UP! n 5 - giugno 2012

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n. 5 - giugno 2012 Tutti i segreti per essere dei veri Professionisti

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

Carapace, quando arte e progettazione si incontrano

come abitiamo, come abitavamo

Gli italiani e la casa: dal Dopoguerra a oggi come è cambiato il modo di abitare, gli stili piÚ trendy e le nuove tendenze


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BigMat è il gruppo di distributori indipendenti di materiali per l’edilizia leader in Europa. Anno 2 - Numero 5 - Giugno 2012 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Tommaso Casagrande, Michelangelo Cecchetto, Maria Chiara Cerviè, Chiara Corridori, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione in contrassegno Stampa Faenza Industrie Grafiche srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 25.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.


editoriale

C

ari Lettori, nelle previsioni dei Maya il 20 dicembre 2012 si concluderà la Quinta - l’Era dell’Oro- e nella loro profezia si innescheranno, cataclismi planetari sul nostro pianeta. L’Era dell’Oro, dicevano i Maya, a nostro dire l’Era dei grossi numeri. Perché questa è stata l’Era dei grossi affari, del benessere materiale, dei beni superflui diventati di uso comune, che ha portato ad esasperare e deturpare il nostro pianeta, incuranti delle conseguenze. Meno apocalittico Nostradamus che, sempre per il 2012, prevede una “rivelazione” che modificherà il nostro modo di vedere il mondo. Per come stanno andando le cose in Italia e nel resto del mondo, mi verrebbe da dire che Nostradamus forse non è molto distante da ciò che si sta verificando nella realtà. Superstizioni e premonizioni a parte possiamo dire che oggi, nostro malgrado, si inizia sempre di più a far attenzione a ciò che si compra, a ciò che si consuma e a quello che si utilizza: riutilizzare gli scarti sta diventando un must, così come controllare gli sprechi, avere comportamenti il più possibile green e sostenibili dal punto di vista ambientale. Il benessere, in altre parole, da materiale sta diventando in primis interiore, filosofico, personale e ciò condiziona, di conseguenza, le scelte individuali in ogni campo, che riguardino la casa (da sempre fotografia della società e delle sue evoluzioni), i trasporti o l’alimentazione. Abbiamo iniziato a guardare il mondo con altri occhi, o forse con gli occhi di un tempo: è come un tornare indietro per poter andare avanti, far riemergere capisaldi morali ed etici per troppo tempo dimenticati, per ripartire, avere una visione di crescita fondata sul benessere proprio e degli altri, dell’ambiente che ci circonda, della comunità intesa come gruppo, in cui tornare a creare rapporti basati sulla fiducia e sui rapporti personali, sulle competenze e sulla serietà più che sull’immagine. Una nuova visione del mondo in cui la casa torna ad essere al centro della vita di tutti i giorni come luogo privilegiato d’incontro non solo con i propri famigliari, ma anche con amici e colleghi, diventando così fucina creativa e agorà in cui gettare le basi per il futuro. Un mondo nuovo... il mondo di ognuno di noi.

■ Lina Mazzullo

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sommario

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come abitiamo, come abitavamo

Gli italiani e la casa: dal Dopoguerra a oggi come è cambiato il modo di abitare, gli stili più trendy e le nuove tendenze

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VIVERE RECYCLING

L’arte del riciclo invade l’edilizia e i materiali più comuni rinascono fuori e dentro le abitazioni

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calcolo termico con klimat

20 LE RINNOVABILI PIù AMATE

DAGLI ITALIANI

Un impegno importante del belpaese nell’impiego di energie da fonti rinnovabili

26 LE NUOVE declinazioni DEL COLORE

30 OROSCOPO DEL COLORE

Sorgenia brevetta un rivoluzionario sistema per gestire l’illuminazione pubblica con il telefono e via sms

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n. 5 giugno 2012 31

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un format e una scuola per il colore

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BigMat ha lanciato il format Color BigMat e una Scuola, tutta dedicata alle tecniche e alle esigenze più attuali del settore

risanare con il colore Un vecchio edificio da risanare e il ruolo strategico delle pitture Boero

36 ANTISISMICA,

LA SOLUZIONE ECOSOSTENIBILE VIENE DA YTONG A Pietra Ligure scelto il Blocco YTONG Sismico per la ricostruzione di un’abitazione in linea con le nuove norme per le aree ad elevato rischio sismico

40 IMPRENDITORI SI NASCE

Ecco le storie di tre addetti “uomini dell’edilizia” intramontabili, complice la capacità di tenere il passo con l’evoluzione tout court

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ESSERE PROFESSIONISTI

50 carapace: quando arte e

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progettazione si incontrano

57 emozioni rosa, rosse e blu 60 IL LATO SOCIAL DELL’EDILIZIA

La pagina facebook e il canale YouTube di BigMat Italia stanno raccogliendo, giorno dopo giorno, sempre più fan. Perché si costruisce anche con i social network. Vediamo cosa e come

rubriche

62 il consulente d’azienda 63 il consulente legale 64 formedil informa 65 federcostruzioni informa

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66 news dal mondo bigmat 71

bigmat international

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appunti di gusto

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in viaggio

78 in auto 79 tecnologia 5


Gli italiani e la casa: dal Dopoguerra a oggi come è cambiato il modo di abitare, gli stili più trendy e le nuove tendenze di Maria Chiara Cervi

COME ABITI AMO,

COME I

n oltre 60 anni, dal secondo Dopoguerra le abitazioni hanno seguito l’evoluzione del tempo. Come grandi specchi hanno riflesso mode, attualità, stili di vita. Il progresso tecnologico e sociale le ha arricchite, modificate, rese sempre più efficienti. E anche concetti di eleganza, bellezza, praticità e comfort sono evoluti nei decenni. A fare da trait d’union all’intero processo di cambiamento, il grande valore che gli italiani hanno sempre attribuito alla casa, che non ha mai smesso di rappresentare un rifugio, il luogo più intimo e desiderato. Un dato, tra tutti, ne è la controprova: dagli anni ’80 a oggi la percentuale degli italiani proprietari di un’abitazione è passata dal 59% all’85%.

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ABITA VAMO Un record europeo, che parla chiaro sulle nostre abitudini come ha di recente dimostrato la bella mostra: “La casa degli italiani 1861/2011”, organizzata da AD, Architectural Digest, durante la scorsa edizione del Salone del Mobile. Più che mai significativo per capire l’oggi, l’excursus temporale dagli anni che hanno preluso il boom economico del 1950. Da allora l’”Italietta” è molto cresciuta, il gusto si è sempre più affinato e anche la casa si è fatta sempre più comoda, bella e… sostenibile.

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La guerra è finita, c’è tutto da ricostruire, ma dopo pochi anni ecco che arriva il boom economico. L’America esporta i suoi modelli di vita: la plastica, le cucine con il piano in formica, gli elettrodomestici, dal frigorifero alla televisione, entrano nelle case degli italiani. In questo lasso di tempo città e campagna sono ancora due emisferi opposti. E altrettanto si potrebbe dire della distanza che separa le abitazioni urbane in base al censo. In quelle borghesi, su più piani, spetta al marmo dominare i pavimenti di soggiorno, biblioteca, studio. Parquet e piastrelle, invece, sono riservati rispettivamente alle camere da letto e ai locali di servizio (dove lo stesso materiale è utilizzato anche per rivestire i muri). Il resto degli ambienti è impreziosito dalla tappezzeria e l’arredo gioca con un mix tra pezzi antichi, tramandati da generazioni, e “in stile”, perlopiù realizzati artigianalmente. In campagna le abitazioni hanno ancora un’impronta fortemente rurale. Il “focolare”, il luogo della socialità per antonomasia, è la cucina: al piano terra con affaccio sull’aia e attigua a stalla e granaio. La zona bagno risente ancora di una certa arretratezza sul fronte impiantistico. A livello costruttivo, le abitazioni in questo periodo sono ancora

costruite in malta e sassi, solai in legno leggeri, pareti in muratura. Il cemento fa capolino alla fine degli anni Sessanta.

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Sono anni di tensione che però sfumeranno in un successivo decennio di leggerezza. Contestazioni, lotte, scontri sociali dividono, ma c’è anche il rock che unisce. L’abbigliamento giovanile uniforma, non altrettanto si può dire accada nella case. L’unica zona ad avere un look trasversale sono le camere dei ragazzi: simili, indifferentemente se borghesi o proletarie, con poster alle pareti, chitarra nell’angolo, a tutto volume il mangianastri e poi lo stereo. La zona notte è ben distinta da quella giorno, con un’inversione di rotta sul fronte delle dimensioni: le stanze di servizio si fanno più grandi, più piccole, invece, le camere da letto. A distinguere il ceto sociale sono i mobili. I più abbienti puntano ancora su ricche tappezzerie, damaschi e arredi d’antiquariato con qualche tocco di design, mentre una parte si affida all’architetto per progettare gli ambienti. La casa, per tutti, è la tana dove rifugiarsi dalle tensioni. Così è l’oggetto il vero protagonista dell’arredo: esprime la personalità di chi lo possiede. E poi ci sono gli status symbol, dal televisore a colori al frigo sempre più extra large e con il freezer, evoluzione d’obbligo in vista dello sbarco casalingo dei surgelati.

Ma questi sono soprattutto gli anni delle speculazioni edilizie, della cementificazione incontrollata, di palazzoni squadrati che spuntano come funghi non solo nelle città, ma anche nei bucolici paesini di montagna o di mare. Un’edilizia poco attenta a tutto: sia all’impatto estetico che al risparmio energetico.

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Si amplifica il desiderio di trovare un rifugio per il proprio personalissimo mondo tra le pareti domestiche. Non a caso, alla fine di questo ventennio quasi tutti gli italiani (l’85%) hanno un’abitazione di proprietà. In questi anni

iniziano a fare capolino nuove leggi sull’isolamento termico e sulla statica delle costruzioni, che poi andranno a delinearsi soprattutto negli anni Novanta. Un periodo edile, insomma, che getta le basi alla grande sensibilità verso il risparmio energetico degli edifici che si affermerà dal Duemila ai giorni nostri. Dal 1981 al 2000, la fantasia è libera, ogni dimora ha un suo personale stile. Il gioco degli spazi cambia sensibilmente, come la pianta, che abbatte molte pareti. Cucina e soggiorno dialogano in un unico grande spazio, senza soluzione di continuità: è il living, arioso, moderno, il fulcro della casa, quasi un’agorà. Il bagno è sempre più grande, in camera da letto la vasca di design o super classica da appoggio fonde i due ambienti e il tasso di relax raddoppia insieme all’atmosfera da personal beauty farm. Tra gli arredi un gioco di personalità: etnica (con pezzi importanti testimoni di viaggi ed esperienze di vita in altri capi del mondo), iper romantica (tra sete, colori pastello, ambientazioni da favola), country chic (dal rigoroso british alla semplicità monacale di campagna estremamente raffinata). Lo stile, identità di chi lo vive.

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La contaminazione raggiunge l’apice ed è pervasiva. Parte dai materiali, che ci sono tutti: dai primordiali legno e pietra al classicissimo marmo, alla moderna plastica. Trionfa anche il contemporaneo riciclo di tutto: inclusi la gomma, il vetro e la carta, che dopo una prima vita da oggetti, arrivano nelle case recuperati dalla raccolta differenziata o dalla fine in discarica. Diventano porte, serramenti, isolanti, arredi, espressioni di nuove combinazioni e di una voglia di sostenibilità ambientale sempre più in aumento. In edilizia, come in architettura

cresce la tendenza al recupero, al risparmio energetico, all’ecologico: le nuove abitazioni hanno design essenziali che mirano a evitare i ponti termici e puntano tutto su isolamenti in grado di contenere il dispendio energetico sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. Il legno torna alla ribalta soprattutto sul tetto e nelle case prefabbricate, trend emergente degli ultimi anni. La tecnologia e la domotica sono quasi una commodity. Nei modelli abitativi lo spirito è eterogeneo: dal monolocale al loft, alla villa d’epoca, vige l’attenzione all’armonia tra contenitore e contenuto. Eccellenza ed eleganza risiedono nell’equilibrio di linguaggi tra pareti e arredi. All’eterogeneità dei modelli abitativi corrisponde quella dell’interior design, che spazia dai grandi classici alle essenzialità contemporanee. Anche l’arte esprime il mood di una casa: sculture, tele e installazioni, secondo il numero e la collocazione la impreziosiscono come una galleria o le regalano l’ultima goccia di stile. A volte basta una tela o anche una parete colorata: così, la pittura diventa decoro e disegna nuove forme di essenzialità.

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VIVERE RECYCLING L’arte del riciclo invade l’edilizia e i materiali più comuni rinascono fuori e dentro le abitazioni di Chiara Corridori

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na delle iniziative più divertenti e curiose l’ha lancia la catena di lingerie cheap&chic, Intimissimi: riciclare i reggiseni usati per farne pannelli isolanti per l’edilizia. Poi c’è “Tappo a chi?”, il progetto promosso da Rilegno per raccogliere e riciclare i tappi di sughero. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutto e tutti - ristoratori, enoteche, aziende, associazioni Onlus, ma soprattutto i cittadini - nel recupero dei tappi di sughero. I tappi, una volta raccolti e consegnati nel punto Rilegno più vicino (la mappa su www.rilegno.org), verranno avviati al recupero grazie alla collaborazione del Gruppo Amorim, azienda leader internazionale per la lavorazione del sughero, e serviranno per realizzare pannelli per l’isolamento e altri materiali per l’edilizia. Cento per cento riciclati. È arrivata l’ora di una nuova era dei materiali da costruzione? Domanda lecita, perché se l’utilizzo di materiali riciclati in edilizia sulla carta piace, a costruire con materiali green in Italia è ancora una nicchia di pionieri. Che hanno fiutato l’affare e hanno capito. Prodotti come pannelli isolanti ottenuti dal vetro dei tubi catodici, isolanti fatti con le bottiglie di plastica e piastrelle con quelle di vetro, rappresentano il presente, ma soprattutto il futuro del mercato. Vediamo come.

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Plastica, gomma, legno e carta Pavimentazioni, isolanti, tubazioni. E, ancora, contenitori, asfalti, laterizi, segnaletica. Sono soltanto alcuni dei campi di applicazione in edilizia della plastica riciclata. Anche quella in versione eterogenea, cioè materiale plastico eccessivamente degradato e quindi non recuperabile dalla raccolta differenziata, può diventare complemento di pavimentazioni e arredi per esterni. Una novità in questo campo arriva da una partnership tra Shell e le aziende vicentine del gruppo Bonato che hanno scoperto una speciale resina, di notevole resistenza, che permette di ottenere un agglomerato riciclabile al 100% con bottiglie di plastica non recuperabili, con cui produrre, ad esempio, eccezionali pavimenti. Vaste anche le applicazioni della gomma post consumo ricavata prevalentemente da pneumatici. Le più comuni nell’edilizia? Lo sport. La gomma “rinasce” nei campi sintetici, nelle pavimentazioni sportive e per campi giochi. Ma l’uso è esteso anche ad accessori per arredo urbano e stradale, componenti per infrastrutture viarie, tranviarie e portuali. Con la carta da macero, invece, si possono realizzare casseri, pannelli fono e termoisolanti, tamponamenti, imballaggi, intonaci. Particolarmente ecologico è l’utilizzo delle fibre di cellulosa ottenute dalla lavorazione di carta pretrattata. Tra le case che producono questo tipo di materiale l’azienda austriaca Thermofloc produce un isolante granulare costituito da fibre di cellulosa in granuli ricavato dalla lavorazione dei residui di carta (come quella dei giornali) e utilizzato


per isolare tetto, pareti e pavimenti. Ottimo, per la stessa funzione isolante, anche il legno di conifera non trattato, recuperato da scarti di segheria e aggregato senza aggiunta di leganti artificiali, e il legno riciclato post consumo costituito da pallets e bancali. Sotto forma di segatura o in scaglie consente inoltre la realizzazione di pavimentazioni, pareti e imballaggi. Alluminio, acciaio e vetro I materiali più versatili recuperati dal riciclo in edilizia sono l’alluminio e l’acciaio. Entrambi si prestano a innumerevoli impieghi. Per quanto riguarda l’alluminio, in particolare, l’Italia è un Paese virtuoso: secondo Assomet, l’associazione nazionale industrie metalli non ferrosi, il 95% dell’alluminio applicato in edilizia è riciclato. La qualità dell’alluminio non è alterata dal processo di riciclo che può ripetersi infinite

volte con un risparmio di energia del 95% rispetto a quella impiegata per produrre il materiale ex novo. L’alluminio riciclato dà vita a una lunga sequenza di accessori e componenti (rifiniture, porte ecc.) ma spopola soprattutto nei serramenti. Notevoli anche le potenzialità dell’acciaio che è riciclabile al 100% e all’infinito, senza alcuna perdita di qualità. Il tasso di riciclo (la percentuale di materiali che vengono dismessi, recuperati e riutilizzati) nelle costruzioni è particolarmente elevato e raggiunge quota 98% per le travi, 65-70% per le barre per armatura. Tra le conversioni più comuni dell’acciaio riciclato in edilizia: tondini, gabbie, strutture portanti, reti metalliche e tubature. Leggero e altrettanto multitasking il vetro recuperato da bottiglie, vasi, finestre, specchi, oppure parabrezza, lampadine che servono per pannelli isolanti, pavimentazioni, piastrelle, come la serie Hailstone e Glass di Cermyway, ricavata quasi interamente da rifiuti ospedalieri di fiale e flaconi. ■

BIGMAT: IN 16MILA PER 60 CONVEGNI SUGLI EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO Concluso con un adesione di pubblico doppia rispetto al previsto il serrato tour che ha visto il Gruppo impegnato in tutta Italia nella promozione normativa e tecnica degli edifici del futuro.

