Punto Effe

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ISSN 2612-3983 Anno XX | N° 18 11 dicembre 2019 | www.puntoeffe.it

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ISSN 2612-3983 Anno XX | N° 18 11 dicembre 2019 | www.puntoeffe.it

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SOMMARIO

Editoriale | Cittadini e pazienti

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Ateneo | Il questionario ma non solo

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L’isolano | Orfeo di noialtri

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PARLIAMONe DIADAY 2019 | Il nodo dell’aderenza

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10

primo piano ECHI DAL WEB | Una maggiore integrazione 16 INCONTRI | Davide Petrosillo

18

MERCATO | I prodotti per la prima infanzia 22 PAPER BLOG | Piccoli doni di Natale

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GALENICA | Un sollievo al dolore 30 MEDICINA | Universo microbiota

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VETERINARIA | Ci vuole orecchio

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RUBRICHE Legale | Rating d’impresa e di legalità Dalle aziende | A ciascuno il suo rimedio Farmanews | Nuove conferme Consigli The Blind Spot | I diecimila passi

38 40 42 44 48

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2

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dicembre 2019 |

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editoriale

I

di Ludovico Baldessin direttore editoriale di Punto Effe

mal-educati

L’evoluzione del DiaDay, da screening a monitoraggio dell’aderenza, ha raccolto un plauso unanime. Dopo due edizioni che hanno consentito di sottoporre a screening centinaia di migliaia di soggetti a rischio ed educarli sulla prevenzione, nel 2019 il DiaDay si è concentrato sulla cura della malattia, che i dati epidemiologici collocano tra le aree prioritarie di intervento da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità. I risultati – presentati in apertura di questo numero di Punto Effe - sono allarmanti: oltre il 60 per cento dei diabetici monitorati nelle 5.600 farmacie che hanno partecipato all’iniziativa risulta non aderente alla terapia. E lo sono ancora meno i pazienti affetti da diabete di tipo I, la forma più seria. La stratificazione e la numerosità del campione considerato, 16.700 individui, rende i risultati ancora più importanti e avvalora nuovamente il ruolo della farmacia come canale elettivo per la comprensione dei problemi di salute degli italiani. Non è la dimenticanza che determina la scarsa aderenza, né le app “pro memoria” migliorano i comportamenti sbaglia-

4

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ti: la mancata adesione alla terapia è una scelta precisa del cittadino che non ne comprende le gravi conseguenze. Sulle attitudini dei cittadini si concentra anche l’annuale Rapporto sulla farmacia di Cittadinanzattiva, di cui trovate gli aspetti salienti nelle prossime pagine. Anche qui non mancano gli elementi di discussione. Dal Rapporto risulta che «il 51 per cento delle persone considera la farmacia un importante presidio integrato nel Servizio sanitario nazionale, mentre per il resto del campione si tratta di un esercizio commerciale specializzato». Tre cittadini su quattro dichiarano di non essere stati coinvolti dalle farmacie in attività di educazione sanitaria o sugli stili di vita e la maggior parte - nonostante il rapporto molto stretto con la farmacia di fiducia, come confermato dal Rapporto – incontra una certa difficoltà a percepirla come elemento ad alto valore aggiunto del Ssn. È evidente che i traguardi raggiunti in questi ultimi anni devono essere il punto di partenza per affrontare la sfida cruciale della sperimentazione sulla Farmacia dei servizi. Una prova in cui l’impegno per un’appropriata formazione e una eccellente erogazione dei servizi potranno confermare la capacità della farmacia di migliorare la salute dei cittadini ed efficientare il sistema.

I risultati del DiaDay confermano una scarsissima aderenza alla terapia nel diabete e la necessità di maggiore educazione sanitaria sul territorio

La redazione di Punto Effe augura buon Natale e felice anno nuovo ai suoi lettori. Appuntamento al 2020!


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ateneo

U

di Paola Brusa, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università degli studi di Torino

n questionario

ma non solo Aderenza alla terapia, ottimo il monitoraggio in farmacia ma con alcune accortezze

Come ormai largamente no, e alla collaborazione con epidemiologi condiviso da tutta la coprovenienti da differenti regioni, sono state munità scientifica la studiate varie tipologie di intervento. scarsa aderenza ai tratIn un’indagine, in fase di pubblicazione su tamenti, specie nei paun giornale internazionale, abbiamo quinzienti cronici, è una delle di sperimentato una prima strategia di inprincipali cause di ineftervento. L’obiettivo dello studio era, infatti, ficienza delle terapie e la valutazione in real world della prevalendispendio di risorse za di non aderenza alle terapie orali con pubbliche. Per questa metformina e atorvastatina in un campioragione, ormai da anni, ne di pazienti che afferiva ad alcune farmail nostro gruppo di ricercie territoriali, al fine di testare se e in che ca si è concentrato sullo studio delle forme modo fosse possibile individuare nelle fardi intervento/servizio più efficaci, erogabili macie di comunità pazienti non aderenti. in farmacia e connesse alla prossima attuaPer lo studio sono stati arruolati un totale zione della Farmacia 408 pazienti afferenti dei servizi, attinenti a sei farmacie di coun’indagine all’aderenza alla teramunità sul territorio in piemonte pia in pazienti cronici. su 408 pazienti piemontese in trattaLe principali problemento orale cronico sottoposti matiche in questo con metformina o a terapia con con atorvastatina a ambito sono l’individuazione del tipo di cui è stato somminimetformina intervento/servizio e atorvastatina strato (con intervista più efficace e del mefaccia-a-faccia) il quetodo di valutazione dell’intervento/servistionario di Morisky, Green and Levine zio stesso più opportuno, tematica ancora denominato Medication adherence quepiù articolata quando si studia un comstionnaire (Maq). portamento complesso e multifattoriale Il Maq, articolato in quattro domande a come l’aderenza alla terapia. risposta chiusa, è un questionario validaGrazie alla formazione specifica di uno dei to a livello internazionale che identifica componenti del nostro gruppo, il dottor come non aderenti alla terapia i pazienti Marco Parente, durante il Master di II livelche rispondono positivamente ad almeno lo in Epidemiologia dell’Università di Toridue domande.

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I risultati hanno mostrato in particolare che il 15 per cento dei pazienti reclutati nelle sei farmacie non aderiva correttamente alle terapie. La percentuale riscontrata è però inferiore a quella stimata in letteratura che è circa del 50-60 per cento per i due farmaci studiati. Le spiegazioni vista anche la complessità del fenomeno della non aderenza - possono essere molteplici; una di quelle che sembra, da letteratura, più plausibile è il bias denominato “desiderabilità sociale” per cui l’intervistato fornisce la risposte socialmente più accettabili rispetto ad altre; nel nostro caso quindi di essere aderenti alla terapia. Alla luce dei risultati sopra riportati abbiamo potuto affermare che ci si può servire delle farmacie di comunità (in questo caso piemontesi) per identificare pazienti non aderenti in trattamento cronico avvalendosi di uno strumento come il Maq ma tenendo conto che questo metodo può portare a una sottostima della non aderenza nei pazienti. Ciò nonostante i farmacisti dovrebbero realizzare interventi integrati e strutturati sul territorio a seguito dell’individuazione di pazienti non aderenti - di cui si potrebbero misurare gli effetti attraverso opportune analisi - per indurre un miglioramento dell’aderenza attraverso un counselling costruito su solide basi scientifiche e a seguito di una specifica formazione.


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l’isolano

O

di Ivan Tortorici, farmacista di Trabia (Palermo)

rfeo

di noialtri Sulle orme del mito per parlare della farmacia di oggi

«Giò, ma tu mi stimi?» E lei, che non brilla in espansività e in complimenti, né in smancerie, per non farmi torto, ci prova… partendo dalla preistoria, o quasi, addirittura dal mito di Euridice. «Hai presente Orfeo? Quel povero Cristo che prova a riprendersi dagli Inferi la moglie Euridice che, per aver dato troppa confidenza a quel maniaco di Aristeo, scappando da quest’ultimo, si fa mordere da un serpente e muore? Ebbene, lui ci prova a salvarla, ma si volta a guardarla mentre lei sta per varcare la soglia degli Inferi e per colpa di questa sua fretta lei vi rimane bloccata. Lui si dannerà a lungo ma, assorto nella frenesia di suonare e cantare, riuscirà a venir fuori dal dolore (perché in fondo è un egoista e troppo pieno di sé)». Io: «E cosa c’entro io con Orfeo?» Lei: «Vedi, c’è chi sostiene che lui sia un egoista, un egocentrico, uno che si sente al centro del mondo e che, per questo suo modus, Euridice, poverina, rimane negli Inferi». Io: «Continuo a non capire». Lei: «Io penso che invece Euridice deve scegliere cosa vuole e di cosa ha bisogno, perché dal momento in cui se l’è sposato a sto str… stravagante, allora dovrà piacerle con tutti i suoi pregi e difetti».

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Vabbè, sorvolando sul significato, che preferisco non approfondire, questa storiella riporta la mia piccola mente contorta, e sempre collegata al mondo della farmacia, alle solite, ma recenti, polemiche sindacali che dentro il gruppo di Pillole sono animate dalle lettere di chi tenta di contrastare l’attuale dirigenza criticando il suo operato. Penso dunque che vedrei il Marco-presidente nei panni di Orfeo, Federfarma nei panni di Euridice, l’opposizione in quelli di Aristeo. Lo scenario è quello delle deregulation del nostro settore, nei panni degli Inferi. Ora dico… chi glielo fa fare a Euridice, che è sposata con Cossolo, a dare troppa confi-

al di là delle polemiche che investono a volte i vertici di categoria, noi farmacisti abbiamo bisogno di stabilità e certezze

denza ad Aristeo? Non facciamo che, in tutto ’sto trambusto, Federfarma ci lascia le penne, finisce “catafottuta” agli Inferi e poi Orfeo non riesce più a tirarla fuori, perche magari si volta indietro troppo presto, lascia Federfarma a quel paese e torna a fare le cose che faceva prima in Piemonte? Io penso, da buon siculo, che se Aristeo vuole provarci con Euridice, deve farlo a tempo debito, aspettare l’eventuale divorzio e, solo dopo, candidarsi a futuro amante. Le cose non si ottengono con la forza e contro natura, perché poi a rimetterci sono gli eventuali figli, ora non ricordo se nel mito ce ne fossero, ma in questa specifica metafora i figli siamo noi farmacisti, che abbiamo sicuramente bisogno di stabilità e di non ritrovarci senza certezze.


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F

di Giuseppe Tandoi

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diabete

Il 63 per cento dei diabetici non aderisce correttamente alla terapia prescritta dal medico, il 25 per cento non la segue affatto. Preoccupanti i risultati della terza edizione del DiaDay, condotta da Federfarma in collaborazione con Promofarma ed Edra, con il contributo non condizionato di Teva e il patrocinio di Fofi, Fnomceo, Sid, Utifar, Fenagifar, Cittadinanzattiva e Aild.

