UP! n 7 - dicembre 2012

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n. 7 - dicembre 2012 una NUOVA LEGGE RIVOLUZIONERà I MATERIALI EDILI

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

IL PAVIMENTO CHE TI SEGUE IN OGNI TRASLOCO

È il trend più in crescita del momento: le case prefabbricate in legno sonO il cuore green di abitazioni tecnologicamente avanzatE

siamo pronti per le case in legno?


Abbiamo molto in community

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editoriale

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ari Lettori, anche quest’anno è giunto al termine, e il 2013 si affaccia un po’ intimorito da quel che già si dice di lui. Come sarà veramente, però, “lo scopriremo solo vivendo”, come diceva una canzone famosa. Vorrei poter pensare insieme a voi che il 2013 sarà un anno in cui tutti coloro che hanno stretto i denti e si sono reinventati, cogliendo le poche opportunità che questa crisi ha generato, possano aprire le porte delle loro aziende e delle loro case per lasciar entrare lo spirito di rinascita. Una cosa è certa, questa crisi ci ha dato un grosso insegnamento: la dignità umana non si misura con l’apparenza, con lo sfoggio dell’ultimo ritrovato tecnologico, con un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità o con l’animo colmo di indifferenza nei confronti di tutto e tutti a salvaguardia del proprio effimero benessere. Vorrei quindi poter pensare che ci risveglieremo da questa crisi, con le ossa un po’ rotte, ma con una gran forza di ripartire nel modo giusto. In tutte le edizioni di Up! abbiamo parlato di tenacia, collaborazione, rispetto per l’ambiente: in questo

numero parleremo di modi di costruire diversi ed ecologici che possano preservare il nostro benessere in pace con la natura. Auguro a tutti voi che il 2013 sia positivo in ogni scelta che farete e se ogni tanto vi fermate a sognare… fatelo! Almeno i sogni sono gratis.

■ Lina Mazzullo

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sommario N. 7 - DICEMBRE 2012 UNA NUOVA LEGGE RIVOLUZIONERÀ I MATERIALI EDILI

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

IL PAVIMENTO CHE TI SEGUE IN OGNI TRASLOCO

È IL TREND PIÙ IN CRESCITA DEL MOMENTO: LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SONO IL CUORE GREEN DI ABITAZIONI TECNOLOGICAMENTE AVANZATE. GLI ITALIANI SANNO COSA SONO E LE ACQUISTEREBBERO?

SIAMO PRONTI PER LE CASE IN LEGNO?

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ritorno al futuro Le case in legno sono una tradizione antica che oggi rappresenta l’ultima frontiera hitech dell’edilizia

SIAMO PRONTI PER LE CASE IN LEGNO? Cosa ne pensano gli italiani delle abitazioni con l’animo in legno? Up! ha provato a sondare il terreno in cinque città italiane

20 IL SOCIAL HOUSING PUNTA SULL’X-LAM

Quando sarà concluso, “Cenni di cambiamento” a Milano sarà il più grande complesso di edilizia sociale d’Europa, che pare puntare tutto sul legno per costruire palazzi “belli” e “buoni” per tutte le tasche. Soprattutto quelle dei giovani

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PANORAMA GIUSTINELLI: IL PRIMO PALAZZO IN LEGNO D’ITALIA E A EMISSIONI ZERO

26 le protagoniste delle zone ad alto rischio sismico

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Elevata resistenza ai terremoti e tempi di costruzione da record: sono queste le due caratteristiche che fanno delle case prefabbricate in legno le protagoniste delle costuzioni


n. 7 - dicembre 2012 30 ristrutturare con il legno

Due case history esemplari, al cui centro c’è la struttura di copertura, che hanno sfruttato tutte le competenze BigMat

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36 LUNGA VITA AL LEGNO

BigMat sceglie Amonn e i suoi prodotti efficaci per garantire durabilità ai manufatti in legno

38 l’ITALIA IN PRIMA LINEA

PER IL TERMODINAMICO Gli impianti solari termodinamici, ispirati agli specchi ustori di Archimede, sono al centro della politica energetica del governo. Che può assicurare 18.000 posti di lavoro

40 una nuova legge rivoluzionerà i materiali edili

È la 305/2011, entrerà in vigore il primo luglio 2013 e renderà tutti responsabili, dai produttori ai progettisti

43 controllare il sisma

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non è più un’utopia

Un nuovo punto di vista sul terremoto

46 il pavimento che ti segue in ogni trasloco

48 golden lady si rifà il look 52 risanare e incollare con bigmat A dicembre arrivano tre novità a marchio BigMat, che proseguono la strategia del gruppo nello sviluppo dei private label

rubriche

55 federcostruzioni informa 56 formedil informa 58 federlegno informa 59 il consulente d’azienda 60 il consulente legale 62 news dal mondo bigmat 70 bigmat international

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in viaggio

75 appunti di gusto 76 STYLE 78 in auto 79 tecnologia 5


RITORNO AL FUTURO Le case in legno sono una tradizione antica che oggi rappresenta l’ultima frontiera hitech dell’edilizia. di Carlo Vacca

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imenticate gli chalet di montagna, perché le case in legno di oggi, protagoniste del boom più interessante del momento, sono un sofisticato connubio di tecnologia, modernità, tradizione e sostenibilità: case all’apparenza come tutte le altre, ma con un cuore di legno dai mille vantaggi. La costruzione in serie di case prefabbricate in legno avvenne in America nel XVIII secolo, quando gli immigrati iniziarono a preparare delle parti prefabbricate per la costruzione più rapida delle loro case. Già nel 1833 un carpentiere inglese, Herbert Mamming, inviò in Australia via nave, all’interno di enormi casse, dei moduli pre-

fabbricati per la costruzione veloce di case residenziali.

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Stavkirke

IL LEGNO RESISTE AI SECOLI La pagoda a cinque piani del complesso templare buddista di Hōryū-ji nel sismico Giappone è considerata la costruzione in legno più antica al mondo ed è datata 687. Le Stavkirke, chiese medievali norvegesi costruite interamente con legno strutturale, hanno più di mille anni e le case a graticcio diffuse in tutto il nord Europa – dall’Inghilterra alla Francia, dalla Svizzera alla Repubblica Ceca, dalla Danimarca alla Polonia e soprattutto in Germania – cominciano a sorgere già dal XIII secolo. Dopo anni di oblio e di sdegno per il più antico dei materiali da costruzione, tanto che in Italia, ad esempio, esisteva un vuoto normativo colmato solo con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008, il legno sembra trovare nuova rinascita e fortuna nell’architettura contemporanea, dalle costruzioni residenziali a quelle pubbliche, dalle strutture per lo sport a quelle per il culto. Insomma, il materiale sostenibile per eccellenza arriva anche in città, diventando

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elemento chiave della nuova edilizia. Una sorta di ritorno al futuro: in un momento di congiuntura economica, il comparto delle costruzioni in abete o in larice in cinque anni è cresciuto del 500%. Una marcia destinata a crescere ancora, dato che nel decreto «Salva Italia» varato dal governo Monti è caduto il limite che fissava a tre piani l’altezza delle strutture in legno. Il primo effetto si è visto a Milano, in zona San Siro, dove sono appena partiti i lavori per la costruzione di un edificio di social housing di nove piani con struttura portante in legno: diventerà, insieme a un “gemello” di Londra, il più alto d’Europa, utilizzando più di 6mila metri cubi di questo materiale. «Un percorso che parte da lontano, la palestra è stata fatta con lo sviluppo dei tetti in legno», spiega Paolo Ninatti, presidente di Assolegno. «L’ingegnerizzazione dei prodotti consente ciò che prima non era neanche immaginabile: con i pannelli a strati incrociati, il fuoco che covava sotto la cenere è esploso». Secondo i dati di una ricerca condotta dalla Paolo Gardino Consulting, un anno fa gli edifici in legno erano l’8,5% delle costruzioni italiane, il 2,8% delle abitazioni. Le previsioni per i prossimi


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Casa Montarina - Lugano
 Casa Montarina dell’architetto Lorenzo Felder a Lugano ha una struttura intelaiata in legno su fondazioni in cemento armato e offre diverse tipologie d’alloggi per soddisfare le esigenze delle giovani famiglie di abitazioni a costo ragionevole, senza rinunciare al comfort abitativo. Particolare attenzione è stata posta nello studio dell’illuminazione e dell’irraggiamento solare.

cinque anni danno l’edilizia residenziale in crescita del 50%. «Il prodotto è vincente, appena il settore è riuscito a sviluppare soluzioni all’altezza è partita la tendenza: l’autostrada è tutta da percorrere, siamo solo al casello», aggiunge Ninatti.

tro Sud stanno guadagnando continue quote di mercato, ha dato risultati positivi, così come il settore delle case in legno: nelle quattro regioni analizzate sono state costruite 323 abitazioni in cinque grandi edifici multipiano e 59 edifici non residenziali (oltre alle grandi strutture).

TREND IN CRESCITA AL SUD

UN SISTEMA COSTRUTTIVO CHE PIACE AnCHE ALLE GRANDI CATENE

Paolo Gardino, della Gardino Consulting Company, ne è convinto: le case e soprattutto i tetti in legno sono in continua crescita in Italia e ancor più al Centro Sud, territori dove i manufatti in legno rappresentano una novità costruttiva. La ricerca di Gardino, intitolata “Industrie di prima lavorazione del legno in Centro e Sud Italia (Campania, Lazio, Marche e Umbria)”, ha coinvolto 232 aziende e ha dato risultati interessanti: nelle zone analizzate l’impiego e l’industria del legno hanno un andamento contrastante e, malgrado la situazione generale italiana, ci sono segnali di ottimismo. I settori più colpiti sono stati quelli delle segherie e degli imballaggi, mentre quelli meno colpiti sono stati le carpenterie, le case e le grandi strutture. Ad avere la peggio, sono risultate le aziende tecnologicamente obsolete, mentre quelle più moderne hanno avuto minori contraccolpi. Malgrado il momento difficile, la continua crescita dei tetti in legno, che al Cen-

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Il legno piace perché ha costi certi, tempi di realizzazione brevi, è ecologico e antisismico. Piace talmente tanto


innovazione in cantiere che anche una grande catena come Autogrill ha scelto i sistemi costruttivi in legno per costruire e ristrutturare i propri punti vendita. La società, leader nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia, ha siglato a settembre 2012 l’accordo con FederlegnoArredo (Federazione che raccoglie le aziende della filiera legno-arredo) per promuovere sul territorio nazionale l’utilizzo strutturale del legno, anche a fronte delle crescenti necessità di messa in sicurezza degli edifici. Un risultato significativo che consentirà ad Autogrill di avvalersi del supporto tecnico delle aziende associate a FederlegnoArredo e, al tempo stesso, permetterà alla filiera del legno-arredo di promuovere le proprie tecnologie costruttive negli oltre 5.300 punti vendita di proprietà del Gruppo. Grazie ai numerosi vantaggi di una costruzione in legno (materiale performante, resistente ed ecocompatibile), i nuovi punti vendita potranno essere realizzati o messi in sicurezza in tempi rapidi e con costi certi. Non solo, i sistemi costruttivi in legno consentiranno di risparmiare energia rispetto a quelli realizzati con sistemi costruttivi tradizionali, pur offrendo le stesse prestazioni in termini di durabilità. Autogrill ha scelto le aziende del legno-arredo consapevole che il legno garantisce un elevato rapporto resistenza/peso, importante per la realizzazione di strutture in grado di resistere ad azioni sismiche, oltre a ottimi standard per comfort, isolamento termico, acustico e parametri termo-igrometrici.

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SEMPLICEMENTE RIVOLUZIONARIO Tante sono le componenti che hanno contribuito a questa rivoluzione. In primis i tempi più brevi di realizzazione, dato che si può consegnare una casa con struttura in legno, chiavi in mano, in meno di cinque mesi contro i venti delle abitazioni in cemento. In secondo luogo i costi certi: con una casa prefabbricata in legno, infatti, non ci sono mai variazioni di costo, che invece accadono spesso se si utilizzano altri sistemi costruttivi. Ma il legno è tornato in auge anche per il suo bassissimo impatto ambientale, mentre gli architetti lo adorano per la sua versatilità, che consente molta libertà nelle forme. Resistenza e flessibilità sono stati gli elementi che hanno spinto progettisti e ingegneri a scegliere il legno per ricostruire i paesi intorno all’Aquila dopo il terremoto. In Abruzzo, dopo il sisma, duemila appartamenti in classe energetica A sono stati costruiti in 80 giorni. Il legno è molto più duttile rispetto al cemento, di conseguenza è in grado di dissipare in modo più efficace le sollecitazioni derivanti dalle scosse sismiche: le strutture lignee non riescono solo a resistere al sisma, ma hanno anche il grande vantaggio di non subire fessurazioni importanti. Altro aspetto non trascurabile, il legno ha buone performance anche in caso di incendio. Il pregiudizio sul legno

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Murray Grove - Londra
 Un esempio della versatilità del materiale, della sua velocità di montaggio e della possibilità di sviluppo anche in verticale è sicuramente il Murray Grove a Londra, progettato dallo studio Waugh Thistleton Architects. Con i suoi 9 piani costruiti in 9 settimane con soli elementi X-Lam, sia per le strutture portanti che per quelle portate, così come per i vani di scale e gli ascensori, il Murray Grove rappresenta anche un tipico modello di social housing, proponendo diverse tipologie di alloggi per differenti esigenze e portafogli.

come materiale combustibile non deve trarre in inganno rispetto alle reali caratteristiche di resistenza rispetto agli altri materiali: infatti, in caso di incendio il legno

si carbonizza in superficie proteggendo la sua struttura interna. Questo strato di carbone protettivo

rallenta la velocità della fiamma, fungendo da isolante e preservando la staticità strutturale che non viene compromessa, al contrario di quanto accade all’acciaio e al cemento che non bruciano, ma il materiale subisce un rapido decadimento delle caratteristiche meccaniche. La tecnologia di prefabbricazione delle case in legno consente di lavorare al meglio anche sul comfort abitativo e in particolare per garantire il calcolo esatto dell’isolamento, attraverso la produzione industriale che certifica la qualità direttamente in azienda: più alto è il grado di prefabbricazione, più alto è lo standard qualitativo. In ultimo, le case in legno non temono neanche l’umidità, una questione importante per una parte del territorio italiano. Come rispondono le case prefabbricate a questo fattore ambientale? Il legno è in grado di adattarsi efficacemente alle diverse condizioni ambientali assorbendo e rilasciando l’acqua presente

Parete Esterna

Descrizione 1. Tinteggiatura Esterna 2. Intonaco 3. Cappotto in Sughero 4. Isolamento in fibra di legno 5. Pannello OSB e Freno al Vapore 6. Trave in Legno Lamellare 7. Impianti 8. Pannello OSB e Freno al Vapore 9. Isolamento in fibra di legno 10. Pannello rigido in Fermacell 11. Pavimentazione 12. Materassino fonoassorbente 13. Materassimo Alleggerito 14. Riscaldamento Radiante 15. Massetto 16. Fondazioni a platea in cemento armato

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LEGNO E CALCESTRUZZO UN OTTIMO CONNUBIO LifeCycle Tower - Austria
 È già iniziata a Dornbirn in Austria la costruzione del prototipo della LifeCycle Tower, un edificio sostenibile che potrà raggiungere i 100 m di altezza sì da minimizzare il consumo di risorse ed energia nel proprio intero ciclo di vita, un progetto internazionale che ha visto la partecipazione dell’architetto Hermann Kaufmann, dello studio Arup, dell’azienda Wiehag e del Politecnico di Graz, coordinati dalla società Rhomberg Group. La LifeCycleTower One di Dornbirn di soli 8 piani adotterà un sistema costruttivo misto legno-calcestruzzo basato in facciata su moduli di 2,7 m tra pilastro e pilastro e luci libere interne fino a oltre 9 m: l’assenza di partizioni portanti interni garantirà all’edificio la flessibilità delle costruzioni in calcestruzzo. La struttura a griglia della facciata permetterà l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici, vetrate trasparenti o con vegetazione.

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Alloggi sociali - Motta di Livenza (TV) L’architetto Matteo Thun ha realizzato nel comune di Motta di Livenza dodici alloggi sociali per l’Ater di Treviso al costo di appena 995 euro al mq. Reinterpretando la tipologia locale delle case a ringhiera, al piano terra un ampio porticato conduce ad una corte interna che, come un giardino sempreverde, diventa polmone di areazione degli ambienti interni che vi si affacciano. Il piano terra è stato realizzato in cemento e laterizio, ma i piani superiori sono stati costruiti con una struttura e pannellature di tamponamento prefabbricati in legno, rivestiti ulteriormente con un sistema di frangisole ad alleggerire l’insieme.

nell’aria in modo efficace e reversibile. Questo è un grande pregio, soprattutto per le sue proprietà di regolatore naturale di umidità per l’interno dell’abitazione. Inoltre è stato constatato come un’esposizione eccessiva del legno all’acqua (ad esempio a causa di un’eventuale perdita nell’impianto idraulico) non dà luogo a fenomeni di deperimento se si interviene sulle pareti in questione consentendo una naturale asciugatura. La soluzione migliore è, però, evidentemente, la protezione del legno dall’azione diretta e prolungata dall’umidità con impregnanti dati in autoclave, oltre ad un’accorta scelta delle essenze legnose stesse. Le strutture a telaio, nelle quali il legno si trova

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racchiuso in un “sandwich” di materiali la cui corretta stratigrafia permette di difendere efficacemente l’abitazione, rappresentano la soluzione migliore per l’umidità. L’isolamento a cappotto, infatti, limita le necessità di intervento e garantisce una lunga durata nel tempo, con INTONACO E LEGNO. IL CONNUBIO SU CUI PUNTANO ANCHE I PRODUTTORI «Il legno è versatile. Noi di Hasslacher Norica Timber stabiliamo nuovi standard nell’uso durevole della materia prima più geniale del mondo», parola di Karl Heinz Gritzner, sales area manager di Hasslacher, storica azienda austriaca specializzata nella lavorazione del legno. Versatilità che per Gritzner ha significato costruire, in tempi record, la propria abitazione in legno ma finita a intonaco, dove il colore ha giocato un ruolo fondamentale. Le pareti interne ed esterne della casa sono state valorizzate con colori intensi. Un immobile, quello costruito da Gritzner, che ha sfruttato uno dei sistemi proposti dalla Hasslacher, ovvero l’X-Lam, sistema di pannelli ad assi incrociate. Il telaio e le pareti migliorano così la risposta termoisolante, la distribuzione dei carichi e la trasmittanza termica (soli 0,15 W/mq K) dell’immobile. La singola parete si compone, dall’esterno all’interno, di una sezione in legno lamellare di 160 mm, seguita da un isolante e conclusa da un ulteriore pannello lamellare da 100 mm. La superficie abitativa totale è di 149 mq e vede la presenza anche di una cantina in cemento armato sulla quale poggia la struttura lignea. Proprio la realizzazione della parte in cemento, materiale che necessita di una periodo di assestamento, ha influenzato i tempi di realizzazione, altrimenti da record. I lavori iniziati i primi di giugno del 2011, interrotti momentaneamente in agosto, si sono conclusi già il 27 novembre dello stesso anno. Sono bastati quattro giorni per assemblare e rendere abitabile la struttura in legno e intonaco della casa. Velocità ma anche eco sostenibilità, grazie al sistema di riscaldamento con caldaia a pallet. Il gruppo Hasslacher è oggi uno dei partner del Gruppo BigMat, che l’ha scelto per la sua storia importante, che affonda le sue radici nei valori tradizionali di un’azienda rurale a conduzione familiare, strettamente legata alla propria regione. L’azienda è stata fondata nel 1901 da Jakob Hasslacher, bisnonno dell’attuale proprietario Christoph Kulterer. Nel frattempo Hasslacher, che in totale impiega 900 persone, è diventata un’impresa attiva a livello internazionale nella produzione e nella vendita di materiali e strutture lignee.

minime cure all’edificio. Ma non è finita, perché le case in legno consentono di risparmiare energia rispetto a quelle realizzate con sistemi costruttivi tradizionali, offrono le stesse prestazioni in termini di durabilità e hanno costi di manutenzione equiparabili a quelli delle strutture realizzate con altri materiali. Il legno è un materiale vivo, dalle eccellenti proprietà traspiranti, completamente eco-sostenibile grazie alla sua origine biologica e alla provenienza da una risorsa rinnovabile come il bosco. Una casa di legno è caratterizzata da una buona coibentazione e tenuta all’aria dell’involucro e dall’essenza di ponti termici. Di uguale importanza è il massimo sfruttamento possibile dell’energia rinnovabile. Infine, ma non meno importante, queste abitazioni si contraddistinguono anche per un’impiantistica innovativa, spesso domotica. Pronti per le case del futuro? ■

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Cosa ne pensano gli italiani delle abitazioni con l’animo in legno? Up! ha provato a sondare il terreno in cinque città italiane. di Zoe Lafleur, Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo e Carlo Vacca

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ono in molti, in questo periodo, ad avere nostalgia di Franklin Delano Roosvelt, il presidente degli Stati Uniti che con il suo New Deal è stato in grado di guadare la famosa crisi del 1929 che in molti paragonano a quella con cui siamo alle prese negli ultimi anni. Uno dei segreti di Roosevelt per uscire dalla congiuntura fu un programma incentivato di spedizione per posta di case di legno prefabbricate costruite a Chicago. Case a basso costo, tutte uguali,

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che fecero un grande boom in America in quegli anni. «Perché il governo non lo fa anche in Italia?», si chiede Antonio, sessant’anni di Cittadella, antico paese nel cuore di quel Veneto laborioso e dalle ampie terre a disposizione. Ma al di là di quello che ne può pensare Monti, una cosa è certa: le case prefabbricate in legno sono sempre più conosciute in Italia e amate, specie per gli aspetti di comfort ed ecologia che si portano con sé. Ma non è tutto. Se la cultura delle costruzioni in


i t n o ? r o p n g o e l n i Siam e s a c e l per

legno si sta diffondendo abbastanza velocemente, non mancano però alcune lacune informative che possono generare pregiudizi immotivati, come ad esempio il timore – rilevato da un sondaggio sui social network del Gruppo BigMat – di un disboscamento nocivo per ottenere la materia prima. Ma in Europa la deforestazione è controllata e spesso il legno proviene da foreste certificate dall’FSC (Forest Stewardship Council), sigla che indica il Consiglio per la Gestione Forestale Sostenibile,

un'organizzazione internazionale fondata da un gruppo di associazioni ambientaliste tra cui Greenpeace, volta a creare un'alternativa alla distruzione delle foreste con la certificazione. Il FSC consente al consumatore finale di riconoscere i prodotti fabbricati con materie prime che vengono da foreste gestite in modo corretto, dal punto di vista ambientale e sociale. Questa certificazione avviene secondo procedure e standard definiti, con regole rigorose e vigilate attentamente.

