UP! n 13 - giugno 2014

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N. 13 - GIUGNO 2014 I GRATTACIELI DEL FUTURO DELLA EVOLO SKYSCRAPER COMPETITION 2014 UNA CASA NEL PALLONE

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

ARRIGO BAJ L’ARCHITETTO CHE SUSSURRA ALLE CASE

L’ERA BIOCLIMATICA

L’ARCHITETTURA BIOCLIMATICA SEMBRA SEGNARE IL FUTURO DELLE COSTRUZIONI DI DOMANI GRAZIE A PRODOTTI HI-TECH, MATERIALI TIPICI DEL TERRITORIO E PROGETTI MOLTO SPECIALI


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32 °C

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Più di 800 Punti Vendita in Europa di prodotti e consulenze per costruire e ristrutturare casa. Anno 4 - Numero 13 - Giugno 2014 Direzione, Redazione, Abbonamenti e Amministrazione BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Comitato di redazione Rosita Bacis, Massimo Bussola, Davide A. Milani, Francesca Negri, Pierluigi Sabato, Anna Maria Sciorelli Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Luca Mercante, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Susanna Tamborini, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione Commfabrik Srl Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione gratuita Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 28.000 copie

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Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.


EDITORIALE

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ari Lettori, la parola d’ordine di questo numero è “recuperare il passato per costruire il futuro”, un messaggio che in qualche modo avete sempre ritrovato in tutti i numeri di UP! perché parte integrante della nostra filosofia che da sempre punta sui valori umani da rivalutare in termini di relazioni e di rapporti, sulla sensibilizzazione al rinnovamento dei luoghi del sapere in cui far crescere i nostri figli, sul ritrovare l’equilibrio con l’ambiente circostante. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si basa l’approfondimento di questo numero di UP! dedicato all’architettura bioclimatica, scienza antica che oggi

sta tornando alla ribalta mixando materiali della tradizione e di ultima generazione che una tecnica del passato, rivista in chiave moderna, sa sfruttare al meglio. Leggerete di avveniristici grattacieli, capaci d’integrarsi nel territorio nonostante la loro imponenza, realizzazioni in chiave green di illustri architetti ed ancora una volta, le potenzialità di quel meraviglioso materiale che è il legno. Articoli che possano essere spunti di riflessioni e idee nuove per nutrire la nostra creatività e guardare al domani facendo tesoro di quanto diceva Galileo Galilei: “Noi non dobbiamo considerare che la Natura si accomodi a quello che parrebbe meglio disposto a noi, ma conviene che noi accomodiamo l’interesse nostro a quello che essa ha fatto”. Arrivederci al prossimo numero e buona lettura a tutti.

■ Lina Mazzullo

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SOMMARIO

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L’ARCHITETTURA BIOCLIMATICA TOCCA IL CIELO CON UN DITO I trend del futuro nei 23 premiati dell’eVolo Skyscraper Competition, un concorso architettonico che raccoglie i concept dei grattacieli più avveniristici e “green” del pianeta.

UNA CASA NEL PALLONE (E UNA 100% GREEN) Il massimo esponente della progettazione bioclimatica si ispira al calcio per una villa che ha fatto il giro del mondo. Ma sotto i riflettori c’è anche la sua Green Box.

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L’ARCHITETTO CHE SUSSURRA ALLE CASE

Arrigo Baj si racconta: «Ogni progetto architettonico è un riflesso della personalità di chi dovrà viverlo». Con una parola d’ordine: rispetto del territorio e delle sue tradizioni grazie all’utilizzo di sistemi costruttivi green e a chilometro zero, conditi con molto estro creativo.


N. 13 - GIUGNO 2014 22

VENTO, UN PROGETTO DA REALIZZARE

Ha la forma di una ciclabile, ma è molto di più. VENTO è il progetto, che piace molto a BigMat, di un’infrastruttura leggera che diviene una chiave preziosissima per rimettere in contatto le persone con il paesaggio che le contiene e le rappresenta, e creare nuovi flussi di turismo e 2.000 posti di lavoro.

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SAPIENZA ANTICA IN SALSA HI-TECH

L’architettura bioclimatica è un know-how antico che oggi sembra essere diventato il must del futuro facendo uso sapiente delle tecniche di progettazione e di un cocktail “esplosivo” in grado di unire materiali tradizionali a prodotti super hi-tech.

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RIQUALIFICARSI AD ARTE

Un importante lavoro di riqualificazione di un edificio utilizzato per le esposizioni e le mostre del Comune di Colliano in provincia di Salerno dimostra l’impegno dell’edilizia pubblica a essere sempre più green.

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AMPLIARE CON IL LEGNO

Case history dell’Hotel Dolce Vita di Liscia di Vacca (OT), ampliato di un piano senza chiudere l’attività nemmeno un giorno.

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SOPRAELEVARE E RISTRUTTURARE CON BIGMAT VASS

La versatilità del sistema BigMat VASS in un intervento in provincia di Imperia.

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LA UNI CHE RIVOLUZIONA L’IMPIEGO DEGLI SMT

La nuova norma UNI 11470:2013 “Coperture discontinue – Schermi e membrane traspiranti sintetiche – Definizione, campo di applicazione e posa in opera” pone finalmente termine alla mancata regolamentazione degli schermi e delle membrane traspiranti, un prodotto che da oggi BigMat propone anche con il suo brand.

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RUBRICHE

70 FEDERCOSTRUZIONI INFORMA 71

FEDERLEGNO INFORMA

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FORMEDIL INFORMA

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IL CONSULENTE D’AZIENDA

76 RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO 78 BIGMAT VASS INFORMA 82 NEWS DAL MONDO BIGMAT 5


VERNACULAR VERSATILITY, DELL’AMERICANO YONG JU LEE PRIMO CLASSIFICATO Vernacular Versatility è una rivisitazione contemporanea e metropolitana della tradizionale casa coreana (hanok) dalla struttura in legno e dal tetto ricurvo.

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L’ARCHITETTURA BIOCLIMATICA TOCCA IL CIELO CON UN DITO I trend del futuro nei 23 premiati dell’eVolo Skyscraper Competition, un concorso architettonico che raccoglie i concept dei grattacieli più avveniristici e “green” del pianeta. di Zoe Lafleur – foto di eVolo

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grattacieli di domani non stupiranno più per la loro imponenza, bensì per la capacità di depurare l’aria circostante, produrre cibo ed energia (tramite orti pensili e pannelli solari e fotovoltaici) e vegliare sui patrimoni naturali. Audaci, tecnologici, smart, ma soprattutto amici dell’ambiente. Sono queste le virtù che hanno contraddistinto i vincitori della nona edizione del concorso eVolo Skyscraper Competition (www.evolo.us) indetto dalla rivista di architettura eVolo, che premia i progetti più “verdi” e curiosi che immaginano il futuro delle costruzioni verticali attraverso l’uso innovativo di materiali, tecnologie ed estetica. Difficilmente vedranno la luce, ma sono il punto di partenza per i grattacieli che ridisegneranno il panorama delle grandi città. Se fino a ora i palazzi si erano distinti per le loro caratteristiche avanzate di autonomia, oggi lo fanno anche aggiungendo l’ingrediente fondamentale della filosofia bioclimatica. Ambiziosi ed eclettici, efficienti e innovativi, i 525 progetti arrivati da 43 Paesi sono stati esaminati dalla giuria internazionale del concorso Skyscraper Competition che ha decretato tre vincitori e 20 menzioni d’onore.

UP! ha scelto per voi i più bioclimatici tra quelli premiati. 7


CAR AND SHELL SKYSCRAPER: OR MARINETTI’S MONSTER, DEGLI AMERICANI MARK TALBOT E DANIEL MARKIEWICZ SECONDO CLASSIFICATO I due architetti statunitensi hanno ideato e messo su carta una gigantesca città verticale per Detroit, che comprenda case modulari, strade pedonali panoramiche e spazi destinati ai parcheggi.

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PROPAGATE SKYSCRAPER: CARBON DIOXIDE STRUCTURE, DEI CANADESI YUHAO LIU E RUI WU TERZO CLASSIFICATO Questo è forse il più fantascientifico dei progetti in concorso, un esempio di come il futuro dell’edilizia metropolitana possa declinarsi in chiave “verde”: il progetto è una sorta di esoscheletro capace di “catturare” l’anidride carbonica presente nell’aria e trasformarla in un solido materiale costruttivo capace di sopportarne il peso. Una griglia di partenza guida la costruzione che andrà via via sviluppandosi a seconda del quantitativo di anidride carbonica assorbita. Propagate Skycraper è un grattacielo che cresce mano a mano che ripulisce l’atmosfera circostante.

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SAND BABEL: SOLAR-POWERED 3D PRINTED TOWER, DEI CINESI QIU SONG, KANG PENGFEI, BAI YING, REN NUOYA E GUO SHEN MENZIONE D’ONORE Un grattacielo autosufficiente a forma di albero, realizzato utilizzando la sabbia, una stampante 3D e un ingegnoso sistema per la produzione di energia solare: è con questi “ingredienti” che i designer di questa torre immaginano di erigere un edificio sostenibile, un gruppo di strutture ecologiche per la ricerca scientifica e le attrazioni turistiche nel deserto. Una parte di queste strutture è costruita all’aria aperta, mentre le altre sono state pensate per essere parzialmente interrate.

CLIMATOLOGY TOWER, DEI GIAPPONESI YUAN-SUNG HSIAO, YUKO OCHIAI, JIAWEI LIU E HUNG-LIN HSIEH MENZIONE D’ONORE È una gigantesca cupola capace di assorbire l’inquinamento e produrre aria pulita, un grattacielo avvolto in un sottile involucro. La Climatology Tower è concepita come centro di ricerca che valuta la meteorologia urbana e corregge il clima attraverso l’ingegneria meccanica. In altre parole, la torre è dotata di un sistema di controllo ambientale in grado di rilevare i vari microclimi della città attraverso una varietà di fattori quali irraggiamento, radiazione e termica. I dati raccolti vengono confrontati con i livelli di umidità e quindi i sistemi meccanici futuristici vengono azionati per ridurre o aumentare i livelli ottimali del clima.

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HYPER FILTER, DEL RUSSO UMAROV ALEXEY MENZIONE D’ONORE Un altro palazzo amico dell’ambiente: Hyper Filter, concepito per sorgere nelle metropoli più inquinate, assorbirebbe CO2 e altri gas nocivi per restituire ossigeno puro.

INFILL AQUIFER, DELL’AMERICANO JASON ORBE-SMITH MENZIONE D’ONORE Più che per l’uomo, questo grattacielo è il luogo ideale per ospitare la Natura in città. Concepito per rispettare le condizioni del suolo e dei suoi processi naturali, il progetto vorrebbe sottolineare l’importanza e la possibilità che l’uomo e la Natura possano coesistere. Infill Aquifer è una sorta di grattacielo “poroso” in grado di accogliere l’acqua piovana, farla filtrare nel suolo (alimentando una falda sotterranea) ma anche di favorire la traspirazione dell’acqua e reimmetterla nel ciclo idrogeologico.

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UNA CASA NEL PALLONE0% green)

0 1 a n (e u

Il massimo esponente della progettazione bioclimatica si ispira al calcio per una villa che ha fatto il giro del mondo. Ma sotto i riflettori c’è anche la sua Green Box. di Michelangelo Cecchetto

L

uis De Garrido è l’architetto bioclimatico per eccellenza. Tutti i suoi progetti, dalla casa Eye of Horus fatta a forma di occhio per Naomi Campbell alla Berimbau Eco Tower di Rio de Janeiro, hanno sempre portato avanti il principio della sostenibilità a 360 gradi, tanto che negli ultimi anni ha accettato solo lavori dove i criteri ecologici, sanitari e ambientali fossero molto severi. Ma non solo, perché grazie al suo estro, è stato

anche in grado di dimostrare che si possono costruire edifici green dalle architetture più incredibili, alla faccia dei tanto temuti ponti termici.

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Berimbau Eco Tower di Rio de Janeiro


Il progetto della casa per Lionel Messi

UNA REGGIA PER APPASSIONATI DI PALLONE L’ultima creazione di De Garrido è stata una casa ispirata all’universo del calcio e in particolare al goleador del Barcellona Lionel Messi. Ispirata, non commissionata, tant’è che per il momento il progetto resta ancora solo nelle fantasie dell’architetto spagnolo che con quest’idea ha fatto parlare molto di sé, complice anche il fatto che il 2014 è l’anno dei Mondiali di calcio in Brasile. La villa è il sogno di qualsiasi tifoso di calcio.

LUIS DE GARRIDO (nella foto) è stato premiato come progettista dell’anno 2008 per l’ISBA (Internacional Steel Building Association), è fondatore di Anavif (Associazione nazionale per la casa del futuro), nonchè docente al Mit di Cambridge e in diverse altre università europee. Da circa 20 anni si dedica alla ricerca ingegneristica e architettonica. Il suo iter progettuale è fondato sull’approccio alla progettazione tenendo conto dell’impatto ambientale che le nuove costruzioni hanno. Da sempre attento a tutti gli aspetti costruttivi a favore dell’ecosostenibilità, ha intrapreso numerosi studi inerenti il comportamento bioclimatico e l’alta efficienza energetica.

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Una lussuosa e spaziosa residenza estiva, a forma dell’occhio dell’antico egizio Horus. Per costuire Eye of Horus, Luis De Garrido si è ispirato al figlio di Iside e Osiride. La casa è situata a Playa de Cleopatra in Turchia: è stato un regalo di compleanno per la famosa modella Naomi Campbell da parte del suo fidanzato russo. La reggia, che sfoggia 25 camere e 5 sale, è un gioiello di sostenibilità. Non ha alcun bisogno di acqua ed energia elettrica, il contorno nero dell’occhio è costituito da pannelli fotovoltaici, che funzionano in combinazione con un sistema geotermico per sopperire a tutti i bisogni energetici della casa. L’acqua piovana viene raccolta in apposite vasche ed è dotata di un sistema biologico in loco per il trattamento delle acque reflue. La cupola centrale multi-livello è incorniciata da acciaio e rivestita in pannelli di vetro satinato.

tazione come l’edificio che più si avvicina al suo modello concettuale di “natura artificiale”. E se tutto questo non bastasse, questa casa viene realizzata con la metà dei costi di un’abitazione convenzionale (circa 550 euro/mq). La Green Box oggi si trova a Toledo, dove è stata installata definitivamente. A colpire è soprattutto il suo consumo energetico, pari a zero di energia convenzionale,

Per giardino un campo da calcio, coperto per metà da prato e per metà d’acqua, con al centro una casa a forma circolare a due piani che richiama la forma di un pallone. Il tetto? Naturalmente un tetto verde, con inseriti pannelli solari completamente estraibili e posizionati in modo da formare il numero dieci del campione di calcio argentino.

I moduli della struttura portante sono costituiti da pannelli prefabbricati in cemento armato, pannelli sandwich di legno-cemento e pannelli metallici. Gli elementi chiave sono il tetto giardino inclinato e un giardino verticale (inserito nel patio interno alla casa), realizzati entrambi con specie vegetali autoctone del Mediterraneo che si alimentano con acqua pluviale senza spreco di questo elemento primario. A livello energetico, Green Box si avvale di un impianto geotermico e di uno solare che la rendono totalmente indipendente. Anche per questo risponde perfettamente ai cinque pilastri basici sui quali poggia il concetto di architettura sostenibile: 1. ottimizzazione delle risorse e dei materiali, con utilizzo di materiali recuperati, riciclati e riutilizzati; 2. diminuzione dei residui e delle emissioni nell’ambiente perché non si generino residui di nessun tipo sia nel montaggio sia nello smontaggio;

GREEN BOX Si chiama “Casa-giardino sostenibile del futuro: Green Box” e ha debuttato per la prima volta a Barcellona durante Construmat 2009. Modulare, prefabbricata (si costruisce in 15 giorni), riutilizzabile, trasportabile, con ciclo di

vita infinito, bioclimatica, con un consumo energetico pari a zero e che non genera residui, Green Box è un prodigio che a oggi non ha eguali e per questo ora torna all’attenzione del mondo della proget-

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ottenuto grazie alla tecnologia geotermica e solare e sfruttando al massimo il suo disegno bioclimatico.


3. diminuzione del consumo energetico e uso di energia rinnovabile in quanto i materiali sono stati scelti per il loro basso consumo energetico; 4. miglioramento della qualità di vita e della salute umana perché non sono utilizzati materiali con emissioni tossiche per l’uomo, per gli animali e per l’ambiente, né durante la costruzione né durante lo smontaggio; 5. riduzione del prezzo di costruzione e manutenzione dell’edificio, l’unica manutenzione sarà quella della pulizia. La casa si riscalda da sola secondo due modalità: 1. evitando di raffreddarsi: grazie al suo grande isolamento termico e disponendo di grandi superfici vetrate solo a sud; 2. grazie al suo attento e speciale disegno bioclimatico e al suo perfetto orientamento nord-sud, la casa si scalda per “effetto serra”, per la radiazione solare diretta.

Si raffredda da sola secondo tre modalità:

1. evitando di riscaldarsi: disponendo la maggior parte della superficie vetrata a sud e in parte a ovest; disponendo però di protezioni solari per la radiazione solare diretta e indiretta; disponendo di un isolamento adeguato; 2. rinfrescandosi tramite un sistema di raffreddamento architettonico ad aria per mezzo di gallerie sotterranee. D’altra parte, grazie alla grande inerzia termica dell’edificio, il fresco accumulato durante la notte si mantiene durante il giorno seguente; 3. evacuando l’aria calda all’esterno della casa, attraverso delle finestre superiori del patio coperto centrale. La forma inclinata del tetto potenzia la convezione naturale e proporziona un effetto camino per estrarre l’aria calda dall’interno della casa. Un progetto reale a cui ispirarsi per rendere il nostro abitare sempre più sostenibile. ■

Green Box

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L’ARCHITETTO CHE SUSSURRA ALLE CASE Arrigo Baj si racconta: «Ogni progetto architettonico è un riflesso della personalità di chi dovrà viverlo». Con una parola d’ordine: rispetto del territorio e delle sue tradizioni grazie all’utilizzo di sistemi costruttivi green e a chilometro zero, conditi con molto estro creativo. di Zoe Lafleur

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uello di Arrigo Baj è sicuramente un dono:

entrare in sintonia con le persone e capire esattamente quello di cui hanno bisogno, è questo uno dei segreti

del successo in oltre 40 anni di carriera nel mondo dell’architettura d’interni che non è messo in dubbio nemmeno in questi tempi di crisi. A questo va aggiunta una gran bella dose di autocritica, costanti aggiornamenti, l’uso di materiali naturali e selezionati attentamente, una cernita attenta degli artigiani che realizzeranno i lavori e un approccio al cliente molto etico, problem solver, professionale, mai polemico e sempre sorridente. Semplice? Più facile a dirsi che a farsi, lo sa bene chiunque si sia trovato alle prese con un progettista per la ristrutturazione della propria casa. «La maggior parte della gente con l’architetto ci litiga o comunque, prima o poi, rompe i rapporti. Questo a cosa è dovuto? Al non amore da parte dell’architetto nei confronti del cliente – spiega Baj –. Se io e Alessia non affrontassimo la progettazione con dedizione probabilmente faremmo la stessa fine anche noi». Alessia Agnelli Baldini è il braccio destro di Baj e assieme a lui si occupa di ogni singolo progetto, mentre Giovanna Baj, la moglie, è la cassa di risonanza delle loro vibrazioni artistiche: «Arrigo e Alessia – racconta – arri-

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vano a progettare dopo che lui ha parlato a lungo con il cliente, si è messo sulla lunghezza d’onda spirituale della persona che deve aiutare a risolvere i problemi del suo “nido” domestico. La nostra filosofia? Creare un ambiente dove le persone che ci abitano stiano bene, proprio come un abito sartoriale». Per questo uno dei tratti distintivi delle realizzazioni dell’architetto Arrigo Baj sono le curve, che prendono il più possibile il posto degli angoli per tracciare linee armoniche e sinuose. Poi c’è l’estro, la creatività, un grande rispetto per le maestranze e un modo tutto suo di impostare il progetto e il cantiere: «Noi non facciamo disegni esecutivi – spiega Baj –, disegniamo a mano e il nostro obiettivo è quello di far capire al cliente quale sarà il risultato finale. Ci occupiamo degli interni, della ristrutturazione e degli arredi. Arriviamo addirittura a organizzare i cassetti della cucina, ma se disegno una struttura a volta, ad esempio, poi decido a tutti gli effetti come farla sul posto, col muratore». Insomma, un po’ come un’opera d’arte, creata al momento in base alla “tela” a disposizione. Il coinvolgimento attivo delle maestranze non fa che giovare al risultato finale: «La cosa più bella è che la manovalanza si entusiasma – racconta Giovanna – perché trova qualcuno che finalmente gli spiega


quale sarà il risultato finale e ha bisogno del suo aiuto. Il risultato è frutto e merito del lavoro di tutti, non solo dell’architetto. E poi sono coinvolti anche dal fatto che si trovano a lavorare su progetti unici, diversi da quelli che si vedono di solito». Quanto ai materiali, che siano poveri o ricercati, sicuramente sono esclusivi e il più possibile naturali: «Il nostro obiettivo è far “respirare” la casa. Se usiamo materiali poveri, le nostre lavorazioni le rendono uniche e inimitabili. Con mia moglie e Alessia – spiega Baj – facciamo tanta ricerca. Siamo stati tra i primi a frequentare le manifestazioni di Parigi o le fiere di Verona: sapere dove trovare i prodotti migliori, avere le persone che li sanno lavorare in modo originale per dare degli effetti che li rendano ancora più particolari, sono altri assi che abbiamo nella manica». Il cocciopesto (vedi pag. 20) è uno dei materiali preferiti dall’architetto, così come il micro-cemento, mentre la ceramica «non fa parte del mio mondo e gli stucchi antichi non li propongo più, perché ormai li usano tutti». Lo studio Baj lavora in tutto il mondo e in Italia ha trovato da anni un riferimento nei Punti Vendita BigMat per la fornitura dei materiali edili dei suoi cantieri. Una ricercatezza solo a portata di ricco? «Una cosa bella, fatta bene, non è detto che debba costare di più – assicura Baj –. Quasi tutti pensano che il nostro modo di lavorare sia costosissimo e questo è l’ostacolo più grosso che abbiamo. Il nostro cliente medio non è il ricco, è chi ama la casa, indipendentemente dalle sue capacità economiche. Noi facciamo case per tranvieri e politici, per studentesse e imprenditori, cercando di conciliare il budget con il progetto».