Definito da molti “un evento dalla grandiosa potenza comunicativa” Azero Tour, che ha portato alla ribalta – nei loro aspetti normativi e costruttivi – gli edifici a energia quasi zero, ha preso il via lo scorso 31 gennaio da Gorizia e si è concluso a fine marzo a Pesaro, in un serrato tour di 60 incontri sparsi per tutta Italia, che hanno coinvolto la cifra record di 16mila progettisti. Un percorso di due mesi si sono alternati al tavolo dei relatori docenti universitari, esperti delle pubbliche amministrazioni e i tecnici delle più affermate aziende del settore, sotto la supervisione di un autorevole comitato scientifico. A coorganizzare Azero Tour c’era il Gruppo BigMat Italia: «La partecipazione di BigMat all’Azero Tour 2012 in qualità di promotore dell’iniziativa – spiega Lina Mazzullo, direttore di BigMat Italia – è la dimostrazione che il nostro gruppo crede fortemente nella formazione e nell’aggiornamento professionale del settore. Nell’ottica di diffusione di cultura e pratica nel mondo dell’edilizia, BigMat si pone come una risorsa di consulenza professionale anche per il mondo della progettazione e non solo per le imprese costruttrici. Il dialogo con il mondo dei progettisti contribuisce ad aumentare la qualità professionale del nostro settore perché ci consente di unire in modo sinergico le loro conoscenze progettuali alla nostra esperienza e conoscenza in termini di prodotti, materiali e soluzioni tecnologiche presenti sul mercato. L’Azero Tour quindi, per noi è stato un momento importante di incontro e di sensibilizzazione su

quello che costituisce il modo di progettare e costruire nel futuro. Le nostre rivendite BigMat sul territorio hanno partecipato con entusiasmo nelle 60 tappe, a dimostrazione che anche sul territorio c’è la volontà di essere aggiornati per continuare ad offrire quella consulenza professionale che da sempre contraddistingue il gruppo BigMat». Un ruolo, quello del risparmio energetico, strategico per il futuro del settore: «Secondo il nostro punto di vista il risparmio energetico e gli edifici a consumo quasi zero costituiscono una grande, forse l’unica, opportunità di mercato in questa fase. È chiaro che per raggiungere l’obiettivo, tutta la filiera deve essere in grado di svolgere bene il proprio lavoro. Noi ci proponiamo di selezionare e distribuire tutte le tecnologie proposte dal mondo della produzione, ma il mondo dei progettisti e dei costruttori allo stesso tempo deve essere preparato e aggiornato. In una logica di quality network, tutte le attività del settore devono agire in sinergia per raggiungere l’obiettivo. Per questo il gruppo BigMat ha aderito e promosso Azero Tour, con il ruolo di radunare i professionisti dell’edilizia intorno ad un unico obiettivo».

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Da una collaborazione tra BigMat e Anit nasce un nuovo software per la termica di Rosa Santavite

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rogettare correttamente l’involucro è fondamentale per garantire le condizioni di comfort agli occupanti e ridurre i consumi energetici impiantistici. Tuttavia, non è solo necessario verificare i limiti di trasmittanza termica, ma anche la corretta disposizione degli strati all’interno del pacchetto al fine di evitare la formazione di condensa che causa il degrado dei materiali. Per questo motivo BigMat in collaborazione con ANIT (Associazione Nazionale Isolanti Termoacustici) ha realizzato per i propri soci KliMat, un software di verifica termoigrometrica semplice, intuitivo e rapido per offrire al cliente della rivendita BigMat, e quindi al professionista, un valido supporto, oltre che nella fornitura dei materiali, anche nella progettazione. Il punto di forza di KliMat è la libreria materiali. KliMat infatti mette a disposizione un database con i materiali dei più noti produttori nel settore dell’edilizia. Un’interfaccia grafica semplice ed intuitiva guida l’utente nella realizzazione del progetto e la scelta dei materiali può avvenire tramite il nome commerciale del prodotto oppure attivando filtri per restringere i campi di interesse. Si è cercato quindi di ridurre al minimo il rischio che l’impresa, senza precise indicazioni sui materiali da parte del progettista, acquisti prodotti con caratteristiche non pienamente conformi al progetto. KliMat permette inoltre di generare una relazione tecnica, accompagnata da grafici esplicativi, con la possibilità di avere in allegato le schede tecniche dei prodotti selezionati. Sia l’impresa, sia il progettista meno esperto che non ha

familiarità con i materiali, da oggi potrà quindi confrontare più soluzioni con notevole risparmio di tempo. «Un programma completo – dichiara l’Ingegner Sabato della BigMat – che consente di elaborare una stima della fornitura e un preventivo, relativamente al progetto realizzato per offrire così un’assistenza a 360°». La distribuzione nelle rivendite del software è prevista per settembre 2012. ■

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LE RINNOVABILI Pi첫 AMATE

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AMATE DAGLI ITALIANI Il rapporto Comuni Rinnovabili 2012 di Legambiente evidenzia un impegno importante del Belpaese nell’impiego di energie da fonti rinnovabili. Ma quali sono i dati di diffusione? E quali fonti green sono le più diffuse? a cura di Zoe Lafleur

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a spinta delle fonti rinnovabili sta cambiando lo scenario energetico italiano con una velocità e dei caratteri difficili da comprendere se non si guarda al territorio. La prima grande novità è quella di una generazione sempre più distribuita: oltre 400mila impianti di grande e piccola taglia, diffusi ormai nel 95% dei Comuni italiani, da nord a sud, dalle aree interne ai

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grandi centri e con un interessante e articolato mix di produzione da fonti differenti. Nel 2011 in Italia la produzione da energie pulite ha superato il 26% di contributo per i consumi elettrici e il 14% di quelli complessivi. Dal 2000 ad oggi 32 TWh da fonti rinnovabili si sono aggiunti al contributo dei “vecchi” impianti idroelettrici e geotermici. La progressione nella crescita di questi dati è costante da anni e dimostra come gli impianti oggi siano sempre più affidabili e competitivi. La novità forse più interessante sta proprio nei percorsi diversi di sviluppo degli impianti descritti sulle mappe dell’Italia, proprio perché differenti sono le risorse presenti e le possibilità di valorizzazione. Questi processi possono fare della green economy, in un’accezione larga che incrocia
i diversi settori economici, la chiave per uscire dalla crisi. Oggi diventa fondamentale capire come dare forza a questa prospettiva, puntando su una generazione sempre più distribuita, rinnovabile ed efficiente. E per farlo diventa necessario considerare la domanda di energia in modo da capire le specifiche esigenze e, soprattutto, dare risposta alle grandi questioni che sono al centro del dibattito sull’energia nel nostro Paese: costi crescenti in bolletta, dipendenza dall’estero e sicurezza degli approvvigionamenti, emissioni di CO2 e inquinamento prodotti. Il rapporto di Legambiente Comuni Rinnovabili 2012 fornisce una fotografia dello sviluppo delle fonti rinnovabili, elaborando informazioni e dati ottenuti attraverso un questionario inviato ai Comuni e incrociando le risposte con numeri e rapporti che provengono dal GSE, dall’Enea, da Itabia e Fiper, dall’ANEV e con le informazioni provenienti da Regioni, Province e aziende. Quest’anno, la crescita degli impianti installati sul territorio italiano è davvero interessante: sono 7.986, infatti, i Comuni dove si trova almeno un impianto, erano 6.993 nel 2010, 3.190 nel 2008. In pratica, le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne, e comunque una porzione limitata del territorio, oggi sono presenti nel 95% dei Comuni italiani. Ma entriamo più nello specifico. I Comuni del solare in Italia sono 7.837, un

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numero in crescita (erano 7.273 nel censimento dello scorso anno) che evidenzia come con il sole si produca oggi energia nel 95% dei Comuni. I Comuni dell’eolico sono 450, con una potenza installata in crescita pari
a 6.912 MW, con 950 MW in più rispetto al 2010. Questi impianti, secondo i dati provvisori di Terna, hanno permesso di produrre 10,1 TWh nel 2011, pari al fabbisogno elettrico di oltre 4 milioni di famiglie. E sono ben 346 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico, poiché si produce più energia di quanta ne viene consumata. I Comuni del mini idroelettrico sono 1.021. Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e la potenza totale installata nei Comuni italiani è di 1.121 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 4,4 TWh pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 1,7 milioni di

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famiglie. Poi ci sono i 334 Comuni della geotermia, che hanno prodotto, nel 2011, circa 5,6 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno
di oltre 2,2 milioni di famiglie. I Comuni della bioenergie sono 1.248: quelli a biogas sono in forte crescita
e hanno raggiunto complessivamente 692,9 MWe installati e 112,5 MWt e 50 kWf, in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre 4,5 milioni di famiglie. In forte crescita sono anche gli impianti a biomasse e biogas collegati a reti di teleriscaldamento, che permettono
alle famiglie un significativo risparmio in bolletta (fino al 30-40% in meno) grazie alla maggiore efficienza degli impianti. Sono 319 i Comuni in cui gli impianti di teleriscaldamento utilizzano biomasse “vere” (ossia materiali di origine organica animale o vegetale provenienti da filiere territoriali), che riescono a soddisfare larga parte del fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria. Insomma, è qualcosa di mai visto, che ribalta completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili,
 ai grandi impianti, agli oligopoli. ■

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LE NUOVE DECLINAZIONI DEL

COLORE Pitture e vernici diventano ornamento, scalzando, talvolta, mobili e quadri. Ecco la nuova era del color look&feel di Carlo Vacca

A

l posto di un mobile, una parete colorata, magari con texture cangianti, spatolate, oppure rigate, oppure ancora con qualche vezzoso arabesco. Il mondo delle pitture ormai non è più confinato a un ruolo secondario, ma via via sale sempre più alla ribalta tra studi di cromoterapia e valenze metaforiche e materiche che si traspongono in tutte le stanze della casa e ne ridisegnano i contorni. A segnare il passo in questa direzione, l’ultimo visionario è stato il designer Lars Contzen, noto nel mondo dell’interior

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design per i suoi abbinamenti cromatici molto forti, per i suoi toni vibranti e per le sue trame grafiche sorprendentemente cariche di contrasti. È lui l’inventore di Colourcourag, è un sistema di colori che include una gamma di pattern colorati, amabilmente armonizzati con un uso sofisticato della luce. Gli accostamenti sono definiti in base ad alcune regole presenti nella psicologia dei colori e sono adatti ad aree dedicate all’architettura e all’interior design. L’idea di Colourcourage è quella di riempire gli elementi architettonici di design con uno forte ma al tempo stesso estetico


mix di toni di colore che possano portare il look&feel della stanza oltre la normale dimensione delle forme. Così, «una stanza diventa un vero e proprio ornamento senza bisogno di particolari superfici ed oggetti decorativi», fa sapere Contzen. Sì, perchè oltre alla funzione protettiva, le vernici svolgono anche un’altra importantissima funzione socio-economica: la decorazione attraverso il colore. Il colore è parte integrante della nostra vita e svolge funzioni diverse, dove gli aspetti personali e pubblici, sociali ed economici, si mescolano e si sovrappongono senza sosta. Il colore stimola la fantasia, produce benessere, aiuta la vita, promuove gli scambi, è parte fondamentale dei nostri più complessi meccanismi psicologici.

LA FISICITà DEL COLORE Si dice che i colori siano anche “fisici”, perché li percepiamo e perché stimolano un’emozione sulla psiche. Il colore, insomma, influenza inconsciamente molti aspetti del nostro operare. Realizzare un intervento cromatico in un ambiente residenziale o di lavoro costa poco, ha grande resa ma si deve riconoscere la giusta importanza del colore nei diversi ambienti da fruire durante la giornata, per aggiungere una qualità ambientale con impagabili ricadute sul benessere psicofisico. Per questo, merita analizzare nel dettaglio quali sono le proprietà dei colori applicati sulle superfici delle pareti interne:

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• la parete bianca. Utilizzata moltissimo negli arredamenti degli anni ‘70, ma ritornata di gran moda anche negli ultimi periodi, può sembrare la soluzione più facile e quindi utilizzata prevalentemente per gli interni delle case. In realtà il bianco è un colore difficile (anche se di grande effetto e specialmente se accostato ad elementi d’arredo in nero) per non scendere nel banale. È consigliabile quindi utilizzare sfumature di bianco come il panna oppure di venare il bianco con tinte pastello molto chiare; • la parete azzurra o turchese. È utilizzata negli ambienti di riposo, e per l’effetto calmante e rilassante del colore - in quanto combatterebbe l’agitazione fisica e mentale delle persone prevalentemente iperattive - viene indicata come ambientazione dai colori cosiddetti “freddi” e quindi accostata a tonalità più calde. Ma quando si parla di ambientazioni eleganti, ci si trova quasi sempre di fronte a colori classici che prediligono l’azzurro intenso perché si presta bene ad essere accostato a molte altre tonalità in quanto evoca un senso di continuità, stabilità e serenità. • la parete blu. Il blu è un colore primario ed etichettato come “colore freddo” perché richiamante principalmente il mare, il cielo, l’acqua. Anche questa parete è considerata

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con proprietà rilassante, per come colpisce l’iride e conseguentemente il cervello (dato che allarga visivamente gli spazi e tende a dare una sfumatura di tranquillità alla mente). Per tali motivi il blu è un colore molto usato: sono pareti utilizzate nelle case di vacanza e nelle case al mare, perché viene identificato il blu come il colore della calma, della sensibilità e della profondità interiore. • la parete gialla. Si tratta ancora dell’uso di un colore “primario” (i colori primari sono il magenta, il blu e il giallo) conosciuto come colore cosiddetto “caldo”, perché ricorda il sole, il fuoco, il calore e quindi esprime movimento in espansione, ricerca del nuovo e dei cambiamenti. Per questo motivo la parete gialla viene indicata come


innovazione in cantiere una soluzione energizzante che evoca forza, allegria, dinamismo, ed è adatta per le pareti delle stanze dedicate allo studio perché favorisce anche la concentrazione e l’attenzione; • la parete rossa. È per chi osa stimolare una produzione di energia, al fine di influire volutamente sul nostro stato d’animo. Una parete così forte trasmette fermezza e fiducia, ma proprio per il suo carattere deciso deve essere utilizzata su ampi spazi e nelle sue sfumature più chiare. Per alcuni, addirittura, scegliere una parete rossa (e specialmente negli ambienti notturni) significherebbe voler stimolare una eccitazione sessuale. Attualmente vanno di moda le tonalità brillanti: una parete rossa è ottima anche per la cucina, ma va usata come contrasto rispetto alle altre pareti della stessa stanza; • la parete arancio. È meno eccitante di quanto possa essere una parete rossa ma ugualmente intensa. Infatti l’arancio, un colore secondario che deriva dalla unione del rosso e del giallo, irradia luce ed è ottimo negli ambienti di lavoro e studio perché stimola la memoria visiva. In ambito residenziale il colore arancione non è legato ad una zona specifica della casa, anche se per molti influisce positivamente sulla serenità e sull’allegria. ■

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ECCO KALEYDO, IL PICCOLO MAGO DELLA RILEVAZIONE DEL COLORE Con un solo click Kaleydo di Alcea seleziona la composizione dei colori da qualsiasi superficie e materiale, fornendo poi di ciascuna tinta il codice corrispondente della cartella colori prescelta. È uno strumento rivoluzionario, portatile, che oltre alla misurazione delle superfici piane con colori uniformi, garantisce risultati eccezionali su superfici come tessuti a trama larga, motivi complessi e superfici ruvide come quelle di stucchi e mattoni, ma anche di tappeti, pavimenti, abiti. Kaleydo può rilevare un colore specifico da un’immagine policromatica per sviluppare o accoppiare palette complementari. Le informazioni dei colori possono essere registrate e vi si può abbinare una registrazione vocale, creando poi più cartelle colore. Kaleydo consente agli interior e graphic design industriali, agli allestitori di stand fieristici, agli sceneggiatori teatrali, agli studi grafici ed a tutti i professionisti della moda e dell’arredamento di individuare con estrema precisione il colore da qualsiasi materiale, superficie o tessuto.

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Oroscopo del colore Ariete Pratico e collezionista, l’Ariete predilige una casa pratica e originale, adatta ad accogliere gli amici. Gli ambienti della casa dell’Ariete si colorano di toni forti e sensuali, come il rosso in tutte le sue sfumature.

Toro Il pacifico Toro ama la comodità e una casa accogliente ed equilibrata: niente è meglio del verde e dell’azzurro per appagare il suo desiderio di tranquillità e relax.

Gemelli Ambiente riservato ma originale e hi-tech per il Gemelli. Funzionalità e modernità coesistono con il gusto per l’anticonvenzionale che si esprime con colori forti come il blu o il giallo.

Cancro Il Cancro è un segno romantico e molto legato alla famiglia, che ama i colori neutri come il bianco e il nero.

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Bilancia La casa della Bilancia è ben arredata e luminosa, fatta per accogliere gli amici. Visto il suo romanticismo, il suo colore dominante è il rosa.

Scorpione Lo Scorpione non ama particolarmente la casa. Gli ambienti sono essenziali, gli stili si mescolano e trovano spazio colori sia spirituali che sensuali, come il viola o il rosso.

Sagittario Il Sagittario predilige gli ambienti spaziosi, arredati con oggetti provenienti dai suoi innumerevoli viaggi e molte piante. Il colore del Sagittario è il blu.

Capricorno Il segno del Capricorno è essenziale ma ama tutto ciò che è di grande qualità, come i legni pregiati e i mobili di design. All’insegna della sobrietà, il suo colore ideale è il marrone.

Leone Amante della sontuosità, il Leone predilige ambienti spaziosi e luminosi, dipinti con colori solari come il giallo, l’arancione e l’ambra.

Acquario Arredamento moderno, ma con un occhio alla tradizione, per l’Acquario, la cui casa si colora di toni diversi, dal verde brillante al bluette, passando per fantasie optical, i pois o i maculati.

Vergine Il segno della Vergine predilige una casa funzionale, pratica, ordinata secondo una sua logica personale. Il colore della Vergine è il marrone e i suoi toni.

Pesci I Pesci hanno una casa dai mille colori e novità, una casa dove poter riversare la propria fantasia. Un segno romantico che ama i colori tenui come l’acquamarina.