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weber.therm robusto La nuova generazione dei sistemi di isolamento termico che consente la massima libertà espressiva in facciata


mano. Relativamente al comfort nell’abitare, la nostra casa non ha paragoni, zero umidità, il caldo è un altro caldo… Siamo veramente contenti e la rifaremmo altre cento volte».

Il fronte degli scettici si riduce giorno dopo giorno: a diffondere le qualità delle case in legno in

Tornando al sondaggio BigMat sulle case in legno, c’è anche chi teme i costi di questo sistema costruttivo, come Silvia, di Bergamo: «Mi piacerebbe moltissimo avere una casa in legno, ci andrei a vivere subito con i miei figli. Temo però che i costi siamo ancora abbastanza alti. Una cosa è certa: l’informazione è sicuramente troppo poca». Una casa in legno chiavi in mano costa in media attorno ai mille euro al metro quadro e soprattutto si ha la certezza della spesa, ossia nessuna variazione in corso d’opera come invece spesso capita con le abitazioni tradizionali. La stessa cosa vale per la manutenzione, parola di chi ha toccato con mano: «Una casa in muratura costa mediamente tre volte più di quella in legno – racconta Filippo, brand manager da anni residente a Stoccolma e da anni proprietario di un’abitazione in legno – e lo stesso rapporto vale per la manutenzione». Gabriella, rientrata in Italia dopo parecchi mesi trascorsi negli Stati Uniti, non ci penserebbe su due volte: «Mollerei subito la mia casa per una in legno. Ho vissuto per un periodo della mia vita a Las Vegas e lì tutte le abitazioni sono prefabbricate in legno, si possono rivestire con tutti i materiali desiderati, anche in muratura, sono veloci da montare e smontare, sono silenziose… In America, poi, quando ti consegnano la casa la cucina è inclusa e restano da arredare solo le altre camere a meno che tu non abbia già scelto tutto a tavolino. Sì, perché dai costruttori di case in legno puoi decidere anche tutto l’arredamento e persino i soprammobili, e quando ti consegnano le chiavi della tua abitazione, quindi, è già tutta arredata, come vuoi tu!». Lo stesso entusiasmo di Gabriella si trova anche in Paolo e Martina, due coniugi del lago di Como che già da anni vivono in una casa in legno: «Abbiamo costruito una casa in legno nel 2007 quando ancora il settore in Italia era agli inizi. A parte il discorso prezzo, che più o meno per noi è stato quello di una casa tradizionale, sono stati i tempi di realizzazione a sorprenderci: ci hanno costruito una bifamiliare da zero in sei mesi, chiavi in

Italia ci ha pensato soprattutto la ricostruzione dei territori terremotati, citati come esempi da molti intervistati. «Ormai si sa che quelle prefabbricate in legno sono le abitazioni più sicure contro i sismi e anche in caso di incendio funzionano bene. L’unica cosa che ancora mi lascia dei dubbi – osserva Rossella di Roma – è la leggerezza della struttura: una casa in legno resisterebbe come quelle in mattoni o in cemento se venisse un tornado?». Ma il tornado peggiore è quello dei mutui, che ormai da tempo vengono erogati con il contagocce. Nel caso delle case in legno, poi, emerge un malcostume inaspettato, come racconta Luigi di Sesto San Giovanni, hinterland milanese: «C’ho provato, e tanto, ad avere una casa in legno, ma tutte le banche a cui mi sono rivolto per chiedere un mutuo alla notizia che si trattava di un’abitazione in legno hanno storno il naso e non mi hanno voluto finanziare. Si tratta di istituti di credito italiani, ma ora alcuni progettisti mi hanno suggerito di provare con banche straniere. Speriamo sia la volta buona, anche perché trovo assurdo essere penalizzati se si vuole costruire ecologico». Ma allora, gli italiani sono davvero pronti per le abitazioni con il cuore di legno? A quanto pare, sì, e con una matura certezza: «Vivere in una casa prefabbricata in legno – spiega Lucia, insegnante trentenne di Trento – è soprattutto uno stile di vita, non un modo di risparmiare sui tempi o sui costi di costruzione. Stiamo parlando di un life style che privilegia consapevolezza, benessere e rispetto ambientale. Una cosa che non è certo nella testa di tutti, ma sicuramente potrebbe essere alla portata di tutti». ■

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Social Main Street di Milano

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IL SOCIAL HOUSING PUNTA SULL’X-LAM

Quando sarà concluso, “Cenni di cambiamento” a Milano sarà il più grande complesso di edilizia sociale d’Europa, che pare puntare tutto sul legno per costruire palazzi “belli” e “buoni” per tutte le tasche. Soprattutto quelle dei giovani. di Zoe Lafleur

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empi di realizzazione ridotti e budget low cost. Sono i punti di forza del social housing che punta su legno e bioarchitettura. Una soluzione che permette di non rinunciare alla qualità dell’abitare ma di realizzare, al contrario, edifici ad alte prestazioni energetiche. In Italia, secondo le stime recenti del settore, l’edilizia sociale ha scarsi indici di sviluppo, con una media del 6% contro quella europea assestata al 20%, per un totale di 620mila abitazioni occupate da 2,4 milioni di persone. L’input potrebbe però arrivare dopo la modifica della legge n. 380/6 giugno 2001 (art. 52, comma 2). Infatti la norma, contenuta nel decreto Monti del 6 dicembre 2011, elimina l’obbligo di chiedere il nullaosta al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per le nuove costruzioni in legno superiori ai quattro piani. Uno snellimento delle procedure non da poco, soprattutto per i nuovi fronti dell’edilizia sociale. Puntare a grandi costruzioni in legno che si sviluppano in altezza al pari di qualsiasi struttura in cemento sembra essere la nuova frontiera per il settore. Un’idea accolta anche dal nuovo progetto di Via Cenni a Milano, realizzato da Polaris Investment Italia SGR Spa in collaborazione con Fondazione Housing Sociale (FHS). Soltanto lo scorso gennaio è stato tagliato il nastro del cantiere, dove si prevede di realizzare entro 14 mesi un ampio complesso con strutture portanti lignee. Quattro edifici di nove piani per un totale di 124 appartamenti: questi i numeri dell’opera progettata in classe energetica A. Il progetto di Via Cenni rappresenterà il più grande progetto residenziale, per dimensioni, in Europa, che prevede l’utilizzo di un sistema di strutture portanti in

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Cenni di Cambiamento di Milano

legno. Un traguardo possibile anche grazie alle caratteristiche intrinseche delle pareti in legno X-Lam che spingono a considerare, per un appartamento di 100 mq, un consumo medio annuo inferiore ai 300 euro. Una scelta in linea con il rispetto per l’ambiente, con materia lignea proveniente dalle foreste certificate dell’Austria. «Abbiamo scelto un materiale tanto antico quanto naturale – spiega il progettista, l’arch. Fabrizio Rossi Prodi –, ovvero il legno massiccio in pannelli a strati incrociati (X-Lam), con il quale verrà realizzata tutta la struttura, compresi scale e vani ascensore, che poggerà su un’autorimessa interrata in cemento armato». Il nuovo complesso, a ovest di Milano, dovrebbe consentire in particolare ai giovani un accesso agevolato alla casa: gli appartamenti realizzati saranno infatti offerti in affitto con patto di futura vendita o in affitto a prezzi contenuti.

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UN CANTIERE SCUOLA 2.0 Ma non è finita qui, perché quello di Via Cenni è anche un cantiere-scuola, iper interattivo. Sul sito www.cennidocambiamento.it, infatti, si può seguire live lo stato di avanzamento della realizzazione, e approfondire svariati temi. Nella sezione Progetto architettonico prenderanno la parola innanzitutto i progettisti, per spiegare da dove nasce il progetto, quali sono state le scelte strategiche mirate a dare concreti “cenni di cambiamento” nella qualità dell’abitare, del vivere nella comunità e nel proprio privato. Nella sezione Abitare si cercherà di raccogliere le testimonianze di chi ha già fatto la scelta di vivere una casa costruita con struttura portante in legno. Queste testimonianze, più di altre, racconteranno i benefici in termini di comfort, sicurezza, salute, risparmio econo-


mico e rispetto dell’ambiente. Nella sezione Tecnologia costruttiva sarò dedicato uno spazio di approfondimento, per spiegare in modo semplice tutti i segreti di una modalità costruttiva all’avanguardia che valorizza un materiale antico: il legno, l’unica risorsa realmente rinnovabile in edilizia. Infine, una finestra aperta sul Cantiere per poter seguire l’evoluzione della costruzione, vedere “in remoto” come cresce l’edificio per sentirlo più “vicino” e contribuire alla crescita della comunità. Una webcam riprenderà le fasi di costruzione, integrate con commenti e spiegazioni da parte di chi ne starà gestendo la realizzazione. NON SOLO MILANO La scelta dell’X-Lam per realizzare edifici residenziali pubblici da estendersi in altezza, cade anche sul progetto di Viale Gianotti a Firenze. A fine 2014 si prevede di consegnare i primi alloggi, tutti di classe energetica A+ con approvvigionamento esclusivo da fonti rinnovabili. Il complesso – messo a punto da Casa Spa con la consulenza di Legnopiù Srl – sarà costituito da tre edifici in legno. I due a destinazione residenziale si svilupperanno su 6 piani e 4 piani mentre il terzo, di 2 piani, ospiterà una ludoteca. Le strutture in elevazione sono realizzate con sistema costruttivo X-Lam e il legno utilizzato proviene dai boschi delle montagne toscane ed è lavorato da aziende locali, per ragioni di sostenibilità ambientale oltre che per incentivare lo sviluppo delle attività legate al legno da costruzione nelle montagne della regione. Materiale naturale è utilizzato anche per la coibentazione e per le finiture; il riscaldamento a pavimento e l’energia necessaria agli alloggi verranno in parte da fonti rinnovabili. Ma è ancora Milano che si candida per realizzare un grattacielo in legno, tra i più alti al mondo, nella zona di viale Sarca, area Bicocca, e destinato a “residenza per studenti e per lavoratori a canone calmierato”. Il Social Main Street, elaborato da Urbam + Dante O. Benini & Partners, promosso dalla Compagnia dell’Abitare e con la consulenza di Vignelli Associates, si svilupperà su 15 piani, di cui i primi tre in calcestruzzo e tutto il resto con struttura portante in pannelli X-Lam ad eccezione del cavedio centrale che darà luce all’interno e che sarà realizzato con struttura metallica. Sulla sommità del cortile interno un grosso imbuto raccoglierà le acque meteoriche da riutilizzare per l’irrigazione e per lo scarico dei water e nei parapetti del tetto saranno inseriti pannelli fotovoltaici sufficienti a fornire energia elettrica e acqua calda a tutto il condominio. A terra il cavedio sarà uno spazio dedicato al gioco dei bambini e a ogni piano vi si affacceranno spazi comuni, aree studio, zone relax o piccoli giardini. ■

ENERGIA NO STOP

UNA GAMMA COMPLETA PER IL PROFESSIONISTA PIU’ ESIGENTE 23


Panor ama Giustinelli: il primo palazzo in legno d’Italia e a emissioni zero Si trova a Trieste e ci sono voluti 5 anni di studio. Il risultato è un gioiello di sostenibilità. di Michelangelo Cecchetto

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ei piani, tutti in legno: sorgerà sul colle di San Vito a Trieste il primo palazzo a pianta libera realizzato tutto in legno che si chiamerà Panorama Giustinelli, sorgerà nel centro storico cittadino e sarà il primo palazzo costruito interamente in legno in Italia, totalmente autonomo a livello energetico: la dimostrazione di come oggi sia possibile costruire in modo sostenibile, sulla base di una nuova concezione di riuso del suolo urbano. Fautore del progetto, durato cinque anni di studio, è Alessandro Beltrame con la sua società di sviluppo immobiliare Epoca che, in tempi non ancora “sospetti”,

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costruito in legno lamellare e totalmente autosufficiente da un punto di vista energetico, fa di questo progetto un caso da manuale, un esempio da seguire in Europa e in Italia. Anche all’estero gli esempi di costruzioni in legno di grandi dimensioni sono ancora pochi: a Londra c’è un edificio di 9 piani, a Berlino uno di sette mentre presto dovrebbero arrivare le prime vere e proprie torri residenziali in legno targate Danimarca (17 piani) e Canada (20 piani).

ha iniziato a pensare green e a voler concretizzare la sostenibilità ambientale incanalandola verso il risparmio e all’autoproduzione di energia. Un obiettivo raggiunto con il legno, un materiale in grado di rigenerarsi senza le emissioni da combustione che caratterizzano cemento e acciaio. Panorama Giustinelli è a tutti gli effetti un nuovo capitolo della sostenibilità urbana: abitare in centro storico, poter godere di una vista mozzafiato sul mare, riqualificare una zona già antropizzata della città e recuperare la facciata di un vecchio palazzo dell’Ottocento, il tutto attraverso la realizzazione di un palazzo di sei piani interamente

La struttura portante è formata da telai travi-pilastri in legno lamellare che sostengono solai di piano e coperture con travi di legno sdraiate. Nei sei piani di estensione saranno realizzati 19 appartamenti, un centinaio di posti auto e una spa interna, caratterizzata da misure innovative nel campo dell’efficienza energetica, tra cui un generatore a pompa di calore collegato a 24 geosonde verticali poste a 125 metri di profondità per un totale di 12 km di tubi per lo scambio termico col terreno, in grado di garantire circa 90 kw di picco. Il tetto dell’edificio ospiterà un “giardino” eolico composto da due generatori microeolici a rotori verticali, in grado di produrre circa 10 kw di picco. Realizzare Panorama Giustinelli costerà 19 milioni di euro e gli appartamenti saranno venduti a 8-10mila euro al metro quadro. Quotazioni non certo popolari e sopra la media per Trieste, ma questo pare non scoraggiare gli acquirenti: già sei alloggi, infatti, sono stati venduti e i primi appartamenti saranno consegnati entro l’estate 2013. ■

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LE protagoniste DeLLE ZONE ad alto rischio sismico Elevata resistenza ai terremoti e tempi di costruzione da record: sono queste le due caratteristiche che fanno delle case prefabbricate in legno le protagoniste delle costuzioni – anche nuove – in zone ad alto rischio sismico. Ecco la case history di BigMat. di Tommaso Casagrande

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i sa. È il legno il protagonista della ricostruzione edile di tutte le zone terremotate degli ultimi anni. Per questo una nuova costruzione di sette unità abitative nel Comune di San Demetrio Ne’ Vestini,

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in provincia de L’Aquila, è stata costruita interamente con una struttura lignea che meglio di chiunque altro riesce a resistere alle onde sismiche anche di elevatissima intensità grazie all’elasticità e alla leggerezza della sua struttura.


IL RUOLO DI BIGMAT L’azienda Simic Srl è stata la vera protagonista dell’intervento di cui abbiamo parlato in queste pagine, occupandosi della fornitura e della consulenza sulla scelta del materiale e seguendo passo dopo passo tutte le fasi costruttive.

Protagonista nell’importante intervento è stata una delle ultime aziende associate al gruppo di distributori di materiali edili indipendenti, BigMat Simic Srl. Entrata da poco a far parte del Gruppo BigMat, ha saputo porsi come un qualificato referente e indispensabile interlocutore dell’azienda committente, Opere Edili Srl, e del responsabile del progetto, l’ingegner Giovanni Centi. Nasce da questa condivisione e collaborazione la costruzione delle sette nuove unità abitative, tutte rifornite di rimessa e giardino, realizzate completamente in legno prefabbricato e inserite in un’area totale di 1.498 mq, occupata però solamente per circa un quarto dalla schiera delle villette a due piani. L’azienda BigMat Simic ha fornito tutto il materiale necessario alla preparazione della struttura che sarebbe andata ad ospitare gli elementi prefabbricati, oltre a supportare le aziende che sono state coinvolte nella realizzazione degli impianti termico e

Simic Srl nasce nel lontano 1955 con il nome Fratelli Timperi Snc e solo nel 1969 assume la denominazione Simic Srl. L’attività iniziale era finalizzata alla produzione di manufatti in cemento e la commercializzazione di prodotti per l’edilizia. A partire dagli anni ‘70 la BigMat Simic Srl ha ampliato la propria gamma offrendo alla clientela i migliori marchi nel settore delle pavimentazioni, dei rivestimenti, dell’arredo bagno, dei sanitari, delle rubinetterie, degli infissi e dei camini. Nel 1990, poi, la fortunata svolta: l’azienda inizia a concentrarsi sulla commercializzazione di prodotti edili, serramenti, infissi, porte, portoni, caminetti, stufe, ceramiche da pavimento e per bagni, e allestendo due nuovi e moderni showroom. L’azienda oggi è in grado di offrire alla clientela le migliori soluzioni per ogni esigenza abitativa e vanta 500 mq di esposizione e 3.000 mq di magazzino.

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BigMat,

specialmente per il legno.

Quando si tratta di lavorazioni in legno, meglio affidarsi a BigMat, il Gruppo di distributori edili indipendenti leader in Italia e in Europa. I tetti in legno BigMat sono garantiti da consulenti specializzati che seguono tutte le fasi dalla progettazione in 3D, alla produzione, fino al montaggio in cantiere.

