n. 6 - settembre 2012 arriva la classificazione acustica degli immobili Cervelli Metropolitani: gli Smart city index e i bandi per costruire le cittĂ di domani
LA FORZA DEL PENSIERO COLLETTIVO Dal decreto sviluppo ai contratti di rete, ecco tutte le novitĂ per il settore delle costruzioni e delle nuove forme di fare squadra per ottimizzare i costi e inserirsi in nuovi mercati, passando attraverso ricerca e innovazione.
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BigMat è il gruppo di distributori indipendenti di materiali per l’edilizia leader in Europa. Anno 2 - Numero 6 - Settembre 2012 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Tommaso Casagrande, Michelangelo Cecchetto, Maria Chiara Cervi, Chiara Corridori, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione in contrassegno Stampa Faenza Industrie Grafiche srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 30.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.
editoriale
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ari Lettori, quella appena passata è stata un’estate caratterizzata da ori, argenti e bronzi olimpici in cui il nostro “Bel Paese” ha dato dimostrazione di grinta e capacità “sportive”: sono state vittorie per lo più di giovani talenti e in sport di squadra, da cui si evince che l’Italia è un Paese in grado di avere nuova linfa su cui puntare per raggiunge il successo, affrontando uniti concorrenti sulla carta ben più accreditati. Abbiamo possibilità diverse per affrontare le situazioni: chiuderci a riccio o aprirci verso gli altri e, all’interno della nostra società, si sta piano piano delineando un processo volto all’unione e alla socialità. Lentamente, ma inesorabilmente, stiamo sostituendo il termine “competere” con “collaborare”. Collaborare per condividere costi, know how, investimenti sui mercati e ottenere finanziamenti europei per sviluppare nuove imprese. Stare insieme per tessere un nuovo ordito economico che, con ogni probabilità, domani sarà più forte di quello di ieri, grazie alla coesione e all’unità d’intenti. Insieme, in questo numero di Up! analizzeremo le potenzialità infinite e straordinarie dell’intelligenza collettiva, ma vi guideremo anche, con un’utile e chiaro vademecum sul Decreto Sviluppo, tra i percorsi normativi sulle agevolazioni fiscali per il nostro settore ed ancora faremo insieme una visita virtuale alla scoperta di tutti i materiali hi-tech utilizzati nel nuovo Vodafone Village, approfondiremo la nuova UNI sull’acustica e molto molto altro. BigMat, che da sempre incarna nella sua filosofia il concetto del “fare rete” ed “essere rete”, oggi amplifica ancora di più il suo senso di filiera e di partnership con una nuova collaborazione: si tratta di FederlegnoArredo, di cui d’ora in poi troverete uno spazio dedicato in cui quest’importante federazione, nata nel 1945, racconterà le ultime novità del settore legno-arredo e tratterà i temi di più stringente attualità. Un’attualità che considera il legno materiale del presente e ancor più del futuro, a cui il mondo della distribuzione di materiali edili non può non interessarsi. Per questo, il nostro Gruppo ha studiato un format ad hoc tutto nuovo che offrirà la progettazione e la fornitura di manufatti in legno con particolare attenzione al tetto. Ma di questo parleremo nel numero di dicembre, mentre ora è il momento di augurarvi buona lettura del nostro magazine Up!.
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Lina Mazzullo
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sommario N. 6 - SETTEMBRE 2012 ARRIVA LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI IMMOBILI CERVELLI METROPOLITANI: GLI SMART CITY INDEX E I BANDI PER COSTRUIRE LE CITTÀ DI DOMANI
LA FORZA DEL PENSIERO COLLETTIVO DAL DECRETO SVILUPPO AI CONTRATTI DI RETE, ECCO TUTTE LE NOVITÀ PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI E DELLE NUOVE FORME DI FARE SQUADRA PER OTTIMIZZARE I COSTI E INSERIRSI IN NUOVI MERCATI, PASSANDO ATTRAVERSO RICERCA E INNOVAZIONE.
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L’ECONOMIA DI FARE RETE
Ecco tutti i plus dei contratti di rete, una delle nuove forme di fare squadra per ottimizzare i costi e inserirsi in nuovi mercati, passando attraverso ricerca e innovazione.
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la cura di passera per l’edilizia: operativo il decreto sviluppo
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Il Decreto Sviluppo diventa legge e ora i superincentivi alle ristrutturazioni, gli sconti fiscali al project bond, il Piano Città, la semplificazione edilizia, l’Iva sull’invenduto e molto altro devono superare la prova del mercato.
UNIONE E IMPEGNO PER BATTERE LA CRISI CERVELLI METROPOLITANI Città e reti intelligenti, più verdi, più sociali, più connesse. Ecco come dovranno essere le città del futuro secondo lo smart cities index e i bandi europei da non farsi sfuggire
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vodafone village 67mila mq di hi-tech per il green e per il comfort dei dipendenti
n. 6 settembre 2012 28 la casa in legno bigmat
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che fa scuola in calabria
BigMat Alfano Spa costruisce una casa in legno per fare cultura agli operatori del settore
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lifting di qualità grazie a bigmat
La nuova giovinezza della Tenuta Nibea
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DELL’ABITARE
Una mostra itinerante, che celebra i 20 anni della rivista Bioarchitettura, porta in giro per l’Italia storia, immagini e protagonisti dell’edilizia sostenibile. Con testa e cuore rivolti al futuro
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ARRIVANO LE NUOVE LINEE GUIDA PER LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI IMMOBILI Una nuova uni chiarisce e semplifica la definizione delle categorie
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46 noleggiare la sicurezza
Vediamo nel dettaglio tutte le caratteristiche dei nuovi martelli demo-perforatori DeWalt
50 PENNELLI AD ARTE
MADE IN ITALY
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DALLE BICI A PARIGI: MIGLIAIA DI PREMI PER I CLIENTI BIGMAT
52 SI PUò VENDERE DI PIù A CHI COMSUMA MENO
54 assemblea nazionale bigmat
rubriche
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federcostruzioni informa
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appunti di gusto
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L’ECONOMIA DI FARE RETE Ecco tutti i plus dei contratti di rete, una delle nuove forme di fare squadra per ottimizzare i costi e inserirsi in nuovi mercati, passando attraverso ricerca e innovazione. di Zoe Lafleur
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are squadra, condividere know how, stare in gruppo per raggiungere gli obiettivi prefissati, crescere, migliorare: in altre parole, riuscire a sopravvivere in questo difficile momento di mercato pare possibile solo con l’unione. Una cosa più facile a dirsi che a farsi, probabilmente, perché gli individualismi sono difficili da scardinare. Ma di esempi virtuosi, in Italia, ce ne sono, supportati anche da alcuni strumenti avanzati, tra cui spiccano i contratti di rete. I CONTRATTI DI RETE Il contratto di rete, disciplinato dalla legge 30 luglio 2010 n. 122, è una nuova forma di aggregazione tra imprese che ha lo scopo di facilitare l’innovazione di prodotto o di processo. Si distingue nettamente da altre forme associative, come i distretti o i consorzi, perché supera la logica della territorialità (non bisogna essere per forza “vicini di casa” per aderire alla rete). La “rete” può essere costituita da imprese dello stesso settore o anche di settori diversi. I contratti di rete, in ogni caso, devono essere formalizzati per atto pubblico presso un notaio e possono prevedere o meno un fondo patrimoniale, da dividere proquota fra tutti i partecipanti: l’esistenza o meno del fondo patrimoniale fa scattare
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L’Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo a disciplinare i contratti di rete, che oggi rappresentano uno strumento privilegiato per le imprese per accedere a nuovi mercati, possibilmente oltre i confini nazionali, ma anche per fornire servizi specializzati o per organizzare al meglio la filiera, nelle reti verticali. Un sistema in grado di generare 12,6 miliardi di euro di fatturato consolidato per le 305 reti (costituite da 1605 imprese) attive in 19 diverse regioni italiane.
l‘incentivo fiscale in quanto tutti gli investimenti della rete effettuati attingendo al fondo patrimoniale sono detassati (nella quota utili). Ma quello fiscale non è il vantaggio più importante previsto dal legislatore per i contratti di rete, anzi. I veri vantaggi delle reti di imprese sono: 4 flessibilità operativa (nessun limite territoriale all’adesione, massima libertà nella definizione degli obiettivi strategici); 4 risparmio sui costi di esercizio (approvvigionamenti in comune di beni e servizi); 4 maggior capacità di credito bancario (la rete funziona da “consorzio fidi” e garantisce i suoi associati nei confronti del sistema bancario); 4 maggior potere contrattuale (una rete di 30 imprese ha più capacità negoziale con clienti e fornitori di una singola impresa); 4 condivisione delle risorse umane per la realizzazione di progetti innovativi. Tutti questi plus aumentano all’aumentare del numero dei partecipanti alla rete, perché reti grandi generano maggiori economie di scala, hanno maggiori risorse da condividere e maggior potere contrattuale. Ma, in concreto, cosa possono fare le imprese che si associano in un contratto di rete? Anzitutto, innovazione. Possono individuare dei progetti per innovare (processi o prodotti) e condividerne costi e ricavi, risorse e vantaggi. Possono, inoltre, sviluppare delle sinergie operative per migliorare il loro posizionamento sul mercato o sfruttare la leva fiscale per condividere degli investimenti che altrimenti non avrebbero avuto la forza di fare.
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Un’ulteriore fotografia la fa la ricerca “Contratti di rete: un’analisi comparativa”, redatta dalla Fondazione Bruno Visentini e promossa da Unioncamere e RetImpresa-Confindustria, che ha come obiettivo quello di delineare il quadro composito di una disciplina nuova attraverso l’analisi delle pratiche dei contratti iscritti al registro tra il 2010 e il 2011. Molti dati interessanti emergono dalla ricerca, come la diffusione delle reti su tutto il territorio italiano, con prevalenza al Nord, e la sostanziale irrilevanza, da un punto di vista statistico, delle reti transeuropee. Nello studio, poi, si guarda anche alla composizione delle reti, costituite prevalentemente da piccole e medie imprese, per lo più in forma di società di capitali, soprattutto Srl. Variabile è il numero di società che compongono una rete, anche se il 70% di esse includono tra le 3 e le 9 imprese. Numerosi anche i casi in cui attraverso il contratto si vanno a costituire reti tra reti. Da un punto di vista della struttura le reti, che spesso attraverso il contratto formalizzano rapporti preesistenti, possono essere di due tipi: verticali o orizzontali, mentre la durata dell’accordo è mediamente superiore ai cinque anni. Il quadro che lo studio delinea, dunque, è quello di uno strumento utile a favorire la cooperazione imprenditoriale, e ampiamente utilizzato, e che aiuta le aziende a perseguire obiettivi altrimenti irraggiungibili per le singole imprese, in particolar modo se si guarda ai mercati esteri. Uno strumento ricco di potenzialità, destinato, dopo questa prima fase, ad assumere un’importanza sempre maggiore per le aziende italiane. FARE RETE A 360 GRADI Fare rete, si sa, può essere declinato anche in mille altri modi. Rete sono i social network e le loro potenzialità sono sotto gli occhi di tutti, nel bene e nel male. Rete sono anche i gruppi, come BigMat, ad esempio, che non solo riescono a centralizzare servizi (di format, di marketing, di comunicazione, etc.) e contratti commerciali per i loro associati, ma danno un valore in più e inestimabile, che è quello di una piattaforma di confronto personale – sia in momenti d’incontro come le assemblee interne, sia con strumenti informatici quali il forum – preziosissima, in cui tutti gli associati italiani ed esteri possono scambiarsi esperienze e strategie, sentiment e nuove idee di business. ■
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LA CURA DI PASSERA PER L’EDILIZIA: OPERATIVO IL DECRETO SVILUPPO Il Decreto Sviluppo diventa legge e ora i super-incentivi alle ristrutturazioni, gli sconti fiscali al project bond, il Piano Città, la semplificazione edilizia, l’Iva sull’invenduto e molto altro devono superare la prova del mercato. di Carlo Vacca
Fonte grafica del Corriere della Sera
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pprovato definitamente dal Senato il 3 agosto (senza modifiche rispetto al testo emendato dalla Camera), è diventato legge il decreto Sviluppo, il provvedimento che più di tutti, dall’insediamento del Governo Monti, ha puntato sull’edilizia per rilanciare la crescita economica. Nel testo un lungo elenco di misure che riguarda il settore, dagli sconti fiscali sui project bond - su cui non ci sono state modifiche di rilievo rispetto alla versione approvata dal Governo - al potenziamento degli sgravi fiscali per il recupero edilizio (50% fino a giugno 2013) e il risparmio energetico (55%, sempre fino a giugno), dalla sospensione dell’Iva sull’invenduto a un nuovo Piano città, fino all’Iva per cassa concessa anche alle Pmi fino a 2 milioni di fatturato all’anno.
Tra le novità maggiori anche il capitolo delle semplificazioni per l’edilizia, con il rafforzamento dello sportello unico e l’edilizia libera sulle modifiche d’uso sui capannoni. Poi anche la norma che dà copertura integrale alla ricostruzione del centro storico dell’Aquila. Aumento delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni, conferma degli incentivi per il risparmio energetico, snellimenti burocratici e ripristino dell’Iva per la vendita di abitazioni da parte di imprese edilizia. È questo il mix di misure con cui il governo ha deciso di ridare slancio al settore delle costruzioni, da sempre ritenuto vero e proprio volano dell’economia. L’obiettivo è quello di sortire gli effetti che già ci furono negli anni Novanta, quando proprio in seguito all’introduzione delle prime detrazioni sulle ristrutturazioni, il settore edilizio riuscì a riprendersi da una fase di contrazione. Se la storia degli ultimi anni insegna qualcosa, quindi, il “nuovo 50%” sulle ristrutturazioni edilizie darà una forte accelerazione ai cantieri domestici. LE STIME DEGLI EFFETTI DEL DECRETO La relazione tecnica al Decreto sviluppo stima maggiori lavori per 1,6 miliardi di euro quest’anno e 1,9 miliardi nei primi sei mesi del 2013. Ma si tratta di ipotesi prudenziali che potrebbero essere facilmente superate. Diversamente dal Piano Casa, questa volta lo Stato metterà sul piatto “soldi veri”, e non la semplice possibilità di ingrandire gli immobili (peraltro limitata da molti vincoli). La detrazione del 50% – prevista per le spese sostenute dall’entrata in vigore del decreto e fino al 30 giugno 2013 – funzionerà con lo stesso meccanismo già previsto per il 36% sul recupero edilizio e il 55% sul risparmio energetico: di fatto, ogni 10mila euro di spesa, il Fisco ne restituirà al contribuente 500 all’anno per dieci anni, sotto forma di “sconto” dalle tasse pagate con Unico o il 730. Il nuovo 50%, inoltre, sarà applicabile su una spesa massima raddoppiata da 48mila a 96mila euro. Di conseguenza, lo sconto massimo annuale passerà da 1.728 euro a 4.800 euro. Nel 2010 le pratiche effettuate per il 36% sono state circa 497mila, mentre quelle per il 55% sono arrivate a 405mila. Ed è proprio a quest’ultimo dato che bisogna fare riferimento per capire la dinamica che potrebbe essere innescata dal nuovo 50%. Infatti, mentre il 36% ha mostrato una progressione lineare nel tempo – frutto di regole stabili – il 55% ha risentito molto delle minacce di chiusura, delle promesse di conferma e degli annunci di proroga. Nel 2007, per intenderci, le domande erano state 106mila, ma l’anno dopo sono balzate a 247mila, spinte – tra l’altro – dall’eventualità di una stretta nel 2009 (che poi non si è verificata). Lo stesso è successo nel 2010: il timore che quello potesse essere l’ultimo anno con il bonus verde, e la certezza
che un’eventuale proroga avrebbe comunque spalmato la detrazione su dieci rate anziché su cinque, hanno fatto arrivare fino a 405mila il totale delle pratiche inviate all’Enea. Moltissimi proprietari, insomma, si sono dimostrati sensibili al messaggio «ora o mai più». Esattamente il meccanismo su cui fa leva la nuova detrazione del 50%, valida soltanto per le spese sostenute nell’arco di 12 mesi. Comunque, la stagionalità dei lavori, con circa il 70% delle opere di manutenzione avviate in primavera ed estate, lascia pensare che il grosso degli interventi si concentrerà nel 2013. Un punto importante da chiarire è l’applicazione delle nuove regole ai cantieri già in corso. L’articolo 11 del decreto parla di «spese sostenute», il che vuol dire che i privati dovranno fare riferimento alla data di effettuazione del bonifico. Ma bisogna chiarire come andrà calcolato l’importo massimo delle spese: chi nel 2012 ha già sborsato 20mila euro per il 36%, quanto potrà spendere per il 50%? Una soluzione di buon senso sarebbe quella di lasciargli altri 76mila euro di margine (facendo la differenza sul nuovo totale di 96mila), ma serve una conferma. Altri due punti che vanno chiariti per capire se conviene il 55% o il 50%. Ad ogni buon conto, questa è un’alternativa che incide soprattutto sull’iter da seguire e sulle prestazioni energetiche da raggiungere, ma la convenienza non è in dubbio. L’unica vera incognita, se mai, è il clima di incertezza,
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che potrebbe indurre a rinviare le spese anche i proprietari che hanno risorse disponibili. Un cattivo segnale, in questa direzione, arriva dall’indice Istat sulla fiducia dei consumatori, che a giugno ha toccato il minimo storico dal 1996, ma è presto per dare giudizi definitivi. IL 36% DIVENTA PIÙ RICCO Per le spese sostenute dall’entrata in vigore del decreto sviluppo fino al 30 giugno 2013: - la detrazione Irpef del 36%, così come disciplinata dall’articolo 16-bis del Tuir, sale al 50% e l’importo massimo delle spese passa da 48mila a 96mila euro - la detrazione Irpef del 50% si applica anche alle spese per la realizzazione di opere finalizzate al risparmio energetico, compresi gli impianti a fonti rinnovabili e anche se non vengono fatte opere edilizie; i lavori devono però essere in linea con la normativa vigente e il proprietario deve acquisire idonea documentazione RISPARMIO ENERGETICO: CONFERMATO IL 55% Gli interventi per il rispamio energetico non verranno più ridotti, come inizialmente annunciato, dal 55% al 50%, ma resteranno al livello attuale del 55% fino al 30 giugno 2013: la loro vita, in sostanza, viene prolungata di altri sei mesi (scadevano il 31 dicembre 2012). Dal primo luglio 2013, poi, decadranno gli sconti del 55% (salvo proroghe), mentre gli sconti generici al recupero torneranno al 36%. Un Piano città da 224 milioni e social housing da 1.600 milioni.
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L’articolo 12 del Dl Sviluppo lancia un Piano Città finanziato con 224 milioni di euro di residui ministeriali non spesi (sui programmi ex articolo 18 legge 203/1991), ma che nelle intenzioni dovrà contare sull’istituenda Cabina di Regia Stato-Regioni-Comuni per coordinare i piani edilizi di tutti i soggetti coinvolti: i piani di social housing promossi dalla Cassa Depositi, i piani di edilizia scolastica, i programmi per le sedi di amministrazioni pubbliche o delle forze dell’ordine. I riflettori sono puntati soprattutto sul social housing: su proposta del Ministero delle Infrastrutture il premier Monti ha firmato il Dpcm che toglie il tetto del 40% alle partecipazioni locali del fondo Fia di CdP, con l’obiettivo di impiegare in tempi rapidi i 1.600 milioni di euro ancora fermi dopo due anni. ARRIVANO I PROJECT BOND. CON AGEVOLAZIONI FISCALI La prima spinta ai project bond – strumento per finanziare le infrastrutture in project finacing alternativo o aggiuntivo al credito bancario, con possibilità di intervento privato – era arrivata con i Dl Cresci-Italia (Dl 1/2012), che ha tolto i vincoli del Codice civile in materia di obbligo di ipoteca e ha consentito di emettere bond anche nella fase costruttiva. Ora con i Dl 83 arrivano le agevolazioni fiscali: le obbligazioni emesse da società di progetto pagheranno il 12,5% sugli interessi e come imposta sostitutiva, come per i titoli di Stato (anziché il 20%); vengono eliminati per le società i limiti alla deducibilità degli interessi passivi; le imposte indirette (registro, ipotecaria a catastale) si pa-
gano in misura fissa. In arrivo anche il Dm che disciplina il regime delle garanzie per la fase costruttiva.
