promuovere l’unicità della persona: il gesto sonoro, infatti, non è solo movimento e suono, ma anche un insieme elaborato di emozioni e sensazioni, caratteristiche che hanno tutti i bambini/e, ma ognuno/a in maniera unica e particolare. Il gesto sonoro di ogni bambino/a sarà perciò unico e particolare come lui/lei.
È una attività che prevede il movimento, perciò permette ai bambini/e di dar sfogo all’energia propria della loro età: essi/esse vivono l’ora diBody Percussion come un momento ludico. Tutto questo instaura nel gruppoclasse un clima giocoso e gioioso... I BAMBINI/E SI DIVERTONO!!!
9. Il movimento nella Body Percussion
La Body Percussion non è una attività statica, ma, in gradi e modalità differenti, coinvolge il movimento di differenti distretti corporei, quindi è bene chiarire quale sia il modo corretto di muoversi Ecco alcuni box esplicativi.
CORRETTO MOVIMENTO
La POSTURA CORRETTA è tanto importante quanto il gesto sonoro.
L’insegnante deve iniziare fin da subito a richiedere alla classe una postura corretta, sia per educarlo a un giusto movimento sia per creare corretti schemi motori utili non solo all’esecuzione dei gesti sonori, ma a qualsiasi attività il bambino e il futuro giovane andrà ad affrontare nel corso della propria vita.
Qual è, quindi, la postura corretta per poter eseguire al meglio i gesti sonori?
- gambe leggermente divaricate
- capo in linea con il tronco1
- spalle scariche e non incassate al collo1
- testa diritta e sguardo in avanti (i bambini dovrebbero immaginarsi le orecchie che tendono ad allontanarsi dalle spalle come se il capo fosse eretto da un filo invisibile)1
- busto eretto e braccia lungo il corpo
- rilassati ma pronti al movimento
CORRETTO MOVIMENTO
Un CORRETTO MODO DI CAMMINARE inizia da un passo corretto: coinvolge il tallone, la pianta e la punta del piede.
L’appoggio del piede si divide in 3 movimenti: parte dal tallone, prosegue con la pianta del piede e finisce con la punta. Inoltre braccia e gambe si muovono in maniera alternata: quando si porta avanti la gamba sinistra si porta avanti il braccio destro e viceversa.
Classe
1
Scopriamo la musica con la BODY PERCUSSION
Alunne e alunni verranno accompagnati alla scoperta delle caratteristiche del suono e a utilizzare il proprio corpo come se fosse una batteria.
2 3
1
10. Prima di cominciare...
concedeteci un po’ del vostro tempo
2
Nelle pagine precedenti abbiamo spiegato come, nella musica, il concetto di tempo abbia una doppia accezione:
1. tempo inteso come velocità di esecuzione;
2. tempo inteso come la frazione posta all’inizio dello spartito (vedi a fianco).
Come già detto, spiegheremo più avanti questo punto in maniera dettagliata.
Classe3
Prima di proseguire dobbiamo approfondire il punto 1, in quanto, nel corso delle attività che vi andremo a proporre, i bambini dovranno cercare di andare a tempo
Questo tempo deve essere tenuto (così si dice in gergo musicale) dall’insegnante in maniera costante.
Ma che cosa significa tenere un tempo costante?
Un tempo costante è una serie di pulsazioni che si susseguono una dopo l’altra sempre equamente distanti le une dalle altre.
Se, ad esempio, osservando un orologio, l’insegnante batte la mano sulla cattedra ogni volta che si muove la lancetta dei secondi, ecco che starà tenendo un tempo costante: ogni pulsazione disterà infatti un secondo sia da quella che la precede sia da quella che la segue.
In quali modi un insegnante può tenere un tempo costante?
Non è consigliabile tenere il tempo battendo le mani, perché questo è il gesto sonoro (lo vedremo nelle pagine seguenti) corrispondente al rullante, perciò potrebbe generare confusione nel bambino. Per praticità consigliamo quattro modi per tenere il tempo durante le attività:
Tenere il tempo utilizzando i legnetti o le bacchette è certamente più comodo perché l’insegnante può muoversi liberamente all’interno dell’aula, parlare e, contemporaneamente, tenere il tempo. Inoltre il bambino, vedendo il proprio insegnante che utilizza uno strumento musicale,
attento.
Come procurarsi i legnetti?
I legnetti, anche chiamati claves, sono una percussione di origine cubana: l’insegnante può comperarla in un qualsiasi negozio di strumenti musicali, in rete o può autocostruirsela.
Autocostruirsela è semplice ed economico: basta acquistare un bastone in legno (vi consigliamo il manico di una scopa) e tagliarlo in varie sezioni di 20 cm ciascuna (questa è la lunghezza delle claves).
In questa maniera avrete almeno due coppie di legnetti da utilizzare per tenere il tempo in classe.
Come procurarsi le bacchette da batterista?
1 2
Le bacchette da batterista possono essere acquistate facilmente in rete o in un qualsiasi negozio di strumenti musicali.
3
In questo breve video vi mostriamo come si tengono e vanno suonati sia i legnetti che le bacchette da batterista.
Come può l’insegnante tenere un tempo lento o un tempo veloce?
È bene che, durante l’esecuzione di più gesti sonori in sequenza da parte del bambino, l’insegnante tenga un tempo lento
Approssimativamente l’insegnante può considerare un tempo lento quello che ha un intervallo di un secondo tra un colpo e l’altro: in questo modo – all’inizio – può facilmente regolarsi guardando il proprio orologio.
Man mano che i bambini diventeranno più esperti l’intervallo tra un colpo e l’altro potrà diventare minore e l’insegnante potrà iniziare a tenere un tempo più veloce.
NOTA BENE
L’insegnante non solo dovrà tenere il tempo a bambine e bambini, ma anche DARE LORO IL TEMPO. Ciò significa che, prima di iniziare una qualsiasi attività, l’insegnante dovrà battere la matita sulla cattedra o battere insieme i legnetti (e così via) un certo numero di volte in modo che i bambini e le bambine capiscano la velocità con la quale dovranno eseguire i gesti sonori.
La maniera più semplice per fare questo è che l’insegnante batta quattro colpi alla velocità che desidera, poi altri quattro colpi durante i quali, allo scandire di ogni colpo, conti ad alta voce «Uno, due, tre, quattro», dopodiché i bambini e le bambine iniziano, a TEMPO, l’attività che l’insegnante sta proponendo loro.
NOTA BENE 2
Per eseguire le attività della guida utilizza il QRcode qui sotto:
potrai scegliere tra un click di 3 minuti di un TEMPO LENTO e un click di 3 minuti di un TEMPO VELOCE.
1 2 3
Classe Classe
10.1 Esercitiamoci in classe
Una prima attività da fare in classe, propedeutica all’insegnamento della Body Percussion, è quella di tenere il tempo (per l’insegnante) e di andare a tempo per le bambine e i bambini. Perciò per iniziare ad acquisire (e a far acquisire) queste competenze preliminari, l’insegnante può proporre una serie di attività:
Classe
1 2 Classe3
1. Si spostano i banchi ai bordi dell’aula in modo da avere spazio libero al centro. L’insegnante tiene il tempo (nel modo che preferisce, ma NON battendo le mani) e i bambini e le bambine dovranno camminare a tempo per l’aula. Camminare a tempo significa appoggiare il piede a terra ogni volta che l’insegnante dà la pulsazione.
2. L’insegnante tiene il tempo (un tempo molto lento) e ogni volta che dà la pulsazione i bambini e le bambine devono alzare entrambe le braccia. Per loro andare a tempo significherà avere le braccia alte al massimo della loro estensione nel momento in cui l’insegnante dà
la pulsazione.
3. L’insegnante tiene il tempo (un tempo lentissimo) e ogni volta che dà la pulsazione le bambine e i bambini si dovranno sedere a terra. In questo caso per i bambini e le bambine andare a tempo significherà toccare il sedere a terra nel momento in cui l’insegnante dà la pulsazione.
11.1 Premessa
Tutte le attività che presenteremo in questo capitolo si basano sulla comunicazione verbale e su quella ideografica in quanto i bambini e le bambine di questa età non sanno ancora leggere bene.
11.2 Come introdurre la prima lezione
2 3
1. Si chiede ai bambini se sanno che cosa sia una batteria: vedrete che, naturalmente, tutti avranno da dire la loro e si instaurerà una sorta di brainstorming
2. A questo punto l’insegnante appende alla lavagna un cartellone (70x100 cm) su cui è riportato il disegno che vedete qui sotto, ma senza nomi degli strumenti.
Figura 1
timpano
grancassa
3. Si insegna ai bambini il nome di ogni strumento che compone la batteria: il grosso tamburo centrale si chiama GRANCASSA, quello alla sua sinistra si chiama TIMPANO, quello alla sua destra è il RULLANTE e, dietro alla grancassa, possiamo vedere il PIATTO.
4. Per far prendere confidenza con la forma e il nome dei pezzi 2 i bambini dovranno colorare il disegno della batteria presente nel volume alunno.
NOTA BENE
Ad ogni lezione sulla Body Percussion è importante che l’insegnante appenda sempre il cartellone scaricabile al punto 2. In questa fase del loro sviluppo psicofisico i bambini, come già detto nella premessa, apprendono con più facilità attraverso le immagini, dalle quali sono anche molto incuriositi.