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idrosanitario e nella creazione dell’impiantistica elettrica. Un intervento che ha avuto delle tempistiche di realizzazione davvero eccezionali: appena nove mesi, da aprile a dicembre dello scorso anno, grazie alla tecnologia del prefabbricato in legno, che riduce notevolmente i tempi di costruzione. Le abitazioni in legno sono state fornite da BigMat Simic. LE CARATTERISTICHE SALIENTI DELLA REALIZZAZIONE Le nuove sette unità abitative sono composte da pannelli prefabbricati costituiti da pilastri in legno massello posti a un interasse di 62,5 cm. Pannelli predisposti preventivamente secondo le esigenze del cliente, e fatti arrivare a San Demetrio Ne’ Vestini già completi di finestre, imposte e di tutti gli elementi esterni necessari e con un sistema di aerazione controllata per migliorare il comfort interno e

per permettere il perdurare di valori minimi di consumi energetici. Le villette così realizzate sono quindi composte da pareti esterne prefabbricate dello spessore importante di ben 26 cm e realizzate seguendo un’attenta stratificazione di materiali atta a mantenere tutte quelle caratteristiche positive garantite dall’uso del legno. Si sono così ottenute una serie di abitazioni nelle quali i valori d’isolamento acustico e termico superano abbondantemente gli standard di legge, oltre a favorire una notevole riduzione del fabbisogno energetico. Risultati frutto di una composizione delle pareti realizzate secondo il seguente schema costruttivo: • intonaco armato da 2,5 mm, ancorato alla struttura tramite una rete armata, e con uno strato finale decorativo da 2 mm; • pannello in polistirene espanso da 6 cm; • pannello gessofibroso di tipo Fermacell da 1,3 cm, materiale in grado di combattere l’umidità e dall’ottima resistenza meccanica e al fuoco; • uno strato da 16 cm di lana di roccia ad alta densità, un materiale ideale per migliorare l’isolamento termico e acustico della struttura. A livello di sicurezza, inoltre, la lana di roccia presenta un punto di fusione che supera i 1.000° C e permette anche di prevenire i problemi di muffe e condense sulle pareti svolgendo un’importante azione preventiva nei riguardi delle facciate; • pannello gessofibroso di tipo Fermacell da 1,3 cm. Consente il mantenimento di un ideale ambiente interno anche la copertura che si sviluppa per una superficie totale di 800 mq: si tratta di un tetto ventilato con struttura portante in legno dove ritroviamo la presenza di lana di roccia quale indispensabile materiale d’isolamento termico. Il manto di copertura è composto da coppi in argilla anticati FBM. Tutte le villette hanno ricevuto la certificazione energetica classe A grazie ad una prestazione globale di 55,15 kWh/mq anno. ■

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RISTRUTTURARE CON IL LEGNO Due case history esemplari, al cui centro c’è la struttura di copertura, che hanno sfruttato tutte le competenze BigMat. di Cristina Serra

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n servizio completo che copra tutte le esigenze del cantiere edile dalle fondamenta all’ultimo particolare d’allestimento interno. Questo offre il Gruppo BigMat che con il settore legno è entrato con decisione e preparazione anche nel servizio della copertura delle abitazioni. Un nuovo servizio che si appoggia sulla professionalità di un gruppo di geometri e ingegneri preparati e che sfrutta tutte le potenzialità di software di ultima generazione in grado di realizzare progetti sofisticati e di ricreare utili grafici tridimensionali facili da interpretare anche dai non addetti ai lavori. Completano il parco attrezzature, sofisticate apparecchiature a controllo numerico per la realizzazione dei singoli pezzi che, etichettati attraverso l’esclusivo e intuitivo metodo BigMat, possono essere assemblati una volta in cantiere con estrema facilità e precisione. Il cliente si trova così a confrontarsi con un unico, e valido, fornitore che lo segue passo dopo passo dall’ideazione all’installazione di qualsiasi elemento ligneo, riducendo notevolmente tempistiche e costi. Un servizio a tutto tondo che ha sfoggiato tutta la sua professionalità nella ristrutturazione di due ville, una ad Asti e l’altra a Vercelli, nelle quali l’intervento principale era rivoluzionare l’elemento tetto. AD ASTI, SERVIZIO A 360 GRADI Il socio BigMat Fava & Scarzella di Asti è stato il protagonista dell’impegnativa commissione per il rifacimento di una villa degli anni ‘50 nella provincia di Asti. La collaborazione di BigMat, grazie alla sua attenzione per la formazione e all’uso delle ultime tecnologie, è stata un tassello fondamentale per creare quell’anello di congiunzione che ha reso la collaborazione tra rivenditore, i tecnici BigMat, l’impresa Cerrutti Srl e i progettisti Piccinino & Prunotto Associati, l’espediente attraverso il quale abbat-

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tere costi e tempi di cantiere. I tecnici BigMat sono stati infatti importanti interlocutori dei progettisti per risolvere alcune difficoltà estetico statiche che potevano intaccare il lavoro di ristrutturazione. La villa necessitava di un intervento di rivalutazione totale che sopperisse anche alla semplicità, o assenza, di una qualità estetica importante. Un lavoro di ricerca notevole che ha focalizzato l’attenzione dei progettisti soprattutto nel recupero del sottotetto riuscendo, grazie anche al supporto dei tecnici BigMat, a ritrovare una soluzione che rispettasse le rigide regole elencate dalla norma regionale 21 del 6 agosto 1998, che consente e spinge al recupero per scopi

Particolare della giunzione del trave ginocchio, ovvero due travi collegati con piastra in metallo e resina, inserite nelle fessure realizzate sui travi; i travi sono assemblati in stabilimento.


IL RUOLO DI BIGMAT ad asti L’intervento di BigMat Fava & Scarzvella è stato indispensabile per risolvere un difficile problema di rispetto delle regole normative dettate dalla regione Piemonte per la corretta gestione dei sottotetti. L’aiuto dato dalla rivendita e dai tecnici BigMat ai progettisti ha permesso di trovare una soluzione in grado di rispettare i termini minimi di altezza del sottotetto e parallelamente ha dettato soluzioni estetiche innovative. La BigMat Fava & Scarzella nasce come azienda di escavazione e lavorazione della ghiaia estratta dal fiume Tanaro focalizzando poi la sua attività nella produzione di marmette levigate in marmo. Dal 1969 ha deciso di dedicarsi alla commercializzazione di ceramiche e materiali edili, attività che è proseguita con successo fino ai giorni nostri. La sede principale è ad Asti, ma l’azienda conta anche su due filiali a Nizza Monferrato e a Novello. Il suo business infatti copre tutta l’offerta di materiali edili in genere, finiture, noleggio di piccole attrezzature e servizio tintometrico.

Pianta del tetto in struttura lignea con visualizzazione degli appoggi in calcestruzzo, e visualizzazione di una zona coperta con perline.

abitativi dei sottotetti, al fine di limitare il consumo di suolo e favorire il contenimento dei consumi energetici, ma che pone in essere anche una serie di limitazioni per ciò che concerne il rispetto di altezze minime. Pur dovendo districarsi nel rispetto di queste rigide normative che hanno impegnato i progettisti Piccinino & Prunotto Associati e i tecnici BigMat in un serrato confronto, le soluzione sviluppate dal gruppo di rivenditori di materiali edili indipendenti hanno ottenuto la fiducia e l’approvazione sia di progettisti sia della clientela.

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Vista da sopra solo del tetto in struttura: particolare della falda con trave a ginocchio, e visualizzazione degli appoggi in calcestruzzo.

dell’uso di travi a ginocchio, hanno consentito di rompere il rigido, e consueto, aspetto architettonico. Innovazione e originalità che hanno portato alla creazione di un tetto a pianta libera nel rispetto dell’esistente, richiedendo la costruzione di due soli nuovi pilastri, e distribuendo il peso in maniera equa lungo le strutture portanti sottostanti. Altro vero tocco di originalità è stata l’inconsueta scelta di realizzare un perlinato a vista senza l’interruzione dell’orditura secondaria. Il progetto sviluppato assieme ai tecnici BigMat ha permesso infatti di creare una differenza di altezze tra la travatura principale e l’orditura secondaria che, una volta inserito il perlinato, è stato mascherato dal tavolato. Per la realizzazione sono stati utilizzati legni lamellari in abete GL24h a vista e pretagliato. Le perline visibili all’interno si presentano dello spessore di 3,3 cm, mentre esternamente il tetto è coperto con coppi San Marco adagiati su lastre sotto coppo in fibrocemento dell’azienda Landini. Il tetto ospita inoltre alcune aperture in sui sono stati inseriti i sistemi Velux. Un progetto importante che ha fatto di BigMat Fava

& Scarzella l’unico fornitore di tutto il materiale necessario al cantiere: dalle consuete atA seguito della raccolta diretta dei rilievi di cantiere, i tecnici BigMat hanno infatti proposto una tipologia di trave lamellare a ginocchio costruita in maniera da riuscire a mascherare i rinforzi in ferramenta che risultavano necessari per la corretta risposta statica dei travi presenti nella copertura. Una soluzione innovativa e unica – le altre aziende concorrenti avevano tutte presentato come rinforzo una vistosa putrella in ferro –, tecnologica e in grado di fornire elementi funzionali di pregio estetico. Lo studio di progettazione è stato immediatamente colpito dalla proposta dando il là ai tecnici BigMat per la creazione della simulazione di sviluppo 3D del tetto. L’uso del software Dietrich’s ha permesso di restituire la fedele modellazione solida della distribuzione delle travi, oltre a consentire la sua visualizzazione secondo tutte le varie prospettive permettendo l’ingrandimento anche dei singoli particolari costruttivi. Oltre al canonico incastro delle singole travi lamellari, i componenti di quelle a ginocchio sono stati uniti e coesi fra loro grazie all’utilizzo di un elemento ferroso di giunzione, mascherato alla vista, e alla somma del lavoro di resine eposoddiche. L’originalità della proposta non si è però soffermata solamente alla risoluzione delle problematiche appena descritte, ma ha cercato di rinnovare anche la tradizionale estetica delle travi a vista e del perlinato. Così, ad esempio, il tetto, la cui superficie totale è di 241 mq, si presenta a quattro falde arricchito, nelle zone nord e sud, da due ulteriori padiglioni che, insieme alla scelta

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trezzature edili mattoni e leganti fino all’isolamento, ai sistemi a cappotto e alle tegole e coppi necessari per il completamento del lavoro. A VERCELLI UNA VILLETTA SI RIFà IL LOOK La seconda commissione affrontata ha visto i tecnici BigMat impegnati, in collaborazione con la rivendita piemontese BigMat Guglielmina, nella realizzazione di una struttura in travi lignee per il rifacimento completo della copertura, composta dalla somma di due tetti dalle dimensioni differenti, di una villetta in ristrutturazione in provincia di Vercelli. Un intervento che ha permesso di rivalutare il sottotetto realizzando un intervento importante sia a livello statico che estetico. Il progetto iniziale dettava la


IL RUOLO DI BIGMAT a vercelli

Unione di più travi.

Vista 3D dei travi che, una volta assemblati, formeranno il trave a ginocchio.

realizzazione di una nuova struttura attraverso l’utilizzo di due invasive capriate che causavano una riduzione notevole delle altezze rendendo non abitabile la zona sottostante la copertura. Grazie alla collaborazione con gli ingegneri del Gruppo e successivamente ad un approfondito sopralluogo sul cantiere, il punto vendita BigMat ha proposto la realizzazione di una trave a ginocchio in sostituzione della doppia capriata in modo da rispettare i limiti di legge e consentire l’abitabilità anche all’area del sottotetto.

L’apporto di professionalità messo in campo da BigMat Guglielmina è stato un importante tassello per le intuitive soluzione realizzate nell’intervento di ristrutturazione della villa a Vercelli. Una professionalità frutto di una continua formazione vera e propria peculiarità che ha caratterizzato gli oltre cento anni di attività dell’azienda. Nata nel 1870 è ormai divenuta un punto di riferimento della Valsesia in grado di proporre un servizio a 360 gradi dalla consulenza tecnica al sopralluogo in cantiere fino alla proposta di appropriate soluzioni. Nella rivendita il cliente viene accompagnato nella scelta di ogni singola necessità edile, dal materiale da costruzione fino alle differenti proposte di ceramiche e piastrelle. Soluzioni che possono essere simulate tramite l’utilizzo di sofisticati programmi di creazioni tridimensionali. A questo si aggiunge anche il servizio di noleggio attrezzatura BigRent e servizio di tintometro. Un ampia offerta di servizi che riescono a guidare il cliente anche attraverso la tecnologia moderna di stufe e camini che riescono a sfruttare al meglio le proprietà favorevoli dei combustibili di origine naturale. Dal 2005 BigMat Guglielmina è presente anche con il secondo punto vendita a Gattinara nel quale trova spazio anche un ricco showroom.

gnante neutro per proteggere il legno durante le fasi di movimentazione, quindi trasporto e posa del tetto; una seconda mano di impregnante, anche colorato, potrà essere eseguita a tetto ultimato. Sono stati realizzati incastri particolari per la giunzione del trave a ginocchio: giunti a mezzo legno sui travi inclinati

Una soluzione apprezzata e risolta tramite l’utilizzo di travi di legno massello in rovere uso Fiume sezioni 32x32 cm e 26x26 cm (20x20 cm per i puntoni). Viste le ridotte lunghezze di ogni singolo componente della struttura di copertura è stato possibile utilizzare il tronco nella sua interezza e sui travi sono state eseguite lavorazioni di: • piallatura per lisciare e ripulire le facce dalle operazioni di taglio; • spazzolatura per risaltare le vene del legno e dare un effetto invecchiato; • impregnatura: è stata data una prima mano di impre-

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Particolare del trave a ginocchio e di un cantonale.

e forature per l’inserimento di barre filettate, posizionate internamente ai travi e nascoste con tappi in legno. Interessante anche la soluzione di raccordo tra i due tetti, dalle dimensioni differenti, che coprono i 241 mq della superficie. I tecnici BigMat hanno realizzato, in alternativa ad un colmo difficilmente collegabile con altri travi, una serie di puntoni assemblati con un giunto a mezzo legno. Internamente il tetto è stato concluso con l’inserimento di un tavolato in perline in castagno dello spessore di 2 cm. Il legno scelto per l’intervento dimostra l’attenzione anche nella scelta del materiale, il legno di castagno è infatti molto resistente e caratterizzato da una delicata gradazione bruna molto delicata. Il legno di rovere, utilizzato per le travi, si presta a questo tipo di interventi grazie alla sua Vista 3D del tetto in struttura lignea con visualizzazione degli appoggi in calcestruzzo.

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Particolare dei puntoni con giunto a mezzo legno, assemblati in stabilimento.

resistenza all’infiammabilità e all’ottima risposta ai possibili attacchi di insetti e ai funghi, qualità che concorrono ad aumentarne la durata nel tempo. La copertura è stata poi isolata attraverso la favorevole azione di uno strato da 16 cm di lana di roccia DDP ed esternamente sono stati riposizionati i coppi presenti nel precedente tetto. BigMat grazie alla completezza del materiale fornito dalle sue rivendite, unita alla professionalità e alle capacità tecniche dei suoi geometri e ingegneri, si è confermato un attore indispensabile della filiera edile. In questo modo BigMat diventa un interlocutore preparato capace di suggerire soluzioni tecnico estetiche in grado di ridurre costi e tempistiche grazie anche a strumentazioni tecnologiche avanzate presenti nel suo centro specializzato per il legno. ■


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LUNGA VITA AL LEGNO BigMat sceglie Amonn e i suoi prodotti efficaci per garantire durabilità ai manufatti in legno. di Bibi Velluzzo

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ome si può proteggere il legno? Quali metodi possono guidare i progettisti nella scelta del legno idoneo? Protezione è la parola che deve guidare le scelte degli acquirenti e dei progettisti, ed è l’aspetto che cercano di affrontare e consolidare le norme UNI EN 335-1 e UNI EN 335-2. Queste normative si occupano di individuare i possibili attacchi fisici e batteriologici che condizionano la vita e

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durata di elementi lignei e allo stesso tempo suggeriscono gli accorgimenti necessari per permettere di preservare nel tempo il legno. La normativa UNI 335-1:2006 distingue cinque classi di utilizzo di legno o prodotti a base di legno per affrontare al meglio diverse situazioni di difficoltà a cui possono essere esposti, ed elenca una serie di agenti biologici che ne potrebbero deteriore le caratteristiche fisico chimiche. UNI EN 335-2:2006 fornisce invece dettagli riguardanti l’applicazione al legno massiccio delle classi di utilizzo definite nella parte uno della suddetta normativa. Preservare il legno vuol dire quindi proteggerlo da tutte quegli agenti esterni che ne minano le caratteristiche e le forze intrinseche: notevole attenzione va quindi riposta nell’analisi preventiva di quali potrebbero essere funghi e insetti xilofagi soliti ad attaccare tali strutture. Per sopperire a queste difficoltà esistono in commercio una serie di prodotti chimici che tamponano l’assenza di difese, anche fisiche, e bloccano il propagarsi dai possibili, e variegati, attacchi esterni che sono elencati dalla normativa UNI EN 335 secondo un’analisi dei luoghi, dell’esposizione e delle condizioni che favoriscono il propagarsi di un attacco biologico. Oltremodo, l’attacco biologico può essere frenato attraverso alcuni accorgimenti strutturali e architettonici scelti a seguito della valutazione della posizione, della tipologia costruttiva e architettura della casa al fine di capire quali

altri agenti atmosferici causino il deteriorarsi delle difese intrinseche del materiale e aumentino le probabilità di attacchi biologici. La protezione costruttiva concorre infatti a ridurre l’esposizione alle azioni delle intemperie – acqua, neve e umidità raggi Uv e ultravioletti – attraverso accorgimenti individuabili nella presenza di tettoie, nell’assenza di strutture orizzontali, nell’arrotondamento degli spigoli e nell’attenzione alla costruzione di canali di reflusso idrico che riducano il ripresentarsi di ristagni d’acqua o di umidità. Ma spesso anche le più accorte scelte strutturali e architettoniche non sono sufficienti. La loro azione deve essere accompagnata dalla protezione permessa dall’uso di prodotti chimici che agiscono secondo azioni preventive o curative nel pieno rispetto sempre delle normative europee registrati presso il Ministero della Salute. La gamma Amonn presenta una serie di prodotti, sia a base acqua sia a solvente, che concorrono a eliminare le classi di pericolo più frequenti. Lignex Defend, a base solvente, Aqualignex I, a base acqua sono prodotti Amonn ideali per proteggere dagli insetti xilofagi, i funghi invece vengono combattuti dalle azioni di Hydroground Plus a base d’acqua o Lignex Ralgrund a base solvente. Prodotti di altissima qualità iscrivibili nella classi preservanti ai quali si devono aggiungere le azioni di prodotti conservanti. Queste sono le caratteristiche che hanno spinto BigMat a concludere l’accordo quadro che garantirà ai clienti dei quasi 200 punti vendita BigMat di avere la possibilità di distribuire l’ampia offerta dell’azienda bolzanina. ■

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L’ITALIA IN PRIMA LINEA PER IL TERMODINAMICO Gli impianti solari termodinamici, ispirati agli specchi ustori di Archimede, sono al centro della politica energetica del governo. Che può assicurare 18.000 posti di lavoro. di Carlo Vacca

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Italia punta sul solare termodinamico e lo fa partendo dalla Sicilia con la Carta del Sole, un patto tra territorio e impresa per sviluppare questa fonte di energie pulita. Così, nel 2015 l’Italia avrà la prima centrale al mondo a solare termodinamico e integrata a biomasse: un record invidiabile se si considera che, grazie all’impegno di Enel Green Power che la realizzerà, fornirà elettricità sufficiente agli usi domestici di circa 40.000 famiglie. La centrale sorgerà in provincia di Catania e sarà comparabile, per dispacciamento, a quelle tradizionali a combustibili fossili, ma senza emissioni inquinanti e produzione di gas che alterano il clima. Per realizzarla servirà un investimento di circa 200 milioni di euro, ma l’impianto è già in fase di autorizzazione. Per quanto riguarda la potenza, poi, sarà di 30 megawatt (MW) e anche la resa sarà particolarmente alta per una fonte rinnovabile: la centrale produrrà infatti circa il 60% di una di pari potenza che

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utilizzi una fonte fossile, ovvero circa il doppio rispetto al solare fotovoltaico. Per Gianluigi Angelantoni, presidente di Anest (Associazione nazionale energia solare termodinamico), «il potenziale del solare termodinamico è altissimo. L’obiettivo del piano energetico nazionale è di 600 MW: il suo raggiungimento darebbe occupazione a 18.000 persone in fase di costruzione e a 600 in fase di gestione. E il solare termodinamico può arrivare a competere entro il 2020 con il costo del kilowattora (KW) prodotto dal petrolio, soprattutto se le aziende italiane potranno continuare a fare quello che hanno fatto finora in questo campo: innovare e brevettare nuovi sistemi più efficienti». IL SOLARE TERMODINAMICO L’impianto solare termodinamico, anche noto come impianto solare a concentrazione, è una tipologia di impianto


elettrico che sfrutta, come fonte energetica primaria, la componente termica dell’energia solare, attraverso tecniche di concentrazione solare e relativo accumulo, per la produzione di energia elettrica. Deve il suo nome al fatto che, oltre alla captazione di energia termica solare già presente nei comuni impianti solari termici, aggiunge un ciclo termodinamico (Ciclo Rankine) per la trasformazione dell’energia termica accumulata in energia elettrica tramite turbina a vapore e alternatore come avviene nelle comuni centrali termoelettriche. A differenza dei comuni pannelli solari termici per la generazione di acqua calda a fini domestici (con temperature inferiori a 95° C), questa tipologia di impianto genera medie ed alte temperature (600° C e oltre) permettendone l’uso in applicazioni industriali come la generazione di elettricità e/o come calore per processi industriali (cogenerazione). La grande rivoluzione rispetto alle altre tecnologie solari (solare termico e fotovoltaico) è però la possibilità di produzione di elettricità anche in periodi di assenza della fonte energetica primaria durante la notte o con cielo coperto da nuvolosità grazie alla possibilità di accumulo del calore in appositi serbatoi, ponendo almeno parziale rimedio ai limiti fisici di continuità/intermittenza imposti da tale tipo di fonte energetica. Si tratta dunque di una tecnologia energetica alternativa e rinnovabile rispetto a quelle tradizionali basate su combustibili fossili e nucleari, il cui principio di funzionamento ha lontane origini storiche essendo fatta risalire a più di due millenni fa all’idea di Archimede sugli specchi ustori. Nel 2008, il fisico italiano Rubbia ha stimato che un ipotetico quadrato di specchi di 40.000 km² (200 km per ogni lato) basterebbe per sostituire tutta l’energia derivata dal petrolio prodotta oggi nel mondo, mentre per alimentare un terzo dell’Italia bastava un’area equivalente a quella del Grande Raccordo Anulare di Roma. Attualmente il “costo per kilowattora” dell’energia prodotta con tale tecnologia è superiore di 5 o 6 volte a quello di altre fonti, ma la cifra potrebbe scendere sensibilmente una volta avviata una produzione di massa di questi sistemi. Questa tipologia di centrali è utilizzata da anni negli Stati Uniti. Il Solar-1 fu un progetto pilota, costruito nel deserto del Mojave, a est di Barstow in California. Solar-1 fu completato nel 1981, e fu operativo dal 1982 sino al 1986. Fu distrutto da un incendio che mandò a fuoco l’olio su cui i raggi del sole venivano concentrati. Seguì un Solar-2 sempre in California. Dal 1985, il cosiddetto SEGS è operativo in California; è costituito da 9 impianti per una capacità totale di 350 MW. Un nuovo impianto è il Nevada Solar One, con una capacità di 64 MW. Tra il 2006 e il 2011 in Spagna sono state costruite 3 centrali di questo tipo: Andasol 1, Andasol 2 e Andasol 3, tutte con una capacità di 50 MW.