UN FORMAT E UNA SCUOLA PER IL COLORE Anche il mondo delle pitture e delle vernici ha bisogno di alta formazione e di specializzazione. Per questo BigMat ha lanciato il format Color BigMat e una Scuola, tutta dedicata alle tecniche e alle esigenze più attuali del settore di Stefano Guolo

È

un segmento in continua crescita: il mondo del colore è in ascesa, ma non è una cosa per tutti perché richiede grande formazione e specializzazione non solo da parte degli applicatori, ma anche di chi si occupa di commercio di pitture e vernici. La professionalità richiesta è elevata e le competenze si formano sul campo con corsi di aggiornamento e dimostrazioni pratiche. Una professionalità che si può già trovare nei punti vendita BigMat d’Italia che trattano il colore in maniera specialistica con l’innovativo format di Color BigMat e che sono in grado di rispondere a qualsiasi esigenza del cliente. L’offerta commerciale dei punti Color BigMat è decisamente ampia: dalle pitture per interni (pitture traspiranti o lavabili, pitture al quarzo, smalti per muri, stucchi, additivi e detergenti anti muffa, decorativi), alle pitture murali per esterni (fondi di preparazione di muri esterni, rivestimenti al quarzo, silicati e polisilicati, silossani ed elastomerici). Sono ben 42 le tinte a marchio BigMat, tutte formulate secondo le ultime tendenze, mode e innovazioni. Nello specifico, le tinte BigMat si declinano nei generi idropittura traspirante ad alta copertura, pittura lavabile per interno e pittura al quarzo per interni ed esterni. Il format Color BigMat mette a disposizione anche un corner dedicato, con personale qualificato e strumenti adeguati, oltre alla possibilità di acquistare tutti gli accessori

necessari per effettuare il lavoro, come pennelli e rulli, nylon e scotch carta. Un luogo, insomma, dove il cliente finale può trovare consigli professionali e tutti i prodotti disponibili sul mercato. Specializzazione e competenza sono i capisaldi di tutti i quasi 200 punti vendita BigMat sparsi per l’Italia. Per questo anche per quanto riguarda il colore il Gruppo sta mettendo in campo una serie di corsi tecnici in grado di approfondire i temi di più stringente attualità legati al mondo delle vernici a 360 gradi. Il Corso Colore Base di BigMat, rivolto a tutti gli associati e ai loro dipendenti, ha l’obiettivo di formare al meglio sull’universo delle pitture e i suoi trend: si va dallo studio della composizione dei prodotti vernicianti (materie prime, natura chimica e prestazioni) alle normative vigenti che vanno rispettate, dalle schede tecniche dei prodotti alla scelta della vernice giusta per ogni contesto, fino all’esame di tutte le tipologie di gamma (dalle pitture murali d’interno a quelle decorative, dalle pitture murali da esterno ai cenni sul trattamento di ferro e legno). Il risultato è professionisti capaci e competenti e rivendite attente alle novità del settore. In questo senso Color BigMat e i suoi corsi di formazione dedicati alle pitture puntano dritto a un chiaro obiettivo: cercare di soddisfare al meglio le esigenze degli utenti finali, che siano imprese edili, applicatori o clienti privati che optano per il fai da te. ■

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RISANARE CON IL COLORE

Un vecchio edificio da risanare e il ruolo strategico delle pitture Boero di Tommaso Casagrande

I

n che maniera intervenire per “rinfrescare” un edificio, cercando allo stesso tempo, di creare qualcosa di duraturo? A questa domanda ha dato risposta la BigMat Busso Snc di Busso Michele Serafino & C. collaborando nell’intervento che nel 2011 ha ringiovanito con successo l’aspetto esteriore di un fabbricato sito a Cherasco, in provincia di Cuneo. STATO DELLA COSTRUZIONE Il fabbricato presentava la necessità di un doppio intervento: uno di realizzazione di intonaco totale l’altro, da svolgere sull’immobile adiacente, parziale. In entrambi i casi vi era la necessità di intervenire su prospetti realizzati con intonaci composti da malte di calce e cemento ai quali era stato aggiunto un additivo areante. Tale soluzione

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cercava di rispondere alle problematiche di un’area soggetta alla presenza di un forte tasso di umidità e ha anche condizionato la scelta dell’impiego di prodotti con elevate caratteristiche di traspirabilità al vapore acqueo oltre ad un’indispensabile azione idrorepellente. La situazione delle superfici esterne dell’edificio adiacente si caratterizzavano, inoltre, per la presenza di cavillature e crepe, separazioni marcate tra nuovi aggiustamenti e vecchio intonaco. L’azione di restauro doveva quindi evitare il ricrearsi di future microventilature o pezzature. ELEMENTI DI INTERVENTO Per rispondere efficacemente a tutte queste esigenze la BigMat Busso ha quindi avviato una serie di sopralluoghi in collaborazione con i tecnici della Boero Colori al seguito dei quali è stato quindi deciso di intervenire attraverso un ciclo composta da tre fasi al fine di realizzare l’azione di fissaggio e sistemazione del fondo attraverso il riempimento delle irregolarità delle superficie. La fase di pittura ha concluso l’intero ciclo. Operativamente, il fondo è stato inizialmente predisposto e sistemato attraverso l’utilizzo dell’Ariete fondo 319, fissativo silossanico pigmentato all’acqua, a cui è seguito la fase intermedia con l’applicazione di Litosil rasante da 1 mm. Quest’ultimo, disposto lungo la superficie dell’edificio, tramite l’utilizzo di un frattone, garantisce elevate caratteristiche di permeabilità al vapore oltre ad una forte adesione al supporto. Uno strato intermedio a cui indispensabilmente si è poi aggiunto l’ultimo strato di intonaco per il quale è stato utilizzato Ariete intonaco colorato di 1 mm di granulosità. Steso anche in questo caso tramite l’utilizzo di un frattone, l’intonaco presenta una composizione chimica composta da resine acril-silossaniche, silicato di potassio, in emulsione

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IN GRUPPO E CON TENACIA PER RAGGIUNGERE OGNI TRAGUARDO. BigMat, gruppo leader nella distribuzione di materiali edili.

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IL RUOLO DI BIGMAT La storia di BigMat Busso di Sommariva del Bosco (CN) è lunga oltre un secolo: l’azienda ha infatti iniziato a operare dagli ultimi decenni dell’800 ed è arrivata fino ai giorni nostri con l’impegno della famiglia Busso, in un passaggio generazionale che ha visto questa realtà in costante crescita ed evoluzione. È proprio con il primo documento di trasporto risalente al 1877 che Francesco Busso avvia l’attività per commercializzare calce e pochi altri prodotti usati nell’ edilizia pesante. All’epoca la sede si trovava in Via Cavour, nel centro di Sommariva del Bosco, e l›azienda aveva l’obiettivo di servire la clientela locale. L’azienda è poi passata di figlio in figlio, sopravvivendo alle difficili condizioni della prima metà del secolo e alle crisi degli anni ’80 e ’90 fino ad arrivare ai giorni nostri. Gli odierni proprietari sono Michele Busso Michele e Pierangela Molino, che insieme si occupano della gestione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda, con la stessa passione e dedizione tipiche del loro predecessore Francesco. Pronti alle sfide del mercato e sempre aggiornati sulle ultime novità del settore, BigMat Busso offre una vasta gamma di articoli di elevata qualità delle più grandi marche, sempre affiancate dai classici prodotti dell›edilizia. Su richiesta, si effettua il trasporto del materiale acquistato direttamente a domicilio o presso il cantiere. A questo si affianca un’ampio servizio di consulenza e ben cinque filiali sparse sul territorio, con ampi magazzini fornitissimi. In notevole espansione è il settore del noleggio, con le attrezzature più idonee e sicure reperibili sul mercato, sia per imprese, che per privati. Dal 1995 Busso fa parte di BigMat, gruppo europeo di distributori di materiali edili indipendenti. acquosa le cui caratteristiche di elevata impermeabilità e idrorepellenza ben si prestano alle situazioni climatiche dell’area. Un prodotto adatto ad azioni di restauro e, grazie anche al suo comportamento fisico, indicato per uniformare irregolarità delle superfici. La lunga tradizione e presenza nella zona della Busso snc hanno quindi giocato un importante ruolo nella fase di scelta dei materiali più adeguati alle esigenze e alle necessità dell’edificio, scelte che dovrebbero garantire una risposta efficace, per oltre vent’anni, alle problematiche situazioni climatico-fisiche riscontrabili nell’area. ■

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aNTISISMICA, LA SOLUZIONE VIENE DA YTONG A Pietra Ligure scelto il Blocco YTONG Sismico per la ricostruzione di un’abitazione in linea con le nuove norme per le aree ad elevato rischio sismico di Alessandra Guzzi

I

n tema di edilizia ora più che mai si avverte non solo la necessità di realizzare nuovi fabbricati ispirati a criteri antisismici, ma anche l’urgenza di adeguare gli edifici esistenti alla recente normativa che disciplina le costruzioni nelle aree a rischio. In quest’ottica nel comune di Pietra Ligure (SV) è stato pianificato un intervento di demolizione e ricostruzione parziale dell’edificio ad uso abitativo sito in Piazza Castellino allo scopo di ottenere una struttura capace di resistere alle sollecitazioni in caso di eventi sismici. L’intervento è stato anche occasione per riorganizzare gli spazi, migliorando la distribuzione degli interni. Per la muratura portante si è optato per l’utilizzo del Blocco YTONG Sismico dello spessore di 36 cm con l’aggiunta di irrigidimenti in c.a. Le ricerche sperimentali eseguite negli ultimi anni hanno confermato che, grazie alle caratteristiche del materiale (leggero ma pieno e isotropo), gli edifici realizzati con YTONG hanno un basso rischio di danno ed elevata efficienza energetica, anche in zone ad alto rischio sismico. In particolare il blocco sismico risulta conforme ai requisiti espressi dal DM 2008, garantendo una resistenza minima del blocco di 5 MPa e un profilo liscio per l’incollaggio verticale.

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YTONG, UN MARCHIO DEL GRUPPO XELLA YTONG è un marchio del gruppo Xella International, leader in Europa nel settore dei materiali per edilizia. Nato 80 anni fa, YTONG è diventato sinonimo di calcestruzzo cellulare nel mondo con oltre 50 stabilimenti di produzione e viene ora prodotto anche in Italia a Pontenure (PC) nel sito acquisito da RDB Hebel. I blocchi YTONG associano le caratteristiche della bioedilizia ad una estrema semplicità costruttiva e di gestione del cantiere. Per le loro peculiarità, i prodotti YTONG hanno ottenuto la certificazione natureplus® e YTONG è partner dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Con i blocchi YTONG è possibile realizzare pareti portanti e di tamponamento, divisori, solai e tetti con un unico materiale leggero e facilmente lavorabile. La gamma YTONG include prodotti specifici per la ristrutturazione. Con i pannelli parete e le lastre autoportanti il gruppo Xella è anche uno dei più grandi fornitori europei di soluzioni nell’edilizia industriale. Per info www.ytong.it.


IL RUOLO DI BIGMAT Edilbottasano BigMat di Borgio Verezzi (SV) è una realtà consolidata che opera sul territorio ligure dal 1996. L’azienda dei fratelli Mileto è una realtà in forte espansione, un importante riferimento per chi opera nel campo dell’edilizia, sia per le imprese che per i privati. Da alcuni anni, Edilbottassano ha creato, al piano superiore della propria vasta sede, una grande esposizione di ceramiche, accessori bagno e idrosanitari delle migliori case, in modo tale da poter soddisfare le richieste della clientela più esigente e poter toccare con mano le finiture più in voga del momento. Tutti questi elementi hanno portato l’azienda di Borgio Verezzi a diventare un punto di riferimento per chi opera in questo settore. Nei due punti vendita di via Valle 29 e di via IV Novembre 5/7 si può trovare un’ampia selezione di materiali per l’edilizia dei marchi più prestigiosi: per questo, la progettazione della realizzazione di Pietra Ligure (SV) ha scelto Edilbottassano BigMat per la fornitura dei materiali, trovando un referente competente e formato in grado di rispondere a qualsiasi esigenza.



BLOCCO YTONG SISMICO Muratura portante ordinaria antisismica e autoisolante, per una casa sicura e ad elevato risparmio energetico! I recenti aggiornamenti della Normativa che disciplina le costruzioni in zona sismica, sono favorevoli all’utilizzo dei blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato e del Sistema di Costruzione YTONG, proprio grazie alle sue caratteristiche peculiari di leggerezza, solidità ed assoluta omogeneità. Il Sistema di Costruzione YTONG permette di costruire edifici in muratura portante ordinaria con eccellente qualità ambientale e benessere interno. Le ricerche sperimentali eseguite negli ultimi anni presso laboratori ed università italiane e straniere, hanno confermato che mediante l’uso del nuovo blocco Sismico, il comportamento delle costruzioni in YTONG garantisce la realizzazione di edifici con basso rischio di danno ed alta efficienza economica, anche in zone ad alto rischio sismico. Il blocco Sismico rispetta pienamente i requisiti di legge, mantenendo invariati i vantaggi del sistema costruttivo YTONG in calcestruzzo aerato autoclavato: • Semplice lavorabilità e posa in opera veloce • Alto isolamento termico e protezione acustica • Resistenza al fuoco (Classe A1) • Ecosostenibile e biocompatibile

Il tamponamento portante con i Blocchi YTONG Sismico dello spessore 36 cm, hanno garantito alte prestazioni di isolamento termico con una soluzione monostrato, senza il ricorso a ulteriori coibentazioni come di solito accade per le murature in laterizio. Anche le tramezzature sono state realizzate con i materiali della stessa gamma, in particolari con i blocchi leggeri YTONG, che assicurano, oltre alla velocità di posa, un buon abbattimento acustico, requisito fondamentale per un’abitazione residenziale.

La scelta di questo materiale garantisce alti livelli di isolamento termico e acustico, una buona resistenza meccanica, in altre parole un elevato comfort abitativo, senza dimenticare l’ambiente: Ytong, infatti, realizzato con materie prime al 100% naturali e minerali (sabbia, calce, acqua), annovera fra le sue certificazioni il prestigioso marchio Austriaco natureplus®, a testimonianza dell’effettivo impegno per la realizzazione di prodotti edili ecocompatibili. ■

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imprendito

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ori si nasce Sono passati gli anni, ma non li dimostrano. Dopo una lunga carriera di successi si trovano ancora sulla cresta dell’onda. Ecco le storie di tre addetti “uomini dell’edilizia” intramontabili, complice la capacità di tenere il passo con l’evoluzione tout court di Carlo Vacca

C

ambia la casa, il modo di costruire e anche di abitare. Cambia la società, la politica. Il senso estetico e la tecnologia fanno passi da gigante. Con il progresso e gli inevitabili cambiamenti molti gli addetti ai lavori che hanno smarrito la strada. Per altri, invece, sono passati tanti anni di mestiere, e non li dimostrano. Dopo un lunghissimo percorso costellato di successi c’è chi è ancora sulla cresta dell’onda. Il segreto? Sapersi aggiornare e non smettere di credere nei sogni, come è successo a tre figure iconiche del mondo dell’edilizia e dell’architettura. vittorio: Fame di fare Lui che da giovane faceva di giorno il “magutt”, il manovale, e di sera frequentava una scuola professionale per diventare capomastro, in più di trent’anni ha costruito un vero e proprio “impero del bello”, che partendo dalle costruzioni si è dipanato tra tenute, strutture per l’ospitalità a 5 stelle (L’Albereta a Erbusco e L’Andana a Castiglione della Pescaia), centri commerciali (Le porte franche di Erbusco), ristoranti (guidati da Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse), cantieri navali, campi da golf. Ed è sempre lui il deus ex machina del Bellavista, lo spumante Franciacorta capace di rivaleggiare con i migliori champagne francesi.
 Il 1967 è l’anno che segna l’avvio della prima attività imprenditoriale che Vittorio Moretti sviluppa nel settore dell’edilizia industrializzata, puntando su un elemento innovativo e di sicuro sviluppo in quegli anni: il prefabbricato. Nasce così l’azienda Moretti Spa, che sarà poi affiancata da altre sei consociate: Strutture, Pannelli, Armature, Modulo, Moretti Ovest, Montedildue. Quindi fonda la Moretti Interholz, per la produzione di strutture in legno lamellare a completamento estetico e funzionale

Vittorio Moretti

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delle strutture prefabbricate. Oggi, il settore edilizio ha raggiunto una consolidata affermazione sul mercato soprattutto grazie alla coesione delle quattro divisioni che fanno capo alla Moretti Spa - Industria delle Costruzioni, la cui forza competitiva risiede nell’offerta di un ciclo produttivo completo per la realizzazione e l’installazione di strutture prefabbricate per medi e grandi progetti architettonici. È nata anche una nuova divisione, specializzata nella costruzione di cantine, che ha realizzato più di cento strutture in tutta Italia. Presidente del comparto edile è Vittorio Moretti affiancato dall’amministratore delegato Tiziano Bertazzoni e da Lorenzo Guerini, direttore generale. Poi arriva il vino, arrivano i relais e i ristoranti e anche il cantiere navale Maxi Dolphin, da cui escono splendide imbarcazioni a vela: scafi in vetroresina, attrezzature in carbonio e teak massiccio in coperta. «Ho potuto realizzare tante attività, tutte di massimo valore e di grande soddisfazione, perché ho sempre avuto fame di fare, ma anche perché ho sempre tenuto i piedi per terra, pur con la testa tra le nuvole per immaginare nuovi progetti. Ogni prodotto deve trovare il proprio mercato, affermando la propria immagine e rinnovandosi nel tempo per rimanere competitivo; ma perché questo avvenga è necessario avvertire il senso di responsabilità di impresa che è al contempo risultato economico, soddisfazione dei collaboratori e continuità negli investimenti. Senza queste premesse nessun sogno può prendere forma concreta e rimanere nel tempo». Così Vittorio Moretti ha collezionato al suo fianco grandi personaggi internazionali: oltre ai già citati Marchesi e Ducasse, eccolo a fianco di architetti come Mario Botta e a progettisti come Roberto Starkel, Germán Frers, Bruce Farr e Luca Brenta. Di loro, Moretti afferma: «Ciò che accomuna personaggi apparentemente così diversi sono i loro valori: ciascuno di loro si distingue per la costante ricerca, l’innovazione, la passione e la voglia di lavorare a progetti di altissima qualità. Gli stessi valori che il gruppo Moretti porta ogni giorno all’interno delle proprie aziende, che si tratti di imbarcazioni, cantine o resort». Giampiero: Rigore e passione Era scritto negli astri: nato sotto il segno del toro (5 maggio 1931) Giampiero Pesenti ha sempre avuto volontà, pazienza e tenacia da vendere. La sua attività in Italcementi, l’azienda di famiglia fondata nel 1864, ha inizio dopo la laurea in Ingegneria Meccanica. Era il 1958. Da allora non si è più fermato. La storia del suo impegno imprenditoriale, mosso dal grande timone della passione in giusto equilibrio con il rigore, è ricca di riconoscimenti e onorificenze. Nel 1977 è nominato Grand’Ufficiale e nel 1989 Cavaliere del Lavoro. Prima del 2009, quando riceve le insegne di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, fondamentale è il 2004. In quell’anno, viene fregiato dal Presidente della Repubblica Francese dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della