2. In gergo musicale gli strumenti che compongono la batteria vengono chiamati pezzi
11.3 Attività per le lezioni successive
1. Una volta che i bambini avranno colorato i disegni, l’insegnante intavolerà con loro una discussione su come mai abbiano scelto quel colore per quel pezzo. Alcune domande che potrebbe porre loro sono le seguenti:
- Siete stati ispirati dal suono della batteria?
- Siete stati incuriositi dalla sua forma?
- A che cosa serve la batteria quando si fa musica?
- Le avete viste dal vivo (non batterie giocattolo)?
- Se sì dove, in un concerto? Di chi? Dove?
- Sapete cos’è un concerto?
- La batteria in che posizione stava rispetto al cantante?
Tutto ciò serve per far incuriosire ed interessare sempre più il bambino allo strumento batteria, strumento dal quale prenderà il via l’attività musicale e didattica esposta in questa Guida.
2. In seguito potrà mostrare ai bambini delle immagini di una vera batteria, fotocopiando le immagini delle pagine seguenti e dicendo loro che, come si vede dalle foto, non tutte le batterie hanno lo stesso numero di tamburi e piatti. Nell’attività di body percussion faremo riferimento ad una batteria con 3 tamburi e 1 piatto (la stessa di figura 1).
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Classe
3. In seguito l’insegnante potrebbe continuare dicendo «Bambini, sapete qual è il suono prodotto da ogni pezzo della batteria?».
Quindi inizierà a spiegare ai bambini una corrispondenza strumento/suono onomatopeico:
1 2 Classe3
la GRANCASSA fa BUM;
il RULLANTE fa CLA;
il TIMPANO fa TU;
il PIATTO fa FRI.
Durante questa attività l’insegnante può utilizzare il cartellone 70x100 cm che avrà provveduto a far stampare dopo averlo scaricato al punto 2 del paragrafo 11.2.
Indicando di volta in volta uno strumento, può chiedere ai bambini prima di ripeterne il nome in modo da memorizzarlo, poi di pronunciare il suono onomatopeico ad esso associato.
Sapete che con il nostro corpo possiamo riprodurre i suoni della batteria?
NOTA BENE
4. Dopodiché, preferibilmente in una lezione successiva, l’insegnante può esordire davanti alla sua classe dicendo «Bambini sapete che con il nostro corpo possiamo riprodurre i suoni della batteria che vedete sul cartellone?».
A questo punto instaurerà una ulteriore corrispondenza, cioè strumento/suono onomatopeico/gesto sonoro
Il gesto sonoro – lo ricordiamo – non è altro che il movimento che bisogna compiere con il nostro corpo per produrre un determinato suono.
11.4 Eseguire i gesti sonori
Ecco come eseguire i gesti sonori.
GRANCASSA BUM Si percuote la parte destra del petto con la mano destra aperta.
CORRETTO MOVIMENTO
Per quel che riguarda il gesto sonoro relativo alla GRANCASSA è importante che il bambino
- tenga la mano ben aperta;
- colpisca la parte destra del petto sia con il palmo che con le dita;
- tenga l’avambraccio parallelo al terreno.
CORRETTO MOVIMENTO
Per quel che riguarda il gesto sonoro relativo al TIMPANO è importante che il bambino
- alzi di pochissimo il ginocchio per poi battere (quasi far ricadere) il piede a terra, come se stesse camminando sul posto;
- NON sposti il ginocchio all’indietro;
- NON alzi troppo il ginocchio.
PIATTO FRI Piegando leggermente le ginocchia, si percuote la coscia destra con la mano destra aperta (questo è il gesto sonoro più complesso).
CORRETTO MOVIMENTO
Per quel che riguarda il gesto sonoro relativo al PIATTO il bambino deve
- piegare pochissimo entrambe le ginocchia;
- colpire sonoramente con la mano destra aperta leggermente sopra al ginocchio destro.
1
RULLANTE CLA Si battono insieme le mani all’altezza del petto (in pratica si tratta di un applauso).
2 3
Classe
CORRETTO MOVIMENTO
Per quel che riguarda il gesto sonoro relativo al RULLANTE è importante che il bambino
- tenga i gomiti piegati, di poco scostati dal busto;
- quando batte le mani queste si devono congiungere all’altezza del petto;
- NON tenga le braccia tese in avanti.
NOTA BENE
In vista delle attività successive è importante che i bambini, contemporaneamente all’esecuzione del gesto sonoro, pronuncino anche la corrispondente sillaba onomatopeica.
11.5 Ma... come si battono le mani?
Non esiste un solo modo per battere le mani. In questa Guida abbiamo deciso di eseguire questo gesto sonoro in una modalità che risulta essere sia molto squillante che di facile apprendimento.
Le mani vanno battute insieme come si vede nell’illustrazione qui a fianco.
Nel secondo volume di questa Guida vi mostreremo altri modi che possono essere utilizzati per battere le mani.
NOTA BENE
In Prima l’insegnante farà esercitare i bambini utilizzando soltanto i gesti sonori della grancassa (BUM) e del rullante (CLA).
11.6 Come esercitarsi sui gesti sonori della grancassa e del rullante
Dopo aver spiegato alla classe i gesti sonori della grancassa e del rullante, l’insegnante dovrà far esercitare i bambini sulla loro corretta esecuzione. Ecco come farlo:
1. l’insegnante inizia a tenere il tempo (un tempo lento);
2. sempre tenendo il tempo, conta fino a quattro;
3. quindi i bambini e le bambine eseguono (a tempo) il gesto sonoro corrispondente alla grancassa per quattro volte. Oppure il gesto corrispondente al rullante se si stanno esercitando su quel gesto sonoro. Contemporaneamente al movimento i bambini e le bambine pronunceranno la sillaba onomatopeica del gesto che stanno imparando.
Classe Classe
1 2 3
Classe Classe
Consigliamo di impiegare un'intera lezione per spiegare ed esercitarsi su ogni singolo gesto sonoro, accertandosi che i bambini e le bambine lo eseguano nella maniera più corretta possibile:
- assumendo la postura corretta prima di eseguirlo;
- eseguendolo in maniera veramente sonora: il gesto deve effettivamente produrre un suono;
- non accennandolo solamente, ma eseguendolo così come vedete nei video correlati a questa Guida;
- percuotendo il proprio corpo a tempo: esattamente quando l’insegnante, dopo aver dato loro il tempo, inizia a battere la serie di pulsazione sulle quali si basa l’attività.
Classe
1 2 Classe
CORRETTO MOVIMENTO
In questa fase è IMPORTANTISSIMO insistere sulla lateralizzazione: il colpo con la mano al petto si dà con la mano destra aperta sulla parte destra del petto
Se un bambino è mancino anziché destrorso non fa differenza: utilizzerà comunque la mano destra, del resto, un pianista, mancino o meno, utilizza sempre la mano sinistra per suonare le note basse e la destra per suonare le note acute.
Per identificare la mano destra si possono usare dei piccoli braccialetti o dello spago, purché questi non siano associati a dei colori, altrimenti nel bambino si potrebbe generare confusione relativamente alle tinte che hanno utilizzato per colorare il disegno della batteria o che utilizzeremo nel corso di questa Guida.
CORRETTO MOVIMENTO
I bambini e le bambine di questa età stanno costruendo gli schemi motori che utilizzeranno per tutta la loro vita: stanno sviluppando quella che viene definita prassìa.
Per prassìa si intende la capacità di eseguire una serie di atti motori coordinati che si concretizzano in un’azione finalizzata. Questi atti motori rispondono a due quesiti.
- Che cosa fare? Cioè la rappresentazione (l’idea) del movimento da eseguire per raggiungere lo scopo prefissato.
- Come fare? Cioè la formulazione delle sequenze di movimenti necessari per raggiungere la finalità. È importante aiutarli in questa delicata fase del loro apprendimento senza forzare alcuno step; ecco perché, dopo aver presentato loro i gesti sonori, è opportuno iniziare una serie di attività che, gradualmente, li condurranno ad eseguirli con efficacia.
Questo percorso, inutile dirlo, va fatto rispettando le tappe psicomotorie di ciascun bambino: in un contesto non prestazionale, puntando sul gioco, sul divertimento e sulla cooperazione, nel rispetto delle regole sociali del gruppo-classe.
1
Arrivati a questo punto, dopo che i bambini e le bambine avranno preso confidenza con i gesti sonori della grancassa e del rullante, l’insegnante, sempre a tempo, può far loro eseguire delle brevi sequenze comprendenti questi gesti. Eccone alcune.
Figura 6
1 BUM / BUM / BUM / BUM /
CLA / CLA / CLA / CLA /
2 CLA / CLA / CLA / CLA /
BUM / BUM / BUM / BUM /
1 2 3
Classe
2
Classe3
3 BUM / BUM / CLA / CLA /
BUM / BUM / CLA / CLA /
4 BUM / CLA / BUM / CLA /
BUM / CLA / BUM / CLA /
5 CLA / BUM / CLA / BUM /
CLA / BUM / CLA / BUM /
NOTA BENE
L’insegnante dovrà far imparare ai bambini e alle bambine le brevi sequenze a memoria in quanto non abbiamo ancora introdotto alcuna modalità di notazione musicale.