I COMMENTI «Avevamo dedicato le prime due edizioni allo screening della popolazione generale, monitorando, in entrambi i casi, 150.000 per-

Da sinistra: Luigi D’Ambrosio Lettieri, Marco Cossolo, Roberto Tobia e Vittorio Contarina

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I risultati del Diaday 2019: la scarsa aderenza alla terapia sta diventando una emergenza

Diaday 2019: Analisi aderenza alla terapia nel paziente diabetico 5.654 farmacie aderenti alla campagna 32,42% adesione nazionale 16.753 diabetici monitorati sone», ricorda Vittoria Contarina, vice presidente di Federfarma e coordinatore del progetto. «Quest’anno abbiamo deciso di concentrarci sui pazienti diabetici e gli esiti sono tutt’altro che incoraggianti: solo il 37 per cento dei pazienti segue correttamente la terapia», continua Contarina. «Il dato che più mi ha sconvolto è relativo al tipo di diabete: i pazienti affetti da quello di tipo 1, la forma più severa, potenzialmente letale, sono ancor meno aderenti di quelli affetti dalla forma di tipo 2: nel primo caso segue correttamente la terapia il 32 per cento dei soggetti, nel secondo il 38 per cento». Il quadro generale è quello di una aderenza maggiore negli anziani e negli uomini e di una non aderenza causata non soltanto dal fattore dimenticanza ma anche da una grave sottovalutazione dell’importanza della terapia: «Bisogna quasi essere duri con i nostri pazienti, per fare intendere loro le conseguenze a cui

vanno incontro a causa di questa sottovalutazione», ammonisce Contarina. «Un’aderenza così scarsa alla terapia da parte dei pazienti diabetici comporta conseguenze gravissime per la salute, oltre che enormi costi per il Servizio sanitario nazionale. Dopo due edizioni focalizzate sulla ricerca di persone che non sapevano di essere diabetiche o a rischio, nelle quali la farmacia ha dimostrato il suo ruolo nell’attività di screening e prevenzione, quest’anno ci siamo occupati del monitoraggio del paziente cronico, cercando di valutare il grado di aderenza dei diabetici alla terapia prescritta dal medico. È questo un modo per accompagnare il paziente nel suo percorso di cura, convincendolo a correggere gli errori e ad adottare i comportamenti più adatti per migliorare l’aderenza alla terapia». «Occorre invertire la rotta», è il richiamo del presidente di Federfarma Marco Cossolo,


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Grafico 1 ATTIVITÀ SU BASE GEOGRAFICA Farmacie aderenti

1.831 32%

Diabetici monitorati

6.944 41%

2.874 51%

949 17% NORD

CENTRO

Fonte: Federfarma

6.691 40%

3.118 19% SUD

NORD

CENTRO

SUD

contarina: “bisogna quasi essere duri con i nostri pazienti per fare intendere loro le conseguenze della non aderenza” | dicembre 2019 11


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Grafico 2 PAZIENTI DIABETICI MONITORATI SUDDIVISI PER FASCIA DI ETÀ

6000

Grafico 3 PAZIENTI

DIABETICI MONITORATI CON DIABETE DI TIPO 1 E TIPO 2

5.434 4.736

5000

4000

Tot.=15.610

3.603 3.267 21%

3000

2000

12.343 79%

1.639

1000

238

400

703 Diabete Tipo 1

0

Diabete Tipo 2

< 25 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65-74 anni > 74 anni

Fonte: Federfarma

Fonte: Federfarma «e contribuire noi tutti operatori del sistema sanità a un’opera di educazione sanitaria nei confronti dei cittadini che si rende tanto più necessaria di fronte a questi dati preoccupanti in materia di aderenza». In questo senso «il DiaDay è un’iniziativa che si inserisce perfettamente nell’evoluzione in atto, che sta trasformando la farmacia

da luogo di erogazione del farmaco a luogo in cui si dispensa salute. Insieme al farmaco, il farmacista fornisce una serie di informazioni e consigli per la sua corretta assunzione e per massimizzare l’efficacia della cura con stili di vita adeguati. Il diabete è una patologia molto diffusa: si calcola che una maggiore aderenza alla

Grafico 4 PAZIENTI DIABETICI MONITORATI SUDDIVISI PER CLASSE DI ADERENZA

25%

1 paziente su 4 è scarsamente aderente alla terapia prescritta

37%

38%

Bassa aderenza Testimonial della terza edizione l’attore-doppiatore Pino Insegno

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dicembre 2019 |

Fonte: Federfarma

Quasi 2 pazienti su 3 non sono aderenti alla terapia prescritta

Media aderenza

Alta aderenza


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| dicembre 2019 13


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tobia: “la non aderenza è fonte di spreco e la farmacia può fare molto per combatterla, consentendo di usare meglio le risorse a favore della collettività” terapia da parte dei diabetici, così come da parte di pazienti affetti da altre patologie altrettanto comuni, permetterebbe al Ssn considerevoli risparmi da investire nella prevenzione e nel miglioramento dell’assistenza sanitaria al cittadino». «Siamo di fronte a una vera e propria emergenza culturale», gli fa eco Luigi D’Ambrosio Lettieri, vice presidente Fofi e presidente della Fondazione Cannavò. «Sono dati sconcertanti che sottolineano però quanto siano cruciali iniziative in farmacia come il DiaDay, che aprono la strada a quella farmacia dei servizi la cui sperimentazione è in fase di avvio. «La sperimentazione darà conferma del fondamentale ruolo svolto dalla farmacia sul territorio nell’ambito del Servizio sanitario nazionale», aggiunge il segretario di Federfarma Roberto Tobia. «La non aderenza alla terapia è fonte di spreco e la farmacia può fare molto per combatterla, consentendo così di utilizzare al meglio le risorse in favore della collettività».

UNA INADEMPIENZA DIFFUSA Va pur detto che la scarsa aderenza alla terapia non è questione relativa unicamente al diabete - pazienti in cura per ipertensione e colesterolo sono aderenti in media al 50 per cento - e nemmeno soltanto nazionale. «Si calcola che in Europa il fenomeno implichi costi per i sistemi sanitari intorno ai 125 miliardi di euro, mentre essi si attestano sui 100 miliardi di dollari negli Usa», ricorda Amodio Botta, consigliere dell’Associazione medici diabetologi. «È fondamentale per Teva partecipare a campagne di educazione sanitaria come il DiaDay. Produrre i farmaci non è sufficiente, occorre partecipare, insieme agli altri partner, a migliorare il sistema sanità nel suo complesso», conclude Silvia Montali, country communication manager di Teva.

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Grafico 5 DIMENTICANZA NELL’ASSUNZIONE DEL FARMACO

100%

2.962 71,22%

1.197 28,78%

90% 80% 70% 60% 50%

5.188 41,19%

40% 30% 20% 10% 0%

6.215 49,35%

1.191 9,46% Bassa aderenza

Media aderenza No

I pazienti con media aderenza non rispettano la terapia per motivazioni generalmente diverse dal ricordo

Alta aderenza

Si

Fonte: Federfarma

I numeri Il DiaDay 2019 ha coinvolto 5.654 farmacie; 16.753 i pazienti presi in esame, ai quali è stato sottoposto, dall’11 al 16 novembre scorsi, un questionario ad hoc. Il 55 per cento del campione era di sesso maschile, il 45 femminile. Il 78 per cento dei pazienti era in cura da più di tre anni; il 79 per cento del campione era affetto da diabete di tipo 1, il 21 per cento da diabete di tipo 2. Se si guardano i dati complessivi solo il 37 per cento si dimostra alto-aderente, contro un 38 per cento di medio-aderenti e un 25 per cento di basso-aderenti. I pazienti più aderenti si dimostrano gli anziani, in particolare quelli nella fascia di età superiore ai 74 anni (alta aderenza per il 41 per cento dei soggetti). Colpisce il fatto che tra i non aderenti la quota maggiore spetti ai pazienti affetti da diabete di tipo 1 (29 per cento) rispetto a quelli affetti da tipo 2 (25 per cento). Altro dato da sottolineare: la presenza di un supporto familiare o di una badante non comporta per il paziente un sensibile aumento della aderenza rispetto al soggetto che vive da solo. Significativo, e preoccupante, che il 41 per cento dei medio-aderenti non riconduce alla dimenticanza il fatto che a volte la terapia venga “saltata”. Dal che si deduce una sottovalutazione dell’importanza della terapia stessa e forse una vocazione a decidere in proprio se e come essa vada rispettata.



echi dal web

U

di Francesca Giani, Farmacista33

na maggiore

integrazione

Rapporto Farmacia di Cittadinanzattiva: cittadini pronti a servizi e presa in carico ma nelle campagne di educazione sanitaria parziale la collaborazione tra farmacie e Mmg

A fronte di un paziente che entra in farmacia, il farmacista conosce il medico di famiglia o l’eventuale specialista che lo ha in cura (nel 41 per cento dei casi), sa quali farmaci prende abitualmente (42 per cento), dà consigli in merito ai dosaggi o alle modalità di assunzione quando consegna i farmaci (42 per cento), anche se meno frequentemente (32 per cento) conosce le patologie in corso. Da parte loro, i cittadini considerano fondamentale il ruolo del farmacista e per quanto riguarda, per esempio, il supporto attivo all’aderenza terapeutica viene riferito - al di là di quale sia stata l’azione di supporto posta in essere - un beneficio in termini di miglioramento molto significativo per il 33 per cento delle persone e abbastanza significativo per un altro 51. Questi alcuni degli spunti che emergono dalla seconda edizione del Rapporto annuale sulla farmacia, realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il supporto incondizionato di Teva.

IL METODO L’indagine, che quest’anno si è concentrata in particolare sul supporto della farmacia a campagne di prevenzione/screening e al miglioramento dell’aderenza terapeutica, ha visto - accanto alla survey rivolta ai farmacisti, con 1.915 farmacie rispondenti (+33 per cento rispetto alla prima

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dicembre 2019 |

il 75 per cento del campione di cittadini considerato ha una propria farmacia di fiducia dove si reca abitualmente

edizione) - il coinvolgimento dei cittadini: 1.265, con una leggera prevalenza delle donne (56 per cento). A emergere è anche la presenza di «una serie di barriere che ancora ostacolano il pieno passaggio dalla farmacia di fiducia alla farmacia dei servizi: tra questi un limitato coinvolgimento delle farmacie (27 per cento) in campagne di prevenzione e screening promosse dalle istituzioni (a eccezione di quella sul colon-retto); lo scarso coinvolgimento delle farmacie (solo il 20 per cento) nel processo di attuazione del Fascicolo sanitario elettronico; una insufficiente condivisione, ai fini del supporto all’aderenza terapeutica, dei dati telematici tra i vari soggetti». In particolare, «solo per il 19 per cento del campione, il gestionale della farmacia risulta interconnesso con sistemi informati-


echi dal web

vi di altri player (a parte i collegamenti per Distribuzione per conto, Webcare, ricetta dematerializzata) e nei pochi casi in cui ciò si è riscontrato, si interfaccia principalmente con il corrispettivo della Asl (60 per cento) e della Regione (51 per cento), mentre in misura ridotta con il ministero della Salute/Aifa (34 per cento) e ancora meno con i Mmg (12 per cento)».

LA FARMACIA TRA PRESIDIO SSN ED “ESERCIZIO COMMERCIALE SPECIALIZZATO” In ogni caso risulta confermato il gradimento della farmacia: «Il 75 per cento delle persone ha una propria farmacia di fiducia presso cui si reca abitualmente: due o tre volte al mese per il 40 per cento dei rispondenti, almeno quattro volte al mese per il 20 per cento e al massimo una volta al mese per il 25 per cento», ma «il 51 per cento delle persone considera la farmacia un importante presidio integrato nel Ssn, mentre per il restante si tratta di un esercizio commerciale specializzato». A essere messa in luce poi è anche una contraddizione: «Negli ultimi ventiquattro mesi il 79 per cento del campione delle farmacie coinvolte dall’indagine ha promosso o aderito a campagne di sensibilizzazione e di promozione di stili di vita salutari e l’84 per cento ha preso parte a campagne per la diagnosi precoce e conseguente individuazione di soggetti a rischio». Ma, a fronte di questo dato, «sono ancora numerosi quei cittadini (74 per cento) che dichiarano di non essere stati coinvolti dalle farmacie in simili iniziative». Tale fenomeno evidenzia «la necessità di intervenire su due fronti: il maggior coinvolgimento delle farmacie nelle iniziative di prevenzione promosse dalle istituzioni, che sembrano essere quelle iniziative che ottengono dalla popolazione la risposta più alta in termini di attenzione e partecipazione, ma anche il rafforzamento della collaborazione tra le farmacie e organizzazioni civiche, advocacy group, associazioni di pazienti, comit ati di q uar tiere, che pos sono rappresentare quel necessario collante con il tessuto sociale nel quale insistono».

IN TEMA DI ADERENZA C’è poi un altro aspetto: «Anche questa seconda edizione del Rapporto conferma una certa predisposizione da parte delle farmacie nel contribuire a supportare l’aderenza alle terapie». Ma un dato importante che emerge è «relativo alla selezione e conseguente coinvolgimento dei pazienti nei programmi di supporto all’aderenza terapeutica: operazione che avviene in modo condiviso con i Mmg solo nel 28 per cento dei casi. Forse un riflesso indiretto del fatto che, come sottolineato, solo in pochi casi (12 per cento) il gestionale della farmacia è interconnesso con i sistemi informativi dei Mmg». Un messaggio, questo, che viene rimarcato anche nel Focus dedicato al punto di vista delle associazioni di pazienti con patologia cronica, aderenti al Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cnamc), che sono state invitate a contribuire dopo aver visionato in anteprima i dati, con l’obiettivo di far emergere indicazioni sul ruolo attivo delle farmacie in risposta alle aspettative e ai

bisogni dei malati cronici. Pur nella eterogeneità delle posizioni a essere messo in luce è il fatto che «la maggior parte delle associazioni testimonia esperienze positive (o molto positive) sul rapporto con la farmacia, soprattutto per quanto attiene alla funzione di supporto all’aderenza terapeutica per farmaci e device, in termini di dispensazione di consigli e servizi cognitivi». Ma, quando si parla di presa in carico, «occorre concettualizzare una presa in carico integrata tra i vari attori che ruotano attorno al paziente, in primis specialisti e Medici di medicina generale. Al riguardo, è stata enfatizzata la necessità di maggiore raccordo e condivisione con il Mmg e con lo specialista rispetto sia alla prevenzione sia all’aderenza». Occorre «dimostrare con dati che questi soggetti, insieme, possano prevenire complicanze e ridurre accessi inappropriati al Pronto soccorso e ricoveri. Il rischio è quello di far diventare il paziente “l’anello debole” di fronte all’autorevolezza delle varie figure coinvolte: medici e specialisti, farmacisti, infermieri».

