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ARTE FIERA

IL GIORNO DEL CLICK-DAY

Premiati i giovani

Ricerca e bonus fiscali: le prime sentenze LA COMMISSIONE tributaria ha esaminato il ricorso di Unindustria Bologna e di 1.500 imprese sul contributo per le attività di ricerca e sviluppo. I bonus fiscali erano stati assegnati in base alla rapidità con la quale le aziende aderivano per via telematica all’iniziativa, senza valutare nel merito i progetti

I GIOVANI imprenditori di Unindustria hanno assegnato due borse di studio ad artisti della Accademia di Belle Arti Anno 3 - Numero 2 Febbraio 2010

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SFIDE di PIERLUIGI VISCI

L’ambiente, che scommessa NASCE SOTTO IL SEGNO del Toro, e non parlo di astrologia ma di realtà, il più grande impianto fotovoltaico dell’Emilia Romagna: ha cominciato da pochi giorni a lavorare sul tetto della Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. Pura potenza sprigionata dalla stella più vicina alla Terra, il Sole appunto, e convogliata per dare energia a un simbolo mondiale del made in Italy. Il vecchio Ferruccio amava la tecnologia spinta, l’innovazione, osare oltre ogni tachimetro: e questo, unito al simbolo del Miura, la razza di tori più forte, gli ha portato fortuna e successo. Ora non è un caso se i bolidi a quattroruote per nascere investono sull’energia ecosostenibile. Vuol dire che la sfida alle nuove fonti di energia, di cui l’industria — qualunque sia il suo mercato — ha bisogno estremo, è già di per sè sfida a mettere in campo intelligenze, tecnologie e ricerca. Una scommessa che è di per sè business. Proprio oggi, qui a Bologna, si apre il Green Social Festival, appuntamento d’esordio che speriamo possa contribuire a un piccolo miracolo italiano: riuscire a discutere di ambiente senza steccati, senza veder riproposto il balletto dei veti incrociati che nel nostro Paese ha contribuito solo a far decidere di non decidere. Il tempo delle scelte, legato anche all’uscita rapida dalla crisi, passa attraverso un modo nuovo di intendere il futuro dell’energia, di cui le imprese hanno bisogno. C’è bisogno di energia a prezzi bassi per poter essere concorrenziali sui mercati. C’è bisogno di tecnologie che sfruttino le fonti rinnovabili, che siano sicure per l’ambiente e per chi abita sul territorio. Ecco perché guardiamo con interesse alle sfide degli imprenditori, che sono sfide di tecnologia e ricerca, di salvaguardia intelligente dell’ambiente.

IL CONVEGNO DEL CONSOZIO T3 LAB

«La crisi? Uno stimolo» IL LABORATORIO DI RICERCA industriale promosso da Unindustria e Università ha organizzato l’incontro «Le sorgenti dell’innovazione». Fabio Rangoni, consigliere delegato dell’Associazione, ha sottolineato come «la crisi attuale spinge forzatamente le imprese alla ricerca di soluzioni più avanzate. Funziona cioè da opportunità per esplorare modalità d’innovazione finora tralasciate» SERVIZIO A PAGINA 5

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CREDITO IL LEADER DI UNINDUSTRIA, MARCHESINI, INCONTRA GLI ISTITUTI: «VALUTATE

«Banche, si può fare È REDUCE DA UN CONFRONTO con i vertici delle banche del territorio. Molti i faccia a faccia negli ultimi mesi. Necessari visto il temporale della crisi economica. «Sì, abbiamo incontri periodici con il sistema finanziario bolognese, con l’obiettivo di fare il punto della situazione. Purtroppo anche il 2010 non sarà un anno facile, con gli istituti che dovranno vedersela con i bilanci 2009 delle aziende, per nulla brillanti» risponde Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria. Presidente Marchesini, a cosa puntate?

