UP! 8 - marzo 2013

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N. 8 - MARZO 2013 QUANTO VALGONO LE CASE DEGLI ITALIANI?

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

REFITTING, OVERCLADDING E RECLADDING: I NUOVI SISTEMI HI-TECH PER IL RESTYLING ENERGETICO DEGLI EDIFICI APERTE LE ISCRIZIONI AL BIGMAT ‘13 INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD

IL VERDE INVADE LE CITTÀ È DIVENTATO UNO DEI MATERIALI PREFERITI DALLE ARCHISTAR. COSÌ, I TETTI E LE PARETI DEI PALAZZI SOSTITUISCONO TEGOLE E FACCIATE CON ALBERI E ARBUSTI


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BigMat è il gruppo di distributori indipendenti di materiali per l’edilizia leader in Europa. Anno 3 - Numero 8 - Marzo 2013 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo

CentroStorico

Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Tommaso Casagrande, Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione in contrassegno Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 30.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.


EDITORIALE

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ari Lettori, avrei intitolato questo numero di Up! “ bisogno di aria”, un po’ considerando l’attuale situazione del nostro Paese, di cui penso non sia il caso di aggiungere commenti oltre a quelli fatti da ogni singolo italiano, e un po’ considerando l’arrivo della bella stagione. Il verde, considerato fonte di vita, sfruttato negli anni a favore della civilizzazione delle città, sta tornando ad avere un ruolo importante nella vita di ogni abitante del pianeta. Infatti se ne sente la mancanza al punto da ricreare degli spazi “verdi” in luoghi insoliti, addirittura impensabili fino a 30 anni fa. Non dovremmo più stupirci quindi, di bere un cocktail sul tetto di un palazzo, scoprire la passione per l’agricoltura coltivando su un balcone o in un fazzoletto di terra di fianco alla tangenziale e per i più fantasiosi, come capita a Tokio, di girare con il proprio giardino personale. Alla ricerca quindi, di necessarie illusioni, ma con estrema attenzione ai materiali e alle soluzioni adatte per rendere questi spazi funzionali e curati dal punto di vista del design, questo è quanto leggeremo in questo numero e non solo… Nuovi spunti di attualità e originalità, come le costruzioni di carta, oltre al punto di vista dei nostri esperti con le loro rubriche. Un arrivederci al prossimo numero e buona lettura a tutti.

■ Lina Mazzullo

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SOMMARIO

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COLTIVIAMO LA CITTÀ Giardini pensili, orti urbani (o addirittura in appartamento), verde verticale. Oppure semplicemente giardino. Ecco tutti i nuovi trend per lo spazio esterno più versatile, metaforico e gettonato del momento

L’IMPORTANZA DELLE FINITURE Anche gli spazi esterni della casa giocano con i materiali più attuali per creare suggestioni e atmosfere per tutti i gusti

...E TU, NON FAI UN REFITTING? Recladding, overcladding e refitting sono i nomi di nuovi sistemi hi-tech che potrebbero dare una svolta al restyling energetico degli edifici

MARCHIO ITALIA PER LE COSTRUZIONI La proposta di Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni e ANCE, guarda ai mercati internazionali, dove si gioca la sfida del futuro a suon di investimenti a tre zeri per i Paesi emergenti

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QUANTO VALGONO LE CASE DEGLI ITALIANI? La fotografia del patromonio immobiliare nazionale 2012 e dei suoi proprietari


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(FINALMENTE) È ARRIVATA LA LEGGE SUI RITARDI DEI PAGAMENTI Riuscirà questo Dlgs a risolvere un “malcostume” tutto italiano che sta mettendo in ginocchio migliaia di aziende?

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LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA CARTA Tubi di cartone usati come pilastri, travi, pareti per case, chiese, musei. È il modo di costruire di un progettista giapponese

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AAA AFFITTO CASA PER SET CINEMATOGRAFICI

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È una delle tendenze emergenti che può far guadagnare anche svariate centinaia di euro…

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TRADIZIONE E TECNOLOGIA PER UN LUSSO CLASSE A Il complesso Le Scuderie di Garlenda, in Liguria, perfetto esempio di utilizzo di materiali e stili architettonici tradizionali

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VIVERE CON IL BENESSERE DI UN EDIFICIO ECOSOSTENIBILE Prodotti e tecniche per un pregevole intervento Classe A nelle Marche

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SMART VILLAGE TOUR 2013

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BIGMAT PREMIA I MIGLIORI PROGETTI EUROPEI D’ARCHITETTURA

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SEI IN REGOLA CON LA PATENTE?

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Per spiegare architettura sostenibile, efficienza energetica e sicurezza antisismica

Diviene operativo il Decreto legislativo 81/08 che obbliga al possesso del patentino chi opera con i macchinari da cantiere

RUBRICHE

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FEDERCOSTRUZIONI INFORMA

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FORMEDIL INFORMA

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FEDERLEGNO INFORMA

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IL CONSULENTE D’AZIENDA

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IL CONSULENTE LEGALE

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NEWS DAL MONDO BIGMAT

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COLTIVIAMO

LA CITTÀ

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Giardini pensili, orti urbani (o addirittura in appartamento), verde verticale. Oppure semplicemente giardino. Ecco tutti i nuovi trend per lo spazio esterno più versatile, metaforico e gettonato del momento. di Zoe Lafleur e Tommaso Casagrande

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rchitettura verde contro il degrado sociale. Una tendenza che, dall’Europa del Nord si sta sempre più diffondendo in Italia, non solo come concetto dell’arredamento dell’edilizia privata e residenziale di nuova generazione, ma anche per riqualificare aree degradate delle periferie con soluzioni innovative dal punto di vista tecnologico. È il caso di un complesso di edilizia convenzionata a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano: tra il 2005 e il 2006 due edifici condominiali esistenti sono stati alzati di un piano realizzando particolari costruzioni di legno per non sovraccaricare le strutture portanti. Sopra ogni

Chicago City Hall

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appartamento è stato realizzato un giardino pensile con circa 30 centimetri di spessore di un particolare terriccio costituito quasi solo da una miscela di rocce vulcaniche frantumate, sovrapposto a un sistema tecnologico per il drenaggio delle acque in eccesso e la protezione meccanica dell’elemento di tenuta all’acqua. A distanza di otto anni è appena stato stilato il bilancio, positivo sia per gli utenti sia per l’amministrazione. La soluzione – interpretata e attuata dall’architetto Giacomo Borella dello Studio Albori di Milano – prevede un sistema a verde pensile pensato per un utilizzo a orto urbano e rimane una potenzialità di questa proprietà. Ma, in effetti, oggi solo alcuni utilizzano questi spazi verdi come orti: la maggior parte li ha trasformati in giardini veri e propri, con tanto di barbecue e amache. Gli appartamenti sottostanti sono attigui tra loro e così i giardini soprastanti, separati da semplici recinzioni metalliche leggere. Ciò invita gli inquilini a una spontanea socializzazione.

Orti urbani del Comune di Bergamo

Aspetto non trascurabile è il risparmio energetico per l’isolamento termico nel periodo invernale e il comfort estivo che consegue dal rinfrescamento della copertura. La capacità di trattenere l’acqua di questi sistemi fa si che il fabbisogno d’acqua per l’irrigazione sia ridotto al minimo. Museo di Scienze Naturali di San Francisco

Ma il verde, ormai, è uno dei nuovi “materiali” preferiti dalle archistar. Un esempio su tutti? Il Museo di Scienze Naturali di San Francisco, in California, che “respira” grazie all’inventiva di un architetto italiano famoso in tutto il mondo: Renzo Piano. Il museo ha un vero e proprio tetto vivente: «L’idea di un tetto vivo, animato, che respira e dialoga con la natura circostante, su cui sono piantate 1,7 milioni di pianticelle autoctone della California, scelte tra le più resistenti alla siccità, l’ho ripresa da consuetudini antiche delle nostre campagne, delle nostre montagne. La massa di terra e lo strato di vegetazione sopra i tetti di notte accumula umidità e diventa un isolante termico quando arriva il sole e il calore del giorno», ha dichiarato Renzo Piano. ORTI URBANI Gli orti urbani sono un fenomeno che lentamente sta prendendo piede, aiutato anche dalle amministrazioni comunali che da qualche anno stanno mettendo a disposizione dei cittadini, in modo gratuito, aree dedicate per la coltivazione (che vanno dai 30 a i 70 mq in media). Spesso, i fruitori sono anziani, che così trovano nell’iniziativa anche un ruolo sociale, oltre che salutare, sia dal punto nutrizionale sia fisico. L’orto-mania in città, però, dilaga anche sul balcone. Uno

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tra i più stupefacenti giardini urbani d’Italia si trova a circa 20 metri d’altezza, sul tetto di un palazzo di sei piani, a Torino. Ad averlo realizzato è Gaetano Bruno, fisico elettronico in pensione, che ha ricostruito con passione un ricchissimo ecosistema composto da centinaia e centinaia di specie vegetali diverse su una terrazza da 150 mq, disposta su cinque livelli diversi, dove crescono e prosperano un’infinità di alberi da frutto, ortaggi, piante ornamentali e fiori. Soltanto le rose, da sole, sono presenti con più di 80 varietà. Ogni anno il fisico e la moglie raccolgono quasi 300 chili di frutta e verdura. Non mancano nemmeno le viti, con cui il fisico, originario della Costiera amalfitana, produce persino il suo vino.

Alla mancanza di spazio, o di terreni idonei, ha pensato anche l’italiana Pircher, che ha sviluppato un cassettone rialzato in legno di conifera impregnato adatto all’uso esterno, che consente di ricreare anche nel piccolo spazio di un balcone un vero e proprio orto; inserito in un giardino permette, invece, di muovere l’agile struttura al fine di migliorare le posizioni delle piante in base alla condizione climatica dei vari periodi dell’anno. Pircher ha sviluppato due formati, entrambi recanti un piano d’appoggio sottostante all’orto ma differenziati l’uno dall’altro per alcune sostanziali peculiarità. Il primo (Orto alto a 8 vani) presenta una vasca suddivisa da una serie di


garden si presentano come unità di base, da assemblare in piccoli villaggi (e giardini) mobili.

Orto alto a 8 vani di Pircher

Con questo progetto, il quasi-nomadismo – a cui sono costretti alcuni lavoratori cinesi per via degli altissimi costi degli immobili – viene trasformato in fattore di liberazione, in un rapporto di correlazione e insieme di indipendenza rispetto all’ambiente urbano. Sfruttando ogni volume disponibile, queste minuscole casette-triciclo sono dotate di servizi domestici essenziali: fornelli e stufa, tavolo (che di notte si trasforma in letto), scaffali per libri e vestiti, lavandino e vasca da bagno. E poi, naturalmente, il piccolo spazio verde, magari da coltivare a orto. VERDE PERSINO IN CASA

celle al fine di consentire l’uso di differenti tipologie di terra, semina e trattamenti. Di dimensioni inferiori e dalla forma quadrata anziché rettangolare, il secondo prodotto (Orto alto a 4 vani) si presenta a singola vasca suddivisa in quattro sezioni solamente nella parte sommitale.

Le vasche degli orti verticali Pircher si possono riempire come se fossero degli enormi vasi, prevedendo quindi sul fondo il materiale di drenaggio (lapilli, pomice, ecc.) e poi sopra della buona terra e del concime organico. Il giardino, in questo modo, diviene anche un luogo nel quale curare e coltivare il proprio benessere fisico e spirituale. E che la voglia di verde in città non ha proprio limiti lo si vede anche dal divertente progetto dello studio cinese People’s Architecture Office, che rappresenta anche una riflessione sui problemi del mercato abitativo nelle metropoli della Repubblica Popolare. Tricycle house e Tricycle

Per chi proprio spazio esterno non ne ha e non ne vuole sapere di affittarne uno, c’è Living Table, dell’americana Habitat Horiculture. Ha, in tutto e per tutto, la funzionalità di un tavolino da salotto a cui però si integrano i colori e i profumi di un giardino in miniatura. La base verde è disponibile in due interpretazioni opposte: muschi e felci, o un mix di specie grasse. Quale che sia la scelta, il sistema di irrigazione è tale che, versando la giusta quantità d’acqua con cadenza settimanale o mensile, le piante sono in grado di modulare da sole, con assorbimento capillare, la quantità di nutrienti di cui hanno bisogno. Se invece il vostro pollice è tutt’altro che verde o siete troppo fuori casa per potervi permettere di avere qualche pianta sul davanzale, niente paura, ora la soluzione si chiama Plant-In City e consente di innaffiare le

Tricycle house e Tricycle garden

Living Table di Habitat Horiculture

piante di casa mentre noi siamo in viaggio con un semplice tocco sullo smartphone, o un occhio a Twitter. Plant-In City è un progetto in arrivo dagli Stati Uniti e ideato da Kickstarter (team di architetti, designer

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Plant-In City di Kickstarter

Giardino pensile

e sviluppatori), un esempio di come la tecnologia, a volte, sia tutto meno che fredda e abbia anzi come riferimento un’estetica rassicurante, quasi tradizionale: un terrario dall’aspetto vintage ma con una vocazione tecnologica. Dietro la sua struttura in legno si nascondono sensori di temperatura e di umidità, un impianto di irrigazione e uno di illuminazione. Tutto questa attrezzatura è collegata in rete, e infine allo smartphone.

energetico, la riduzione dell’inquinamento dell’aria ed elettromagnetico che stanno facendo del verde pensile una delle ultime concrete frontiere dell’architettura bio-ecologica, che lo propone per convenienza ed efficacia in alternativa al classico “vecchio” tetto (tra le iniziative più significative, nel febbraio 2004 il Consiglio Comunale di Bolzano ha approvato un progetto denominato “indice R.I.E.”, Riduzione Impatto Edilizio: all’interno della procedura il verde

LA MAGIA GREEN DEI GIARDINI PENSILI I giardini pensili che oggi stanno dilagando, come dicevamo, nelle metropoli e tra gli architetti di grido, hanno un’origine tanto antica quanto affascinante. I più celebri, infatti, sono quelli di Babilonia, costruiti vicino all’odierna Baghdad, in Iraq, intorno al 590 a.C. dal re Nabuccodonosor II come omaggio alla moglie Semiramide e considerati una delle Sette Meraviglie del mondo.

Il verde pensile (in cui si inseriscono anche il tetto e i muri verdi) presenta oltretutto numerosi vantaggi, non solo dal punto di vista estetico, ma anche

da un punto di vista funzionale ed economico. Non è una questione estetica, ma ragioni che hanno a che fare con l’isolamento termico, lo smaltimento delle acque piovane, la regolazione del clima del singolo edificio, il risparmio

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Delta-Floraxx Top di Dörken Italia


pensile è considerato strumento primario per compensare la sigillazione dei suoli, per l’aumento del benessere ambientale e per il miglioramento dei microclimi). Per i giardini pensili uno dei prodotti di riferimento, utilizzato in orizzontale, è l’alveolare drenante DeltaTerraxx di Dörken Italia. studiato per la protezione e il drenaggio di solai orizzontali, per la realizzazione di giardini pensili o superfici carrali. La membrana protegge l’impermeabilizzazione, drenando contemporaneamente le acque meteoriche. Altri due prodotti della linea DELTA® specifici per giardini pensili sono Delta-Floraxx e Delta-Floraxx Top, due

membrane alveolari per la protezione e il drenaggio delle acque superficiali con riserva d’acqua di 7 lt al mq. Queste membrane consentono la creazione

soprastante di giardini pensili o aree carrabili a parcheggio o pedonali. Sfruttano una nuova e innovativa bugna a forma ottagonale, che gli conferisce un’altissima resistenza alla compressione. Con soli 2 cm di spessore si ottiene il drenaggio equivalente ad alti spessori di massetti drenanti in materiale inerte. Queste soluzioni stanno trovando fortuna nelle nuove scelte urbanistiche delle grandi città bisognose di ripristinare un polmone verde per sconfiggere la tetra presenza dell’inquinamento. Giardini pensili nuovi, o ancora meglio frutto del restauro di determinate abitazioni, necessitano di supporti che permettano il drenaggio e si caratterizzino per una leggerezza di fondo che non influisca sulle situazioni statiche della struttura. Si tratta di pacchetti drenanti in grado di garantire un’attenta gestione dell’acqua piovana, della circolazione dell’aria, del passaggio del vapore dal basso verso l’alto, dell’accumulo dell’acqua che resterà a disposizione della vegetazione. Questi tessuti drenanti controllano il passaggio delle acque e la loro successiva evaporazione, consentendo così di gestirne e abbatterne lo spreco. SISTEMI SALVA-ACQUA Il risparmio nei consumi idrici può inoltre aumentare nel caso in cui si scelga di inserire un sistema di recupeIrriga di Isea

Country di Isea

ro delle acque piovane. Oggi esistono varie tecnologie e applicazioni che permettono di ripensare il ciclo delle acque, al fine di unire alla disponibilità della risorsa naturale quella derivante dalla depurazione e riutilizzo delle acque reflue. La stessa normativa italiana con la finanziaria 2008 – legge 144/2007 – ha predisposto l’obbligo della certificazione energetica e delle prestazioni di risparmio idrico e del reimpiego delle acque meteoriche. Il riuso diviene quindi una prassi frutto sia della sensibilità della popolazione in direzione di soluzioni green ed economiche sia dell’indicazione normativa. Un successo confermato dai numeri che dimostrano come il 50% del fabbisogno idrico pro capite possa essere recuperato dalle acque piovane. Si potrebbe così ridurre l’uso dell’acqua potabile in azioni quali irrigazione, lavaggio del bucato, lavaggio veicoli, e cassette dei WC, cosicché il peso della bolletta si sgravi notevolmente. Il mercato offre varie soluzioni a riguardo, sistemi come Irriga e Riusa del gruppo Isea sono infatti in grado di depurare, stoccare e rendere immediatamente disponibile gli accumuli idrici. Il sistema utilizza tutti i vantaggi di un serbatoio in polietilene dalle ridotte dimensioni; in particolare, nella versione Flat l’altezza del serbatoio è di solo 1,20 mt, che consente l’installazione anche in terreni dove è difficile scavare. Con Irriga il riuso trova sfogo in fini d’irrigazione, mentre il sistema Riusa permette alle acque raccolte di poter essere utilizzate anche a fini domestici come nelle cassette WC. Isea ha sviluppato un ulteriore innovativo sistema per dare nuova vita alle acque: gli impianti di sub-irrigazione a vassoi assorbenti, soluzioni solitamente adoperate per scarichi di origine civile che non recapitano in pubblica fognatura o in corpi idrici superficiali. Questi sistemi sfruttano il duplice lavoro di una serie di vassoi di filtraggio e dell’azione di opportune piante tramite i loro radicali. Le piante che si prestano a queste funzioni possono essere: bambù, alloro americano, fragola comune, felci e molte altre. Esempio di tale sistema è l’impianto di sub-irrigazione Country, che sfrutta l’azione di fitodepurazione permessa dall’inserimento di una variegata tipologia di piante che aumenta l’evapotraspirazione naturale e, tramite le radici di arbusti o fiori, assorbe gli elementi organici dei liquami.

