UP! n 37 - febbraio 2023

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n°37

Sesta edizione del BMIAA ‘23

Tutte le novità raccontate dal presidente di giuria Jesús Aparicio e dal giurato italiano Enrico Molteni

Costruire il Metaverso

Le nuove frontiere per l’architettura e l’edilizia

Il bagno sartoriale

L’interior designer

Andrea Castrignano progetta un concept bagno in esclusiva per BigMat

Speciale Tecnico

Come scegliere il cappotto termico

PROGETTARE IL FUTURO

AL METAVERSO, DALL’INTERIOR DESIGN AL GREEN, ECCO TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE PER IL 2023

DAL PREMIO INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA BIGMAT
MAGAZINE
FEBBRAIO 2023

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Siamo tempo prezioso, e spazio ricercato. Intensità dei momenti quotidiani, e stupore di quelli inaspettati. Aperti ai giorni che verranno. Custodi di quelli che non dimentichiamo. Radici nella terra, occhi ai cieli.

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PRODOTTI E SOLUZIONI PER COSTRUIRE E RISTRUTTURARE

BigMat è presente in Europa con oltre 950 punti vendita di materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare casa.

Direzione, Redazione, Abbonamenti e Amministrazione

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Direttore responsabile

Francesca Negri

Consulenza editoriale CommFabriK Srl

Hanno collaborato a questo numero

Andrea Castrignano, Alessandra Guzzi, Francesca Negri, Sergio Pesaresi, Michela Pesenti, Nicola Pisano e Carlo Vacca

Illustrazione in copertina a cura di Fabio Buonocore

Grafica e Impaginazione CommFabriK Srl

Registrazione

N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano

Stampa Industrie Grafiche Pacini

Via Gherardesca, 1 – 56121 Pisa Ospedaletto (PI)

Tiratura del presente numero: n. 7.400 copie

Responsabilità

La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati dalla rivista è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume la responsabilità nel caso si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume la responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori incorsi nella riproduzione sulla rivista.

Periodicità: quadrimestrale

Poste Italiane Spa – Sped in a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 – DCB Milano

Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Italia S.c.p.a. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.

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www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 3 14 È ORA DI DIGITALIZZARE L’EDILIZIA Il 2023 è l’anno in cui il settore delle costruzioni deve fare il grande salto verso il digitale 18 NUOVI CAM EDILIZIA Al centro l’efficenza energetica. Ecco cosa cambia per i materiali isolanti 36 RUBRICHE I prodotti provati per voi da BigMat e le voci dal mondo delle costruzioni 39 BIGMAT NEWS Notizie dal mondo BigMat: punti vendita, eventi e iniziative 6 TORNA IL BMIAA ’23 UN NUOVO FORMAT, UNA NUOVA CATEGORIA E UN NUOVO PREMIO 26 IL BAGNO SARTORIALE BY ANDREA CASTRIGNANO 10 COSTRUIRE IL METAVERSO DAL PREMIO INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA BIGMAT AL METAVERSO, DALL’INTERIOR DESIGN AL GREEN, ECCO TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE PER IL 2023 PROGETTARE IL FUTURO Sesta edizione del BMIAA ‘23 dal presidente di giuria Jesús Aparicio e dal giurato italiano Enrico Molteni Costruire il Metaverso Le nuove frontiere per l’architettura e l’edilizia Il bagno sartoriale L’interior designer Andrea Castrignano progetta un concept bagno in esclusiva per BigMat Speciale Tecnico Come scegliere cappotto termico n 37 n. 37 Febbraio 2023 30 IL CAPPOTTO TERMICO: PERCHÉ L’UNICA ENERGIA PULITA ED ECONOMICA È QUELLA NON CONSUMATA
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Il 2023 di BigMat: crescita e innovazione

Dalle novità del Premio Internazionale di Architettura ai nuovi progetti per le finiture

d’interni. BigMat si conferma partner di crescita per tutta la filiera delle costruzioni con uno sguardo alle innovazioni digitali e alla sostenibilità.

di Matteo Camillini, direttore di BigMat Italia e International

L’importante impulso nel comparto della ristrutturazione, nell’anno appena trascorso, ha caratterizzato il nostro settore così come il nostro Gruppo, che sta vivendo un momento di fondamentale crescita. Tale sviluppo è legato da un lato agli incentivi e ai bonus concessi e dall’altro al sistema Paese Italia che, malgrado le grandi incertezze dell’ultimo semestre connesse al contesto geopolitico, è riuscito ad avere una tenuta migliore di tanti Paesi europei. Questo nuovo anno parte con l’ormai “strutturale volatilità” con cui dobbiamo tutti imparare a fare i conti, sebbene sia atteso un rallentamento prevediamo che il contesto economico sarà abbastanza positivo nel nostro settore. Con rinnovata energia ed entusiasmo daremo, come sempre, il massimo in termini di servizio nei confronti dei clienti.

Nel 2013, dieci anni fa, celebravamo a Granada la premiazione della prima edizione biennale del Premio Internazionale di Architettura BigMat, battezzato da allora BigMat International Architecture Award (BMIAA). Quest’anno siamo giunti alla sesta edizione del premio, e ci sono grandi novità, che vi raccontiamo nell’articolo di apertura di questo nuovo numero di UP!. Questa edizione del BMIAA prosegue nel suo obiettivo di promuovere l’eccellenza architettonica, non solo delle grandi opere e degli interventi più prestigiosi, ma anche dei progetti di piccola scala, attraverso l’istituzione di una nuova categoria specifica che sottolinea ancor di più l’attenzione di BigMat alla sostenibilità ambientale e soprattutto urbana. Ci aspettiamo che la ristrutturazione svolga un ruolo proattivo per una maggiore diffusione e “democratizzazione” del buon costruire con case a impatto energetico sempre più ridotto, nell’interesse delle persone e del pianeta.

Il BMIAA ’23 saprà, quindi, raccontarci lo stato attuale dell’architettura europea e del mondo della progettazione, che negli ultimi tempi sta vivendo una fortissima evoluzione tecnologica.

In questo numero parliamo, infatti, anche delle nuove frontiere del Metaverso, che nella progettazione ha già alcune avanguardie. La velocità e l’innovazione corrono veloci e ciò che oggi sembra solo lambire la filiera delle costruzioni gradualmente (a volte anche repentinamente!) si estenderà a tutto il comparto, ad oggi i primi assaggi!

BigMat, come sapete, è composto da rivendite specializzate nella fornitura tecnica di materiali edili e da showroom d’interni; e proprio in questo ambito abbiamo lanciato, in occasione dell’annuale Fiera BigMarket a Firenze (momento di incontro e confronto dedicato al mondo dell’edilizia e delle finiture), una grande novità: si tratta di un concept per l’ambiente bagno, disegnato in esclusiva per noi dall’interior designer Andrea Castrignano, autore di “Cambio Casa, Cambio Vita! WEB” e testimonial del Gruppo BigMat. Una proposta di “bagno sartoriale” che interpreta l’abitare contemporaneo e che sarà disponibile nei nostri showroom dove il cliente – privato, architetto o artigiano/applicatore–potrà personalizzare e adattare il concept alle sue esigenze grazie al supporto di BigMat e HABIMAT.

Questo e molto altro, nelle prossime pagine di UP!

Editoriale www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 5

TORNA IL BMIAA ’23: NUOVO FORMAT, UNA NUOVA CATEGORIA E UN NUOVO PREMIO

Sempre più vicino al mondo dell’architettura in tutte le sue forme e dimensioni, dalla grande alla piccola scala: così si presenta la sesta edizione biennale del BigMat International Architecture

Award ’23 con una novità e la riconferma di un ruolo di prestigio tra i concorsi europei.

Già nell’edizione del 2021 – che ha segnato il record di quasi 1.000 progetti candidati – la sfida all’insegna del buon costruire si era configurata in una veste più innovativa per promuovere l’eccellenza architettonica, non solo delle grandi opere e degli interventi più prestigiosi ma anche dei progetti di piccola scala che contraddistinguono la nostra quotidianità.

Sulla scia di questo nuovo approccio, BigMat conferma per la sesta edizione del BMIAA ’23 l’attenzione per le opere di qualsiasi categoria e dimensione che sono state in grado di contribuire a ridisegnare il paesag-

gio costruito con spazi che trasmettono i valori di innovazione, sostenibilità, comfort, benessere abitativo ed efficienza energetica.

«Fin dal 2013, anno della prima edizione del premio, che da allora ha preso il nome di BMIAA, la sfida per il Gruppo BigMat è sempre stata valorizzare la progettazione, anello importante a monte della filiera delle costruzioni e dare un contributo e supporto alla qualità dei progetti architettonici – ricorda Matteo Camillini, direttore di BigMat e International –. In quanto distributori di materiali edili a livello europeo abbiamo sempre perseguito il buon costruire e abbiamo sempre creduto che realizzare progetti di qualità abbia un impatto positivo sulle persone e la società. Oggi questo messaggio, che è stato uno dei primi passi con cui BigMat ha iniziato a comunicare l’idea di responsabi-

6 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023 Premio Internazionale di Architettura
di Alessandra Guzzi

A dieci anni dalla prima edizione, il Premio Internazionale di Architettura BigMat si rinnova per valorizzare anche l’architettura di piccola scala.