«Vogliamo rendere il meno pesante possibile la situazione, costruendo un rapporto aperto con le banche». Il periodo non è facile, la crisi si fa sentire, con le imprese che hanno sempre più fame di «I POCHI segnali positicredito...

vi non ci devono far abbassare «Il problema è che continua a esserci la guardia - ha detto il presidente di una differenza tra gli annunci che Unindustria Bologna Maurizio Marvengono lanciati e la reale chesini rivolgendosi alle banche - vi presoddisfazione delle esigenze degli ghiamo di coglierli e non ignorarli. Mi rifeimprenditori. Così ci segnalano i risco alle richieste di finanziamenti per invenostri associati. Le aziende, sotto il stimenti e di credito per l’export. E a tutto profilo del credito, purtroppo ciò che nonostante il contesto le aziende sovengono sempre più valutate dalle no riuscite a fare». Sono ancora tante le probanche solo in relazione ai rating blematiche che le imprese segnalano: dalla di Basilea 2, senza tenere conto valutazione negativa con cui alcune banche degli asset immateriali, la ricerca e accolgono le richieste della moratoria ai lo sviluppo, la posizione sul tempi di risposta troppo lunghi. «Vi chiemercato». diamo di credere nel sistema Bologna Insomma, per decidere se dare e di considerare il credito alle imcredito o no, se costruire un rapporto, si guarda solo ai numeri prese un credito buono». di bilancio nudi e crudi?

«Gli aspetti qualitativi non sono tenuti in considerazione, non sono valutati a sufficienza». AL VERTICE Maurizio Marchesini

Soluzioni?

«Bisogna far conoscere ai funzionari il mondo delle imprese, o meglio far loro toccare con mano i problemi, i programmi».

Porte aperte nelle fabbriche?

«Sì, esatto. E’ un’iniziativa che abbiamo proposto, potrebbe essere utile. Ci vuole una conoscenza del mondo delle imprese. Ma ci muoveremo pure in altre direzioni». Lo spieghi.

«Tramite il contributo dei nostri associati, cercheremo di valutare le performance delle banche, in modo molto trasparente. Potrà essere utile». Va tutto male nel dialogo con gli istituti?

«No, non diciamo questo, non è tutto negativo. Ci sono state situazioni che hanno funzionato bene. Come ad esempio la moratoria sui mutui e i debiti delle aziende. Io credo che in questo momento di difficoltà sia utile dialogare con le banche, un confronto continuativo deve esserci». Sembra dire: dobbiamo starci più vicini. E’ così?

«Sì, perché può portare giovamento sia a noi che a loro. Tra l’altro, ed è un’altra iniziativa che porteremo avanti, attraverso il consorzio Fidindustria, cercheremo di coinvolgere i dottori commercialisti e i ragionieri per accompagnare le aziende, in particolare le piccole, nei percorsi bancari». Matteo Naccari

IL TEMA DELL’ACCESSO AI FINANZIAMENTI

Osservatorio sul credito: PROSEGUE IL CONFRONTO tra Unindustria Bologna e le banche del territorio nell’ambito del tavolo di lavoro istituito dall’associazione da oltre un anno. All’ultimo incontro hanno partecipato venti tra i maggiori istituti di credito bolognesi e il presidente di Fidindustria Emilia-Romagna Alessandro Volta per fare il punto assieme all’associazione sullo stato dei rapporti tra banche e aziende. Un rapporto ancora problematico ed

è per questo che Unindustria ha messo in campo per il primo semestre dell’anno una serie di iniziative per migliorarlo. In vista di un anno che sarà difficile per tutto il sistema produttivo, il rapporto con le banche resta un nodo cruciale. «Anche per il 2010 il nostro impegno sul tema del credito sarà una priorità», ha ribadito il presidente dell’associazione Maurizio Marchesini. Il primo progetto è la creazione di

un Osservatorio Banche: 200 imprenditori associati faranno parte di un campione statistico che, con periodicità semestrale, sarà interrogato sulla base di un apposito questionario. L’obiettivo dell’analisi è quello di rilevare in modo puntuale e statistico le migliori performance del periodo e il questionario sarà redatto assieme agli stessi istituti di credito che potranno fornire indicazioni e suggerimenti. Una seconda iniziativa migliorerà


