QUALIVITA
PARMIGIANO REGGIANO DOP
ALLEGATO ANALISI DOCUMENTALE
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:: 23 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE :: 36 PIANO DI CONTROLLO :: 11 STATUTO :: 28 ALTRI REGOLAMENTI
della DOP Parmigiano Reggiano e delle differenti realtà aziendali che la costituiscono; vengono calcolate su
annua, considerando quantitativi prodotti per singola unità operativa, intese al netto di I.V.A. e comprensive delle spese di trasferta del personale ispettivo (con esclusione della “Tariffa 4” definita per “tipologie di prestazioni”).Per ogni soggetto (singola unità operativa), già inserito nella filiera Parmigiano Reggiano o richiedente l’accesso al circuito DOP, le tariffe per l’annualità di competenza comprenderanno: 1. l’iscrizione e il riconoscimento nel circuito DOP del soggetto avente diritto, inclusivo dell’esame della documentazione di accesso e delle verifiche ispettive ed analitiche necessarie per la verifica della rispondenza ai requisiti richiesti e l’inserimento nella filiera Parmigiano Reggiano, secondo le specifiche del Piano di controllo di riferimento; 2. il mantenimento nel circuito DOP del soggetto avente diritto, inclusivo delle verifiche documentali, ispettive ed analitiche stabilite in base a modalità e frequenze minime individuate dal Piano di controllo di riferimento. Per il soggetto “caseificio” le prove analitiche effettuate da OCQ PR di cui ai punti 1. e 2. sopra esposti includono, secondo le specifiche del Piano di controllo, la verifica dell’espertizzazione effettuata da CFPR per la selezione del prodotto da sottoporre
della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Registrazione preventiva degli approvvigionamenti indicando lotti di ingresso, specificando: • per le forme: quantità (n° di forme e peso), matricola/mese/anno di produzione (e relativa suddivisione) • per semilavorati: lotto/data di produzione, quantità (peso), matricola/mese/anno di produzione (e relativa suddivisione). Registrazione identificazione dei semilavorati indicando quantità, lotto di origine e tracciabilità per matricola/mese/anno di produzione. Registrazione identificazione mediante numero o codice di lotto che permetta di ricollegarsi alla registrazione ed identificazione del semilavorato nonché relative quantità prodotte (ivi compresi eventuali “residui di lavorazione di grattugiato”). Registrazione del prodotto commercializzato, indicando nella documentazione di alienazione, quantità, lotto e destinatario.
Il grattugiatore è tenuto ad adottare sistemi di tracciabilità che permettano di identificare e tracciare senza ambiguità le forme di formaggio, il semi-lavorato ed il prodotto finito e quantitativi in gioco.
Costi IND_010
dei registri Costi di tenuta dei registri (dei costi di produzione e della produzione) da parte dell'organizzazione IG e dei produttori
produttori tengono traccia di tutto il reddito generato dalla coltura focus e possono rappresentare almeno l’80% dei costi totali. Nelle unità di produzione familiare, si suggerisce che le ore dedicate dai membri della famiglia alla produzione di IG siano contabilizzate sulla base di una tariffa oraria/mensile concordata pdc Art. 2.4.1.3 Lavorazioni a “rischio di origine” e “con crosta”: flussi documentali da trasmettere e gestione delle relative irregolarità Ogni operatore le cui produzioni afferiscono alla categoria “con
costi di produzione e della produzione) da parte dell'organizzazione IG e dei produttori produttori tengono traccia di tutto il reddito generato dalla coltura focus e possono rappresentare almeno l’80% dei costi totali. Nelle unità di produzione familiare, si suggerisce che le ore dedicate dai membri della famiglia alla produzione di IG siano contabilizzate sulla base di una tariffa oraria/mensile concordata
Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale caseificio Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti
concordata pdc Art. 2.7 Documentazione sistematicamente trasmessa ad OCQ PR Con frequenza minima annuale (richiesti dopo il 31 dicembre per l’annata precedente): caseifici forniscono quantitativi di latte conferiti dai singoli allevamenti conferenti ed quantitativi di formaggio prodotto. La validazione dei dati annuali afferenti ad allevamenti e caseifici viene effettuata da OCQ PR anche tramite il raffronto dei dati comunicati dagli operatori con il dbase di CFPR, reso disponibile ed alimentato su base mensile dai singoli caseifici. Il numero di forme prodotte ed il numero di forme da immettere al consumo a DOP possono essere forniti direttamente dal caseificio o tramite il servizio del CFPR. Il controllo, relativo all’intera annata produttiva espertizzata/marchiata, è da effettuarsi sui verbali di chiusura lotti trasmessi al 1° aprile dell’anno successivo da parte del CFPR; magazzini di stagionatura e caseifici forniscono le giacenze di formaggio in base alle modalità e alle fasce di stagionatura richieste da OCQ PR; • laboratori di grattugia forniscono quantitativi di formaggio grattugiato prodotto; • porzionatori forniscono quantitativi di formaggio porzionato prodotto.
Tutti gli operatori riconsociuti hanno 'lobbligo di comunicareall'OdC quantitativi di latte ricevuti e quantitativi di formaggio (forme, prozionato, grattugiato) prodotti, ove applicabile, le eventuali giacenze di magazzino.
Caseificio, stagionatore, porzionatore grattugiatore
Costi di tenuta dei registri (dei costi di produzione e della produzione) da parte dell'organizzazione IG e dei produttori
produttori tengono traccia di tutto il reddito generato dalla coltura focus e possono rappresentare almeno l’80% dei costi totali. Nelle
Consorzio di tutela
Grattugiatore
Resilienza
Resilienza
Resilienza
Acquisti da fornitori locali (importo)/totale acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero)
Documenti aziendali, provenienza dei fornitori altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 2 Principi generali per
aziendale (es. piani colturali
UMA, contratti di affitto,
L'allevatore deve registrare/archiviare lo schema di razionamento aziendale, con evidenze circa origine del foraggio (acquisto, autoproduzione).
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp pag 1
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale
di origine del formaggio “Parmigiano Reggiano” è estesa alla tipologia grattugiato, ottenuta esclusivamente da formaggio intero avente diritto alla denominazione di origine di cui trattasi, a condizione che
Poichè la fase di grattugia è ritenuta critica anche grattugiatori devono essere ubicati in zona tipica vietando tale attività presso operatori non in zona e non riconosciuti. Approvvigionamento delle forme e grattugia avvengono in zona di produzione.
Grattugiatore
Allevamento
di somministrare un'alimentazione zootecnica che prevede l'utilizzo di foraggi di origine locale (zona di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano DOP) o autoprodotti nelle percentuali disciplinate. Deve pertanto autoprodurre gli alimenti zootecnici o acquistare da fornitori locali l'alimentazione zootecnica.
Consorzio di tutela
Relazione tra Piano regolazione offerta e Filiera Parmigiano Reggiano ]obiettivo del presente Piano è quello di definire modalità di gestione dell’offerta di Parmigiano Reggiano al fine di adeguarla all’effettivo livello della domanda. [ ] Il Piano 2023/2025, nello specifico, punta a regolare l’offerta per assicurare condizioni di equilibrio rispetto alla capacità di assorbimento di prodotto da parte della domanda nazionale ed estera.
Il Consorzio ha la responsabilità di far applicare correttamente il piano di regolazione dell'offerta ai produttori, assicurando possibilmente condizioni di equlibrio tra produzione e domanda dei mercati per il prodotto tutelato.