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Giampiero Pesenti

Carlo Pesenti

Legion d’Onore e l’Università degli Studi di Bergamo gli conferisce la laurea honoris causa in ingegneria gestionale «alla luce dell’impegno profuso nella definizione e realizzazione dei piani di crescita internazionale del gruppo che lo hanno portato in una posizione di leadership mondiale». A premiare il successo di Giampiero Pesenti sono anche i numeri di Italcementi Group, che è il quinto produttore di cemento a livello mondiale. Presente in 21 Paesi, con circa 20mila dipendenti, nel 2011 il gruppo ha registrato un fatturato annuo di oltre 4.7 miliardi di euro e una capacità produttiva di cemento di circa 74 milioni di tonnellate. La ricerca e dell’innovazione, senza trascurare concetti importanti come la sostenibilità, sono da sempre alla base del successo della famiglia Pesenti e di Italcementi, tanto che, anche oggi, in un momento di congiuntura economica che vede il settore del cemento il primo a subire enormi contraccolpi, Giampiero Pesenti, insieme al figlio Carlo, consigliere delegato del Gruppo, ha appena inaugurato i.lab, il nuovo centro di Ricerca e Innovazione. Un luogo della conoscenza e del sapere scientifico che ha sede in un edificio di 23mila metri quadrati nel parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo dove ingegneri, tecnici e ricercatori della Direzione Ricerca e Sviluppo, della Direzione Laboratori del Centro Tecnico di Gruppo (CTG) e della Direzione Innovazione di Italcementi sono impegnati nello studio e nello sviluppo di innovazioni tecnologiche, funzionali ed estetiche dei nuovi materiali


per le costruzioni. E a testimoniare la capacità di Pesenti di tenere il passo con l’evoluzione non soltanto del mercato, ma dei tempi tout court, sono le due parole d’ordine scelte per la guida di i.lab: innovare pensando all’ambiente e coniugare lo sviluppo industriale ed economico con un uso attento delle risorse naturali e nel rispetto dei diritti umani, del lavoro e della vita. Un insieme di valori che sono certamente il segreto della lunga vita di Italcementi e dei suoi fondatori. renzo: La casa, bisogno primordiale La sua cifra: la misura. Quell’aria raffinatamente discreta, propria di chi riflette molto e parla il giusto l’ha portato lontano. Renzo Piano (Genova, 1937) viene da una famiglia di imprenditori edili e dopo la laurea al Politecnico di Milano nel 1964 l’architettura diventa il suo mestiere. Un lavoro in cui ha espresso il meglio di sé, con guizzi di genialità che lo hanno confermato un poeta del progetto destinato a diventare (nel 1994) ambasciatore dell’UNESCO per l’architettura. Dopo le esperienze presso architetti di fama (Franco Albini, Marco Zanuso, Louis Kahn e Makowskj) continua ad aiutare il padre Carlo nella sua attività e, al contempo, inizia a sperimentare. Gli interessano soprattutto le strut-

ture spaziali a guscio realizzate con sistemi costruttivi innovativi e tenendo sempre in riferimento l’amico e maestro Jean Prouvé. Da allora la sua strada è spianata. La mansione e l’uomo sono una sola cosa e il ruolo di architetto ha a che fare con uno dei bisogni primordiali. «È un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l’uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto». La sua grande forza è andare sempre avanti, sperimentare, reinventare senza mai temere le critiche. È successo anche con i progetti più discussi della sua carriera, come il Centre Georges Pompidou, il Beaubourg, giudicato da alcuni una pessima opera costruttiva. Ma Piano guarda avanti. Succede così quando si sperimenta senza paura e l’architetto genovese in questo è stato ripagato. Il suo percorso è stato premiato, fra gli altri riconoscimenti, dalla “Royal Gold Medal” per l’architettura al RIBA nel 1989, dal “Praemium Imperiale” a Tokyo nel 1995, dal “Pritzker Architecture Prize” nel 1998, e dalla AIA Gold Medal dell’American Institute of Architect nel 2008. Autore di moltissime architetture iconiche nel mondo, dal 1981, costituisce il “Renzo Piano Building Workshop”. Oggi lavorano con lui 150 persone nelle sedi di Parigi, Genova e New York. ■

Renzo Piano

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ESSERE PROFESSIONISTI Essere etici, saper fare, ma soprattutto saper essere. Ecco come essere professionisti con la p maiuscola, grazie a passione, competenze acquisite con l’esperienza e tanta formazione di Nicola Pisano

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rofessionalità e formazione: due parole forse un po’ troppo abusate, soprattutto negli ultimi tempi. «In qualsiasi ambito tutti parlano di professionalità, forse però senza domandarsi cosa effettivamente sia», afferma Angelo Battista, sociologo del lavoro e docente di empowement organizzativo all’Università LUM “Jean Monnet” Casamassima di Bari. A questo proposito, il professore ha appena firmato un interessante articolo sulla rivista del Gruppo 24Ore, L’Impresa. «La

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professionalità è una qualità non innata e quindi si può progressivamente acquisire nel tempo ed è declinabile in tre dimensioni interdipendenti tra loro: morale, professionale, relazionale», spiega. LA DIMENSIONE MORALE Partiamo dalla dimensione morale, che chiama in campo i principi etici di una persona, ovvero «quei valori che ispirano, o dovrebbero ispirare, il comportamento di qualsiasi serio operatore professionale, a cui non può sfuggire l’importanza cruciale della cosiddetta asimmetria informativa, che altro non è che quel gap di conoscenze specialistiche, di esperienze, di informazioni e background culturale che pongono il professionista in condizioni di vantaggio. Ciò si traduce in una competenza messa al servizio del cliente finale proposta con linguaggio semplice, chiaro e alla portata di chi si ha di fronte, nel rispetto di un codice deontologico che, se rispettato, crea fiducia e stima». LA DIMENSIONE PROFESSIONALE Ma dopo la teoria, c’è la pratica, ovvero la dimensione più strettamente professionale, che Angelo Battista spiega così: «Si tratta della fase operativa, detta expertice, nella quale il vero professionista mette a disposizione degli

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altri tutto il suo sapere e il suo saper fare, per conseguire gli obiettivi di volta in volta concordati. È, in buona sostanza, il momento della verità, nel senso che è qui che emergono le conoscenze, le competenze, l’esperienza professionale consolidata sul campo, la creatività problem solving. Il mestiere viene fuori, prende forma e diventa sostanza». È questa seconda dimensione che mette in crisi, secondo Battista, i non professionisti, perché privi di vere ed adeguate competenze ed esperienze: «In questa dimensione così concreta e dinamica, i soggetti privi di professionalità arrancano, riuscendo a conseguire risultati mediocri o sicuramente ben lontani dalle aspettative di chi li ha ingaggiati ritenendoli, sulla carta, credibili ed affidabili». L’IMPORTANZA DEL SAPERSI RELAZIONARE La terza dimensione è ultima ma non per importanza: si parla di capacità relazionali, troppo spesso date per scontate. «Consiste – spiega Battista – nel saper essere veri professionisti, per questo credo che sia la dimensione più complessa. Perché? Anzitutto perché bisogna conoscere le regole e i principi fondametali della comunicazione interpersonale, che in genere si danno per acquisiti. In seconda battuta, perché è importante disporre nel proprio repertorio comportamentale di abilità sociali e competenze emotive consolidate, che non tutti hanno, ma che sono indispensa-


DALL’UNIONE EUROPEA UNA GUIDA PRATICA PER FARE IMPRESA Il mercato e la delocalizzazione non si fermano certo dentro i confini nazionali, chi fa impresa lo sa. E non si fermano neanche in quelli europei, se non fosse che l’Unione europea dal punto di vista del mercato e delle regole si può considerare un importante punto di riferimento. Il sito La tua Europa (www.ec.europa.eu), che ha una parte relativa ai cittadini e una alle imprese, nella seconda va in aiuto in questo senso, proponendosi secondo quanto dice già il suo sottotitolo come una “Guida pratica per far impresa in Europa”. Si compone di otto sezioni tematiche che corrispondono ad altrettante fasi della vita aziendale. Abbiamo ad esempio Intraprendere, o Espandersi e Cessare l’attività, e ancora L’impresa responsabile e Il mercato UE. Ciascuna area ha poi delle sotto-sezioni di approfondimento che specificano più in dettaglio, con altre schede, la sezione di riferimento. Al centro c’è anche una mappa con i paesi dell’Unione più la Norvegia. Cliccando su uno stato si possono avere informazioni più analitiche, generalmente in inglese e nella lingua locale, che corrispondono alle sezioni tematiche. Da notare anche due link speciali che compaiono in ciascuna pagina, chiamati Finanziamenti e Sostegno. Qui si trovano ulteriori informazioni su questi due settori, con link di approfondimento per scoprire i sistemi e i programmi di finanziamento.

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BigMat,

specialmente per l’edilizia.

Quando si tratta di edilizia, meglio affidarsi a BigMat, il Gruppo di distributori edili indipendenti leader in Italia e in Europa. Negli oltre 190 punti vendita in Italia trovi prodotti delle migliori marche, servizi avanzati e consulenza sulle nuove tecniche costruttive, con promozioni e offerte tutto l’anno. Passa agli specialisti, passa a BigMat.


La rivoluzione della ventilazione primaria bili per riconosere, gestire ed esprimere in maniera socialmente adeguata pensieri, emozioni e stati d’animo, sia per governare la complessità delle dinamiche relazionali». Tra le competenze emotive rientrano, ad esempio, l’empatia, la stabilità psico-emotiva, la capacità di rialzarsi dopo un crollo psicologico, la padronanza di sé e il self-control, la gestione dello stress. Tutte caratteristiche fondamentali per gestire negoziazioni difficili o situazioni, in generale, impegnative». EMPATIA, ENTUSIASMO, OTTIMISMO Nelle tre dimensioni snocciolate dal docente, un ruolo chiave lo gioca l’empatia, ovvero quella caratteristica che porta un individuo a considerare che davanti a sé c’è in primis non un cliente, ma una persona, un essere umano con le sue esigenze e le sue aspettative, che andranno attentamente ascoltate, comprese e rispettate. «Il professionista, attraverso la sua capacità di ascolto empatico, potrà entrare in punta di piedi nella prospettiva del suo cliente. Poi ci sono l’entusiasmo e l’ottimismo, altre due risorse mentali fondamentali per operare con efficacia ed efficienza in qualsiasi ambito, senza manie di perfezionismo. Sono asset intangibili degli operatori professionali motivati e determinanti, che non si accontentano mai della sufficienza nei risultati e puntano sempre a performance eccellenti. Sono, in sostanza, le qualità che consentono a chi le possiede di svolgere con impegno e passione qualsiasi tipo di lavoro». Ma l’ottimismo di cui parla Battista non è certo quello del sognatore con la testa tra le nuvole, che ignora i problemi o fa finta di non vederli. Tutt’altro. Si tratta, invece, di un atteggiamento realisticamente positivo, che davanti alle difficoltà si trasforma in coraggio, tenacia e determinazione.

Ventilazione normalmente chiusa

FORMAZIONE VERA La professionalità, insomma, è un costrutto globale e complesso di conoscenze, competenze, strumenti e qualità umane. Molte di queste si possono imparare sul campo, con corsi di formazione adeguati: ne sono un esempio quelli proposti dalla scuola di alta formazione BigMat, da anni impegnata a proporre percorsi con docenti universitari di comprovata esperienza che vanno a toccare dai temi tecnici ai temi di più ampio respiro (comunicazione, marketing, gestione del personale, contabilità, etc.). Il Gruppo internazionale di distributori di materiali edili indipendenti, infatti, punta da sempre sulla professionalità dei suoi associati. «Chi è davvero un professionista – conclude Battista – ha una marcia in più che gli deriva non tanto dalla capacità di soddisfare le aspettative e i desideri del suo cliente, quanto dall’abilità di riuscire addirittura a superarli, grazie a un approccio olistico alla professione, eticamente fondato. In questo modo, inoltre, si è in grado di creare i presupposti di un rapporto di lunga durata». ■

Ventilazione attivata

Bella e affidabile. Nuova valvola a immissione aria. Abbatte i costi di posa, garantisce la ventilazione primaria, elimina definitivamente i cattivi odori. Idoneo a montaggio interno ed esterno, si può montare anche a soffitto o inclinato. Si può installare su impianti esistenti. Consente di rendere abitabile la mansarda. Evita attraversamenti del tetto eliminando i rischi di infiltrazioni d’acqua e dispersioni termiche. Meccanismo a scomparsa, estraibile per eventuale ispezione.

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Carapace QUANDO ARTE E PROGETTAZIONE SI INCONTRANO Arnaldo Pomodoro e il mondo delle costruzioni si sono uniti per costruire il Carapace, la nuova cantina umbra di proprietà della famiglia Lunelli che aprirà i battenti il 16 giugno. La prima opera d’arte al mondo dove «si vive e si lavora» di Francesca Negri

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na tartaruga (che richiama i ritmi lenti della natura e del vino), un astronave (per le nuove conquiste?), un sole che sorge dai raggi fatti di filari di vigne (di Sagrantino, l’unico vitigno le cui foglie in autunno s’infiammano di colori rossi). E una bollicina di perlage rosè, per non dimenticare il legame indissolubile che da oggi lega il Trentino all’Umbria – disegnando possibili nuove vie per l’enoturismo – e che si potrà toccare con mano il 16 giugno, giorno dell’apertura ufficiale del carapace – ovvero il guscio della tartaruga - al grande pubblico mondiale.

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Di cosa stiamo parlando? Della nuova, attesissima cantinascultura di Arnaldo Pomodoro, realizzata per la famiglia Lunelli da un’idea di Gino (oggi presidente onorario di Cantine Ferrari), legato a Pomodoro da un’amicizia trentennale. L’imponente opera dalla bellezza mozzafiato si trova in Umbria, a Bevagna, dove i Lunelli nel 2001 hanno acquistato una trentina di ettari vitati. La nuova realtà si chiama Tenuta Castelbuono ed è lì che Pomodoro ha

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avuto carta bianca per costruire quella che per il famoso scultore rappresenta il debutto – a 86 anni – nel mondo delle costruzioni: «Un debutto – spiega Pomodoro – che non sarebbe mai stato possibile se ai miei disegni artistici non fosse seguita l’esperienza e la tecnica degli architetti e dei costruttori che hanno reso possibile la messa in pratica del mio porgetto». Insomma, sapere artistico ed edile per una volta si incontrano e il risultato è un capolavoro


che non si esagera a definire mondiale. Lo studio degli architetti Giorgio e Luca Pedrotti ha avuto il compito di tradurre in scala architettonica le intuizioni di Pomodoro. Nell’iter progettuale, costantemente supervisionato dall’artista attraverso disegni, modelli e modelli al vero, sono stati approfonditi ed individuati materiali e tecnologie innovative per trasferire al meglio la forza espressiva del linguaggio in strutture architettoniche che potessero coniugare le grandi dimensioni dell’opera con la massima perfezione di forme e superfici. La sfida – vita – era quella di coniugare una struttura che fosse quanto più coerente alle forme immaginate da Pomodoro rispettando le rigide normative sismiche e che garantisse ampia flessibilità alla realizzazione della particolare copertura e dell’ancor più complessa volta d’intradosso interna. NUOVE TECNOLOGIE PER L’ARTE L’elemento sicuramente più complesso è rappresentato dal “carapace” che fin dalla sua genesi ha richiesto lo studio di nuove tecnologie e soluzioni sia strutturali che decorative. Innanzitutto la scelta per la struttura portante dell’opera è ricaduta su di un sistema di archi a tre cerniere in travi reticolari di legno lamellare: lo sviluppo di questa struttura è stato possibile grazie alla scansione digitale di un modello in scala 1:20 realizzato da Pomodoro sulla cui base sono stati adattati e conformati i dodici semi archi che costituiscono gli appoggi a terra della cupola ed il grande costolone centrale di 38 metri di diametro. Il legno si è dimostrato il materiale più versatile alle modifiche in corso d’opera, ha dato ottime risposte dal punto di vista sismico nel sopportare le dilatazioni differenziali dovute alla dimensione dell’opera ed alla sovrapposizione di varie tecnologie e materiali. Uno degli aspetti più innovativi e complessi della realizzazione è sicuramente il manto di copertura. Pomodoro ha immaginato che l’estradosso della cupola fosse squarciata da fratture in cui intuire la materia primordiale generatrice dell’opera: per questo sono state utilizzate lastre di rame realizzate su matrici create appositamente dallo scultore. Al di sotto del manto in rame è stato poi studiato un sistema di tetto ventilato a più strati. TRADIZIONE E ARTIGIANALITà La pavimentazione interna ed esterna al “carapace” è in porfido trentino con pezzature speciali a “spacco”, l’artista insieme agli architetti ha personalmente selezionato le singole lastre appena cavate con una colorazione ruggine, tonalità abbastanza rara per il porfido. Sostenuto da una centinatura di archi in legno lamellare, il carapace da fuori ammalia, ma internamente lascia senza fiato: da un grande arco centrale che assume il peso di una spina dorsale, si diramano come costole le serie dei mezzi archi laterali che intessono un ambiente che esprime forza

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Progetto architettonico e direzione lavori: Studio architetti Giorgio e Luca Pedrotti Progetto impianti tecnici: Unitec group Srl – ing.Oscar Nichelatti Progetto illuminotecnico: Studio architetto Barbara Balestreri Progetto paesaggistico: Studio Ermanno Casasco Calcoli Statici: Studio ing. Fausto Rossi Coordinatore della sicurezza: Geom. Fabio Fusi

