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PROGETTO PER LE IMPRESE

CONCORSO

La spinta al design Cammini sulle idee? viene dalle Due Torri

Avere 40 anni al massimo. Essere fortemente creativi. Avere già un ruolo in azienda. La Camera di Commercio cerca giovani innovatori. E li premia Anno 3 - Numero 4 Aprile 2010

E’ una delle patrie italiane del design e non da oggi. Così, in attesa della vetrina mondiale dell’Expo di Shanghai, attraverso la collaborazione di Unindustria Bologna e Legacoop prende forma il progetto «Design Made in Bo» che dà spazio alla creatività delle imprese

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SFIDE di CESARE BERNINI*

Quando la crisi aguzza l’ingegno u questo numero di Next due diverse notizie ci parlano di creatività: la nascita di «Design Made in BO», sito web che in occasione dell’Expo di Shanghai valorizzerà il design nella produzione delle aziende bolognesi, ed il premio «Giovani Imprenditori 2010» della Camera di commercio a chi abbia individuato soluzioni creative per migliorare un prodotto, un processo, un servizio, la propria impresa insomma. Sono i segnali di una consapevolezza importante: se l’innovazione è alla base della ripresa, la creatività ne è la premessa indispensabile. Oggi, mentre la crisi mondiale ha rimescolato le carte di «chi» fa cosa, «come» lo fa ed a quali costi, l’industria bolognese deve saper rinnovare questa sua capacità creativa. Deve occupare gli spazi che l’innovazione porta con sè. Deve diventare punto di riferimento, anche internazionale, per le soluzioni che richiedono un sapere e un retroterra professionale «alto» nella catena del valore. E deve sapersi rinnovare creativamente sul piano gestionale e organizzativo: attraverso nuove forme di aggregazione, nuovi modi di proiettarsi su mercati in via di trasformazione e su altri che si stanno affacciando nello scenario mondiale. Può farcela il sistema produttivo bolognese? Le difficoltà sono molte, inutile nasconderselo. Eppure, se guardiamo ai tanti imprenditori e tecnici da cui sono nate le aziende di questo territorio, la risposta è indubbiamente sì. *Direttore generale di Unindustria Bologna

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ACCORDO UNINDUSTRIA - BPER DA 40 MILIONI

Una boccata d’euro Un accordo tra Unindustria e Banca popolare dell’Emilia Romagna per dare sostegno al dopo-crisi con un plafond di 40 milioni di euro. Operazioni di finanziamento di vario tipo, con un occhio alle necessità di mutui assistiti, di factoring e leasing. «Con questa convenzione le aziende possono davvero fare di tutto», commenta Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna. «Ci proponiamo a tutto tondo a fianco delle imprese», gli fa eco Franco Tomasi, responsabile bolognese della Bper A PAGINA 5

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UN ANNO DI LAVORO PER IL COMPARTO CHE RACCOGLIE

La crisi batte il ferro n anno di lavoro per le imprese metalmeccaniche del territorio. Un anno di iniziative e progetti per supportarle nelle difficoltà della crisi che ha aggredito i mercati. E’ il bilancio dell’attività del Settore Metalmeccanico di Unindustria Bologna, che ha tenuto di recente la sua assemblea. A riassumere le linee di azione del Settore è stato il suo presidente Marco Bettini, che ha ricordato le principali iniziative messe in cantiere. Particolarmente intensa l’attività per promuovere le aggregazioni tra imprese della subfornitura metalmeccanica, che ha portato prima alla nascita di IS Bologna, quindi alla costituzione di una vera e propria newco (01 Wiring) tra quattro imprenditori dell’automazione elettrica ed elettronica che hanno deciso di fare rete. Si tratta di esperienze pilota che si sono imposte all’attenzione generale e che fanno di Bologna un vero e proprio laboratorio nel campo delle aggregazioni d’impresa.