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ANCHE LA QUALITÀ DELLE IMPRESE»

(e dare) di più»

BANCO DI SAN GEMINIANO E SAN PROSPERO

Senza plafond mi affido ai santi INSIEME PER ALLARGARE LE MAGLIE del credito a favore delle imprese, realizzando interventi mirati tesi a garantire liquidità e patrimonializzazione. Imboccano questa strada gli strumenti messi a punto da Unindustria Bologna e Banco di San Geminiano e San Prospero e messi nero su bianco in una convenzione siglata da Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna e Leonello Guidetti, vice direttore generale della Bpv San Geminiano e San Prospero. Una doppia firma che consolida una collaborazione ben avviata, ma che, al tempo stesso, risponde al bisogno imprenditoriale di trasparenza e velocità di risposta da parte del mondo creditizio. Cuore dell’intesa, senza limite nel plafond a disposizione, operazioni di mutuo chirografario oppure ipotecario finalizzate a coprire le molteplici esigenze delle industrie: liquidità per il circolante, ricapitalizzazione, innovazione e internazionalizzazione. Il binomio Unindustria Bologna-Banco di San Geminiano e San Prospero prevede, appunto, la possibilità di finanziare le spese già sostenute negli ultimi 6 mesi in questi ultimi ambiti. L’accordo non fissa un limite di plafond a disposizione, ma prevede la possibilità di accogliere le operazioni presentate e deliberate positivamente dall’istituto fino al 30 settembre 2010, data ultima in cui restano in vigore le condizioni concordate. «Questo – spiega il presidente di Unindustria Bologna – è un accordo importante perché va incontro a quelli che sono i principali bisogni delle aziende, soprattutto di quelle di più piccole dimensioni che più di tutte soffrono le difficoltà di accesso al credito. Le imprese bolognesi da sempre investono in innovazione e internazionalizzazione e, dopo la crisi, potranno tornare a crescere. Non devono rischiare la mortalità per una transitoria asfissia finanziaria. Ecco perché è positiva l’iniziativa insieme al Banco che viene incontro ad esigenze reali». «Questa intesa – osserva Guidetti - non solo conferma la vicinanza del Banco alle imprese, ma rappresenta la premessa per un’ulteriore crescita delle nostre relazioni con gli industriali». g.r.

RESTA UN NODO CRUCIALE DEL SISTEMA

200 «sentinelle» a caccia del fido migliore la conoscenza dei problemi delle imprese da parte delle banche: Unindustria propone una sorta di settimana delle «fabbriche aperte», un’iniziativa che consentirà ai funzionari degli istituti di credito di toccare con mano la realtà delle aziende, i loro molti valori anche «intangibili» e, allo stesso tempo, le criticità che ogni giorno gli imprenditori si trovano a dover affrontare. Durante l’incontro sono state

analizzate anche le debolezze delle imprese nei rapporti con le banche, in particolare la difficoltà nella stesura della documentazione relativa ai dati gestionali e di budget. Su questo tema entra in campo Fidindustria Emilia-Romagna: il consorzio sta lavorando per attivare una collaborazione con i singoli ordini provinciali dei commercialisti, con l’obiettivo di demandare ad essi il ruolo di «terzo» a cui affidare il compito

di confermare la veridicità e trasparenza dei dati forniti dalle aziende alle banche. Obiettivo ulteriore: creare una modalità standard, attraverso un elenco di documenti indispensabili e un timing, per la presentazione delle domande da parte delle aziende stesse. Fidindustria sta anche predisponendo uno strumento informatico per aiutare le aziende a redigere business plan coerenti e sostenibili. Elena Turrini