SICILIA UNA “FONTE” CHE PIACE AL GOVERNO Anche il governo, infatti, ha deciso di sostenere il solare termodinamico: i recenti decreti governativi hanno stabilito che può dare un contributo decisivo al mix nazionale di fonti rinnovabili compatibili con il paesaggio e la sensibilità sociale. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, del resto, lo ha addirittura definito un asso nella manica del sistema-Italia: «Dobbiamo puntarci come tecnologia che può creare valore aggiunto e rafforzare la competitività industriale del nostro Paese in un mercato mondiale. Brevetti e tecnologia, oltre a un altissimo indice d’insolazione, ci forniscono incredibili condizioni di partenza per diventare il Paese europeo a più alto sviluppo di questa tecnologia rinnovabile innovativa. Si tratta di un’occasione importante per la messa a punto di sistemi avanzati di componentistica, in una prospettiva più internazionale, avendo presente più il mercato mondiale di energia che il mercato interno, e tenendo presente che queste tecnologie possono dare risposte a Paesi emergenti dell’Asia, Africa e Sud America». Per quanto riguarda la Sicilia, poi, lo sviluppo del solare termodinamico potrebbe avere «anche una valenza duplice. Penso alla connessione tra la Tunisia e l’Italia, che potrebbe essere la prima dorsale di collegamento delle reti del Nord Africa con le reti europee». ■

Impianto con torre solare realizzato in Spagna, denominato PS10

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una NUOVA LEGGE RIVOLUZIONERà I MATERIALI EDILI È la 305/2011, entrerà in vigore il primo luglio 2013 e renderà tutti responsabili, dai produttori ai progettisti. Vediamo come. di Rosa Santavite

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al primo luglio 2013 il mondo dei materiali edili si rivoluzionerà. È questa infatti la data di entrata in vigore del CPR 305/2011, ovvero della nuova normativa riguardante i materiali edili, che prenderà il posto della direttiva europea 89/106/CEE. La prima grande novità sarà che la responsabilità ricadrà su tutti gli operatori della filiera, ovvero su produttori, importatori, mandatari, distributori, quindi tutti avranno la responsabilità di vendere prodotti con la dovuta marcatura CE, se prevista, per quel prodotto. Questo in particolare si

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rifletterà su distributori e importatori perché non potranno più vendere prodotti non marcati CE. In quest’ottica, il singolo rivenditore dovrà controllare per ogni singolo prodotto venduto che esso abbia la marcatura, verificarne la tracciabilità e fornire all’acquirente tutta la documentazione necessaria. Altra novità riguarda gli importatori e tutti coloro che apporranno un proprio marchio su un prodotto fatto da terzi, che saranno equiparati a un produttore e a tutti i suoi obblighi. Anche le imprese edili e i progettisti, dal conto loro (specie i direttori di cantiere), saranno responsabili di acquistare prodotti marchiati CE.


DALLA 89/106/CEE ALLA 305/2011 La direttiva europea 89/106/CEE, o direttiva prodotti da costruzione, comunemente detta CPD dalla denominazione inglese Construction Products Directive, è una direttiva europea emanata il 21 dicembre 1988 e rimasta in vigore fino al 24 aprile 2011. Aveva l’obiettivo di assicurare che i prodotti da costruzione che venivano immessi sul mercato fossero costruiti o realizzati in modo che l’opera di costruzione, nella quale erano integrati, rispettassero alcuni requisiti ritenuti essenziali per la sicurezza, la salute e altre esigenze di ordine collettivo dell’utenza. In Italia la direttiva è stata recepita con il DPR n. 246 del 21 aprile 1993. Dal 24 aprile 2011, data di entrata in vigore parziale del Regolamento dei Prodotti da Costruzione (CPR - Construction Products Regulation), tale Direttiva è stata abrogata. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno infatti approvato e firmato il 9 marzo 2011 il regolamento che fissa le condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione all’interno dell’Unione Europea. Tale regolamento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 4 aprile 2011 è entrato in vigore il 24 aprile 2011. Poiché l’entrata in vigore del CPR è solo parziale (vedi art. 68 del CPR stesso) la direttiva ha ancora parte della sua validità. Il primo luglio 2013 il CPR avrà piena applicazione e la direttiva non sarà più applicabile. Tale Regolamento, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, governerà la produzione e distribuzione dei materiali e dei prodotti nel mondo dell’edilizia per il prossimo futuro con una particolare attenzione: • alle piccole e alle microimprese • alla difesa della salute dei lavoratori • alla difesa dei consumatori • alla difesa dell’ambiente.

L’idoneità di prodotto si basa su sei requisiti essenziali:

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essere concepita e costruita in modo che le azioni, cui può essere sottoposta durante la costruzione e l’utilizzazione, non provochino: • il crollo dell’intera opera o di una sua parte; • deformazioni di importanza inammissibile; • danni ad altre parti dell’opera o alle attrezzature principali o accessorie in seguito a una deformazione di primaria importanza degli elementi portanti; • danni accidentali sproporzionati alla causa che li ha provocati;

caso d’incendio. L’opera deve essere 2 sicurezza in concepita e costruita in modo che, in caso di incendio: • la capacità portante dell’edificio possa essere garantita per un periodo di tempo determinato; • la produzione e la propagazione del fuoco e del fumo all’interno delle opere siano limitate; • la propagazione del fuoco ad opere vicine sia limitata; • gli occupanti possano lasciare l’opera o essere altrimenti soccorsi; • sia presa in considerazione la sicurezza delle squadre di soccorso;

salute, ambiente. L’opera deve essere 3 igiene, concepita e costruita in modo da non compromettere

Nel settore delle costruzioni esistono numerose norme di prodotto nazionali e altrettante specificazioni tecniche, che di fatto ostacolano la libera circolazione dei prodotti da costruzione all’interno dei Paesi della Comunità Europea. Lo scopo della CPR è pertanto quello di eliminare queste barriere tecnico-commerciali nell’area della UE, mediante l’adozione, da parte degli Stati membri di medesimi standard europei di prodotto. Non tutti i prodotti da costruzione sono interessati dalla CPR ma soltanto quelli devono essere permanentemente incorporati (per tutta la loro vita utile) nelle opere di costruzione intese come edifici e opere di ingegneria civile. Tra questi prodotti rientrano sia gli elementi base quali gli inerti, il cemento, i solai, i pannelli isolanti, sia i componenti quali le porte, le finestre, le vetrate, gli elementi di sicurezza antincendio quali gli evacuatori di fumo e calore, gli idranti, e per finire tutti gli accessori per la raccolta e la fornitura di acqua.

resistenza meccanica e stabilità. L’opera deve

l’igiene o la salute degli occupanti o dei vicini e in particolare in modo da non provocare: • sviluppo di gas tossici; • presenza nell’aria di particelle o di gas pericolosi; • inquinamento o tossicità dell’acqua o del suolo; • difetti nell’eliminazione delle acque di scarico, dei fumi e dei rifiuti solidi o liquidi; • formazione di umidità su parti o pareti dell’opera;

nell’impiego. L’opera deve essere con4 sicurezza cepita e costruita in modo che la sua utilizzazione non comporti rischi di incidenti inammissibili, quali scivolate, cadute, collisioni, bruciature, folgorazioni, ferimenti a seguito di esplosioni;

acustica. L’opera deve essere concepita 5 protezione e costruita in modo che il rumore, cui sono sottoposti gli occupanti e le persone situate in prossimità, si mantenga a livelli che rechino nocumento alla loro salute e tali da consentire soddisfacenti condizioni di sonno, di riposo e di lavoro;

energetico e isolamento termico. 6 risparmio L’opera e i relativi impianti di riscaldamento, raffreddamento e aerazione devono essere concepiti e costruiti in

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modo che il consumo di energia durante l’utilizzazione dell’opera sia moderato, tenuto conto delle condizioni climatiche del luogo, senza che ciò pregiudichi il benessere termico degli occupanti. COSA CAMBIA I principali cambiamenti, che entreranno a tutti gli effetti in vigore dal primo luglio 2013, sono elencati qui di seguito. • Significato, uso e semplificazione di ottenimento della marcatura CE. Essa assume un significato nettamente diverso da quello che aveva nella CPD: infatti non attesta più la conformità del prodotto a una specificazione tecnica, bensì la conclusione di un iter armonizzato attraverso il quale si valuta, si accerta, si garantisce – mediante procedure di prova o di calcolo e di controllo della produzione – e infine si dichiara la prestazione di un prodotto da costruzione. Quindi il concetto cardine di questo regolamento è il nuovo significato della marcatura, che si supporta con la “Dichiarazione di Prestazione - DoP” (in sostituzione della dichiarazione di conformità). La marcatura CE è conseguente alla dichiarazione di prestazione e con questa deve coesistere. • La dichiarazione di prestazione. La novità consiste nell’esistenza di una sorta di carta d’identità del prodotto con tutte le caratteristiche essenziali e le relative dichiarazioni (anche dell’assenza di alcune prestazioni). Al contrario di quanto previsto dalla direttiva CPD (per la quale la dichiarazione di conformità non circola poiché è un documento a solo uso del fabbricante, e le informazioni sono riportate insieme alla marcatura CE sul prodotto stesso) la dichiarazione di prestazione è un documento a sé, separato dall’etichetta, che accompagna sempre il prodotto; su supporto cartaceo oppure elettronico (anche resa disponibile sul sito web del fabbricante secondo le modalità che la Commissione Europea stabilirà). • La valutazione tecnica europea (ETA). Si tratta dello strumento che andrà a sostituire il benestare e nel quale il nuovo Regolamento ha forse inciso in maniera più significativa rispetto ad altri. Emerge infatti chiaramente come l’ETA costituisca una valutazione documentata della prestazione di un prodotto, in relazione alle sue caratteristiche essenziali, conformemente al rispettivo documento per la valutazione europea (EAD). L’ETA è quindi lo strumento per effettuare la dichiarazione di prestazione

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e poi marcare CE i prodotti non completamente o non ancora normati. Contiene al suo interno le prestazioni da dichiarare e i dettagli tecnici necessari per l’applicazione del sistema di valutazione e verifica del controllo della prestazione. • La sostenibilità. Il nuovo requisito essenziale “Uso sostenibile delle risorse naturali” non avrà alcuna conseguenza a livello di dichiarazione delle prestazioni e di marcatura CE, fino a che uno o più Paesi membri dell’Unione non decideranno di regolamentare in materia a livello nazionale, ciò nonostante è già chiara la rilevanza che avrà sul settore. La sostenibilità prevede che il produttore elabori una dichiarazione di prestazione del prodotto che riguarda l’impiego delle materie prime e dei semilavorati dal punto di vista non solo strettamente ambientale, ma anche sociale, economico e tecnico: è già difficile dichiarare di realizzare un prodotto conforme a una specifica tecnica con tanto di calcolo e prove, immaginiamoci cosa vuole dire individuare un criterio oggettivo per definirne la “sostenibilità”… però mettere ordine nella materia può dare dei risultati concreti ed è quantomeno auspicabile. • L’attività di sorveglianza sul mercato. In Italia vi sono troppi soggetti depositari delle competenze di controllo, inoltre quando si tratta di prodotti provenienti da Paesi terzi si scontrano due discipline comunitarie (quella doganale e quella per la libera circolazione dei prodotti), parzialmente sovrapposte e in alcuni casi con confini non così chiaramente definiti: nonostante gli accordi di collaborazione con gli uffici doganali, che permettono di bloccare spesso prodotti pericolosi, sappiamo che almeno altrettanti riescono ad entrare nel mercato tramite Paesi non molto rigorosi. Gli obblighi di organizzazione di programmi di vigilanza, inoltre, sono oggettivamente insostenibili nel settore delle costruzioni. Basta pensare al numero delle famiglie di prodotto coperte dal regolamento 305/2011, alle tipologie di prodotto per famiglia e al numero di punti di immissione sul mercato italiano per rendersi conto che i ministeri che saranno coinvolti, le Camere di Commercio e le direzioni provinciali dei Vigili del Fuoco possono garantire una sorveglianza sul mercato “a campione”. Tutti i mercati europei si dovranno adeguare a questa importante normativa e con loro tutti gli attori del comparto delle costruzioni, tra cui non mancherà anche BigMat, che, come di consueto, selezionerà per i suoi clienti prodotti e produttori in regola con tutte le caratteristiche richieste dalla Comunità Europea. ■


Controllare il sisma non è più un’utopia Un nuovo punto di vista sul terremoto. Progettare la struttura svincolata dalle vibrazioni del terreno analogamente a quanto si fa nel campo dell’ingegneria meccanica con le tecniche di isolamento delle vibrazioni dei motori, nonché soluzioni semplici sugli esistenti. di Fabrizio Viola professore, architetto e ingegnere

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recenti terremoti in Emilia Romagna, all’Aquila e i continui sciami sismici ormai quotidiani, ci hanno finalmente costretti ad una indispensabile e radicale svolta nella cultura, nella progettazione e nelle politiche che governano il territorio. Questi avvenimenti impongono una riflessione rigorosa. Non parleremo più di “emergenza”, ma di nuovi modelli e processi innovativi della filiera delle costruzioni.

Ci siamo resi conto, nostro malgrado, di operare su un suolo in continuo movimento e che la “memoria corta”

limitata alle statistiche sul breve periodo, vale per le miserie umane ma non per la geologia. In un Paese sismico come l’Italia, il tema dei terremoti è sempre di attualità, il che induce a convogliare risorse nelle attività di ricerca e di prevenzione, nell’edificazione realizzata con criteri antisismici e soprattutto nell’adeguare gli edifici esistenti alle nuove normative e conoscenze. Queste attività hanno oggi costi economici non più così elevati, ma possono trasformare le criticità in opportunità, portare ricerca, innovazione e tecnologia, possibilità professionali e di impiego.

Per la progettazione del nuovo si parla di “isolamento”. Anziché concepire una struttura vincolata rigidamente al suolo che “resista”, pur subendo seri danni, alle azioni trasmesse dal terremoto senza crollare (tecniche antisismiche convenzionali), la nuova strategia consiste nel progettare la struttura svincolata dalle vibrazioni del terreno analogamente a quanto si fa nel campo dell’ingegneria meccanica con le tecniche di isolamento delle vibrazioni dei motori. Tale isolamento avviene mediante idonei apparecchi chiamati appunto isolatori sismici, che vengono frapposti tra le fondazioni e la soprastruttura. Essi consentono di ridurre notevolmente il trasferimento delle sollecitazioni dalle fondazioni alla struttura. Grazie ad essi, la fondazione (solidale al terreno) rimane libera di muoversi e vibrare, mentre la sovrastruttura si appoggia verticalmente alla fondazione, ma scivola orizzontalmente su di essa, non prendendo parte alla temibile vibrazione in orizzontale.

Le frequenze proprie delle strutture in cemento armato a base fissa vanno proprio a coincidere con le frequenze dei terremoti, e

quindi si verifica il fenomeno della risonanza in campo elastico con effetti amplificativi di accelerazioni, velocità

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e spostamenti orizzontali. Mediante l’isolamento sismico si progetta la struttura isolata con una frequenza propria molto più bassa di quella dei terremoti attesi. Con questa tecnica si isola il moto del terreno dal moto dell’edificio. Oltre alle tecniche antisismiche convenzionali e a quelle basate sull’isolamento sismico (controllo passivo) sono in fase di ricerca le tecniche basate sul controllo attivo e semiattivo (si parla in questi casi anche di strutture intelligenti). Molto più interessante è l’intervento sugli edifici esistenti, che rappresenta quasi il 100% del patrimonio edilizio nazionale. Esso, a grandi linee, consiste in: • analisi della gerarchia delle resistenze in modo che le cerniere plastiche si formino nelle travi prima che nei pilastri; • progettazione dei nodi strutturali, cioè delle unioni fra travi e pilastri; • posizionamento di catene per aumentare la resistenza della struttura; • istallazione di smorzatori sostituibili. Nasce così una nuova figura professionale, specializzata nella fornitura di tutti i materiali idonei a tali interventi, che saranno resi obbligatori dalla nascente normativa che obbligherà ogni edificio ad essere coperto da assicurazione sul rischio sismico, non essendo più lo Stato in grado di farlo. È evidente che il premio assicurativo sarà direttamente proporzionale al rischio. Probabilmente si aprirà una nicchia di mercato che offrirà nuove inesauribili occasioni, in un settore etico ed altamente qualificato.