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STRATEGIA Michele Bonfiglioli della Bonfiglioli Consulting: «Bisogna eccellere nelle operations»

Significativa anche l’attività per lo sviluppo della filiera metalmeccanica, che rappresenta un fenomeno imponente per il territorio bolognese e che ha riguardato in particolare i comparti dell’automotive e del packaging, coinvolgendo imprese committenti del calibro di Marelli e Ima. Non va dimenticato infine l’impegno a favore della formazione e della valorizzazione della cultura tecnica, che testimonia l’importanza riservata dalle imprese metalmeccaniche bolognesi alle risorse umane preparate e specializzate. Un impegno che si è tradotto da una parte nella organizzazione della Settimana dell’Orientamento che a novembre ha portato 1.400 studenti a visitare le imprese del territorio, dall’altra nel sostegno a 25 allievi dell’Istituto Salesiano attraverso borse di studio. L’assemblea non è stata solo un momento di bilanci, ma anche l’occasione per gettare lo sguardo sul futuro perché, come ha voluto sottolineare il presidente Bettini, «il perdurare della crisi e i

INDAGINE SU QUALITA’ DEI PROCESSI E INNOVAZIONE TRA AZIENDE EUROPEE

Italia-Germania, la sfida dell’«Op Ex» ualità dei processi, sostenibilità e innovazione: sono queste le nuove coordinate a cui il sistema industriale metalmeccanico deve fare riferimento per affrontare il «dopo crisi». Puntare sulla qualità del prodotto e sulle sue prestazioni, infatti, non basta più. E il 2009 lo ha insegnato. L’azienda metalmeccanica che vuole competere nel mercato internazionale deve essere anche «eccellente nelle operations». E’ questo il cuore della nuova strategia gestionale messa a punto dalla società di consulenza bolognese, Bonfiglioli consulting, e presentata dal suo ad, Michele Bonfiglioli, in

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occasione dell’assemblea del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna. «Op Ex» (si chiama così la strategia) si basa anzitutto su un’analisi del posizionamento delle aziende rispetto ai processi operativi (sostenibilità e innovazione sono ancora in fase di studio), attraverso una comparazione della realtà italiana con quella tedesca. Dall’indagine, a cui hanno partecipato 99 aziende (53 tedesche e 46 italiane), distribuite tra settore meccanico, automotive e beni industriali, con un fatturato inferiore a 100 milioni di euro in circa la metà dei casi, è emerso che quelle tedesche sono più strutturate nei processi, più chiare nell’uso degli indicatori logistico-produttivi, e più orientate alla qualità. Le imprese italiane, invece, oltre ad essere meno strutturate, sono più

NUOVE AZIENDE

IS Bologna va con il vento a forza 14

orientate al servizio al cliente. Sul piano della concorrenza, emerge subito un problema chiaro e diffuso: quello dei costi di produzione, giudicati troppo alti in entrambi i Paesi. Qui, però, spicca anche una debolezza tutta italiana: la scarsa affidabilità delle consegne e la bassa performance in fatto di tempi. Andando avanti con l’analisi e parlando di miglioramento, la Bonfiglioli consulting, ha evidenziato come sia le aziende italiane che quelle tedesche siano pressoché prive di un sistema di incentivazione del personale. A proposito di sviluppo di nuovi prodotti, invece, la ricerca ha dimostrato che le aziende tedesche hanno processi maggiormente connessi, mentre quelle italiane soffrono

molto a causa di un elevato numero di modifiche in fase di progettazione. Infine, in entrambi i Paesi, le imprese del settore metalmeccanico curano discretamente il rapporto con i fornitori, ma, dal punto di vista dell’integrazione, la Germania è più evoluta (tende a coinvolgere i fornitori nello sviluppo e a condividere con loro gli obiettivi, più di quanto non faccia l’Italia). Ecco, allora, dove bisogna investire per mirare all’«Operational Excellence»: estendere la qualità dal prodotto al processo, diffondere i metodi

Con l’ingresso di quattro nuove aziende si allarga e si consolida l’esperienza di IS Bologna, l’aggregazione di piccole imprese della stessa filiera che ha preso vita per iniziativa del Settore metalmeccanico di Unindustria Bologna. Si tratta di Mollificio Mip, Studio Tecnico Zocca, Meccanica Mattarelli e Gilli, piccole aziende che stanno costruendo insieme modelli innovativi di lavoro che consentono la condivisione di persone e di risorse. Ci troviamo insomma di fronte a una delle molteplici modalità innovative di collaborazione e di aggregazione che IS Bologna sta realizzando in linea con la mission che si è data:

di sviluppo e innovazione tra le varie funzioni aziendali (qui Bonfiglioli parla di «possibili risultati entusiasmanti»), svincolare le azioni di miglioramento dall’ottica dell’urgenza per renderle più strutturali e capillari, e infine ripensare il rapporto con la catena di fornitori: «troppo spesso si rimane alle buone intenzioni — osservano i consulenti— è necessario un cambiamento anche culturale». Elena Boromeo