Realizzazioni edili: Impresa Giomarelli Opere in legno lamellare: Holz Albertani Spa Impianti termoidraulici ed enologici: Ditta Sordato Impianti elettrici: Ditta Valeri Vetri curvi: Viraver Technology Srl Serramenti curvi: BAESSO Srl Lastre in rame su disegno di Pomodoro: Elettroformature Venete Lattonerie in rame: Eurocoperture Srl Pavimentazioni in porfido: Consorzio Cavatori Produttori Porfidi Arredamenti: Falegnameria Magil di Giorgio e Marco Leonardelli

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e morbide suggestioni al contempo. La volta è frastagliata dalle forme tipiche del linguaggio Pomodoro, per la cui realizzazione sono stati impiegati intonaci speciali su reti nervate e stirate fissate ad una struttura leggera in tubi di alluminio stampato, la cui installazione è stata personalmente diretta sul cantiere da Pomodoro stesso e dal suo collaboratore Dialmo Ferrari. Tutta la finitura dell’intonaco, composto da una miscela al 90% di rame, è stata realizzata a mano con speciali strumenti che hanno permesso di riprodurre le texture tipiche dei lavori del Maestro. Per l’interno della volta è stato progettato dall’architetto Barbara Balestreri di Milano, consulente di Arnaldo Pomo-

doro, un sistema di illuminazione integrato. Uno ziggurat, racchiuso all’interno di una scala elicoidale, funge da sala degustazione e tutto il resto della cantina trova sviluppo nella parte interrata. Di qui usciranno, quando la produzione sarà a pieno regime, circa 500mila bottiglie di Sagrantino di Montefalco e di Rosso di Montefalco, già lanciate sul mercato a partire dal 2003 e frutto di «un importante lavoro sui vigneti, ora in conversione al biologico, con nuovi impianti e la valorizzazione di quelli esistenti tramite una selezione dei cloni condotta con l’Istituto agrario di San Michele all’Adige», fa sapere Marcello Lunelli, presidente di Tenuta Castelbuono. UN DARDO PER SOTTOLINEARE L’OPERA Il carapace di Pomodoro è un’opera d’arte, a tutti gli effetti, unica perché è la prima al mondo dove «si vive e si lavora»: per questo si prevede che a visitare la nuova cantina accorreranno da tutto il mondo. Dal 16 giugno i visitatori non faranno fatica a trovare il già famoso carapace: per segnalarlo nel paesaggio Pomodoro ha pensato bene di realizzare anche un dardo rosso fuoco, alto metri. Per il dardo, le valutazioni statiche, le spinte dinamiche del vento ed il grado di sismicità della zona hanno portato ad una soluzione mista di cls armato su platea e pali con sovrapposta una struttura reticolare leggera in traliccio di acciaio funzionale anche quale supporto dei pannelli in fiberglass colore rosso ancorati in modo “labile” per assorbire le dilatazioni e movimenti differenziali dei diversi materiali in gioco. ■

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INNOVATION | QUALITY | PROGRESS

Una società del gruppo SWAROVSKI


EMOZIONI ROSA, ROSSE E BLU

Bigmat al Giro d’Italia, con la squadra Fdj-BigMat e con tanti eventi e iniziative per vivere al 100% l’emozione di una delle gare sportive più mitiche del mondo di Michelangelo Cecchetto

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osa, ma anche rosso e blu. Questo lo spettro cromatico che ha accompagnato ciclisti, appassionati e ospiti lungo i 3.503,4 Km della 95ma edizione del Giro d’Italia, perché BigMat, con i suoi colori rosso e blu, è stata tra i protagonisti della carovana delle due ruote, sia nella sfida tra i veloci pedali delle squadre professionistiche con la sponsorizzazione della formazione francese FDJ-BigMat, sia con una serie di iniziative per festeggiare la partnership con il Giro d’Italia. In continuità con l’attenzione che da sempre rivolge al mondo dello sport, il gruppo internazionale di distributori indipendenti di materiali edili ha permesso, grazie alla sua

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sponsorizzazione, di riportare nel circuito Uci World Tour la formazione FDJ-BigMat, un sodalizio vincente e bagnato da ottimi piazzamenti e qualche successo inaspettato vista sia la giovane età della squadra francese, sia la sua assenza dal palcoscenico dei grandi Tour ciclistici internazionali da oltre tre anni. Risultati sportivi ma anche promozione. Il Giro d’Italia è stato infatti l’occasione per fare di BigMat l’azienda protagonista della carovana rosa. Grazie all’accordo di partnership siglato tra BigMat e RCS-Gazzetta dello Sport,

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l’azienda e tutti i suoi appassionati clienti hanno vissuto da protagonisti questa storica edizione. In ogni partenza si stagliava contro il cielo della Penisola il colore blu dello stand gonfiabile di BigMat. Un centro nodale attraversato dalla folla di curiosi cicloamatori che riusciva così a scoprire il mondo del gruppo in un luogo coinvolgente e punto d’incontro nel quale ricevere i pass della zona Vip, regalati a chi consegnava i buoni omaggio distribuiti nelle sue rivendite associate e che consentivano l’accesso al parco chiuso del villaggio di partenza. Nella zona Vip gli ospiti BigMat potevano cogliere le sensazione, le pre-


occupazioni e l’entusiasmo vissuto dal tema FDJ-BigMat prima dell’avvio di ogni gara: lo stand del gruppo, infatti, dava anche l’opportunità di incontrare i campioni della giovane squadra francese e trascorrere con loro alcuni momenti durante i quali discutere della gara che stava per iniziare, raccogliere foto e autografi o augurare un grosso in bocca al lupo. Distratti dalla quantità di gadget e personaggi che si potevano incontrare nello stand, arrivava subito l’ora di partenza della carovana, anticipata lungo il percorso dalle automobili e pick-up dei vari sponsor. Un pittoresco serpentone, attesissimo da tutto il pubblico. Sulle strade pianeggianti della Penisola, lungo i tornanti e le ripide salite e discese dei passi alpini, si stagliava, fra i tanti, l’agile pick-up con “in sella” la sfera di BigMat e la simpatica mascotte Mister Big. Un modo divertente per preparare i tifosi, accalcati lungo le strade o seduti sui paracarri in trepidante attesa dei loro beniamini delle due ruote, rallegrandoli con questi momenti di svago o coinvolgendoli negli spettacoli organizzati in diversi punti di sosta lungo il percorso. Il rosso e il blu di BigMat sono stati anche la cornice di molti tratti stradali, hanno accompagnato e avvolto i concitati ultimi chilometri delle tappe, decorando le transenne del pubblico. Hanno animato anche le tribune d’arrivo, dove alcuni clienti premiati da BigMat hanno assistito a

tutte le emozionanti volate dei percorsi pianeggianti oppure alle solitarie apparizioni degli stanchi ma orgogliosi ciclisti nei tapponi alpini. BigMat è stata quindi la protagonista di questa 95ma edizione del Giro d’Italia e ha coinvolto in questa festa, vissuta come imperdibile opportunità, i propri clienti organizzando, con loro anche momenti d’incontro nei suoi vari punti vendita distribuiti lungo il percorso. Tra un aperitivo, un buffet e la gioia dello stare assieme per tifare i propri beniamini, ha anche premiato molti di loro. Il Giro d’Italia è stata l’occasione per vivere in presa diretta le emozioni, i profumi e la fatica dei ciclisti FDJ-BigMat grazie alla possibilità, data ad alcuni clienti e giornalisti, di seguire giornalmente le tappe seduti sul lato passeggero dell’ammiraglia dei tecnici e direttori sportivi della squadra francese. Lo sport, infine, nella serata di giovedì 17 maggio ha temporaneamente lasciato lo spazio ad un momento più conviviale con la cena di gala, organizzata nella splendida cornice del ristorante Tenuta la Ginestra a Finale Ligure. In un giardino circondato da uliveti e agrumeti, con una vista mozzafiato sul litorale di Savona, gli oltre ottanta partecipanti hanno vissuto una serata gioviale in compagnia di alcuni tecnici della formazione FDJ-BigMat e del divertente comico di Zelig Franco Neri. ■

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IL LATO SOCIAL DELL’EDILIZIA La pagina facebook e il canale YouTube di BigMat Italia stanno raccogliendo, giorno dopo giorno, sempre più fan. Perché si costruisce anche con i social network. Vediamo cosa e come di Cristina Serra

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ra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 BigMat ha cominciato a organizzare in maniera sistematica la sua presenza sui Social Network (gruppi di persone connesse tra loro grazie ad Internet che condividono gli stessi interessi) tracciando così la strategia “digitale” del Gruppo. Il percorso è lungo ed è ancora presto per dire quali saranno i modi migliori per sfruttare a pieno questo canale nel nostro settore, ma alcuni risultati cominciano ad arrivare, offrendo molti spunti. Innanzitutto qualche numero: la pagina ufficiale di BigMat Italia (www.facebook.com/bigmatitalia), ad oggi conta circa 32mila visualizzazioni, con una media di 3.500 alla settimana. Ma cosa si trova nella pagina facebook di BigMat Italia? In primis tutte le novità del Gruppo, gli aggiornamenti

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sulle iniziative di carattere nazionale come i concorsi e le campagne istituzionali, nonché tutte le notizie relative alle sponsorizzazioni in corso, la condivisione di immagini che raccontano le attività dei 195 punti vendita italiani, e poi ancora descrizioni e spiegazioni, link a siti di interesse e così via. Insomma, si tratta in sostanza del diario quotidiano del Gruppo, con cui tutti possono interagire. Non mancano nemmeno le iniziative dei soci, che vanno dalle attività agli eventi promossi nelle singole rivendite sparse un po’ in tutta Italia. Tra le iniziative di successo, da segnalare il “Diario di viaggio dal Polo Nord”: BigMat ha infatti seguito il socio di Belluno Fabio De Mas durante la sua spedizione al Polo. Sulla scorta di questo successo, anche per il Giro d’Italia è stata organizzata un’attività incentrata su facebook, con immagini delle varie tappe del Giro e il divertente shooting “Diventa Mr. Big”. Un modo giovane, smart, immediato di comunicare in modo meno formale, ma non per questo non professionale, con clienti (o potenzialmente tali), generando un traffico di informazioni che in rete vengono condivise e commentate: tutto questo sta generando un traffico di oltre mille utenti a settimana e il numero di fan è in costante crescita.


Oltre a facebook, è stato fatto anche un restyling del canale YouTube che ora ospita una serie di video ordinati in categorie facilmente consultabili. Ma non si tratta solo di un make-up: BigMat sta infatti aumentando la produzione e diffusione di video come strumento di promozione efficace di prodotti e servizi. E l’aumento di visualizzazione del canale (già oltre il migliaio nei primi 5 mesi del 2012) testimonia che YouTube farà parte integrante della strategia di comunicazione BigMat. Parallelamente, cresce la Community BigMat, che ad oggi conta più di 30mila iscritti e che fornisce contenuti e vantaggi esclusivi, come ad esempio la spedizione gratuita della rivista UP!. Come fare per entrare a far parte della Community? Le iscrizioni sono aperte a chiunque, accedendo al sito www.bigmat.it. ■

Concorso “Tenacia e passione per premi da campione” Tra le attività a supporto della sponsorizzazione del team ciclistico FDJ-BigMat, il Gruppo in Italia ha promosso – per tutto il periodo di durata del Giro d’Italia - il concorso “Tenacia e Passione per premi da campione”. Si tratta di un sistema di cartoline “gratta e vinci”, che ha raccolto oltre 2000 giocate. In palio, oltre a cappellini e sacche marchiati FDJ-BigMat, ci sono anche 15 super-premi finali, tra completi ciclistici, biciclette e, per il più fortunato, un week end a Parigi: un’occasione in più per continuare a tifare la squadra FDJ-BigMat anche al Tour de France. VINCI SUBITO CON IL CONCORSO BIGMAT! TENACIA E PASSIONE PER PREMI DA CAMPIONE.

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Il 22 luglio il Tour de France si conclude a Parigi sugli Champs-Elysées.

Concorso a premi valido dal 30.04.2012 al 02.06.2012. Estrazione entro il 30.06.2012. Montepremi complessivo € 7.479,00 IVA esclusa. Promotore: Pro.Ma.Italia S.c.p.a., Cassina de’ Pecchi (MI). Regolamento sul sito www.bigmat.it

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il consulente d’azienda GLI ASPETTI POSITIVI DELLA CRISi

Dalla forma alla sostanza imprenditoriale: i nuovi modelli competitivi basati sulla fiducia Questo vuole essere il primo di una serie di contributi che avranno come file rouge un obiettivo a dir poco sfidante: dare una lettura un po’ diversa della crisi non solo economica ma di sistema che ci vede coinvolti da ormai oltre tre anni, cercando di riflettere su quali spunti positivi possa proporre per la nostra vita professionale e per il modo di fare impresa, pur non sottacendo le difficoltà che emergono dall’operare in un contesto così difficile ed incerto. I periodi economici di crescita, soprattutto quelli più repentini, rappresentano occasione di sviluppo per tanti operatori, ma per alcuni di essi il ciclo favorevole può costituire un eccesso di premialità rispetto alle effettive capacità e competenze esistenti nell’impresa. I settori che sono stati caratterizzati da trend positivi hanno dato la possibilità di nascere ed affermarsi ad operatori che, “cavalcando l’onda”, hanno preferito puntare in maniera prevalente – ed in alcuni casi esclusiva – su, tattiche di breve periodo finalizzate ad ottenere risultati immediati rispetto a strategie di più lungo termine che rafforzassero risorse e competenze dell’impresa permettendole di creare vantaggi competitivi più durevoli e distintivi, con legami più stabili con la clientela e tutti gli altri “stakeholders” primari dell’impresa. In periodi di crescita significativa di volumi e prezzi nel settore immobiliare tali orientamenti potevano sembrare premianti in termini risultati economici, rispetto alle aziende che reinvestivano in risorse umane, formazione, modelli organizzativi e gestionali più evoluti o puntavano su aree di attività e modelli di offerta promettenti ma ancora di scarsa rilevanza quantitativa e che assorbivano risorse. La crisi, ridimensionando significativamente prospettive di crescita e di redditività, ha mutato le “regole del gioco”. La riduzione dei volumi soprattutto nel mercato del nuovo, la difficoltà di accesso al credito per famiglie ed imprese, la flessione dei prezzi nel settore hanno reso non solo il mercato più “piccolo” ma anche molto più selettivo. Nel contempo l’aumento dei costi dell’energia e l’introduzione di normative di classificazione degli edifici hanno reso sempre più importante

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che gli attori della filiera, dai produttori di materiali ai distributori, ai progettisti sapessero veicolare efficacemente conoscenze ed informazioni, anche incorporate nei loro processi operativi e nel “fare” quotidiano, per poter essere credibili e competitivi in settori che stavano divenendo sempre più importanti. Laddove aumenta la complessità ed il cliente/committente percepisce l’importanza di compiere scelte corrette ma al di fuori delle proprie conoscenze, la “fiducia” assume un ruolo sempre più rilevante per scegliere i propri fornitori di beni o sevizi. La gestione delle relazioni – il cosiddetto relationship management – ha un ruolo sempre più centrale. La fiducia, che ne costituisce elemento centrale ed imprescindibile, è un sentimento di sicurezza che deriva dal confidare in qualcuno o in qualcosa: la fiducia è qualcosa di intangibile e in quanto tale non facile da identificare, gestire ma – fortunatamente – non agevolmente trasferibile o acquisibile. La fiducia quindi non si compra, ma si costruisce nel lungo periodo e per converso si può perdere in un tempo molto più breve. Da una prima lettura si tratta di una “risorsa” costosa ma anche molto rischiosa da gestire. In un periodo in cui la selezione e la necessità di scelta sono sempre più importanti, le relazioni instaurate e consolidate nel tempo basate sulla fiducia diventano una determinante leva di vantaggio competitivo. Sicuramente un primo impatto si ha sulla gestione delle relazioni con il cliente che nel suo processo di scelta del fornitore non potrà prescindere dal considerare la sua affidabilità, professionalità, competenza e correttezza, riscoprendo, oltre al prezzo, l’importanza dei rapporti fiduciari sviluppatisi in passato ma valorizzati nel presente ma soprattutto in prospettiva per potersi orientare nelle proprie scelte e nella soluzione di eventuali problemi. Anche gli studiosi di marketing stanno evidenziando come le imprese con i migliori risultati sono quelle che hanno creato un forte senso di fiducia e di “comunità” con i propri clienti e fornitori strategici. Ma non bisogna dimenticare che siamo inseriti in un sistema sempre più complesso di relazioni, in cui, oltre il cliente, diventa strategica la

gestione delle relazione con tutti gli altri soggetti con cui interagiamo. Basti pensare all’importanza di aver costruito rapporti di fiducia con i propri fornitori, con i quali condividere strategie commerciali e logistiche. O ancora con i propri concorrenti, con i quali è sempre più importante “fare squadra” in un’arena competitiva che va ben oltre il territorio – che per quanto ampio resta pur sempre limitato - in cui si opera. Per non dimenticare le banche, con le quali relazioni sane e basate sulla reciproca trasparenza possono consentire il superamento di criticità finanziarie contingenti o strutturali. Chi può trarne vantaggio? Sicuramente gli operatori che hanno basato il proprio essere imprenditori o professionisti sull’importanza della reputazione – cosiddetta brand reputation -sono favoriti, ma ciò non è sufficiente. Le relazioni basate sulla fiducia richiedono un attento e continuo lavoro di “manutenzione” che parte all’interno delle organizzazioni: i dipendenti, i collaboratori e tutti coloro che partecipano al progetto imprenditoriale devono essere parte integrante e facilitatori di questo “sistema” fiduciario che viene trasferito ogni giorno a tutti i soggetti con cui ci si confronta. Parafrasando il poeta e filosofo Kahlil Gibran, “la fiducia che hai nel prossimo è strettamente connessa con la fiducia che hai in te stesso”. Per mantenere e sviluppare un nuovo sistema competitivo basato sulla fiducia bisognerà quindi concentrarsi “in primis” sul rafforzamento dei rapporti fiduciari all’interno delle proprie organizzazioni, consolidando e creando nuove relazioni collaborative con tutti i soggetti che operano in azienda per poi essere in grado di costruire e rafforzare legami solidi se duraturi verso l’esterno. Chi saprà ben operare in questo senso avrà un’importante strumento in più per fronteggiare questa lunga e difficile crisi. di Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria


il consulente legale Fessurazioni, cavillature e distacco della pavimentazione: un problema sempre più diffuso