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Classe Classe
11.7 La Filastrocca di benvenuto
Continuiamo ancora a lavorare sul BUM e sul CLA
Utilizziamo questa Filastrocca di benvenuto. I bambini e le bambine dovranno impararla a memoria. La filastrocca è la seguente:
LA MATTINA
Classe
SON CONTENTO
DI VEDERE
1 2 Classe3
TUTTI QUANTI
BENVENUTO AL
MIO AMICHETTO
BENVENUTI
VOI INSEGNANTI
NOTA BENE
Ogni verso della filastrocca è formato da 4 sillabe. Questo ci tornerà utilissimo nel prosieguo del nostro percorso con la Body Percussion.
Ora dividiamola in sillabe.
NOTA BENE
Figura 7
/ MAT
VERSO 2
VERSO
VERSO 4
NOTA BENE
6
VERSO 8
L’insegnante terrà un tempo lento in modo che i bambini possano organizzare al meglio il movimento del gesto sonoro. I bambini dovranno suonare UN COLPO PER OGNI SILLABA e pronunciare questa sillaba ad alta voce.
La regola di UN COLPO PER OGNI SILLABA varrà per tutte le attività presenti in questa Guida.
Quindi proviamo ad eseguire queste attività.
1. I bambini recitano/suonano la filastrocca solo con il gesto sonoro della grancassa.
2. I bambini recitano/suonano la filastrocca col solo gesto del rullante.
3. I bambini recitano/suonano i versi 1, 2, 3 e 4 con il gesto sonoro della grancassa, i versi 5, 6, 7 e 8 con quello del rullante.
4. Infine recitano/suonano i versi 1, 2, 3 e 4 con il gesto sonoro del rullante, i versi 5, 6, 7 e 8 con quello della grancassa.
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11.8 Suoniamo come ci sentiamo
Un’altra attività da proporre utilizzando un solo gesto sonoro alla volta è la drammatizzazione della Filastrocca di benvenuto
Si tratta di recitare e suonare la filastrocca sottovoce oppure ad alta voce, quasi urlandola!
Classe
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Una maniera simpatica di proporre l’attività è quella in cui l’insegnante dice alla propria classe «Bambini, stamattina vi vedo agitati... che ne dite se ci calmiamo un pochino dandoci il benvenuto in maniera più rilassata del solito?». E di conseguenza i bambini reciteranno e suoneranno la filastrocca suonando e parlando più piano. Oppure, di contro, l’insegnante può dire «Bambini, stamattina vedo che vi dovete ancora svegliare del tutto... diamoci il benvenuto in maniera energica!». E i bambini reciteranno e suoneranno la filastrocca suonando e parlando più forte.
NOTA BENE
Durante la Filastrocca di benvenuto , come sempre, l’insegnante terrà il tempo. Tendenza naturale di tutti (ancor più dei bambini) è quella di rallentare se si parla sottovoce e di velocizzare se si urla.
L’insegnante dovrà quindi far sentire bene la pulsazione che utilizza per tenere il tempo.
Questa tendenza al rallentamento o alla velocizzazione è un ottimo spunto per spiegare ai bambini la differenza tra piano / forte e lento / veloce. (vedi capitolo 6).
Per comodità vi riportiamo qui sotto la tabella che riassume la differenza tra i concetti di piano / forte e lento / veloce.
VOLUME VELOCITÀ piano
11.9 Giochiamo con i nomi... e attenzione al silenzio
Così come abbiamo utilizzato la Filastrocca, allo stesso modo useremo i nomi di ciascun bambino: prima con il gesto sonoro della grancassa, poi del rullante.
Prima di cominciare puntiamo l’attenzione sul numero di sillabe di ogni nome
Relativamente alla Filastrocca di benvenuto ci è stato utile dividerla in versi di esattamente 4 sillabe ognuno. Lo abbiamo fatto perché questa Guida – e lo vedrete bene in seguito – si basa su gruppi di 4 gesti sonori alla volta. I nomi dei bambini però non avranno tutti esattamente 4 sillabe, perciò come comportarsi con nomi con meno o più di 4 sillabe?
Al posto delle sillabe mancanti o in eccedenza i bambini NON faranno un gesto sonoro, ma un altro movimento, quello che comunemente utilizziamo per dire «Fai silenzio!»: portarsi il dito indice alle labbra come per dire shhh
Ma in questo caso, trattandosi di un movimento associato al silenzio, i bambini NON dovranno pronunciare alcuna sillaba onomatopeica, soltanto eseguire quanto vedete qui a fianco. Il silenzio lo identifichiamo con una arancione.
NOTA BENE
3
Anche il movimento del silenzio va suonato a tempo tempo: il dito indice del bambino deve toccare le labbra nel momento esatto in cui l’insegnante batte la pulsazione.
Utilizziamo, ad esempio, questi nomi: FEDERICO, VANESSA e ELISABETTA. Se li dividiamo in sillabe otteniamo questo risultato:
Poiché FEDERICO è un nome composto da 4 sillabe verrà utilizzato un solo gruppo di 4 gesti sonori Nel caso del nome VANESSA, composto da 3 sillabe, o ELISABETTA, composto da 5, dovremo comportarci in maniera differente.
- Per il nome VANESSA (composto da 3 sillabe), poiché utilizziamo gruppi di 4 gesti sonori alla volta, dovremo aggiungere un silenzio per completare il gruppo (vedi figura sopra).
- Per il nome ELISABETTA (composto da 5 sillabe), sulla base della regola dei 4 gesti sonori alla volta, per completare il secondo gruppo dovremo aggiungere tre silenzi alla fine (vedi figura sopra).
Adesso procediamo come abbiamo fatto per la Filastrocca di benvenuto: recitiamo/suoniamo i nomi prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
NOTA BENE
L’insegnante deve continuare a tenere il tempo anche quando i bambini eseguono il movimento del silenzio.
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Classe Classe
Classe
11.10 Attività per insegnare le vocali
Ora che ci siamo esercitati sui gesti sonori e sulla scansione in sillabe, possiamo usare le filastrocche per imparare le basi della letto-scrittura: ad esempio le vocali. Ecco alcune filastrocche da poter utilizzare: Dividiamola in sillabe.
1 2 Classe3
Quindi recitiamo/suoniamo questa filastrocca prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
Ecco un’altra filastrocca. La dividiamo in sillabe.
Quindi procediamo come per la filastrocca precedente: prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
Quando i bambini avranno preso dimestichezza con le vocali, possiamo proporre una filastrocca più lunga. Per esempio.
Adesso, come abbiamo fatto per la Filastrocca di benvenuto, la dividiamo in sillabe.
Siccome quest’ultima filastrocca è più lunga delle altre, possiamo inserire ulteriori attività.
1. Come sempre i bambini suonano/recitano tutta la filastrocca prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
2. Suonano/recitano i versi 1, 2 e 3 col gesto sonoro della grancassa e i versi 4 e 5 con quello del rullante.
3. Suonano/recitano i versi 1 e 2 col gesto sonoro del rullante e i versi 3, 4 e 5 con quello della grancassa.
4. Suonano/recitano i versi dispari col gesto sonoro della grancassa, i versi pari con quello del rullante.
5. Suonano/recitano i versi dispari col gesto sonoro del rullante, i versi pari con quello della grancassa.
NOTA BENE
Quest’ultima filastrocca si presta ad essere drammatizzata così come abbiamo spiegato nel paragrafo 11.8 “Suoniamo come ci sentiamo”.
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Classe Classe
11.11 Giochiamo con i numeri
Ora vi proponiamo due filastrocche per insegnare i numeri da 1 a 10, sempre da recitare/suonare contemporaneamente all’esecuzione dei gesti sonori.
Ecco la prima:
Classe
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UNO OGGI SON SICURO
DUE STARÒ TANTO BENE
TRE CON TUTTI GLI AMICI CHE
QUATTRO GIOCHERANNO CON ME
CINQUE DIMMI CIÒ CHE VUOI
SEI GIOCHI ALLORA INSIEME A NOI?
SETTE SARÀ DIVERTENTE
OTTO STARE CON LA GENTE
NOVE PURE LE MAESTRE
DIECI SARANNO FELICI
La dividiamo in sillabe.
L’insegnante può farla imparare a memoria a tutta la classe, poi può riproporre le attività messe in atto con l’ultima filastrocca sulle vocali (vedi figura 11). È importante ricordarsi che anche questa filastrocca si presta alla drammatizzazione.
Prima di andare avanti... vi ricordate del silenzio?
Nel paragrafo 11.9 vi abbiamo spiegato come utilizzare il movimento del silenzio per gestire i gruppi di gesti sonori che vanno sempre proposti a gruppi di 4 (o multipli di 4). Questo significa che se, ad esempio, un verso ha 5 sillabe, utilizzeremo il movimento del silenzio per arrivare a 8 sillabe.
La figura qui sotto – un verso della prossima filastrocca su cui lavoreremo – spiega quanto abbiamo appena detto.