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L’IMPORTANZA DELLE FINITURE Anche gli spazi esterni della casa giocano con i materiali più attuali per creare suggestioni e atmosfere per tutti i gusti. di Zoe Lafleur e Tommaso Casagrande

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l giardino e gli spazi esterni della casa in generale sono il primo biglietto da visita di un’abitazione e come tali dovrebbero essere curati nei minimi dettagli, si preferisca la semplicità piuttosto che la ricercatezza. Anche qui, come negli spazi interni della casa, le finiture giocano un ruolo fondamentale. Vari possono essere i suggerimenti che giungono dai pro-

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dotti di qualità made in Italy: si passa da scelte estetiche calde attraverso l’uso del legno, ad altre che facciano riaffiorare i timbri del paesaggio con pietre e ceramiche a esse ispirate. Di sicuro effetto sono le soluzioni

permesse dai prodotti a marchio XILO1934 di Piemonte Parquets. L’azienda infatti è diventata leader

di mercato in riferimento all’uso del legno per inserimenti d’arredo. Grazie a nuove soluzioni come la linea di pavimentazione Decking, il legno ha abbandonato la sua consueta declinazione e ha trovato una nuova strada al fine di portare l’eleganza delle sue venature anche all’esterno. Il prodotto Decking subisce un processo di lavorazione innovativo, e completamente svolto negli stabilimenti italiani, che consente di aumentarne la stabilità sul lungo periodo ed evita i consueti problemi di deformazione del materiale dopo la posa. Il legno viene lavorato al fine di renderlo liscio e antiscivolo, la messa in opera avviene su magatelli con piastrine o viti a vista. Queste azioni ne


Quarzite di Barge di Cave Gontero

allungano e migliorano la durata e anche se costantemente colpito dall’azione del sole, il prodotto necessita della sola stesura dell’olio, una volta all’anno, per riportarlo al tono di colore originario.

Decking by XILO1934 di Piemonte Parquets

Xilomoenia by XILO1934 di Piemonte Parquets

XILO1934 di Piemonte Parquets ha inoltre sviluppato una soluzione per le superfici verticali. Si tratta di Xilomoenia, un innovativo prodotto in grado di migliorare l’isolamento termico e di preservare il fabbricato dall’invecchiamento oltre che di migliorare l’isolamento acustico dell’involucro e di aumentare, anche sotto quest’aspetto, il comfort abitativo interno. La materia prima del prodotto è legno massello, segato ed essiccato. Ogni singolo pezzo si ancora agli altri tramite scorrimento o a incastro su un profilo in acciaio inox che può essere ancorato alla parete. Xilomoenia, grazie ai sistemi di ancoraggio utilizzati, è installabile su qualunque superficie senza lavori preliminari di progetto e consente una posa in opera facile ed economica. TOCCHI DI ELEGANZA CON QUARZO E ARENARIA Il rivestimento esterno – sia esso ligneo, come abbiamo appena visto con la soluzione di Piemonte Parquets, o in pietra – risulta uno degli espedienti più facili ed efficaci nella scelta di rinnovamento dell’estetica della dimora. Oltre al legno il mercato offre un ventaglio di offerte e possibilità che coniugano la bellezza e la qualità del materiale alla facilità della messa in opera. La Quarzite di Barge,

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uno dei prodotti di punta di Cave Gontero, viene estratta dal Monte Bracco nelle Alpi Occidentali, è una pietra ad alta concentrazione di quarzo e la sua composizione chimica ne fa un materiale resistente all’azione di acidi, sbalzi termici, gelo o elevate temperature. Questi comportamenti fisici rendono il materiale particolarmente indicato per l’uso in esterno, riducendo notevolmente il logorio derivante dagli agenti atmosferici. L’estrazione avviene ora con tecniche moderne ma la successiva lavorazione viene svolta ancora in modo artigianale con punta e martello, mantenendone così intatte le caratteristiche estetiche.

La Pietra di Luserna, sempre di Cave Gontero, è un materiale ancora più versatile. Nella finitura a

Old Stone (sopra) e New Step (sotto), tutto di Antoniazzi

spacco naturale, disponibile in piastrelle di diversi formati, opus incertum e cubetti, è usata da secoli come pavimentazione di abitazioni e luoghi pubblici come strade, piazze e marciapiedi. Nella versione fiammata è particolarmente indicata per pezzi lavorati su misura come scale, soglie e davanzali oltre che per piastre da pavimento e rivestimento. VANTAGGI ED ESTETICA DEI MATERIALI RICOSTRUITI Ampia fortuna di mercato trovano le soluzioni che prediligono il “ricostruito” all’elemento naturale. Non sempre, infatti, la pietra si presta a corrispondere ad un gusto estetico o ad una facile gestione e pulizia; talvolta alla semplice bellezza l’acquirente predilige la funzionalità. Per questo sono state sviluppate una serie di soluzioni che riproducano l’aspetto della pietra naturale, come avviene con la gamma Bradstone di Antoniazzi, storica azienda di Cremona. Si tratta di una linea di pavimentazione, muretti e bordure, che permette un modo diverso di animare il giardino, il patio o un vialetto. Le ampie declinazioni Pietra di Luserna di Cave Gontero

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della gamma Bradstone offrono un corollario di soluzioni per valorizzare qualsiasi ambiente esterno. Bradstone è stata pensata soprattutto per le rivisitazioni di ambienti esterni nel pieno rispetto dell’armonia rurale grazie alle tonalità tenui della linea alle quali affianca la facilità d’incastro degli elementi che compongono i muretti. La pietra ricostruita è quindi il risultato di un sapiente mix tra uomo e natura, frutto di un attento dosaggio di pietre e polveri naturali, leganti speciali, pigmenti coloranti. Grazie alla gamma Bradstone si possono ottenere innumerevoli soluzioni orizzontali e verticali, durature nel tempo, che valorizzano e arricchiscono il contesto in cui vengono inserite e che non fanno rimpiangere i timbri estetici dell’elemento naturale. La cura e la passione con cui vengono creati questi prodotti ha permesso di ottenere il risultato estetico dell’elemento naturale per antonomasia: il legno. Alla corrispondenza visiva queste pietre ricostruite uniscono la caratteristica fisica di resistenza che le rende durevoli e che fa prediligere tali


Linea IN|OUT di Del Conca

Arenal di Pietre d’Arredo

materiali in interventi di restauro o creazione di giardini. Questo è il caso della linea New Step di Antoniazzi, un prodotto in grado di ricreare la calda e imprecisa estetica delle traverse in legno. Accurati nei loro intagli, i singoli pezzi uniscono al fascino del legno la praticità di un prodotto versatile e resistente che si presta alla realizzazione di percorsi, camminamenti e patii.

Si ricerca il passato architettonico della tradizione paesana italiana per realizzare giardini esteticamente vicini alla natura dei paesaggi circostanti. La Toscana è la culla della tradizione italiana, della lingua della nazione, e la pietra arenaria nella declinazione della serena, è una delle principali testimonianze di questo retaggio storico. La collezione Arenal di Pietre d’Arredo ricerca tutto ciò e dà vita a un prodotto dalle variegate tonalità per rivestire pareti interne ed esterne, muri di recinzione e zoccoletti. Anche l’uso della ceramica per gli ambienti esterni è ormai un dato di fatto, ma oggi, con l’impiego sempre più sofisticato delle nuove tecnologie, oltre alla qualità si è aggiunta la capacità di realizzare superfici di grande fascino e adatte a nuovi campi d’impiego. È il caso della linea DUE di Del Conca, 20 mm di spessore in formato 60x60, che unisce la suggestione della pietra naturale alla facilità di messa in posa grazie alla possibilità di adagiare il prodotto su sabbia, prato o ghiaia senza l’uso di collanti o stucchi. La collezione Due, posata su supporti in polipropilene, si può disporre anche in maniera sopraelevata, ammortizzando così eventuali dislivelli di un fondo non perfettamente planare e favorendo, al contempo, l’isolamento termico e acustico degli ambienti. Facile e veloce da installare la pavimentazione è immediatamente calpestabile. Una soluzione pensata principalmente per l’uso esterno: su terrazze, per la creazione di viali o lastricati. Inoltre la facilità di rimozione e riposizionamento del prodotto consente di trasformare continuamente l’aspetto estetico del giardino.

Queste peculiarità contraddistinguono anche la linea Lokon di Pietre d’Arredo. Un prodotto dalle forme scagliate, che attraverso tonalità differenti realizza un gioco di luci elegante e caratterizzato dall’azione del tempo che ne ha smussato l’aspetto esteriore. Con Misto

Campagna, sempre di Pietre d’Arredo, si cerca di recuperare le combinazioni delle pietre, dei mattoni e dei ciottoli delle cascine di un tempo. Linea DUE di Del Conca

Il giardino è, come già descritto, la continuità esterna della dimora, una continuità che dai volumi verticali antropizzati ci possa condurre con delicatezza verso l’elemento naturale. In quest’ottica guarda la linea IN|OUT di Del

Conca. Gres porcellanato in grado di riprodurre i timbri, le venature e il calore del legno unendo ad

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esse tutta la funzionalità e la resistenza di un prodotto in ceramica. I listoni in gres di questa collezione si possono utilizzare sia in ambienti interni sia esterni permettendo così di dare una soluzione di continuità al pavimento. Un prodotto di elevata qualità in grado di resistere agli urti senza graffiarsi, mantenendo intatta la sua superficie nel corso degli anni, anche sotto la costante azione dei raggi solari. La sua resistenza all’acqua, al vapore e all’umidità ne consente l’uso in bagno e in cucina ma ancor più permette di utilizzare il prodotto nella realizzazione di esterni e quindi nell’abbellimento di balconi e giardini. IN|OUT trae ispirazione dalle essenze dell’Afrormosia, rarissimo e pregiato legno africano. LA COMODITÀ DI UN TAPPETO VERDE ll giardino, come abbiamo appena visto, viene reso più accogliente attraverso prodotti che sommano qualità e valore estetico. Il colore gioca un ruolo primario nella descrizione dell’ambiente e nella trasposizione del benessere; un prato dal verde lussureggiante porta pace e soddisfa le sensazioni e l’occhio di chi lo calpesta. Questi risultati non sono sempre facilmente raggiungibili, comportano dei costi sia economici sia di tempo, per questo sono state sviluppate delle soluzioni alternative come l’erba sintetica. L’erba sintetica infatti non obbliga a diserbare, dissodare, seminare e irrigare. Fa risparmiare tempo, fatica, attrezzature e soprattutto acqua. Le

soluzioni sviluppate da Tenax, azienda leader nel campo dell’erba sintetica, consentono di pavimentare porticati e bordi piscina o di ornare piccoli spazi interni. La facilità d’uso dei prodotti li rende una comoda alternativa per il completamento di giardini pensili, terrazze, aiuole o cortili condominiali e aree ricreative. Il punto di verde è assicurato e i prodotti trovano impiego anche nelle zone “difficili” del giardino: in ombra, in pendenza, assiduamente calpestate. Terra-

nova MAT rappresenta il top della gamma di Tenax grazie alla compattezza del manto e all’effetto

assolutamente naturale. Il prodotto è composto da un supporto drenante in PP e feltro, su cui sono cuciti ciuffi di fibre in PE e in PP. Le fibre, dell’altezza di 35 mm,

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sono lavorate a doppio filo e in quattro tonalità diverse; la loro resistenza ai raggi UV, all’acqua clorata e a quella marina le rende infine ideali anche per l’uso lungo bordi piscina o in prossimità del mare. Nella messa in opera si rende talvolta necessario stendere uno strato drenante da apporre sopra il telo antiradice al fine di realizzare uno strato permeabile di separazione. La gamma di possibilità per ristrutturare o realizzare il giardino, sia esso pensile, verticale od orizzontale, è, come abbiamo visto, infinita. Quello che conta è però altro. Il giardino, universo complesso, fin dall’antichità è stato concepito come corpus dalle profonde simbologie, dove si declina la grammatica dei quattro elementi fondamentali – terra, acqua, aria e fuoco – attraverso la simbologia delle piante che vi sono coltivate, la composizione geometrica e della forma, nonché tramite gli elementi decorativi. Nel mondo attuale, però, la funzione estetica e visiva ha preso il posto degli altri valori, ma oggi più che mai

la direzione, anche degli architetti, è quella di recuperare l’universo simbolico del giardino, che

significa poi recuperare saperi dimenticati e un tradizionale rapporto con la natura che va non solo rispolverato, ma anche salvaguardato. ■ Erba sintetica di Tenax


Essential è il marchio delle porte e dei controtelai ideati da Scrigno, col Sistema Porta-Parete. Porte scorrevoli o a battente, ove scompaiono stipiti e cornici coprifilo. Porte essenziali, per lasciare massima libertà a design, progetto, arredo. La porta è Essential, lo stile è libero, la qualità è Scrigno.

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... E tu, non fai un

R EF IT TI ? G N

Recladding, overcladding e refitting sono i nomi di nuovi sistemi hi-tech che potrebbero dare una svolta al restyling energetico degli edifici. di Michelangelo Cecchetto

S

embrano nomi da chirurgia estetica o da corsi di fitness e, in effetti, un po’ potrebbero essere visti così, anche se recladding, overcladding e refitting non sono altro che tre nuove tecniche per ristrutturare le facciate di case e condomini. Non

si parla solo di materiali, ma di una vera e propria rivoluzione nelle applicazioni, in

campo estetico, architettonico e prestazionale. Una vera e propria disciplina, nata di recente, che si articola in vari rami, coinvolgendo, non solo l’aspetto estetico, ma anche gli impianti e i sistemi di copertura. Insomma, un nuovo modo per rivalutare le preesistenze e reinventare gli

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edifici obsoleti, con accorgimenti tecnici e materici tali da rendere il tutto performante e in un’ottica moderna di comfort. IL RECLADDING Per recladding – che deriva dal verbo to clad, rivestire – s’intende innanzitutto il rifacimento totale delle pareti esterne di un edificio tramite la sostituzione totale della facciata, con vetro, muratura o elementi in acciaio. Per dirla in altre parole, si tratta di una sorta di rivestimento per facciate, con annesso adeguamento e miglioramento prestazionale, che risulta una soluzione ottimale anche in quei casi dove il restauro entra a pieno diritto, per età e caratteristiche dell’edificio in questione. Un tipo di intervento che va incontro all’enorme patrimonio immobiliare italiano, non antico, ma vecchio e soprattutto esteticamente brutto, troppo costoso da demolire o da adeguare alle nuove normative in campo di risparmio energetico. Soprattutto in un periodo dove i canoni della bioedilizia si stanno ampiamente diffondendo, questa soluzione permette, anche sul costruito, di migliorare sensibilmente il risparmio di energia. La linea guida da seguire si articola essenzialmente in una serie di punti che prevedono interventi mirati alla personalizzazione in


termini di prestazioni, di funzionalità e di estetica, con una grande attenzione al contenimento dei costi e dei tempi di realizzazione. Ma vediamo come funziona. Questa operazione di rivestimento opera mediante l’utilizzo di appropriati pacchetti tecnologici, costituiti da materiali differenti, di qualità elevata. Non solo lastre o speciali

intonaci, ma anche additivi chimici e altri materiali tecnologicamente avanzati, che, oltre a mascherare le facciate senza dover intervenire con una demolizione, permettono di aumentarne ad esempio, l’isolamento acustico o termico. Una sorta di capotto, che a seconda del tipo di intervento, assume diciture diverse. REFITTING, LA REMISE EN FORME DEGLI EDIFICI Termine tipico del gergo navale, il refitting si sta lentamente sviluppando anche all’interno delle pratiche edili e tutt’oggi viene considerato come una delle alternative più interessanti ed economicamente più vantaggiose rispetto al recladding. Il refitting edile, però, è una pratica completamente diversa da quella usata in campo marittimo: se in quest’ultimo caso l’azione comporta un intervento massivo che parte dal completo smontaggio della struttura fino a giungere al restyling totale della nave, in edilizia, come viene suggerito efficacemente dal verbo inglese to fit, si cerca di “rimettere in forma” l’edificio. Una