Le problematiche connesse alle fessurazioni, alla cavillature e al distacco del pavimento non costituiscono certo una novità nel settore dell’edilizia ma occorre prendere atto del fatto che il numero di vertenze relativo a dette cause sono aumentate in modo esponenziale negli ultimi anni e ciò non è necessariamente imputabile ad una cattiva o negligente progettazione o realizzazione dei lavori, quanto semmai alla difficoltà, allo stato, di coordinare lo stato della tecnica costruttiva e i materiali più diffusi nel settore con le esigenze normative. Ad esempio, in molti casi, ciò che determina la rottura delle piastrelle è la sussistenza di quella guaina necessaria per isolare acusticamente l’unità abitativa secondo la disciplina corrente: tale guaina non consente la traspirazione dell’umidità, la quale, così, finisce per accumularsi e determinare effetti esiziali allorquando la temperatura varia di colpo, come quando si accende improvvisamente il riscaldamento con l’arrivo dei primi freddi. In altri casi, la citata guaina, provocando l’effetto “galleggiamento”, contribuisce a causare la rottura delle piastrelle proprio in prossimità delle soglie o delle sottostanti tubature laddove si inizia a gravare il pavimento con il peso del mobilio. E spesso ciò accade a prescindere dallo spessore della caldana. Nelle ipotesi più gravi è difficile per il costruttore effettuare il ripristino dello status quo ante, potendo questo limitarsi a ricoprire il pavimento, ad esempio con legno o speciali resine ma con tutti i problemi del caso (infissi interni da riadattare, spostamento dei mobili ecc.), oppure offrendo un controvalore in denaro per la limitazione dell’utilità cui la pavimentazione è destinata. Nella giurisprudenza e nella dottrina si tende a distinguere tra tre fattispecie più diffuse: fessurazioni, cavillature e distacco delle mattonelle. Le prime due rappresentano manifestazioni esteriori a volte simili ma si tengono distinte in quanto derivanti da fenomeni differenti. Ora, per cavillatura si intende quella rete di microfessurazioni che si produce spesso nei rivestimenti di tipo ceramico (ma si può trovare anche su intonaci ed altri rivestimenti): si tratta di quella

sorta di “ragnatela” che normalmente è causata da un differente coefficiente di dilatazione tra il materiale ceramico e lo strato sottostante. Le fessurazioni, invece, possono costituire una lesione visibile (macroffessurazione) o invisibile all’occhio umano (microffesurazione) e sono spesso dovute alla diversa natura dei materiali impiegati (calcestruzzo rigido, mentre l’armatura in ferro è elastica) ed alla diversa natura delle tensioni cui questi sono assoggettati; possono essere imputabili a cause esterne (ovvero a cause indipendenti dalla struttura del fabbricato quali un terremoto, frane, ecc.) o interne (gli assestamenti o i cedimenti strutturali del fabbricato) e interessare qualunque parte della costruzione: le stesse forze e tensioni che determinano le fessurazioni nei muri possono incidere anche sui pavimenti con la conseguente possibilità di applicare a questi casi la tutela dell’art. 1669 c.c. (Cass. Civ. 29/4/08 n. 10857; Cass. Civ. 28/4/04 n. 8140). Infatti, pur rimanendo necessario esaminare caso per caso stante la varietà di fessurazioni, resta fermo il fatto che le fessurazioni debbano essere classificate tra i gravi vizi di costruzione, giacché incidenti su una parte “strutturale” come i muri del fabbricato, “menomando in modo apprezzabile il godimento dell’opera” (Cass. Civ. 5/21351). In questi casi ci si potrà attivare giudizialmente nei confronti del progettista, dell’appaltatore e/o del direttore lavori. Dal momento che, appunto, una insignificante fessurazione potrebbe rappresentare il sintomo di un ben più grave problema rilevabile solo da parte dei tecnici competenti e non dall’acquirente/proprietario medio, il termine di un anno per la denunzia del pericolo di rovina o di gravi difetti previsto dalla norma richiamata decorrerà dal giorno in cui il committente conseguirà un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione dalla imperfetta esecuzione dell’opera, non essendo sufficienti semplici dubbi o sospetti, come ormai ha pacificamente stabilito la giurisprudenza (Trib. Monza, Sez. IV, 4/9/06, n. 592): ciò coinciderà, nel maggior numero di casi, con la consegna di una perizia di parte o il deposito di una consulenza tecni-

ca d’ufficio in occasione di un procedimento per Accertamento Tecnico preventivo. Rimane, comunque, il fatto che, generalmente, le cavillature e le modeste fessurazioni, eliminabili con una piccola spesa e che non possono in alcun modo determinare la rovina o la distruzione dell’edificio, rientrano nelle garanzie previste dall’art. 1667 c.c. (Trib. Genova 14/3/2001). Passando, infine, al distacco di mattonelle occorre ricordare che, posto che ormai si riconosce alla responsabilità decennale ex art. 1669 c.c. natura extracontrattuale, grava sul danneggiato l’onere di provare sia la sussistenza del vizio originario, sia il nesso di causalità tra il vizio e l’evento dannoso (in mancanza di tale prova, è stata respinta la domanda risarcitoria presentata dal compratore contro il costruttore-venditore in seguito al distacco di parte del pavimento verificatosi sei anni dopo la costruzione dell’edificio: Pret. Cagliari 21/4/95). Già una predente pronuncia, d’altronde, aveva ritenuto insufficiente, per la connotazione del difetto come grave ai sensi della norma de qua, il distacco ed il successivo sollevamento di una parte delle mattonelle poste a pavimentazione di un appartamento, imputabili ad una cattiva posa in opere delle stesse (Pret. Chieti 7/11/94). Qualora, invece, il distacco delle mattonelle abbia una estensione tale da menomare apprezzabilmente la funzionalità dell’opera impedendo che essa fornisca l’utilità alla quale è destinata, allora si potrà invocare la garanzia decennale in questione (Trib. di Cagliari, 29/4/91): ad esempio, è stato ritenuto grave difetto la progressiva e sistematica distruzione dei pavimenti di 40 alloggi sui 147 facenti parte del medesimo immobile (Trib. Torino 6/11/80 ma anche Cass. Civ. 95/1164). Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari.

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Edilizia: a rischio il sistema di garanzie per 850mila lavoratori I tre enti bilaterali di previdenza, sicurezza e formazione insieme per difendere imprese sane e lavoratori e per un progetto di “buona occupazione” È in pericolo il sistema di garanzie del lavoro nel settore delle costruzioni: previdenza, sicurezza e formazione rischiano di venire sacrificate a causa di una crisi che sta mettendo in ginocchio le imprese edili. L’allarme è stato lanciato lo scorso 23 maggio a Napoli durante il convegno dedicato a “Il valore del lavoro”, organizzato dal Sistema bilaterale delle costruzioni – formato da CNCE (Commissione Nazionale delle Casse Edili), CNCpt (Commissione Nazionale paritetica per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro) e Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) – e patrocinato dall’Inail. «La crisi ha generato una progressiva disgregazione innescando un meccanismo perverso che ha pesanti ripercussioni sul funzionamento dell’intero mercato del lavoro – ha dichiarato Franco Osenga, Presidente della CNCE (Commissione Nazionale Casse Edili) –. A livello periferico la situazione sta diventando insostenibile: le imprese, che faticano a ottenere commesse e finanziamenti,

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non riescono a pagare i contributi ai lavoratori presso le Casse Edili, l’Inps e l’Inail. Questo impedisce loro di ottenere il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), indispensabile per partecipare ai bandi per i lavori pubblici e privati. Si innesca così un circolo vizioso che potrebbe bloccare completamente il mercato». Non solo, diventa sempre più difficile qualificare il personale attraverso i corsi obbligatori previsti per legge nonché fare gli investimenti in sicurezza necessari per garantire il corretto svolgimento della vita in cantiere. «In questa situazione – sottolinea il Presidente del Formedil Massimo Calzoni – rischia di saltare quel valore costruito in decine di anni e che tiene in piedi un settore caratterizzato da grande mobilità, in linea con le richieste del più generale mercato del lavoro. Un valore rappresentato concretamente di un’ampia e diffusa attività di assistenza e previdenza per il lavoratori del comparto, che beneficiano del welfare sussidiario garantito dal sistema bilaterale». Si tratta di 2 miliardi di contributi versati lo scorso anno dalle 160.000 imprese iscritte per una occupazione registrata di 850.000 addetti. Di questi un miliardo e 200 milioni sono stati destinati a malattie o infortuni, 400 milioni alle pensioni di anzianità professionale, 200 milioni all’assistenza sanitaria, 120 milioni alla formazione sulla sicurezza. «A ciò si aggiunge anche il presidio capillare dei Comitati paritetici territoriali per la sicurezza all’interno di decine di migliaia di cantieri – spiega Marco Garantola, Presidente della CNCpt –. Ogni giorno tecnici esperti consigliano, segnalano, assistono im-

prenditori, capi cantiere e responsabili della sicurezza, al fine di elevare i livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro. Solo lo scorso anno, i tecnici dei CPT hanno effettuato oltre 53.000 visite di assistenza ad imprese e lavoratori in circa 25.000 cantieri». È a rischio anche la formazione. «Dal 2009, anno in cui sono diventati obbligatori i corsi di 16 ore per tutti i lavoratori che si affacciano nel mondo delle costruzioni, ha consentito di offrire a 385.212 nuovi operai le nozioni e le abilità tecniche necessarie per lavorare in sicurezza in cantiere, facendo del Formedil il punto di riferimento per la formazione obbligatoria in edilizia – precisa Piero Leonesio, vice presidente del Formedil –. Il progetto ha assunto una rilevanza tale che lo scorso anno ha ottenuto un importante riconoscimento ufficiale nell’accordo Stato-Regioni. E ha dato frutti importanti come stanno a dimostrare i dati dell’Inail relativi agli infortuni sul lavoro, che sono diminuiti del 9,8% tra gennaio e settembre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010». È per questo che i tre enti, gestiti pariteticamente dalle associazioni imprenditoriale delle costruzioni e dalle rispettive organizzazioni sindacali dei lavoratori, hanno deciso di unire le forze e di lanciare un progetto di buona occupazione che prevede una serie di iniziative concrete per conservare e sviluppare un sistema innovativo e di eccellenza delle costruzioni e mira a garantire un’interlocuzione costruttiva con gli Enti Paritetici, una buona accoglienza iniziale, un costante accesso alle informazioni, un orientamento e un aiuto per il miglioramento professionale, sostegni efficaci nelle congiunture critiche.


La qualità è bellezza ma anche funzionalità

La qualità progettuale è soprattutto bellezza, ma anche professionalità. È quanto emerge dalla seconda parte dell’indagine su “La qualità edilizia in Italia. definizioni, percezione, criticità e vantaggi”, promossa da Federcostruzioni e avviata dal Cresme, che ha riguardato 260 progettisti, in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Architetti. È l’estetica, a definire soprattutto la qualità. La indica il 23,5% degli intervistati. Ma oltre che bello l’edificio deve avere due caratteristiche fondamentali: deve essere durevole (19,3%) e deve essere conforme alle richieste, ai requisiti, alle aspettative (18,5% delle risposte). Estetica quindi, ma anche funzionalità. Un aspetto quest’ultimo che attiene al rapporto tra progettazione, committenza e fruitori finali. Fin dalle prime risposte l’indagine evidenzia come nel progettare gli architetti italiani siano influenzati sia da elementi culturali, potremmo dire di formazione, sia da aspetti legati ai modi di costruire e all’evoluzione del mercato. Forte è la consapevolezza dell’importanza che oggi rivestono la professionalità, la formazione, l’acquisizione di una cultura tecnica, tutti elementi che contribuiscono a garantire e a dare qualità al progetto e al “mestiere” dell’architetto. Circa un quarto degli intervistati (24%), infatti, pone al vertice della qualità progettuale l’accuratezza, la precisione, l’attenzione e la comprensibilità degli elaborati progettuali. L’indagine poi sposta l’attenzione su quali siano i maggiori ostacoli ad una progettualità attenta alla qualità. La maggioranza relativa degli intervistati (26%) individua nella scarsa sensibilità delle committenze il deterrente

principale, che si accompagna spesso (17,4%) ad una “inadeguatezza legislativa e delle politiche pubbliche”. Vi è poi una diffusa consapevolezza di come sul risultato finale incida l’attuale scarsità di risorse finanziarie. Interessante è un 12% di risposte che evidenzia anche l’esistenza di un’inadeguatezza professionale da parte delle maestranze, fattore che segnala l’esistenza di una criticità che si fa sempre più pressante tra qualità progettuale e qualità costruttiva. In merito alle problematiche prodotte dalla crisi economica è opinione prevalente tra i progettisti che questa non abbia inciso più di tanto sui comportamenti e le scelte delle committenze, siano esse imprese o famiglie. Secondo il 40% degli intervistati, l’attenzione alla qualità da parte di imprese e famiglie non avrebbe, infatti, subito variazioni. Il restante 60% si divide in parti quasi uguali tra chi pensa che l’attenzione alla qualità sia cresciuta e chi pensa che sia diminuita, con una leggera prevalenza di questi ultimi quando la domanda riguarda le imprese. C’è poi un ultimo tema fondamentale: circa la metà degli intervistati ritiene che la certificazione di un ente terzo costituisca il fattore determinante nel garantire la qualità di un prodotto e di un bene, contro un 27% che pone al vertice la professionalità e un 22,5% che imputa il successo soprattutto alla tradizione e alla storia dell’impresa di costruzione. Un elemento significativo che poi, però, si scontra con una realtà più complicata dove si apre un ampia frattura tra valore formale e valore reale delle verifiche. Se, infatti, per il 60% degli intervistati la certificazione di un prodotto è sinonimo di qualità, il 44%

dei progettisti intervistati dichiara di non fidarsi della certificazione come è fatta oggi in Italia e un 10% ritiene la certificazione solo un costo. «L’indagine – dichiara Paolo Buzzetti, Presidente di Federcostruzioni – conferma come uno dei grandi problemi del nostro Paese sia quello della certezza della qualità e degli strumenti esistenti per valutarla e certificarla. La questione sta nella professionalità e nella corrispondenza tra prestazioni e valutazione. Un nodo che Federcostruzioni ritiene vada sciolto rapidamente. A questo fine stiamo siglando un protocollo di intesa con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici destinato proprio a garantire una certificazione “reale” evitando fenomeni come il “green washing” che penalizza le imprese serie e dequalifica il mercato».

Paolo Buzzetti

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news dal mondo bigmaT A TRANI C’è L’EDID DAY BigMat Edidforniture di Trani ripropone anche quest’anno Edid Day, una delle più grandi fiere del settore edilizio del Sud Italia. Grazie all’evento, che si svolgerà nelle giornate dell’8 e 9 giugno, le più importanti aziende a livello nazionale arriveranno a Trani per presentare le ultime novità del settore e per dimostrazioni pratiche da parte di tecnici specializzati. Un vasto capannone e un grande e comodo parcheggio aspettano i vistatori: 13mila mq di stand con materiali all’avanguardia e personale altamente qualificato. In occasione delle due giornate, sono

inoltre previste promozioni sui macchinari e i materiali in esposizione, con possibilità di dilazione di pagamento. Location dell’evento, la nuova sede di Edidforniture in via Barletta 96, un investimento importante per la realtà tranese che, però, è stata «un’evoluzione naturale del nostro percorso in tutti questi anni », spiega il direttore marketing Vincenzo Porro. «Siamo passati da piccolo esercizio a solida azienda capace di consigliare e seguire i propri clienti offrendo le macchine e le attrezzature più all’avanguardia e materiali innovativi e eco-sostenibili. La ventennale esperienza nel settore, la professionalità dello staff e un’organizzazione consolidata e vincente, ci hanno spinto ad investire nella crescita per offrire il meglio ai nostri clienti. Del resto – continua Porro – i nostri clienti hanno in parte contribuito alla crescita: infatti non solo sono divenuti più numerosi, ma sono anche più esigenti e attenti alla qualità». L’Edid Day 2012 si svolgerà l’8 giugno, dalle 10 alle 20, e il 9 giugno dalle 9 alle 12.30 e sarà arricchito da tante attrazioni, con un servizio di catering con cui concedersi anche qualche peccato di gola. La due giorni si svolgerà in via Barletta 96: per maggiori informazioni www.edidforniture.it.

A BERGAMO BIGMAT BETTINELLI OFFRE LA DIAGNOSTICA AMBIENTALE La termografia è utilizzata nel campo dell’edilizia come strumento in grado di rilevare le temperature dei corpi analizzati attraverso la misurazione dell’intensità di radiazione infrarossa emersa dal corpo in esame. Uno strumento fondamentale, quindi, per rilevare gli eventuali punti di dispersione del calore di un edificio, nell’ottica di programmare al meglio interventi di risanamento energetico. BigMat Bettinelli di Bergamo of-

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fre a tutti i professionisti del settore il servizio di diagnostica ambientale, attraverso il quale è possibile verificare il grado di isolamento termico, le impermeabilizzazioni delle strutture, le cause delle infiltrazioni idriche, l’analisi del degrado dovuto all’umidità, nonché tutti gli elementi nascosti. Un servizio all’avanguardia, di cui si potrà usufruire recandosi direttamente in uno dei tre punti vendita di Bergamo. Informazioni su www.bettinelli.bigmat.it.