Ne abbiamo parlato con il presidente di giuria, l’architetto Jesús Aparicio e il giurato italiano, l’architetto Enrico Molteni.

glio rappresentare il contesto architettonico europeo, la definizione “piccola scala” si è raffinata ulteriormente includendo le abitazioni unifamiliari (nuova costruzione o ristrutturate/ampliate) e i progetti residenziali su piccola scala con fino a un massimo di 12 unità residenziali e/o un massimo di 1.200 m2 costruiti totali. La giuria, composta da un parterre internazionale di

PREMIO IN BREVE

CHI PUÒ PARTECIPARE

Tutti gli architetti il cui domicilio professionale si trovi in uno dei sette Paesi dove è presente il marchio BigMat: Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna

QUALI OPERE CANDIDARE

Opere realizzate tra il primo gennaio 2019 e il primo gennaio 2023 in Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna

CATEGORIE

Architettura residenziale su piccola scala: abitazioni unifamiliari nuove, ampliate, ristrutturate e/o riabilitate o progetti residenziali su piccola scala con fino a un massimo di 12 unità residenziali e/o un massimo di 1.200 m2 costruiti totali; Grandi opere di Architettura: tutti gli interventi architettonici realizzati in ambiti diversi da quello dell’architettura residenziale su piccola scala.

lità d’impresa – quando ancora se ne parlava troppo poco – deve essere ancora più dirompente. Il Premio Internazionale di Architettura ha sempre espresso pienamente queste intenzioni, premiando progetti innovativi, di altissima qualità, sostenibilità, efficienza energetica e, non ultimo, bellezza»

LE NOVITÀ DEL BMIAA ’23

BigMat rimodula i riconoscimenti internazionali assegnati, con l’obiettivo di valorizzare parallelamente gli interventi di scala più imponente e l’edilizia di “tutti i giorni” a cui la rivendita è strettamente connessa.

Il BMIAA ’23, infatti, assegnerà quest’anno due Premi internazionali di Architettura: uno per i progetti della categoria “Architettura residenziale su piccola scala” e l’altro alla categoria “Grandi opere di architettura”. Per ampliare le possibilità di candidatura e me-

CERIMONIA DI PREMIAZIONE

17 novembre 2023 a Siviglia (Spagna)

COME ISCRIVERSI

www.architectureaward.bigmat.com

QUANDO ISCRIVERSI

Dal 18 gennaio al 27 aprile 2023

www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 7 Premio Internazionale di Architettura
IL

Premio Internazionale di Architettura

prestigiosa fama, individuerà una preselezione di 140 opere (10 per ogni Paese e categoria) e poi una rosa di 14 opere finaliste: 7 progetti di architettura residenziale su piccola scala e altri 7 appartenenti alle grandi opere di architettura. Tra questi verranno eletti un Premio Internazionale per la categoria Architettura residenziale su piccola scala e un Premio Internazionale per le Grandi opere di architettura, oltre ai dodici Premi Nazionali. I premi assegnati avranno un valore complessivo totale di 79.500 euro.

to e professore del dipartimento Architettura e Design Università degli Studi di Genova; David Van Severen (Belgio), architetto e fondatore di OFFICE Kersten Geers David Van Severen; Petr Janda (Repubblica Ceca e Slovacchia), architetto e fondatore di Brainwork; Gilles Delalex (Francia), architetto e dirigente di Muoto Architecture Studio; Nuno Brandão Costa (Portogallo), architetto e professore; Ángela García de Paredes (Spagna), architetto e fondatrice di Paredes Pedrosa Arquitectos, professoressa del dipartimento di Project Design dell’ETSAM di Madrid.

L’IMPORTANZA DELLA PICCOLA SCALA

Della novità del Gran Premio Internazionale per la categoria Architettura residenziale su piccola scala ha parlato proprio il presidente di giuria Jesús Aparicio, architetto e cattedratico dell’Università Politecnica di Madrid: «I motivi principali che ci hanno portato a creare questo nuovo riconoscimento sono stati tre: in primo luogo è un modo per chiarire che la qualità e la dimensione dell’opera architettonica non devono necessariamente andare di pari passo; in secondo luogo la grande maggioranza dei progetti che vengono realizzati negli studi di architettura europei sono di piccola scala, quindi includendo questa categoria entriamo più in sintonia con il lavoro predominante dell’architetto e, infine, sono proprio le opere di piccola scala a essere più spesso oggetto di supporto per i materiali da parte del Gruppo BigMat e il loro valore è indiscutibile». E proprio il valore delle opere architettoniche in gara sarà oggetto del lavoro della giuria come chiarisce il giurato italiano Enrico Molteni – architetto e professore del dipartimento Architettura e Design all’Università degli Studi di Genova – sottolineando le caratteristiche salienti delle due categorie del Gran Premio del BMIAA ’23. «È importante che siano edifici ragionevoli, pensati in modo serio in tutti gli aspetti e che nell’insieme abbiano un senso: rispetto al luogo, al tema, ai materiali e allo spirito della nostra epoca. Il valore di un lavoro, a qualsiasi scala, sta nella qualità dell’insieme».

Alla guida dei giurati sarà il presidente di giuria Jesús Aparicio, architetto e cattedratico dell’Università Politecnica di Madrid, e il segretario Jesús Donaire, architetto e professore associato dell’Università Politecnica di Madrid. I giurati, che avranno il compito di selezionare i vincitori, sono: Enrico Molteni (Italia), architet-

Anche la sostenibilità, declinata su più livelli, è uno dei must have dei candidati al BMIAA ’23 insieme alla funzionalità e all’estetica, come conferma l’architetto italiano: «La sostenibilità economica mi sembra sia un aspetto che debba appartenere al nostro mondo e al nostro modo di fare; ritengo necessario che un edificio di valore corrisponda al suo scopo e funzioni, e per funzione intendo alludere anche alla bellezza, che è la funzione ultima e universale dell’architettura».

Qualità è quindi la parola d’ordine del Premio Internazionale di Architettura BigMat, e per Molteni l’architettura di oggi è caratterizzata da una maggior qualità diffusa:

8 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023
I PREMI DEL BMIAA ’23 30.000 EURO 1.500 EURO CATEGORIA ARCHITETTURA RESIDENZIALE SU PICCOLA SCALA 1 PREMIO INTERNAZIONALE BMIAA ’23 6 PREMI NAZIONALI BMIAA ’23 30.000 EURO 1.500 EURO CATEGORIA GRANDI OPERE DI ARCHITETTURA 1 PREMIO INTERNAZIONALE BMIAA ’23 6 PREMI NAZIONALI BMIAA ’23 1.500 EURO CATEGORIA PREMIO GIOVANI MENZIONE SPECIALE GIOVANI ARCHITETTI BMIAA ’23
Jesús Aparicio

«Molti più architetti sono oggi capaci di proporre opere di valore e siamo sempre più spesso di fronte a edifici che esprimono un’alta competenza. Difficile fare paragoni e dire se oggi esistano dei “capolavori” come in passato, di certo molti ambiscono a realizzare opere degne di questo titolo, confermando l’idea che l’architettura possiede ancora un ruolo fondamentale».

IL RUOLO DELL’ARCHITETTO OGGI

Ma in che direzione sta andando l’architettura europea di grande e piccola scala? Cosa vorremmo vedere dai candidati di questa edizione? «Si potrebbe dire che l’architettura di grande scala cerca la serializzazione ed è solitamente supportata da una produzione industriale, a livello sia progettuale sia costruttivo, di grandi studi e di grandi imprese di costruzione con un processo di acquisto dei materiali gestito in modo prevalente con i produttori – spiega Aparicio – e in questa tipologia di architettura prevalgono i criteri di efficienza e redditività. L’architettura su piccola scala rende invece più facile combinare l’edilizia industriale con l’artigianalità, e l’utente finale è spesso direttamente coinvolto nel processo architettonico. Da un altro punto di vista le opere di piccola scala puntano più al recupero dell’esistente mentre la grande scala è solitamente occasione per promuovere l’innovazione tecnologica. Auspichiamo di vedere nell’architettura europea uno sviluppo in una direzione che combini questi due aspetti».

Il BMIAA ’23, come cartina torna sole dell’architettura, saprà quindi raccontarci come sta l’architettura europea e quali sono le sue peculiarità, ed è questo uno degli aspetti più significativi del premio che BigMat ha fortemente portato avanti, soprattutto in Italia dove la partecipazione degli architetti è sempre stata altissima, a riprova dell’ottimo dialogo tra distribuzione di materiali e progettazione. Ne è convito anche l’architetto Molteni: «Ritengo importantissimo per l’architettura italiana essere parte di questo premio, come di pochi altri a livello internazionale, perché è vitale confrontarsi con i migliori e ambire a riconoscimenti di questo livello. Questo premio può inoltre dare luce al lavoro dei migliori architetti italiani comunicando, al di fuori del mondo dell’architettura, che la qualità degli edifici dipende ancora principalmente dai progettisti. Dico questo perché la nuova legge sugli appalti pubblici interpreta un sentire comune che vede l’architetto come qualcosa di dannoso, da eliminare (cosa in parte anche vera, ahimè). Secondo questa legge, che avrà un impatto su tutta l’architettura pubblica italiana, è meglio che il progetto sia nelle mani delle imprese piuttosto che in quelle degli architetti. Questo premio di BigMat può essere utile anche per dimostrare il contrario».

LE NUOVE FRONTIERE DELLA PROGETTAZIONE

Il BMIAA è attento a ogni tendenza ed evoluzione dell’architettura a 360 gradi. In questi anni si stanno affermando nuovi modi di fare architettura grazie all’innovazione tecnologica. Cambiano gli strumenti della “prima arte” e tra le evoluzioni più discusse degli ultimi tempi troviamo il Metaverso. BigMat e il BMIAA, in quanto partner di architetti e progettisti, si stanno interrogando su questi temi, ma quali applicazioni potrà avere il Metaverso nella progettazione?

Il punto di vista di Aparicio su questo tema è inequivocabile: «Il Metaverso è leggerezza virtuale ed evasiva del vedere, mentre l’architettura è gravità e realtà». Raccontando della sua esperienza con la progettazione su Second Life (un mondo virtuale online lanciato 2003 dalla società statunitense Linden Lab), l’architetto spagnolo sottolinea che «è un mondo virtuale che si mescola al mondo reale, ma senza la responsabilità che esiste in esso». La domanda che sorge è però, secondo Aparicio, in che modo la vita reale sia diversa da Second Life: «Dal punto di vista etico la vita reale esige una responsabilità reale da parte di chi compie le azioni, nella vita virtuale questa responsabilità non esiste; dal punto di vista percettivo la vita reale è ricca di sensazioni (olfatto, gusto, udito, tatto e vista) e la vita virtuale si riduce alla percezione visiva attraverso un piano; dal punto di vista esistenziale, un aspetto centrale, la realtà esiste nel nostro mondo dove si combinano il caso, l’imponderabile, l’ineffabile, l’ignoto nell’uomo, nella sua corporeità e nel suo spirito. Nell’uomo c’è l’emozione, la nascita, la morte, l’amore. Il mondo virtuale si manifesta disinibito dalla responsabilità della realtà e senza forza».