sorta di intervento chirurgico-estetico finalizzato al miglioramento del comportamento dell’edificio: sono infatti piccole parti della struttura o elementi non più performanti i soggetti dell’intervento. Uno dei principali vantaggi di questa azione edile, rispetto al totale rifacimento della facciata, risulta la possibilità di non incidere sulla vita all’interno dell’edificio consentendo alle persone che lo occupano di continuare nelle loro attività quotidiane o lavorative, ne deriva così un enorme risparmio in termini economici. L’intervento può quindi comportare la sostituzione degli infissi con modelli dalle prestazione migliori in grado di rispondere con efficacia alle azioni nocive di vento, acqua, umidità e di consentire una funzionale trasmittanza termica. Rientra in ciò che si definisce refitting anche l’aggiunta di uno dei tanti sistemi passivi: le schermature solari. Tali schermature permettono di controllare i consumi ener-

getici e nello specifico di annullare l’innalzamento delle temperature interne in conseguenza all’azione della radiazione solare. Gli interventi di refitting più consueti e conosciuti rimangono però le aggiunte di pannelli solari e di impianti fotovoltaici che tramutano la casa da organismo passivo a vero e proprio agente energetico, talvolta perfino autonomo. OVERCLADDING, LA CIPOLLA TRASPIRANTE La terza e ultima pratica di intervento esterno degli edifici presenta un esempio storico artistico di prestigio: la basilica Palladiana a Vicenza. L’imponente edificio subì, infatti, un rifacimento esterno che ne mutò i connotati estetici adeguandoli al gusto rinascimentale del tempo e alle idee dell’architetto Andrea Palladio che guidò la rielaborazione. Quasi cinquecento anni dopo il termine rifacimento esterno si è trasformato in overcladding ed è ritornato agli onori della cronaca grazie ai vantaggi energetici derivanti dal suo uso nonché grazie ai fortunati esempi internazionali come l’intervento del city Point a Londra di Santiago Calatrava e Sheppard Robson. Con overcladding si vanno

quindi a indicare tutte quelle sovrapposizioni di strati o di tipologie di “pelle”, in vari materiali, che consentono di implementare le risposte d’isolamento e ventilazione della struttura muraria. Anche in questo caso i vantaggi economici sono molteplici. Oltre al miglioramento energetico degli edifici, questa pratica consente di abbattere i costi di realizzazione sviluppandosi come semplice sovrapposizione di strati e omettendo così qualsiasi processo di demolizione dell’esistente e/o di interruzione delle attività ospitate dall’edificio. Oltre ai benefici appena elencati si può sottolineare come un intervento esterno comporti di per sé un restyling estetico che va a ridisegnare non solo il singolo edificio, ma può determinare anche un miglioramento urbanistico non indifferente. A livello pratico ingegneristico, diviene però indispensabile un’analisi statica-strutturale che consideri l’incidenza delle nuove aggiunte nei confronti dell’esistente senza dimenticare l’influenza dell’illuminazione che potrebbe comportare un ripensamento delle configurazioni interne. Ciò nonostante la velocità d’installazione così come l’immediatezza in termini di aggiornamento dell’isolamento rendono l’intervento un’ottima alternativa al più dispendioso recladding. ■

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MARCHIO ITALIA PER LE COSTRUZIONI La proposta di Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni e ANCE, guarda ai mercati internazionali, dove si gioca la sfida del futuro a suon di investimenti a tre zeri per i Paesi emergenti. di Carlo Vacca

C

hi l’ha detto che il made in Italy è solo abbigliamento, oggetti di design, prodotti enogastronomici? Anche i sistemi costruttivi

italiani hanno uno stile e una qualità di alta gamma che va esportata. Ne è convinto

Paolo Buzzetti, che lancia un “Marchio Italia per le Costruzioni”, che garantisca un edificio costruito in qualsiasi parte del mondo, ma progettato e realizzato made in Italy. Il presidente di Federcostruzioni e di ANCE è convinto che questo potrebbe rappresentare, nel mercato mondiale delle costruzioni, un’opportunità per il sistema imprenditoriale italiano. «È un sogno che vorrei realizzare insieme all’Agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese italiane e a SIMEST (Società italiana per le imprese all’estero Spa) – ha dichiarato Buzzetti –. Un sogno che potrebbe dare nuova linfa vitale al mercato. Vi sono Paesi dove la contrazione del mercato è significativa come in Italia e ve ne sono altri

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dove il ruolo dell’edilizia per lo sviluppo economico e sociale resta fondamentale e dove si registrano tassi significativi di crescita degli investimenti. È qui che bisogna puntare ma senza rinunciare alla qualità e alla capacità dell’imprenditoria del settore italiano delle Paolo Buzzetti costruzioni che ci vengono riconosciute in tutto il mondo». Un ragionamento accolto dal presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Riccardo Monti: «Razionalizzare il sistema italiano all’estero migliorando la rete già esistente e includendo tutte le nostre risorse: quelle umane dei rappresentanti delle filiere produttive a quelle finanziarie disponibili presso le regioni». Un altro aspetto strategico individuato dal presidente dell’Agenzia è la possibilità di utilizzare le conoscenze specifiche del settore delle costruzioni. A questo fine Monti ha chiesto a Federcostruzioni «una concreta collaborazione anche con personale negli uffici dell’Agenzia all’estero soprattutto in quei Pa-

esi che offrono maggiori opportunità per le imprese italiane come la Russia, il Brasile, ma anche alcune aree dell’Asia centrale e dell’Africa settentrionale». I NUMERI DI UN SETTORE CHE GUARDA AGLI EMERGENTI La fotografia scattata da un’indagine, promossa da Federcostruzioni e MADE Expo e realizzata dal Cresme, delinea un quadro preciso delle opportunità dove le imprese italiane possono operare. In termini generali il mercato mon-

diale delle costruzioni ha investito nel 2011 circa 5.570 miliardi di euro, rappresentati per il 33,7% dai lavori in edilizia residenziale

(1.880 miliardi); per il 34% per opere infrastrutturali (1.887 miliardi); e per il restante 32,4% dagli edifici non residenziali (1.803 miliardi). Un contributo che ammonta oggi a poco più dell’11% del Pil. Il centro del mondo delle costruzioni si sposta sempre di più verso oriente, soprattutto a causa della forte crescita di Cina e India. Ma non solo. Le forti esigenze di infrastrutturazione di base caratterizzano, ad esempio, le costruzioni in Africa; il settore residenziale rimane il principale destinatario delle risorse nell’Europa Occidentale, mentre gli investimenti in edilizia non residenziale caratterizzano le economie più dinamiche e molte economie emergenti. «In questo quadro di profondi mutamenti bisogna essere pronti ad accompagnare le imprese nel percorso verso una sempre maggiore internazionalizzazione del mercato – ha dichiarato Buzzetti –. Sono soprattutto le PMI a necessitare di un sostegno efficace, così come diventa essenziale operare in una logica di filiera, dove accanto alle imprese vi siano le istituzioni, ma anche le banche. Per questo mi auguro che il lavoro della cabina di regia istituita alla Farnesina, consentirà con la Rete delle Ambasciate, le Regioni e il Governo di fare sistema, di dettare strategie, di indicare le priorità e i mercati più attraenti per le nostre imprese». «Il nostro supporto alle imprese italiane, soprattutto alle PMI – ha detto Massimo D’Aiuto, amministratore delegato di SIMEST – è stato molto forte soprattutto negli ultimi 5 anni, nel corso dei quali molte aziende del settore hanno deciso di affacciarsi ai mercati esteri. I progetti di par-

tecipazione approvati da SIMEST, in proprio e attraverso il Fondo pubblico di Venture Capital, sono 165 nei settori infrastrutture, costruzioni ed energetico, in oltre 45 paesi, con investimenti complessivi per circa 3 miliardi e mezzo. Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese, i progetti sono 334, per quasi 4 miliardi di euro di finanziamenti». ■

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QUANTO VALGONO LE CASE DEGLI ITALIANI? La fotografia del patromonio immobiliare nazionale 2012 e dei suoi proprietari nello Studio del Dipartimento delle Finanze e dell’Agenzia del Territorio. di Rosa Santavite

I

valori immobiliari, si sa, dipendono da diversi fattori: dalla ricchezza locale, per esempio, composta dagli stipendi più altri redditi; dall’incrocio tra domanda e offerta, motivo per cui nelle grandi città le case sono più care; dal territorio in sé, perché la bellezza paesaggistica (oltre che architettonica) o una posizione privilegiata costano. In base a tutti questi valori, come si distribuisce la ricchezza immobiliare in Italia? Quali sono i valori? Qual è l’identikit dei proprietari? La fotografia

TAB. 1 PATRIMONIO IMMOBILIARE E VALORI MEDI €/MQ

Area territoriale Nord Ovest

Nord Ovest Totale Nord Est

Nord Est Totale Centro

Centro Totale Sud

Sud Totale Isole Isole Totale Italia

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Valore medio unitario abitazioni (€/mq) PF e PNF 2.806 1.549 1.397 2.394 1.646 Emilia-Romagna 1.773 Friuli-Venezia Giulia 1.167 Trentino-Alto Adige 2.343 Veneto 1.449 1.617 Lazio 2.553 Marche 1.439 Toscana 2.266 Umbria 1.180 2.184 Abruzzo 1.118 Basilicata 872 Calabria 785 Campania 1.699 Molise 770 Puglia 1.167 1.273 Sardegna 1.300 Sicilia 1.025 1.096 1.595 Regione Liguria Lombardia Piemonte Valle d’Aosta

Coefficiente di variazione 0,52 0,23 0,25 0,37 0,37 0,28 0,26 0,31 0,34 0,40 0,22 0,24 0,36 0,14 0,31 0,31 0,23 0,22 0,45 0,19 0,29 0,41 0,36 0,34 0,37 0,39

Valore medio abitazioni (€) PF e PNF 267.084 168.981 161.544 221.358 179.552 205.236 152.159 283.067 189.074 200.256 280.779 180.281 268.677 155.736 254.219 131.942 89.142 84.800 198.789 88.073 129.161 143.865 161.329 113.058 124.512 182.910


è stata scattata dallo studio “Gli immobili in Italia

2012” realizzato dal Dipartimento delle Finanze e dall’Agenzia del Territorio, con la collaborazione della Sogei, Società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze. PATRIMONIO IMMOBILIARE E VALORI Il valore complessivo delle proprietà in Italia ammonta a 6.461,6 miliardi di euro, una cifra di oltre tre volte superiore al nostro debito pubblico: la stragrande maggioranza appartiene a persone fisiche (6.124,5 miliardi) ed è composta da abitazioni, in quanto le pertinenze rappresentano una piccola parte del totale (337,1 miliardi). Le regioni

INDICE DEL VALORE RESIDENZIALE/PIL

TRENTINO - ALTO ADIGE 5,7 FRIULI - VENEZIA GIULIA 3,3 VALLE D’AOSTA 7,2

LOMBARDIA 3,1 VENETO 3,6

TAB. 2 VALORE ABITAZIONI Area territoriale Regione Nord Ovest Liguria Lombardia Piemonte Valle d’Aosta Nord Ovest Totale Nord Est Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Trentino-Alto Adige Veneto Nord Est Totale Centro Lazio Marche Toscana Umbria Centro Totale Sud Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sud Totale Isole Sardegna Sicilia Isole Totale Italia

Valore abitazioni (mld €) PF 283,3 794,8 394,4 25,4 1.498,0 458,9 98,0 153,5 440,3 1.150,7 724,9 142,5 504,0 69,0 1.440,4 101,4 28,3 99,7 491,4 18,4 269,3 1.008,6 138,4 323,2 461,6 5.559,3

PIEMONTE 3,8 EMILIA - ROMAGNA 4,0

> 7 MLD (2 REGIONI)

LIGURIA 7,4

5,5 - 7 MLD (3 REGIONI) TOSCANA 5,5

MARCHE 4,0

4,3 - 5,5 MLD (3 REGIONI) UMBRIA 3,7

3,5 - 4,3 MLD (7 REGIONI) ABRUZZO 4,1 LAZIO 5,2

< 3,5 MLD (5 REGIONI) MOLISE 3,2

PUGLIA 4,4 CAMPANIA 5,8 BASILICATA 2,9 SARDEGNA 4,7

CALABRIA 3,2

SICILIA 4,1

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sigillanti per piastrelle


* Valore OMI: È il valore dell’Osservatorio del mercato immobiliare e consente di determinare il cosiddetto “valore normale” degli immobili, seguendo le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate nel provv. 27.7.2007 che, per l’appunto, ha definito un metodo algoritmico per determinare il valore venale in comune commercio utilizzando le rilevazioni periodiche dell’Osservatorio.

TAB. 3 PROFILI DEI PROPRIETARI Classe d’età Fino a 20 Da 21 a 30 Da 31 a 50 Da 51 a 70 Oltre 70 Totale Sesso Femmine Maschi Totale Figli a carico No Sì Totale Area geografica Nord Centro Sud ed isole Totale Stato civile Celibi/Nubili Coniugati Vedovi Separati/Divorziati Altro Totale

Numero di proprietari di abitazioni 50.398 837.158 8.382.066 8.926.524 5.444.763 23.640.909 Numero di proprietari di abitazioni 11.324.458 12.316.451 23.640.909 Numero di proprietari di abitazioni 16.602.795 7.038.114 23.640.909 Numero di proprietari di abitazioni 12.087.561 5.418.774 6.134.574 23.640.909 Numero di proprietari di abitazioni 2.927.567 13.491.016 2.140.306 1.082.097 3.999.923 23.640.909

Valore imponibile Potenziale Imu medio gruppo abitativo 55.124 58.276 75.478 96.353 98.026 87.901 Valore imponibile Potenziale Imu medio gruppo abitativo 88.493 87.356 87.901 Valore imponibile Potenziale Imu medio gruppo abitativo 88.264 87.044 87.901 Valore imponibile Potenziale Imu medio gruppo abitativo 89.705 101.625 72.224 87.901 Valore imponibile Potenziale Imu medio gruppo abitativo 85.535 92.108 109.725 112.894 57.004 87.901

Valore OMI* medio gruppo abitativo 123.859 128.302 166.655 218.920 230.582 199.665 Valore OMI medio gruppo abitativo 201.507 197.971 199.665 Valore OMI medio gruppo abitativo 202.506 192.962 199.665 Valore OMI medio gruppo abitativo 198.618 243.466 163.036 199.665 Valore OMI medio gruppo abitativo 196.441 206.379 255.533 254.792 134.572 199.665

Reddito imponibile medio 5.617 15.778 24.010 25.320 17.687 22.699 Reddito imponibile medio 17.554 27.394 22.699 Reddito imponibile medio 19.851 29.310 22.699 Reddito imponibile medio 24.400 23.461 18.624 22.699 Reddito imponibile medio 22.962 25.208 20.646 29.305 13.334 22.699

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più popolose e nelle quali si trovano le maggiori città sono al top della classifica della distribuzione territoriale: a guidare la classifica sono Lazio (875 miliardi, con la forte spinta di Roma) e Lombardia (974 miliardi) e va notato anche come una regione poco popolata come la Liguria abbia un alto indice patrimoniale. Considerando il rapporto tra patrimonio immobiliare e Pil regionale si possono trarre alcune interessanti conclusioni

(vedi tab. 1): le case in Lombardia, per esempio, hanno lo stesso valore relativo (coefficiente di variazione) che in Calabria, mentre Liguria e Valle d’Aosta sono le regioni in cui le abitazioni sono più care rispetto alla ricchezza prodotta. Ciò si determina, naturalmente, per la vocazione turistica che sposta la ricchezza da altre regioni. Quando parlia-

mo di prezzi al mq, infatti, la Liguria batte tutti (2.806 euro al mq) mentre il Molise risulta essere la regione più economica d’Italia (870 euro al mq).