N Neellllaa ri rivveen nd dititaa B B Beett Big ttin igM ineellllii tr Maatt troo d dia iaggn noosstiticc vvii ii sseerv rviz izii d dii a a d dis a a isp m mb poossiz bie ien izio nta ion tale nee d le aa deeii p pro ro fe fe ee d ssssio deellllee im ion nis istiti imp pre ressee.. La Late term rmog ogra rafia fiaèèut in in gr utiliz grad ilizza adoo di zata tane di rile nellca rileva cam vare la la m mpo re le misu pode le te isura dell’e tem razio mpe ll’edi zione pera diliz ne de ratu lizia co ture corp dell’i iaco re de rpoo in com ll’int deii co nten meest in es ensit corp esam stru sitàà di rum rpii an ame. men di ra anal e. ento radi alizz to diaz izzat azion atii at ionee in attra trave infra vers fraro rsoo ross ssaa em emes essa sa da dall Gr Graz azie ie aa qu ques esto èè po to se poss serv ssibi rvizi ibile izioo le ve verifi rifica care re:: ·· l’is l’isola olam men ento to te term rmico ·· le ico le im impe perm rmea eabil bil de izz delle izz lle st az azion stru ionii ruttu tture re ·· l’a l’ana nalis lisii de dell de degr do grad dovu adoo vuto to all all’u ’um midi idità tà ·· le le ca caus usee di di infi infiltr idr ltraz idrich azion ichee ionii ·· gli gli ele elem men entiti co cost na nasc stru rutti scos ttivi ostiti vi BE BETTI TTINE NELLI LLILU LUCIA CIANO ••Via ViaCro NOS.r Crocefi S.r.l. cefisso .l. sso,,43 ••Via 43- -24 ViaVan 2412 Vanoni 1233Ber oni,,5/ Bergam 5/77- -24 gamoo ••Via ViaPie 2412 1233Ber Pietro troRug Bergam Rugger gamoo geri ida ww www.b daSta w.betti Stabel ettinel bello, nelli.b lo,14 li.bigm 14- -24 igmat.i at.it t -- bet 2412 1233Ber bettine Bergam tinelli@ gamoo lli@big bigma Impa def mat.it t.it A4.indd 1

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news dal mondo bigmaT SEMINARI TECNICI A PERUGIA CON BIGMAT FRATELLI PAOLINI Nell’attuale situazione contingente del mercato edilizio nazionale è sempre meno frequente la realizzazione di nuovi edifici mentre sempre più spesso ci si rivolge al costruito come patrimonio da recuperare e manutenere. Sia che si parli di strutture industriali in cemento armato sia che si tratti di edifici residenziali con telaio strutturale e tamponamenti in laterizio intonacato, le problematiche sono spesso di stabilità delle parti più esterne (copriferri e/o intonaci rispettivamente) e di conseguente degrado innescato ed in accelerazione nel tempo, anche a causa delle infiltrazioni d’acqua e di problemi di ristagno di vapor d’acqua e batteri, muffe. Spesso i copriferri del cemento armato non hanno più, e frequentemente non avevano già dall’inizio, spessori e omogeneità corrette al fine di svolgere la loro funzione di rendere collaborante l’armatura proteggendola in ambiente alcalino. Questo spiega anche il più veloce degrado di strutture più recenti rispetto a cementi

armati dell’immediato dopoguerra che, almeno per spessori ed omogeneità, erano senz’altro più costanti. Ripristinare porzioni di cemento armato non significa solo “rimettere in sagoma” trave o pilastro, ma implica anche garantire la durabilità nel tempo e dovrebbe sempre ricomprendere anche un trattamento protettivo finale quale isolamento dall’ambiente esterno. Per tali motivi già da diversi anni Volteco offre un affiancamento
in fase di progettazione e di posa per l’analisi e la messa a punto dei vari particolari tecnologici che volta per volta devono essere “progettati” e realizzati per ottenere i risultati desiderati, senza dover lasciare all’improvvisazione di cantiere la soluzione di situazioni particolari o anomale.
 Nel caso poi di intonaci esterni su tamponamenti in laterizi o prefabbricati, le problematiche sono di diminuzione di aderenza per errori costruttivi, condensazione di vapore acqueo, fessurazioni per assestamenti o distacchi, infiltrazioni d’acqua. Dopo

aver ottemperato al risarcimento delle porzioni danneggiate o decoese è poi importante poter disporre di tecnologie che consentano la protezione elastica ed impermeabile della facciata che, al contempo, non costituisca barriera al vapore onde non innescare fenomeni di condensazione e degrado ex-novo.
 Per questa serie di ragioni lo scorso 18 aprile e 8 maggio BigMat Fratelli Paolini ha organizzato due incontri dove sono state eviscerate queste tematiche strategiche.

BIGMAT BUSSO SPONSORIZZA CLAUDIO MIRABILE, SUPER ATLETA DI HANDBIKE L’handbike è una bicicletta speciale, nella quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe, utilizza tre ruote (due dietro ed una centrale davanti) e permette allo sportivo diversamente abile su sedia a

rotelle o con difficoltà di deambulazione, di usare questo mezzo pedalando con le mani. Inoltre, essendo dotata di un cambio a più rapporti, permette di superare dure pendenze e di raggiungere elevate velocità. Claudio Mirabile, dell’associazione Passo di Cuneo, è uno degli atleti italiani più forti di handbike e da quest’anno può contare su uno sponsor speciale: è BigMat Busso di Sommariva del Bosco (CN). Mirabile ha iniziato la sua carriera agonistica di handbike nel 2007 e in 5 anni ha saputo mettersi in evidenza in gare sia nazionali che internazionali, con grinta, coraggio e spirito di squadra. Stessi valori che condivide il Gruppo BigMat, fiero di essere al fianco di atleti di questo calibro.

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news dal mondo bigmaT BIGMAT FRATELLI COSTANTINO DI MADDALONI: convegno su “EDILIZIA DEL BENESSERE” CON KERAKOLL Migliorare la qualità edilizia per incrementare il benessere abitativo ed ambientale. Di questo e molto altro si è parlato ad aprile in occasione del convegno “Costruire un edilizia del benessere”, svoltosi alla Masseria Resort “A Quaranta” di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, e promosso da Kerakoll in collaborazione con i distributori di materiali edili BigMat Fratelli Costantino di Maddaloni. Folto il pubblico di ingegneri, architetti e tecnici di imprese che operano sul territorio, accorsi per approfondire temi come la filosofia costruttiva dei green building, incentrata sulla qualità ecosostenibile dell’edificio in rapporto alla salute dei suoi abitanti. Ad aprire il seminario, Flavio Bruno, funzionario tecnico di Kerakoll, che

ha fatto una carrellata sui materiali più in sitnonia con il benessere costruttivo, tra malte, intonaci, pitture di pura calce naturale, invitando a una maggiore sensibilizzazione verso soluzioni costruttive incentrare sull’impiego di materiali green che apportino note-

vole beneficio all’ambiente attraverso la riduzione della Co2 nell’aria e dei consumi energetici. A chiudere i lavori ci hanno pensato Pierpaolo Gaetano e Reno Signoriello, specialisti di green building che operano sul territorio del Casertano.

L’ARCOBALENO RESORT, MAGIA DI CALABRIA. A pochi metri dal noto Belvedere di Capo Vaticano, nello splendido scenario delle Isole Eolie e dello stretto di Messina, sorge L’arcobaleno Resort. Una struttura esclusiva immersa nel verde, in un ambiente tranquillo con terrazze e patii affacciati su viste mozzafiato. I nostri servizi d’eccellenza: navetta per raggiungere le famose spiagge incastonate nella baietta di Grotticelle e di Praia I focu, surf, barche a vela e a motore, pedalò e scuola di sub.

L’arcobaleno Resort 89865 Capo Vaticano (VV) - tel. 0963/665232-665787 www.larcobalenoresort.it - info@larcobalenoresort.it


BIGMAT FIORINI EDILIZIA: TRE CONVEGNI PER CRESCERE E FARE RETE Formazione continua e fidelizzazione, com’è nell’anima di BigMat anche le sue rivendite sposano quest’importante duplice caratteristica del Gruppo. Queste sono, quindi, le motivazioni che hanno spinto la BigMat Fiorini Edilizia, rivenditore edile presente con due centri nella provincia di Empoli, all’organizzazione di una serie di convegni formativi. «Crediamo nell’importanza della formazione - spiega Monica Fiorini, responsabile marketing e comunicazione di Fiorini Edilizia -. Vogliamo essere un punto d’incontro non solo per il supporto in cantiere ma anche per creare conoscenza, o meglio, quella conoscenza che deriva dalla condivisione dell’informazione. Questa filosofia viene premiata dai nostri clienti e ci consente di fidelizzarli oltre al crescere insieme a loro. I convegni hanno affrontato, o affronteranno (l’ultimo appuntamento è fissato per il 28 giugno) tre temi fondamentali del costruire». Il prossimo appuntamento sarà giovedì 28 giugno, ospitato come i precedenti nella splendida cornice dell’osteria Donna Riccarda Bella ad Empoli, ed affronterà il delicato e attuale tema del risparmio energetico in compagnia dei tecnici della Laterlite. Risparmio energetico, tema importante quale chiusura di un cerchio nel quale sono stati toccati altri punti sensibili e fondamentali del mondo della filiera edile. Nel primo convegno, infatti, svoltosi il 10 maggio, hanno partecipato oltre 60 persone tra progettisti e imprese della provincia toscana i quali si sono confrontati, dialogando con i tecnici di un’azienda italiana leader nei sistemi d’isolamento edile qual è Isolmant, su tutte le problematiche e soluzioni che concerne l’isolamento acustico, dalla sua progettazione alla messa in opera. Grande successo, oltre 80 i partecipanti, ha riscosso anche il secondo appuntamento dedicato alla presentazione del nuovo prodotto Kerakoll, la Geolite. Come spiegato nei vari interventi tecnici, questo rivoluzionario “geolegante” composto da rocce sedimentarie, e sviluppato dall’ingegner Coppola assieme al centro studi dell’azienda, riesce a combattere efficacemente il naturale ritiro del cemento allungando così la vita delle strutture. Tre appuntamenti che come dimostrano la location, l’osteria Donna Riccarda Bella, i conviviali aperitivi e le cene che hanno seguito ogni singolo incontro, si presentano non solo come momento di formazione ma anche di confronto e crescita nell’ottica di fare rete e condivisione oltre che permettere di cementare le amicizie e i rapporti tra azienda e territorio.

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news dal mondo bigmaT 7 NUOVI SOCI IN BIGMAT NEI PRIMI 5 MESI DEL 2012 Nei primi mesi del 2012 si sono uniti a BigMat sette nuovi associati dislocati in tutta Italia, alcuni dei quali in punti strategici e nuovi, come la Romagna. «Con questa collaborazione si da avvio a un discorso e vantaggio reciproco – sottolinea Rino De Lorenzi, titolare della De Lorenzi Srl – BigMat finalmente si presenta sul mercato romagnolo e noi dopo tanto cercare, e vagliare varie proposte, abbiamo trovato l’ideale gruppo con cui associarsi. Siamo convinti della scelta perché BigMat è un gruppo forte e composto da persone che sanno proporre idee e utili consigli, dove la formazione è importante tanto quanto la condivisione delle conoscenze». Sono oltre 2.000 i metri quadri di esposizione della rivendita De Lorenzi Srl a Forlì, che offre anche un’ampia gamma di servizi, prodotti a marchio e la costante formazione, garantita oggi anche dall’unione con BigMat. Alla tradizione - l’azienda romagnola vanta una storia fatta di 30 anni e quattro generazioni - si aggiungerà l’importanza dell’essere associato al mondo del primo gruppo di rivenditori di materiali edili. Opera invece in Campania, precisamente in provincia di Salerno, l’azienda Imbriaco Srl. Una realtà giovane, nata nel 2004 ma capace in pochi anni di crescere e sviluppare servizi che spaziano dalle ceramiche ai colori fino agli infissi, oltre all’ambito più rilevante occupato dai prodotti per l’edilizia. Ad arricchire questa ampia offerta, vi è l’approccio dell’azienda, attenta, come spiega il titolare Luca Imbriaco «alla crescita professionale e personale di tutto lo staff. Crediamo nella condivisione e nel dialogo giornaliero, per questo troviamo in BigMat e nel suo particolare servizio di forum una risorsa importante. Un luogo nel quale incontrare l’esperienza di soci di più lungo corso che ci consiglino, ci guidino in questo percorso assieme, forti anche dell’appoggio di un marchio riconosciuto internazionalmente». Sempre a Salerno, precisamente a Oliveto Citra, opera il centro edile Clemente Lorenzo & C. Sas, che con i sui oltre 1.500 mq di magazzino risulta un importante punto d’appoggio per molte aziende e professionisti della zona. All’interno del magazzino trova spazio uno showroom dedicato a piastrelle e parquet

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delle migliori marche, arredi bagno e sanitari. Un magazzino nel quale è possibile avere anche un’ampia gamma di materiale termoidraulico per piccoli e grandi impianti civili e industriali, oltre ad una serie di mezzi di trasporto per la consegna del materiale acquistato od ordinato. “Entrare nel gruppo BIGMAT” cita il titolare Clemente Maurizio, “verte sulla certezza di far parte di una rete di distributori nel settore dell’edilizia che grazie all’esperienza e all’apporto pubblicitario serve a far crescere sempre di più la mia azienda non solo nel piccolo contesto locale ma anche significativamente in quello regionale. Scopo non ultimo è quello di fare un salto di qualità rispetto alla concorrenza locale sempre più aggressiva soprattutto in un momento di crisi come questo, ponendosi sul mercato con un’immagine di eccellenza e professionalità che deve rappresentare il distinguo per il consumatore finale del prodotto edilizio. Edilcommercio Srl di Colzate e Rovedil 2002 Srl di Rovetta sono invece i nuovi centri edili che vanno a rafforzare la flotta lombarda di BigMat, in grado ora di soddisfare tutte le necessità della provincia di Bergamo grazie alle ben sette rivendite presenti sul territorio. Nata nel 1980 la Edilcommercio ha attraversato i vari periodi del mondo delle costruzioni riuscendo ad imporsi sul mercato quale realtà solida e attenta alla continua crescita, idee e storia che l’hanno spinta ad associarsi a BigMat, convinti «che con questa scelta – spiega Marco Arizzi – si possa continuare quel percorso di miglioramento da sempre filosofia di Edilcommercio». Un’azienda dalla vasta proposta sia di materiali che vanno dalla semplice attrezzatura da cantiere fino agli infissi per la casa, passando attraverso legnami, laterizi e pavimenti, sia nell’offerta delle attrezzature e della flotta di automezzi. Una realtà più piccola, ma giovane, è invece la Rovedil 2002 Srl entusiasmata dalla filosofia di BigMat e dalla sua capacità di fare rete: «Crediamo nei progetti di consorzio e nella collaborazione – spiega Stefano Scandella, uno dei soci dell’azienda –. A spingerci ad entrare in BigMat è stata la conveniente politica di prezzi, la possibilità di apertura su materiali diversi e importanti rispetto alla nostra precedente offerta, ma in principal modo, il divenire

parte di una rete dove tutti collaborano fra loro. Grazie alla collaborazione di altri centri edili consorziati abbiamo, infatti, vinto un gara d’appalto molto importante a Milano». Una testimonianza, questa, di quanto può valere stare in gruppo. Contagiata positivamente da BigMat è stata anche la Edidforniture di Trani, in provincia di Bari, una realtà molto attiva conquistata dalla filosofia del gruppo internazionale di rivenditori di materiali edili. «BigMat è un aggregatore di esperienze - spiega Vincenzo Porro, direttore marketing dell’azienda - che ha creato fermento e ci ha contagiati con il suo spirito e il suo dinamismo attento alle sinergie. Teniamo molto alla formazione e anche per questo BigMat si sta rilevando il partner ideale». Un’azienda attenta a fare rete e in continua crescita, passata da un piccolo esercizio all’essere una solida realtà della provincia di Trani. Da due anni è stato inaugurato il vasto e grande capannone di oltre 13.000 mq, in grado di ospitare l’importante fiera Edid Day, una due giorni, ormai giunta alla quarta edizione, nella quale sono previste promozioni, incontri e dibattiti che rafforzano i rapporti e le collaborazioni con tecnici, impresari e Ordini professionali. L’importanza della condivisione e della collaborazione è stato l’elemento che ha convinto anche la Simic Srl a sposare il progetto BigMat: «I vantaggi sono di tutti – tiene a spiegare Giorgio Timperi, socio dell’azienda abruzzese –. In un momento critico come questo bisogna associarsi per non venire esclusi. Un associarsi dove vige il rapporto con gli altri e la condivisione». L’azienda nata nel lontano 1955 si occupava della produzione di manufatti in cemento e della commercializzazione di prodotti per l’edilizia. Nel 1990 la svolta: al padre Dino subentrano i due figli Giorgio e Fabrizio, che rinunciano alla produzione di manufatti in cemento per concentrarsi al meglio sulla commercializzazione dei prodotti edili, serramenti, infissi, porte, portoni, caminetti, stufe, ceramiche da pavimento e bagni. Un vasto assortimento di servizi e prodotti che trova nei due nuovi e moderni showroom – con uno spazio espositivo totale di 500 mq, a cui si aggiungono gli oltre 3.000 mq di magazzino - la loro comoda e splendida cornice.


bigmat international BIGMAT FRANCE LANCIA IL SUO CLUB VANTAGGI BigMat, marchio leader in Europa di distributori edili indipendenti, lancia il suo Club Vantaggi (Club Avantages) rivolto a tutti i suoi clienti (professionisti in particolare) e ai suoi 4mila collaboratori. Obiettivo: fidelizzare i clienti, posizionando BigMat come un partner quotidiano in grado di offrire servizi, vantaggi e sconti sia per la vita professionale che per quella privata. Il Club Vantaggi va nella direzione della nuova firma introdotta nel marchio: “Materiali e consigli per vivere meglio”. «Far parte del Club Vantaggi BigMat, significa beneficiare degli stessi servizi e sconti di prezzo che possono essere

offerti da un comitato di aziende di un grande gruppo, senza l’esigenza di una carta fedeltà per la raccolta punti», precisa Christophe Lejal, direttore delle operazioni di BigMat Francia. Il Club Vantaggi propone tariffe agevolate su

oltre 65mila articoli (viaggi, benessere, casa, moda e bellezza, high-tech, sport e elettrodomestici). I clienti possono inoltre usufruire di buoni sconto e promozioni specifiche da parte delle rivendite BigMat e conoscere tutte le novità dei punti vendita ai quali sono collegati. Infine, i clienti (professionisti), a partire dal secondo semestre 2012 avranno accesso a certe condizioni negoziate con i fornitori di riferimento di BigMat Francia, compreso l’acquisto di attrezzatture e materiali. Come fare ad entrare a far parte di questo club esclusivo? È possibile iscriversi al Club nei punti vendita, acquistando la carta Club Vantaggi al prezzo di 9 euro (tasse incluse) all’anno. Basta poi attivarla sul sito www. bigmat.fr nella sezione Club Vantaggi. Ed è sempre da questo sito che ogni possessore della carta accede ai vantaggi e agli sconti. Strumenti di comunicazione (poster, depliant, etc.) sono stati realizzati per promuovere il Club all’interno delle rivendite BigMat.