Molteni, più ottimista, vede nuove opportunità nello scenario virtuale dell’architettura, che però va interpretato nel modo corretto.

Più che il Metaverso, l’architetto italiano crede che sarà l’intelligenza artificiale applicata al progetto a modificare l’architettura, ma non sappiamo ancora in quale direzione: «Se in passato le grandi evoluzioni si sono verificate rispetto a nuovi sistemi costruttivi, oggi la computazione e il processo di prompt-draft (bozza immediata, ndr) attraverso l’uso di software, tra cui ad esempio Dall-E 2, Stable Diffusion, Craiyn e Midjourney, è in grado di produrre delle proposte progettuali molto diverse. Si tratta per ora di forme apparentemente spontanee, fuori dalla geometria ortogonale e, al di là di un giudizio di valore estetico, mi piacerebbe pensare che l’uso di questi processi computazionali possa generare soluzioni più ragionevoli, più adeguate agli scopi e più sostenibili economicamente di quanto finora si veda. In architettura l’evoluzione tecnologica, oggi vista come l’unica salvezza del mondo intero, non produce valore di per sé: quello che qualifica il nostro lavoro è sempre e unicamente il “come”».

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Enrico Molteni
Premio Internazionale di Architettura

COSTRUIRE IL METAVERSO

Anche il mondo virtuale ha bisogno di architetture Case, ponti, palazzi, uffici, ristoranti, piazze. Benvenuti nel Metaverso, un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da avatar: un passo avanti rispetto alla realtà virtuale.

Qual è il valore aggiunto del Metaverso, rispetto a uscire e interagire con altre persone fisiche? Il valore di vivere le esperienze dal vivo è sicuramente impareggiabile, rispetto a osservarle da uno schermo o un visore. D’altro canto, avere la possibilità di poter partecipare a eventi internazionali e interfacciarsi con un pubblico più vasto, senza spese e dispendio di tempo per viaggi e pernottamenti, è un’alternativa che vale prendere in considerazione.

Se nel mondo reale l’architettura gioca un ruolo fondamentale nel plasmare spazi pubblici e privati che siano funzionali e con un proprio valore artistico, anche gli edi-

fici del Metaverso sono, o saranno, centri di socialità e per questo necessitano di un’attenta progettazione che però si trova a potersi esprimere in un contesto totalmente privo di norme urbanistiche e burocrazia. In questo senso il Metaverso rappresenta forse l’apoteosi dell’architettura della pura sensazione, un parco giochi per il progettista che non deve più preoccuparsi della fattibilità e dei costi dei propri progetti, concentrandosi solo sul suo valore.

L’avvento e diffusione della modellazione tridimensionale ha segnato un primo punto di svolta nella progettazione, consentendo di acquisire maggiore controllo e consapevolezza della forma e dei volumi del progetto, rispetto all’utilizzo del CAD. Poi è arrivata la diffusione della metodologia BIM, che ha rappresentato un ulteriore importante cambiamento che ha introdotto la modellazione non

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Cosa è e perché il futuro di architettura ed edilizia si giocherà anche – se non soprattutto – in un mondo virtuale parallelo.

più solo geometrica, bensì anche informativa dell’edificio, consentendo anche di prevederne il comportamento e le possibili criticità, per intervenire e ottimizzare la manutenzione o risolvere le diverse situazioni che si possono presentare.

Oggi il Metaverso è l’ulteriore passo che eleverà il modello digitale a vero e proprio edificio con funzioni e utilità per il pubblico che lo visiterà

Una svolta che potrà, ad esempio, dare valore a tanta “architettura di carta” che, per infinite ragioni,non è passata dal disegno alla realtà. Un mercato dove si potranno offrire servizi scalabili, soluzioni che possono essere usufruite da milioni di utenti. Un’utopia, insomma, ma senza i vincoli del mondo fisico.

Un altro mondo che potrebbe – il condizionale è d’obbligo – avere un valore ancora oggi inquantificabile. Considerando la miriade di casi d’uso incentrati sui consumatori e sulle aziende che il Metaverso potrebbe soddisfare, un rapporto della società internazionale di consulenza manageriale McKinsey & Company evidenzia il potenziale della tecnologia di generare un valore fino a 5.000 miliardi di dollari entro il 2030

COSTRUIRE NEL METAVERSO

È chiaro quindi come il Metaverso abbia bisogno di architetture per esistere e svilupparsi e per questo il real estate è un settore in forte crescita in alcuni dei principali metaversi, dove privati e aziende si contendono appezzamenti per cifre che vanno da diverse migliaia a milioni di dollari, pagandoli in cripto-valute come Ethereum. Il terreno così acquistato può essere edificato per poter svolgere le proprie attività, oppure affittato o persino lasciato intoccato nella speranza che aumenti il suo valore.

Nuove frontiere

Ad esempio, Pini Group – società che opera nell’ambito dell’ingegneria multinazionale – ha dato vita al progetto Helmallery in Decentraland, mondo della realtà virtuale del metaverso creato da Ethereum. Grazie alla collaborazione con Helm, Pini Group ha sviluppato un edificio multipiano in uno dei principali metaversi ad oggi esistenti che ospiterà gli NFT delle opere di alcuni artisti di fama internazionale, come lo svizzero Silvano Repetto e la street artist Chiara Capobianco. Ma gli ambiti di intervento dell’architettura sono infiniti. A partire dagli spazi di lavoro virtuali: l’evoluzione delle tecnologie dell’identità, il lavoro agile e le call conference.

Tutte tecnologie e soluzioni di comunicazione e lavoro che conosciamo bene e che trovano nella virtualità la sintesi più efficace, e i grandi player di questo mercato stanno già offrendo all’interesse di pubblico e aziende scenari e prodotti. Se mai ci sarà un booster per il Metaverso, sarà ancora una volta l’office automation ad aprire la strada, come per il web. Pensiamo poi a tutto quello che c’è da costruire per favorire il turismo virtuale, perché viaggiare virtualmente non è “viaggiare per finta”, è uno strumento in più per costruirsi un’opinione e sperimentare un’offerta prima di acquistarla.

Lo stesso vale per la città virtuale: la geolocalizzazione e la combinazione di reale e virtuale sono tra gli ambiti più promettenti.

Basti pensare a una delle città più all’avanguardia come Seoul che ha appena lanciato il suo progetto Metaverse Seoul attraverso il quale i residenti della capitale sudcoreana possono accedere ai servizi della città in un ambiente virtuale in cui visitare molte delle attrazioni, accedere a documenti ufficiali, presentare reclami e porre domande sulle tasse municipali.

Helmallery | L’edificio multipiano sviluppato in DecentraLand da Pini Group in partnership con HELM

Le società immobiliari impegnate nella compravendita di immobili virtuali hanno già sfiorato cifre vicine ai 500 milioni di dollari solo nel 2021, e contano di raddoppiarlo entro la fine dell’anno. Gli analisti ci dicono chiaramente che questo è un mercato con rischi ancora molto alti e, di conseguenza, guadagni altrettanto impressionanti. Ma la cosa più interessante è l’apprezzamento che il Metaverso inizia a suscitare tra i grandi attori del settore delle costruzioni.

Ma come si compra o si costruisce nel Metaverso? La struttura di questi mondi virtuali condivisi è molto simile alla realtà: esiste un registro decentralizzato delle proprietà terriere, un protocollo per descrivere ciascun appezzamento di terra e una rete di compravendita attraverso la quale passare per le transizioni economiche. Ciascun utente ha un proprio avatar dotato di un portafoglio con il quale acquistare oggetti o, ad esempio, commissionare la costruzione di una casa.

La differenza sostanziale con il mondo reale è proprio l’inesistenza di limiti alla creatività, senza vincoli dettati dalla sicurezza o dal budget

Tuttavia, in molti sostengono che le costruzioni che riceveranno maggiore apprezzamento nel Metaverso, per quanto fantasiose, saranno proprio quelle riconoscibili come reali.

Occorre qualche spunto di cybergeografia per comprendere ancora meglio l’importanza dell’architettura nel Metaverso. La cybergeografia comprende una vasta gamma di fenomeni geografici, dallo studio dell’infrastruttura fisica, dei flussi di traffico, della demografia delle nuove comunità del cyberspazio, ai mondi virtuali sociali. Lo studio della percezione e visualizzazione di questi spazi digitali è fondamentale da esaminare per i potenziali impatti delle tecnologie del cyberspazio sullo spazio reale. «Nel metaverso è inutile copiare la realtà. Bisogna riuscire a proporre qualcosa di potenzialmente dirompente», afferma Ingrid Paoletti, professore associato di Architectural Technology e vicepresidente della

Fondazione Politecnico di Milano. Il ruolo dei designer nel Metaverso sarà duplice: «Da un lato potranno contribuire a costruire visioni, immaginando spazi che possano sollecitare l’utente, creando alternative in 3D con scenari immersivi, diversi dagli attuali render futuristici – spiega la Paoletti – poi si potranno anche mescolare generi diversi e creare linguaggi nuovi per immaginarsi la città del futuro. Il Metaverso, poi, è lo spazio ideale per dei test sui materiali che nella realtà richiederebbero molto tempo. Si pensi a blocchi di vetro morbidi, a elementi verdi che producono energia, a superfici che cambiano a seconda di come le si tocca o modificano la temperatura al tatto».

