N. 11 - DICEMBRE 2013 INTERVISTA A CINO ZUCCHI ROBO LO SGABELLO CHE TRASFORMA IL CEMENTO IN DESIGN
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
SCUOLE DEL FUTURO DAI 450 MILIONI DI EURO DEL DECRETO DEL “FARE” AL PROGETTO EUROPEO “SCHOOL OF THE FUTURE”, ECCO TUTTE LE NOVITÀ E LE POSSIBILITÀ PER RIQUALIFICARE E LANCIARE NEL FUTURO I LUOGHI DEL SAPERE PER LA FORMAZIONE DI CHI FARÀ IL DOMANI, CON GRANDI POSSIBILITÀ ANCHE PER IL COMPARTO EDILE
TUTTI I VINCITORI A PAGINA 36
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BigMat è il gruppo di distributori indipendenti di materiali per l’edilizia leader in Europa. Anno 3 - Numero 11 - Dicembre 2013 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Comitato di redazione Rosita Bacis, Massimo Bussola, Tommaso Casagrande, Davide A. Milani, Francesca Negri, Pierluigi Sabato, Anna Maria Sciorelli Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo
CentroStorico
Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Tommaso Casagrande, Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione gratuita Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 28.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.
EDITORIALE
C
ari Lettori, dicembre solitamente è il tempo di parlare dei buoni propositi per l’anno a venire e noi di BigMat lo abbiamo fatto durante il consueto Congresso Internazionale, che quest’anno si è svolto a Granada, splendida e affascinate città d’arte, di cui leggere all’interno di questo numero. Rientrando in Italia, oltre al magnifico libro I racconti dell’Alhambra, ho portato con me alcune considerazioni e la convinzione che, se anche la realtà è un gigantesco puzzle di azioni individuali, raccogliendo gli arnesi della volontà, dell’ottimismo e della collaborazione, è possibile cambiare le situazioni interpretando il futuro nella maniera più corretta. Spero che anche il nostro Up! possa aver contribuito, dandovi spunti interessati su cui riflettere attra-
verso i suoi articoli, con focus tecnici, innovazioni e non solo. Vorremmo chiudere l’anno trattando un argomento che tocca il cuore di tutti: si tratta delle scuole, luoghi troppo spesso trascurati nel nostro Paese, incurante che proprio da questi luoghi si costruisce il futuro sia come valore umano sia come capitale intellettuale. È proprio questo il motivo che ci ha spinto a dimostrare che con degli interventi mirati e attenti si possono trasformare questi edifici in luoghi di sapere adatti a ospitare il futuro. Parlando di cuore non si può non parlare di calore, non tanto come sentimento ma come innovativi sistemi di riscaldamento: caminetti e stufe in grado di regalare alla casa un tocco di classe e di calore, ma soprattutto far risparmiare sulle bollette e salvaguardare l’ambiente (tanto che il loro costo è coperto quasi interamente dai finanziamenti del governo). È doveroso, infine, un commento sul Premio Internazionale di Architettura BigMat ‘13 che ha avuto 15 finalisti presenti e premiati, maestri nel creare opere che valorizzano ciò che normalmente è “scontato” in piena armonia con l’ambiente. Vince per l’Italia lo studio Lelli & Associati Architettura + Magazè Srl di Faenza con una straordinaria interpretazione architettonica Via Padovani Housing di Imola di cui troverete all’interno tutti dettagli. Ora però desidero fare a tutti voi e a tutti noi di BigMat, un augurio speciale: “ritrovare” il tempo per ridisegnare e rivalutare il valore dei rapporti umani, nutrimento prezioso del cuore e della mente, da sempre la filosofia del nostro Gruppo. Auguri di cuore!
■ Lina Mazzullo
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SOMMARIO
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L’EDILIZIA PER LE SCUOLE DEL FUTURO
Il Decreto del “Fare” stanzia 150 milioni adesso e altri 300 milioni entro il 2016 per riqualificare gli edifici scolastici
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A CESENA PER LA SCUOLA (E LA CITTÀ) DI DOMANI
È italiana una delle quattro scuole scelte dalla CE per il progetto “School of the Future”
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LA SCUOLA IN PIEMONTE LA FA IL PRIVATO
La case history della Regione Piemonte, che apre al partenariato pubblico-privato per la costruzione e la manutenzione delle scuole
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LA SCUOLA DIVENTA GREEN IN 60 GIORNI
La trasformazione della scuola materna Montessori di Pulsano, esempio di innovazione in provincia di Taranto
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LA CITTÀ CHE MIGRA
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EDILIZIA IN LEGNO, ANCORA IN CRESCITA
La città del futuro progettata dall’architetto spagnolo Manuel Dominguez
Le case in legno non conoscono crisi e il wood sarà il preferito per le ristrutturazioni
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N. 11 - DICEMBRE 2013 22
L’AGENZIA DELLE ENTRATE RISPONDE ALLE FAQ
Tutte le opportunità dei bonus ristrutturazioni 2014 raccontate in un sito
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RISTRUTTURAZIONE DAL LOOK GREEN
Il rinnovo di uno studio dentistico e delle sue relazioni con interventi architettonici e materiali dal cuore green
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Le proposte più attuali di riscaldamento a biomassa e tutti i loro vantaggi in caso di ristrutturazione
I TREND SETTER, DAL REAL ESTATE AL DESIGN
Ecco i siti web e i blogger più influenti della rete nel settore delle costruzioni
AND THE WINNER IS…
Tutti i vincitori della prima edizione del ‘13 BigMat International Architecture Award
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CINO ZUCCHI: L’ARCHITETTURA ITALIANA HA GRANDE MATURITÀ
Il giurato italiano del ‘13 BigMat International Architecture Award racconta il premio e lo stato dell’arte dell’architettura di oggi
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ROBO: LO SGABELLO CHE TRASFORMA IL CEMENTO IN DESIGN
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QUANDO IL RISCALDAMENTO LO PAGA IL CONTO TERMICO
Creato in esclusiva per gli showroom habiMat dall’architetto Carlo Piccinelli, Robo è realizzato con un materiale innovativo
MELTIN POT DI ARTE E DESIGN
BigMat propone una linea di porte per animare gli ambienti della casa
50 TUTTO SCORRE CON BIGMAT
Da BigMat anche una linea di porte uniche per animare gli ambienti della casa
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KLIMAT VERSIONE 2.0. IL PROGRAMMA DI CALCOLO BIGMAT SI AGGIORNA
Nuova release del software BigMat per il calcolo termoigrometrico degli edifici
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RUBRICHE
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FEDERCOSTRUZIONI INFORMA
55 FEDERLEGNO INFORMA 56 FORMEDIL INFORMA 58 IL CONSULENTE D’AZIENDA 60 IL CONSULENTE LEGALE 61
NEWS DAL MONDO BIGMAT
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L’EDILIZIA PER LE SCUOLE DEL FUTURO
Il Decreto del “Fare” stanzia 150 milioni adesso e altri 300 milioni entro il 2016 per riqualificare gli edifici scolastici, che risultano lesionati nella misura di 1 su 7, per non parlare delle condizioni di insalubrità in cui versano. Un’aula su cinque presenterebbe muffe, infiltrazioni e umidità. di Cristina Serra
I
l ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha firmato il decreto che assegna alle Regioni i primi 150 milioni previsti dal Decreto del “Fare” per interventi urgenti per la riqualificazione e la messa in sicurezza delle scuole statali, in particolare quelle dove è presente l’amianto. Si tratta, in totale, di 692 interventi, di cui 202 (il 29%) esclusivamente per la bonifica delle strutture dall’amianto. «Sono soddisfatta – ha sottolineato il ministro Carrozza – perché abbiamo già provveduto in tempi rapidi e coinvolgendo i governi regionali a mettere in atto una delle azioni più importanti previste nel Decreto del “Fare”. L’edilizia scolastica rappresenta una delle priorità del Governo Letta». Nel triennio 2014/2016, poi, verranno stanziati altri 300 milioni destinati, tramite l’Inail, per l’edilizia scolastica. I 150 milioni appena stanziati, serviranno per avviare 692 lavori: un primo passo, se si considera che sono 3.302 le richieste di intervento presentate dagli enti locali alle Regioni, ovvero il 27,5% del totale di quelli ammissibili al finanziamento. Ora spetta agli enti locali beneficiari dei finanziamenti provvedere alle gare per l’affidamento dei lavori che andranno aggiudicati entro il prossimo 28 febbraio 2014, pena la revoca delle risorse stanziate. Per rendere rapide le procedure di realizzazione degli interventi, sindaci e presidenti di Provincia opereranno come commissari straordinari. I DATI: 1 SCUOLA SU 7 NECESSITA DI INTERVENTI URGENTI Qual è la condizione delle scuole italiane? L’ultima fotografia è stata scattata dall’XI “Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici” realizzato da Cittadinanzattiva, in collaborazione con l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM). L’indagine, presentata da pochi giorni a Roma, ha interessato 165 scuole di 18 Regioni, tutte a eccezione di Valle D’Aosta e Liguria, ed è stata condotta da 155 cittadini monitori attraverso 446 indicatori. Dal Rapporto di Cittadinanzattiva emerge che in una scuola su sette ci sono lesioni strutturali evidenti, presenti in gran parte sulla facciata esterna dell’edificio, il 20% delle aule presenta distacchi di intonaco, muffe, infiltrazioni e umidità che sono stati rilevati in quasi un terzo dei bagni (31%) e in una aula e palestra su quattro. Il 39% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato (lo scorso anno era il 21%), come rivelano gli stessi responsabili del servizio di protezione e prevenzione intervistati da Cittadinanzattiva. Nell’84% dei casi hanno richiesto interventi mantenutivi all’ente interessato, ma quest’ultimo, nel 21% delle situazioni, è intervenuto con estremo ritardo. Gli interventi di tipo strutturale, che richiedono più soldi e tempo, sono
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SCUOLA D’AVANGUARDIA. E SENZA SOLDI PUBBLICI Qui e in copertina, un rendering di come sarà la nuova struttura della David Geffen School of Medicine (nota anche come UCLA) di Los Angeles, già tra le migliori scuole mediche negli Stati Uniti: l’edificio promette di cambiare il volto dell’insegnamento e dell’apprendimento scolastico. Il nuovo livello sei, 110.000 mq di superficie che saranno occupati dal Centro per la Scienza della Salute, permetterà alla Geffen School of Medicine di espandere i suoi programmi educativi e sarà un edificio hi-tech anche dal punto di vista dell’eco-compatibilità, tanto che saranno seguiti tutti i parametri per ottenere la certificazione ambientale LEED. I lavori sono iniziati lo scorso settembre e dovrebbero finire nel 2016, mentre il costo totale del progetto è di 120 milioni di dollari, parte dei quali saranno coperti dalle riserve UCLA, parte dalle donazioni filantropiche. «Stiamo costruendo questo centro non solo per oggi – ha detto Eugene Washington, vice cancelliere UCLA per la Scienza della Salute e decano della Scuola di Geffen –. Stiamo costruendo un edificio che crediamo contribuirà a plasmare il futuro». Laboratori innovativi, apprendimento attivo in aula, spazi relax e centro direzionale: la scuola promette di diventare la migliore del Paese e un esempio per gli altri istituti nel mondo. Un luogo lungimirante dove l’integrazione, tra spazi, ambiente e persone, sarà il carattere dominante.
stati richiesti nel 34% delle scuole, ma solo in un caso su quattro l’ente proprietario è intervenuto tempestivamente e nel 14% dei casi l’intervento non è mai
arrivato. E anche con le certificazioni le cose non vanno meglio: il 44% delle scuole possiede il
certificato di agibilità statica, il 38% quello di agibilità igienico sanitaria e il 37% quello di prevenzione incendi. Lo scorso anno, solo un quarto delle scuole era in regola con tutte le certificazioni. Il 67% degli edifici scolastici monitorati si trova in zone ad alto rischio sismico, il 12% in zone a rischio idrogeologico. Barriere architettoniche (13%) e pavimenti sconnessi (12%) ostacolano la vita agli studenti con disabilità, sempre più numerosi, rileva l’indagine. Quanto all’accessibilità e ai servizi per gli studenti con disabilità, emerge che il 64% delle scuole monitorate ha posti auto per disabili nel cortile o nel parcheggio interno; scalini all’ingresso del 27% delle scuole, ascensore assente nel 35% degli edifici e non funzionante nell’11% di quelli che ne sono dotati; barriere architettoniche nel 19% dei
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laboratori, nel 18% delle palestre, nel 15% dei cortili e nel 13% delle aule. Nel 23% delle scuole non esistono bagni per disabili, e il 15% di essi presenta barriere architettoniche. Delle 97 scuole dell’infanzia e scuole primarie monitorate, una su quattro ha accessi comunicanti
direttamente su strade statali, provinciali o ad alto traffico, nel 17% dei casi non c’è antiscivolo sui gradini. Temperature e aerazione non sono adeguate nella gran parte delle aule, visto che il 51% di esse è senza tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre rotte; il 10% delle sedie e dei banchi è rotto e, in oltre in un terzo dei casi (39%) gli arredi non sono a norma. Anche il sovraffollamento è un problema: una classe su 5 del campione analizzato da Cittadinanzattiva ha più di 25 alunni, dunque non è adeguata alla normativa antincendio. E pur facendo riferimento al pluricontestato art. 64 della Legge 133/2008, che ha innalzato il limite di alunni per classe, lo studio ha riscontrato ben 47 classi fuorilegge. Il 28% delle scuole non possiede una palestra interna all’edificio. Laddove presenti, le palestre presentano distacchi di intonaco (19%), muffe e infiltrazioni (24%), barriere architettoniche (18%) e fonti di pericolo (23%). I
cortili, presenti in 149 delle 165 scuole prese in esame, sono usati nella metà dei casi (47%) per le
attività sportive. Nell’83% dei cortili ci sono aree verdi, ma sono ben curate solo nel 65% e attrezzate con aree gioco e sportive nel 36% dei casi. «Pur apprezzando il grande sforzo compiuto dall’attuale Governo con lo stanziamento di fondi (150 milioni subito, 300 nel prossimo triennio), è poca cosa rispetto al reale fabbisogno. Basti pensare che il costo di un edificio scolastico di medie dimensioni, antisismico, energeticamente efficiente, nonché a norma in generale, è di 5 milioni di euro», ha affermato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva.
Richieste ammissibili al finanziamento
7 8 63 32
0 0 0 2
168 41 171 38
4.000.000,00 2.000.000,00 13.000.000,00 18.000.000,00
118
52
234
7.000.000,00
11
9
86
2.500.000,00
42 30 74 17 18 28 30 24 43 34 13 10 90 692
0 11 74 0 0 4
162 81 455 65 69 308 125 81 116 58 44 10 203 2515
24 1 8 2 0 15 202
Importo assegnato
Numero interventi solo per bonifica amianto
Abruzzo Basilicata Calabria Campania EmiliaRomagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Valle d'Aosta Veneto TOTALE
Interventi ammessi al finanziamento
E anche per l’ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) c’è qualcosa che non va. Nonostante le iniziative della CE, infatti, oltre il 50% del denaro stanziato per la riqualificazione e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico italiano tra il 2004 e il 2012, pari a 1,2 miliardi di euro, è ancora inutilizzato. A denunciare il fatto sono stati i costruttori dell’ANCE durante l’audizione alla Commissione Cultura della Camera dello scorso 18 settembre nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia. Nell’analisi della situazione dello stato del patrimonio edilizio scolastico italiano, il presidente dell’ANCE, Paolo Buzzetti, che ha guidato la delegazione alla Camera, ha evidenziato situazioni molto gravi, già più volte sottolineate. Due i problemi più gravi di cui soffrono gli edifici scolastici: la vetustà delle strutture e il fatto che molti fabbricati insistono su aree caratterizzate da forte rischio idrogeologico e sismico. Sul fatto che moltissime scuole sono obsolete basta un dato: oltre la metà degli edifici scolastici ha quasi quarant’anni, essendo stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica per nuove costruzioni nel 1974. E ancora più grave, se possibile, è il fatto che oltre 24mila scuole si trovano in aree a elevato rischio sismico e circa 6.250 sorgono in aree a forte rischio idrogeologico (dati tratti dal recente studio ANCE Cresme sullo stato del territorio italiano). Con riferimento al grado di pericolosità, le Regioni con più edifici a rischio sismico sono la Sicilia, con 4.894 scuole, la Campania, con 4.872 scuole, e la Calabria, con 3.200 scuole. Più concentrata al Nord, invece, la distribuzione degli edifici scolastici a rischio idrogeologico. Nelle Regioni del Nord Est gli edifici a rischio sono 1.879 (30%), nel Nord Ovest 1.401 (22%), mentre al Sud sono 1.876 (30%). La strategia di riqualificazione del patrimonio scolastico italiano suggerita dall’ANCE – che lamenta un “progressivo disimpegno dello Stato nella realizzazione di interventi per la messa in sicurezza sismica e la mitigazione del
Interventi di edilizia scolastica (fonte: Corriere.it)
Regioni
ANCE: I SOLDI PER RIQUALIFICARE LE SCUOLE CI SONO E NON SI USANO
14.000.000,00 4.000.000,00 15.000.000,00 3.000.000,00 2.000.000,00 9.000.000,00 12.000.000,00 5.000.000,00 16.000.000,00 10.000.000,00 2.500.000,00 1.000.000,00 10.000.000,00 150.000.000,00
rischio frane” – propone una formula del Partenariato Pubblico Privato, che potrebbe agire su tre livelli: 1. la costruzione di nuove scuole, in sostituzione di quelle obsolete, stimate in circa 15.000 unità (circa un terzo del patrimonio); 2. la messa in sicurezza degli edifici esistenti; 3. la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali degli edifici esistenti. ■
IN ARRIVO FINANZIAMENTI TRENTENNALI Per far fronte alle carenze strutturali delle scuole o per la costruzione di nuovi edifici, le Regioni potranno contrarre mutui trentennali, a tassi agevolati, con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa Depositi e Prestiti o con istituti bancari, con oneri di ammortamento a carico dello Stato. Lo prevede il Decreto Legge dal titolo “L’Istruzione riparte” approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il provvedimento prevede, inoltre, che gli edifici utilizzati come sede di attività didattica dalle istituzioni scolastiche paritarie gestite da onlus sono esentate dal pagamento dell’imposta municipale sugli immobili (IMU).