Caseificio
Il caseificio ha la responsabiltià di produrre e avviare alla DOP esclusivamente le forme che rispettano tutte le caratteritiche fisiche. chimiche organolettiche disciplinate. Il 100% della produzione avviata alla DOP deve rispettare le caratteristiche disciplinate.
maggiori del 15% delle proteine totali (metodo HPLC e cromatografia a scambio ionico); presso il Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano, presso l’Organismo di Controllo e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali determinata con metodiche di a 22 mg/100 di grasso (dato già comprensivo dell’incertezza di misura, Metodo gascromatografico con rivelatore a spettrometria di massa (GCMS)) ].
di produzione del formaggio Il rapporto grasso/caseina del latte in caldaia, calcolato come valore medio ponderato dei lotti caldaia nel giorno di lavorazione, non può essere superiore 1,1 + 12%. Il caseificio ha la responsabilità di rispettare rapporto grasso/caseina secondo valori e modalità previsti dal ddp, ai fini della qualità del prodotto.
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Pag 1 Standard di produzione del formaggio
E’ possibile conservare un’aliquota di latte del mattino, fino ad un massimo del 15%, per la caseificazione del giorno successivo. In tale caso il latte, che deve essere conservato in caseificio in appositi recipienti di acciaio ad una temperatura non inferiore 10ºC, dovrà essere steso, unitamente al latte della sera, nelle vasche per l’affioramento naturale
della microflora autoctona, l'affiroramento naturale garantisce una materia prima di qualità, senza trattamenti fisici invasivi.
Caseificio
Caseificio
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale
produttivo totale ddp pag 1 Standard di produzione del formaggio Le caldaie devono essere utilizzate una sola volta al giorno. E’ possibile riutilizzare il 15% delle caldaie per una seconda caseificazione.[
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Pag 2 Standard di produzione del formaggio
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Pag 2 Standard di produzione del formaggio
Alla coagulazione seguono la rottura della cagliata e la cottura. Si lasciano quindi sedimentare granuli sul fondo della caldaia in modo da ottenere una massa compatta. Tali operazioni devono avvenire entro la mattinata. Dopo la sedimentazione, la massa caseosa è trasferita negli appositi stampi per la formatura.
Dopo alcuni giorni, si procede alla salatura per immersione in una soluzione salina. La maturazione deve protrarsi per almeno 12 mesi, a partire dalla formatura del formaggio.
In estate la temperatura del magazzino di stagionatura non può essere inferiore a 16ºC.[
Il caseificio ha la responsabilità di gestire le caldaie secondo quanto previsto dal ddp
Caseificio
Il caseificio ha la responsabilità di rispettare le modalità di produzione e tempi previsti per esegurle, previsti dal disciplinare. Non sono ammesse deroghe
Il caseificio ha la responsabilità di rispettare periodo minimo di stagionatura e la temperatura di stagionatura previsti. Non sono ammesse deroghe
Caseificio
Grattugiatore
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Pag 3 Standard di produzione del formaggio
La tipologia della denominazione in parola è riservata al formaggio grattugiato avente Il grattugiatore ha la responsabiltià di impiegare esclusivamente Parmigiano Reggiano DOP per la produzione del grattugiato che deve rispettare le caratteristiche disciplinate in materia di umidità, aspetto e quantità di crosta. Il 100% della produzione avviata alla DOP deve rispettare le caratteristiche disciplinate.
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 2
IG nel volume di produzione totale
classificazione si riferisce al formaggio al momento dell’espertizzazione. 1. Parmigiano Reggiano “scelto sperlato” Tale qualifica viene attribuita a quelle forme immuni da qualsiasi difetto sia esterno che interno (pezzatura, crosta, martello, ago, struttura della pasta, aroma, sapore) in qualsiasi modo rilevabile, sia alla vista sia al collaudo dell’ago e del martello. 2. Parmigiano Reggiano “zero (0) e uno (1)” Tale qualifica comprende: a) zero: le forme che, pur rispondendo alle caratteristiche di scelto, presentano sulla crosta fessure superficiali, piccole erosioni, spigoli leggermente rovinati e qualche piccola correzione senza che la forma risulti deformata. b) uno: le forme aventi leggere anomalie di struttura ed in particolare: uno o due vescicotti (cavità di forma circolare od oblunga creatasi nella pasta) di diametro non superiore ai 3-4 cm e sempre che, sondato vescicotto con l’ago, questo non riveli difetti olfattivi; vespaio localizzato (zona di pasta spugnosa) di pochi centimetri senza difetti olfattivi; alcune “bocche di pesce” e cioè occhi di forma oblunga, non superiori ai 3-4 cm; leggere sfoglie, costituite da alcune fessurazioni della pasta, di lunghezza non superiore ai 3-4 cm; occhi radi e non eccessivamente ripetuti; le forme cosiddette “lente”, e cioè quelle che alla percussione con martello rivelano un suono sordo.3. Parmigiano Reggiano “mezzano” In questa classe sono comprese le forme con: vescicotti di diametro superiore ai 3-4 cm immuni da difetti olfattivi; - vespai immuni da difetti olfattivi; occhiatura diffusa nella forma (occhi lucidi, rotondi, di diametro medio-piccolo); alcune fessurazioni e spacchi disposti orizzontalmente; fessurazioni e spacchi orizzontali localizzati in prossimità di un piatto e/o interessanti parte dello scalzo; correzioni in scalzo o in piatto in assenza di difetti olfattivi eseguite a regola d’arte, di entità tale da non compromettere significativamente l’aspetto esteriore della forma. 4. Formaggio “scarto” In questa classe sono comprese le forme con: bombatura molto accentuata dei piatti della forma; pasta spugnosa con grande e diffusa occhiatura; fessurazioni orizzontali multiple e diffuse con conformazione a “libro”; grosse fenditure e spacchi diffusi su gran parte della forma; grossa cavità localizzata al centro o in zona sub-centrale a forma sferica od oblunga con o senza pasta spugnosa; correzioni in scalzo e/o in piatto profonde ed estese; forme con evidenti difetti olfattivi.11 5. Formaggio “scartone” A questa classe appartengono tutte le forme nelle quali si nota la presenza di numerosi e gravi difetti e cioè tutte quelle che non possono, per la loro qualità, essere comprese nelle categorie sopra specificate.
Principi generali per il razionamento Nella razione giornaliera, almeno il 50% della sostanza secca dei foraggi deve essere apportata da fieni. La razione di base, costituita dai foraggi, deve essere convenientemente integrata con mangimi in grado di bilanciare l’apporto dei vari nutrienti della dieta. La sostanza secca dei mangimi nel loro complesso non deve superare quella globalmente apportata dai foraggi (rapporto foraggi/mangimi non inferiore a 1). Non debbono essere somministrati alle bovine da latte alimenti che possono trasmettere aromi e sapori anomali al latte e alterarne le caratteristiche tecnologiche, alimenti che rappresentano fonti di contaminazione e alimenti in cattivo stato di conservazione.
A seguito dell'attività di espertizzazione, le forme di formaggio vengono calssificate, in base alle caratteristiche possedute, secondo quanto ripprtato nel ddp
Consorzio
economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 4
Foraggi ammessi Possono essere somministrati alle bovine da latte: • foraggi freschi ottenuti da prati naturali, da prati stabili polifiti e da prati di erba medica e di erba di trifoglio; • gli erbai di loietto, di segale, di avena, di orzo, di frumento, di granturchino, di sorgo da ricaccio, di panico, di erba mazzolina (Dactilis), di festuca, di fleolo (Phleum), di sulla, di lupinella, somministrati singolarmente o associati tra loro; • gli erbai di pisello, veccia e favino, purché associati con almeno una delle essenze foraggere di cui al punto precedente; • fieni ottenuti a mezzo dell'essiccamento in campo o mediante ventilazione forzata (aeroessiccazione con temperature inferiori a 100°C) delle essenze foraggere predette; • il foraggio trinciato ottenuto dalla pianta intera del mais a maturazione latteo-cerosa o cerosa, somministrato immediatamente dopo la raccolta; • le paglie di cereali, con esclusione di quella di riso. Possono, altresì, essere utilizzati per l’alimentazione delle bovine da latte foraggi delle essenze sopraindicate, ad esclusione del trinciato di mais, trattati termicamente con temperatura pari o superiore a 100°C, nella dose massima di 2 kg/capo/giorno. Tale apporto non può essere cumulato con la quota di foraggi disidratati eventualmente fornita con mangimi.