I PRIMI MASTER PER ARCHITETTI E INGEGNERI DEL METAVERSO

Architettare e ingegnerizzare il Metaverso non significa solo progettare negozi, uffici, case e locali, significa soprattutto dare forma a qualcosa che non c’è ancora, disegnare il futuro a partire dall’idea di interazione virtuale e dalla possibilità di estendere le esperienze tra il fisico e il virtuale. “Material Balance Design. Tecniche digitali e innovazioni circolari in architettura” del Politecnico di Milano e il master in Architettura Digitale (MADI) dell’Università Iuav di Venezia, annuale e di secondo livello, sono i due più interessanti corsi che offrono gli strumenti digitali per progettare, verificare, comunicare il progetto in modo digital, anche nel Metaverso. I moduli trattano di modellazione poligonale e parametrica, rendering tradizionale e in real time, post-produzione, video animazione, scansioni 3D e realtà virtuale e immersiva.

E poi c’è il capitolo colore. Capofila dello sbarco di questo settore nel Metaverso non poteva che essere Pantone, azienda statunitense che si occupa principalmente di tecnologie per la grafica, della catalogazione dei colori

LE AZIENDE NEL METAVERSO

25% 33% 37% 21% 5%

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Nuove frontiere
Ha obiettivo di selling virtuale (NFT, prodotti), la maggior parte dei quali ha presenza stabile sulle piattaforme Promuove il proprio brand e allarga la customer base Lancia nuovi prodotti tramite campagne e spot Promuove articoli già in commercio Ha sviluppato soluzioni proprie, senza fare leva su piattaforme esistenti Fonte | Report McKinsey & Co., Digital twins: The foundation of the enterprise metaverse, ottobre 2022

e della produzione del sistema di identificazione di questi ultimi. Noto come Pantone Matching System (PMS), è divenuto la norma internazionale per quanto riguarda la grafica ed è utilizzato anche per la gestione dei colori nell’industria e nella chimica. Pantone ogni anno lancia il colore che sarà al centro dei 12 mesi successivi: per il 2023 è stato scelto il Viva Magenta «una tonalità rosso carminio con sfumature violacee, classica, forte e originale insieme, un colore non convenzionale per un tempo non convenzionale», commenta Laurie Pressman, vicepresidente del Pantone Color Institute. Una miscela artificiale e naturale insieme che «evidenzia il nostro cambio di prospettiva, che mette in luce il nostro bisogno di sentirci più attivi e che infonde quella forza necessaria per poter abbracciare con coraggio, positivamente e senza paura un nuovo percorso». E proprio il colore Pantone 2023 è sbarcato nel Metaverso: «Per incarnare lo spirito di Viva Magenta – afferma Pressman – abbiamo intrapreso un nuovo approccio di creatività collettiva con i nostri partner, la tecnologia e l’esperienza di Pantone nella teoria del colore per curare una nuova interpretazione del Pantone Color of the Year, che ha portato alla creazione del Viva Magentaverse, un universo di colori inaspettato ed emozionante che non vediamo l’ora di condividere». Magentaverse è un’esperienza immersiva e multimediale fruibile dal pubblico creata in collaborazione con Huge, partner creativo di Pantone, e con Artechouse, leader nelle tecnologie multimediali: un esperimento di design che esplora le relazioni tra nuove tecnologie e creatività umana. Grazie allo strumento generativo di Intelligenza Artificiale text-to-image Midjourney, il team ha sviluppato un progetto immersivo, ora in mostra ad Artechouse Miami, per esplorare Viva Magenta e le sue connessioni tra natura e tecnologia attraverso delle stanze con diverse trame e modelli di interazione, nelle quali il pubblico potrà immergersi in una serie di esperienze multisensoriali.

COME SI ENTRA NEL METAVERSO

Le porte del Metaverso sono accessibili a chiunque. Servono solo un computer o uno smartphone, una connessione internet per poter interagire con il mondo del web, un account su una delle piattaforme del mondo virtuale Metaverso ed eventualmente, per rendere l’esperienza più immersiva, un visore di realtà aumentata. Le piattaforme più famose per entrare nel Metaverso sono tre. Decentraland, definita come la Manhattan dell’Ottocento, è un mondo della realtà virtuale del Metaverso creato da Ethereum. In questo universo virtuale gli utenti una volta iscritti possono creare edifici virtuali, case, parchi e far pagare agli altri la visita; tutti gli elementi virtuali di Decentraland possono essere acquistati con una criptovaluta chiamata MANA. Su Decentraland, per esempio, è stato ospitato anche un festival musicale con Paris Hilton ed entrare nel Metaverso Decentraland è facilissimo: basta andare su sito, creare un account con il proprio avatar e iniziare l’esplorazione.

Sandbox è il metaverso virtuale diventato popolare da quando ha annunciato la sua partneship con Meta di Mark Zuckerberg, il creatore di Facebook. I suoi avatar hanno uno stile visivo a blocchi come Minecraft e possono costruire, possedere e monetizzare utilizzando NFT e SAND. La piattaforma Sandbox non è ancora disponibile ma in attesa si può visitare il sito e interagire con la community. Stageverse è la nuova piattaforma virtuale per esperienze immersive che ha debuttato al concerto dei Muse e consente agli utenti di assistere a spettacoli attraverso filmati 3D a 360 gradi ed effetti speciali. È possibile accedere a Stageverse attraverso l’app Oculus Quest per dispositivi iOS e Android.

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Magentaverse | L’esperienza immersiva nella mostra ideata da Artechouse e Pantone a Miami Beach © Artechouse Studio

È ORA DI DIGITALIZZARE L’EDILIZIA

Il 2023 è l’anno in cui anche il settore delle costruzioni deve fare il grande salto verso un concetto di omnicanalità che non può non passare per la sua digitalizzazione. Anche grazie allo standard di listini elettronici DPrice, destinato a rivoluzionare il mercato.

Le abitudini dei consumatori cambiano e il 2023 ne darà conferma. Secondo l’indagine di Netcomm, in collaborazione con Statista, nel 2023 due terzi della popolazione italiana comprerà (anche) online. Un dato che dimostra la repentina evoluzione delle abitudini dei consumatori, la cui esperienza di acquisto mira a divenire sempre più ibrida, a riprova dell’insensata opposizione tra online e offline. Se questa sarà l’attitudine dei consumatori, quali sono le posizioni adottate dalle aziende oggi?

Secondo NetworkDigital 360 (network dedicato ai temi della trasformazione digitale e dell’innovazione imprenditoriale) più che in una condizione di perfetta interazione tra digitale e fisico, attualmente le imprese italiane di quasi tutti i settori si trovano in una fase intermedia nello sviluppo della omnicanalità: tendono sì a utilizzare più canali per vendere i propri prodotti, ma non hanno ancora sviluppato appieno il potenziale che le tecnologie mettono a disposizione per avere una visione unica del cliente per migliorarne l’esperienza di acquisto nonché la personalizzazione del servizio e del prodotto. Per tenere il passo con gli altri Paesi europei ciò che viene richiesto al mercato e alle imprese italiane è un cambio di prospettiva: il commercio digitale è un’industria a tutti gli effetti e come tale va concepita. Tuttavia, rispetto al resto d’Europa, il nostro Paese deve ancora recuperare il suo ritardo, non essendo ancora in grado di offrire ai propri clienti un’esperienza di acquisto unica e personalizzata. Ne deriva che un ruolo fondamentale nel futuro del retail sarà sempre più giocato dalla capacità di in-

tegrare al meglio canali digitali e fisici, in un’ottica omnicanale vincente. Questa la prospettiva evidenziata dai vari lockdown imposti dalla pandemia: appena possibile i clienti sono tornati nei punti vendita alla ricerca di una shopping experience reale, dopo, tuttavia, un primo passaggio online, verificando la disponibilità di un prodotto attraverso l’app o eseguendo una ricerca sul sito web del rivenditore.

In questo senso, tuttavia, i dati DESI (Indice dell’economia e della società digitale) 2022 rappresentano un campanello d’allarme: l’Italia registra competenze digitali di base e avanzate molto basse, se paragonate alla media europea. Basti pensare che l’attività di vendita online è adottata soltanto dal 13% delle piccole e medie imprese italiane, rispetto a una media europea del 18%.

«È chiaro che ci troviamo a esplorare una nuova fase e stadio dell’eCommerce – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm – in cui i canali digitali si sono consolidati come abitudine di consumo fondamentale per 33,3 milioni di persone. Ma va anche osservato che se la pandemia ha dato una spinta enorme all’eCommerce, è anche vero che ha sdoganato gli acquisti multicanale, con un italiano su quattro che dichiara di aver comprato sia online sia nei negozi fisici da una stessa insegna».

Nel 2022 l’eCommerce di prodotto ha continuato la propria corsa per un valore di acquisti online pari a 48,1 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021) come afferma Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C: «L’andamento del

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mercato è frutto di due dinamiche differenti. Gli acquisti di prodotto continuano a crescere, sebbene con un ritmo più contenuto (+8%) rispetto a quello del 2021 (+18%), e toccano i 33,2 miliardi di euro. Gli acquisti di servizi, invece, portano a termine il percorso di ripresa (+59%) e raggiungono i 14,9 miliardi di euro».

FISICO E ONLINE, NON CI SONO PIÙ CONFINI

Al di là di questi continui, seppur lievi, cambiamenti di equilibrio tra online e offline, si riduce progressivamente lo spazio del retail “solo fisico” così come di quello “solo online” a vantaggio di modelli che sappiano coniugare i punti di forza delle diverse alternative.

Da una parte, i retailer ripensano il negozio in ottica omnicanale tra chioschi digitali in store per abilitare l’acquisto online di articoli non disponibili a scaffale, punti vendita che svolgono la funzione di magazzino per l’evasione degli ordini eCommerce e formule di click&collect presso i magazzini in origine dedicati al solo eCommerce. Dall’altra parte, le dot com si avvicinano sempre più al mondo offline sia tramite progetti sperimentali, come pop-up store (negozi temporanei) presenti all’interno di spazi o in nodi strategici delle città, sia attraverso investimenti più strutturati nella rete fisica (ad esempio i flagshipstore, punti vendita creati dai brand). Una ricerca sempre di Netcomm, in collaborazione con Diennea, ha indagato l’attitudine comportamentale nei processi di acquisto del consumatore, sia online sia offline, rilevando che e-mail, sms e notifiche via app rappresentano lo strumento più efficace per raggiungere

il cliente e fargli fare il primo passo nel processo d’acquisto: il 22% degli acquisti online sono diretta conseguenza di questo strumento di marketing. La ricerca ha preso come base di riferimento un panel di 38,9 milioni di individui di almeno 15 anni di età, residenti su tutto il territorio nazionale e rappresentante il segmento di popolazione che si connette alla rete con regolarità almeno una volta alla settimana.