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A CESENA PER LA SCUOLA (E LA CITTÀ) DI DOMANI È italiana una delle quattro scuole scelte dalla comunità europea per il progetto “School of the Future” per la riqualificazione energetica degli edifici scolastici. Si trova a Cesena, città insignita del Premio nazionale “Smart City” per il progetto “Caldaie in rete”, e sarà d’esempio per i risanamenti energetici futuri, con 2,5 miliardi di euro stanziati per ristrutturare gli edifici scolastici che non sono stati ancora utilizzati… di Carlo Vacca
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idurre del 75% i consumi per il riscaldamento e del 67% quelli complessivi di un edificio pubblico. È questo l’ambizioso obiettivo italiano al progetto “School of the Future”: proposto dalla Comunità Europea e finanziato nell’ambito del VII programma quadro per la ricerca, è coordinato dal Fraunhofer Institute di Stoccarda e prevede la riqualificazione energetica di edifici scolastici, svolgendo attività di ricerca e riqualificazione effettiva su manufatti esistenti. In particolare le attività riguardano quattro edifici scolastici dei Paesi partecipanti al progetto, ovvero l’Italia, la Germania, la Danimarca e la Norvegia. Questi quattro interventi, che hanno l’obiettivo di migliorare non solo la resa energetica e quindi il risparmio, ma anche la qualità dell’ambiente interno, interesseranno le strutture interne ed esterne, gli impianti e il sistema di gestione degli edifici. Inoltre verranno installate fonti rinnovabili di energia che integreranno quelle tradizionali. Per l’Italia è stato scelto il Comune di Cesena, città non nuova a interventi green, che metterà in pratica “School of the Future” con l’edificio della scuola media T.M. Plauto,
che riceverà dalla Comunità europea poco più di 400mila euro dei quasi 5 milioni stanziati per i quattro interventi. La riqualificazione, che dovrebbe essere ultimata nel 2016, consentirà di ridurre i consumi energetici dell’edificio, andando oltre gli standard nazionali e migliorando l’ambiente interno, e sarà modello d’esempio per tutta l’auspicata ristrutturazione in chiave green delle strutture scolastiche italiane. CESENA, NON SOLO “SCHOOL OF THE FUTURE” Cesena è d’esempio per l’Italia non solo per il progetto “School of the Future”. La citta romagnola, infatti, è entrata nell’olimpo delle città intelligenti con il premio
nazionale “Smart City”, conquistato grazie al progetto “Caldaie in rete”. Il riconoscimento,
conferito da Smau (Salone macchine e attrezzature per l’ufficio, la principale fiera italiana dedicata all’Information & Communications Technology), ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani) e School of Management del Politecnico di Milano, è destinato ai progetti più innovativi avviati dagli Enti locali grazie alle nuove tecnologie. «Il progetto “Caldaie in rete”, grazie al quale ora Cesena può fregiarsi del titolo di Smart City – hanno fatto sapere il sindaco Paolo Lucchi, l’assessore Lia Montalti e il presidente di Energie per la città Davide Broccoli – è stato avviato nel 2011 dalla Società Energie per la Città e dal Comune di Cesena, nell’ambito del Piano energetico comunale, con l’obiettivo di rendere più efficiente la gestione energetica degli edifici pubblici». Al centro del progetto,
la realizzazione di un sistema telematico di gestione, regolazione e controllo a distanza degli impianti di riscaldamento in 56 edifici scolastici-sportivi e 34 edifici pubblici. In pra-
tica, allarmi, temperature e regolazioni di questi edifici sono costantemente controllati dai computer nelle sedi operative di Energie per la città. L’attivazione di questo sistema fa parte di un intervento più ampio che prevede anche l’installazione di 29 nuove caldaie a condensazione e la riqualificazione degli impianti degli edifici pubblici, per un investimento complessivo di 2 milioni e 400mila euro in 4 anni, fra il 2011 e il 2014. E i primi frutti sono già molto positivi: «Solo nel 2012, in questo modo, abbiamo risparmiato 138.358 m3 di gas, per un importo stimabile di 124mila euro: è come se avessimo annullato le emissioni di CO2 generate dal consumo di gas metano di 160 famiglie», fanno sapere gli amministratori di Cesena. Di pari passo sta procedendo lo sviluppo di un altro bel progetto: si chiama “Scuole del sole” e vede
già 18 istituti scolastici sui quali sono stati installati impianti fotovoltaici, per una produzione annua complessiva di 488mila kWh
La scuola media T.M. Plauto, Cesena
I PARTNER DI “SCHOOL OF THE FUTURE” • Istituto Fraunhofer per la fisica degli edifici (Germania) - Coordinatore; • ENEA (Italia); • Cenergia consulenti energetici (Danimarca); • Sbi – Università di Aalborg (Danimarca); • Stiftelsen SINTEF (Norvegia); • Città di Stoccarda (Germania); • Città di Ballerup (Danimarca); • Città di Drammen (Norvegia); • Comune di Cesena (Italia) ed Energie per la città Spa; • Aldes Spa (Italia); • Saint Gobain – Isover a/s (Danimarca); • Glass og Fasadeforeningen (Norvegia); • Schneider Electric Building Denmark (Danimarca). SETTORI DEL COMUNE DI CESENA COINVOLTI NEL PROGETTO: • Settore Edilizia Pubblica; • Servizio progetti integrati comunali, nazionali ed europei; • Energie per la Città Spa.
di energia elettrica, equivalente al consumo di 195 famiglie. «Altri quattro impianti stanno per essere installati, e fra essi c’è quello della media Plauto, coinvolta come esperienza pilota (la sola in Italia) del progetto europeo “School of the Future”. Nel conferirci il premio Smart City, la giuria ha tenuto conto anche di questi progetti, rimanendone molto impressionata. Ma al di là dell’attuale riconoscimento, che ovviamente ci fa molto piacere, l’aspetto più rilevante sono proprio i risultati che stiamo progressivamente raggiungendo attraverso le politiche avviate dall’Amministrazione negli ultimi anni, con l’adozione del Piano Energetico comunale. Ed è su questa strada che intendiamo proseguire in futuro», conclude il sindaco. La speranza è che la lungimiranza di Lucchi sia d’esempio per molti altri amministratori pubblici. ■
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LA SCUOLA IN PIEMONTE LA FA IL PRIVATO La case history della Regione Piemonte, che apre al partenariato pubblico-privato per la costruzione e la manutenzione degli edifici scolastici. di Stefano Guolo
P
er rinnovare le scuole e per la loro manutenzione, la Regione Piemonte consentirà agli enti locali proprietari degli edifici, di accedere a strumenti finanziari innovativi come i fondi immobiliari, i leasing in costruendo e i contratti di disponibilità, promuovendo di fatto l’impiego dei capitali privati per il finanziamento di opere edilizie (costruzioni, ampliamenti, manutenzioni) sul patrimonio pubblico. «Questa – ha spiegato l’assessore regionale all’Istruzione Alberto Cirio – è una modalità che lo stesso Ministero dell’Istruzione ha invitato le Regioni ad adottare, non solo per favorire una moltiplicazione delle risorse disponibili per questi interventi, ma anche per venire incontro alle esigenze degli enti locali, vincolati in modo forte dal patto di stabilità nella possibilità operativa di avviare dei cantieri. L’apertura a forme di partenariato pubblico-privato in ambito di edilizia scolastica è un meccanismo virtuoso che ha come obiettivo quello di far confluire anche risorse private nella costruzione
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e manutenzione delle nostre scuole». Ma vediamo il provvedimento nel dettaglio. Si potrà ricorrere ai fondi immobiliari qualora, ad esempio, si voglia dismettere e vendere una vecchia scuola per recuperare risorse con cui costruirne una nuova; in tal caso, verrà istituita una Società di gestione del risparmio in cui vengono conferiti sia gli edifici da dismettere, sia i capitali pubblici e privati. Diverso, invece, il caso del leasing in costruendo, che, in generale, è una forma di realizzazione di opere per mezzo della quale un soggetto finanziario anticipa all’appaltatore (impresa costruttrice) i fondi per eseguire l’opera pubblica e, successivamente all’avvenuta esecuzione, viene ristorato dal soggetto appaltante (la Pubblica Amministrazione) attraverso la corresponsione di canoni periodici. In questo caso, l’ente pubblico piemontese corrisponderà quindi un canone al soggetto privato che si farà carico della costruzione di una nuova scuola o di interventi su un edificio già esistente di cui diventa temporaneamente proprietario. Terza e ultima possibilità è il contratto di disponibilità: questa formula di finanziamento prevede che l’ente pubblico affidi a un soggetto privato la costruzione a suo rischio e spesa di un’opera di proprietà privata, a disposizione però della pubblica amministrazione in cambio di un canone. Con il trasferimento temporaneo della proprietà pubblica degli immobili oggetto degli interventi,
i privati potranno anche accedere ai contributi regionali previsti per la manutenzione del patrimonio edilizio scolastico, a patto che l’edificio mantenga la destinazione scolastica per almeno vent’anni e che al termine del contratto di finanziamento la proprietà ritorni all’ente pubblico. ■
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LA SCUOLA DIVENTA GREEN IN 60 GIORNI
Ecco l’esempio della scuola materna Montessori di Pulsano, in provincia di Taranto, dove grazie all’impiego di prodotti ecosostenibili e una grande attenzione progettuale i lavori sono durati appena due mesi ma con grandi risultati. di Tommaso Casagrande
I
n sessanta giorni un edificio può cambiare pelle e diventare un esempio di edilizia sostenibile. L’obiettivo è stato raggiunto a Pulsano, in provincia di Taranto, con il rifacimento della scuola materna Montessori, dedicata alla pedagogista che ha rivoluzionato l’insegnamento con il suo omonimo metodo. I risultati che hanno consentito di riqualificare l’edificio sono quantificabili, consultabili e visibili a tutti: la struttura è infatti in grado di dialogare, attraverso un sistema
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di monitoraggio pubblico, con tutti coloro i quali vogliano appurare l’efficienza di un sistema di risanamento e di miglioramento energetico. Un risultato raggiunto in soli due mesi da un’equipe formata dal progettista Roberto Pisconti, dai direttori dei lavori Saverio Distante e Pasquale D’Amato, da Cosimo Netti, responsabile unico del procedimento, dall’impresa edile Nipa Srl e dal punto vendita BigMat Centro Edile Quartarella di Altamura (BA). Una sorta di atelier d’arte che ha saputo cucire un abito nuovo a una struttura che può ora fregiarsi della classe energetica C, un ottimo risultato se si pensa che l’edificio partiva da uno sconfortante livello G.
Intonacature prima mano del pannello isolante Homatherm Energy Plus
L’INTERVENTO Preparazione, progettazione e fornitura sono gli ingredienti che uniti a materie prime di elevata qualità hanno condotto a questo risultato. Piccoli accorgimenti permessi da materiali altamente tecnologici che ora consentono alla scuola materna di Pulsano di parlare un nuovo linguaggio fatto di elevate performance, tecnologia green e di diventare un esempio da seguire non solo per le metodologie d’insegnamento in essa utilizzate (metodo d’insegnamento Montessori). Protagonista dell’intervento sono i vantaggi dei pannelli isolanti in fibra di legno Homatherm, utilizzati sia per i rivestimenti esterni della copertura sia per le superfici esterne delle pareti. Un sistema dai molteplici vantaggi, primo fra tutti la possibilità di poter operare a secco e con un prodotto con il 30% di peso in meno rispetto a qualsiasi altra soluzioni dalle medesime prestazioni. Due le tipologie di pannelli isolanti: il HDP-Q11 scelto per essere il modello di punta e di riferimento per le operazioni su strutture di tetti piani,
Rivestimenti della parete esterna con pannelli isolanti Homatherm
come quelle appunto della scuola materna di Pulsano, e il pannello isolante Energy plus, particolarmente adatto per il sistema a cappotto. Prodotti di facile e veloce messa in opera che hanno ridotto i tempi lavorativi e i consumi sia invernali sia estivi. I pannelli in fibra di legno permettono
Sistemazione di rete portaintonaco
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Posa in opera di guaina bituminosa a doppio strato incrociato
elevati valori di sfasamento e di smorzamento termico comportando così benefici in termini di comfort soprattutto nel periodo estivo. Operativamente, ogni superficie è stata precedentemente rivestita con pannellatura in HDPQ11 sulla quale gli interventi successivi hanno realizzato sistemi di pareti ventilate. La copertura presenta quindi una stratigrafia composta da Homatherm HDP-Q11 sul quale sono stati disposti una doppia serie di tavelloni incrociati chiusi dalla posa di un massetto in calcestruzzo alleggerito. L’ultimo intervento ha visto la posa di una guaina bituminosa a doppio strato incrociato dalla quale fuoriescono a distribuzione regolare una serie di esalatori. Sono però le prestazioni di Energy plus a giocare un ruolo cardine nella restaurazione energetica della struttura in quanto garantiscono un’eccellente isolamento termo acu-
Posa in opera di massetto in cls alleggerito, completato con la sistemazione di esalatori
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stico, e permettono una corretta diffusione e gestione del vapore acqueo e del suo assorbimento. La loro composizione fisica li rende ottimi “cuscinetti” nella protezione dal calore estivo grazie all’elevata capacità di accumulo termico. Nel caso delle pareti verticali, la ventilazione è ottenuta dalla somma di Homatherm HDP-Q11, una struttura di supporto in acciaio e lo strato finale con Energy Plus. Completano i vantaggi del prodotto il suo esser affiancato da un pannello di supporto intonacato per WDVS che migliora ulteriormente il comportamento termico del materiale. IL TOCCO GREEN IN PIÙ Il tocco veramente green dell’intervento è rappresentato dalle caldaie a condensazione collegate a cascata, in abbinamento a un’unità bollitore separata da 500 litri per la realizzazione della centrale elettrica. L’uso di caldaie a condensazione a cascata rappresenta la soluzione più economica perché abbatte i costi di esercizio rispetto all’uso di un singolo generatore di pari potenza. L’edificio inoltre vive grazie all’energia prodotta da pannelli solari e fotovoltaici. Si abbattono così ulteriormente i costi per il riscaldamento di acqua calda ai fini sanitari e il fabbisogno energetico viene garantito esclusivamente dalle radiazioni solari. La disposizione dei pannelli fotovoltaici inoltre crea una schermatura solare sulla parte di edificio esposta a sud. L’attenzione al risparmio ha condotto a scelte anche nella gestione dei consumi di acqua potabile, come l’inserimento di riduttori di flusso e sciacquoni a doppio tasto, così come è stata inserita una vasca di stoccaggio dell’acqua piovana da utilizzarsi per l’irrigazione del giardino circostante. Per rendere l’immagine della scuola materna ancora più
innovazione in cantiere
1.3XL tracciatore e puntatore laser
Particolare della struttura di supporto in acciaio per parete ventilata su cui montare il pannello finale isolante Homatherm Energy Plus intonacabile di 40 mm
accogliente, prerogativa indispensabile del metodo d’insegnamento Montessori, l’area esterna che circonda l’edificio è stata arricchita di verde, con l’inserimento di una serie di piante arboree tipiche della zona. Una scelta utile a ridurre, tra l’altro, l’effetto “isola di calore” e a minimizzare l’impatto delle superfici impermeabili. Le prime stime, anche se saranno necessarie nuove verifiche, prevedono che i costi di investimento in efficientamento energetico possano rientrare rispetto all’attuale consumo in circa 15 anni. ■
L’indispensabile
IL RUOLO DI BIGMAT L’intervento di ripristino energetico ha avuto come protagonista la fibra di legno Homatherm e qui è entrata in gioco la BigMat Centro Edile Quartarella Srl di Altamura, in provincia di Bari. I progettisti, infatti, hanno espressamente cercato il supporto del punto vendita di Altamura nonostante la distanza dello stesso dal cantiere. E la scelta è stata ripagata. Il supporto è stato costante e continuativo, infatti oltre alla consegna del materiale richiesto i responsabili del punto vendita BigMat hanno seguito passo passo i progettisti e l’impresa edile supportandoli con schede tecniche e consigli per la messa in opera corretta. Una storia lunga e ricca di tappe importanti quella di BigMat Centro Edile Quartarella. La prima pietra risale al 1949 con l’avvio dell’attività nel campo edile da parte di Nicola Quartarella, successivamente si susseguiranno diverse date importanti come il 1975 con l’acquisto di 10mila mq che verranno adibiti a ospitare il punto vendita. Lì nel 2010 in occasione dei sessant’anni di attività viene inaugurato lo showroom. Uno spazio di 3mila mq nel quale vengono esposte le eccellenze del benessere abitativo. Uno showroom innovativo premiato nel 2011 con il Best showroom Award 2011 al Cersaie.
