La Nazione Edizione Straordinaria

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MERCOLEDÌ 1 luglio 2009 Anno 151 - Numero 178 € 1,10

Edizione Straordinaria

TO I U T A GR

TRE INCHIESTE

RACCONTI DRAMMATICI

ALL’ALBA ARRIVA LIPPI

Sul treno merci si è rotto un asse

Il fuoco in casa uccide due sorelle

«Sono bombe messe sui binari»

GHERARDESCHI alle pagine 2 e 3

ALARI alle pagine 4 e 5

MARTINA a pagina 15

L’apocalisse di Viareggio

Diciassette i morti, trenta i feriti gravi. Bertolaso: «Ma il bilancio resta provvisorio»

IL COMMENTO

UNA TRAGEDIA, DUE MONDI di GIUSEPPE MASCAMBRUNO

E AGENZIE mi scorrono davanti agli occhi, mentre i colleghi telefonano e inviano mail dalla redazione di Viareg-

L

gio. La prima cosa che mi fa una terribile impressione è l’abisso che si apre tra una fonte e l’altra. Da una parte le polemiche, il maledetto tritume del «dopo» di ogni tragedia che, ogni volta, ci sbatte in faccia la certificazione di un’irresponsabilità diffusa, il fantasma inafferrabile di un’inefficienza e di un menefreghismo che allarga sempre di più i suoi confini. Un tempo solo nazionali, oggi più che mai globali. Dall’altra l’umanità straziante e pietosa della nostra gente, colpita nell’intimità dei suoi affetti privati eppur così generosa nello straordinario senso pubblico di appartenenza collettiva. Il senso vero di una comunità. Segue a pagina 3

DOLORE Uno dei soccorritori mostra la foto di una bimba deceduta


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LA NAZIONE MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2009 .

Uno dei carri merci distrutti dall’esplosione. Un’ immagine che rende l’idea del disastro che si è verificato la scorsa notte in prossimità della stazione ferroviaria

E ora comincia il rimbalzo La rottura di un asse del treno merci secondo le Ferrovie di PIERO GHERARDESCHI — VIAREGGIO —

N INFERNO. E’ stato un inferno. Pochi minuti dopo la mezzanotte una tremenda esplosione ha squarciato la notte della Versilia. Un vagone-cisterna di un treno merci, che trasportava gpl, proveniente da La Spezia e diretto verso Pisa è deragliato probabilmente per un cedimento strutturale. Solo qualche attimo, poi una dietro l’altra, tre esplosione violentissime hanno provocato il crollo di due palazzine vicino alla stazione, incenerito auto e devastato i binari. Il bilancio, ancora provvisorio, parla di almeno 17 morti ed una trentina di feriti. Quattro persone sarebbero ancora disperse: i vigili del fuoco, i volontari del 118, gli uomini della polizia, i carabinieri e i vigili urbani giunti sul posto stanno scavando dalla scorsa notte alla ricerca di persone ancora in vita. Fra le vittime ci sono anche due bambini, mentre altri due piccoli sono stati ricoverati al Meyer a Firenze e al Bambino Gesù a Roma, ma le loro condizioni sono disperate. Gli altri feriti sono stati trasportati oltre che all’ospedale Versilia, ai pronto soccorso di Pisa, Massa, Parma Roma e Genova. Sulla tragedia la Procura della Repubblica di Lucca ha aperto un’inchiesta. Tre le ipotesi di reato: disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo. In mattina è arrivato il cordoglio del Pontefice e del Presidente della repubblica Le persone evacuate dalle loro abitazioni, secondo il sindaco di Viareggio Lunardini, sono un migliaio, anche se una parte di loro sono state fatte evacuare per motivi precauzionali. Il comune si è attivato per dar loro una sistemazione fin dalla serata: al momento è stata allestita una sorta di piccola tendopoli nel centro della città per dare ristoro e conforto agli sfollati. Difficile la ricostruzione delle cause che hanno provocato la tragedia: il treno, secondo alcune testimonianze, sarebbe entrato in stazione a Viareggio addirittura con un principio d’incendio anche se questo particolare è tutto da verifi-

U Imponente l’opera dei soccorritori accorsi da ogni parte della Toscana. Oltre ai vigili del fuoco e ai volontari sono stati impegnati anche i C-130 dell’Aeronautica militare e l’elisoccorso della Regione Toscana

IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE GUIDO BERTOLASO

«Una delle peggiori catastrofi Ora interventi di sicurezza» — VIAREGGIO —

«E’ UNA delle peggiori tragedie che abbiano colpito il settore dei trasporti nel nostro Paese». A parlare è il capo del dipartimento della protezione civile Guido Bertolaso nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta stamani a Viareggio per fare un primo, seppure approssimativo, punto sulla tragedia che ha scosso la città ed ha provocato una quindicina di morti. «Dopo questa lezione, ha insistito, ci saranno degli interventi da adottare per far si che non abbiano a riproporsi tragedie di questo genere». Il capo della Protezione civile, dopo aver sottolineato che il bilancio delle vittime è ancora provvisorio, ha poi spiegato le modalità del travaso di gpl dalle cisterne del treno. «E’ questa un’operazione particolarmente difficile e delicata. Richiede grandissima cautela ed è una

delle fasi più rischiose anche se la situazione appare sotto controllo». Bertolaso ha ricordato che in particolare sono tredici le cisterne piene di gpl che dovranno essere svuotate. Quattro di queste sono quelle che, dopo il deragliamento, si sono rovesciate. E’ stato necessario, in un primo tempo, bonificare e raffreddare la zona per poter far avvicinare i vigili del fuoco che hanno iniziato, appunto, l’opera di fuoriuscita del gpl.A questo proposito sono giunte squadre speciali da Roma, Venezia e Milano. Il capo della Protezione civile ha sottolineato lo sforzo tempestivo dei soccorritori che con

grande lucidità hanno evitato danni ancora più gravi.In particolare ha sottolineato l’opera del Prefetto, del questore e del comandante dei carabinieri oltre che delle decine di volontari che dalla notte lavorano senza sosta. «Siamo impegnati - ha detto Bertolaso - a ripristinare la normalità. Siamo all’inizio della stagione estiva ed è giusto che le vie di comunicazione siano ripristinate quanto prima. E’ ugualmente importante dare immedisata accoglienza agli sfollati. Siamo al lavoro, in collaborazione con la regione Toscana, per riparare i danni e per dare assistenza sanitaria nelle migliori strutture specializzate ai ferfiti»

Bertolaso in mattinata si è recato anche nel centro della città dove l’amministrazione comunale di Viareggio si era attivata per sistemare gli sfollati. I senza tetto dovrebbero essere un migliaio, ma di questi fanno parte anche coloro che non hanno l’abitazione dannegiata, ma risiedono nella zona considerata ancora a rischio. Fin dal momento della tragedia sono stati fatti uscire dalle loro case a scopo precauzionale ma probabilmente nel giro di qualche giorno saranno in grado di poter riprendere possesso delle loro abitazioni. Sempre secondo il capo della Protezione civile le persone che sono realmente senza casa dovrebbero essere poco meno di trecento. Bertolaso continuerà anche nei prossimi giorni a coordinare le operazioni di lavoro sulla linea ferroviaria che al momento è impissibile stabilire quando potrà essere per intero riattivata.