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bigmat international Aleš Štalmach, NUOVO DIRETTORE BIGMAT REPUBBLICA CECA In Repubblica Ceca è arrivato un nuovo direttore per BigMat, si tratta di Aleš Štalmach, 33 anni e una buona gavetta nel settore della distribuzione. Štalmach dallo scorso

febbraio è stato assunto con il ruolo di direttore e coordinatore di BigMat Repubblica Ceca, dove il gruppo ha 10 soci e 16 punti vendita. Prima di approdare nel team del gruppo inter-

nazionale di distributori edili indipendenti, Štalmach ha lavorato per 4 anni in Jungheinrich e, prima ancora, per DHL. «Dopo i miei primi cento giorni in BigMat – racconta Aleš Štalmach – quello che posso dire è che vorrei lavorare con il Gruppo per molto tempo. C’è ancora molto lavoro da fare e questa è una sfida che mi piace e mi stimola molto».

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LA GRANDE DAMA DELLA CHAMPAGNE Nata nel 1972 per celebrare il bicentenario della Maison con il Millesimato 1962, questo Champagne eccezionale è così battezzato in omaggio a “La Grande Dame de la Champagne”, Madame Barbe-Nicole Clicquot Ponsardin. Questo vino mitico è da allora la Cuvée più prestigiosa di Veuve Clicquot, la più bella sintesi della sapienza vinicola della Maison. Concepita su misura in proporzioni uniche (2/3 di Pinot Noir e 1/3 di Chardonnay), La Grande Dame viene elaborata a partire da otto Grand Cru storici provenienti dai vigneti in cui la lungimirante e visionaria donna d’affari aveva investito: Verzenay, Verzy, Ambonnay, Bouzy, Aÿ, Avize, Mesnil-sur-Oger e Oger. Un vino che viene fatto solo nelle grandi annate, l’ultima delle quali è il 2004, tra poco in commercio anche in Italia. La versione Rosè de La Grande Dame è il connubio ideale con l’estate: il colore è luminoso, bronzo rosato con brillanti striature ambrate, mentre il ricco, raffinato e leggero perlage descrive aggraziati arabeschi indolenti. Al naso, rivela inizialmente una struttura minerale solida, frutti nobili (pesca bianca, ribes rosso, lampone, mirtillo) e notevole intensità. Facendo roteare il vino nel calice, il bouquet diventa più ricco e voluttuoso, con note di brioche, torrone, cannella e ciliegia. Al palato, il vino è sostanzioso e corposo, la texture è frizzante e setosa. La qualità minerale del gesso si coniuga brillantemente con la struttura carnosa e amplifica la lunghezza del finale. Il vino rosso di Bouzy (parcella di Clos Colin) aggiunge maestose fondamenta e il potenziale di invecchiamento per la prossima generazione. Il finale è fresco e generoso, lascia intravedere con discrezione il liquore di dosaggio, che non disturba il naturale equilibrio del vino. La Grande Dame Rosè 2004 è ideale come aperitivo: farà meraviglie con stuzzichini o antipasti a base di crostacei, pesci, o carni affumicate e salate.

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in viaggio

Oltre la Costiera Se siete in Costa Amalfitana, dopo una full immersion nel tratto di mare più celebre del mondo, il Cilento è meta ambita di pace, natura e bellezze artistiche che non si dimenticano più di Chiara Corridori

È

la Divina Costiera e il nome non stupisce. In quel tratto di mare dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità si specchia un rosario di borghi stregati dalla bellezza, ciascuno con un carattere e un temperamento personalissimi. Tra questi, Positano, non a caso luogo di villeggiatura sin dall’epoca dell’Impero Romano, con l’infilata di scalinate che dall’alto del paese giungono fino alla spiaggia. E poi Furore, famoso per il suo fiordo allo sbocco di un vallone strapiombante sulle onde, e un borgo marinaro bomboniera che fu abitato da Roberto Rossellini. C’è anche Ravello, tempio della musica e ‘patria dello spirito’ secondo tutti i grandi viaggiatori del passato, e

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Cetara, aperta a ventaglio e circondata da vigneti e agrumeti, celeberrima anche per la sua colatura di alici. E, ancora, Vietri sul Mare: nota in tutto il mondo per l’antica tradizione della ceramica. In mezzo Amalfi, che dà il nome all’intera costiera, bella per l’abbraccio della natura, ma anche per le ricchezze artistiche come il suo Duomo affacciato su un’imponente scalinata. Il mare è tutto da vivere, bellissimo e con una rigogliosa cornice verde.


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Ma anche l’entroterra trabocca di mete imperdibili, praticamente c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. E se alla full immersion in uno dei posti più acclamati dal pianeta si vuole alternare relax e quiete nella natura, a circa un paio di ore dalla Costiera ci sono paesi e atmosfere sorprendenti: destinazione Cilento. Gran parte del suo territorio è protetto dal 1991 quando è stato istituito il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il territorio ha una natura maestosa che altalena monti (la catena degli Alburni sta a nord) con pianure verdissime e un altopiano a est, il Vallo di Diano, inserito nel Patrimonio dell’Umanità. A una dozzina di chilometri dal mare, immersa nel Parco nazionale, la prima tappa si chiama Morigerati. Il borgo - in origine villaggio fortificato voluto dall’antica popolazione italica dei Morgeti e poi sede di una piccola colonia romana - è costruito sulla roccia a strapiombo sulle risorgenze del fiume Bussento. Praticamente un puntino nell’esuberanza smeraldina di acacie, pini e mirto che lo circonda; in tutto non arriva a 300 abitanti e il fascino è quello dei posti pieni di poesia. Passeggiare tra i suoi stretti vicoli, dove la pietra è sotto i piedi e tra le case dai tetti sbilenchi e i muri panciuti, regala un’emozione che soltanto i luoghi così, sospesi nel tempo, sanno dare. Si cammina da una piazzetta all’altra – pochi i metri quadrati

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immenso il silenzio – fino ad arrivare al “castello”. È la casa baronale del 1300 abitata ancora oggi da una discendente, la signora Clorinda Florenzano, 90 primavere e ancora tanta voglia di parlare dei suoi luoghi del cuore. Si deve a lei l’esistenza del museo etnografico di Morigerati che descrive, attraver-

so gli antichi oggetti di uso comune della civiltà contadina, legati soprattutto agli antichi mestieri, la vita che si conduceva fino a non molto tempo fa nei paesi dell’entroterra cilentano. La sua casa trecentesca trasuda la storia e così anche la minuscola cappella nella corte del palazzo, che Clorinda “presta” volentieri a chi si vuole sposare e che custodisce chicche del passato come un sorprendente armadio pre Concilio Vaticano per officiare la messa in casa. A Morigerati, difficile non essere colpiti dalla voglia di restare. Chi ci abita contagia con un viscerale amore per questo gruppo di case che da qualche tempo si è trasformato in paese-ambiente dove oltre all’ospitalità più “tradizionale” tra alberghi, bed and breakfast e agriturismo, si può scegliere di alloggiare in una delle meravigliose (e confortevoli) abitazioni in pietra. Una vera sorpresa è la piazza dove si trova il santuario San Demetrio Martire: l’angusto itinerario dell’abitato libera lo sguardo con un tuffo nella vallata. La sensazione è quella di essere su un immenso palcoscenico che guarda un

DA FARE E DA VEDERE Museo della civiltà contadina. Con circa 3.000 oggetti, centinaia di fotografie, registrazioni sonore di narrazioni biografiche, filmati di attività artigiane e feste locali, il museo etnografico di Morigerati è un viaggio in un passato millenario, che per alcuni anziani del paese è ancora memoria viva. Gli oggetti e i documenti della cultura materiale del territorio della Valle del Bussento sono stati raccolti a partire dagli anni Sessanta dalle sorelle Clorinda e Modestina Florenzano, le eredi del palazzo Baronale (dove ancora abita la signora Clorinda). Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Patrimonio mondiale dell’Umanità, è il più vasto Parco Nazionale italiano (181 mila ettari, più 9mila ettari di aree protette marine, 80 comuni, 230 mila abitanti). Presenta un’articolata varietà di paesaggi: in pochi minuti si può passare dai litorali sabbiosi all’alta montagna, attraverso vallate dominate da pareti rocciose, pianori zeppi di ginestre, pascoli, foreste originarie, massicci calcarei plasmati dalla acque. La Valle delle Orchidee. A 40 minuti di auto da Morigerati si raggiunge Sassano e da qui ci si può incamminare lungo la Valle delle Orchidee, una zona che in primavera regala spettacolari fioriture. Nel Parco Nazionale del Cilento ne sono state censite circa 300 varietà.


orizzonte verde senza fine. La voglia di natura si amplifica pochi chilometri più a sud, sotto il borgo dove inizia l’oasi WWF: circa 600 ettari tra canyon, gole e cascate. Sempre sintonizzati sul verde maestoso del Parco Nazionale, non si può mancare una visita alle Grotte dell’Angelo a Pertosa che risalgono a 35 milioni di anni fa e sono le più importanti del sud Italia (le uniche con un fiume sotterraneo, il Tanagro, che le attraversa). Per circa 3000 metri sotto gli Alburni snocciolano un suggestivo itinerario tra cunicoli e antri con sale naturali: le si percorre in parte su barca, in parte a piedi e, volendo, anche con tour speleologici al di fuori del percorso consueto. Ma il Vallo di Adriano non è soltanto natura: tante anche le meraviglie d’arte, come la certosa di San Lorenzo, sotto la collina dove sorge il paese-presepe di Padula, altra tappa must. Anche lei è inserita nel Patrimonio dell’Umanità, anche lei lascia senza fiato. 30.000 mq di superficie coperta è uno dei monasteri più grandi nel mondo. Nel corso dei secoli ha subito profonde trasformazioni, ma ha conservato la struttura delle origini. Oggi è un’immensa opera d’arte, a partire dalla Chiesa con i particolarissimi altari in scagliola arricchita da madreperla e lapislazzuli, e la Biblioteca a cui si accede da una meravigliosa scala elicoidale composta da gradini monolitici che si aprono a ventaglio. Qui un provvidenziale restauro ha riportato al soffitto la tela affrescata e sui cartigli degli armadi in noce suddivisi per materia si leggono ancora incise le categorie dei volumi qui custoditi, compresi quelli definiti “proibiti”. Il viaggio nella storia prosegue tornando verso il mare. A pochi chilometri dalla costa, in località Ascea, c’è l’area archeologica di Velia, un’antica città della Magna Grecia, fondata dai Focei intorno al VI secolo a.C. Era la città dei filosofi, dove vissero Senofane, Zenone, Parmenide, oggi testimoniata dai resti di un complesso termale, un tempio ionico, un teatro, l’agorà. C’è chi parla di un’energia strana e fortissima che si respira tra queste mura. Per provarla si può anche non chiudere gli occhi. Perché l’area intera è come un miraggio del tempo.

dormire Hotel del Parco Sicilì Loc. Ranuzzo Sicilì (Sa) Tel. 0974 982072 Confortevole albergo circondato dal verde. L’accoglienza è calorosa e ad altissimo tasso di cortesia. Le camere sono ampie e comodissime. Doppia: da 50 euro. B&B PinA Loc. Fenose, Morigearti (Sa) Tel. 347 7292961 Atmosfera famigliare in una bella casa privata nella campagna di Morigerati. Ingresso indipendente per gli ospiti, tv, terrazza e uso giardino, ampi spazi esterni, parcheggio. La posizione è un’oasi di quiete e molto panoramica a 270 m slm e 10 minuti a piedi dal centro del paese. 1 settimana in B&B (pernott. e prima colazione in casa) da 140 euro a persona. B&B Casale Cellito Loc. Cellito, Sicilì di Morigerati (Sa) Tel. 0974 982136, 338 4371568 Tranquillissimo e panoramico casale in vecchio stile, 4 camere matrimoniali con bagno privato, tv, frigo. 1 mini-appartamento per 4 persone. Ampio salone in comune, giardino, terrazza, garage. 1 settimana in B&B 140 euro a persona.

mangiare Locanda Il Salice Loc. Ranuzzo, Sicilì di Morigerati (Sa), tel. 0974 982082 Cucina tradizionale cilentana e anche interessanti rielaborazioni della cucina mediterranea. Magnifica, tra i primi, la pasta al pesto di finocchietto selvatico fresco e rucola. Dulcis in fundo, i tozzetti, versione friabilissima dei cantuccini. Prezzo medio: 20 euro. Rosella Piazza Umberto I, Sicilì di Morigerati (Sa), tel. 0974 982326 Piatti tipici locali. Un trionfo di affettati (la prosciuttella è meravigliosa). Sorprendente il pollo cotto alla brace. Prezzo medio: 15 euro. Al Castello Morigerati (Sa), tel. 0974 982085 La sua specialità sono i fusilli, le carni innaffiate dal vino della zona (ricavato da uve miste, come da tradizione locale). Regna sovrano l’antipasto, con una superba ricotta fritta e la zucca marinata. Tra i secondi: capretto e coniglio al forno.

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in auto

Renault

TWIZY, L’URBAN CROSSER Sbarazzina. Così si mostra in tutta la sua tecnologica eleganza la nuova sfida Renault: Twizy. Un po’ citycar, un po’ scooter, il nuovo nato cerca di soddisfare le esigenze di un mercato attento alle bizzarrie ma il cui fine rimane comunque sempre la soddisfazione della ricerca di stravaganza, dell’ecologia e della comodità di un prodotto con queste caratteristiche. Caratteristiche che ne fanno un mezzo adatto ad un pubblico giovane, anche adolescenziale, attento all’innovazione e con un occhio di riguardo alle donne che non vogliono rinunciare alle comodità e preferiscono non indossare casco e scarpe adatte. Il mercato italiano, con marzo, ha iniziato a scoprire questa sorta di giocattolo, uscito in tre allestimenti differenti, Urban, Color e Technic, e a un prezzo davvero interessante: 6.990 euro, ai quali bisogna aggiungere però la batteria fornita in leasing da Renault a partire da 50 euro al mese. Twizy si presta all’utilizzo nel traffico cittadino sia per il raggio di sterzata, di

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3,4 metri, sia per le dimensioni ridotte: 234 centimetri di lunghezza per 124 centimetri di larghezza. L’altezza è di 146 centimetri. Dimensioni che riducono anche l’ingombro agevolando, grazie ai soli 3 mq d’impronta a terra, le fasi di parcheggio. La versione base non presenta porte laterali ma viene fornita con un telo impermeabile, utile soprattutto nei mesi invernali, senza sovrapprezzo. Qualora si desideri arricchire il design con la sicurezza data da due porte basta aggiungere 600 euro per inserire delle sceniche aperture laterali apribili a farfalla. Le sedute sono organizzate in stile motocicletta, quindi distribuite a tandem e permettono anche alle taglie forti di godere di un’ottima abitabilità che non preclude la presenza di uno spazio vano bagagliaio di circa 31 litri la cui capacità può

salire a 81 litri qualora si aggiunga la borsa-zaino. Il modello base sfrutta la forza di 9 cavalli e guarda al mercato degli under 16 con patentino, mentre dedicata a patentati A1 e B è la versione leggermente più potente di 17 cavalli. Le due versioni toccano punte di 45 e 80 km/H e si caratterizzano per plance tecnologiche nelle quali trovano spazio contachilometri, tachimentro, econometro e l’indicazione dei consumi tutti rigorosamente digitali. La trasmissione, infine, è automatica ed un pulsante consente di selezionare una delle due direzioni di marcia. Il cuore? Una batteria al litio da 61 kWh dell’autonomia di circa 100 km grazie anche al recupero dell’energia in frenata. Batteria che può essere comodamente ricaricata in sole tre ore grazie ad una presa domestica da 220 V.


tecnologia

Maserati e Bulgari

IL TEMPO, TRA SPORTIVITÀ E Due eccellenze del made in Italy si uniscono per creare un gioiello di design e tecnologia. Da questi presupposti e dalla storia delle affermate case italiane, Bulgari e Maserati, nasce un nuovo modo di scandire il tempo, Octo Maserati. La percezione del lusso dettata dal marchio Bulgari si traduce in linee che rimandano allo stile sportivo delle vetture della casa italiana, più precisamente a plance e quadranti delle sue vetture. Come nella tradizione, è però il cuore tecnologico la vera nota di prestigio di questo accessorio. Ad animare un movimento di alta orologeria è il cuore meccanico, il calibro GG7800, che permette una disposizione estremamente grafica delle informazioni di scansione del tempo. Si presenta l’ora saltante posizionata a ore 12 a cui si abbinano quattro contatori, data, contatori cronografici delle ore e dei minuti disposti ortogonalmente lungo le ore 9, 3 e 6. Ad ospitare questo preciso motore una cassa in acciaio di 45 mm di diametro, all’esterno della quale, ad ore 2 e 4 si trovano i pulsanti di gestione, start/ stop e azzeramento, del cronografo. Pulsanti perfettamente integrati che creano un pezzo unico ed omogeneo. Un pezzo sviluppato seguendo una scattante rotondità suggerita da una

LUSSO

forma ottagonale. Il modello presenta una scala tachimetrica sulla lunetta, il quadrante invece evoca la griglia anteriore tipica della casa automobilistica di Modena. In generale la visualizzazione delle diverse zone di letture crea un insieme gradevolmente strutturato, dai colori eleganti giocati sulle tonalità di superfici blu e segmenti dalle finiture azzur-

rate e satinate. Il cinturino in pelle di vitello, con fibbia pieghevole in acciaio a 3 lame e fermaglio di sicurezza, rimanda allo stile e al confort degli interni delle vetture della casa modenese, e la presenza, nella serie speciale, di un fondo cassa trasparente in vetro zaffiro ornato con il Tridente Maserati rende l’orologio un pezzo pregiato e ancor più lussuoso.

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