presentarsi sul mercato internazionale come unico interlocutore e offrire ai clienti un servizio a tutto tondo, con l’ambizione di alti standard e prestazioni. L’obiettivo è quello di valorizzare sui mercati internazionali i tratti distintivi e la qualità della subfornitura metalmeccanica bolognese, un modello di successo della imprenditoria emiliano-romagnola ed italiana. L’internazionalizzazione dei mercati – e ora gli effetti strutturali della crisi che ha investito i mercati mondiali – hanno imposto anche a questo modello una nuova architettura. IS Bologna è la risposta a questo cambiamento e fa perno sulla capacità di fare rete, uno dei fattori decisivi su cui si gioca la capacità di competere delle piccole imprese nel nuovo scenario. I risultati non si sono fatti attendere: gli accordi conclusi in Svezia, dove IS Bologna ha partecipato a


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OLTRE 120MILA OCCUPATI IN SETTORI COME L’AUTOMOTIVE E IL PACKAGING

ma non lo piega deboli e discontinui segnali di ripresa, ci impongono una volta di più di riflettere su cosa, come imprenditori associati e impegnati, possiamo fare per il nostro territorio». A tale proposito hanno completato l’assemblea due distinti momenti di riflessione: la presentazione di «Eccellenza nelle Operations» (di cui si parla in queste stesse pagine), studio comparato tra la realtà italiana e quella tedesca condotto da Bonfiglioli Consulting e illustrato da Michele Bonfiglioli, ceo di Bonfiglioli Consulting, e Giovanni Mandelli, consulente della medesima società; ed il dibattito su «Il futuro delle aziende manifatturiere» che ha avuto per protagonisti Andrea Pontremoli (ceo di Dallara Automobili SpA), Ivan Damiano (Direttore Generale di Caricento), Marco Gasparri (Consigliere delegato di Unindustria Bologna per il Circondario imolese), Massimo Cavazza (Vice presidente della Piccola Industria di Confindustria). c.g.

BILANCI Marco Bettini, responsabile del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna

L’INTERVISTA

«Occorre adattarsi e fare in fretta Aggregarsi funziona» Quanto picchia la crisi economica?

«La crisi, negli ultimi 18 mesi, ha ridisegnato il mercato. Ridimensionandolo: ci vorranno anni prima di tornare ai livelli del 2008. Con aspetti di novità da non trascurare: la globalizzazione è emersa prepotentemente mettendo però in gioco quote di mercato. Ci sono quindi opportunità, da cogliere puntando su prodotti innovativi e con aziende ristrutturate sulla base di squadre giovani e competitive» risponde Marco Bettini. Il presidente del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna — raggruppa 1.200 imprese con 120mila occupati — delinea lo stato di un comparto tra i più toccati dalla tempesta economica. Bettini, quindi c’è stata una rivoluzione?

«Si ricomincia da capo. A disposizione ci sono spazi, c’è chi è scomparso e leader hanno perso terreno. Attenzione: cresce la concorrenza, occorre qualità. Si compra con maggiore attenzione». Ci saranno pesanti riflessi sulla subfornitura?

«Si soffrirà. I clienti vanno alla ricerca di prodotti evoluti e finiti, ‘pacchetti completi’». novembre alla fiera di Jonköping (la più grande a livello mondiale della subfornitura metalmeccanica), e la presenza al Midest di Parigi sono stati i primi concreti effetti dell’aggregazione. Ora, con l’arrivo delle quattro new entry, si rafforza e si consolida questo progetto pilota della metalmeccanica bolognese, che già contempla – vogliamo ricordarlo – un nucleo iniziale di dieci aziende pioniere: Meccanica Sarti, Fiocchi Libero, CB, FAM, Fonderia Atti, Fonderie Palmieri, Wegaplast, Oz, Tecnolamiera, Tinti & Tolomelli. «L’idea da cui siamo partiti – commenta Marco Bettini, presidente del Settore Metalmeccanico di Unindustria Bologna – è quella di fare un piccolo passo indietro, aggregandoci, per fare un grande passo avanti con le nostre aziende. Perché uniti si vince». Aggregarsi, infatti, è la risposta vincente alla richiesta dei grandi committenti internazionali, che sempre più di frequente si attendono di dialogare con un unico affidabile e qualificato interlocutore per la subfornitura, anziché con una miriade di soggetti. c.g.