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 5
Foraggi e sottoprodotti vietati
Nell’alimentazione delle bovine da latte è vietato: a) l’impiego di: • foraggi riscaldati per fermentazione; • foraggi trattati con additivi; • foraggi palesemente alterati per muffe e/o altri parassiti, imbrattati oppure contaminati da sostanze tossiche o comunque nocive; b) l’impiego di: • colza, ravizzone, senape, fieno greco, foglie di piante da frutto e non, aglio selvatico e coriandolo; • stocchi di mais e di sorgo, brattee e tutoli di mais, paglia di riso, nonché quella di soia, di medica e di trifoglio da seme; • ortaggi in genere ivi compresi scarti, cascami e sottoprodotti vari allo stato fresco e conservati; frutta fresca e conservata nonché tutti sottoprodotti freschi della relativa lavorazione; • barbabietole da zucchero e da foraggio, ivi compresi le foglie ed colletti;• melasso in forma liquida (fatto salvo l’utilizzo previsto all’art. 6), lieviti umidi, trebbie di birra, distiller, borlande, vinacce, vinaccioli, graspe ed altri sottoprodotti agroindustriali; • tutti sottoprodotti della macellazione, ivi compreso il contenuto del rumine; • tutti sottoprodotti dell’industria lattiero-casearia.
L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latteprevedendo il giusto apporto di fibra da foraggi, La salute degli animali dipende da una nutrizione alimentare equilibrata in base alle esigenze e alla disponibilità inoltre evita il consumo massivo di mangimi e permette un aeguato apporto di fibra, prevedendo un apporto equilibrato della stessa tra foraggio e mangimi, evitando alimenti che posano trasferire al latte aromi indesiderati. La salute degli animali dipende anche da una nutrizione alimentare equilibrata in base alle esigenze e alla disponibilità inoltre evita il consumo massivo di mangimi e permette un adeguato apporto di fibra. Non sono ammesse deroghe, per cui tutte le vacche che producono latte da destinare alla DOP devono essere alimentate seguendo requisiti disciplinati
Allevatore
Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 6
Materie prime per mangimi Nell’alimentazione delle bovine da latte possono essere utilizzate le seguenti materie prime: • cereali: mais, sorgo, orzo, avena, frumento, triticale, segale, farro, miglio e panico; • semi di oleaginose: soia, lino, girasole; • semi di leguminose: fava, favino e pisello proteico; foraggi: farine delle essenze foraggere ammesse; • polpe secche di bietola; • concentrato proteico di patate. Possono inoltre essere utilizzati nei mangimi complementari composti: • la carruba, in quantità non superiore al 3%; • il melasso, in quantità non superiore al 3%. E’ consentito l’uso di mangimi in blocchi melassati, anche in forma frantumata, nella dose massima giornaliera di 1 Kg. a capo. In ogni caso, l’impiego dei blocchi melassati non è compatibile con l’impiego di mangimi contenenti melasso. Sono ammesse, inoltre, preparazioni zuccherine e/o a base di glicole propilenico e glicerolo, in forma liquida o disperse nei mangimi, nella dose massima complessiva di 300 grammi/capo/giorno. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 8, possono essere, inoltre, utilizzati prodotti e gli alimenti consentiti dalla legislazione vigente per le bovine da latte previa sperimentazione del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano che, verificata la compatibilità, ne dà comunicazione agli organismi preposti.
L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte con foraggi inseriti nella lista positiva del disciplinare e nel rispetto delle quantità stabilite dal disciplinare. La salute degli animali dipende da una nutrizione alimentare equilibrata in base alle esigenze e alla disponibilità inoltre evita il consumo massivo di mangimi e permette un aeguato apporto di fibra. Non sono ammesse deroghe, per cui tutte le vacche che producono latte da destinare alla DOP devono essere alimentate seguendo requisiti disciplinati Allevamento
Allevamento
L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte senza utilizzare foraggi e sottoprodotti vietati,a garnazia di una corretta alimentazione degli animali a garanzia di latte prodotto e formaggio ottenuto che rispondano ai livelli qualitatiivi e ai requisiti disciplinati. Non sono ammesse deroghe, per cui tutte le vacche che producono latte da destinare alla DOP devono essere alimentate seguendo requisiti disciplinati
Allevamento
La lista positiva e le quantià definite per le materie prime per mangimi garantisce un'alimentazione di qualità per gli animali, favorendo condizioni di benessere. Non sono ammesse deroghe, per cui tutte le vacche che producono latte da destinare alla DOP devono essere alimentate seguendo requisiti disciplinati
Resilienza
e sottoprodotti
della lavorazione del
e delle uova; • semi di cotone, veccia (comprese le svecciature), fieno greco, lupino, colza, ravizzone e vinaccioli; • riso e suoi sottoprodotti; • tutoli e gli stocchi di mais trinciati e/o macinati; • le farine di estrazione, panelli gli expeller di arachide, colza, ravizzone, cotone, vinaccioli, semi di pomodoro, girasole con meno del 30% di proteine, babassu, malva, neuk, baobab, cardo mariano, cocco, tabacco, papavero, palmisto, olive, mandorle, noci e cartamo; • la manioca, le patate e derivati, ad eccezione del concentrato proteico di patata; • gli alimenti disidratati ottenuti da ortaggi, frutta ed sottoprodotti della loro lavorazione nonché gli alimenti disidratati ottenuti da trinciati di mais e da insilati di ogni tipo; • le alghe, ad eccezione di quelle coltivate ed impiegate quali integratori di acidi grassi essenziali nella dose massima di 100 grammi/capo/giorno; • tutti sottoprodotti delle birrerie (trebbie essiccate) e dell’industria dolciaria o della panificazione; • terreni di fermentazione; • l’urea e derivati, sali di ammonio; • il concentrato proteico di bietole (CPB), le borlande e distiller di ogni tipo e provenienza. Non possono essere somministrati alle bovine da latte, né direttamente, né come ingredienti dei mangimi saponi e tutti grassi (oli, seghi, strutti, burri) siano essi di origine animale o vegetale. Possono essere usati lipidi di origine vegetale solo come supporto e protezione di micronutrienti, nella dose massima di 100 grammi/capo/giorno. Non possono essere somministrati alle bovine da latte mangimi che contengano: • additivi appartenenti al gruppo degli antibiotici; gli antiossidanti butilidrossianisolo, butilidrossitoluolo ed etossichina. Come supporto per gli integratori minerali e vitaminici non possono essere utilizzati prodotti non ammessi dal presente Regolamento.Non possono essere somministrati alle bovine da latte mangimi rancidi, ammuffiti, infestati da parassiti, deteriorati, imbrattati oppure contaminati da sostanze tossiche o comunque nocive. Non possono essere somministrati, alle bovine da latte, mangimi che contengano foraggi dei quali non si conosca la provenienza, tagliati in modo grossolano. In ogni caso foraggi eventualmente presenti nei mangimi complementari in farina o in pellet non possono superare la lunghezza di 5 mm.
L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte con alimenti zootecnici che non utilizzino tutte le materie prime e prodotti elencati come vietati. La lista negativa è garanzia del fatto che non vengano forniti agli animali alimenti
Punti
qualità Produttori/trasformatori
utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti
dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendalecaseificio
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. Se si effettua riporto del latte: • registrazione giornaliera della quantità; • registrazione della temperatura almeno una volta ogni 15 giorni, se raffreddato e tenuta sotto controllo dello strumento di misura ]. Registrazione rapporto grasso/caseina (G/C) in caldaia rappresentativo del/i lotto/i di produzione realizzato/i (almeno 12 analisi/anno, con frequenza mensile) in modo da consentire il calcolo della media ponderata di giornata. ]. Registrazione della temperatura del magazzino in caso di raffreddamento estivo, almeno una volta ogni 15 giorni e tenuta sotto controllo dello strumento di misura. Registrazione quotidiana del formaggio prodotto sul registro CFPR indicando n° forme prodotte e placche di caseina. Il caseificio è tenuto a controllare, registrare e conservare le evidenze relative ai parametri previsti e disciplinati al fine di diostare il rispetto dei requisiti del ddp.
