Publius
P e r u n ’A l t e rnat
Indice
1
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Editoriale
2 Eurobond per
Publius
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un’Europa federale Gilberto Pelosi
4 Downgrade e
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debito pubblico: effetti economici e potere politico Nelson Belloni
7 Proposte tedesche
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per l’integrazione europea
Giulia Spiaggi
Il summit europeo del 26 ottobre indetto con lo scopo di far fronte all’acuirsi della crisi del debito sovrano in Europa, ha preso nuovi im-‐ portanti provvedimenti che, nell’intenzione dei leader europei, avrebbero dovuto arrestare le turbolenze dei mercati. Il compromesso rag-‐ giunto prevede di forzare le
iv a E u r o p e a
banche a rinunciare “volon-‐ tariamente” al 50% dei credi-‐ ti verso la Grecia, di incre-‐ mentare gli aiuti a quel paese, di stanziare 106 miliardi di euro per ricapitalizzare le banche europee e di elevare a mille miliardi il fondo sal-‐ va-‐Stati. Alla Hine del vertice, Sarkozy si è presentato davanti alle televisioni francesi a reti uni-‐ Hicate per annunciare che a Bruxelles il mondo era stato salvato da una catastrofe. La risposta dei mercati è stata immediata e brutale: già il 28 ottobre, dopo la pubblicazio-‐ ne dei risultati del vertice, gli interessi per i buoni del teso-‐ ro italiani a 10 anni salivano al 6%, il tasso più alto dal-‐ l’inizio della crisi. Tre giorni dopo Papandreu annunciava il referendum greco sui risul-‐ tati del vertice e le borse mondiali subivano un nuovo tracollo. In effetti gli operato-‐ ri Hinanziari e Papandreu hanno subito capito che le
Universitari per la Federazione Europea Numero 9 - Novembre/Dicembre2011 distribuzione gratuita
Giornale degli studenti dell’Università di Pavia. Informazione, riflessioni e commenti sull’Europa di oggi e di domani
decisioni prese dal vertice di Bruxelles non hanno cambia-‐ to la situazione degli Stati dell’Eurozona: non si sa an-‐ cora come i Paesi del Medi-‐ terraneo possono ripagare i loro debiti e risolvere la que-‐ stione del differenziale di competitività con gli Stati del nord e non si sa come l’Euro-‐ pa può tornare a crescere e vincere le sHide poste dal ri-‐ assetto degli equilibri eco-‐ nomici e politici mondiali. Sono ormai in molti a soste-‐ nere che la crisi non può es-‐ sere risolta e andrà sempre più peggiorando senza un grande progetto europeo che unisca al risanamento delle Hinanze pubbliche degli Stati più deboli un piano per lo sviluppo economico e dell’oc-‐ cupazione. Ma elaborare e realizzare questo programma non sta nelle possibilità dei vertici dei capi di Stato e dei ministri europei, mentre sia la Commissione che il Parla-‐ mento europei sono chiara-‐
mente fuori dal gioco. Il piano per portare l’Europa fuori dalla crisi non potrà mai es-‐ sere adottato e implementato senza sciogliere il nodo della legittimità democratica delle istituzioni europee. I provve-‐ dimenti necessari non posso-‐ no essere imposti da alcuni governi e parlamenti nazio-‐ nali sugli altri Paesi (deli-‐ neando, di fatto, una situa-‐ zione in cui alcune democra-‐ zie sono più "importanti" di altre) né, una volta presi, questi possono continuare ad essere messi in discussione all’interno dei singoli Stati richiamandosi alla necessità di legittimarli democratica-‐ mente. E’ invece urgente una nuova e decisa iniziativa poli-‐ tica che parta dai Paesi del-‐ l’Eurogruppo e che getti le basi per la creazione della Federazione europea attra-‐ verso un metodo democrati-‐ co costituente, per mostrare >> fondo pag. 2