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EDIFICI ESISTENTI RILEVANTI Le attuali normative per le costruzioni in zona sismica introducono nuovi impegni per i proprietari, pubblici o privati, di edifici esistenti la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo fondamentale per la comunità civile (es. ospedali, municipi, caserme, scuole, teatri, musei, biblioteche, chiese, ecc.). Per tali edifici è fatto obbligo di procedere alla valutazione di sicurezza sismica ai sensi dell’art. 3 dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.3.2003. “L’ordinanza è nata dalla necessità di dare una risposta rapida e integrata alle esigenze poste dal rischio sismico, una risposta che non poteva ulteriormente essere ritardata, visto il ripetersi di eventi sismici calamitosi che hanno interessato anche zone non classificate sismiche” (Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Servizio Sismico Nazionale, Nota del 4 giugno 2003). Per “valutazione di sicurezza sismica” o “valutazione di vulnerabilità sismica” di un edificio esistente si intende un procedimento quantitativo volto a stabilire se è in grado o meno di resistere alla combinazione sismica di progetto. EDIFICI ESISTENTI SOGGETTI A BENI CULTURALI Per i beni culturali tutelati è possibile limitarsi ad interventi di miglioramento, secondo quanto disposto al comma 4), art. 29 del decreto legislativo n. 42/2004, “Codice dei beni Culturali e del Paesaggio”. La Direttiva del 12 ottobre 2007


del Presidente del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, rappresenta il più aggiornato riferimento metodologico per affrontare le problematiche di conoscenza, prevenzione e protezione dei beni architettonici d’interesse culturale, nello spirito dell’art. 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il testo, che ha parere favorevole del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, è stato redatto con l’intento di specificare un percorso di conoscenza e valutazione della sicurezza sismica concettualmente analogo a quello previsto per le costruzioni non tutelate, ma opportunamente adattato alle esigenze e peculiarità del patrimonio culturale. EDIFICI ESISTENTI PREFABBRICATI INDUSTRIALI I numerosi edifici esistenti attualmente presenti sul territorio, la cui costruzione e progettazione risale anche a tempi relativamente recenti, sono spesso caratterizzati dalla mancata adozione di criteri di progettazione antisismica, in quanto non previsti dalle stesse normative in territori non classificati sismici. Tra queste costruzioni, particolari criticità sono state manifestate dagli edifici, per lo più con destinazione industriale, realizzati mediante l’assemblaggio di elementi in cemento armato prefabbricati. Il tema del consolidamento sismico è assai rilevante sia sotto il profilo della sicurezza e la salvaguardia della vita, sia sotto il profilo sociale ed economico, per la natura e il livello tecnologico delle numerose aziende operanti sul territorio. In altri termini, al tema della salvaguardia della vita, nel caso degli edifici industriali si associa il tema della salvaguardia del valore esposto – attrezzature, lavorati e semilavorati stoccati nei magazzini – e, soprattutto, della continuità operativa delle aziende. Al fine di governare una tale complessità, il D.L. 6 giugno 2012 n. 74 recante “Interventi immediati per il superamento dell’emergenza”, delinea il quadro normativo al quale fare riferimento per gli interventi di ricostruzione, assistenza alle popolazioni e ripresa economica dei territori interessati dalla sequenza sismica. LIVELLI D’INTERVENTO La recente normativa italiana (NTC 2008, DL 74/2012) definisce 3 categorie di intervento possibili al fine di garantire un’adeguata resistenza ai terremoti degli edifici industriali esistenti non progettati con criteri antisismici: • riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti. • interventi di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle norme in materia di

prevenzione antisismica. Per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico, ai sensi del comma 4 dell’art. 29 del D. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, è in ogni caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento effettuando la relativa valutazione della sicurezza. • interventi di adeguamento atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalla normativa. È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario, all’adeguamento della costruzione, a chiunque intenda: sopraelevare la costruzione, ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse, apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi globali in fondazione superiori al 10%, effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente. Il punto fondamentale è lo sviluppo di una cultura della prevenzione sismica: lavorare per valutare il nostro patrimonio edilizio, far si che gli edifici esistenti vengano messi in sicurezza e resi antisimici secondo le norme antisismiche che sono in vigore. Non possiamo pensare che il terremoto sia un’eventualità remota perché esso è una realtà con la quale dobbiamo avere a che fare come cittadini informati e consapevoli. Dopo gli avvenimenti degli ultimi anni, determinate certezze di carattere pratico stanno vacillando e tutto deve essere ripensato secondo un destino che possiamo ancora scrivere. Se tutto funzionasse bene, non ci sarebbe motivo di preoccuparsi: le paure sono legate proprio alla consapevolezza di rischiare la vita a causa di costruzioni poco sicure e non rispettose delle norme. Non sono i terremoti ad uccidere le persone, ma gli edifici realizzati non seguendo la buona regola dell’arte. ■

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IL PAVIMENTO CHE TI SEGUE IN OGNI TRASLOCO È una delle novità più cool del momento, firmata Del Conca. di Nicola Pisano

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o metti e lo togli talmente facilmente che viene voglia di cambiarlo con la frequenza di un abito. Senza colle, stucchi o demolizioni. E quando traslochi, te lo puoi portare via. È Del Conca Fast, una soluzione che rivoluziona il concetto di ristrutturazione attraverso un nuovo sistema brevettato e indubbiamente innovativo per la messa in opera a secco di pavimenti in ceramica. Un sistema in grado di essere applicato direttamente sopra sottofondi o, in caso di ristrutturazione, sopra vecchi pavimenti, annullando in entrambi i casi la necessità dell'ausilio di incollanti e stucchi con tutti i vantaggi che ne concorrono. Si rendono inutili così tutte quelle lente e invasive azioni di smantellamento del vecchio pavimento oltre che le azioni di pulizia che sono molto spesso causa del lievitare dei costi e dei tempi di lavoro. Cambiare il vestito del pavimento diverrà quindi semplice e veloce: «Grazie a questo sistema – afferma il CEO del Gruppo Del Conca, Enzo Donald Mularon – in poche ore, semplicemente spostando i mobili, si può realizzare un nuovo pavimento in ceramica, una superficie stabile, senza fughe e immediatamente calpestabile. Nel caso di cambio abitazione poi, è addirittura possibile rimuovere l’intera superficie, o alcune parti, recuperando il prodotto e ripristinando il pavimento preesistente».

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INNOVAZIONE IN LINEA CON IL MERCATO Un prodotto innovativo ed eccellente ottenuto dopo due anni di ricerche, investimento che il Gruppo Del Conca ha scelto di affrontare dopo aver compreso come il mercato dell'edilizia subisse le influenze della crisi e stesse iniziando a convogliare i suoi sforzi verso azioni di ristrutturazione. Scelte che si confermano positive visti anche gli ultimi risultati pubblicati a giugno da Cresme per Confindustria ceramiche, nei quali si sottolineava la riduzione, solo per i primi mesi del 2012, di un 9% per le nuove costruzioni a fronte di una tenuta per il comparto delle ristrutturazioni. Il recente Decreto Sviluppo ha a sua volta tenuto fede a questi risultati, innalzando la detrazione dal 36% al 50% fino al giugno 2013, raddoppiando il tetto di spesa ammesso alla detrazione, passata da 48mila a 96mila euro. Tali favorevoli finanziamenti spianano quindi la strada a soluzioni innovative come quella Del Conca Fast, che trasformano il pavimento in un oggetto di arredamento orizzontale, perennemente modificabile e in grado di garantire il continuo cambio di look all'ambiente grazie alla velocità e semplicità della messa in opera del prodotto. Una soluzione ideale anche per chi è in affitto e non ha mai pensato di sostituire quel pavimento del bagno che


proprio non gli va giù per non fare interventi strutturali su un’abitazione non propria. COME FUNZIONA Del Conca Fast garantisce un pavimento stabile il cui fissaggio viene assicurato da speciali inserti – brevetto Del Conca Fast – che una volta inseriti nelle fessure laterali delle piastrelle consentono l'ancoraggio, che avviene tramite l'azione di battitura di un martello in gomma su di un elemento in legno appoggiato alla piastrella, resistente e duraturo di ogni singolo pezzo. Un sistema semplice e veloce in grado di rendere immediatamente calpestabile il pavimento, di semplificare la messa in opera garantendo anche azioni "fai da te" e che si caratterizza per un'efficace resistenza all'umidità e all'acqua grazie all'assenza di fughe. L'installazione sopra un pavimento preesistente deve partire dall'analisi della superficie di posa, sulla quale verrà adagiato un materassino fonoassorbente che fungerà da letto per la messa in opera delle singole piastrelle oltre a concorrere a garantire la difesa da azioni di degrado determinate dal continuo calpestio. Attualmente il sistema Del Conca Fast è stato applicato solamente alla serie Monte Napoleone, una tipologia di piastrella in gres porcellanato che riprende le tonalità calde del

legno oltre a ripeterne le trame e i disegni per un risultato finale molto vicino alle caratteristiche dell'originale naturale. Tale scelta consente all'azienda di affiancare a tutte quelle qualità visive, dettate dall'aspetto esteriore della piastrella, anche le risposte fisiche della ceramica, un materiale che non si usura con urti o graffi e non subisce cambi di tonalità per l'azione del tempo e dei raggi solari. Piastrelle che si prestano anche per l'applicazione sui pavimenti degli ambienti di cucina e bagno in quanto il contatto con acqua, vapore e umidità non intacca le sue superfici o strutture, rendendo impossibile il ricrearsi di fastidiose deformazioni. La serie Monte Napoleone Fast è disponibile in formati rettangolari da 20x120 cm e 15x120 cm per uno spessore di 12 mm, una piccola gamma declinabile nelle quattro tonalità lignee di marrone, grigio, bianco e beige che a breve sarà ampliata anche da altre collezioni del Gruppo Del Conca permettendo una varietà di colori e gusti. Una varietà di prodotti tutti certificati a seguito di rigidi controlli nel rispetto di norme CEN, ASTM, ANSI e ISO. Il Gruppo del Conca dal 2008 è diventato inoltre socio del Green Building Council Italia, Ente che nel 2008 ha introdotto il sistema di certificazione indipendente LEED. Una partnership che attesta il rispetto di criteri di progettazione e realizzazione di prodotti che concorrano alla creazione di edifici salubri, energeticamente efficienti e a impatto ambientale contenuto. ■

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SI RIFà IL LOOK ATL Group, azienda di divani, compra gli stabilimenti di Forlì-Cesena della nota azienda di calze e filati, dove un’area verde è sottoposta a stretti vincoli. È qui che entra in campo, grazie a un’attenta progettazione, BigMat Materiali Edili De Lorenzi. di Tommaso Casagrande

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onvertire un immobile industriale da un sistema di produzione a un altro per permettere il cambio di finalità non è mai una cosa semplice e di veloce attuazione, talvolta si devono affrontare anche difficoltà normative che sembrano bloccare lo sviluppo di indispensabili trasformazioni architettoniche. Per questo la comunicazione e il confronto tra istituzioni, progettisti, impresa e distributori di materiali edili diventa un tassello fondamentale. Proprio questo è accaduto nella Provincia di Forlì-Cesena in un cantiere che ha visto tra i protagonisti il punto vendita BigMat Materiali Edili De Lorenzi: il continuo aggiornamento e la varietà delle forniture presenti nella rivendita sono state un tassello fondamentale per la riconversione degli stabilimenti industriali venduti dalla

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società Golden Lady Company, il cui mercato copre il settore dei filati alle calze, alla ATL Group, specializzata nella produzione di divani imbottiti. Il progetto, affidato allo studio Eslaf di Forlì, ha coinvolto, nei sei mesi complessivi di lavori, oltre al punto vendita BigMat anche l’impresa edile P.I. 2000 Srl, che si è adoperata per la trasformazione di questo stabilimento composto da cinque fabbricati industriali realizzati a partire dagli anni ‘80 su un’area industriale posta in prossimità della A14. UNO SPAZIO VERDE “DIFFICILE” L’intervento più impegnativo, e allo stesso tempo più importante, presentato nel progetto di riconversione ha coinvolto


CHI è BIGMAT MATERIALI EDILI DE LORENZI

una piccola porzione di spazio verde esterno ai padiglioni. Esigenze di circolazione di mezzi pesanti e la creazione di un’area di carico scarico ha reso necessaria la pavimentazione di una parte dell’area verde che costeggia il fronte autostradale. Tale intervento però era bloccato dai regolamenti comunali che, secondo l’articolo 27 delle norme del PRG locale, richiedevano il mantenimento delle caratteristiche di permeabilità dell’area anche se accettavano la possibilità di una sua pavimentazione. La norma infatti sottolineava che “nelle fasce di rispetto autostradale devono essere mantenute tutte le aree a verde e/o comunque permeabili”, rendendo quindi possibili interventi o modifiche nella quali però doveva perdurare il vincolo di permeabilità.

Quattro sono le generazioni che fanno di BigMat Materiali Edili De Lorenzi una delle aziende più importanti della provincia di Forlì-Cesena per ciò che concerne la rivendita di materiali edili di base. Un successo che si ritrova anche nel settore ceramico, da oltre 30 anni fiore all’occhiello della rivendita che si sta specializzando sempre più nelle finiture d’interni. L’ampia superficie di esposizione raccoglie il meglio dei prodotti per l’edilizia: pavimenti, pavimenti in legno, camini, stufe a pallet e a legna. A completare l’offerta si trova inoltre tutto il comparto ferramenta, il nuovo spazio vernici per coprire tutte le fasi costruttive dalle fondamenta al tetto. La continua formazione dei dipendenti e l’attenzione alle nuove tecnologie permette l’azienda di accompagnare il cliente nel percorso di scelta e di combinazioni adeguate dei singoli prodotti.

La scelta di utilizzare il prodotto i.idro DRAIN, il nuovo sistema drenante di Italcementi, ha permesso di rispettare le richieste elencate dalla norma e allo stesso tempo di garantire l’accesso di mezzi pesanti per le azioni di scarico e movimentazione. Il nuovo tecnologico materiale registra infatti una capacità drenante cento volte superiore a qualsiasi altro materiale di copertura, oltre a velocizzare lo sciogliersi di ghiaccio e neve grazie al continuo ricircolo d’aria all’interno della sua massa. Un prodotto dall’anima green in quanto facilita il recupero dell’acqua in falda. GLI ALTRI INTERVENTI Gli altri interventi hanno invece catalizzato l’attenzione alla trasformazione della struttura interna ed esterna dei due padiglioni atti ad ospitare il ciclo produttivo della nuova proprietà. La riconversione ha portato alla necessità dell’apertura, in uno dei due fabbricati coinvolti, di un portone per l’ingresso delle materie prime utilizzate nel reparto tagli o della falegnameria. Apertura che è stata predisposta a sostituzio-

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PLANIMETRIA Scala 1:1500 - ATL Group Faenza accesso carraio

pedonaaccesso le e ca rraio

ne della finestratura continua presente su uno dei lati del fabbricato, lato che è stato allo stesso tempo allargato per agevolare le azioni di spostamento del materiale. I lati del padiglione che fronteggiano l’autostrada hanno subito a loro volta l’apertura, sia nei prospetti principali che in quelli interni, di una serie di portoni per permettere l’inserimento delle nuove strumentazioni necessarie al cambio di produzione ma anche per garantire possibili future disposizioni interne. All’interno si è reso necessario il riempimento, tramite pavimentazione industriale, delle ormai inutili e precedentemente utilizzate fosse dell’ex reparto tintoria. Una serie di pareti in gesso rivestito hanno permesso la suddivisione degli spazi interni per meglio organizzare i reparti dedicati al taglio e incollaggio da ciò che andrà ad ospitare il reparto insaccaggio e il magazzino per lo stoccaggio dei blocchi di poliuretano. Il reparto di insaccaggio è stato allo stesso tempo messo in comunicazione, tramite l’ausilio di aperture in pannelli di tamponamento e relativi portoni di chiusura di tipo REI, con i nuovi magazzini della falda e delle piume. Sono stati inoltre realizzati i locali tecnici per quadri e UPS nel locale centrale e la realizzazione di due porte in muratura per migliorare i percorsi viari per entrare e uscire dalla struttura. La variazione di destinazione d’uso dei locali tecnici e produttivi ha reso necessario la variazione di alcune

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via Pa na

acc carresso aio

accesso accesso carraio pedonale

via Bisaura

eslaf.studio progetti

aperture, la costruzione di tramezzature così come l’apertura di alcuni lucernari a shed in copertura dei principali locali di produzione, al fine di migliorare le condizioni di luminosità e areazione. La copertura, oltre a subire i suddetti interventi di apertura dei lucernari, è stata soggetta anche a una necessaria, quanto invasiva, rimozione di parte dell’ampia presenza di lastre ondulate composte da materiale fibroso contenete, fra le altre cose, amianto. Il nuovo manto di copertura è stato realizzato tramite l’uso di lamiere in alluminio grecate e coibentate. Il secondo fabbricato è stato soggetto invece a una serie di interventi finalizzati al miglioramento degli accessi ai reparti di taglio dei tessuti, due portoni disposti uno in comunicazione con il fabbricato del quale si è parlato precedentemente, l’altro rivolto verso l’esterno. Le vecchie vie d’uscite sono state sostituite da nuove aperture e hanno subito un cambio di destinazione venendo occupate da nastri trasportatori, inseriti per la movimentazione automatica dei semilavorati da un padiglione all’altro. Entrambi i padiglioni hanno subito il rinnovamento degli impianti termici e di quelli elettrici relativi ai servizi della produzione, oltre all’aggiornamento della rete degli idranti interni necessaria dopo i diversi cambiamenti strutturali. ■


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RISANARE E INCOLLARE CON BIGMAT A dicembre arrivano tre novità a marchio BigMat, che proseguono la strategia del gruppo nello sviluppo dei private label. di Nicola Pisano

P

residiare il mercato dei professionisti dell’edilizia nelle merceologie più strategiche, fidelizzarli con prodotti realizzati dai migliori produttori e proporre sempre un alto rapporto qualità prezzo. È questa la strategia BigMat nello sviluppo dei propri prodotti a marchio, arrivati oggi a oltre 80 referenze. In lancio in questi giorni tre prodotti che rispondono alle esigenze di un mercato sempre più attento, esigente e capace di selezionare il prodotto specifico per le proprie esigenze: si tratta di Fix-Mat, Intonaco Deumidificante BigMat e Finitura Rasante BigMat. FIX-MAT: IL SUPERADESIVO Fix-Mat è stato realizzato in collaborazione con il produttore partner Mungo ed è un adesivo universale professionale ideale per tutte le superfici – metallo, legno, pietra e muratura – e indicato per montaggi e assemblaggi in carpenteria, edilizia e industria. Un prodotto

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a 360 gradi, che si pone in diretta concorrenza con i più importanti player del mercato e che sicuramente otterrà, grazie alla sua accattivante livrea e all’ottima qualità, un sicuro interesse da parte di tutto il mercato.

Facilmente riconoscibili in cantiere grazie alla grafica comune a tutti i prodotti a marchio BigMat, i tre nuovi prodotti saranno in distribuzione in tutta Italia a partire dal mese di dicembre 2012. ■

INTONACO DEUMIDIFICANTE E FINITURA RASANTE Gli altri prodotti a marchio in produzione in questi giorni, realizzati negli stabilimenti SIKA, sono Intonaco Deumidificante BigMat e Finitura Rasante BigMat, due prodotti in combine, in perfetta sinergia per risolvere le problematiche dovute alla risalita d’acqua. Il primo è un intonaco ad alta traspirabilità per il risanamento delle murature umide, studiato appositamente per sottofondi interni ed esterni, mentre il secondo è una rasatura per intonaci ad alta traspirabilità a base di leganti aerei e idraulici ideale per la finitura di murature soggette ad umidità risalente, appositamente studiata per dare il massimo delle sue prestazioni in abbinamento con l’Intonaco Deumidificante BigMat. Due prodotti di sicuro interesse per il mercato delle ristrutturazioni grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo.

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Edilizia: Federcostruzioni, negli ultimi cinque anni calo della produzione di oltre il 26%

Un sistema che vale 373 miliardi di euro, che occupa circa 3 milioni di addetti, senza contare l’indotto a sua volta generato, e che va ad impattare in termini di acquisto di beni e servizi presso l’80% dei settori che formano l’economia nazionale complessiva. Questa è l’industria italiana delle costruzioni che si riconosce in Federcostruzioni. Alla formazione di questo ammontare contribuiscono il settore delle costruzioni in senso stretto, attraverso i cantieri attivati nel Paese (206 miliardi) e i settori che alimentano direttamente le costruzioni attraverso beni materiali e servizi: il settore industriale delle tecnologie, macchinari e impianti e il settore commerciale delle macchine movimento terra (58,6 miliardi); le industrie dei materiali per edilizia e infrastrutture e i relativi servizi commerciali (85,8

Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni

miliardi); i servizi di progettazione e consulenza (22,6 miliardi). Si tratta di un sistema a bassissimo livello di importazioni (3,3%) con un’elevata propensione verso l’export, che nel 2011 ha raggiunto i 54 miliardi di euro, corrispondenti ad un terzo del valore complessivo, senza tenere conto delle attività realizzate nel mondo dalle imprese di costruzione italiane attualmente in essere pari a 60 miliardi e le commesse in tutti i continenti, per altri 40 miliardi. È quanto emerge dall’edizione 2012 del Rapporto Federcostruzioni – MADE Expo su “Il sistema italiano delle costruzioni” “La produzione dell’intera filiera delle costruzioni – si legge – fra il 2007 e il 2012 è diminuita del 26,3%, il che vuol dire che quest’anno si è arrivati a produrre 126 miliardi di euro in meno rispetto al 2007. Nel 2011 la diminuzione complessiva è stata pari al -3,4%, quest’anno, si stima un ulteriore calo, ancora più sensibile: -5,2%. Per il 2013 la previsione è per una sostanziale stagnazione (+0,1%)”. Il ridimensionamento del mercato nel periodo che va dal 2010 al 2012, risulta, comunque, attenuato dalla buona performance delle esportazioni ottenuta dai produttori di materiali e tecnologie meccaniche e dai servizi – al netto pertanto del settore delle costruzioni in senso stretto. Un andamento che ha registrato un +3,9% nel 2010, un +6,3% nel 2011, con un +3,0% atteso a conclusione del 2012 e un +3,5% previsto nel

2013. Di fronte a questo scenario e guardando al futuro il Presidente di Federcostruzioni Paolo Buzzetti ha dichiarato che «in un mercato delle costruzioni che si caratterizzerà per dimensioni quantitativamente più ridotte rispetto agli anni passati e per una maggiore selezione dei prodotti, saranno – dovranno essere – premiate quelle imprese che, nel rispetto della legalità, sapranno proporre qualità del costruito, attenzione per l’efficienza energetica, bellezza architettonica, sostenibilità ambientale. Le politiche debbono quindi puntare sulla riqualificazione urbana e del patrimonio esistente, su un rilancio dell’housing sociale, creando le condizioni per un rapido e ampio utilizzo del previsto Piano Città. Occorre riqualificare le città e il territorio. Perché ciò avvenga è essenziale che si immettano nel mercato le poche ma indispensabili risorse finanziarie impegnate, si attivino sistemi di garanzia pubblica mettendo in gioco immediatamente la Cassa Depositi e Prestiti, ma non solo, così da riattivare i flussi creditizi e di finanziamento alle imprese e sui programmi e progetti in parte già pronti. Egualmente serve intervenire sulla leva fiscale per incoraggiare e non deprimere la domanda, premiando chi investe e assicura una gestione del patrimonio edilizio e immobiliare a basso costo energetico e in assoluta sicurezza antisismica. Per questo appare indispensabile rendere strutturale il sistema di incentivazione alla riqualificazione e al recupero edilizio».