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SEGUE DALLA PRIMA

Difficile l’opera da parte dei soccorritori. Per ore c’è stato il rischio di eventuali nuove esplosioni causate dalla fuoriuscita del gpl dai vagoni che sono deragliati

UNA TRAGEDIA, DUE MONDI Subito dopo l’esplosione, nel cuore della notte, sono divampate altissime fiamme visibili non soltanto dalla zona di Viareggio ma anche dai paesi vicini

delle responsabilità

avrebbe innescato il disastro. Tre ipotesi di reato

care. Per l’Ad delle Ferrovie sarebbe stata la rottura di un asse la causa dell’incidente al carro merci, immatricolato dalle ferrovie polacche, ma di proprietà della Gatx, una società austriaca. Comincia, ora, il rimpallo delle responsabilità in attesa che la magistratura faccia chiarezza. Resta il fatto che il merci, composto da quattordici vagoni, è deragliato con il vagone cisterna che trasportava 30 metri cubi di gpl nel tratto che attraversa la città. Il gas petrolio, fuoriuscito, a contatto con l’aria, si è di fatto trasformato in una nube che ha trovato subito un innesco: da qui la deflagrazione violentissima con la potenza di una bomba. Due palazzine

tre, infatti, in una delle due palazzine crollate si conosceva il numeEcco come appariva la ro dei residenti (diciotto in tutto) stazione di Viareggio più difficile è stato ricostruire alle prime luci dell’alba quante persone in effetti abitassedopo la tremenda ro nell’altra. Lì, infatti, secondo esplosione del alcune testimonianze abitavano convoglio merci da poco anche alcuni extracomunitari venuti in Versilia per lavorare durante la stagione estiva. Fra le vittime, come accennato, anche due bambini. Uno stava cercando di fuggire dal luogo dell’esplosione insieme al babbo, alla mamma e ai due fratellini, quando è stato investito da una lingua di fuoco che l’ha ucciso. Molti dei feriti (una trentina in tutto) versano in gravissime condizioni: uno di loro è morto nella tarda mattina al Santa Chiara di Pisa, mentre altri ricoverati al Centro Grandi Ustionati sono in condizioni disperate. Il bilancio delle vittime, secondo i medici, è purtroppo destinato a salire. Fin dalla nottata grande caos anche sulla linea ferroviaria Tirrenica. I viaggiatori diretti verso la Toscana da La Spezia con treni a lunga percorrenza sono stati costretti ad usare pullman messi a disposizione da Trenitalia e dalla Croce Rossa. Solo così, pur con grandi difficoltà e inevitabili ritardi, hanno potuto raggiungere Pisa. Da qui è stato poi possibile riprendere il treno per raggiungere Roma e Firenze . Stesso percorso in direzione opposta, dalla Toscana verso la Liguria. I convogli tra Torino e Roma sono invece stati fatti transitare nella pianura padana fiche si trovavano a poche decine re di nuove esplosioni. Le fiam- no a Bologna e da qui hanno ragdi metri dal luogo dell’esplosione me sono state domate soltanto al- giunto Firenze e successivamente sono state letteralmente spazzate le prime luci dell’alba, mentre Pisa. via. L’onda d’urto, simile a quella continuava la spola delle ambu- Il traffico regionale, invece, è stadel terrimoto, ha coinvolto lanze verso gli ospeto interrotto tra Piun’area di circa trecento metri. dali. Alcuni feriti sa e Forte dei MarSOCCORSI Un motociclista è stato investito più gravi sono stati mi. Intanto è monAncora dispersi tata anche la protedal fuoco ed è morto carbonizza- trasferiti con l’aiue centinaia sta dei viaggiatori to. Distrutte dalle fiamme anche to anche dei C-130 di persone ed in particolare dei decine di auto che si trovavo par- dell’Aeronautica evacuate turisti per la mancheggiate nella zona e danneggia- militare e dell’elisoccorso della Recanza di informaziote molte abitazioni della zona. ni sugli orari di partenza dei bus. E’ seguito un fuggi fuggi genera- gione Toscana. le. La gente, terrorizzata e in pre- Si è capito subito che il bilancio Difficile stabilire, però, quanto da al panico, ha cominciato a scap- delle vittime sarebbe stato gravis- tempo sarà necessario per mettere pare dalle case vicine. Nel giro di simo, un bilancio che, a quasi ven- in sicurezza i vagoni merci dipochi minuti sono scattati i soc- tiquattro ore dalla tragedia, è im- strutti dalle fiamme, liberare i bicorsi: i vigili del fuoco hanno do- possibile rendere definitivo. Si nari e rimettere in sicurezza la livuto muoversi, almeno all’inizio, continua ancora a scavare per cer- nea per poter ripristinare il transicon grande attenzione per il timo- care eventuali altri dispersi. Men- to regolare.

GIUSEPPE MASCAMBRUNO

ON ESSA il patrimonio inestimabile dei soccorritori, vigili del fuoco in testa, che rispondono, come sempre, con una prova sublime alla precarietà crescente di uomini e mezzi. Eppoi i volontari, il personale medico e paramedico delle decine di ospedali e strutture sanitarie chiamate ad affrontare l’emergenza. Che sensazione spaventosa di dualità. Due mondi che sembrano sempre più lontani, verticalmente divisi da due modi completamente diversi di interpretare l’etica pubblica in questa interminabile stagione impastata e impestata da egoismo, cupidigia e vanità.

C

IL TRENO della morte è un simbolo di questo tempo: binari e motrice italiani, convoglio di cisterne immatricolate in Polonia, società di gestione austriaca che affitta le carrozze a mezzo mondo. In questo puzzle si smarriscono le ragioni di valori universali che si chiamano sicurezza, rispetto del prossimo, responsabilità appunto. Al soggetto X spetta la manutenzione, al soggetto Y la verifica, al soggetto Z il controllo. Ma, alla fine, sotto l’etereo patrocinio di un’Europa efficiente e solidale solo nella moltiplicazione delle sue cervellotiche farraginosità burocratiche, tutti sono in grado di sfuggire a tutto. Come si dice sempre in questi casi, la magistratura e le tante altre, inutili, inchieste ci diranno come sono andate le cose. Poi qualche altro garbuglio normativo internazionale allungherà i tempi e il brodo di un’attribuzione certa di responsabilità che rimbalzerà da una parte all’altra. Con una sola certezza: i funerali delle vittime si faranno al più tardi tra due o tre giorni, la giustizia arriverà quando arriverà, se arriverà nella sua pienezza, in un tempo senza scadenza. ORA SI DICE quel che il buonsenso dovrebbe imporre da sempre: bisogna rivedere le norme dell’Unione Europea che (non) regolano i trasporti nel territorio comunitario; bisogna rivedere le applicazioni nazionali di quelle direttive; bisogna rivedere gli standard di sicurezza domestici e comunitari. Un sacco di cose si dovranno rivedere. Come un sacco di cose, europee e nazionali, dovevano essere già riviste, per esempio, dopo le tragedie provocate dai Tir che soprattutto dall’Est ex comunista, sono arrivati e continuano ad arrivare in Italia in condizioni da terzo mondo. O di fronte alle quotidiane violazioni che si giustificano in nome di una libertà di circolazione delle persone e delle merci. Che, in queste condizioni, senza controlli e controllori ben stabiliti e identificati, rischia ogni giorno di più di diventare, libertà di fare il proprio comodo. Fino al punto di uccidere. giuseppe.mascambruno@lanazione.net


