puglia_in settembre 2012

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Fiera del Levante, da mercato a volano per la Puglia

In un momento di forte difficoltà e di un generale rallentamento delle economie, sembra che sia la specializzazione ad essere privilegiata da quanti sono all’affannosa ricerca della via migliore per uscire dalla crisi. Le fiere campionarie, in Italia come nel resto del mondo, sono decisamente in declino, e se si eccettuano poche realtà, per lo più tradizionalmente legate all’Ente stesso (Padova, Napoli, Messina, Bari), non trovano praticamente più spazio nel panorama fieristico. Viceversa sono sempre più gli spazi espositivi settoriali, generalmente ospitati da grandi enti/contenitori capaci di prevedere la domanda del mercato, di interpretare le esigenze dei produttori e di strutturale un “ponte” tra la domanda e l’offerta che, in breve, risponde all’esistenza stessa della “Fiera”. Oggi la tradizione delle campionarie rimane viva nelle grandi esposizioni all’aperto, spesso evoluzione delle storiche fiere comunali, proseguendo nella loro funzione di collegamento tra aziende e consumatore finale, ormai sempre meno presente nelle specializzate. Specializzazione e settorialità sono due termini ben noti ai responsabili delle fiere italiane. Gli appuntamenti si sono, negli ultimi anni, moltiplicati ed al tempo stesso concentrati. Per essere più chiari, al Lingotto di Torino non è più la “fiera campionaria del libro” ad essere al centro dell’attività fieristica, così come poteva essere fino a qualche anno fa, ma le tante

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rassegne specializzate su editori, argomenti, clienti, materie determinate e del tutto “speciali” che fanno dell’evento piemontese un unico grande appuntamento annuale fatto di tanti piccoli momenti concentrati e determinati. Tradotto in termini più semplici, il futuro della Fiera campionaria così come oggi la intendiamo, e così come vuole essere la Fiera del Levante di Bari, nonostante le parole e l’impegno dei responsabili nell’effettuare una inversione di tendenza, è sempre quella di un “gran bazar” indistinto e poco individuabile, fatto di tutto, ed al tempo stesso di niente, dove si trova uno spazio per tutto (o per tutto quello che sembra interessante) senza dare al cliente, a chi paga il biglietto per partecipare all’evento, la sensazione di essersi in qualche modo “arricchito”. Oggi la maggior parte delle fiere specializzate internazionali che si svolgono nel nostro Paese sono fiere dell’offerta, utilissime vetrine del Made in Italy per i nostri produttori, soprattutto per i piccoli ed innovativi, sempre alla ricerca di utili vetrine per i propri prodotti, purchè vengano viste da pubblico competente, da addetti ai lavori e da altre aziende, ricoprendo il “BusinessToBusiness” una parte rilevante delle dinamiche aziendali italiane. Ma se le produzioni emigrano, se vengono a prevalere le attività d’importazione e distribuzione di articoli fatti all’estero, i nostri organizzatori di fiere potranno fare miracoli d’innovazione, di marketing, si-

nergie e quant’altro, ma mancheranno della principale materia prima su cui lavorare, sia in Italia che all’estero: l’espositore interessato a far conoscere i suoi prodotti. Infine, ricordiamo che le fiere campionarie sono iniziative che, proprio perché si svolgono su aree pubbliche, necessitano di approfondite competenze in termini organizzativi, conoscenze in campo normativo, con particolare cura del percorso, delle soluzioni espositive e di iniziative collaterali sempre nuove. In buona sostanza, ci sembra utile poter concludere con l’invito a modificare il percorso, ed ad aprire la Fiera al territorio provinciale e regionale. La Fiera del Levante deve accogliere tutte le risorse necessarie per avviare un percorso di sviluppo integrato con la Puglia, rivisitando i modelli espositivi, facendo crescere le fiere tematiche e specializzanti, rafforzando la convegnistica di settore (attualmente ferma), confermando la sua tradizionale presenza ma al tempo stesso avviando un processo di utile internazionalizzazione per tutte le imprese regionali interessate, per far si che si torni a parlare della Fiera del Levante come un volano per l’economia pugliese, e non come un mercato dove comprare un ricordino dalla Galleria delle nazioni, bere una birra con gli amici ed ascoltare discorsi triti e ritriti che, alla nostra Puglia, non servono a nulla. Roberto Mastrangelo

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