«IL SUPERAMENTO della crisi avverrà grazie a una maggiore competitività delle imprese. Ma sarà perseguibile solo se si riuscirà a superare il collo di bottiglia del credito», dice Alessandro Volta, presidente di Fidindustria Emilia-Romagna. «Ci sarà bisogno di sostegno alla liquidità aziendale; di credito per ristrutturare passivi aziendali, consentire investimenti, favorire la capitalizzazione delle imprese; ci sarà bisogno di altre forme di finanziamento quali leasing e factoring. Dobbiamo aiutare le aziende che continueranno a produrre beni e servizi, pagheranno stipendi, sosterranno investimenti, pagheranno interessi e rientreranno ragionevolmente dai loro debiti. Queste aziende avranno bisogno di finanza per rilanciarsi». IN CAMPO Alessandro Volta


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LA RICERCA DI SOLUZIONI AVANZATE CONTRO LA CRISI

Immagino, ergo riparto INNOVAZIONE

Il T3Lab NATO NEL 2004, il consorzio T3Lab — Laboratorio per il trasferimento tecnologico tematico — è il laboratorio di ricerca industriale promosso da Unindustria e Ateneo. E’ partecipato da industrie che con ricercatori e tutor universitari sviluppano progetti dimostrativi. In T3Lab tecnici aziendali e ricercatori operano insieme realizzando prototipi pre-competitivi che incorporano innovazioni di punta e che possono essere sviluppati sul piano industriale. Presidente di T3Lab è Bruno Riccò, professore di Elettronica a Ingegneria.

«LA CRISI ATTUALE SPINGE forzatamente le imprese alla ricerca di soluzioni più avanzate, in tutti gli ambiti. Funziona, cioè, da stimolo e da opportunità per esplorare modalità d’innovazione finora tralasciate, e puntare su di esse». Lo ha detto Fabio Rangoni (nella foto), consigliere delegato di Unindustria Bologna per l’innovazione, la ricerca e l’università, intervenendo al convegno «Le sorgenti dell’innovazione» organizzato da T3 Lab, il laboratorio di ricerca industriale promosso da Unindustria e Università di Bologna. Rangoni nel corso del suo intervento ha sottolineato come oggi «acquisiscono importanza approcci innovativi, come quello del design in cui, ad una progettazione basata su soli criteri tecnici, si aggiungono

valutazioni di uso ed impatto del prodotto sul suo contesto, si utilizzano materiali nuovi, si immaginano cicli di produzione e di vita del prodotto più snelli e a minor impatto ambientale. Parliamo, in sostanza, di una innovazione più spinta ma anche più consapevole di tutti i fattori al contorno, temi cari alle imprese del nostro territorio, consapevoli che la crisi si affronta e si vince attraverso il rinnovamento nel senso più ampio del termine». Il convegno «Le sorgenti dell’innovazione» ha visto la partecipazione di Bruno Riccò e Rodolfo Vignocchi, rispettivamente presidente e direttore di T3Lab; Paolo Masoni, responsabile del Laboratorio Lisea-Enea Bologna; Sergio Curioni, responsabile del Laboratorio Matmec e Carlo Branzaglia, responsabile del Design Center di Bologna. Marcello Pierdicchi

PRIMATO E’ grande come due campi da calcio e ha una potenza di 1,4 megawatt: il più grande impianto fotovoltaico dell’Emilia Romagna farà risparmiare mille tonnellate di CO2

FOTOVOLTAICO

Lamborghini ha messo il turbo sul tetto

IL PIÙ GRANDE IMPIANTO fotovoltaico dell’Emilia-Romagna nasce sotto il segno del toro, nel cuore della terra dei motori. Con una potenza complessiva di 1,4 megawatt e un’area interessata che supera due campi da calcio, quello realizzato da Automobili Lamborghini a Sant’Agata Bolognese, nello stabilimento dove quasi 50 anni fa Ferruccio fondò la casa che porta il suo segno zodiacale, è il più grande impianto fotovoltaico integrato del settore industriale della Regione. Grazie anche a un piano di miglioramento energetico complessivo di tutta l’azienda, con il fotovoltaico (in funzione dallo scorso 3 febbraio) Lamborghini conta di ridurre le emissioni di CO2 del 30%, pari a oltre 1067 tonnellate all’anno. L’operazione interessa lo stabilimento produttivo, gli uffici commerciali, il dipartimento post vendita e il centro Stile, per un totale di oltre17 mila metri quadri. Più esattamente, mentre il fotovoltaico consente di produrre energia verde per 1.582 megawattora per anno, equivalenti a