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LA CITTÀ CHE
Dopo le scuole del futuro, ecco la città del futuro: è un progetto dell’architetto spagnolo Manuel Dominguez, che rispolvera quello del britannico Ron Herron. Pensato più di mezzo secolo fa. di Zoe Lafleur
C
ompletamente autosufficiente, ideata per 5 mila persone, si sposta su enormi cingoli. Insomma, una città mobile. Una sorta di arca di Noè, pensata da un visionario che un po’ ricorda Jules Verne. È questa la sfida lanciata da un giovane studente di architettura spagnolo Manuel Dominguez, con il suo progetto “La città in movimento”, che ha catturato l’attenzione di tutti i media del mondo. Anticipando un futuro dove le persone saranno sempre più spinte a spostarsi per la scarsità delle risorse, per i cambiamenti climatici o le guerre, ha concepito, per ora solo sulla carta, un’immensa piattaforma
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mobile contenente tutto ciò di cui dispone una città: appartamenti, negozi, biblioteche, ristoranti, discoteche, cinema e perfino una struttura che produce energia. Solo che si sposta alla ricerca di risorse, adattandosi alle
stagioni, tanto che in inverno potrebbe muoversi verso luoghi più caldi, risparmiando energia. L’idea di Dominguez, che si definisce un designer utopista, in realtà non nasce dal nulla, ma si basa su un
MIGRA
progetto di mezzo secolo fa dell’architetto britannico Ron Herron. «La mia idea era realizzare una gestione territoriale tra materia ed energia che include il concetto di riequilibrio tra popolazione rurale e urbana, il rinnovamento ambientale e l’offerta di nuovi posti di lavoro», ha spiegato il giovane progettista spagnolo alla testata web MailOnline. «Anche se sono interessato alla fantascienza e all’architettura utopica, mi piace però esplorare i campi della tecnologia applicata, come le apparecchiature per le miniere a cielo aperto, la logistica delle mega-navi, la tecnologia spaziale e gli eco-villaggi», ha raccontato Dominguez. ■
Un’immagine del disegnatore Kenny Ruiz, che ha inserito la città mobile di Dominguez in una delle sue graphic novel
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EDILIZIA IN LEGNO, ANCORA IN CRESCITA Gli ultimi dati di Lignius, l’Associazione nazionale case prefabbricate in legno parlano chiaro: le case in legno non conoscono crisi e il wood sarà il preferito per le ristrutturazioni. di Nicola Pisano
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li ultimi numeri li snocciola l’Associazione nazionale case prefabbricate in legno Lignius: «Quello delle case in legno è l’unico settore dell’edilizia italiana che riesce a crescere sul fronte interno e a guardare con ottimismo ai prossimi anni. La quota di mercato delle costruzioni in legno è passata, nel nostro Paese, dallo 0,5% nel 2008 al 6% lo scorso anno. E si prevede di raggiungere il 15% nel 2015». Certo, parliamo di numeri ancora relativamente piccoli e siamo lontani dalle percentuali del Nord Europa (il 30% in Austria e l’80% nei Paesi scandinavi), eppure la fotografia fatta da Johann Waldner, presidente di Lignius,
vede un mercato ottimisticamente sempre più orientato verso questo genere di edilizia. «La richiesta di abitazioni in legno in Italia è cresciuta molto – spiega Waldner – ma soprattutto si è distribuita su tutto il territorio nazionale». Non più solo Trentino Alto Adige e Nord Italia, quindi: ora si riscontra grande interesse anche al Centro e al Sud, e anche in città come Roma, Napoli, Bari e Catania. Sta cambiando il modo di intendere l’abitazione da parte degli utenti, che sempre più spesso cercano soluzioni di qualità, sicure e sostenibili. «Ora deve cambiare anche la cultura del costruire – dice Waldner –, spinti in parte dalla necessità di adeguarsi alle normative europee sul risparmio energetico, in parte dalla sensibilità crescente degli italiani verso le tematiche della sicurezza antisismica e dell’efficienza energetica». Ma non solo: il legno, aggiunge il presidente di Lignius, è vantaggioso anche nel campo delle ristrutturazioni e riqualificazioni edilizie, tema cruciale in Italia. «La leggerezza delle strutture in legno e la velocità di realizzazione – precisa Waldner – sono ideali nel caso ad esempio di sopraelevazioni, utilissime nei centri abitati». Anche perché le nuove tecnologie permettono di realizzare edifici a più piani, con la certezza dei tempi e del prezzo finale, oltre che un risparmio energetico che può arrivare fino all’80-90% annuo. ■
BIGMAT VASS: PROSSIMI APPUNTAMENTI Il suo ingresso nel mondo dell’edilizia è stato affidato a una vetrina privilegiata come il MadeExpo 2013, una delle fiere principali del mondo dell’edilizia, ma l’esclusivo tetto in legno BigMat VASS ha fatto sfoggio di tutta la sua innovativa tecnologia anche a Restructura, dal 21 al 24 novembre al Lingotto fiere di Torino. E i prossimi appuntamenti saranno altrettanto prestigiosi. Il tetto hi-tech di BigMat si appresta infatti a svelare i suoi segreti anche a tutti i curiosi progettisti, rivenditori e privati che parteciperanno a Klimahouse 2014, fiera leader in Italia nel settore dell’efficienza energetica e della sostenibilità. Le date da ricordare sono: Bolzano, 23-26 gennaio 2014; Firenze, 28-30 marzo 2014 e Bari, 2-4 ottobre. Un’occasione unica per appurare l’economicità e l’avanguardia del sistema BigMat VASS. Per altre informazioni visita la pagina dedicata al legno nella sezione “I nostri servizi” del sito www.bigmat.it
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-50%
L’AGENZIA DELLE ENTR ATE RISPONDE ALLE FAQ Ecco le risposte ai dubbi più frequenti e un sito nuovo di zecca, creato dal governo, per aiutare i cittadini a capire tutte le opportunità e come sfruttarle. di Rosa Santavite
È
stata accolta con moltissimo favore la proroga anche per il 2014 dei bonus ristrutturazioni e mobili, elettrodomestici ed energia. E per fornire chiarimenti in merito il governo ha messo a disposizione un nuovo sito web (www.casa.governo.it) che riporta tutte le informazioni necessarie per chi volesse usufruirne. I bonus per le ristrutturazioni edilizie validi per il 2014 sono quelli rispettivamente del 50% e del 65%. Detrazioni che poi scenderanno al 40% e al 50% per il successivo biennio 2015-2016. Le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie spetteranno a chi sostiene la spesa, quindi hanno diritto alle agevolazioni sia i proprietari degli immobili, sia i locatari o i comodatari. Potrà beneficiare della detrazione
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anche chi ha effettuato lavori di ristrutturazione prima del rogito, a condizione che il compromesso stipulato per acquistare l’appartamento sia stato registrato e che si sia stati immessi nel possesso dell’immobile. Per quanto riguarda la detrazione del 65%, la proroga per tutto il 2014 comporta il prolungamento fino al 30 giugno 2015 del bonus per i condomini, cioè destinati agli interventi relativi alle parti comuni degli immobili condominiali o che riguardino tutte le unità immobiliari del condominio. Le detrazioni del 50% e del 65% valgono per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica, sostituzione di caldaie e di condizionatori, acquisto di mobili, frigoriferi, forni, lavatrici, elettrodomestici, interventi di recupero e re-
stauro edilizio, costruzione o acquisto di box auto, interventi per adeguare gli edifici alle norme antisismiche (vedi Up! n. 10 pag. 6). La lista degli interventi agevolati riguarda anche porte, finestre, antenne, caldaie, balconi, pareti e coperture, garage, tapparelle, tetti, soppalchi e pannelli solari. Detrazioni per mobili ed elettrodomestici saranno valide esclusivamente se fanno parte dell’immobile ristrutturato. Nonostante la campagna di informazione e il nuovo sito web atto a promuovere l’accesso all’utilizzo di questi incentivi, i dubbi degli utenti e degli operatori sono ancora molti, per questo, per rispondere alle domande più frequenti (in gergo FAQ, ossia frequently asked questions), è arrivata in soccorso l’agenzia delle entrate.
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Sono un inquilino e ho sostenuto la spesa per i lavori di ristrutturazione. Ho diritto alla detrazione, oppure questa spetta solo ai proprietari?
La detrazione spetta a chi sostiene la spesa. Quindi, non solo i proprietari degli immobili (o i titolari di altri diritti reali, come nuda proprietà, usufrutto, uso, abitazione o superficie), ma anche, per esempio, i locatari o i comodatari. Inoltre, va ricordato che, se sostiene la spesa e i bonifici e le fatture sono a lui intestate, ha diritto alla detrazione anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile su cui sono eseguiti i lavori.
Sto per vendere l’appartamento ristrutturato. Perderò la detrazione?
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La detrazione va ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Nei casi in cui l’immobile venga ceduto prima dei 10 anni le quote residue del “bonus” si trasferiscono automaticamente all’acquirente, a meno che non ci sia un accordo diverso tra le parti.
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Ho eseguito i lavori di ristrutturazione nell’appartamento che ho in affitto. Se prima dei 10 anni cambio casa, perdo il diritto alla quote residue di detrazione?
No. La cessazione dello stato di locazione (così come quella di comodato) non fa venire meno il diritto alla detrazione per l’inquilino (o il comodatario) che hanno eseguito i lavori.
Posso detrarre le spese per la sostituzione del pavimento del salone? No, la sostituzione di pavimenti rientra fra i lavori di manutenzione ordinaria, che possono fruire
della detrazione solo quando sono eseguiti su parti comuni del condominio. Tuttavia, se il lavoro fa parte di un intervento più vasto, agevolabile – come la demolizione di tramezzature, la realizzazione di nuove mura divisorie e lo spostamento dei servizi – anche la spesa per la sostituzione del pavimento può essere detratta.
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Cosa vuol dire manutenzione ordinaria? Rientrano, per esempio, nella manutenzione ordinaria i lavori di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, la sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti, la tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, il rifacimento di intonaci interni, l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze e da verniciatura delle porte dei garage.
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Sto eseguendo in proprio i lavori di ristrutturazione. Ho diritto alla detrazione? Sì, limitatamente alle spese di acquisto dei materiali.
Ho stipulato il “compromesso” per acquistare un appartamento. Prima del rogito, ho effettuato dei lavori di ristrutturazione. Posso detrarre quelle spese?
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Sì, a condizione che il compromesso sia stato registrato e che si sia stati immessi nel possesso dell’immobile.
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Posso detrarre anche le spese di acquisto del box? La detrazione per l’acquisto del box spetta solo sulle spese sostenute per la sua realizzazione, sempre che le stesse siano dimostrate da un’attestazione rilasciata dal costruttore. Condizione essenziale per usufruire dell’agevolazione è, comunque, la sussistenza del vincolo pertinenziale tra l’abitazione e il box.
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Quali sono i lavori – che danno diritto alla detrazione – finalizzati alla prevenzione di atti illeciti da parte di terzi?
Esempi di questi interventi sono il rafforzamento, la sostituzione o l’installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; l’apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione; porte blindate o rinforzate; l’apposizione o la sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini; l’installazione di
rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; l’apposizione di saracinesche; tapparelle metalliche con bloccaggi, vetri antisfondamento, casseforti a muro, fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati; apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline.
La parcella dell’architetto è detraibile? Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, è possibile detrarre anche quelle per la progettazione, le altre prestazioni professionali connesse e, in ogni caso, le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento.
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Per eseguire i lavori ho dovuto affittare un locale dove trasferire temporaneamente gli arredi. Posso detrarre il fitto?
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No, le spese di trasloco e custodia dei mobili, per il periodo necessario all’effettuazione degli interventi di recupero edilizio, non possono essere detratte. ■
RISTRUTTURAZIONE DAL LOOK GREEN
Il rinnovo di uno studio dentistico e delle sue relazioni con interventi architettonici e materiali dal cuore green.
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emplici ma attenti accorgimenti architettonici e spaziali hanno permesso di ridisegnare l’immagine di una struttura adibita a studio dentistico a Quarrata, in provincia di Pistoia, migliorandone allo stesso tempo le prestazioni energetiche grazie al ricorso a tecnologie e materiali innovativi. A guidare questi interventi Gianluca Giovanelli, coadiuvato da Alessandro Baldi, mentre la BigMat Niccolai Silvano e Figli si è occupata della fornitura di tutti i materiali. Il risultato finale si fa apprezzare per aver saputo ridefinire con delicatezza il rapporto dell’edificio con la strada, prima defilato, valorizzando le relazioni con il giardino adia-
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cente. Rapporti tra esterno e interno anch’essi ripensati con la creazione di uno spazio coperto-aperto sul lato nord che si presenta come un chiaro prolungamento nel giardino degli spazi interni. Oltre alle nuove linee architettoniche l’intervento conferisce un’impronta green alla struttura con l’ampliamento del parcheggio esistente trasformandolo in un green parking. Una superficie carrabile in erba è stata ottenuta infatti con elementi alveolari in HDPE riciclato, che migliorano il drenaggio dell’acqua. I materiali utilizzati denotano una propensione per gli aspetti naturali, ecologici e sostenibili soprattutto nella copertura, realizzata con una struttura lignea in lamellare, tetto ventilato e manto in lastre metalliche di lega zinco-titanio. L’intervento quindi ridisegna spazi e perfeziona l’immagine sia estetica sia energetica dell’edificio; ora il comfort interno è maggiore e i costi di gestione e manutenzione sono stati abbattuti con soluzioni dalla maggiore durabilità nel tempo. Per approfondimenti: Up! n. 10 pag. 44.
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QUANDO IL RISCALDAMENTO LO PAGA IL CONTO TERMICO La soluzione delle stufe a pellet è la preferita dai finanziamenti varati dal governo. Le proposte più attuali di riscaldamento a biomassa, del resto, oggi sono sempre più hi-tech e stanno incontrando sempre più gradimento grazie a soluzioni compatte, dall’estetica contemporanea e grintosa, con tecnologie sofisticate che consentono la programmazione, l’accensione da remoto via sms, il riscaldamento di più stanze e persino quello dell’acqua dei termosifoni. di Zoe Lafleur 26
SPECIALE
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l fascino è indiscusso, ma spesso prevale l’idea che siano troppo impegnativi oppure scomodi: stufe e caminetti, infatti, spesso sembrano un tabù per chi vive in città. Le obiezioni o, quantomeno, i dubbi più frequenti sono legati al combustibile (tipologia, stoccaggio e resa), ai permessi, ai lavori murari, all’accensione quando si rientra e si vorrebbe la casa già calda, alle dimensioni sempre più ridotte degli appartamenti, all’idea che la stufa a legna sia un oggetto dal carattere rustico.
Le proposte più attuali nell’ambito del riscaldamento a biomassa – stufe e camini a legna, ma anche pellet o nocciolino – superano ogni tipo di obiezione grazie a soluzioni compatte, dall’estetica contemporanea e grintosa, con tecnologie sofisticate che consentono la program-
STUFE
L’IMPORTANZA DI BRUCIARE CORRETTAMENTE Negli apparecchi termici tradizionali, soprattutto a focolare aperto, con camera di combustione non adeguatamente progettata, la combustione della legna non è mai completa. Questo implica: • rendimento limitato (sfruttamento solo parziale del potere calorifico del legno che comporta, in termini economici, notevoli sprechi); • inquinamento (formazione di monossido di carbonio: CO).
mazione, l’accensione da remoto via sms, il riscaldamento di più stanze e persino quello dell’acqua dei termosifoni e sanitaria. LA STUFA TE LA PAGA IL CONTO TERMICO A fugare i dubbi, ci pensa anche il Conto Termico, in vigore dal 3 gennaio 2013, che mira a incentivare
e a finanziare la sostituzione di generatori di calore per la climatizzazione invernale
con generatori di calore alimentati da biomassa (Art. 4 comma 2, lettera b). A disposizione ci sono 900 milioni di euro di sovvenzioni, di cui 700 milioni riservati ai privati, siano esse persone fisiche, condomini o soggetti titolari di reddito di impresa o di reddito agrario. Sono incentivabili, con tempi di liquidazione di due anni, tutti gli interventi che prevedano la sostituzione, con generatori di calore alimentati da biomassa, di generatori di calore a biomassa, a carbone, a olio combustibile o a gasolio per: • la climatizzazione invernale; • il riscaldamento delle serre esistenti; • il riscaldamento dei fabbricati rurali esistenti. Per accedere al finanziamento, stufe e termocamini a pellet devono avere una efficienza superiore all’85%, utilizzare solo pellet certificato A1 e A2, essere sottoposti a una manutenzione almeno biennale della canna fumaria e del generatore, contenere le emissioni entro determinati valori di CO2 e polveri. Ma come viene calcolato l’incentivo? Moltiplicando la potenza termica nominale e le ore stimate di funzionamento in base alla zona climatica di appartenenza per due coefficienti legati all’emissione di polveri e all’energia termica prodotta. In zone a clima rigido, l’incentivo può raggiungere l’80% del costo dell’apparecchio.