Nonno falegname per il Vaticano, mamma commerciante di mobili e oggetti di arredamento e design, ARRIGO BAJ (nella foto) a 20 anni si forma frequentando i maggiori studi di architettura a Milano, Beirut in Libano e in Costa Azzurra in Francia. Si laurea nel 1975 al Politecnico di Milano con Paolo Portoghesi e apre lo studio di Milano nella zona di Brera, dove si trova a contatto con il mondo artistico e della moda e sviluppa il proprio personalissimo stile. Il design di Arrigo Baj è un mondo a parte. Molte delle sue realizzazioni nascono da un’intuizione in location, da uno spunto offerto dalla natura circostante, da una nota musicale del pianoforte che ama tanto suonare quando deve riflettere sugli interventi da realizzare. Ogni progetto architettonico è un riflesso della personalità di chi dovrà viverlo. Nello studio dell’architetto Baj le sinergie tra uomo e ambiente, cultura e luoghi, sono elementi fondamentali per ottenere una completa armonia e funzionalità in tutte le sue componenti. Qui, oltre la conoscenza delle nuove tecnologie, si preferisce la “filosofia del design” dei progetti fantasiosi realizzati a mano libera. Questo modo di pensare e di agire genera vere e proprie creazioni che spaziano dall’architettura al design, dalla decorazione agli arredi.

I cantieri di Arrigo Baj hanno dima in scala reale 1:1, comprensivi degli arredi che ingombreranno gli spazi a lavoro finito. Il margine di errore delle maestranze in fase di messa in opera, in questo modo, si riduce moltissimo.

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Rinnovarsi continuamente è la parola d’ordine di Baj, «e cercare sempre di più la spiritualità, l’em-

guardi nell’anima dei suoi clienti e delle loro abitazioni, li comprenda e li interpreti. Una predi-

patia con il cliente». E se la sintonia non scatta? «Rifiuto il lavoro, anche se si tratta di incarichi importanti. In 40 anni di carriera, però, è successo solo due volte», conclude Baj.

sposizione naturale che ha saputo alimentare nel tempo con molto studio, grande professionalità e, soprattutto, tantissima passione, ingrediente segreto della felicità e del successo di ogni impresa, grande o piccola che sia. ■

Sembra che lui, come chi sussurra ai cavalli,

LA BELLEZZA DEL COCCIOPESTO Il cocciopesto è un materiale edilizio utilizzato come rivestimento impermeabile per pavimenti sia interni sia esterni, ma anche per il rivestimento di pareti (ad esempio di cisterne). È composto da frammenti di laterizi (tegole o mattoni) minutamente frantumati e da malta fine a base di calce aerea. Si posa in diversi strati, caratterizzati da diverse granulometrie, che vengono battuti e bagnati diverse volte. Gli antichi romani lo chiamavano Opus signinum, termine latino derivante dalla città di Segni (Signa), a Roma, dove secondo antiche fonti fu inventato. Vitruvio ne descrive la fabbricazione e l’uso. La malta di cocciopesto, oltre a una notevole durabilità e resistenza possiede altre caratteristiche che ne hanno favorito l’uso, come la bassa permeabilità all’acqua. Il cocciopesto, in parziale o totale sostituzione della sabbia normale, veniva utilizzato per il confezionamento di malte a base di calce aerea le quali, in assenza di questo aggregato reattivo, non potevano indurire se non a contatto con l’aria, attraverso quel processo chimico noto come carbonatazione: l’aggiunta di questo aggregato veniva quindi effettuata in funzione idraulicizzante, cioè per ottenere una malta di calce con proprietà idrauliche, anche se il grado di idraulicità ottenibile è inferiore a quello che deriva dall’uso della pozzolana. Il materiale, legato con calce aerea o calce idraulica naturale e con sabbia, incontra sempre maggiore diffusione per le sue caratteristiche tecniche che lo rendono particolarmente adatto non solo al recupero del patrimonio edilizio storico, ma anche all’edilizia biocompatibile.

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In bicicletta da VENezia a TOrino lungo il fiume Po

VENTO, UN PROGETTO DA REALIZZARE Ha la forma di una ciclabile, ma è molto di più. VENTO è il progetto, che piace molto a BigMat, di un’infrastruttura leggera che diviene una chiave preziosissima per rimettere in contatto le persone con il paesaggio che le contiene e le rappresenta, e creare nuovi flussi di turismo e 2.000 posti di lavoro. di Rosa Santavite 22

U

no dei progetti più ambiziosi nati pensando all’EXPO 2015 corre su due ruote: si chiama VENTO ed è il progetto di una ciclabile lunga 679 chilometri che collega Venezia e Torino lungo il fiume Po, passando per Milano. Oltre 2.500 cittadini, 24 istituzioni (tra Comuni, Province e autorità) e 23 associazioni (nazionali e locali) hanno aderito chiedendo la realizzazione di VENTO. Il tracciato è stato pensato e disegnato nei mi-

nimi dettagli dai ricercatori del Politecnico di Milano: attraversa città di rara bellezza e secondo il gruppo di lavoro attirerebbe il turismo dei Paesi europei abituato a passare le vacanze in bicicletta, centinaia di migliaia di persone che potrebbero anche essere il doppio, dato che questa opera farebbe parte del corridoio europeo


LA VIA DEL MONVISO E LE ALTRE VENTO ha stimolato la nascita di altri progetti di ciclovie. Venerdì 11 aprile la Giunta Regionale della Lombardia ha approvato il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC) con l’obiettivo di favorire e incentivare approcci sostenibili negli spostamenti quotidiani e nel tempo libero. Il Piano ha inserito anche VENTO e individua il sistema ciclabile di scala regionale mirando a connetterlo e integrarlo con i sistemi provinciali e comunali, favorisce lo sviluppo dell’intermodalità e individua le stazioni ferroviarie “di accoglienza”; propone una segnaletica unica per i ciclisti; definisce le norme tecniche a uso degli Enti locali per l’attuazione della rete ciclabile di interesse regionale. VENTO non è l’unica ciclovia che ha saputo incentivare la progettazione di molte altre ciclabili. Il percorso di Ospedaletti-San Lorenzo, ad esempio, ha ispirato la nascita della “Via del Monviso”, progetto autonomo promosso da molti Comuni della zona capitanato da quello di Moncalieri (TO).

Eurovelo 8, che congiunge Barcellona a Kiev. VENTO è immediatamente cantierabile. Dei 679 chilometri di

tracciato, 102 sono già tratti ciclabili, e con una spesa di circa 80 milioni di euro – il costo di realizzazione di due chilometri di autostrada – si realizzerebbe la più lunga pista ciclabile italiana e una delle più lunghe d’Europa. Un impegno che, se suddiviso tra lo Stato, le quattro Regioni e le dodici Province coinvolte, non sarebbe poi molto oneroso: «Non mancherebbe niente – spiega il responsabile scientifico, Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano – salvo la volontà politica di farla, questa pista ciclabile, superando un’arretratezza culturale propria dell’Italia di oggi: molti italiani purtroppo pensano ancora che una ciclovia sia un’opera inutile, percorsa solo da qualche ciclista nullafacente a passeggio. Il progetto

è ambizioso, ma è anche un’importantissima opportunità occupazionale che si basa su un’idea

di cicloturismo come quello che troviamo a nord delle Alpi o in qualche raro caso in Italia. Il cicloturismo ha potenzialità ancor più grandi grazie al clima italiano perché sarebbe una pratica destagionalizzata ovvero capace di attrarre turisti per 10 mesi su 12. Se prendiamo a riferimento il modello infrastrutturale ciclabile tedesco,

fatto al 70% di ciclabili e ciclopedonabili non condivise con le auto, e lo applichiamo al progetto VENTO come abbiamo fatto noi, scopriamo che lungo il Po ogni anno si potrebbe alimentare un indotto di circa 100

milioni di euro generando 2.000 nuovi posti di lavoro oltre a stabilizzare quelli che già ci sono e

che stiamo perdendo perché nessuno propone nulla per quei territori». VENTO, però, non ha ancora trovato l’approvazione necessaria per essere realizzato e non se ne comprendono i motivi visto che non mancano neppure i soldi: «L’Europa ha stanziato oltre 6 miliardi di euro per il 2014-2020 per realizzare ciclabili come VENTO, come quelle di Eurovelo e come quelle urbane. Sono tutte queste, a nostro avviso, le opere grandi (e non le grandi opere) che il nostro Paese deve realizzare per il bene di tutti. E le cifre lo dimostrano», conclude Pileri. Insomma, questo progetto non è solo un’idea suggestiva ma un grande progetto di green economy perché i percorsi ciclabili non solo fanno bene all’ambiente e sono una risorsa per la popolazione, ma possono produrre economia e creare posti di lavoro.

A BigMat piacciono i progetti ambiziosi come questo e auspica in un’imminente partenza dei lavori. ■

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SAPIENZA ANTICA i-tech

h a s l a s in

L’architettura bioclimatica è un know-how antico che oggi sembra essere diventato il must del futuro facendo uso sapiente delle tecniche di progettazione e di un cocktail “esplosivo” in grado di unire materiali tradizionali a prodotti super hi-tech. di Zoe Lafleur

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ARCHITETTURA

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Bioclimatica

Una vittoria importante, pochi mesi fa e in salsa bioclimatica, quella dell’architetto bolognese Mario Cucinella nella competizione internazionale per la costruzione della nuova sede direzionale dell’ARPT di Algeri, l’Autorité de Régulation de la Poste e des Télécommunications. Un’architettura che coniuga tradizione e modernità e che, al tempo stesso, sa essere funzionale, elegante ed energeticamente efficiente integrandosi magicamente con la morfologia del territorio. Il “concept” è dichiaratamente ispirato al paesaggio desertico algerino e il risultato è una costruzione che possiamo definire una “scultura”. Un edificio inclinato dagli spigoli smussati, una sorta di mezza luna che emerge dal suolo, proprio come le dune del deserto, edifici naturali costruiti dal vento e dalla sabbia, e con una forma aerodinamica tipica della “Tu’rat” algerina, convessa dal lato nord per deviare i venti caldi e concava sul fronte sud per captare le brezze fresche notturne e favorire così la ventilazione naturale dell’edificio. La Tu’rat è modellata con pietra a secco a forma di mezzaluna e disposta in modo da captare, nella sua parte concava, i venti umidi con lo scopo di farli condensare, per effetto delle forti escursioni termiche giornaliere, sulla sua superficie spiovente per ricavare acqua utile per irrigare la vegetazione immediatamente ai suoi piedi. Sorta in prossimità di un’asse viaria ad alto scorrimento e vicino al nuovo parco pubblico di Bab Ezzouar, la nuova sede delle Poste ha il compito di ricucire il tessuto urbano, anche attraverso il trattamento prezioso della sua superficie esterna, che di notte si illumina come una lanterna nel deserto. In definitiva un edificio istituzionale, iconico, contemporaneo e con pochi sprechi che sa creare, nel quartiere in espansione in cui sorge, nuovi scenari architettonici e culturali.

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Uno sguardo al passato per progettare il futuro. Si può definire così l’architettura bioclimatica, sapere antico oggi sempre più alla ribalta, che in questo numero di UP! sarà protagonista della prossime pagine. UN SAPERE ANTICO L’architettura si può ritenere un sistema metabolico in grado di gestire i flussi di risorse in entrata e in uscita (calore, aria, rifiuti e informazioni) con logiche simili a quelle di un sistema ecologico. L’approccio bioclimatico è legato al principio di autosufficienza e alla consapevolezza che i principali fenomeni che influiscono negativamente sull’ambiente sono causati dal consumo di grandi quantità di energia non rinnovabile. Nel costruire le sue abitazioni, in passato l’uomo ha maturato una notevole cultura ambientale che oggi è stata in parte dimenticata. Un esempio è la Mesa Verde del Colorado risalente al 1200, un insediamento incassato al di sotto di un taglio nella roccia e orientato verso sud. La roccia offre un riparo naturale dal sole in estate, ma non in inverno e la grande inerzia termica costituita dalla enorme massa rocciosa era tale da garantire condizioni di comfort pressoché costanti durante tutto l’anno. Oppure le sei ville di Costozza in Veneto, costruite a partire del 1550, citate anche da


Mesa Verde

Palladio nel primo dei suoi “Quattro libri dell’Architettura”, presentano un interessantissimo sistema di raffrescamento passivo, che sfrutta l’aria fredda proveniente da grandi cavità sotterranee, i covoli, vere e proprie stanze scavate nella roccia, con l’imboccatura generalmente stretta e situate all’interno delle colline in cui sorgono le ville. In una delle ville si sono registrate temperature di 16 °C quando all’esterno ce n’erano 33. E per finire, ma si potrebbero citare innumerevoli altri esempi, il noto trullo pugliese che sfrutta la capacità termica dei materiali Villa di Costozza

dell’involucro edilizio per mantenere quasi costante la temperatura interna, grazie al grande spessore delle murature, unito al ridottissimo numero e dimensionamento delle aperture. La rivoluzione industriale e il fenomeno dell’urbanesimo hanno determinato un aumento considerevole delle richieste di abitazioni trasformando completamente l’edilizia. Inoltre, la grande disponibilità di energia a basso costo e la rapida evoluzione dei sistemi impiantistici di controllo climatico hanno portato alla perdita del rapporto tra edifiUn trullo pugliese

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in inverno occorre favorire l’irraggiamento solare

cio e clima, tra abitante e ambiente, tra tipologia edilizia e luogo, e alla convinzione che, grazie alla tecnologia, si potevano realizzare edifici identici in ogni parte del mondo.

sulle pareti e attraverso le finestre per scaldare gli ambienti interni; serve un elevato isolamento termico esterno dell’involucro per conservare il calore accumulato;

COSTRUIRE BIOCLIMATICO L’edilizia è un settore fortemente energivoro, sia in fase di costruzione sia di mantenimento. Il problema dell’inquinamento e la necessità di limitare i consumi energetici da fonti non rinnovabili hanno portato a riconsiderare le condizioni climatiche come “risorse” progettuali. Lo scopo principale di chi progetta architetture è quello di garantire il comfort degli utenti mediante il controllo del microclima interno con strategie progettuali “passive” che minimizzano l’uso degli impianti massimizzando l’efficienza degli scambi termici tra edificio e ambiente. Tale risultato si potrà raggiungere solo attraverso un’attenta progettazione che integri e adegui l’edificio con la morfologia del territorio e il clima (in relazione alla forma, all’orientamento, al soleggiamento, allo sfruttamento dei venti, al paesaggio, ecc.), che faccia uso di materiali ecosostenibili, fonti rinnovabili di energia e tecniche costruttive flessibili in grado di favorire la manutenzione e la dismissione. Le esigenze termiche dell’edificio variano a seconda della stagione e della latitudine, ecco perché per il

successo del proprio progetto è fondamentale conoscere il clima del sito, la temperatura, le precipitazioni e l’umidità relativa.

Generalmente nelle regioni a clima temperato, come l’Italia, si distinguono tre fasi termiche a cui corrispondono diversi requisiti dell’edificio:

in estate occorre proteggere l’edificio dall’irrag giamento solare con dei sistemi di ombreggiamento, ricorrere a finiture di tonalità chiara per limitare l’assorbimento di calore estivo, avere involucri di massa elevata e quindi ad alta inerzia termica, nonché favorire la ventilazione naturale dell’edificio;

nelle mezze stagioni è richiesta la combina zione di soluzioni in grado sia di raffrescare sia di riscaldare. Per quanto concerne la forma degli edifici, si deve ricorrere per quanto più è possibile a strutture compatte, con un “fattore di forma S/V” (superfici disperdenti/ volume) che sia il più basso possibile, massimizzando la superficie esposta a sud con forme planimetriche allungate in direzione est-ovest. Questa disposizione consente di massimizzare il guadagno solare in inverno. Infatti il sole, basso sull’orizzonte, riesce a irradiare le superfici a sud anche in presenza di aggetti orizzontali, che, viceversa, rappresentano una protezione valida in estate quando il sole è alto sull’orizzonte. Tuttavia, non sempre il progettista è in grado di determinare a priori l’orientamento, e in caso di esposizioni a est e/o ovest vi può essere il rischio di surriscaldamento. In questo caso, il rimedio è limitare le dimensioni delle superfici vetrate e/o proteggere le facciate.

Limiti di trasmittanza termica U per le strutture opache verticali (pareti)

In funzione del “Grado Giorno [GG]” (indice dato dalla somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura dell’ambiente e la temperatura media esterna giornaliera), l’Italia è suddivisa in 6 zone climatiche dalla A (fascia più calda a cui corrispondono valori di GG più bassi), alla F (fascia più fredda a cui corrispondono valori di GG più alti).

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Zona climatica

Gradi giorno (GG)

U [W/mqK]

A

0-600

0,62

B

601-900

0,48

C

901-1400

0,40

D

1401-2100

0,36

E

2101-3000

0,34

F

oltre 3001

0,33


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L’ISOLAMENTO L’ISOLAMENTO

Le mura degli edifici nell’architettura bioecologica assumono il ruolo di “terza pelle” per l’uomo: la nostra prima pelle è il tessuto cutaneo, la seconda l’abbigliamento, la terza, appunto, l’edificio in cui viviamo. Ciò che accomuna questi tre “strati” è il fine, ovvero garantire protezione e benessere all’organismo, riparandolo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo.

A differenza dell’odierna tendenza che intende l’edificio come un contenitore ermetico, la bioedilizia lo considera come un organismo vivo, che consente cioè degli scambi tra ambiente interno ed esterno. Dopo aver tenuto conto delle caratteristiche naturali del sito e aver pensato a una progettazione in grado di sfruttarne i vari aspetti, l’isolamento risulterà un elemen-

to chiave e modulabile in base alle esigenze. In caso di clima piuttosto freddo con estati fresche (irradianza molto inferiore a 290W/mq) e struttura massiva, è particolarmente indicato un isolante caratterizzato da una bassa conducibilità termica λ, di buona resistenza meccanica e all’umidità come il polistirene espanso sinterizzato additivato con grafite (EPS grigio), che migliora le prestazioni termiche, o il polistirene estruso (XPS).

Tra gli EPS, l’solante Neopor WT 031 del Gruppo Poron è adatto per le realizzazioni a cappotto e grazie a una conducibilità termica di 0,031 W/mK, consente di ottenere prestazioni elevate con spessori ridotti. Su una tipica costruzione con “muratura in pietra da almeno 50 cm” oppure realizzata con “laterizio doppio UNI da 25 cm” sono sufficienti 12/14 cm per raggiungere il valore di trasmittanza U pari a 0,22 e ottenere anche le agevolazioni fiscali. In considerazione delle maggiori sollecitazioni dovute a spruzzi d‘acqua, sporcizia e anche eventuali azioni meccaniche come urti e abrasioni, per le zone della zoccolatura (ovvero quella fascia di isolamento in corrispondenza del piano di campagna a contatto con il terreno fino a 50 cm di altezza) è necessario adottare misure cautelative e differenziate rispetto alle altre superfici della facciata. In particolare, la zona al di sotto e a contatto con il terreno va ulteriormente impermeabilizzata e protetta. È per questo che, lo stesso Gruppo Poron ha studiato un pannello in polistirene espanso EPS additivato con grafite che garantisce una λ pari a 0,030 W/mK appositamente indicato per la realizzazione delle zoccolature dei sistemi a cappotto: il MuroDUR oltre ad avere un assorbimento Neopor® WT 031, Gruppo Poron. È una lastra realizzata in Neopor® stampata per termocompressione. L’aspetto tecnico più interessante della lastra è l’utilizzo del Neopor®, materiale di nuova generazione BASF, costituito da EPS + grafite, elemento naturale a base di carbonio, che unito al potere termoisolante delle cellule chiuse dell’EPS, abbassa in modo sostanziale il valore della conduttività termica. La superficie esterna della lastra presenta un disegno romboidale in rilievo appositamente studiato per favorire l’adesione del rasante. La stessa trama in rilievo è presente su tutto il perimetro della faccia interna della lastra e su tre punti centrali, in modo da indicare la corretta applicazione del collante. I sei tagli rompi-tratta disposti longitudinalmente svolgono la funzione di assorbire le tensioni interne alla lastra determinate dalle sollecitazioni termiche cui è sottoposta la superficie esterna della lastra. Spessori differenti rispondono alle diverse esigenze di isolamento termico richiesto per i differenti interventi in edilizia civile e industriale. Il λ termico della lastra Neopor® WT 031 è tra i più bassi fra gli isolanti in commercio.