Il motivo?

«Serve agilità, tagliando i fornitori e cercando subfornitori capaci di offrire set completi». Non sarà semplice adattarsi.

«Battiamo il tasto delle aggregazioni, sono un’opportunità. Qui in provincia abbiamo IS Bologna, che raggruppa realtà della subfornitura metalmeccanica. Sono partite in dieci, adesso sono quattordici. Aziende che erano concorrenti ora lavorano insieme».

montato con le ruote. Le potenzialità sono messe in comune». Si perde autonomia?

«No. Le aggregazioni non prevedono fusioni. Sono semplici. Si va sul mercato insieme e si dividono gli affari». La crisi non è finita. Come va il rapporto con le banche?

«Debbono svolgere ancora un ruolo fondamentale. Però gli imprenditori devono essere i primi a credere in se stessi, presentandosi con questa fiducia davanti ai funzionari delle banche». Non basta bussare alla porta chiedendo soldi.

«Esatto. Per essere aiutato devi avere un progetto di sviluppo, dimostrare di aver tagliato i costi, di esserti adattato al mercato. La fiducia va conquistata, con concretezza e trasparenza». La metalmeccanica bolognese ha un futuro?

«Qui c’è l’eccellenza, le aziende migliori. Dalla crisi, però, usciremo ridimensionati, almeno del 30%. Nuovi spazi si conquisteranno solo se saremo competitivi». Più facile a dirsi che a farsi.

«La competitività passa dai costi e dal mondo del lavoro. Se un’auto impantanata ha sopra cinque persone, per ripartire una parte deve scendere e poi si torna indietro a prenderla. Noi non l’abbiamo fatto. Ci siamo impasticcati di ammortizzatori sociali, senza ristrutturazioni. Non vogliamo lasciare a casa persone, ma così abbiamo perso tempo». Di chi è la colpa?

«Del governo: ha messo in campo solo palliativi e non strategie di sostegno alle imprese. E dei sindacati: si sono radicati a sostenere situazioni ideologiche piuttosto che di convenienza per salvaguardare l’occupazione».

Perché è una carta vincente?

La metalmeccanica ha fame di figure professionali? Serve formazione?

«Insieme si è solidi e si ha più credibilità dal cliente. Puoi presentare prodotti finiti e di qualità. Invece del solo telaio sei in grado di offrirlo

«Purtroppo negli ultimi anni a Bologna si è detto troppo spesso: se vai ai liceo lavorerai dietro a una scrivania, se scegli l’istituto tecnico in officina. Ora ci ritroviamo con giovani disoccupati laureati e la metalmeccanica che chiede tecnici e periti qualificati. Persone che guadagnerebbero di più degli impiegati e in posti di lavoro altamente specializzati». Matteo Naccari


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ACCORDO UNINDUSTRIA-BPER

Ossigeno per 40 milioni er le imprese bolognesi sono in arrivo 40 milioni di euro. A tanto ammonta il plafond (con scadenza al 31 marzo 2011) previsto dall’accordo siglato tra Unindustria Bologna e Banca Popolare dell’Emilia Romagna (BPER) e destinato al sostegno del circolante, dei progetti di ricapitalizzazione aziendale, all’anticipo dei crediti verso la pubblica amministrazione con garanzia Sace e alle esigenze di consolidamento passività. Non solo, ma l’accordo prevede inoltre lo smobilizzo crediti tramite factoring, l’operatività su finanziamenti in leasing e la novità dei mutui assistiti dalla garanzia diretta del Fondo centrale di garanzia per le Pmi promosso dal ministero dell’Economia e delle finanze. Soddisfatto Maurizio Marchesini, Presidente di Unindustria Bologna. «Questa intesa va incontro ad esigenze reali delle imprese — sottolinea —in un momento particolarmente delicato della nostra economia.

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Per la prima volta, inoltre, viene affrontato anche il tema del para-bancario, prendendo in considerazione aspetti come il leasing ed il factoring che, soprattutto in questo momento, hanno per le aziende un indubbio interesse». Altrettanto compiaciuto il direttore della Divisione Corporate di BPER, Corrado Savigni: «L’accordo si inserisce nell’ambito di una già consolidata collaborazione con gli industriali bolognesi» commenta «ed è finalizzato a rispondere alle reali necessità delle imprese. Linee dedicate a chi deve affrontare la crisi rafforzandosi patrimonialmente o si trova nella necessità di anticipare i crediti vantati verso la pubblica amministrazione. Ci consentirà, auspico, di lavorare ancora di più e meglio al fianco delle imprese, per supportarle nei processi di una ripresa che ci auguriamo possa dare ancora maggiore slancio alla nostra economia locale». c. r.