Il punto vendita fisico mantiene la sua efficacia: la visita in negozio è decisiva per il 18,4% degli acquisti. Seguono i consigli e il passaparola (16,4%), mentre la pubblicità si attesta al quarto posto, generando l’11% degli acquisti. Il ruolo del negozio fisico si conferma fondamentale nel processo decisionale del consumatore, anche per quanto riguarda i beni e i servizi acquistati online.

L’analisi di Netcomm mette, inoltre, in evidenza quali sono gli strumenti più utilizzati dai clienti per ottenere maggiori informazioni sul prodotto, dopo essere stati raggiunti dai primi strumenti di direct marketing. Sono tutti online i primi tre touchpoint più utilizzati dai consumatori: al primo posto i motori di ricerca (19%), seguono il sito del brand stesso (17,3%) e i siti di comparatori di prezzi (17,1%).

«Oggi il concetto di commercio elettronico sta perdendo di significato, lasciando spazio a quello del commercio digitale, che tiene conto di tutte le trasformazioni avvenute e ancora in atto nel processo di acquisto dei consumatori – commenta il presidente di Netcomm –. Se l’eCommerce così come lo si concepiva fino a qualche anno fa sta cambiando, infatti, è perché a cambiare

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39,2% ONE STOP SHOP

Per questo profilo di consumatore, l’acquisto online è la risposta a un bisogno e non è preceduto da un percorso di orientamento, né offline né online.

7,7%

I STICK TO THE OFFLINE

Sono quelli che utilizzano con disinvoltura i touchpoint digitali per orientarsi nei loro acquisti offline.

13,1%

DON CHISCIOTTE

Ha un percorso di orientamento articolato e prevalentemente online, molto influenzato dagli altri utenti e dalle recensioni.

12,8%

ONLINE, NO GRAZIE

Sono quelli che acquistano solo in negozio, mai online. L’acquisto non è quasi mai preceduto da un processo di orientamento e informazione ed è “immune” a stimoli push.

7,7%

SOCIAL FIRST

Il percorso di acquisto di questi utenti, sensibili ai trigger online e offline, è particolarmente influenzato dalle recensioni e dalle opinioni di amici e influencer.

6,7%

ONLINE, BUT I NEED TO SEE IT

La customer journey di questi utenti avviene prevalentemente offline, anche se i social fanno eccezione. Sono sensibili ai trigger, ma prima dell’acquisto online necessitano di vedere fisicamente il prodotto in negozio.

GLI 8 TIPI DI CONSUMATORE DIGITALE

Sulla base di tre dimensioni del comportamento di acquisto, ossia i touchpoint utilizzati, i trigger e il canale con cui si è finalizzato l’acquisto (online/offline), sono state individuati 8 cluster differenti di consumatore.

9,5%

DA INFLUENCER A INFLUENCEABLE

Per questo tipo di consumatore, sia l’acquisto sia il processo di orientamento avviene prevalentemente tramite canali offline e media tradizionali, ed è molto attento al parere degli “esperti”.

3,1%

INFORMIVORI

Sono i consumatori molto sensibili ai trigger, il cui percorso di orientamento è molto articolato e prevede l’attivazione di tutti i touchpoint possibili sia online sia offline.

è stato in primis il consumatore: basti pensare che la distinzione stessa tra acquisto in un punto fisico od online non esiste nemmeno più tra i Millennials (nati tra il 1981 e il 1996, ndr) o la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012, ndr). I consumatori oggi si aspettano, online e offline (sempre che la divisione abbia ancora senso di esistere), esattamente gli stessi servizi e lo stesso tipo di esperienza».

IL RUOLO DEI TOUCHPOINT

Dall’analisi emerge come il customer journey degli acquisti online sia mediamente più articolato rispetto al percorso di acquisto che viene sviluppato per il canale offline, se rapportato alle stesse categorie merceologiche. Prima di procedere con un acquisto online, infatti, i consumatori attivano in media 1,6 touchpoint, un numero che per gli acquisti offline si attesta intorno allo 0,9.

Si tratta di un dato particolarmente rilevante per i retailer, che devono tenere in considerazione l’importanza dei canali che controllano: dai siti web ai canali social, ai blog e i forum, tutti strumenti strategici per entrare in contatto con il consumatore digitale. Dalla ricerca emerge, infine, che l’80% degli utenti online, prima di procedere all’acquisto, ha seguito un per-

corso completo di customer journey informandosi, documentandosi e facendo delle comparazioni prima di comprare.

Le aziende devono perciò sviluppare una strategia di accompagnamento del consumatore nel suo percorso di acquisto, in cui la personalizzazione della relazione sta diventando una delle chiavi per il successo delle proprie azioni di marketing.

DIGITALIZZARE L’EDILIZIA:

LA SFIDA DEI LISTINI DIGITALI

Appare chiaro come anche per la filiera dell’edilizia sia il momento di fare il grande salto nell’omnicanalità e, quindi, nella digitalizzazione che può rendere più competitive le rivendite edili efficientando tutti quei processi che spesso creano un collo di bottiglia nella filiera, come accaduto negli ultimi tempi con i continui aggiornamenti dei listini prezzi.

La fluttuazione dei prezzi dei materiali e i conseguenti aumenti di listino che si sono riversati a pioggia sulla distribuzione edile hanno evidenziato la necessità di risolvere il problema di comunicazione tra produzione, distribuzione e cliente.

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Esempio di innovazione digitale in questo ambito è sicuramente DPrice, lo standard per la digitalizzazione dei listini prezzi dell’edilizia

Quotidianamente i 12mila rivenditori italiani di prodotti edili consultano i listini-prezzi di centinaia di aziende, sfogliano tabelle e scorrono pdf. Niente di più lento, inefficiente e a costante rischio di errore. In un mondo orientato alla digitalizzazione, questo è il passato. Il progetto DPrice nasce quindi dallo studio congiunto di Sercomated ed Edilportal, insieme alla sua partecipata Archiseller, società promotrici del progetto. Alla base del progetto c’è la volontà di creare uno standard per la digitalizzazione dei listini prezzi che permetterà a produzione e distribuzione di dialogare con rapidità e precisione. DPrice fornisce un linguaggio comune per lo scambio dei dati e delle informazioni, è uno standard per il mercato e uno strumento indispensabile per la competitività delle aziende del settore edile. Anche BigMat ha voluto, e sostiene, DPrice chiedendo ai suoi fornitori di digitalizzare, tramite la piattaforma, tutti i loro listini. Un processo, questo della digitalizzazione dei listini, che arriva in edilizia forte di esperienze in altri settori contingenti come quello dei materiali elettrici, che nel 1993 ha visto fondare Metel, acronimo di Materiale Elettrico Telematico, con l’obiettivo di offrire al mercato la standardizzazione delle procedure di creazione e gestione dei documenti legati al ciclo dell’ordine. Metel da anni è lo standard di filiera, che propone sistemi di integrazione con tutti i gestionali e i formati sul mercato, gestione della fatturazione elettronica B2B. Oggi è arrivato il momento che anche l’edilizia abbia il suo standard e molteplici saranno i vantaggi derivanti dall’adozione di DPrice.

◼ Maggiore efficienza: grazie a questo progetto No Data Entry, il processo di inserimento di dati nei gestionali di produzione e distribuzione edile verrà ridotto ai minimi termini, con un immediato incremento dell’efficienza. Si sarà più produttivi in un minor tempo e si ridurrà il time-to-market.

◼ Maggiore competitività: la digitalizzazione aziendale è un obbligo in un mercato della distribuzione fortemente concorrenziale. Incrementare la competitività è una delle peculiarità della transizione digitale.

◼ Risparmio sui costi: l’impiego di uno strumento facilitatore come quello dei listini prezzi digitalizzati determina un’immediata e sicura economia di scala capace di generare un risparmio quantificabile sui costi di gestione.

◼ Customer-satisfaction: le nuove tecnologie, come la digitalizzazione dei listini prezzi, pongono i dati e le informazioni al centro, consentendo di porre al primo posto l’attenzione per i clienti e offrire loro un servizio migliore.

◼ Filiera produttiva migliore: grazie all’adozione dei listini prezzi digitalizzati si potrà ottimizzare l’intera supply-chain e accelerare l’ottimizzazione della gestione per garantire un dialogo migliore nella filiera e una maggiore velocità di risposta alle richieste dei clienti.

LA DIGITALIZZAZIONE PER BIGMAT

La digitalizzazione delle procedure, la semplificazione dei processi, un attento controllo di gestione, l’utilizzo di canali digitali per interagire con il pubblico, l’eCommerce come canale di vendita aggiuntivo e parallelo Questi sono gli assi portanti della digitalizzazione per il Gruppo BigMat, che da anni prosegue il suo percorso in supporto ai soci con progetti centralizzati che lasciano sempre il controllo del business al singolo punto vendita. Per contattare il cliente è sempre più importante il supporto di una comunicazione digitale e social, puntuale e soprattutto geolocalizzata, che rimanda al punto vendita più vicino.

Principe di questi strumenti è il sistema di Presence Management su Google MAPS del Gruppo, implementato ormai sei anni fa insieme al team di BigMat International, che è a disposizione gratuita dei soci BigMat e conta oggi più di 2 milioni di visualizzazioni al mese solo in Italia (dati 2022).

Per la promozione e la presenza sulla SERP di Google, dei siti degli associati, la Centrale BigMat acquista annualmente su Google Ads centinaia di parole chiave che rimandano sempre al sito del punto vendita BigMat più vicino all’utente che ha effettuato la ricerca. Il Gruppo ha anche sviluppato, e appena consegnato, un sistema di CMS per la creazione del sito internet del socio, che permette anche lo sviluppo di eCommerce personalizzati o di cataloghi digitali.

