Punto Effe Veneto

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Supplemento a Punto Effe n. 19, 9 dicembre 2011

puntoeffe Veneto


sommario

Editoriale

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News dalla Regione

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Il punto

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Questioni spinose

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Iniziative e progetti

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Focus sulle campagne di screening

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Tre domande a...

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Supplemento a Punto Effe n. 19, 9 dicembre 2011 Editore: Ismaele Passoni Direttore responsabile: Laura Benfenati Stampa: Modulimpianti S.n.c. - Capriate S.G. (BG) Registrazione Tribunale di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 6655 (Registro operatori comunicazione)

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editoriale Il farmacista per sua natura è un individualista, preso dalla difficile gestione della sua impresa farmacia, occupato per molte ore al giorno nelle sue attività e sommerso dalla burocrazia, quindi poco propenso, anche perché oggettivamente la giornata è costituita di ventiquattro ore, a occupare parte del suo tempo per le problematiche comuni, e quindi demanda ai “soliti” la rappresentanza nei diversi organi di categoria, vedi Ordine e Associazione. Certo molto spesso anch’io mi domando chi me lo faccia fare, ma poi ritrovo entusiasmo e voglia di “darmi da fare” perché credo che possa essere utile a tutte le farmacie regionali. Sono convinto che quando il “sistema farmacia” funziona bene, anche la singola farmacia ne trae vantaggio, mentre se il sistema crolla anche la singola realtà ne verrà negativamente influenzata. Ecco quindi il mio appello, soprattutto in un momento particolarmente difficile come quello attuale, a tutti i titolari veneti affinché trovino la voglia e il tempo di occuparsi della propria categoria. Ognuno di noi può fare la differenza apportando nuove idee e nuove esperienze. Io credo molto nella funzione rappresentativa dei nostri Ordini, ma anche molto nel ruolo che Federfarma deve e può avere grazie a una maggiore partecipazione di tutti. Le farmacie di Verona, che io rappresento in qualità di presidente provinciale, hanno affisso nelle proprie vetrine un adesivo in cui campeggiano il logo di Federfarma e la scritta “Farmacia aderente a Federfarma” proprio per sottolineare lo spirito di squadra, di appartenenza, di sindacato, per far meglio comprendere che siamo una rete unica e che si può lavorare in sinergia con il sistema. L’appello quindi ai farmacisti veneti è quello di essere parte attiva sia frequentando e seguendo le attività della Federfarma, sia offrendo le proprie capacità e il proprio tempo per contribuire a migliorare lo status quo. Gli organi di rappresentanza hanno bisogno di linfa nuova e sono certo che ognuno di voi può contribuire concretamente, facendo sì che la farmacia veneta possa godere di un presente in salute e possa guardare al futuro con serenità. È solo grazie al contributo del singolo che la farmacia veneta si riapproprierà del ruolo di riferimento sociale che l’intera comunità in passato le ha attribuito unanimamente. Marco Bacchini Presidente Federfarma Veneto

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news dalla regione Fascia C fuori canale: un grave rischio

I RUOLI FONDAMENTALI DELLA FARMACIA TERRITORIALE NEL PIANO SOCIO SANITARIO a V Commissione consiliare e il Consiglio regionale del Veneto stanno esaminando il Piano socio sanitario regionale per il triennio 2012-2014. Data l’importanza del provvedimento, il Gruppo consiliare di Verso Nord ha voluto organizzare un incontro - svoltosi il 17 novembre a Marcon (Ve) - al quale ha partecipato anche Federfarma Veneto. Lo scopo è stato quello di condividere con un gruppo di operatori della salute, che vivono quotidianamente l’impegno professionale in diversi ambiti della sanità veneta, le questioni fondamentali da evidenziare in fase di discussione, al fine di dare vita a emendamenti efficaci e di merito che il Gruppo consiliare di Verso Nord intende presentare. Federfarma Veneto ha ribadito i punti per i quali chiede una più concreta considerazione, che si traducono in razionalizzazione, omogeneità e risparmio a vantaggio dei cittadini e di tutto il sistema, chiedendo in sintesi che vengano riconosciuti e valorizzati i ruoli fondamentali della farmacia territoriale: distribuzione del farmaco (come unico “canale”); farmacovigilanza (anche perché previsto dalla normativa nazionale vigente); farmacoeconomia; educazione sanitaria (in collaborazione con gli altri professionisti della salute sul territorio); screening territoriali (con progetti strutturati e programmati dalla Regione); ruolo sociale (la farmacia quale terminale intelligente e integrato del Sistema sanitario regionale). Ancora una volta sono state evidenziate le perplessità della categoria in merito alla concentrazione dei medici in strutture dedicate, che inevitabilmente porterebbero allo smantellamento della loro presenza capillare sul territorio.