TAB. 4 ATTIVITÀ DEI PROPRIETARI NORD Valore OMI* Reddito Prevalente Dipendente Pensione Autonomo, impresa e partecipazione Fabbricati Totale

Numero dei proprietari 5.227.433 4.915.736

165.557 204.538

Deviazione Standard 175.342 206.770

Coefficiente di Variazione (%) 106 101

1.317.261

234.166

287.120

123

37.265

894.270 12.354.700

436.528 207.942

686.006 278.250

157 134

13.180 25.005

Media

Media 29.427 19.214

CENTRO Valore OMI* Reddito Prevalente Dipendente Pensione Autonomo, impresa e partecipazione Fabbricati Totale

Numero dei proprietari

Deviazione Standard

Media

Coefficiente di Variazione (%)

Media

2.258.422 2.228.422

211.282 241.390

220.419 255.096

104 106

28.845 19.525

566.606

264.305

320.322

121

32.122

518.149 5.571.599

441.740 250.080

744.237 334.096

168 134

11.311 23.803

SUD E ISOLE Valore OMI* Reddito Prevalente Dipendente Pensione Autonomo, impresa e partecipazione Fabbricati Totale

Numero dei proprietari

Deviazione Standard

Media

Coefficiente di Variazione (%)

Media

2.496.068 2.555.745

140.296 156.548

159.647 189.517

114 121

23.364 16.161

591.179

181.065

240.795

133

23.819

690.415 6.333.407

270.018 164.751

488.676 239.603

181 145

6.268 18.620

TOTALE ITALIA Valore OMI* Reddito Prevalente Dipendente Pensione Autonomo, impresa e partecipazione Fabbricati Totale

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Numero dei proprietari

Deviazione Standard

Media

Coefficiente di Variazione (%)

Media

9.981.923 9.699.903

169.621 200.394

184.635 216.753

109 108

27.779 18.481

2.475.046

228.478

286.535

125

32.918

2.102.834 23.259.706

383.373 206.392

649.301 284.543

169 138

10.449 23.064


IDENTIKIT DEI PROPRIETARI A chi appartiene il patrimonio immobiliare italiano? Dipendenti e pensionati battono tutti. Se a livello nazionale ci sono oltre 24,6 milioni di proprietari di almeno un’unità immobiliare, da soli i lavoratori dipendenti e i pensionati si accaparrano, praticamente in parti uguali, quasi 20 milioni di immobili. Al sud addirittura i pensionati superano i lavoratori dipendenti (vedi tab. 4). Da notare, inoltre, che la maggior

Reddito Complessivo Deviazione Standard

parte dei proprietari ha un’età compresa tra i 51 e i 70 anni (vedi tab. 3): gli uomini superano di poco le donne e i coniugati naturalmente sono i più numerosi e, considerata l’età di riferimento, emerge come oltre 16 milioni di proprietari non hanno figli a carico e pertanto non godono delle esenzioni Imu. Sono il 70% del totale, mentre solo il 9,6% dei proprietari sono giovani under 35. Naturalmente, anche il valore delle case cresce con l’età di chi le possiede, all’aumentare del reddito e della capacità di spesa. ■

Valore Imponibile Potenziale Imu Coefficiente di Variazione (%)

43.755 14.101

149 73

80.586 95.372

Deviazione Standard 84.963 98.627

68.610

184

113.910

136.231

119,59

81.697 43.785

620 175

205.339 99.052

313.577 130.429

152,71 131,68

Media

Reddito Complessivo Deviazione Standard

Coefficiente di Variazione (%) 105,43 103,41

Valore Imponibile Potenziale Imu Coefficiente di Variazione (%)

Deviazione Standard

Media

Coefficiente di Variazione (%)

37.839 16.711

131 86

92.902 103.970

102.169 112.704

109,97 108,40

71.551

223

116.384

149.518

128,47

34.917 36.840

309 155

194.409 109.157

322.361 148.486

165,82 136,03

Reddito Complessivo Deviazione Standard

Valore Imponibile Potenziale Imu Coefficiente di Variazione (%)

Deviazione Standard

Media

Coefficiente di Variazione (%)

21.478 13.183

92 82

67.427 74.266

73.230 90.619

109 122

45.169

190

90.393

166.110

184

22.151 22.839

353 123

131.718 79.339

219.798 116.816

167 147

Reddito Complessivo Deviazione Standard

Valore Imponibile Potenziale Imu Coefficiente di Variazione (%)

Deviazione Standard

Media

Coefficiente di Variazione (%)

38.059 14.583

137 79

80.082 91.786

86.951 100.662

108,58 109,67

64.827

197

108.859

147.288

135,30

57.515 37.839

550 164

178.474 96.226

290.468 131.934

162,75 137

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(FINALMENTE) È ARRIVATA LA LEGGE SUI RITARDI DEI PAGAMENTI

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Approvata in anticipo di qualche mese dal Governo la normativa che recepisce la Direttiva 2011/7/UE che dal primo gennaio 2013 porta i pagamenti di PA e privati, anche del settore delle costruzioni, a 30 giorni, con interessi di mora per ritardo dell’8,75%. Riuscirà questo Dlgs a risolvere un “malcostume” tutto italiano che sta mettendo in ginocchio migliaia di aziende? di Carlo Vacca

D

ovrebbe essere una vera e propria rivoluzione, una boccata d’ossigeno per un settore letteralmente strozzato dai ritardi nei pagamenti, abitudine consolidata da decenni nel mondo dell’edilizia, ma anche nodo venuto al pettine grazie alla congiuntura economica che richiede sempre più rigore. Per questo ci sono grosse aspettative nei confronti della legge scattata dal primo gennaio 2013 e che prevede inte-

ressi di mora automatici in caso di ritardo nei pagamenti per “fornitura di merci e prestazione di servizi dietro compenso”: si tratta dell’en-

trata in vigore del Dlgs n. 192/2012 sui pagamenti nelle transazioni commerciali (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 novembre 2012) con cui lo Stato italiano ha recepito la Direttiva 2011/7/UE per risolvere l’annoso problema del ritardo nei pagamenti della PA e non solo. Un dramma che da anni affligge le imprese italiane, soprattutto le PMI, operanti in tutti i comparti, e non solo con riferimento ai pagamenti dalla PA, ma anche tra le stesse imprese, che

oggi aspettano in media 180 giorni, con punte superiori (fino a 1.500 giorni, ovvero circa quattro anni) al Sud. I PUNTI BASE DELLA NUOVA LEGGE Per i contratti conclusi a partire dal primo gennaio 2013, per pagamenti che superino i 30 giorni (60 in casi particolari) dalla scadenza prevista, gli interessi di mora scatteranno automaticamente. Su questi è stata inoltre disposta una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, dal precedente 7% all’attuale 8,75%, rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento. Non sarà quindi più necessario che il creditore invii dei solleciti o preavvisi di inadempimento. Lo stesso varrà anche se il debitore è una Pubblica Amministrazione. Il comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” n. 14 del 17 gennaio,

ha infatti fissato allo 0,75% il tasso di riferimento per l’applicazione degli interessi di mora, da applicarsi sia in caso di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali tra imprese e professionisti, sia in quelle con le PA. Il tasso si applicherà per tutto il primo semestre 2013 (ovvero fino al 30 giugno) e va sommato alla maggiorazione dell’8% da applicarsi in caso di ritardati pagamenti. Solo per la Sanità viene concessa una deroga e i tempi per il pagamento saranno di 60 giorni invece dei 30 fissati dal Decreto per tutte le altre PA, comunque molti meno rispetto ai 315 di media in Italia, dove in alcuni casi si superano i mille giorni.

Tra privati la deroga a 60 giorni – o anche più – sarà ammessa solo giustificando tali tempistiche tramite un contratto scritto, a patto

che non risulti gravemente iniquo per il creditore, fatto che ne costituirà la nullità. Per gravemente iniquo sarà considerato: • l’accordo che, senza essere giustificato da ragioni oggettive, abbia come obiettivo principale quello di procurare al debitore liquidità aggiuntiva a spese del creditore; • l’accordo con il quale l’appaltatore o il subfornitore principale imponga ai propri fornitori o subfornitori termini di pagamento ingiustificatamente più lunghi rispetto ai termini di pagamento ad esso concessi. «L’Italia è il primo grande Paese europeo a dare attuazione alla direttiva. Il decreto legislativo è il frutto di una intensa attività di coordinamento del Ministro per gli Affari Europei con il Ministro co-proponente della Giustizia», ha comunicato il Governo in una nota stampa. COME SI CALCOLA Il termine di 30 giorni si calcola a partire dal ricevi-

mento della fattura o di equivalente richiesta di pagamento, o dalla data di ricevimento della merce

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quando non è certa la data di ricevimento della fattura. Le precise indicazioni sul modo di calcolare la decorrenza dei termini, con tutti i vari casi, sono regolamentate dal comma 2 dell’articolo 1. Nel caso dei pagamenti della PA, si può prevedere un termine superiore a 30 giorni, ma inferiore a 60, in base a un accordo fra le parti che deve essere messo per iscritto e che può avvenire solo nel caso in cui lo slittamento sia «giustificato dalla natura o dall’oggetto del contratto o dalle circostanze esistenti al momento della sua conclusione». Il termine è invece sempre raddoppiato a 60 giorni per: • imprese pubbliche (tenute al rispetto dei requisiti di trasparenza di cui al Dlgs 333/2003);

• enti pubblici dell’assistenza sanitaria (Asl, ospedali). Nel caso di pagamenti fra imprese, si può sempre prevedere una clausola scritta che faccia slittare i termini oltre i 30 giorni: in questo caso l’accordo può anche prevedere tempi superiori a 60 giorni, che però non possono essere «gravemente iniqui per il creditore». A stabilire i casi di iniquità che provocano la nullità delle clausole è l’articolo 7 del Dlgs 231/2002. EDILIZIA E LAVORI PUBBLICI: RITARDI PER 19 MILIARDI Chi, come Confindustria, CNAPPC (Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori)

ALTRE NOVITÀ DAL FISCO PER IL 2013 Stretta sulle auto aziendali Nel corso del 2012 ci sono stati due giri di vite sulla deducibilità delle auto aziendali, prima con la Riforma del Lavoro (legge 92/2012) e poi con la Legge di Stabilità 2013 (228/2012). In base a queste norme, dal periodo d’imposta 2013 la deduzione scende: • al 20% per le auto aziendali e dei professionisti (esclusi i taxi): su questi veicoli la deduzione era al 40%, era stata portata al 27,5% dalla Riforma del lavoro ma questa soglia è ulteriormente scesa al 20% con la Legge di Stabilità. La precisa casistica delle auto a cui si applica è regolamentata dall‘articolo 164, comma 1, lettera b del Testo Unico delle imposte sui redditi (917/1986); • al 70% per le auto in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d’imposta: qui la precedente agevolazione era al 90% ed è scesa al 70% con la legge 92/2012. Fatturazione Sono entrate in vigore con il 2013 le novità su fattura semplificata (per operazioni sotto i 100 euro) e fattura elettronica (equiparata a quella cartacea) previste dai commi 325-335 dell’articolo 1 della legge di Stabilità, che di fatto rappresentano il recepimento della direttiva europea 2010/45/Ue. Guida alle nuove regole su fatturazione e IVA previste dalla Direttiva n. 2010/45/UE, che tutti gli Stati membri dovevano recepire entro il primo gennaio 2013: • riduzione oneri amministrativi per le imprese; • semplificazioni e contabilità per cassa per le PMI;

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• fatturazione elettronica come la cartacea; • nuove scadenze per le fatture. Diciture e dati in fattura Per quanto attiene al ciclo attivo di fatturazione, si è deciso di ampliare il numero delle operazioni con certificazione, comprendendo anche la cessione di beni e le prestazioni non territoriali effettuate nei confronti di soggetti passivi debitori d’imposta in un Paese diverso dal proprio: • cessionario/committente residente UE, dicitura da inserire in fattura: “inversione contabile”; • cessionario/committente residente extra-UE, dicitura: “operazione non soggetta”. Diventa inoltre necessario inserire nel documento la partita IVA del cessionario/committente nazionale o UE se impresa, il codice fiscale nel caso di persona fisica. Fattura semplificata Vi si può ricorrere nel caso di operazioni che non superino i 100 euro o anche 400 euro per ambiti specifici in cui sia difficile rispettare gli adempimenti per le emissioni di fatture: • cliente residente in Italia: indicare codice fiscale o partita IVA invece dei dati identificativi; • cliente residente nella UE: numero di identificazione IVA definito dal Paese di residenza. È comunque obbligatorio inserire corrispettivo (anche in una valuta diversa, tenendo presente il tasso previsto dalla Banca Centrale Europea) e imposta, così da ottenere la base imponibile.


e ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), ha lamentato l’assenza di un riferimento esplicito al comparto delle costruzioni e dei lavori pubblici, ha subito trovato risposta dal vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani: la Direttiva sui ritardi di pagamento (2011/7/UE) ha stabilito la nozione di “fornitura di merci e prestazione di servizi dietro compenso”, ma questa va intesa anche con l’inclusione della progettazione ed esecuzione di opere, edifici pubblici e lavori di ingegneria civile. Dunque la Direttiva sul ritardo nei pagamenti dal 2013 viene applicata a tutti i settori produttivi senza eccezioni, incluso quello edile. Per l’ANCE «su questo punto si gioca il futuro di migliaia

Fattura elettronica La fattura digitale viene equiparata in tutto e per tutto a quella cartacea. Scadenze È possibile effettuare la fatturazione fino al quindicesimo giorno del mese successivo alla prestazione a cui il documento contabile si riferisce per cessione di beni e per servizi forniti allo stesso soggetto nel corso di un mese, ma anche per i servizi generici resi in ambito UE. IVA e fatturazione di beni La nuova norma impone IVA esigibile al momento della fatturazione, con una scadenza massima fissata al 15 del mese successivo alla cessione del bene. In caso di acquisto: il compratore deve ricevere la fattura dall’operatore UE entro il secondo mese successivo alla compravendita altrimenti il compratore è obbligato a produrre un’autofattura entro il 15 del terzo mese successivo allo scambio. Questo, anche nel caso in cui il cedente non risieda in uno degli Stati UE. Il momento in cui viene effettuata l’operazione è quello in cui inizia il trasporto o la spedizione del bene nel Paese cedente, mentre l’acquisto si ritiene compiuto al momento dell’arrivo della merce sul territorio nazionale. Gli acconti incassati o pagati per una cessione o acquisto di beni con un Paese UE non sono più soggetti all’obbligo di fatturazione; nel caso in cui vengano emesse fatture in forma anticipata (ad esempio in caso di fatturazione di un acconto), esse diventano prova dell’effettuazione dell’operazione e rendono l’imposta, da quello stesso momento, immediatamente esigibile.

di imprese che aspettano da mesi una soluzione al problema sia per lo stock presente che per i crediti futuri», il Consiglio degli architetti ha ricordato che «gli architetti italiani vantano crediti per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche». Secondo la Banca d’Italia, inoltre, l’ammontare dei debiti non pagati nel 2011 dalla PA è stato pari a 70 miliardi di euro. Nel solo settore delle opere pubbliche si stima che la dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della PA alle imprese che realizzano lavori pubblici sia in costante crescita e abbia raggiunto ormai 19 miliardi di euro sul totale dei 70 miliardi». Dati impressionanti, che ora la nuova legge potrebbe riuscire a sanare. ■

Fatturazione di servizi La normativa resta immutata: l’effettuazione dell’operazione viene individuata al momento dell’ultimazione del servizio stesso; gli acconti, pagati o incassati, vanno sempre fatturati; l’anticipata fatturazione non stabilisce automaticamente l’anticipazione del momento di effettuazione del servizio. IVA per cassa In base al primo decreto Sviluppo (83/2012), sono entrate in vigore le nuove norme sull‘IVA per cassa (già applicabile come opzione dallo scorso primo dicembre) – pagamento IVA all’emissione della fattura – per le aziende che fatturano fino a due milioni l’anno. Dal 2013, quindi, anche imprese, artigiani e professionisti che fatturano meno di 2 milioni di euro l’anno avranno la possibilità di liquidare l’IVA secondo la contabilità di cassa: prima il limite era fissato a 200mila euro. Credito d’imposta Previste diverse nuove agevolazioni di questo tipo. Il primo decreto sviluppo del 2012 (83/2012) prevede un credito d’imposta del 35% sulle assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato, con un tetto di 200mila euro per singola impresa. Nel successivo decreto Sviluppo bis (179/2012) sono state previste specifiche semplificazioni per concedere questo credito d’imposta alle start up innovative. Sempre il decreto sviluppo bis, all’ art. 11 bis, infine, concede un credito d’imposta del 25% alle imprese che investono nel digitale, sviluppando piattaforme telematiche per la distribuzione, la vendita e il noleggio di opere dell’ingegno digitali nel triennio 2013-2015.

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LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA CARTA

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Tubi di cartone usati come pilastri, travi, pareti per case, chiese, musei. È il modo di costruire di un progettista giapponese maestro della leggerezza e del riciclaggio ecologico. di Alessandra Guzzi

U

na libreria, una casa, rifugi d’emergenza, un piccolo museo, una chiesa, teatri e anche ponti. Tutti fatti con la carta e il cartone da

riciclare. A realizzarli è Shigeru Ban, architetto giapponese la cui fama deriva dagli insoliti materiali usati per realizzare i suoi edifici. Il processo di creazione delle costruzioni di Shigeru Ban, non è dei più semplici, ma sicuramente è tra i più ecologici: impiega tubi di cartone come pilastri, travi, pareti per case, chiese e musei. Per la realizzazione delle sue opere egli avvolge con dei collanti naturali, della carta riciclata attorno un tubo di alluminio, una volta seccata la carta il tubo si sfila e le colonne di carta vengono trattate con la cera per impermeabilizzarle. Bello e buono, insomma, ma come la mettiamo, ad esempio, con la pioggia? Shigeru, ovviamente, ha pensato anche a questo. Carta e cartone sono infatti avvolti in una

speciale cera naturale che li rende impermeabili all’acqua. Del resto, ormai i suoi non sono più esperimen-

ti, perché hanno superato i test e i collaudi delle autorità giapponesi, tedesche e americane. La sua prima realizzazione risale al 1989 ed è stato Paper Arbor, alla World Design Expo di Nagoya: dopo sei mesi i tubi di carta riciclata con cui era costruito rivelarono, grazie Paper Church di Kobe-Shi, Giappone. Questa chiesa di 10 metri per 15, fu costruita da 160 volontari in sole 5 settimane. 58 tubi di carta alti 5 metri sono disposti a creare un’ellissi avvolta in una pelle di policarbonato.

Library of a Poet realizzata nel 1991 in Giappone. Una struttura di carta per ospitare libri. Niente di più appropriato. Ispirata all’Odawara Pavilion, dal quale il proprietario era stato affascinato, la libreria ne riprende le forme.