Sistemi virtuosi che fanno leva sulla cassa di risonanza “bigmat.it” e che permetteno di ottenere risultati per il singolo negozio altrimenti impensabili se non a fronte di costi economicamente non sostenibili. Infine, sul fronte social network, canale dedicato all’engagement con il pubblico e alla fidelizzazione, il Gruppo ha messo a disposizione professionalità dedicate per supportare il socio che intende sfruttare questo potente strumento di marketing. Attraverso una piattaforma di Social Media Management, molto flessibile e che risponde alle diverse necessità, i soci hanno poi a propria disposizione uno spazio ad hoc dove possono gestire le proprie pagine Facebook e Instagram, con librerie multimediali di contenuti, post preimpostati e spunti creativi per comunicare nel migliore dei modi i valori del Gruppo. In aggiunta, la Centrale è in grado di supportare i punti vendita con attività di comunicazione geolocalizzate e specifiche per i diversi target, sfruttando questo potente mezzo.

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NOVITÀ CAM PER I MATERIALI DA COSTRUZIONE

In vigore da dicembre i nuovi CAM per l’edilizia: al centro efficienza energetica e sostenibilità. Ecco cosa cambia nello specifico per i materiali isolanti tra nuove percentuali di riciclato e obbligo di marcatura CE.

Acronimo ormai noto e diffuso nel dizionario dell’edilizia CAM (Criteri Ambientali Minimi) è oggi sinonimo di efficienza energetica, sostenibilità e trasparenza. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 agosto 2022, il D.M. 23 giugno 2022 – “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi” – è entrato in vigore il 4 dicembre 2022 e riguarda tutti gli affidamenti dei servizi di progettazione e lavori di interventi edilizi I nuovi Criteri Ambientali Minimi puntano a garantire un miglior efficientamento energetico e rispetto per l’ambiente, riducendo i consumi e razionalizzando le spese. Si tratta di particolari requisiti tecnici ambientali, da utilizzare negli appalti pubblici, per le varie fasi del processo di acquisto per individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale.

L’obiettivo è la promozione di modelli di produzione e consumo più sostenibili che consentano alla stazione appaltante di ridurre gli impatti ambientali generati dai lavori per la costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici e dalla gestione dei relativi cantieri durante tutto il loro ciclo di vita dell’edificio secondo un

approccio LCA (Life Cycle Assessment). L’edilizia è uno tra i settori a maggior impatto ambientale, energivoro e produttore di rifiuti, per questo, soprattutto negli appalti pubblici, l’orientamento verso un’economia circolare e sui modelli di sviluppo sostenibile viene incentivato per garantire qualità e salubrità degli spazi e dei materiali, nell’ottica di un’edilizia a basso impatto ambientale volta alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al miglioramento della qualità della vita. I CAM, in quanto prescrizioni di sostenibilità (obbligatorie o premianti) rappresentano uno strumento indispensabile al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 (Sustainable Development Goals) definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

I CAM Edilizia si applicano a tutti gli interventi edilizi disciplinati dal Codice dei Contratti pubblici, quindi, alle gare per l’affidamento della progettazione e dei lavori di costruzione, demolizione, recupero, ristrutturazione urbanistica ed edilizia, sostituzione, restauro, manutenzione di opere, manutenzione ordinaria e straordinaria. I nuovi CAM si applicano anche agli edifici tutelati ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio e a quelli di valore storico-culturale e testimoniale a meno che non siano compatibili con gli interventi di conservazione da realizzare.

18 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023 Materiali
I CAM Edilizia sono un riferimento normativo fondamentale per scegliere materiali e soluzioni sempre più sostenibili e green, soprattutto quando si parla di isolamento termico.

La loro applicazione consente di diffondere le tecnolo gie e i prodotti ambientalmente preferibili e produce un effetto leva sul mercato, inducendo produttori di mate riali meno virtuosi e progettisti ad adeguarsi alle nuove richieste della Pubblica Amministrazione.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica e acustica i CAM 2022 introducono alcune novità sia nei criteri per gli edifici sia in quelli per i materiali.

Oltre che negli appalti pubblici, una parte dei criteri CAM è necessaria per l’accesso alle detrazioni fiscali del Superbonus 110% (al 90% dal 2023) convertito in legge 77/2022 prevede che trainanti di isolamento termico i materiali isolanti deb bano rispettare i CAM e quindi, nel caso si volesse ac cedere all’incentivo, è necessaria la verifica dei requisiti previsti per i materiali isolanti.

Il decreto contente i CAM Edilizia è un riferimento nor mativo fondamentale per progetti e capitolati che tengano in considerazione il tema della sostenibili tà dell’edilizia, partendo proprio dai requisiti per i ma teriali isolanti, che sono oggetto di particolare atten zione.

Tra gli isolanti, quelli termici sono i materiali con i vo lumi più importanti nei progetti edilizi e quelli che hanno più interessato il comparto della ristruttura zione con interventi volti soprattutto al miglioramento del comfort termico e dell’efficienza energetica.

LE NOVITÀ PER GLI ISOLANTI

Nelle specifiche tecniche dei prodotti da costruzione ci soffermeremo in questo articolo sul criterio per i mate riali isolanti (capitolo 2.5.7 - Isolanti termici e acustici che sostituisce il precedente 2.4.2.9) che, in breve, de termina:

◼ obbligo di possesso di marcatura CE per gli iso lanti termici utilizzati per l’isolamento dell’involucro dell’edificio;

◼ divieto di utilizzo di sostanze SVHC ( Very High Concern) in concentrazione superiore a 0,1%;

◼ obbligo di contenuto minimo di materia riciclata/ recuperata/sottoprodotto e nuovi metodi per at testarlo.

Nei nuovi CAM viene anzitutto esplicitato che per iso lanti si intendono quei prodotti da costruzione aventi funzione di isolante termico o acustico, che sono co stituiti:

◼ da uno o più materiali isolanti, nel qual caso ogni singolo materiale isolante utilizzato rispetta i requi siti qui previsti;

◼ da un insieme integrato di materiali non isolanti e isolanti, ad esempio laterizio e isolante, in questo caso solo i materiali isolanti rispettano i requisi ti previsti.

© Ravago Building Solutions

Obbligo di marcatura CE per i materiali isolanti termici Al punto c) del paragrafo 2.5.7 viene indicato che i materiali isolanti termici utilizzati per l’isolamento dell’involucro dell’edificio, esclusi quelli usati per l’isolamento degli impianti, devono possedere la marcatura CE, grazie all’applicazione di una norma di prodotto armonizzata come materiale isolante o grazie a un ETA per cui il fabbricante può redigere la DoP (dichiarazione di prestazione) e apporre la marcatura CE. La marcatura CE prevede la dichiarazione delle caratteristiche essenziali con riferimento al Requisito di base 6 “Risparmio energetico e ritenzione del calore” e il produttore deve indicare nella DoP la conduttività termica con valori di lambda dichiarati λD (o resistenza termica RD).

Per i prodotti pre-accoppiati o i kit è possibile fare riferimento alla DoP dei singoli materiali isolanti termici presenti o alla DoP del sistema nel suo complesso. Nel caso di marcatura CE tramite Valutazione Tecnica Europea ETA, nel periodo transitorio in cui un ETA sia in fase di rilascio oppure la pubblicazione dei relativi riferimenti dell’EAD per un ETA già rilasciato non sia ancora avvenuta sulla GUUE, il materiale o componente può essere utilizzato purché il fabbricante produca formale comunicazione del TAB (Technical Assessment Body) che attesti lo stato di procedura in corso per il rilascio dell’ETA e la prestazione determinata per quanto attiene alla sopraccitata conduttività termica (o resistenza termica).

FI-VE STYSOL

STYSOL è il pannello termoisolante in polistirene espanso estruso (XPS) autoestinguente, di colore giallo, con superfici lisce su entrambe le facce grazie alla pelle di estrusione. Realizzato con l’utilizzo di CO₂ come espandente, è disponibile di spessore da 20 a 140 mm, presenta una resistenza alla diffusione di vapore acqueo da 50 a 200 μ e una conducibilità termica λD da 0,034 a 0,038 W/mK. Con resistenza compressione da 250 a 300 kPa garantisce performance meccaniche e ottima stabilità dimensionale e una durabilità nel tempo tale da permettere il riutilizzo a fine ciclo vita. Contiene il 30% di materiale riciclato per spessore ≤ 30 mm e 10% per spessore ≥ 40 mm; è 100% riciclabile: tutti i ritagli e gli scarti vengono riciclati. Ampia la gamma di applicazioni: dai tetti piani rovesci alle coperture inclinate, dai pavimenti civili e industriali alle pareti perimetrali.

CELENIT CELENIT N

CELENIT N è il pannello isolante in lana di legno di abete rosso, mineralizzata e legata con cemento Portland grigio, ideale per l’applicazione su coperture, pareti perimetrali, pareti divisorie, solai, ponti termici e calcestruzzo isolato. Disponibile in dimensioni da 1.2002000-2.400x600 mm e spessori da 15 a 75 mm, offre una conducibilità termica λD di 0,065 W/mK. Conforme alla norma UNI EN 13168 e UNI EN 13964, è certificato PEFC™ e, a richiesta, disponibile anche con certificazione FSC® Per l’ecocompatibilità dei materiali e del suo processo produttivo è certificato da ANAB-ICEA e Natureplus.

KNAUF INSULATION

MINERAL WOOL 35

Il pannello isolante Mineral Wool 35 in lana minerale di vetro senza rivestimento, è prodotto con materie prime riciclate e con l’utilizzo di Ecose Technology non contiene formaldeide aggiunta, né coloranti artificiali o acrilici.