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BONIFICA Le bombole che trasportavano il Gpl sul «treno della morte» debbono essere messe in sicurezza e ci vorranno dei giorni. La linea tirrenica resta chiusa

Ilaria e Michela, unite anche

Tragica fine di due sorelle. Un’amica le cerca per ore, poi il drammatico dall’inviato LAURA ALARI — VIAREGGIO —

Si getta nel vuoto con il figlioletto in braccio HA ABBRACCIATO il figlioletto di 8 anni e si e’ lanciato nel vuoto da una tettoia alta alcuni metri per sfuggire alle fiamme. Un gesto istintivo, disperato che è valso la salvezza del figlio. I bambino, infatti, e’ rimasto quasi illeso tranne un taglio alla testa. Peggio è andata all’uomo che è’ stato operato d’urgenza all’ospedale della Versilia per un trauma toracico dovuto alla drammatica caduta. Un trauma occorsogli proprio per proteggere il bambino nel volo dall’alto. E’ una delle tante, drammatiche storie che emergono dalle testimonianze successive all’ esplosione che ha colpito al cuore Viareggio la notte scorsa. Il bambino ora e’ ricoverato nel reparto di pediatria e, secondo quanto hanno affermato i medici, se la cavera’ senza problemi. Piu’ difficili, invece, le condizioni di un altro bambino di 8 anni, con forti ustioni al volto, ricoverato anche lui nello stesso reparto del Versilia. Nello scoppio ha perso un fratellino e la madre che era stata inizialmente trasferita all’ospedale di Pisa. Ma dopo alcune ore la donna non ce l’ha fatta. Sempre a Pisa, nello stesso ospedale, è ricoverato in gravi condizioni anche il padre.

don» poco dopo le 15, alla fine del turno. Da allora nessuno ha più avuto notizie. Nè di lei nè di Michela.

LLY ERA arrivata all’ospedale Versilia con la speranza nel cuore. Le LA PALAZZINA dove vivevano avevano detto che le sue amiche è una di quelle investite in pieno lunedì sera erano uscite, era con- dall’esplosione, al numero 20 di vinta che nel peggiovia Ponchielli. re dei casi le avrebDell’appartamento ESPLOSIONE be trovate ferite. Marestano solo maceLa casa gari in modo leggerie e la proprietaria ro, magari si sarandove vivevano che lo aveva affittano trovate nei paragè stata investita to quattro anni fa, gi dell’esplosione Linda Profili, in pieno dal gas mentre rientravano dall’altra notte non a casa, avrà pensato. si dava pace: «Ho Invece le due sorelle Mazzone era- fatto mille telefonate, sto chiedenno all’obitorio ed è toccato all’ami- do aiuto a tutti quelli che conosco ca d’infanzia il compito di ricono- e alle istituzioni ma non si riesce scerle. Ilaria aveva 36 anni, lavora- a sapere niente di preciso». Linda va come direttrice in un hotel del- vive con la madre, inferma, e con la Passeggiata, il «London». Mi- la badante della donna in via Vechela, due anni in meno, faceva la spucci: «Appena ho capito cosa baby sitter e lo scorso Natale ave- stava succedendo le ho lasciate in va deciso di trasferirsi dalla sorel- casa e mi sono precipitata cercanla. Erano state proprio loro a dare do di arrivare in zona ma ormai quel soprannome ad Olizia, l’ami- era impossibile, non si poteva più ca d’infanzia mai persa, quasi passare. Allora ho iniziato la ricerun’altra sorella. Una bella ragazza ca per telefono di tutte le persone bruna, Olly, che adesso piange a che conoscevo e che abitano da dirotto con il volto sfigurato dal quelle parti. Era un problema andolore.Le ultime tracce di Ilaria che chiamare con i cellulari, l’unirisalivano a lunedì pomeriggio. ca cosa che sono riuscita a sapere Aveva salutato i colleghi del «Lon- è che dopo il crollo si sentivano

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LA PRIMA VITTIMA Il corpo senza vita del povero Rosario Campo, l’operaio della Darsena originario della Sicilia, trapiantato a Massarosa. E’ stato il primo a morire carbonizzato (Umicini)


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IL BOLLETTINO MEDICO I sanitari e i vertici amministrativi dell’Asl 3 fanno il punto della situazione dei morti e dei feriti. L’ospedale Versilia ha accolto la maggioranza delle persone che dovevano essere curate

MACERIE La casa di via Burlamacchi, tra la Croce Verde e la concessionaria Fiat, che è andata completamenbte distrutta. E’ disabitata da alcuni anni

nella morte

TESTIMONE Il racconto di Milziade Caprili, presidente della Croce Verde ddddd

riconoscimento all’obitorio

peva con precisione se Ilaria e Michela fossero davvero in casa. Anzi, l’amica Olly racconta dai singhiozzi che alcuni vicini erano sicuri di averle uscire più o meno ANCHE I VIAREGGINI che so- all’ora di cena. Forse un’indicaziono stati solo sfiorati dalla trage- ne sbagliata, o forse le ragazze sodia, o per fortuna nemmeno tocca- no uscite davvero ma all’ora della ti, la vivono in pritragedia purtroppo ma persona. Da luavevano già fatto riLE VITTIME nedì notte si è innetorno a casa. scata una catena di Una delle due donne solidarietà che non lavorava al «London» DI SICURO si sa L’altra faceva coinvolge solo gli soltanto che Ilaria è addetti ai lavori ma stata trovata ancora la baby sitter anche dalla gente a letto, morta probacomune. Chi può si bilmente per asfismette a disposizione per fornire sia. Mentre la sorella stava riversa almeno qualche notizia utile ed è sul pavimento e presenta ustioni grazie a questa catena che la signo- in varie zone del corpo. All’ hotel ra Linda arriva nell’agenzia im- «London» hanno sperato fino mobiliare Bechelli, in via Buonar- all’ultimo in un colpo fortunato roti. Una delle socie ha un paren- del destino. Ancora stamattina, te che abita propprio lì, in via Pon- nell’incertezza, una collega di Ilachielli al 20. Si chiama Ceccardo ria alla reception si illudeva che fosse fuori Viareggio: Billot, ha 80 anni ed è riuscito a direttrice non sarebbe comunque vescappare dopo la prima esplosio- «Oggi nuta a lavorare perchè è il suo ne, in tempo per evitare di finire giorno libero». Poi, nel primo posotto le macerie della palazzina meriggio, è arrivata l’agghiacciancrollata. Insieme a lui c’erano la te conferma dei timori che ha demoglie e la figlia, ancora in cami- vastato di dolore parenti, amici, cia da notte, che confermano di colleghi e la signora Linda. Impieaver sentito qualcuno lanciare gri- trita, senza parole, insieme alle rida da sotto le macerie. «Sembrava- cerche ha fermato per un attimo no voci di donna» ma nessuno sa- anche il respiro.