Caseificio
Qualità del
e
Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti
Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità
pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendalestagionatore
Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. Registrazione della temperatura del magazzino in caso di raffreddamento estivo, almeno una volta ogni 15 giorni e tenuta sotto controllo dello strumento di misura.
Lo stagionatore è tenuto a controllare, registrare e conservare le evidenze relative ai parametri previsti e disciplinati al fine di diostare il rispetto dei requisiti del ddp.
Stagionatore
qualità dei prodotti
economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti
Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art.
secondo le frequenze previste. Caseificio
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti
Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti
Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità
Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità
attività di cui sopra in carico ad OCQ PR possono essere effettuate direttamente in loco, come nel caso delle attività ispettive, delle operazioni di misura o della prova di validazione dell’espertizzazione, oppure campionando prodotti da prelevare e sottoporre alle successive prove di conformità analitica o di validazione di prodotto. Si intende che la loro successiva valutazione rispetto ai requisiti stabiliti, sia essa effettuata in fase di autocontrollo, sia di verifica da parte di OCQ PR, deve essere eseguita nel rispetto del Disciplinare di produzione della DOP Parmigiano Reggiano e delle incertezze di misura proprie delle prove e/o strumentazioni utilizzate, per ogni parametro considerato.[
della
per dare evidenza della propria conformità. nonché indicazioni utili che permettano di ricollegare il prodotto all’età minima indicata in etichetta ove necessaria.. Si ricorda che le operazioni di espertizzazione di tutti lotti di formaggio sono gestite dal CFPR che effettua la selezione del prodotto da sottoporre a successiva marchiatura per tutti caseifici, ad esso aderenti e non, secondo le modalità previste dal Disciplinare di produzione.
L'OdC effettua le attività di controllo secondo quanto previsto dal PdC al fine di verificare per tutti gli operatori previsti, il rispetto dei requisiti disciplinati dal ddp e l'attuazione dell'autocontrollo e validazione attività di espertizzazione.
Il porzionatore è tenuto a controllare, registrare conservare le evidenze relative ai parametri previsti e disciplinati al fine di dimostare il rispetto dei requisiti del ddp.
Porzionatore
Resilienza economica
Resilienza economica
prodotto
informazioni
e locali
Durante il periodo di riferimento, produttori/trasformatori, per quanto riguarda le attrezzature, macchinari e gli spazi in cui il prodotto IG è immagazzinato/trasformato: 1 = occasionalmente puliscono/calibrano/effettuano la manutenzione delle loro
attrezzature/macchinari/spazi, 2 = dispongono di un protocollo scritto al riguardo effetto eseguito occasionalmente, 3 = viene regolarmente implementato un protocollo di pulizia/calibrazione/manutenzione 4 = attrezzature/macchinari/spazi sono adeguatamente protetti dalla contaminazione, vengono implementati protocolli di pulizia/calibrazione e viene tenuto un registro delle attività
prodotto IG è considerato conforme ai requisiti sanitari Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione
pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale allevamento
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. Registrazione sanitaria vigente. Registrazione sanitaria vacche da latte: registro aziendale di carico e scarico bovini (cartaceo o su supporto informatico) presso gli allevamenti. [ ]
L'allevatore è tenuto a conservare ed esibire la documentazione sanitaria prevista. Allevamento
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)
IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie Numero di mercati esteri in cui prodotto IG è considerato conforme ai requisiti sanitari Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale caseificio
IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie Numero di mercati esteri in cui prodotto IG è considerato conforme ai requisiti sanitari
Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale stagionatore
ecc.) che prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety) IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie Numero di mercati esteri in cui prodotto IG è considerato conforme ai requisiti sanitari Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni
Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Registrazione sanitaria vigente.
Il caseificio è tenuto a conservare ed esibire la documentazione sanitaria prevista. Caseificio
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Registrazione sanitaria vigente.
Lo stagionatore è tenuto a conservare ed esibire la documentazione sanitaria prevista. Stagionatore
prevista. Porzionatore
pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale laboratorio di grattugia
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Registrazione sanitaria vigente.
Il laboratorio di grattugia è tenuto a conservare ed esibire la documentazione sanitaria prevista. Grattugiatore
Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale porzionatore
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Indicazione dell’età minima in etichetta secondo quanto disciplinato.
Il porzionatore ha l'obbligo di identificare in etichetta l'età minima secondo quanto disciplinato. Porzionatore
Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni ddp Pag 3
Standard di produzione del formaggio
Al fine di garantire l’autenticità e consentire la corretta identificazione del formaggio Parmigiano Reggiano immesso sul mercato preconfezionato, grattugiato e in porzioni, ogni confezione dovrà recare un contrassegno costituito, nella parte superiore, dalla figura di una fetta e di una forma di formaggio Parmigiano Reggiano e da un coltellino nonché, nella parte inferiore, dalla scritta PARMIGIANO REGGIANO
Il confezionatore deve identificare le confezioni di prodotto porzionato o grattugiato utilizzando obbligatoriamente contrassegno e la scritta previsti.
Confezionatore
Resilienza economica
Qualità del prodotto e informazioni
Sicurezza alimentare (Food safety)
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)
Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto Norme e
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto
Caseificio
di selezione. 2. La marchiatura d’origine è eseguita a cura dei singoli caseifici mediante: a) l’apposizione di una placca di caseina recante codici identificativi
(cfr. Immagine n. 1), nonché la matricola del caseificio produttore, l’annata e il mese di produzione. [ ] Il Caseficio deve identificare all'origine (già nelle fascere) il formaggio. Ogni forma deve inoltre essere identificata univocamente con la placca di caseina. In questo modo assicura l'identità del prodotto e l'assenza di possibili manomissioni.
Consorzio di Tutela
di controllo autorizzato. IL Consorzio di Tutela ha la responsabilità di condurre la marchiatura di selezione delle forme, a seguito dei controllo condotti dall'OdC incaricato.
Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni altro Regolamento di marchiatura Art 8 Apposizione dei contrassegni 1. Sulle forme di prima e di seconda categoria, si appone un bollo ovale imprimente la dicitura “Parmigiano Reggiano Consorzio Tutela” e l’anno di produzione (cfr. Immagine n. 2); 2. formaggio di seconda categoria è sottoposto all’identificazione mediante un contrassegno indelebile da applicarsi sullo scalzo della forma; 3. le suddette operazioni potranno essere effettuate dopo sette giorni dall’avvenuta espertizzazione, su indicazione dell’Organismo di controllo.
Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni altro Regolamento di marchiatura Art 15 Marchi "Export" e "Premium" A partire dal compimento del 18° mese di maturazione, detentori di Parmigiano Reggiano possono richiedere al Consorzio l’apposizione del marchio “Export”. Il formaggio, per potersi fregiare del suddetto marchio, deve presentare le caratteristiche merceologiche previste per il Parmigiano Reggiano “scelto sperlato” di cui all’allegato richiamato nell’art. 7. 2. A partire dal compimento del 24° mese di maturazione, detentori di Parmigiano Reggiano possono richiedere al Consorzio l’apposizione del marchio “Premium”. Il formaggio, per potersi fregiare del suddetto marchio, deve presentare le caratteristiche merceologiche previste per il Parmigiano Reggiano “scelto sperlato” di cui all’allegato richiamato nell’art. 7. Inoltre, per ogni lotto di stagionatura, deve essere attribuito un giudizio di analisi sensoriale al formaggio e l’idoneità sarà attribuita solo al formaggio che avrà un giudizio superiore rispetto al dato medio del Parmigiano Reggiano secondo le modalità operative definite dal Consorzio.
sistemi predisposti per l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto per caseifici [ ] l’adeguatezza dei sistemi predisposti per l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto per gli stagionatori l’adeguatezza dei sistemi predisposti per l’identificazione e la rintracciabilità del prodottoe [ ] per laboratori di grattugia [ ] l’adeguatezza dei sistemi predisposti per l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto per porzionatori [ l’adeguatezza dei sistemi predisposti per l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto ].