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Il netto no alla vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie e il no alle farmacie on line, se non come estensione di quelle già presenti sul territorio, da parte dell’Agenzia italiana del farmaco, sostenuta sia da Guido Rasi, già direttore dell’Agenzia e ora a capo dell’Ema, sia da Luca Pani, nuovo direttore generale dell’Aifa, è una conferma importante alle tesi sostenute con forza in questi anni da Federfarma Veneto. «Farmaci di fascia C vuol dire tutto: tranquillanti, ipnotici, cortisonici, sonniferi, e molto altro ancora. È quindi corretto da parte dell’Aifa evidenziare i rischi derivanti da una loro scorretta conservazione, ma io vorrei», dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Veneto, «sottolineare i rischi derivanti da gestioni che rispondono prevalentemente a logiche commerciali. Il farmaco con ricetta, obbligatoria per salvaguardare la salute del cittadino, deve essere non solo gestito da farmacisti, ma “in” farmacia cioè un presidio sanitario integrato del sistema sanitario regionale e come tale sottoposto a continui e costanti controlli da parte delle autorità sanitarie e di vigilanza. Infine, una nota che riguarda la farmacoeconomia. È necessario ricordare l’importanza dei dati sul consumo registrati ogni mese dalle singole farmacie e inviati al ministero della Salute, una prassi che salvaguarda dagli aumenti dei costi per la sanità pubblica derivanti da un uso improprio dei farmaci».


di

Andrea Fantoli

TRATTENUTA DELL’1,4 PER CENTO: CLASS ACTION COORDINATA DA FEDERFARMA VENETO on riferimento alla trattenuta dell’1,4 per cento, cosiddetto decreto Abruzzo (introdotta da maggio 2009 e applicata fino ad aprile 2010), si evidenzia che Federfarma Veneto, in assenza di riscontri positivi dalla Regione Veneto in merito alla diffida a suo tempo inviata e finalizzata a impartire alle Aziende Ulss l’indicazione di restituire quanto dovuto alle farmacie, ha deciso - anche alla luce dell’intervenuta sentenza del Consiglio di Stato n. 327 dell’11 agosto 2011 - di promuovere un’azione legale collettiva. È importante che a tale azione legale aderiscano volontariamente le farmacie associate. Per ogni altra informazione, rivolgersi a ogni associazione provinciale o a Federfarma Veneto.

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NUOVE SPERANZE PER I PAZIENTI AFFETTI DA MALATTIE RARE l VI Convegno nazionale Sindrome di Sjogren: malattia rara, autoimmune, sistemica e linfoproliferativa, tenutosi a Verona il 18 novembre 2011, presso la Loggia di Fra’ Giocondo, offre nuove speranze per i malati. Importante, tra le altre, la dichiarazione della senatrice Maria Rizzotti, della XII commissione Igiene e Sanità del Senato, che ha promesso, verbalmente e per iscritto, la presentazione di una mozione per l’equo inserimento della Sindrome di Sjogren nei prossimi Lea, data la gravità della patologia. Federfarma Veneto era rappresentata dal presidente Marco Bacchini, che ha affrontato il tema dell’emergenza dei parafarmaci nella malattia rara.

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Iva agevolata sui dispositivi per persone affette da diabete mellito La Giunta regionale del Veneto ha approvato una delibera per dare applicazione alle disposizioni dell’Agenzia delle Entrate in materia di Imposta sul valore aggiunto Iva sui dispositivi per l’autocontrollo e l’autosomministrazione a favore di soggetti affetti da diabete mellito. Ai fini del riconoscimento dell’applicazione dell’Iva agevolata al 4 per cento ai prodotti in riferimento dispensati su prescrizione medica, per la Regione la condizione di menomazione funzionale permanente prevista dalla risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 90/E del 15 settembre 2011 è soddisfatta per le prescrizioni destinate a soggetti in possesso di codifica di esenzione “013” (riportato in ricetta). Invece, i dispositivi erogati su prescrizione medica priva del codice di esenzione “013” rimarranno assoggettati all’applicazione dell’aliquota Iva al 21 per cento. I prezzi di rimborso dei dispositivi fissati con DGR. n. 1798/2009 saranno pertanto ricalcolati sulla base di tale nuova aliquota Iva agevolata.

