Obesity focus campania

Page 1


Focus Campania BESITY

Con il contributo non condizionante di:

OBESITY: NET(TO)WORK

L’obesità è un problema di salute pubblica

L’obesità è una malattia cronica che interessa sia la popolazione adulta che pediatrica, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) uno dei problemi principali di salute pubblica. Secondo l’Italian Obesity Barometer Report 2023 circa 23 milioni di persone in Italia sono in eccesso di peso, ovvero circa il 46,3% degli adulti e il 27,2% tra bambini e adolescenti. A livello globale, almeno 2,8 milioni/anno di decessi sono attribuibili all’obesità.

Le due facce dell’obesità

L’obesità è contemporaneamente malattia e fattore di rischio per malattie croniche altamente invalidanti, come le malattie cardiovascolari, metaboliche e il cancro. Dallo studio internazionale ACTION-IO che ha coinvolto 11 paesi è emerso che in Italia l’84% delle per sone af fet te da obesità ne è consapevole ma che solo il 60% la ritiene una malattia cronica

L’obesità tra conoscenza e consapevolezza

Una caratteristica peculiare dell’obesità è la dif ferente distribuzione che si riscontra sia a livello territoriale che sociale In generale, vi sono più uomini con obesità che donne con obesità e in Italia si registra una maggiore prevalenza di persone malate nelle regioni del Sud e Isole rispetto alle regioni del Nord e nelle periferie rispetto ai centri metropolitani. Si assiste, inoltre, ad una differente distribuzione della patologia sulla base del livello di istruzione, secondo un rapporto inverso. Questi dati sottolineano l’importanza di dif fondere una corret t a conoscenza con l’obiet t ivo di accrescere la consapevolezza sull’obesità come malat t ia e le conseguenze che ne derivano.

Obiettivo

L’obiettivo del progetto Obesity net(to)work! è l’ ident if ic azione delle azioni ne cessarie per dare la giust a rilevanza e ot t imizzare la gest ione del paziente affet to da obesità a t ut t i i livelli compreso quello regionale, per arrivare alla definizione di un modello gestionale che rappresenti il filo conduttore tra le regioni, superando così il modello dei “silos” che impedisce nei fatti un utile travaso delle conoscenze e delle azioni finalizzate alla risoluzione del problema.

Dialogo

La creazione di un tavolo multidisciplinare permette il dialogo fra pazienti, specialisti che intervengono nella gestione del paziente con obesità da un lato e istituzioni regionali dall’altro.

Confronto

Gli “stakeholders” sono coinvolti nel prendere parte ad un confronto, identificando gli obietivi non raggiunti e discutendo sulle possibili proposte per la definizione del percorso più idoneo da intraprendere.

Azione

Il dialogo e il confronto verranno tradotti in azioni concrete mirate all’accrescimento della consapevolezza della malattia e all’individuazione di procedure di gestione del paziente affetto da obesità.

Board

Pietro Buono

Dirigente (ad interim) – Programmazione e valorizzazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi

Stefano Caldoro

On. Rappresentante dell’opposizione Consiglio Regionale della Campania

Valeria Ciarambino

Vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania

Giuseppe Cirino Presidente Società Italiana di Farmacologia (SIF)

Anna Maria Colao

Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo – Università degli studi di Napoli Federico II

Eugenio Di Brino

Co-founder & Partner di Altems Advisory, Università Cattolica del Sacro Cuore

Antonella Di Sarno

AU Federico II-Napoli. Dipartimento di Endocrinologia, Diabetologia, Andrologia e Nutrizione Clinica

Carolina Di Somma

Dirigente Medico, Dipartimento di Chirurgia Generale, Endocrinologia, ortopedia e Riabilitazione, AOU Federico II

Napoli

Katherine Esposito

Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - Università degli Studi della Campania

Luigi Vanvitelli”

Fulvio Frezza

Consigliere Segretario del Consiglio Regionale della Campania

Guido Iacc arino

Ordinario di Medicina Interna - Università Federico II di Napoli

Responsabile del Programma Assistenziale “Prescrizione dell’Attività Fisica Adattata per le Patologie Croniche”presso

AOU Federico II di Napoli

Maddalena Illario

MD,PhD R&D, AOU Università degli studi di Napoli Federico II

Giovanna Muscogiuri

Ricercatore Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, UOC

Endocrinologia, Università degli Studi di Napoli Federico II

Tommaso Pellegrino

Consigliere Regionale della Campania

Felice Pic ariello

University of Naples Federico II - UNESCO Chair on Health Education an Sustainable Development