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Formedil: l’edilizia attrae i giovani nonostante la crisi È quanto emerge dall’indagine “Giovani e costruzioni” realizzata da Cresme per Formedil Quando l’economia è in recessione i giovani si rivolgono all’edilizia che, sebbene in crisi, sembra offrire maggiori possibilità di occupazione rispetto ad altri settori e un lavoro con salari medi superiori e contratti più stabili di quelli che si possono ottenere altrove. È quanto emerge dall’indagine “Giovani e costruzioni” realizzata da Cresme per Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento in edilizia), che nel triennio 2009-2011 ha formato, con 32.813 corsi, oltre 385mila allievi, il 20% degli occupati medi nel settore. L’analisi, presentata il 20 ottobre al Saie in occasione del convegno “I giovani e l’edilizia” organizzato in collaborazione con Iiple di Bologna, sottolinea come nelle costruzioni si concentri circa il 12% dell’occupazione compresa nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni – un’incidenza tra le più elevate nel panorama dei principali Paesi europei (la media UE è dell’8%) – e un quinto di tutte le imprese giovanili in Italia. In edilizia un giovane dipendente tra

i 15 e i 24 anni percepisce, in media, un reddito mensile più elevato rispetto a quello dei coetanei impiegati in altri settori, con uno stipendio pari al 79% del reddito medio del settore, una percentuale decisamente superiore sia al resto dell’economia (68%), sia al comparto industriale (73%). Risultano inoltre meno diffusi i contratti a tempo determinato: tra i dipendenti con età compresa tra 15 e 24 anni la quota di contratti a termine, seppur cresciuta negli ultimi 4 anni, si ferma al 43,1%, restando inferiore rispetto alla media

dell’economia italiana (49,9%) e del settore manifatturiero (47,7%). «I giovani rappresentano il futuro. Per coinvolgerli nel rilancio del settore occorre impiegare le risorse di cui il Paese dispone destinandole alla riqualificazione delle periferie e alle infrastrutture e attuare delle semplificazioni, ricorrendo ad esempio ad un solo contratto nazionale al quale affiancare degli integrativi regionali. Infine sarebbe auspicabile una maggiore sinergia tra Scuole edili, Cpt e Casse edili», ha dichiarato Massimo Calzoni, presidente Formedil.

Ediltrophy 2012: i migliori muratori d’Italia vengono dalla Calabria e dal Veneto La quinta edizione di Ediltrophy 2012, la gara di arte muraria promossa da Formedil in collaborazione con il Saie e con Iiple (la Scuola Edile di Bologna), tenutasi il 21 ottobre alla Fiera di Bologna, ha visto prevalere per la categoria “senior” Giuseppe Macrì ed Emiliano Mileto selezionati da Formedil Calabria. I due si sono aggiudicati anche il trofeo offerto dal fondo di pensione complementare di settore Prevedi. Per la categoria “junior” si sono classificati prima i quindicenni della Scuola Edile di Vicenza, Amos Tezzele e Marco Perin. Premio speciale per la qualità e la sicurezza sul lavoro è andato ai giovani allievi della Scuola Edile di Siena Asmir Arapi e Pablo Maria Botti.

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Eletto il gruista dell’anno. In gara anche una donna È Felice Lorizzo il miglior gruista del 2012. Cinquantunenne, pisano, 38 anni di anzianità lavorativa nel settore, Lorizzo si è classificato primo nella terza edizione del Gruista dell’anno, manifestazione organizzata da Formedil e tenutasi il 19 ottobre al Made Expo di Milano. Al secondo posto si è classificato il leccese Vincenzo De Lorenzi, seguito in terza posizione dal veneziano Ercole Fassina. La selezione ha riguardato i dieci migliori operatori classificatisi alle selezioni interregionali. Fra di loro ha gareggiato per la prima volta anche una donna, Daniela D’Addeo, 33 anni, pittrice laureata all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Gli fa eco il vicepresidente Piero Leonesio: «Il nostro scopo è quello di creare lavoro sicuro e stabile. Per questo le Scuole Edili formano i nuovi lavoratori, riqualificano disoccupati e inoccupati, offrono percorsi formativi di specializzazione. Il tutto con un’attenzione particolare alla prevenzione degli infortuni, che si ottiene attraverso la trasmissione delle nozioni di base nei primi giorni di lavoro e delle conoscenze specifiche sull’uso di mezzi ad alta tecnologia».

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Domande e riSposte sulla marcatura CE dei prodotti da costruzione

A distanza di quattro anni dalla prima edizione, in considerazione delle novità in ambito normativo che in questo arco di tempo si sono sviluppate, FederlegnoArredo ha ritenuto necessario procedere con l’aggiornamento e la revisione del fascicolo “Domande e riposte sulla marcatura CE dei prodotti da costruzione” edito nel 2008, mantenendo l’impostazione generale a “domande-risposte” molto apprezzata dai lettori per la sua facile e immediata consultazione. La pubblicazione del regolamento UE n. 305/2011 di aggiornamento alla Direttiva Prodotti da Costruzione n. 89/106/CEE ha integrato i principi relativi alla marcatura CE dei prodotti con definizioni e concetti sui quali il mercato, in attesa delle linee guida europee e dell’entrata in vigore a partire

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da luglio 2013, si sta interrogando in termini di significato e modalità interpretative/applicative. Tra le novità introdotte, il settimo requisito di base sull’uso sostenibile delle risorse naturali, la dichiarazione di prestazione in sostituzione della dichiarazione di conformità, la revisione dei sistemi di attestazione della conformità, la rivisitazione del ruolo degli enti/laboratori notificati e molte altre. Con la realizzazione del manuale FederlegnoArredo ha voluto fornire un concreto servizio alle aziende associate in modo possano operare in modo corretto sul mercato. Inoltre, per poter fornire risposte alle molteplici tematiche individuate e raccolte il volume è stato suddiviso in due sezioni principali. La prima, comprendente 39 quesiti, riguarda gli

aspetti di carattere relativi ai prodotti da costruzione, alla marcatura CE, alle figure professionali coinvolte e alle corrispondenti responsabilità nel rapporto reciproco con il mercato. La seconda parte, invece, rappresentata dalle appendici A e B è dedicata al settore del legno per uso strutturale, regolato non solo dalle norme armonizzate, ma anche dai disposti legislativi riportati nelle Norme Tecniche delle Costruzioni. Il volume può essere richiesto al seguente indirizzo: raffaella.pavanello@ federlegnoarredo.it


il consulente d’azienda GLI ASPETTI POSITIVI DELLA CRISi (3) Dal globale al locale: l’importanza del territorio

Nel continuare in questa disamina degli spunti derivanti dal difficile periodo di congiuntura economica, con questo contributo si vuole proporre una riflessione sul ruolo del territorio nelle dinamiche di impresa e di creazione di valore. Apparentemente il tema può apparire anacronistico e contro-tendenza in uno scenario competitivo volto sempre più all’internazionalizzazione e alla globalizzazione. Per anni il territorio locale in cui si operava ha rappresentato un sistema complesso in grado di accogliere, accreditare o espellere operatori economici, dagli imprenditori ai professionisti, dai fornitori ai clienti: un sistema di riconoscimento “sociale” che rappresentava una forma di “assicurazione” di serietà e competenza dei soggetti coinvolti. La crescita, spesso indifferenziata e diffusa, che ha caratterizzato nei passati decenni molti territori, ha portato ad un “allargamento delle maglie”, consentendo l’ingresso di operatori anche dall’“esterno” grazie alle loro dimensioni, spesso mediamente maggiori, o semplicemente ad una più spiccata aggressività e intraprendenza. Queste tendenze hanno determinato un ampliamento dell’arena competitiva, consentendo l’ingresso di nuovi soggetti che in un mercato in espansione hanno trovato terreno fertile per entrare e consolidarsi in contesti in divenire senza un’attenta e necessaria valutazione dell’affidabilità e capacità di integrazione e di creazione di legami stabili con gli altri. Il tutto è sembrato sostenibile fin quando l’arrivo della crisi dei mercati ha mostrato criticità e rischi sottovalutati o addirittura non considerati,

evidenziando carenze di professionalità, competenze e serietà che hanno minato la sostenibilità economica e finanziaria di molte imprese. La crescente complessità ha rivalutato la conoscenza e l’integrazione con il territorio: la differenza sta certamente in quello che fai e come lo fai; ma se vuoi che questa differenza sia specifica e non imitabile da altri, è opportuno che ciò che fai abbia un legame con lo specifico territoriale che può rappresentare il valore distintivo. È il passaggio dal “Global” al “GLocal”: mutuare i valori dell’essere aperto agli spunti provenienti dai mercati globalizzati, traducendoli e adattandoli alle specificità del territorio. In realtà questi valori erano e sono ancora nel territorio, ma in maniera latente, spesso nascosta da una deriva di standardizzazione forzata dell’offerta che corrisponde sempre meno ad una evoluzione e differenziazione della domanda. Un gap sempre più accentuato che richiede una rivalutazione delle cosiddette “economia di prossimità”: vivere il territorio consolidando legami con operatori, clienti, fornitori, consulenti con i quali condividere uno stesso percorso evolutivo che ha come fattore aggregante la sostenibilità dello sviluppo del territorio stesso nel lungo periodo. La tendenza alla ricerca del profitto e alla massimizzazione dei ritorni dell’investimento nel breve – o spesso nel brevissimo – periodo ha determinato la “fortuna” di imprese e organizzazioni “mordi e fuggi” che il nuovo scenario competitivo non può più permettersi: i margini che si riducono, la rischiosità del credito, la difficoltà di acquisire necessarie fonti di finanziamento

richiedono un azione di “sistema”. In questo senso, il territorio può assumere nuovamente un ruolo di “valorizzatore” delle specificità imprenditoriali e individuali, non sottovalutando la necessità di comunicare correttamente all’interno e all’esterno del contesto locale questi valori differenzianti. Tali valori possono essere ben interpretati anche da soggetti “entranti” o “entrati” da qualche tempo, se sanno interpretare correttamente le esigenze e le specificità del territorio e investono per conoscerlo non superficialmente e avere una “consonanza” con il territorio e i suoi attori. Attenzione a non confondere però queste tendenze con un ritorno al “localismo”: non un territorio che alza “barricate” difendendo una ricchezza ormai già ampiamente condivisa – e in molti casi significativamente ridotta – ma che diventa “contenitore” di nicchie di mercato sempre più specializzate e differenziate. Impariamo a valorizzare le nostre competenze, la nostra professionalità e più in generale la nostra offerta (la cosiddetta value proposition) facendo leva sul legame con il territorio come valore differenziante e fonte di vantaggio competitivo. Come affermava Confucio, “chi conosce il territorio ha le maggiori possibilità di vittoria in battaglia”. Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria

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il consulente legale La patente a punti per l’edilizia sarà operativa a breve?

L’attuale Ministro del Lavoro Elsa Fornero pare intenzionata a dare operatività all’istituto della patente a punti per l’edilizia previsto all’art. 21 comma 1-bis D.Lgs. 81/2008 s.m.i.. Tale strumento serve per qualificare sia le imprese che i lavoratori autonomi che rispettano le norme in materia di sicurezza e che spesso sono penalizzati da coloro che in dispregio alle norme antinfortunistiche operano nei cantieri che spesso definisco “selvaggi e primitivi”. La patente a punti (PPE) sarà applicata a tutte le imprese e ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili e che esercitano attività quali manutenzione straordinaria, costruzione, demolizioni, manutenzione ordinaria, riparazione etc., con esclusione di coloro che svolgono servizi di natura intellettuale come geometri che entrano in cantiere per effettuare misurazioni o archeologi, architetti per verifiche varie e così via. Nel DURC sarà indicato il punteggio attribuito all’impresa, in relazione all’organico medio annuo e al lavoratore autonomo. La decurtazione dei punti dalla PPE avviene in funzione delle violazioni alle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavo-

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ro. La Fornero ha emanato il decreto ministeriale all’uopo necessario, considerato l’avviso comune già presentato dalle Parti Sociali interessate circa un anno fa. Tale avviso comune, infatti, non costituisce nient’affatto un testo cogente, tuttavia, quale accordo fra le rappresentanze delle associazioni datoriali e sindacali dell’edilizia, esso rappresenta un documento di cui la politica, nell’effettuare la scelta legislativa giudicata più opportuna, non potrà non tener conto. L’avviso comune prevede, per quanto interessa alle imprese che operano nel settore edilizio, che la patente a punti si ponga quale strumento in grado di fornire un immediato e sicuro riscontro sulla reale idoneità dell’impresa stessa ad operare sul mercato, rispettando tutte le norme poste in materia di sicurezza sul lavoro. L’attribuzione di un punteggio iniziale, che potrà essere decurtato in caso di accertate violazione di tali norme, comporterà, sopraggiunto l’eventuale azzeramento del punteggio medesimo, l’impossibilità per l’impresa di svolgere attività nel settore edile. Tra i requisiti per poter svolgere l’attività edile, oltre il possesso della patente a punti per il cui rilascio iniziale costituiscono i presupposti, dovranno poi annoverarsi: a) la nomina di un responsabile tecnico con precise e qualificate competenze tecniche ben individuate dall’avviso comune, ciò per le imprese con certificazione SOA e, dunque, possibilità di concorrere per l’aggiudicazione di appalti pubblici; b) la designazione di un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, quale soggetto che gestisce e coordina l’insieme delle persone, si-

stemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori; c) il possesso di requisiti di onorabilità sia per l’impresa che per il responsabile tecnico, quali l’assenza di procedimenti penali in corso in materia di prevenzione così come l’assenza di sentenze penali di condanna per una serie di gravi reati; d) il possesso di requisiti tecnico-finanziari, quale presunzione di essere in grado di assolvere agli obblighi di sicurezza, caratterizzati dall’aver a disposizione attrezzature per un valore minimo da 15.000 a 75.000 euro, a seconda delle tipologie di attività edilizie poste in essere. Una Sezione speciale della Camera di Commercio, Sezione speciale dell’Edilizia, del luogo presso cui ha sede l’impresa, rilascerà la patente a punti entro trenta giorni dalla domanda, ove accerti il possesso dei requisiti appena elencati. Elemento importante è che la patente non potrà essere ceduta né essere rilevata in qualsivoglia operazione societaria. I punti iniziali accreditati sulla patente varieranno a seconda delle dimensioni dell’impresa, fino ad un massimo di 125 per quelle con oltre 200 dipendenti. Esattamente come nel sistema previsto per la patente a punti in materia di circolazione stradale troviamo poi tali previsioni: a) alle decurtazioni di punteggio di minor valore per le violazioni meno gravi (per esempio due punti per la mancata compilazione del documento di valutazione dei rischi) seguiranno via via decurtazioni maggiori, come quella di dieci punti nel


il consulente legale

caso di infortunio mortale del lavoratore dipeso da violazioni delle norme in materia di sicurezza; b) in assenza di violazioni accertate sarà disposta l’assegnazione, in via premiale, di ulteriori punti; c) per il recupero dei punti perduti saranno previsti appositi corsi di formazione curati da enti bilaterali, vale a dire sia con appartenenti alle associazioni datoriali sia con appartenenti alle associazioni sindacali, che dovranno essere seguiti dal datore di lavoro o, per suo conto, dal responsabile tecnico o dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Detto già in precedenza che è prevista la revoca

della patente in caso di azzeramento del punteggio è, altresì, prevista la sua sospensione se, nel corso dei controlli effettuati di prassi ogni tre anni, dovesse risultare il venir meno di anche uno solo dei requisiti richiesti per il rilascio della patente stessa. Giunti al termine di questo breve excursus, si potrebbe affermare che il proposito dell’istituto in discorso, che consta nel premiare le imprese le quali, investono parte del proprio ricavato nel rispetto degli obblighi di sicurezza, con il risultato – spesso – di conseguire dei profitti minori di altre che tali obblighi non rispettano, nonché di escludere

queste ultime dalla possibilità di operare sul mercato, potrà realmente e concretamente essere realizzato qualora il Ministero del Lavoro, e – nello specifico – l’Ispettorato del Lavoro, sia dotato di quei mezzi economici necessari e sufficienti per svolgere un attività approfondita di controllo capillare. Condizione che, allo stato, non risulta soddisfatta. Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari

BigMat e FederlegnoArredo hanno avviato, a partire da giugno 2012, un dialogo, il cui scopo è quello di affrontare assieme le dinamiche di un mercato edile s

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news dal mondo bigmaT BIGMAT E IL 2013: AL CENTRO IL CAPITALE UMANO Per BigMat è un must: la formazione del mercato e di tutti i suoi punti vendita è un aspetto da sempre al centro dell’attività del grande gruppo di distributori di materiali edili indipendenti. Da sempre, infatti, BigMat offre ai suoi clienti servizi prestati da professionisti preparati e aggiornati su tutte le novità del mercato, sia in termini di prodotti che in termini di tecniche costruttive. Ma soprattutto, BigMat ha investito e investe continuamente nella divulgazione della cultura del costruire sul mercato, rivolgendo risorse non indifferenti nell’organizzazione di importanti cicli formativi e convegni sui temi più attuali del settore, dal Piano Casa agli edifici a energia quasi zero, senza

dimenticare i corsi di approfondimento più specifici condotti da tecnici di primordine. La formazione, insomma, è l’elemento che permette di vincere le sfide del mercato e il continuo aggiornamento del capitale umano consente

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news dal mondo bigmaT BIGMAT TI SPIEGA TUTTE LE AGEVOLAZIONI A DISPOSIZIONE PER RISTRUTTURARE Il Decreto Sviluppo, tramutato nella legge 134 del 7 agosto 2012, ha aumentato la detrazione Irpef dal 36% al 50% e ha raddoppiato il limite massimo di spesa ammesso alla detrazione, portandolo a quota 96mila euro per i lavori di ristrutturazione edilizia. BigMat ha promosso nei mesi di ottobre e novembre un’operazione per diffondere ai clienti la conoscenza di questa normativa, che rappresenta un’opportunità per smuovere un mercato in sofferenza. Il Gruppo internazionale di distributori ha quindi presidiato i suoi canali di comunicazione con diversi strumenti, in primis mettendo a disposizione una guida facile che riassume i punti principali della normativa. A fare la parte da leone in questa intensa opera di divulgazione sono stati i new media: oltre che sul BigMat Channel, la tv del Gruppo, le nuove opportunità del Decreto Sviluppo sono state veicolate anche attraverso la pagina ufficiale di facebook e Google, affinchè la pagina del sito web BigMat dedicata alle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni compaia tra i primi posti dei risultati. L’obiettivo dell’operazione è quello di affermarsi come punto di riferimento per le tematiche relative all’edilizia, non solo per quello che riguarda prodotti e materiali edili. Un approccio già sperimentato con suc-

cesso con i convegni del Piano Casa 2010 e i convegni dell’Azero Tour 2012 (sul tema della riqualificazione energetica), a testimonianza che l’obiettivo primario di BigMat è promuovere la cultura nel settore, perché considera importante che tutta la filiera, dal fornitore all’impresa passando attraverso il progettista, sia composta da soggetti qualificati e informati in grado di dare valore aggiunto ad ogni passaggio. La guida facile – realizzata sulla base di quanto comunicato e messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate – è disponibile gratuitamente in formato cartaceo presso tutti i punti vendita del Gruppo e facilmente sfogliabile e scaricabile online sul sito www.bigmat.it.