Le farmacie sostengono la campagna Dai tempo alla vita! della Fitot La Fondazione per l’incremento dei trapianti d’organo, tessuti, cellule e medicina rigenerativa onlus (Fitot) ha chiesto la collaborazione delle farmacie venete per promuovere una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi a sostegno di tre progetti di ricerca scientifica sul prolungamento della vita degli organi trapiantati. Tra novembre e dicembre il materiale informativo, locandina e brochure, è stato messo a disposizione dell’utenza delle farmacie che ha potuto, inoltre, effettuare donazioni attraverso sms solidali. La Fitot ha evidenziato la collaborazione delle farmacie venete, alle quali è stato espresso il ringraziamento per il fattivo contributo nell’opera di divulgazione della campagna Dai tempo alla vita!.

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il punto Solo un sindacato unito può avere la forza per superare le sfide che la categoria dovrà affrontare e per preservare l’insostituibile ruolo della farmacia italiana

i sta concludendo un anno particolarmente importante e difficile per la farmacia e, come ben noto, molto impegnativo per tutta l’economia italiana.

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La farmacia, purtroppo, ha registrato nell’ultimo periodo una flessione del fatturato e soprattutto una riduzione della marginalità, fatto questo che ci obbliga a porre la massima attenzione per il prossimo futuro. Il Consiglio della nostra Unione ha sviluppato in questi mesi strategie volte alla salvaguardia della professionalità del farmacista e alla tutela dell’impresa-farmacia, sottolineando il peculiare e insostituibile ruolo che essa ricopre nel mondo della sanità veneta. Molti sono i risultati positivi rag-

giunti, ma molte sono ancora le sfide che ci attendono anche nell’immediato. Il panorama mondiale, come la difficile situazione italiana, sono una pesante realtà che deve essere affrontata considerando che il mondo della farmacia non è sicuramente avulso dal delicato contesto generale. Abbiamo una nuova dirigenza nazionale che sta affrontando temi da lungo tempo irrisolti, quali la nuova Convenzione, la legge di riordino del settore farmaceutico, la nuova remunera-


di

zione, la ricetta elettronica, la problematica delle parafarmacie, i rischi della liberalizzazione. Note positive giungono dalla recente firma del nuovo contratto di lavoro per i dipendenti di farmacia e soprattutto dal risultato della posizione favorevole assunta dall’Europa in merito all’ingresso del capitale nella proprietà della farmacia, realtà che fanno guardare con meno apprensione al domani. Qualche fondata preoccupazione arriva dalla situazione regionale, in quanto il nostro sindacato veneto, in questi mesi, non è riuscito a trovare quella sintonia e quella coesione che possono permettere la rapida risoluzione di una serie di problematiche di pertinenza regionale, quali il nomenclatore e la redditività delle farmacie. Si auspica che da parte di tutti maturi la consapevolezza che solo un sindacato unito, strutturato e al passo con i tempi può contri-

Nicoletta Fattori

buire a garantire un futuro in cui la farmacia veneta sarà ancora parte integrante e integrata nel Sistema sanitario regionale. Molte saranno le sfide che attendono la farmacia ma solo un sindacato rappresentativo può sperare di raggiungere l’obiettivo prefissato. Il 2012 vedrà l’impegno di Federfarma Veneto in diversi ambiti, tra cui la completa integrazione della farmacia nella Sanità del Veneto, la volontà di rendere operativa la farmacia dei servizi, la Dpc uniformata sull’intero territorio regionale, la ferma volontà che la farmacia sia l’unico e insostituibile canale di distribuzione del farmaco, senza dimenticare il nomenclatore tariffario e la legge su turni, ferie e orari. Un sindacato partecipato e condiviso può avere la forza per superare queste e le ulteriori sfide che la nostra categoria si troverà ad affrontare soprattutto nell’ambito della situazione generale italiana, sia politica sia economica.