Ugo Trama

Dirigente Responsabile U.O.D. 08 Politica del Farmaco e Dispositivi, Regione Campania

Iris Zani

Presidente Amici Obesi, Onlus

L a lot t a all’obesità è un at to di responsabilità

Stefano Caldoro

On. Rappresentante dell’opposizione Consiglio Regionale della Campania

L’ On. Stefano Caldoro afferma che le istituzioni sono state chiamate ad un atto di responsabilità per sostenere con i provvedimenti necessari, il tema dell’obesità. Questo deve avvenire soprattutto in Campania, dove i numeri dell’obesità infantile e adulta sono tra i peggiori a livello nazionale, attraverso azioni di prevenzione e di collaborazione tra Regione e istituzioni nazionali.

Invest ire nei centri ant iobesità

Il tema dell’obesità è complesso ed in Campania si sta assistendo ad un’epidemia nel mondo infantile e giovanile. Impressionante sapere che per l’OMS l’obesità è stata riconosciuta come una patologia cronica nel 1997 e la comunità europea ha percepito questa definizione soltanto nel 2021 con una direttiva in cui definisce l’obesità come una patologia cronica recidivante e non trasmissibile. Nonostante l’assunzione di consapevolezza, anche del mondo scientifico e culturale, non è ancora stata riconosciuta come malattia. In regione Campania i costi complessivi per la presa in carico e la cura dei pazienti affetti da obesità si aggirano intorno ai 900 milioni di euro, senza considerare i costi legati alle comorbidità associate, per questo investire nell’obesità e nei centri antiobesità potrebbe essere un’operazione virtuosa anche dal punto di vista economico e finanziario. È necessaria un’assunzione di responsabilità da parte della politica regionale, ci sono regioni con modelli terapeutici e diagnostici già in atto, come la regione Veneto dove è stato elaborato un PDTA per l’obesità ed esiste anche una rete regionale per i pazienti obesi. In Campania vi sono centri di e ccellenza, ma quello che manca è un sistema di rete, che garantisca l’accesso alle cure

Bisogna lavorare su due fronti: quello culturale, per far capire che l’obesità è una malattia e implica anche l’impegno economico e finanziario di coloro che sono chiamati ad una responsabilità attuativa nei riguardi di questa patologia, e quello scientifico e organizzativo per creare la rete che manca per rafforzare il link sul territorio, tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Contestualmente bisognerebbe predisporre un PDTA per uniformare tutte le fasi della presa in carico, prevenzione e diagnosi, fino alla cura. I rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione possono mandare un segnale forte: davanti a questa emergenza non esistono posizioni politiche, ma solo la necessità di unirsi e fare qualcosa di concreto.

Rete regionale e comunic azione sociale

Il Dott. Fulvio Frezza sottolinea l’importanza di includere le istituzioni su problematiche così importanti come l’obesità. D’accordo con Valeria Ciarambino, afferma che, aldilà di ogni ideologia politica bisogna trovare delle indicazioni utili a dare una svolta ad un problema terrificante. I numeri che abbiamo sono inquietanti, soprattutto i dati relativi ai futuri cittadini: trascurare la prevenzione e la formazione comporta costi a catena che a lungo termine porteranno a delle ricadute enormi. La Legge Regionale 24 giugno 2020, n. 9 della Regione Campania riguarda iniziative finalizzate all’adozione di sani stili di vita a tutela della popolazione infantile ed adolescenziale a rischio obesità. Questa legge prevede l’istituzione di un registro con una serie di finalità e di misure di controllo e valutazione dell’incidenza del fenomeno sul territorio regionale, fino all’agevolazione degli studi e delle ricerche scientifiche, la cura della malattia e la realizzazione di azioni di informazione nei confronti della popolazione regionale. Oltre alle campagne di sensibilizzazione, di educazione alimentare, di monitoraggio di percorsi diagnostici, formazione del personale sanitario e sociosanitario, si prevedono tutta una serie di attività, tra cui anche l’istituzione di una settimana regionale per l’educazione alimentare e la prevenzione dei disturbi legati all’obesità.

Nella settimana dedicata a questa patologia sono programmate una serie attività che riguardano la pratica di

attività sportive, la connessione con il CONI, con le strutture dell’ufficio regionale scolastico della Campania, e visite specialistiche (cardiologiche, diabetiche, misurazioni ponderali per gli alunni delle scuole elementari e medie inferiori), la promozione e la collaborazione per educazione nutrizionale rivolta a scuole medie e superiori e ancora la promozione di protocolli d’intesa con vari organismi esterni interni.

