Il veliero di Capitano Strong

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Erminia. Ebbi quasi tutti messaggi buoni: ero stato fortunato. Vinsi due cioccolatini e due baci ricevuti da due compagne di scuola che giocavano alle altalene. Mi fu anche chiesto, in un perfido messaggio, di baciare in bocca la mia cagnolina Luna, una femmina di carlino molto dolce. In seguito, ripetemmo il gioco, rendendolo sempre più vario, con l’aggiunta di messaggi di altro genere. Nelle bottiglie ci potevi trovare non solo pegni da pagare, ma anche finte richieste d’aiuto, mappe, barzellette o qualche parolaccia. Nella scelta delle frasi, spesso mi soccorrevano racconti di pirati, naufraghi e tesori. Mi aiutavo con idee ricavate da libri di avventura appena letti o da alcuni film che mi avevano particolarmente colpito. Però, non avrei mai pensato di usare delle bottiglie di plastica quale mezzo per affidare al mare messaggi importanti, invitando a comportamenti più ecologici. Invece... lo feci. Iniziò così la mia avventura. Forse era un po’ ingenuo credere che qualcuno potesse prestare attenzione alle mie bottiglie. Ma non disperavo. Dalle bottiglie di plastica passai alle bottiglie di vetro, sottratte sempre alla raccolta differenziata. Per un bel po’ i miei non s’accorsero di nulla. E io mi divertivo

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