INTERVISTA 1. MARCHESINI (UNINDUSTRIA) INTERVISTA 2. TOMASI (BPER)

«Un accordo che va «Non solo liquidità oltre le convenzioni» ma prodotti nuovi» Presidente Marchesini, cosa faranno gli imprenditori bolognesi con 40 milioni di euro?

«Con questa convenzione possono fare veramente di tutto», risponde Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna. «Si tratta infatti di un accordo che, oltre alla tradizionale assistenza al credito, presenta diverse novità importanti. Per la prima volta si sono affrontati fabbisogni che fino ad oggi non erano mai stati oggetto di specifiche convenzioni. Penso, in particolare, al factoring ed al leasing immobiliare. E penso, altresì, ad operazioni bancarie per le quali il reperimento delle risorse finanziarie può essere fatto anche attraverso l’intervento della Bei, la Banca europea per gli investimenti». A questo punto, che aspettative avete dalla macchina che avete messo in moto?

«Quello che davvero mi auguro è che questa operazione non rimanga una somma di iniziative pur lodevolissime ma ognuna fine a sè stessa. Mi attendo invece che essa rappresenti un nuovo modello di analisi del rischio bancario. Un modello, per capirci, che tenga conto non solo delle analisi degli indici di bilancio delle aziende, ma anche dei, seppur lievi, segnali di ripresa di un mercato che ancor oggi è di difficilissima lettura». Banca Popolare dell’Emilia

Romagna è un partner giusto per queste aspettative?

«Come ho detto, chiave di volta di tutto quanto deve essere l’attuazione di un sistema di affiancamento al mondo delle piccole e medie imprese, che sono quelle

Dottor Tomasi, 40 milioni sono una bella cifra. Questo accordo che avete concluso con Unindustria Bologna lo considerate esaustivo, o è solo un primo passo per altre iniziative?

«Esaustivo sicuramente no, certo Maurizio Marchesini insieme a Corrado Savigni della Bper; a destra in alto, Franco Tomasi

che oggettivamente soffrono di più e hanno maggiori bisogni. E, a mio avviso, su questi temi vanno coinvolti istituti che abbiano qui le loro fondamenta. La Banca Popolare dell’Emilia Romagna costituisce questa fattispecie: infatti, ancorchè la sua direzione generale non sia nella nostra città, possiamo considerarla una banca ‘del territorio’ a tutti gli effetti; e, se è vero che si tratta di un istituto con una presenza quasi nazionale, non c’è alcun dubbio che il suo ‘cuore’ è fortemente radicato nelle nostre terre».

si tratta di un ulteriore elemento, e di notevole rilievo, in un processo di consolidamento dei rapporti di collaborazione che legano Bper ad Unindustria», sottolinea Franco Tomasi, responsabile dell’area di Bologna della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. «Già nel 2009 avevamo definito un primo plafond di 20 milioni, prevalentemente finalizzato al sostegno dei fabbisogni di liquidità. Questo nuovo accordo, più strutturato, cerca di proporsi a tutto tondo a fianco delle imprese, in linea con quanto peraltro stiamo realizzando in tutti i territori di insedia-

mento della Banca in Regione». Rispetto ai contenuti delle convenzioni tradizionali, in questo accordo avete indubbiamente introdotto dei prodotti nuovi. Come mai? Qual è l’obiettivo?

aziende presentano i loro bilanci. Veniamo da un 2009 drammatico per molti. La Banca Popolare dell’Emilia Romagna questi bilanci con che lenti li leggerà?