Sul territorio vi è già una rete che si occupa di prevenzione, formazione e cura del diabete: si dovrebbe fare lo stesso con l’obesità, per fornire un contatto diretto per i pazienti obesi.

Un altro aspetto fondamentale è trovare il modo di intervenire sulle ricadute sociali e ambientali: la proposta è quella di farci interpreti di una legge che possa giungere prima alla regione e poi al governo affinché ci sia un controllo più restrittivo sulla comunicazione, al fine di limitare le ricadute negative di una comunicazione errata sullo stile di vita.

C e n t r i a n t i o b e s i t à e e d u c a z i o n e a l

nelle mense scolast iche

Tommaso Pellegrino

Consigliere Regionale della Campania

Il Dott. Tommaso Pellegrino ribadisce l’importanza di avere tanti e autorevoli esponenti del mondo accademico e scientifico e della direzione generale al tavolo tecnico. I numeri sono drammatici e bisogna agire con azioni concrete, soprattutto perché la Campania registra la situazione peggiore in Italia. La legge regionale a cui si riferiva Fulvio Frezza è inattuata e si deve fare in modo che venga rispettata. L’aspetto organizzativo non è secondario, nella regione Campania sono stati messi in atto una serie di modelli ma bisogna programmare e razionalizzare, creare centri antiobesità che siano riferimenti all’interno della regione. Per fare questo non è necessario moltiplicare le strutture, perché la sanità non è soltanto gestionale ma si deve occupare realmente dei territori, dei pazienti e del problema. In Campania esiste una rete oncologica che conta 45 Breast Unit, in altre regioni con lo stesso numero di abitanti ne hanno la metà. Non è utile replicare strutture di modelli su tutto il territorio, le strutture vanno centralizzate.

Riguardo al tema dell’obesità infantile, bisogna agire con azioni concrete nelle mense scolastiche educando i ragazzi ad una sana alimentazione. Il lavoro della ricerca è eccellente ma non possiamo limitarci solo all’aspetto scientifico, è importante occuparsi anche dell’aspetto sociale che incide moltissimo sui numeri drammatici che ci ritroviamo oggi.

Rimozione dello st igma, inter vent i al sistema scolast ico e proget t i PNRR

Professore

di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università degli studi di Napoli Federico II

La Prof.ssa Anna Maria Colao focalizza l’attenzione su tre aspetti:

1. Il primo aspetto non riguarda solo la regione Campania ma è un problema di fondo, lo stigma che c’è intorno all’obesità. È l’unica patologia in cui la colpa viene data al paziente che subisce una pesantissima discriminazione e sin da piccolo sente la colpa di non riuscire a mangiare bene, di non fare abbastanza esercizio fisico e di non essere adeguato. Questo aspetto dovrebbe essere considerato per primo dai medici. L’obesità è l’unica malattia per cui non c’è un rimborso da parte del SSN alle terapie adeguate che si potrebbero prescrivere. Il SSN rimborsa solo gli interventi di chirurgia bariatrica, non risolutivi.

2. Il sistema scolastico deve essere rivisto nell’ottica dell’educazione alimentare e dell’educazione fisica, ripensando alle metodologie progettuali attuali per renderle più efficaci di quanto lo siano state finora.

3. Terzo aspetto su cui la Professoressa Colao e il suo gruppo sta lavorando, sono i contributi economici del PNRR destinati a queste progettualità. Un progetto dedicato alla nutrizione attualmente in corso è “Carpe Diem”, all’interno del quale è stata istituita una collaborazione con le industrie. L’obesità, infatti, riguarda anche l’efficacia lavorativa, chi ha problemi di obesità ha un rendimento inferiore e un rischio di infortuni maggiori sul lavoro. Riferendosi al consiglio regionale propone di coinvolgere l’unione industriale all’interno di un percorso che non è utile solo al paziente/lavoratore, ma è un ritorno di benefici per l’industria stessa.