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incontri

I

di Giuseppe Tandoi

trent’anni

di Fenagifar

Celebrato a Roma l’anniversario della Federazione nazionale giovani farmacisti. L’attuale presidente Davide Petrosillo fa un bilancio del suo mandato, che scade il prossimo aprile, e guarda al futuro

Su una terrazza romana che affaccia su via e suggerimenti sul nostro progetto Agifardel Corso - stile La grande bellezza di SorLab, che poi confluirono nella pubblicaziorentino - si festeggiano i trent’anni della Fene presentata, alcuni mesi dopo, in una derazione nazionale giovani farmacisti, sala del Senato della Repubblica. nata nel 1989 dall’unione delle prime Agifar locali. La giornata è primaverile ed è Cosa ne è scaturito? bello, all’imbrunire, vedere la luce spegnerPrima di tutto un legame più stretto tra le si sulla facciata delassociazioni locali e la la basilica di San Federazione, che poi ho durante Carlo al Corso, cercato di consolidare l’edizione 2017 splendida eppure nel corso della mia presiconsiderata minore, di Farmacistapiù denza. Allo stesso temuna tra le altre della po è apparsa sempre più abbiamo posto città eterna. evidente la necessità, le basi All’indomani della per i giovani farmacisti, dei successivi serata incontriamo di una formazione adesviluppi della Davide Petrosillo, atguata alla vertiginosa tuale presidente delevoluzione della profesfederazione la Federazione, per sione. Di qui è nata l’ichiedergli come ha vissuto l’evento e, sodea della Fondazione FarmaAcademy, che prattutto, di ripercorrere il triennio del suo nasceva dalle precedente esperienza di mandato, che scade ad aprile prossimo. AgifarAcademy e si avvaleva del sostegno della Fofi. Risultato, in questi ultimi tre anni, 150 corsi accreditati Ecm, tenutisi su FarmaAcademy, tutto il territorio nazionale e destinati in FarmaCommunity, particolar modo ai neoulareati. Fenagifar for the future,

FarmaLandscape... Ci racconta il filo conduttore di questo cammino intrapreso dalla “sua” Fenagifar?

Tutto è cominciato nel marzo 2017, durante una edizione milanese di FarmacistaPiù, quando le varie Agifar tennero dei tavoli tematici nei quali si raccolsero idee

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dicembre 2019 |

Come nasce invece FarmaCommunity? Dal fatto che i giovani farmacisti, come le giovani generazioni in genere, hanno grande dimestichezza con i social network e, nel contempo, hanno la grande responsabilità di comunicare al pubblico contenuti


incontri

validati e far comprendere ai cittadini quanto sia rischioso attingere in Rete informazioni prive di fondamento scientifico. Con questi presupposti abbiamo lanciato il portale www.farmacommunity.it.

E siamo a Fenagifar for the Future… Tengo a sottolineare che, in questo ambito, il contributo di Fenagifar è stato minimo, anche se per noi molto significativo, visto che si parla di pharmaceutical care, tema cruciale, oggi, per la professione. Abbiamo partecipato, in pratica, con un certo numero di nostri associati, selezionati ad hoc per l’iniziativa, al progetto “Indossa la terapia 2019”, che prevedeva l’organizzazione di 860 giornate in farmacia dedicate al tema dell’aderenza, con particolare attenzione e approfondimento alle terapie antipertensive, alle dislipidemie, alla cura e alla gestione di ansia e depressione.

Infine il progetto FarmaLandscape E qui il cerchio si chiude, in quanto già nei tavoli tematici cui ho accennato era sorta l’esigenza di ampliare i nostri orizzonti oltre i confini nazionali. FarmaLandscape nasce appunto per dare la possibilità a sei giovani farmacisti di fare un’esperienza “sul campo”, della durata di un mese, in farmacie di Francia, Germania e Spagna. Un percorso di formazione che verrà monitorato passo passo, attraverso i canali social e una piattaforma informatica creata appositamente. Anche da questo progetto scaturirà una pubblicazione che ne renderà pubblici gli esiti e gli spunti di discussione. Inutile dire che fermo restando che il sistema farmacia italiano è forse il più avanzato d’Europa lo scambio culturale, il confronto professionale, con altre realtà dell’Unione europea sono più che mai necessari.

In Francia è già arrivata alla seconda fase la sperimentazione dei vaccini in farmacia… Esatto e sono interessato ad approfondire le modalità con le quali tale sperimentazione si svolge, nell’ottica di una possibile

In alto, Davide Petrosillo; sotto, la squadra di giovani farmacisti che lo ha affiancato nei tre anni di mandato al vertice del Fenagifar

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incontri

al termine del mandato quello che più mi rimane è il rapporto umano instauratosi con i colleghi che mi hanno dato una mano in questi tre anni

A sinistra, Andrea Mandelli ed Eugenio Leopardi, ex presidenti del Fenagifar. Sopra, il compianto Osvaldo Moltedo, ricordato dai colleghi alla presenza della sua famiglia

Un trampolino di lancio

sua applicazione in Italia. Anche a questo serve un progetto come FarmaLandscape.

Si sono appena celebrati i trent’anni della Federazione: ci racconti le emozioni che le ha provocato la serata. Sono stato fortunato perché la ricorrenza dei trent’anni di Fenagifar è caduta proprio durante il mio mandato. Ma, al di là della bellissima serata, la mia emozione più forte è stata quella di consegnare dei riconosci-

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dicembre 2019 |

«Il trentennale di Fenagifar testimonia il nostro impegno nell’elaborazione di proposte innovative e concrete», è la sintesi di Davide Petrosillo al quale si è unita, sul palco - nel corso della serata organizzata a Roma da Edra, con il contributo non condizionato di EG Italia - buona parte dei past president di Fenagifar. «Come presidente della Fofi ed ex presidente di Fenagifar non posso che essere orgoglioso di constatare che il contributo nell’elaborazione di proposte da parte dei giovani non viene mai a mancare e, anzi, che l’azione di Fenagifar si mantiene da trent’anni al passo con i tempi sia nella scelta delle tematiche da porre al centro dell’interesse della categoria, sia nella collaborazione con tutte le componenti professionali», sottolinea Andrea Mandelli. Primo presidente in assoluto, Eugenio Leopardi ricorda come «l’intuizione di legare i colleghi con i valori dell’orgoglio della professione e dell’amicizia, con un mandato di presidenza non rinnovabile, si è rivelata giusta è sta dimostrando che, anche senza grossissime risorse, si riescono a realizzare bellissimi progetti». Un trampolino di lancio, la Federazione, anche per il socio fondatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (presidente della Fondazione Cannavò e vice presidente Fofi), Marco Cossolo (presidente di Federfarma) e Alfredo Procaccini (presidente di Sistema Farmacia Italia). Molto sentito l’applauso della platea per Osvaldo Moltedo, un altro dei primi artefici della Federazione, ricordato con emozione da colleghi e amici alla presenza della sua famiglia.


Fenagifar offre, con FarmaLandscape, la possibilità a sei giovani farmacisti di svolgere un’esperienza di lavoro all’estero della durata di trenta giorni in tre farmacie convenzionate di tre Paesi dell’Unione Europea: Germania, Francia e Spagna. Petrosillo, invitando gli interessati a consultare il bando su www.farmalandscape.it, ricorda che obiettivo del progetto è incrementare le conoscenze dei partecipanti attraverso l’esperienza sul campo in un altro sistema farmaceutico comunitario, stimolando la mobilità dei farmacisti abilitati attraverso l’Unione Europea. Il vice presidente di Federfarma Vittorio Contarina ribadisce, da parte sua, che «le farmacie devono essere protagoniste attive dell’evoluzione della sanità. Fenagifar, con FarmaLandscape, ha dato vita a un’iniziativa il cui obiettivo è proprio quello di contribuire alla crescita culturale dei farmacisti. I giovani, in particolare, devono avere coraggio, l’umiltà necessaria per imparare, l’orgoglio di far parte di questa categoria, e infine l’empatia che si richiede a chi lavora a contatto con il pubblico. Il tutto si può sintetizzare con una sola parola: professionalità».

Silvia Pagliacci, presidente Sunifar, pone l’accento sull’impegno della Federazione: «I giovani si sentono responsabili del futuro disegno della professione. Lavorano costantemente per migliorare il servizio e ogni anno alzano l’asticella con proposte interessanti e nuove». Mentre Marco Nocentini Mungai, delegato Federfarma nel Pgeu, approva «l’idea di consentire l’interscambio tra i giovani italiani e le farmacie estere, sintomo di un necessario cambiamento: le politiche europee devono favorire la libera circolazione di persone e lo sviluppo di servizi professionali». In chiusura Salvatore Butti, general manager & managing director di EG Italia: «Il gruppo ha scelto di affiancare i farmacisti in un percorso nuovo e importante. FarmaLandscape si attesta come il primo progetto strutturato per la conoscenza dei modelli di farmacia europei, in un’ottica di visione e scenari futuri. L’azienda è da sempre un punto di riferimento per i professionisti della salute nella pratica quotidiana del proprio ruolo».

incontri

Il progetto

menti a colleghi che, partiti dalla presidenza Fenagifar, sono arrivati a ricoprire cariche di vertice nelle rappresentanze di categoria e, oggi, a scrivere pagine importanti nel rinnovamento della professione.

Il suo mandato alla guida di Fenagifar sta entrando nella parte finale: si sente di fare un primo bilancio? Il bilancio che voglio fare è sul piano umano, non su quello dei contenuti, che è più giusto siano altri a giudicare. Questi tre anni sono stati, per me, soprattutto una grande esperienza umana. In moltissimi casi i colleghi con i quali ho lavorato sono diventati amici e i ricordi che ci legano andranno ben oltre questa esperienza di carattere istituzionale.

Una carrellata sui presidenti Fenagifar intervenuti alla serata romana del trentennale

sto diventare padri di famiglia, adulti che diventano anziani e vittime dei primi acciacchi, e così via. E con gli anni vedo crescere, in loro, la fiducia nei miei confronti, non più un farmacista ma quasi un amico.

Passiamo al Davide farmacista che quotidianamente lavora dietro al banco: cosa apprezza di più oggi della professione e cosa maggiormente le pesa?

E i lati negativi?

Quello che più mi piace di questa professione è il rapporto con la gente. Sono dieci anni che lavoro in farmacia e vedo quotidianamente passare davanti a me persone di tutte le generazioni. Giovani che ho vi-

Gli oneri burocratici, sempre più numerosi, a cui siamo sottoposti, alcuni dei quali, a mio avviso, poco inerenti alla professione che svolgiamo. Una per tutte, la normativa europea sulla privacy.

Per chiudere, se dovesse indicare una priorità per la farmacia italiana, tra le tante che oggi incombono, cosa indicherebbe? Senza dubbio la piena attuazione della farmacia dei servizi. Grazie al recente accordo in Conferenza Stato-Regioni siamo arrivati al dunque, le sperimentazioni regionali sono in rampa di lancio. Un’occasione, forse irripetibile, che non dobbiamo assolutamente sprecare.

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mercato

C

di Viki Nellas New Line Ricerche di Mercato

on più

convinzione Il mercato dei prodotti per la prima infanzia resta strategico per la farmacia, nonostante il calo degli ultimi anni

In un periodo in cui grande attenzione deve essere rivolta all’analisi del traffico in farmacia e allo studio di quei mercati che, rispondendo a bisogni presenti nel bacino di utenza, possono portare le persone a entrare nel punto vendita, il mercato dei prodotti per la prima infanzia, nonostante la contrazione che registra da diversi anni, è di grande importanza strategica per il farmacista. Si osserva infatti che oltre la metà degli scontrini contenenti prodotti per l’infanzia non sono

caratterizzati dalla presenza di alcuna vendita abbinata, a riprova del fatto che la domanda legata alle necessità dei bambini genera di per sé l’ingresso in farmacia. In questo articolo analizziamo questo mercato con focus sui principali comparti che lo compongono (Puericultura, Igiene infanzia e Alimenti per l’infanzia), in modo da riflettere su quali possano essere le opportunità da cogliere per il farmacista che voglia investire in questo settore.