Grazie alla tecnologia della post combustione, i fumi della combustione primaria, ricchi di monossido di carbonio, vengono re-innescati in camera di combustione con l’iniezione di ossigeno pre-riscaldato. Tale riaccensione, con l’avvio di una seconda combustione, garantisce una resa termica molto elevata, unita a un radicale abbattimento delle emissioni inquinanti, e di una ottimizzazione dei costi di esercizio.
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SPECIALE
STUFE
LA STUFA GIUSTA PER OGNI ESIGENZA Le stufe a pellet sono considerate l’evoluzione tecnologica dei camini e delle stufe a legna tradizionali. Sono dei veri e propri elementi di design e di arredo grazie al rivestimento estetico con materiali di finitura quali acciaio, ceramiche, maioliche, pietra ollare o legno. Inoltre strizzano l’occhio all’ambiente proprio per il combustibile utilizzato: il pellet è un prodotto derivato dal riciclaggio di segatura, dunque ecosostenibile e rinnovabile. A seconda delle esigenze, la scelta può ricadere sulle stufe a pellet ad aria o sulle termostufe. Le stufe a pellet ad aria sono le più diffuse e consentono il riscaldamento della stanza nella quale sono installate. L’emissione del calore avviene per irraggiamento e convezione sfruttando i sistemi di ventilazione interni alla stufa stessa. In funzione della dimensione dell’ambiente da riscaldare la potenza può variare dai 5 kW fino a oltre 9 kW. Le stufe a pellet consentono di riscaldare non solo l’ambiente in cui sono installate, ma anche quelli attigui per mezzo di una ventola di maggiore potenza e un sistema di
La stufa a pallet Denise
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La stufa a pallet Sabina
canalizzazione: sono queste le “stufe canalizzate” e hanno mediamente una potenza superiore a 11 kW. Oltre alla bellezza estetica, un plus della stufa a pellet è
Impianto combinato di riscaldamento
la versatilità di posizionamento. Palazzetti, selezionato da BigMat, propone un ampia gamma tra cui Eldora, installabile ad angolo con focolare aperto sui due lati per una suggestiva visione del fuoco. Per installazioni in corridoio la stufa ideale è Denise: installabile a filo muro, garantisce, con i suoi altissimi rendimenti, tanto calore e minimi consumi. Ha una portina estetica in vetro a specchio che, a focolare spento, rende Schema installazione di impianto di riscaldamento
il braciere invisibile. Nelle ristrutturazioni importanti le stufe a pellet possono rappresentare la vera alternativa alla caldaia tradizionale oppure essere utilizzate in combinazione alle stesse per potenziare l’impianto esistente o con funzioni differenti: è questo il caso delle innovative termostufe, che sono delle caldaie a tutti gli effetti. Da elemento di design si convertono in vere e proprie centrali termiche, estremamente versatili in grado di produrre acqua calda sanitaria e alimentare qualunque tipologia di impianto di riscaldamento (termosifoni, pannelli radianti, etc) e, addirittura, esser combinati a impianti solari termici. Le termostufe si suddividono in: • stufe a pellet idro; • caldaie a pellet idro. La stufa a pellet idro, tramite uno scambiatore di calore interno, cede la maggior parte del calore prodotto all’acqua circolante nell’impianto di riscaldamento. Solo una minima parte del calore prodotto viene ceduto per irraggiamento all’ambiente in cui si trova. È caratterizzata da un alto rendimento, che risulta ancora maggiore nei modelli che utilizzano sistemi di post-combustione, e rispetto alla tradizionale stufa a pellet ad aria è molto più silenziosa in quanto manca la ventola di immissione di aria calda. La stufa Sabina, sempre di Palazzetti, è un esempio di versatilità, eleganza e funzionalità. Può essere posizionata in salotti, taverne o in qualunque
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SPECIALE
STUFE a legna o altri combustibili solidi; verifica, installazione, controllo e manutenzione” entrata
altro ambiente: il rivestimento in legno (teak o wengè), la rendono un complemento d’arredo elegante ed esclusivo adatto sia per ambienti classici sia moderni e contemporanei.
La caldaia a pellet idro si distingue per
maggiori dimensioni e potenza termica perdendo in aspetto estetico. In Caldaia CT Pro generale viene posizionata nei locali caldaia, al di fuori dello spazio abitativo. Il maggior quantitativo di combustibile richiesto è garantito dalla presenza di un serbatoio interno di alimentazione a cui può essere associato, per praticità ed economicità di gestione, un apposito locale di stoccaggio. Attraverso impianti di aspirazione automatizzati e collegati alla caldaia avviene il rifornimento continuo di combustibile garantendo una autonomia di funzionamento di diversi giorni. Ecco la serie CT Pro di Palazzetti, disponibile nelle versioni, CT Pro 24, CT Pro 28, Ct Pro 35, che grazie all’ampio e comodo serbatoio possono contenere fino a 120 kg di pellet, garantendo una lunga autonomia di funzionamento. Le caldaie CT Pro sono dotate di braciere autopulente e di un gruppo idraulico formato da trasduttore di pressione, vaso di espansione da 10 litri, valvola di sicurezza e circolatore. Inoltre, per avere una garanzia in più, sulla portina del focolare è presente un microinterruttore di sicurezza. CANNA FUMARIA: UNA POSA A REGOLA D’ARTE La stufa a pellet è di facile gestione, ma non bisogna in ogni caso trascurare quei piccoli dettagli che possono pregiudicarne la sicurezza in fase di utilizzo. La stufa a pellet andrebbe posizionata al centro dell’ambiente per diffondere meglio il calore, in realtà il suo posizionamento è condizionato dalla posizione della canna fumaria che dovrà essere la più vicina possibile. Rimarchiamo come la normativa sulla canna fumaria, la UNI
10683:2012 “Generatori di calore alimentati 30
in vigore l’11 ottobre 2012 sancisce in modo particolare regole, divieti, consensi sul funzionamento, installazione e scarico fumi degli impianti di riscaldamento a combustibili solidi. Mentre nella precedente normativa era possibile eseguire lo scarico fumi di stufe, camini o caldaie, a parete, ora ne è stato sancito il divieto: risulta essere a norma solo lo scarico a tetto avendo cura di protrarre per almeno due metri il tratto terminale della canna fumaria adeguatamente corredato di comignolo. Ogni stufa a pellet necessita, pertanto, di una propria canna fumaria. Se nel caso di un singolo edificio, villa o casa a schiera, il posizionamento dell’apparecchio risulta semplice e non vi sono grosse difficoltà per realizzare un canna fumaria con scarico a tetto, nel caso di installazione in unità abitative inserite in edificio multipiano, occorre verificare la presenza di idonei vani tecnici o cavedi in cui inserire i singoli condotti di evacuazione, ciascuno al servizio del proprio apparecchio. Occorre in ogni caso valutare attentamente la distanza tra la stufa e il raccordo alla canna fumaria. Per garantire il corretto funzionamento, i tratti orizzontali devono essere di lunghezza limitata, devono avere andamento con inclinazione pendente dalla stufa al camino, tali che la proiezione orizzontale in pianta non sia maggiore di 4 m, e devono essere effettuati al massimo tre canali di direzione, compreso il collegamento alla canna fumaria. CANNE FUMARIE E TETTI IN LEGNO Ogni anno, già all’inizio dei primi freddi e poi durante tutto l’inverno, assistiamo soprattutto con l’accensione e l’utilizzo di stufe e caminetti a legna a un vero stillicidio di incendi, incendi di tetti e di interi edifici innescati dalla canna fumaria. Ovviamente da canne fumarie fatte male o male installate. Ma perché una canna fumaria mal realizzata può innescare l’incendio e portare anche alla distruzione completa di un edificio? Le principali cause d’incendio sono due. La prima nasce proprio all’interno della canna stessa. Bisogna infatti sapere che quando si bruciano in una stufa o in un caminetto legna, pellet o simili, sulle pareti della canna fumaria si depositano delle fuliggini che contengono delle particelle ancora incombuste. Tali fuliggini, in particolare a causa di scarsa attenzione nella manutenzione, possono incendiarsi per autocombustione, sprigionando all’interno della canna fumaria un vero e proprio incendio. È allora che conta la qualità del prodotto e la sua corretta installazione. Occorre infatti che la canna fumaria garantisca che i fumi incandescenti, le fiamme e le scintille non si sprigionino dalle sue giunzioni, non fuoriescano cioè da essa e propa-
ghino l’incendio alle strutture combustibili adiacenti, ma rimangano, se si può così dire, compartimentali all’interno della canna fumaria stessa. Occorre in altre parole
che la canna fumaria mantenga le sue caratteristiche di tenuta e di ermeticità, anche nelle condizioni estreme che si raggiungono durante lo sviluppo di un incendio. La canna fumaria Conix di Camini Wierer, caratteriz-
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zata dallo speciale giunto conico privo di guarnizioni elastomeriche, garantisce anche con le temperature dei fumi più elevate, o in presenza di fiamme all’interno della canna fumaria la massima tenuta ai fumi, impedendo, di fatto, la propagazione dell’incendio alle strutture lignee o comunque combustibili circostanti al camino. Conix è disponibile nella versione Conix Mono, monoparete in acciaio inossidabile AISI 316L con designazione T600 H1 W V2 L50040 G, Conix Duo, doppiaparete con parete interna in AISI 316L e parete esterna in AISI 304 oppure in rame naturale, con designazione T600 H1 W V2 L50040 G75. Esistono anche le versioni Conix Ovale, caratterizzato dalla parete ellittica che consente l’intubamento in vecchie canne rettangolari, e Conix Fire, monoparete in acciaio inox AISI 316L verniciato esternamente con vernici siliconiche che resistono fino a 600 °C.
La canna fumaria Conix
La seconda causa d’incendio, ma senz’altro la più frequente, nasce invece esternamente alla canna fumaria e si verifica quando la superficie esterna del camino si surriscalda.
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STUFE Se il camino è infatti installato male ed è collocato in vicinanza di materiali combustibili o addirittura in aderenza ad essi, come ad esempio succede nell’attraversamento di un tetto o di un soffitto in legno, l’innesco dell’incendio scaturisce proprio dalla combustione di tali materiali. Vari fattori possono influenzare lo sviluppo più o meno rapido dell’incendio, come la stagionatura del legno stesso, il tipo di essenza, ma soprattutto il tempo in cui il generatore di calore rimane acceso. In ogni caso basti pensare che è sufficiente una temperatura relativamente bassa di soli 200 °C per provocare l’autoaccensione del legno. Occorre quindi che l’installatore, a cui è affidata per Legge (D.M. n. 37/2008) la responsabilità dell’impianto e della canna fumaria, monti il camino rispettando la distanza dai materiali combustibili prevista dal fabbricante e riportata non solo nel libretto di istruzioni ma anche sul prodotto con la designazione che accompagna la marcatura CE. Per esempio, nel caso di Conix Duo il doppiaparete coibentato di Camini Wierer tale distanza risulta essere di 75mm misurati dalla parete esterna. Quando, come ad esempio nel caso di un attraversamento a tetto, per evidenti motivi di comfort ambientale nonché di risparmio energetico, è necessario comunque riempire questa intercapedine che separa la canna fumaria dai materiali combustibili adiacenti, è responsabilità dell’installatore scegliere il materiale adeguato e ricalcolare la nuova distanza dai materiali combustibili, perché comunque non è detto che la precedente distanza sia adesso sufficiente. Camini Wierer, sempre attenta alle esigenze dell’installatore, per facilitare il suo compito e sollevarlo dalle responsabilità derivanti da una scelta sbagliata, propone
Protetto, un sistema coibente da porre attorno alla canna fumaria nell’attraversamento del
Il sistema coibente Protetto
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tetto e comunque delle pareti combustibili, realizzato con materiali isolanti di nuova generazione ad altissima porosità e bassissima conduttività termica, testato e certificato G00, che significa che anche quando la canna fumaria subisce l’incendio delle fuliggini, raggiungendo temperature di 1.000 °C, sulla superficie esterna di Protetto la temperatura superficiale è inferiore ai 100 °C che è il limite previsto dalle Norme per poter garantire la sicurezza all’incendio. Quindi è possibile porre direttamente a contatto con Protetto qualsiasi elemento edilizio combustibile, come anche per esempio le guaine, le barriere vapore, gli elementi isolanti, i cappotti e realizzare così la perfetta sigillatura tra canna fumaria e involucro edilizio. Protetto si può tagliare facilmente in cantiere potendosi così adattare allo spessore e all’inclinazione del tetto da attraversare. ■
IL MODULO CAMINO DI BIGMAT VASS Il tetto modulare BigMat VASS offre una soluzione innovativa anche per l’attraversamento del tetto da parte di sfiati e canne fumarie (vedi Up! n. 10 pag. 30). La soluzione presenta massima tenuta termica e alle infiltrazioni, in pieno rispetto della normativa vigente in materia. Tecnicamente consiste di un modulo di copertura VASS forato in corrispondenza all’attraversamento, su cui viene già installato in fabbrica un elemento in pannelli isolanti in silicati di calcio per proteggere con la massima sicurezza i sistemi fumari. All’interno di questo elemento si posa la canna fumaria vera e propria. La soluzione rientra in pieno nella filosofia del tetto BigMat VASS,
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con cui si anticipano in fabbrica lavorazioni complesse e da realizzare in cantiere, al fine di velocizzare i lavori e aumentare le prestazioni complessive del sistema tetto. La garanzia di qualità che ne deriva è
infatti ottenibile solo eseguendo il lavoro in un ambiente controllato come la fabbrica dove si riescono a eseguire in modo agevole lavorazioni complesse con maggiore precisione.