L’obesità è una malat t ia cronic a, progressiva. bisogna agire sullo st ile di vit a

Katherine Esposito

Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo

dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

L’obesità è una patologia cronic a ma anche progressiva perché non si arrest a e c ausa altre malatt ie, oggi è considerata solo un fattore di rischio. Anche con l’IMC si potrebbe identificare in maniera immediata la patologia, che è rischio di morte. Stiamo correndo il rischio di minimizzare il ruolo di responsabilità individuale e ridurre l’aderenza a stili di vita salutari. Serve impegno per dare dignità medic a alla condizione e un migliore accesso alle cure. Se tutti i pazienti affetti da obesità diventeranno diabetici la situazione non sarà farmacologicamente sostenibile. È stato dimostrato che il soggetto affetto da obesità metabolicamente sano ha un rischio più alto di contrarre malattie coronariche (49%), cerebrovascolari (7%) e scompenso cardiaco (96%), rispetto ad un normopeso metabolicamente sano. Il sovrappeso e l’obesità increment ano il rischio di sviluppare patologie c ardiovascolari anche in assenza di alterazioni met ab oliche come il diabete, l’iper tensione e l’iperlipidemia Il diabete è una malat t ia cronic a e progressiva come l’obesità, che deve avere la stessa dignità di at tenzione. Tra le complicanze dell’obesità ci sono anche ansia e depressione, due condizioni patologiche che hanno travolto moltissimi giovani durante e dopo il periodo del covid.

La Campania ha un triste primato che va attenzionato. Nelle regioni del Mediterraneo negli ultimi 35 anni c’è stato un aumento della prevalenza dell’8.1% e noi siamo rimasti immobili davanti ad un fenomeno drammatico. Sono i paesi più poveri e con ceto sociale basso che risentono maggiormente di questo dramma. L’IMC elevato ha contribuito a quattro milioni di morti, che rappresentano il 7.1% dei decessi da qualsiasi causa, oltre che ad aumentare il legame alle altre patologie. La malattia cardiovascolare è la principale causa associata ai livelli alti di IMC seguita dal diabete. Uno studio ha dimostrato che i soggetti in sovrappeso hanno perso 1 anno di vita libero da malattia, quelli con obesità lieve-moderata hanno perso 3-4 anni di vita ed i soggetti affetti da obesità severa ne hanno persi 7-8. Sia i soggetti di sesso maschilechefemminileall’aumentaredelgradodise-

Si può agire su diversi livelli, il successo sta nella parola “life style”. Bisogna diffondere l’educazione del mangiare sano, fornire supporti comportamentali che ribaltino l’errata comunicazione televisiva.

Diversi studi hanno dimostrato che una perdita di peso maggiore del 10% può essere associata ad un beneficio cardiovascolare che dobbiamo cercare di ottenere. Non c’è nulla che non venga migliorato quando si ottiene una sostanziale perdita di peso.

La Professoressa Esposito presentò la dieta mediterranea in occasione dell’Expo ed ebbe un grande successo, il fascicolo fu tradotto in più lingue. In seguito, lanciò l’idea di creare un regolo del piatto mediterraneo, per permettere ai bambini di giocare a comporre il loro piatto. Con questa iniziativa è stata fornita ai bambini un’educazione importante e in maniera molto semplice. Nel 2023 la commissione di Lancet ha cercato di educarci alla diagnosi di obesità, identificando i criteri clinici e biologici per la diagnosi dell’obesità clinica, con l’obiettivo di contribuire a formare medici e governi per facilitare il processo decisionale di individuazione delle priorità per gli interventi clinici e le strategie di sanità pubblica. Definire l’obesità è un invito a prestare maggiore attenzione agli effetti che questa malattia ha sugli individui obesi.

Gli approcci terapeut ici devono essere par te di un percor so di cura del paziente

Non tutti gli affetti da obesità sono uguali e per questo motivo bisognerebbe introdurre un concetto di stratificazione. La Campania è la regione con il più alto tasso di eccesso ponderale, il 38% della popolazione è in sovrappeso e il 12% soffre di obesità. L’obesità è la colonna sonora di molte malattie ed ha anche un coinvolgimento cerebrale (circuiti reward), per questo molti farmaci che vengono utilizzati agiscono a livello centrale. I pazienti andrebbero educati ad uno stile di vita corretto, con scelte alimentari e attività fisica adeguati alle loro condizioni. Sono diver si gli approcci terapeut ici disponibili, quello nutrizionale, cognit ivo-compor t amentale, farmacologico e bariatrico. Le terapie nutrizionali e cognitivo-comportamentali sono i primi approcci che richiedono l’intervento medico di uno specialista: se questi non hanno gli esiti desiderati sulla riduzione dell’IMC si passa all’approccio farmacologico. Alcuni approcci della terapia cognitivo-comportamentale sono la bilancia decisionale, dove si cerca di far capire al paziente i vantaggi, i rischi e i benefici rispetto all’impegno che deve profondere, e l’automonitoraggio dell’assunzione di cibo, che consiste nell’appuntare tutto quello che viene mangiato durante la giornata insieme allo stato d’animo di quel momento.