L’EVOLUZIONE DEL COMPARTO Il mercato dei prodotti per la prima infanzia, definito utilizzando una classificazione trasversale e per funzione d’uso dei prodotti destinati ai bambini, registra un calo costante sia a volumi sia a valori negli ultimi anni e questa tendenza è riscontrabile anche nei primi dieci mesi del 2019 (grafico 1), anche se in misura più contenuta rispetto a quanto avvenuto nel 2017 e nel 2018. Nell’anno terminante a ottobre 2019 il mercato ha complessivamente registrato un

Grafico 1 dinamica di lungo periodo del mercato Prodotti per l’Infanzia Var % Mercato Prodotti per l'Infanzia 2013

-2,1% -2,2%

2014

-1,5% -1,4%

2015

-2,0% -3,0%

2016

2017

2018

-2,1% -2,7%

-2,7% -3,6%

-4,0% -4,6% -5,8% -5,9%

Var % V. Volume vs anno corrisp. Fonte: New Line Ricerche di Mercato

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YTD 2019

Var % V. Volume vs anno corrisp.


ANALISI GEOGRAFICA E SCENARIO COMPETITIVO L’analisi geografica mostra come il mercato in analisi sia caratterizzato da una certa eterogeneità territoriale. Osservando il fatturato medio per farmacia regionale (grafico 3), si nota, in particolare, che le regioni con un fatturato medio più alto sono principalmen-

mercato

decremento del 2,9 per cento a valori e del 3,1 a volumi, generando un fatturato complessivo di 340 milioni di euro per 60 milioni di confezioni vendute. Le tipologie di prodotti che costituiscono il mondo infanzia sono gli Alimenti per l’infanzia, che rappresentano il 27,9 per cento del giro d’affari complessivo, la Puericultura, che contribuisce invece per il 22,1 per cento, e l’Igiene bambino, che sviluppa il 20,8 per cento del fatturato totale, mentre il restante 29,2 è costituito da Altri prodotti per l’infanzia (referenze appartenenti all’automedicazione e sanitari pediatrici). Tutti questi segmenti hanno registrato nell’anno mobile performance negative a fatturato; in particolare il mercato della Puericultura ha perso il 7,1 per cento. Solamente gli Altri prodotti per l’infanzia hanno mostrato una tendenziale stabilità rispetto ai dodici mesi precedenti (grafico 2).

te localizzate nel Centro e nel Sud Italia, con la sola eccezione del Trentino Alto Adige, e che sempre nella stessa area si trovano le uniche due regioni, Calabria e Abruzzo, che registrano una crescita del mercato, mostrando trend positivi rispetto ai dodici mesi precedenti, in contrapposizione con i risultati del resto della penisola. Il mercato dei prodotti per l’infanzia in farmacia sembra quindi più dinamico e rilevante nel Centro e nel Sud Italia. Questa dinamica potrebbe essere legata a diversi fattori. In prima battuta potrebbe essere rilevante l’aspetto culturale, che porta le persone che vivono in questa area ad avere una maggiore fiducia nella farmacia come presidio territoriale della salute e della cura a 360°. In secondo luogo, e di conse-

Grafico 3 Fatturato medio per farmacia e trend del mercato Prodotti per l’Infanzia (Anno terminante a ottobre 2019) -5,1% -3,8%

-2,8%

-4,7% -4,7%

-4,6%

-3,5%

-4,0%

-2,8% +2,4% -0,4% -5,4%

-1,8% -3,8% -1,6% -5,6%

Grafico 2 Fatturato del mercato Prodotti

-1,2%

-10,7%

+4,4%

per l’Infanzia e delle sue categorie (Anno terminante a ottobre 2019)

-4,6%

+0,6% 0

-2,9%

-3,9%

MERCATO INFANZIA 340 Mio€

ALIMENTI INFANZIA 95 Mio€

100,0%

-7,1%

27,9%

22,1% QUOTA %

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

20,8%

4

6

8

10 12 14 16 18 20 22 24 26

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

-1,7%

PUERICULTURA IGIENE BAMBINO 75 Mio€ 71 Mio€

2

ALTRO 99 Mio€

29,2%

guenza, la farmacia stessa potrebbe avere un diverso posizionamento rispetto a questo mercato e gestire quindi una differente tipologia di offerta rispetto al punto vendita medio del Nord. Infine, un altro aspetto da tenere in considerazione è sicuramente la minore presenza della Grande distribuzione organizzata in queste zone. Analizzando infatti il contesto competitivo dei principali segmenti tra i diversi canali (farmacia, parafarmacia e supermercato), si

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mercato

nota il ruolo predominante del supermercato negli Alimenti per l’infanzia e nella Puericultura, dove sviluppa oltre il 70% del giro d’affari complessivo, e una presenza molto rilevante anche nell’Igiene bambino, dove costituisce oltre la metà del fatturato. La parafarmacia gioca un ruolo molto marginale e la restante parte, che va dal 23,1 per cento al 42,7, è sviluppata dalla farmacia, che si posiziona, quindi, come il secondo canale del mercato (grafico 4). La foto appena descritta è abbastanza consolidata e non si osservano particolari variazioni nella composizione dei canali rispetto i dodici mesi precedenti. Dato lo scenario competitivo intra canale appena descritto, la farmacia de-

ve certamente ragionare sul proprio posizionamento di prezzo, per poter essere sempre di più un canale di elezione in un mercato in cui le acquirenti principali, le madri, sono generalmente molto informate sul prezzo dei prodotti. Per fronteggiare la forte competizione della grande distribuzione nel mondo infanzia si osserva infatti una buona attività promozionale nel canale farmacia, con un intensity index (l’intensità promozionale viene determinato dal rapporto tra le vendite promozionali e le vendite totali) pari al 7,3 per cento e uno sconto medio, negli ultimi dodici mesi, del 21,5. È interessante osservare come l’incidenza promozionale sia maggiore nei pannolini,

Grafico 4 Contesto competitivo nei diversi canali (Anno terminante a ottobre 2019)

FARMACIA

PARAFARMACIA

SUPERMERCATO

nei prodotti per l’igiene e negli alimenti per l’infanzia, categorie molto vendute nel mass market e sulle quali la pressione competitiva di prezzo è certamente maggiore. Passando ad analizzare i principali player del mercato (grafico 5) si osserva un grado di concentrazione abbastanza elevato, in quanto le prime dieci aziende sviluppano il 66,2 per cento del giro d’affari complessivo e la leader del mercato, Chicco, raggiunge da sola una quota del 12,8 per cento. In termini di trend le aziende dalle migliori performance sono state, nell’anno mobile terminante a ottobre 2019, Humana e Hipp,ottenute anche grazie all’ampliamento del loro listino con numerose nuove referenze. Da notare che, in generale, il mercato dei prodotti per l’infanzia è abbastanza dinamico in termini di lanci, intesi sia come nuovi prodotti che come extension line: il 28 per cento delle referenze immesse in commercio negli ultimi ventiquattro mesi sono infatti lanci e costituiscono il 12 per cento del fatturato complessivo.

51.4% 71.3%

IL TRAFFICO IN FARMACIA

73.4%

Per concludere questa analisi è interessante focalizzarsi sul tema del traffico in farmacia e provare a misurare quanto possa essere influenzato dalla presenza o meno dei prodotti per l’infanzia e dal grado di specializzazione del punto vendita in questo mercato. Sono state identificate delle farmacie che, dal 2018 al 2019, hanno investito in maniera rilevante nel mondo dell’infanzia,

5.9% 2.5% 26.1% ALIMENTI INFANZIA

3.5%

42.7%

23.1% IGIENE BAMBINO

PUERICULTURA

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

Tabella 1 Intensity Index (Annoterminanteaottobre2019) MERCATO PRODOTTI PER L'INFANZIA ALIMENTI INFANZIA IGIENE BAMBINO PANNOLINI SUCCHIETTI GIOCHI BIBERON TETTARELLE ARTICOLI PER PAPPA Fonte: New Line Ricerche di Mercato

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dicembre 2019 |

Intensity Index Pezzi MAT 2019 7,3% 6,5% 8,3% 11,1% 4,2% 3,7%

Prezzi Promo (€) MAT 2019 3,79 2,87 4,07 4,59 7,64 11,52

Prezzo No Promo (€) MAT 2019 4,83 3,53 5,26 5,75 9,36 14,87

Sconto Medio (%) MAT 2019 21,5% 18,5% 22,6% 20,3% 18,4% 22,6%

4,5% 4,0% 3,9%

7,99 6,35 7,70

9,99 7,62 9,84

20,0% 16,7% 21,8%


mercato | dicembre 2019 25


mercato

Grafico 5 Ranking delle top corporate del mercato Infanzia (Anno terminante a ottobre 2019) +4,9%

-8,4%

-8,2%

-8,7%

33,2%

+10,4%

-10,0%

41,0%

-10,4%

-1,0%

56,5% 56,5%

60,0%

10,8

10,5

HIPP IT

BAYER

52,2%

47,7%

-4,4%

-2,6%

63,4%

66,2%

8,4

8,2

6,6

BAMED

TOEPFER

NESTLE'

23,6% 12,8% 30,9

26,1

23,2

18,6

CHICCO

FATER

MELLIN

PLASMON

16,2 HUMANA ITALIA

Fatturato (Mio €)

Quota Cumulata %

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

aumentando il loro grado di specializzazione e realizzando, di conseguenza, una crescita a fatturato superiore del 20 per cento. A fronte di questa maggiore specializzazione si registra un aumento molto rilevante, per singolo punto vendita, del numero medio di scontrini mensili contenenti almeno

un prodotto del mercato infanzia: si parla infatti di 180 scontrini in più al mese che generano un fatturato incrementale di oltre 2.300 euro (nel grafico 6 si osserva infatti come gli ingressi sarebbero stati 788 invece che i 968 effettivamente registrati). Questo importante risultato è stato ottenu-

Grafico 6 Numero scontrini medi contenenti prodotti per l’infanzia nel cluster di farmacie “grandi” e specializzate (periodo gennaio/ottobre 2019) INGRESSI MEDI MENSILI MERCATO INFANZIA gen-ott 2018

gen-ott 2019

n=968 trend +28,7%

n=752

n=788 trend +4,8%

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

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dicembre 2019 |

180 ingressi in più al mese

to riuscendo a rispondere meglio a una domanda e a un bisogno già insiti nel bacino di utenza di riferimento della farmacia, la cui composizione in termini di caratteristiche socio-demografiche non è cambiata in maniera sostanziale nel corso di dodici mesi. Evidenze come queste sono un importante segnale che, se ben organizzato e gestito in maniera efficace, il mercato dell’Infanzia può portare persone in farmacia, con tutte le opportunità che a questo sono collegate.



paper blog

P Durante il mese di dicembre, in farmacia i pazienti fanno a gara per portarci qualche dolcetto natalizio che sia di buon augurio, ma spesso scopri che a volte lo fanno anche per renderci più magnanimi in vista delle richieste di medicinali senza ricetta, quasi fosse una bustarella. Sorrido e riconosco ormai a distanza chi entra con fare sicuro di sé per chiedere una benzodiazepina o un antibiotico senza ricetta, pur sapendo di potersi trovare di fronte a un gentile no. Un farmaco ha obbligo di ricetta per svariati motivi, ma il più importante, che spesso i pazienti non colgono, è legato alla sicurezza nell’utilizzo. Un farmaco ha obbligo di ricetta per evitarne l’abuso, per garantire passaggi obbligati dal medico per effettuare il controllo, per farci insospettire qualora non faccia più effetto, per evitarci disturbi collaterali, per evitare che il nostro corpo di sensibilizzi. Quando si tratta di antibiotici, la ricetta previa visita medica è fondamentale, affinché i batteri a oggi più comuni e apparentemente banali non diventino resistenti alle cure con le quali li abbiamo sempre combattuti. Purtroppo, i dati pubblicati recentemente dal ministero della Salute ci mostrano che in Italia il consumo di antibiotici risulta