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Classe
3
UN’ORA DORME IL GALLO
DUE IL CAVALLO
TRE ORE IL NONNO
QUATTRO QUANDO HA SONNO
CINQUE IL SOLDATO
SEI ORE IL MAGISTRATO
SETTE LO STUDENTE
OTTO ORE QUELLA GENTE
NOVE I PROFESSORI
DIECI VOI SIGNORI
Come sempre l’insegnante la propone più volte in classe in modo che la imparino a memoria; quindi inizia a farla suonare/recitare alla classe seguendo la divisione in sillabe e silenzi che si trova a pag.42.
1
2 3
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Tra le attività da fare con questa filastrocca l’insegnante può scegliere fra quelle che vi proponiamo.
1. I bambini suonano/recitano tutta la filastrocca prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
2. Suonano/recitano i versi dall’1 al 5 col gesto sonoro della grancassa, dal 6 al 10 con quello del rullante.
3. Suonano i versi 1 e 2 col gesto sonoro della grancassa, 3 e 4 con quello del rullante, 5 e 6 di nuovo col gesto sonoro della grancassa e così via.
4. Suonano/recitano i versi dispari col gesto sonoro della grancassa, quelli pari con quello del rullante.
5. Come il punto sopra, ma invertendo la sequenza: i versi dispari col gesto sonoro del rullante, quelli pari con quello della grancassa.
6. Si può far drammatizzare questa filastrocca chiedendo ai bambini di suonarla come descritto in uno (o più) dei punti sopra.
NOTA BENE
Ricordiamoci di far suonare a tempo anche il movimento del silenzio: il bambino deve toccare le labbra con l’indice nello stesso momento in cui l’insegnante batte la pulsazione.
11.12 PU, PE, PI, PO, PA... consonante vieni qua!
Adesso utilizzeremo la Body Percussion e le filastrocche per insegnare ai bambini l’accoppiamento delle consonanti con le vocali. Partiamo dal titolo di questo paragrafo.
PU, PE, PI, PO, PA
VIENI QUA
Ora, come d’abitudine, dividiamo la filastrocca in sillabe.
2 3
E iniziamo le attività.
1. I bambini suonano/recitano tutta la filastrocca prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
2. Suonano/recitano il primo verso col gesto sonoro della grancassa e il secondo con quello del rullante.
3. Suonano/recitano PU, PE, PI, PO, PA col gesto sonoro della grancassa; il resto della filastrocca col gesto del rullante.
Ora cambiamo consonante (utilizziamo la “F”) e filastrocca. SE
,
,
,
Dividiamola in sillabe.
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Classe
1 2
Per rendere l’attività più divertente, nell’ultima parola di questa filastrocca (GIÙ) i bambini non dovranno eseguire alcuno gesto sonoro, ma urlare «GIÙÙÙ» e poi lasciarsi cadere a terra. Le attività che vi proponiamo ricalcano quelle della filastrocca precedente.
1. I bambini suonano/recitano tutta la filastrocca prima con il gesto sonoro della grancassa, poi con quello del rullante.
2. Suonano/recitano FA, FE, FI, FO, FU col gesto sonoro della grancassa; il resto della filastrocca con quello del rullante.
3. Suonano/recitano FA, FE, FI, FO, FU col gesto sonoro del rullante; il resto della filastrocca con quello della grancassa.
Classe
Body percussion con i 4 GESTI SONORI
Alunne e alunni impareranno a dividere in sillabe, a ritmare e suonare parole e brevi frasi utilizzando lo Spartito Facile.
2 3
Classe
Siamo in seconda!
2 Classe3 12.
Facciamo apezzi la batteria!
Adesso iniziamo ad utilizzare tutti i gesti sonori spiegati all’inizio della Guida.
Prima di iniziare vi consigliamo però di fare un piccolo ripasso: rileggete le pagine dedicate all'esecuzione dei gesti sonori (dalla 25 alla 29) e provate ad impiegare una o più lezioni per riportare alla mente la postura corretta e tutti gli step necessari ad eseguire i gesti della grancassa e del rullante.
Quindi dedicate un’intera lezione all’apprendimento di ognuno dei due nuovi gesti sonori: quello relativo al piatto e quello corrispondente al timpano.
Dopodiché...
Ecco un’attività divertente: fare a pezzi la batteria! Cominciamo.
L’insegnante prepara 4 cartelli, ognuno con all’interno il disegno di un pezzo della batteria.
12.1 Costruiamo i cartelli
1. Per prima cosa fotocopiate questa pagina e le seguenti, quindi ritagliate le illustrazioni seguendo la linea tratteggiata.
3
2. Incollate i cartelli su del cartone rifilandolo con il taglierino in modo che assuma la stessa forma quadrata precedentemente ritagliata dal foglio A4.
3. Ritagliate delle strisce di cartone per fare il manico dei cartelli.
4. Fissatele ai cartelli tramite la spillatrice in modo che occupi tutto il retro dei cartelli.
2 3
Classe
2 Classe3
12.2 Alcune attività da fare con i cartelli
1. L’insegnante tiene i 4 cartelli in mano nascosti dietro la schiena, quindi dice ai bambini di assumere la postura corretta in modo da essere pronti ad eseguire il gesto sonoro. Dopodiché conta (a tempo) fino a quattro e poi mostra ai bambini uno dei 4 cartelli: i bambini, a tempo, dovranno eseguire il gesto sonoro dello strumento disegnato sul cartello pronunciando contemporaneamente la relativa sillaba onomatopeica.
2. L’insegnante mette a terra i cartelli nella sequenza che vedete qui sotto in modo che tutti i bambini li vedano. Quindi conta (a tempo) fino a quattro e poi indica questo o quel cartello (con la mano o con una bacchetta).
I bambini, a tempo, eseguiranno il gesto sonoro relativo allo strumento presente sul cartello, pronunciando nello stesso momento la sillaba onomatopeica corrispondente.
Figura 21
2 3
Classe3
3. L’insegnante dispone i quattro cartelli a terra in sequenze sempre diverse, poi inizia a tenere il tempo e, dopo aver contato fino a quattro, chiede ai bambini di eseguire per intero la sequenza proposta leggendola dai cartelli.
La sequenza può essere suonata/detta una sola volta oppure di continuo (ricominciandola ogni volta) fino allo stop dato dall’insegnante.
4. Dopo alcune lezioni, quando i bambini avranno appreso sufficientemente la corrispondenza strumento/suono onomatopeico/gesto sonoro, l’insegnante può iniziare il Gioco del direttore e direttrice d’orchestra dove ogni bambino, a turno, prende il posto dell’insegnante, conta fino a quattro per tenere il tempo e poi indica uno dei cartelli a terra, tutti gli altri bambini dovranno eseguire il gesto sonoro relativo pronunciando contemporaneamente la corrispettiva sillaba onomatopeica.
5. I bambini possono anche subentrare all’insegnante mettendo i cartelli a terra in sequenze sempre differenti, tenendo il tempo e dirigendo i propri compagni così come fa l’insegnante al punto 3
CORRETTO MOVIMENTO
Eseguendo queste attività, grazie alla reiterazione dei gesti sonori, i bambini creano e fissano nuovi schemi motori.
2
2
13. Adesso... mescoliamo un po’ le carte
Classe
3
In Prima abbiamo puntato l’attenzione sull’acquisizione di due competenze basilari:
1. andare a tempo;
Classe3
2. eseguire in maniera corretta i gesti sonori corrispondenti alla grancassa e al rullante.
Ora iniziamo ad utilizzare i gesti sonori imparati in Prima aggiungendo i nuovi gesti appresi in Seconda: quello relativo al timpano e quello corrispondente al piatto. Riprendiamo la Filastrocca di benvenuto di pag 35.
8
Ecco che cosa possiamo fare:
1. i bambini suonano/recitano l’intera filastrocca utilizzando prima il gesto sonoro della grancassa, poi del rullante, quindi del timpano e infine usando il gesto sonoro relativo al piatto. Come sempre la maestra deve tenere il tempo e i bambini suonare a tempo;
2. i bambini recitano/suonano i versi 1 e 2 con il gesto sonoro della grancassa, i versi 3 e 4 utilizzando quello del rullante, i versi 5 e 6 con quello del timpano e i versi 7 e 8 con il gesto sonoro corrispondente al piatto;
3. i bambini recitano/suonano il verso 1 con il gesto sonoro della grancassa, il verso 2 con quello del rullante, il verso 3 con quello del timpano e il verso 4 utilizzando il gesto sonoro del piatto. Poi continuano dal verso 5 fino al verso 8 utilizzando la stessa sequenza di gesti sonori: grancassa, rullante, timpano, piatto.