La ricerca farmacologica ha fatto importanti passi avanti nell’ambito dell’obesità, è necessario istituire un percorso che accompagni il paziente.

In campania vi è la consapevolezza del problema obesità ma bisogna agire concretamente per ridurre i costi. Il pdta è un valido strumento

Il Dott. Pietro Buono sottolinea che i dati relativi alle sorveglianze attuali, promosse dall’ISS per mezzo del Ministero della Salute contribuiscono a delineare una situazione nazionale particolare e una situazione regionale anche peggiore. I dati relativi ai soggetti sovrappeso e affetti da obesità sono importanti anche rispetto alle altre realtà internazionali. Il dato è correlato alle difficoltà economiche, all’istruzione, all’età ed al genere. Per quanto riguarda la regione Campania, da parte degli operatori sanitari, c’è una promozione verso l’attività fisica che è superiore rispetto alla media delle altre regioni, per cui vi è consapevolezza della problematica. La promozione è attiva su tutti i livelli, di queste problematiche se ne parla al tavolo della medicina generale, al comitato della pediatria e al tavolo della specialistica ambulatoriale. La traduzione delle linee guida verso la pubblica amministrazione e la contabilità pubblica è un’impresa da costruire. In Campania i numeri sono preoccupanti, il 48% di adulti sono soggetti affetti da obesità o in sovrappeso, il 95% di questi non fanno attività sportiva. I ragazzi e gli adolescenti non mangiano correttamente, non consumano frutta e verdura.

I ricoveri regionali per obesità grave sono stati 2.564, per un totale di 12.798.255 di costi nell’anno 2022, e la mobilità passiva (in particolare verso Abruzzo e Puglia), degli ultimi 3 anni è pesata per un costo totale di 7,4 milioni di euro. Questa mobilità nel 2022 si è ridotta a 6 milioni.

La regione si sta interrogando e attivando per risolvere la situazione, anche nei confronti dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) è stata emanata una delibera con l’elenco delle strutture che operano sul territorio al fine di migliorare un problema sociale importante. Ogni regione dovrebbe attuare un proprio percorso, le linee di indirizzo nazionali sulla prevenzione di obesità e sovrappeso dovrebbero essere oggetto di una delibera di giunta regionale. Una volta emanate dovrebbero essere indirizzate alla direzione dell’istruzione, perché le azioni principali si fanno nelle scuole, come la presenza dei distributori gratuiti di acqua in classe. Quest’idea funziona perché invita i ragazzi ad allontanarsi dalle bevande zuccherate.

Il PDTA rappresenta sicuramente un utile strumento per ottimizzare e semplificare i processi, come ad esempio i PDTA della rete oncologica campana o dell’autismo che si sono rivelati molto utili in tal senso. Bisogna puntare sulla prevenzione, ma il coordinamento va organizzato in maniera efficiente in termini di risorse da allocare.

L’HTA per la gest ione delle risor se nella lot t a all’obesità

Eugenio Di Brino

Co-founder & partner di Altems Advisory dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

La più grande sfida del contesto in cui siamo è capire come continuare a garantire la sostenibilità economicofinanziaria del nostro SSN. Per far questo dobbiamo capire quali sono i fattori determinanti che stanno influenzando in modo importante le risorse finanziarie.

Prima di tutto il cambiamento della popolazione: stiamo assistendo ad una denatalità che ha portato ad avere una popolazione più anziana che giovane.

Un altro aspetto determinante per le risorse finanziarie è l’impatto dell’innovazione. Fino a qualche anno fa le innovazioni tecnologiche annuali erano limitate, mentre adesso grazie alla ricerca, gli strumenti innovativi e l’intelligenza artificiale, stiamo assistendo ad un boom nel settore dell’innovazione. Per questo motivo i costi stanno diventando insostenibili e bisognerebbe rivedere le riforme del SSN in concerto con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per ripartire dai bisogni di salute e non solo dal tetto della spesa. Una delle metodologie che ci aiuta in tal senso è l’HTA. Dal 2025 entrerà in vigore il Regolamento europeo per cui la maggior parte delle tecnologie sarà valutata tramite l’HTA, uno strumento esplicito, universale e multidisciplinare che valuta il reale valore di una tecnologia una volta immessa in un determinato contesto. Per il momento si sta cercando di regolare i metodi di utilizzo di questo strumento e fino al 2025 le varie agenzie di HTA lavoreranno insieme per quest’attività. Dal 2025 si partirà con gli oncologici e le terapie avanzate, per arrivare ai dispositivi medici nel 2027-2028 e raggiungere un pieno regime nel 2030.