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di Rachele Aspesi, farmacista (http://nutrirelasalute.farmacista33.it)

iccoli doni

di Natale Dolcetti offerti al farmacista in cambio di qualche farmaco senza ricetta? Opporre un garbato no… e gustarsi il dolcetto

essere di gran lunga superiore alla media europea e che deteniamo il primato Ue di decessi per antibiotico-resistenza. La farmacia deve essere, in tal senso, il primo polo di prevenzione dell’abuso di antibiotici e di comunicazione in merito all’utilizzo corretto di antibiotici: nessuno nega un antibiotico per capriccio o antipatia. Soprattutto, tengo a sottolinearlo, nessuno di noi colleghi lo vende per aprire il cassetto senza curarsi della salute altrui. Non possiamo scindere la nostra natura di farmacisti da quella da imprenditori, lo dice anche il nostro codice deontologico, ma il consiglio professionale sono convinta vinca sempre e comunque sul lungo termine. Quando, dunque, mi giungono dolcetti natalizi pronti per corrompermi, mi dedico alla prelibatezza in questione, chiedo la ricetta, scopro curiosità culinarie, scambio idee con le pazienti-cuoche e mi dedico a fornire qualche regola d’oro per mantenere il peso forma e i valori ematici di glicemia e colesterolo nella norma nonostante il periodo natalizio li faccia tremare. Consigliamo di non rassegnarsi perché non esistono Natale, 31 dicembre o Epifania senza qualche dolce o pietanza tipica della tradizione, ma che, tuttavia e per fortuna, esistono la sana via di mezzo e le eccezioni che valgono quanto la regola. Quindi, senza lasciarci travolgere dalle abbondanze sconsiderate, consigliamo a

la farmacia deve essere il primo polo di prevenzione dell’abuso di antibiotici prendersi cura del proprio corpo che, aiutato a stare in forma tutti i giorni dell’anno con un’alimentazione corretta, sarà anche pronto a proteggerci per il resto dell’inverno, prevenendo probabilmente spiacevoli malanni stagionali ed evitandoci l’assunzione inutile di antibiotici. Che sia un 2020 di salute, per tutti noi.



galenica

U

di Luca Guizzon, farmacista territoriale esperto in fitoterapia, Farmacia Campedello, Vicenza

n sollievo

al dolore Amitriptilina crema in molte forme di neuropatia

La somministrazione di principi attivi per via transdermica sta diventando un ambito sempre più investigato e impiegato. Tra le varie patologie che si possono trattare, anche il dolore di origine neuropatica. Il trattamento del dolore dipende dalla sua intensità, dall’età del paziente, dal tipo del dolore, da comorbilità e dalla corretta scelta dell’analgesico e della via di somministrazione dello stesso. In questo ambito l’applicazione locale ha ottimi profili di tollerabilità e sicurezza rispetto alla via sistemica. Nei dolori localizzati può essere un’alternativa soprattutto nei casi nei quali l’analgesia deve essere protratta molto a lungo o se i pazienti non sono in grado di assumere medicine per via orale. Creme contenenti farmaci antidepressivi, possono avere effetto in quanto agiscono a livello recettoriale e/o sui canali ionici. Tra le molecole che si possono utilizzare, c’è l’amitriptilina. Antidepressivo triciclico con proprietà sedative e debolmente ansiolitiche, a livello delle terminazioni nervose è un potente inibitore del reuptake della serotonina. È anche un antagonista del recettore colinergico muscarinico a livello sia centrale sia periferico, oltre a essere un antagonista dei recettori istaminergici H1 e adrenergici 1. Presenta anche un debole effetto di blocco sul recettore dopaminergico. È stata impiegata con successo in molte forme di dolore neuropatico. In un paio di

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case report di dolore neuropatico a mani e piedi, l’applicazione di amitriptilina ha risolto completamente il dolore in venti minuti, facendo durare tale effetto per ventiquattro ore. Il dolore neuropatico è una complicazione tanto frequente quanto debilitante di patologie quali la sclerosi multipla e il diabete. Non è sempre di facile risoluzione con i trattamenti sistemici, poiché i farmaci più comunemente utilizzati (antidepressivi triciclici o antiepilettici) in certi casi vengono sospesi per la comparsa di importanti effetti collaterali. Proprio per aiutare questi pazienti, gli studiosi si sono concentrati valutando l’effetto di creme a base di amitriptilina. Si è osservato come queste creme abbiano un effetto dose-dipendente, ma comunque riducono il sintomo. Anche la chemioterapia può far insorgere neuropatia periferica. Per evitare di ridurre o sospendere la terapia, Rossignol e Greco hanno applicato per via topica l’amitrptilina ai loro pazienti per quattro settimane L’effetto è stato una riduzione da 7 a 2 nella Vas pain score, con pochi e tollerabili effetti collaterali. Applicare topicamente questo principio attivo può essere utile anche per altre condizioni altrimenti di difficile risoluzione. È il caso del prurito cronico. In questa difficile situazione, gli studiosi hanno utilizzato un mix di lidocaina, ketamina e

amitriptilina, ottenendo un risultato veloce (cinque-dieci minuti per l’inizio dell’effetto) e di durata soddisfacente.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE Se per via orale, l’amitriptilina è indicata per il trattamento degli episodi acuti di depressione, il farmaco può essere utile per via topica per dolori neuropatici o prurito cronico.

CONTROINDICAZIONI E AVVERTENZE Effetti locali avversi possono essere eczema e rush cutanei. L’applicazione a concentrazioni elevate o per lungo periodo può dar luogo ad assorbimento sistemico con effetti collaterali che principalmente si manifestano come sonnolenza. Si presti tuttavia attenzione a questa condizione: a lungo andare l’assorbimento sistemico può essere così importante da far comparire i complessi effetti collaterali degli antidepressivi tricilicici dovuti alla loro azione antimuscairinica e al loro effetto neurologico.

FORMULAZIONE Negli studi considerati, l’amitriptilina era utilizzata a concentraizoni del 5 o 10%. È una polvere bianca, molto solubile in acqua (1:1) o in alcool (1:1,5) con il pH di una soluzione acquosa all’1% è compreso tra 5 e 6.


galenica

Composizione quali-quantitativa completa di principio attivo ed eccipienti (se la farmacia adotta il Dm 18 novembre 2003 “Procedure semplificate”); qualiquantitativa dei principi attivi e qualitativa degli eccipienti (qualora la farmacia segua le Procedure integrali, come previsto dalle Nbp). Se si utilizza una base già pronta, indicare la formula qualitativa della stessa. Posologia come indicata dal medico. Prezzo di vendita scorporato in sostanze, onorario, costo del recipiente.

TIPO DI RICETTA Ricetta ripetibile, validità sei mesi

ADEMPIMENTI DEL FARMACISTA ESEMPIO FORMULATIVO

Viene applicata, secondo gli studi, una volta al giorno.

verifica alla temperatura di 115°C per trenta minuti) può essere accelerato da ioni metallici. Per una maggiore stabilità si suggerisce l’aggiunta di Edta allo 0,1%. Da evitare il sodio metabisolfito poiché produce una diminuzione della concentrazione del farmaco e, in seguito, ne accelera la decomposizione. Le soluzioni di amitriptilina cloridrato in acqua sono stabili per almeno otto settimane a temperatura ambiente, se protette dalla luce; altrimenti si possono formare chetoni, altri prodotti non identificati e precipitati. Shakshuki A e Agu hanno approfondito la questione, utilizzando tre differenti basi quali il Lipoderm Base e il PLO Gel Mediflo 30, e una crema emolliente a tre differenti temperature: ambiente (25°C), frigo (4°C) e alta temperatura (40°C). Sia nel lipoderm che nel PLO gel Mediflo l’amitriptilina è rimasta stabile in tutte le condizioni per novanta giorni. Mentre nella crema emolliente non è riuscita a essere stabile. In mancanza di ulteriori valutazioni si può cautelativamente indicare la data di scadenza prevista dalla Farmacopea.

DATA LIMITE DI UTILIZZO

ETICHETTA

Normalmente, vista la composizione della crema da utilizzare, la Farmacopea impone scadenza trenta giorni. Tuttavia, il processo di decomposizione dell’amitriptilina (che normalmente si

Ragione sociale, indirizzo e telefono della farmacia. Nome del medico e nome del paziente. Prep. n. desunto dal numero attribuito alla ricetta - data... - utilizzare entro il ...

Materiali: bilancia, mortaio e pestello (o piastra per creme e spatola), becher. Amitriptilina 5 g. Crema base qb a 100 g Sciogliere in una piccola quantità di acqua l’amitriptilina. Incorporare quindi alla crema con progressione geometrica. Si suggerisce di utilizzare una crema O/A magra, per limitare l’effetto occlusivo e ridurre la probabilità di un assorbimento sistemico del principio attivo. L’amitriptilina ha frasi di rischio H301 e H361.

CONTROLLI DI QUALITÀ Effettuare controllo dell’aspetto della crema, che deve essere uniforme, della quantità totale allestita e della tenuta del confezionamento. Consigliato anche un controllo dell’efficacia microbiologica del sistema conservante.

MODALITÀ D’USO E POSOLOGIA

Il farmacista timbra la ricetta, appone data e prezzo e conserva ordinatamente copia della ricetta.

FONTI Medicamenta | Leppert W, Malec-Milewska M, Zajaczkowska R, Wordliczek J. “Transdermal and Topical Drug Administration in the Treatment of Pain”. Molecules. 2018 Mar 17;23(3). | Kopsky DJ, Hesselink JM. “High doses of topical amitriptyline in neuropathic pain: two cases and literature review”. Pain Pract. 2012 Feb;12(2):148-53. | Kopsky DJ, Liebregts R, Keppel Hesselink JM “Central neuropathic pain in a patient with multiple sclerosis treated successfully with topical amitriptyline”. Case Rep Med. 2012;2012:471835. | Yang XD, Fang PF, X iang DX, Yang YY., “Topical treatments for diabetic neuropathic pain”. Exp Ther Med. 2019 Mar;17(3):19631976. | Rossignol J, Cozzi B, Liebaert F, Hatton S, Viallard ML, Hermine O, Greco C., “High concentration of topical amitriptyline for treating chemotherapyinduced neuropathies”. Support Care Cancer. 2019 Aug;27(8):3053-3059. | Shakshuki A, Agu RU. “Stability Assessment of Topical Amitriptyline Extemporaneously Compounded with Lipoderm Base, PLO Gel Mediflo 30, and Emollient Cream”. Int J Pharm Compd. 2019 Jan-Feb;23(1):82-87.

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medicina

U

di Silvia Greco, farmacista

niverso

microbiota Il nostro ecosistema di batteri, un’arma per colpire il cancro: un convegno all’Istituto dei tumori di Milano

Esiste una correlazione tra microbiota e tumore? Se ne è parlato in occasione del primo convegno internazionale Mibioc, the way of the microbiota in cancer, tenutosi presso l’Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int), con l’intervento di esperti di fama mondiale. Durante l’evento è stato fatto il punto della situazione sulle evidenze scientifiche cliniche più recenti.

MICROBIOTA E SUE FUNZIONI Al momento della nascita ogni individuo acquisisce il proprio microbiota, ossia una popolazione eterogenea di microrganismi (batteri, virus, funghi, protozoi) che può colonizzare un determinato organo o tessuto (per esempio intestino, cavo orale e nasale, cute, vie respiratorie, vie genito-urinarie). Negli ultimi anni sono state messe a punto tecniche analitiche che consentono di analizzarne la composizione, attraverso un sequenziamento genico. Esistono diversi tipi di microorganismi, in relazione all’ambiente in cui essi si trovano: il microbiota della pelle è diverso da quello presente a livello della mucosa delle vie respiratorie o del tratto intestinale. Infatti, epiteli diversi sono caratterizzati da ambienti differenti (diversi valori di T, pH, osmolarità, composizione chimica) che favoriscono la crescita e la moltiplicazione di alcuni microrganismi piuttosto che di altri. A livello dell’intestino il numero di entità viventi presenti è di circa di dieci volte su-

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periore rispetto a quello delle cellule presenti nei nostri tessuti, per un peso complessivo di 1,5 chilogrammi. L’intestino al momento della nascita è un sito sterile, facilmente colonizzabile. In seguito a un parto naturale, il neonato viene esposto ai batteri vaginali della madre: questi saranno i primi microorganismi che colonizzeranno il suo tratto intestinale. I bambini nati con parto cesareo, invece, avranno un microbiota caratterizzato, nei primi momenti di vita, da batteri appartenenti all’ambiente esterno. Nei mesi a venire, dopo la nascita, la colonizzazione dipenderà dall’alimentazione adottata nelle prime settimane, dall’ambiente in cui il bambino vive e dal livello igienico. Questi fattori, uniti a quelli genetici (predisposizione dell’intestino a consentire l’adesione di un batterio piuttosto che di un altro), contribuiscono alla formazione del microbiota. Attualmente il microbiota, in particolare quello intestinale, è oggetto di intensa ricerca medica: a oggi si contano 50.000 lavori pubblicati, il 60 per cento dei quali è il risultato della ricerca svolta negli ultimi tre anni. Il microbiota costituisce una parte integrante dei meccanismi di difesa che l’organismo possiede: protegge l’epitelio intestinale dall’attacco da parte di sostanze tossiche e organismi patogeni, formando una barriera chimico-fisica tra

l’ambiente esterno e interno. Inoltre, regola il sistema immunitario: la presenza di alcuni batteri promuove l’attività o l’inibizione di specifiche popolazioni di cellule immunitarie. Anche il metabolismo viene influenzato: circa il 10 per cento dei metaboliti presenti nel sangue è prodotto unicamente dal microbiota intestinale (ricordiamo l’acido grasso butirrato, il quale nutre le cellule dell’epitelio intestinale e regola il metabolismo sistemico).