«Il 2009, non c’è sicuramente biso«Obiettivo principale è agevolare gno di ripeterlo, è stato un anno l’accesso al credito delle aziende e, molto difficile, e i bilanci inevitaanche in ottica di Basilea 2, favorir- bilmente lo evidenzieranno. Bper le nei processi di rafforzamento pa- continuerà comunque ad agire cotrimoniale. In questo senso è ne- me ha sempre fatto, guardando cercessario poter disporre di un pac- to con attenzione alla componente chetto di offerte quanto più vasto di natura quantitativa, ma oltre a possibile, proprio perché le com- questa non si trascureranno le coplessità sono oggi maggiori. Dun- noscenze di tipo qualitativo, ad que, a fianco di interventi per il so- esempio relative all’imprenditore stegno del circolante, abbiamo pre- ed al suo management, alla validità dell’iniziativa, al contesto econovisto linee per il supporto di promico in cui l’azienda opera ed alla getti di ricapitalizzazione aziendaposizione strategica che essa ricole, per l’anticipo dei crediti verso pre o che si propone di ricoprire in la Pubblica Amministrazione con quel determinato contesto». garanzia SACE e per le esigenze di consolidamento passività. Non è secondaria inoltre la posOltre 89,7 credito erogamilioni di nuovo sibilità di accedere a forto me di smobilizzo cre- incremento del 3,8%nel 2009, con un rispetto allo d el 31 dicemb diti tramite factostock dell’impegnre 2008. E’ questa la cifr ring, operatività o a d i BPER territorio bo in leasing e la nolognese nel a favore del u corso del 20 n anno diffici vità dei mutui 09, le regione da se caratterizzato anche in assistiti dalla veri segni neg Nonostante ativi. le garanzia diretBPER ha co difficoltà complessive però, ntinuato a sv ta del Fondo olgere fino in fondo il ruolo Centrale di d i banca loca E la dinamic le Garanzia per di Bologna, a degli impieghi in pro. passati fra 31 vi le Pmi promosdicembre 20ncia 31 dicem 08 e so dal Ministemilioni (+3,bre 2009 da 2360,8 a 2450 8%, appunto ,5 ro dell’Economaggior rile ), assume an vanza cora mia e delle Finandato di sistemse confrontata con il a ze». (il compless delle banche o at L’accordo divenche è invece tive in provincia), sa lito del 2,57% ta operativo pro. prio mentre ci si avvicina alla stagione in cui le


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ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE AL PROGETTO PER LE IMPRESE

Evviva il design «made in Bo» hi dice che la città delle Due Torri non sia una delle patrie italiane del disegno industriale? E che per trovare i ‘campioni’ dell’umano ingegno si debba andare in altre parti del Paese, magari più a Nord, oltre il Po? Complice l’Expo di Shanghai, anche a Bologna il design trova un nuovo slancio. E Unindustria Bologna, con la collaborazione di Legacoop, si affida a un’iniziativa che cerca di valorizzare la creatività, l’innovazione e la sperimentazione delle aziende del territorio. ‘Design Made in Bo’ è il nome del progetto. Le imprese bolognesi hanno tempo fino al 30 aprile per partecipare. Inizialmente il termine era stato fissato per il 16 aprile, ma l’eccezionale flusso di richieste ha portato a una proroga dei

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tempi di consegna del materiale. Sul sito www.designmadeinbo.it finiranno poi i progetti migliori, valutati da un comitato di esperti. Quasi tutti possono partecipare: Unindustria Bologna e Legacoop hanno individuato alcuni settori ‘privilegiati’: abbigliamento e accessori, arredamento e illuminazione, auto e moto, macchinari e apparecchiature, oggettistica, materiali e componenti per l’edilizia, grafica e packaging, ma c’è anche un settore ‘vari’ che in realtà consente la presentazione di prodotti dei più svariati campi. ‘Design Made in Bo’ è, quindi, un concorso. Ogni azienda dovrà fornire alla segreteria organizzativa: i dati anagrafici e una descrizione sintetica dell’azienda, di massimo 300 battute; un logo o un’immagine rappresentativa (sul sito

www.designmadeinbo.it ci sono le caratteristiche richieste); un massimo di tre prodotti accompagnati da brevi descrizioni e da tre immagini con didascalie. Una raccomandazione: il testo dovrà essere esaustivo per quanto riguarda i caratteri innovativi dei prodotti, i materiali utilizzati, le tecnologie impiegate e i brevetti registrati. Poi, la palla passerà nelle mani del comitato di esperti. Il team valuterà in base a vari criteri: dall’innovazione alla funzionalità, dall’ergonomicità globale alla qualità ‘self-explanatory’, dalla qualità formale alla compatibilità ecologica. Ancora, si prenderà in considerazione la durata, il contorno del prodotto e la sinergia col territorio. E quest’ultima, la sinergia, è proprio la caratteristica principale del

progetto. Unindustria Bologna, infatti, vuole coinvolgere anche le scuole di design, i professionisti, gli studi di progettazione e le riviste di settore. Tutto quello che quindi fa da contorno alla vita delle imprese. Per informazioni, segreteria@designmadeinbo.it, telefono 051 6317232 (architetto William Brunelli) e 051 6317209 (Patrizia Passarelli). Daniele Guido Gessa