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voci che gridavano aiuto e qualcuno pensa che fossero proprio quelle delle due ragazze. Ma da stamattina non si sente più niente».

DISTRUTTE DUE AMBULANZE, FERITI ALCUNI VOLONTARI

Una lingua di fuoco avvolge la Croce Verde di FRANCESCO MEUCCI — VIAREGGIO —

N VOLONTARIO ustionato, altri feriti. Due ambulanze distrutte, altrettante pesantemente danneggiate; un’auto bruciata. L’area del pronto soccorso e quella dedicata al Cup inagibili. E’ pesante il bilancio dei danni subiti dalla Croce Verde, il cui edificio si trova a poca distanza dal luogo dell’esplosione ed è stato investito dalle lingue di fuoco sprigionatesi dall’incendio di questa notte alla stazione ferroviaria. Il disastro ha colpito al cuore una delle istituzioni più care ai viareggini, proprio perché da sempre in prima linea in ogni genere di emergenza.

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«IERI SERA ero a casa, ma sono stato avvisato subito e sono arrivato nella sede della Croce Verde appena pochi minuti dopo che le fiamme erano divampate — racconta Milziade Caprili, presidente dell’associazione di volontariato — Giusto in tempo per veder morire carbonizzato il giovane di 34 anni che era a bordo di una Vespa ed è stato investito dalle fiamme». Al momento dell’incidente, all’interno della sede della Croce Ver-

de c’erano una decina di persone, tutti volontari — in totale attorno all’associazione ne gravitano più di duecento — pronti a fare il loro dovere. Molti di loro sono rimasti feriti in modo non grave, uno invece versa in condizioni abbastanza preoccupanti. Si tratta di un ragazzo che, udito il botto, si è precipitato fuori per vedere cosa stava accadendo. «E’ stato investito dal colpo di ca-

SOLIDARIETA’ Il botto e le fiamme non hanno fermato la macchina degli aiuti lore e ha riportato ustioni su buona parte del corpo — riferisce ancora il presidente — Per fortuna, a quanto ci hanno detto dall’ospedale, le sue condizioni non sono disperate». ALTRETTANTO drammatica è la testimonianza del gestore del bar della Croce Verde. «Era l’ora di chiusura — racconta — e stavo per uscire dal locale. Ho sentito il colpo e tutti i vetri sono immediatamente saltati in aria. Ma la cosa più impressionante — aggiunge — è che la violenza dell’esplosio-

ne ha smurato il portone blindato». NONOSTANTE la sede lesionata, i mezzi bruciati, i volontari feriti, la Croce Verde non si è certa tirata indietro di fronte alla tragedia. Anzi. «Nel giro di breve — spiega ancora Caprili — siamo riusciti ad aprire la nostra sede e, nonostante le grandi difficoltà, a dar soccorso ai feriti. Grazie all’aiuto e alla collaborazione delle Pubbliche Assistenze, poi, abbiamo contribuito all’apertura del presidio di primo soccorso al commissariato. Abbiamo lavorato tutta la notte con l’unica ambulanza rimasta illesa dall’esplosione. I nostri volontari sono rientrati subito in sede e, consapevoli dell’enorme tragedia che la nostra città sta vivendo, si sono prodigati per aiutare la popolazione. D’altronde — aggiunge ancora il presidente — la forza della nostra associazione è proprio questa: star vicino alle persone nel momento del bisogno. Certo, per far questo servono energie, fatica e adesso anche tanto danaro per riparare i gravissimi danni che abbiamo subito. Ma sono certo — conclude Caprili — che il buon cuore dei viareggini e degli italiani ci aiuteranno a superare questo momento di grandissima difficoltà».


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Delizie per tutti i gusti!

PICCOLA ENCICLOPEDIA DEL GUSTO LA BUONA CUCINA A PORTATA DI TUTTI 26 Dolcetti e biscotti 27 Pasta leggera e veloce 28 Crostini e tartine 29 Menù vegetariani 30 Cucinare al microonde

31 Pasta artigianale 32 Frutti di mare 33 Salse oli e aceti aromatici 34 Tante idee con le verdure 35 Insalate e insalatone

36 La cucina della natura 37 Tante idee al forno 38 Grigliate di carne 39 Grigliate con verdure e... 40 Conserve di verdura

41 Gelati, sorbetti e... 42 Tante idee con i crostacei 43 Marmellate e conserve... 44 Grigliate di pesce 45 La cucina leggera

da GIOVEDÌ 25 GIUGNO GELATI, SORBETTI E SEMIFREDDI

46 Tante idee con i funghi... 47 Party e buffet 48 Tante idee con l’aceto... 49 Grappe aromatizzate 50 Sapori equi e solidali

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PIANTO Le lacrime dei superstiti. Qualcuno, come Ayad Ibtissam (al centro) ha perso la sorellina e il fratello di 17 anni, mentre la madre è gravissima

«La mia famiglia non c’è più» Tra i disperati di via Ponchielli arrivano anche gli psicologi di DIEGO CASALI

SCENARIO Un drammatico scorcio di via Ponchielli distrutta dall’esplosione. Nella foto piccola alcuni sfollati

TELEFONI cellulari che squillano a vuoto. La linea interrotta o la segreteria telefonica che entra in automatico. La speranza appesa a una voce che, però, non si materializza. «Da ieri sera e per tutta la mattinata sto provando a contattare i miei amici free bikers Andrea e Luisa — dice tra le lacrime Donatella Raffaelli — ma il telefonino tace. Abitavano proprio in via Ponchielli, nell’epicentro di quella che una tragedia immane. Non so più cosa pensare, sono distrutta. Ho visto da lontano la loro casa: è un cumulo di macerie. E loro, con molta probabilità, si trovano anco-