EUBIOSI, DISBIOSI E NEOPLASIE Il mantenimento di un buon equilibrio simbiotico del microbiota intestinale (ma anche di quello presente a livello orale, cutaneo e genito-urinario) è fondamentale per il mantenimento di un buono stato di salute e per ridurre la concentrazione di molecole pro-infiammatorie rilasciate nel sangue. L’eubiosi, ossia lo stato di buon equilibrio e funzionamento del microbiota, si instaura quando le diverse specie che coabitano nell’intestino mantengono tra loro uno stato di armonia ed equilibrio. Quando quest’ultimo viene alterato in modo importante, i batteri intestinali “buoni” possono trasformarsi in patogeni e prendere il sopravvento sulle altre specie presenti oppure si può manifestare indirettamente lo sviluppo di specifiche patologie. Alterazioni qualitative e quantitative del microbiota determinano uno stato definito disbiosi e sono correlate allo sviluppo di di-


medicina verse patologie, tra cui le neoplasie, in seguito alla produzione di metaboliti che promuovono la carcinogenesi, l’attivazione di processi infiammatori o la disattivazione delle difese immunitarie. Ricordiamo, infatti, come la terapia con antibiotici, nota per alterare l’equilibrio del microbioma, sia da evitare in pazienti oncologici sottoposti a immunoterapia, nei quali ne riduce la sopravvivenza, come mostrato in un recente studio su Jama Oncology1.

PER UN SISTEMA IMMUNITARIO SANO L’efficienza del microbiota dipende principalmente dalla sua diversità: un sistema caratterizzato da un’alta diversità garantisce un sistema immunitario sano e in grado di contrastare malattie infettive, infiammatorie croniche, autoimmuni e tumori. «Questo aspetto viene evidenziato anche da diversi studi nei quali il trattamento di pazienti oncologici con immunoterapia risulta maggiormente efficace nei

soggetti con un microbioma intestinale molto ricco di specie differenti», fa notare Licia Rivoltini, responsabile della S.S. Immunoterapia dei tumori umani dell’Int.

EVIDENZE SCIENTIFICHE E STUDI IN CORSO Riccardo Valdagni, direttore della Radioterapia oncologica 1 e del programma “Prostata” dell’Int, da parte sua evidenzia come, nonostante si sia sempre pensato che esistesse una correlazione tra le comunità microbiche che vengono ospitate nel nostro organismo e la salute dello stesso, gli studi sul microbiota in campo oncologico siano molto recenti. Il primo risale al 2009: da allora ne sono stati condotti circa 4.000, dei quali circa la metà di tipo preclinico, mentre sono ancora pochi quelli clinici, anche se in rapida espansione. A oggi si ritiene che il microbiota influenzi lo sviluppo di un tumore, anche se le modalità attraverso le quali questo avviene sono ancora oggetto di studio.

È stato osservato che la disbiosi a livello intestinale può incrementare il rischio di sviluppare polipi al colon-retto2 ma anche rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di tumori in altre sedi (pancreas, tratto genito-urinario, seno). Gli studi effettuati su diversi tipi di tumore evidenziano che l’eubiosi del microbiota intestinale (ma anche di quello salivare, seppure in maniera minore) permette di supportare una favorevole risposta dell’ospite a trattamenti di chemioterapia, radioterapia e immunoterapia, oltre che ridurre gli effetti collaterali legati alla loro tossicità. A breve saranno disponibili anche i risultati di uno studio sperimentale durato tre anni, avviato dal dipartimento di Radioterapia oncologica 2 dell’Int, grazie al quale si è cercato di stabilire se esista una associazione tra lo stato del microbiota e la probabilità di sviluppare effetti collaterali in seguito a chemio e radioterapia (o radioterapia esclusiva) per tumori del tratto gastroenterico, della prostata e del capo-collo.

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positivo sulla salute dell’organismo. Il loro La dieta mediterranea, proprio grazie alla impiego (in particolare di Lattobacilli) si rigrande varietà di alimenti presenti e a un vela utile per la prevenzione della diarrea elevato consumo di vegetali, è in grado di in pazienti con tumore del tratto pelvico e garantire l’equilibrio del microbiota, favoricandidati alla chemio-radioterapia e pore la presenza di microrganismi “alleati” trebbe ridurre il grado di mucositi in paall’interno dell’intestino e incrementare la zienti in cura con alcuni trattamenti presenza di Scfa (acidi grassi a catena corantitumorali combinati. «Tuttavia, in oncota), composti prodotti dal microbiota e in MODULAZIONE logia, il loro utilizzo va attentamente valugrado di potenziare il sistema immunitario. DEL MICROBIOTA tato assieme all’oncologo, dal momento Anche diete povere di grassi sono associaLa composizione del microbiota si struttuche in pazienti immunodepressi la loro aste a un aumento degli Scfa, come mostrato ra in maniera pressoché definitiva entro i sunzione potrebbe comportare il rischio da uno studio randoprimi 3-5 anni di vita di sviluppare eventi avversi», spiega Cecimizzato condotto in e resta stabile fino la composizione lia Gavazzi, responsabile della S.S. NutriCina su un campione all’età adulta: questo del microbiota di 217 giovani adulti zione clinica dell’Int. vuol dire che ormai i si struttura in salute4, oltre che a siti dell’intestino sono Trapianto di microbiota: questo instati colonizzati da in maniera quasi un aumento della altervento consiste in un preliminare trattabatteri che si trovano fa diversità. Al conmento antibiotico che consente di definitiva in equilibrio tra loro. trario, la dieta di tipo “resettare” il microbiota originario del panei primi Tuttavia, questo equioccidentale - in cui ziente non responsivo a cure antitumorali librio può essere mo- tre-cinque anni prevalgono il consue ad un successivo impianto di batteri (otdi vita dificato da diversi mo di carne, cibi tenuti da un “filtrato” di feci) provenienti fattori. pronti e dolci conteda un donatore sano o da un paziente che Tra questi ricordiamo alcune specifiche nenti zucchero raffinato - induce una scarha già risposto in maniera positiva ai tratvarianti genetiche che favoriscono o inibisa diversità intestinale e dà luogo alla tamenti, in modo da modificare in tempi scono il contatto dei batteri con le cellule formazione di composti tossici. brevi la composizione dell’ecosistema midell’intestino, diversi schemi alimentari crobico intestinale. Utile soprattutto nel Uso di probiotici o prebiotici: l’utilizadottati nell’arco della vita di una stessa caso in cui nel paziente oncologico sussizo di probiotici o prebiotici può modificare persona (partendo dall’allattamento fino sta una concomitante patologia infettiva la composizione del microbiota e renderlo all’alimentazione che si adotta da anziagrave (per esempio infezione da Clostrimaggiormente responsivo ai trattamenti ni), differenti abitudini alimentari (legate dium difficile). Al momento rappresenta con farmaci antitumorali. I prebiotici sono ad esempio al fattore geografico) o stili di l’unica opzione impiegata per migliorare sostanze non digeribili contenute in alcuvita (ad esempio l’assunzione di farmaci, la risposta alle cure oncologiche. ni alimenti (ad es. fibre non assorbibili) le come gli antibiotici ad ampio spettro) ed quali servono a “nutrire” il microbiota inteinfine alcune condizioni patologiche (es. stinale. Grazie a esse i batteri possono IN PROSPETTIVA malattie intestinali, interventi chirurgici o svolgere la loro attività metabolica e ripro«La grande speranza», conclude Valdagni, alterazioni dello stato immunologico). dursi. I probiotici invece sono microrgani«è quella di capire se in futuro, attraverso Il microbiota nell’uomo può essere modusmi viventi e attivi (per esempio batteri o una manipolazione del microbioma, si lato attraverso tre tipi di interventi. lieviti) che, se assunti in quantità suffipossa rendere sensibili al controllo del siciente, sono in grado di raggiungere l’intestema immunitario quei tumori che di na Dieta: è uno dei principali fattori che instino e colonizzarlo, esercitando un effetto tura non lo sono». fluenzano il microbiota. Una variazione della sua composizione è associata a modificazioni più o meno evidenti, anche se ogni soggetto manifesta una risposta individuale allo stesso tipo di alimentazione: queBIBLIOGRAFIA sto suggerirebbe l’importanza di poter 1. Pinato, D.J. et al. “Association of Prior Antibiotic Treatment With Survival and Response seguire una dieta personalizzata3. Una dieta to Immune Checkpoint Inhibitor Therapy in Patients With Cancer”. Jama Oncol. a base prevalentemente vegetale favorisce Doi:https://doi.org/10.1001/jamaoncol.2019.2785 | 2. Dadkhah, E. et al. “Gut microbiome lo sviluppo di Bacteroides ed è associata a identifies risk for colorectalpolyps”. Bmj Open Gastroent. 2019; 6: e000297. | 3. Johnson, un microbiota poco diversificato, mentre A.J. et al. “Daily sampling reveals personalized diet-microbiome association in humans”. una dieta maggiormente differenziata favoCell Host &Microbe. 2019; 25:789-802.e5. Wan, Y. et al. “Effects of dietary fat on gut microrisce lo sviluppo di un microbiota più diverbiota and faecal metabolites, and their relationship with cardio metabolic risk factors: a 6 sificato, con prevalenza di Firmicutes. months randomised controlled-feeding trial”. Gut 2019; 68:1417-1429. Esiti favorevoli forniranno la possibilità di sviluppare in futuro strumenti che potranno permettere di manipolare il microbiota a fini terapeutici (per esempio interventi dietetici specifici, batteri sinteticamente ingegnerizzati, trapianto fecale di prebiotici).

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C veterinaria

Rubrica a cura di Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

di Alessio Arbuatti, medico veterinario ANMVI

i vuole

orecchio La cura dell’apparato uditivo del cane e del gatto

Le patologie e i traumi che colpiscono l’orecchio sono tra i più frequenti motivi per i quali cani e i gatti sono portati a visita. L’apparato uditivo svolge funzioni fondamentali garantendo l’udito e l’equilibrio ma è importante anche per la comunicazione intraspecifica e persino per la termoregolazione. Numerose cause eziologiche possono aggredire questo delicato complesso che deve essere sempre in salute e perfettamente funzionante, per questo motivo nessun segno clinico, anche lieve, deve essere sottovalutato. L’orecchio è un organo estremamente complesso, formato da una porzione esterna (padiglione e canale auricolare), una media (dalla membrana timpanica alla finestra cocleare) e una interna (labirinto e apparato vestibolare). Le patologie veterinarie di più frequente riscontro sono le otiti, ossia processi infiammatori a carico di una o più sezioni anatomiche. Le otiti esterne riconoscono cause primarie e secondarie. Al primo gruppo fanno capo i parassiti appartenenti ai generi Otodectes, Demodex, Sarcoptes e Notoedres, i corpi estranei, le forme allergiche spesso d’origine alimentare, le patologie autoimmuni o quelle endocrine che modificano la cheratinizzazione. L’azione, diretta o indiretta, di questi agenti spesso unita a quella di contemporanei fattori predisponenti, favorisce l’infiammazione e la proliferazione di batteri patogeni e di lieviti quali Malassezia. Per questo motivo

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non bisogna mai sottovalutare alcun segno clinico e consigliare sempre la visita veterinaria fin dai primi precoci segnali. Queste forme possono infatti aggravarsi andando a coinvolgere anche l’orecchio medio o cronicizzare con conseguenze importanti per la salute del pet. Le otiti medie possono anch’esse essere primarie, per la presenza di polipi, corpi estranei e difetti palatini o secondarie ad esempio a seguito delle affezioni respiratorie nel gatto come conseguenza di quelle esterne seguite anche in questo caso da sviluppo di lieviti e batteri. Le affezioni dell’orecchio interno possono essere l’ulteriore grave conseguenza clinica della mancata cura delle forme più superficiali. Il trattamento delle otiti, da condurre sotto prescrizione veterinaria, prevede la somministrazione di trattamenti topici e sistemici per periodi anche prolungati nel tempo; in specifici casi si rendono necessari anche specifici trattamenti chirurgici.