Con una sola eccezione: restano esclusi i soggetti che si avvalgono di regimi speciali di applicazione dell’imposta.
MENO BUROCRAZIA PER IMPRESE E PROGETTISTI
Questa regola ha un solo limite, fissato dal decreto: se entro un anno dalla fattura il pagamento non è ancora arrivato, il versamento Iva diventa, in ogni caso, obbligatorio. Sulle fatture emesse dalle imprese che intendano avvalersi di questa facoltà dovrà essere apposta l’esplicita opzione per il regime di Iva per cassa. Le disposizioni di dettaglio dovranno essere definite con un Dm Economia e delle Finanze, entro 60 giorni.
Con un emendamento del Governo inserito in fase di conversione, è entrato nel decreto Sviluppo l’ennesimo pacchetto di modifiche al testo unico edilizia, con l’obiettivo di un’ulteriore semplificazione delle procedure per l’edilizia privata. Le novità riguardano il permesso di costruire. Lo Sportello unico edilizia diventa obbligatorio (i Comuni devono istituirlo, se ancora non l’hanno fatto) e diventa obbligatorio per lo Sportello acquisire dalle altre Pubbliche amministrazioni tutti gli atti, pareri e nulla osta necessari, senza che queste ultime possano più rilasciarli direttamente al privato interessato, qualora lo chieda. Una procedura che può senza dubbio semplificare la vita ai privati, ma che per funzionare necessita di Comuni efficienti. In caso contrario, infatti, il divieto di chiedere atti direttamente rischia di creare un blocco. È vero che c’è il silenzio-assenso per il permesso di costruire, ma è un istituto che imprese e progettisti continuano a non considerare risolutivo. Tra le novità anche l’obbligo per lo Sportello unico di convocare una conferenza di servizi se le Pa terze non si esprimono in 60 giorni (ma il parere negativo di una Pa di tutela non può essere superato). Allargato infine il raggio d’azione dell’edilizia libera anche agli immobili d’impresa: opere interne e modifiche di destinazione d’uso. IVA E IVA PER CASSA PER AIUTARE LE PMI Per tutte le vendite e le locazioni di immobili effettuate direttamente dalle imprese di costruzioni, torna la completa e permanente deducibilità dell’Iva. Il provvedimento segna una novità rispetto al passato quando, per evitare speculazioni edilizie legate a compravendite fittizie, la deducibilità dell’Iva per le nuove costruzioni era stata limitata ai primi cinque anni. Ora, anche per far fronte alle dinamiche di un mercato immobiliare bloccato e con tempi di realizzo molto più lunghi, le imprese di costruzione potranno dunque portare in detrazione l’Iva sostenuta per la realizzazione degli immobili anche in tempi successivi. Non solo. Le società con un fatturato entro i 2 milioni di euro (fino a oggi il tetto era di 200mila euro) potranno sospendere il versamento dell’Iva fino al momento in cui la fattura viene effettivamente incassata, e non al momento della sua emissione. La novità è pensata per le aziende con problemi di ritardati pagamenti dai loro clienti privati con il sistema attuale sono infatti costrette a versare Iva per corrispettivi che non hanno mai incassato. Per i contratti pubblici la regola era già valida; con questo nuovo schema viene estesa anche ai contratti privati.
CONCESSONARIE AUTOSTRADALI: AUMENTANO LE GARE Sale per la seconda volta in un anno la quota di lavori che le concessionarie autostradali dovranno affidare a terzi. Il decreto liberalizzazioni aveva portato la parte minima di lavori da appaltare all’esterno dal 40%, fissato dalla legge n. 14/2009, fino al 50%. A pochi mesi di distanza, il governo decide di sostenere ancora di più le Pmi alzando la quota da mettere in gara (europea) al 60%. Secondo le stime dell’Ance, l’in house delle concessionarie è stato negli ultimi anni di circa 500 milioni di euro l’anno. Nella prima versione del Dl 83, inoltre, l’asticella veniva elevata al 60% dal primo gennaio 2015; nel testo finale approvato, invece, l’aumento va a regime prima, dal primo gennaio 2014. L’Aquila: nuovi termini per la ricostruzione Un nutrito pacchetto di emendamenti voluto dal Ministro Fabrizio Barca dovrebbe nelle intenzioni dare una svolta alla ricostruzione post-terremoto in Abruzzo, rallentata in questi anni da incertezze normative e continui scontri Comune-Commissario Chiodi. La fase commissariale si è chiusa a fine giugno e tutti i poteri ora sono passati ai Comuni, rafforzati da due strutture tecniche ad hoc, una per l’Aquila e una per gli altri Comuni. Le norme Barca danno poi certezza di copertura integrale delle spese di ricostruzione per tutte le parti strutturali e comuni degli edifici nel centro storico dell’Aquila, coprendo una serie di casi che con le precedenti normative restavano scoperti. Chiarito anche, dopo anni di controversie, che i piani di ricostruzione hanno valore solo di indirizzo e non urbanistico, e che gli interventi possono essere singoli, oppure disciplinati da piani integrati quando lo ritenga necessario il Comune. Previsti poteri sostitutivi dei Comuni in caso di mancato avvio dei lavori o di mancata adesione dei consorzi di proprietari all’iniziativa del Comune di affidare con gara pubblica unitaria la ricostruzione di aggregati particolarmente degradati. ■
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Unione e impegno per battere la crisi A ciascuno la sua parte: Europa compresa. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, interviene al convegno dell’Ance con idee precise e concrete, che promuovono il governo, chiedono rigore ed evidenziano il ruolo chiave del comparto edilizio per l’economia italiana. di Maria Chiara Cervi
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uando il gioco si fa duro… i duri guardano in faccia i giocatori e le specifiche forze che sono in campo per vincere la partita. Così Giorgio Squinzi, quando si è trovato davanti alla platea del recente convegno dell’Ance, non ha esitato ad individuare nel comparto edilizio un ruolo da attaccante. Per lui, amministratore unico di Mapei, presidente di Feder-
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chimica e da qualche mese al vertice di Confindustria con delega per l’Europa, il settore delle costruzioni è il «cuore nevralgico dell’economia italiana, formato da imprese con un ricchissimo bagaglio di conoscenze e competenze e una capacità competitiva a livello internazionale e nazionale che ha contribuito alla crescita del Paese e alla sua innovazione e modernizzazione». Un ruolo fondamentale,
quindi, che va tenuto in primo piano soprattutto in questo momento di difficoltà. «La durissima crisi ha colpito il settore in maniera assai più forte e più di altri comparti industriali», ha detto Squinzi. «Più di altri sta pagando la pesantissima fase recessiva che sta travolgendo l’Italia e l’Europa in generale e credo che responsabilmente non si possano e non si debbano nascondere la difficoltà in cui versa la nostra economia». E volendola guardare ben in faccia, questa crisi, qual è lo scenario? «L’Italia sta scontando anni di mancate riforme, di discontinui e incerti interventi di rinnovamento e modernizzazione, di sprechi e inefficienze che non sono stati affrontati con la giusta determinazione», dice Squinzi. «I dati poco ottimistici sull’andamento economico ci dicono che dobbiamo/possiamo fare di più, perché le riforme avviate in questo ultimo periodo possono rappresentare una base importante per rilanciare il nostro Paese». Qualche dato? «Le previsioni del nostro centro studi confermano una recessione per l’anno in corso. Il Pil scenderà del 2,4%, nel 2013 non vedremo una ripartenza forte, ma la discesa dovrebbe limitarsi allo 0,3%. La finanzia pubblica avrà dei miglioramenti apprezzabili sul piano della riduzione del deficit e dell’aumento dell’avanzo primario, ma il debito pubblico rimarrà importante e arriverà a sfiorare il 126% del Pil sia quest’anno sia il prossimo». Voglia d’Europa Il quadro complessivo non è certo roseo, ma Squinzi, che auspica la formazione di Stai Uniti d’Europa, allontana la pagliuzza e guarda la trave: «Non sono soltanto problemi italiani - dice - ma europei. La cornice europea resta il nostro riferimento, ma rischia di diventare la nostra gabbia se non evolve verso assetti di governance capaci di utilizzare sapientemente il necessario rigore dei conti pubblici. Il rigore resta una scelta necessaria soprattutto per quei Paesi che per troppo tempo non hanno saputo governare la spesa facendo crescere il proprio debito pubblico, però è evidente che fondare l’Europa solo su politiche finanziarie restrittive sta sostanzialmente bloccando la crescita dell’in-
tera economia. Il nostro problema oggi non è solo quello della sostenibilità delle finanze pubbliche, il nostro problema è di ritrovare la crescita per tutta l’Europa che sta faticosamente cercando di affrontare questa crisi». Squinzi crede molto nell’Unione europea e anche nella moneta unica, lamentando nell’immediato una scarsa integrazione e solidarietà e opponendosi alla demonizzazione dell’euro. «Manca la consapevolezza che le difficoltà di alcuni possono diventare le difficoltà di tutti», afferma Squinzi. «Anche l’euro che in una prima fase era il baluardo di un’integrazione europea forte e decisa ora viene messo in discussione, a mio avviso in modo inaccettabile, perché l’attuale crisi dell’economia italiana ed europea sarebbe stata ben più grave senza una moneta unica e, nonostante tutto, forte come l’euro. Oggi vediamo alcuni spiragli di cambiamento di rotta e un sensibile mutamento delle diffidenze sulla necessità di affrontare la crisi in maniera coordinata e coesa. Credo sia doveroso riconoscere al governo Monti l’impegno ad avviare un nuovo corso della politica economica europea». Edilizia come volano anticiclico A crisi dichiarata e di fronte all’allarme che il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti ha lanciato sul crollo della domanda pubblica e privata, sulla contrazione degli investimenti, sulla riduzione dell’occupazione e la chiusura di imprese, Squinzi sottolinea nuovamente il ruolo chiave dell’edilizia. «Per definizione - afferma - è un volano anticiclico. L’effetto moltiplicatore sulla produzione e occupazione deriva dalla struttura stessa della filiera delle costruzioni. A monte e a valle genera ricchezza, lavoro e
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consumi e dal mio punto di vista è uno dei settori più virtuosi in quanto ad alta intensità di lavoro e a basso contenuto di importazioni, quindi quello che serve al nostro Paese in modo particolare in questo momento difficile». E il ruolo del Governo? Come si sta muovendo secondo Squinzi? «La strada intrapresa sta andando nella direzione giusta», dichiara il presidente. «Dal decreto Salva Italia in poi sono state adottate significative misure di semplificazione normativa, di accelerazione degli investimenti e di coinvolgimento della finanza privata. Per quanto riguarda i lavori pubblici la progressiva contrazione della spesa per investimenti fissi lordi in infrastrutture, che passerà dal 2,5% del 2009 all’1,7 del 2015, ci impone comunque un approccio incisivo per questo settore. Da un lato vogliamo considerare superata la politica degli annunci e dei cantieri aperti e mai chiusi per concentrarci su alcune priorità infrastrutturali capaci di rilanciare effettivamente il comparto, ma soprattutto di sfruttare il potenziale positivo per la crescita dell’economia che hanno le opere pubbliche. Dall’altro lato crediamo che sia necessario guardare la finanza privata con sempre maggiore determinazione, in questo senso è importante sia definire un quadro di operatività certa, stabile, affidabile, sia facilitare e rafforzare il ricorso a strumenti di partecipazione privata». Su questo punto Squinzi giudica con favore la scelta del governo di aver aperto ai project bond. «ChieGiorgio Squinzi
diamo però di stabilizzare le misure di incentivazione fiscale che sono state previste dall’ultimo decreto Crescita per soli tre anni dall’entrata in vigore del provvedimento. Bisogna consentire a questo strumento di prendere quota per avere veramente effetti positivi sul mercato. Credo che altrettanto positive siano le misure di defiscalizzazione, ma anche in questo caso c’è bisogno di un passo avanti utilizzando la compensazione fiscale anche in assenza di finanziamento pubblico. Vogliamo affermare e condividere un principio chiave: la fiscalità generata da nuove opere, anche se parzialmente ridotta per finanziare investimenti, è in ogni caso a saldo positivo per il bilancio pubblico». Strada lunga, impegno comune Il lavoro da fare, secondo Squinzi, è ancora molto, soprattutto sul fronte della semplificazione amministrativa e burocratica che giudica necessaria, come indispensabile è lo sforzo congiunto di stato regioni ed enti locali. «Il tempo per le resistenze e gli egoismi delle amministrazioni è scaduto - dice - occorre agire con energia, con urgenza per rendere efficienti gli uffici pubblici, ridurre significativamente i tempi di attesa delle autorizzazioni, eliminare gli oneri amministrativi ingiustificati e realizzare le riforme istituzionali di cui il Paese ha bisogno. Per ciascuno di questo obiettivi Confindustria sta portando avanti con determinazione proposte in grado di rilanciare la competitività delle imprese. Lo dimostrano le misure che stiamo discutendo in questi giorni con governo e parlamento». Misure che riguardano anche le procedure e gli adempimenti in materia edilizia: «Puntano ad accelerare le procedure e i tempi di rilascio delle autorizzazioni - afferma Squinzi - e a rendere più agevoli gli oneri ad essi connessi».
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Le mosse per rilanciare il settore Anche l’edilizia privata soffre, ed è condivisibile, secondo Squinzi, il timore degli imprenditori per la tenuta delle loro strutture. «I dati sulle compravendite immobiliari sono molto preoccupanti con un crollo del 18% delle operazioni», dice il presidente di Confindustria. «Altrettanto preoccupante è il dato sulle locazioni immobiliari che scendono di oltre il 45% e ancora di più il dato sui mutui immobiliari, che in questa prima parte dell’anno si sono praticamente dimezzati. Per rilanciare il settore io credo sia di fondamentale importanza un’azione su due fronti: sul piano più settoriale condivido pienamente la valutazione positiva che è stata rivolta all’azione del governo, che in queste settimane ha introdotto alcune importanti misure di incentivazione degli investimenti in edilizia come il piano di sviluppo delle città: è uno strumento nuovo, particolarmente apprezzato da cui ci si aspetta molto, soprattutto per dare la possibilità a molte aree del Paese di migliorare la qualità degli immobili in termini di impatto ambientale e sicurezza. Siamo anche convinti che la conferma fino al 30 giugno 2013 degli incentivi fiscali per le spese di ristrutturazione edilizia sia una misura importante che può attivare investimenti nuovi per oltre 170 milioni di euro e che può contribuire in maniera proattiva al recupero del sommerso, che rimane uno dei grandi problemi del nostro Paese, mentre vorremmo che fossero stabilizzate le misure per l’efficienza energetica, che già scontano una detrazione più bassa al 50% rispetto al 55%, ma che soprattutto dovrebbero diventare uno degli assi di una virtuosa politica energetica nazionale». Di necessità… virtù A livello generale Squinzi chiede interventi di maggiore respiro sui pagamenti alle imprese. «È inaccettabile afferma - che lo Stato non paghi i propri fornitori. La crisi delle imprese deriva anche da questa situazione di inaccettabile asimmetria tra le parti di un contratto. I crediti non esigibili non ci consentono di chiedere prestiti alle banche, che già hanno difficoltà a fare il proprio mestiere». Per quanto riguarda il carico fiscale, invece, Squinzi auspica una maggiore comprensione del governo. «Le nostre imprese sono il motore della crescita. Il carico fiscale cui sono sottoposte frena gli investimenti e danneggia la competitività del nostro sistema produttivo. Dobbiamo recuperare risorse per ridurre la pressione fiscale e per questo crediamo che debba essere rafforzata con determinazione la lotta all’evasione fiscale su una strada, che comunque il governo con chiarezza ha definito e avviato». ■
Valvola antiriflusso: la soluzione ai problemi di allagamento
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I cambiamenti climatici e le urbanizzazioni sempre più concentrate portano spesso a problemi di sovraccarico delle reti fognarie, con conseguenti problemi di allagamento. Il modo più semplice ed economico per prevenire il problema è l’installazione di una Valvola antiriflusso. Questa semplice operazione proteggerà l’abitazione da danni spesso gravi ed economicamente rilevanti, a cui il proprietario della casa deve far fronte personalmente.
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CERVELLI METROPOLITANI
Città e reti intelligenti, più verdi, più sociali, più connesse. Ecco come dovranno essere le città del futuro secondo lo smart cities index e i bandi europei da non farsi sfuggire. di Chiara Corridori e Rosa Santavite
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“We shape our buildings; thereafter they shape us”. Questa citazione di Winston Churchill vale la pena di essere ripetuta, perché introduce il tema delle smart city nel modo più ambizioso: “siamo noi che diamo la forma ai nostri edifici, ma sono gli edifici che poi modellano la nostra vita e la nostra cultura”. E a maggior ragione questo vale per le città. La prospettiva che serve a interpretare la nozione di smart city è inevitabilmente una prospettiva di lunga durata, nella quale l’esperienza umana si sedimenta nei suoi risultati e questi indirizzano il suo avvenire.
con quelle di Lubiana e Delf (www.smart-cities.eu, che ha indagato 1600 città europee), ovvero: mobility, environment, people, living, governance, economy. Smart mobility Caratteristiche Local accessibility – Accessibilità locale (Inter-)national accessibility – Accessibilità (inter-)nazionale Availability of ICT-infrastructure – Disponibilità di infrastrutture ICT Sustainable, innovative and safe transport systems – Sistemi di trasporti sostenibili, innovativi e sicuri Smart mobility significa spostamenti agevoli, buona disponibilità di trasporto pubblico innovativo e sostenibile con mezzi a basso impatto ecologico, regolamentazione dell’accesso ai centri storici a favore di una maggiore vivibilità, adozione di soluzioni avanzate di mobility management e di info-mobilità per gestire gli spostamenti quotidiani dei cittadini e gli scambi con le aree limitrofe. Smart environment
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i prevede che entro il 2050 più del 70% della popolazione globale vivrà nelle città producendo almeno il 75% di emissioni di carbonio e consumando il 75% di energia: per questo se da una parte le metropoli sono più attive economicamente rispetto alla campagna, dall’altra devono fronteggiare più di ogni altro luogo gli effetti del cambiamento climatico, i cambiamenti demografici e le congestioni dovute al traffico. Per aver successo in futuro le città devono crescere e svilupparsi in modo sostenibile. L’espressione Smart City o città intelligente sta a indicare un ambiente urbano in cui vi è un uso diffuso e innovativo delle tecnologie TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione), nel campo delle infrastrutture, costruzione di edifici a basso impatto per quanto riguarda i sistemi di riscaldamento e climatizzazione; nel campo dei sistemi di trasporto e di efficienza energetica, per esempio impiego di tecnologie smart grid per la distribuzione di energia. La Commissione europea, nella sua Agenda Digitale, che costituisce la prima delle sette iniziative faro di Europa 2020 prevede un’attenzione speciale per il tema della città intelligenti, come presupposto per una crescita dell’economia, della conoscenza, dell’inclusione sociale, del turismo, della cultura e di un ambiente più vivibile. Fondamentali sono i 6 parametri di identificazione e misura delle smart cities, analizzati nel rapporto “European Smart Cities” realizzato dall’Università di Vienna in collaborazione
Caratteristiche Attractivity of natural conditions – Attrattività delle condizioni naturali Pollution - Inquinamento Environmental protection – Salvaguardia dell’ambiente Sustainable resource management – Management delle risorse sostenibili Una città smart promuove uno sviluppo sostenibile puntando alla riduzione dell’ammontare di rifiuti e alla raccolta differenziata, alla riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la limitazione del traffico e all’ottimizzazione delle emissioni industriali. A questi obiettivi si possono aggiungere la razionalizzazione dell’edilizia ed il conseguente abbattimento dell’impatto del riscaldamento e della climatizzazione, la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica, la promozione, la protezione e la gestione del verde urbano nonché la bonifica delle aree dismesse. Smart people Caratteristiche Level of qualification – Livello di qualificazione Affinity to life long learning – Formazione continua Social and ethnic plurality – Pluralità sociale ed etnica Flexibility - Flessibilità Creativity - Creatività Cosmopolitanism/Open-mindedness – Cosmopolitismo/ apertuna mentale
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Participation in public life – Partecipazione alla vita pubblica Una ritrovata consapevolezza e partecipazione nella vita pubblica, alti livelli di qualifica dei cittadini, pacifica convivenza di diversi portatori di interesse e comunità sono alcune delle caratteristiche smart che si possono trovare in una “città intelligente”. Smart living Caratteristiche Cultural facilities – Strutture culturali Health conditions – Sanità Individual safety – Sicurezza personale Housing quality – Qualità dell’abitare Education facilities – Strutture educative Touristic attractivity – Attrattività turistiche Social cohesion – Coesione sociale Una città smart fonda la propria crescita sul rispetto della sua storia e della sua identità; promuove la propria immagine turistica con una presenza intelligente sul web; virtualizza il proprio patrimonio culturale e le proprie tradizioni e le restituisce in rete come “bene comune” per i propri cittadini e i propri visitatori; usa tecniche avanzate per creare percorsi e “mappature” tematiche della città e per renderle facilmente fruibili ecc. Smart governance Caratteristiche Participation in decision-making – Partecipazione alle decisioni Public and social services – Servizi pubblici e sociali Transparent governance – Governance trasparente Political strategies & perspectives – Strategie politiche e prospettive Un governo smart ha una visione strategica del proprio sviluppo e sa definire in base a queste scelte e linee di azione, è in grado di coinvolgere i cittadini nei temi di rilevanza pubblica, promuovere azioni di sensibilizzazione ed utilizzare le tecnologie per digitalizzare ed abbreviare le procedure amministrative, ecc.