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come un

chirurgo

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MuroDUR 030, Gruppo Poron. È una lastra appositamente studiata per ottenere un bassissimo assorbimento d’acqua. Nelle parti di edificio esposte a pressione e umidità è imperativo che i materiali coibentanti assorbano poca acqua, la quale peggiora notevolmente le caratteristiche isolanti. MuroDUR 030 è stato sviluppato appositamente per questo tipo di applicazioni: un prodotto con superficie perlante idrofobata. MuroDUR 030 oltre ad avere un assorbimento d’acqua praticamente nullo (0,6% del suo volume) viene prodotto con una resistenza a compressione di 200 kPa. Questa caratteristica rende il pannello particolarmente indicato per l’isolamento perimetrale della zoccolatura del sistema cappotto e per l’isolamento controterra. Solitamente per zoccolatura si intende la zona di una facciata soggetta a spruzzi d’acqua che comincia dalla quota superiore del terreno, della pavimentazione o della terrazza e ha un’altezza minima di 500 mm. Tuttavia grazie alle sue performanti caratteristiche il MuroDUR 030 trova applicazione anche nell’isolamento dei muri controterra, naturalmente predisponendo le opportune protezioni.

d’acqua praticamente nullo (0,6% del suo volume) viene prodotto con una resistenza a compressione di 200 kPa. Il polistirene estruso di nuova generazione XENERGY™, della Dow Building Solution, è l’evidenza di passione, tecnologia, sviluppo e sensibilità per l’ambiente che coesistono armoniosamente per dare vita a un prodotto innovativo ed eco-friendly. XENERGY™ è progettato per accelerare il risanamento energetico: infatti, isola fino al 20% in più rispetto alla media degli altri estrusi presenti sul mercato e utilizza, per la sua produzione, solo agenti espandenti naturali, quali CO2 ed è additivato con particelle di carbonio che migliorano le prestazioni termiche portando la conducibilità termica a 0,030-0,032 W/mK in funzione degli spessori contro i caratteristici 0,034-0,040 W/mK dei non additivati. Le nuove lastre XENERGY™ mantengono la struttura a cellule chiuse, tipica delle lastre Styrofoam, che conferisce al prodotto una elevata resistenza alla compressione e all’umidità e

Bioclimatica

alla durabilità prestazionale. XENERGY™ è ideale per qualunque tipo di applicazione: dalle strutture controterra, al cappotto, dalla copertura ai solai interpiano anche con riscaldamento a pavimento. Nelle zone climatiche con estati calde e strutture poco massive, bisogna privilegiare isolanti che aumentino l’inerzia termica della struttura e quindi a elevata densità ed elevato calore specifico. Ideali sono gli isolanti di origine naturale come il sughero, la fibra di legno e la lana di legno mineralizzata. È vero anche che in Italia esiste un’ampia fascia climatica in cui si richiede un giusto compromesso tra prestazioni invernali ed estive. In questo caso un isolante che svolge in modo soddisfacente il proprio compito è la lana di roccia che coniuga bassa conducibilità termica con densità medio-alta. I pannelli isolanti in lana di roccia di Knauf Insulation sono considerati un’eccezionale soluzione per la coibentazione totale di un edificio e per la correzione dei ponti termici, di facile manutenzione e particolarmente adatta negli interventi di recupero e riqualificazione energetica. Pannello FKD-S C1, Knauf Insulation. Pannello isolante in lana di roccia con primer a base di silicati su un lato. Dimensioni: 625 x 800 mm

Pannello FKD-U C2, Knauf Insulation. Pannello isolante in lana di roccia con primer a base di silicati su due lati. Dimensioni: 400 x 1200 mm

XENERGY™, Dow Building Solution. Applicazione a pavimento per una costruzione ecosostenibile con struttura in legno

Questi prodotti coniugano resistenza meccanica e durabilità mantenendo la struttura traspirante e permeabile al vapore, con il vantaggio di non essere infiammabili né idrofili. Knauf Insulation propone il pannello FKD-S C1 con

un primer su un lato e il pannello FKD-U C2

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che presenta un primer su entrambi i lati. Questi prodotti rendono subito planare la superficie della facciata, agevolando notevolmente la posa. Grazie alla facilità e rapidità di esecuzione si riducono i passaggi e il consumo di materiale rasante. Tutto questo porta non solo ad un risparmio economico, ma soprattutto limita i difetti di posa che, proprio in questa fase delicata di preparazione, possono nascere. Altro materiale interessante è il Multipor di Xella,

il primo isolante termico prodotto esclusivamente con materiali di origine minerale e non fibroso, in classe di reazione al fuoco A1 (ignifugo)

e con un’elevata resistenza meccanica. L’origine minerale conferisce rigidità al pannello e unitamente alla caratteristica porosità del silicato di calcio idrato, Multipor presenta elevate doti di assorbimento acustico ed elevata traspirabilità che garantisce una perfetta igroregolazione dell’umidità per ambienti abitativi salubri e confortevoli. Grazie alla sua compattezza, il pannello isolante minerale Multipor risulta estremamente stabile e le sue caratteristiche di leggerezza, maneggevolezza e la resistenza alla compressione permettono una lavorazione semplice e veloce. Il pannello Multipor si integra perfet-

tamente con il sistema costruttivo in blocchi e lastre Ytong, permettendo di realizzare interventi di isolamento che soddisfano i più restrittivi parametri di coibentazione, come ad esempio i livelli richiesti per le case passive. Il pannello Multipor ha ottenuto il certificato europeo ETA-05/0093 (Benestare Tecnico Europeo), garanzia di qualità e di elevate prestazioni in ogni applicazione.

KLIMAT IL SOFTWARE PER COSTRUIRE BIOCLIMATICO KliMat è il software di verifica termoigrometrica che, unitamente alla conoscenza dei materiali del rivenditore BigMat, offre un valido supporto al progettista nella definizione del capitolato di progetto. KliMat, grazie al suo database di materiali dei più noti produttori nel settore dell’edilizia con i relativi dati termici, è in grado di realizzare, in breve tempo, la stratigrafia di una qualunque struttura dell’edificio: copertura, pareti perimetrali e di separazione tra diverse unità abitative e anche le strutture controterra. Con KliMat BigMat intende agevolare la sinergia tra “progettista-impresarivendita-cliente finale”, portando benefici all’impresa in termini di costi, al progettista in termini di rispetto della normativa vigente e al cliente finale in termini di soluzioni adeguate in grado di soddisfarne le esigenze. Anche il progettista meno esperto potrà realizzare le sue strutture con notevole risparmio di tempo grazie alla descrizione dei materiali presenti nell’archivio e alla visualizzazione delle schede tecniche nella relazione elaborata dal software. Il software KliMat è in grado di verificare le prestazioni invernali ed estive della struttura, grazie al calcolo della trasmittanza U, della trasmittanza periodica Yie, dello sfasamento termico e alla verifica della formazione di condensa mediante i diagrammi di Glaser. KliMat è disponibile grauitamente in tutti i Punti Vendita BigMat d’Italia, oppure registrandosi sul sito www.bigmat.it. VERIFICA TERMOIGROMETRICA

Multipor, Xella Italia. Dal successo dei blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato sono stati sviluppati i pannelli isolanti minerali Multipor, realizzati nel medesimo materiale dei blocchi ma con densità ancora più basse. Ideati per la ristrutturazione di edifici esistenti come modalità di rivestimento a cappotto, i pannelli isolanti Multipor costituiscono una integrazione naturale del sistema costruttivo in blocchi e lastre Ytong. I pannelli isolanti Multipor sono prodotti di elevata qualità, realizzati con risparmio di risorse ed energia per contribuire in modo significativo alla tutela dell’ambiente. Trovano impiego nell’isolamento esterno e interno di pareti esterne, nella correzione dei ponti termici, in abbinamento con tamponamenti monostrato in blocchi Ytong, nell’isolamento di solai freddi (garage e cantine) e di coperture.

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FACCIATE

ISOLAMENTO A SECCO: FACCIATE VENTILATE E CONTROPARETI Costruire sostenibile è forse la sfida più grande nei confronti dell’innovazione. Se innovazione, infatti, significa proporre il nuovo, ciò che ancora non esiste, modificare ciò che esiste in funzione di nuovi obiettivi e per ottenere nuovi risultati, trasferire “sapere” e “soluzioni”, allora innovare significa modificare il paradigma attuale che vede il settore delle costruzioni come massimo responsabile dei consumi di combustibili fossili, grande produttore di rifiuti non riutilizzabili e grande inquinatore. Il costruire sostenibile deve propendere verso uno stile costruttivo non più monolitico, ma flessibile che risponda ai requisiti di “accessibilità”, “smontabilità” e “recuperabilità” per favorire tutte le operazioni di trasformazione e demolizione con reimpiego dei materiali riciclabili a favore di un minore impatto ambientale. Questi requisiti sottendono un procedimento costrut-

tivo “a secco” basato su materiali sovrapposti in strati e assemblati con connettori meccanici reversibili, e quindi facilmente “de-costruibili”. In merito a questo “stile”, risulta particolarmente interessante, e ricca di personalizzazione, la facciata ventilata

ovvero un particolare tipo di rivestimento della chiusura perimetrale che assume un nuovo ruolo di “pelle”, ossia di strato sottile distaccato dall’edificio che deve proteggere e caratterizzare. L’elemento caratterizzante è la messa in opera con tecniche a secco, senza malte e collanti ma tramite dispositivi di fissaggio atti a realizzare una sottile intercapedine, tra rivestimento e parete isolata, in cui si innesca una circolazione d’aria per effetto camino. Questo movimento d’aria ha il duplice beneficio della riduzione delle rientrate di calore nella stagione estiva e del controllo delle perdite energetiche invernali.

Il Museo d’arte moderna di Vienna, il Mumok realizzato dagli architetti Ortner & Ortner nel 2001, è un’imponente struttura caratterizzata dall’impiego di materiali identici sia per le superfici orizzontali sia per quelle verticali. La facciata ventilata è realizzata, su una parete portante in calcestruzzo armato di 30 cm e isolamento di 8 cm in lana di roccia, con lastre basaltiche dello spessore di 10 cm lasciando una intercapedine d’aria di 5 cm. Di particolare raffinatezza è il taglio delle feritoie tra le lastre e la differenziazione delle aperture stesse. La dimensione delle lastre diventa maggiore verso la parte alta dell’edificio, distorcendo la prospettiva naturale. Le lastre ricavate mediante taglio a sega diamantata presentano una superficie esterna porosa ma lucida: particolare è l’effetto cromatico che si ha durante le piogge per cui l’originario antracite fiammeggiante diventa un nero intenso.

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Rispetto a un sistema a cappotto, la facciata ventilata porta con sé diversi vantaggi: • la ventilazione aiuta ad asciugare l’isolante soggetto a eventuale condensazione interstiziale; • l’isolante è protetto sia dalla pioggia battente sia da eventuali atti vandalici; • migliora la prestazione termica dell’involucro; • aumenta la durabilità dell’isolante; • migliora l’isolamento acustico grazie a una maggiore riflessione delle onde sonore.

Una delle caratteristiche della facciata ventilata è la possibilità di utilizzare una tipologia infintamente ampia di materiali (pietra, cotto, laterizi, ceramiche, fibrocemento, ecc.), così come di forme e dimensioni (piastrelle, listelli, doghe, pannelli, lastre, ecc.) consentendo al progettista di raggiungere risultati estetici e di design particolari e originali. Partiamo da uno dei più particolari, il policarbonato. Impiegato come alternativa al vetro per le sue doti di trasparenza, resistenza meccanica e isolamento termico, le lastre alveolari a 6 pareti ArcoPlus®626 di dott. Gallina vengono prodotte attraverso un processo di coestrusione, con protezione UV sul lato esterno che garantisce la resistenza all’ invecchiamento anche dopo una lunga esposizione al sole e agli agenti atmosferici. La terracotta non poteva mancare a questa sfida con il futuro: Terreal e SanMarco colgono l’occasione per reinventarla, facendola diventare un materiale contemporaneo a forte valenza tecnologica senza, per questo mo-

Arcoplus 626, dott. Gallina. Tamponamento/copertura realizzato/a con pannelli modulari in policarbonato alveolare coestruso (con protezione ai raggi UV), spessore 20 mm K=1,7 W/ mqK, ottenuto con camere d’aria all’interno del pannello (minimo 5), completo di montanti di unione in acciaio plastificato o in alluminio.

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Zéphir Évolution, San Marco Terreal. L’estetica inconfondibile della terracotta naturale di Terreal, con il suo calore e la sua naturale brillantezza cromatica, trova nuove applicazioni in Zéphir Évolution, che rappresenta per molti versi una strada per il futuro. Disponibile in vari formati, fino al modulo 30x120 cm, e in una vastissima gamma colori sempre in evoluzione. Peso: circa 32 Kg/mq.

tivo, perdere il calore e la tradizionalità che da sempre la contraddistinguono. Le argille impiegate e le fasi di produzione, completamente industrializzate per estrusione, consentono di realizzare prodotti meccanicamente resistenti, con ottime caratteristiche di gelività e minime tolleranze dimensionali per garantire la durabilità e la dovuta precisione in fase di posa in opera. La lastra monopelle Zéphir Évolution prodotta da Terreal in grande formato e spessore solo 15 mm, associata al sistema di fissaggio in lega di alluminio a montanti e guide orizzontali, racchiude in sé tutte le caratteristiche di resistenza sopradette con la particolarità di essere un Isotec Parete, Brianza Plastica. Il pannello viene fissato alla superficie esterna della struttura portante tramite tasselli o viti di ancoraggio passanti attraverso il correntino in Aluzinc, adattandosi con facilità a eventuali imperfezioni delle pareti esistenti. Il sistema così creato costituisce un cappotto isolante dotato di profili di supporto per gli elementi di finitura della facciata e consente l’applicazione di differenti tipologie di rivestimento esterno, sia leggere sia pesanti. La creazione di una camera d’aria ventilata continua tra isolante e rivestimento riduce al minimo il surriscaldamento estivo della parete, limitando i rischi di fenomeni di condensazione nel periodo invernale e proteggendo, grazie al rivestimento impermeabile di alluminio, la parete da infiltrazioni accidentali di acqua piovana.

prodotto leggero, veloce da applicare e indicato anche per interventi di restauro in zona sismica. Isotec Parete di Brianza Plastica è un sistema di isolamento termico per pareti verticali, risultato di un programma di ricerca e sviluppo in collaborazione con il dipartimento BEST del Politecnico di Milano, che consente di comporre a secco un cappotto termoisolante e strutturale, funzionale alla realizzazione di facciate ventilate. Isotec Parete dispone di un correntino con ampio piatto di appoggio, che consente una eccezionale flessibilità di applicazione, permettendo di fissare le più svariate tipologie di rivestimenti. La ventilazione ottenuta arriva a superare i 200 cmq/ml, mentre la conduttività termica dichiarata λD è di 0,023 W/mK, secondo la normativa UNI EN 13165:2013. Il

pannello Isotec Parete è un componente edilizio che raggruppa un sistema di elementi e strati funzionali – termoisolamento, impermeabilizzazione, ventilazione e portanza – che contribuiscono a migliorare le prestazioni termo-igrometriche della chiusura verticale. È composto da un corpo centrale isolante in poliuretano espanso rigido autoestinguente, ricoperto da un involucro impermeabilizzante, in lamina di alluminio goffrato e reso portante da un profilo nervato in Aluzinc che costituisce la camera di ventilazione e la struttura di supporto del rivestimento di facciata. I fori predisposti sul profilo metallico rendono possibile la ventilazione della facciata e hanno anche la funzione di far scorrere le eventuali infiltrazioni accidentali di acqua. Il pannello è battentato sui lati in modo da realizzare a incastro la continuità dei pannelli, eliminando la possibilità di formazione di ponti termici. Isotec Parete è disponibile in quattro diversi spessori (60, 80, 100 e 120 mm) e si applica sia a nuove costruzioni sia in interventi di recupero

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Aquapanel®, Knauf. Il sistema facciata ventilata Aquapanel® è stato sottoposto ad accurati test di prova supervisionati dall’istituto IFT di Rosenheim, uno tra i principali enti certificatori in Europa, che ha eseguito test di tenuta all’acqua, all’aria e di resistenza meccanica, tutti positivamente superati dalla struttura progettata da Knauf.

e di miglioramento prestazionale di edifici esistenti. Appena nato e già molto apprezzato dal mercato, infine, è un sistema innovativo che consente finiture tradizionali, studiato da Knauf. Si tratta delle lastre Aquapanel® Outdoor, che permettono di realizzare facciate ventilate continue a giunto chiuso, con il vantaggio per il progettista di poter scegliere tra

l’effetto estetico di un muro tradizionale o di sperimentare forme architettoniche nuove, ma sempre con il beneficio della ventilazione naturale. Per la realizzazione del nuovo progetto, Knauf si è avvalsa della collaborazione con Metra, produttore leader di sistemi per facciate ventilate, con cui è stato possibile progettare profili e staffe specifiche che consentono la massima libertà progettuale e una notevole velocità di posa. A questo proposito Claudia Chiti, responsabile tecnico di Knauf, precisa: «Abbiamo potuto progettare una facciata ingegnerizzata per Knauf, che riusciamo a posizionare a interasse di un metro sulla parete esterna dell’edificio, con un’ampissima libertà progettuale e una velocità di posa particolarmente apprezzata dalle imprese così come dal committente. Inoltre la struttura consente di posizionare nell’intercapedine uno strato di materiale isolante di spessore anche superiore ai 20 cm che, associato alla continuità della superficie di finitura e all’efficacia della ventilazione, permette di ottenere un beneficio diretto sul clima interno dell’edificio, sia in inverno sia in estate, e un’elevata resistenza meccanica». Uno degli elementi fondamentali, per le facciate ventilate è sicuramente la membrana impermeabile e traspirante. Si tratta di un sottile foglio di tessuto non tessuto

ultracentenaria, ci sono quelli a marchio DELTA® del Gruppo Dörken. Tra questi, DELTA®-FASSADE

PLUS è una membrana altamente traspirante impermeabile, un’induzione speciale ad alta traspirazione su tessuto non tessuto in PES, altamente resistente allo strappo, studiata ad hoc per la realizzazione di facciate a giunti aperti. Con doppia banda adesiva integrata, il rivestimento impermeabile e la resistenza ai raggi UV forniscono una protezione sicura dall’esterno; il valore Sd di circa 0,02 m assicura la permeabilità al vapore garantendo sia la funzionalità della struttura sia un isolamento termico sempre asciutto. La tecnica costruttiva a secco può essere applicata anche per interventi dall’interno, quando è necessario mantenere inalterata l’estetica dell’edificio sottoposto a vincoli architettonici, mediante la realizzazione di contropareti/controsoffitti in cartongesso/gessofibra isolati nella cui intercapedine possono essere alloggiati convenientemente gli impianti tecnologici. L’isolamento dall’interno può essere molto vantaggioso quando si desidera avere un rapido riscaldamento degli ambienti sfruttando opportuni isolanti a bassa densità e inerzia termica. Isover di Saint-Gobain lancia la sua nuova gamma di lana di vetro, Isover 4+, per applicazione in inter-

no prodotta a partire da sole materie prime naturali, come sabbia e vetro riciclato, e uno speciale legante brevettato a base di “zucchero & limone” che garantisce la massima qualità dell’aria interna grazie all’assenza di emissioni nocive alla salute dell’uomo. Par Gold è il prodotto della

gamma particolarmente indicato per essere impiegato per le contropareti, conferendo al tempo stesso protezione dal freddo, dal caldo, dai rumori e dal fuoco per un’architettura sempre più sensibile ai temi dell’impatto ambientale e del comfort abitativo.

altamente tecnologico, in grado di proteggere l’isolamento da qualsiasi agente atmosferico

e di far traspirare l’edificio in maniera ottimale evitando che l’aria circolante nell’intercapedine e carica di umidità possa insinuarsi tra i giunti degli isolanti e condensare. Sul mercato esistono moltissimi prodotti, ma sicuramente tra i più affidabili, forti del rigore tedesco e di un’esperienza

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Isover 4+, Saint-Gobain. Nuovo nel packaging e nel colore, Isover 4+ garantisce la massima qualità dell’aria interna grazie a uno speciale legante a base di “zucchero & limone”.