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION
Le pagine Per i Ninja della Body Percussion contengono attività più complesse, per chi vuole mettersi ulteriormente alla prova. Il percorso indicato dalla Guida può essere tranquillamente intrapreso anche saltando queste pagine. Quindi... cari e care Ninja, sempre in riferimento alla Filastrocca di Benvenuto, potete provare quanto segue:
Classe3
1. in ogni verso recitare/suonare le prime due sillabe con il gesto sonoro della grancassa, le seconde due con quello del rullante;
2. in ogni verso recitare/suonare le prime due sillabe con il gesto sonoro del timpano, le seconde due con quello del piatto;
3. per ogni verso dedicare un gesto sonoro a ogni sillaba. Ad esempio
sillaba 1 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 2 = gesto sonoro del rullante
sillaba 3 = gesto sonoro del timpano
sillaba 4 = gesto sonoro del piatto
4. E infine, per i Superninja... ecco uno step ulteriore.
Verso 1
sillaba 1 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 2 = gesto sonoro del rullante
sillaba 3 = gesto sonoro del timpano
sillaba 4 = gesto sonoro del piatto
Verso 3
sillaba 1 = gesto sonoro del piatto
sillaba 2 = gesto sonoro del rullante
sillaba 3 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 4 = gesto sonoro del timpano
Verso 5
sillaba 1 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 2 = gesto sonoro del piatto
sillaba 3 = gesto sonoro del timpano
sillaba 4 = gesto sonoro del rullante
Verso 7
sillaba 1 = gesto sonoro del timpano
sillaba 2 = gesto sonoro del rullante
sillaba 3 = gesto sonoro del piatto
sillaba 4 = gesto sonoro del grancassa
3
Verso 2
sillaba 1 = gesto sonoro del rullante
sillaba 2 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 3 = gesto sonoro del timpano
sillaba 4 = gesto sonoro del piatto
Verso 4
sillaba 1 = gesto sonoro del timpano
sillaba 2 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 3 = gesto sonoro del piatto
sillaba 4 = gesto sonoro del rullante
Verso 6
sillaba 1 = gesto sonoro del piatto
sillaba 2 = gesto sonoro del timpano
sillaba 3 = gesto sonoro della grancassa
sillaba 4 = gesto sonoro del rullante
Verso 8
sillaba 1 = gesto sonoro del rullante
sillaba 2 = gesto sonoro del piatto
sillaba 3 = gesto sonoro del timpano
sillaba 4 = gesto sonoro della grancassa
2 3
Classe
2
14. Lo Spartito Facile
A questo punto della Guida introduciamo uno strumento che ci accompagnerà fin quasi alla classe 5a: lo Spartito Facile
Classe3
Lo Spartito Facile è un codice musicale alternativo, cioè una notazione musicale differente da quella standard (il pentagramma) che, come dice il nome, ha lo scopo di essere basato su un criterio immediatamente comprensibile.
Nasce per creare una corrispondenza grafica tra un simbolo e un gesto sonoro: risulta subito semplice da comprendere e permette al bambino di sviluppare in maniera gratificante e divertente il processo di letto-scrittura e di promuovere le proprie capacità di astrazione e simbolizzazione
Lo Spartito Facile è composto da quadrati ai quali è associato un gesto sonoro.
Per ora lo utilizzeremo associato a dei colori, in modo che ai bambini risulti ancora più divertente lavorarci e, conseguentemente, comprenderne la logica.
Spartito Facile
AZZURRO colore corrispondente al gesto sonoro della
GRANCASSA
ROSSO colore corrispondente al gesto sonoro del RULLANTE
VERDE colore corrispondente al gesto sonoro del TIMPANO
GIALLO colore corrispondente al gesto sonoro del PIATTO
2 3
Classe
Nel paragrafo 11.9 abbiamo introdotto il silenzio e vi abbiamo detto che le attività di questa Guida si sarebbero basate su gruppi di 4 gesti sonori alla volta. Lo spartito facile non fa eccezione a questo, infatti ha alla base un’unica regola: i quadrati che lo compongono vanno sempre utilizzati a gruppi di 4. Questo – e lo vedremo nel prossimo volume di questa Guida – per conformità con lo spartito standard, nello specifico con una battuta da 4/4. Vedi figura sotto.
Figura 24
Nella sua forma più semplice (un quadrato = un gesto sonoro), lo Spartito Facile si chiama Spartito Facile Base (SFB).
Ed è proprio dallo Spartito Facile Base che - già dal prossimo capitolo - inizieremo ad impostare alcune attività.
3
2 3
Classe
2 Classe3 14.1 Lo Spartito Facile e il tempo
Nel capitolo 10 abbiamo spiegato in quanti modi l’insegnante può tenere il tempo durante le attività in classe.
Adesso, dopo aver introdotto lo Spartito Facile, è importante capire in che modo i quadrati che lo compongono si collegano al tempo tenuto dall’insegnante.
Sempre nel capitolo 10 abbiamo detto che tenere il tempo non è altro che proporre una serie di PULSAZIONI, cioè dei colpi che sono temporalmente equidistanti gli uni dagli altri: il tempo che intercorre tra un colpo e quello precedente è lo stesso che intercorre tra quel colpo e il successivo.
Ogni quadrato dura sempre lo stesso tempo: quello dato dalla pulsazione (lenta o veloce) che l’insegnante decide di adottare all’inizio di ogni attività. In questo caso una rappresentazione grafica può essere di aiuto più di mille parole.
Il gesto sonoro va eseguito contemporaneamente alla pulsazione data dall’insegnante.
una pulsazione
tra una pulsazione e l’altra
NOTA BENE
Nella figura qui sopra abbiamo messo i quadrati attaccati gli uni agli altri in modo che – visivamente – sia più facile comprendere il fatto che quando si tiene il tempo la distanza tra una pulsazione e l’altra deve essere la stessa.
14.2 Alcune attività con lo SFB
del bambino.
NOTA BENE 2
2 3
Classe
14.3 ... Ma il silenzio come lo suoniamo?
Nelle pagine precedenti abbiamo parlato più volte del silenzio, sottolineandone l’importanza vitale in un contesto di musica suonata, ma anche associando ad esso un movimento: portarsi un dito alle labbra come a dire shhh. (vedi pagina 37)
2 Classe3
Bene, a questo movimento vogliamo collegare un quadrato particolare dello Spartito Facile: quello che potete vedere qui sotto.
NOTA BENE
Quello del silenzio non sarà un vero e proprio gesto sonoro, perché, sebbene ci sia un movimento ad esso corrispondente, questo movimento non produrrà alcun suono (non sarà sonoro) e – conseguentemente – non sarà associato ad alcuna sillaba onomatopeica.
14.4 Suoniamo anche il silenzio
Ecco alcuni SFB che l’insegnante può proporre ai bambini.
Anche in questo caso l’insegnante può proporre tutte le combinazioni di colori/gesti sonori che desidera, ma attenzione: non iniziate mai uno Spartito Facile con il movimento corrispondente al silenzio!
Perché questa regola?
Il movimento del silenzio (portarsi il dito alle labbra) non produce alcun suono, perciò risulta più ostico andare a tempo: iniziare uno Spartito Facile con un gesto sonoro anziché un silenzio fa sì che i bambini abbiano già fatto propria la pulsazione e possano sincronizzarsi meglio con il tempo dato dall’insegnante.
Per questo motivo in entrambi i volumi della Guida non troverete mai il silenzio all’inizio di uno Spartito Facile
Lo troverete però come ultimo movimento; ecco perciò uno SFB con il quale esercitarsi con il silenzio posto alla fine dei gruppi di 4 quadrati..
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Classe
2 Classe3 15. Lo SFB e la
letto-scrittura
A questo punto del ciclo della Primaria gli studenti si stanno già cimentando con la letto-scrittura e con l’attività della divisione in sillabe.
Utilizziamo la Body Percussion per cercare di facilitare l’apprendimento di questa abilità che i bambini stanno iniziando ad acquisire
Adesso, in virtù della loro capacità di leggere, possiamo affiancare la letto-scrittura alla comunicazione ideografica, la sola utilizzata fino ad ora insieme a quella verbale.
Lo faremo utilizzando ancora lo Spartito Facile, ma, a questo punto, abbandoneremo i colori per passare alla parola scritta.
Lo Spartito Facile Base così concepito (cioè senza l’utilizzo dei colori) è sempre composto da 4 quadrati, ma, per generare la corrispondenza gesto sonoro/sillaba onomatopeica, utilizzeremo quest’ultima nella sua forma scritta: i bambini ormai sono in grado di leggere!
Niente paura... il passaggio è semplice: basterà infatti scrivere sopra ai quadrati le sillabe onomatopeiche corrispondenti ad ogni gesto sonoro Ecco il risultato.
Tutto chiaro?
Bene, allora iniziamo alcune attività!
15.1 Primi passi
1. L’insegnante disegna alla lavagna la figura 30;
2. quindi inizia a tenere un tempo lento: lo farà battendo la mano sulla cattedra;
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Classe
3. prima batte la mano un numero N di volte per far interiorizzare la pulsazione ai bambini, poi (sempre battendo la mano sulla cattedra) conta fino a quattro, quindi inizia ad eseguire insieme ai suoi alunni la sequenza di gesti sonori indicata in figura 30. In questo primo step, dopo aver contato fino a quattro, l’insegnante sostituirà ogni battito della mano sulla cattedra con un gesto sonoro Guardando il proprio insegnante eseguire i gesti sonori i bambini possono vedere/ricordarsi come effettuarli e, inoltre, ottimizzare i propri movimenti per eseguirli nella sequenza proposta;
4. in un secondo step, dopo aver contato fino a quattro, l’insegnante continua a battere sulla cattedra osservando gli alunni eseguire autonomamente i gesti sonori in sequenza.
3
2 3
Classe
2 Classe3 15.2 Diamoci da fare
A questo punto, dopo che la classe avrà preso confidenza con questa nuova modalità di fruizione dello Spartito Facile, l’insegnante può proporre sequenze sempre differenti da quelle di figura 30. Eccone alcune.