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ra lì sotto. Sono dati per dispersi. ma non ho idea delle sue condizioE questo, da un certo punto di vi- ni. Cos’è successo? E’ successo sta, ci consente ancora di sperare. che prima abbiamo sentito A quell’ora solitamente portano a dell’odore di gas e poi le esplosiopasseggio il cane. Magari si fosse- ni, una dietro l’altra. Io mi sono ro salvati grazie al loro... Filippo». salvata perché sono riuscita a fugPensieri in libertà e desideri ag- gire, ma adesso la mia famiglia grappati al flebile filo di una spe- non c’è più». «Sono stati quattro i ranza che va via via boati — racconta LE MACERIE assottigliandosi Gabriele Pellicci all’esterno dell’ac—. Abito a circa «Non trovo cettazione del pron800 metri in linea i miei amici to soccorso Abitavano proprio d’aria e stavo prendell’Ospedale Unisonno quanin quella palazzina» dendo co della Versilia. do ho sentito come un terremoto. Le fiUNA FOLLA dimessa di parenti nestre hanno iniziato a vibrare e e amici dei feriti si accalca intor- l’istinto mi ha fatto precipitare in no ai medici per avere le ultime in- strada. Ho visto il cielo tutto coloformazioni utili. Una ve- rato di rosso e illuminato quasi a ra e propria unità di crisi giorno. Una scena apocalittica». con tanto di psicologi è stata allestita per venire «ALL’INIZIO ho pensato si tratincontro all’esigenza di tasse di un attentato, perché una conforto e sostegno psico- serie di esplosioni così potenti logico di chi ha perso casa davvero non le avevo mai sentie affetti nell’esplosione. te». Così Maurizio Bertuccelli, reAyad Ibtissam è l’unica sidente in via di Montramito. superstite di una famiglia «Stavo dormendo quando ho udidi origini islamiche di via to i boati — afferma —. Mi sono Ponchielli e che è stata alzato dal letto e ho visto mio papraticamente sterminata. dre sconvolto. Entrambi siamo «Mia madre sta morendo, scesi in strada e abbiamo visto è in condizioni disperate una luce accecante. A quel punto — spiega con un filo di sono salito in auto e mi sono recavoce la ragazza — la mia to sul luogo della tragedia. Quansorellina di tre anni e mio do sono arrivato ho visto la palazfratello di 17 sono morti. zina (poi crollata) invasa dalle Di mio padre non ho noti- fiamme e molte persone che scapzie, so solo che è ricovera- pavano all’impazzata. Sembrava to all’ospedale di Massa di essere in un film dell’orrore».

LE TESTIMONIANZE LA DISPERAZIONE DI CHI, SEPPUR VIVO, HA PERSO IL TETTO

«La casa in fumo, ora siamo degli sfollati» NOTTE d’inferno anche per chi è scampato alla tragedia. Drammatiche le testimonianze degli sfollati di via Ponchielli. Famiglie che hanno dovuto abbandonare le abitazioni e cercare riparo altrove. «Al momento dell’esplosione ero in bicicletta con mia moglie e i nostri cani, ed è proprio grazie a loro, e al classico giretto serale — dice tra le lacrime Riccardo Lucatelli — se posso raccontare la nostra storia. Abbiamo visto la casa bruciare e tutti i vicini e gli amici correre in strada. Alcuni purtroppo non li abbiamo più visti. Poi è arrivato il crollo della palazzina che ha investito il negozio di parrucche di mia moglie. Abbiamo perso tutto». Improvvisamente una telefonata: «Hanno appena traspor-

tato mio cognato a Milano — continua — dove è già stata trasferita anche la moglie, che è in condizioni critiche, con gravi ustioni alle gambe». Roberta Marcelli, seduta accanto al marito nel campo adibito per l’emergenza dalla protezione civile, racconta: «Abito in una palazzina di sei appartamenti investita dalle fiamme, ma fortunatamente ha retto all’urto. Ero sola con mia figlia che ha avvertito gli amici e li ha guidati nel cortile esterno. Ci hanno raggiunto e grazie a loro siamo uscite e scappate. La casa di fronte si è sbriciolata. Lì, ormai da anni, abitava una famiglia di extracomunitari, di loro non sappiamo più niente, temo che non siano riusciti a uscire». M.D.C.


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PRIME LUCI SULLA TRAGEDIA 1- La cisterna rovesciata che ha provocato la strage 2 - Soccorsi ai sopravvissuti nelle case pericolanti 3 - Anche decine di auto sono state distrutte 4 - Si scava fra le macerie degli edifici rasi al suolo dall’esplosione 5 - Vigili del fuoco con le mascherine fra i detriti di una città in pezzi 6 - L’arrivo di Guido Bertolaso con lo staff della Protezione civile 7 - Il sopralluogo di Bertolaso in uno dei luoghi dove ci sono state vittime 8 - Uno dei volontari della Croce rossa alla ricerca di feriti 9 - I carabinieri fra le case annerite dalle fiamme 10 - Il salvataggio di un gatto ferito

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Le tende allestite dalla protezione civile in piazza del Comune di Viareggio per accogliere i tanti sfollati nella notte dalle case danneggiate

Sgomento e Agli ospedali di Pisa sei

luogo dell’incidente: una vera sfortuna. Adesso speriamo che ce la faccia...». A COSA che ci fa più Poco più lontano, un altro grupsoffrire in questo mo- petto di persone. Alcuni di loro somento è non poter star- no arrivati nella notte, subito dole vicino, abbracciarla. Non pos- po l’esplosione alla stazione di siamo nemmeno vederla e non ci Viareggio. «Là dentro c’è mia fidicono come sta. E’ glia, cosa vuole che un incubo». A parlale dica?» ci dice il VITTIMA re, nel cortile davanpadre di un’altra Al Santa Chiara ti al Centro Grandi donna ricoverata, Ustioni di Cisanello è deceduta trattenendo a stena Pisa è la sorella di to le lacrime. Nesuna madre una delle sei persosuno ha voglia di di 32 anni ne (erano sette, ma parlare anche peruna è deceduta all’alché nessuno ha ba) ricoverate da stanotte nei due idea di come stiano i familiari riospedali della città della Torre. coverati. «Non possiamo dire «Mia sorella era a Viareggio per niente — spiega un medico — caso, ieri sera: noi infatti abitia- perché, in una simile situazione, mo a Massa — ci racconta la don- non possiamo creare false speranna — e abbiamo saputo solo all’al- ze né gettare nella disperazione inba che le era successo qualcosa. Ci tere famiglie: l’ustione spesso trahanno detto che era qui e ci siamo disce le reali condizioni del paprecipitati. Abbiamo paura, per- ziente. Dobbiamo aspettare, ci diché non sappiamo nulla». Accan- spiace per i familiari ma non posto a lei ci sono il marito e il figlio siamo fare altro». della donna ricoverata, una 45enne massese. Non hanno nemme- «CI HANNO DETTO che dono la forza per parlare. Solo la so- vremo aspettare cinque giorni — rella riesce a dire qualche parola. prosegue la sorella della 45enne «Si trovava proprio nei pressi del massese ricoverata — prima di vedi MARZIO PELU’

— PISA —

«L SOCCORSO Il piccolo di due anni e mezzo è stato trasportato a Firenze con l’elisoccorso