una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, l’isolamento termico dell’intera copertura, l’inserimento della domotica per gli impianti di illuminazione e riscaldamento e l’utilizzo di destratificatori per aria calda permettono di abbattere un altro 10%. Ma il presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini, Stephan Winkelmann, annuncia di volersi spingere ancora oltre. «Stiamo valutando azioni che porteranno in futuro a una riduzione addirittura del 50% delle emissioni dello stabilimento». E ricorda che «questo impegno sul territorio va di pari passo con lo sviluppo del prodotto, per il quale confermiamo l’obiettivo di riduzione del 35% di emissioni entro il 2015». L’impianto, realizzato dal gruppo spagnolo Gestamp Asetym Solar e da quello italiano Sinergia Sistemi, è provvisto di un counter che riporterà in tempo reale i kilowattora di energia elettrica prodotta e il risparmio effettivo di CO2. Elena Boromeo


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I CRITERI DEI BONUS SULLA RICERCA IMPUGNATI DA UNINDUSTRIA BOLOGNA

Click-day, arrivano le prime note positive ASSEGNARE I BONUS fiscali per la ricerca sulla base della rapidità del click, come ha fatto il ministero dell’Economia lo scorso 6 maggio, escludendo circa 22 mila aziende a prescindere dal merito, «lascia, a dir poco, perplessi». Lo aveva detto Unindustria Bologna, che per prima ha impugnato il diniego intraprendendo un’azione legale contro l’Amministrazione finanziaria. Lo conferma ora la commissione tributaria di Pescara che ha preso in esame il ricorso contro il ‘click day’ di oltre 1500 imprese italiane. Secondo i giudici, infatti, la Finanziaria 2007 ha attribuito alle imprese un vero e proprio diritto soggettivo a fruire dei contributi per le attività di ricerca e sviluppo. Delle due sezioni pescaresi che hanno finora esaminato l’istanza, una (la terza) ha accolto pienamente i ricorsi esaminati, annullando il diniego dell’Amministrazione finanziaria, sulla base del rilievo che il legislatore nel 2008 ha espressamente enunciato i principi della certezza delle strategie d’investimento e della garanzia dei diritti acquisiti, applicando gli stessi a tutte le situazioni maturate fino all’entrata in vigore del decreto legge anticrisi 185 del 2008. L’altra sezione della commissione tributaria (la prima), pur non accogliendo il ricorso perché, a detta dei giudici, con il diniego del

LA STORIA

I ricorsi sono 1500

nulla osta l’Amministrazione finanziaria «non ha escluso il diritto, ma lo ha solo ed eventualmente ritardato nella sua concreta realizzazione», tuttavia ha riconosciuto alle imprese ricorrenti il diritto al credito d’imposta. Ora è compito dell’Amministrazione, se non del legislatore, identificare le modalità con cui assicurare a tutte le aziende che hanno diritto al contributo, la possibilità di fruirne concretamente (anche se i giudici fanno

notare che «la Finanziaria del 2010 ha già impostato il problema e dato una qualche soluzione»). Intanto, il presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, fa sapere di avere accolto il pronunciamento della commissione tributaria «con grande soddisfazione», e invita Confindustria ad aprire «un tavolo di confronto con il ministero dell’Economia» per negoziare modalità e tempi di acquisizione dei bonus. e.b.

