DOMENICA 21 AGOSTO 2011
35
IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO
•
Luigi Negri (*) L’INTERVENTO
IL DIALOGO E’ UN INCONTRO
L’informazione prosegue su quotidiano.net smartphone e tablet
LA MIA VICINANZA anche fisica a don Giussani per oltre 50 anni mi ha reso protagonista anche marginalmente di grandi eventi che sono scaturiti dalla sua testimonianza. Quando Giovanni Paolo II ci accolse per il trentennale del Movimento di Comunione e Liberazione ci disse: «Ciò che amo in voi è la capacità di incontrare, conoscere e valorizzare». Il Meeting è questo: l’incontro, la capacità di creare incontri fra uomini, etnie, appartenenze culturali, ideologiche. Ciò è la dimostrazione che un’identità forte dà un’espressione non come volontà di imposizione, ma come capacità di dialogo, a differenza di ciò che dice da tempo questa società.
Parte oggi l’edizione numero 32 del consueto appuntamento di Cl: apre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano In arrivo ministri, politici, scienziati e tanti big
HO VISTO passare dal Meeting personalità diverse, da Madre Teresa di Calcutta a personalità laiche, ricordo con commozione l’arrivo di Lech Walesa, i tantissimi giovani, gli incontri per trovare rispetto reciproco nel martoriato Medio Oriente. E come non ricordare l’incredibile incontro con i bonzi giapponesi fortissimamente voluto da don Francesco Ricci, una delle personalità più espressive di Cl, che quest’anno verrà ricordato nel ventennale della sua morte? Il Meeting è fatto di esperienze artistiche a avveniristiche , con sempre la possibilità di trovare dentro questo ambito la capacità di espressione reale del proprio io. TUTTO CIO’ ha aperto cuore e intelligenza a generazioni e generazioni di cristiani e laici, inariditi purtroppo dalla stupidità laicista e politica che non riesce ad avere un orizzonte largo, un’apertura totale o quella possibilità di valorizzazione reciproca che Giussani chiamava ‘senso religioso’. Quando parlo ai giovani dopo il Meeting dico loro di rendere quotidiano i grandi orizzonti che il Meeting stesso ci ha aperto. Fare del Meeting la dimensione della nostra quotidianità. In sostanza, ciò che ha confidato il Signore agli ultimi suoi amici: «Mi sarete testimoni fino all’estremi confini della terra». Non c’è un momento di apertura intellettuale, morale e umana come il meeting. Non oserei pensare cosa sarebbe la società italiana, oggi cosi imbastardita, senza una cosa grande come il Meeting. (*) vescovo di San Marino e Montefeltro
I giovani che fino all’alba di oggi hanno «montato» il Meeting e il capo dello Stato Giorgio Napolitano: parte da Rimini, nel segno dei 150 anni dell’Unità tricolore, il tentativo di far ripartire l’Italia
FOTOGALLERY Consulta il programma completo del Meeting 2011 nello speciale online su quotidiano.net
MULTIMEDIA Ogni giorno nel nostro speciale online i video e le immagini dal Meeting
di MASSIMO PANDOLFI
«E L’ESISTENZA diventa un’immensa certezza». L’affermazione dei titolo del Meeting che parte oggi è quantomeno impegnativa. Per non dire strampalata, visti i tempi. Ma come: il mondo scoppia, la Borsa è impazzita, i nostri soldi non si sa che fine faranno, le famiglie saltano, le aziende falliscono, il precariato economico e sociale trionfa, il relativismo è in festa e noi stiamo qui a Rimi-
ni a raccontarci per una settimana che «l’esistenza diventa un’immensa certezza»? Ma come, ma dove, ma quando, ma chi? SEMBRA ROBA dell’altro mondo, è vero, però chi è passato almeno una volta dal Meeting con l’animo aperto e non prevenuto, — capisce — o meglio ancora intuisce, tocca o sfiora con mano, vede negli occhi della gente qualunque (e non solo di ministri, capi di stato, scienziati, filosofi o cantanti) — che qui c’è davvero qualcosa di diverso, di speciale. E magari anche di certo, sì. Una certezza che ti viene data come dono, e non costruita per
forza dal nostro io, dallo Stato, dall’apparato, dalla Banca Centrale Europea. Scriveva Rimbaud nel brano finale di una sua poesia: «Tutti quelli che mi hanno incontrato è come se non mi avessero veduto». Terribile, ed è un po’ il mondo di oggi. LA BELLEZZA di venire qui al Meeting è che non ti imbatti mai in qualcuno che è senza volto, anche se stai di fronte a centomila persone. Intendiamoci: non ci sono santi, beati, aureole in formazione o chissà cosa. C’è gente del mondo, di ogni tipo: geni e peccatori, benefattori e mariuoli, miliardari e poveracci. (Segue a pagina 37)