Il Consiglio di presidenza unito al Comitato augura a tutti che il 2012 sia l’anno in cui la farmacia possa riconquistare il ruolo professionale che le spetta nell’ambito della sanità veneta

Un augurio di buon lavoro ai neoeletti Consigli dell’Ordine dei farmacisti, per una proficua e costruttiva collaborazione nell’interesse del farmacista in qualsiasi ambito svolga il suo ruolo professionale

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questioni spinose

ivedere lo statuto di Federfarma Veneto può essere utile. Il motivo principale è che all’interno del sindacato esistono più centri decisionali e ciò può determinare sovrapposizione di ruoli o difficoltà applicative. È per questo che all’inizio del 2011 il presidente Marco Bacchini aveva proposto una modifica statutaria che prevedesse l’eliminazione del Consiglio di presidenza, demandando al Comitato dei presidenti i compiti statutari a esso riservati e l’allargamento dei rappresentanti dell’assemblea con lo scopo di aumentare la rappresentatività delle farmacie

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territoriali. La proposta non è stata, però, condivisa né dalla maggioranza dei componenti del Comitato dei presidenti né dalla

maggioranza dei componenti dell’Assemblea. Quest’ultima ha invece ritenuto di estrema e improrogabile urgenza l’individuazione di un’apposita commissione statutaria alla quale demandare, nella primavera scorsa, l’elaborazione di un’ipotesi di nuovo statuto da sottoporre all’approvazione all’Assemblea stessa. I lavori dovevano terminare nel luglio 2011, ma in seguito a una proroga, le prime valutazioni sono giunte solo a metà ottobre. Nell’assemblea appositamente convocata per fine novembre, la commissione ha riferito in merito al mandato ricevuto. Si è scoperto così che in realtà non è stata elaborata una bozza di statuto, bensì quattro delle sette Province rappresentate dai rispettivi presidenti in commissione hanno condiviso l’ipotesi di un Coordinamento regionale delle Province, a scapito dell’attuale rappresentanza piramidale di Federfarma Veneto. Di diverso avviso Verona, Vicenza e Rovigo, che invece puntano su un’Unione regionale organizzata,

Come mai in un momento in cui si demandano sempre di più alle Regioni le funzioni decisionali, nel sindacato veneto si vorrebbe rafforzare l’autonomia delle associazioni provinciali a scapito di quella regionale?


di

Nicoletta Fattori

strutturata e rappresentativa di tutte le Province, con lo scopo evidente di avere maggiore voce in capitolo nelle stanze dei bottoni. Come mai in un momento nel quale si sta discutendo concretamente dell’eliminazione delle strutture amministrative provinciali, riconoscendo e demandando ancor più alle Regioni le funzioni decisionali, nel nostro sindacato si preferisce rafforzare l’autonomia delle associazioni provinciali a scapito della regionale? Per logica, piuttosto, dovrebbero essere snellite le associazioni provinciali, individuando a questo livello un coordinamento di Asl, e puntando sul regionale anche in vista di un futuro sviluppo federalista. La struttura regionale del nostro sindacato, quindi, dovrebbe essere sempre più forte e rappresentativa, in modo da essere anche vincolante nei confronti delle strutture provinciali a essa associate. Nella proposta sostenuta da Treviso, Venezia, Belluno e Padova, anche se ancora in fase di elaborazione, si ipotizza un’azione regionale di coordinamento, con la soppressione della sede, che diventerebbe itinerante presso le segreterie provinciali, a turno ogni qualvolta, annualmente, venga individuato un nuovo coordinatore regionale. È sorprendente l’ipotesi che si pensi a “uffici carrellati” che, per esempio, ogni anno vengano trasferiti ora nella Provincia di Belluno, ora nella Provincia di Rovigo e con la collaborazione di una sola segretaria, poiché i lavori di segreteria dovreb-

Lo statuto di Federfarma Veneto prevede che gli organi di rappresentanza regionale siano: • l’Assemblea, che è composta di 28 rappresentanti regionali, quattro per ogni Provincia (ovvero il presidente di ognuna delle sette Province con altri tre delegati, di cui almeno uno dei quali deve essere un farmacista rurale) (art. 4). • il Consiglio di presidenza, che è composto da presidente, vice presidente, segretario e tesoriere, che vengono eletti dall’Assemblea nell’ambito dei 28 delegati provinciali di cui è composta (art. 10). • il Comitato dei presidenti, che è composto dal Consiglio di presidenza e dai presidenti delle sette associazioni provinciali venete (art. 13). • il Comitato dei rappresentanti rurali, che è parte autonoma ma inscindibile dell’Assemblea ed è composto dai delegati rurali delle associazioni provinciali (art. 14).