INSIDIE VEGETALI E ACARI Molto comuni le penetrazioni dei forasacchi all’interno del condotto uditivo. Questi corpi estranei (vedi Punto Effe n. 7/2019) sono molto frequenti poiché sono le spighette di graminacee selvatiche come l’avena e l’orzo selvatico. Queste piante, a partire da aprile e fino all’arrivo del freddo in tardo autunno, sono ampiamente diffuse su tutto il territorio nazionale, prima in fase vegetativa e successivamente essiccate. Di conseguen-

za dopo ogni passeggiata, si consiglia di controllare la faccia interna del padiglione e di non sottovalutare alcun successivo segnale, anche solo accennato, come un inconcepibile nervosismo, vocalizzi o lo scuotimento della testa. Il precoce intervento veterinario è la scelta risolutiva poiché la conformazione delle spighe ne favorisce la progressione nel condotto con conseguenti otiti secondarie e persino la perforazione timpanica. Ectoparassiti come Otodectes cynotis sono causa nel cane e nel gatto di un intenso prurito auricolare. Questi acari si riproducono nel canale e dopo quattro gironi dalla deposizione dalle uova fuoriescono larve esapodi che iniziano a nutrirsi attivamente fino ai 10 giorni di vita. Entro un breve periodo vanno incontro a due mute trasformandosi prima in protoninfe e in seguito in deuteroninfe. Una volta raggiunta la maturità sono pronte per accoppiarsi e dare origine a un nuovo ciclo biologico dalla durata media di tre settimane. Un intenso prurito e un cerume scuro color fondo di caffè sono tra i sintomi più comuni. Anche le porzioni esterne del padiglione possono essere colpite da ectoparassitosi come la rogna sarcoptica, quella demodettica o, nel gatto, la temibile rogna notoedrica.

LA NORMATIVA La Convenzione europea per la protezione degli animali è in vigore in Italia dal


veterinaria

con la mano la base dell’orecchio dal basso verso l’alto favorendo l’uscita del cerume che verrà espulso in seguito anche con gli scuotimenti della testa. Questi prodotti, utilizzati con attenzione consentono di mantenere pervio e pulito il canale auricolare grazie all’azione ceruminolitica, alla rimozione della sporcizia, dei detriti cellulari e al mantenimento del sano microambiente dell’orecchio.

GATTI BIANCHI E NEOPLASIE

1/11/2011 a seguito della Legge italiana di ratifica n. 201/2010. L’articolo 10 è specificatamente dedicato al divieto di esecuzione degli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto degli animali da compagnia o finalizzati ad altri scopi non curativi. Nello specifico devono essere vietati in particolare il taglio delle orecchie, il taglio della coda, la recisione delle corde vocali e l’asportazione di unghie e denti. Il divieto comprende tutti gli interventi estetici, compresi quelli morfologici finalizzati all’adeguamento agli standard di razza, senza eccezione a questo divieto. All’interno dell’Ordinanza del ministero della Salute del 6 agosto 2013, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 209 del 6 settembre 2013 gli interventi chirurgici effettuati in conformità all’articolo 10 della citata Convenzione sono certificati da un medico veterinario. Il certificato veterinario segue l’animale ed è presentato quando richiesto dalle autorità competenti. Potrebbe per esempio accadere che un cane possa ferirsi, subire traumi, essere colpito da neoplasie alla coda o alle orecchie tali da dover scegliere, per la risoluzione della patologia, l’amputazione delle porzioni interessate. In tal caso però pur essendo l’intervento chirurgico necessario, il medico veterinario è tenuto a compilare un certificato attestante il motivo della caudotomia/conchectomia al fine di dimostrare la liceità dell’operazione nel rispetto della normativa vigente. Come specificato nell’articolo 2 comma 3

dell’Ordinanza 2013, «Gli interventi chirurgici effettuati in violazione dell’articolo 10 della citata Convenzione europea sono da considerarsi maltrattamento animale ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale. A fianco dell’impegno costante di Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari Italiani), Fnovi (Federazione nazionale ordini veterinari italiani) nel prevenire, contrastare gli illeciti e gli abusi, si è unito quello dell’Enci (Ente nazionale della cinofilia italiana) ma è fondamentale che tutte le figure sanitarie divulghino l’importanza del benessere animale al singolo cittadino» .

UN UTILIZZO PERIODICO Il mercato farmaceutico offre numerose formulazioni per il trattamento e per garantire la pulizia auricolare nei soggetti più predisposti all’infiammazione. Le salviette ad azione detergente e umettante sono utili per le porzioni esterne del padiglione mentre i detergenti liquidi specifici per cani e gatti possono essere consigliati dal medico veterinario in relazione alle caratteristiche dell’orecchio del singolo esemplare e somministrati dal proprietario rispettando la posologia indicata dal medico curante. Poiché istillare le gocce nell’orecchio può non essere sempre un’operazione semplice, si consiglia di abituare i pet a questa manualità fin dalla tenera età ad esempio premiandolo dopo ogni tentativo andato a buon fine. Una volta somministrate, bisogna massaggiare

Una delle forme neoplastiche più strettamente correlata all’orecchio è il carcinoma squamocellulare, neoplasia maligna che colpisce i gatti, più spesso in età adulta, con un’incidenza maggiore in quelli con il manto completamente bianco o con estremità chiare. La patologia è multifattoriale e i raggi Uva e Uvb giocano un ruolo cruciale poiché queste radiazioni ultraviolette danneggiano direttamente il gene P53 soppressore tumorale e il gene P57 coinvolto nella produzione amminoacidica. Questa combinazione porta alla manifestazione dei segni clinici che compaiono in genere a carico delle palpebre, del naso e del margine esterno delle orecchie. La neoplasia solita mostrarsi localizzata e lenta nel metastatizzare ma richiede comunque una precoce diagnosi istologica. Ogni lesione, anche piccola, deve dunque essere sottoposta a visita veterinaria, al fine di ottenere una diagnosi precoce e la messa in atto della corretta terapia chirurgica. Questa può prevedere anche la completa resezione dei padiglioni auricolari; in presenza di specifiche situazioni, è possibile anche l’utilizzo di laser e la crioterapia. La prevenzione è fondamentale, bisogna evitare al pet l’esposizione diretta al sole specie nelle ore centrali della giornata e spalmare laddove il manto è chiaro, diradato o persino assente, gli specifici prodotti solari studiati per i gatti e arricchiti con fattori di protezione solare a elevata schermatura. Questa neoformazione non è l’unica che può colpire l’apparato uditivo dei gatti; vanno infatti ricordate anche i polipi otofaringei, in genere benigni, gli epiteliomi e i papillomi mentre le ghiandole ceruminose possono venire colpite sia da adenomi sia da adenocarcinomi.

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Legale

R

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@icloud.com)

ating d’impresa

e di legalità

Una vera occasione per il sistema farmacia

Nel contesto del meno conosciuto, e tanto meno applicato, dei provvedimenti normativi offerti al “sistema farmacia” pianificato sul territorio, dal Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, si pone la sua classificazione nel rating d’impresa e nel rating di legalità, che può derivare in via complementare al Modello di organizzazione, gestione e controllo, previsto appunto dal Dlgs n. 231/2001: Mog. Ma andiamo con ordine.

IL DECRETO LEGISLATIVO N. 231/2001 Come ben sanno i frequentatori (presbiti) di questo Osservatorio legale (Punto Effe n. 7/2017: “Il 231 in farmacia”) una particolare forma di responsabilità (impropriamente denominata) amministrativa è ascrivibile agli enti per gli illeciti (amministrativi) dipendenti da reato ascritti ai loro rappresentanti, il cui accertamento è devoluto alla giurisdizione del Giudice ordinario in sede penale. I soggetti cui può essere ascritta questa responsabilità sono gli enti forniti di personalità giuridica e le società (di capitali) fornite di personalità giuridica nonché le società (di persone) fornite di soggettività societaria e le associazioni anche prive di personalità giuridica, ma non le imprese individuali che presuppongono un’identificazione tra il titolare dell’impresa e l’impresa stessa. Con l’avvento delle società speziali titolari delle farmacie private e le società speziali di gestione delle farmacie comunali, una tale

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responsabilità ha assunto un rilievo ben evidente nel mondo delle farmacie. Una salvaguardia da tale responsabilità è data da un articolato sistema di esimenti, per effetto delle quali tali enti e società non possano essere ritenuti responsabili se si siano dotati di un adeguato apparato di regole interne finalizzate a prevenire la commissione di reati da parte dei loro rappresentanti in posizione apicale nonché da parte dei soggetti a essi subordinati che agiscano nel loro interesse e non nel proprio. È stata così prevista una forma di esonero da una tale responsabilità loro ascrivibile se dimostrino, in occasione di un procedimento penale per uno dei reati che siano stati commessi dai loro rappresentanti, di aver adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione, gestione e controllo (Mog) idoneo a prevenire la realizzazione di tali reati e a sanzionare sul piano disciplinare ogni inadempimento di quanto previsto in tale modello organizzativo. La sua finalità è pertanto quella di attuare un sistema di prevenzione tale da non poter essere aggirato, se non intenzionalmente, ed è prevista a tal fine l’istituzione di un organo di controllo interno con il compito di vigilare sull’efficacia reale del modello in questione e della sua applicazione. Quanto alla redazione di tale Modello e della conseguente valutazione di idoneità dello stesso è opportuno tenere conto che esso deve:


a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati ipotizzati dal Dlgs n. 231/2001 (c.d. attività sensibili); b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire; c) individuare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la commissione di tali reati; d) prevedere precisi obblighi di informazione nei confronti dell’organo di controllo; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il rispetto delle misure indicate nel modello. La mancata adozione del Modello organizzativo, in presenza di presupposti oggettivi e soggettivi del reato commesso dai rappresentanti nell’interesse degli enti collettivi e della posizione esponenziale dell’autore, è sufficiente a costituire la responsabilità necessaria e a integrare la fattispecie sanzionatoria, rimanendo implicita in tale concetto una forma di colpevolezza per omissione organizzativa e gestionale.

I RATING NEL SISTEMA L’importanza del Modello di organizzazione, gestione e controllo di cui al Dlgs n. 231/2001 appare evidente anche in riferimento ai complementari rating d’impresa e di legalità, quali elementi di premialità che sono previsti e disciplinati dal Dlgs n. 50/2016 rivisitato con il Dlgs n. 56/2007, re-

cante il codice dei contratti pubblici, attinenti il rating d’impresa (articolo 83, comma 10) che prelude alla certificazione SOA e ISO 9000 (articolo 84, comma 4) e il rating di legalità (articolo 95, comma 13) nel contesto del Diritto europeo dell’economia. Il primo di tale rating viene rilasciato dalla Autorità nazionale anti corruzione (Anac), previa valutazione dei requisiti reputazionali, che vengono valutati sulla base di oggettivi e misurabili indici qualitativi e quantitativi, nonché sulla base di accertamenti che esprimano l’affidabilità dell’impresa (nella fattispecie per l’esercizio della farmacia): ciò secondo Linee guida espresse con la Deliberazione Anac 20 gennaio 2016, n. 32, in corso di aggiornamento con l’Informativa Anac 18 maggio 2018, la cui osservanza assicura attraverso il rating d’impresa un rapporto di fiducia con le stazioni appaltanti un servizio pubblico e sociale attinente nella fattispecie il servizio farmaceutico. Il secondo di tali rating viene rilasciato dalla Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), previa individuazione, sulla scorta del Regolamento di cui al Dm n.

Legale

a rilasciare i due rating sono l’autorità garante della concorrenza e del mercato e l’autorità nazionale anti corruzione 57/2017, del grado di attenzione riposto nella gestione del proprio business da parte delle imprese, nella fattispecie e per l’esercizio della farmacia, con la conseguente attribuzione di un punteggio (compreso tra una e tre stellette) che consente di fruire di una serie di vantaggi sul piano reputazionale in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e degli istituti di credito. Con la deliberazione Agcm 15 maggio 2018, n. 27165 sono stati fissati i requisiti che devono concorrere cumulativamente per ottenere il rating di legalità da parte dei soggetti che abbiano sede e iscrizione nel Registro delle imprese da almeno due anni, un fatturato di due milioni di euro retratto nell’ultimo anno, il rispetto dei requisiti richiesti del Regolamento. Sotto l’uno e l’altro profilo i rating rappresentano, come per i putti del Baciocchi, un evidente strumento premiale che trova nella adozione e nel rispetto del Modello di cui al Dlgs n. 231/2001 il principale presupposto per le società speziali del sistema farmacia. PER UN APPROFONDIMENTO: B.R. Nicoloso, L. Giordani, M. Jommi, Le responsabilità del farmacista nel sistema farmacia, Cap. III ter

Occhiali da vedere per vedere: FRA CESARE BACIOCCHI Si racconta che il pittore del Seicento Cesare Pronti, detto il Baciocchi, da ragazzo si sia fermato alcune ore a vedere dei dipinti esposti alla Fiera di Senigallia, dimenticandosi dei genitori che se n’erano andati a pranzo, e all’autore dei quadri che lo guardava perplesso, ebbe a dire: «Che pretendete forse di mandarmi a pranzo per timore che mangi i vostri quadri? Io non ho mai veduto che gli occhi mangino, né che per vedere cose espose al pubblico si paghi la vista o che si logorino per soverchio guardarle. Ho fatto questa mattina di buon’ora colazione e non ho fame e mentre che altri stanno qui vi posso stare ancor io al par di loro». Di tal che per assecondare questa inclinazione il giovine fu mandato a bottega dal Guercino.