Figura 31
NOTA BENE
Questi sono solo alcuni esempi, l’insegnante può sbizzarrirsi introducendo tutte le variabili che gli vengono in mente.
15.3 Giochiamo con la divisione in sillabe
Una volta che bambine e bambini si saranno esercitati con gli esempi di figura 31 iniziamo ad utilizzare la Body Percussion per l’attività curriculare della divisone in sillabe. Ecco come fare.
1. L’insegnante scrive alla lavagna una parola di 4 sillabe: ad esempio MERENDINA;
2. quindi disegna alla lavagna i 4 quadrati dello Spartito Facile;
3. in seguito, prima scrive sotto ad ogni quadrato le sillabe della parola ME-REN-DI-NA;
Figura 32
4. dopo, sopra ad ogni quadrato, scrive la sillaba onomatopeica corrispondente al gesto sonoro che intende far eseguire ai bambini;
Figura 33
5. a questo punto l’insegnante inizia a dare il tempo alla classe battendo la mano sulla cattedra; quindi, dopo aver contato fino a quattro, esegue i gesti sonori insieme alla classe.
NOTA BENE
Ogni volta che utilizziamo lo Spartito Facile Base per attività sulla divisione in sillabe, affinché i bambini apprendano al meglio la sequenza dei gesti sonori, è consigliabile che li eseguano dapprima pronunciando SOLTANTO le sillabe onomatopeiche, poi, una volta che avranno acquisito fluidità nell’esecuzione dei gesti, le sillabe onomatopeiche verranno sostituite da quelle della parola in esame.
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2 Classe3
6. quando i bambini avranno appreso la sequenza dei gesti sonori, allora – e solo allora – l’insegnante potrà chiedere loro di provare a sostituire le sillabe onomatopeiche con le sillabe della parola in esame.
NOTA BENE
Se possibile utilizzare colori differenti per scrivere la sillaba onomatopeica e le sillabe della parola in oggetto. Personalmente utilizziamo l’azzurro per la sillaba onomatopeica, il rosso per la divisione in sillabe e, se possibile, il grigio per disegnare i quadrati.
15.4 Come comportarci con le parole di 3 sillabe
Com’è ovvio non esistono soltanto parole di 4 sillabe, ma anche di 2, 3, 5 o più.
Ora vediamo come comportarci di fronte a parole di 3 sillabe.
Nelle pagine precedenti, avevamo sottolineato il fatto che, per conformità con il pentagramma (che vedremo più avanti), lo Spartito Facile Base deve essere sempre utilizzato disegnando 4 quadrati alla volta. Quindi, nel caso di parole composte da tre sillabe ci rimane un quadrato vuoto, un quadrato senza gesto sonoro e sillaba onomatopeica da associarvi.
Come ovviare a questo? Semplice. Utilizzando il movimento del silenzio Adesso vediamo come procedere.
1. L’insegnante scrive alla lavagna una parola di 3 sillabe. Ad esempio VESTITO;
2. poi disegna alla lavagna i quattro quadrati dello Spartito Facile;
3. quindi segue SEMPRE questa sequenza: dapprima scrive sotto ad ogni quadrato le sillabe della parola in esame (in questo caso VE-STI-TO);
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4. dopodiché, sopra ad ogni quadrato, scrive le sillabe onomatopeiche corrispondenti ai gesti sonori che intende far eseguire ai bambini. L’ultimo quadrato non avrà alcuna sillaba, ma avrà associato il movimento del silenzio;
Figura 34
Classe3
VE TO STI
5. poi inizia a tenere il tempo (con la mano sulla cattedra) e, dopo aver contato fino a quattro, esegue i gesti sonori insieme ai bambini;
BUM / TU CLA
STI /
7. quando i bambini avranno imparato a gestire gesti sonori, sillabe onomatopeiche, sillabe della parola VE-STI-TO e silenzio, l’insegnante smetterà di compiere i gesti insieme a loro, e si limiterà a tenere il tempo lasciando che i bambini eseguano e gestiscano tutto quanto in autonomia.
NOTA BENE
Come già detto, il silenzio , in quanto assenza di suono, non prevede alcuna sillaba onomatopeica.
Per identificarlo graficamente, oltre al quadrato con la “X”, sia quando scriviamo le sillabe onomatopeiche che quando scriviamo le sillabe della parola in esame, vi consigliamo di riportare una barra (/). Come potete vedere qui sopra nella figura 35.
2 3
Classe
Iniziamo subito con un esempio.
1. L’insegnante scrive alla lavagna una parola di 5 sillabe. Ad esempio DIMENTICARE;
2 Classe3 15.5 Come comportarci con parole di 5 o più sillabe
2. quindi disegna alla lavagna i quadrati dello Spartito Facile;
NOTA BENE
In questo caso, come già detto nelle pagine precedenti, l’insegnante deve disegnare quadrati a gruppi di 4.
3. poi segue la sequenza illustrata nell’attività precedente: scrive sotto ad ogni quadrato le sillabe della parola in esame;
4. dopodiché, sopra ad ogni quadrato, scrive le sillabe onomatopeiche corrispondenti al gesti sonori che intende far eseguire ai bambini e aggiunge i silenzi;
Figura 37
5. quindi, come per l’esercizio sulla parola di 3 sillabe, dapprima l’insegnante inizia a tenere il tempo con la mano sulla cattedra. Dopo aver contato fino a quattro, esegue i gesti sonori insieme ai bambini.
6. quando i bambini avranno imparato a gestire gesti sonori, sillabe onomatopeiche, sillabe della parola DI-MEN-TI-CA-RE e silenzi, l’insegnante terrà solamente il tempo lasciando i bambini in autonomia. Se la parola fosse di 6 o più sillabe il procedimento è analogo. Per praticità vi mostriamo solo il punto 4 dell’attività precedente, prendendo in esame la parola IN-TER-RO-GA-ZIO-NE.
Figura 38
NOTA BENE
I gesti sonori e quindi le sillabe onomatopeiche corrispondenti da noi scelti in questi esempi (figura 33, 35, 37 e 38) sono puramente indicativi: l’insegnante può utilizzare quelli che preferisce.
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Classe
15.6 Alcune attività
sulla divisione in sillabe
Una volta che la classe avrà appreso la logica che lega lo Spartito Facile Base alla divisione in sillabe, l’insegnante può proporre esercizi/giochi che puntino a rafforzare questo nuova competenza acquisita. Ve ne mostriamo alcuni.
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Troviamo la parola
1. L’insegnante chiede ai bambini di proporre parole di 4 sillabe: in classe ci sarà un piccolo (grande) brainstorming.
NOTA BENE
All’inizio è meglio proporre parole di 4 sillabe in quanto, visivamente, ogni quadrato dello Spartito Facile Base sarà occupato da una sillaba e per i bambini sarà più facile comprendere la logica che lega lo SFB alla sillabazione.
2. Le parole trovate vengono scritte alla lavagna e l’insegnante disegna 4 quadrati, poi scrive uno Spartito Facile Base per ogni parola scritta alla lavagna (vedi figura 33).
3. Come sempre l’insegnante tiene il tempo: prima esegue lo SFB con i bambini, poi li lascia da soli
Bambini... adesso tocca a voi
1. L’insegnante sceglie una delle parole trovate insieme ai bambini nell’attività precedente;
2. quindi fa scrivere lo Spartito Facile Base alla lavagna ad un bambino, facendogli decidere le sillabe onomatopeiche (cioè il gesto sonoro da eseguire). Ovviamente il bambino deve scrivere sia le sillabe onomatopeiche che quelle della parola in esame;
3. come al punto 3 dell’attività Troviamo la parola
Chi ha tempo... non aspetti tempo
L’attività nei punti 1 e 2 si svolge come nell’esercizio precedente, quindi
3. l’insegnante sceglie un bambino che tenga il tempo al suo posto durante l’esecuzione dello Spartito Facile: questo bambino avrà solo questo compito, sarà, in pratica, il batterista della band della classe
A turno l’insegnante farà tenere il tempo a bambini e bambine diversi.
Parole a tema
2
1. una volta scelto il tema l’insegnante lo scrive alla lavagna;
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Classe
In questa attività si alza decisamente l’asticella della difficoltà. L’insegnante, infatti, decide un tema inerente al quale i bambini dovranno proporre parole di 4 o più sillabe, in modo da includere anche il movimento del silenzio. Quindi procede in questo modo:
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2. divide i bambini in gruppi e dà loro un tempo (ad es. cinque minuti) per trovare le parole;
3. sceglie un portavoce per ogni gruppo: questo bambino avrà il compito di leggere ai suoi compagni le parole trovate dal proprio gruppo;
4. una volta che tutti i portavoce avranno letto le parole trovate dal proprio gruppo l’insegnante concede nuovamente del tempo per inventarsi una sequenza di gesti sonori e scrivere il corrispettivo SFB come in figura 37 o 38;
5. allo scadere del tempo, ogni gruppo si alza e si mette in riga di fronte agli altri bambini, tranne il portavoce. Questi dapprima scrive alla lavagna la sequenza di gesti sonori che il proprio gruppo ha scelto disegnando lo SFB, quindi si mette in riga con i suoi compagni e inizia a dare il tempo battendo la mano sulla cattedra, poi, dopo aver contato fino a quattro, esegue la sequenza di gesti sonori insieme ai suoi compagni e compagne.