UN BANDO DA COGLIERE AL VOLO Il 9 novembre 2012 è la scadenza per presentare i progetti. Quelli per le innovazioni sociali devono essere presentati entro venerdì 7 novembre 2012. Progetti per il programma “smart cities” finanziato da fondi comunitari, gestito dal Ministero dell’Istruzione: 665,5 milioni di euro per lo sviluppo di progetti innovativi da applicare alle città per renderle più “intelligenti”. Il Ministero dell’Istruzione lancia dunque il bando per raccogliere le migliori idee su ben 16 temi: tecnologie per il welfare, sicurezza del territorio, invecchiamento della società, domotica, giustizia. E ancora, scuola, salute, trasporti e mobilità terrestre, logistica, architettura sostenibile e materiali, gestione risorse idriche... Un bando rivolto a imprese, centri di ricerca, consorzi e società consortili, organismi di ricerca con sedi operative in Italia. Ogni idea progettuale deve essere presentata da massimo otto proponenti e deve prevedere un costo compreso tra 12 e 22 milioni di euro. Con l’avviso appena pubblicato dal ministero (approvato dal decreto del 5 luglio 2012, firmato dal direttore generale del dicastero Emanuele Fidora), il Miur assegna 665,5 milioni di euro, di cui 170 di contributo spese e 485,5 per il credito agevolato. Una quota della dotazione finanziaria – pari a 25 milioni di euro – è destinata a giovani di età non superiore ai 30 anni che vogliano presentare Progetti di Innovazione Sociale. Productivity – Produttività Flexibility of labour market – Flessibilità del mercato del lavoro International embeddedness – Relazioni internazionali Ability to transform – Capacità di cambiamento Sulla base dello Smart Cities Index, i centri più intelligenti dal punto di vista economico brillano per spirito innovativo, imprenditorialità, immagine, produttività, flessibilità del mercato del lavoro, relazioni internazionali e capacità di progetto. Smart grid: le reti che “pensano”
Smart economy Caratteristiche Innovative spirit – Spirito innovativo Entrepreneurship – Imprenditorialità Economic image & trademarks – Immagine economica e commerciale
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Un consumo “quasi zero” di energia (proveniente in larga misura da fonti rinnovabili): questo l’obiettivo per i nuovi edifici al 31 dicembre 2020 secondo la direttiva dell’Unione Europea aggiunta al piano ambientale per il taglio delle emissioni, il cosiddetto “20-20-20”. Una meta ambiziosa che chiama inevitabilmente in campo le reti energetiche. «Non
è pensabile immaginare che ogni singolo nuovo edificio sia singolarmente energeticamente autonomo: ciò porterebbe inevitabilmente allo spropositato sovradimensionamento dei sistemi di generazione di energia e di quelli di accumulo, con aggravio dei costi e con scarsa efficienza complessiva dell’intero sistema energetico», spiega il professor Gianfranco Rizzo del Dipartimento dell’Energia Università degli Studi di Palermo. «Molto più ragionevole è immaginare che gruppi di edifici (quartieri, distretti, etc.) siano tra loro collegati funzionalmente e possano scambiarsi energia, sopperendo alle esigenze di quelli vicini e ricevendone a loro volta gli stessi vantaggi, alla bisogna. Il collegamento può essere utilmente realizzato proprio con le reti energetiche intelligenti, che prendono il nome, ormai molto popolare di smart grid». Ma quali sono i tipi di rete che si possono adottare? «Per le abitazioni vanno sicuramente privilegiate le fasi di generazione distribuita dell’energia utilizzando le fonti rinnovabili e le fasi di accumulo dell’energia temporaneamente prodotta in esubero», aggiunge Rizzo. «Nel primo caso si può far ricorso, in via privilegiata, ma non esclusiva, alle tecnologie di generazione fotovoltaica (che hanno raggiunto ormai standard di efficienze e di diversificazione tecnologica molto elevata), ai collettori solari termici e ai generatori micro eolici. Nel secondo caso si deve pensare a sistemi (già disponibili in qualche misura, ma ancora da sviluppare appieno) di accumulo termico o elettrochimico. Il ruolo delle reti consiste nel far dialogare gli edifici (da cui parte la domanda di energia) con i sistemi di produzione (che rappresentano il lato dell’offerta energetica distribuita) e con quelli di accumulo, che rappresentano il componente tecnologico che mette in sicurezza l’intero sistema dal punto di vista
dell’approvvigionamento energetico». Il nuovo approccio all’energia in Italia ha già le basi necessarie per progredire e casi studio di applicazioni delle reti intelligenti si vanno moltiplicando a ritmo serrato. “Si va da applicazioni turistiche (la “spiaggia smart”) ad altre che cercano di integrarsi con il tessuto urbano e con quello produttivo di alcuni distretti», dichiara Rizzo e aggiunge: «Le smart grid sono particolarmente adatte al sistema italiano di distribuzione dell’energia visto che tutti gli edifici del Paese sono dotati dei contatori ‘intelligenti’ di energia elettrica. Questi semplici ma fondamentali componenti possono costituire il mattone iniziale sul quale costruire le reti». I giochi si fanno seri Jacqueline Cawston, docente dell’Università di Coventry, spiega di cosa si tratta. I serious games sono delle simulazioni virtuali che trovano applicazione in ambito civile o militare. In particolare, in campo civile il progetto è denominato Digicity e riguarda giochi di simulazione in cui si devono organizzare intere città, nel campo delle risorse energetiche, trasporti, società civile. Lo scopo è quello di trovare strategie per la direzione delle città attraverso conoscenze specifiche e con la possibilità di imparare. I serious games sono impiegati anche come guide virtuali o come archivi. Ma non ci sono solo sperimentazioni virtuali in ballo. Trash Track, ad esempio, è un sistema ideato dal Senseable City Laboratory del Massachussets institute of technology di Boston che, attraverso etichette elettroniche, permette di seguire a distanza il percoso di campioni di spazzatura, assicurando uno smaltimento corretto e aiutando a diffondere la consapevolezza nei cittadini. ■
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Vodafone Village 67mila mq di hi-tech per il green e per il comfort dei dipendenti
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Visita virtuale nella nuova sede milanese del colosso della telefonia per scoprire tutti i segreti di una realizzazione davvero all’avanguardia. di Zoe Lafleur
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emento che scioglie lo smog, vetri intelligenti, giardino fotovoltaico, spazi open, asili aziendali. Sono questi alcuni ingredienti della nuova sede ultratecnologica di Vodafone Italia a Milano (300 milioni di euro il costo totale della realizzazione), dislocata su 67.000 mq per ospitare i 3.000 dipendenti di alcune delle sedi milanesi del colosso della telefonia. Il nuovo complesso eco-tecnologico si trova a Lorenteggio, a sud-ovest di Milano, e costituisce un esempio talmente alto di sostenibilità in termini di tecnologia applicata e materiali utilizzati che al taglio del nastro, lo scorso 16 giugno, c’era nientemeno che il presidente del Consiglio Mario Monti. I tre palazzi da 10, 12 e 14 piani, tirati su dal Gruppo Carminati e progettati dagli architetti Roladno Gantes e Roberto Morisi, sono la quintessenza della modernità e della sostenibilità ambientale. Partiamo dal tetto, dove è dislocato un giardino fotovoltaico di 800 mq capace di produrre ogni anno oltre 87.000 Kw: assieme alla centrale di trigenerazione da 3 megawatt, consente al Vodafone Village di essere completamente indipendente a livello energetico. Anche i consumi sono ridotti al minimo: le superfici vetrate sono a triplo strato e contengono schermi a lamelle mobili in grado di interagire con le radiazioni solari grazie a un software che gestisce il loro movimento. Questa tecnologia avanguardistica consente di usufruire
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TX ACTIVE: IL PRODOTTO STRATEGICO DEL VODAFONE VILLAGE. MA OGGI C’è ANCHE I.CLIME Dal 1996 la ricerca Italcementi ha registrato oltre 16 brevetti sulla fotocatalisi applicata a materiali cementizi: i brevetti riguardano un legante idraulico fotocatalitico e una serie di applicazioni specifiche nel campo dell’edilizia (masselli autobloccanti, elementi di rivestimento in genere, intonaci e rasanti, composti livellanti, vernici a base di calce e cemento, pavimentazioni in calcestruzzo). L’applicazione del principio attivo TX Active ai prodotti cementizi permette l’impiego dell’energia luminosa per decomporre, tramite il processo di ossidazione, le sostanze inquinanti presenti nell’aria. La fotocatalisi è un fenomeno naturale in cui, grazie alla luce, un fotocatalizzatore induce la formazione di reagenti fortemente ossidanti che sono in grado di decomporre sostanze inquinanti dannose presenti nell’aria (particolato, idrocarburi aromatici policondensati, ossidi di azoto, monossido di carbonio e monossido di zolfo). Inoltre, il fotocatalizzatore inserito all’interno della matrice cementizia, non è soggetto a consumo e agisce anche in condizioni meteorologiche non ottimali, in termini di luce o di umidità. Studi ci confermano che se TX Active fosse applicato al 15% delle grandi superfici di una città come Milano, si potrebbero dimezzare gli agenti inquinanti. Per questa ragione nelle nuove realizzazioni, e nelle ristrutturazioni delle grandi superfici urbane è importante tener conto di questo nuovo materiale, con interventi che sul piano economico sono del tutto compatibili con quelli realizzati con prodotti tradizionali. Sul fronte del risparmio energetico, poi, Italcementi ha messo a punto un “cemento termico” per la produzione di calcestruzzi con conducibilità termica molto bassa. Questa caratteristica è resa possibile dalla presenza di aggregati vetrosi provenienti dal recupero di materiali come schermi di tv e computer, altrimenti difficilmente riciclabili. Il cemento termico – progettato per la realizzazione di elementi per edifici, destinati a formare sia rivestimenti esterni che pareti verticali interne e solai – si chiama i.clime e contribuisce a mantenere gli edifici freschi d’estate e caldi d’inverno, con un evidente risparmio nelle emissioni di CO2 e sulle bollette. Il materiale è completamente riciclabile al termine del ciclo di vita dell’opera.
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al meglio della luce naturale, contenendo drasticamente il fabbisogno di energia per l’illuminazione, per il riscaldamento e per il raffrescamento degli ambienti. I tecnici mettono la mano sul fuoco assicurano: quando fuori la temperatura raggiunge i 30 gradi, negli uffici – a condizionatori spenti – ce ne sono 20. Prodigio. Ma semmai la temperatura salisse. Se la temperatura dovesse salire ulteriormente, l’innovazione sarebbe ancora protagonista con l’accensione di un impianto di climatizzazione che non usa i tradizionali sistemi a getto d’aria fredda, ma si avvale di speciali travi “fredde attive”, prodotte dalla Trox.
Disegno tratto da Panorama
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Alle tre torri si aggiunge un quarto edificio destinato a spazi collettivi, come ad esempio l’asilo aziendale, negozi e servizi, lo spazio mensa (con varie linee, compresa quella vegetariana, quella etnica e quella salutistica firmata Veronesi), un enorme cortile con giardini di rose e giochi d’acqua, e aule hi-tech – dove si terranno circa 1 milione di ore di formazione all’anno – dotate di lavagne digitali che trasformano quello che i docenti vi scrivono sopra in documenti leggibili sui tablet. Le pareti esterne, dove non hanno le vetrate, sono ricche di verde pensile e sfruttano nuovi prodotti di Italcementi: il TX Active, cemento fotocatalitico che permette di abbattere le sostanze inquinanti presenti nell’aria catturando lo smog che poi sarà lavato via dalla pioggia, e il TX Arca, il cemento mangiasmog. Con questi due materiali all’avanguardia non solo si migliora la respirabilità dell’aria, ma si aiuta anche l’ambiente. Gli ambienti interni, curati da Dante O. Benini & Partners Architects, non sono da meno in quanto a tecnologia. Il motto è connessi sempre: il badge non va più passato sul lettore, ma basta avvicinarsi alle porte senza estrarlo dalle tasche perché queste si aprano, e con esso si pagano anche bibite e merendine delle macchinette; niente telefono sulla
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scrivania, perché ogni dipendente è dotato di smartphone che una volta entrati in azienda si sostituisce alla cornetta fissa; si può lavorare da ovunque, anche nei giardini, perché le connessioni internet sono presenti in qualsiasi zona del Vodafone Village; una serie di app facilitano la vita al dipendente, dicendogli anche quanta coda c’è in mensa. Poi c’è il sistema di raccolta differenziata e aree open space con divani, tavoli e tanto colore per il relax nei vari momenti della giornata. Non mancano poi le aree verdi che si sviluppano sulle coperture degli edifici, all’interno dei parcheggi sotterranei e nel bosco della piazza centrale per un totale di 9.000 mq, accanto a ciliegi, prunus, cornus e rose, l’architetto per le aree verdi Patrizia Pozzi ha pensato a bambù con varietà di altezze e colori, una pianta scenografica che richiede poca acqua. Se a questo aggiungiamo anche che Vodafone Italia ha attivato anche iniziative come il prolungamento del periodo della maternità a stipendio pieno, seguito da programmi di reinserimento per le neomamme, e un fondo sanitario aziendale che, ad esempio, copre parte delle spese del nucleo famigliare, compresi i partner non sposati, sembra davvero che l’Eden sia quasi diventato realtà. ■
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LA CASA IN LEGNO BIGMAT CHE FA SCUOLA IN CALABRIA BigMat Alfano Spa costruisce una casa in legno per fare cultura agli operatori del settore. di Michelangelo Cecchetto
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n cantiere scuola ad Amantea, in Calabria, fornito da BigMat Alfano Spa in collaborazione con il titolare Rocco Alfano per insegnare agli operatori del settore le nuove tecnologie delle case in legno. È soprattutto questo l’obiettivo della realizzazione voluta dal committente Luca Alfano e progettata dall’architetto Tarquinia Alfano e dall’ingegnere Roberto Benedetto, con il supporto del geometra Giovanni Dell’Abate della BigMat Alfano Spa, e riguardante una villa unifamiliare di sua proprietà, che è stata anche un laboratorio a cielo aperto dove si sono potute apprendere tecniche e virtù del costruire in legno, uno dei trend più emergenti del momento, ma che nel Sud Italia è ancora ai primordi, nonostante gli innumerevoli vantaggi. Per questo motivo le aziende locali incaricate di realizzare l’opera, la Ditta Pascali e l’azienda Mele Massimo, sono state guidate in cantiere dall’esperienza di un professionista in trasferta dall’Alto Adige. Una vera e propria
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importazione di “know how”, messa a disposizione degli operatori che hanno potuto assistere da spettatori alle varie fasi di costruzioni, frequentando una vera e proprio “scuola in cantiere”. COSTRUIRE IN LEGNO: UNA CULTURA Il legno è un materiale duro e resistente di origine vegetale, utilizzato come combustibile e come materiale da costruzione; per le sue particolari caratteristiche il legno è sempre stato un materiale molto apprezzato e utilizzato in svariate applicazioni, per costruire case, mobili, utensili, veicoli e diversi altri prodotti. L’avvento di acciaio e cemento armato in Italia hanno posto in secondo piano la cultura del legno, che è continuata solo laddove c’era grande disponibilità di questa materia prima. Se si escludono alcuni particolari contesti geografici, rappresentati prevalentemente dall’Alto Adige, per molto tempo l’utilizzo del legno come materiale
costruttivo a scopo abitativo è stato estraneo alla cultura costruttiva del nostro Paese, incentrata prevalentemente sul cemento e sul mattone. La situazione ha cominciato a modificarsi a partire all’incirca dagli anni Novanta, grazie alla spinta propulsiva data a questa tipologia di costruzioni dalla diffusione della bioedilizia e, in genere, dalla maggiore attenzione all’aspetto ecologico anche nel settore costruttivo. La spinta propulsiva alla diffusione di questa modalità abitativa oggi si è accentuata sicuramente, oltre che dalle prestazioni antisismiche di questo materiale e dalla relativa velocità di edificazione, anche dalle elevate prestazioni energetiche che l’utilizzo del legno comporta. I cambiamenti culturali, comunque, non sono repentini e istantanei. Sarà necessario del tempo affinché la cultura abitativa in legno si diffonda su ampi strati della popolazione e anche negli operatori del settore edili. Un obiettivo che BigMat si è prefissata come tra i più importanti e di cui l’intervento di BigMat Alfano Spa è solo un esempio. OBIETTIVI DELLA REALIZZAZIONE I lavori per la villa, sita in Località S. Antonio ad Amantea, si proponevano i seguenti obiettivi: 4 nuovo dimensionamento dell’immobile mediante una notevole riduzione planimetrica dello stesso, realizzando una superficie e un volume inferiori rispetto al progetto autorizzato con il P.di C.; 4 nuovo posizionamento dell’edificio all’interno del lotto, mediante una modesta traslazione dell’immobile nel rispetto, comunque, dei parametri urbanistici relativi alle distanze dai confini e dagli edifici esistenti; 4 diverso utilizzo di materiale della struttura portante relativamente ai piani terra, primo e copertura. I materiali e le tecnologie che sono stati utilizzati hanno risposto a due obiettivi, quali: 1) realizzazione di un’opera ecologicamente compatibile 2) contenimento energetico. Per perseguire questi obiettivi i materiali utilizzati sono stati quasi interamente di tipo naturale, predisponendo per i piani terra, primo e copertura una struttura portante costituita da pannelli in legno lamellare, mentre al piano seminterrato, per motivi di contenimento del terreno circostante, è stata prevista una struttura in calcestruzzo con telai piani verticali tessuti secondo le due direzioni principali dell’edificio, opportunamente collegati ed interagenti tra loro. STRUTTURA VERTICALE IN LEGNO Le pareti perimetrali in legno massiccio sono state realizzate con pannelli multistrato (tipo X-Lam) composti da tavole di abete incollate in maniera incrociata. In adiacenza ad essi è stato posto il pacchetto isolante su entrambi i lati (esterno – interno), costituito da:
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IL LEGNO SECONDO BIGMAT Il via del nuovo format è stato dato a settembre 2011, con il coinvolgimento dei punti vendita della Liguria e del Piemonte, che poi si è esteso a quelli della Toscana, a tutto il Nord Est e ora anche l’Italia Centrale è pronta per raccogliere la sfida, invece nel sud BigMat Alfano Spa di Amantea, è da diversi anni che svolge attività ed iniziative come quelle descritte in queste pagine per promuovere cultura e fiducia nelle costruzioni in legno. Perché se il legno è il materiale del futuro, il mondo della distribuzione edile che sta al passo con i tempi non può prescindere dal metterlo in gamma nella propria offerta. Ed è per questo che BigMat attraverso l’uso di software specifici e macchinari HiTech è in grado di rendersi competitiva ed innovativa in questo settore riscoperto. Tutti i punti vendita in Italia potranno proporre a breve strutture portanti in lamellare per la realizzazione di tetti in legno. I servizi offerti comprenderanno l’ufficio tecnico e quello commerciale, fino a coprire le fasi di progettazione e produzione dei vari materiali edili lignei che verranno richiesti o distribuiti dai vari punti vendita della zona. I progetti, che cercano di assolvere alle richieste principalmente di una clientela di piccoli e medi costruttori, sono partiti da un’iniziale e indispensabile fase di sviluppo di tutti i pacchetti tetto, sia da un punto di vista strutturale che di attenzione alle normative legate al rispetto dei canoni d’isolamento. 4 uno strato di lana di roccia ad alta densità, protetto sul lato esterno da uno strato di intonaco armato con rete in fibra minerale ed infine da un trattamento superficiale di finitura; 4 sul lato interno sono state poste delle lastre di fibrogesso ancorate al paramento murario tramite profili in ferro con interposto strato di lana di vetro. Una soluzione, questa, a cosiddetto “cappotto”, che ha permesso di ottenere i seguenti vantaggi: 4 miglioramento delle prestazioni acustiche della parete; 4 prestazioni termiche; 4 stabilità dimensionale al variare delle condizioni termoigrometriche dell’ambiente; 4 protezione in caso di incendio; 4 permeabilità al vapore. STRUTTURA ORIZZONTALE IN LEGNO I solai d’interpiano, anch’essi realizzati in legno tramite il posizionamento di travi in legno lamellare e soprastante pannello multistrato (tipo X-Lam) hanno uno spessore
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maggiore rispetto ai principi fondamentali della normativa sull’isolamento termo-acustico in edilizia ( Dlgs n° 311/06) secondo la quale si definiscono i valori limite che deve possedere il fabbricato: a questo scopo, la soluzione tecnologica prevede il posizionamento del pacchetto isolante costituito da uno strato di massetto alleggerito e soprastante strato di pavimento radiante con isolante termico. Il tutto è stato completato con la sistemazione del pavimento previo posa in opera di massetto in cls. Grazie all’elevato isolamento termico ed acustico dell’involucro edilizio così ottenuto, il fabbisogno energetico dell’edificio sarà minimo. ■
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LIFTING DI QUALITÀ GRAZIE A BIGMAT Il restauro guidato dall’architetto Alessandra Lucenti con la collaborazione di BigMat Manieri & Ceccarelli ha donato una nuova giovinezza alla Tenuta Nibea a Roma. di Tommaso Casagrande
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idare lustro ad una tenuta antica senza intaccarne i particolari che ne hanno fatto un patrimonio storico italiano. Questa è stata la sfida vinta, nel restauro della Tenuta Nibea, da BigMat Manieri & Ceccarelli e l’architetto Alessandra Lucente, una collaborazione che come ha dichiarato lo stesso architetto: «Dimostra l’importanza di potersi interfacciare con un solo interlocutore in grado di offrire una variegata offerta di materiali, alla quale somma professionalità e formazione,
architettoniche determinate più dalla casualità che da vere e proprio esigenze operative o statiche». Il progetto di restauro è stato finalizzato quindi a ricucire un’uniformità persa, attraverso il recupero di caratteristiche architettoniche e d’arredo. Un lavoro non d’indagine storica ma frutto di un’attenta pulizia e cancellazione dei vari strati d’interventi sommatisi nel corso degli anni. A questo azione si somma a firma dell’architetto Lucente nella scelta di alcune delicate soluzioni sia nella scelta dei materiali - fondamentale è stata l’ampia offerta di materiali della Manieri & Ceccarelli - sia nei tagli esterni che obbligano l’ospite a prospettive interessanti nella visione dell’architettura in tutta la sua interezza. Al primo sguardo si viene attirati dalla tenue gradazione dell’intonaco esterno, frutto di una meticolosa ricerca svolta da Kerakoll per il recupero della pigmentazione originale. Valutate le problematiche climatiche e di umidità dell’area è stato utilizzata la Biocalce Termointonaco di Kerakoll che permette di ridurre le dispersioni di calore delle murature, risolve le problematiche di degrado legate ai ponti termici e muffe indotte dall’umidità di condensa. Il termo intonaco è stato uno dei passaggi del ciclo completo Biocalce di Kerakoll che ha visto l’utilizzo anche della Biocalce Rinzaffo, silicati di sodio, consolidante e pittura con silicati. Il risultato finale è stato un attento miglioramento energetico della struttura affiancato da elegante ripristino dei paramenti murari finalizzato al rispetto dell’euritmia del complesso.
indispensabili appigli per efficaci risposte anche a difficoltà tecniche». Nasce da questa fortunata alchimia e collaborazione la nuova vita dell’accogliente Tenuta Nibea, una ex casa nobiliare a pochi chilometri da Roma, inserita in un’area di 65000 mq nella verde valle dell’Aniene, riportata in soli 24 mesi ai fasti originali. Il passato riemerge con forza, un passato celato da una serie d’interventi che ne avevano cancellato l’uniformità originaria sostituita da una serie di aggiunte e scelte architettoniche distratte e incomprensibili; «La villa - come sottolinea Lucente - si presentava quale corollario di scelte strutturali e
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Questa proporzione nella distribuzione dei pesi si ritrova anche nella coreografica scalinata esterna in pietra voluta dall’architetto Lucente per collegare con una linea ondulata le due altezze del giardino. Ad arricchire i colori dell’immensa area verde esterna si trova la limpida piscina risanata attraverso la somma delle proprietà di Kerakoll Presto 40 - una malta e finitura minerale eco-compatibile, per il ripristino e la rasatura protettiva a durabilità garantita di strutture in calcestruzzo - con Kerakoll Nanoflex una membrana minerale traspirante, antialcalina e cloro-resistente, certificata, eco-compatibile per l’impermeabilizzazione flessibile ad elevata adesione e durabilità di sottofondi prima della posa con adesivi. La parte finale del ciclo ha visto l’uso di Kerakoll H 40 Tenaflex, un adesivo minerale per la posa anche in sovrapposizione ad alta resistenza e scivolamento verticale nullo. Lasciato il verde intenso dell’esterno, si entra e si scopre un mondo fatto di piccoli particolari accomunati da un filo stilistico che rende ogni singolo elemento una parte di un tutto uniforme. Proprio l’interno permette di cogliere la difficile sfida vinta dall’architetto Lucente e da Bigmat Manieri & Cecarelli riusciti a supplire ad una serie di difficoltà lascito degli interventi passati: plinti sporgenti, brutte travi a spessore, soffitti con livelli differenti, contrafforti posizionati senza criterio statico o gusto architettonico, in generale precarie e inutili aggiunte frutto di scelte stilistiche anni ‘70 e ‘80. La volontà di uniformare il tutto ha portato quindi alla creazione di un camino per giustificare lo spazio dei due contrafforti presenti nel primo piano al centro del sala ristorante, reso affascinante dalla specchiatura rettangolare posizionata in entrambi i lati sopra sopra lo stesso. Ad illuminare la sala ristorante si trova inoltre una particolare pavimentazione in gres porcellanato che presenta una decorazione naturale, quasi un’intelaiatura, che risponde non solo alla scelta di uniformità stilistica - decorazioni e infissi giocano con linee ondulate - ma si presta ad agevolare le necessarie azioni di pulizia di un pavimento di una sala ristorante. Questa attenzione per i particolari si ritrova
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IL RUOLO DI BIGMAT Per l’importante restauro della Tenuta Nibea l’architetto Alessandra Lucente si è appoggiata completamente alla BigMat Manieri & Ceccarelli di Roma, che le ha fornito tutta la gamma di prodotti a marchio BigMat e l’ha affiancata e supportata in alcune importanti scelte architettoniche e d’arredamento. Il ruolo dell’azienda romana non è stato quindi di semplice rivendita ma di professionale e utile interlocutore. La BigMat Manieri & Ceccarelli nasce nel 1964 occupandosi prevalentemente di edilizia, nel corso degli anni è però cresciuta ampliando la propria offerta con materiali termici e idraulici, pavimenti e rivestimenti marmorei, parquet, porte, complementi d’arredo e cucine. Un ampia offerta di materiali e accessori per l’arredamento visibili nello nello splendido casale del 1920 che ristrutturato dalla BigMat Manieri & Ceccarelli è divenuto uno degli showroom più innovativi del settore. anche nella scelta di fornire tutta la tenuta del tecnologico sistema Schlüter-BEKOTEC-THERM di riscaldamento a pavimento a basso spessore termoclimatizzato costituito da pannelli portanti e da una guaina desolidarizzante. Una scala in pietra completamente rinnovata permette di raggiungere il primo piano nel quale viene ospitato un piccolo salotto arricchito da un caminetto in mattoni il cui disegno strutturale è stato recuperato solo grazie ai segni rimasti lungo le pareti al quale è stato aggiunto lo stile decorativo ligneo a firma dall’architetto. Un ballatoio invece impreziosisce il secondo piano nel quale trovano spazio lo studio e l’elegante suite. Il calore del parquet disposto a spina di pesce, come si ritrova anche nel livello sottostante, aumenta l’eleganza di questo piano mansardato che ha subito una ridistribuzione delle stanze necessaria per uniformarle e disporle proporzionalmente rispetto alle grandi finestre che danno sull’ampio giardino esterno. L’ampia scelta di materiali nello showroom HabiMat di Manieri & Ceccarelli ha permesso all’architetto Lucente di operare interessanti scelte stilistiche, ricordo di un passato neoclassico, come i due tralci con foglia d’oro, che vengono ripresi nelle linee ondulate della porta scorrevole del primo piano, e il delicato gioco della disposizione marmorea irregolare del rivestimento dell’antibagno collegato alla geometria dei marmi a rivestimento dei bagni attigui. Tenuta Nibea è il chiaro esempio dell’importanza della coesione tra progettista e fornitore che ha permesso a Bigmat Manieri & Ceccarelli di essere stato un apprezzato protagonista di questa avvincente sfida. ■
In bella vista il lato green dell’abitare Una mostra itinerante, che celebra i 20 anni della rivista Bioarchitettura, porta in giro per l’Italia storia, immagini e protagonisti dell’edilizia sostenibile. Con testa e cuore rivolti la futuro. di Chiara Corridori
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ue decadi di bioarchitettura italiana attraverso gli sguardi di chi la scrive. La chiave di lettura per scoprire, capire, osservare l’evoluzione del lato green del progettare arriva da una bella mostra - sostenuta anche da BigMat che rende omaggio ai 20 anni compiuti dalla rivista Bioarchitettura, tra le più autorevoli per la diffusione e lo sviluppo dell’architettura ecologica in Italia. 1992, la rivista Bioarchitettura vedeva la luce: il titolo accattivante, il formato stretto e allungato, la grafica in bianco e nero e la scelta della carta completamente riciclata, la rendevano particolarmente ricercata ed elegante. A distinguerla anche il modo assolutamente nuovo di parlare non solo di ecologia, di attenzione all’ambiente, di tecniche e tecnologie “verdi”, ma anche e soprattutto un nuovo sistema di guardare all’ambiente costruito. L’esposizione
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Progetto extra large
La scommessa di Calenzano
Tra i tanti progetti biocompatibili attivati, la mostra dedica uno spazio al progetto del nuovo Polo Scolastico di Empoli realizzato dalla Provincia di Firenze: 26.000 mq interamente progettati con le indicazioni della bioarchitettura, che si pone come la più importante scuola superiore in Italia costruita in bioedilizia, su progetto di Ugo Sasso e poi portato avanti con il contributo di Wittfrida Mitterer per Bioarchitettura di Bolzano. L’opera si sviluppa in 3 lotti funzionali per 50 aule, 13 laboratori e aule speciali, 2 bar, una palestra e un auditorium. Al centro della progettazione la salute degli studenti e dei cittadini, la gestione oculata e rispettosa delle risorse, l’utilizzo di materiali e tecnologie non dannose per l’uomo ed a basso impatto ambientale.
Nel video diretto da Alberto Di Cintio va in scena una scommessa importante: trasformare un’area produttiva in dismissione, confinante con il centro cittadino di Calenzano (Fi), in un vero pezzo di città ecologica ricca di residenze, negozi, uffici, piazze, parchi, giardini, corsi d’acqua, parcheggi, piste ciclabili, dove i singoli manufatti, caratterizzati da considerazioni bioclimatiche, energetiche, di oculato utilizzo delle risorse e di vivibilità, dovevano comporre un disegno complessivo capace di porsi con qualità in armonia con il genius loci del paese. La sfida è stata raccolta e messa a segno dalla 9a edizione del Laboratorio Progettuale in Bioarchitettura a Calenzano (anno 2008), unico in Italia per obiettivi e modalità organizzative. È stato un vero e proprio laboratorio di idee e di progetti che, spaziando dalla scala urbana a quella di dettaglio, ha offerto l’occasione di confronto formativo con le più avanzate visioni strategiche, propositive, organizzative, grafiche, presenti in Europa. Il particolare interesse evidenziato dall’Amministrazione comunale, che sosteneva l’iniziativa, coniugato alla cornice geografica, temporale e strategica definita dalla struttura del Laboratorio, ha spinto i frequentanti a proposte chiare, consapevoli, praticabili, capaci di coniugare un futuro ecologico con le attuali necessità costruttive, con i vincoli legislativi, con le limitazioni economiche. L’unione ha fatto decisamente la forza: un esempio da seguire. di oggi dal titolo: Bioarchitettura in tour, un viaggio lungo vent’anni, rappresenta l’intensa attività editoriale della rivista e attraverso i suoi “sguardi” viene raccontato un periodo chiave. Così in bella mostra si può scorrere la storia del mondo del progetto com’era e com’è diventato. «La mostra fa da cassa di risonanza di questi ultimi anni in cui si è sviluppato un approccio diverso all’abitare», spiega Alberto Di Cintio, architetto, ricercatore e docente universitario presso il Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design dell’Università degli Studi di Firenze. «Attraverso il lavoro della rivista, raccontato con immagini e testi esposti su grandi pannelli, si “sfogliano” 20 anni di attività, di progetti, di idee. Sono anni in cui l’architettura ha introdotto concetti di risparmio energetico, di attenzione al rapporto uomo-ambiente anche nell’edilizia e pure di un certo ritorno alla tradizione, alle nostre radici: pensiamo per esempio alla riscoperta da
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Sulle orme di Ugo Sasso «Occorre dimenticare la “casa-macchina per abitare di Le Courbusier” e pensare ai quartieri storici delle città italiane, ai piccoli paesi con case magari vecchie, dove però la comunità vive serenamente». Così diceva Ugo Sasso, bioarchitetto nel significato del termine che lui stesso aveva contribuito a definire, fondando nel 1991 a Bolzano l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Lui, che nella mostra Bioarchitettura in tour, un viaggio lungo vent’anni, lascia molte impronte, ha portato un concetto originale tutto italiano nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura: quello che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell’edificio eco-sostenibile, ma deve avere al centro l’uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare, l’appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle città e nei paesi. Ugo Sasso ha lasciato in eredità la sua filosofia del vivere e del progettare, un’eco-architettura a misura d’uomo, che sia molto più del costruire in modo ecocompatibile e biosostenibile.
parte dell’industria di materiali come il legno, il vetro, l’argilla, che sono gli stessi utilizzati dai Romani e dagli Etruschi». Un viaggio nel tempo, quindi, ma proiettato anche verso il presente e il futuro. Tra le sezioni della mostra, importante e godibile l’area dedicata alla presentazione in anteprima di un progetto firmato da Ugo Sasso, che vedrà il suo compimento in settembre. «Si tratta della più importante scuola superiore in Italia costruita in bioedilizia», dice Di Cintio. «È un polo scolastico ad Empoli, che in mostra è presentato nella sua interezza progettuale con rendering, foto, disegni».
Le prossime tappe della mostra TRIESTE, 20 - 29 settembre 2012 BIELLA, 5 ottobre - 15 ottobre 2012 BOLOGNA, 18 ottobre - 25 ottobre 2012 SANREMO, 27 ottobre - 15 novembre 2012 MILANO, 17 - 30 novembre BOLZANO, 2 dicembre - 23 dicembre 2012 PADOVA, 7 - 30 gennaio 2013 VENEZIA, 1 - 20 febbraio 2013 TREVISO, 25 febbraio - 15 marzo 2013 VERONA, 20 marzo - 10 aprile 2013 LAMEZIA, 15 aprile - 5 maggio 2013 REGGIO CALABRIA, 10 maggio - 31 maggio 2013 Ad Ugo Sasso - cofondatore della rivista e fondatore nel 1991 a Bolzano dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura quando in Italia la parola “ecologia” era quasi sconosciuta dall’opinione pubblica - è dedicata un’altra sezione dove è proiettato di continuo il video Bioarchitettura a Calenzano. Audio e immagini mostrano e documentano l’attività del Laboratorio Progettuale in Bioarchitettura, corso unico in Italia per obiettivi e modalità organizzative, svolto sotto la guida di due architetti di notorietà internazionale come Rob Krier e Lucien Steil, e la direzione di Ugo Sasso e Carlo Monti (Dapt Università di Bologna). «All’attività formativa, equiparabile per importanza a un master, hanno preso parte una trentina di architetti», afferma Di Cintio, che ha diretto il documentario. «Tutti hanno partecipato a sessioni didattiche con workshop e conferenze e a un work in progress su questo progetto dedicato al recupero di un’area produttiva in dismissione, nel Comune di Calenzano». Missione compiuta tanto che il progetto ha dato gli indirizzi per un bando pubblico del medesimo comune. E per
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completare il quadro, a latere dell’esposizione c’è la testimonianza delle aziende che producono materiale per la bioarchitettura e che a questo mondo si sono accostate introducendo tecniche e materiali. La mostra - insignita della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del ventennale di attività della rivista - è itinerante: inaugurata a Roma nell’aprile scorso, continuerà a viaggiare per l’Italia fino a maggio 2013. Il consiglio è di non perderla anche perché mixa un lato “romantico”, con la presenza dei progetti pioneristici, e la voglia di evolvere nel futuro tenendo sempre il passo con i tempi e i progressi in campo ecologico. ■
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Leggi anche gli aspetti legali per mancato isolamento acustico a pag. 58
ARRIVANO LE NUOVE LINEE GUIDA PER LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI IMMOBILI
Una nuova uni chiarisce e semplifica la definizione delle categorie. di Nicola Pisano
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i completa la classificazione acustica degli edifici grazie ad una nuova norma Uni. Già dal 2010, con la pubblicazione della norma Uni 11367 “Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Procedura di valutazione e verifica in opera”, Uni aveva messo a disposizione degli operatori del settore costruzioni e nell’interesse degli acquirenti di case uno strumento ai fini della classificazione acustica degli edifici. La classificazione acustica di un’unità immobiliare, basata su misure effettuate al termine dell’opera, consente infatti di informare i futuri proprietari/abitanti sulle caratteristiche acustiche della stessa e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio da possibili successive contestazioni.