bero essere svolti dal personale degli uffici provinciali esistenti. Interessante, inoltre, capire come le diverse Province, a turno, dovrebbero occuparsi degli adempimenti relativi all’articolo 50, della gestione economica di Federfarma Veneto, della gestione dei rapporti con la Regione Veneto - per la quale adesso è la segreteria regionale il punto di riferimento acquisito dei rapporti con il nostro sindacato nazionale e molto altro ancora. Sono questi solo alcuni degli aspetti che dovrebbero meritare una profonda analisi, tenendo conto che un’ipotesi di coordinamento con sede “nomade” innescherebbe una serie di problemi tecnici e politici non indifferenti. Per fare un paragone che ci riguarda da vicino, la stessa Consulta degli Ordini del Veneto, dopo anni, è finalmente riuscita a individuare un’organizzazione regionale verticistica per aumentare la propria rappresentatività. Siamo proprio sicuri che tutta questa voglia di cambiamento all’interno di Federfarma Veneto

derivi da esigenze organizzative, o piuttosto sottenda a disegni soggettivi? Perché dovrebbe essere utile smantellare, unica Regione in Italia, un’organizzazione che proprio ora dovrebbe aumentare la sua autorevolezza? Infine, ci si domanda in quale modo l’ipotizzato Coordinamento provinciale riuscirebbe a trovare identità di percorsi e strategie, che si stentano a trovare oggi all’interno dell’organizzazione verticistica. Realistica l’ipotesi che le Province più grandi e strutturate vadano ognuna per conto proprio, con inutile dispendio di energia, determinando sovrapposizioni o peggio il rischio di grandi zone d’ombra, mentre le piccole Province della nostra Regione rischieranno di essere paralizzate dalle insufficienti risorse a loro a disposizione. Oggi dunque si rischia realmente di buttare alle ortiche quello che di buono Federfarma Veneto ha fatto nel tempo e ciò che oggi rappresenta e compie per tutte le farmacie regionali in maniera unitaria e democratica. 7


iniziative e progetti Al via un Progetto diabete unificato e coordinato nelle farmacie di tutta la Regione,

nitaria è quindi quello di intercettare la malattia prima che questa dia segno di sé, intervenendo sui fattori di rischio mediante la modifica degli stili di vita scorretti.

che indirizzando lo screening solo sulla fascia di popolazione più a rischio, potranno ottimizzare l’impegno nella lotta alla malattia

l Diabete mellito è stato definito dall’Organizzazione mondiale della sanità una vera e propria epidemia a livello mondiale. I dati epidemiologici evidenziano come dai 151 milioni di persone affette da tale patologia nel mondo nel 2000, si è passati a 221 milioni nel 2010 e si stimano 300 milioni nel 2025. Vi è quindi una costante crescita dell’incidenza della patologia. In Italia il totale dei diabetici noti ha raggiunto i 3 milioni di persone (addirittura una persona ogni cinque tra gli ultrasessantacinquenni), con 150.000 nuovi casi all’anno. In Veneto nel 2025 si stima un raddoppio del diabete tipo 2 (DT-2) rispetto ai dati del 2005, con un’incidenza crescente da 6,3 maschi /5,4 femmine ogni 1.000 abitanti del 2003 a 6,6/5,9 del 2005 (dati Servizio epidemiologico regionale del Veneto); il totale dei diabetici noti è di 250.000 e circa 125.000 non ancora diagnosticati. Se a questo associamo il fatto che al momento della diagnosi il 7 per cento delle persone è già stato colpito da ictus, il 18 per cento presenta problemi cardiaci, il

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21 per cento retinopatia, si può comprendere come tutto ciò abbia notevoli implicazioni socio-sanitarie con cui bisognerà sempre più confrontarsi e che fanno intuire che le risorse difficilmente saranno sufficienti se non si interviene fortemente sull’attività di prevenzione. Uno studio italiano del 2005 valuta in 5.170 milioni di euro il costo annuo per il DT-2, che costituisce il 6,65 per cento del totale della spesa sanitaria, pubblica più privata, evidenziando che la componente di costo maggiore è dovuta ai costi di ospedalizzazione dovuti ai ricoveri per il trattamento delle complicanze croniche correlate, e solo in misura modesta per costi ambulatoriali e per farmaci per la patologia diabetica in sé stessa. Prova ne è, per esempio, il fatto che il costo ipotetico annuo per paziente affetto da DT-2 è valutato in 788 euro e che diventa di 3.716 euro in presenza di complicanze cardiovascolari. Vale la pena di ricordare che nel 72 per cento dei casi di diabete sono presenti tali complicanze. L’obiettivo principale della rete sa-