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I TREND SETTER, DAL REAL ESTATE AL DESIGN Ecco i siti web e i blogger più influenti della rete nel settore delle costruzioni. di Enrico Nicoli
S
i chiamano trend setter. O influencer. Tradotto, significa che sono i siti web o i personaggi che anche in rete fanno tendenza e che sono seguiti da migliaia di persone. Portali, ma soprattutto blog e social network: da Twitter a Tumblr, non mancano gli spunti per chi è in cerca di idee e informazioni sul real estate a 360 gradi, ma per scovare i veri guru della rete bisogna guardare alla comunità internazionale e anglofona. Tra i blog più seguiti in ambito di architettura e speculazione urbana c’è
BldgBlog (dove Bldg sta per Building) di Geoff Manaugh, giornalista inglese che esplora nei suoi post il passato e il futuro delle città, nonché l’impatto dell’uomo su paesaggi e habitat. Nel 2011 il sito ha superato i 10 milioni di visitatori unici e il profilo twitter di Manaugh vanta quasi 35mila follower. Poi c’è DeZeen, nato con l’ambizioso obiettivo
di mostrare al pubblico i migliori e più innovativi progetti di edilizia e di design da tutto il mondo. Il sito è stato ideato dal giornalista Marcus
Fairs nel 2006 come un semplice blog, ma negli anni il progetto è cresciuto rapidamente, e così il suo pubblico, che ha raggiunto una media di 1,3 milioni di visitatori unici (il 4% proveniente dall’Italia). Il Design Observer ha invece una connotazione più culturale: si parla di edifici, interni e smart city, ma anche dell’importanza delle comunità, della ricerca delle utopie, e del rapporto tra design e poesia. L’indice Google Pagerank, che misura la visibilità della pagina sul web, è di 6 su 10: un rapporto di alto
livello, soprattutto per un blog. Chi preferisce un approccio più grafico può dirigersi verso la piattaforma di microblogging Tumblr. Qui The
Architecture Blog
parla attraverso le foto, sempre curatissime, di interni, di case ristrutturate, di insoliti apparati di illuminazione domestica, mentre l’Architecture Sketch Blog abbandona la fotografia per offrire una raccolta affascinante di disegni e studi a matita, china e acquerello di edifici, strade e città. Tra i profili con un ampio seguito su Twitter, invece, c’è quello di Zaha Hadid, architetto e designer irachena con base a Londra che si è conquistata 19mila follower. Ed ecco poi, finalmente, un’iniziativa italiana: si tratta di Archi-
lovers, una rete professionale di architetti e designer che ormai raccoglie iscritti da tutto il mondo. Il profilo twitter ha quasi 9mila follower, mentre la pagina Facebook ufficiale ha raccolto più di 232mila Like. Ancor più seguito @Architects, rivolto a tutti coloro che sono interessati a news e informazioni dal mondo dell’architettura, con oltre 25mila follower. Se si guarda al mondo del mercato immobiliare, infine, i blog e i profili più seguiti sono quelli delle grandi compagnie o dei portali di ricerca: Tecnocasa ha 43mila Like su Facebook, mentre i portali Casa.it, Immobiliare.it ed Idealista.it hanno milioni di visitatori e sono in grado di lanciare periodicamente utili indagini di mercato e disegnare, fotografare e orientare i trend del momento. ■
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AND THE WINNER IS… Assegnati a Granada i riconoscimenti della prima edizione del ‘13 BigMat International Architecture Award. Vince l’edificio per una scuola di cucina belga e il premio per l’Italia è assegnato a un quartiere residenziale di Imola disegnato da Lelli & Associati Architettura+ Magazè Srl. di Tommaso Casagrande
PREMIO ‘13 BIGMAT INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD Xaveer De Geyter Architects. Elishout Kitchen Tower Campus Coovi - Anderlecht
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Il gruppo dei premiati
R
enzo Piano nel 2002 nell’ipotizzare gli obiettivi dell’architettura parlava di un nuovo modo di costruire che, unendo cultura, tradizione e modernità riuscisse a riscrivere la storia dei sobborghi. Compito dell’architetto è quindi rivitalizzare le periferie allontanandole dal loro essere un universo altro e inanimato. La prima edizione del Premio internazionale di architettura BigMat ‘13 ha cercato di dare alcune risposte a queste necessità e i progetti iscritti, ben 864, dimostrano come queste istanze siano ormai un sentito comune. Per questo la giuria internazionale presieduta dall’architetto Jesús Aparicio ha fatto sua questa scala di valori nell’assegnamento dei riconoscimenti. Il Gran Premio Internazionale di Architettura BigMat ‘13, del valore di 30mila euro, consegnato sabato 23 novembre a Granada in occasione del Congresso internazionale di BigMat, è stato vinto da un’innovativa struttura belga, la Eishout Kitchen Tower Campus Coovi
della periferia della città e rinnova dei concetti spostando sulla verticalità lo sviluppo di una serie di cucine. Questo dona sorpresa e dinamicità a un quartiere periferico rendendo il tutto epico». A trionfare nella sezione italiana (5.000 euro il riconoscimento) è stato invece il progetto Via Pado-
vani Housing a Imola, realizzato da Lelli & Associati Architettura + Magazè Srl di Faenza. MENZIONE SPECIALE GIOVANE ARCHITETTO
di Xaveer De Geyter Architects, realizzata ad Anderlecht. Il progetto sviluppa una torre verticale che ospita una scuola di cucina, «l’opera belga ha un grosso merito – ha sottolineato Jesús Aparicio, presidente della giuria internazionale – disegna nuovi itinerari all’interno
Héctor Fernández Elorza. Facoltà di biologia genetica e cellulare - Alcalà (Spagna)
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MENZIONE SPECIALE SALVAGUARDIA PATRIMONIO STORICO
PREMIO ‘13 BIGMAT INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD
PREMIO NAZIONALE BELGIO
Xaveer De Geyter Architects. Elishout Kitchen Tower Campus Coovi - Anderlecht
La Menzione giovane architetto è stata vinta dall’intervento di Héctor Fernández Elorza alla Facoltà di Biologia dell’Università di Alcalá in Spagna, l’aggiunta di un nuovo modulo architettonico – calcestruzzo, vetro, policarbonato – che ben si fonde con le architetture degli anni ‘20 dell’edificio ad esso collegato. Infine gli altri due premi nazionali quello francese e quello ceco, sono stati vinti rispettivamente dallo studentato realizzato da Benoit Jallon e Umberto Napolitano a Parigi e dal Memoriale delle vittime del comunismo ideato dal gruppo di architetti guidati da Petr Janda. ■
PREMIO NAZIONALE SPAGNA
Il delicato dialogo tra le architetture storiche di Cáceres e l’inserimento pensato da Mansilla + Tuñòn
Un opera apprezzata per il suo essere, come dichiara il giurato italiano Cino Zucchi: «qualcosa di assolutamente fuori dagli schemi tradizionali, come quando un artista rinnova ciò che apparentemente sembra scontato. L’intelligenza progettuale ha preso un elemento solitamente poco estetico della tradizione architettonica, il costruito popolare, e gli ha donato una nuova e forte identità, rivitalizzando un ambiente altro e celato: ovvero la periferia». Via Padovani House ha un’identità forte e si schiude alla città creando un nuovo ponte che rivaluta tutto il contesto circostante. La giuria ha voluto che, insieme alla Menzione giovane architetto, si concedesse un’ulteriore Menzione al miglior intervento sul patrimonio culturale. Questo inaspettato premio è andato all’opera Hotel e Ristorante Atrio a Càceres – che ha inoltre ricevuto il premio nazionale della Spagna. L’architettura ideata di Emilio Tuñòn e Luis Moreno Mansilla è stata apprezzata per il suo stile sobrio e delicato di privata relazione con la città e le architettura preesistenti.
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Mansilla + Tuñòn. Hotel e ristorante Atrio - Càceres
PREMIO NAZIONALE FRANCIA
PREMIO NAZIONALE REPUBBLICA CECA
Lan Architecture. Studentato universitario - Parigi
PREMIO NAZIONALE ITALIA
Lelli & Associati Architettura + Magazé Srl. Via Padovani Housing - Imola
GLI ALTRI PROGETTI FINALISTI I dieci progetti qui elencati hanno ricevuto un premio BigMat ’13 come finalisti del concorso (1.500 euro): ITALIA • Port Control Tower (Torre di Controllo Portuale), Marina di Ragusa - M. Giuseppina Grasso Cannizzo. • House for a film director (Casa per un regista), Lecco Liverani Molteni Architetti. BELGIO • Pavilion Roly (Padiglione Roly), Court Saint Etienne - AABE Atelier d’Architecture Bruno Erpicum & Partners. • Théâtre Le Manège (Teatro Le Manège), Mons - Atelier d’Architecture Pierre Hebbelinck - Pierre De Wit. SPAGNA • Faculty of Cellular and Genetic Biology, (Facoltà di
Petr Janda / Brainwork, sporadical. Memoriale alle vittime del comunismo - Liberec
Biologia Genetica e Cellulare), Università di Alcalá, Alcalá de Henares - Héctor Fernández Elorza. • Student Housing in Sant Cugat del Vallès (Residenza Universitaria di Sant Cugat del Vallès), Barcellona H Arquitectes + data AE. FRANCIA • Social housing building, ZAC Masséna (Alloggi Sociali - ZAC Masséna), Parigi - Beckmann N’Thépé Architectes. • Lons-le-Saunier Cultural Center (Centro Culturale Lonsle-Saunier), Lons-le-Saunier - du Besset - Lyon architectes. REPUBBLICA CECA • Apartment Building with a Gym (Condominio con Palestra), Praga - DaM. Petr Burian. • National Technical Library (Biblioteca Tecnica Nazionale), Praga - Projektil Architekti rappresentato da Roman Brychta.
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CINO ZUCCHI
L’ARCHITETTURA ITALIANA HA GRANDE MATURITÀ Il giurato italiano del ‘13 BigMat International Architecture Award racconta il premio e lo stato dell’arte dell’architettura di oggi. E afferma: «La coscienza diffusa è utile al tema del rinnovo dell’esistente». di Michelangelo Cecchetto
C
ino Zucchi, architetto e professore ordinario di Architettura e Urban Design al Politecnico di Milano, ha rappresentato l’Italia nella giuria della prima edizione del Premio Internazionale di Architettura, promosso e organizzato dal Gruppo BigMat International, il primo marchio internazionale di distributori indipendenti di materiali edili. Il premio è diretto agli architetti che risiedono professionalmente in Italia, Spagna, Francia, Repubblica Ceca e nelle regioni della Vallonia e di Bruxelles capitale in Belgio. Nato a Milano, dove abita, Zucchi si è laureato sia presso il MIT, Massachusetts Institute of Technology, che al Politecnico di Milano. Insegna nell’ambito di seminari internazionali e attualmente è professore invitato presso l’Harvard Graduate School of Design. Con lo Studio Cino
Il Museo dell’Automobile di Torino
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duzione di architettura di qualità. Negli anni ottanta e novanta l’Italia, da trainante culturale che era stata, si era allontanata dal centro del dibattito principalmente per le condizioni della professione che generava progetti non molto significativi. Negli ultimi 5 anni c’è stato un grande recupero che si può constatare nella maturità nei progetti. I lavori presentati rivelavano una grande coerenza tematica: opere con la “O” maiuscola, convincenti e complete. Questo è stato constatato anche dai giudici stranieri. Gli italiani sono inseriti di nuovo nel grande dibattito europeo; grazie alla “Generazione Erasmus” molti studi sono uniti nel dialogo, nella discussione, a livello europeo.
Le motivazioni nella scelta del vincitore assoluto?
Abbiamo dibattuto molto nel processo di scelta del vincitore, ma alla fine essa è stata unanime. Non tanto per le sue virtù “estetiche” – è un progetto formalmente asciutto, una torre sede di una scuola di cucina – ma per la constatazione che il lavoro, grazie alla chiarezza tecnica e spaziale è diventato un elemento qualificante nel territorio del suo contesto suburbano. Xaveer De Geyter, fiammingo, è il vincitore.
E quelle del premio italiano? Cino Zucchi al lavoro nel suo studio milanese
Zucchi Architetti ha progettato edifici industriali, commerciali, residenziali e pubblici, così come spazi pubblici, masterplan e interventi rigenerazione di zone industriali e storiche. Il suo progetto urbano per l’area della ex fabbrica Junghans di Venezia ebbe ripercussione internazionale. Altri suoi progetti realizzati sono l’area di Nuovo Portello di Milano, la sede centrale di Salewa a Bolzano, il Museo dell’Automobile di Torino e un masterplan per la zona Keski Pasila di Helsinki. Per il Premio ha scelto il vincitore per l’Italia (secondo stato per numero di partecipanti) e quello assoluto assieme alla Giuria internazionale.
Professore, come ha trovato i progetti?
Tutti i progetti presentati erano di grande qualità. La loro natura e programma spesso rivelava le specificità dei territori di provenienza. Nei progetti del Nord Europa la casa unifamiliare è un tema ancora molto presente e sentito; da altri paesi sono pervenuti più progetti di edifici pubblici. Non solo differenze architettoniche quindi, ma anche di natura tematica, e questo è uno spunto interessante di riflessione.
Come si sono presentati gli architetti italiani?
Ho ricevuto i complimenti dei giurati non italiani per la qualità dei lavori provenienti dall’Italia. Nell’arco degli ultimi 20-30 anni in Italia c’è stata una notevole pro-
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Sono Lelli & Associati Architettura + Magazè Srl di Faenza. Si è trattato di un lavoro di un gruppo di architetti relativamente giovani, tra i migliori di una generazione interessante e matura. Il progetto è “Residenze di via Padovani” ad Imola. Grazie alla sua semplicità e alla qualità architettonica, i progettisti hanno saputo fare di un programma “convenzionale” come quello della residenza a densità medio-bassa un elemento di riqualificazione di un territorio mediocre, con una risposta semplice e convincente anche nel budget.
È un periodo di fioritura di eventi, festival, premi di architettura. È un segnale positivo? Portano a lavori concreti?
Negli ultimi 10 anni è aumentata la sensibilità verso l’architettura del pubblico non specialistico. Il gusto medio si è elevato. È più semplice viaggiare, e le persone possono comparare più facilmente le innovazioni della città a scala europea. Questo è positivo. I clienti spesso arrivano da noi con coscienza e competenza, è aumentato lo standard della domanda. L’immobiliarista è diventato più attento a un concetto globale di qualità: il tema della “sostenibilità” comprende ormai anche dimensioni di natura architettonica e urbana. C’è la capacità di unire al manufatto la qualità.
La strada da seguire e approfondire è quella della rigenerazione urbana, delle energie alternative?
La sostenibilità è certamente la questione del secolo. All’estero c’è molto l’idea della durabilità, del ciclo di vita dei materiali. Dobbiamo stare attenti tuttavia a mantenere il rapporto tra gli slogan e la sostanza. La coscienza diffusa
della qualità degli ambienti urbani sta amplificando il tema del “rinnovo dell’esistente”.
C’è un rapporto tra architetto-architettura e le aziende di settore per lo sviluppo di nuove tecnologie, prodotti o progetti per l’edilizia? Il rapporto: architetto-cliente-costi-impresa produttricefornitori. Se un architetto del ‘500 disegnava tutto, noi oggi assembliamo semilavorati industriali. La sensibilità produttiva a basso costo può mettere in produzione la customizzazione, indice di una industrializzazione sempre più attenta al cliente. C’è la possibilità di fare modifiche specifiche e poi entrare in produzione. Spesso la ricerca architettonica va insieme all’innovazione del prodotto in nuove modalità di collaborazione tra ditte e progettisti.
Le difficoltà del costruire in Italia anche in rapporto con gli altri stati europei?
Esistono diverse “culture costruttive” con i propri usi e costumi. Da noi prima realizziamo il muro e poi il serramento. In Olanda si fa spesso il contrario, la muratura viene realizzata a finestra già posata. Il sistema di prefabbricazione a tunnel ha attecchito di più in questo paese, come se fosse la versione moderno del concetto antico di muri portanti perpendicolari alla facciata. Alcuni elementi di lunga durata fanno parte della cultura, come i diversi modi di abitare. Ad esempio, nel mondo anglosassone gli
esecutivi sono molto dettagliati. Noi ci stiamo adeguando al modello europeo anche se le aziende non sono molto contente perché in alcuni casi perdono il potere negoziale con i fornitori. Allo stesso modo avere un fornitore unico può non essere positivo. Occorre un confronto tra le culture della progettazione, anche per le aziende, basti pensare ai sistemi di certificazione, collaudo e prove.
Che cosa consiglia a chi decide di “fare” architettura, agli studenti?
Ho quattro figli, e molti dei loro amici me lo chiedono. L’architettura è un’arte “pesante”. Oggi ci sono figure intermedie come il validatore, il consulente, che sono figure specialistiche, ma noi rimaniamo un po’ come “Arlecchino servitore di due (o di tanti) padroni”. Bisogna avere molta forza e maturità per rispondere con il progetto alle varie esigenze. Il processo può essere così particolare che si perde il “succo”. L’architetto è oggi considerato un “esteta” di un prodotto che non controlla totalmente, oppure deve ancora mantenere la regia del tutto, sapendo dialogare con figure molto diverse. Questo è più difficile e faticoso. L’architetto è responsabile di molte cose. Ai giovani dico di puntare ai tempi medi, di non pensare al successo istantaneo. Occorre un lungo tirocinio, un’ampiezza di discipline da conoscere, questa è un’arte bella ma non da tutti, cha abbisogna al contempo di cultura ed empiria. ■
Opere di mitigazione ambientale all’ingresso della galleria Vedeggio-Cassarate (portale Cassarate) progettata da Cino Zucchi nel Canton Ticino
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LO SGABELLO CHE TRASFORMA IL CEMENTO IN DESIGN Creato in esclusiva per gli showroom habiMat dall’architetto Carlo Piccinelli, Robo è un ricordo e un omaggio allo stile made in Italy. Realizzato con un materiale innovativo che ha solo bisogno di un ingrediente: la fantasia. di Tommaso Casagrande
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U
n oggetto, la metafora del design, il tributo alla tradizione e l’esempio del potenziale di una materia innovativa, in quattro lettere:
ROBO. Il nuovo complemento d’arredo in esclusiva per habiMat che unisce la creatività italiana all’innovazione di un materiale dalle elevate prestazioni meccaniche ed estetiche.