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In questi due anni di applicazione della Uni 11367 si sono riscontrate alcune difficoltà nel valutare i requisiti acustici degli edifici con caratteristiche “non seriali”. A differenza degli “edifici seriali” strutturati in modo tale che ci siano elementi che si ripetono uguali secondo schemi che dipendono da caratteristiche distributive, organizzative e funzionali (ad esempio condomini, alberghi, ospedali, scuole, ed edifici assimilabili) che rendono quindi più semplice, meno costosa e più attendibile la classificazione acustica, gli edifici ‘non seriali’ presentano unità immobiliari aventi elementi costruttivi anche molto diversi tra loro e quindi con maggiori problemi di classificazione. Per questo motivo Uni ha pubblicato la Uni 11444 “Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali”.
UNI 11367 E UNI 11444: LE NORME PER LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI EDIFICI di dott.ssa Carola Aratari, consulente Tecnasfalti Isolmant
La qualità acustica di un immobile è ad oggi un tema sempre più attuale. Per raggiungere risultati soddisfacenti, è necessario prendere in considerazione tutti gli aspetti che possono determinare la resa acustica, dalla progettazione alla direzione lavori e ai collaudi in opera. Nell’ambito del lento ma costante cambiamento che sta subendo il quadro normativo e legislativo, un nuovo impulso viene sicuramente dalla UNI 11367 di classificazione acustica. Il DPCM 5/12/97 definisce i requisiti minimi di protezione acustica passiva, per il raggiungimento dei quali sono disponibili metodi progettuali normati (UNI EN 12354, UNI TR 11175). Ma le incertezze nella realizzazione del sistema edilizio e i mancati rispetti delle indicazioni di posa in opera non permettono di considerare la progettazione come effettivamente rappresentativa del risultato finale. Per questo nella pratica è di fondamentale importanza effettuare un numero elevato di misure per stabilire la qualità acustica di un edificio nel suo complesso. Le norme di classificazione acustica, ad oggi ancora volontarie, forniscono uno strumento tecnicamente adeguato, ma oneroso, per rappresentare mediante indici numerici opportunamente calcolati tale qualità acustica. Risulta in questo senso di rilevanza fonda-
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mentale l’introduzione dell’incertezza della misura, fino ad ora non considerata nelle procedure di collaudo, che tiene conto del fattore di errore intrinseco in ogni processo di misura. È chiaro che in questo quadro la figura del professionista esperto di acustica assume un ruolo fondamentale. A lui spetta il compito di garantire l’applicazione integrale della norma eseguendo al meglio la fase progettuale e la “direzione lavori” acustica, così da poter raggiungere il grado di classe acustica previsto. L’introduzione della nuova UNI 11444 aiuta il tecnico nella scelta degli elementi oggetto della misura, nel caso di edifici non seriali. La difficoltà di un collaudo infatti, pur nel rispetto delle normative di prova, risiede nel riconoscere le criticità intrinseche del locale in prova, o degli impianti, così da interpretare in modo corretto il risultato. La varietà delle soluzioni architettoniche non permette generalmente una garanzia di riproducibilità del risultato, pertanto l’adozione del criterio di misura dell’elemento più critico – peraltro una scelta cautelativa obbligata, in fase di definizione del misurando – viene incontro al tecnico nel processo di scelta dell’elemento rappresentativo.
La nuova norma Uni 11444, spiega Giuseppe Elia, presidente della commissione “Acustica e vibrazioni” dell’Uni, “offre un approccio semplificato attraverso la scelta di alcune unità immobiliari dell’edificio, più critiche sotto il profilo delle prestazioni acustiche di suoi elementi tecnici, nelle quali effettuare le misurazioni previste dalla Uni 11367. In tal modo il responsabile della classificazione acustica può utilizzare i risultati di tale valutazione per classificare le restanti unità immobiliari dell’edificio’’. Sulla base delle indicazioni contenute nella nuova Uni 11444 il tecnico che esegue le prove stabilisce la casistica e il numero delle unità immobiliari da sottoporre a misurazione. Per la selezione delle unità immobiliari maggiormente critiche, devono essere prese in considerazione tutte le criticità degli elementi edilizi e degli impianti all’interno dell’edificio. La nuova Uni 11444 considera infatti gli elementi più pro-
blematici per l’isolamento acustico di facciata (ad esempio i serramenti), delle partizioni interne verticali (pareti divisorie) e orizzontali (pavimenti), per il livello di rumore da calpestio e per il rumore degli impianti a funzionamento continuo e discontinuo. La norma Uni 11367 prevede quattro differenti classi di efficienza acustica: si va dalla classe 1, che identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso): va considerato che, seppure il livello prestazionale “di base’’ sia rappresentato dalla terza classe, la stragrande maggioranza degli edifici italiani attualmente esistenti non raggiunge neppure la quarta classe. Ai lavori di elaborazione di tale norma hanno partecipato, tra gli altri, il ministero dell’Ambiente, l’Ispra, le associazioni della filiera delle costruzioni quali Ance, Anit e Cna, la Regione Lombardia, le Università, le Associazioni dei tecnici acustici, i laboratori di prova e i fabbricanti di materiale fonoisolante. ■
una gamma di prodotti ad hoc per la nuova uni Un elemento spesso trascurato ma invece di fondamentale importanza nell’isolamento acustico delle facciate è quello delle bocchette di ventilazione. La Normativa vigente prevede, per i locali con apparecchi di cottura, la presenza di un’apertura permanente nella parete di facciata o nei serramenti, per garantire l’ingresso di aria dall’esterno. Queste aperture causano una perdita ingente di isolamento acustico che deve essere risolta con prodotti ad hoc. Rispondono efficacemente a questa problematica i Silenziatori Acustici di Isolmant, una gamma di prodotti certificati, realizzati in polipropilene espanso poroso (P-EPP) ad elevato potere fonoassorbente e bassa con-
ducibilità termica. Si tratta di prodotti leggeri, facili da movimentare e da installare, realizzati in materiale riciclabile al 100% e senza l’utilizzo di materiali fibrosi e/o spugnosi destinati a degradarsi nel tempo e che potrebbero compromettere la qualità dell’aria. Fanno parte della gamma: Isolmant Tubo HP, con un valore certificato di resistenza di 43dB; Isolmant Tubo, con un valore di resistenza acustica di 40dB e Isolmant Junior Box, con un valore certificato di resistenza acustica di 57dB. Tutta la linea garantisce il rispetto della norma sulla ventilazione dei locali, contribuendo significativamente all’isolamento acustico della facciata.
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NOLEGGIARE LA SICUREZZA Vediamo nel dettaglio tutte le caratteristiche dei nuovi martelli demo-perforatori DeWalt. di Bibi Velluzzo
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eWalt è un’azienda che negli oltre 80 anni di attività si è sempre contraddistinta per l’eccellenza dei suoi prodotti. Un successo partito dalla sega radiale, primo prodotto messo in commercio, e continuamente affermato dalla ricerca dell’alto livello qualitativo e innovativo delle sue materie prime, dei prodotti e degli accessori. S’inseriscono in questo percorso di eccellenza i nuovi martelli demo perforatori D25603K, D25713K e D25763K, pensati per situazioni differenti di cantiere ma uniti da una serie di innovazioni uniche nel panorama edile, prima delle quali è la tecnologia del controllo delle vibrazioni AVC, i cui dati registrati si attestano tra i più bassi della categoria. Vera e propria novità è la frizione elettrica, un plus per un mercato italiano nel quale, l’obbligo del rispetto degli 80Nm, è solitamente ottenuto con la frizione meccanica. DeWalt raddoppia e riesce a raggiungere i soli 40Nm grazie alla nuovissima frizione elettronica aumentando così la sicurezza dell’operatore nelle situazioni di pericolo, come il frequente blocco della punta. La frizione elettronica svolge un’azione di raccolta e analisi dell’accelerazione della fase rotativa del martello e, qualora registri un’eccessiva accelerazione, riduce in immediato le rotazioni annullando così il ricrearsi di situazioni di pericolo per l’operatore o di sovraccarico del martello. Martelli eccezionalmente sicuri quindi, che oltre ad essere commercializzati, la rete BigMat ha deciso, attraverso l’area BigRent, di inserirli nella propria gamma noleggio per offrire a tutti i professionisti, oltre che un’attrezzatura
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sempre efficiente e all’avanguardia, caratteristica dei noleggi BigRent, anche un’attrezzatura ai primi livelli in termini di sicurezza e attenzione all’operatore. Il mercato edile italiano trova nei martelli da 6 kg il vero must commerciale e proprio questo universo presenta la seconda, e prima sul mercato, innovazione presente nel nuovo martello D25603K. Si tratta della trasmissione a catena i cui risultati superano i limiti delle prestazioni garantite dalla consueta ad ingranaggi. Tale innovazione permette alle spazzole di aumentare, o meglio raddoppiare, il loro ciclo di vita allungando così le tempistiche per le necessarie azioni di manutenzione preventiva e, parallelamente, la loro lubrificazione, non più a grasso ma ad olio, permette alla macchina di annullare il riscaldamento e di allungare ulteriormente la vita delle spazzole. Leggerezza, ergonomia e funzionalità sono, entrando nello specifico, le prime impressioni trasmesse dal martello demo perforatore D25603K con AVC+CTC+ADC. Il D25603K è attento anche alla sicurezza e in questa direzione guarda la doppia frizione una meccanica a due livelli e l’altra elettrica finalizzata ad abbassare la potenza del martello in situazioni di pericolo. Sicurezza che si rivolge anche all’interno del prodotto in quanto il sistema di protezione dalle polveri consente di allungare la vita dell’attrezzatura. Polveri che non intaccano neanche il demo perforatore D25713K da 8 kg, anch’esso dotato dei sistemi AVC+CTC+ADC, i cui terreni di utilizzo sono le murature ed il cemento nei quali riesce a garantire forature tra gli 18 e i 48mm. Il sistema antivibrazione lavora mediante un’impugnatura flottante per una completa sicurezza nell’utilizzo e si somma all’intelligente sistema ADC in grado di riconoscere e bloccare il martello nelle situazioni di stallo della punta nel calcestruzzo. Pensato per piccoli
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lavori di demolizione presenta la tecnologia ROTOSTOP per il bloccaggio della rotazione della punta durante tali azioni, oltre al comodo sistema di fissaggio del pulsante nella posizione ON. Il diametro massimo della foratura del cemento, attestato attorno ai 48mm può essere aumentato qualora vi sia l’utilizzo della punta speciale Ratio. Il top della gamma è rappresentato dal demo perforatore D25763K, ideale e professionale strumento di lavoro che con la sua tecnologia avanzata consente completa libertà di lavoro a tutti i professionisti. Vero e proprio fiore all’occhiello permette di operare, sia su strutture in muratura sia in cemento, al fine di realizzare forature che variano dai 18 ai 52mm. Un’intelligenza elettronica blocca il martello in situazioni di pericolo quale, ad esempio, la punta incastrata, una soluzione che si abbina alla gestione, sempre elettronica, della velocità e nell’importante controllo dell’energia del colpo. La sua potenza di resa massima registrata attorno ai 980 Watt, la possibilità di lavorare tra i 125 e i 250 giri al minuto sommati all’utilizzo della punta speciale Ratio, permettono di adoperare questo innovativo prodotto nella realizzazione di forature fino a 80mm di diametro. Il Gruppo BigMat dunque grazie all’ampia di gamma di servizi offerti all’interno delle proprie rivendite e alla partnership consolidata con DeWalt, è in grado di offrire a tutti i suoi clienti professionisti la possibilità di acquistare o noleggiare nei centri BigRent l’attrezzatura ideale per ciascun tipo di lavoro. ■
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Pennelli ad arte made in italy La nuova gamma di pennelli a marchio BigMat per soddisfare le crescenti richieste della clientela conquistata dal format Color BigMat. di Tommaso Casagrande
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gni lavoro vuole il suo strumento specifico, per questo BigMat ha deciso di sviluppare ulteriormente il settore colore e lo fa grazie alla collaborazione con Gamma Pennelli. Nasce così la nuova linea di prodotti BigMat, una gamma di pennelli dall’elevata qualità, adatta ai professionisti del settore ed in grado di coprire ogni esigenza d’utilizzo. La loro origine è completamente made in Italy e tutte le fasi di produzione avvengono in provincia di Cremona, abbiamo quindi strumenti dall’elevato standard qualitativo, tipica prerogativa dei prodotti a marchio BigMat. L’alta qualità ne permette l’utilizzo e la massima flessibilità in vari campi e su differenti superfici indistintamente dalle caratteristiche del prodotto verniciante utilizzato. Tutti i pennelli hanno il ma-
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nico in legno grezzo, personalizzato BigMat per una facile riconoscibilità, e plafoniere e plafoni possono contare su una miscela di pure setole cinesi bionda chungking e Orel. Il mondo degli smalti si può dividere in due grandi famiglie, le tinture a solventi e quelle ad acqua. Per gli smalti ad acqua abbiamo così il BigMat S/44 in pura setola chungking bionda cotta e ripreparata, pennello adatto alla stesura delle laccature del legno e nell’uso di impregnanti. Il BigMat Blue è invece il pennello in pura fibra sintetica Krek® dall’ergonomico manico naturale adatto per la stesura degli smalti a solvente. La nuova gamma è arricchita, inoltre, dalla variegata scelta di pennelli per radiatori, ai quali si aggiunge l’attenta offerta di rulli e complementi per il professionista del colore. ■
DALLE BICI A PARIGI: MIGLIAIA DI PREMI PER I CLIENTI BIGMAT Il concorso legato al ciclismo si è concluso con successo: pioggia di regali per centinaia di appassionati delle due ruote. di Stefano Guolo
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l concorso BigMat dedicato al ciclismo si è concluso con ottimi risultati in termini di partecipazione. Si contano infatti 3554 cartoline giocate in ben 129 punti vendita (87 ragioni sociali). Rispetto ai concorsi precedenti si è registrato un incremento del numero di partecipanti (soprattutto muratori, artigiani e impresari) del 61% e un incremento delle giocate pari al 115%. Sono stati assegnati in totale 2352 premi tramite vincita immediata o tramite estrazione. Tra questi, i premi più ambiti - ovvero il cofanetto viaggio a Parigi - è andato al cliente di BigMat Edil FA.RO mentre le biciclette personalizzate BigMat se le sono accaparrate i fortunati clienti di, BigMat Busso e BigMat EdilParise, i clienti di BigMat Cossa.
Interessante, infine, l’esito del sondaggio abbinato al concorso. I partecipanti, rispetto alle promozioni BigMat e ai prodotti in offerta, hanno risposto di acquistare sempre (33%) o qualche volta (54%) i prodotti in promozione. Solo l’8% ha dichiarato di non essere a conoscenza delle promozioni. Riguardo all’ambito delle sponsorizzazioni risulta che il 29% dei clienti è molto appassionato di ciclismo e il 49% ha dichiarato di seguire il Giro d’Italia, il Tour de France e le grandi Classiche. Solo il 22% si è detto non interessato a questo sport. E in termini di gradimento delle sponsorizzazioni sportive BigMat degli ultimi anni il ciclismo risulta in testa (preferito dal 37%). ■
I fortunati vincitori presso BigMat EdilParise ad Arzignano (VI)
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SI PUò VENDERE DI PIù A CHI CONSUMA MENO Volteco e BigMat insieme: una giornata di formazione e confronto per condividere future idee e strategie collaborative. di Cristina Serra
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i può vendere di più a chi consuma di meno: questo il titolo, volutamente provocatorio, dato da Volteco all’incontro realizzato in collaborazione con BigMat a Treviso, presso la propria sede. L’idea di organizzare questo evento, insieme ad un partner di importante riferimento, nasce dall’esigenza di ripensare l’approccio al cliente, partendo proprio dall’analisi di “come sta cambiando il consumatore in questo momento di difficoltà”.
Importanti i temi trattati: 4 Le variabili aziendali da implementare: presenza nel territorio, innovazione, organizzazione del cantiere, servizio di fidelizzazione. 4 Analisi degli attuali modelli di consumo: scenari, strategie, opportunità. 4 L’importanza di gestire “dati certi” ma soprattutto fruibili: le nuove opportunità offerte dai sistemi di Business Intelligence. 4 Dialogo, comunicazione, fiducia: l’utilizzo dei social network 2.0. 4 Intercettare le esigenze per dare risposte concrete. L’evento, gestito a quattro mani con i consulenti Volteco, Mario Dattoli di 24Consulting e Bruno Durante di Performando, si è svolto in un clima di aspettative prima, di
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relazione, apertura e rinnovata fiducia nel gruppo (BigMat e Volteco, insieme…), poi. La presenza dei titolari delle aziende socie di BigMat e l’apporto delle loro esperienze quotidiane, hanno permesso di partire da “dati certi” per tratteggiare, con l’apporto di tutti i presenti, future idee e strategie collaborative. Il gruppo si è lasciato con una simpatica mappa di Post-It, scritti dai partecipanti, sui quali, semplicemente, ognuno ha tracciato le proprie richieste ed aspettative! ■
Guarda il video dell’evento >
Quasi la metà degli italiani pensa che dopo la crisi il modo di consumare cambierà. Il 25% della popolazione ritiene di consumare più del necessario. Questo non si concretizza in privazioni o voglia di rinuncia, ma nella ricerca di un nuovo modo di consumare, sicuramente meno eccessivo, anche più sostenibile, più partecipato che consueto, volto alla ricerca di un servizio mirato alle esigenze personali e con il giusto rapporto qualità-prezzo. Comprendere questo vuol dire riuscire ad adattare prodotti e servizi al mutare delle aspettative di chi li acquista; questa è la sfida per riuscire a vendere di più a chi sta già consumando meno ed in modo più accorto.