Il Consorzio di Tutela, dopo l'espertizzazione appone contrassegni previsti per le diverse categorie. Consorzio di Tutela
Consorzio di Tutela
Le forme, in funzione del periodo di stagionatura previsto dal ddp e se possiedono le carattersitiche merceologiche previste dal ddp possono richiedere al Consorzio di Tutela l'apposizione dei marchi "Export" e "Premium".
aziendali,
e
che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 2.3 Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendalecaseificio
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. Schema della suddivisione del latte nelle diverse caldaie (piano lotti caldaia) con indicazione delle caldaie riutilizzate per seconda cottura. Se esecutore di fase di processo di stagionatura anche per altro caseificio: Registrazione identità e quantità di formaggio di età inferiore ai 12 mesi - in ingresso al magazzino di stagionaturaed in tutti casi in cui si possa generare ambiguità ai fini della determinazione dell’età, indicando tipo prodotto, quantità, matricola, anno di produzione e suddivisione delle forme mese per mese per garantire la completa tracciabilità dell’età del formaggio. Registrazione quotidiana del formaggio prodotto sul registro CFPR indicando n° forme prodotte e placche di caseina. Registrazione mensile sul registro CFPR del peso medio forme fuori sale per ciascun mese di produzione. Registrazione del trasferimento del formaggio di età inferiore ai 12 mesi ed in tutti casi in cui si possa generare ambiguità ai fini della determinazione dell’età, indicando tipo prodotto, quantità, matricola, anno di produzione e suddivisione delle forme mese per mese per garantire la completa tracciabilità dell’età del formaggio.
Tutti gli operatori riconosciuti hanno l'obbligo di applicare e adottare sistemi adeguati per l'identificazione e rintracciabilità del prodotto.
Il caseificio è tenuto ad adottare sistemi di tracciabilità che permettano di identificare e tracciare senza ambiguità le forme di formaggio, la loro età e quantitativi in gioco, anche per le attività eseguite conto terzi.
Caseificio
Stagionatore
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. Registrazione identità e quantità di formaggio di età inferiore ai 12 mesi in ingresso al magazzino di stagionatura ed in tutti casi in cui si possa generare ambiguità ai fini della determinazione dell’età, indicando tipo prodotto, quantità, matricola, anno di produzione e suddivisione delle forme mese per mese per garantire la completa tracciabilità dell’età del formaggio. Registrazione del trasferimento del formaggio di età inferiore ai 12 mesi ed in tutti casi in cui si possa generare ambiguità ai fini della determinazione di età, indicando tipo prodotto, quantità, matricola, anno di produzione e suddivisione delle forme mese per mese per garantire la completa tracciabilità dell’età del formaggio. Lo stagionatore è tenuto ad adottare sistemi di tracciabilità che permettano di identificare e tracciare senza ambiguità le forme di formaggio, la loro età e quantitativi in gioco.
Resilienza
Resilienza
Grattugiatore
indicando lotti di ingresso, specificando: • per le forme: quantità (n° di forme e peso), matricola/mese/anno di produzione (e relativa suddivisione) • per semilavorati: lotto/data di produzione, quantità (peso), matricola/mese/anno di produzione (e relativa suddivisione). Registrazione identificazione dei semilavorati indicando quantità, lotto di origine e tracciabilità per matricola/mese/anno di produzione. Registrazione identificazione mediante numero o codice di lotto che permetta di ricollegarsi alla registrazione ed identificazione del semilavorato nonché relative quantità prodotte (ivi compresi eventuali “residui di lavorazione di grattugiato”). Registrazione del prodotto commercializzato, indicando nella documentazione di alienazione, quantità, lotto e destinatario.
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Registrazione preventiva degli approvvigionamenti indicando lotti di ingresso, specificando: • per le forme: tipo di prodotto (Parmigiano Reggiano o Parmigiano Reggiano Mezzano), quantità (n° di forme e peso), matricola/mese/anno di produzione (e relativa suddivisione); • per semilavorati: lotto/data di produzione, tipo di prodotto (Parmigiano Reggiano o Parmigiano Reggiano Mezzano), quantità (peso), matricola/mese/anno di produzione (e relativa suddivisione). Registrazione identificazione dei semilavorati indicando quantità, lotto di origine e tracciabilità per matricola/mese/anno di produzione. Registrazione identificazione mediante numero o codice di lotto che permetta di ricollegarsi alla registrazione ed identificazione del semilavorato nonché relative quantità prodotte (ivi compresi eventuali “sfridi di lavorazione”).
Il porzionatore è tenuto ad adottare sistemi di tracciabilità che permettano di identificare e tracciare senza ambiguità le forme di formaggio, il semi-lavorato ed il prodotto finito e quantitativi in gioco.
Porzionatore
Documenti aziendali, procedure e meccanismi
Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 2.3
agli standard IG
Documenti testimonianza dell’autocontrollo aziendale caseificio
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Schema di razionamento aziendale con indicazione dell’origine dei foraggi (aziendale o di altra provenienza); in caso di acquisto, conservare il documento di trasporto o la fattura con l’indicazione dell’origine del foraggio per la verifica del raggiungimento dell’aliquota minima di foraggio comprensoriale. Documentazione atta dimostrare la produzione aziendale (es. piani colturali PAC, UMA, contratti di affitto, ecc.)
L'allevatore deve registrare/archiviare le evidenze circa origine del foraggio (acquisto, autoproduzione). Allevamento
Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. [ ] Registrazione bigiornaliera della quantità latte sul libretto di ogni conferente o su altro documento equivalente. Schema di raccolta latte del caseificio con piano di conferimento e registrazione orari conferimenti latte. Identificazione di eventuali trasportatori latte in subappalto (fatta esclusione per eventuale casaro appaltatore o soci della latteria) Nella parte che segue vengono riportati documenti/le informazioni documentali che soggetti della filiera devono compilare/conservare per dare evidenza della propria conformità. Scheda tecnica caglio consegnata dalla ditta fornitrice. Scheda tecnica sale consegnata dalla ditta fornitrice Il caseificio è tenuto a controllare, registrare e conservare le evidenze relative rintracciabilità della materia prima. Caseificio
Consorzio di tutela
Oggetto
del prodotto
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_078 Visibilità del prodotto IG Esposizione in diversi canali o implementazione di strategie per la promozione e la diffusione del prodotto
di produzione delle IG ha messo in atto un piano per ridurre e adattarsi ai rischi che potrebbero potenzialmente minacciare l'attività
Matrice dei rischi che identifica principali rischi interni ed esterni che potrebbero potenzialmente minacciare l’azienda, con la probabilità che si verifichino, il livello di esposizione e la gravità dei possibili impatti negativi. Azioni e meccanismi che sono stati implementati contro questi rischi interni ed esterni
governance Partecipazione Dialogo con gli stakeholder IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi Numero totale di riunioni formali tra dirigenti e membri o rappresentanti del consiglio di amministrazione dell'IG all'anno, con ordini del giorno e verbali conservati per documentare il processo decisionale
stakeholder IND_198 Riunioni dei membri GI tenutesi Numero totale di incontri formali/informali tenuti ogni anno con produttori di IG, in cui manager e membri del consiglio forniscono rapporti, informazioni attuali e spiegano le decisioni prese, consentendo l'interazione
Le riunioni formali devono avere un ordine del giorno e devono essere conservati verbali (con un elenco delle presenze).