CAM

Oltre ai requisiti CAM, tutta la gamma rispetta i parametri della Nota Q di cui al Regolamento CE n. 1272/2008 a testimonianza di una strategia aziendale che da sempre promuove sostenibilità e circolarità. Mineral Wool 35 garantisce isolamento termico (conducibilità termica λD 0,035 W/mK), acustico e sicurezza al fuoco, facilità e praticità di posa, è ideale per pareti interne e controsoffitti. La lana minerale Knauf Insulation ha conseguito la certificazione Eurofins Indoor Air Comfort Gold per la qualità dell’aria negli ambienti interni.

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Materiali
CAM PRODOTTI CERTIFICATI
PRODOTTI CERTIFICATI
CAM PRODOTTI
CERTIFICATI

NATURALIA-BAU NATURAWALL

Pannello isolante in fibra di legno, intonacabile e traspirante, NATURAWALL è la soluzione per la coibentazione termoacustica in fibra di legno per sistemi a cappotto su muratura, calcestruzzo e strutture in legno, facciate ventilate, coperture e coibentazione dall’interno di edifici sotto vincolo storicopaesaggistico. Disponibile con spigoli vivi e spessori tra 40 e 100 mm per il formato 1.250x600 mm o tra 120 e 200 mm per il formato 950x600 mm, è resistente all’invecchiamento e offre una conducibilità termica

λD 0,040 W/mK. Soddisfa i requisiti CAM 2.5.6 Prodotti legnosi: la materia prima è il legno naturale ricavato dal materiale di scarto delle segherie, il chippato, prodotto riciclato pre-consumo.

NEODURWTRX A+

NeodurWTRX A+ è la lastra in polistirene espanso sinterizzato ad alta capacità di riflessione della radiazione termica, additivato con grafite, per l’isolamento termico a cappotto con goffratura e tagli rompitratta. È realizzata con 100% di materia prima rinnovabile derivante da biomassa (Neopor® BMBcert™) quali sottoprodotti di rifiuti organici. La goffratura, presente su tutta la superficie esterna determina un impiego di 1/1,5 Kg di rasante in più al m2, creando così una corazza resistente agli urti per un sistema cappotto rinforzato. Disponibile in dimensione 1.000x600 mm e in spessori da 80 a 200 mm offre una conducibilità termica λD di 0,030 W/mK e una resistenza alla trazione di 150 kPa.

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CAM PRODOTTI CERTIFICATI PORON
CAM PRODOTTI CERTIFICATI

Divieto di uso di sostanze pericolose

Nei materiali isolanti non devono essere aggiunte sostanze incluse nell’elenco di sostanze estremamente preoccupanti candidate all’autorizzazione, secondo il REACH - Regolamento (CE) n. 1907/2006, in concentrazione superiore allo 0,1 % (peso/peso). Sono fatte salve le eventuali specifiche autorizzazioni all’uso previste dallo stesso Regolamento per le sostanze inserite nell’Allegato XIV e specifiche restrizioni previste nell’Allegato XVII del Regolamento.

Non devono essere prodotti con agenti espandenti che causino la riduzione dello strato di ozono (ODP) come per esempio gli HCFC, o utilizzare catalizzatori al piombo quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma di plastica.

Se prodotti da una resina di polistirene espandibile gli agenti espandenti devono essere inferiori al 6% del peso del prodotto finito o se costituiti da lane minerali devono essere conformi alla Nota Q o alla Nota R di cui al Regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i..

Percentuale minima di riciclato e mezzi di prova Nel paragrafo i) del capitolo 2.5.7 dei nuovi CAM vengono indicate le percentuali di materiale riciclato che obbligatoriamente devono essere contenute all’interno degli isolanti più comuni. I valori sono sostanzialmente allineati a quelli del precedente decreto, ma la novità è la contabilizzazione non solo del materiale recuperato e riciclato ma anche del sottoprodotto.

PRODOTTI CERTIFICATI

PRIMATE

PRIMATE VITANOVA 80

Il pannello PRIMATE VITANOVA 80 della linea PRIMATE R-evolution (gamma per isolamento acustico e termico realizzati con materiali riciclati) è realizzato con il 100% di materia prima seconda Neopor® BMBcert™ (Biomass Balance) by BASF da fonti rinnovabili.

La lastra stampata in EPS con grafite VITANOVA 80, in spessori da 50 a 300 mm e dimensioni 1.200x600 mm con una resistenza alla trazione ≥ 150 KPa, è ideale per l’isolamento con sistemi a cappotto. La conduttività termica pari a λD=0,030 W/mK e la resistenza termica da 1,70 a 10 m2K/W oltre alla colorazione grigio scuro, che neutralizza gli effetti dell’irraggiamento di calore, permettono risparmio energetico e comfort termico.

Nella tabella 1 sono indicate le percentuali minime di riciclato nei principali materiali isolanti.

Il valore percentuale del contenuto di materia riciclata o recuperata o di sottoprodotto può essere dimostrato dal produttore attraverso diversi metodi:

◼ una dichiarazione ambientale di Prodotto di Tipo III (EPD), conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma UNI EN ISO 14025, quali ad esempio lo schema internazionale EPD o EPDItaly, con indicazione della percentuale di materiale riciclato o recuperato o di sottoprodotti, specificandone la metodologia di calcolo;

◼ certificazione “ReMade in Italy” con indicazione in etichetta della percentuale di materiale riciclato ovvero di sottoprodotto;

◼ marchio “Plastica seconda vita” con indicazione della percentuale di materiale riciclato sul certificato;

◼ per i prodotti in PVC, una certificazione di prodotto basata sui criteri 4.1 “Use of recycled PVC” e 4.2 “Use of PVC by-product”, del marchio VinylPlus Product Label, con attestato della specifica fornitura;

◼ una certificazione di prodotto, basata sulla tracciabilità dei materiali e sul bilancio di massa, rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, con l’indicazione della percentuale di materiale riciclato o recuperato o di sottoprodotti;

RAVAGO BUILDING SOLUTIONS

RAVATHERM XPS X ETICS B

RAVATHERM XPS X ETICS B è il pannello termoisolante in XPS per l’isolamento a cappotto, la zoccolatura, i ponti termici e l’isolamento dall’interno, unico sul mercato con particelle di pure carbon incorporate da cui deriva il colore grigio originale.

La lastra da 1.250x600 mm è disponibile in spessori da 20 a 120 mm, rispetta la quantità minima totale di materiale riciclato del 10% (incluso un minimo del 5% di contenuto riciclato). RAVATHERM XPS X ETICS B vanta una conducibilità termica a partire da λD 0,030 W/mK e una resistenza alla compressione ≥ 300 kPa. La struttura con ≥ 95% di celle chiuse per una resistenza alla diffusione del vapore μ=150 garantisce equilibrio termoigrometrico evitando la formazione di condensa interstiziale e la comparsa di muffe.

22 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023 Materiali
CAM PRODOTTI CERTIFICATI
CAM

MATERIALE

CONTENUTO CUMULATIVO DI MATERIALE RECUPERATO, RICICLATO O SOTTOPRODOTTI

Cellulosa

(gli altri materiali di origine legnosa rispondono ai requisiti di cui al criterio “2.5.6- Prodotti legnosi”)

Lana di vetro

Lana di roccia

Vetro cellulare

Fibre in poliestere

I poliesteri rappresentano una famiglia di prodotti sintetici come il policarbonato, il polietilene tereftalato (PET) e altri materiali meno conosciuti.

(Per gli isolanti composti da fibre di poliestere e materiale rinnovabile, tale percentuale minima può essere del 20% se il contenuto di materiale da fonte rinnovabile è almeno pari all’85% del peso totale del prodotto. Secondo la norma UNI EN ISO 14021 i materiali rinnovabili sono composti da biomasse provenienti da una fonte vivente e che può essere continuamente reintegrata) Polistirene espanso sinterizzato EPS (di cui quantità minima di riciclato 10%)

espanso estruso XPS

cui quantità minima di riciclato 5%)

Tabella 1 | Quantità minime di materiale riciclato per prodotti CAM Fonte | D.M. 23 giugno 2022

ROCKWOOL FRONTROCK MAX PLUS

Specificamente concepito per i sistemi a cappotto, ROCKWOOL Frontrock Max Plus è il pannello rigido in lana di roccia non rivestito a doppia densità. Disponibile in formato 1.200x600 mm e spessori da 50 a 200 mm, offre una conducibilità termica λD di 0,035 W/mK e un valore di resistenza alla diffusione di vapore acqueo μ=1, ideale per involucri edilizi ad alta efficienza e pacchetti di chiusura “traspiranti”. La lana di roccia ROCKWOOL rispetta i parametri della Nota Q di cui al Regolamento CE n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i. ed è provvista di certificazione EUCEB; ha una percentuale di contenuto di riciclato totale superiore al 15%. Frontrock Max Plus non subisce variazioni dimensionali o prestazionali al variare delle condizioni termiche e igrometriche garantendo durabilità al sistema a cappotto.

ECOPANDA K8 31 SECONDA VITA

Il pannello detensionato in polistirene espanso ECOPANDA SECONDA VITA K8 31 è specifico per i sistemi di isolamento a cappotto. Tutti i blocchi di EPS utilizzati per la produzione dei pannelli ECOPANDA SECONDA VITA K8 31 vengono detensionati per mezzo di una serie di pressature che eliminano le tensioni interne e consentono di ottenere precisione della squadratura, stabilità dimensionale, planarità e valore di resistenza a trazione di 120 kPa. Contraddistinto dal color mélange grigio/ bianco, nasce da un mix di materie prime a cui, in fase di espansione, viene aggiunto il 15% di materia prima riciclata da imballi giunti a fine vita. Il pannello, disponibile in formato 1.000x500 mm con spessore fino a 250 mm (alcuni su richiesta), consente una posa in opera ottimale e garantisce una lunga durata nel tempo alla facciata con un valore di conducibilità termica λD da 0,031 W/mk.