Nato dalla matita del designer Carlo Piccinelli, Robo svela un mondo fatto di praticità, versatilità, creatività ed eleganza. Robo è uno sgabello, un contenitore, un piano d’appoggio o semplicemente un complemento d’arredo per
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Cos’è habiMat habiMat è il marchio che identifica gli stili e gli ambienti dello showroom d’interni, in grado di interpretare il gusto e le esigenze dei clienti, attraverso un’accurata selezione di finiture, rivestimenti e arredobagno. Un brand che nasce dall’esperienza e dalla professionalità del Gruppo BigMat, ma si rivolge a un pubblico di interior designer, architetti e privati che negli showroom habiMat trovano soluzioni personalizzate e materiali per la realizzazione dei loro progetti. Robo è un’esclusiva degli showroom habiMat. www.habimat.it
bardo che a fine anni Sessanta progettò un contenitore in acciaio su ruote a tre scomparti e coperchio girevole in ABS destinato a entrare nella storia del design: il Robo, appunto. Piccinelli riprende nome e forma e lancia nel nuovo millennio un pezzo di storia del design italiano. La forma e le funzioni riportano alla mente le rotondità e l’idea del progetto di Colombo, le linee essenziali rappresentano il fil rouge tra le due epoche, lo studio dei materiali e il tocco d’avanguardia di entrambi gli oggetti da collezione. Robo ha linee nitide e secche, riprese nella composizione grafica delle lettere del marchio per aumentarne la sensazione di eleganza e particolarità. Alla storia si attinge costantemente per creare nuovi e simbolici legami. Così, le sei versioni di colore di
Robo sono state intitolate con i nomi delle divinità dell’Olimpo greco – Zeus, Apollo, Era,
qualsiasi ambiente della casa. E risponde ai tre requisiti fondamentali del design: mobilità, modularità e dinamismo. Piccinelli riporta alla ribalta il made in Italy, trasformando Robo in un’appassionante e delicata citazione al maestro Joe Colombo. Il nome del complemento d’arredo è infatti un omaggio al giovane designer lomi.design
Afrodite, Atena ed Efesto – che per gli antichi erano le personificazioni delle virtù, dei vizi, dei sentimenti e delle passioni dell’uomo. E i legami continuano. Così come scelse Joe Colombo anche Carlo Piccinelli pesca nell’innovazione contemporanea dei materiali. Il Robo di Colombo trovò il compagno perfetto nella plastica, Piccinelli suggerisce invece i.design EFFIX, una malta facilmente modellabile studiata per la realizzazione di elementi dalla ricercata valenza estetica per scopi architettonici e decorativi. Il Robo pensato da Piccinelli inoltre si presta a molteplici timbri cromatici. Partendo da una tonalità base in avorio con l’aggiunta di particolari pigmenti si vengono a creare affascinanti effetti colorati. Robo è solo un esempio di quello che è possibile realizzare, e richiedere negli showroom habiMat, con i.design EFFIX. ■
EFFIX DI ITALCEMENTI i.design EFFIX è una malta a elevate prestazioni meccaniche ed estetiche studiata dai laboratori di Italcementi per la realizzazione di elementi dall’armoniosa valenza architettonica e decorativa. Le sue caratteristiche principali: velocità di preparazione, resistenza meccanica, durabilità e qualità estetica. È una malta premiscelata contenente cemento, sabbia, fibre non metalliche e additivi; quest’ultimi svolgono un’azione fluidificante e di antischiuma. La versione base è color avorio, ma vari sono i pigmenti che si possono aggiungere. La sua preparazione richiede solo 5 minuti in mescolatori tradizionali e la forma si ottiene utilizzando stampi o casseforme. La stagionatura dei manufatti realizzati in i.design EFFIX è quella usuale per i prodotti cementizi. i.design EFFIX è formulato con materie prime con dimensioni al di sotto del millimetro allo scopo di rendere possibile il ricalco di ogni più piccolo dettaglio degli stampi. Il ritiro idraulico è contenuto e controllato grazie alla presenza di particolari additivi. L’aggiunta, infine, di TX Active® permette di realizzare prodotti auto-pulenti e mangia smog.
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COME È FATTO
1 Dal progetto dell’architetto Piccinelli è stato dapprima creato un modello in legno. 2 Successivamente è stato realizzato il cassero per il corpo principale, per il coperchio e per una delle gambe (quella tornita) che è realizzata sempre in i.design EFFIX a differenza delle altre due che sono in legno di platano, così come il fondale. 3 Il cassero viene quindi riempito con la miscela di materiale. 4 Dopo il tempo necessario per la maturazione, il corpo centrale e la gamba vengono tolti dal cassero. 5 A prima vista risulta difficile intuire che il materiale utilizzato sia proprio il cemento. Una ulteriore particolarità è costituita dalla gamba tornita, che esalta al meglio le potenzialità e le caratteristiche di i.design EFFIX. 6 Questo tipo di lavorazione consente di ottenere una superficie levigata e lucida, con sfumature e leggere imperfezioni che rendono unico ogni esemplare. Nell’ultima fase vengono aggiunte le due gambe e il pianale in legno del corpo centrale.
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MELTIN POT DI ARTE E DESIGN Da BigMat anche una linea di porte uniche per animare gli ambienti della casa di Alessandra Guzzi
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e porte colorate sono il tocco di luce delle case seriose di Dublino. Porte brillanti e dai colori intensi, irriverenti espedienti per rendere unica la singola abitazione altrimenti facilmente confondibile nell’infilata di un’architettura georgiana. Ora questa tradizione arriva in Italia e si incontra con il gusto del design della penisola. Uno stile esclusivo che
arricchisce ulteriormente l’offerta dei punti vendita BigMat.
Costellazioni è infatti la nuova collezione pensata da Bertolotto Porte, un esclusivo prodotto caratterizzato da incisioni essenziali e geometriche fortemente ispirata alle stelle, da cui prendono il nome i vari modelli: Altair, Cassiopea, Auriga, Pegaso, Andromeda e Vega. «I colori coprono tutta la gamma Bertolotto, RAL e NCS, e le scelte decorative e le incisioni sono infinite – spiega An-
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tonio Paparo di habiMat Idea di Satriano Marina (CZ), che ha proposto questi prodotti con successo crescente –. Con il modello Individual è possibile individuare la porzione del decoro di Costellazioni che meglio si adatta al gusto e alla casa del cliente. E il pubblico apprezza. Per noi è stata una piacevole scoperta e pur trattando da poco tempo il prodotto abbiamo già soddisfatto diverse forniture interessanti». Una risorsa in più per realizzare nei punti vendita BigMat spazi dedicati alle porte, con l’attenzione e il dettaglio espositivo già sperimentati e adottati negli showroom habiMat dedicati alle finiture d’interni. I modelli oltre alle differenti proposte estetiche, sono declinabili in varie tipologie di porte: a battente, blindate e scorrevoli a scomparsa, con binario in acciaio o con binario plana.
Incise con pantografo e laccate con finitura opaca o lucida al poliestere – che
dona così un perfetto effetto a specchio –, le porte possono abbellire tutti gli ambienti della casa, sia nella zona giorno sia nella zona notte, senza temere nemmeno l’uso in locali particolari come le aree wellness. A scelta è inoltre disponibile una versione pregiata con disegno inciso su cristallo. In questo modo BigMat e habiMat abbinano la loro esperienza per individuare le nuove tendenze di mercato ed essere punti di riferimento per la clientela alla ricerca di elementi dallo stile unico. ■
Class SK la SOLUZIONE per tutti i cappotti
più sottile più leggero più efficiente Il pannello Stiferite Class SK in schiuma polyiso permette, a parità di isolamento termico, di utilizzare spessori e pesi ridotti rispetto a quelli richiesti da altri materiali. Un vantaggio importante sia per limitare costi e tempi di posa in opera sia per ridurre l’impatto ambientale determinato dalla produzione e dal trasporto del materiale. Le risorse ambientali sotratte all’ambiente per produrre e trasportare il pannello Stiferite Class SK vengono ammortizzate, grazie al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2, già nel corso della prima stagione di riscaldamento.
Trasmittanza termica U=0,2 W/m2K Resistenza Termica R = 5,0 m2K/W Stiferite Class SK λD=0,025 W/mk
125 mm
Polistirene con grafite λD=0,031 W/mk
155 mm
Polistirene espanso o estruso λD=0,036 W/mk
180 mm
Lane minerali λD=0,038 W/mk
190 mm
Lana di legno λD=0,042 W/mk
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Sughero biondo λD=0,043 W/mk
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TUTTO SCORRE CON BIGMAT Ridisegnare le relazioni degli ambienti della casa con le porte scorrevoli a scomparsa: ecco il nuovo controtelaio a marchio BigMat. di Bibi Velluzzo
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reare spazio dove prima non c’era, recuperarlo soprattutto nei piccoli ambienti di casa, definire nuove prospettive che donino un senso di libertà totale a chi questi ambienti li vive. L’abitare è cambiato, così come le necessita e soprattutto i gusti, ora vi è la ricerca di un movimento diverso e versatile e le porte a scorrimento rappresentano questo desiderio di cambiamento.
Una soluzione che libera la fantasia e amplia gli spazi a disposizione: scompare l’anta che si apre, le porte
scorrono all’interno delle pareti, liberando superfici e porzioni di ambienti. Diventa possibile così appoggiare alla parete mobili, elettrodomestici o abbellire la superficie con quadri, rivestirla con carta da parati piastrelle o marmo. E tutta questa magia ha un solo e unico segreto, il controtelaio, un ingegnosa cassa metallica in grado di accogliere la porta al suo interno. Sensibile a queste nuove necessità arriva nei punti vendita del Gruppo BigMat una soluzione rivoluzionaria ed economica, un nuovo indispensabile prodotto a mar-
chio: il controtelaio per porte scorrevoli BigMat nato dalla collaborazione con una delle aziende leader del settore.
La struttura del cassonetto è in acciaio zincato dallo spessore di 0,5 millimetri per i fianchi e il profilo posteriore, mentre sono 0,8 i millimetri per il fondo.
Chiodi pr
emontati
Guida in
alluminio
Supporti
Distanzial
i
I fianchi di forma grecata garantiscono stabilità e robustezza alla struttura, una soluzione che si sussegue verticalmente con un passo da 100 mm. Ogni struttura è dotata di una rete metallica porta intonaco in acciaio che concorre anch’essa a migliorare la stabilità dell’insieme. La fornitura di una maglia fine a fibra di vetro permette, inserita nella parte superiore in corrispondenza della giunzione tra cassonetto e laterizio, di proteggere l’intonacatura da possibili setolature. La rete porta intonaco viene sostituita da rinforzi orizzontali qualora la porta scorrevole venga inserita in pareti in cartongesso. Il sistema di scorrimento è garantito da una serie di elementi: una coppia di carrelli con cuscinetti a sfera della portata di 80 kg provvisti di bulloneria e staffe di sospensione e fermo di battuta per il montaggio del pannello porta. Questi elementi sfruttano un profilo guida in alluminio chiuso lateralmente da elementi in PVC che permettono al pacchetto di raggiungere lo spessore della parete finita. BigMat è partita con una gamma ampia che comprende le misure 60, 70, 80 e 90 cm versione intonaco e cartongesso entrambe con un’altezza di 2,10 m. Gli spessori ester-
ni variano dai 10,5 cm per intonaco ai 10 cm per cartongesso. Una novità
Montante
in legno
Rinforzi or
izzontali
Accessor
i porta
che si presta, visto anche il particolare studio del packaging, a essere diffusa nei vari Paesi del Gruppo BigMat International che aderiranno all’iniziativa. ■
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VERSIONE 2.0 IL PROGRAMMA DI CALCOLO BIGMAT SI AGGIORNA VERIFICA TERMOIGROMETRICA
VERIFICA TERMOIGROMETRICA
La nuova release del software BigMat per il calcolo termoigrometrico degli edifici è ancora più performante. Da oggi scaricabile gratuitamente dal sito www.bigmat.it. di Tommaso Casagrande
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igMat lancia nuove funzionalità del suo software KliMat per il calcolo termoigrometrico e allarga l’utilizzo del sistema anche al mondo della progettazione. Tre gli importanti aggiornamenti: verifica delle agevolazioni fiscali, calcolo semplificato del risparmio energetico e ampliamento del database con nuovi fornitori e prodotti.
La nuova release del software BigMat oltre ad avere migliorato la grafica nella visualizzazione della struttura, implementa ulteriormente il suo database dei maggiori produttori dell’edilizia:
si contano 30 fornitori e il numero sarà destinato ad aumentare. La seconda versione del software è ancora più performante
con l’aggiunta di nuove funzioni: grazie alla proroga delle agevolazioni fiscali con la legge 63/2013, con KliMat è possibile verificare i limiti di trasmittanza termica U anche in caso di riqualificazione energetica per l’ottenimento degli incentivi al 65%. Inoltre, è possibile avere una valutazione inerziale della struttura attraverso grafici che mostrano il comportamento estivo della struttura in funzione dell’orientamento e l’indicazione della classe qualitativa raggiunta sulla base dello sfasamento termico. Con KliMat è possibile, in pochissimi click e con alcune informazioni sull’impianto termico, fare una stima del risparmio energetico facendo un confronto tra la struttura originaria e quella riqualificata. La valutazione si
basa su una procedura semplificata proposta dalla norma UNI TS 11300 parte 2, normativa
di riferimento per le certificazioni energetiche, tramite la quale è possibile calcolare il rendimento globale medio dell’impianto termico e correlare il risparmio energetico al sistema “edificio-impianto”. Una valutazione che non sostituisce, naturalmente, la certificazione energetica, valida solo se rilasciata da soggetti abilitati. Rivolgendosi alla rivendita BigMat infine è possibile richiedere un consiglio e un preventivo sulla riqualificazione di qualsiasi involucro edilizio o parte di esso. Ma la novità è che anche i progettisti, registrandosi sul sito www.bigmat.it, potranno scaricare la versione 2.0 di KliMat e avere sempre con loro questo utilissimo strumento pensato da BigMat per il mercato. ■
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FEDERCOSTRUZIONI: NIENTE RIPRESA SENZA UN IMPEGNO FORTE DEL GOVERNO Continua il momento difficile dell’industria italiana delle costruzioni. Secondo Federcostruzioni, l’associazione di scopo in cui si riconosce oltre il 90% della filiera produttiva del settore edile, dal 2008 – anno di inizio della crisi – al 2012 il valore della produzione del settore si è ridotto di un quarto, con una perdita di 80 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto 2013 su «Il sistema delle costruzioni in Italia», realizzato sulla base dei dati raccolti direttamente presso le associazioni e le federazioni dei diversi segmenti produttivi. Secondo l’analisi, nel 2012 il valore economico generato dal sistema italiano delle costruzioni è stato pari a 440,3 miliardi di euro. Al netto dei servizi esso si riduce a 359 miliardi di euro. Sempre nel 2012, rispetto all’anno precedente, quando la produzione realizzata era stata di 382 miliardi, il calo è stato del 7,3%. Il che vuol dire una perdita di quasi 23 miliardi di euro in un solo anno. E la situazione poteva essere ben peggiore se a limitare il crollo non ci fosse la domanda estera. «La filiera delle costruzioni – sottolinea il presidente di Federcostruzioni Paolo Buzzetti – presenta infatti una virtuosa bilancia commerciale, pari a 35 miliardi di euro, senza la quale la perdita del Sistema delle costruzioni sarebbe stata sensibilmente più elevata». A fronte di un livello di importazioni intorno al 4%, corrispondente a 19,6 miliardi di euro, le imprese della filiera italiana del settore edile hanno venduto oltre confine materiali, servizi, tecnologie e impianti per un totale di 54,6 miliardi di euro, pari al 37% di tutta la produzione annua e il 12% del totale delle esportazioni nazionali. Complessivamente, per il 2013, Feder-
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costruzioni stima un ulteriore calo del 4%. Negative restano anche le previsioni per il 2014, anche se la contrazione risulta più contenuta: il settore resterà in recessione, registrando una riduzione del valore della produzione del 2,9%. «Niente da fare – ha commentato Buzzetti – senza politiche di sostegno alle costruzioni il Paese non potrà uscire rapidamente dalla recessione e i tempi della ripresa si allungheranno invece di accorciarsi. Lo scenario che emerge dal Rapporto deve preoccupare, perché da sempre l’edilizia è un termometro attendibile di quello che sta avvenendo nel Paese. E se i numeri dicono che anche nel 2014 proseguirà il calo della produzione vuol dire che non vi saranno cambiamenti nella struttura della domanda, almeno sul piano quantitativo». Dal Rapporto, oltre a una forte propensione all’export, emerge soprattutto una profonda sofferenza del sistema per il calo della domanda e per gli effetti deleteri del credit crunch. «La mancanza di liquidità e la chiusura del sistema bancario verso il nostro settore – ha aggiunto Buzzetti – costituiscono i fattori che maggiormente incidono sulle possibilità di una ripresa produttiva. Viceversa si riscontra un’ampia predisposizione verso il ricorso a una sempre maggiore innovazione, in direzione di un diverso modo di produrre e di costruire, dove la sostenibilità, l’efficientamento energetico, l’attenzione a soluzioni costruttive di tipo nuovo sono i fattori decisivi della competitività». Per il presidente di Federcostruzioni determinante risulterà «la capacità del sistema di intercettare le risorse della programmazione dei fondi europei 2014-2020, così come le scelte che
verranno fatte in materia di fiscalità immobiliare. Le politiche abitative degli ultimi anni, accompagnate da una fiscalità punitiva, hanno trasformato il bene primario degli italiani in un sogno proibito comportando non poche conseguenze sul piano sociale. È arrivato quindi il momento di ridare alla casa quello status di sicurezza e accessibilità che ha caratterizzato la storia sociale ed economica del Paese». «Per questo – ha aggiunto – valutiamo positivamente i recenti provvedimenti del Governo e quanto contenuto all’interno della Legge di Stabilità a sostegno della domanda delle giovani generazioni, così come la volontà di fare chiarezza sulla fiscalità immobiliare, anche aiutando i comuni a contenere le aliquote sulle nuove imposte locali.» Sempre sulla Legge di Stabilità, Buzzetti ha invece criticato la decisione di non aver legato l’allentamento del Patto di Stabilità alla spesa in conto capitale. «In questo modo – ha sottolineato – è alto il rischio che ancora una volta le risorse vengano utilizzate per la spesa corrente improduttiva, invece che per gli investimenti. Esattamente il contrario di quello che va fatto.» Dal Rapporto, che raccoglie le istanze delle diverse componenti produttive delle costruzioni, emerge infine una chiara e diffusa consapevolezza che un rilancio del sistema delle costruzioni italiane sia per il Paese non solo una condizione necessaria, ma soprattutto una carta da giocare perché vincente. «In quanto – come ha ricordato Buzzetti – è l’unico settore economico che è in grado di attivare, attraverso l’acquisto di beni e servizi, circa l’80% dei settori economici e il cui investimento produce un effetto moltiplicatore pari a oltre tre volte (fra effetti diretti, indiretti e indotti) il proprio valore».