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Paper Bridge. Il Paper Bridge fu costruito in occasione della stagione estiva vicino a Pont du Gard: un acquedotto romano sito vicino Nimes, nel sud della Francia e considerato patrimonio dell’UNESCO. Grande il contrasto tra i materiali delle due opere: pesanti e durevoli i mattoni del Pont du Gard, leggera ed effimera la struttura di Ban. Armonia invece, nelle forme e nelle dimensioni: il Paper Bridge trae le sue dimensioni da quelle degli archi dello storico acquedotto. I giornali “Le French newspaper”, e “Le Monde”, l’hanno definito il fratello minore del Pont du Gard.

all’indurimento della colla e all’esposizione ai raggi ultravioletti, una resistenza aumentata alla compressione. Seguirono nel 1995 la Paper House, il primo caso autorizzato di uso strutturale dei tubi di carta in un edificio permanente; nel 1999 il Nemunoki Children’s Art Museum, il cui tetto è composto da un reticolo triangolare di pannelli di cartone alveolare; nel 2000 il Padiglione Giapponese all’Expo di Hannover, la cui elegante struttura sinuosa e rigida è composta da archi di legno e tubi di carta (al progetto ha collaborato anche l’architetto tedesco Frei Otto); sempre nel 2000 il Paper Arch al Museum of Modern Art di New York che, con una luce di 26,5 metri, è una struttura capace di flettersi sotto il proprio peso. Ma la prima opera di Ban a riscuotere successo internazionale è stata la Curtain

Wall House nel quartiere di Itabashi-ku a Tokyo, del ‘95, un progetto in cui i concetti di tenda e muro si confondono l’uno con l’altro, essendo intercambiabili: una struttura in acciaio dallo spirito tipicamente giapponese, Hermes Pavillon di Tokio

nella quale d’estate gli spazi interni si spalancano diventando logge-porticati, mentre nella stagione invernale, col procedimento inverso, si può montare un serramento divisorio che definisce ambienti interni protetti e riscaldati. Un architettura non fine a se stessa, tutt’altro. La duttilità e la solida leggerezza della carta sono buone risposte anche all’emergenza sociale. Quando nel 1995 ci fu il terremoto di Kobe, Ban propose case d’emergenza (4 metri per 4), successivamente usate anche in Turchia (1999) e in India (2001). Per realizzarle utilizzò tubi di cartone come fossero tronchi di alberi; garantì l’impermeabilizzazione sigillando con nastro adesivo i giunti tra un tubo e l’altro; come plinto usò cassette di birra riempite di sabbia, come soffitto e come tetto montò due teli di pvc, da tenere chiusi o aperti a seconda della stagione. In Turchia si dovettero cambiare le misure delle case, perché lì le famiglie erano più numerose che in Giappone. Ma il progetto permise agli sfollati di non lasciare i loro luoghi e le loro comunità. Con i suoi tubi di carta Shigeru Ban ha realizzato anche la struttura per trasformare in tende i teli di plastica (formato 4 metri per 6) forniti gratuitamente dalla Unhcr (United Nations High Commission for Refugees) a tutti i rifugiati durante la fuga di massa dal Rwanda tra il 1995 e il 1999.

«Che faccia diventare i tubi di carta colonne monumentali o maestose coperture, Ban ha comunque cambiato la nostra idea che la carta sia qualcosa di fragile, poco durevole ed effimero», scrive di

lui Matilda McQuaid, curatrice della sua monografia. Per Shigeu Ban, in effetti, carta, legno e bambù formano una triade materiale e concettuale. E la carta, soprattutto quella riciclata perché a buon prezzo, ecologica e low tech, è fondamentalmente “legno evoluto”. ■

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È una delle tendenze emergenti del momento, che può far guadagnare anche svariate centinaia di euro… di Cristina Serra

I

n tempi come questi, anche la propria casa può diventare un business. Basta avere un po’ di inventiva e un’abitazione con una certa “personalità”. Così, sempre più spesso si trova il ricco erede che affitta come set di shooting fotografici o di riprese video la sua villa di campagna, o un piano del proprio palazzo cittadino, poche volte l’anno ma a cifre esorbitanti. C’è l’elegante signora milanese che apre le porte del proprio appartamento signorile per ospitare qualche scena della fiction di punta della prossima stagione Mediaset. C’è la famiglia normale, che ha la fortuna di possedere una bella casa, spaziosa e arredata con gusto, perfetta per pubblicizzare prodotti di uso quotidiano, dal cibo ai telefonini. Magari per coprire (del tutto o in parte) i costi dell’Imu, o anche solo per arrotondare le entrate familiari. Una delle nuove tendenze, infatti, è affidarsi a uno scout di location. E poi vantarsi con le amiche che quel film in onda su RaiUno l’hanno girato proprio a casa propria. Ma attenzione: «Oggi il web è invaso da annunci in cui chiunque propone i propri spazi a cifre spesso non adeguate al mercato e che rischiano di creare false aspettative o illusioni nelle persone – spiega Silvia Brusati, fondatrice ed Executive producer di Lupet-

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ta5, agenzia milanese di scouting di location –. Ma non

basta avere una casa bella o ben curata. Deve prima di tutto essere molto spaziosa, sopra i 150-200 mq, e poi deve avere carattere». I generi richiesti sono infatti i più svariati: dall’anonima ma tipica casa medio-borghese in cui i tanti spettatori di uno spot o di una serie tv si possano riconoscere, alla villa da sogno ideale per un evento, fino al loft disabitato o in stile délabré (ovvero in rovina) per un servizio fotografico di moda. Ma i prodotti che funzionano meglio, e possono essere utilizzati più volte in un anno, sono gli spazi resi unici da una qualche caratteristica, positiva o negativa. «Le case che lavorano di più – aggiunge Silvia Brusati – sono quelle comode da utilizzare e quelle dotate di una cucina strepitosa, sopra i 40 mq, perché il mondo del food è uno dei pochi che non ha conosciuto crisi e


perché la cucina è il luogo simbolo dell’abitare». La maggior parte delle location, precisa Chiara Brambilla dell’agenzia Face&Place – lavora una tantum. Poi esistono abitazioni usate anche 10 o 15 volte l’anno, ma sono davvero rare e si tratta di case non solo belle e spaziose, ma anche funzionali per i clienti, siano essi società di produzione che devono spostare troupe di ripresa, oppure aziende che invitano ospiti e giornalisti a un press day o a una cena». L’arredamento inoltre «deve essere molto curato – prodegue Brambilla –. Nel cinema e nella pubblicità sono spesso richieste case medio-borghesi, non per forza esclusive, ma devono in ogni caso avere sempre qualche caratteristica che le rende speciali e un arredo di gusto. Mi creda che non è facile trovarne!».

«Dipende molto dalle produzioni e dal tipo di residenza», conferma Monia Levato, titolare di Pachira Location. Senza contare che, complice la crisi che ha colpito anche i tradizionali clienti di questo settore (produzioni, aziende di pubblicità, della moda e del design), i budget negli ultimi anni sono diminuiti. In media, nelle località più

Le case utilizzate per questo genere di servizi sono per lo più prime abitazioni. Perché anche il sapore di “vissuto”

Una cifra intermedia è quella prevista per le riprese cinematografiche, dato che hanno una durata più lunga e dunque spesso sono pagate a forfait. Ma non mancano i casi eccezionali, come un bellissimo palazzo nel centro di Milano che, racconta Chiara Brambilla, viene affittato da tempo, 4 o 5 volte l’anno, a 5mila euro al giorno, o addirittura a 6-7mila se il proprietario accetta di aprire anche l’ala per gli ospiti. ■

è spesso un elemento che fa la differenza nella selezione. Del resto, i tempi di utilizzo sono in genere

piuttosto brevi: di media un giorno per un evento o uno shooting fotografico, 2-3 giorni per le riprese di uno spot e un mese per riprese televisive o cinematografiche. Quanto ai possibili guadagni, la forbice è davvero ampia.

richieste (città come Roma, Milano o Venezia; contesti alpini; le coste del Sud Italia, la campagna toscana) un servizio fotografico è pagato tra gli

800 e i 1.300-1.500 euro al giorno (ma si può arrivare fino a 2.000-2.500); per le riprese di spot pubblicitari o brevi produzioni televisive il compenso varia dai 1.200-1.500 ai 2.500-3.000 euro.

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TR ADIZIONE E TECNOLOGIA PER UN LUSSO CLASSE A Il complesso Le Scuderie di Garlenda, in Liguria, sono un perfetto esempio di come le alte prestazioni energetiche e acustiche e le tecniche costruttive moderne possono sposarsi con i materiali e gli stili architettonici della tradizione. di Tommaso Casagrande e Bibi Velluzzo 38


VILLA BAIARDO

VILLA NEARCO

VILLA MARENGO

VILLA VARENNE

VILLA BUCEFALO

U

n gioiello architettonico da classe A. È questo il risultato della riqualificazione di alcune vecchie scuderie abbandonate in una zona prestigiosa di Garlenda, demolite e poi ricostruite dando vita a un prestigioso complesso denominato Le Scuderie. Una prestazione da incorniciare visto che finora nella zona non erano stati raggiunti questi livelli di performance. Un nuovo impianto architettonico in grado di unire alle elevate prestazioni energetiche anche uno stile architettonico in costante dialogo con il territorio circostante. LA REALIZZAZIONE

anti-sismiche e acustiche. Il risultato? Comfort abitativo, gli ampi spazi adibiti a giardino, i lastrici solari abitabili, le architetture accoglienti con i loro riferimenti agli agglomerati liguri e il delicato tocco di contemporaneità. Un aspetto, quest’ultimo, ben rappresentato dalle forme tonde di alcuni volumi, dal dialogo tra corpi intonacati e strutture decorate con pietre a vista, dai pergolati in legno alle vetrate di grandi dimensioni. Il recupero delle vecchie scuderie ha portato anche all’abbattimento delle barriere architettoniche grazie all’inserimento di un ascensore che facilita l’accesso a cinque delle sei strutture presenti.

Il complesso, composto da sei prestigiose ville, sorge su una serie di terrazzamenti che disegnano una collina nel centro del rinomato Golf Club di Garlenda e regalano un panorama da brivido. Un punto ideale dal quale ammirare i colorati timbri dell’entroterra ligure e l’azzurro della costiera ingauna. Le sei ville permettono di scoprire il piacere della natura e del completo relax, in un luogo che necessitava della costruzione di una struttura ricettiva adeguata alle esigenze degli ospiti. Questi sono i motivi che hanno influenzato la progettazione di un edificio non solo energeticamente performante, ma rispondente anche alle restrittive norme

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OBIETTIVO: RISPARMIO ENERGETICO AL TOP Il progetto è stato finalizzato al raggiungimento di elevati standard energetici attraverso una forte attenzione all’eliminazione o alla riduzione dei vari ponti termici. A livello di performance energetiche, l’involucro risente favorevolmente dell’uso di elementi opachi e finestrati dalla ridotta dispersione. In particolare le mura perimetrali, dello spessore di circa 30 cm, sono state posate con malta termica al fine di ridurre i punti termici anche sui giunti di costruzione. A riguardo, anche la posa delle murature su panello in vetro Foam Glass dallo spessore di 6 cm hanno concorso ad annullare il problema dei ponti termici orizzontali. Le performance delle abitazioni sfruttano la favorevole azione di 15 cm di cappotto in polistirene sinterizzato per quanto riguarda i muri di tamponamento, di massetti alleggeriti isolati di 15 cm per quanto riguarda i solai e di 16 cm di pacchetto di lana di roccia per la copertura, rigorosamente ventilata. Nella realizzazione delle parti in legno lamellare delle coperture è stato invece fondamentale il supporto del team di tecnici BigMat del nuovo settore dedicato al legno. La copertura presenta, oltre a pannelli di lana di roccia, anche di pannelli Celenit traspiranti, utilizzati in un sistema tetto che sfrutta anche una doppia listellatura per areazione e di un foglio in tessuto impermeabilizzante. Gli infissi sono in legno, dotato di triplo vetro con bassi emissivi. La climatizzazione e la ventilazione interna vengono gestite da una serie di impianti e di sistemi per la circolazione meccanica dell’aria mentre l’installazione di una serie di pannelli solari permettono il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Queste soluzioni sommate all’uso di un sistema di riscaldamento a pavimento realizzano un elevato livello di comfort abitativo interno, che viene ulteriormente migliorato grazie alla soddisfacente gestione dell’inquinamento acustico sia interno sia proveniente dall’esterno. Prestazioni raggiunte tramite l’adozione di pannelli e membrane isolanti nei muri divisori degli appartamenti e nell’uso degli infissi altamente qualificanti – i serramenti degli ingressi delle ville registrano un abbattimento acustico di Rw 43 dB.

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IL RUOLO DI BIGMAT Il complesso “Le Scuderie” si contraddistingue per essere un primo innovativo edificio per la zona. Sviluppato secondo criteri di eco sostenibilità, rispetta con successo i parametri dell’edilizia green. Un percorso di eccellenza nel quale si è contraddistinto anche l’apporto di consulenza, formazione e preparazione fornito dalla BigMat Lamberti Srl. Progettisti e architetto si sono costantemente confrontati con i referenti del punto vendita al fine di selezionare i materiali adeguati e ponderando attentamente i vantaggi di una scelta costruttiva e di prodotto rispetto alle alternative. Apprezzata da progettisti e architetto anche la varietà dell’offerta dei materiali forniti, o meglio la qualità dei materiali trattati che ben si prestavano alle esigenze di questo particolare complesso. Una realtà antica, quella di BigMat Lamberti, presente sul territorio ligure sin dal 1890. Una storia di lungo corso che ha visto il punto vendita crescere costantemente in direzione, non solo dell’ampliamento della gamma di prodotti, ma anche di una sempre maggiore qualificazione del personale e dell’offerta dei servizi. Il reparto edilizia può infatti fornire una gamma di prodotti completa, dalle fondamenta al tetto, mentre nello showroom si possono trovare pavimenti, rivestimenti, arredo bagno, serramenti, porte da interno, stufe e caminetti. A livello sismico il complesso “Le Scuderie” risponde con efficacia al DM 14 gennaio 2008, grazie ad una struttura a telaio e muri contro terra in cemento armato platea di fondazione, solai in latero cemento e copertura primaria e secondaria in legno lamellare. Le sistemazioni esterne sono realizzate con terrazzamenti, muri pietra a vista, piantagioni di ulivi e piante tipiche della macchia mediterranea. Il giardino usufruisce di un sistema d’irrigazione automatico a pioggia dimensionato a seconda delle esigenze di ogni singolo prato esterno. Un impianto alimentato dalla rete idrica comunale e funzionante grazie all’azione di una centralina elettrica. Tutte le finiture dialogano con ciò che è il paesaggio naturale e architettonico di questa zona racchiusa tra Alassio e Albenga. I materiali scelti sono tutti di pregio come quelli utilizzati per le coperture impreziosite da coppi vecchi e abbaini in ardesia. La pietra locale faccia a vista, i pergolati in legno massello o lamellare, gli infissi in legno, gli intonaci macro traspiranti arricchiscono ulteriormente l’estetica architettonica nella quale la pietra di Luserna, usata nelle soglie e nelle pedate delle scale, sono il particolare ulteriore tassello di pregio. ■


VIVERE CON IL BENESSERE DI UN EDIFICO ECOSOSTENIBILE Prodotti e tecniche per un pregevole intervento Classe A nelle Marche. di Nicola Pisano

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ei appartamenti, due piani fuori terra, otto vani garage e ampio giardino. Sono questi i numeri che descrivono una nuova realizzazione condominiale nella provincia di Macerata, che si fregia della certificazione in classe A per quanto riguarda il risparmio energetico. Un progetto che persegue finalità dal taglio green attraverso vari espedienti finalizzati in primo luogo al miglioramento dell’abitabilità interna. In quest’ottica si devono leggere la presenza di una pompa calore, la coper-

tura completa di una delle due falde del tetto con pannelli fotovoltaici, il recupero delle acque e la presenza dell’impianto di riscaldamento e rinfrescamento a pavimento. PARTICOLARITÀ COSTRUTTIVE Queste soluzioni trovano spazio in un edificio dalla volumetria a conformazione alternata che si sviluppano su una superficie totale di 1.057 mq, 240,02 mq dei quali

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IL RUOLO DI BIGMAT

coperti. Le volumetrie interne degli appartamenti disegnano una simmetria che tende a sfalsare i volumi e ripete il medesimo gioco anche in alzato. Volumetrie racchiuse da un telaio strutturale in travi e pilastri di calcestruzzo armato e solai in latero cemento. Il tamponamento verticale vede invece l’uso di un unico blocco in laterizio porizzato, Porotherm BIO PLAN 45 T di Wienerberger, una soluzione che consente una notevole flessibilità architettonica, un’elevata capacità di accumulo del calore e una facilità di messa in opera della finitura che, per questo progetto, è stata realizzata sia ad intonaco sia a mattoncini faccia a vista. La copertura si presenta a capanna e la sua stratificazione risponde alle esigenze di impermeabilizzazione, coibentazioni e uniformità estetica rispetto al costruito circostante. Il delicato risultato estetico è ottenuto attraverso attente scelte di materiali come l’uso, nella falda a nord, di una copertura in coppi dalla tonalità tenue. La falda a sud, invece, è stata adibita a ospitare un ampio impianto fotovoltaico totalmente integrato nella struttura. Questa soluzione risponde alle richieste delle vigenti normative e, grazie alle potenze di picco di circa 20 Kw, l’energia prodotta risulta ben superiore al limite normativo di 1 Kw necessario per appartamento. Le prestazioni del modulo fotovoltaico trovano utilizzo anche nelle piastre per induzione, una delle tante soluzioni che hanno permesso di omettere la presenza di gas all’interno dell’edificio. ALTE PRESTAZIONI Le alte prestazione energetiche della casa sono inoltre il risultato dei vantaggi derivanti dall’uso del pannello URSA NII I, per l’isolamento di pilastri e travi, e soprattutto della pompa di calore che permette alle unità

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Protagonista in tutte le fasi costruttive è stato il punto vendita BigMat Fabio Sbaffi Srl che si è rivelato, all'interno della filiera edile, non solo un semplice punto di appoggio per il rifornimento del materiale ma come indispensabile soggetto col quale confrontarsi per una scelta ponderata delle soluzioni da adottare. I progettisti, gli ingegneri e l'architetto impegnati nell'evoluzione del progetto si sono spesso affidati alla consulenza dei dipendenti della BigMat Fabio Sbaffi soprattutto nelle scelte riguardanti il sistema di depurazione delle acque e nella richiesta di approfondite spiegazioni dei singoli materiali disponibili. Un rapporto che si è sviluppato a partire dall’avvio dei lavori ed è proseguito fino alla fine del cantiere con un supporto tecnico sulla scelta dei prodotti e relative schede tecniche, incontri e consulenze prestate dai tecnici del punto vendita. La formazione e la preparazione si dimostrano quindi uno dei plus di questa storica realtà di Macerata. Un'azienda, quella di BigMat Fabio Sbaffi, presente sul territorio sia con la sede storica di Villa Potenza sia con la filiale di Piedripa. I due magazzini permettono al cliente di trovare una completa offerta di materiali edili, pavimenti, arredo bagno, stufe, caminetti sapientemente organizzati e proposti su una superficie totale di oltre 12mila mq.