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PROTEGGERE LE VETRATE DAL SOLE La luce del sole, utile in inverno per riscaldare l’edificio, è un problema in estate, specialmente in edifici che presentano grandi superfici vetrate. Le schermature solari, dette anche brise soleil, rappresentano un sistema di protezione passiva di grande attualità, non solo per il benessere abitativo, ma anche per le caratterizzazioni estetiche derivanti. L’analisi dell’ombreggiamento parte da considerazioni “bioclimatiche” analizzando l’orientamento dell’edificio, la temperatura esterna e l’inclinazione del sole. Esistono diverse tipologie di schermature in base alla loro geometria, alla posizione e alla modalità di gestione: ovvero schermature orizzontali o verticali, esterne o interne, fisse o mobili. Le schermature orizzontali esterne sono molto efficaci per le superfici esposte a sud, alle nostre latitudini, impedendo l’ingresso della radiazione nelle ore centrali estive poiché il sole è “alto” e consentendo il guadagno solare in inverno quando il sole è molto inclinato . Viceversa le schermature verticali sono efficaci per le superfici esposte a est e ovest perché bloccano principalmente la radiazione molto inclinata, che in estate si ha solo nelle prime e ultime ore del giorno sui fronti est e ovest dell’edificio. Trattandosi di elementi esterni e soggetti agli attacchi atmosferici, le brise soleil devono avere buoni requisiti di resistenza meccanica, durabilità e manutenibilità.

Bioclimatica

inverno

nord

tiepido

freddo

sud

Estate

nord

fresco

sud caldo

Anche in questo caso il laterizio viene riscoperto e valorizzato come materiale tecnologico. La possibilità che offre il laterizio SanMarco Terreal è di coniugare un

sistema contemporaneo, basato su struttura metallica da realizzarsi custom made per ogni tipo di intervento, con il calore e la durabilità del laterizio. Terreal offre una gamma di frangisole in una grande varietà di lunghezze e sezioni trasversali (quadrate, rettangolari e ovali) con sei prodotti che vanno da un piccolo formato economico a frangisole di grandi di-

Shamal, San Marco Terreal. Shamal è un elemento per frangisole di grande formato - fino a 1.290 mm di lunghezza - dal raffinato profilo ad ala d’aereo. Le elevate caratteristiche tecniche lo rendono idoneo anche in contesti dove è richiesta elevata resistenza ai carichi flessionali del vento e all’urto. Già vincitore di premi internazionali per il suo particolare design, è disponibile in due versioni (una con il profilo più slanciato e larghezza sezione 200 mm, l’altra più compatta con larghezza sezione 140 mm), in undici colori a impasto e due finiture di superficie (liscio e sabbiato). Colori: rosa salmone, rosso arancio, rosso, violino, cioccolato, champagne, beige sahara, grigio perla, grigio scuro, ebano e bianco opale.

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LE FINESTRE BIOCLIMATICHE PER ECCELLENZA Nei tetti a falda il tallone d’Achille è la finestra. Ma non con la nuova generazione di finestre per tetti VELUX, che porta con sé luminosità, comfort e risparmio energetico. Le nuove finestre hanno una superficie vetrata più ampia. Più vetro significa una maggiore disponibilità di luce naturale, che si traduce in comfort abitativo e risparmio di energia. Il design esterno e interno è stato completamente rivisto, così da proporre una finestra dalle linee moderne ed essenziali, in grado di inserirsi in qualsiasi contesto architettonico. L’applicazione della Thermo Technology™, ovvero l’inserimento di materiale isolante

e legno termotrattato nel battente della finestra, rappresenta un nuovo modo di concepire i serramenti, migliorandone le prestazioni energetiche complessive. Nella versione elettrica e solare VELUX INTEGRA®, le finestre sono dotate di control pad touch screen che permette di aprirle e chiuderle a distanza o di programmarle in funzione delle proprie giornate, per il massimo del comfort. Impostando il control pad e scegliendo fra gli 8 programmi predefiniti, sarà possibile svegliarsi con la luce del sole e uscire di casa senza preoccuparsi di controllare le finestre, perché con un solo tocco si chiuderanno tutte. La sera, si rientra in una casa con ambienti ben ventilati e con la giusta temperatura. Nemmeno un temporale improvviso sarà più un problema, perché in caso di pioggia le finestre si chiuderanno automaticamente. C’è un programma pensato anche per le vacanze, che simula la presenza degli inquilini in casa alzando e abbassando tende e tapparelle, quando questi non ci sono.

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mensioni. Di solito posati orizzontalmente, possibilmente leggermente inclinati rispetto all’asse verticale, se intesi come decorazione o protezione dal sole, questi frangisole offrono un grande potenziale di utilizzo. I profili che SanMarco Terreal mette a disposizione sono molteplici, da semplici tubolari (Autan), a elementi stondati (Harmattan), fino a rigorosi elementi rettangolari (Zonda). Le possibilità si estendono da piccoli elementi da 30 cm di lunghezza fino a monoliti di 150 cm di lunghezza. Il frangisole di eccellenza dal punto di vista tecnico ed estetico è rappresentato dalla linea Shamal, pale monolitiche fino a 130 cm di lunghezza, con elegante profilo ovoidale, già vincitore nel 2000 di premi di design internazionali, che prevede un sistema di fissaggio caratteristico. In generale, i frangisole SanMarco Terreal prevedono alloggiamenti per strutture metalliche di diversa grandezza in funzione del tipo specifico, con la possibilità di adattare diverse strutture a diversi tipi di immagine. Dal punto di vista cromatico, la gamma delle possibilità va dai colori naturali delle argille (rosso, rosato e rosso arancio), ad argille particolarmente chiare, come il color sabbia o champagne, per risultati di estrema raffinatezza ed eleganza. Grande riscontro progettuale hanno anche i toni grigi, dal beige al grigio scuro, all’ebano, ricercati e contemporanei.


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Bioclimatica

DRENAGGIO

L’IMPORTANZA DEL DRENAGGIO DELLE ACQUE Disastri idrogeologici e fenomeni di piogge straordinarie, in grado di causare danni anche ingenti al territorio, sono ormai sempre più frequenti e sono un aspetto che l’architettura bioclimatica deve tenere ben presente in fase di progettazione. L’edilizia ha da anni dei sistemi tecnologici in grado di aiutare a contenere questi fenomeni, ma forse non sono così conosciuti. Questi sistemi si chiamano MAD, membrane alveolari drenanti, e in Italia sono rappresentati da un’associazione, l’ASSODRAIN, che a marzo 2014 ha dato alle stampe una pubblicazione tecnica di alto profilo, dal titolo “Guida al drenaggio delle opere interrate. Come difendersi dagli effetti delle piogge tropicali: applicazioni verticali, orizzontali e per tetti verdi” (si può ricevere gratuitamente, seguendo

le indicazioni scritte nella sezione “Pubblicazioni” del sito web www.assodrain.it). Dagli scenari del primo gruppo di lavoro dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, Gruppo intergovernativo sul cambiamento del clima), si possono trarre una serie di considerazioni relative agli impatti dei cambiamenti climatici, alla vulnerabilità dei sistemi naturali e antropici e alle strategie di adattamento. La sensibilità del ciclo idrologico alla variazione della temperatura e delle precipitazioni comporterà significative modificazioni nell’umidità del suolo, nello scorrimento superficiale dell’acqua, nella portata dei fiumi e dei laghi.

Questo esporrà gli ecosistemi e le comunità umane a sostanziali cambiamenti nella disponibilità di acqua, nella qualità della stessa e

Complesso alberghiero realizzato con prodotti INDEX sulla costa orientale del Lago di Garda (VR) nella zona di Bardolino, che si integra magistralmente nel paesaggio.

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Inusae seque vellibus que volorescius es voloreperias cumquam experum lacid qui ut adictas perorro qui diorempore re plis que es et entiorem corerum que volorum exernam aliquas simo ilicid quatate venti doluptissum fugitatemped eaque niscit, nis esecullent ut qui audandis ex essinti umendit ius dolo occullanis unditat ibuscia velluptatem autem re vidunt alit arum quo ium rem fugiatem et lacepudant fugit demporepedi aciet dit quatatium harum et arum et quuntin velesti atempori doluptatis nobitius cuptasi aut eos aritate pos illiquae porepe re la vent ipsape corepre iundani hilicia

Parco commerciale “I Giardini di Jesolo” in provincia di Venezia

nel rischio di alluvioni e siccità. Le ricerche indicano che lo stress delle risorse idriche potrà crescere in molti Paesi tra i quali l’Europa meridionale e quindi anche l’Italia. I modelli indicano per la maggior parte delle aree una tendenza all’aumento del rischio di alluvioni e periodi di siccità. Per questo, la necessità primaria è di

mettere in atto sistemi semplici ed efficaci in grado di drenare le acque e confluirle verso canali di raccolta, evitando così gran parte dei disastri idrogeologici che già da tempo si stanno verificando e, anzi, aiutando l’ecosistema mettendo in atto misure preventive anche in vista di periodi di scarsità di riserve idriche. Questi sistemi semplici sono le MAD. Come funzionano? Le membrane alveolari di protezione e drenaggio sono composte da una struttura alveolare drenante e da un geotessile filtrante e sono i prodotti idonei per migliorare l’efficacia dell’impermeabilizzazione delle opere interrate (orizzontali o verticali) e la sicurezza delle opere di ingegneria civile. La messa in opera della membrana alveolare permette di proteggere l’impermeabilizzazione dai danni meccanici (rinterro e cedimento differenziale), ridurre la compressione dello strato impermeabile impedendo la formazione di pressione idrostatica e, secondo i casi, convogliare l’acqua che si accumula verso un collettore periferico. Le membrane alveolari, inoltre, impediscono il contatto diretto terrenomuro evitando la formazione di umidità.

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I VANTAGGI DEL TETTO VERDE Riducono la temperatura cittadina fino a 4 gradi, in caso di piogge violente possono assorbire fino al 75% delle precipitazioni e migliorano la qualità dell’aria. I vantaggi dei tetti verdi e dei boschi urbani pensili sono strategici e molteplici e sconfinano anche nella socialità, visto che, oltre all’uso privato, un giardino pensile (declinazione del tetto verde o del bosco urbano) può restituire aree di ritrovo collettivo e trasformare il volto di quartieri a livello estetico e di qualità della vita. Nell’architettura bioclimatica il tetto verde gioca ovviamente un ruolo fondamentale. I tetti verdi hanno anche la funzione di ridurre il fenomeno delle “Isole di calore” delle città,

collaborando a diminuire il surriscaldamento e consentendo un risparmio energetico sul condizionamento estivo del 25%. Inoltre il tetto verde “pulisce” dall’inquinamento urbano riducendo l’anidride carbonica, filtra l’acqua piovana inquinante, raffredda l’aria grazie alla traspirazione di vapore acqueo, favorisce l’insediamento di ecostistemi animali e riduce l’inquinamento acustico all’interno dell’edificio. In Germania più del 10% dei tetti è destinato a verde. Nella sola città di Chicago uno studio di Weston Design Consultants stima in 100 milioni di dollari il risparmio energetico annuo


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Bioclimatica

STRATIGRAFIA 1. Supporto 2. Primer INDEVER o E DOVER 3. FLEXTER TESTUDO SPUNBOND POLIESTERE 4. DEFEND ANTIRADICE E POLIESTERE 5. Strato drenante 6. Strato filtrante 7. Terra di coltura

Defend Antiradice, INDEX. È una membrana impermeabilizzante resistente alle radici. La caratteristica antiradice è ottenuta additivando la mescola bitume distillato polimero, con specifico agente antiradice, Phenoxy-Fatty Acid Ester. Defend Antiradice è certificata EN 13948; una volta applicata, forma uno scudo continuo al passaggio delle radici. L’armatura della membrana è costituita da un tessuto non tessuto di poliestere da filo continuo spunbond di alta grammatura che è isotropo, imputrescibile, termofissato e caratterizzato da elevata resistenza meccanica.

ricavabile dalla trasformazione a verde dei tetti della città. Sia che si intervenga nella ristrutturazione di terrazze esistenti cambiandone la destinazione a giardino, sia che si operi su nuove strutture, la successione degli strati è la medesima: • strato portante; • elemento impermeabilizzante; • menbrana antiradice; • elemento drenante ed elemento di accumulo idrico; • elemento filtrante; • strato colturale; • strato di vegetazione. La normativa di riferimento, la UNI 11235, ne indica i requisiti minimi. Non basta infatti solo del buon terreno, ma una successione di strati che hanno il compito di alimentare le piante, di fornire il sostegno, di assorbire e di drenare l’acqua, il tutto

contenuto e controllato dalla membrana impermeabilizzante che dovrà essere resistente all’aggressione delle radici. Le membrane per giardini pensili, per poter essere marchiate CE, dovranno possedere la certificazione di resistenza alle radici secondo la norma EN 13948 che dura 2 anni e che sottopone a prova anche il metodo di posa del materiale.

Defend Antiradice è la membrana antiradice di 4 mm di spessore che INDEX produce per l’impermeabilizzazione dei giardini pensili certificata EN 13948. È costituita da un’armatura resistente ed elastica in tessuto non tessuto di poliestere da filo continuo impregnata e rivestita con una massa impermeabile bitume distillato polimero additivata con PhenoxyFatty Acid Ester, uno speciale additivo antiradice. Nelle membrane tradizionali la resistenza antiradice è svolta da barriere fisiche, lamine metalliche o film plastici dello spessore di pochi decimi di millimetro inseriti come armatura

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Bioclimatica

Estensivo Agrileca 8-20, Laterlite. L’argilla espansa Agrileca come strato di alleggerimento e drenaggio rappresenta una soluzione particolarmente vantaggiosa grazie alle particolari caratteristiche fisiche del prodotto come la leggerezza, vantando un peso estremamente contenuto (20-40 Kg/mq per spessori tra 5-10 cm), il drenaggio di circa 500 mm/min, la porosità e la ritenzione idrica (c.a. 30%) per offrire una preziosa riserva d’acqua ceduta alle piante per capillarità e diffusione. Agrileca offre le massime garanzie anche sotto il profilo della durata: non marcisce, non si degrada nel tempo, resiste alle aggressioni di acidi, basi, solventi e ai cicli gelo-disgelo.

del foglio, ma lungo le sovrapposizioni di tali membrane la protezione antiradice risulta necessariamente interrotta in quanto le armature sono solo sovrapposte e la continuità del manto è data solo dalla massa impermeabilizzante che le ricopre. È possibile quindi che le radici si infilino tra le sovrapposizioni delle membrane tradizionali perforandole. Defend Antiradice essendo additivato in massa è invece resistente in tutto il suo spessore impermeabile, sormonte comprese, e costituisce uno scudo continuo antiradice di ben 4 mm di spessore. Laterlite, azienda produttrice di argilla espansa, in collaborazione con Climagrün, offre soluzioni per la realizzazione sia di tetti estensivi sia intensivi. L’argilla espansa Leca è un materiale leggero, isolante e naturale molto vantaggioso sia nella realizzazione dello strato drenante, sia come componente nelle miscele del substrato colturale. Assicura un ottimo drenaggio, una buona ritenzione idrica e una resistenza alla compressione grazie alla sua scorza esterna clinkerizzata compatta e indeformabile. Inoltre è

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un prodotto ecocompatibile certificato ANAB-ICEA per la bioarchitettura. Recentissima è la realizzazione con soluzione Laterlite di un tetto verde estensivo di un edificio industriale a uso commerciale a Vipiteno (BZ) in un contesto di particolare pregio paesaggistico. La stratigrafia di spessore contenuto a soli 15 cm, prevede al di sopra della membrana antiradice una stuoia protettiva, fornita dalla Climagrün, e a seguire il vero e proprio strato drenante costituito da uno

spessore di 8 cm di Agrileca in granulometria 8-20, pompata direttamente in quota tramite i mezzi cisternati Laterlite. Al di sopra dello strato drenante è stata collocata una seconda stuoia filtrante, sempre fornita da Climagrün, avente la funzione di impedire la caduta di particelle di terriccio su quest’ultimo e il conseguente intasamento con possibile compromissione del drenaggio, e il substrato di terreno per l’impianto del verde pensile. Per quanto riguarda quest’ultimo, la scelta è ricaduta sul sedum, che grazie al suo limitato fabbisogno di acqua e


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Bioclimatica

LA PROGETTAZIONE DEL VERDE COME STRUMENTO DI CONTROLLO MICROCLIMATICO E SPAZIO DI CONDIVISIONE SOCIALE: UN’OPPORTUNITÀ PER CONDOMINI, PROGETTISTI E AMMINISTRATORI di Susanna Tamborini, architetto paesaggista

L

o studio del clima e del microclima è una scienza relativamente recente, infatti già in tempi passati lo studio dei giardini e del paesaggio hanno dimostrato come la vegetazione insieme a uno studio progettuale mirato sia stata utilizzata per creare oasi di benessere in luoghi non sempre confortevoli dal punto di vista climatico. Oggi questa tecnica viene, o meglio dovrebbe essere, “riscoperta” da parte dei professionisti, che con la diffusione della tecnica (si pensi al condizionamento dell’aria), hanno dimenticato l’efficacia di soluzioni tradizionali legate all’impiego degli alberi e del verde in generale. Le chiome degli alberi per esempio bloccano la radiazione diretta del sole, variano l’intensità e la direzione del vento e possono sottrarre calore all’atmosfera attraverso i processi di evapotraspirazione. E non si scordi mai che gli alberi sono dei “serbatoi di carbonio”, gas responsabile dell’effetto serra. Quindi i professionisti mediante calcoli semplici possono (a qualsiasi scala, dalla urbana a quella dell’edificio singolo) mitigare e creare oasi di benessere. Semplicemente calcolando l’ombreggiamento delle superfici artificiali, creando superfici traspiranti, creando cinture verdi si può modificare in modo rilevante il clima urbano. Ampia importanza deve essere data alla scelta vegetazionale, quindi si usino o si propongano coperture vegetali orizzontali, i così detti tetti verdi, le coperture delle parti verticali con pareti verdi, la piantumazione di alberi che possano proteggere così gli edifici sia in costruzione sia esistenti. Oltre agli aspetti architettonici ed estetici, ormai noti a tutti, si approfondiscano con i committenti l’impatto e la valutazione dell’entità del risparmio energetico ottenibili a seconda della scelta vegetazionale utilizzata. Per essere concreti, per una progettazione paesaggistica effettiva e professionale bisognerebbe valutare i principali elementi che interferiscono con il campo radiante, ossia la morfologia, cioè la forma tridimensionale degli edifici e gli spazi da essi creati, i sistemi di ombreggiamento, pergole, zone di sosta, aree relax eseguite con vegetazione, l’acqua che ha la funzione di rinfrescare l’ambiente circostante attraverso l’effetto di inerzia termica della massa d’acqua e dell’evaporazione e i materiali delle pavimentazioni e delle facciate degli edifici. Studiati e analizzati questi elementi, progettare e realizzare uno spazio verde collettivo, un giardino privato, un tetto verde o una parete verde, renderebbe più vivibile e a misura d’uomo l’intervento, senza cadere in errori progettuali o peggio ancora in errori di sottovalutazione del mantenimento della realizzazione stessa. Proponiamoci per progetti che abbiano futuro e sostenibilità, analizziamo il più possibile le proiezioni dell’evoluzione del luogo nel quale siamo stai chiamati a operare e sensibilizziamo a ciò i nostri committenti, a qualsiasi scala. alla capacità di sviluppo autonomo permette di limitare al minimo gli oneri di manutenzione. L’intero pacchetto, dello spessore complessivo di 15 cm, ha un peso contenuto, anche a massima saturazione, pari a soli 130 Kg/mc. La UNI 11235 non pone vincoli alla tipologia di materiali da impiegare per gli strati, pertanto l’elemento drenante può essere realizzato tanto con materiali sfusi, quanto con materiali preformati, con riduzione degli spessori in DELTA®-FLORAXX TOP, Dörken. Posa facile, veloce ed economica grazie al pratico formato in rotolo. Con DELTA®-FLORAXX TOP si possono realizzare giardini pensili che non avranno più bisogno di particolari attenzioni. Lo strato di terreno può essere inoltre posizionato direttamente sul geotessuto filtrante già integrato nel prodotto. Il manto vegetale, di facile manutenzione, viene poi applicato separatamente.