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dalle aziende

di Autore

titolo A ciascuno

titolo il suo rimedio Starnuti, naso chiuso, mal di gola: sommario molti sintomi diversi, tra giorno e notte sasasa Il contagio del virus influenzale è estremamente facile attraverso le goccioline di saliva trasmesse involontariamente starnutendo ma anche con le strette di mano. In tutti i casi, il risultato finale non cambia: nell’arco di due-tre giorni, in oltre sette casi su dieci si scatenano i sintomi e sono moltissime le persone che entrano in farmacia, specie in questa stagione, con queste affezioni.

foto?

EPIDEMIOLOGIA E SINTOMATOLOGIA Di per sé, influenza e raffreddore non sono patologie gravi e si risolvono spontaneamente in circa 3-5 giorni. L’incidenza di raffreddore e influenza in Italia è del 94%1, con quattro persone su cinque che si ammalano almeno due volte all’anno. Circa due persone su tre soffrono di più di un sintomo: mal di gola (17%), tosse (16%) naso che cola (15%) e congestione nasale (13%) sono i più fastidiosi. In caso di raffreddore e influenza, non dormire è la preoccupazione numero uno. Per il 60% infatti raffreddore e influenza compromettono in primis la possibilità di dormire bene la notte e poi impattano negativamente sulle attività diurne, dal lavoro (45%) alla possibilità di godersi la giornata (33%). Una preoccupazione più che lecita dal momento che quasi tutti gli

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intervistati (90%) si svegliano di notte, il 50% una o due volte a notte, principalmente per via della tosse, del naso chiuso, del naso che cola e del mal di gola. Una ricerca ha confermato inoltre come i sintomi di raffreddore e influenza siano percepiti in maniera diversa durante il giorno o durante la notte2: per ben il 74% dei consumatori c’è infatti fra i due una sostanziale differenza. Di giorno, infatti, ci sentiamo “intontiti”, quando invece vorremmo essere attivi per il lavoro o per lo svago; viceversa, durante la notte, i sintomi non ci fanno riposare bene aggravando il nostro malessere. Peraltro alcuni ricerca-

tori34 hanno dimostrato che la privazione di sonno influisce sul sistema immunitario e riduce la capacità di combattere le infezioni.

LE SOLUZIONI In farmacia esistono soluzioni antinfluenzali differenziate, in modo da soddisfare le esigenze di tutti i consumatori. Fermo restando che, se dopo qualche giorno non ci sono miglioramenti, è sempre necessario consultare il medico, il farmaco da automedicazione rimane il primo rimedio per questa patologia. Per poter raccomandare il prodotto adatto è importante valutare le esigenze di ogni singolo consumatore, indi-

viduando quali siano le tipologie di sintomi da affrontare, le sue abitudini e preferenze, oltre naturalmente all’età e allo stato di salute generale, in modo da consigliare i rimedi più adatti. Dormire è sicuramente tra le migliori terapie per guarire ma, come abbiamo visto, non sempre è possibile, a causa dei diversi fastidiosi sintomi. Considerare, quindi, prodotti multi sintomatici potrebbe essere di valido aiuto sia perché alleviano più sintomi contemporaneamente, sia perché alcune formulazioni sono persino in grado di alleviare, in modo specifico, i sintomi che disturbano il riposo notturno, aiutando a riposare meglio.

FONTI 1. Vicks Global Cold / Flu Study 2016 IPSOS | 2. Germany 2017 Consumer data sample 400 people | 3. Cohen S, Doyle WJ, Alper CM, Janicki-Deverts D, Turner RB. Sleep “Habits and Susceptibility to the Common Cold”. Arch Intern Med. 12 gennaio 2009; 169(1): 62–67. doi:10.1001/archinternmed.2008.505. | 4. Prather A, JanickiDeverts D, Hall MH, Cohen S. (2015) “Behaviorally Assessed Sleep and Susceptibility to the Common Cold”. Sleep 38(9):1353-1359



di Claudio Buono

farmanews

Nuove

conferme Insufficienza cardiaca diastolica: i dati ribadiscono i benefici di sacubitril/valsartan

Sono stati annunciati i risultati di nuove analisi di sottogruppi dello studio Paragon-Hf, studio di fase III, condotto su pazienti affetti da insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF), nota anche come insufficienza cardiaca diastolica, per la quale non esiste attualmente un trattamento approvato. Le nuove analisi sono state presentate in occasione del congresso dell’American heart association (Aha 2019), parallelamente alla pubblicazione online su Circulation, la più autorevole rivista scientifica nel campo della ricerca cardiovascolare. Lo studio ha confrontato l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di sacubitril/valsartan - un inibitore del recettore angiotensina (ARB)/ neprilisina (ARNI) - in contrapposizione a valsartan. I dati emersi suggeriscono che, in sottogruppi specifici, il trattamento con sacubitril/valsartan potrebbe consentire una percentuale di riduzione maggiore del numero di ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca e mortalità da cause car-

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diovascolari rispetto a quella ottenuta con valsartan. Più specificamente, lo studio di fase III Paragon-Hf ha dimostrato una riduzione del rischio relativo del 13 per cento nell’endpoint composito primario di mortalità da cause cardiovascolari e numero totale di ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca a frazione di eiezione preservata, malgrado la significatività statistica non sia stata raggiunta per poco. Il maggiore beneficio è stato osservato in donne con HFpEF (questo tipo di insufficienza cardiaca riguarda infatti prevalentemente la popolazione femminile) e in pazienti affetti da HFpEF con anamnesi di ricovero recente per insufficienza cardiaca. A oggi sacubitril/valsartan è approvato per il trattamento di pazienti affetti da insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione (HFrEF), definita nei termini di una frazione di eiezione ventricolare sinistra (FEVS) minore o uguale al 40 per cento. L’utilizzo di sacubitril/valsartan in

questa indicazione si deve alla dimostrata superiorità rispetto all’Ace-inibitore (inibitore dell’enzima di coversione dell’angiotensina) enalapril nel ridurre il rischio di mortalità per cause cardiovascolari e il numero di ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca. Tale superiorità è emersa nello studio Paradigm-Hf. «I nuovi dati emersi dallo studio di fase III dimostrano che il beneficio del trattamento con sacubitril/valsartan può estendersi a pazienti con Fevs maggiore della soglia che usiamo solitamente per definire la HFrEF», dichiara Scott Solomon, direttore del reparto di Cardiologia non invasiva del Brigham and Women’s Hospital e co-presidente del comitato esecutivo per lo studio Paragon-Hf.

ANALISI AGGREGATA I dati emersi nell’ambito dello studio Paragon-Hf di fase III sono stati combinati in un’analisi aggregata con i risultati dello studio Paradigm-Hf al fine di valutare la mortalità da cause cardiovascolari e il numero totale di ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca, esaminando l’effetto di sacubitril/valsartan rispetto all’approccio di sola inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (Raas) nelle varie categorie di Fevs. Nell’analisi dei gruppi combinati è stata osservata una riduzione della mortalità e dei ricoveri nei pazienti trattati con sacubitril/valsartan rispetto al gruppo trattato con approccio di inibizione del Raas. Inoltre i benefici terapeutici massimi sono stati riscontrati in pazienti con frazione di eiezione ventricolare sinistra minore del 60 per cento circa.


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I diecimila passi

La medicina digitale per combattere sovrappeso e obesità, fenomeni che colpiscono venticinque milioni di italiani. Bambini compresi Si fa presto a dire diecimila passi. Nel frattempo, seduti sui loro comodi divani e portati in giro da scatolette di metallo sempre più confortevoli, venticinque milioni di italiani sono in sovrappeso o obesi. Quel che è peggio, molti di loro sono bambini. In effetti, dal 2000 al 2016 in Italia, la percentuale di bambini e adolescenti tra i 5 e i 19 anni in sovrappeso è raddoppiata da 1 su 10 a circa 1 su 5. Questo significa che nel Belpaese, culla della cosiddetta dieta mediterranea, la percentuale di individui sovrappeso tra i 5 e i 19 anni è pari al 36,8 per cento. Nel resto del mondo non va molto meglio, in Europa orientale e in Asia centrale un bambino su sette sotto i cinque anni è in sovrappeso. Rispetto al 1975 il numero di bambini e ragazzi in questa fascia d’età che soffrono di vari livelli di obesità è di dieci volte maggiore per le ragazze e di dodici volte per i ragazzi. Inutile ricordare che l’obesità da giovani produce malattie cardiovascolari, diabete e tumori nella vita adulta. Nel Regno Unito il National health service ha speso oltre un miliardo di sterline nel 2017 solo per la gestione del diabete di tipo 2, ma dato che l’obesità è concausa e in comorbidità con malattie fisiche e mentali, la spesa sanitaria su questo punto è destinata solo a salire. L’approccio farmacologico all’obesità è stato storicamente fallimentare con pochi trattamenti approvati dalle agenzie regolatorie e spesso scarsamente efficaci, a fronte di gravi eventi avversi, in alcuni casi tanto gravi da farli ritirare immediatamente dal commercio. Questo perché l’o-

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re i cicli del sonno in modo dettagliato besità è una malattia multifattoriale a con resoconti sulle diverse fasi del sonno volte irreversibile, a meno di un completo profondo e Rem, per dimostrare come, ancambiamento dello stile di vita. In tutto che se è contro intuitivo, che chi riposa questo la medicina digitale sembra fornipoco o male ingrassa. Altre App e sensori re supporti più adatti di quelli farmacovari registrano lo stato logici, psicologici, o della nostra salute perfino chirurgici. La si può dire, mentale perché ansia e medicina digitale è insenza tema depressione influenzafatti proattiva, personadi smentita, no l’appetito, gli stili lizzata, multimodale e soprattutto intensiva che negli anni alimentari, la composizione del cibo che manperché segue il pazienl’approccio te 24 ore su 24. Immagifarmacologico giano, il desiderio di carboidrati e persino nate di dover fare un all’obesità l’orario dei pasti. In viaggio in autostrada è f allito questo campo esistono senza contachilometri e ormai molti programmi senza Gps, sapete che che monitorano la salute mentale e condopo circa 20 km dovete prendere un’usentono di anticipare quando è necessascita mal segnalata e proseguire su una rio ricorrere a uno specialista. Esistono strada provinciale per altri 5 km prima di infine altri strumenti digitali che possono arrivare alla meta, ma completare il viagessere utili nel combattere l’obesità, cogio senza il riscontro dei dati è difficilisme le bilance digitali che forniscono dati simo, quasi impossibile. Un’impresa sulla composizione corporea e sui suoi ugualmente ardua è quella di seguire un cambiamenti in relazione all’esercizio fisiprogramma di fitness senza poter contare co, o gli scanner per il cibo, che analizzasu informazioni in tempo reale. no la composizione dei micronutrienti. Le App, gli orologi o altri tipi di sensori inInfine, esistono i coach digitali, che posdossabili, non solo possono impostare un sono tenere le fila del complesso proprogramma di fitness personalizzato, ma gramma quotidiano di attività e motivare monitorizzano il percorso fornendo contiil paziente in base alle sue esigenze e al nuamente riscontri sull’andamento dei suo stile cognitivo, in modo che, un passo parametri vitali e sull’effetto dell’esercizio dopo l’altro, si arrivi ogni giorno a farne i sul peso. Oltre all’esercizio fisico, la medifamosi diecimila, come prescritto. cina digitale offre la possibilità di registra-

PER APPROFONDIRE: Rapporto Unicef La condizione dell’infanzia nel mondo 2019: bambini, cibo nutrizione Crescere sani in un mondo in trasformazione The Medical Futurist: 7+1 Ways Digital Health Technologies Help Fight Obesity



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