IL MERCATO USA E IL DESIGN ITALIANO. EMERGE ITALY, UN CONCORSO PER CRESCERE Uno dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è rappresentato dal mercato USA, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un progetto di sviluppo della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – con la collaborazione di FederlegnoArredo – ha previsto il coinvolgimento dei più prestigiosi studi di architettura americani, principali
player dell’architettura e dell’interior design a livello globale. “Emerge Italy”, è un concorso rivolto a giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, in particolare nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. Per sostenere i risultati del concorso e per promuovere il progetto nella comunità dei progettisti italiani è stata organizzata una presenza ad ICFF (NY) e NeoCon (Chicago) oltre a presentazioni dirette nei principali studi di architettura, in particolare nelle
citta di Chicago e Dallas. Per sviluppare ulteriormente i rapporti tra il mondo del progetto italiano e quello statunitense – e quindi per sostenere la filiera del legno-arredo italiana negli USA – il progetto si è concluso con la selezione di 15 neolaureati/laureandi in architettura, selezionato da FederlegnoArredo sulla base delle candidature raccolte attraverso la promozione attivata dal CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) su input del Ministero dello Sviluppo Economico. Gli studenti svolgeranno uno stage della durata di tre mesi presso prestigiosi studi di architettura americani, a partire da novembre, nelle città di Chicago, Boston, Houston e San Francisco.
LE MISSIONI ALL’ESTERO DI FEDERLEGNOARREDO Nell’agenda di FederlegnoArredo la promozione internazionale occupa un ruolo di primo piano. La Federazione ha un articolato programma di missioni (B2B), partecipazioni fieristiche, attività di scouting per le aree focus e un follow up mirato sugli operatori internazionali e sulle imprese associate, con l’obiettivo di allargare gli orizzonti e creare nuove opportunità di business per le aziende dei settori legati al legno e all’edilizia. Si segnalano in particolare le prossime missioni negli Emirati Arabi e in Qatar l’8-12 dicembre (arredo, legno strutturale e case in legno) e in India il 9-13 dicembre, per il settore porte e finestre, arredo urbano e pavimenti in legno.
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VENGONO DA FROSINONE E VENEZIA I MIGLIORI MURATORI D’ITALIA Al Saie 23 squadre di giovani e senior si sono confrontate nella costruzione di una muratura antisismica ad alta efficienza energetica. In gara anche una giovane ucraina, vincitrice delle selezioni regionali della Liguria.
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Declinare il tema della sicurezza sul lavoro in un modo più moderno e tecnologico, aprendo all’antisismica e al risparmio energetico. È stato questo l’obiettivo della sesta edizione di Ediltrophy, la gara di arte muraria nella quale giovani allievi ed esperti mastri delle Scuole Edili si confrontano per eleggere il muratore dell’anno. Quest’anno la manifestazione, organizzata dal Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale in edilizia) in collaborazione con Saie (il Salone internazionale dell’edilizia) e Iiple, la Scuola Edile di Bologna, e con il patrocinio dell’Inail e del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha voluto evidenziare l’impegno del sistema della formazione, composto da 104 Scuole edili sparse sul territorio nazionale, per dare a tecnici e operai conoscenze e competenze al passo con i tempi. Così si è deciso di dedicare la finale, tenutasi il 19 ottobre scorso al Saie, alla costruzione di una muratura antisismica ad alta efficienza energetica con uso di laterizi, composta da blocchi di muratura armata e faccia vista. Un manufatto che ha evidenziato le competenze maturate dagli allievi delle scuole e la loro capacità di realizzare edifici rispettosi dell’ambiente, stabili e resistenti. Senza tralasciare la sicurezza, da sempre al centro della competizione, e dell’impegno di tutti gli enti che compongono il Sistema bilaterale delle costruzioni: Formedil, Cnce (Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili) e Cncpt (Commissione Nazionale per la
Prevenzione Infortuni), che hanno offerto il loro patrocinio all’iniziativa. Ad affrontarsi sono stati 46 operai italiani e stranieri di età compresa tra 16 e 61 anni, divisi i 10 squadre junior, composte da giovani apprendisti o giovanissimi allievi, e 13 coppie di mastri senior. Si tratta dei vincitori delle selezioni regionali, che hanno superato le gare svoltesi in 14 città coinvolgendo 120 operai e apprendisti di 15 regioni e 69 province. In gara quest’anno c’era anche una donna: una giovane sedicenne ucraina allieva della Scuola Edile di Imperia
I vincitori del premio senior
Il ragazzo turco e la sedicenne ucraina della Scuola Edile di Imperia
Amotherm Brick
I vincitori del premio junior
La protezione dal fuoco non è mai stata così semplice!
classificatasi prima nella categoria junior in squadra con un ragazzo turco. Tutti i muratori hanno lavorato alacremente per 5 ore, mettendo in campo esperienza, abilità e qualità del lavoro, di fronte a un pubblico incuriosito. A vincere la gara sono stati per la categoria junior i giovani concorrenti dell’Ente Scuola Edile di Frosinone Luigi Quattrociocchi e Lucio Fontana, che hanno ottenuto il punteggio di valutazione più alto di tutte le squadre in gara sia senior sia junior. Per la categoria senior il primo posto in classifica è andato alla coppia composta da Ionut Traian Gutu e Awal Muhammed originari rispettivamente di Romania e Ghana e selezionati dalla Scuola Edile di Venezia. Per la categoria junior sono risultati secondi i fratelli Cristian e Marcel Bogdan Popa, della Scuola Edile Lucchese, e terzi Simone Marroccu e Andrei Robert Tampu, dell’Ente Scuola Cipe-T di Torino. Mentre per la categoria senior il secondo posto è andato ad Alfio Merlo e Pietro Pomellitto, della Scuola Edile Novarese, davanti a Marcello Riccioli e Orazio Puglisi, dell’Ente Scuola Edile di Catania, che hanno ricevuto il terzo premio. Il premio speciale dedicato alla qualità e alla sicurezza sul lavoro è andato a pari merito alla squadra senior composta dai fratelli Giusto e Michele Levantino, vincitori delle selezioni regionali della Toscana e provenienti dall’Ente Pisano Scuola Edile e agli allievi junior del Centro di Formazione Maestranze Edili di Napoli, Luigi Melillo e Michele De Cicco. La manifestazione è stata organizzata in partnership con ANDIL, l’Associazione Nazionale degli Industriali dei Laterizi, e con le principali aziende a essa associati, che hanno messo a disposizione i laterizi necessari sia per le selezioni regionali sia per la finale nazionale.
Amotherm Brick è il sistema antincendio di tipo intumescente ideale per la protezione dal fuoco di elementi in muratura. Facile da applicare, si presenta in opera come una normale idropittura, non altera l’aspetto dei manufatti e non appesantisce la geometria dell’elemento strutturale su cui è impiegato. Certificato secondo normativa Europea.
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IL CONSULENTE D’AZIENDA DAL PASSAGGIO GENERAZIONALE AL RICAMBIO GENERAZIONALE Gianni Agnelli diceva che «l’Azienda di famiglia è una eredità da proteggere e tramandare. È il prodotto dell’ultima generazione e l’impegno di ogni generazione nei confronti di quella successiva». Ma di quale eredità (e non solo in termini monetari) si tratta quando si parla di azienda? E come fare in modo di rispettare l’impegno verso le nuove generazioni? L’attuale congiuntura economica sembra – almeno apparentemente – ridimensionare gli effetti del passaggio generazionale dell’azienda che in molti casi ha visto ridursi, in alcuni casi in maniera significativa, il relativo valore per effetto da un lato del calo dei volumi di vendita e della marginalità, dall’altro di un indebitamento sempre più difficilmente sostenibile. In realtà, però, tale passaggio può rappresentare un’importante opportunità, soprattutto per le piccole e medie
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imprese italiane. Un momento di forte discontinuità che se gestito e “governato” può costituire una occasione di profonda ristrutturazione e riorganizzazione del modello di business e della proposizione di valore per il mercato (il cosiddetto “re engineering ”, per usare un termine usato – e a volte abusato – dai consulenti d’impresa). Ma come far si che il “passaggio” generazionale si trasformi in un effettivo e consapevole “ricambio” generazionale? L’inserimento della nuova generazione – che non necessariamente deve comportare l’esclusione della precedente – ha sempre rappresentato un apporto di nuove conoscenze a discapito di minore esperienza. Ma in un’arena competitiva sempre più dinamica, la diffusione e l’adozione delle nuove tecnologie determinano e accelerano una domanda di prodotti e servizi non più di massa ma che rappresentano una
massa di mercati sempre più differenziati, rendendo l’esperienza e la conoscenza del passato meno rilevante, se non accompagnata da una forte attenzione ai forti mutamenti dello scenario e delle esigenze e preferenze dei clienti e committenti. Un’esperienza che porti a dire “si è sempre fatto così” e non a domandarsi se si possa fare meglio in maniera diversa, può divenire un limite significativo e rendere l’impresa lenta nell’adeguarsi alle esigenze che i cambiamenti del mercato impongono. Si sta passando da uno scenario con “regole” e “leve” di vantaggio competitivo condivise e consolidate nel tempo a una molteplicità di nicchie e di trend di consumo, che richiedono in prima battuta un nuovo modo di “leggere” i fenomeni socio-economici che ci circondano, e di rispondere alle esigenze che nascono anche dall’enorme dilatazione dell’informazione e al ruolo che assume nei processi di scelta e selezione di prodotti, servizi e fornitori. Il ricambio generazionale può aiutare a portare nuovi “occhi” in azienda, oltre che rinnovato entusiasmo, non di minore importanza in questa difficile fase storica. Non solo una nuova visione delle prospettive di mercato, ma anche l’adozione di nuovi strumenti di gestione e di comunicazione con la clientela attuale e potenziale, basati sull’utilizzo più consapevole delle nuove tecnologie e l’attenzione ai nuovi processi e di prodotto che possono incrementare in misura significativa l’efficienza e l’efficacia aziendale. Ma soprattutto le nuove generazioni
IL CONSULENTE D’AZIENDA devono portare linfa nuova in azienda e fare in modo che tale linfa arrivi alle diverse funzioni aziendali e capillarmente a tutti i collaboratori, in una nuova concezione di azienda “estesa” in cui i confini sono sempre più labili. Nuovi modelli basati sulla collaborazione e sul coinvolgimento delle risorse, soprattutto quelle umane, che aiutino a interpretare – e anticipare ove possibile – i nuovi trend di mercato ascoltando i clienti e integrando nei processi aziendali i fornitori strategici. Green-economy, eco-sostenibilità, risparmio energetico e innovative idee di vivibilità degli spazi non devono rimanere temi distanti e astratti, ma un nuovo modo di interpretare i processi organizzativi e produttivi interni, utilizzando al meglio le tecnologie più avanzate, ancor prima di cambiare il nostro portafoglio di prodotti e servizi.
Il ricambio generazionale deve basarsi sull’integrazione generazionale, dove il vecchio e nuovo coesistono e coevolvono verso modelli sostenibili di imprenditorialità, dove l’esperienza viene rinnovata dalle nuove conoscenze, dove la competizione viene rafforzata dalla collaborazione, consci che proprio nei momenti di crisi i cambiamenti diventano più rapidi e radicali, rischiando di porre in breve fuori mercato le aziende che non si adattano. Ma soprattutto tale ricambio deve aiutare a superare la cosiddetta “sindrome del Palio di Siena”. Alcuni anni fa il genetista Luca Cavalli Sforza, professore all’università di Stanford in California, definì con questa espressione la forma mentis, che definiva propriamente italiana per colpa della quale non siamo abituati ad avere fiducia negli altri e a collaborare. Dif-
ferentemente, egli affermava che gli anglosassoni sono invece più propensi a modelli collaborativi, non a caso infatti hanno sviluppato e diffuso giochi di squadra come il calcio ed il rugby. Nel Palio di Siena, invece, non si gode tanto del proprio successo, quanto dell’insuccesso della contrada altrui. Ma le imprese che sapranno coniugare la nostra creatività e individualità a una capacità di “fare squadra” in azienda tra le diverse generazioni, ed esternamente con i propri partner strategici, ritengo potranno competere con ottime probabilità di successo sia sui mercati nazionali sia internazionali anche con competitor più strutturati. Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria
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IL CONSULENTE LEGALE LE NOVITÀ SULLA CONDUZIONE DELLE CALDAIE E SULLA RELATIVA CERTIFICAZIONE
Il Dpr 74/2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2013, è intervenuto a disciplinare le modalità di conduzione delle caldaie nei condomini. Di base si prevede che, nell’ambito condominiale, il responsabile dell’impianto e di tutte le attività di esercizio, conduzione, controllo e manutenzione, è l’amministratore, il quale risponderà personalmente per tutte le violazioni. Tuttavia, l’assemblea condominiale può individuare con specifico contratto scritto un terzo responsabile. Tale ultima previsione deve essere coordinata con due ipotesi disciplinata dalla legge 2210/2012, la cosiddetta riforma del condominio, entrata in vigore il 18 giugno 2013: il caso nel quale l’impianto non è conforme alla legge prima di affidare l’incarico e quello nel quale l’impianto diventa inadeguato successivamente all’affidamento dell’incarico al terzo responsabile. Nel primo caso la delega non può essere rilasciata, salvo che che nell’atto stesso di delega sia espressamente conferito l’incarico di procedere alla messa a norma; inoltre, in alcuni casi tipizzati dalle citate norme, come allorquando occorre porre in essere opere di manutenzione straordinaria, è fatto obbligo per la compagine condominiale integrare tali requisiti con la costituzione di un apposito fondo di importo pari a quello preventivato per lo svolgimento dei lavori; di talchè una delibera condominiale che non preveda un integrale versamento di detto fondo non sarà valida e la responsabilità rimarrà in capo all’amministratore condominiale. Sarà, conseguentemente, quest’ultimo
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che dovrà provvedere ad attivarsi in via monitoria, ovvero ad agire con decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, onde trasferire la responsabilità direttamente in capo ad ogni singolo proprietario del condominio. Se viceversa, si palesa la necessità di effettuare interventi obbligatori nel corso del contratto con il terzo responsabile, interventi che non erano stati ipotizzati al momento del conferimento della delega divenuti indispensabili ai fini del corretto funzionamento dell’impianto termico o che diventano obbligatori in forza di nuove norme medio tempore emanate, il terzo responsabile è tenuto a comunicare tempestivamente all’amministratore condominiale, per iscritto, in merito alla necessità di effettuare determinate opere; a propria volta, l’amministratore deve convocare l’assemblea immantinente al fine di farsi autorizzare con apposita delibera assembleare a effettuare gli interventi richiesti. Anche la delibera in parola, ai fini della propria validità, deve contemplare l’effettivo versamento integrale dei fondi necessari per i lavori. In assenza, la delega del terzo responsabile decade in maniera automatica e questo dovrà contattare la Regione o Provincia autonoma per informare della decadenza e delle ragioni sottostanti, dal che deriveranno i provvedimenti sanzionatori del caso. Il Dpr successivo, il 75/2013, pubblicato anch’esso sulla medesima Gazzetta Ufficiale di cui sopra, disciplina i requisiti dei professionisti abilitati a rilasciare la certificazione energetica degli edifici, individuando coloro che sono autorizzati a svolgere la funzio-
ne. Trattasi, in ogni caso, di soggetti che devono assicurare indipendenza e imparzialità di giudizio, garantendo: a) nel caso di certificazione di edifici di nuova costruzione, l’assenza di conflitto di interessi, tra l’altro espressa attraverso il non coinvolgimento diretto o indiretto nel processo di progettazione e realizzazione dell’edificio da certificare o con i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che in ogni caso non deve essere né il coniuge né un parente fino al quarto grado; b) nel caso di certificazione di edifici esistenti, l’assenza di conflitto di interessi, ovvero di non coinvolgimento diretto o indiretto con i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che in ogni caso non deve essere nè coniuge nè parente fino al quarto grado. Lo stesso Dpr prevede, infine, che le Regioni e le Province autonome possano procedere a effettuare controlli della qualità del servizio di certificazione energetica reso dai soggetti certificatori attraverso l’attuazione di una precipua procedura di controllo. Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari
NEWS DAL MONDO BIGMAT LA GREEN ECONOMY ITALIANA E I SUOI VINCITORI In occasione della Fiera EcoMondo, organizzata a Rimini dal 6 al 9 novembre scorso, il mondo del made in Italy in ottica green ha indicato i suoi vincitori e tra i vari segnalati spicca anche VASS Technologies, l’innovativo sistema per la realizzazione di tetti in legno preassemblati in azienda, garantiti e certificati e di cui BigMat è partner esclusivo. Un riconoscimento arrivato pochi giorni dopo l’ingresso ufficiale del prodotto nel mondo delle costruzioni nella cornice privilegiata del MadeExpo 2013. Il Premio sviluppo sostenibile, istituito dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da EcoMondo, viene annualmente assegnato a imprese che si siano distinte per attività e progetti
che producano rilevanti benefici ambientali, abbiano un contenuto innovativo, positivi effetti economici e occupazionali e un potenziale di diffusione. «In un’Italia che continua ad attraversare una crisi irrisolta – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – c´è bisogno più che mai di un nuovo progetto di sviluppo durevole e sostenibile, un vero e proprio green new deal che faccia uscire il nostro Paese dalla crisi. Le aziende premiate e segnalate hanno colto questo messaggio e possono ricoprire un ruolo di apripista per lo sviluppo futuro».