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15.7 La saggezza dei proverbi
Tutti noi, da bambini, a domande specifiche ci siamo sentiti rispondere in maniera un po’ inconsueta, con delle strane parole piuttosto che con delle risposte esplicite. Avremmo poi imparato che quelle strane parole servivano a rendere comprensibile a tutti un concetto spesso complesso. Quelle strane parole sono i proverbi.
I proverbi, oltre ad essere spesso in rima e facili da ricordare, rappresentano un trait d’union generazionale: sono un collegamento tra un sapere tramandato in maniera orale anziché in maniera scritta. Sono un punto di incontro tra generazioni differenti.
Perciò vi proponiamo alcune attività legate proprio ai proverbi.
Iniziamo.
4. Infine, sopra ai quadrati, scriviamo le sillabe onomatopeiche dei gesti sonori: vi proponiamo più opzioni con gradi differenti di difficoltà.
Opzione 1
Opzione 2
Opzione 3
5. Quindi l’insegnante inizia a tenere il tempo con la mano sulla cattedra. Dopo aver contato fino a quattro, esegue i gesti sonori insieme ai bambini.
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Classe
2 Classe3
Nel proverbio precedente avevamo 12 sillabe: esattamente 3 gruppi di 4 quadrati. Ma come abbiamo visto nel paragrafo 15.4 e 15.5, nel momento in cui le sillabe non siano esattamente un multiplo di 4, dobbiamo utilizzare il silenzio. Facciamolo.
ROSSO DI SERA BEL TEMPO SI SPERA
1. Dividiamolo in sillabe
Figura 45
2. Le sillabe sono 11, perciò, anche in questo caso, dobbiamo disegnare 3 gruppi di 4 quadrati: tenendo conto che per scrivere correttamente lo SFB dovremo aggiungere un silenzio.
NOTA BENE
Come vedremo anche più avanti, potete inserire il silenzio nel punto in cui volete, ma è meglio inserirlo tra una parola e l’altra perché rende l’esecuzione dello SFB più musicale. Sappiamo che non dobbiamo inserirlo nel primo quadrato perché sarebbe più difficoltoso per i bambini tenere il tempo.
3. Sotto ai quadrati scriviamo le sillabe del proverbio (abbiamo scelto di inserire il silenzio dopo la parola sera).
Figura 48
Opzione 1
2 3
Classe3
Figura 49
Opzione 2
Figura 50
Opzione 3
CLA BUM BUM CLA ROS DI SO SE 1 TU FRI FRI TU PO SPE SI RA 3 TU TU FRI / RA BEL / TEM 2 CLA TU CLA BUM ROS DI SO SE 1 FRI TU FRI TU PO SPE SI RA 3 FRI TU TU / RA BEL / TEM 2 FRI TU BUM CLA ROS DI SO SE 1 3 CLA TU FRI BUM PO SPE SI RA TU TU FRI / RA BEL / TEM 2
Classe Classe
2 3
ADESSO... FATELO VOI!
Vi proponiamo dei proverbi e, passo dopo passo, vi lasciamo sempre più da soli.
Classe
Primo proverbio
2 Classe3
Divisione in sillabe.
Figura 51
CHI CERCA TROVA
CHI / CER / CA / TRO / VA / 123 54
Gruppi di 4 quadrati necessari per creare lo SFB.
Punti in cui inserire il silenzio
Dopo aver aggiunto le sillabe del proverbio e i gesti sonori, provate a proporlo ai bambini.
Gruppi di 4 quadrati necessari per creare lo
Dopo aver aggiunto i silenzi, le sillabe del proverbio e i gesti sonori, proponetelo ai bambini.
Ora disegnate voi i gruppi di 4 quadrati necessari per creare lo SFB. Poi, dopo aver aggiunto i silenzi, le sillabe del proverbio e i gesti sonori, provate a proporlo ai bambini.
Classe
3
Spartito Facile
POESIE e FILASTROCCHE
Alunne e alunni saranno guidati a diventare sempre più autonomi nella suddivisione in sillabe di scioglilingua, filastrocche e poesie ritmandole con lo Spartito Facile.
16. Spartito Facile, poesie e filastrocche
Eccoci arrivati in Terza!
In queste pagine dedicate alla Terza troverete come esempi una filastrocca e una poesia, in modo da apprendere la metodologia che poi potrete applicare a qualsiasi contesto.
Nel Quaderno Operativo Alunno, tuttavia, sono state inserite delle attività già pronte per essere suonate/ recitate con i bambini.
16.1 - Cominciamo per gradi
Utilizziamo la filastrocca: Torno a scuola
TORNO A SCUOLA
TORNO A SCUOLA TUTTI
NOTA BENE
Poiché una delle finalità della Guida è stabilire una corrispondenza tra Spartito Facile e spartito standard (il pentagramma), abbiamo scritto questa prima filastrocca con esattamente 4 sillabe per ogni verso. Questo, in seguito, renderà la corrispondenza più facilmente comprensibile.
Vediamo adesso come procedere con l’attività.
1. Poiché ci sono 8 versi di 4 sillabe ognuno, per costruire lo Spartito Facile Base l’insegnante per prima cosa dovrà disegnare alla lavagna 8 gruppi di 4 quadrati. Vedi sotto.
Classe3 Classe3
3. quindi decide quali gesti sonori vuol far compiere ai bambini inserendo le sillabe onomatopeiche sopra ai quadrati. Ecco una prima proposta (come al solito, prima che i bambini suonino/recitino la poesia con lo SFB, l’insegnante dovrà tenere il tempo nella maniera che abbiamo indicato nelle pagine precedenti).
Prima proposta
NOTA BENE
Ogni volta che i bambini suonano/recitano lo Spartito Facile (specialmente se hanno a che fare con lunghe sequenze) è fondamentale che lo eseguano dapprima pronunciando SOLTANTO le sillabe onomatopeiche, poi, una volta che avranno acquisito fluidità nell’esecuzione dei gesti, le sillabe onomatopeiche verranno sostituite da quelle della filastrocca o poesia in esame.
L’insegnante, inoltre, proprio quando ha a che fare con lunghe sequenze, può dividere l’apprendimento dei gesti sonori in più lezioni, secondo il livello raggiunto dalla classe. Come già scritto nelle prime pagine di questo Volume, la Guida non propone attività da svolgersi in una singola lezione, questo è a discrezione dell’insegnante.
Classe3 Classe3
In queste pagine vi suggeriamo una seconda e una terza proposta di Spartito Facile Base via via più complesse, in modo che la classe, una volta imparata la poesia, possa divertirsi a coreografarla in maniera sempre differente.
Seconda proposta
Figura 64
16.2 Rendiamo le cose più interessanti
Ovviamente pochissime poesie o filastrocche hanno esattamente 4 sillabe per verso. Come utilizzare lo SFB nei casi in cui le sillabe dei versi siano minori o maggiori di 4?
Semplice: inserendo i silenzi
Utilizziamo, ad esempio, questa poesia sulla Pasqua di Eleonora Bellini, leggermente riadattata.
L’UOVO ARCOBALENO
LA MATTINA DI PASQUA NEL MIO PRATO UN UOVO ARCOBALENO HO TROVATO, ERA PROFUMATO E STRANO NON PIÙ GRANDE DI UNA MANO.
QUANDO L’HO APERTO, CON STUPORE HO TROVATO SORPRESE D’OGNI COLORE: ROSSO IL SORRISO D’UN CINESINO, GIALLO IL CANTO DI UN ALGERINO,
AZZURRO IL SORRISO DI UNO SVEDESE, VERDE LA CAPRIOLA DI UN PORTOGHESE, VIOLETTA LA DANZA DI MILLE BAMBINE, INDACO I SUONI DI MILLE OCARINE.
E ARANCIONE ROTONDO E PAFFUTO
UN SOLE CALDO DI BENVENUTO, UN SOLE CALDO PAFFUTO E ROTONDO
UGUALE PER TUTTI I BIMBI DEL MONDO.
Adatt. da Eleonora Bellini
Come procedere in questi casi?
Per comodità prendiamo in esame soltanto la prima strofa e seguiamo questi punti.
1. Come d’abitudine la dividiamo in sillabe. Ecco il risultato.
2. DAPPRIMA contiamo le sillabe di tutti i versi che prendiamo in esame e le sommiamo (in questo caso la somma ha come risultato 38); QUINDI disegniamo tanti gruppi di 4 quadrati in modo che il numero totale dei quadrati superi il risultato di questa somma.
Perciò, in base al risultato della somma delle sillabe (38) e ricordandoci che dobbiamo aggiungere i quadrati a gruppi di 4, ecco che dovremo disegnare 10 gruppi di 4 quadrati, in modo da avere a disposizione 40 sillabe.
Per facilitare la comprensione dell’attività, inseriamo all’interno di ogni quadrato un numero che ci aiuta a capire visivamente con quante sillabe/gesti sonori abbiamo a che fare. Ecco il risultato.
3. Adesso bisogna impostare lo SFB scrivendo prima le sillabe che compongono la poesia, poi i gesti sonori (sillabe onomatopeiche) che l’insegnante vuol far compiere ai bambini. Ma in questo caso dobbiamo anche inserire i silenzi!