abitative un’attenta gestione della produzione di calore e del raffrescamento. Oltre a ciò, l’azione della pompa di calore consente di controllare e gestire l’acqua calda e l’alimentazione dell’impianto di riscaldamento a pavimento. Questa macchina


meteoriche e delle acque della linea idrica. Accumuli che, essendo ogni singolo appartamento fornito di una doppia linea idrica fognaria, possono essere riutilizzati per l’irrigazione dei giardini privati, l’alimentazione degli sciacquoni e per le necessità di elettrodomestici presenti in ogni unità abitativa. di trasferimento dell’energia termica lavora nel pieno rispetto della sensibilità green in quanto opera mediante sonde geotermiche alimentate a sua volta dai pannelli fotovoltaici. L’edificio non dimentica la gestione delle acque. Il condominio infatti ospita un sistema, dell’azienda Zetaplast, per la raccolta e la depurazione delle piogge

La gestione interna del benessere climatico viene, infine, controllata agilmente dall’azione dell’impianto di deumidificazione e in virtù del sistema di gestione meccanizzata della ventilazione. AREE ESTERNE Il condominio s’imposta su di un piano interrato raggiungibile esternamente tramite una rampa carrabile con il 20% di pendenza e il 15% nel tratto curvo. Un piano interrato, con accesso anche interno tramite scale, nel quale sono ospitate le varie rimesse che adempiono al rispetto dei termini dalla legge 122/89 in riferimento ai limiti minimi di superficie. L’accessibilità pedonale agli appartamenti è inserita lungo il lato nord del lotto e presenta un ingresso dalla pendenza inferiore all’8%. Questa inclinazione permette di sopperire con facilità al dislivello tra la quota d’ingresso dell’edificio e quella del marciapiede. Per raggiungere i singoli piani dell’edificio è stato predisposto un vano scala aperto ombreggiato tramite un brise soleil realizzato con l’inserimento di elementi in lamellare. Questa parte comune dell’edificio presenta una cortina vetrata che tampona lo spazio e garantisce un’ideale diffusione della luce naturale. Ritornando all’esterno, si nota la presenza di un lastricato in materiale antiusura e antisdrucciolo a coronamento dei profili esterni del condominio. La zona restante è sistemata a prato e ospita una serie di piante autoctone. I confini del lotto vengono rimarcati da una cornice di muretti in cemento armato, disegnati con altezze diverse ma mai superiori a 1,50 mt, e si concludono sulla sommità con una ringhiera dallo stile gemello alle ringhiere inserite nei vari terrazzi distribuiti lungo il perimetro del condominio. ■

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UN TOUR PER SPIEGARE ARCHITETTUR A SOSTENIBILE, EFFICIENZA ENERGETICA E SICUREZZA ANTISISMICA BigMat è partner del tour di convegni che toccherà tutta Italia. Diciotto tappe da non perdere per il mondo delle costruzioni. di Cristina Serra

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iffondere conoscenze sempre più aggiornate sui temi della sostenibilità, dell’efficienza energetica e dei sistemi costruttivi in grado di garantirle: fattori, questi, che condizionano e condizioneranno sempre più il modo di costruire. È questo l’obiettivo di Smart Village, la mostra-convegno organizzata da Edilportale e MADE Expo in collaborazione con Agorà, che ha debuttato proprio lo scorso ottobre alla

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fiera di Milano. Dopo il successo raccolto in quell’occasione, ora lo Smart Village riparte con il Tour 2013 che

porterà in giro in tutta Italia, attraverso 18 tappe regionali, le più attuali tematiche inerenti l’architettura sostenibile, l’efficienza energetica degli edifici e la sicurezza antisismica. Il via è stato dato il 7 marzo in Sardegna e l’ultima tappa sarà invece quella del 6 giugno a Udine. In ogni tappa, l’evento radunerà migliaia di progettisti, imprese, produttori e istituzioni, che animeranno convegni, seminari, workshop e incontri tecnici one-to-one con la formula del Business Matching.

Partner di questa importante iniziativa, dopo l’Azero Tour 2012 e il ciclo di convegni dedicati al Piano Casa organizzato nel 2010, è anche BigMat,

a dimostrazione dell’impegno costante del Gruppo nel creare momenti di approfondimento tecnico e normativo sulle tematiche più attuali del mondo delle costruzioni.

A tutti i partecipanti ai convegni, BigMat offrirà materiale tecnico e informativo. Ognuna delle 18


› Smart Point: info-point espositivi a disposizione delle

tappe della mostra-convegno si svolgerà in un’unica giornata e sarà articolata in: › Smart Conference: lo spazio-convegni destinato ad ospitare 2 “main event” dedicati a “Edifici a energia quasi zero” e “Progettazione antisismica”; › Smart Workshop: le sale dedicate a seminari e workshop direttamente organizzati e gestiti dalle aziende sponsor. Tematiche: Materiali, Tecnologie Sistemi costruttivi, Impianti per l’efficienza energetica degli edifici, per la progettazione, la costruzione e l’adeguamento sismico;

aziende sponsor per incontrare i visitatori partecipando alla formula di Business Matching ArchiDating! Si tratta di incontri one-to-one tra azienda e progettista in cui quest’ultimo ha 10 minuti a disposizione per illustrare le proprie problematiche di progetto e chiedere all’azienda interlocutrice una consulenza tecnica sull’utilizzo dei suoi prodotti e delle sue tecnologie da applicare al progetto in esame;

› Guida alla progettazione di edifici a energia quasi zero e antisismica: ad ogni partecipante verrà consegnato un vademecum per l’efficienza energetica degli edifici e la progettazione antisismica.

Per iscriversi gratuitamente a una delle tappe del convegno basta visitare il sito web http://smartvillage.edilportale.com/ oppure www.bigmat.it. ■

Trento, 18 aprile Udine, 6 giugno Bergamo, 30 maggio Padova, 5 giugno Torino, 23 maggio

Parma, 29 maggio Rimini, 8 maggio

Genova, 22 maggio

Ancona, 9 maggio

Firenze, 14 marzo Perugia, 13 marzo

Roma, 11 aprile

Pescara, 16 maggio

Bari, 3 aprile

Napoli, 10 aprile

Cagliari, 7 marzo

Cosenza, 20 marzo

Catania, 21 marzo

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BIGMAT PREMIA I MIGLIORI PROGETTI EUROPEI D’ARCHITETTUR A Al premio internazionale, promosso da BigMat International, potranno partecipare architetti con progetti di Italia, Spagna, Francia, Repubblica Ceca e Belgio. di Stefano Guolo

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ono partite le iscrizioni per la prima edizione del premio “BigMat ‘13 International Architecture Award”, organizzato dal Gruppo BigMat International.

CHI PUÒ PARTECIPARE Il premio si rivolge unicamente agli architetti considerati da BigMat come uno dei tasselli fondamentali della filiera edile. Figure professionali da valorizzare e premiare con un riconoscimento che si inserisce nelle idee del Gruppo quale ampliamento strategico delle sue politiche rivolte al mondo dei professionisti. La strada percorsa finora puntava in maniera fortunata ed efficace allo sviluppo e diffusione di eventi formativi e di approfondimento come sono stati gli appuntamenti dedicati al Piano Casa del 2010 o all’Azero Tour del 2012 organizzati da BigMat Italia. Il premio è rivolto agli architetti che risiedono pro-

fessionalmente in uno dei 5 Paesi in cui è presente 46

BigMat in Europa (Belgio, Francia, Italia, Repubblica Ceca, Spagna) e che potranno presentare una o più opere realizzate nel loro Paese nel periodo compreso tra il primo gennaio 2005 e il primo gennaio 2013. SELEZIONE DELLE OPERE Una giuria di prestigio internazionale, presieduta dall’Architetto Jesús Aparicio, selezionerà 15 finalisti e tra questi nominerà il vincitore del Gran Premio Internazionale BigMat ’13 e i vincitori dei Premi Nazionali BigMat ’13. Inoltre verrà attribuita una Menzione Speciale Giovani Architetti a un’opera di un architetto di età inferiore ai 40 anni al momento della conclusione dei lavori. Verranno prese in considerazione le opere che abbiano contribuito alla cultura architettonica contemporanea, nel rispetto di un’edilizia sostenibile mirata ad aumentare il comfort abitativo.


Per partecipare è necessario accedere al sito: www.architectureaward.bigmat.com dal 15 marzo al 10 giugno 2013 e iscrivere il proprio progetto

Piscina Coperta e Palestre. Villanueva de la Cañada, Madrid. Architetti: José María de Churtichaga e Cayetana de la Quadra Salcedo Primo premio architettura 2007 Spagna FOTO © Duccio Malagamba

PREMI

GIURIA

Grande Premio Internazionale BigMat ’13

Jesús Aparicio - Presidente di giuria Dottore Architetto e Cattedratico di Progetti Architettonici della E.T.S.A.M. Jesús Donaire - Segretario di giuria Architetto e Professore Associato di Progetti Architettonici della E.T.S.A.M. Cino Zucchi - Italia Architetto e Cattedratico di Architettura e Design Urbano presso il Politecnico di Milano. Marie Vanhamme - Belgio Presidente del CIVA, Centre International pour la Ville, l’Architecture et le Paysage. Carlos Ferrater - Spagna Dottore Architetto e Cattedratico di Progetti Architettonici dell’U.P.C. di Barcellona. Dominique Perrault - Francia Architetto e fondatore di DPA.

valore: 30.000 euro.

4 Premi BigMat ’13 valore: 5.000 euro, assegnati ai finalisti non vincitori del Gran Premio.

10 finalisti BigMat ’13

valore: 1.500 euro, assegnati ai secondi e terzi classificati dei Premi Nazionali BigMat di ogni paese partecipante. PREMIAZIONE FINALE La cerimonia di premiazione e consegna dei riconoscimenti avrà luogo venerdì 22 novembre 2013, in occasione del Congresso annuale del Gruppo BigMat, che si terrà a Granada, in Spagna.

Zdenek Lukes - Repubblica Ceca Storico e teorico d’Arte e Architettura.

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SEI IN REGOLA CON LA PATENTE? Diviene operativo il Decreto legislativo 81/08 che obbliga al possesso del patentino chi opera con i macchinari da cantiere. di Tommaso Casagrande

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i ritorna sui banchi di scuola per imparare a guidare quelli che da bambini quasi tutti nel loro giardino hanno fantasticato di manovrare senza problemi: le attrezzature da cantiere. È quanto specificato nell’accordo Stato - Regioni del 22 febbraio 2012 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale in riferimento al Decreto Legislativo 81/08 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dal 12 marzo 2013 i lavoratori adibiti all’uso dei macchinari da cantiere devono adempiere, così come i loro datori di lavoro, alle direttive indicate dalla decreto legislativo 81/08 che dettano le nuove specifiche procedure di formazione e attestamento delle abilità. Cerchiamo di capire come funziona. Nell’articolo 2 del decreto legislativo vengono chiarite le figure e i loro ruoli coinvolti da questa importante modifica nella gestione in sicurezza dell’ambiente di lavoro. Nello specifico si

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elencano una serie di indispensabili azioni di formazione, informazione e addestramento che coinvolgono sia datori di lavoro sia dipendenti. Al lavoratore devono essere impartite le regole che supportano il corretto modo sia

di utilizzare le attrezzature dell’azienda sia di operare negli ambienti lavorativi. Una conoscenza ampia che coinvolga anche la formazione a riguardo di impianti, sostanze, dispositivi – anche di protezione individuale – nonché nella gestione dei rischi in ambiente di lavoro. Questi passaggi formativi non esulano il datore di lavoro anzi lo coinvolgono direttamente in quanto, come viene espresso chiaramente sempre dall’articolo 2 “il datore di lavoro deve sempre istruire i propri lavoratori sull’uso delle attrezzature specifiche per lo svolgimento della propria mansione e informare sui rischi e la gestione degli stessi, durante il proprio lavoro”. Un obbligo che, per quanto riguar-


da l’uso dei macchinari e attrezzature, viene chiaramente definito dall’articolo 32 nel quale si fa presente l’obbligatorietà al rilascio

tramite l’uso di piattaforme web, la validità dell’attestato nonché la sua durata. L’abilitazione infatti ha una durata di cinque anni ai propri dipendenti di documenti entro i quali si rende necessario un aggiornaattestanti le abilità specifiche acquisite mento, della durata di 4 ore, per prorogarne Questo Punto Vendita è qualificato ad a seguito della frequenza di corsi d’istruzione per altri cinque anni la validità. abilitare gli operatori che utilizzano attrezzature da cantiere ai sensi e di una continua informazione a riguardo Da oggi questi corsi potranno essere svoldell'Art. 73 D.Lgs 81/08. delle pratiche operative. Un’obbligatorietà ti – grazie all’accordo stipulato dal Gruppo caratterizzata dalla continuità nel tempo in BigMat con Eco Certificazioni (Organismo seguito sia all’ampliamento delle attrezzature Notificato n° 0714, Istituto di Certificazione aziendali sia per ciò che concerne il passaggio accreditato Accredia n° 067A) – anche nei numerosi punti vendita BigMat distribuiti a nuove procedure di lavoro. Il tema cruciale della normativa è comunque il continuo riferisul territorio italiano, che hanno ottenuto la mento al termine addestramento, quindi la continua pratica. qualifica ad abilitare gli operatori che utilizzano attrezzature La normativa fa riferimento ai macchinari quali piattaforda cantierere ai sensi dell’Art. 73 Dlgs 81/08. La continua formazione e il costante aggiornamento dei ma di lavoro mobili elevabili, gru per autocarro, carrelli elevatori semoventi con conducente, carrelli semoventi dipendenti dimostra come uno dei plus del Gruppo siano con braccio telescopico, carrelli/elevatori/sollevatori sele strategie aziendali finalizzate alla cultura qualsiasi sia il moventi telescopici rotativi, escavatori idraulici e pompe settore del comparto edile. I numerosi corsi di formazione e aggiornamento, da svolgere all’interno dei vari punti per calcestruzzo. Da marzo 2013 guidare uno di questi mezzi vuol dire avere con sè la patente vendita BigMat, consentano agli interessati di ottenere la senza dimenticare che questa obbligatorietà patente per l’utilizzo dei macchinari da cantiere e rispondere è indispensabile anche all’atto del noleggio. Il così alle richieste dettate dal Decreto Legislativo 81/08. I rivenditore infatti non potrà affittare le proprie attrezzature punti vendita BigMat divengono così partner sempre più a operatori del settore sprovvisti di regolare patentino. formati, abilitati e in grado di soddisfare tutte le esigenze Diviene così indispensabile per lavoratori incaricati dell’uso richieste dalla filiera edile. ■ delle attrezzature individuate effettuare i corsi entro 24 mesi dall’operatività della norma. Prima di descrivere le fasi da seguire per il conseguimento LA FORMAZIONE SPECIFICA dell’abilitazione è bene ricordare che può essere riconoCARRELLI ELEVATORI sciuta la conoscenza pregressa dei lavoratori nell’uso delle industriali semoventi, semoventi a braccio telescopico, macchine. La norma infatti prevede il riconoscimento della semoventi a braccio telescopico rotativi formazione pregressa, eventualmente integrata da un TEORIA: 8 ore modulo di aggiornamento o dalla verifica dell’apprendimenPRATICA: moduli da 4 ore to, a seconda che la formazione sia stata effettuata o meno modulo unico da 8 ore nelle stesse modalità previste dall’accordo: durata del corso, verifica apprendimento, la suddivisione della formazione in GRU PER AUTOCARRO moduli giuridici, teorici e pratici. La norma non descrive TEORIA: 4 ore vincoli di qualifica di formatori o docenti ma risulta indiPRATICA: modulo unico da 8 ore spensabile l’attestazione tramite documentazione storica dello svolgimento e delle informazioni del corso quali ad PIATTAFORME ELEVABILI con o senza stabilizzatori esempio: elenco e firma dei lavoratori formati e addestrati, TEORIA: 4 ore nominativi e firma dei docenti, contenuti del corso, ore PRATICA: moduli da 4 ore di frequenza ed esiti delle valutazioni teoriche e pratiche. modulo unico da 6 ore Per tutti gli altri soggetti che non possono usufruire del riconoscimento dell’esperienza pregressa diviene necessario Conduzione di attrezzature da cantiere (Accordo Stato Regioni in vigore dal 13 Marzo 2013)

In collaborazione con:

frequentare un corso e superare il test finale di verifica che presenta fra l’altro anche la valutazione di alcune prove pratiche in campo.