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assemblea nazionale bigmat 8-9 giugno 2012 a Sorrento
Mettersi insieme è un inizio,
rimanere insieme è un progresso,
lavorare insieme è un successo. Henry Ford
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orrento, l’Hotel Hilton e la sua splendida vista sulla baia hanno fatto da cornice alla consueta assemblea nazionale del gruppo BigMat, tenutasi l’8 e il 9 giugno scorsi. L’approvazione del bilancio è stato solo il primo step di un incontro che è stato anche una sorta di laboratorio in cui nuovi e importanti progetti sono stati condivisi con entusiasmo e fiducia da tutti i soci, tracciando così nuovi obiettivi da portare avanti con il consueto spirito unitario, con la forza di un Gruppo che a Sorrento si è confrontato alla presenza della quasi totalità dei soci. Entusiasmo, coesione e atteggiamento positivo sono stati gli ingredienti che, come ha dichiarato il direttore di BigMat Italia Lina Mazzullo, «permetteranno alle prossime aree di sviluppo e di business di affrontare le sfide dei nuovi mercati». Intanto, i primi mesi del 2012 hanno portato con sé altri sette nuovi associati entusiasmati e conquistati dalla filosofia di BigMat. ■
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il consulente d’azienda GLI ASPETTI POSITIVI DELLA CRISi (2)
Da un mercato di massa ad una massa di mercati Questo articolo rappresenta il secondo contributo di un percorso che si propone di dare una lettura della crisi economica volta a cogliere dal difficile periodo congiunturale spunti e riflessioni che possano aiutare gli operatori a resistere alla flessione del mercato ed a prepararsi ai nuovi scenari che si prospetteranno. Dopo aver affrontato il tema della fiducia quale elemento di vantaggio competitivo in un contesto dominato dall’incertezza, l’approfondimento è questa volta sul alcune dinamiche di mercato. Per diversi anni, nel settore dell’edilizia abbiamo osservato una significativa e costante crescita di volumi e prezzi, crescita nell’ultimo periodo anche poco coerente con i fondamentali macroeconomici che cominciavano a presentare segnali di discontinuità. Questa tendenza ha determinato lo sviluppo di un mercato concentrato più sulle quantità e sui grandi “numeri” che sulla qualità di prodotti e servizi. Il positivo andamento della domanda, sostenuta da attese di prezzi crescenti degli immobili e da un facile accesso al credito (forse fin troppo facile…) aveva, tra l’altro, ridotto la propensione all’innovazione e l’attenzione ai segnali di cambiamento che iniziavano a provenire dal mercato. Minore attenzione veniva anche posta alla segmentazione della clientela ed alla percezione dei “nuovi bisogni”, e la leva prezzi/volumi sembrava la principale leva competitiva. La crisi ha poi ridimensionato tutto: la capacità di spesa è calata progressivamente riducendo i consumi e ancor di più la domanda di beni durevoli e di investimenti. La scarsa fiducia nella ripresa e la forte incertezza nel futuro ha poi contribuito a creare un circolo vizioso che ha portato all’attuale fase di “calma piatta” in cui non è facile pre-
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vedere a breve l’ auspicabile ripresa o almeno un periodo di stabilità. La forte riduzione di accesso al credito per imprese e famiglie ha poi acuito tale inversione di tendenza creando forti difficoltà e una notevole selezione degli operatori. Come diceva il poeta francese Paul Valéry, “Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta”: ciò che sembra assodato è che “nulla sarà più come prima”. La crisi, come spesso accade, accelera i processi di cambiamento con forti impatti sugli equilibri di mercato e sulla competitività degli operatori. La “distanza” tra aziende che prima e meglio hanno adottato correttivi anche radicali al proprio modello di business ed altre, che anche per un minor grado di indipendenza finanziaria, hanno saputo meno interpretare le mutate esigenze di clienti, fornitori ed influenzatori di mercato si è sensibilmente ampliato. Come in una gara ciclistica le grandi salite aumentano distacchi e ritiri, questa lunga crisi, sta creando difficoltà a tutto il settore ma con impatti molto differenziati sui diversi operatori. La “profezia” di un grande studioso dei mercati e dei consumatori di passare da un “mercato di massa” ad una “massa di mercati” appare lungimirante e di grande attualità anche nell’edilizia. La massa lascia il posto al singolo, la quantità alla qualità, l’utilità assume personalità e specificità. Nei nuovi mercati in cui la massa di clienti indistinti è stata sostituita da individui le cui scelte sono motivate da sensazioni e sentimenti mutevoli difficilmente prevedibili, anche i fondamenti economici vanno rivisti. Questo cambiamento rivoluziona l’intera catena del valore, coinvolgendo tutti gli attori del processo: i produttori, i distributori, le imprese di costruzio-
ne e altri fornitori di servizi legati al “real estate” debbono tempestivamente percepire ed interpretare esigenze e cambiamenti della clientela in modo proattivo. In un mercato che visto da lontano mostra solo segnali negativi, all’occhio degli imprenditori più attenti può però mostrare “nicchie” con buone prospettive di crescita e redditività, a cui porsi con credibilità e capacità di comunicazione ed innovazione. Ma come ogni cambiamento, ancor più se radicale come in questo caso, richiede risorse umane, tecniche, di conoscenza e di esperienza in un periodo in cui la maggior parte degli sforzi sono concentrati sul contingente e sulla risoluzione “day-by-day” di problematiche commerciali, produttive, gestionali nonché finanziarie. Come fare quindi ad essere attori di un processo di cambiamento non potendone supportare interamente l’onere? La risposta non è univoca né semplice ovviamente, ma qualche tendenza sta emergendo a tal proposito. All’inizio della crisi si è detto che non sarebbe stata più sufficiente la proposizione del prodotto, bensì una sua integrazione con servizi accessori differenzianti in grado di adattare l’offerta ad una domanda tendenzialmente più segmentata e specifica. Ma ad oltre tre anni dal 2008, che ha segnato l’inizio di questa difficile fase congiunturale, tutto questo sembra non bastare. Si è delineato pertanto un ulteriore allargamento del concetto di prodotto verso quanto oggi viene definito “meta-prodotto”: una proposizione d’offerta che vede la convergenza e la condivisione degli attori della filiera, dai produttori ai for-
innovazione in cantiere
livella, allinea
piomba, squadra
squadr allineament
nitori fino ai distributori. Un modello di business “aperto” finalizzato, sulla base di aspettative più consapevoli e attente da parte del cliente finale, a condividere progettualità, investimenti, canali di comunicazione da e verso il mercato. Ciò implica una suddivisione del rischio e delle risorse da impiegare, fondamentale in un periodo di risorse limitate ed elevato rischio, ma comporta la gestione di una maggiore complessità. Un mercato sempre più frammentato, e alla ricerca di soluzioni integrate ed innovative a costi ragionevoli, implica l’esigenza di coniugare flessibilità, professionalità, conoscenze tecniche e di mercato, capacità di comunicazione e recuperi di efficienza che si possono realizzare solo intervenendo sull’intero “sistema del valore”, che supera i confini della singola impresa. Un proverbio africano ricorda che “se vuoi viaggiare veloce, viaggia da solo. Ma se vuoi andare lontano, viaggia in compagnia”. È forse arrivato il momento di scegliere un percorso di lungo periodo per le nostre organizzazioni in uno scenario sempre più complesso. Il percorso richiederà la “compagnia” di fornitori, collaboratori, produttori e di tutti gli altri attori legato in progetti comuni basati su nuove forme collaborative. Una nuova sfida, quindi, che comporterà il consolidamento di alcuni legami “storici”, ma anche la fine di altri, sostituiti da nuove forme collaborative con attori con cui condividere questo nuovo percorso. L’ampliamento della rilevanza di un approccio più collaborativo e “di sistema” non può però, a mio parere, prescindere dalla capacità di monitorare e misurare costi ed i benefici diretti ed indiretti generati dai propri “compagni di viaggio”. I “prezzi di trasferimento” di beni e servizi non sono sufficienti a valutare i partner, che incideranno sempre più sulla competitività della Vostra impresa. I soggetti, a monte e a valle, che sceglierete in una visione strategica dovranno essere valutati all’inizio ed in itinere in base a molti parametri, non solo quantitativi, quali la capacità di innovazione, la flessibilità operativa, la solidità finanziaria, la capacità di veicolare conoscenze distintive soprattutto la capacità “di fare sistema” con la Vostra azienda nei suoi rapporti con il mercato, al fine di creare vantaggi competitivi sostenibili e saper gestire con buoni risultati la complessità di un mercato fortemente segmentato.
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il consulente legale Responsabilità del costruttore-venditore per mancato isolamento acustico nei nuovi edifici
La tematica dell’isolamento acustico dei nuovi edifici richiederebbe un ampio approfondimento maggiore, posto il composito ed articolato assetto normativo. Ci si limiterà, quindi, ad alcune indicazioni di massima, lasciando a ingegneri, architetti e geometri ciò che riguarda il coordinamento, quanto a dati e requisiti acustici, fra normativa interna (D.P.C.M. 5/12/1997), normativa comunitaria solo momentaneamente recepita nell’Ordinamento interno (crf. la delega scaduta di cui alla legge comunitaria 2009) e norme Uni, fra le quali, in ordine cronologico, citiamo le ultime: la UNI 11367 e la UNI 11444. Compito del giurista è, anzitutto, provare a spiegare in quale tipo di responsabilità potrebbe incorrere il costruttore-venditore che non rispettasse quelle norme nella costruzione dell’edificio e, meglio ancora, se sono poi quelle norme che, da un punto di vista stricto sensu civilistico, delimitano e qualificano direttamente tale responsabilità. Si sgombri, preliminarmente, il campo da ogni equivoco: è vero che la giurisprudenza è pacifica nel ritenere che quelle norme (di chiaro tenore pubblicistico) nulla informano direttamente rispetto al rapporto fra privati e, dunque, all’eventuale pretesa dell’acquirente nei confronti del costruttore-venditore (ex multis: C. n. 7181/12). Altrettanto vero è che ciò trova la propria giustificazione nella circostanza che tali disposizioni regolano in senso verticale i rapporti fra privato e Pubblica Amministrazione, essendo che quest’ultima deve garantire livelli minimi di salubrità e vivibilità degli edifici, concedendo l’abitabilità solo a quelle costruzioni che siano rispettose degli standard di isolamento acustico predefiniti. Le pregresse considerazioni non escludono, parimenti, che sia il D.P.C.M. 5/12/1997, nel diritto vivente della Aule giudiziarie, a costituire il parametro oggettivo per accertare l’avvenuta esecuzione delle opere di nuova costruzione secondo le regole dell’arte, in
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relazione ai requisiti acustici passivi degli edifici. In particolare, il costruttore-venditore potrà essere chiamato, in primis, a rispondere, alternativamente e/o cumulativamente, sia per vizi ai sensi dell’art. 1490 c.c., in relazione alla garanzia dovuta per effetto del contratto di compravendita; sia per gravi difetti ai sensi dell’art. 1669 c.c., a titolo di responsabilità extracontrattuale derivante dal contratto d’appalto, fintantoché il mancato rispetto della normativa acustica di cui al D.P.C.M. 5/12/1997, per edifici di nuova costruzione, comporti una trasmissione dei rumori oltre la normale tollerabilità legislativamente predeterminata e presunta. La trasmissione dei rumori viene valutata, di norma, in quattro direzioni: 1) trasmissione attraverso pareti e solette; 2) trasmissione attraverso il muro della facciata o del tetto; 3) trasmissione del rumore per calpestio; 4) trasmissione del rumore di impianti a funzionamento continuo (condizionatore d’aria) o discontinuo (ascensore condominiale). La regola dell’arte imporrà, dunque, di progettare e costruire con particolare attenzione all’isolamento acustico: i muri perimetrali, le solette di separazione tra le distinte unità abitative e tra i diversi piani, le pareti verticali di facciata e/o divisorie, i pavimenti, i serramenti. Si ricorda che mediante le già citate norme UNI 11367 e 11444 si è provveduto a fissare dei criteri per la classificazione acustica degli edifici, rispettivamente, seriali (ospedali, scuole, alberghi) e non seriali (unità immobiliari aventi elementi costruttivi anche molto diversi tra loro), con la conseguenza che le classi di efficienza acustica risultano, al momento, quattro: si va dalla classe 1, che identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso). Secondariamente, anche rispettato l’obbligo di attenersi in modo rigoroso al rispetto degli standard di legge fissati nel permesso di costruire concesso dalla Amministrazione competente, il costruttore-venditore rischia
in subiecta materia, di incorrere nell’ulteriore azione dell’acquirente che erroneamente si fosse deciso ad acquistare l’immobile nella convinzione che esso appartenesse ad una classe di efficienza acustica migliore (1497 c.c.). Onde evitare tale problematica è consigliabile prevedere nel capitolato d’appalto specificatamente quali requisiti acustici devono possedere gli elementi costruttivi, le strutture murarie o i serramenti e gli impianti, prescrivendo anche le modalità attraverso cui, mediante collaudo, verificare se i requisiti prescritti sono stati soddisfatti. Allo stesso modo sarà opportuno specificare nel contratto di compravendita a quale classe di efficienza acustica appartiene il bene compravenduto, classe determinata a seguito del collaudo anzidetto, cosicché si ridurrà sensibilmente il rischio di trovarsi eccepita, da parte dell’acquirente, la mancanza di qualità essenziali e/o promesse, per quanto concerne l’isolamento acustico. In conclusione il consiglio, per i costruttorivenditori, è quello di operare nella massima trasparenza, senza trascurare alcun dettaglio fin dai primissimi progetti dell’opera che dovrà essere costruita, sia nei confronti del Comune interessato che nei confronti del committente e/o acquirente, avvalendosi dell’assistenza legale e tecnica del caso. Il budget disponibile per l’esecuzione dell’opera determinerà, poi, inevitabilmente anche la qualità dell’isolamento acustico dello stesso, con ovvie conseguenze sul prezzo delle singole unità immobiliari e sul target di clientela cui dovrà essere indirizzata l’offerta. Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari
BigMat e Federlegno: nuova partnership all’insegna del dialogo e di nuove prospettive di mercato
BigMat e FederlegnoArredo hanno avviato, a partire da giugno 2012, un dialogo, il cui scopo è quello di affrontare assieme le dinamiche di un mercato edile sempre più complesso. Il legno è un materiale sempre più utilizzato e apprezzato in edilizia per le sue intrinseche qualità estetiche e culturali e le costruzioni in legno stanno registrando una confortante crescita anche se la situazione nel complesso rimane difficile. A Klagenfurt austriaci e italiani a colloquio per analizzare l’andamento del mercato. Il mercato del legno è stato al centro della Giornata Internazionale del Legno che ha riunito a Klagenfurt (Austria) i principali attori europei per analizzare lo stato dell’arte del settore. Per quanto riguarda l’Italia è emerso un quadro complesso, che sta influenzando le importazioni di segati di conifera dall’Austria (nostro principale partner
commerciale). “Stiamo attraversando un momento difficile – spiega Domenico Corà, membro del Comitato Misto Italo-Austriaco – ma sono certo che sapremo reagire come dimostrano i dati delle esportazioni di prodotti in legno
per l’edilizia cresciute l’anno passato del 15%”. Sul fronte interno del mercato si segnalano stock di segati ridotti al minimo con la conseguenza che poche aziende potranno mantenere programmi di acquisto a medio e lungo termine. A questo proposito, per far sì che il mercato mantenga un certo equilibrio è stato chiesto ai fornitori austriaci di impostare un servizio di consegna ancora più rapido e preciso, meglio se supportato da un magazzino in loco. Difficile prevedere come andranno i prossimi mesi, anche se un cauto ottimismo è emerso grazie soprattutto al forte sviluppo del social housing - che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese - e all’andamento delle ristrutturazioni (che rappresentano il 33% dell’edilizia) che ha chiuso il 2011 con un incoraggiante +0,8%. Si tratta di piccoli segnali positivi, ma che dovrebbero anticipare un cambio di tendenza a partire dall’anno prossimo.
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Edilizia: approvate le linee guida per la formazione in Europa dal 2012 al 2016 Dieci obiettivi per migliorare la qualificazione dei lavoratori e promuovere la sicurezza sul lavoro Un accordo internazionale per migliorare la qualificazione professionale dei lavoratori edili e promuovere l’equità, l’integrazione sociale e la sicurezza sul lavoro di operai e tecnici nei Paesi del Vecchio continente. È il risultato raggiunto con la Carta di Lecce, il documento firmato lo scorso 16 giugno a Lecce nella giornata di chiusura del nono meeting di Reforme, l’organizzazione che riunisce i principali enti bilaterali di formazione in edilizia dei nove Paesi europei attualmente aderenti (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Finlandia, Svezia e Svizzera). A sottoscriverlo per l’Italia è stato il Formedil, l’Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale il edilizia che coordina l’attività delle 102 Scuole Edili sparse sul territorio, insieme con gli altri partner europei: Ccca-Btp (Francia), Bzb (Germania), Flc (Madrid – Spagna), Flc (Principato Delle Asturie – Spagna), Institut Gaudi (Barcellona – Spagna), Cenfic (Portogallo), Formation Pme (Liegi – Belgio), Ecap (Svizzera), Keuda (Finlandia), Byn (Svezia). Le nuove linee guida del prossimo quadriennio La Carta di Lecce indica le direttive che la rete Reforme, nata nel 1991, dovrà seguire dal 2012 al 2016 per rafforzare l’eccellenza dell’istruzione e della formazione professionale nel settore delle costruzioni in Europa. Dieci gli obiettivi che gli enti bilaterali europei si sono dati nei prossimi quattro anni: 1. Promuovere l’attrattività delle professioni del settore edile in Europa e nella formazione iniziale specifica . 2. Contribuire all’eccellenza dell’istruzione iniziale e continua in edilizia con riferimento al Quadro europeo della qualità (EQAVET). 3. Consolidare le iniziative educative e for-
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mative che mirano non solo alla qualifica professionale ma anche all’equità, all’integrazione sociale e alla partecipazione attiva dei cittadini. 4. Usare il Quadro Europeo delle Qualifiche, il Sistema Europeo dei Crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET) per la trasparenza e il trasferimento dei risultati di apprendimento. 5. Incoraggiare la creatività e l’innovazione nell’istruzione e la formazione professionale iniziale e continua tenendo conto dell’evoluzione delle professioni e dei bisogni del mercato del lavoro. 6. Investire nella qualità pedagogica degli insegnanti, formatori e altre figure professionali IFP per migliorare l’integrazione professionale e sociale degli allievi. 7. Rinforzare i percorsi europei che riguardano sia gli allievi sia le figure professionali IFP e basati sulla Carta Europea di qualità per la Mobilità. 8. Creare opportunità per un apprendimento reciproco e uno scambio di pratiche nell’ambito IFP considerati prioritari. 9. Includere lo sviluppo sostenibile nell’ambito dei percorsi IFP, fattore che influenza l’evoluzione del settore dell’edilizia. 10. Promuovere norme che tutelino la salute e la sicurezza nel settore edile a tutti i livelli d’istruzione e ulteriori attività di formazione professionale. “Con la Carta firmata a Lecce si forniscono delle preziose linee guida e soprattutto si prosegue sul cammino dello sviluppo di azioni condivise e comuni” ha dichiarato l’onorevole Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento Europeo, che ha preso parte il 16 giugno alla giornata conclusiva della tre giorni di lavori insieme tra gli altri al parlamentare europeo Mario Baldassarri, al
presidente del sindacato europeo dei lavoratori edili (FETBB - Federazione europea degli edili) nonché segretario generale della Filca Cisl Domenico Pesenti, al segretariato europeo della CGIL Fausto Durante, al segretario nazionale della Feneal UIL Emilio Correale e al vicepresidente dell’Ance Salvatore Matarrese. “Un apprezzamento particolare va fatto al tema della mobilità dei lavoratori, perché queste esperienza basate sullo scambio risultano rilevanti per la crescita professionale, ma anche umana. Si tratta di un valore inestimabile – ha proseguito Pittella –. Per questo credo sia opportuno arrivare ad ampliare il programma Erasmus, che abbiamo iniziato ad allargare ai giovani imprenditori, trasformandolo in un’esperienza universale, capace di riguardare tutti i giovani dai 16 ai 35 anni indipendentemente dall’attività che svolgono”. Per Piero Leonesio, vicepresidente del Formedil “discutere di una formazione permanente, capace di dare risposte differenziate ai bisogni variegati di diverse categorie di lavoratori in diversi Paesi, in una fase così difficile per l’economia mondiale, rappresenta una sfida importante, che vogliamo accettare. Soprattutto servirà una maggiore attenzione nei confronti dei giovani lavoratori, che entrano in cantiere con un grado si scolarizzazione più elevato rispetto al passato e pongono nuove richieste di tipo sociale. Per loro bisogna trovare strumenti di tipo nuovo. È una sfida che dobbiamo accettare e vincere perché questo vuol dire offrire un contributo alla costruzione dell’Europa del futuro”.