LA STORICA CHIESA BOLOGNESE VINCE IL RICONOSCIMENTO «US AWARD»

San Giorgio in design

RICONOSCIMENTO L’interno di San Giorgio in Poggiale realizzato dalla ditta Mascagni su progetto di Michele De Lucchi

CREATIVITA’

ArteFare: un premio per due

UNA VITTORIA per l’industria bolognese, grazie alla Mascagni di Casalecchio di Reno, e soprattutto una vittoria del connubio sempre importante tra l’antico patrimonio italiano e le idee di artisti all’avanguardia mondiale. È il prestigioso traguardo – non certo il primo – raggiunto dall’architetto Michele De Lucchi, classe 1951 e una lunga carriera fatta di riconoscimenti in Italia e all’estero per il suo contributo al design d’interni: l’ultimo successo è il premio US Award della rivista «Ufficio Stile» vinto lo scorso 3 febbraio «per aver saputo conciliare arredi contemporanei e funzionali con la dimensione di uno spazio storico» nel suo lavoro svolto sulla Chiesa di San Giorgio in Poggiale a Bologna. Il progetto, realizzato con la collaborazione della divisione Contract di Mascagni, ha trasformato la chiesa, costruita tra il 1589 e il 1633 e oggi sconsacrata, in una moderna

SONO NUMEROSE le nuove forme di mecenatismo, da salutare con grande speranza per il futuro, che confermano come le industrie siano sempre più attente alle possibilità creative del proprio territorio e sempre più intenzionate a patrocinarle. Questa volta una borsa di studio, della durata di un anno, presso l’Accademia delle Belle Arti è stata divisa ex aequo tra i giovani Lorenzo Biagi e Lorenz Nones, primi classificati nella mostra «ArteFare» promossa dai Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna in occasione di Arte Fiera. L’esposizione,

biblioteca d’arte, scrigno di preziosi volumi sulla città, manoscritti, collezioni, stampe e incisioni cinquecenteschi. Restaurata in rovere grezzo con finitura a cera, la nuova biblioteca è stata strutturata attraverso il posizionamento dei tavoli per la consultazione e la lettura in senso longitudinale, secondo una visione prospettica che converge nell’abside centrale, e permette di ammirare l’ultima creazione dell’artista, una torre formata da 42 anelli sovrapposti che svolgerà la funzione di bussola d’ingresso. Alla cerimonia di premiazione a Milano, De Lucchi ha ritirato il premio accompagnato da Paolo Mascagni, presidente della storica azienda che si distingue già da anni per la scelta di collaboratori d’eccezione come i designer R.Lucci e P. Orlandini, Lorenzo Negrello, Claudio Bellini e Dante Bonuccelli. Valentina Soluri

nata nel 2009, ha avuto anche quest’anno come filo conduttore la rappresentazione dell’impresa, e ha visto 22 partecipanti alla competizione, suddivisa in grafica e incisione, fotografia e pittura. «ArteFare è un appuntamento speciale per vedere il mondo dell’impresa sotto una nuova luce. È un laboratorio dove giovani imprenditori e giovani artisti possono condividere le loro esperienze» ha commentato Andrea Paladini, presidente del gruppo promotore. v.s.

IL 6 MAGGIO 2009, giorno del ‘click’, le imprese che avevano investito in ricerca hanno visto esaurirsi i bonus fiscali per 2008 e 2009 (un plafond di 1,62 miliardi di euro) in poco più di mezzo minuto: il tempo di un rush telematico sul sito dell’agenzia delle Entrate. La finanziaria 2007 aveva introdotto la possibilità di ottenere un credito d’imposta certo e automatico per gli investimenti in ricerca, e molti contribuenti, contando sul bonus, avevano avviato piani di investimento. Ma il decreto anticrisi del 2008 ha cambiato le regole e ha introdotto il ‘click day’: una procedura che ha escluso tre aziende su quattro a prescindere dal merito dei progetti. Determinata ad ottenere il riconoscimento del diritto acquisito per le aziende escluse il 4 agosto Unindustria, con un nucleo pilota di aziende, ha impugnato il diniego, rivolgendosi alla commissione Tributaria provinciale, intraprendendo un’azione legale contro l’amministrazione Finanziaria. Sono più di 1.500 le aziende italiane che hanno fatto ricorso seguendo Unindustria Bologna, guidate da 25 associazioni del sistema Confindustria.


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