I domini HTA per valutare una nuova tecnologia sono diversi: efficacia, sicurezza, organizzativo, economico, etico, legale, sociale, caratteristiche tecniche ed epidemiologiche. Fino ad oggi queste valutazioni vengono fatte in AIFA, dal 2025 per la parte di efficacia clinica e di sicurezza saranno svolte a livello europeo.

Da un punto di vista di burden dell’obesità, quindi di cost-of-illness, le evidenze sui costi sociali in Italia sono ancora insufficienti perché la maggior parte degli studi si focalizzano sugli Stati Uniti. Quindi la proposta è quella di lavorare come paese per generare un livello di evidenze consistente, bisogna investire sui dati. Il tavolo disciplinare di questo incontro è popolato da diverse figure importanti: politici, istituzioni, clinici ed economisti sanitari e insieme si dovrebbe unire l’energia per porre l’attenzione su questa emergenza.

Come già discusso l’obesità è associata a comorbidità importanti come diabete e malattie cardiovascolari. In Italia, secondo un rapporto OECD del 2019, la spesa sanitaria associata al sovrappeso è circa il 6% della spesa sanitaria totale. Questo grava sulle altre patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, il cancro e la demenza. Per questo motivo nel 2019 i paesi europei hanno messo in pratica nuove politiche, tra cui:

Politiche che influenzano gli stili di vita attraverso l’informazione e l’educazione;

Politiche che ampliano il numero di opzioni di scelta salutare;

Politiche per modificare il costo delle scelte legate alla salute;

Politiche per regolamentare o limitare la promozione di opzioni di scelta non salutari.

Investire sulla salute in modo concreto e reale è importante. Per ogni dollaro investito nella prevenzione dell’obesità, ci sarà un ritorno medio di 5.6 dollari sotto forma di benefici economici totali (cioè PIL) in media ogni anno nel corso dei prossimi 30 anni. Questa situazione va gestita in anticipo con modelli, tecnologie e prevenzione adeguati.

I l r i c o n o s c i m e n t o d e l l a m a l a t t i a e l ’ i n s e r imento nei lea, ormai non sono più rimandabili. il mmg è la prima congiunzione fra paziente e piano di cura.
Iris Zani

Presidente “Amici Obesi” Onlus

In rappresentanza dei pazienti prende la parola la Dott.ssa Iris Zani. Negli ultimi anni per combattere lo stigma, la Onlus si è impegnat a a parlare di per sone e non solo di pazient i e di pazient i che vivono con obesità piut tosto che di pazient i obesi. Questa piccola attenzione per dimostrare che il paziente non è colpevole del suo destino. Nel momento in cui i pazienti con obesità acquisiscono consapevolezza del proprio stato e comprendono la necessità di dover chiedere un aiuto concreto, realizzano che non sempre è facile reperire le informazioni corrette per intraprendere un percorso di cura. Qui entra in campo la Onlus, spesso contattata prima del medico curante, che elargisce consigli e informazioni sui centri e le strutture del territorio a cui potersi rivolgere. Quando il paziente percepisce di essere malato spesso non sa neanche a chi rivolger si e una volt a acquisite le prime informazioni realizza che il percor so da af front are è complesso, a c ausa della cronicità della patologia, e t alvolt a non lo intraprende per paura di non poter sostenere i cost i associat i. Rimandare le cure nel tempo fa sì che il grado di obesità aumenti, così come aumentano i costi per curarla, a meno che il paziente non diventi un affetto da obesità di terzo grado e quindi candidabile alla chirurgia bariatrica che è convenzionata con il SSN. Per migliorare questo sistema potrebbe essere ut ile fornire al paziente un’informazione strut t urat a a par t ire dal medico di medicina generale, il quale dovrebbe possedere una formazione specifica poiché è la prima figura che si interfaccia con il paziente con il compito di accrescerne la consapevolezza. Servono centri specializzati di primo livello che possano accogliere e assistere il paziente con programmi di screening e procedure diagnost iche. Sono necessari centri strutturati multidisciplinari, che mediante il SSN possano guidare e indi-