EDILIZIA: TAVOLO FEDERCOSTRUZIONI – MINISTERO RICERCA PER L’INNOVAZIONE
«Senza innovazione non c’è sviluppo. E ciò è tanto più vero quando si vivono momenti e congiunture come quelle attuali in cui il cambiamento diventa una necessità ma anche un’opportunità per affrontare il futuro». Così il presidente di Federcostruzioni Paolo Buzzetti nel corso del convegno “L’industria delle costruzioni verso Horizon 2020” promosso da Federcostruzioni con l’Ance, la Piattaforma tecnologica italiana delle Costruzioni e in collaborazione con l’APRE. Horizon 2020 è il nuovo sistema di finanziamento per la ricerca presentato dalla Commissione europea nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, ritenuto fondamentale per la realizzazione degli obiettivi della strategia “Europa 2020” e dell’iniziativa “Unione dell’innovazione”. Il budget di “Horizon 2020” proposto per il periodo 2014-2020 ammonta a circa 80 miliardi di euro. Una opportunità imperdibile per la filiera che si riconosce in Federcostruzioni e che include il sistema imprenditoriale dalla progettazione al variegato mondo della produzione di materiali, attrezzature, macchinari, tecnologie, fino ad alcuni comparti del commercio.«Oggi l’edilizia deve sempre di più rispondere alle esigenze di un’adeguata qualità della vita. Logiche – ha proseguito Buzzetti – che, in parte, il mondo delle costruzioni ha già saputo cogliere, avendo compreso quanto l’innovazione di prodotto e di processo rappresenti il vero motore per una evoluzione armoniosa e sostenibile». Secondo una stima di Federcostruzioni l’investimento in innovazione da parte del settore è pari
a 10 miliardi di euro rispetto al giro d’affari complessivo di 354 miliardi, ovvero al 3% del totale. Ma la sfida è ancora all’inizio. In termini generali si constata un ritardo significativo dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei con un livello di spesa impegnata in ricerca e sviluppo pari all’1,3% del Pil «Federcostruzioni – ha aggiunto il presidente – ha sempre prestato grande attenzione al tema dell’innovazione legandola da un lato all’esigenza di rafforzare la competitività in una prospettiva di sistema e di filiera, dall’altro alla qualità del costruire, ovvero alla capacità di offrire prodotti e condizioni rispetto alla fruizione dei beni e quindi risposte adeguate in termini di confort e di efficienza». Federcostruzioni «valorizzando la logica di filiera intende avviare un percorso ambizioso ma concreto: in particolare – ha annunciato Buzzetti – la costituzione di un Tavolo di lavoro con il Ministero della ricerca e tutti i soggetti istituzionali che vogliono ridurre il gap rispetto agli altri Paesi».«Nelle costruzioni – ha dichiarato Paolo Perino – una fortissima spinta all’innovazione è già nata dalla trasformazione della domanda abitativa dalla quantità alla qualità, laddove per qualità si intende soprattutto maggiore sicurezza, sostenibilità, accessibilità e fruibilità; tutti aspetti chiave per il conseguimento degli obiettivi delineati nella strategia europea 2020. L’importante tensione innovativa che pervade il settore – ha proseguito – necessita di essere adeguatamente riconosciuta e supportata nell’ambito di Horizon 2020, reale opportunità per la filiera delle costruzioni per consolidare la
propensione ad un approccio di sistema, alla sperimentazione di percorsi di ricerca condivisi dai numerosi operatori coinvolti». «Per cogliere appieno le potenzialità del programma europeo – ha concluso Buzzetti – è necessario avviare una regia ben precisa in grado di ottimizzare le scarse risorse a disposizione, e non mi riferisco solo a quelle finanziarie, e coordinare le attività tipiche delle diverse competenze da coinvolgere». A questo Tavolo Federcostruzioni sta pensando di aggiungere anche uno sportello per le imprese al fine di facilitare il flusso di informazioni. La Federazione ritiene inoltre utile la definizione di linee di politica industriale nel campo dell’innovazione capaci di indirizzare l’ambito di attività delle aziende di mercato più innovativo e di maggiore interesse.
Paolo Buzzetti
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news dal mondo bigmaT BIGMAT BETTINELLI: CONVEGNO CON KERAKOLL PER IL RIPRISTINO MONOLITICO DEL CALCESTRUZZO Il socio BigMat Bettinelli Luciano Srl di Bergamo ha organizzato lo scorso 10 luglio allo Starhotel Cristallo Palace un interessante incontro in partnership con Kerakoll, dal tema “GeoLite Natural Concrete: il ripristino monolitico del calcestruzzo”. Il partecipatissimo
incontro ha visto coinvolti Diego Bellini della direzione tecnica Kerakoll regione Lombardia, e Andrea Rava del Servizio tecnico Kerakoll della provincia di Bergamo, interventui per spiegare nel dettaglio l’innovazione mondiale GeoLite. Il nuovo prodotto resiste nel tempo come
la roccia, risolvendo definitivamente il problema di fessurazioni e distacchi, è in grado di ricostruire, regolarizzare e proteggere in un’unica applicazione. Di notevole interesse, poi, il momento di confronto sulle prove pratiche di GeoLite in un cantiere.
INCONTRO SULLA GEOLITE: GEOMALTA PER IL RIPRISTINO MONOLITICO DEL CALCESTRUZZO BigMat Bettinelli incontra Kerakoll
MARTEDI 10 LUGLIO 2012
PRESSO STARHOTELS CRISTALLO PALACE VIA B. AMBIVERI,35 - 24126 BERGAMO PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
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ore 18.30 accoglienza ore 18.45 aperitivo ore 19.00 meeting tecnico ore 20.00 dibattito ore 20.20 cena * SE INTERESSATI SI PREGA DI RISPONDERE A QUESTA MAIL CON UNA CONFERMA DI PARTECIPAZIONE
BETTINELLI LUCIANO s.r.l. Via Crocefisso, 43 - 24123 Bergamo (BG) Tel. 035 247176 - bettinelli@bigmat.it
CON BIGMAT FABIO SBAFFI, LA PRIMA SCUOLA DI BARBECUE D’ITALIA Estate, tempo di mare, ma non solo. La stagione estiva, infatti, rappresenta il periodo dell’anno in cui le serate diventano ideali per incontrarsi e stare in compagnia soprattutto la sera, all’aria aperta, quando il caldo della giornata diventa più mite. E in particolare, gli amanti del buon cibo non disdegnano trascorrere le serate
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in compagnia degli amici cucinando una saporita cena al barbecue. Ma per ottenere una cottura pregiata al barbecue, bisogna conoscere specifiche tecniche e segreti. A Piediripa di Macerata, sabato 7 luglio, ha fatto tappa la “Prima scuola di barbecue d’Italia” con cotture al barbecue e degustazioni per i partecipanti. Il corso è stato ospitato da BigMat Fabio Sbaffi. La Scuola di cucina al barbecue con grandi chef è nata da un’idea dei “Signori del barbecue”, azienda bolognese che da oltre vent’anni si occupa di realizzazione di barbecue in tutta Italia.
news dal mondo bigmaT BIGMAT EDILPIù SPONSORIZZA IL CAMPIONCINO DI KITESURF Jacopo Cantini, diciassettenne di Follonica (GR), nel 2011 è stato campione italiano juniores di kitesurf freestyle. Il kitesurf, sport acquatico di recente invenzione, è una variante naturale del surf, al quale è stata aggiunta un’ala (kite significa aquilone) che, collegata con delle linee a circa 25 metri d’altezza, fa uso della forza del vento, generando una notevole trazione che consente agli sportivi di cimentarsi in roccambolesche evoluzioni in aria. Questa disciplina è stata introdotta ufficialmente nelle future Olimpiadi di Rio De Janeiro del 2016 in sostituzione del windsurf . «Uno dei miei principali obiettivi sarà quello di allenarmi molto in vista di questo importantissimo ap-
...protegge la tua casa da cima a fondo!
puntamento – spiega Jacopo – con la grande speranza di poterne far parte». E incrocia le dita anche tutto il gruppo BigMat, visto che sulla muta e sulla tavola del giovane surfista ci sono anche i colori blu e rossi grazie alla sponsorizzazione del socio Edilpiù di Follonica. Un sostegno allo sport che è uno dei leit motiv di BigMat e che ha trovato in Cantini l’entusiasmo, la creatività e il senso di sfida che appartiene al Gruppo: «Questo sport mi piace tantissimo perché mi fa sentire libero in quanto, sfruttando le forze della natura, mi consente di fare evoluzioni e salti fantastici regalandomi sensazioni uniche quali l’ebbrezza e l’adrenalina di trovarmi tra cielo e mare», conclude il ragazzo.
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BIGMAT FOCARDI E CERBAI PER L’EMILIA La casa del popolo di Querceto in prima linea per le popolazioni terremotate dell’Emilia. L’iniziativa “Formaggio solidale viola”, portata avanti dai tifosi della Fiorentina, ha raccolto l’incredibile quantità di nove tonnellate di parmigiano reggiano, proveniente dagli stabilimenti colpiti dal sisma. Uno dei punti di raccolta è stata, appunto, la Casa del popolo di Querceto dove sono arrivati (e poi distribuiti) 1.160 chili di formaggio. Una quantità davvero incredibile al termine di una sottoscrizione partita tra le prime a livello toscano. I tifosi viola, alla fine delle prenotazioni, che si sono chiuse l’11 giugno, sono andati di persona a verificare le condizioni dei caseifici. Solo dopo hanno fatto l’ordine e poi si sono recati a Modena per ritirare le nove tonnellate che sono state portate allo stadio Artemio Franchi. Lì i giovani sestesi hanno caricato le loro forme e le hanno portate alla Casa del popolo per la consegna. A Querceto sono, quindi, sbarcati i pezzi di formaggio, tutti da un chilo, in confezioni sottovuoto, per un prezzo simbolico di dieci euro. Il piccolo grande gesto di solidarietà si è concretizzato grazie alla collaborazione di tutto il consiglio della Casa del popolo, la presidente Anna Giorgeschi e il vice Simone Cresci, e anche della ditta BigMat Focardi e Cerbai di Sesto che ha messo a disposizione, gratuitamente, un furgoncino per il trasferimento del formaggio.
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news dal mondo bigmaT BIGMAT ROVEDIL 2002 E LA SGAMBADA DE BLUM Il Monte Blum è la montagna di Rovetta, in Val Seriana, e non potrebbe essere altrimenti, visto che il paese è sorto proprio ai suoi piedi, mentre sulla sua cima si trova la Cappella degli Alpini, uno dei simboli a cui i rovettesi sono particolarmente affezionati. Inaugurata il 20 maggio del 1972, dopo quindici mesi di duro lavoro da parte degli alpini, domina e protegge il paese e l’intero altopiano. Per salire il Blum si possono seguire numerosi sentieri che si intrecciano lungo tutto il monte, costellato da diverse cascine ancor oggi saltuariamente abitate. Arrivati in cima, il panorama è eccezionale: a sud lo sguardo può spaziare su tutto l’altopiano che da Clusone sale fino al Passo della Presolana, oppure spingersi lungo la Valle Borlezza fino al Lago Sebino. Sul lato opposto si vede invece la valle che parte da Valzurio e, attraverso Nasolino e le stalle del Moschel, sale fino ai piedi della parete nord della Presolana. Lo spettacolo è così
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emozionante che già nel 1972 si pensò di organizzare la prima salita collettiva al Monte Blum, un’iniziativa che inaugurò una lunga serie di feste svolte sui prati che circondano la cappella, così ancora oggi, nel mese di agosto, si tiene la tradizionale Sgambada de Blum, manifestazione non competitiva che vede ogni anno la partecipazione di centinaia
di persone di ogni età. Quest’anno la manifestazione è stata sostenuta anche da BigMat Rovedil 2002 e si è svolta domenica 12 agosto, per un percorso totale di circa 4 chilometri, inizialmente su asfalto, poi su ripida carrareccia con tratto intermedio di sentiero e arrivo alla chiesetta degli alpini. Un appuntamento imperdibile per i rovettesi come per molti turisti e appassionati, a cui anche BigMat Rovedil 2002 non ha potuto mancare, tingendo dei colori blu e rosso del Gruppo il percorso e la giornata.
news dal mondo bigmaT BIGMAT EDILPARISE E LE LINEE VITA PER LA TRIVENETO CAVI La capacità di comprendere in anticipo le dinamiche normative, di mercato e la conseguente attuazione di attente politiche formative, hanno consentito alla BigMat EdilParise di assicurarsi un’importante commissione per la messa in sicurezza, tramite linee vita, dello stabilimento a Brendola (VI) della Triveneto Cavi, una delle principali aziende italiane specializzate nella produzione di materiale termoplastico, poliolefinico ed elastomero. Un lavoro impegnativo, concluso nel 2011, finalizzato alla messa in sicurezza di una copertura dalla superficie immensa, oltre 17.000mq, necessario per iniziare e agevolare le successive fasi d’installazione di impianti fotovoltaici voluti dall’azienda vicentina. Il progetto, sviluppato in collaborazione con i tecnici dell’azienda Comed di Bergamo, è partito dalla progettazione di tutti i possibili percorsi per i processi di manutenzioni, in seguito sono state valutate le aree a rischio e definiti così i differenti dispositivi di arresto caduta in base alla tipologia più idonea all’area di intervento e alla compatibilità con la struttura di supporto. La copertura in
oggetto è composta infatti da diverse tipologie di materiali: elementi sheds con struttura e copertura metallica sommate a coperture piane con copertura in calcestruzzo e manto di copertura in guaina. Valutate le dinamiche di pericolo i progettisti hanno optato per il posizionamento di una linea di ancoraggio flessibile classe “C” (UNI EN795), modello Evolution, lungo la finestratura degli sheds con abbinamento di avvolgitore automatico EN360 e, nel tentativo di annullare il pericoloso effetto pendolo, la somma di un cordino EN354. Innovativa è la linea Evolution che consente il lavoro contemporaneo di due operatori su ogni linea e permette con l’ausilio del punto di ancoraggio scorrevole di evitare pericolose azioni manuali per bypassare i supporti intermedi del cavo. La necessità di inserirsi su materiali differenti ha, infine, obbligato alla scelta di due tipologie di ancoraggio: si trovano così una serie di pali leap (pali assorbenti in grado di rispettare i 10 Kg/N richiesti dalla normativa) nelle sezioni con lamiere in acciaio, mentre per le parti in cemento la scelta è ricaduta sugli elementi standard di pali zincati a caldo. Completano il progetto, oltre all’installazione di scale in alluminio, anche una serie di passerelle in acciaio realizzate in collaborazione
con artigiani della zona. La Edil Parise ha compreso con anticipo i possibili sbocchi operativi delle varie normative nazionali e, sin dal 2007, ha sviluppato una nuova sezione della rivendita attenta alle dinamiche della messa in sicurezza delle coperture private ed industriali. Una scelta che ha anticipato di oltre un anno la ricezione, da parte della regione Veneto, tramite Dgr del settembre 2009, del decreto legislativo del 9 aprile 2008 n.81 nel quale si puntualizza che: ovunque esista il rischio di caduta dall’alto si debba adoperarsi per eliminare il rischio di tale pericolo. L’Edil Parise ha quindi avviato una politica di intensa formazione interna, e rivolta anche a tutto i settori edile locale, che ne ha messo in luce la qualità e la professionalità rivelatesi un tassello fondamentale per assicurarsi l’importante commissione della messa in sicurezza dello stabilimento della Triveneto Cavi.
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news dal mondo bigmaT BIGMAT PESCIARELLI EDILIZIA SBARCA A TRIPOLI PER LIBYA BUILD 2012 In occasione della fiera internazionale Libya Build 2012, che si è tenuta a Tripoli dal 20 al 25 maggio scorso e dedicata al settore delle costruzioni e delle finiture, il socio BigMat Pesciarelli ha partecipato all’evento in qualità di espositore. È la prima edizione dell’expo che si è tenuta dopo la rivoluzione che ha portato alla caduta del regime di Muammar Gheddafi e le sorprese non sono mancate, perché proprio in questo periodo il tessuto imprenditoriale libico sta facendo i suoi primi passi verso il libero mercato. Durante il regime non era possibile accedervi e quindi era impossibile importare liberamente proprio a causa della presenza di un vincolo monopolistico assoluto. La
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curiosità degli oltre 50.000 visitatori libici è stata ordinata e professionale: allo stand si sono presentate scuole di architetti, studi di ingegneria, imprese di costruzione libiche ma anche degli altri paesi del Magreb e soprattutto privati in cerca del luxury. Non sono mancati nemmeno esponenti di grandi organizzazioni. «Tutto questo e l’interesse concreto lo vedremo sicuramente al prossimo round quanto il nostro venditore Giorgio, grande esperto di mercati esteri, andrà in visita presso i numerosi clienti che ci hanno richiesto preventivi e tanti, ma tanti, consigli professionali. Chi meglio di BigMat può dare soluzioni?», dichiara Michelangelo Pesciarelli. I materiali esposti nello stand fieristico
sono stati oggetto di grande interesse soprattutto perché sono stati presentati solo prodotti 100% made in Italy. I libici stanno facendo molta attenzione all’origine dei prodotti perché, durante il regime, hanno dovuto fare affari quasi esclusivamente con cinesi e turchi che, in particolar modo in Libia, sono spesso sinonimo di scarsa qualità e alto livello di contraffazione. La BigMat Pesciarelli Edilizia con la propria presenza alla manifestazione Libya Build ha voluto anticipare i tempi d’ingresso nel mercato libico, ponendo in questo modo le basi per future collaborazioni su un mercato che oggi risulta difficile da inquadrare perché molto frammentato, in grossa evoluzione e quindi impossibile da cogliere per le grandi organizzazioni distributive nel settore edile presenti in Europa. In questo caso la rapidità e l’agilità del singolo imprenditore, che però opera all’interno di un’organizzazione forte come BigMat, crea un connubio aggressivo e capace di poter offrire a questo nuovo mercato delle opportunità interessanti.
bigmat international FDJ-BIGMAT: SUCCESSI AL TOUR DE FRANCE E ORA GRANDE MATCH ALLA VUELTA 2012 Marc Madiot impazzito di gioia all’arrivo dell’ottava tappa del Tour de France, stravinta da Thibaut Pinot, e ancora in trance agonistica nell’intervista rilasciata nel post gara, potrebbe essere il riassunto di un Tour de France nel quale la FDJ-BigMat è stata grande protagonista. I dati di questa tappa, vinta dall’atleta francese Thibaut Pinot, il più giovane ciclista della Gran Boucle 2012, potrebbero essere le seconde immagini da fissare negli annali della corsa. Una tappa impegnativa da Belfort a Porrentruy con ben sette premi della montagna lungo 157 Km totali, sono stati, però, i pendii finali del Col de la Croix ha mostrare, con un’azione da veterano e un pizzico d’incoscienza giovanile, tutte le qualità del ventiduenne Thibaut Pinot. La sua pedalata costante gli ha permesso di recuperare e staccare nell’ultima salita il gruppo di fuggitivi che lo anticipava, a Porrentruy il giovanissimo atleta FDJBigMat è giunto completamente solo al traguardo avvolto da una folla estasiata e incitato dall’incontenibile foga e gioia del direttore sportivo Marc Madiot. A coronare le prestazioni della FDJ-Big-
Mat in questa 99^ edizione del Tour de France, la terza immagine che cattura le braccia al cielo di Pierrick Fedrigo giunto per primo, grazie ad uno sprint finale, al traguardo della quindicesima tappa; una volata a senso unico, dominata dal giovane atleta FDJ-BigMat sul compagno di fuga Vande Velde. Successi che coronano un Tour de France vissuto da protagonisti dalla FDJ-BigMat, le classifiche finali hanno sorriso infatti alla formazione francese in grado di portare l’atleta più giovane della Grand Boucle nelle prime dieci posizioni e, sempre con Thibaut Pinot, è riuscita a raggiungere perfino il secondo gradino nella classifica giovani. Un periodo fortunato al quale si aggiunge la gratificazione per le partecipazioni di alcuni dei suoi atleti nelle formazioni nazionali impegnate alle Olimpiadi 2012 di Londra. Atleti giovani, come Arnaud Demare, ma in grado di dare enormi soddisfazioni nonostante siano alla prima stagione tra i professionisti. È stata, invece, la montagna la vera protagonista della 67ma edizione della Vuelta: sono state ben 10 le tappe dedicate agli scalatori, delle quali 7
possono definirsi tapponi classici. Si è percorso soprattutto al nord, con Madrid come punta più a sud toccata dal giro. Una Vuelta che, quest’anno, si è decisa in salita: pendii duri, soprattutto nella zona dei Pirenei, e posti sempre in prossimità degli arrivi, con un’unica crono a squadre e una individuale. Al momento della chiusura di Up!, la Vuelta non era ancora conclusa.