Ad ogni partecipante verrà rilasciato un attestato tascabile e nominativo con l’indicazione delle macchine per le quali l’operatore è abilitato. Ogni singolo patentino presenta inoltre un codice univoco con il quale è possibile verificare,

ALTRI CORSI • Patentino per gru a torre e gru mobili • Patentino per trattori agricoli e forestali • Patentino per macchine movimento terra • Patentino per pompe per calcestruzzo • Sessioni formative per la sicurezza sul lavoro • Sessioni formative per le norme antincendio

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PIANO CITTÀ. FEDERCOSTRUZIONI: «ORA NON BISOGNA FERMARSI» Ventotto progetti approvati che avranno a disposizione 318 milioni di euro Il Piano città è «un primo passo importante per avviare una strategia di rigenerazione urbana che in Italia manca da 20 anni». Così ha commentato il presidente di Federcostruzioni Paolo Buzzetti i primi risultati del provvedimento del Ministero delle Infrastrutture dedicato alla riqualificazione delle aree urbane. Attraverso una cabina di regia, costituita da esponenti dei diversi ministeri interessati, oltre che della Conferenza delle Regioni, dell’Anci, dell’Agenzia del Demanio e di Cassa Depositi e Prestiti, sono state valutate le 457 proposte pervenute dalle amministrazioni comunali. I progetti che hanno superato la selezione sono 28 e potranno usufruire di un cofinanziamento nazionale di 318 milioni di euro (224 dal Fondo Piano Città e 94 dal Piano Azione Coesione per le Zone Franche Urbane dove si concentrano anche programmi di defiscalizzazione per le PMI), attivando nell’immediato

Paolo Buzzetti

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progetti e lavori pari a 4,4 miliardi di euro complessivi, tra fondi pubblici e privati. «Federcostruzioni ha fornito un contributo propulsivo sin dall’inizio – ha aggiunto Buzzetti – perché riteniamo che una nuova idea di città sia determinante per il benessere di chi la abita e anche per rilanciare il settore delle costruzioni che oggi, più che mai, deve investire nella riqualificazione e nel recupero». Per la Federazione, i fondi stanziati sono un segnale importante ma per poter finanziare completamente le opere e consentire agli Enti locali di avere maggiori risorse, è necessario utilizzare al meglio anche i fondi europei e FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate). Non solo. Questi primi risultati devono essere considerati solo l’alba di un percorso ancora lungo e complesso. «Mi auguro – ha proseguito il presidente di Federcostruzioni – che l’agenda del nuovo Governo metta al centro dell’attenzione le politiche

per la città, che possono fare molto anche per il rilancio dell’occupazione. Per riaccendere i motori dell’economia lo sforzo dovrà essere maggiore. Dobbiamo dotare il Piano di un più corposo finanziamento, per esempio convogliando i due miliardi di euro all’anno previsti dai fondi strutturali e FAS per il periodo 2014-2020 per la realizzazione delle politiche urbane».La Federazione si appella alle forze politiche affinché mettano al centro questa priorità. Anche perché il Piano Città prevede altri stanziamenti che dovranno essere attivati dal prossimo esecutivo: oltre ai 28 progetti approvati sono state dichiarate ammissibili ulteriori proposte comunali, esclusivamente per quanto riguarda gli interventi di bonifica ambientale ed efficientamento energetico. Questa tipologia di interventi, in seguito a una successiva istruttoria, sarà finanziata con risorse provenienti dal ministero dell’Ambiente.


SI FA PRESTO A DIRE MACCHINISTA Per un lavoro di qualità ci vuole una formazione adeguata, tagliata su misura per garantire competenze tecnologiche e sicurezza in cantiere Le macchine movimento terra cambiano con l’evolversi della tecnologia, volgendo al digitale e richiedendo competenze sempre più aggiornate. Per consentire agli operatori di restare al passo con i tempi e tenere alto il livello di guardia in materia di sicurezza, soprattutto in un momento di forte crisi per il settore, è stato avviato un nuovo ciclo di formazione che coinvolge il Formedil, Ente nazionale per la formazione e l’addestramento nell’edilizia, e le principali associazioni di categoria. L’iniziativa nasce sulla scorta degli accordi firmati il 19 ottobre 2012 tra l’ente di formazione e Anima-Ucomesa, Anima-Aisem, Ascomac Cantiermacchine, Ascomac Unicea, Federunacoma-Comamoter. Ha come obiettivo principale quello di ampliare l’offerta formativa attraverso la diffusione dell’innovazione tecnologica. Mira inoltre ad aggiornare le fasce professionali impiegate in funzioni tecniche, operative e/o gestionali allo scopo di colmare il vuoto formativo lasciato dai corsi di studio tradizionali (istituti tecnici e facoltà universitarie tecniche attinenti il settore) in questo settore.

13 dicembre 2010. A chi ha già effettuato i corsi di formazione di base previsti dal percorso formativo e abbia già conseguito l’abilitazione verrà offerto invece un aggiornamento mirato ad acquisire conoscenze specifiche sulle caratteristiche di nuovi macchinari. Il primo passo in questa direzione è stato compiuto lo scorso 31 gennaio a Roma con un corso di aggiornamento tecnico specialistico destinato ai docenti di macchine movimento terra. «Alla base di una formazione di qualità ci sono formatori qualificati, che abbiano buone competenze didattiche e una conoscenza approfondita delle attrezzature. Questo discorso, valido in generale, diventa tanto più importante nel comparto delle macchine movimento terra, un settore particolarmente esposto al rischio di incidenti. È per questo che il Formedil

ha avviato, per il proprio corpo docenti, una serie di incontri di aggiornamento tecnico specialistico sull’innovazione tecnologica delle macchine. Dopo le due giornate del 2012 dedicate al sollevamento e un primo incontro sul movimento terra tenutosi a Milano nel luglio scorso, la formazione tecnica è sbarcata a Roma e ha raccolto l’adesione di un nutrito gruppo di Scuole edili, provenienti da tutto il territorio nazionale», spiega Claudio Tombari, coordinatore del progetto 16OreMics. Grazie al coinvolgimento di Imamoter, istituto di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), nato dall’accorpamento di due istituti del Cnr, si è potuto procedere all’aggiornamento di cento docenti e responsabili della formazione provenienti dalle Scuole Edili di tutta Italia.

In particolare, l’attività coinvolgerà gli addetti alla conduzione, all’esercizio e alla manutenzione ordinaria di macchine, attrezzature, impianti e mezzi d’opera attraverso le attività formative nel settore delle costruzioni edili e stradali, nell’ambito del progetto Mics Abilitazioni (www.16oremics.it) approvato da tutte le parti sociali del settore delle costruzioni il

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MISSIONI 2013: IL PROGETTO MENA Allargare lo sguardo in tempo di crisi è necessario: sono i mercati emergenti a offrire alle aziende nuove opportunità di business. Per questo la federazione, che rappresenta l’intera filiera del legno-arredamento italiano (FederlegnoArredo), ha deciso di proporre per il 2013 un progetto di promozione annuale nell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) e in Africa Sub-Sahariana. Il progetto prevede un articolato programma di missioni business-to-business (B2B) con alcune mirate partecipazioni fieristiche. In base ai dati elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo, infatti, i Paesi extra Unione europea hanno registrato nel 2011 una crescita dell’8% rispetto al periodo precedente: tra

questi, a sostenere le vendite estere delle imprese esportatrici sono Stati Uniti, Medio Oriente e Federazione Russa. Si rileva inoltre una crescita degli ordinativi anche dall’Africa Mediterranea, con un crescente interesse per i prodotti made in Italy. Il format di “progetto MENA” prevede innanzitutto una serie di attività di scouting per le aree focus del progetto, per attivare contatti preliminari e specifici per le imprese partecipanti. Per facilitare il proseguo dei contatti commerciali è inoltre previsto un follow up di ciascuna iniziativa, sia sugli operatori internazionali (imprenditori, dealer, general contractor, costruttori, developer) che sulle imprese partecipanti. A gennaio 2013 è stata la volta di Qatar e Dubai (dove i partecipanti hanno incontrato Dubai APID, l’Associazione degli Interior Designers degli

DUE DILIGENCE: LE NORME CONTRO IL COMMERCIO ILLEGALE Il 3 marzo 2013 è entrato in vigore il regolamento 995/2010, meglio noto come Due Diligence, finalizzato a contrastare il commercio illegale di legname e i prodotti da esso derivati. Tra i nuovi obblighi per i produttori e i distributori si segnalano il divieto di immissione sul mercato Ue di legname tagliato illegalmente e dei prodotti da esso derivati e l’obbligo per gli operatori che immettono per la prima volta sul mercato Ue prodotti del legno a osservare la “dovuta diligenza“ affinché sia accertata l’origine legale della materia prima. Al fine di garantire la tracciabilità e i materiali legnosi, infine, i commercianti avranno l’obbligo di tenere un registro con il nome dei propri fornitori e clienti.

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Emirati Arabi) mentre a febbraio seguiranno Angola e Sudafrica. Faranno poi seguito a ritmo costante Arabia Saudita, Algeria, Libano, Israele, Turchia, Ghana e Nigeria, Marocco e Tunisia. Il governo saudita ha infatti lanciato un imponente piano per lo sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica, che comprenderà la costruzione di 10.000 appartamenti oltre a varie tipologie di ville. Anche nell’area Nordafricana la crescita degli investimenti nell’edilizia è in aumento costante: nel 2010 il volume complessivo delle risorse ha raggiunto i 57 miliardi di euro, una cifra pari all’intero mercato del nuovo in Italia (circa 63 miliardi). Il Marocco, per esempio, è alle prese con un innovativo piano casa da 500mila abitazioni. «Il settore dell’housing sociale e quello delle strutture turistico alberghiere sono molto interessanti», commenta Emanuele Orsini, consigliere incaricato del gruppo Case di Assolegno (FederlegnoArredo) e titolare della Sistem Costruzioni, specializzata nella realizzazione di edifici in legno e impegnata in prima linea con progetti sociali su tutto il territorio nazionale. «Ci saranno delle ottime opportunità per le aziende italiane, nei prossimi anni. Fortunatamente il made in Italy è ancora un valore molto apprezzato: la garanzia del risultato finale, unita al gusto per il bello ci consente un buon posizionamento rispetto ai nostri competitor europei. Chi rimane esclusivamente in Italia, spiace dirlo, avrà ben poche soddisfazioni».


IL CONSULENTE D’AZIENDA GLI ASPETTI POSITIVI DELLA CRISI (4)

Rileggere gli stili di vita per ridisegnare il prodotto: l’importanza del design In un periodo di difficoltà nella capacità competitiva delle nostre imprese e del nostro sistema Paese, molti osservatori indicano l’innovazione come un’importante leva per competere a livello sia locale sia globale. Il design costituisce una delle possibili fonti di innovazione, ma non l’unica. Ad esso si affianca l’innovazione tecnologica, e quella dei sistemi manageriali. Senza queste ultime, il design perde rapidamente di valore. Inoltre, il successo del design italiano è storicamente accompagnato da significativi sviluppi nelle tecnologie e spesso legato all’utilizzo innovativo di nuovi materiali. Il design italiano ha infatti rappresentato un fenomeno unico a livello internazionale, un punto di forza indiscutibile e, soprattutto, si è affermato in modo autonomo, senza l’iniezione di risorse pubbliche. Un fenomeno robusto quindi, basato su solide capacità locali, strettamente legato al territorio, del quale il prodotto ingloba specificità e caratteri distintivi. Ma perché rivalutare oggi il tema del design, in un periodo tra l’altro di bassa propensione all’innovazione indotta dalle difficoltà di mercato e dalle limitate capacità di investimento? Il valore dell’innovazione basata sul design (cosiddetta design-driven) impatta sulla capacità competitiva focalizzandosi su due principali aspetti: la differenziazione dell’offerta e le economie di rete. Da un lato infatti il design innovativo consente un’offerta differenziata e rispondente ad esigenze dei clienti sempre più diverse e specifiche. Dall’altro lato, lo sviluppo di prodotti in cui l’elemento “design” assume un carattere distintivo richiede competenze sempre più complesse e integrate, difficilmente ritrovabili in un’unica organizzazione. Si rafforza di conseguenza la spinta verso organizzazioni di rete, in cui la collaborazione tra

imprese, gruppi, professionisti e progettisti assume un ruolo fondamentale per competere e il territorio riscopre la propria forza aggregativa e caratterizzante. Un’arena competitiva unica per costruire un innovativo processo che porti al “design”, in passato basato spesso su rapporti non organizzati o addirittura casuali tra l’imprenditorialità della piccola industria e la creatività dei progettisti. Questi due aspetti (differenziazione ed economie di rete) assumono ancor più rilevanza se si passa da “chi offre un prodotto/servizio” a “chi quel prodotto/servizio lo chiede”: il mercato è in realtà sempre più una “somma” di mercati, nicchie caratterizzate da diversi bisogni, tendenze e capacità di spesa, la cui determinante comune è rappresentata dai differenti stili di vita. Per competere diventa fondamentale costruire un’offerta di prodotti e/o servizi che corrisponda a un insieme di bisogni più o meno espliciti dettati da stili di vita sempre più consapevoli. L’aumento della durata della vita media, la crescente attenzione all’eco-sostenibilità e alla riduzione dei consumi energetici, la riduzione della capacità di spesa, l’evoluzione dei modelli sociali e famigliari hanno generato molteplici clienti-tipo, ognuno dei quali si aspetta – e addirittura pretende – un’offerta personalizzata e creata “su misura”. In questa potenziale distanza tra domanda e offerta, il design innovativo di prodotto può rappresentare la leva per i singoli operatori ma soprattutto per la loro rete di relazioni e collaborazioni in grado di costruire nuovi prodotti e servizi ri-disegnati nella forma e nel contenuto tecnologico. Una nuova proposizione produttiva e commerciale che sposta il proprio baricentro dal “prodotto/servizio” alla “soluzione” che, in quanto tale, non può che adattarsi alla specifica problematica ed esigenza. Il design assume quindi la duplice valenza di “novità” e

di “utilità”, e quindi nel contempo “attrattiva” per acquisire nuovi clienti e “propositiva”, consentendo di mantenere e valorizzare la propria clientela. Anche nell’edilizia il design sta assumendo crescente rilevanza non solo per le fasce più alte del mercato. In un settore che, nel suo complesso, sta vivendo una delle crisi più profonde, un’attenta e innovativa segmentazione volta a individuare bisogni e preferenze delle fasce di clientela che possano offrire ancora interessanti prospettive sia per le nuove costruzioni sia per le ristrutturazioni, diviene una fondamentale leva competitiva sul mercato nazionale e internazionale. Innovazione dei materiali e dei processi costruttivi per raggiungere elevati standard in termini di risparmio energetico ed ecosostenibilità, rispettando il vincolo del rapporto tra qualità e prezzo (il sempre più importante “value for money”) possono ben coniugarsi con un design di elevata qualità in grado di soddisfare anche le esigenze di differenziazione e caratterizzazione del manufatto, aumentandone in maniera significativa la soddisfazione del cliente attuale e potenziale. Steve Jobs diceva “Il design non è come sembra o come appare. Il design è come funziona”. Il design quindi non come componente accessoria del prodotto, ma come essenza del prodotto stesso in grado di costruire un’offerta innovativa specifica e modulare per i differenti stili di vita. Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria

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IL CONSULENTE LEGALE LA RESPONSABILITÀ PENALE PER CROLLO DI EDIFICIO

Lo scopo delle norme incriminatrici è porre a protezione beni giuridici considerati di rilevanza pubblica e, pertanto, trova giustificazione la comminazione di una pena, nei confronti del reo, pur finalizzata alla rieducazione, in ossequio alla Carta Costituzionale. Nell’ambito specifico del crollo di edifici, per quanto di conducenza al diritto penale, il bene giuridico che si vuole tutelare è costituito dall’incolumità pubblica, intesa, nell’accezione precisata dalla giurisprudenza della Suprema Corte, quale bene della sicurezza della vita e dell’integrità fisica, riferito non già ad una o più persone determinate, bensì alla collettività nel suo insieme e, quindi, come bene di tutti e di ciascuno. Si ponga l’attenzione, preliminarmente, sulla circostanza che le fattispecie di reato approntate dal nostro Ordinamento per la tutela del bene giuridico appena menzionato sono afferenti a tre distinti e autonomi profili: il delitto doloso di crollo di costruzioni p. e p. (pagine e pagine) all’art. 434 c.p. (Codice penale); il delitto colposo di danno p. e p. all’art. 449 c.p.; la contravvenzione, per la quale come tale è indifferente trattarsi di dolo o di colpa, di rovina di edifici o di altre costruzioni p. e p. all’art. 676 c.p. 2° comma. Con riferimento alle due ipotesi delittuose, deve precisarci quale sia il concetto di “crollo di costruzioni” che il legislatore intendeva sussumere all’interno di tali norme incriminatrici. Il crollo può sì essere totale o parziale, ma deve interessare le strutture essenziali, di modo che, per rovina, sfasciamento, caduta od ogni altra disgregazione delle medesime, che assuma proporzio-

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ni notevoli, la forza di coesione degli elementi costruttivi venga superata e vinta dalla forza di gravità. Diverso è l’elemento materiale della contravvenzione p. e p. all’art. 676 c.p. che, quale ipotesi criminosa leviore, non necessita del pericolo per l’incolumità pubblica affinché possa dirsi integrata e, dunque, è bastevole anche solo un piccolo crollo con pericolo per una sola persona. Acquisita la nozione di “crollo” rilevante per la sussistenza delle ipotesi delittuose, dovrà ravvisarsi l’ipotesi di cui all’art. 434 c.p. 1° comma, allorquando chiunque, cosicché trattasi di reato comune che non necessita della qualifica di costruttore o progettista o direttore di lavori per la sua configurabilità, commetta un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa, se dal fatto derivi pericolo per l’incolumità pubblica. Ipotesi questa per la quale la consumazione e, quindi, l’offensività è anticipata al punto che si prescinde dal danno, inteso come effettivo verificarsi del crollo. Al contrario, dovrà ravvisarsi l’ipotesi aggravata di

cui al secondo comma della medesima disposizione quando il crollo, appunto, avvenga. La differente pena, nel primo caso la reclusione da uno a cinque anni, nel secondo caso la reclusione da tre a dodici anni, non incide sulla necessità – come ribadito più in giurisprudenza – di accertare, a livello di elemento soggettivo del reato, quanto meno il dolo eventuale, inteso come accettazione del rischio, quanto al pericolo per l’incolumità pubblica; il dolo intenzionale, inteso quale rappresentazione e volontà, quanto all’evento-crollo, cosicché la condotta, commissiva od omissiva, proprio a tal fine sia stata posta in essere. Ove non venga riscontrato l’elemento psicologico del dolo, come poc’anzi meglio descritto, e avvenga realmente un crollo totale o parziale, qualora quest’ultimo si manifesti come concretamente pericoloso, valutato ex ante, vale a dire prima che esso avvenga, rispetto alla vita o all’incolumità di un numero indeterminato di persone, allora potrà integrarsi il delitto p. e p. all’art. 449 c.p., ciò se sussista la colpa, definibile come messa in atto di un comportamento contrario alle norme di perizia, prudenza e diligenza cui debbono conformarsi le azioni umane, o in violazione di specifiche prescrizioni di leggi, regolamenti, ordini e discipline. Quanto esposto chiarisce che l’imputazione per delitto colposo di danno prescinde dall’effettivo danno alla vita di un numero indeterminato di persona ma non prescinde dal verificarsi del crollo, nell’accezione già descritta. Pena