Quest’anno il premio si è rinnovato e ha introdotto tre nuove categorie: eco-design, attività agricole di qualità ecologica e start-up. E i numeri hanno premiato questa scelta. Oltre 200 partecipanti, tra i quali sono state scelte le 30 imprese finaliste suddivise equamente per ogni categoria. VASS Technologies è stata inserita nelle 10 imprese segnalate nella sezione Start up, con la quale si premiano iniziative imprenditoriali attente alle variabili dell’ecologia nella produzione di beni o servizi, nell’abbattimento dell’emissione di carbonio e nell’abbattimento di sprechi di materiale ed energia.
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ANNIVERSARIO
10 ANNI DI SUCCESSI
NEWS DAL MONDO BIGMAT IL BILANCIO ENERGETICO DEGLI EDIFICI “La formazione per i professionisti dell’edilizia” è un progetto nato nel 2009 dall’intuizione di Riccardo Sbaffi che, confrontandosi con i clienti della rivendita, ha percepito il bisogno di approfondire determinate tematiche che anche nel 2013 hanno continuato a essere oggetto dei numerosi appuntamenti, 18 incontri con oltre 270 partecipanti unici tra imprese e progettisti. Numeri che premiano le scelte di BigMat Fabio Sbaffi e l’approccio di convegni sempre più referenziati e qualitativamente formativi. L’ultimo evento, organizzato in collaborazione con lo studio Botta&Associati, si è potuto infatti fregiare del patrocinio dell’Ordine degli ingegneri di Macerata. Nell’ambito del programma di formazione organizzato dalla Commissione sostenibilità energetico ambientale dello stesso ordine, lo scorso 8 novembre, all’hotel Grassetti di Corridonia (MC), si è infatti tenuto un incontro tecnico formativo dal titolo “Bilancio energetico degli edifici in regime estivo
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– UNI TS 11300” . L’introduzione è stata affidata a Massimo Eugeni neoeletto presidente dell’Ordine degli ingegneri di Macerata che ha sottolineato «quanto sia fondamentale la costante formazione e l’utilità di convegni come questi organizzati da BigMat Fabio Sbaffi». Interessanti i vari contributi sviluppati secondo tre macro tematiche dedicate alla UNI TS 11300-1, alle problematiche connesse e conclusisi con un focus pratico finale nel quale sono stati presentati vari esempi di calcolo di un edificio secondo la norma UNI in oggetto. Il numeroso pubblico ha potuto comprendere le varie strategie che consentono di ottenere un risultato dalle elevate prestazioni energetiche. Di particolare interesse sono state le analisi degli scambi termici per trasmissione e ventilazione, così come i carichi termici fino agli apporti di energia solare. I relatori hanno poi sottolineato il ruolo chiave degli infissi, degli aggetti e degli ombreggiamenti nella gestione
degli edifici a basso consumo, sottolineando le problematiche anche a essi correlate e le azioni cardine permesse dalla deumidificazione e della ventilazione. Le norme UNI condizionano le prestazioni e dettano metodologie costruttive che talvolta possono cambiare approcci precedenti per questo parte dell’incontro ha mostrato come cambia la progettazione dei serramenti negli edifici a basso consumo (UNI 10077-2) e quali siano i condizionamenti in campo progettuale conseguenti alla norma UNI 11300:1-2013. A tutti i partecipanti sono stati consegnati una copia della Brochure BigMat VASS “Efficienza e tecnologia sotto lo stesso tetto” sulla progettazione e costruzione di sistemi costruttivi in legno con tecnologia integrata VASS e una copia del numero di settembre 2013 della rivista Up!. Come ormai tradizione anche nel 2013 la BigMat Fabio Sbaffi ha premiato l’impresa e il progettista che hanno seguito con costanza i corsi organizzati durante l’anno.
NEWS DAL MONDO BIGMAT ACCOMODATEVI, CON HABIMAT I PUNTI VENDITA DIVENTANO ACCOGLIENTI Composizioni allestite come stili di vita che narrano molto di più dei singoli prodotti per creare dei luoghi coinvolgenti e ricchi d’esperienza. Il materiale edile abbandona l’immagine di asettica presenza dello spazio espositivo e si trasforma in un catalizzatore accogliente per l’ospite. Il progettista, l’architetto e il privato entrano come ospiti privilegiati, da coccolare, affascinare e guidare passo a passo. Questo è habiMat e questi sono i tagli allestitivi e di catalogo dati al nuovo showroom habiMat Rubiolo & Bonivardo di Manta (CN) e al restyling di habiMat Martorano di Tito (PZ). «Il nostro showroom necessitava di rappresentare qualcosa di diverso sia per noi sia per la nostra clientela – analizza Silvana Martorano, responsabile di habiMat Martorano – e il risultato finale premia i nostri sforzi. Abbiamo triplicato la superficie adibita a showroom passando da 130 a 450 mq e grazie alle soluzioni offerte da habiMat abbiamo alzato la qualità e la varietà dei materiali trattati». Stessa attenzione al cliente e alle nuove dinamiche di mercato hanno indirizzato le scelte per habiMat Rubiolo & Bonivardo come sottolinea Marta Rubiolo responsabile dello spazio habiMat di Manta, «in un momento come quello attuale questa scelta è una scommessa. O si rimane fermi oppure si investe creando fiducia nel mercato e curiosità nella clientela, attirando nuove tipologie di acquirenti. Ora siamo in grado di aiutare il cliente dalle fondamenta fino alla finitura della sua casa, partendo dalla consulenza in fase di progettazione». All’affermazione di Rubiolo fa eco Martorano «anche noi vogliamo dare un segnale di fiducia al mercato e
Uno degli angoli espositivi di habiMat Rubiolo & Bonivardo
diventare un riferimento per il territorio locale. Offrire materiali per l’edilizia tradizionale, garantire finiture d’interni
Una veduta di habiMat Martorano dalla soglia d’ingresso
di altissima qualità e soprattutto sapere di poter guidare i nostri clienti dalla progettazione alla realizzazione, con professionalità e preparazione. Nel nuovo spazio habiMat saranno presenti costantemente tre persone formate per seguire i nostri clienti anche nella fase di rilievo e assistenza in cantiere; nella progettazione, con l’uso di moderni software di calcolo, e nella scelta ponderata dell’ampliata offerta di materiali». Due nuovi showroom habiMat accattivanti e facilmente leggibili dalla clientela che oltre a prodotti innovativi e di altissima qualità, ospitano un personale costantemente formato per offrire un servizio preparato e affidabile e rendere ancor più efficace l’esperienza della clientela in habiMat.
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NEWS DAL MONDO BIGMAT UN LOOK NUOVO, ORA TRAGUARDI MIGLIORI Il periodo tra luglio e ottobre scorsi è stato tra i più importanti per la BigMat Capri Edilizia che ha intrapreso un completo ripensamento e restyling della sua realtà. All’inaugurazione del 12 ottobre anche la clientela ha potuto toccare con mano il risultato finale e sorprendersi dei cambiamenti, alcuni dei quali ancora in corso. «Finora l’obiettivo è pienamente raggiunto – racconta il titolare del punto vendita Vanni Capri –. Era necessario cambiare la nostra strategia e migliorare l’immagine del nostro punto vendita. Siamo passati da una mentalità d’acquisto a un’altra chiaramente di vendita. Il cliente ora può “fare la spesa” da noi ovvero si trova in un ambiente più confortevole, chiaro e ospitale». Il punto vendita è stato infatti completamente stravolto nella gestione logistica, organizzativa e d’immagine. Sono stati migliorati i percorsi cercando di creare chiare direzioni in base alla tipologia della clientela: imprese edili, progettisti o privati. Migliorati gli accessi per i mezzi di trasporto e dei grandi mezzi delle imprese che ora possono usufruire di vere e proprie piste nelle quali fermarsi per
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caricare le attrezzature e i materiali dei quali necessitano prima di raggiungere la cassa. Per fare tutto ciò, la cartellonistica e la segnaletica sono state completamente ripensate in modo da rendere immediata la comprensione dei percorsi e degli spazi per imprese o per il libero servizio. Proprio questa seconda area si presenta ora adeguata anche ad accogliere la fruizione del privato e dell’appassionato di fai da te. Il supporto della centrale BigMat e le indicazioni dei fornitori hanno permesso di realizzare un’area di libero servizio ricca, chiara e apprezzata dalla clientela.
NEWS DAL MONDO BIGMAT BUILD (R)EVOLUTION: TRE NEW ENTRY L’edilizia e il progettare italiano negli ultimi tempi hanno sfornato una serie di prodotti dall’elevato tasso d’innovazione. Scoperte rivoluzionarie che sono state oggetto di un intenso e partecipato incontro formativo organizzato lo scorso 13 novembre a Campora San Giovanni, in provincia di Cosenza, dalla BigMat Alfano. Tra gli importanti sistemi tecnologici nella progettazione e nell’adeguamento sismico delle strutture in cemento armato sono stati presentati: il sistema Gordiano e Spirex. Oltre 60 i partecipanti tra tecnici, ingegneri e altre importanti figure della filiera edile attratti dalla possibilità di scoprire i reali benefici di queste nuove soluzioni. Il nodo gordiano, il brevetto novità del 2013 tutto italiano, è stato presentato da Gianni Galluccio, direttore commerciale di Tecnologie Antisismiche che ne detiene la paternità: nel suo intervento ha spiegato come questo sistema risolva l’annoso problema delle performance antisismiche di strutture esistenti nel pieno rispetto delle gerarchie delle resistenze. Galluccio si è soffermato nell’enunciazione sintetica dei vantaggi dell’applicazione: veloce, immediata e per nulla invasiva, non interferisce infatti con la vita quotidiana all’interno dell’edificio. A seguire ha preso la parola Massimo Montemaranni, responsabile brevetti di Schnell, per presentare la rivoluzionaria macchina Spirex, una vera e propria rivoluzione nel campo della produzione di materiali antisismici. Spirex permette di ottenere una staffa a spirale continua, ovvero un pezzo unico di facile e veloce applicazione in cantiere. La macchina realizza le staffe nel pieno rispetto dei passi e delle indicazioni del progettista, allo stesso tempo il progettista ha la sicurezza del rispetto della messa in
opera in quanto si vanno ad annullare alcuni passaggi che erano condizionati da incontrollabili variabili umane. Nel corso dell’incontro sono intervenu-
ti anche Alfonso Vulcano dell’Università di Cosenza e Francesco Pallone di Mediolanum. Con loro sono stati toccati temi come gli aspetti ingegneristici per i quali queste nuove tecnologie sono state pensate e i vantaggi finanziari e fiscali nel caso di investimenti per il ripristino o la costruzione di edifici. Aspetti quest’ultimi divenuti ormai di primaria importanza per i tecnici del settore edile che debbono sapersi orientare e consigliare al meglio il cliente anche all’interno della giungla burocratica e degli incentivi.
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BIGMAT INTERNATIONAL TANTI PERCORSI UNA SOLA DESTINAZIONE: UN NUOVO CONCETTO DI PUNTO VENDITA BigMat in Europa pur senza dimenticare il suo core business cambia, con l’obiettivo di conquistare mercati e target di riferimento. Ospitata dalla splendida cornice di Granada, dal 21 al 24 novembre 2013, l’assemblea internazionale del Gruppo ha avuto questo comun denominatore, un week-end lungo nel quale ogni struttura BigMat nazionale ha esposto
la propria strategia per il futuro. Medesime finalità ma con approcci diversi per nazione sono l’ulteriore conferma della forza di questo Gruppo anche a livello internazionale. Percorrere strade diverse ma con un unico obiettivo è stato motivo di confronto ricco di spunti interessanti per lo sviluppo delle strategie di ogni paese. Cosi la filosofia di BigMat, fa del termi-
GRANAD Colloque Congreso Congresso Sympozium
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ne indipendenza uno dei capisaldi della propria identità, un punto di forza se orientato al continuo confronto. Molto indicativo il messaggio lanciato da BigMat Italia «modificare il nostro approccio nei confronti del mercato, significa passare da una politica di acquisto a una di vendita». Il punto vendita deve trasformarsi sempre più in un chiaro, aperto, libero e referenziato punto di appoggio nel quale qualsiasi soggetto della filiera edile possa trovare tutte le risposte alle sue esigenze. Ed ecco arrivare un altro concetto cardine ribadito soprattutto da BigMat Francia, ma con una soluzione già ipotizzata da BigMat Italia con i suoi format, ovvero la multispecializzazione. Rendere riconoscibile maggiormente l’insegna BigMat per comunicare ciò che è realmente – gruppo, indipendenza, sostenibilità e contatto umano – rappresenta uno dei cardini del punto vendita e della soddisfazione del cliente. Concetti comunque sottolineati da tutte le realtà nazionali. Un piano di trasformazione, quello francese, che si dovrebbe concludere nel 2017 con l’evoluzione del punto vendita che si trasformerà in un luogo di condivisione di saperi, con percorsi obbligati che guidino con chiarezza il cliente all’interno dell’ampia offerta di materiale e di informazione e con una sorta di accomodante piazza centrale nella quale sia possibile comunicare e costruire un rapporto umano e di fiducia tra rivenditore e cliente. Una soluzione che l’Italia sta adottando attraverso la trasformazione dei tracciati di alcuni punti vendita verso una miglior gestione viaria e la creazione di percorsi che guidino il cliente come avviene negli store. Se, come abbiamo visto la Francia, sta rivoluzionando punti vendita e strategia di comunicazione dell’insegna, il
BIGMAT INTERNATIONAL
Cino Zucchi con i finalisti italiani del ’13 BigMat International Architecture Award
Belgio si affiderà soprattutto a un importante investimento pubblicitario in televisione. La Spagna segna il suo cambiamento attraverso un accordo strategico con il Corte Inglés, la più grande catena di grandi magazzini dello stato iberico. Un accordo che permetterà all’insegna spagnola di entrare all’interno di questi negozi, molto affollati e declinati verso un target generalista privato, per promuovere l’offerta BigMat. L’idea è quella di sfruttare le opportunità e le potenzialità offerte dal colosso Bricor, catena spagnola di supermercati dedicati al bricolage e alla decorazione, appartenente al Corte Inglés. A differenza delle altre presentazioni nazionali i contenuti italiani sono stati introdotti da una precisa descrizione del panorama economico. Lina Mazzullo, direttrice di BigMat Italia, ha guidato la platea all’interno del nuovo scenario edile italiano dominato dalla ristrutturazione.
In un mercato strutturato tradizionalmente occorre puntare sull’innovazione tecnologica come BigMat VASS il tetto in legno hi-tech, l’esclusivo brevetto per la realizzazione di tetti in legno prefabbricati in azienda che «rappresenta forse l’unica novità del
mercato edile italiano», secondo Giovanni De Tommasi, amministratore delegato di BigMat Italia. L’intervento di BigMat Italia si è concluso infatti con la presentazione di questa rivoluzionaria tecnologia e ha suggerito all’uditorio l’importanza della comprensione delle esigenze attuali del mercato, in Italia ad esempio il legno copre il 30% del fatturato del settore edile, per un indotto di circa 4 miliardi. BigMat VASS permette di rispondere a queste attualie istanze con la sua tecnologia hi-tech. L’assemblea generale si è chiusa con la presentazione dei 15 progetti finalisti della prima edizione del ‘13 BigMat International Architecture Award che sono stati poi premiati nel corso della serata di Gala. Il Gran Premio è stato assegnato a Elishout Kitchen Tower Campus COOVI, ad Anderlecht (Bruxelles), progettato dallo studio belga Xaveer De Geyter Architects. Entusiasmo, coesione e atteggiamento positivo hanno accompagnato anche l’assemblea nazionale italiana, ingredienti fondamentali per permettere alle strategie presentate di raggiungere con successo i diversi obiettivi.
Claude Coutant Presidente di BigMat International
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