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news dal mondo bigmaT DA BIGMAT PAPARO ARRIVA HABIMAT Una nuova avventura per BigMat Paparo di Catanzaro, iniziata il 12 settembre, un nuovo showroom chiamato habiMat, il format BigMat per le finiture d’interni con il quale la rivendita calabrese vuole lanciare un messaggio di ottimismo e di fiducia verso il mercato. Se l’industria edile sta attraversando un momento di difficoltà, la soluzione non sta nella riduzione dei costi tramite licenziamenti ma nell’attenzione alle esigenze del cliente, nella ricerca delle sue necessità, nello sviluppo di uno spazio espositivo non solo che attragga ma che venga interpretato anche come luogo di conoscenza. Un investimento in design e qualità che segue il format habiMat per offrire al cliente nuovi servizi e una sempre più attenta assistenza: «Volevamo aprire un nuovo progetto commerciale – spiega Katia Paparo della BigMat Paparo – un innovativo showroom che consentisse anche di superare le tipiche carenze meridionali quali ad esempio le difficoltà nella formazione continua. Con BigMat abbiamo quindi iniziato un progetto comune che va al di là del semplice spazio espositivo e che speriamo possa diventare un esempio per il mercato della regione». habiMat è l’insegna che raggruppa la rete di sale mostra specializzate e qualificate di showroom di ceramiche, arredobagno e finiture dei punti vendita BigMat, nata grazie a uno studio attento del settore e del mercato di riferimento per rispondere a un’esigenza precisa e chiara del mondo della progettazione e del consumatore. Il circuito habiMat non propone dei semplici showroom, ma “emozioni e finiture”, ovvero un’offerta che va dai materiali (dai rivestimenti all’arredobagno, dagli accessori ai componenti

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Giorgio Paparo, al centro in abito nero, nel momento del taglio del nastro.

per il riscaldamento fino ad arrivare al benessere e all’idroterapia) alle suggestioni di ultima moda, con un’ampia gamma di design e ultimissime tendenze. habiMat è un network in continua crescita, fatto da distributori in grado di fornire materiali in linea con le odierne tendenze del gusto e con

un’ampissima gamma a disposizione. Le soluzioni scelte da BigMat Paparo con la consulenza di BigMat Italia puntano all’originalità dell’esposizione per


news dal mondo bigmaT catturare l’attenzione dell’acquirente e sottolineare le qualità del materiale presente, inoltre il format non si presenta quale semplice showroom ma punta alla declinazione pratica di ogni elemento esposto con schede di approfondimento chiare, con la presenza di software per la progettazione e l’assistenza di operatori costantemente aggiornati e formati. Un ambiente accogliente nel quale viaggiare alla scoperta di saune, docce emozionali o elementi attenti alle dinamiche ambientali come le rubinetterie a risparmio d’acqua, fino ai finimenti di design come i parquet o le variegate proposte di pavimenti e rivestimenti. Uno showroom nel quale vengono raccolti tutti i grandi prodotti a marchio per soddisfare le richieste di una clientela di target medio - alto composta non solo da imprese e cliente finale ma anche da professionisti alla

ricerca di interlocutori preparati. Un nuovo modo d’investire che guarda a creare nuovi posti di lavoro, e non a cancellarli, che cerca nuovi mercati e una clientela che diventi la più diffusa possibile. Una strategia di mercato resa possibile grazie al confronto e al sostegno di un marchio diffuso come BigMat che

concorre ad aiutare nella promozione e quindi nella diffusione della conoscenza dell’azienda non solo a livello locale ma aiutandola a diventare un punto di riferimento della Regione. Un modo per sviluppare il mercato del Sud, colpito da diverse problematiche, un modo per contribuire allo sviluppo sociale e promozionale del mercato della regione.

BIGMAT MELCA IN SCENA AL BOCCHETTE EXPO Nata nel 2003, Bocchette Expo, l’unica fiera campionaria della Versilia, è diventata ormai un appuntamento fisso in grado di avvicinare e incuriosire oltre 15mila visitatori che in media ogni anno partecipano gratuitamente a questa tre giorni di esposizioni e manifestazioni intesa a rilanciare i settori dell’edilizia, dell’ecologia e della meccanica. Ad arricchire il ricco campionario di espositori, e per il terzo anno successivo, partecipa BigMat Melca, distributore di materiali edili presente da oltre cinquant’anni nella provincia di Lucca, che anche in questa decima edizione dell’Expo, tenutosi dal 7 al 9 settembre 2012, ha promosso tutta la sua fornitura di stufe, caminetti, caldaie alimentate a pellet, legno e misto. Il Bocchette Expo punta a presentare tutte le innovazioni

e gli stimoli culturali e tecnologici del mondo d’impresa e riesce ad avvicinare sia un pubblico tecnico sia generalista. Un appuntamento importante, uno strumento indispensabile di promozione delle ultime novità del mercato e della competitività di prezzi e marchi, quali appunto BigMat, e che ogni anno permette a BigMat Melca di entrare in contatto diretto con una committenza ampia e sempre più attenta, esigente e consapevole delle novità del mercato. Nello spazio esteso del Bocchette Expo, oltre 45mila mq, e animato da oltre 200 espositori l’offerta messa in campo da BigMat Melca si è contraddistinta per l’efficacia espositiva garantita dalla collaborazione con i partners commerciali Edilkamin e Ravelli, spazi nei quali il visitatore ha potuto trovare una gamma esaustiva di soluzioni e prodotti.

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news dal mondo bigmaT BIGMAT IN TOSCANA PROTAGONISTA A MEDIARC Il 26 e 27 ottobre all’area di San Salvi, zona Coverciano di Firenze, BigMat è stata protagonista – in veste di sponsor – della XII edizione di Mediarc (www.mediarc.unifi.it), il Festival nato nel 1992 che è ormai un tradizionale appuntamento di visione e riflessione sulla rappresentazione dell’architettura, del design, della sostenibilità, della proposta progettuale dell’ambiente costruito, ed è un significativo punto di riferimento sia per la comunità scientifica e accademica, sia per un largo pubblico. Si tratta di un’avventura mediatica ricca di suggestioni culturali e di ricerca visiva. Dal 1992, con questa manifestazione si cerca di valorizzare e promuovere i nuovi progetti di architettura attraverso mezzi espressivi incisivi e attuali

come le rappresentazioni audiovisive e multimediali. Quest’anno Mediarc si è concentrata sui temi del recupero e riuso degli spazi urbani dimessi o abbandonati, della capacità di restituirne nuove funzioni e disponibilità per il patrimonio del bene comune, della promozione degli aspetti legati alla sostenibilità energetica ed e ambientale negli interventi di riuso e, più in generale, nei processi di trasformazione dell’ambiente costruito in chiave ecologica. «È stata una XII edizione ricca di spunti – ha commentato Alberto di Cintio, direttore artistico di Mediarc – che ha portato in Italia una serie di suggerimenti internazionali per ciò che concerne il tema del recupero edile e della sostenibilità. Un appun-

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news dal mondo bigmaT tamento nel quale anche BigMat, con la presentazione delle sue tecnologie e dei servizi legati soprattutto alle tematiche del legno, ha giocato un ruolo importante, formativo e di conoscenza per un pubblico curioso composto prevalentemente da giovani studenti». A loro BigMat ha riservato materiale informativo ad hoc, quaderni tecnici tematici e la rivista Up!, nonché la presenza di esperti del Gruppo, pronti a rispondere a ogni esigenza e ai quesiti avanzati dai partecipanti. Il Festival ha analizzato i vari temi attraverso tavole rotonde, conferenze, proiezioni di film, video e documenti

visivi, videoinstallazioni, mostre fotografiche, performance e interventi teatrali e artistici. Oltre ad esser stato proiettato materiale audiovisivo sia di recente produzione sia storico, realizzato sia in Italia, sia a livello internazionale riguardo ai temi dell’architettura, del recupero e del riuso di spazi e di edifici, dell’ecodesign, del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale, l’occasione ha visto lo svolgimento di alcuni appuntamenti interessanti. Il 26 ottobre è stata inaugurata la mostra “In attesa di recupero...” a cura del collettivo DEApress – Equioe Photography anche se l’evento principale è stato il convegno del giorno

successivo intitolato “Dall’abbandono al recupero per il bene comune”, una lunga tavola rotonda nella quale sono intervenuti fra gli altri Fabio Barluzzi presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze, Massimo Pica Ciamarra Vice presidente della Fondazione italiana BioArchitettura oltre a diversi docenti dei dipartimenti tecnici dell’Università di Firenze. Assegnato inoltre il Premio Festival Arch-Video-Web rivolto ai giovani laureati in Architettura, Ingegneria e Disegno Industriale e diviso nelle sezioni Film-progetto per tesi di laurea e Filmprogetto di opera realizzata.

BIGMAT EDILPELLICE: FORMAZIONE PER IL COMFORT ABITATIVO La formazione è un passaggio indispensabile per affrontare le sfide di un mercato difficile e nel quale la concorrenza diviene sempre più forte. BigMat Edilpellice sembra aver capito l’importanza di affermarsi non solo come distributore di materiali edili, ma come vero e proprio punto di riferimento per i progettisti e le imprese. Questi, infatti, sono da sempre professionisti in cerca di interlocutori preparati per garantire qualità e crescita di tutta la filiera edile. Guarda a questo l’incontro organizzato da BigMat Edilpellice, in collaborazione con Rofix, il 25 ottobre all’interno dell’accogliente cornice del ristorante La Vià di Cavour (TO). Un appuntamento dedicato al mondo della progettazione che ha cercato di presentare, analizzare e proporre una serie di soluzioni agli annosi problemi del benessere abitativo. Un pomeriggio nel quale si sono affrontati due temi particolari uno dedicato al benessere abitativo e ai sistemi di risanamento, l’altro ad una miglior comprensione delle strategie del sistema di isola-

mento termico a cappotto. Tematiche sempre più attuali e importanti punti d’informazione visti soprattutto l’avvicinarsi delle scadenze delle direttive 20/20/20 per il risanamento e la costruzione di edifici ad energia zero, oltre alle vantaggiose detrazioni fiscali presenti nel Decreto Sviluppo pubblicato nel giugno scorso. La prima ora di dibattito ha quindi affrontato il tema degli intonaci naturali ed ecocompatibili realizzando un focus sulla calce idraulica naturale CalceClima, a seguire l’incontro ha posto la lente sui sistemi di manutenzione e risanamento dell’involucro esterno. Nell’occasione sono state presentate diverse azioni atte a consentire un’efficace manutenzione delle facciate e degli intonaci monoporosi. La seconda parte dell’incontro si è soffermata nell’analisi dell’efficienza energetica dell’edificio attraverso la presentazione di varie tipologie di involucro edilizio. Gran parte dell’incontro è stato dedicato allo studio dell’isolamento esterno a cappotto, presentato nella sua composizione,

nelle differenze tipologiche e affrontato secondo le direttive di posa. L’ultima parte della formazione è stata dedicata alla presentazione di tutti quei sistemi di isolamento considerati come quelli attualmente più innovativi. La chiusura ha visto la partecipazione dei presenti all’aperitivo con buffet finale nel quale si è inoltre ricordato il successivo appuntamento, che si è svolto il 24 novembre.

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news dal mondo bigmaT BIGMAT: FOCUS SUL RISANAMENTO

Il mercato edile può ripartire grazie al bisogno di risanamento che si rende ormai impellente nella maggior parte degli edifici. Isolmant ha compreso questa nuova direzione del mercato, sottolineata anche dalla proroga presentata con l’ultimo Decreto Sviluppo che porta al 30 giugno 2013 sia la scadenza della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica sia il bonus, aumentato al 50%, sulle ristrutturazioni. Forte di questi dati Isolmant ha scelto, per rilanciare al meglio la sua idea di rivendita vista come autorevole sportello informativo, di investire in formazione e organizzare, presso la propria sede di Carpiano, una giornata di incontri – “Risanare per Ripartire”, 27 settembre 2012 – riservata a BigMat e dedicata alle problematiche e alle soluzioni efficienti per la ristrutturazione delle costruzioni. Gli edifici esistenti necessitano di un risanamento acustico e termico, le leggi sulle condizioni di rumorosità non vengono spesso rispettate, anzi si presentano condizioni inaccettabili rispetto ai limiti normativi. Da questo sorgono problemi alla salute che sono ancora più evidenti quando i medesimi

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problemi derivano da problematiche dell’involucro termico. Isolmant è conscia delle conseguenze positive portate da piccoli interventi per risanare le pareti di casa che, oltre a migliorare il comfort interno, assicurano un risparmio nei costi di gestione termica dell’edificio. Nasce da questi presupposti l’appuntamento al quale sono intervenuti l’esperto in formazione e promozione Lorenzo Calabrese, Carola Aratari dell’ufficio tecnico dell’azienda e Raffaella Scurati Esperta fiscalista Assimpredil Ance. Una giornata di intensi dibattiti iniziata nella mattinata di giovedì 27 settembre con una breve presentazione delle normative legate alle tematiche acustiche e termiche dell’involucro casa alla quale è seguita una riunione finalizzata alle buone pratiche per il risanamento acustico, occasione utile a presentare i vantaggi di un prodotto all’avanguardia come la linea IsolGypsum di Isolmat. Nelle sedute pomeridiane gli incontri hanno posto l’attenzione sulle dinamiche pratiche conseguenti al rispetto della normativa, alle esigenze del mercato e del consumatore finale, soffermandosi sulle opportunità aperte dal Decreto

Sviluppo. Una serie di incontri che prima di chiudersi con la presentazione delle opportunità dei nuovi prodotti per le nuove nicchie di mercato che si potrebbero aprire, ha portato i numerosi partecipanti all’interno dello showroom di Tecnasfalti dove, in mezzo alle numerose curiosità dei partecipanti, è stata organizzata una prova pratica grazie alla quale gli addetti ai lavori hanno mostrato la corretta messa in opera dei vari prodotti Isolmant.

RI

sanare partire

27 Settembre 2012

RISANAMENTO: UNA CONCRETA PROSPETTIVA PER FAR RIPARTIRE LA RIVENDITA

Sempre più edifici esistenti hanno bisogno di essere risanati, sia acusticamente che termicamente. Le condizioni di rumorosità negli appartamenti sono spesso inaccettabili rispetto ai limiti di legge, oltre che dannose per la salute. Lo stesso dicasi per la riqualificazione termica: oggi basta un piccolo intervento per risanare le pareti di casa ottenendo un aumento del comfort e un risparmio nei costi per il riscaldamento. Interventi facili e veloci da realizzare ma con un notevole impatto sulla qualità del vivere: in quest’ottica è stata pensata la linea IsolGypsum, che oggi ha un appeal in più grazie al nuovo Decreto Sviluppo. Quest’ultimo ha sancito la proroga fino al 30 giugno 2013 della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici e l'aumento al 50% del bonus sulle ristrutturazioni fino al 30 giugno 2013. La direzione da prendere è chiara: la ristrutturazione è il volano che può far ripartire il settore edile.

IL PROGRAMMA DEL CORSO: ore 8:30 Arrivo e colazione insieme ore 9:00 – 9:30 Brevi cenni sulla normativa e sulle soluzioni

UN'INIZIATIVA ISOLMANT RISERVATA AI SOCI

ore 9:30 – 11:00 Le prestazioni si possono sempre migliorare: il risanamento acustico (parete e pavimento). La linea IsolGypsum. ore 11:00 -11:20 Coffee break ore 11:20 -12:30 Perché puntare sul risanamento: cosa dice il mercato, cosa vuole il consumatore finale, le opportunità del Decreto Sviluppo (consulente esterno) ore12:30 -13:30 Pranzo ore 13:30 -15:00 Giro azienda e posa in opera della linea IsolGypsum ore 15:00 -16:00 Opportunità dai prodotti per le nuove nicchie di mercato

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news dal mondo bigmaT

Credits Foto di Gigi Murru

BIGMAT LUPINU: PER I SUOI PRIMI 50 ANNI REALIZZA I TUOI SOGNI Tutto è nato dal sogno di una donna lungimirante, Giovanna Lupino, che nel 1962, per combattere le difficoltà economiche, ha avviato la Lupinu Srl. Nata come una semplice azienda per la vendita di cemento, dopo cinquant’anni di storia, la BigMat Lupinu Srl è divenuta una delle rivendite di materiali edili più importanti e innovative di tutta l’isola. Un’azienda simbolo dell’imprenditoria femminile che si sviluppa su un’area di 15.000 mq a Orosei, con oltre 5.000 mq di magazzino e uno stabile di tre piani nel quale si presentano i vari settori dell’azienda: showroom di ceramiche e bagni, termo-idraulica, complementi per la casa e il servizio tintometrico. Un successo frutto della passione di Giovanna e del suo aver saputo coinvolgere con entusiasmo i figli, attuali artefici di innovative e attente scelte imprenditoriali che permettono al punto vendita di famiglia di mantenere il suo ruolo cardine all’interno del mercato. Nel 2012 l’azienda festeggia i cinquant’anni coinvolgendo tutta la clientela – privati, aziende, professionisti – con iniziative promozionali come una lunga serie di promozioni che hanno toccato, da maggio a settembre, l’ampia offerta dei prodotti presenti nel punto vendita. Gli eventi organizzati da BigMat Lupinu

Srl in occasione di «Autunno in Barbagia», manifestazione itinerante dedicata alle tradizioni dei paesi dell’entroterra sardo in programma dal 7 settembre al 16 dicembre, hanno invece avuto come leitmotiv il tema di quel sogno che ha portato Giovanna Lupino così lontano. Durante l’intera kermesse, un container – come una “dream box” – ricreerà le atmosfere del passato e del presente attraverso la metafora di due ambienti bagno (l’uno dal sapore antico, l’altro moderno) e inviterà i visitatori a raccontare i propri sogni per il territorio e l’ambiente sociale a cui appartengono. Tutti i sogni verranno raccolti dall’azienda, che decreterà un vincitore impegnandosi nella realizzazione del suo desiderio. Un’idea accattivante, quella della famiglia Lupino per festeggiare l’importante anniversario, ma soprattutto un’iniziativa lodevole che conferma – se mai ce ne fosse bisogno – l’attenzione di questa realtà sarda verso le esigenze del mercato e la capacità di saperne leggere con anticipo

le direzioni. Un esempio su tutti, il trend del green: già nel 2005 l’azienda aveva avviato un progetto atto a far conoscere quali fossero i vantaggi dell’efficienza energetica a livello di comfort, benessere, risparmio economico e rispetto ambientale. Un’intuizione che ha portato alla costruzione di un piccolo edificio di 20 mq presente all’interno del punto vendita, con il quale l’azienda presenta e promuove tutte le sue soluzioni per un’edilizia sostenibile.

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bigmat international COLLOQUE 2012: DA AMSTERDAM LE MIGLIORI IDEE IMPRENDITORIALI DEL GRUPPO Di nuovo tempo di Colloque, l’incontro annuale internazionale degli associati BigMat. A seguire le fredde acque della Moldava, che l’anno scorso hanno ospitato i partecipanti nell’incontro di Praga, è stata la fitta rete di canali che bagna la Venezia del Nord, Amsterdam. La città olandese ha ospitato, infatti, dal 14 al 18 novembre il classico appuntamento internazionale che permette a tutti i titolari dei punti vendita BigMat di incontrarsi e confrontarsi con i colleghi giunti dai cinque stati coinvolti nel progetto del gruppo internazionale: Francia, Italia, Spagna, Belgio e Repubblica Ceca. Una cinque giorni che ha alternato incontri, assemblee plenarie e visite alla città al “Forum delle buone idee dei punti vendita della rete BigMat in Europa”, durante il quale i partecipanti si sono confrontati con tematiche e situazioni pratiche concernenti “il punto vendita”, tema dell’edizione 2012. Un tema a 360

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gradi che ha focalizzato l’attenzione sull’aspetto principe dell’insegna BigMat, un modo per comprendere e analizzare nello specifico cosa significa far parte di un gruppo internazionale che rispetti e agevoli l’intraprendenza di ogni singolo associato. Il forum, infatti, sviluppatosi in sei aree tematiche – Servizi innovativi, Sviluppo sostenibile, Valorizzazione dell’offerta, Organizzazione fisica del punto vendita, Nuove tecnologie e Valorizzazione dell’offerta commerciale – ha portato a diretto contatto sessanta soluzioni pratiche e innovative di altrettanti punti vendita europei quale esempio di buone pratiche e modello di riferimento per tutti i partecipanti al Congresso. Ogni sala tematica era animata da un presentatore che introduceva e guidava i presenti attraverso una serie di idee innovative attinenti al tema e realizzate nei vari punti vendita. Ad aiutarlo, una serie di schede informative nelle quali era possibile

amsterdam Colloque 2012 Du 14 au 18/11 Congreso 2012 Del 14 al 18/11 Congresso 2012 Dal 14 al 18/11 Sympozium 2012 OD 14 DO 18/11

ritrovare le motivazioni che hanno spinto il socio ideatore a sviluppare quel determinato aspetto della rivendita. Schede che sono state inoltre riassunte e saranno disponibili per ogni Paese. All’esterno delle sale tematiche si trovava una sorta di agorà nella quale venivano presentate e rappresentate fisicamente alcune delle “buone idee” sviluppate dai singoli soci di tutta Europa, rendendo l’esperienza molto più formativa e chiara. Il Forum delle buone idee ha premiato la creatività e l’intuito dell’Italia che ha visto selezionate ben due idee tra le quattro individuate come “Indispensabili”: la prima riguarda tutti i servizi legati al tema del legno sviluppati da BigMat Italia e FormiamociExclusive, scuola di formazione permanente istituita da BigMat Sbaffi, in provincia di Macerata. Un forum ideato al fine di avviare un approccio unico e a lungo termine nel quale l’obiettivo è l’armonizzazione dei punti vendita BigMat in Europa. La quattro giorni di congresso


bigmat international

è stata anche l’occasione per i soci di partecipare al fitto programma di incontri e di assemblee plenarie che partito giovedì 15 novembre con il saluto del presidente Dany Kroell ha proseguito nell’analisi dei progetti internazionali svolti da BigMat nel 2012 intervallati dagli interventi dei responsabili dei singoli paesi. La splendida cornice dell’hotel Mövenpick è stata teatro delle assemblee nazionali sia di BigMat Francia sia di BigMat Italia. Condivisione e discussione sui nuovi progetti sono state le tematiche sulle quali si sono confrontati i titolari dei punti vendita presenti all’assemblea nazionale di BigMat Italia. Un gruppo in continua crescita come hanno testimoniato i numeri che parlano italiano con i 120 associati capillarmente distribuiti nei confini della penisola grazie ad una rete di ben 187 punti vendita. Come è avvenuto nell’incontro del giugno scorso a Sorrento, si è ribadita l’importanza di entusiasmo, coesione e atteggiamento positivo quali indispensabili ingredienti per permettere alle prossime aree di sviluppo, e di business, di affrontare le sfide dei nuovi mercati.