PARLA PAOLO MASCAGNI

«Siamo bravi nel prodotto Il nostro gusto vince» li italiani sono bravi nel design. E i bolognesi pure». Paolo Mascagni (nella foto), presidente del settore lavori complementari dell’edilizia di Unindustria Bologna e titolare della Mascagni Spa, è uno degli artefici di ‘Design Made in Bo’. «Vogliamo promuovere la

«G GRANDI EVENTI

Mille Miglia: un ritorno rombante li equipaggi e i tecnici al seguito della Mille Miglia storica saranno ospitati, nella loro tappa a Bologna, dalle strutture alberghiere che fanno parte del Settore turismo di Unindustria, grazie ad un accordo con gli organizzatori della manifestazione. La Mille Miglia torna ad attraversare il centro di Bologna dopo un’assenza di molti anni. E per l’occasione i bolognesi potranno godersi un duplice spettacolo: infatti le auto giungeranno una prima volta la notte del 6 maggio, per l’arrivo della prima tappa, e percorreranno nuovamente la città sabato 8 maggio nel ritorno verso Brescia. All’evento parteciperanno 375 auto storiche e, con loro, anche più di 100 Ferrari costruite dopo il 1958 (anno successivo alla fine della grande corsa su strada).

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creatività delle nostre aziende e vogliamo anche spingerle a una sana contaminazione di idee». Quali sono le caratteristiche del design bolognese?

«Il nostro è un disegno molto concreto. Meno ‘fashion’ più ‘prodotto’. Uno dei motivi che spinge verso questa tendenza è anche la grande importanza del

settore meccanico». Perché, in definitiva, bisogna puntare sul design?

«È l’arma migliore che abbiamo per vincere la sfida del futuro. Il nostro gusto, la nostra capacità, la nostra passione: tutto questo vuol dire design». d. g. g.

PREMIO GIOVANI IMPRENDITORI

Creativi under 40 La Camera di Commercio sta cercando sei «innovatori» remio Giovani Imprenditori 2010: aperte le selezioni per imprenditori e manager «creativi» under 40. La Camera di Commercio cerca giovani che siano titolari, legali rappresentanti, soci, consiglieri o dirigenti di un’impresa bolognese e abbiano individuato una soluzione creativa per realizzare o migliorare prodotti, processi o servizi. In altre parole, riflettori puntati su chi si è rimboccato le maniche ed è riuscito a «Fare» il bene della sua impresa, raggiungendo obiettivi che ne consentiranno lo sviluppo. L’iniziativa si chiama «Premio Giovani Imprenditori 2010» ed è stata progettata dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria giovanile della Camera di commercio, che vaglierà le domande pervenute e ne selezionerà 15 che passeranno all’esame di un’apposita giuria, deputata a nominare i 6 «innovatori» vincitori. Le candidature vanno presentate entro il 7 maggio 2010. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Camera di Commercio www.bo.camcom. it. Le premiazioni avverranno nell’ambito del 1˚forum dell’imprenditoria giovanile – dedicato al tema della

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creatività quale fattore di successo dell’agire imprenditoriale - il 9 giugno 2010 al Palazzo degli Affari. Nel corso del forum terrà una conferenza teatrale Paolo Vergnani, attore e formatore bolognese. «Questo Premio mostra che noi Giovani siamo in grado di mettere a sistema le nostre rispettive esperienze – ha detto Andrea Paladini, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna -: del Comitato fanno parte anche Chiara Montoni, Fabrizio Cervellati, Matteo Maria Elmi, Luca Dottini e Matteo Manzoni, in rappresentanza rispettivamente di agricoltura, servizi, commercio, artigianato, cooperazione». «La nostra comune ambizione – ha concluso Paladini - è valorizzare la nuova linea verde dell’imprenditoria locale, che ha saputo identificare driver di sviluppo fondamentali per affrontare un periodo così critico per l’economia». «Camminiamo sulle idee, questo Premio esalta la volontà di proseguire di un mondo, quello imprenditoriale, che non si è mai fermato», ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Bologna Bruno Filetti. Valentina Righi


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