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B C c e f Ca A V a S Li n guaa it a lia n a o C r e
Letture da brivido
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Quello che accadde fu peggio del peggio. Dal piano di sopra gli giunse un suono non facile a definirsi. Come una specie di squittio, uno svolazzamento seguito da passi gommosi, tipo quelli di una creatura viscida che attraversi in punta di piedi una grossa pozzanghera di gelatina verdastra. La nausea di Peter scomparve per lasciare il posto al terrore. Si fermò in fondo alle scale. Accese la luce e sbirciò in alto. - Papà - azzardò - Papà? Nessuna risposta. Inutile cercare di sistemarsi sotto a dormire. Non c’erano coperte, e i cuscini li aveva buttati tutti via. Si incamminò su per le scale. Ogni gradino scricchiolava al suo passaggio. Il cuore gli batteva forte dentro le orecchie. Gli parve di aver sentito quel suono un’altra volta, ma non ne era sicuro. Si fermò e trattenne il fiato. Niente: soltanto il sibilo del silenzio e il suo cuore impazzito. Guadagnò altri tre scalini. Se soltanto Kate fosse stata in camera sua a parlare con le bambole! Gli mancavano quattro gradini al pianerottolo. Se davvero c’era un mostro che si trascinava avanti e indietro nella pozza di gelatina, allora doveva essersi fermato ad aspettarlo. La porta della sua stanza da letto era sei passi più in là. Contò fino a tre e scattò. Si sbatté la porta alle spalle, la chiuse a chiave e vi si appoggiò con tutto il peso del corpo, in attesa. Era al sicuro. La stanza gli parve spoglia e piena di trabocchetti. Si infilò nel letto con scarpe e vestiti, pronto a saltar fuori, qualora il mostro avesse fatto irruzione. Quella notte, Peter non chiuse occhio, non fece che correre. Correva a perdifiato nei sogni lungo i corridoi pieni di echi; attraversò un deserto roccioso infestato di scorpioni; si addentrò in labirinti di ghiaccio; scivolò in un tunnel rosa dalle pareti spugnose e grondanti acqua. Fu a quel punto che si rese conto di non essere inseguito dal mostro. Era lui che stava invece per saltargli alla gola. Si svegliò di soprassalto e si mise a sedere sul letto.
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