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Golosa Valtellina in viaggio

Sci, pizzoccheri, bresaola, Bitto e Sfurzat. Ecco gli ingredienti che scaldano il cuore nell’“oasi dei gourmet” della Lombardia. di Alessandra Guzzi

L

a Valtellina, situata ai piedi delle Alpi Retiche, a monte del Lago di Como, è il posto ideale per trascorrere una vacanza all’insegna dello sport: in estate è meta di escursionisti, bikers ed e amanti dell’alpinismo invece in inverno è il paradiso degli sciatori. Tuttavia non si deve assolutamente sottovalutare l’autunno in Valtellina,

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la stagione dei sapori, ricca di gustosi eventi enogastronomici. In questo periodo, quando il freddo comincia a sollecitare la voglia di sedersi ad un tavolo con cibo ricco, dell’ottimo vino, magari scaldati dal calore di un camino acceso, ecco che un week end in Valtellina può fare al caso vostro. L’itinerario potrebbe partire da

Chiuro per scoprire uno dei tesori della Valle: il più nobile dei vini rossi di montagna, lo Sfurzat, da uve nebbiolo. Questo paesino si trova nel cuore dei vigneti terrazzati: si può tranquillamente parlare di viticoltura eroica perché le viti sono coltivate, con il sudore e la fatica degli abili vigneron, su terrazzamenti con pen-


mangiare Ristorante San Pietro Via Pruneri, 2 – 23036 Teglio (SO) Tel. 0342 782201 Chiuso il martedì Il ristorante San Pietro è un’istituzione del pizzocchero. Non si trova a Bormio ma a Teglio, poco distante. Vale la pena farci un salto per degustare i veri pizzoccheri valtellinesi (i pizzoccheri nascono a Teglio), ma anche sciatt e polenta. Consigliato il menu degustazione (22 euro) per assaggiare bresaole miste, Pizzoccheri Tellini, Sciatt con cicorino e un dolce, il tutto accompagnato con vino, acqua e caffè. Al Filò Via Dante, 6 – 23032 Bormio Sondrio Tel. 0342 901732 Si trova nel centro storico ed è ricavato all’interno di un vecchio fienile, l’atmosfera è originale. State pur certi di assaggiare la vera cucina valtellinese, come i fagottini di verza con taròz e fonduta di bitto e i filetti di trota, il cervo, il cinghiale, il manzo. Si spende attorno ai 30 euro a testa. La selezione dei vini è ottima.

denze da rabbrividire. Imperdibile una visita all’ultracentenaria cantina di Nino Negri: il suo Sfurzat 5 stelle certo non tradisce il nome. Spostandosi più a nord, a Mese, si incontra la cantina Prevostini che stupisce con il suo elegante Albareda. Anche piccoli borghi come Traona o Gerola non sono da meno, sono tante infatti le

realtà che meritano una visita. Dopo aver visitato le cantine della zona è ora di mettere a frutto le conoscenze apprese sul campo e di brindare un po’ con il vino locale. E allora, quale meta migliore di Chiavenna? Una bella cittadina ricca di storia, a soli venti chilometri dalle sponde del lago di Como, dove in località Villa si trova la

Lanterna Verde, con un menu legato alla tradizione e al territorio ma anche con interessanti proposte di ricerca e fantasia come i cappelletti ripieni di ragù di coniglio su crema di scarola piuttosto che lo sformato di Parmigiano con baccalà e porri fondenti. Non possiamo però scordarci il re dei piatti della Valtellina: i“Pizzoccheri”,

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tagliatelle di grano saraceno, tanto burro d’alpeggio, formaggio nostrano semigrasso, come il Casera, verza, patate, et voilà, il piatto è servito! Una pietanza che ha raggiunto una grande notorietà anche grazie all’impegno dell’Accademia del Pizzocchero con sede a Teglio. Infine, concedetevi una sosta a Morbegno, patria di un altro dei prodotti che tengono alto il nome della Valtellina: il Bitto, formaggio prodotto solo in alpeggio nei mesi estivi e può essere stagionato per oltre 10 anni. Si consiglia una piccola deviazione a Gerola Alta dove alla casera del centro storico si può acquistare dell’ottimo bitto prodotto dai ribelli del consorzio. Non dimentichiamo la casera, semi stagionata e lo Scimudin, a pasta molle, entrambi d’alpeggio e prodotti dalla latteria sociale di Delebio. La Valtellina poi è la patria del re degli antipasti e soprattutto delle diete: la bresaola. L’aria fresca delle Alpi e la particolare conformazione della Provincia di Sondrio, creano le condizioni ideali per la sua graduale stagionatura. Il clima non è il solo fattore determinante. Il fascino di questo salume di elevata qualità, prodotto con i tagli migliori della coscia del manzo, è implicito nella sua trasformazione, dal momento che le fasi di lavorazione devono seguire regole precise, che la tradizione ha trasformato in veri e propri rituali, passati di padre in figlio con passione e professionalità. La capacità nella scelta dei tagli migliori del bovino adulto, punta d’anca e magatello, l’abilità nella rifilatura, il sapiente dosaggio degli aromi naturali utilizzati, affondano le radici nel segreto di antiche ricette. Il massaggio della carne in salagione, le giuste variazioni di temperatura e umidità, che devono avvenire in tempi e modi precisi durante la stagionatura, sono ancora oggi l’eredità di una cultura scritta nella tradizione locale. È un salume molto nutriente, in assoluto il più povero di grassi, ricco di proteine, di ferro, sali minerali e vitamine, alta-

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dormire Hotel Arisch Via Privata Gemelli 23031 Aprica (SO) Tel. 0342/747048 L’Hotel è situato nel bellissimo paesaggio delle alpi Orobie, vicinissimo agli impianti centrali di risalita della città. La struttura è molto accogliente e ha uno stile raffinato, riuscendo comunque a preservare l’atmosfera tipica di montagna, dove il legno dei rivestimenti offre un ambiente caloroso e allo stesso tempo elegante. Dotato di 23 camere, ognuna arredata nel tipico stile tirolese con il tocco inconfondibile del legno. Hotel Centrale Via don Luigi Albonico, 27 23037 Tirano (SO) Tel. 0342/705620 L’Hotel Centrale, raffinato ed elegante, si trova nel cuore del centro storico di Tirano, immerso in un’atmosfera d’incanto tra vie storiche e palazzi d’epoca. La struttura, frutto di un recupero architettonico di un’antica drogheria, è posta su tre piani, mentre le affascinanti cantine, ora restaurate, ospitano l’area estetica e benessere, dove sarà possibile concedersi un momento di relax, lasciandosi cullare in un’esperienza sensoriale tra colori, profumi e suoni. Albergo Meublé Stelvio Via Lungo Adda, IV Novembre, 1 23037 Tirano (SO) Tel. 0342/701044 L’Hotel Stelvio è situato nel centro di Tirano sulle sponde del fiume Adda sulla strada statale 38 in direzione Bormio e dista 400 metri dalla stazione del Trenino Rosso. La struttura è una scelta perfetta sia per chi viaggia per affari, sia per quanti scelgono Tirano come punto di riferimento per gite a Livigno, Bormio, Aprica e Saint Moritz. L’hotel dispone di bar, ascensore con accesso per disabili, sala TV, sala colazione, 28 confortevoli camere con bagno privato, doccia, asciugacapelli, TV LCD, garage a richiesta. Sarete accolti con cordialità in un ambiente tranquillo e familiare.

mente digeribile: l’ideale per chi ama la leggerezza senza rinunciare al gusto. Per assaggiare questa prelibatezza il posto ideale è il suggestivo Chalet Mattias di Livigno, raggiungibile anche in inverno dalle piste innevate: basta

togliersi gli sci, pochi metri a piedi ed ecco lo Chalet. Il posto giusto al momento giusto: ottima cucina e vini superlativi, quello che ci vuole per recuperare le energie dopo una bella sciata mattuttina.


appunti di gusto

Insolito panettone Il dolce di Natale per antonomasia vuole stare sulle tavole tutto l’anno? Vediamo come.

Poche cose, ormai, in cucina sono inscatolate in luoghi comuni: tra queste ci sono ancora il panettone e il pandoro, che nell’immaginario comune vanno gustati solo a Natale ed esclusivamente come dessert, a fine pasto, tutt’al più accompagnati da una salsa di cioccolato o di vaniglia. Persino lo spumante negli ultimi anni è riuscito a togliersi di dosso la sua etichetta di vino delle feste – oggi non più consumato solo in occasione di compleanni, matrimoni, Natale e Capodanno – mentre per il panettone la strada dello sdoganamento stagionale pare ancora agli albori. Diciamocelo, piatti come lasagne con panettone oppure baccalà e pandoro ai più possono sembrare una depravazione del gusto, ma i temerari dei fornelli lo sanno bene: con questi dolci si possono comporre delle ricette salate dagli accostamenti unici e irripetibili, talvolta certamente audaci ma mai fuori luogo. E allora quale occasione migliore per provare alcuni di questi abbinamenti se non dopo le feste, quando in cucina resta sempre qualche avanzo di panettone di cui non si sa mai cosa farsene? A predicare da tempo che il panettone si mangia tutto l’anno come un dolce qualsiasi e che, un po’ come il miele, può essere un ingrediente strategico di gourmet appassionati e di chef d’haute cuisine è Mr Loison, il re dei panettoni artigianali made in Italy. Nel suo piccolo laboratorio artigianale di Vicenza, dal 1938 sforna prelibatezze

a cui nessuno – nemmeno i perennemente a dieta – sa resistere. Il segreto? «La scelta degli ingredienti – spiega il vulcanico Dario Loison – che viene fatta con attenzione maniacale, senza badare al contenimento dei costi. Prediligiamo sempre la certificazione d’origine nazionale controllata, uova fresche di allevamenti sicuri, latte e burro di montagna, fior di farina, zucchero italiano lavorato fresco. Il risultato è un prodotto italiano vero ed esclusivo». Agli ingredienti base si affiancano poi gli aromatici, selezionati con altrettanta cura e creatività: dai profumati vini italiani come il Torcolato di Breganze e il Prosecco di Valdobbiadene ai canditi fatti con le arance di Sicilia, con il Cedro calabrese di Diamante o con il Mandarino Tardivo di Ciaculli. Non manca, però, nemmeno un pizzico di esotismo, che si declina in ingredienti come la morbida uvetta sultanina dalla Turchia, il più pregiato cacao dal Sud America, la rara e unica vaniglia Mananara del Madagascar. Ingredienti straordinari che non sono alterati nel pro-

cesso di lavorazione, scevro di additivi e sostanze che ne modifichino proprietà e sapore. «L’arte della pasticceria consiste proprio in questo: creare dolci conservando le materie prime integre, rispettando qualità e profumi che solo la natura può fornire e che solo la lavorazione artigianale può preservare», spiega Loison, che poi passa subito a parlare di “Insolito panettone”, un progetto, un’idea, che vuol fare di questo prodotto «pur senza perdere la sua identità di dolce tradizionale natalizio, una presenza quotidiana nelle famiglie tutto l’anno, perché accostato a pesci saporiti, a nobili carni, a paste fatte in casa e a verdure fresche può diventare protagonista di tutte le stagioni». Una nuova way of thinking che è già diventata un blog (www.insolitopanettone.com) in cui tutti possono pubblicare le loro ricette “alternative”.

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style

Omega

Nuovo orologio da collezione per 007

Il 5 ottobre scorso si è tenuto il Global James Bond Day per celebrare i 50 anni del personaggio 007, festeggiati anche con l’uscita di un nuovo film, il numero 23, dal titolo Skyfall, e da un orologio che è già oggetto di culto e accessorio imperdibile per gli uomini di stile fan dell’agente segreto più amato del mondo. Il Seamaster Planet Ocean 600M SKYFALL Limited Edition è animato dal nuovo ed esclusivo calibro OMEGA 8507 Co-Axial. Sul rotore è inciso in smalto

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nero “SKYFALL 007”. Il movimento è visibile attraverso il vetro zaffiro del fondello a vite spazzolato. Il quadrante, lavorato nero opaco, ricorda la griglia di una leggendaria auto sportiva inglese, mentre gli indici applicati, come pure le lancette rodiate lucide e sfaccettate, sono rivestiti di Super-LumiNova bianca con luminescenza blu. La lancetta dei minuti e il puntatore sulla lunetta subacquea emettono invece una luminescenza verde. Questa

caratteristica consente, durante le immersioni, di determinare il tempo con un semplice colpo d’occhio. Il logo 007 a ore 7 rivela audacemente le origini del segnatempo. A ore 3 è posizionato un datario a finestrella. Oltre alla rivoluzionaria tecnologia OMEGA Co-Axial, l’orologio monta una spirale in silicio Si14. L’orologio Seamaster Planet Ocean 600M SKYFALL, custodito in un cofanetto esclusivo, è prodotto in edizione limitata di 5.007 esemplari.


Class SK la SOLUZIONE per tutti i cappotti

più sottile più leggero più efficiente Il pannello Stiferite Class SK in schiuma polyiso permette, a parità di isolamento termico, di utilizzare spessori e pesi ridotti rispetto a quelli richiesti da altri materiali. Un vantaggio importante sia per limitare costi e tempi di posa in opera sia per ridurre l’impatto ambientale determinato dalla produzione e dal trasporto del materiale. Le risorse ambientali sotratte all’ambiente per produrre e trasportare il pannello Stiferite Class SK vengono ammortizzate, grazie al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2, già nel corso della prima stagione di riscaldamento.

Trasmittanza termica U=0,2 W/m2K Resistenza Termica R = 5,0 m2K/W Stiferite Class SK λD=0,026 W/mk

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in auto

Toyota

Smart Insect la microcar prodigio Dalla casa intelligente, ai cellulari tuttofare alla Smart city a emissioni zero di Panasonic. Sono solo alcune delle novità presentate al Ceatec di Tokyo, la più grande fiera giapponese dell’elettronica svoltasi a ottobre scorso. Ma la vera regina dell’esposizione era lei: la “Smart Insect” realizzata da Toyota, un’auto elettrica monoposto a misura di città, concepita come uno smartphone su 4 ruote. La particolarità? Riconosce il suo proprietario dalla voce e dall’espressione facciale, ne impara i gusti e persino le abitudini. Si tratta del concept “Smart Insect”: l’aspetto è quello del quadriciclo elettrico, ma con il solo sedile del guidatore. Le portiere? Ad ala di gabbiano su entrambi i lati, mentre il frontale ricorda molto la Smart. L’auto è stata concepita per la guida in città. «Il nome vuole innanzitutto trasmettere l’idea del volo libero di un piccolo insetto», ha spiegato un portavoce della società durante la presentazione alla fiera dell’elettronica Ceatec 2012 a Chiba, vicino a Tokyo. «Insect», in questo caso, non significa però insetto, ma è l’acronimo di «Information Network Social Electric City Transporter». L’«insetto intelligente» di casa Toyota dispone di un sistema di riconoscimento facciale che, all’avvicinarsi del proprietario, effettua l’autenticazione e

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consente l’accesso in vettura e la messa in moto. Non solo: col tempo il sistema «impara» persino le abitudini e le preferenze del suo proprietario. Un esempio: fornisce un tragitto alternativo alla strada solitamente percorsa per recarsi al lavoro in caso di code o incidenti. La stazione radio preferita, poi, si autoimposta una volta entrati nell’abitacolo. Altre particolarità: la macchina invia un messaggio sul cellulare del proprietario se questo dimentica di collegare il cavo di ricarica. Tutta questa avanzata tecnologia si interfaccia benissimo (era ovvio) con gli smartphone di ultima generazione, come quelli Apple o con sistema Android. Ma la vera innovazione sta nel fatto che tali sistemi di infotainment

permettono di comunicare anche con gli elettrodomestici di casa e con l’impianto di riscaldamento, oltre che con gli accessi di casa. La Toyota Smart Insect Concept monterà un motore elettrico di cui però non si conoscono ancora le specifiche, così come non è dato ancora sapere quando sarà messa in produzione.


tecnologia

Mobilità elettrica a due ruote

ECOBIKE DI DESIGn La sfida era quella di progettare una nuova visione di mobilità elettrica a due ruote, una bicicletta assistita elettricamente e una pensilina fotovoltaica per il suo ricovero e ricarica. Il progetto che ha sintetizzato al meglio il connubio tra design e funzionalità, sfruttando le potenzialità del fotovoltaico e dell’energia elettrica per una bicicletta sostenibile, affrontando le nuove sfide legate all’ottimizzazione dell’utilizzo dell’energia è risultato quello di Jimena Martinez. Così, la giovane designer ha trionfato all’’Eco Bike Design Contest 2012, concorso organizzato in collaborazione con POLI. design e ADI Associazione Italiana per il Disegno Industriale. A colpire la giuria è stata la completa fusione stilistica di pensilina e bicicletta, un’integrazione grafica frutto di una serie di linee coreografiche rimando semantico al flusso energetico del sole. Tutto nasce dall’ampia piattaforma di celle fotovoltaiche posta sulla sommità della pensilina che ricordano, sia nell’inclinazione sia nelle note stilistiche. un enorme fiore, un iper tecnologico girasole pronto a convogliare l’energia donata dalla stella più luminosa del nostro sistema solare. Energia pronta per esser trasmessa, lungo un percorso sinuoso, all’accumulatore posto in prossimità dei pedali della tecnologica due ruote. La giuria del premio nelle sue moti-

vazione ha voluto sottolineare anche la carica positiva palesata dal design moderno e sintetico dettato dal prototipo di Jimena Martinez, un elemento importante attraverso il quale ritrovare lo spirito di un marchio leader nella produzione di celle fotovoltaiche. Solsonica spa è infatti il maggiore produttore italiano di celle, moduli e soluzioni fotovoltaiche, una realtà leader nella ricerca di processi e prodotti innovativi per il miglioramento dei sistemi fotovoltaici. Attenzione alle nuove dinamiche green che hanno convinto l’azienda italiana ad avviare questo contest realizzato in collaborazione con POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano da anni impegnato

nella valorizzazione del sistema design attraverso percorsi post laurea. Il concorso, patrocinato da ADI Associazione Italiana per il Disegno Industriale e il cui bando è stato elaborato secondo le norme internazionali concordate con ICOGRADA, ICSID, IFI, ha premiato con 4.000 euro questa nuova visione di mobilità elettrica a due ruote. Jimena Martinez, ha sbaragliato la concorrenza degli altri designer giunti alla selezione finale – Enrico Oggero e il duo Livio Novara e Cristiano Giuggioli – grazie ad un progetto sintesi tra design, potenzialità del fotovoltaico e dell’energia elettrica riassunti in una bicicletta elegante e sostenibile.

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