La farmacia veneta: le potenzialità dimostrate A seguito delle esperienze maturate nell’ultimo decennio, in alcune province venete, attraverso il coinvolgimento delle farmacie, con la realizzazione di progetti pilota di screening in collaborazione con i medici diabetologi delle Uod di diverse Asl e a volte anche con l’accordo di alcune Simg provinciali, si è arrivati alla stesura di un elaborato sperimentale dal titolo Ruolo e possibile contributo della farmacia nella diagnosi precoce del diabete, che è stato presentato al Congresso triveneto congiunto Sid-Amd (Bolzano, 18-19 Gennaio 2008), ricevendo un forte riscontro. Successivamente l’utilità del ruolo delle farmacie, all’interno della rete, è stata riconosciuta ufficialmente nel documento conclusivo elaborato al termine dei lavori della I Conferenza regionale sul diabete (Verona, 12 Dicembre 2008) in cui i medici diabetologi hanno recepito la nostra proposta di inserire anche la farmacia nelle prossime Linee guida sul trattamento del diabete della Regione Veneto, come nuovo attore all’interno della rete assistenziale, con particolare riferimento alla condizione del pre diabete e del diabete ignoto. Alla luce di quanto relazionato negli interventi della


bibliografia The costs of type 2 diabetes mellitus in Italy: a CODE-2 sub-study. Lucioni C, Garancini MP, Massi-Benedetti M, Mazzi S, Serra G; CODE-2 Italian Advisory Board.

di

I Conferenza regionale, è emerso chiaramente che: ♦ si arriva alla diagnosi di DT-2, mediamente, con un ritardo di 6-7 anni e spesso si è in presenza di alcune complicanze già in atto; ♦ i costi per la malattia diabetica sono sempre più difficili da contenere e imputabili maggiormente all’ospedalizzazione, conseguenza dell’insorgenza di complicanze croniche correlate; ♦ anticipare la diagnosi significa migliorare l’aspettativa e la qualità di vita per il singolo individuo e contenere i costi sociali e assistenziali nel medio-lungo periodo per la collettività. La nostra proposta allora è stata quella di allargare anche alla farmacia la partecipazione alla rete sanitaria, inserendola nella costituenda nuova Legge regionale su prevenzione, diagnosi e cura del diabete. Individuare gli stati di iperglicemia sommersi nella popolazione da parte delle farmacie, per eventuali opportune conferme diagnostiche da parte del medico, significa permettere di far emergere quei casi di diabete ancora sconosciuti, con anticipo sulla comparsa di complicanze. Se è indubbio che il Medico di medicina generale, in virtù dell’intima conoscenza clinica dei propri assistiti, intercetta tempestivamente la mag-

Paolo Belluco

gior parte dei nuovi casi di diabete, è altrettanto vero che esiste una fetta di persone che sfugge alla diagnosi precoce, in quanto non si presenta dal Mmg in assenza di sintomi. Le stime sopra riportate parlano di un sommerso di almeno 125.000 diabetici non diagnosticati nella Regione Veneto. A conferma di ciò, dall’esperienza sul campo, nelle farmacie è emerso che, in un certo numero di soggetti sani non diabetici, sono stati riscontrati valori glicemici alterati. L’intervento di un solo attore è certamente efficace ma destinato a risultare parziale e tanto più si infittisce la rete, tanto più alto sarà il risultato.

La nuova Legge regionale: un’opportunità per la categoria Il Consiglio regionale Veneto, il 10 ottobre, al termine dell’iter in Quinta commissione sanità della proposta di legge accolta all’unanimità (Pdl, Lega nord, Pd, Gruppo misto, Udc, Idv, Fed. della sinistra) che ci ha visti proporre quanto sopra, ha promulgato la nuova Legge regionale su norme per la prevenzione, diagnosi e cura del diabete (Dl n. 23). Questo riconoscimento apre la possibilità per un progetto diabete unificato e coordinato nelle farmacie di tutta la nostra Regione, che in-

La proposta è di allargare anche alla farmacia la partecipazione alla rete sanitaria, inserendola nella nuova Legge regionale su prevenzione, diagnosi e cura del diabete