sta Art. 4
[…] c) la valorizzazione della produzione del formaggio "Parmigiano-Reggiano"; d) la promozione, diffusione e conoscenza della Denominazione di Origine Protetta e dei marchi ad essa riservati, finalizzata alla cura generale degli interessi relativi a tale denominazione; e) la promozione del consumo del “Parmigiano-Reggiano” in Italia e all’estero, nonché lo sviluppo ed il sostegno di ogni e qualsiasi iniziativa, anche di natura commerciale, intesa a valorizzare il formaggio "Parmigiano-Reggiano" e ad accrescerne l’immagine e la notorietà, ivi compresa la partecipazione e la costituzione di società o di organizzazioni consortili.
sta Art 6 Finalità operative e) favorire, organizzare e partecipare ad iniziative intese a valorizzare il “ParmigianoReggiano” e ad accrescerne la notorietà, l’immagine, la rinomanza, la diffusione, il consumo in Italia e all’estero;[ ].
altro Piano di regolazione dell'offerta Art 4
OBIETTIVI DEL PIANO 20232025 Le risorse complessive derivanti dall’applicazione del Piano Regolazione Offerta, secondo le modalità stabilite dallo Statuto per contributi art. 18, lett. a), potranno essere destinate prioritariamente a programmi di sviluppo della domanda di mercato attraverso azioni di promozione, valorizzazione e informazione del consumatore. Questo corrisponderà in primo luogo a programmi di sviluppo dei mercati esteri e nazionali attraverso investimenti promo- pubblicitari tesi ad accrescere consumo, diffusione, notorietà, immagine e rinomanza del prodotto DOP. ].
sta Art. 17bis FONDO CRISI GRAVI DI MERCATO
Il Consorzio di Tutela ha come oggetto anche quello di promuovere, valorizzare e far conoscere la IG sia in Italia che all'estero.
Consorzio di tutela
Il Consorzio di Tutela ha come finalità operativa anche quella di promuovere, valorizzare e far conoscere la IG sia in Italia che all'estero.
Il Consorzio di Tutela reinveste le risorse derivanti dalla corretta applicazione del piano di regolazione in iniziative volte alla promozione del prodotto tutelato.
Il Consorzio potrà accantonare una quota delle somme versate dai consorziati a titolo di contribuzione aggiuntiva o straordinaria poste a carico di questi ultimi, dagli organi nazionali o comunitari, a tutela della DOP, in apposito Fondo crisi gravi di mercato. Le somme accantonate potranno essere utilizzate, previa delibera del Consiglio di amministrazione, per interventi tesi a fronteggiare rischi e danni legati a crisi di mercato mediante investimenti di sviluppo domanda, ristorni, contributi, destinazione prodotto fuori filiera e, comunque, mediante quegli strumenti che il Consiglio di amministrazione riterrà opportuni.
Il Consorzio di Tutela ha la facoltà di accantonare evetuali frazioni di quote versate per fronteggiare gravi crisi di mercato.
Consorzio di Tutela
sta Art 39 Convocazione
Gli incontri devono essere aperti a tutti produttori di IG che desiderano partecipare; viene tenuto un elenco delle presenze sta Art 29 Costituzione L'Assemblea ordinaria dei Consorziati deve essere convocata, a cura del Consiglio di Amministrazione, almeno una volta all'anno per l'approvazione del bilancio consuntivo entro 120 giorni (centoventi) dalla chiusura dell'esercizio. L'assemblea dei soci deve essere convocata secondo le frequenze previste da statuto. Consorzio di Tutela
Resilienza economica
Resilienza economica Qualità del prodotto
Buona
di eventuale latte conforme alla DOP non destinato alla trasformazione in Parmigiano Reggiano (tutto il latte che entra in caseificio deve essere conforme al Disciplinare di produzione della DOP Parmigiano Reggiano). Qualora il caseificio intenda procedere lavorazioni di formaggi similari, dovrà darne comunicazione preventiva ad OCQ PR. Inoltre per dette lavorazioni, oltre alla registrazione dei quantitativi latte sul registro CFPR di cui sopra, il caseificio dovrà provvedere: alla tracciabilità dei flussi di latte e delle caldaie utilizzate; - alla tracciabilità del formaggio ottenuto (n. forme, peso medio forme fuori sale). Il caseificio dovrà inoltre consentire ad OCQ PR di effettuare verifiche tese ad accertare la corrispondenza di quantitativi e rese dichiarati, tanto per le produzioni DOP che per quelle di similari. Per garantire la qualità del prodotto DOP, la tracciabilità e il controllo, le lavorazioni di prodotti similari, se eseguite nei locali del caseificio, devono essere realizzate in coda a quelle di Parmigiano Reggiano qualora sia necessario il riutilizzo delle caldaie per una seconda cottura e comunque tutte le lavorazioni devono terminare entro la mattinata.
Il caseificio è tenuto a gestire le produzioni diverse dal Parmigiano Reggiano DOP mantenendone tracciabilità e registrazione dei quntitativi, nonché separazione temporale (in coda) rispetto alla produzione della DOP
Caseificio
prodotti IG e prevenzione delle violazioni
Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni
IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati sta Art. 4 Oggetto b) la vigilanza del formaggio "Parmigiano-Reggiano", in collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; Il Consorzio di Tutela ha per oggetto anche le attività di vigilanza sulla DOP Parmigiano Reggiano anche in collaborazione con le autorità competenti.
sta Art. 5 Funzioni
IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati
c) esercita e promuove ogni azione avanti a qualsiasi organo e qualsiasi giurisdizione, sia nazionale che internazionale, per la tutela e la salvaguardia della DOP "ParmigianoReggiano" e della sua reputazione costituendosi avanti a qualsiasi giudice o autorità quale portatore degli interessi diffusi dei Consorziati produttori del formaggio DOP “ParmigianoReggiano”; d) esercita e promuove ogni azione avanti a qualsiasi organo e qualsiasi giudice sia nazionale che internazionale per la tutela e la salvaguardia dei marchi e contrassegni di cui è unico titolare e depositario; e) provvede in esclusiva all’apposizione del logo distintivo della DOP “Parmigiano-Reggiano” sulle forme di formaggio prodotte dai Consorziati e dagli aventi diritto inseriti nel piano dei controlli dell’Organismo autorizzato; f) dà esecuzione ai provvedimenti di annullamento dei marchi di origine in conformità al Regolamento di marchiatura incluso nel Disciplinare di produzione; g) provvede al ritiro dei marchi d’origine su indicazione degli organismi preposti alla verifica sul rispetto del Disciplinare e può disporre l’applicazione di misure sanzionatorie; h) svolge azione di tutela, vigilanza e salvaguardia della DOP “Parmigiano-Reggiano” come previsto dall’art. 14 della Legge 21/12/1999 n. 526 e successive eventuali modifiche ed integrazioni; i) vigila affinché altri prodotti non rechino denominazioni, marchi e/o altri segni distintivi suscettibili di violare la DOP “Parmigiano Reggiano”, anche nell’interesse dei consumatori o non rechino danno alla DOP “Parmigiano-Reggiano”; j) verifica la rispondenza fra la quantità del prodotto tutelato sottoposto al controllo dell’Organismo autorizzato e quella immessa sul mercato;
Il Consorzio di Tutela ha anche la funzione di attuare tutte le misure per proteggere, tutelare e salvaguardare la DOP Parmigiano Reggiano, Consorziati ed Marchi..