rizzare il paziente, attraverso la creazione di figure professionali istruite per consigliare ed accompagnare il paziente nelle pratiche burocratiche per l’ottenimento dei diritti che gli spettano (esenzione, accesso al farmaco e detraibilità) che dovrebbero essere concessi alla stregua di altre patologie. Sono richieste e quipe riconosciute ed organizzate per blocc are la dif fusione, ormai dilagante, dell’ut ilizzo errato ed indiscriminato del web e mondo social per la ricerca di cure miracolose, dannose, onerose non solo per il paziente ma anche per il SSN. Non bisogna dimenticare che il turismo medico porta ad avere pazienti che rientrati in Italia, necessitano di assistenza e spesso sono portatori di complicanze che vanno gestite in regime di urgenza. È c ategorico il riconoscimento della malat t ia, ormai non più rimandabile, che por t i ad una legge che ist it uisc a un piano nazionale di azione e alla creazione di centri di cura nazionali. Ancora più importante l’inserimento nei LEA di piani di cura e procedure diagnostiche necessarie a tutti i pazienti di qualunque grado di obesità. Occorre dare un messaggio chiaro alla comunità e all’opinione pubblica. Un riconoscimento giuridico porterebbe la persona malata di obesità ad un rispetto alla stregua di altri malati. Ci sono delle distinzioni anche nei pazienti con obesità, perché l’accesso alla cura non è garantito allo stesso modo, così come non lo è neppure per la terapia farmacologica. Sapere che sul mercato esiste un’alternativa alla chirurgia bariatrica e non potervi accedere è demoralizzante. Non si tratta di persone senza volontà che necessitano di cure e per questo non meritano discriminazione a causa dell’aspetto fisico. Lo stigma sociale e clinico è dolore psicologico inflitto gratuitamente nella persona con obesità e porta ad un aggravamento della patologia, pertanto occorre agire in fretta.

La rappresentante dei pazienti fa parte di un gruppo interparlamentare che si occupa di obesità e diabete, che fortunatamente ha continuato ad esistere al passaggio dalla vecchia alla nuova legislatura.

Il PDTA + fondament ale, e bisogna ragionare includendo la telemedicina, il telemonitoraggio e la teleassistenza, anche per avere una visione dell’aderenza alla terapia.

Ugo Trama

Dirigente Responsabile U.O.D. 08 Politica del Farmaco e Dispositivi, Regione Campania

Il Dott. Ugo Trama sottolinea che la grande criticità del SSN è quello delle risorse economiche.

Se parliamo di spazi verdi, alimentazione corretta, educazione all’alimentazione, esercizio fisico e benessere, il SSN non è capiente per questo e la grande scommessa è cercare di trovare fonti di risorse economiche in altri ambiti.

La creazione di un PDTA è fondamentale, ma la vera criticità non è tanto l’accesso alla cura farmacologica, quanto l’inserimento di un farmaco all’interno di un percorso sanitario. Il farmaco è anche un indicatore del percorso assistenziale, attraverso il farmaco si può valutare se quel determinato percorso è coerente o meno. In Italia viene fornita una buona prestazione farmaceutica ma non sempre appropriata. Non perché è inappropriata la prescrizione del clinico, ma perché non c’è la capacità di fornire quel percorso assistenziale dove il farmaco arriva al momento giusto.

Per mantenere il sistema in piedi e abbattere queste enormi criticità, che impattano tantissimo sul ceto sociale basso dove purtroppo non c’è la cultura dello stare bene, perché non ci sono risorse economiche, bisognerebbe creare un percorso assistenziale che possa far vedere anche la cura farmacologica come qualcosa di accessibile.

Ultima criticità del servizio farmaceutico è la modalità di accesso. Per l’abbattimento delle liste d’attesa e per una maggiore accessibilità, dovremmo lavorare su un percorso assistenziale che implichi l’inclusione delle nuove tecnologie di cui disponiamo come la telemedicina, il telemonitoraggio e la teleassistenza, anche per avere una visione dell’aderenza alla terapia.

B i s o g n a c o l m a r e i l g a p t r a g e s t i o n e d e l p a z i e n t e p e d i a t r i c o e a d o l e s c e n t e

Interviene la Dottoressa Maddalena Illario sottolineando la differenza tra bambini e adolescenti. Gli adolescenti appartengono a quella generazione in cui c’è un gap di mancata continuità assistenziale, tipicamente il bambino in sovrappeso non viene attenzionato dal pediatra. Il pediatra non trasferisce le informazioni al medico di medicina generale e quest’ultimo vede l’adolescente quando è già diventato affetto da obesità o soffre di comorbidità associate all’obesità.