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Bioclimatica

innovazione in cantiere

gioco, ottimi risultati di durevolezza nel tempo e funzionamento del sistema di drenaggio. In quest’ottica l’utilizzo delle MAD (membrane alveolari drenanti) risulterebbe quanto mai strategico. Tra i prodotti più performanti in commercio, DELTA®-FLORAXX di Dörken è

la soluzione per giardini pensili con riserva d’acqua che offre protezione, drenaggio e accumulo idrico in un unico prodotto. La

Per il cantiere

nuova struttura a rilievi ottagonali alti 20 mm offre una resistenza alla compressione di 200 kN/mq e una elevata riserva d’acqua. La capacità drenante è elevata, anche con pendenza dell’1% garantisce 0,86 l/s∙m per una lunghezza massima di 40 m. Il geotessuto è subito pedonabile senza creare eventuali problemi di scorrimento o spostamento dello strato filtrante, così come problemi di sollevamento in caso di vento. WindiDrain di Onek è costituito da pannelli leggeri realizzati in plastica rigenerata, stampati in base a uno specifico progetto con bicchieri di ritenzione e fori di drenaggio. Questo particolare permette la fuoriuscita dell’acqua in eccesso e, allo stesso tempo, favorisce l’irrigazione attraverso l’azione capillare e l’evaporazione all’interno del suolo/livello di vegetazione. I bicchieri di ritenzione, che dovranno essere riempiti col substrato minerale (tipo argilla espansa), garantiscono una notevole portata permettendo di eseguire sopra uno strato di terreno vegetale di elevato spessore. L’altezza dei bicchieri è di 10 cm lasciando ampie cavità vuote in tutte le direzioni ideali, in caso di necessità, per il passaggio dell’impianto di irrigazione, tubi o altri servizi.

è il momento

della svolta WindiDrain, Onek. Piedini di grande superficie permettono di applicare gli elementi direttamente sulla guaina isolante. Diversamente da altri sistemi, WindiDrain lascia, al di sotto del livello del terreno, un consistente vuoto in tutte le direzioni per il passaggio dei sistemi di irrigazione, tubi o altri servizi. Adattabile a tetti piani e inclinati grazie al tipo particolare di incastro. Utilizzabile anche su superfici inclinate fino a 30° (fissando gli elementi). Velocità e semplicità di posizionamento. Realizzato al 100% in plastica rigenerata.

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GEOTERMIA IL RUOLO DELLA GEOTERMIA Progettando secondo i principi della bioclimatica non si può prescindere dallo sfruttare le fonti rinnovabili di energia, e tra queste la geotermia rappresenta una fonte energetica a elevato potenziale applicativo. Il calore della terra può essere utilizzato nei cosiddetti impianti

geotermici a bassa temperatura (o a bassa entalpia) tanto per il riscaldamento invernale quanto per il raffrescamento estivo degli ambienti e la produzione di acqua calda grazie alla particolarità che la temperatura della terra negli strati superficiali, fino a circa 100 m di profondità, è costante durante tutto l’anno ed è compresa, in Italia, tra i 12 °C e i 17 °C.

Gli elementi di un impianto geotermico sono tre. Il primo è il sistema di captazione dell’energia, le sonde geotermiche, ovvero, gli scambiatori di calore: tubazioni di diametro 3-4 cm alloggiate nel terreno a formare un circuito in cui scorre il fluido termovettore (acqua semplice o glicole etilenico) scambiando calore con il terreno. Le tubature possono essere interrate verticalmente nel terreno fino a grandi profondità, 70-130 m (sonde geotermiche verticali), oppure orizzontalmente a 1-3 m di profondità (sonde o collettori orizzontali). I tubi affondati verticalmente nel terreno possono avere

Elementi di un impianto geotermico

RISCALDAMENTO A PANNELLI RADIANTI

POMPA DI CALORE

SONDE GEOTERMICHE

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SERBATOIO DI ACCUMULO


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varie sezioni trasversali: singolo o doppio tubo a U, tubi coassiali semplici o complessi. La scelta degli scambiatori a U risulta essere la scelta adottata nella maggior parte dei casi, in quanto, se ben dimensionata, è il sistema a più elevata affidabilità. Nelle configurazioni a sviluppo orizzontale, si possono avere circuiti ad anello chiuso o aperto, a serpentina o a spirale. Un impianto a sonde orizzontali è di più facile posa in alcune condizioni (edificazioni e/o sbanchi terra per altri scopi), risente dell’influenza stagionale dell’apporto solare e ha bisogno di un’area più ampia per la posa in opera delle sonde rispetto agli impianti a sonde verticali (circa due tre volte la superficie interna da riscaldare). L’impianto verticale occupa poco spazio e può essere installato anche su piccoli terreni, e il lavoro di ripristino dopo avere effettuato la perforazione è minimo, per contro richiede una macchina perforatrice per l’inserimento della sonda. Il secondo elemento è la pompa di calore geotermica, che consente il trasferimento dell’energia termica dal sottosuolo all’ambiente da riscaldare (funzionamento invernale) e, viceversa, poiché funziona in modo reversibile cede calore dall’ambiente da raffrescare al sottosuolo (funzionamento estivo). Come funziona: la pompa di calore assorbe calore attraverso il fluido in un evaporatore; ne alza la temperatura attraverso il compressore e cede calore all’ambiente circostante attraverso il condensatore; durante questo processo viene consumata energia elettrica. Il bilancio energetico è a favore del sistema, poiché è in grado di fornire più energia, sotto forma di calore, di quella

Bioclimatica

elettrica utilizzata per il suo funzionamento. L’efficienza è espressa dal coefficiente di prestazione (C.O.P.), che è dato dal rapporto tra l’energia prodotta e l’energia consumata, e generalmente si aggira attorno a valori tra 4-4,9, ma può variare a seconda del tipo di macchina; questo significa che una pompa di calore che produce circa 4 kWh termici impiega circa 1 solo kWh elettrico (gli altri 3 kWh, ovvero il 75% del fabbisogno termico, vengono prelevati dal sottosuolo). Il terzo e ultimo elemento è il sistema di distribuzione ed, eventualmente, di accumulo. Il rendimento di una pompa di calore è tanto maggiore quanto

L’ITALIA SPINGE SULLE POMPE DI CALORE Il primo luglio 2014 verrà introdotta in via sperimentale la tariffa elettrica lineare D1, della quale potranno beneficiare i clienti domestici che utilizzano nell’abitazione di residenza pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento. Si tratta di un importante cambio di rotta fortemente voluto da Co.Aer - Associazione dei costruttori di apparecchiature e impianti aeraulici - che ha sempre visto il sistema di tariffazione elettrica a scaglioni di consumo con prezzi crescenti come un grosso ostacolo alla diffusione della tecnologia delle pompe di calore. La tariffa deve essere significativamente competitiva e devono essere evitati sussidi nel calcolo degli oneri di sistema. Inoltre, secondo Co.Aer andrebbe ridotta la tempistica di attivazione; adottando le modalità proposte dall’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il sistema idrico) ci sarebbe infatti il rischio che possano trascorrere tre mesi da quando l’utente fa la richiesta al momento dell’effettiva applicazione della tariffa D1. Co.Aer ritiene che l’applicazione dovrebbe invece essere immediata, con la riserva di applicare un ricalcolo della fattura a seguito di successive verifiche che accertino la non idoneità dei requisiti presentati dal cliente. Il 2014 potrebbe quindi essere un anno d’oro per le pompe di calore in Italia; fino al 31 dicembre questa tecnologia godrà delle detrazioni fiscali del 65% e da luglio sarà superato anche uno dei più grossi ostacoli alla diffusione di questa tecnologia nel nostro Paese, ovvero il costo dell’elettricità. La nuova tariffa D1 migliora nettamente la convenienza economica di questo modo di climatizzare gli ambienti: per chi installa una pompa di calore, consentirà un risparmio di diverse centinaia di euro l’anno sulla bolletta elettrica.

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minore è la differenza di temperatura tra la sorgente di energia e l’ambiente da riscaldare, e pertanto più efficiente è il sistema. Questo è il motivo per cui gli impianti geotermici sono particolarmente adatti per lavorare con terminali di riscaldamento/raffrescamento funzionanti a basse temperature (30-50 °C) come i pannelli radianti a pavimento o i ventilconvettori. In particolare i pannelli radianti sono la situazione ideale, poiché in inverno fanno circolare acqua calda a 30-35 °C e in estate acqua fredda a 18-20 °C, riscaldando e raffrescando con il massimo grado di comfort e risparmio energetico. Sebbene un impianto geotermico sia più oneroso di un impianto tradizionale, in funzione del fabbisogno termico il costo per una casa da 100 mq si aggira dai 10.000 ai 25.000 euro (comprensivo di indagini geologiche, sonde geotermiche, perforazioni, pompa di calore geotermica e sistema di accumulo a cui va aggiunto l’impianto di distribuzione), mentre i risparmi economici che si possono ottenere in esercizio ammontano a circa il 50% per il riscaldamento geotermico rispetto al metano e a circa il 60% per il condizionamento geotermico rispetto al tradizionale. Inoltre le pompe di calore non necessitano di camini (non c’è combustione) e non sono soggette all’obbligo di

revisione annuale delle caldaie. Tra i vantaggi, infine, le agevolazioni sulle spese per la riqualificazione energetica degli edifici: la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti geotermici dà infatti diritto a una detrazione di imposta del 55%. La durata media delle pompe di calore può essere paragonata a quella delle caldaie tradizionali (15 anni), mentre non esistono dati certi sulla vita media delle sonde geotermiche che qualche costruttore stima da 80 a 100 anni, anche se le garanzie offerte vanno dai 20 ai 50 anni. Per eseguire la perforazione è necessario chiedere l’autorizzazione con procedure che cambiano anche molto da località a località. In certi casi basta attendere dal comune il silenzio assenso e dopo 30 giorni si possono iniziare i lavori, in altri si deve pagare una tassa una tantum per lo sfruttamento dell’energia: si consiglia di informarsi presso le autorità locali e il Genio Civile.

Si calcola che la installazione di un milione di pompe di calore geotermiche consentirebbe un risparmio annuo di 21,5 milioni di barili di petrolio (a vantaggio della bilancia commerciale), 5,8 milioni di tonnellate di CO2 e oltre 8 miliardi di kWh.

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Tecnologia per la vita


ARCHITETTURA

Bioclimatica

ISOLANTI

PHASE CHANGE MATERIALS E ISOLANTI DI ULTIMA GENERAZIONE Gli ultimi materiali in produzione più innovativi provengono dal settore aerospaziale. Partiamo dai PCM (Phase Change Materials). Si tratta di materiali, anche detti ad accumulo di calore latente, usati in specifiche nicchie industriali, in grado di cambiare, a se-

conda delle sollecitazioni esterne, il proprio stato da solido a liquido e viceversa, assorbendo e trattenendo il calore. I materiali costituenti sono sali o paraffine che possono accumulare o rilasciare una grande quantità di calore a una temperatura costante che consente il loro cambiamento di fase fisica. Ne risulta un materiale in polvere che può essere applicato negli intonaci interni, commercializzato anche in pannelli prefiniti di facile applicazione. Quando l’ambiente raggiunge la temperatura di fusione della cera (23-26 °C), il sistema intonaco e PCM assorbe calore fino a completa transizione di fase da solida a liquida. Con lo stesso principio, durante la notte o quando la temperatura è più bassa, il materiale si solidifica e il calore viene ceduto all’ambiente. Gli strati di PCM applicati nel nucleo interno dell’involucro, sulle frontiere trasparenti (vetrate integrate) o innovativi intonaci contenenti microscopiche sfere di cera assicurano, oltre all’isolamento, l’inerzia termica programmabile sulla temperatura desiderata di comfort. Attenuando gli sbalzi termici in ambienti indoor, il materiale è in grado di assicurare una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica degli edifici in cui è applicato. Con questo sistema l’impianto di riscaldamento o raffrescamento funziona senza picchi giornalieri di energia, con conseguente riduzione del costo economico.

Studi sperimentali su particolari materiali della categoria PCM hanno dimostrato che l’applicazione in contesti climatici caldi (CentroSud Italia) consente di ridurre il consumo energetico e le emissioni di anidride carbonica di circa il 20% e migliora il comfort abitativo in estate

e in inverno. Risultati simili si sono ottenuti in Germania. A Londra e Parigi si è arrivati a un contenimento di emissioni quantificato in circa il 30%. Queste applicazioni hanno dimostrato inoltre che è possibile ridurre il consumo energetico di circa il 70%, abbinando i PCM a un ulteriore strato d’isolamento termico. I PCM sono stati testati anche come sistemi di raffre-

I PCM, inizialmente sviluppati dalla Nasa per realizzare le tute degli astronauti e isolare alcuni strumenti elettronici esposti a condizioni ambientali estreme, con elevate e frequenti variazioni di temperatura, da alcuni anni stanno trovando applicazione anche nell’edilizia. Tra le sostanze presenti in natura, in grado di cambiare di fase al modificarsi delle condizioni termiche esterne, sono state selezionate quelle che rispondevano a una serie di requisiti: temperatura di fusione simile a quella di benessere interno di un edificio, inerzia termica, entalpia, stabilità nella variazione di stato e nel tempo, temperatura di congelamento, aspetti ecologici, tossicità, prezzo e reperibilità. I materiali meglio rispondenti a questi parametri sono risultati la cera di paraffina e una serie di soluzioni saline.

scamento attivi con accumulo di calore latente. Essi si attivano usando sistemi di trasporto dell’acqua (tubature e scambiatori di calore). In questo modo si richiede meno energia per la regolazione delle temperature dell’edificio. Tale tecnologia è attualmente in fase di ulteriore sviluppo. L’applicazione di tali materiali consente di ottenere lo sfasamento di onda termica – prestazione propria dei materiali massivi a elevata inerzia – in spessori ridotti. I PCM sono un’interessante soluzione come integrazione inerziale in edifici leggeri e nel recupero di edifici esistenti dotati di poca massa. I sali contenuti all’interno attenuano le fluttuazioni di temperatura, così di giorno assorbono il calore e di sera lo rilasciano attraverso la solidificazione. Il risultato è un’inerzia termica facilmente programmabile in relazione alla temperatura che si vuole ottenere. La compatibilità tra lo strato inerziale in PCM e il sistema S/R (struttura e rivestimento) consente l’applicazione a parete, in copertura e a pavimento.

I PCM costituiscono un volano inerziale con

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Come funzionano i PCM Appena il PCM solidifica il calore è rilasciato nuovamente nell’ambiente

La temperatura cresce PCM allo stato solido

Bioclimatica

L’utilizzo di lastre “nobilitate” contenenti PCM consente di mantenere la coerenza tettonica del sistema e quella tecnologica, oltre a consegnarci un edificio dal comportamento attivo o interattivo con gli impianti e il clima esterno e in generale sfasando i picchi di richiesta energetica e limando i picchi estremi. È evidente che, oltre al risparmio economico, puntare su sistemi che funzionano al di fuori dei picchi di richiesta energetica e riducono l’impatto degli impianti (anche in termini dimensionali), significa ridurre il rischio di blackout e le sue conseguenze.

Quando il PCM assorbe il calore liquefà

La temperatura si abbassa PCM allo stato liquido

l’impiego di una quantità di materiale circa 40 volte più leggero di un altro tradizionale massivo. Per esempio una lastra in gesso di 15 mm di spessore, rivestita con PCM a base di paraffina, ha le stesse prestazioni in termini di capacità termica di un blocco di calcestruzzo pieno di 100 mm di spessore e di 150 mm di laterizio. VIP, Vacuum Insulation Panels, invece, sono pannelli isolanti sottovuoto, le cui proprietà termiche derivano dall’impiego di gas rarefatti. Si presentano con involucro ermetico in alluminio che racchiude e sigilla una schiuma di acido silicico, priva di aria. Con valori d’isolamento di 0,004-0,008 W/mK sono i materiali più performanti sulla scena attuale, anche se poco diffusi per i costi elevati. Il loro potere isolante è maggiore di cinquedieci volte rispetto a quello dei materiali termoisolanti convenzionali. L’isolamento termico sottovuoto

occupa uno spazio tra cinque e dieci volte minore di quello occupato da un materiale isolante tradizionale. Risulta quindi molto indicato per riqualificazioni qualora lo spazio dispo-

nibile fosse scarso e si richiedesse un isolamento termico elevato. I pannelli sandwich sono robusti e applicabili in varie forme di piccola e grande dimensione, in cui è integrato l’isolamento termico sottovuoto. Questo sistema ha però dei punti debolil. In primis, il fatto che i pannelli sottovuoto sono delicati. L’alterazione del vuoto dovuto a un’accidentale scalfittura del rivestimento potrebbe ridurne drasticamente le prestazioni termiche. Questo li rende difficilmente maneggiabili in cantiere. Il rischio è stato ovviato nei pannelli integrati sandwich

prefabbricati da applicare in sezioni di muro facilmente individuabili per evitare perforazioni accidentali da parte degli utenti nelle normali condizioni d’uso dell’immobile. Altro sistema hi-tech interessante sono i TIM,

Transparent Insulation Materials. Sono materiali isolanti trasparenti, costituiti in genere da doppi vetri con interposti elementi fibrosi,

come per esempio fibre di vetro. Raggiungono valori di isolamento attorno a 1,3 W/mK. Sono semitrasparenti alla radiazione solare e opachi alla radiazione infrarossa e si possono applicare in ambienti che richiedono un’illuminazione naturale e una buona coibentazione. Vengono impiegati per realizzare vetri a trasmissione variabile e sono costituiti da: • aerogel omogenei o granulari di natura inorganica. Sono I VIP. Vengono messi in commercio in pannelli di forma rettangolare ma potenzialmente possono essere possibili diverse forme di produzione che si adattano al meglio alle applicazioni specifiche, soprattutto in considerazione del fatto che i pannelli non possono essere tagliati o adattati in opera. Il supporto su cui viene posato il pannello deve essere privo di asperità per evitare ogni eventuale foratura accidentale. La pannellatura viene infatti realizzata su progetto e fornita in moduli che dovranno essere posati in cantiere cercando di limitare la fase di stoccaggio durante la quale si possono verificare lesioni del materiale che pregiudicherebbero la validità delle proprietà coibenti del pannello compromettendo lo strato sottovuoto, basilare per le ottime caratteristiche di conducibilità termica.

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ARCHITETTURA

Bioclimatica I MATTONI DI MAIS E FUNGHI PER UN NUOVO SPAZIO A NEW YORK. Lo studio di architettura The Living di New York ha vinto l’ultima edizione del premio Yap (Young Architects Program) organizzato ogni anno dalla galleria MoMA PS1, che si trova a Long Island. Il progetto vincitore si chiama Hy-Fi e sarà una costruzione temporanea, formata da tre torri, destinata a ospitare gli eventi estivi della galleria, a partire dal prossimo giugno. La particolarità che ha fatto vincere il progetto Hy-Fi è il materiale di costruzione, che sarà riciclabile al 100%. In particolare, i mattoni saranno in mais e miceli, e grazie alla tecnologia 3M anche riflettenti. Scopri di più su www.habimat.it nella sezione “Stili e Novità”.

a struttura porosa e igroscopici, hanno un coefficiente di trasmissione alla luce superiore all’80% e un coefficiente di trasmissione termica molto basso variabile a seconda dei costituenti e dello spessore; • policarbonati o polimetilmetacrilati a struttura a nido d’ape di natura organica. Realizzate con una serie di fibre in materiale plastico o vitreo, hanno ottime proprietà di trasmissione della luce e di isolamento termico. I TIM possono essere impiegati come componenti in sistemi a guadagno diretto o indiretto, accoppiati a elementi opachi di accumulo. Il comfort luminoso dovuto a diffusione è buono ma gli elementi non consentono la visione.

Gli schermi e le membrane traspiranti a igronometria variabile sono un’altra novità approdata non

da molto tempo in Italia. Si tratta di prodotti costituiti da un materiale speciale in grado di modificare la sua densità funzionando come un vero e proprio sensore di umidità: maggiore è la quantità di vapore acqueo presente nell’ambiente, maggiore sarà la capacità di evacuazione di tale vapore da parte dello schermo e viceversa in caso di necessità. Un esempio è DELTA®-NOVAFLEXX, che può trasformare la sua funzione da schermo freno vapore (Sd =5 m) a membrana traspirante (Sd = 0,2 m). È ideale per interventi di ristrutturazione di tetti e pareti in caso, ad esempio, di nuova applicazione o aumento dello spessore dell’isolamento termico. Nel caso di edifici a basso consumo energetico tuttavia si rende indispensabile il ricorso a un impianto di ventilazione meccanica controllata (VMC) per il ricambio d’aria per fare sì che il tasso di umidità non diventi un problema serio. In quest’ottica l’innovativo sistema per la realiz-

zazione di tetti in legno BigMat VASS proporrà un modulo di VMC integrata (approfondimento a pag. 78).

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IN SINTONIA CON IL MONDO L’utilizzo più razionale di risorse ambientali rinnovabili (radiazione solare per il riscaldamento degli ambienti e per l’illuminazione naturale; vento, evaporazione di acqua o scambio termico con il terreno per il raffrescamento estivo, ecc.) unito a tecnologie e materiali innovativi, il più possibile naturali o comunque eco-compatibili, sono la strada per la riqualificazione del patrimonio esistente e per le nuove costruzioni del futuro. In questo ambito, tutti noi giochiamo un ruolo fondamentale: dalla progettazione alla produzione, fino ai distributori di materiali edili e al cliente finale, l’impegno comune deve essere quello di seguire questa strada assieme. Perché costruire meglio vuol dire vivere meglio! ■ ERRATA CORRIGE Sullo scorso numero di UP! (n. 12, marzo 2014) nell’articolo Vestirsi a tema di pagg. 40-41 sono state pubblicate delle fotografie errate riferite al prodotto Thermo Reflex Pro 15 di Tema. Ci scusiamo per l’inconveniente con i lettori e le aziende coinvolte. Riportiamo di seguito la foto corretta del prodotto.