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bigmat international BELGIO: UN Nuovo modello di punto vendita secondo la vision di Philippe Body Philippe Body è uno dei soci di riferimento di BigMat Belgio con undici punti vendita – BigMat-BodyMat – e un fatturato che si aggira intorno ai 60 milioni di euro. Philippe Body negli ultimi tempi ha compiuto una serie di riflessioni riguardanti la crescita, con conseguente necessità di ammodernamento dei punti vendita alla luce dell’evoluzione del mercato confrontandosi e visitando anche modelli stranieri e statunitensi. «Il mercato si evolve e si deve rivolgere a diverse tipologie di clienti – spiega Body – per questo risulta necessario: acquisire parti di mercato nel nostro settore offrendo così servizi sempre più specializzati; creare grandi depositi multi-specializzati». In particolare, secondo Philippe Body è importante e strategico creare un nuovo modello di shop in shop, di negozio dentro il negozio, in grado di «conservare e continuare a sviluppare le nostre quote di mercato, stare un passo avanti rispetto alla concorrenza, definire una linea guida per il managment (ciascun negozio interno ha dei suoi obiettivi),
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bigmat international
permettere e facilitare il controllo di gestione. Fulcro della strategia di sviluppo è quello di creare un modello di gestione applicabile e replicabile sulle acquisizioni (per una crescita esterna dove non si hanno particolari esperienze, acquistando così know-how) o per riammodernare i depositi esistenti per una crescita interna (che spesso si confronta con rigidità e prassi interne consolidate). L’idea è quindi quella di creare un’attività commerciale generalista ibrida che sappia riunire in uno stesso luogo le multispecialità che richiede il mercato, che solo la professionalità BigMat consolidata e un nuovo modo di concepire il business può tenere coese: «un’attività specializzata in edilizia pesante, un’attività specializzata nel legno, un’area per il bricolage specializzato, prodotti per esterni, allestimento di sale di esposizione ed infine la disponibilità di prodotti “su ordinazione” che porta alla customizzazione dell’offerta in funzione delle esigenze del cliente.
A tutto questo andrebbe abbinato anche uno strumento di comunicazione evoluto, che faccia leva sul web o in generale sulle nuove tecnologie digitali e mobile, come la vendita e la prenotazione online unita alla flessibilità degli orari e dei giorni di apertura al pubblico. Un progetto ambizioso che, almeno in Belgio, sta dando i suoi frutti, che stravolge l’essenza di rivendita edile per diventare attore di riferimento nella Grande Distribuzione Specializzata.
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più sottile più leggero più efficiente Il pannello Stiferite Class SK in schiuma polyiso permette, a parità di isolamento termico, di utilizzare spessori e pesi ridotti rispetto a quelli richiesti da altri materiali. Un vantaggio importante sia per limitare costi e tempi di posa in opera sia per ridurre l’impatto ambientale determinato dalla produzione e dal trasporto del materiale. Le risorse ambientali sotratte all’ambiente per produrre e trasportare il pannello Stiferite Class SK vengono ammortizzate, grazie al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2, già nel corso della prima stagione di riscaldamento.
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appunti di gusto
TARTUFOMANIA Un fungo, misteriosamente sotterraneo, molto prelibato, sempre presente nei regali banchetti degli antichi condottieri romani e nelle più recenti portate dei regnanti e pseudo-regnanti moderni. Gioacchino Rossini, che se ne intendeva, lo definì il “Mozart dei funghi”, mentre Lord Byron lo teneva sulla scrivania perché gli nutriva la fantasia. Sua maestà il tartufo sta per tornare alla ribalta con novembre che si avvicina, mese elettivo della sua produzione. Ma non ad Acqualagna, l’unico territorio italiano che possiede tutti i tipi di tartufo fresco 365 giorni all’anno. È questa perla delle Marche, incastonata nella Riserva naturale statale del Furlo – un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari di flora e fauna davvero singolari – la patria più versatile di un prodotto che non ha mezze misure, o lo si ama o lo si odia: il tartufo. Che qui si declina in bianco (il più costoso in commercio), raccolto dall’1 ottobre al 31 dicembre; nero pregiato, disponibile dall’1 dicembre al 15 marzo; bianchetto
o “marzuolo”, che cresce dal 15 gennaio al 30 aprile; nero estivo o “scorzone”, dall’1 maggio al 31 dicembre. Per questo il mercato del tartufo di Acqualagna 365 giorni all’anno è considerato sede privilegiata del commercio all’ingrosso: in loco vengono trattati i 2/3 dell’intera produzione nazionale (circa 500/600 quintali di tartufo di tutti i tipi) ed i Paesi che maggiormente apprezzano il prodotto sono Germania, Belgio Olanda, Francia, Stati Uniti e Canada. Ma non solo. Ad Acqualagna ogni ditta possiede il suo negozio per la vendita al minuto del fresco e di tutti i prodotti conservati a base di tartufo, che ogni anno aumentano e propongono accostamenti tra i più curiosi. Il prezzo? Anche per questo Acqualagna è l’elogio dell’efficienza. A più di cento anni di distanza da quel 1890 in cui il Comune deliberava l’acquisto della sua prima pesa pubblica per i tartufi, ad Acqualagna nasce la borsa del tartufo in rete, diventando così il punto di riferimento in internet per tutti i gastronauti, che in questo modo sono in grado di monitorare giornalmente le quotazioni del prezioso tubero sul territorio comunale in relazione all’andamento del mercato,
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con la possibilità di acquistare online il tubero e vederselo recapitare direttamente a casa. Per gli appassionati, poi, in corrispondenza dei periodi di raccolta delle diverse varietà di prodotto, non mancano le fiere dove fare incetta. La prossima sarà la Fiera regionale del tartufo estivo e si terrà il primo fine settimana di agosto, poi sarà la volta della Fiera nazionale del tartufo bianco (fine ottobre, primi di novembre), l’evento più importante e quello che ha permesso ad Acqualagna di diventare la capitale del tartufo. La piazza centrale del paese si trasforma in un salotto – ogni anno preso d’assalto da oltre 100mila visitatori – dove poter ammirare, annusare ed acquistare quintali di tartufo fresco, ma anche salumi, vino, miele e formaggio prodotti in zona. E il tartufo nero? Per lui ecco la Fiera regionale del tartufo nero pregiato, in programma la penultima domenica di febbraio di ogni anno. Ma non è finita qui per i “truffle addict”. Il Club amici di Acqualagna offre ai veri estimatori del tartufo di Acqualagna tanti privilegi esclusivi. L’iscrizione, gratuita, permette di ricevere direttamente a casa il pratico “Ricettario del Tartufo”, una raccolta delle ricette della migliore tradizione gastronomica marchigiana, e una tessera personale numerata che dà accesso ad interessanti sconti nei ristoranti di Acqualagna, riduzioni per acquisti diretti da produttori e trasformatori del tartufo, aggiornamenti sul mercato e sulle quotazioni del tartufo, oltre che a vantaggiose offerte gastronomiche e non.
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E se ancora tutto questo non vi basta per concedervi un fine settimana di piacere in questa località a due passi da Urbino, annotatevi anche le molte attrattività culturali e naturalistiche che vi potrete trovare. Oltre alla Riserva del Furlo, qui potrete visitare l’abbazia benedettina di San Vincenzo, il Santuario del Pellegrino ed un particolarissimo museo archeologico: l’Antiquarium comunale Pitinum Mergens, inaugurato nel 2002, la cui peculiarità è di offrire al visitatore l’opportunità di conoscere dettagliatamente struttura, funzioni e materiali tipici di una fattoria romana tra l’età repubblicana ed i primi secolo dell’impero.
style
Dalle navi della Regina Vittoria a must
D’ALTA CLASSE
Sportivo, elegante, dalla storia antica e con una nota di mistero. Questo è il blazer. L’origine si ritrova nell’Ottocento, ma l’idea dalla quale sbocciò questo ormai variegato capo non trova un preciso creatore. Il nome sembra ricondurre all’etimologia di to blaze, brillare o sfavillare, ma secondo altri molto deve invece ad un ammiraglio, chiamato H. M. S. Blazer, spinto a trovare un giusto capo di abbigliamento, elegante ma allo stesso tempo comodo, per sostituire le sgangherate divise dei suoi marinai. Quel che è certo è che la regina Vittoria se ne innamorò, trasformandolo nella divisa ufficiale della marina britannica. Nacque così un doppio petto dai colori sfavillanti, con doppio spacco laterale, taschino, due tasche a patta e una serie di sei bottoni dorati o con lo stemma del produttore. Il tempo ne ha cancellato i rigidi connotati, ne ha fatto abbandonare i confini delle navi spingendo il blazer fino alla terraferma, dove ha riscosso sempre più successo, trasformandosi da doppio petto in giacca casual. Negli anni Trenta era la divisa preferita dai club delle località estive, negli anni Settanta sono stati gli studenti dei college inglesi a donargli nuove prospettive, che hanno spiccato il volo grazie ai più blasonati stilisti. Oggi al classico colore blu è stato affiancato da un’ulteriore variegata
gamma cromatica, ha abbandonato la prerogativa maschile aprendosi al mondo femminile e ricercando altri tessuti che affiancassero la storica serge pettinata. Quest’anno è stato proprio il blazer il tema su cui si sono confrontati gli studenti che hanno partecipato al Brioni and Royal College of Art Award. Tre i premiati: l’inglese Felix Chabluk Smith il cui blazer ha conquistato la giuria per il suo essere chiaro esempio dell’eccellenza del marchio, un capo
in cashmere grigio dal taglio innovativo; lo sgargiante colore rosso con bordi larghi bianchi ha permesso al blazer ideato dal coreano Hanchul Leeche di ricevere il premio creatività e innovazione; infine, la danese Francisaca Hjermow ha ricevuto il Tailoring Award per la sua attenzione ai principi sartoriali pensati secondo esigenze del vestire contemporaneo. Un capo, quest’ultimo, ottenuto con un classicissimo taglio dalla trama sottile in stile principe di Galles.
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Valle d’Aosta in viaggio
Tra storia e gastronomia. di Tommaso Casagrande
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rrivare a Point Sant Martin è come aprire uno scrigno. Gioielli dal profumo di aria frizzante e dal sapore genuino di prodotti tradizionali, inebriano i viaggiatori incuriositi dalla Valle d’Aosta, un territorio modellato da antichi ghiacciai e protetto dalle altezze di montagne magiche. Risalire il corso della Dora Baltea, che nasce dal Monte Bianco e solca tutto il territorio, consente di immergersi in un ambiente naturale
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sano e integro. Soffermarsi nell’ascolto dell’armonico frastuono delle numerose cascate, come Valdobbia, Loo, Underwald e Borgofie, permette di apprezzare la musicalità di sottofondo del parlato in lingua patois, le cui radici si ritrovano nell’antica regione galloromanza. Ripercorrere il sentiero Walser (Valtournenche, Val d’Ayas e Valle di Gressoney) vuol dire scoprire le origini di secolari tracce culturali e naturali che hanno disegnato un terri-
torio dalla piccola superficie ma ricco di idiomi, insediamenti, usi e costumi. Un territorio che si può scoprire in sella a una mountain bike, in ardite escursioni alpinistiche, in rilassanti trekking o lungo le chiare acque della Dora con rafting emozionanti. Emozioni che si ritrovano in una gastronomia variegata e dai sapori robusti, metafora di un territorio ricco di materie prime. Sono state le altitudini, i pascoli illibati e le fatiche invernali a suggerire le energe-
tiche ricette della tavola valdostana, colorata da formaggi stagionati abbinati alla grande varietà di salumi dal sapore deciso, accompagnati dagli aromi dei resistenti vitigni autoctoni. Sono le architetture castellane che, come eteree sentinelle, si stagliano sugli orizzonti valligiani a guidare il turista alla scoperta di storie, leggende, arte e cucina. L’imponenza della fortezza di Bard domina, sin dal Medioevo, l’ingresso della Vallée ed è divenuto, da avamposto militare, custode della storia del mondo alpino nell’ospitato Museo delle Alpi: si tratta di 29 sale suddivise in quattro tematiche della montagna secondo aspetti naturalistici, geografici, antropologici e meteorologici. Poi, si attraversa Arnad, piccolo paesino nel quale viene prodotto il lardo omonimo, prima di giungere all’incrocio di sguardi tra la mole quadrata del castello di Verres, iniziato nel 1390, e il prezioso castello di Issogne. Prezioso perché arricchito da antichi affreschi narranti la vita quotidiana di fabbri, contadini, fornai e la vivacità di semplici popolani. Una serie di agriturismo s’inerpicano sui versanti della valle quali punti di ristoro dove assaporare il gusto di vini come il bianco Nus e la Nus Malvoise o dove andare alla ricerca degli autoctoni Fumin e dell’armonico Torette, prima di giungere alla prestigiosa sede dell’antica famiglia Chantal del ramo Fenis. Costruito su una leggera collinetta, il castello di Fenis si immerge in una natura rigogliosa di prati e boschi, che invitano al relax e lasciano ad altre architetture il compito difensivo. Infine, Aosta città dal sapore antico con le mura romane, l’arco di Augusto, la Porta Pretoria, il ponte romano, la colleggiata di Sant’Orso. La Valle d’Aosta è una continua scoperta con le sue aperture laterali che celano una miriade di piccoli gioielli come il paese di Cogne, la Valle di Gressoney, Valpelline, la Valle del Piccolo San Bernardo o la scenografica imponenza del Cervino, che illumina
con i suoi riflessi ramati le valli circostanti. Ma è di nuovo la Dora Baltea a spingerci fino alla profonda Courmayeur, uno dei principali centri turistici valdostani e luogo di partenza per
l’Alta via dei Giganti: un itinerario tra i più alti d’Europa, che tocca il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa per poi ritornare a Gressoney, vicino all’ingresso della Valle.
dormire Hotel Milleluci Loc. Porossan, 15 – 11100 Aosta Tel. 0165/235278 Hotel di charme e stile alpine chic ricavato da un’antica casa di famiglia. Ambiente curatissimo, tanto legno e colazioni da capogiro. Hotel LA MERIDIANA Loc. Château Feuillet, 17 11010 Saint-Pierre (AO) Tel. 0165/903626 Hotel a due passi da Aosta, tutto legno e sassi, dove non manca nemmeno il centro benessere.
mangiare Maison Rosset Via Risorgimento, 39 – 11020 Nus (AO) – Tel. 0165/767176 La famiglia Rosset, nobile casato il cui capostipite fu Jean-Pantalèon, risiede a Nus sin dai primi del XVIII secolo negli edifici da lui costruiti: la casa padronale e l’azienda agricola, edificate con i materiali rimasti dalle rovine della casa-forte di Moraley, in seguito alla vendita del castello di Nus. Il profondo legame con il territorio valdostano ha costantemente impegnato i membri della famiglia Rosset nel lavoro agricolo per più di due secoli. Nel 1993, in un’ottica di valorizzazione e promozione dei prodotti dell’azienda agricola di famiglia, Camillo Rosset decide di inaugurare il ristoro agrituristico conosciuto, la Maison Rosset, dove si possono scoprire davvero i sapori più autentici della Valle d’Aosta, sani e genuini, in gran parte provenienti dagli allevamenti e dagli orti di famiglia. La Clusaz al Km 12,5 della SS 27 per il Gran San Bernardo 11010 Gignod (AO) – Tel. 0165/56075 La cucina della Clusaz propone con qualità e vitalità la valorizzazione del patrimonio gastronomico tradizionale valdostano, ricercando le ricette storiche regionali. Un impegno premiato nel 2012 con l’ambita Stella Michelin. Variegati i menu, che spaziano dalla cacciagione ai prodotti di stagione. La struttura, che ha origine nel XII secolo, offre anche qualche camera, trovandosi a Gignod, lungo l’affascinante Valle del Gran San Bernardo.
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in auto
Volkswagen
Arriva la Golf elettrica La prima Golf completamente elettrica sta per arrivare: il debutto sul mercato è previsto per inizio 2014. La casa automobilistica tedesca, nel frattempo, ha iniziato i test su 20 prototipi negli Stati Uniti. Dureranno nove mesi. Ma la Blue-Emotion Golf ha già un primato: seppur non sia stata ancora messa sul mercato, ha già fatto incetta di premi. È stata infatti la vincitrice della prima edizio-
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ne del RAC Future Car Challenge, un concorso organizzato dall’Automobile Club Inglese battendo le connazionali Bmw e Mercedes. La Volkswagen Golf Blue-e-motion è spinta da un motore elettrico da 115 Cv (Pot. max: 85 kW - Pot. continua: 50 kW) in grado di sviluppare una coppia massima di 270 Nm immediatamente disponibili, ed è in grado di raggiungere una velocità massima di 140 km/h con
un’accelerazione da 0 a 100 km/h di 11.8 sec. L’’energia che alimenta il propulsore di questa auto elettrica viene fornita da una serie di batterie agli Ioni di Litio installate sotto il baule dell’auto che garantiscono alla Volkswagen Golf Blue-e-motion un’autonomia di circa 150 km. Il prezzo? Non ancora ufficializzato, ma i bene informati parleranno di costi freindly, secondo la consueta politica del gruppo Volkswagen.
tecnologia
Google glasses
GLI OCCHIALI
2.0
Dopo tanti rumors è arrivata la conferma. I Google Glasses, che promettono di rivoluzionare il modo di interfacciarsi con il mondo digitale e reale, sono già realtà: saranno venduti solo agli sviluppatori nel 2013 in versione “Explorer Edition” alla modica cifra di 1500 dollari, ma «entro due anni – assicura Sergey Brin – saranno pronti per la distribuzione al grande pubblico». Ma cosa consentiranno di fare i Google Glasses? A quanto pare, tutto. Gli occhiali, infatti, si presentano scarni nel loro design ma ricchi di accessori e applicazioni in grado di aiutare a compiere qualsiasi azione. Si potranno leggere le email, controllare le previsioni meteo o scorrere le ultime news presenti in rete. Un sistema di controllo vocale permetterà, senza l’utilizzo di alcuna tastiera, di chattare, scrivere email o scorrere la rubrica alla ricerca del contatto da chiamare. Google maps sarà a portata d’occhio e ci guiderà in una vera e propria realtà aumentata. Sulle lenti, poi, appariranno tutta una serie di icone in trasparenza che permetteranno di scoprire ogni singola curiosità dell’ambiente circostante e di ritrovare la strada persa o il contatto di un determinato esercizio pubblico. In più, Google Glasses sarà una tecnologia realmente multitasking, che consentirà di ascoltare musica, telefonare, scattare foto o realizzare video, prenotare un ristorante senza dover estrarre dalla tasca l’ormai obsoleto smartphone.
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Weber Saint-Gobain, leader mondiale di premiscelati per l’edilizia, ha realizzato un nuovo massetto cementizio a base di argilla espansa: weber.plan Light.
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