In questo senso ci potrebbero dare una mano gli algoritmi per l’identificazione dei rischi. Essendo presenti anche rappresentanti politici viene marcata la difficoltà delle regioni di utilizzare gli algoritmi per via della GDPR che vieta l’uso secondario dei dati regionali. Questo impedisce di assimilare gli interventi sia di prevenzione secondaria, che derivano dalla stratificazione dei rischi e dall’uso secondario dei dati, che di medicina di iniziativa. Bisogna far capire che sul paziente patologico sia l’intervento secondario di prevenzione che quello terziario sono equivalenti alla medicina di iniziativa.

Tavola rotonda: proposte condivise

Al tavolo tecnico hanno partecipato anche la Dott.ssa Antonella Di Sarno (AU Federico II-Napoli. Dipartimento di Endocrinologia, Diabetologia, Andrologia e Nutrizione Clinica), la Dottoressa Carolina Di Somma (Dirigente Medico, Dipartimento di Chirurgia Generale, Endocrinologia, ortopedia e Riabilitazione, AOU Federico II Napoli), il Prof. Guido Iaccarino (Ordinario di Medicina Interna presso Università Federico II di Napoli Responsabile del Programma Assistenziale “Prescrizione dell’Attività Fisica Adattata per le Patologie Croniche” presso AOU Federico II di Napoli), la Dott.ssa Giovanna Muscogiuri (Ricercatore Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, UOC Endocrinologia, Università degli Studi di Napoli Federico II) e il Prof. Felice Picariello (University of Naples Federico II - UNESCO Chair on Health Education an Sustainable Development).

La tavola rotonda ha permesso la discussione plenaria di tutti i partecipanti, tra cui clinici, istituzioni, rappresentanza dei pazienti, economisti, che hanno espresso all’unanimità la volontà di non agire come silos che lavorano indipendentemente, ma piuttosto come risorse che collaborano insieme per il raggiungimento degli obiettivi comuni emersi da questo incontro:

Istituzione di un PDTA e instaurazione di una comunicazione efficace tra i MMG, i pediatri e le strutture di terzo livello come i centri specialistici e multidisciplinari dove poter indirizzare i pazienti. A questo proposito sono fondamentali gli indicatori di rischio precoci e dall’altro lato l’identificazione dei requisiti di eventuali tecnologie di supporto che potrebbero essere utilizzate per interventi innovativi. Quindi strumenti per intercettare precocemente come la telemedicina, strumenti di automonitoraggio o interventi di prescrizione al fine di monitorare l’aderenza e inviare messaggi personalizzati e di stimolo.

Differenziazione delle azioni rivolte ai bambini e adolescenti da quelle rivolte alla popolazione adulta. La proposta è di fare un censimento delle scuole che presentano lo spazio adibito all’attività fisica, il numero di bambini per scuola e quanti di loro fanno attività fisica.

Prevenzione in ambito pediatrico, puntando sull’attività fisica nelle scuole e sull’educazione alimentare. Per gli adulti ci si deve orientare sui modelli di presa in carico, terapia e percorsi assistenziali.

Considerare la riabilitazione, che insieme alla pre-riabilitazione, potrebbe essere lo spazio all’interno del quale fare insistere alcuni processi; trattandosi di una patologia dovrebbe essere definito “esercizio-terapia” al fine di standardizzare le procedure. In Campania esistono una serie di centri riabilitativi. L’obesità è lo spazio per la riabilitazione, perché è lo spaccato tra il modello biomedico e psicosociale e bisogna tradurlo in pratica clinica.

Aumento degli spazi verdi nelle città e gli spazi adibiti allo svago, per essere più weight-friendly; quindi, individuando zone dove, soprattutto i bambini, possano fare attività fisica.

Dunque, le proposte del tavolo tecnico sono le seguenti:

• Creare una rete territoriale attraverso l’identificazione di centri specializzati per la presa in carico, cura e follow-up del paziente affetto da obesità, in collegamento con i centri di II e III livello

• Lavorare ad un PDTA unico per la regione Campania, all’interno del quale venga distinta la parte relativa ai bambini e quella per gli adulti;

• Definire le categorie di rischio per gli adulti;

• Utilizzare strumenti digitali per l’identificazione precoce dei soggetti a rischio di obesità e per l’implementazione di approcci personalizzati integrati con il PDTA. Infatti l’utilizzo delle tecnologie al solo scopo di monitoraggio risulta riduttivo;

• Focalizzare la prevenzione sui bambini;

• Censire l’attività fisica nelle scuole campane.

Il responsabile scientifico

OBESITY: NET(to)WORK ! Focus Campania

Con il contributo non condizionante di: Segreteria Scientifica e Organizzativa:

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.