Diabetes barometer report 2022

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Agostino Consoli Presidente SID

La diabetologia italiana deve essere capaci di animare il dibattito istituzionale sul diabete, confrontandoci con il Ministero della Salute, il Parlamento, le Regioni e con tutte quelle realtà istituzionali che hanno potere gestionale e decisionale sulla gestione del diabete.

Siamo consapevoli tutti di quanto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenti un cruciale punto di svolta per il nostro Paese. Il PNRR non è soltanto un programma di investimento tradizionale ma è pensato come vero e proprio progetto trasformativo, dove gli stanziamenti di risorse sono necessariamente accompagnati da un imponente pacchetto di riforme strumentali al superamento delle barriere che hanno frenato lo sviluppo degli investimenti pubblici e privati negli scorsi decenni e delle debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne. Alla Salute è dedicata la Missione 6 del PNRR. Il Piano stanzia 15,63 miliardi in totale per le due componenti della Missione e cita l’approccio “One-Health” come riferimento per una riforma che definisca un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. La Misura 6 del PNRR appare indirizzata secondo almeno 3 “filosofie” di intervento – Portare l’assistenza al malato cronico FUORI DALL’OSPEDALE – Portare la erogazione della cura il più vicino possibile al destinatario della cura – Utilizzare, ovunque possibile, soluzioni telematiche per la erogazione della cura (viaggia il dato, non viaggia il paziente) Si avverte il concreto pericolo che una declinazione pratica frettolosa ed approssimativa di queste “filosofie” (intrinsecamente totalmente condivisibili) nella loro applicazione alla assistenza delle persone con diabete mellito (esempio paradigmatico di malattia cronica) possa distruggere quanto di buono costruito dalla legi-

slazione degli ultimi 30 anni relativamente alla assistenza al diabete e rappresentare un significativo passo indietro rispetto a quelle che sono le più moderne acquisizioni relative alla cura della malattia ed alla prevenzione delle sue pericolose complicanze invalidanti. Al tempo stesso la assistenza alla persona con diabete deve essere rimodulata e razionalizzata anche alla luce degli indirizzi tracciati dalla misura 6 del PNRR, non solo perché non può essa stessa non essere parte del processo di rinnovamento e trasformazione che il PNRR prevede, ma anche perché si avverte, per quanto esposto sopra, un impellente bisogno di razionalizzazione dell’uso delle risorse e di omogenizzazione nazionale dei percorsi e dei processi. Questa deve partire dalle seguenti considerazioni: 1. La assistenza alla persona con diabete si è evoluta, non riguarda il mero controllo della glicemia, bensì una azione di protezione globale verso il rischio di sviluppare tutte le patologie cui la persona con diabete è maggiormente esposta. E’ una azione che si avvale oggi di una farmacopea innovativa, di precise tecniche di intervento atte a promuovere comportamenti orientati alla salute, di tecnologie d’avanguardia per la somministrazione dell’insulina e per il monitoraggio dei parametri metabolici (anche da remoto) 2. Perché questa azione di “protezione globale” si estrinsechi al meglio è molto opportuno (se non necessario) che almeno il primo screening per le complicanze del diabete mellito faccia parte della attività specialistica della diabetologia, e che le strutture a questa preposta abbiano i mezzi strumentali necessari a farlo. 21


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