UNO DEI BAMBINI RICOVERATO A FIRENZE. FORSE NON HA PIU’ FAMIGLIA

Due anni, in fin di vita Al Meyer si tenta il miracolo — FIRENZE —

«STA MALE, molto male. Ha ustioni del terzo grado sul 90 per cento del corpicino. È in condizioni gravissime e in imminentissimo pericolo di vita». Non usano mezze parole i medici dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Il piccolo di quasi due anni e mezzo arrivato dal ‘Versilia’ di Camaiore nella notte è in situazione disperata. Ha ustioni dappertutto, volto incluso, e a livelli gravissimi. Lo staff che l’ha preso in cura sa poco di lui, neanche di preciso l’età. Sa soltanto che va salvato. Il piccolo è arrivato al Meyer alle tre di notte. Con lui ci sono dei parenti lontani, forse dei biscugini. All’ospedale fiorentino non si sa cosa sia successo alla sua mamma e al suo fratellino. Le voci che circolano nei corridoi del pediatrico ad alta specializzazione fiorentino sono pessimiste, ma nessuno vuole parlare della sorte dei suoi parenti. Ora a interessare i medici del Meyer è solo lui, questo piccino. Ad attenderlo c’era l’equipe ad alta specializzazione del Trauma center, un team di specialisti che dopo una lunga formazione è in grado di gestire tutte le emergenze pediatriche. E’ un ‘E. R.’ all’italiana, ma con formazione tutta americana, grazie alla collaborazione con le università Usa, unico esempio del genere in tutta

Italia per un ospedale pediatrico, che ha cominciato a lavorare a pieno ritmo poche settimane fa, proprio poco tempo prima della tragedia di Viareggio. IL BIMBO è stato preso in cura dallo staff composto da medici e infermieri specializzati nell’emergenza grave e dai migliori specialisti del Meyer in chirurgia, ortopedia, neurochirurgia, cardiologia,

BOLLETTINO «Ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo Abbiamo dovuto incidere per aiutarlo a respirare» rianimazione. Appena arrivato e constatata la gravità delle sue condizioni, il piccolo è stato stabilizzato al Trauma center. Poi è stato trasferito in chirurgia al Centro ustioni del Meyer, anche questo creato in stile americano, ma già attivo dal 1954 fondato dal dottor Giovanni Andrea Grisolia, unico (insieme a soli due altri esempi al Sant’Eugenio di Roma e al Santo Bono di Napoli) centro specializzato in gravi ustioni pediatriche in Italia. Qui gli specialisti Enrico Pinzauti e Simone Pancani, del Dipartimento di chirurgia diretto dal dottor Antonio Messineo, hanno pra-

ticato subito una Tac total body. «Non ha lesioni interne — spiega il dottor Pancani — né traumi da schiacciamento. Ma le ustioni sul corpo sono molto gravi ed estese». Alle 6 di stamani lo hanno portato in sala operatoria. «Aree ustionate così profonde — dice ancora Pancani — creano una specie di corazza che impedisce la circolazione del sangue e i normali movimenti respiratori della gabbia toracica. Abbiamo dovuto fare alcune incisioni per decomprimere queste zone e permettere al sangue e alla respirazione di tornare regolari, seppure il piccolo debba restare attaccato a una macchina per poter respirare». ORA il bambino si trova nel reparto di rianimazione diretto dal dottor Lorenzo Mirabile: la prognosi è strettamente riservata. Nelle prossime ore i medici dovranno verificare se le ustioni hanno danneggiato o stanno per danneggiare gli organi interni perché, spiega ancora Pancani, «ustioni del genere coinvolgono tutto l’organismo». Non resta che aspettare e tenere sotto controllo il piccolo viareggino. Un bambino di cui nessuno sa niente, né come è rimasto coinvolto nella tragedia, né cosa sia accaduto alla sua famiglia. Niente. Manuela Plastina


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Alcune donne medicate fuori delle tende, dove medici e infermieri hanno prestato le prime cure alle persone ferite più leggermente dalla devastazione

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Centinaia e centinaia le persone sconvolte che nella notte hanno dovuto abbandonare le loro case nella zona della stazione perché ritenute ancora a rischio per i danni alle strutture o per il pericolo di nuove esplosioni

speranza tra i parenti in attesa ricoverati in condizioni molto gravi. «Ma qui nessuno ci dice niente» derla e di sapere come sta: questa attesa ci sfinisce, è una cosa terribile».

ustioni profonde sulla superficie corporea, in una percentuale variabile fra il 50% e il 100% e danni a carico dell’apparato respiratorio QUELLO che la direzione per inalazione di sostanze tossidell’Azienda ospedaliero-univer- che. Alcuni presentano, inoltre, sitaria di Pisa ha dichiarato uffi- lesioni da scoppio agli organi incialmente, al momento in cui scri- terni. E il rischio per la sopravviviamo, è che i pavenza è elevato. zienti giunti a Pisa Via via che passano MEDICI da Viareggio nella le ore e si avvicina il «Non possiamo notte sono sette: primo pomeriggio, dare false illusioni: arrivano sempre quattro donne e un uomo nel Centro le ustioni tradiscono più persone nel corGrandi Ustioni di la situazione reale» tile di fronte al CenCisanello, un altro tro Grandi Ustioni uomo nel reparto di Cisanello. Sono di Anestesia e rianimazione del parenti e amici delle persone che Dipartimento di emergenza-ur- stanno lottando contro la morte, genza dell’ospedale Santa Chiara assistiti in ogni istante dai medici dove, all’alba di stamani, è dece- e dagli infermieri dello stabiliduta la settima ustionata arrivata mento ospedaliero. nella notte, una paziente 32enne che era giunta in ospedale in con- «LA MACCHINA si è subito dizioni disperate. messa in moto anche qui a Pisa, Era madre di due bambini: uno è subito dopo l’incidente di Viaregmorto, l’altro è ricoverato con gio — ci spiega il dottor Andrea ustioni al volto in pediatria a Via- Ferrari della direzione medica di reggio. Il marito invece è ricovera- presidio dell’Aoup — . Tutto ha to a Pisa. Per i sei pazienti rima- funzionato alla perfezione e siasti, di età compresa fra i 16 e di 45 mo stati in grado di accogliere imanni, la prognosi è comunque as- mediatamente i sette pazienti insolutamente riservata: hanno viatici da Viareggio».

ATTESA Lo sgomento sui volti dei parenti: davanti all’ospedale Cisanello di Pisa si attendono notizie sullo stato dei ricoverati

PAURA Volti angosciati tra la gente ospitata nella tendopoli allestita dopo l’esplosione: il primo ricovero per gli sfollati e per i feriti più leggeri


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Il presidente Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi l’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti

«Gestirò personalmente questa Il premier Berlusconi ha lasciato Napoli per raggiungere