Consorzio di Tutela
Consorzio di Tutela
Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati
sta Art 6 Finalità operative collaborare con le Autorità di controllo designate e/o gli organismi privati autorizzati aventi il compito di garantire che il formaggio “Parmigiano-Reggiano” beneficiante della Denominazione di Origine Protetta risponda ai requisiti del Disciplinare secondo quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 510/06 ed eventuali successive disposizioni di legge; i) esercitare, nell’ambito della vigilanza del “Parmigiano-Reggiano”, tutte le azioni – anche giudiziarie – finalizzate alla rigorosa difesa della denominazione, dei segni distintivi, dei marchi, nonché alla repressione di abusi ed irregolarità da chiunque posti in essere, alla prevenzione e repressione di atti illeciti o comunque lesivi degli interessi della DOP, del Consorzio e/o dei Consorziati, con espressa facoltà di richiedere il risarcimento degli eventuali danni subiti; ].
Il Consorzio di Tutela ha per oggetto anche le attività di vigilanza sulla DOP Parmigiano Reggiano anche in collaborazione con le autorità competenti.
Consorzio di Tutela
Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni
IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati altro Regolamento di marchiatura Art 2 Compiti del Consorzio del Formaggio ParmigianoReggiano
1. Il Consorzio, [….], stabilisce le modalità per l’impiego dei marchi, nel rispetto del disciplinare di produzione e vigila sul loro corretto utilizzo presso caseifici. In caso di uso non corretto dei marchi di origine o di altra inosservanza al disciplinare depositato ai sensi del Regolamento (UE) N. 1151/12 e successive modifiche, verificato dagli Organi ciò preposti, il Consorzio dispone ritiro delle matrici marchianti e delle placche e/o l’applicazione di una misura sanzionatoria secondo le norme vigenti. [….]
Il Consorzio di Tutela ha la responsabilità di vigilare sul corretto utilizzo dei marchi, di sanzionare l'uso non corretto dei marchi di origine.
Consorzio di tutela
Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni
IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati
altro Regolamento di marchiatura Art 9
Annullamento dei marchi Sulle forme di terza categoria, unitamente quelle con gravi difetti strutturali che non ne hanno consentito la stagionatura ed a quelle che hanno subito correzioni tali da compromettere l’estetica della forma e/o la qualità della pasta e/o contrassegni identificativi del mese, dell’anno di produzione e della matricola del caseificio, saranno asportati marchi a cura degli addetti del Consorzio, o le stesse dovranno essere consegnate ad una o più strutture di trasformazione convenzionate con il Consorzio. Per tali forme, il caseificio dovrà conservare la documentazione prodotta dalle suddette strutture da cui risulti l’avvenuto annullamento dei marchi. L’annullamento dei marchi effettuato anche per le forme sulle quali non sono stati correttamente applicati marchi stessi. Il Consorzio di Tutela, tramite personale proprio, ha la responsabilità di asportare marchi per le forme di terza categoria o comunque con diefetti elencati nel ddp.
Buona
= il prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire e cucinare; = il prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a
naturale o
trasformato, prevalentemente di
vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; 2 = il prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale zucchero in piccole quantità per condire e cucinare; 3 = il prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti naturali o minimamente trasformati, con un numero limitato di ingredienti; 4 = prodotto IG raggiunge consumatori come prodotto ultraprocessato prodotti IG destinati al consumo rientrano nelle categorie NOVA 1, 2 o 3: 1 = il prodotto IG è un alimento naturale o minimamente trasformato, prevalentemente di origine vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; = il prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire e cucinare; = il prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti naturali o minimamente
la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando cracking o frazionamento Verificare se metodi di lavorazione preservano la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando rotture o frazionamenti. Un piano documentato per salvaguardare passaggi chiave del processo di lavorazione in modo che gli effetti sulla nutrizione siano preservati ddp art. 2 Standard di produzione del formaggio
IND_228 Procedure/metodi di lavorazione sensibili alla nutrizione Le fasi chiave della procedura sono prescritte in modo che suoi effetti sulla nutrizione siano preservati e metodi di lavorazione preservino la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando cracking o frazionamento
lavorazione sensibili alla nutrizione Le fasi chiave della procedura sono prescritte in modo che suoi effetti sulla nutrizione siano preservati e metodi di lavorazione preservino la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando cracking o frazionamento
Benessere sociale Diversità culturale Conoscenze e tradizioni indigene IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale Le specifiche dei prodotti IG includono ed evidenziano metodi di produzione tradizionali coerenti con moderni standard lavorativi e ambientali
IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola
produttività del sistema IG
viene miscelato con il latte parzialmente scremato della sera precedente; può anche essere sottoposto ad una parziale scrematura per affioramento naturale del grasso. [ ]
qualità della materia prima
Caseificio
Verificare se metodi di lavorazione preservano la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando rotture o frazionamenti. Un piano documentato per salvaguardare passaggi chiave del processo di lavorazione in modo che gli effetti sulla nutrizione siano preservati
ddp pag 1 Standard di produzione del formaggio La DOP Parmigiano Reggiano è un formaggio a pasta dura, cotta e
Verificare se metodi di lavorazione preservano la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando rotture o frazionamenti. Un piano documentato per salvaguardare passaggi chiave del processo di lavorazione in modo che gli effetti sulla nutrizione siano preservati
ddp pag 1 Standard di produzione del formaggio
Per l’intero allevamento il tempo di mungitura del latte destinato alla DOP, di ciascuna delle due munte giornaliere consentite, comprensivo del relativo trasporto in caseificio, deve essere contenuto entro le sette ore. Il latte della mungitura della sera e quello della mungitura del mattino sono consegnati integri al caseificio entro due ore dalla fine di ciascuna mungitura. Il latte non può essere sottoposto a processi di centrifugazione. Il latte può essere raffreddato immediatamente dopo la mungitura e conservato ad una temperatura non inferiore a 18ºC.
L'allevatore ha la responsabilità di gestire la mungitura ed il latte scondo quanto previsto dal ddp. In tal modo si riduce la necessità di trattamenti termici, garantendo salubrità, contentimento della carica microbica sul latte e qualità della materia prima.
Allevamento
Identificare
Quota di produttori IG che hanno ricevuto sostegno per migliorare la produttività agricola attraverso servizi di estensione o consulenza tecnica durante il periodo di riferimento
Tipologia di soggetti: produttori, lavoratori di imprese private; genere. Se il sostegno allo sviluppo delle capacità ha assunto la forma di sostegno finanziario, deve essere fornita la prova che è stato utilizzato in modo efficace, altrimenti non dovrebbe essere preso in considerazione. Comprendere la natura degli argomenti (generali o specifici del prodotto IG)
sta Art 6 Finalità operative promuovere ed attuare tutte le iniziative volte al miglioramento di ogni fase della produzione, fornendo all’uopo la propria collaborazione anche attraverso la messa a disposizione di servizi tecnici; [
Il Consorzio di Tutela ha
Benessere sociale Sicurezza e salute della comunità Sicurezza alimentare nutrizione (Food security)
L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latteprevedendo il giusto apporto di fibra da foraggi, La salute degli animali dipende da una nutrizione alimentare equilibrata in base alle esigenze e alla disponibilità inoltre
dai foraggi (rapporto foraggi/mangimi non inferiore a 1). Non debbono essere somministrati alle bovine da latte alimenti che possono trasmettere aromi e sapori anomali al latte e alterarne le caratteristiche tecnologiche, alimenti che rappresentano fonti di contaminazione e alimenti in cattivo stato di conservazione.