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RIQUALIFICARSI AD ARTE Un importante lavoro di riqualificazione di un edificio utilizzato per le esposizioni e le mostre del Comune di Colliano in provincia di Salerno dimostra l’impegno dell’edilizia pubblica a essere sempre più green. di Rosa Santavite

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egole stringenti e incentivi messi in campo dalla pubblica amministrazione stanno aiutando il mondo edile soprattutto nell’ottica della riqualificazione energetica degli edifici. Un settore in continua ascesa tanto che alcune proiezioni parlano di un raddoppio economico di questo mercato da qui al 2023. In Italia comunque molti sono i cantieri già avviati soprattutto nel settore dell’edilizia pubblica e commerciale e tutti registrano ottimi risultati sia nel rispetto dell’estetica sia nel miglioramento delle prestazioni energetiche. Un chiaro esempio di quanto appena affermato è rappresentato dalla riqualificazione di palazzo Sibilla a Colliano, paese nella provincia campana di Salerno. Un intervento, massiccio, invasivo e impegnativo che ha donato, in meno di un anno – i lavori iniziati a ottobre 2013 sono pressoché conclusi –, una nuova vita all’edificio costruito nell’800, che ospita esposizioni e mostre. Gli obiettivi sono stati tutti raggiunti: sviluppo e diffusione dell’efficienza energetica, riduzione dei consumi di energia primaria, certificazione energetica del patrimonio immobiliare, utilizzo di materiali eco compatibili, diffusione delle pratiche di monitoraggio delle prestazione energetiche, rispetto dei canoni estetici preesistenti. Ma sono i numeri che decreteranno la bontà di questo intervento. Cifre attualmente solo ipotizzabili ma che assicureranno, secondo i progettisti, una riduzione

del 30% nelle emissioni di CO2 e del 15-25% nei consumi termici ed elettrici. Risultati figli

dell’isolamento termico dell’involucro, dell’uso di serramenti dalle elevate prestazioni, dell’inserimento di sistemi di produzione di calore ad alto rendimento e di fonti rinnovabili per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria. Progetto finanziato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare attraverso il POIN “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico” FESR 2007-2013 e Progetto co-finanziato dall’Unione Europea.

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L’ORIGINE Il palazzo Sibilla è una costruzione risalente al 1870, precaria e incapace di contenere il riscaldamento estivo o di garantire un adeguato isolamento in inverno. I solai non presentavano coibentazione e il sottotetto praticabile non era né ventilato né isolato. Gli stessi infissi erano incapaci di garantire alcun taglio termico e l’impianto di riscaldamento era organizzato con tradizionali termosifoni in ghisa. La caldaia, pur essendo a gas, era di vecchia generazione così come l’illuminazione di tipo tradizionale sfruttava corpi illuminanti al neon non a risparmio energetico. LA TRASFORMAZIONE Il palazzo necessitava quindi di un massiccio ripensamento energetico che ne riqualificasse completamente le prestazioni. La copertura, di 430 mq, è stata quindi isolata dall’interno tramite uno strato coibentante e la realizzazione di una camera di ventilazione che ha aumentato la velocità del flusso dell’aria riscaldata verso il colmo. In tutte le pareti perimetrali è stato realizzato un cappotto interno, ponendo particolare cura nell’annullamento di possibili ponti termici. Lo strato di coibentazione è stato realizzato con le contropareti Calibel CBV della Isover ancorate a una intelaiatura a montanti e traversi posta direttamente sull’intonaco esistente. Per migliorare le proprietà ignifughe delle pareti, lo strato isolante è stato chiuso esternamente da un cartongesso. Tra questi due strati si trova una barriera al vapore che assicura la traspirabilità della parete. Il benessere interno è inoltre garantito dall’aggiunta di controsoffitti coibentati che annullano le dispersioni termiche tra i vari piani verticali. L’intonaco interno è stato rifinito con il rasante idrofugo RN360 della Weber ideale per la sua alta traspirabilità e per l’applicazione su pitture da risanamento. Gli infissi


Posa della tubazione dell’impianto radiante a pavimento

Lucernaio con infisso in alluminio a taglio termico e vetro camera basso emissivo

Posizionamento di pannello sottocoppo per consentire la ventilazione del tetto

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IL PROGETTISTA

Isolamento all’estradosso del solaio del sottotetto mediante posa a pavimento di un pannello in EPS con sovrastante massetto provvisto di rete di rinforzo

precedenti sono stati sostituiti da nuovi modelli in legno lamellare con vetri termoisolanti e a bassa emissività. L’adozione di dispositivi intelligenti per il

controllo e monitoraggio dei vari impianti termici ed elettrici è un altro plus di questo intervento.

I termosifoni in ghisa sono stati sostituiti da un moderno impianto radiante a molteplici zone separate in grado di migliorare le prestazioni e le necessità di riscaldamento e anche di raffrescamento. Collaborano nella gestione del risparmio sia elettrico sia termico l’inserimento di un impianto fotovoltaico da 9 kWp, di pannelli solari termici per la produzione di acqua sanitaria e l’integrazione del riscaldamento tramite pannelli radianti, ventilazione controllata con recupero energetico e sonde e collettori geotermici. La caldaia esistente è stata sostituita da una pompa di calore con alimentazione geotermica dalla potenza di 50 kW. Un sistema che migliora il benessere interno per tutto l’anno: in inverno riscaldando attraverso il calore prelevato dalle geosonde, in estate scambiando il calore dell’abitazione con le temperature inferiori del terreno. Il

Il progetto è stato curato e sviluppato dalla ING and ARCH Studio Associati di Giuseppe Sarno e Saveria Campiglia di Salerno. Lo studio si occupa di “Engineering and Management Services” aiutando la propria clientela in tutte le fasi che conducono alla realizzazione dei progetti: dalla pianificazione temporale con budgeting e controllo dei costi all’analisi della congruità del costo del progetto e della commessa. Uno studio che promuove progetti d’avanguardia e attento a curare tutte le fasi di realizzazione delle opere monitorando tempistiche e costi, aiutando nelle procedure tecnico amministrative e svolgendo anche consulenza e studi per gare di appalto di infrastrutture viarie, ferroviarie e metropolitane. nuovo impianto d’illuminazione lavora con lampade ad

alta efficienza e funzionanti mediante l’azione di sensori di presenza e di daylighting. SISTEMI DI MONITORAGGIO DELLE PRESTAZIONI

Nell’ottica di realizzare una sorta di catasto energetico degli edifici pubblici di Colliano, nell’intervento che ha interessato il palazzo Sibilla è stato inserito un sistema di monitoraggio delle prestazioni. Tale sistema consente di misurare e registrare in tempo reale gli assorbimenti e i principali valori elettrici e termici degli impianti. Il controllo è effettuato tramite l’inserimento nella domotica di moduli miniaturizzati per la registrazione delle grandezze della corrente, della tensione, della potenza attiva e della potenza reattiva. Un software di gestione consente l’archiviazione di tutti i dati e la loro trasformazione in grafici di chiara lettura. ■

IL RUOLO DI BIGMAT BigMat Clemente Lorenzo & C. Sas ha avuto particolare importanza nella realizzazione di questo intervento. Con la sua consulenza e l’elevata qualità del suo servizio si è rivelata un interlocutore professionale e in grado di fornire i materiali estetici e tecnologici richiesti dalla progettazione. BigMat Clemente & C. è un’impresa famigliare che nasce negli anni Sessanta e, col tempo, riesce a diventare un importane punto di riferimento per molte aziende e professionisti della zona grazie anche al continuo e incessante rinnovamento. Non da molto, a guidare l’azienda è la figura del giovane Maurizio Clemente, che dichiara: «Attualmente l’azienda conta su un magazzino coperto di oltre 1.500 mq dove si può trovare un vasto assortimento di prodotti all’avanguardia e uno showroom con un’ampia scelta di finiture. La scelta vincente è quella di assicurare ai nostri clienti i migliori prodotti sul mercato e professionalità nel servizio offerto. Non vendiamo solo materiali edili ma offriamo conoscenze tecniche e specifiche nei vari settori, analisi e problem solving».

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AMPLIARE CON IL LEGNO Case history dell’Hotel Dolce Vita di Liscia di Vacca (OT), ampliato di un piano senza chiudere l’attività nemmeno un giorno. di Bibi Velluzzo

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istrutturare un hotel continuando l’attività come niente fosse. Possibile? A quanto pare sì. Lo dimostra l’intervento, durato circa due mesi, di sopraelevazione dell’Hotel Dolce Vita di Liscia di Vacca, nel Comune di Arzachena (OT). Scopo dell’intervento è stato la realizzazione di un ulteriore piano su una copertura a falde in latero-cemento esistente. Il personale tecnico della BigMat Alfano Spa di Amantea (CS) ha così ideato la realizzazione di un telaio con travi lamellari irrigidito con pannelli X-Lam. L’INTERVENTO Dopo un primo intervento di rimozione delle tegole e del tetto sono ufficialmente iniziati i lavori, che hanno visto livellare il telaio già esistente. Sono state individuate le posizioni dei pilastri in calcestruzzo sottostanti creando, con apposite staffe, i punti di scarico delle travi in legno direttamente sul telaio in calcestruzzo armato. Una volta realizzato il nuovo piano orizzontale si è poi passati alla posa degli elementi verticali e, quindi, di quelli orizzontali di copertura. Il terzo piano dell’hotel stava così prendendo forma e, una volta ultimato l’intervento, avrebbe ospitato tre suite e due camere standard.

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Il legno è vita. Proteggilo L’intervento ha previsto anche la realizzazione di un tetto piano in legno dove è stato ricavato dello spazio per una zona solarium con vasca idromassaggio annessa. Tutti gli elementi sono

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stati progettati e tagliati negli stabilimenti della BigMat Alfano. L’intervento ha così ottenuto i seguenti vantaggi: • carichi ridotti sulla struttura esistente in calcestruzzo grazie alla leggerezza delle strutture in legno; • tempi di realizzazione dell’intera struttura portante molto brevi e utilizzo immediato della stessa per le rifiniture e gli impianti; • intervento strutturale a secco; • salvaguardia degli arredi e degli impianti dei vani sottostanti. ■ IL RUOLO DI BIGMAT In questo importante intervento di restauro e ampliamento l’azienda BigMat Alfano Spa di Amantea (CS) è stata la protagonista per tutto ciò che ha riguardato la parte tecnica ed esecutiva. Il personale si è dimostrato ancora una volta altamente specializzato e preparato, in grado d’offrire un servizio efficiente di consulenza e assistenza. La BigMat Alfano nasce nel 1954 dall’idea e dal coraggio imprenditoriale di Rocco e Salvatore, i fondatori, e si afferma nel territorio circostante come azienda leader nella commercializzazione di materiali edili. 
Nel corso degli anni cresce e si sviluppa, diversificando le attività, dislocandole in due Punti Vendita, ubicati strategicamente lungo la S.S.18, ciascuno dei quali con le proprie specializzazioni. Negli ultimi anni ha inaugurato il nuovo showroom di soluzioni tecniche, con lo scopo di mostrare quanto di meglio offre il mercato, per fornire sempre un servizio rivolto alla customer satisfaction.

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SOPRAELEVARE E RISTRUTTURARE CON BIGMAT VASS La versatilità del sistema BigMat VASS in un intervento in provincia di Imperia. di Nicola Pisano

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n’abitazione privata oggetto di un importante intervento di rinnovamento, che ha visto eseguire lavori di ristrutturazione, di sopraelevazione e di rifacimento del tetto, offre un esempio concreto della versatilità e delle potenzialità del sistema BigMat VASS. L’impresa coinvolta nei lavori è la Glorio Costruzioni Srl di San Bortolameo al Mare (IM) e per la realizzazione di Diano Marina (IM) ha trovato nel concittadino BigMat Comed Srl un interlocutore preparato e in grado di offrire una vasta scelta di materiali tecnici e professionali, nonché un partner all’avanguardia per i sistemi costruttivi in legno.

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PAROLA ALL’ESPERTO

FASI PROGETTUALI L’operazione si è svolta in varie fasi. Per prima cosa si è proceduto alla demolizione del tetto esistente e della muratura di appoggio all’ultimo piano. La muratura perimetrale portante è stata quindi ricostruita e finita con un cordolo in cemento armato su cui sono state appoggiate le travi dell’orditura primaria in legno lamellare GL24h, qualità a vista e impregnatura bianca. Sull’orditura sono poi stati posati i moduli BigMat VASS a comporre la stratigrafia richiesta come isolamento. Il colmo senza appoggi ha obbligato a costruire un telaio e quattro cantonali su quattro pilastri. Le lavorazioni sulle travi sono state eseguite nel centro BigMat di Busca (CN) con una macchina a controllo numerico gestita tramite software CAD CAM, senza la quale non sarebbe stato possibile raggiungere la stessa qualità e precisione del lavoro finito. Al primo piano, nell’abitazione esistente, è stata creata la zona giorno con un ingresso, un bagno cieco dotato di aspirazione forzata e la zona pranzo, composta da ampia cucina e salone. Nell’ingresso è stata realizzata una scala

che ha messo in comunicazione con l’area del sottotetto, opportunamente sopraelevata, per potervi

ricavare il soggiorno, dalla quale poi si accede al nuovo terrazzo edificato sul prolungamento dei pilastri sottostanti, un’area disimpegno che dà accesso alla lavanderia e al servizio igienico per la zona giorno e la zona notte composta da due camere e un bagno. Internamente la media delle altezze è risultata di 2,30 m (2,65 m di altezza massima ricavata tramite controsoffittatura e 1,95 m di altezza minima sul perimetro). Il tetto a quattro falde, del tipo ventilato, è stato costruito con travatura in legno e isolante sottotegola. La muratura perimetrale è stata realizzata con camera isolante e le bucature sono state posizionate in asse con quelle sottostanti già esistenti. Il riscaldamento interno è a pavimento mentre l’impianto di condizionamento è a “pompa di calore”. 
Dopo accurata scrostatura, è stato rifatto anche l’intonaco del muro di recinzione della proprietà.

Uno degli aspetti più importanti da valutare durante l’organizzazione di un cantiere edile è quello della logistica, sia in termini di accessibilità del sito a mezzi operativi, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento e lo stoccaggio dei materiali necessari al cantiere stesso. In alcune zone questo aspetto è particolarmente critico a causa della conformazione del territorio; in zone densamente abitate, ed è il caso della realizzazione di Diano Marina, spesso si deve operare in cantieri dove gli spazi liberi attorno all’edificio sono scarsi e difficilmente accessibili. Nel cantiere in oggetto è stata sfruttata a pieno la modularità del sistema BigMat VASS: all’impresa viene fornito uno schema di montaggio dei vari moduli sull’orditura principale. La procedura di qualità interna secondo la normativa ISO 9001:2008 prevede che ogni modulo venga siglato in azienda; in questo modo gli viene assegnata una posizione e, di conseguenza, un ordine di posa. I moduli vengono imballati in casse di legno della dimensione di un europallet, tutte le casse contengono moduli della stessa tipologia e portano la sigla dei moduli in modo da essere riconoscibili dall’esterno. In questo modo è possibile utilizzare un deposito di appoggio o fare riferimento al magazzino BigMat locale per far arrivare in cantiere, giorno per giorno, solo il materiale necessario alla parte di copertura in allestimento. Anche quando lo spazio non è un problema, la corretta disposizione delle casse in base all’ordine di posa accelera e semplifica notevolmente la gestione della logistica di cantiere. Le casse proteggono i moduli dagli urti durante il trasporto e dalle intemperie nel caso in cui rimangano diversi giorni in cantiere prima dell’installazione. Luca Mercante Direttore tecnico Team BigMat VASS


NOVITÀ

BigMat lancia le viti da carpenteria a marchio. È appena iniziata la distribuzione nei Punti Vendita italiani della nuova gamma di viti da carpenteria a marchio BigMat che conta ben 28 referenze e che nasce a supporto dell’impegno di BigMat verso il settore del legno. La gamma, come di consueto, è composta da prodotti di alta qualità e nasce dalla collaborazione con Unifix.

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IL RUOLO DI BIGMAT

I DETTAGLI

Protagonista dell’intervento è stata la BigMat Comed Srl di San Bortolameo al Mare (IM) che nasce nel 2007 quando Emiliano Ardissone, Bruno Guazzo e Luigi Montano riuniscono le rispettive competenze e conoscenze, fondando l’azienda che entra da subito a far parte di BigMat, condividendone in pieno le metodologie, gli interessi e gli obiettivi. Aggregando le esperienze maturate in svariati settori, i tre imprenditori offrono un supporto fondamentale per l’edilizia e sono punti di riferimento sia per gli addetti ai lavori sia per gli utenti finali. La profonda conoscenza delle problematiche di lavoro e delle offerte del mercato hanno portato all’offerta di un mix di prodotti altamente selezionati e collaudati, non perdendo mai di vista l’innovazione mirata alle esigenze del cliente e non fine a se stessa. La consulenza e l’elevata qualità del servizio di BigMat Comed ha inciso in modo rilevante nella chiusura in tempi brevissimi dei lavori e nell’utilizzo di materiali e attrezzature top.

La parte di copertura esterna ai muri perimetrali è stata realizzata con la tecnica del falso puntone. Esso si interrompe in corrispondenza della muratura e si esce all’esterno con un trave appoggiato sopra il puntone stesso di sezione adatta a compensare l’altezza dell’isolamento in modo da avere sulle parti esterne solo le tegole o in alcuni casi le perline più tegole. La progettazione del falso puntone

permette di dimensionarne la lunghezza e il fissaggio sul puntone in maniera strutturalmente veri-

ficata in modo da ridurre il materiale utilizzato e i ponti termici rispetto alla consuetudine. Nella copertura sono stati poi integrati alcuni pannelli solari che garantiranno il fabbisogno di energia rinnovabile così come prescritto dalla normativa regionale.
 I calcoli termici sono stati eseguiti mediante KliMat (vedi box a pag. 32), il software di verifica termoigrometrica studiato da BigMat che offre un valido supporto al progettista nella definizione del capitolato di progetto e che in caso di riqualificazione consente anche una stima del risparmio energetico. ■



LA UNI CHE RIVOLUZIONA L’IMPIEGO DEGLI SMT La nuova norma UNI 11470:2013 “Coperture discontinue – Schermi e membrane traspiranti sintetiche – Definizione, campo di applicazione e posa in opera” pone finalmente termine alla mancata regolamentazione degli schermi e delle membrane traspiranti, un prodotto che da oggi BigMat propone anche con il suo brand. di Carlo Vacca

G

li schermi e le membrane traspiranti (SMT) hanno finalmente ottenuto un riconoscimento normativo anche in Italia. Dopo oltre due anni di lavoro, che ha visto impegnati i tecnici dell’Associazione italiana schermi e membrane traspiranti (AISMT, www.aismt.it) con la commissione UNI, il risultato è arrivato con la pubblicazione della norma

UNI 11470:2013 “Coperture discontinue – Schermi e membrane traspiranti sintetiche 66

– Definizione, campo di applicazione e posa in opera”, con cui l’Italia pone finalmente termine alla mancata regolamentazione degli schermi e delle membrane traspiranti, prodotti strategici e indispensabili per i nuovi sistemi costruttivi e per rispondere alle normative in materia di risparmio energetico. «Lo scenario delle costruzioni italiane è di un’edilizia rivolta sempre più al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. In questo contesto diventa fondamentale regolare e controllare


il passaggio del vapore acqueo, affinché non possa

➊ Tegole ➋ Listello portategola ➌ Controlistello di ventilazione ➍ Tavolato di legno ➎ Trave

Membrana altamente traspirante

o traspirante Coibente Schermo freno vapore

condensare all’interno delle strutture e degli isolamenti mantenendo inalterate le prestazioni termiche degli stessi – spiega il presidente di AISMT Gabriele Nicoli –. Di fondamentale importanza è la protezione dell’involucro edilizio dall’acqua, possibile grazie alle caratteristiche di tenuta all’acqua tipiche degli schermi e delle membrane traspiranti. Anche la tenuta all’aria di questi materiali ha un ruolo chiave: garantisce un elevato risparmio energetico, fermando le perdite di calore, che sono una delle principali cause del peggioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. L’utilizzo di questi prodotti, pertanto, diventa condizione sine qua non per i nuovi sistemi costruttivi e per gli isolamenti termici impiegati nel risparmio energetico, al fine di proteggerli dall’umidità. In questo contesto, la nuova regolamentazione garantirà quindi la correttezza dell’impiego e della messa in opera necessari per poter realizzare un’opera a regola d’arte, limitando i danni spesso derivanti dalla “libera interpretazione” nell’utilizzo degli SMT, schermi e membrane traspiranti». Grazie anche al contributo di AISMT, quindi, il mercato italiano delle costruzioni è riuscito finalmente a varare la sua legge in materia di SMT, seguendo l’esempio di altre importanti nazioni che molto prima hanno ritenuto necessario regolamentare questa categoria di prodotti, come Germania e Francia.

notevole attenzione anche all’indicazione della corretta messa in opera degli SMT e chiarisce l’importante ruolo giocato dagli accessori per la tenuta ermetica al vento, all’aria e all’acqua, con una particolare attenzione agli elementi di fissaggio e alle loro risposte in base al supporto. AISMT ha dato alle stampe un’utile guida alla

LA NORMA UNI 11470 IN SINTESI

sul sito www.aismt.it.