ROFONDAMENTE chieste, una della magistratura e colpito dal catastrofico l’altra del ministero delle infraincidente», il Capo del- strutture. «Non facciamo ipotesi lo Stato ha telefonato al sindaco non essendoci ancora un accertadi Viareggio per esprimergli i sen- mento tecnico — ha precisato — timenti di partecipazione «al dolo- ma dobbiamo capire se si è trattare di tante famiglie colpite e di vi- to di una lacuna tecnica delle norcinanza all’intera cittadinanza». me che regolano il trasporto periIl Quirinale ha fatto sapere che il coloso nell’Unione europea, oppupresidente Napolitare se vi sia stata no è costantemente una mancanza nel NAPOLITANO informato dal prefetIl Capo dello Stato rispetto di tali norto di Lucca Carmeme». Insomma, è in continuo lo Aronica e segue questa è la tesi di collegamento l’opera di soccorso. Maroni, «se ci sono Da Napoli, dove par- col prefetto Aronica delle norme il ritecipava in mattinaspetto delle quali ta all’assemblea delnon ha garantito la la Confindustria partenopea il pre- sicurezza provocando un simile mier Silvio Berlusconi ha fatto sa- incidente, allora o sono inadeguapere che sarebbe partito subito do- te e quindi chiederemo alla Ue di po per Viareggio «per prendere in modificarle per renderle più effimano la situazione». Al termine cienti, o non sono state rispettate di una delle telefonate con il capo e allora dovrà risponderne chi ha della protezione civile Guido Ber- provocato il disastro». tolaso, Berlusconi ha parlato di A livello europeo il presidente del«incidente grave, anche sconvol- la Commissione Josè Manuel Bargente per come si è palesato». roso esprime «profonda tristezza Da Viareggio il ministro dell’In- e cordoglio e le più sentite condoterno Roberto Maroni, dopo un glianze a nome personale e della briefing al Comune, presenti Ber- Commissione europea». Si assotolaso, il sindaco, il presidente del- cia il vice presidente e commissala Regione e autorità locali, ha pre- rio responsabile dei trasporti Ancisato che sono state aperte due in- tonio Tajani dal quale arriva una

«P

I SINDACATI NELL’ULTIMO MESE ALTRI DUE INCIDENTI

Domani un’ora di sciopero I FERROVIERI toscani si fermeranno domani, dalle 11 alle 12, a livello regionale e in riferimento anche agli altri incidenti accaduti in questi giorni nel pratese avvertono che «non possono e non devono essere considerati una fatale coincidenza, ma esigono una rigorosa attenzione sulla sicurezza e sulla mautenzione del materiale rotabile». Da parte sua il presidente della commissione trasporti del consiglio regionale Erasmo D’Angelis ha fatto sapere da Viareggio (dove ci sono, fra gli altri, il presidente della giunta Claudio Martini e quello del consiglio Riccardo Nencini) che intende convocare per un’audizione urgente l’amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti. Il disastro di Viareggio è stato preceduto da due incidenti avvenuti sempre in Toscana. Il 6 giugno nella galleria Val di Sambro, tra Bologna e Firenze, un cavo della linea elettrica aerea si stacca e colpisce il locomotore di un Intercity proveniente da Milano. le schegge feriscono leggermente al volto un macchinista. L’Intercity riesce ad uscire dal tunnel e ad arrivare alla stazione di Vernio (Prato) mentre un altro treno resta bloccato per due ore in galleria. Pesanti ripercussioni su tutto il traffico. Il 27 giugno due vagoni di un treno merci deragliano a Vaiano, sempre nel pratese, urtando un Regionale, senza conseguenze per i viaggiatori. Uno dei vagoni del merci era una cisterna piena di acido fluoridrico. Per alcune ore l’Italia ferroviaria è spezzata in due, vengono istituiti servizi sostitutivi con autobus ma il disagio è pesante e le proteste sono forti.


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Nella zona del disastro operano squadre della protezione civile con i cani, nella speranza di trovare in vita qualcuno dei dispersi. Con il passare delle ore il bilancio rischia di farsi sempre più pesante

La solidarietà è stata immediata, in tanti hanno partecipato all’assistenza agli sfollati Un centro operativo di coordinamento è stato organizzato nel commissariato di polizia

tragedia»

Viareggio nel pomeriggio sottolineatura: nella Ue le regole soltanto su quelle prossime ma anper la sicurezza nel trasporto fer- che su quelle che, in termini più roviario «sono già abbastanza se- remoti, costituiscono la spiegaziovere», ma «per quanto riguarda le ne di una cosa peraltro assurda». verifiche si dovrà comimciare a Poi un’aggiunta: «La sicurezza è valutare il chilometraggio, piutto- un bene prezioso al quale dovresto che il tempo intercorrente tra mo nella nuova dimensione che un controllo e l’altro». Poi una se- questa grande crisi sollecita preconda sottolineatura da parte di stare un’attenzione altrettanto priTajani: «Con la libemaria». ralizzazione dobbiaDa parte delle FerMARONI mo lavorare perché rovie una certezza Il ministro i livelli di sicurezza («in base alle prime dell’Interno siano sempre altissievidenze i macchi«Rivedere le norme nisti non hanno mi», il che pone anche la necessità di al- Europee sui trasporti» commesso errori») zare gli «standard come ha spiegato di sicurezza». l’amministratore Nel pomeriggio è previsto l’arrivo delegato Mauro Moretti, presente a Viareggio anche dei ministri al- a Viareggio, che ha poi tenuto a fale Infrastrutture Altero Matteoli e re notare che «questi vagoni apal Lavoro Maurizio Sacconi. Mat- partenenti a società internazionateoli stava rientrando in Italia do- li rispondono a norme di trasporpo un viaggio ufficiale in Ve- to dell’Unione europea e nezuela e invece di atterrare a Ro- dell’Onu». Nello specifico i quatma ha deciso di proseguire fino a tordici carri del convoglio hanno immatricolazioni delle ferrovie tePisa per poi raggiungere diretta- desche e polache e il primo apparmente Viareggio. Sacconi, impe- tiene ad una società viennese. Mognato in mattinata a Firenze per retti ha parlato di «probabile cedil’assemblea della Confindustria mento strutturale nel primo carfiorentina, ha fatto un breve com- ro: si è spezzato l’asse», precisanmento prima di partire: «Purtrop- do che i controlli sull’asse sono po dovremo interrogarci sulle ra- «obbligatori per le società popriegioni di ciò che è accaduto. Non tarie».

DISPERAZIONE Due vigili del fuoco riprendono fiato dopo una notte di intenso lavoro. Uno di loro, ripensando alle scene cui ha assistito, si mette le mani nei capelli, mentre il collega rivede davanti a sé le immagini apocalittiche provocate dalla terribile esplosione

DURE ACCUSE DELL’OPPOSIZIONE AL GOVERNO

E’ subito scontro politico Il Pdl difende Moretti E’ SUBITO scontro duro a livello politico con Italia dei Valori, Rifondazione e Verdi che mettono sotto tiro governo e Ferrovie, accusate di trascurare il problema della sicurezza, e con il Pdl che fa quadrato attorno al ministro Altero Matteoli (i Verdi hanno chiesto le sue dimissioni) e all’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti. Il senso di quanto è accaduto a Viareggio viene riassunto così da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, impegnata a Firenze nell’assemblea degli industriali locali: «E’ una tragedia enorme: non è possibile che succedano cose di questo tipo in un Paese civile. Bisogna capire cosa abbiamo davanti ma queste cose non devono succedere». Dal sindacato arriva il commento del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani che parla di «tragedia enorme» e pur invitando «ad aspettare di capire le cause», apre il fronte delle responsabilità: «I primi riscontri darebbero ragione dei tanti allarmi lanciati in questi mesi dai sindacati su cui l’azienda aveva reagito, sbagliando, perché nelle Ferrovie c’è un uso di materiali troppo vecchi». Va giù molto duro Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione: «Ritengo necessario denunciare come tragedie come queste siano largamente annunciate dalla scarsità

di attenzionre e manutenzione che caratterizza l’attuale gestione delle Ferrovie. Tutte le risorse vengono assorbite dalla vetrina dell’Alta velocità e mancano le risorse per l’ordinaria manutenzione». Una contestazione pesante, non l’unica, che spinge il presidente della commisione trasporti della Camera Mario Valducci, del Pdl, a replicare a stretto giro di posta.