Ruolo e possibile contributo della farmacia nella diagnosi precoce del diabete: studio epidemiologico e di fattibilità nelle farmacie della provincia di Vicenza Paolo Belluco, Vittorino Molini Ballici, Enrico Pietrogrande, Massimo Ippolito, Michele Pellizzari, Mario Saugo e Francesco Calcaterra (tesi di laurea, A. Rossi, Facoltà di Farmacia, Università degli Studi di Ferrara, A.A. 2008).

dirizzando lo screening, in base a una strategia di ricerca attiva, solo sulla fascia di popolazione più a rischio, potranno anche ottimizzare l’impegno nella lotta al diabete, rendendo più economico e sostenibile il progetto. I soggetti con iperglicemia, o comunque ad alto rischio, una volta indirizzati al proprio medico di riferimento, potranno essere oggetto di un opportuno approfondimento diagnostico ed eventualmente essere inviati allo specialista diabetologo della Uod per l’indagine delle complicanze di primo livello. In tal modo, con la conferma delle eventuali nuove diagnosi, potremo dimostrare l’incisività del nostro intervento anche in termini quantitativi di risparmio di spesa prodotto dall’azione coordinata con la classe medica e ospedaliera e proporre il modello della Rete sanitaria integrata Farmacia-Mmg-Uod per i Patti aziendali con le Asl. Tale progetto diabete, implementato con un più stretto rapporto di collaborazione con medici di medicina generale e diabetologi, si inserisce perfettamente nell’ottica della cosiddetta “Farmacia dei servizi” al centro dei nuovi provvedimenti legislativi. 9



focus sulle campagne di screening di

impegno mirato alla realizzazione di numerosi eventi sanitari, intensificatosi negli ultimi mesi, da parte del Consiglio di presidenza di Federfarma Veneto, non è fine a se stesso. Il duplice obiettivo prefisso mira a sottolineare, evidenziare e far comprendere il ruolo che non solo la singola farmacia, ma l’intera rete delle farmacie sul territorio della regione Veneto sono in grado di ricoprire nell’ambito della sanità veneta. Le campagne di sensibilizzazione sul diabete, sull’ipertensione, sulla farmacovigilanza, sull’acido folico, sulla celiachia e non ultima l’indagine sui servizi delle farmacie, che Federfarma Veneto ha ideato, realizzato e trasmesso alle associazioni provinciali, hanno avuto un concreto e riscontrabile successo. Ciò è avvenuto, però, solo nelle Province che hanno colto tale opportunità e hanno saputo credere nel percorso intrapreso. Di contro, esse si sono dimostrate fallimentari laddove le associazioni provinciali non le hanno “sposate” e quindi divulgate con convinzione. È ammirevole os-

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servare che associazioni costituite da un numero esiguo di farmacie, come Rovigo, abbiano registrato una larga partecipazione delle proprie farmacie, traducendo le iniziative sanitarie in visibilità per il singolo ma, aspetto senz’altro più strategico, per l’intero nostro sistema. Verona e Vicenza hanno sempre contribuito alla costruzione di questo percorso, credendo fermamente che il sistema farmacia possa essere individuato come struttura integrante e integrata al sistema sanitario regionale. Alla luce di quanto accaduto a livello nazionale negli ultimi anni, non possiamo pretendere il riconoscimento di ruolo e meno che meno quello economico per attività innovative a livello regionale, se prima non dimostriamo fattivamente quello che la rete delle farmacie, e in maniera particolare quelle rurali, può realmente realizzare. La visibilità del nuovo ruolo della farmacia poteva e doveva portare a intravedere nelle farmacie venete un “struttura unica”, che in collaborazione con gli altri soggetti della Sanità veneta poteva concorrere in maniera insostituibile alla prevenzione e alla divulgazione della salute nell’intera area regionale. Purtroppo numerose iniziative di forte impatto anche mediatico sulla salute dei cittadini, al momento della messa in opera non sono state condivise da alcune Province, nonostante fossero state analizzate e dibattute nelle idonee sedi di rappresentanza. Questo atteggiamento ha indebolito anche gli sforzi delle altre Province che invece hanno partecipato, convinte che l’unione

Nicoletta Fattori

e l’omogeneità premi tutti gli associati. La farmacia è cambiata, il nostro sistema è cambiato, l’intero sistema della salute territoriale anche nel Veneto è cambiato e subirà importanti modifiche in un futuro molto prossimo. Se attraverso queste iniziative dimostreremo una capacità organizzativa di rete, allora potremo rivendicare un ruolo “politico” significativo e determinante. Nelle nostre farmacie l’aspetto economico è strettamente legato alla professionalità, così, se riusciremo a sviluppare ulteriormente quello professionale, anche il lato economico troverà il relativo e necessario riscontro. È fondamentale dimostrare, proprio perché i ruoli assegnati alla farmacia sono nuovi, di saperli svolgere efficacemente. Ecco, dunque, che il percorso fin qui fatto, anche se condiviso purtroppo solo e sempre dalle solite Province, poteva essere un importante banco di prova, non certo rivolto a noi stessi, ma all’intero sistema-salute regionale, dimostrando cosa la farmacia può e sa fare.