In sintesi, la norma definisce le modalità applicative degli schermi e le membrane traspiranti sintetiche (secondo la UNI EN 13859-1 e la UNI EN 13984) e il loro utilizzo su copertura a falda, su supporti continui o discontinui o a contatto diretto con isolante termico. La norma preci-

sa le specifiche di prodotto minime che devono essere garantite e definisce le regole comuni di installazione e posa in opera. Entrando nello specifico, la nuova norma UNI descrive le classificazioni e i requisiti in funzione della traspirabilità, della proprietà di resistenza alla trazione e di massa areica, definendo che gli schermi traspiranti con un peso inferiore a 145 g/mq non trovano applicazione posati su tavolato in legno. La norma UNI 11470 pone

➐ ➑ ➒

Guarnizione sottolistello

➊ ➋ ➌ ➐

➑ ➍ ➎

norma che può essere richiesta gratuitamente LA RISPOSTA DI BIGMAT

BigMat risponde a questa importante novità normativa allargando la grande famiglia dei suoi prodotti a marchio con un’importante gamma di schermi e membrane traspiranti. Tre le tipologie selezionate dai tecnici BigMat, tutte naturalmente provviste di marcatura DoP come da Regolamento europeo 305/2011, vediamole. BIG AIR 150 È una membrana impermeabile e altamente traspirante composta da un triplo strato di membrana aperta alla diffusione del vapore (altamente traspirante) posta tra due strati di tessuto non tessuto. Studiato per tetti in pendenza, senza ventilazione interna, è ideale per la posa a diretto contatto con qualsiasi isolamento termico e su tavolato in legno. Grazie all’elevata permeabilità al vapore (valore Sd ca. 0,02 m) Big AIR 150 capta l’umidità residua presente negli interni e la disperde all’esterno. Dall’esterno protegge l’isolamento termico dalla neve e dalla pioggia, garantendo in tal modo che l’isolamento termico esterno rimanga asciutto e funzionante. Big AIR 150 impedisce fastidiosi riflessi abbaglianti attraverso lo speciale trattamento superficiale, offre un’alta

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sicurezza di calpestio e lavorabilità e ha una classe di resistenza al fuoco E secondo la normativa EN 13501-1. BIG VE 165 È il classico schermo freno vapore impermeabile, pratico e robusto. Impermeabile all’acqua e all’aria, stabilizzato ai raggi UV, con armatura altamente resistente allo strappo, non microperforato e facile da posare, Big VE 165 è composto da un tessuto non tessuto con rivestimento speciale. Per tetti inclinati, ideale per la posa sul tavolato in legno (perlina) sotto l’isolamento termico con funzione anticondensa, e senza bitume, è stabile al calore e si posa facilmente, senza nessun problema anche quando le temperature sono elevate. Inoltre, è particolarmente robusto grazie alla protezione ottimizzata del rivestimento. L’alta resistenza all’abrasione e le eccellenti

LA POSA Il rotolo viene steso e applicato a partire dalla linea di gronda per fasce parallele e sovrapposte di minimo 10 cm per pendenze superiori al 40%, non meno di 20 cm per pendenze superiori fra il 30%-40%, sia nel caso di supporti discontinui tipo travetti o listelli sia per i supporti continui tipo tavolato in legno. L’SMT viene opportunamente sigillato in corrispondenza degli elementi passanti del tetto e delle discontinuità in modo da garantire una corretta tenuta all’aria e l’impermeabilità.

proprietà antisdrucciolo ne facilitano la posa. Con un peso di 165 g/mq e la pratica larghezza del rotolo di 1,50 m garantisce un elevato rendimento di posa a basso costo. BIG VL 145 È lo schermo freno vapore doppio strato composto da un tessuto non tessuto associato a uno strato impermeabile all’acqua per il controllo e la regolazione della diffusione del vapore acqueo verso gli strati superiori del tetto. Ideale per la posa sul tavolato in legno (perlina), sotto l’isolamento termico con funzione anti-condensa. ■

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PROMUOVERE UNA VERA E PROPRIA CULTURA DEL COSTRUIRE Il settore delle costruzioni rappresenta un elemento d’importanza primaria per lo sviluppo di tutte le economie e per il livello di qualità della vita. È una verità ormai consolidata su cui convengono tutti. Così è stato, anche e forse soprattutto, per l’Italia che, attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento delle infrastrutture e la messa a disposizione di abitazioni per l’intera collettività, ha saputo dall’immediato dopo guerra in poi mettere a disposizione dello sviluppo del Paese (prima industriale e poi dei servizi) il substrato necessario per la crescita della nostra economia fino ai più alti livelli mondiali. Da ormai troppi anni questo meccanismo si è inceppawww.federcostruzioniweb.it

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to e l’industria delle costruzioni segna una regressione senza precedenti che, di fatto, condiziona negativamente l’intera economia. Federcostruzioni vuole essere espressione della volontà degli industriali del settore di non arrendersi a questa situazione e di mettere insieme le tante competenze presenti all’interno delle diverse categorie industriali che la compongono per un cambiamento di rotta. Federcostruzioni quindi si occupa di mettere a punto posizioni comuni che rispecchino e rispondano alle esigenze del mondo produttivo in una logica trasversale. Sicuramente è il caso della ricerca e dell’innovazione in modo da rispondere alla esigenza di innalzare il livello tecnologico delle realizzazioni edili e infrastrutturali, sia al fine di contenere i costi complessivi delle realizzazioni, sia ancora

al fine di assicurare al cosiddetto made in Italy delle costruzioni di rafforzare il prestigio di cui ha goduto e continua a godere a livello internazionale. Lo stesso è per la lotta a tutte le forme di concorrenza anomala che si fondano essenzialmente nel mancato rispetto delle leggi regalando in questo modo, a chi le contravviene, un vantaggio che è strettamente ricollegato al risparmio derivante dall’inosservanza delle regole del costruire a regola d’arte, di quelle attinenti il rispetto dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori, di quelle contro il riciclaggio di “denaro proveniente da attività illecite”. Corollario di tutte queste considerazioni è la promozione di una vera e propria cultura del costruire (dal recupero alla nuova edificazione) che sappia assicurare al Paese il meglio di questa industria.


EDILIZIA SCOLASTICA, FEDERLEGNOARREDO SIGLA UN ACCORDO CON IL COMUNE DI MILANO De Ponti: «Con la firma del documento, Milano guarda al futuro. Una grande occasione per i cittadini e le imprese». Con un accordo stipulato a fine febbraio tra l’amministrazione Comunale e FederlegnoArredo la città di Milano apre alle scuole in legno. Si tratta di una realtà finora diffusa in modo particolare nel nord Europa e che sarà sviluppata in città con il supporto tecnico della federazione che rappresenta il settore in tutte le sue componenti, dalla materia prima al prodotto finito, in Italia e nel mondo. Le scuole in legno garantiscono velocità di costruzione, sismo-resistenza, risparmio energetico e sostenibilità economica. Le scuole in legno, i cui progetti saranno inseriti nel bilancio di previsione 2014, sono previste su edifici fino a tre piani, comprensivi di mensa e palestre. Diversi i pregi rispetto alle scuole tradizionali costruite in laterizi e cemento: in primo luogo i tempi che risultano dimezzati, poi la maggiore funzionalità in quanto è possibile in tempi rapidi modificare la composizione delle aule e la stessa organizzazione degli ambienti interni. Consistenti sono i vantaggi sotto il profilo ambientale: ogni metro cubo di legno utilizzato in sostituzione di un altro materiale da costruzione è in grado di immagazzinare 0,9 tonnellate di CO2, un risultato che si ottiene anche quando è impiegato per costruire un edificio. Inoltre il legno è un materiale isolante al punto da garantire, nell’edilizia scolastica, un risparmio sul piano energetico di circa il 40% rispetto alle strutture tradizionali. «È con piacere che sottoscriviamo un accordo con l’amministrazione

comunale per incrementare la diffusione di edifici a struttura in legno a uso scolastico, per dare servizi alla città risparmiando risorse e creando spazi sicuri. Anche alla luce del piano scuole annunciato dal premier incaricato Matteo Renzi: un programma straordinario per l’edilizia scolastica. Grazie alla lungimiranza del Comune, a Milano istituzioni e tessuto imprenditoriale giocano d’anticipo. Con l’impegno dell’ufficio tecnico dell’Area Legno della federazione, che affianca quotidianamente le imprese per risolvere le criticità che possono emergere sia con la committenza privata che pubblica», dichiara il direttore generale di FederlegnoArredo, Giovanni De Ponti. Il legno, dunque, come soluzione per vivere meglio e per garantire un futuro migliore alle giovani generazioni. Utilizzato in larga misura in

Nord Europa e Nord America per gli edifici pubblici e privati, da alcuni anni trova anche in Italia applicazioni sempre più frequenti. Per Milano è l’occasione di rinnovare il patrimonio di edilizia scolastica, in parte obsoleto, anche in vista di Expo 2015. «Da sempre lavoriamo per promuovere la tipologia costruttiva in legno, evidenziandone le peculiarità in termini di sismo-resistenza, risparmio energetico e sostenibilità. A oggi gli edifici a struttura di legno rappresentano l’eccellenza costruttiva delle imprese italiane, anche alla luce dell’esperienza positiva fatta nei momenti della ricostruzione post sisma in Emilia», commenta Emanuele Orsini, presidente di Assolegno, l’associazione di FederlegnoArredo che raccoglie le più importanti imprese italiane specializzate in edilizia in legno.

Scopri di più sull’edilizia scolastica su UP! n. 11, dicembre 2013. Sfoglialo su www.bigmat.it

www.federlegnoarredo.it

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FORMAZIONE E MERCATO DELLE COSTRUZIONI Il Formedil cerca un modo diverso per guardare al futuro “Progetto Futuro” è un percorso avviato dal Formedil verso una formazione in grado di intercettare i mutamenti del mercato delle costruzioni alla luce di una trasformazione che è strutturale, di un inevitabile approccio sostenibile. Un processo che richiede una riflessione anche su come la formazione debba rinnovarsi e adeguarsi alle nuove esigenze. Si tratta soprattutto di individuare percorsi e innovazioni che riguardano una molteplicità di aspetti dell’industria edilizia, tecniche professionali, ma anche organizzative e gestionali, necessarie per sostenere un sistema imprenditoriale che deformedil@formedil.it 
 www.formedil.it

ve trovare modalità nuove di porsi sul mercato individuando soluzioni in linea con le nuove richieste del mercato. Processi nei quali la formazione può avere un ruolo importante. Il progetto è stato suddiviso in tre seminari, tenutisi in tre macro aree geografiche per meglio favorire la totale partecipazione delle Scuole Edili di tutta Italia, che si sono svolti rispettivamente per il Nord a Sirmione il 5 e 6 dicembre 2013, per il Centro a Perugia l’11 febbraio 2014 e per il Sud a Reggio Calabria il 28 febbraio e il primo marzo 2014. Con questi seminari interregionali il Formedil ha inteso condividere riflessioni sullo stato di salute del Sistema Bilaterale, riflettere sulle linee evolutive per l’azione delle Scuole Edili, focalizzare i temi dell’innovazione formativa di sistema, favorire una crescita culturale del sistema rispetto alle innovazioni

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in atto e allo stesso tempo avviare una sperimentazione nei confronti delle piccole imprese. La riflessione comune ha riguardato le trasformazioni del mercato che impongono a tutti un cambiamento di mentalità necessario per arrivare a una riconfigurazione del settore basata su un deciso processo di aggregazione e di integrazione. Un’esigenza che nasce da un contesto che impone un ripensamento dell’organizzazione del cantiere e dei processi costruttivi alla luce dei nuovi obiettivi di sostenibilità. Efficientamento energetico, riduzione dell’impatto ambientale, riciclo dei rifiuti sono tre elementi che portano a rivedere tecniche e soluzioni costruttive e di conseguenza stanno orientando i nuovi processi costruttivi. «Un efficiente e ben strutturato sistema coerente, organizzato, ricco di competenze e attento ai cambiamenti e alle trasformazioni del mercato delle costruzioni al servizio delle nuove esigenze di imprese e lavoratori». È questo il traguardo al quale, secondo il presidente del Formedil Massimo Calzoni, deve tendere la rete delle Scuole Edili aderenti al Sistema Bilaterale delle Costruzioni. «L’obiettivo di questo progetto, e in particolare di questi incontri propedeutici e

di prima riflessione, è di contribuire a rafforzare la logica di sistema della formazione bilaterale – spiega Enzo Pelle, vicepresidente del Formedil –. Rilanciare la formazione che guarda sia il sistema delle imprese sia quello delle maestranze facendo prevalere la qualità». Durante questi seminari sono intervenuti esperti chiamati a portare la propria testimonianza in un giro di tavolo coordinato dal giornalista Alfredo Martini e sono emersi utili spunti di riflessione anche grazie al dibattito con le scuole presenti.

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IL CONSULENTE D’AZIENDA

IL RISPETTO DELL’AMBIENTE: VINCOLO OD OPPORTUNITÀ? Per anni abbiamo creduto che la tutela del territorio e il rispetto dell’ambiente richiedesse semplicemente l’imposizione di regole e meccanismi sanzionatori che potessero inibire comportamenti opportunistici da parte di alcuni attori del sistema economico, che usino abusivamente un bene comune prezioso come l’ambiente senza pagarne i costi economici e sociali, anche rilevanti, che ne derivano. Ma la globalizzazione dei mercati avvenuta senza una vera globalizzazione delle regole, e una crisi economica che sembra aver riscritto le dinamiche del “gioco competitivo” tra le imprese, hanno dimostrato che un sistema ecosostenibile debba necessariamente basarsi su presupposti differenti. William Edwards, guru della qualità totale, affermava infatti che “affinché un sistema possa sostenersi nel lungo periodo è necessario che ogni componente ne tragga un vantaggio che possa contribuire all’incremento di valore per tutte le altre”. Non quindi vantaggi individuali a beneficio solo del singolo, ma di una crescita del sistema nel suo complesso. I vantaggi e le interconnessioni tra le esigenze di sostenibilità ambientale e il relativo impatto sociale sono facilmente comprensibili e condivisibili: l’utilizzo consapevole delle risorse ambientali, ovviamente limitate, è necessariamente legato al benessere sociale in termini di salute, sicurezza e crescita. Le cose si complicano quando in questo equilibrio si cerca

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di aggiungere la dimensione economica: perché le imprese dovrebbero basare il proprio modello di business sulla tutela e valorizzazione di aspetti ambientali e sociali? Ma soprattutto perché dovrebbero farlo in questo periodo di non facile congiuntura economico-finanziaria? La risposta si può leggere nell’affermazione di Edwards e cioè che le imprese Roberto Schiesari devono tendere ad acquisire vantaggi propri (sostenibilità economica) che possano però contribuire alla crescita di valore per il contesto naturale (sostenibilità ambientale) e delle persone (sostenibilità sociale). Ma come spesso accade, la sua applicazione – soprattutto in ambito aziendale – non è altrettanto facile. Senza dubbio la visione ecosostenibile deve influenzare in prima battuta la tipologia di prodotti e servizi: la ricerca di nuove soluzioni e di materiali innovativi può contribuire alla definizione di una offerta differenziata e differenziante, creando nuove leve competitive in un mercato variegato e costituito da nicchie e microsegmenti dove l’impresa, anche di piccole-medie dimensioni, può assumere un ruolo rilevante e addirittura di leader. A differenza del passato, la maggiore sensibilità e attenzione da parte del cliente sui temi di eco-compatibi-


IL CONSULENTE D’AZIENDA lità rende più facile ed efficace la necessaria comunicazione di queste nuove tendenze produttive e commerciali: il mercato finale è infatti sempre più attento e disponibile a essere influenzato e indirizzato verso una nuova idea di “abitare” e vivere gli spazi, anche quelli lavorativi. Questo rappresenta un volano per modi innovativi di costruire, ma anche di ristrutturare o addirittura di recuperare aree – anche industriali e commerciali – in un nuovo concetto di spazio da “vivere” in cui si possano integrare esigenze lavorative, di benessere, di vita quotidiana e di tempo libero. L’eco-compatibilità si lega inoltre alla ottimizzazione dei costi di gestione, che le ricerche considerano oggi un elemento essenziale di orientamento delle scelte. La vera rivoluzione è legata in realtà a un ridisegno ecosostenibile dell’intero modello di business dell’azienda. Basti pensare a una co-evoluzione del rapporto con i clienti e i fornitori, ottimizzando le scelte logistiche e informativo/documentali ma anche condividendo scelte produttive a monte (fornitori) e soluzioni commerciali a valle (clienti). Il processo di innovazione del prodotto viene quindi condiviso al di fuori delle “mura” aziendali, partendo da esigenze o proposte

di tutti gli attori della catena del valore. Non bisogna sottovalutare inoltre quanto una nuova visione eco-compatibile possa incidere sui processi interni all’azienda, dalle scelte produttive a quelle di localizzazione. Un modo differente di organizzare e “vivere” il lavoro, aprendo gli spazi “aziendali” non solo ai dipendenti e collaboratori, ma anche ad altri attori del mercato e del territorio. Un’azienda che non stravolga il territorio, ma che si adegui alle sue “forme” e contribuisca alla sua evoluzione sostenibile e da esso ne tragga linfa vitale per il proprio sviluppo e proiettando la “vision” tramite i prodotti e servizi sui mercati anche più lontani. Un antico proverbio Masai recita: “Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”. Quindi lo sforzo del sistema in tutte le sue componenti deve far si che su quella stessa terra che restituiremo ai nostri figli possano esserci aziende e mercati globalizzati eco(nomicamente)-sostenibili! Roberto Schiesari

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RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO

SAPIENZA DELLA TRADIZIONE E FIDUCIA NELL’INNOVAZIONE La crisi economica strutturale ha prodotto molti cambiamenti per lo più irreversibili, cambiamenti che erano già in atto, ma che si sono realizzati con una velocità che ha sorpreso tutti. Non si tornerà indietro, tutto sarà diverso e occorre ripensare in modo nuovo l’abitare, il costruire e le nuove idee non potranno fare a meno di interagire fortemente con le risorse naturali. Negli ultimi anni c’è stato un distacco dalla realtà e dalla natura a favore di un approccio più astratto verso le cose e l’ambiente, ma ora, la direzione di ricerca più interessante è quella che torna all’aspetto sensibile delle cose, forse per bilanciare l’immersione nella rivoluzionaria cultura digitale. Contemporaneamente anche la cultura sta tornando a valorizzare la vita vicino alla natura,

Corte rurale bioclimatica, residenza con gestione domotica (Lelli & Associati architettura + Magazé). Foto Mario Ciampi

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alla sua ricchezza, ai suoi tempi e ai suoi prodotti, perché la natura è la prima risorsa di vita. In architettura, per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse naturali, ci sono due interessanti direzioni di ricerca, ma soprattutto due filosofie di co-abitare con la natura. Una fa riferimento alla sapienza antica, allo studio e al recupero delle tradizioni Gabriele Lelli nate quando il rapporto con la natura era più stretto. Uno sguardo indietro che insegna moltissimo in termini di massimo sfruttamento delle risorse bioclimatiche di un certo luogo. Fino a un secolo fa tutte le risorse naturali erano utilizzate per il comfort ambientale e la relazione diretta con l’ambiente portava a un’armonia generale della materia, delle cose amalgamate, spesso dall’autocostruzione o dalla capacità artigianale a piegare la materia alle necessità umane. Basta pensare tutto il valore intrinseco custodito nella cultura del costruire in campagna o in montagna. Primo fra tutti il luogo della costruzione, che si decideva sul sito in relazione ai percorsi, ai venti, all’orientamento solare, agli alberi, mentre oggi si decide in un ufficio, lontano, sulla carta bianca di uno strumento urbanistico comunale, sviluppato con rarissimi sopralluoghi. I materiali erano quelli reperibili, locali, forzatamente naturali perché erano gli unici disponibili, assemblati con tecniche, che ci appaiono semplici, ma sono per noi irriproducibili frutto di conoscenza profonda della materia, poi trasformata con pazienza e perizia. In questo tipo di cultura è già intrinseco l’utilizzo stretto delle risorse naturali, insieme ai materiali tradizionali e le sofisticate tecniche artigianali che insieme creano quell’atmosfera rassicurante di armonia con l’ambiente che oggi immaginiamo destinata soprattutto agli ambienti domestici. D’altro canto, seguendo una filosofia diversa e utilizzando nelle costruzioni le tecnologie più recenti e raffinate si raggiungono risultati decisamente migliori in termini di sfruttamento bioclimatico delle risorse naturali. Dal totale controllo dei dati sfruttando la domotica alle superlative prestazioni delle pareti vetrate che permettono meravigliose trasparenze insieme a sofisticati frangisole, poi i sistemi di ventilazioni attraverso l’edificio e le facciate, coadiuvati da sofisticati impianti integrati solari termici, fotovoltaici, microeolici, geotermici. Aggiungiamo i nuovi materiali di coibentazione, l’uso di nuove tecnologie di costruzioni in legno, laterizio,


RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO cemento e metallo. L’utilizzo di questa cultura costruttiva e lo sfruttamento delle risorse naturali basata sull’innovazione è stata utilizzata prevalentemente per edifici dedicati al lavoro, alla produzione o a edifici specialistici. Anche se l’hi-tech nato negli anni settanta sta diventando sempre più diffuso e sempre meno con l’accezione decisamente industriale che lo ha contraddistinto, proprio l’estetica della muscolatura tecnologica domina ancora gli edifici che sfruttano al meglio le risorse bioclimatiche rendendoli poco domestici. Entrambe le culture hanno efficacia bioclimatica e particolare atmosfera. Ora mancano ancora le soluzioni per rendere sinergiche le due direzioni di ricerca: introdurre e integrare l’innovazione nelle architetture tradizionali, visto che ci sono molti obblighi normativi da rispettare, e contemporaneamente rendere l’edificio bioclimatico più domestico e amabile. Su questo fronte si confronteranno i progettisti nei prossimi anni. Gabriele Lelli

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SISTEMI COSTRUTTIVI IN LEGNO: IL RAFFRESCAMENTO

Nella progettazione di un involuriali e tecnologie che lasciano penetrare all’interno delle abitazioni le alte cro edilizio è necessario scegliere componenti, materiali e relativi spessotemperature raggiunte all’esterno nei ri, tenendo conto di diversi parametri momenti più caldi, facendo sentire il che ne caratterizzano il comportamenbisogno di adottare sistemi di raffreto per rispondere a differenti esigenze scamento “attivi”. che cambiano a seconda della zona L’utilizzo di materiali isolanti con alta climatica in cui si trova l’edificio e della inerzia termica (materiali ad alta denstagione dell’anno. sità) permette di ottenere una maggior I principali fattori che bisogna valutare attenuazione dell’ampiezza del flusso sono: termico entrante e il suo sfasamento • le dispersioni termiche dell’involucro; nel tempo. In questo modo si riesce • la generazione di condensazioni ina limitare la temperatura all’interno terstiziali nelle strutture; dell’edificio ottenendo un buon comfort • la prestazione energetica invernale abitativo senza la necessità di impianti ed estiva dell’edificio. di condizionamento attivi. pag UP bigmat:pagina UP-BigMat 08/05/14 17.39 Pagina 1 Molti edifici sono costruiti con matePiù l’involucro è isolato ed ermetico

maggiore deve essere l’attenzione rivolta alla qualità dell’aria intesa come percentuale di umidità relativa ottimale, rischio di condensazione e Luca Mercante muffa. Pertanto è fondamentale il ricambio d’aria, che può avvenire per via naturale tramite le finestre oppure per Ventilazione Meccanica Controllata (VMC). Per quanto riguarda la ventilazione, essa agisce sul benessere attraverso due meccanismi, uno diretto e uno in-

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diretto: il primo è quello che si ha sulla persona, consentendo e facilitando lo scambio termico tra questa e l’ambiente che la circonda, il secondo, invece, agisce sul bilancio termico dell’edificio stesso. La ventilazione degli ambienti ha un effetto raffrescante quando l’aria esterna in ingresso ha una temperatura compresa tra i 15 °C e i 20 °C, che di solito nel periodo estivo avviene durante le ore notturne, o di giorno se l’aria può essere prelevata da zone fresche e ombreggiate. Tenuto conto che la ventilazione consente anche il ricambio d’aria necessario a un ambiente salutare, essa si può anche ottenere in modo naturale, attraverso l’opportuna apertura di finestre. Aprire le finestre può però risultare scomodo e non sempre possibile, da queste esigenze sono nati sistemi di raffrescamento che garantiscono un controllo delle condizioni interne (temperatura, umidità relativa e CO2) garantendo gli opportuni ricambi d’aria

attraverso sistemi di ventilazione naturale o meccanica controllati. Questi sistemi di ricambio d’aria “forzato” sono sempre attivi, 24 ore su 24 e per tutto l’arco dell’anno, con il vantaggio di poter controllare esattamente le portate, limitando al minimo indispensabile il ricambio dell’aria e quindi gli sprechi di energia, cosa che con l’apertura delle finestre è evidentemente impossibile. La VMC consiste nell’immissione di aria “nuova” prelevata dall’esterno tramite apposite bocchette di immissione installate nei locali “nobili”, come soggiorno e camere, e nella contemporanea espulsione dell’aria esausta, attraverso opportune bocchette di estrazione posizionate negli ambienti in cui c’è maggiore concentrazione di umidità (bagno e cucina) e una canalizzazione, all’esterno dell’edificio. Tale portata d’aria è modificabile attraverso specifiche bocchette installate e può variare in base alla maggiore o minore umidità relativa interna o alla presenza o meno di persone. In questo modo il ricambio

sarà maggiore o minore a seconda della effettiva qualità dell’aria interna e quindi della reale necessità di ricambio. L’aria estratta viene reintegrata immettendone altrettanta nelle camere da letto e nei soggiorni. Ciò può avvenire direttamente dall’esterno, grazie ad apposite griglie di transito oppure, nei sistemi a recupero di calore attraverso una rete di distribuzione e bocchette di mandata. In questo caso si recupera parte dell’energia termica dell’aria espulsa cedendola a quella in entrata.

MODULO FREE-ROOF In quest’ottica BigMat VASS ha sviluppato un sistema di free cooling integrato all’interno di un modulo di copertura che permette di controllare e modificare le condizioni ambientali dei locali sottotetto (temperatura, umidità relativa e CO2). Questi elementi hanno una parte in contatto con il sottotetto e una parte in contatto con l’ambiente

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esterno. Gli elementi potranno svolgere 2 differenti funzioni: • completo isolamento tra l’esterno e il locale sottotetto; • circolazione di aria tra i due ambienti. La prima funzione è necessaria quando le condizioni del sottotetto (temperatura e umidità relativa) sono ritenute migliori rispetto all’esterno ed è assimilabile a quanto normalmente avviene con una copertura di buon livello. La seconda è necessaria nel caso opposto cioè quando le condizioni esterne sono migliori rispetto a quelle del sottotetto: due o più moduli opportunamente dislocati sulla copertura forzano una circolazione d’aria attraverso apertura di canali di aerazione e azionamento di relative ventole servoassistite (blower). Il sistema FREE-ROOF è un modulo di copertura BigMat VASS in cui sono inseriti elementi meccanici (serrande e ventole) controllati da un PLC che ne regola il funzionamento. Nello specifico all’interno del modulo vengono montati: • una serranda di taratura, necessaria per la regolazione dell’apertura e chiusura dei condotti di areazione, comandata da un motore passopasso (chiudendo le serrande si isola il locale sottotetto dall’ambiente esterno); • un condotto in PP a bassa rugosità superficiale per collegare l’interno dell’edificio con l’esterno; • una ventola per la circolazione forzata dell’aria; • griglie e filtro di protezione; • sensori di temperatura, umidità e CO2 che forniscono le informazioni necessarie al PLC per comandare gli attuatori in accordo con la logica di controllo programmata. L’impatto dei condotti di ventilazione sulla coibentazione è stato ridotto al minimo e al tempo stesso è stata rispettata l’integrazione architettonica. Tutti i cablaggi sono completamente integrati

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nel modulo e comodamente convogliati nel cavedio tecnico. I moduli sviluppati sono identici alla versione standard, fatta eccezione per le aperture in corrispondenza delle ventole/serrande. Grazie a queste caratteristiche questa soluzione permette di realizzare un sistema di controllo e ricambio dell’aria distribuito senza bisogno di realizzare canalizzazioni incassate o controsoffittature. La logica di controllo è centralizzata e il PLC dialoga in modalità wireless con i sensori all’interno e all’esterno dell’abitazione riuscendo a garantire indipendenza di regolazione nelle varie stanze in cui il sistema è installato; in questo modo si riducono al minimo i componenti di maggior valore senza ridurre le possibilità di regolazione. La logica controllo è stata sviluppata per regolare la ventilazione così da avere il massimo comfort interno possibile dati i parametri ambientali interni ed ester-

ni. Il comfort dipende principalmente da temperatura e umidità relativa (in misura minore dalla velocità dell’aria e dal livello di CO2). Sebbene il senso di benessere/comfort percepito vari da persona a persona, si è considerata una regione di parametri ambientali (evidenziata nella carta bioclimatica di Olgyay) che vengono mediamente percepite come confortevoli. Il modulo è stato testato presso il VASS-lab di Cellarengo (AT) dove è stato riprodotto un caso reale. È stata realizzata la copertura, con inclusi i moduli FREE-ROOF, di un edificio in muratura di 56 mq ed è stato monitorato il funzionamento del sistema durante diversi mesi per analizzarne le risposte e affinare la logica di controllo. È attualmente in corso la definizione di alcuni siti nei quali verranno eseguite installazioni pilota a partire dall’estate. Luca Mercante

Direttore tecnico Team BigMat VASS

Diagramma bioclimatico di Olgyay. Olgyay definisce il benessere come “la situazione in cui non viene provata alcuna sensazione di disagio”. La zona di comfort varia al variare delle condizioni ambientali. Sono presi in considerazione variabili ambientali (temperatura dell’aria, umidità, movimento dell’aria e calore radiante) e parametri soggettivi (attività svolta, abbigliamento e acclimatizzazione). Al centro si ha una zona di comfort mentre nel resto del diagramma sono indicate le misure correttive da adottarsi per rientrare in tale condizione. La zona di comfort invernale è spostata più in basso di quella estiva (bastano temperature più basse). Se il punto nel diagramma, determinato attraverso la conoscenza di temperatura e umidità relativa (assumendo come costanti attività e abbigliamento), si trova al di sopra della zona di comfort è necessaria una ventilazione.


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NEWS DAL MONDO BIGMAT BIGMAT: GLI APPUNTAMENTI DI PRIMAVERA Per la prima volta in qualità d’espositore, BigMat Edilmarket di Massa è stato presente all’ormai nota

fiera Tutto Casa, svoltasi dal 24 aprile al 4 maggio a Massa Carrara. Nonostante le difficoltà di mercato e

BigMat Edilizia Trinese di Trino (VC) festeggia l’8 giugno l’apertura del nuovo reparto elettrico e lo fa in occasione della manifestazione “Trino in Piazza” promossa dall’Associazione Operatori Commercianti Trinesi (AOCT). Nell’arco di tutta la giornata l’allestimento di stand di com-

mercianti e artigiani locali, bancarelle gastronomiche, degustazioni, grigliate pronte al momento e anche musica, danze, trucchi e giochi per bambini. In questo contesto BigMat Edilizia Trinese sarà presente con uno stand e con il gonfiabile BigMat, per promuovere l’azienda e tutte le sue novità.

BigMat F.lli Gazzarrini di Casciana Terme (PI) ha partecipato alla XXI edizione della rinomata Fiera di Primavera a La Rosa di Terriciola (PI) di Aprile. La fiera è nota per dare spazio ai settori artigianato, commercio e agricoltura. Il titolare Marco Gazzarini ha commentato così la partecipazione: «Ritengo che l’evento sia riuscito molto bene, l’afflusso è stato proporzionato alla tipologia di fiera e alla sua ubicazione».

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del settore, i risultati positivi di questa iniziativa non si sono fatti di certo attendere.


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NEWS DAL MONDO BIGMAT BIGMAT CONTINUA AD INVESTIRE SULLA CULTURA DEL LEGNO Dopo aver debuttato al MADE EXPO ed essersi presentato al mondo della progettazione e delle imprese alla fiera Klimahouse, il sistema costruttivo BigMat VASS è protagonista di una serie di incontri su tutto il territorio italiano, ospite dei Punti Vendita BigMat. L’ultimo appuntamento è stato sabato 24 maggio dalle 10 alle 17 alla BigMat Edilizia Due, di Carcare (SV) che si è trasformata in un’agorà dove esperti del settore si sono incontrati e confrontati con progettisti, architetti, imprese e privati per discutere e presentare tutti i vantaggi del legno. Una giornata intera per capire quanto importante sia il legno per il mondo dell’edilizia e quali siano le tecnologie all’avanguardia che rendono questo materiale naturale la soluzione idonea per il costruire contemporaneo. «Negli ultimi due anni abbiamo investito molto nel legno come materiale da costruzione – dichiara Davide Gazzoni responsabile acquisti e vendite dell’azienda –, questo perché l’edilizia tradizionale, da sempre settore trainante, ha finito la sua spinta e parallelamente è stata sostituita dal costruire in legno. Noi eravamo già pronti e questo cambiamento del mercato ci ha permesso di raccogliere molte soddisfazioni. Il numero di preventivi continua a crescere, segno che il cliente apprezza le nostre scelte e i nostri servizi, e anche i dati dei fatturati degli ultimi due anni registrano, grazie al legno, un più del 3-4%». All’appuntamento organizzato dal Punto Vendita di Carcare hanno partecipato vari professionisti del settore, come i tecnici BigMat VASS che hanno mostrato le potenzialità del rivoluzionario sistema, trattato anche dalla BigMat Edilizia Due, per la costruzione di tetti in legno tramite l’uso di moduli preas-

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In questa pagina le immagini dell’evento dedicato al legno che si è svolto il 24 maggio da BigMat Edilizia Due, Carcare (SV)

semblati in azienda. Una serie di vantaggi resi tangibili, nell’appuntamento del 24 maggio, dalla possibilità di assistere all’assemblaggio di un tetto BigMat

VASS. Ci sono stati inoltre due stand con delle dimostrazioni organizzate dai tecnici delle aziende DeWalt (produttore di elettroutensili) e Norton (leader


NEWS DAL MONDO BIGMAT Incontro del 17 aprile da BigMat Lamberti, Albenga (SV)

nella produzione di dischi diamantati). «Questo appuntamento è stata l’occasione per portare nel Punto Vendita sia i nostri target di riferimento sia i semplici curiosi – dichiara Davide Gazzoni –. Vogliamo far capire quanto siano più importanti gli investimenti nella qualità rispetto alle semplici politiche di prezzo. Vogliamo dimostrare il valore aggiunto del prodotto finito di qualità». Grande successo hanno avuto anche gli incontri sullo stesso tema svoltisi nei mesi di febbraio e marzo in Toscana dai Punti Vendita BigMat: Bigazzi Edilizia,
Costruire Materiali per l’Edilizia, Focardi&Cerbai Edilizia e Parretti Renato Edilizia, in Liguria da BigMat Lamberti e in Saredegna da BigMat Pisano e Tecnicom di F. Cossu.

PROSSIMO APPUNTAMENTO BIGMAT VASS CONVEGNO BIGMAT: SISTEMI COSTRUTTIVI IN LEGNO Giovedì 05 giugno 2014 - ore 15.15

BigMat

Programma: Strutture per tetti in legno.

ha il piacere di invitarLa

Relatore: Emanuele Ricciardi

al convegno BigMat VASS

innovativa con tecnologia integrata per la realizzazione

Sistemi Costruttivi in Legno.

Tetto BigMat VASS: soluzione modulare preassemblata di un tetto ad alta efficienza. Relatore: Ing. Giuseppe Gianolio Sistemi di giunzione tra elementi lignei strutturali: criteri di scelta e dimensionamento, protezione

Hotel Giò Perugia Centro Congressi V. Ruggero D'Androtto, 19 Perugia

al fuoco e sistemi per aumentare la resistenza al sisma. Relatore: Ing. Franco Moar Misure di prevenzione e protezione contro il rischio di caduta dall’alto: il fascicolo dell’opera, iter procedurale per la progettazione dell’elaborato tecnico della copertura, criteri per la progettazione

Registrazione partecipanti h 15.00 Inizio convegno h 15.15

ed installazione dei dispositivi di protezione, esempi di comportamenti non conformi. Relatore: Ing. Giancarlo Vitali

Iscriviti al Convegno su bigmat.it

Un momento dell’incontro da BigMat Pisano, Mandas (CA)

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NEWS DAL MONDO BIGMAT BIGMAT FIORINI EDILIZIA RIDISEGNA IL SUO PUNTO VENDITA Spazi ridisegnati, offerta merceologica ampliata e settorializzata, ripensamento dei percorsi espositivi e attenzione anche verso una clientela differente: è così che BigMat Fiorini Edilizia di Empoli (FI) ha ridisegnato il suo Punto Vendita. «Il mondo dell’edilizia è cambiato – analizza Andrea Fiorini, titolare della realtà empolese – i grandi volumi della merceologia tradizionale, registrati dal 2001 al 2008, hanno lasciato il passo ad altro. Ora si parla di ristrutturazione e manutenzione e alle imprese si è affiancato il mercato dei privati: sempre più attivo, preparato e direttamente coinvolto». Così con l’ottobre del 2013 sono partiti i lavori che hanno interessato i 2mila mq di area coperta dello stabile, sviluppato su due piani, presente nel Punto Vendita di via Gian Battista Vico. «Abbiamo suddiviso gli spazi esistenti in vari settori: 300 mq per il libero servizio, 500 mq per la zona outlet

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e 300 mq per il cartongesso. L’area rimanente ospita il colore, il servizio tintometrico e le soluzioni per i pallet. Altra novità è uno showroom habiMat di 200 mq e con il meglio del mercato. Al primo piano dell’edificio si trovano un nuovo ufficio tecnico di 80 mq, gli uffici amministrativi e una sala riunioni da 30 posti per gli aggiornamenti dello staff e per i corsi di formazione rivolti a imprese, progettisti e professionisti della filiera edile». Ma i cambiamenti non sono finiti: anche l’area esterna è stata ridisegnata realizzando «un’area tecnica con esposte una serie di soluzioni innovative per il giardino: pavimenti, casette in legno, gazebi e barbecue. Finalmente – prosegue Fiorini – possiamo seguire il cliente dalle fondamenta all’antenna. Nel ripensare gli spazi, inoltre, abbiamo migliorato i percorsi interni, inserito opportune indicazioni e cartellonistiche, facilitando così i

movimenti dei clienti». Una ristrutturazione importante «che – dichiara Fiorini – permette di aprirci in maniera forte e decisa al mondo del privato. Un’offerta più generalista che non scorda però l’edilizia tradizionale». La BigMat Fiorini Edilizia con i suoi due Punti Vendita di Empoli (FI) e Montelupo Fiorentino (FI) è ormai una realtà consolidata e ha una storia scandita da alcune tappe e scelte strategiche. Nasce nel 1938 come una piccola realtà artigianale dedicata alla produzione di manufatti ornamentali in cemento: balaustre, cornici e tini. Oggi, con la giovanissima terza generazione della famiglia rappresentata da Andrea e Fabio, l’azienda continua a crescere e a specializzarsi: oltre a occuparsi della rivendita di materiali edili, offre anche servizi di assistenza e consulenza, corsi di aggiornamento e un attento servizio post-vendita con personale altamente qualificato.


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NEWS DAL MONDO BIGMAT LA SOLIDARIETÀ È IN VIAGGIO Il primo aiuto di BigMat al progetto che sostiene la costruzione e la gestione dell’ospedale pediatrico Mohamed Aden Sheikh Children Teaching Hospital di Hargeisa, nella regione del Somaliland in Somalia (vedi UP! n.12 pag. 44), è in partenza. Tutte le travi per le coperture sono state lavorate e sono pronte per partire (in estate).

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Il progetto ha entusiasmato anche due fornitori di BigMat, che hanno voluto dare il loro contributo. «La Nordlam e il Gruppo Rubner da sempre sono favorevoli e supportano opere umanitarie, ancor più se si tratta di strutture sanitarie nei paesi del Terzo Mondo», fa sapere Alex Rungger, responsabile vendite di Nordlam GmbH. «L’essenza di ogni azienda sono le persone che ogni giorno la animano; un apporto, seppur modesto, a questo importante progetto umanitario, permette di esprimere il desiderio di tutti i nostri collaboratori di rendersi utili nei confronti della parte più debole di un popolo bisognoso. Nel contempo, rappresenta un valore in più della collaborazione con il Gruppo BigMat», sono le parole entusiaste dell’amministratore delegato di Unifix, Ernesto Covini. È di qualche mese fa la decisione di BigMat di supportare l’associazione Marco Berry Onlus, impegnata a raccogliere i fondi per sostenere la costruzione e la gestione dell’ospedale pediatrico progettato dall’architetto Giorgio Rosental di Torino. Un’attività volta ad assicurare un modello di pace basato sulla garanzia dei diritti umani fondamentali, come quello della salute. Il progetto è sostenuto da istituzioni pubbliche, organizzazioni no profit, università, da varie organizzazioni non governative (ONG), da La Fondazione Specchio dei Tempi de La Stampa e ovviamente dall’ex iena Marco Berry. Ora manca da finanziare il trasporto, puoi contribuire anche tu con una donazione sul sito www.marcoberryonlus.org.


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