IL CONSULENTE LEGALE

comminata per tale delitto è della reclusione da uno a cinque anni. Per la contravvenzione p. e p. all’art. 676 c.p. 2° comma è indifferente – come già anticipato – per sua stessa struttura ontologica l’accertamento del dolo o della colpa (art. 42 c.p. comma 4°) ed è ravvisabile solo nei confronti di chi abbia avuto parte nel progetto o nei lavori concernenti un edificio o un’altra costruzione (progettista, costruttore o direttore dei lavori per esempio), indi per cui trattasi di reato proprio. Il concetto di “crollo” non è quello di cui alle fattispecie delittuose ma, ripren-

...protegge la tua casa da cima a fondo!

dendo quanto descritto in precedenza, trattasi di crollo, che deve verificarsi, non riguardante strutture essenziali dell’edificio o di altra costruzione e di impatto non lesivo per l’incolumità di un numero indeterminato di persone, tanto che la giurisprudenza ha rinvenuto casi di ipotesi contravvenzionale, per esempio, nei crolli avvenuti in cantieri nei quali non accedano persone estranee e durante la sospensione dei lavori. Alla fine di questa breve disamina appare opportuno rilevare che alcuna rilevanza assume in ambito penale il termine di prescrizione decennale di

cui all’art. 1669 c.c., con la conseguenza che i soggetti attivi delle varie fattispecie di reato prospettate potranno essere sottoposti a procedimento penale, nei limiti e nei contenuti dedotti, anche a più di dieci anni dal compimento dell’opera. Di talché, un’opera per la quale sia stata dichiarata la “fine lavori” nel 1970 e che crolla nel 1997, potrebbe dare adito alla responsabilità penale in parola. Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari

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COSTRUZIONI IN LEGNO I prodotti e le soluzioni INDEX dalle fondazioni al tetto TERRAZZE 4. Impermeabilizzazione con doppio strato AUTOTENE BASE HE e HELASTA

7. Pavimentazione 6. Massetto incollata QUICKCEM con FLEXBOND o DRYCEM e fugata con FUGOFLEX 2-12

3. Isolante termico POLIESTIRENE ESTRUSO

7. Coppi 5. Secondo 4. Foglio tavolato ultratraspirante DIFOBAR SINT

6. Foglio impermeabile e traspirante DIFOBAR PLUS

5. Isolamento acustico rumori di calpestio FONOSTOPStrato

6a. Coppi 5a. Membrana impermeabilizzante autoadesiva MINERAL SELFTENE TEGOLA EP 4. Secondo tavolato

5b. Membrana impermeabilizzante autoadesiva MINERAL DESIGN (decoro coppi)

Parete esterna

3. Isolante termico POLISTIRENE ESPANSO ESTRUSO

3. Isolante termico THERMOSILENTRock

2. Barriera vapore SELFTENE BV BIADESIVO 1. Solaio X-LAM

PARETI

COPERTURE

2. Freno vapore DIFOBAR SINT F.V. 140 1. Tavolato

2. Barriera vapore autoadesiva SELFTENE BV BIADESIVO

5. Finitura colorata DECORFINE SIL 4. Armatura RETINVETRO PER RASANTI 3. Collante/rasante COATBOND FINE FIBER

1. Tavolato

SOLAI

1. Parete X-LAM 2. Isolante termico THERMOSILENTRock

Parete interna

6a. Pavimentazione posata su FONOSTOPTile Biadhesive e fugata con FUGOPOX COLOR AB

4. Isolamento acustico dei rumori di calpestio FONOSTOPDuo 5. Massetto DRYCEM o QUICKCEM 3. Pannello OSB 2. Isolante termico THERMOSILENTRock

6b. Parquet posato su FONOSTOPLegno

3. Controplaccaggio con doppia lastra di cartongesso e TOPSILENTBitex

1. Solaio X-LAM

1. Parete X-LAM 2. Isolante termoacustico SILENTEco

Isolamento acustico con controsoffitto - SILENTEco o SILENTRock - Controplaccaggio con doppia lastra di cartongesso e TOPSILENTBitex

4. Isolamento acustico 5. Massetto dei rumori DRYCEM o di calpestio QUICKCEM con doppio strato di FONOSTOPDuo 3. Strato di riempimento

BAGNI E DOCCE

6. Pavimentazione posata con adesivo FLEXBOND e fugata con FUGOCOLOR

6. Pavimentazione e rivestimenti posati con adesivo FLEXBOND e fugata con FUGOPOX COLOR AB 6. Impermeabilizzazione UNOLASTIC

2. Cappa collaborante 5. Massetto DRYCEM o QUICKCEM 1. Tavolato 1. Solaio X-LAM

4. Isolamento acustico dei rumori di calpestio FONOSTOPTrio

6. Massetto DRYCEM o QUICKCEM

7. Pavimentazione posata con adesivo FLEXBOND e fugata con FUGOCOLOR

3. Strato di riempimento

Impermeabilizzazione e protezione dal gas Radon 11. Barriera vapore, impermeabilizzazione e protezione INDEXTENE HDPE SUPER

11. Strato di riempimento

10. Isolante termico POLISTIRENE ESPANSO ESTRUSO

2. Cappa collaborante

1. Tavolato

6. Pannelli e tubazioni per l’impianto di riscaldamento radiante

1. Magrone

3. Strato di riempimento

FONDAZIONI 5. Parete esterna X-LAM con base in larice 6. Impermeabilizzazione con INDEXTENE HDPE SUPER o SELFTENE BASE HE 8. Impermeabilizzazione con INDEXTENE HDPE SUPER o SELFTENE BASE HE

Impermeabilizzazione di locali interrati in presenza di falda acquifera 5. Tagliamuro

9. Foglio protettivo e drenante PROTEFON 7. Isolante termico POLISTIRENE ESPANSO ESTRUSO 4. Impermeabilizzazione e protezione dal gas radon con RADON BARRIER

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4. Primer ECOVER

3. Platea di fondazione

2. Vespaio aereato

4. Isolamento acustico dei rumori di calpestio FONOSTOPDuo

3. Fondazione

1. Magrone

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7. Foglio protettivo PROTEFON 6. Impermeabilizzazione con doppio strato di HELASTA POLIESTERE 2. Impermeabilizzazione con doppio strato di HELASTA POLIESTERE


NEWS DAL MONDO BIGMAT BIGMAT GUGLIELMINA PUNTA SUL NOLEGGIO Il Gruppo BigMat continua ad aumentare i punti noleggio della rete BigRent, con una flotta di mezzi e un’offerta di attrezzatura diffusa capillarmente all’interno dei confini italiani. Il vantaggio della formula del noleggio è senza dubbio ben apprezzato dagli utilizzatori, per far fronte sia all’attuale situazione di “incostanza” del lavoro, sia per un utilizzo pre-acquisto sia per un utilizzo su lavori particolari, parola d’ordine abbattere i costi fissi di gestione. Questo è ciò che ha spinto BigMat Guglielmina Srl ad avviare il centro noleggio BigRent: «Dovevamo trovare un servizio che ci permettesse di continuare a migliorare la nostra offerta adeguandoci a un mercato che a oggi è per il 70% dedicato alla ristrutturazione, sicuramente essere in un gruppo ci ha permesso di sfruttare iniziative testate con successo dagli altri punti vendita, consentendoci di essere fin da subito, preparati tecnicamente, offrendo al mercato un assortimento di macchinari adeguato a tutte le esigenze e commercialmente competitivo», spiega il titolare Francesco Guglielmina. Il nuovo servizio di noleggio, avviato dal punto vendita piemontese nei primi giorni di novembre scorso, ha già otte-

nuto i primi segnali positivi, suscitando l’apprezzamento del proprio mercato circa l’organizzazione e l’ampia offerta di macchine per la demolizione controllata, il taglio o mototroncatrici, senza dimenticare il reparto energia con generatori monofase e trifase fino a 22kva. Ma le attrezzature non finiscono qui. Inserite all’interno di un’area dedicata, il cliente trova anche serie di prodotti come betoniere, elevatori, trabatelli, piastre vibranti, lisciatrici, scarificatrici, generatori di aria calda, idropulitrici e attrezzature per il movimento a terra.

Un ulteriore conferma quindi, dell’attenzione alle esigenze del mercato da parte del Gruppo BigMat sia a livello locale sia a livello nazionale.

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NEWS DAL MONDO BIGMAT HABIMAT EDILIZIA DUE INAUGURA IL NUOVO SHOWROOM A CARCARE La soddisfazione del cliente al centro della filosofia di BigMat come dimostra l’apertura del nuovo spazio espositivo di finiture per interni habiMat da 200 mq di Edilizia Due Srl, inaugurato il 19 gennaio scorso. Un’area specializzata di prodotti – dall’arredo bagno ai finimenti di design e alle piastrelle di altissima qualità – e in grado di soddisfare le esigenze e i gusti di ampie fasce di mercato che, ancora una volta, sottolinea la continua ricerca d’innovazione, caratteristica che, negli ultimi 20 anni, ha fatto del socio BigMat di Carcare uno dei principali riferimenti del mercato edile ligure. Uno showroom, habiMat Edilizia Due, in grado di mostrare alla sua clientela l’esperienza di un nuovo modo


di vivere: «Vogliamo che il cliente possa fare un viaggio sensoriale all’interno di tutto ciò che di meglio offre il mercato – dichiara un’entusiasta Sara Tilocca, responsabile commerciale di habiMat Edilizia Due –. La competenza e la professionalità dei nostri dipendenti guideranno le scelte del cliente nella giuste combinazioni per creare l’ambiente di casa che più lo rappresenti, sviluppando così un rapporto di fiducia del cliente verso l’azienda». «La pluriennale esperienza nel settore edile ci consente di poter rispondere a tutte le esigenze richieste dal mercato – continua Sara Tilocca –. Inoltre, siamo in grado di consigliare il cliente a partire dal disegno tecnico fino alla scelta del singolo attacco idraulico». habiMat è un nuovo modo di concepire l’abitare, l’architettura e il design grazie a progettazioni originali e personalizzate che rispecchiano lo stile di ognuno. Negli showroom habiMat si possono trovare le migliori proposte di pavimenti, rivestimenti e arredo bagno con personale esperto e in grado di consigliare in ogni scelta di cui si necessita.

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NEWS DAL MONDO BIGMAT FORMARSI PER NON FERMARSI. L’ACQUA E IL CORSO DI BIGMAT PAOLINI L’importanza della sensibilizzazione alle varie tematiche ambientali e alle buone pratiche che consentono il perdurare di un comportamento green ha spinto la BigMat Paolini Srl a dedicare un incontro tecnico, tenutosi lo scorso 5 dicembre: drenaggio, impermeabilizzazione, raccolta e depurazione delle acque, queste le tematiche. L’acqua diviene di giorno in giorno un bene sempre più prezioso, un bene da difendere e preservare attraverso la formazione di una sensibilità civica che consenta il perdurare di una sua corretta gestione e del suo indispensabile recupero. Continua così il percorso di formazione e diffusione della cultura edile persegui-

to negli anni dall’azienda dell’alto Tevere sul proprio territorio che, come dichiara Stefano Paolini della BigMat Paolini: «I nostri corsi puntano in prima istanza a sensibilizzare il fruitore e successivamente diventano un mezzo importante per istruire tecnici, imprese edile e artigiani». Una scelta tematica vincente e sentita considerando la grande affluenza di pubblico, quasi cento i partecipanti, incuriositi dal tema e attirati dai relatori presenti. All’incontro sono intervenuti i rappresentanti delle aziende leader nello sviluppo di corrette soluzioni per la gestione di quello che ormai è divenuto l’oro azzurro: Diego Zeppa, referente commerciale di Rototec, Marco Sandri, product manager di i.dro DRAIN di Italcementi, e Luca Schieroni, diret-

tore commerciale di Imper. Diverse le specifiche tematiche affrontate negli interventi dal sottolineare l’importanza

L’acqua è un bene prezioso.

INCONTRO TECNICO SUL DRENAGGIO, L’IMPERMEABILIZZAZIONE, LA RACCOLTA E LA DEPURAZIONE DELLE ACQUE. BigMat F.lli Paolini incontra tre importanti partner del Gruppo BigMat come Italcementi, Rototec e Imper. La cooperazione tra BigMat e i fornitori sarà l’occasione per un incontro tecnico sul drenaggio, l’impermeabilizzazione, la raccolta e la depurazione delle acque.

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NEWS DAL MONDO BIGMAT dell’impermeabilizzazione e della difesa dell’ambiente dagli effetti nocivi-invasivi dell’acqua presentando una serie di soluzioni sviluppate da Imper, alle ultime innovazioni di Italcementi rappresentate dal rivoluzionario i.dro DRAIN prodotto che facilita la gestione del drenaggio, fino alle soluzioni Rototec per la raccolta delle acque – siano esse piovane o meno – e all’importante azione di depurazione tramite serbatoi che consente alle acque di raccolta di venire riutilizzate per nuovi processi quali ad esempio l’irrigazione dei campi. Un incontro attento alle esigenze reali: «Siamo pienamente soddisfatti dell’incontro e dei contenuti degli interventi dei relatori – sottolinea Stefano Paolini

– in quanto abbiamo realizzato un format che si presta a essere esportato e ripetuto anche in altri punti vendita. Inoltre la grande affluenza dimostra la bontà e la validità della nostra offerta. Crediamo che questo sia il metodo giusto per far cultura e sensibilizzare il mercato in cui viviamo e operiamo,

consentendoci di sviluppare rapporti sempre più professionali con la nostra clientela: progettisti, imprese e artigiani. Queste sono infatti figure della filiera edile che necessitano di un referente affidabile con il quale confrontarsi al fine di comprendere il corretto uso dei materiali».

BIGMAT NEL CUORE DELLA SICILIA La grande famiglia BigMat continua a crescere, questa volta nella terra del sole. Si tratta della BigMat La For.Edil Srl di Filippo Laneri, un’affermata rivendita di materiali edili che dal centro geografico della Sicilia, Enna, soddisfa le richieste del mercato regionale. Una struttura dinamica e giovane – nata nel 1993 su iniziativa di Filippo Laneri –, che si è ampliata nel corso degli anni per rispondere in maniera sempre più preparata e pronta alle esigenze del mercato edile siciliano, che Laneri definisce, nonostante la crisi, «vivace, dinamico e alla ricerca di soluzioni per sconfiggere la particolare situazione del settore. E le possibilità ci sono: noi punteremo forte sul settore delle restaurazioni, perché se vi sono difficoltà per avviare nuove costruzioni, questo non si può dire a riguardo dell’esistente, che necessità sempre più di una rivalutazione architettonica ed energetica». Per questo l’azienda siciliana ha deciso di unirsi alla famiglia BigMat, per sfruttare la forza e le esperienze maturate da un marchio

internazionale, nonché «per condividere i vantaggi e le conoscenze derivanti dall’essere parte di questo importante Gruppo e per migliorare l’immagine del punto vendita ed essere così maggiormente riconoscibili – dichiara Laneri –. Inoltre il corollario dei prodotti offerti da BigMat ci permette di inserire nuovi fornitori e nuove famiglie merceologiche, come ad esempio particolari prodotti per la coibentazione o specifiche intonacature, che si sposano con quello che vorrebbe essere il nostro prossimo principale settore: il restauro». Questo è quindi il prossimo obiettivo dell’ormai affermata realtà imprenditoriale siciliana, che sin dalla sua nascita si è concentrata sulle forniture di materiali a piccole e medie imprese. Una scelta che, dagli anni ‘90, le ha consentito di progredire con costanza fino a raggiungere le attuali dimensioni. Con una superficie esterna di 5.000 mq alla quale si sommano i 1.400 mq coperti suddivisi in magazzino e area espositiva, la BigMat La For.Edil si occupa della commercializzazione di

tutti gli altri materiali indispensabili per il mondo delle costruzioni, della ferramenta o della manutenzione delle strade. Prodotti come i pali di fondazione o il ferro, lavorati e presagomati direttamente all’interno del punto vendita, sono uno dei punti di forza dell’offerta aziendale. Il nuovo punto vendita BigMat La For.Edil di Enna si è inoltre conformato alla norma UNI EN ISO 9001:2008 grazie alla quale attua un rigoroso rispetto della gestione della qualità. Il fine è quello di regolamentare, in maniera chiara e univoca, lo svolgimento del lavoro per ottimizzare l’organizzazione delle risorse e gli obiettivi allo scopo di migliorare ulteriormente il rapporto tra tecnico, commerciale e cliente.

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NEWS DAL MONDO BIGMAT SHOWROOM GREEN PER BIGMAT RICCI MANFREDO

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Il rumore da calpestio sulle scale interne di un edificio raramente viene controllato a progetto, o durante la costruzione, trasformandosi a lavori conclusi in un problema che si fa sentire!

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