LE REAZIONI Realacci (Pd): «Occorre investire sulla prevenzione» Il ministro Matteoli riferirà domani alla Camera Valducci parla di critiche faziose e di opposizione non costruttiva, poi sostiene che «lo stato della sicurezza delle ferrovie italiane è molto positivo, è a un livello tra i più alti d’Europa». Poi definisce «veramente fazioso che una parte della sinistra radicale e una parte del sindacalismo stia già condannando i vertici delle Ferrovie dello Stato e stia già condanando l’alta velocità». Da parte sua Fabrizio Cicchitto, capo gruppo del centro destra alla Camera, definisce «inopportune» le polemiche, pur sostenendo la necessità di una «seria riflessione su quanto è accaduto per evitare in futuro incidenti di questa gravità».

Ill Pd ha una posizione più cauta rispetto agli altri partito dell’opposizione: «E’ imprescindibile capire cosa è successo — sotolinea Ermete Realacci, responsabile dell’Ambiente — ed intervenire sia sul fronte della prevenzione e dei controlli, anche sui treni che provengono dall’estero, sia con un ripensamento ai tagli di fondi sulle ferrovie e sulla sicurezza, incluso il ridimensionamento alle risorse per il corpo dei vigili del fuoco». L’Italia dei Valori accusa invece le Ferrovie, parla di «incidenti e disservizi preoccupanti, certamente sottovalutati» e con il capogruppo nella Commissione trasporti del Senato Giampiero De Toni lancia un segnale preciso: «Se la sicurezza non è pienamente garantita, chiediamo che i responsabili ne traggano le naturali conclusioni: chi ha sbagliato vada a casa, a cominciare dai livelli più alti». Duri anche i commenti di due organizzazioni dei consumatori: Adusbef e Federconsumatori: «Berlusconi e Moretti hanno scommesso tutto sull’alta velocità e da questo investimento si aspettano solo prestigio e un ritorno di immagimne che possa far dimenticare la situazione drammatica in cui versa il sistema ferroviario». Sull’incidente domani il ministro Matteoli riferirà alla Camerà.


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LA NAZIONE MERCOLEDÌ 1 LUGLIO 2009 .

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LO SCONFORTO Di fronte a tanta distruzione e a tanti lutti, il cuore della città è stato profondamente ferito Si lavora con gli occhi gonfi di lacrime

«Quei treni come delle bombe» All’alba il ct della Nazionale Marcello Lippi si precipita alla stazione di ROSSELLA MARTINA

ARCELLO LIPPI, viareggino di nascita e di cuore, è lì alle prime luci del giorno. Qualcuno lo ha avvertito di quello che è successo alla stazione di Viareggio e lui è venuto immediatamente. I carabinieri lo accompagnano per quanto è possibile vicino all’area devastata. Il fumo è ancora denso, nero, l’odore acre brucia in gola, si gira con le mascherine e tra le urla delle sirene. E’ silenzioso, commosso, il ct della Nazionale campione del mondo. Gloria e polemiche non sono mai state tanto lontane. Del resto lui l’ha sempre detto: «Quando parliamo di calcio, si litiga, si discute, ci infervoriamo, va bene, ma ricordiamo che le cose importanti sono altre». E proprio

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esplosive, in generale sostanze pericolose». Si allontana a testa bassa. Sono in tanti, uomini e donne illustri a vario titolo, che amano la Versilia è che in questi giorni si trovano qui in vacanza o che hanno scelto di abitarci stabilmente. A Forte dei Marmi ci vive tutta l’estate il professor Francesco Alberoni, da sempre è il rifugio di Mina e di Giorgio Armani. E’ qui quasi tutto l’anno Giorgio Panariello. Giorgio Gaber abitava a Monte Magno, sulle colline dietro Viareggio, e adesso ci sono sua figlia Dalia e Ombretta Colli. Pao-

mezzogiorno siamo a 33 gradi – e al tempo stesso sembra chiusa in una calotta di gelo. Non si parla d’altro, la gente discute per strada, nei bar, nelle case, in tanti piangono, molti vanno a cercare di vedere con i propri occhi anche se tutta l’ampia zona attorno alla stazione, di qua e di là dalla ferrovia è isolata dalle forze dell’ordine.

ADDOLORATO Lo scrittore Manlio Cancogni

A FORTE DEI MARMI Francesco Alberoni, ospite fisso

lo Brosio e Flavio Briatore hanno a Marina di Pietrasanta il Twiga, stabilimento balneare e discoteca. Per non parlare degli sportivi, calciatori, tennisti, nuotatori che scelgono queste spiagge per le loro vacanze. Molti le donne e gli uomini di lettere. Tra questi lo scrittore Manlio Cancogni che dalla sua casa di Fiumetto vuol sapere: «Ma come è stato, a che ora, dunque dormivano?». Radio e telegiornali non gli bastano, vuol sapere cosa ho visto e come ha reagito la città, se è partecipe, se il dolore lo si vede. Rispondiamo di sì, che la città brucia di calore – a

manda troppo difficile. L’unica cosa che posso fare è pregare. Prego per tanti e a maggior ragione pregherò per coloro che sono stati uccisi, per chi è rimasto, per quelli, e mi dicono siano tanti, feriti. La stazione di Viareggio è la stazione di tutta la Versilia, noi che amiamo questa terra siamo tutti colpiti al cuore».

PROFESSORE, chiediamo, lei che è un uomo di fede, pensa che queste cose siano dovute al caso? «Non lo so, non lo so, è una do-

PIU’ SICUREZZA «Ogni parola sembra inutile» Poi si allontana in silenzio perché questo lo tiene sempre presente, oggi Lippi non vorrebbe che si parlasse di lui: «Non è di me che vi dovete occupare» dice ai giornalisti, ma non c’è irritazione stavolta nella sua voce, solo una grande tristezza. Quando tornerà il momento in cui si potrà pensare al domani certamente farà la sua parte, non si è mai tirato indietro di fronte a nessuna richiesta di aiuto, ma per il momento «ogni parola sarebbe inutile – dice – l’unica cosa, se vogliamo banale, che possiamo dire subito è che queste bombe non dovrebbero passare in mezzo alle città. Bombe, perché è questo che sono, che attraversano l’Europa e in ogni momento possono provocare morte e distruzione. Quantomeno dovrebbero esserci delle regole di sicurezza per questi convogli assolutamente straordinarie, limiti di velocità, doppi e tripli controlli per qualsiasi manovra. E questo vale per ogni mezzo, non solo per quelli sui binari, che trasportano sostanze infiammabili,

MANLIO CANCOGNI Lo scrittore da Fiumetto: «Prego per i morti e per i sopravvissuti Siamo tutti colpiti al cuore»


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