Purtroppo numerose iniziative di forte impatto anche mediatico sulla salute dei cittadini non sono state condivise da alcune Province. Solo se dimostreremo una capacità organizzativa di rete, allora potremmo rivendicare un ruolo “politico” significativo e determinante


tre domande a…

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IL PRESIDENTE DI FEDERFARMA VENETO MARCO BACCHINI

Dobbiamo lavorare in modo più concreto, senza aspettare ancora.

Qual è la sua opinione su quello che sta accadendo in Toscana, dove la Regione vorrebbe introdurre le gare per classe omogenea? Quello che sta accadendo in Toscana è un problema serissimo non risolto, le fughe in avanti sono pericolose, creano precedenti. Dobbiamo accelerare a livello nazionale la discussione sul cambio di remunerazione delle farmacie, ormai è impossibile rimandare ancora. Manca purtroppo chiarezza all’interno della categoria sugli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Altri professionisti, come per esempio gli avvocati, hanno acquistato pagine sui quotidiani per esprimere le loro opinioni sulle liberalizzazioni; perché Federfarma non lo fa? La nostra categoria non comunica abbastanza bene, dovremmo sensibilizzare di più l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze di eventuali liberalizzazioni. I tempi sono cambiati e dobbiamo seminare in modo più positivo, coinvolgendo di più i cittadini, perché ci aspettano grandi sfide che riguarderanno anche loro.

IL PRESIDENTE DEL SUNIFAR VENETO, ALBERTO FONTANESI

provvedimenti legislativi per il rientro del debito e ai sempre più impegnativi obblighi.

Durante le Giornate farmaceutiche piemontesi è stata presentata un’interessante indagine sulla ruralità in Piemonte. Esiste anche nel Veneto un’indagine di questo tipo? Anche nel Veneto esiste un aggiornamento dell’indagine sulla ruralità, dal quale emerge una situazione se possibile peggiore di quella registrata nel 2005. Le piccole farmacie sono sull’orlo della chiusura e le altre risentono della difficile situazione congiunturale dovuta ai

A due anni della sua elezione al vertice del Sunifar Veneto (in questo nuovo consiglio) quali sono state le iniziative intraprese per le farmacie del Veneto e quali i risultati ottenuti? Dopo due anni, anche grazie a una riconosciuta sensibilità del Consiglio di presidenza dell’Unione regionale, siamo a un passo dal riconoscimento da parte della Regione Veneto di una integrazione dell’indennità di residenza riconosciuta dalla Legge n. 221 dell’8 marzo 1968.

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Giuseppe Tandoi

Cosa sta succedendo, nella vostra associazione, con la revisione dello statuto? Io credo che il nostro sindacato regionale debba diventare sempre più forte. I tentativi di indebolirlo, invece, rafforzando le associazioni provinciali, non giovano alla categoria. Lei ha citato il caso della Toscana: anche lì, nonostante divergenze di posizione tra le varie associazioni e tra i loro presidenti, si è deciso, in un congresso regionale, di tenere una linea comune, deliberata dalla maggioranza degli iscritti, per fronteggiare compatti le richieste della Regione. Solo se saremo uniti, potremo affrontare le molte sfide che attendono oggi la categoria.

Esiste, secondo lei, nell’amministrazione pubblica e nel mondo politico veneto la consapevolezza della funzione delle farmacie rurali? Se sì, in che modo essa è testimoniata? Il migliore riscontro del mutato clima regionale e della sensibilità che la Regione Veneto mostra nei confronti della ruralità e dell’importanza della presenza della farmacia anche nei piccoli centri lo si trova nel nuovo piano socio-sanitario e nelle modifiche richieste dai vari gruppi consiliari al medesimo. Lo stesso presidente della Regione Zaia lo ha poi confermato in una recente intervista comparsa su questa testata.


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