Come fare? L’unica regola – lo sappiamo – è NON INSERIRLI ALL’INIZIO DI UNO SFB (come primo quadrato).
Dopodiché, se fattibile, seguite questa raccomandazione: NON inseriteli nel mezzo di una parola, ma tra una parola e l’altra, in modo da dare all’esecuzione un respiro prosodico. Vi mostriamo ora una possibile soluzione.
Non dimentichiamoci delle altre strofe!
Ecco di nuovo L’uovo arcobaleno, la poesia sulla Pasqua.
L’UOVO ARCOBALENO
LA MATTINA DI PASQUA NEL MIO PRATO UN UOVO ARCOBALENO HO TROVATO, ERA PROFUMATO E STRANO NON PIÙ GRANDE DI UNA MANO.
QUANDO L’HO APERTO, CON STUPORE HO TROVATO SORPRESE D’OGNI COLORE:
ROSSO IL SORRISO D’UN CINESINO, GIALLO IL CANTO DI UN ALGERINO,
AZZURRO IL SORRISO DI UNO SVEDESE, VERDE LA CAPRIOLA DI UN PORTOGHESE, VIOLETTA LA DANZA DI MILLE BAMBINE, INDACO I SUONI DI MILLE OCARINE.
E ARANCIONE ROTONDO E PAFFUTO
UN SOLE CALDO DI BENVENUTO, UN SOLE CALDO PAFFUTO E ROTONDO
UGUALE PER TUTTI I BIMBI DEL MONDO.
Adatt. da Eleonora Bellini
Dopo avervi suggerito come muovervi per creare uno Spartito Facile Base utilizzando la prima strofa, ora provate voi a creare SFB con le altre strofe della poesia. Avanti tutta!!!
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION
Vi sentite coraggiosi, impavidi, temerari?
Bene, cari i nostri e le nostre Ninja della Body Percussion... questa è la pagina che fa per voi! Cominciamo!
Quando abbiamo creato una attività sulla poesia L’uovo arcobaleno, per scrivere lo SFB abbiamo dovuto per forza inserire i silenzi. Questo perché la somma delle sillabe dei primi quattro versi non era esattamente un multiplo di 4... ma... facciamo così, rinfreschiamoci la memoria: ecco la divisione in sillabe del primo verso.
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION
La somma di tutte le sillabe dei versi di questa prima strofa era 38, quindi abbiamo creato uno SFB con 10 gruppi di 4 quadrati (40 quadrati) sotto ai quali abbiamo inserito le sillabe di questa strofa della poesia. Con 40 quadrati avevamo a disposizione due silenzi e abbiamo deciso di inserirli in 2 punti della poesia, vedi figura 75
Questo il risultato.
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION
RIGUARDO AI SILENZI, oltre a NON inserirli mai all’inizio di uno SFB, vi abbiamo anche dato una raccomandazione: inseriteli – quando possibile – tra la fine di una parola e l’inizio della successiva.
Nel caso di figura 75 abbiamo inserito il minor numero di silenzi possibile, ma nel creare uno Spartito Facile Base nulla ci vieta di inserirne anche di più! Purché rispettiamo la regola di aggiungere i quadrati a gruppi di 4
Aggiungere più silenzi può servire per vari motivi:
a) separare più parole le une dalle altre;
b) dare più tempo ai bambini per preparare i gesti sonori;
c) creare una perfetta corrispondenza prosodica all’interno dello Spartito Facile: se separiamo con un silenzio tutte le parole del verso, il risultato sarà che il bambino compie un movimento muto (quello del silenzio) ogni volta che finisce una parola, quindi per chi ascolta sarà più facile comprendere il significato di quanto viene suonato/recitato.
Perciò, se adesso decidessimo di voler inserire più silenzi come detto al punto c, per separare una parola dall’altra dobbiamo tener conto che, all’inizio, non sapremo quanti gruppi di 4 quadrati ci serviranno, perciò facciamo così:
1. disegniamo tantissimi gruppi di 4 quadrati (nella pagina seguente troverete un utile schema da fotocopiare);
2. iniziamo ad inserire sotto ai quadrati le sillabe della prima strofa e i silenzi tra una parola e l’altra.
NOTA BENE
Inserendo un silenzio tra una parola e l’altra, la sillabazione della strofa risulterà senza sinalefe, perché, di fatto, la vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva non risultano più unite.
PER I NINJA DELLA BODY PERCUSSION
Una volta concluso questo lavoro avremo di fronte la situazione della figura sotto: i quadrati cerchiati in rosso sono i gruppi di 4 quadrati in più che avevamo inserito all’inizio, quando non sapevamo ancora quanti ne sarebbero serviti, perciò dobbiamo toglierli.
Provate a fare questo lavoro anche con le altre strofe e a concludere lo SFB aggiungendo voi i gesti sonori sopra ai quadrati.
Nella figura sotto abbiamo inserito un silenzio tra ogni parola della prima strofa. Prova a completare lo SFB inserendo i gesti sonori sopra ai quadrati.
16.3 Coinvolgiamo la classe in maniera attiva
Per cercare di rendere i bambini attori della lezione e non solo spettatori, l’insegnante può provare ad affidare loro dei compiti nella stesura dello Spartito Facile, facendo, di volta in volta, richieste differenti.
Riprendiamo la poesia L’uovo arcobaleno, ma prendiamo in esame solo i primi due versi della terza strofa.
L’UOVO ARCOBALENO (…) (…),
AZZURRO IL SORRISO DI UNO SVEDESE, VERDE LA CAPRIOLA DI UN PORTOGHESE, (…). (…).
1. L’insegnante forma due gruppi (A e B) chiedendo ad ogni gruppo di dividere in sillabe questi due versi. Dà un tempo per lo svolgimento di questo compito e nomina un portavoce per ogni gruppo.
2. Allo scadere del tempo, l’insegnante chiama alla lavagna i portavoce dei due gruppi e chiede loro di scrivere la divisione in sillabe della strofa. Poi discute insieme alla classe su quale sia la giusta divisione e perché.
In questo caso, siccome la divisione in sillabe la faranno i bambini, la considereremo senza sinalefe.
3. L’insegnante chiede alla classe di fare la somma delle sillabe dei due versi (25 sillabe).
4. Disegna alla lavagna 7 gruppi di 4 quadrati.
Figura 79
NOTA BENE
Ricordiamoci che per iniziare a creare uno Spartito Facile Base bisogna disegnare gruppi di 4 quadrati in modo che il numero totale dei quadrati superi il risultato superi la somma delle sillabe in esame. In questo caso abbiamo a che fare con 25 sillabe: seguendo la regola dei 4 quadrati per volta ecco che dovremo disegnarne 7 gruppi (cioè 28 sillabe a disposizione).
5. Fa un piccolo brainstorming in classe chiedendo ai bambini come mai ne abbia disegnati proprio 7.
6. Divide nuovamente i bambini nei gruppi A e B; quindi dà ad ogni team un foglio in cui ci sono solo i 7 gruppi di 4 quadrati (può fotocopiare la figura 79 della pagina precedente) chiedendo ad entrambi i gruppi di scrivere sotto ai quadrati le sillabe dei 2 versi in esame. Dice ai bambini di fare attenzione perché dovranno gestire anche i silenzi.
7. Una volta che i 2 gruppi avranno finito dà al gruppo A il foglio con il lavoro fatto dal gruppo B e viceversa.
8. Quindi chiede ad ogni gruppo di creare uno SFB inserendo le sillabe dei gesti sonori e i silenzi sopra ai quadrati con la divisione in sillabe fatta dai loro compagni dell’altro gruppo.
9. Dopodiché chiama i portavoce dei due gruppi e chiede loro di scrivere alla lavagna il risultato del proprio lavoro: il portavoce del gruppo A disegna alla lavagna la divisione in sillabe del gruppo B sulla quale il gruppo A ha inserito i gesti sonori.
Il portavoce del gruppo B fa altrettanto: disegna alla lavagna la divisione in sillabe del gruppo A sulla quale il gruppo B ha inserito i gesti sonori.
10. Alla fine avremo due differenti SFB creati dalla classe sulla base di uno stesso testo.
11. Per concludere l’insegnante comincia a tenere il tempo e prova con tutta la classe a suonare/recitare lo SFB del gruppo A e poi del gruppo B.
NOTA BENE
È una attività molto lunga, perciò per portarla a termine l’insegnante può impiegare anche 4 o più incontri.
Coordinamento e redazione: Corrado Cartuccia
Grafica: Una zebra a pois, di Gloria Della Gatta
Copertina: Alessia Polenti, Marco Mancini
Illustrazioni: Raffaella Ligi, Greta Crippa
Referenze fotografiche: Istock
Coordinamento digitale: Paolo Giuliani
Video: Renzo Canafoglia
Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Si ringrazia l’Istituto Comprensivo “Lorenzo Lotto” di Jesi, classi II e V, per le immagini dei laboratori in classe.
© 2023
Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it
Ristampa: 5 4 3 2 1 0 2028 2027 2026 2025 2024 2023
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Un progetto che guida alunne, alunni e insegnanti a suonare, usando il proprio corpo come uno strumento a percussione, con attività cooperative e inclusive motivanti.
La metodologia permette di agire allo stesso tempo sia in ambito musicale sia in ambito motorio.