alle bovine da latte: • foraggi freschi ottenuti da prati naturali, da prati stabili polifiti da prati di erba medica e di erba di trifoglio; • gli erbai di loietto, di segale, di avena, di orzo, di frumento, di granturchino, di sorgo da ricaccio, di panico, di erba mazzolina (Dactilis), di festuca, di fleolo (Phleum), di sulla, di lupinella, somministrati singolarmente o associati tra loro; • gli erbai di pisello, veccia favino, purché associati con almeno una delle essenze foraggere di cui al punto precedente; • fieni ottenuti a mezzo dell'essiccamento in campo o mediante ventilazione forzata (aeroessiccazione con temperature inferiori a 100°C) delle essenze foraggere predette; • il foraggio trinciato ottenuto dalla pianta intera del mais a maturazione latteo-cerosa o cerosa, somministrato immediatamente dopo la raccolta; • le paglie di cereali, con esclusione di quella di riso. Possono, altresì, essere utilizzati per l’alimentazione delle bovine da latte foraggi delle essenze sopraindicate, ad esclusione del trinciato di mais, trattati termicamente con temperatura pari o superiore a 100°C, nella dose massima di 2 kg/capo/giorno. Tale apporto non può essere cumulato con la quota di foraggi disidratati eventualmente fornita con mangimi.
delle bovine da latte è vietato: a) l’impiego di: • foraggi riscaldati per fermentazione; • foraggi trattati con additivi; • foraggi palesemente alterati per muffe e/o altri parassiti, imbrattati oppure contaminati da sostanze tossiche o comunque nocive; b) l’impiego di: • colza, ravizzone, senape, fieno greco, foglie di piante da frutto e non, aglio selvatico e coriandolo; • stocchi di mais e di sorgo, brattee e tutoli di mais, paglia di riso, nonché quella di soia, di medica e di trifoglio da seme; • ortaggi in genere ivi compresi scarti, cascami e sottoprodotti vari allo stato fresco e conservati; • frutta fresca e conservata nonché tutti sottoprodotti freschi della relativa lavorazione; • barbabietole da zucchero e da foraggio, ivi compresi le foglie ed colletti;• melasso in forma liquida (fatto salvo l’utilizzo previsto all’art. 6), lieviti umidi, trebbie di birra, distiller, borlande, vinacce, vinaccioli, graspe ed altri sottoprodotti agroindustriali; • tutti sottoprodotti della macellazione, ivi compreso il contenuto del rumine; • tutti sottoprodotti dell’industria lattiero-casearia.
L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte senza utilizzare foraggi e sottoprodotti vietati,a garnazia di una corretta alimentazione degli animali e a garanzia di latte prodotto e formaggio ottenuto che rispondano ai livelli qualitatiivi e ai requisiti disciplinati.
Allevamento
Integrità
Benessere animale Salute degli animali IND_331 Alimentazione animale a) numero di alimenti diversi per animali; (b) accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione
Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?
altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 6
Materie prime per mangimi Nell’alimentazione delle bovine da latte possono essere utilizzate le seguenti materie prime: • cereali: mais, sorgo, orzo, avena, frumento, triticale, segale, farro, miglio e panico; • semi di oleaginose: soia, lino, girasole; • semi di leguminose: fava, favino e pisello proteico; • foraggi: farine delle essenze foraggere ammesse; • polpe secche di bietola; • concentrato proteico di patate. Possono inoltre essere utilizzati nei mangimi complementari composti: • la carruba, in quantità non superiore al 3%; • melasso, in quantità non superiore al 3%. E’ consentito l’uso di mangimi in blocchi melassati, anche in forma frantumata, nella dose massima giornaliera di 1 Kg. a capo. In ogni caso, l’impiego dei blocchi melassati non è compatibile con l’impiego di mangimi contenenti melasso. Sono ammesse, inoltre, preparazioni zuccherine e/o a base di glicole propilenico e glicerolo, in forma liquida o disperse nei mangimi, nella dose massima complessiva di 300 grammi/capo/giorno. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 8, possono essere, inoltre, utilizzati prodotti e gli alimenti consentiti dalla legislazione vigente per le bovine da latte previa sperimentazione del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano che, verificata la compatibilità, ne dà comunicazione agli organismi preposti.
La lista positiva e le quantià definite per le materie prime per mangimi garantisce un'alimentazione di qualità per gli animali, favorendo condizioni di benessere.
a) numero di alimenti diversi per animali; (b) accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione
Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?
numero di alimenti diversi per animali; (b) accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione
Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?
altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 7
Uso dei mangimi complementari semplici e composti, integrati e non mangimi devono essere corredati da «cartellini» in cui siano indicate le singole materie prime in ordine decrescente di quantità. E’ vietato l’impiego di polpe secche di bietola se umidificate. mangimi non possono essere conservati all’interno della stalla. La quantità complessiva di grasso greggio apportata da prodotti e sottoprodotti della soia, del lino, del girasole, del germe di mais e del germe di frumento non deve superare 300 grammi/capo/giorno.
altro Regolamento di alimentazione delle bovine Art. 8
Materie prime per mangimi e prodotti vietati Non possono essere impiegati nell’alimentazione delle bovine da latte: • tutti gli alimenti di origine animale: farine di pesce, carne, sangue, plasma, penne, sottoprodotti vari della macellazione e sottoprodotti essiccati della lavorazione del latte e delle uova; • semi di cotone, veccia (comprese le svecciature), fieno greco, lupino, colza, ravizzone e vinaccioli; • riso e suoi sottoprodotti; • tutoli e gli stocchi di mais trinciati e/o macinati; • le farine di estrazione, panelli gli expeller di arachide, colza, ravizzone, cotone, vinaccioli, semi di pomodoro, girasole con meno del 30% di proteine, babassu, malva, neuk, baobab, cardo mariano, cocco, tabacco, papavero, palmisto, olive, mandorle, noci e cartamo; • la manioca, le patate e derivati, ad eccezione del concentrato proteico di patata; • gli alimenti disidratati ottenuti da ortaggi, frutta ed sottoprodotti della loro lavorazione nonché gli alimenti disidratati ottenuti da trinciati di mais e da insilati di ogni tipo; • le alghe, ad eccezione di quelle coltivate ed impiegate quali integratori di acidi grassi essenziali nella dose massima di 100 grammi/capo/giorno; • tutti sottoprodotti delle birrerie (trebbie essiccate) e dell’industria dolciaria o della panificazione; • terreni di fermentazione; • l’urea e derivati, sali di ammonio; • il concentrato proteico di bietole (CPB), le borlande e distiller di ogni tipo e provenienza. Non possono essere somministrati alle bovine da latte, né direttamente, né come ingredienti dei mangimi saponi e tutti grassi (oli, seghi, strutti, burri) siano essi di origine animale o vegetale. Possono essere usati lipidi di origine vegetale solo come supporto e protezione di micronutrienti, nella dose massima di 100 grammi/capo/giorno. Non possono essere somministrati alle bovine da latte mangimi che contengano: • additivi appartenenti al gruppo degli antibiotici; gli antiossidanti butilidrossianisolo, butilidrossitoluolo ed etossichina. Come supporto per gli integratori minerali e vitaminici non possono essere utilizzati prodotti non ammessi dal presente Regolamento.Non possono essere somministrati alle bovine da latte mangimi rancidi, ammuffiti, infestati da parassiti, deteriorati, imbrattati oppure contaminati da sostanze tossiche o comunque nocive. Non possono essere somministrati, alle bovine da latte, mangimi che contengano foraggi dei quali non si conosca la provenienza, tagliati in modo grossolano. In ogni caso foraggi eventualmente presenti nei mangimi complementari in farina o in pellet non possono superare la lunghezza di 5 mm.
L'allevatore ha la responsabilità di verificare che cartellino del mangime non riporti ingredienti non consentiti dal disciplinare. La lista positiva degli alimenti zootecnici rappresenta un requisito valorizzante per benessere animale ma anche per la qualità del latte prodotto
Allevamento
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L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte con alimenti zootecnici che non utilizzino tutte le materie prime e prodotti elencati come vietati. La lista negativa è garanzia del fatto che non vengano forniti agli animali alimenti che influiscano negativamente sulla loro salute e quindi benessere.
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