anche al di fuori dei coinvolgimenti diretti nelle operazioni militari. Ricordo
perfettamente
i
bombardamenti
che
venivano compiuti quasi giornalmente su città e paesi, costituissero o meno obiettivi strategici, operazioni intese più a fiaccare la volontà dei popoli che la subivano che a diminuire le capacità materiali di resistenza. Mantova è stata risparmiata dai bombardamenti a tappeto che sono stati compiuti su altre città, ma ha subito anch’essa le sue incursioni aeree. Ogni sera arrivava Pippo, un monomotore inglese o americano che ronzava sulla città ed ogni tanto lasciava cadere uno spezzone incendiario su una casa mandandola a fuoco, ma nella maggior parte delle sue incursioni si limitava a ronzare sulla città lasciandola sotto lo stress dell’allarme aereo che veniva dato, ad ogni avvicinarsi di voli avversi, mediante un lugubre ululato di sirene. E se il suono delle sirene era cadenzato e ritmato su frequenze molto brevi era il momento di preoccuparsi: c’era pericolo immediato di essere presi a bersaglio dei bombardamenti. Bombardamenti importanti a Mantova, in numero di più di cento, si sono avuti sul ponte dei Mulini, che ha visto la carreggiata coperta completamente distrutta, così come sulla sponda del lago di sopra fu completamente distrutto il molino Giannantonj, che era un bell’esempio di edilizia industriale in stile 89