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Materiali
CAM PRODOTTI CERTIFICATI
SIVE
CAM PRODOTTI CERTIFICATI
80%
60%
15%
60%
50%
15% Polistirene
10% Poliuretano espanso
2% Poliuretano espanso flessibile 20% Agglomerato di poliuretano 70% Agglomerato di gomma 60% Fibre tessili 60%
(di
rigido PU

◼ una certificazione di prodotto, rilasciata da un Organismo di valutazione della conformità, secondo la prassi UNI/PdR 88 “Requisiti di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti”, qualora il materiale rientri nel campo di applicazione di tale prassi. Non è più prevista la cosiddetta “autocertificazione” però sono fatte salve le asserzioni ambientali auto-dichiarate, conformi alla norma UNI EN ISO 14021, validate da un organismo di valutazione della conformità, in corso di validità alla data di entrata in vigore del decreto e fino alla scadenza della convalida stessa.

Grazie alla consulenza altamente specializzata di BigMat è possibile trovare l’isolante termico più adatto per ogni esigenza e sempre nel rispetto delle prescrizioni di sostenibilità dei CAM.

Proprio per questo proponiamo qui una selezione di alcuni delle soluzioni disponibili nei negozi BigMat, che rispettano i criteri del D.M. 23 giugno 2022, per il contenuto di riciclato e per gli altri requisiti richiesti per gli isolanti termici, e consentono così di fruire degli incentivi fiscali

Su bigmat.it trovi il punto vendita più vicino dove scoprire i materiali isolanti termici più innovativi per i tuoi progetti

STIFERITE CLASS SK

Stiferite Class SK è un pannello sandwich costituito da un componente isolante in schiuma polyiso rivestito in velo di vetro saturato su entrambe le facce. Disponibile in dimensioni standard di 1.200x600 mm e con spessori da 20 a 200 mm, è specifico per le applicazioni dall’esterno a cappotto, a facciata ventilata, ponti termici e sotto porticati grazie alla stabilità dimensionale e alla compatibilità e alta adesione a rasanti, intonaci e collanti. Il pannello di Stiferite contiene oltre il 3% di materia prima riciclata (schiuma poliuretanica e rivestimenti), garantisce elevate performance grazie a una conducibilità termica che va da λD 0,024 a 0,028 W/mk a seconda dello spessore e una resistenza alla compressione di 150 kPa.

URSA

PUREONE PURE FLOC

PUREONE PURE FLOC è la lana minerale bianca in fiocchi per l’insufflaggio, ideale per interventi di isolamento termico e acustico di intercapedini o sottotetti. Composta al 99% da materie prime naturali e riciclabili, ha conducibilità termica λD da 0,034 a 0,036 W/mK in funzione della densità di applicazione.

Incombustibile per natura, non assorbe né trattiene l’umidità, è permeabile al vapore e traspirante.

È priva di leganti e di formaldeide, non rilascia in ambiente composti organici volatili (COV), tra le numerose certificazioni vanta la Indoor Air Comfort Gold di Eurofins, garanzia della sua conformità ai più severi standard internazionali in riferimento alle ridotte emissioni e alla qualità dell’aria interna.

24 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023 Materiali
CAM PRODOTTI CERTIFICATI
CAM PRODOTTI CERTIFICATI

La linea di geomalte per il ripristino monolitico del calcestruzzo armato.

Geolite è una famiglia di prodotti per ripristini monolitici del calcestruzzo armato, ad elevata e naturale stabilità dimensionale, dalla durabilità tipica delle rocce minerali.

Da più di un decennio, la linea di geomalte minerali di Kerakoll ha consentito di rivoluzionare il ripristino e il rinforzo del calcestruzzo armato mediante l’applicazione del geolegante, materiale a basso impatto ambientale mai usato prima nel campo dell’edilizia.

www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 25 Materiali Geolite
kerakoll.com

IL BAGNO SARTORIALE

Presentato in anteprima durante il BigMarket 2023 di Firenze, il concept del bagno ideale firmato dall’interior designer Andrea Castrignano per il Gruppo BigMat.

Nasce dalla matita di Andrea Castrignano, il concept del bagno ideale disegnato in esclusiva per gli showroom BigMat e HABIMAT.

Una proposta di design moderna e sofisticata per un look ricercato che interpreta l’abitare contemporaneo e che si può declinare in ogni tipo di abitazione sfruttando un’accurata disposizione degli spazi e una selezione di matericità, texture e soprattutto colori da poter “assemblare” a seconda dei propri gusti e della propria personalità.

Un connubio perfetto quello tra Andrea Castrignano e gli showroom del Gruppo per il progetto del “bagno sartoriale”. Castrignano, il primo interior designer in Italia, ha infatti ideato il concept e lo stile mentre il team HABIMAT ha selezionato i migliori partner di pavimenti, rivestimenti, sanitari, rubinetteria, arredi e complementi per trasformare il progetto di design in un ambiente bagno dove si mixano design, stile e comfort. Tra gli ambienti domestici la stanza da bagno è quella che, negli ultimi anni, ha vissuto un’evoluzione maggiore. Nato come un locale a utilizzo prettamente funzionale, si è trasformato in un ambiente dove si cerca relax, bellezza e allo stesso tempo affermazione del proprio stile e della propria personalità. «La stanza da bagno racconta l’intimità ed è anche un luogo di cortesia per gli ospiti, nel caso non ci sia un secondo bagno. È quindi una stanza alla quale dare la giusta importanza tanto come la zona giorno e da curare nei dettagli e nei materiali – racconta Castrignano –. Parlo di stanza da bagno e non di bagno perché è il temine che più esprime la concezione moderna, ossia un ambiente confortevole e personalizzato dove concedersi piacevoli momenti dedicati alla cura della

propria persona, proprio per questo motivo ho cercato di interpretare e assecondare le esigenze dell’abitare contemporaneo più comuni e ho progettato quello che secondo me è il bagno ideale».

IL BAGNO SARTORIALE

Il bagno ideale di Andrea Castrignano è un ambiente versatile con il giusto connubio tra estetica e funzionalità, contraddistinto da una delle sue firme stilistiche: il colore. Per le pareti, i rivestimenti e il mobile bagno, Castrignano ha pensato a delle nuance principali che stabiliscono un forte contatto con la natura e quindi estremamente rilassanti mentre ha voluto osare maggiormente con le tonalità accessorie

«Per conferire carattere all’ambiente ho deciso di creare uno stacco inserendo sanitari e accessori a contrasto e di utilizzare tre rivestimenti diversi: uno a pavimento, uno a mezza parete e uno che esalta e incornicia la doccia, così facendo sono riuscito a dare vivacità e creare del movimento» spiega Castrignano. I rivestimenti sono, infatti, caratterizzati da texture con effetto tridimensionale: «Il rivestimento a mezza parete ha una texture che ricrea un tessuto plissettato (che viene ripreso anche dalla finitura del mobile bagno), quello della doccia presenta un decoro ispirato alla natura, mentre quello a pavimento ha una finitura materica».

Il progetto del bagno sartoriale, che è stato pensato con delle dimensioni “standard” con l’intento di creare un ambiente di design anche con poco spazio a disposizione, non ha però rinunciato ad alcuni must have per il relax, «ho volutamente deciso di dedicare ampio spazio al vano doccia, sempre più committen-

26 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023 HABIMAT
Andrea Castrigano
by

ti preferiscono sacrificare un po’ di spazio pur di avere una doccia ampia e spaziosa, ho dato grande importanza anche al termoarredo che è stato progettato da me».

Andrea Castrignano ha elaborato le tendenze più attuali e interessanti formulando un concept esclusivo che il cliente – privato, architetto o artigiano/applicatore – può personalizzare e adattare alla sua casa grazie al supporto degli showroom BigMat. Nei prossimi mesi, in tutti gli showroom si potrà sco-

prire il bagno sartoriale creato da Andrea Castrignano e farsi consigliare su come adattare il progetto alle proprie necessità e preferenze. Il concept del bagno sartoriale è, infatti, scalabile a seconda dello spazio, grazie a una progettazione ad hoc in cui ogni showroom può aggiungere il proprio tocco. «Ho voluto progettare uno spazio che può essere facilmente modulato e adattato in base alle esigenze dei diversi showroom e dei clienti che decideranno di avere a casa loro la stanza da bagno firmata Andrea Castrignano».

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HABIMAT

DELTACALOR

Vela è il radiatore da bagno elettrico della linea Open iDeas, progettato da Andrea Castrignano: una soluzione che ottimizza lo spazio trasformandosi in un elegante scaldasalviette. La parte centrale si ribalta di 90 gradi e i due bracci laterali si aprono aumentando lo spazio per stendere. Il termoarredo (49x76,2 cm) minimizza gli ingombri, moltiplicando la funzionalità. In classe energetica I e con una potenza di 200 W, è dotato di un termostato elettronico “incorporato” e, grazie al livello di protezione IP 45, protegge il bagno dall’eventuale formazione di umidità. È disponibile in quattro colorazioni due più fredde (Laguna e Balena) e due più calde (Rouille e Army) e qui è stata scelta la nuance Nero opaco - Jet black per un effetto raffinato.

BERTOCCI

Serie Trecento è la gamma completa di soluzioni organizzative e intelligenti per il contenimento, la suddivisione e l’organizzazione del comparto dell’igiene orale. La forma tubolare è elegante e minimale per un design pulito e discreto disponibile in 22 finiture. Per questo allestimento bagno è stato scelto il porta abito semplice, il porta rotolo e il dispenser da appoggio in nero opaco

OLI

Blink è una placca di comando in acciaio inox che rispecchia perfettamente lo stile di vita contemporaneo e trasforma il bagno in uno spazio elegante. Unica e versatile, con i suoi soli 2 mm di spessore si integra e si adatta a qualsiasi stile; i pulsanti Più e Meno forniscono un’interpretazione semplice e intuitiva per l’utente che può scegliere tra metà o pieno scarico durante l’utilizzo della toilette. Nel bagno firmato da Andrea Castrignano anche la placca si veste di nero opaco per coordinarsi con la rubinetteria e creare contrasto con la parete dai toni chiari.

ATLAS CONCORDE

Equilibrio tra texture ed effetti cromatici per rivestire il bagno con savoir faire sartoriale. Con Aplomb la brillante tridimensionalità del gres porcellanato e la semplicità assoluta del segno grafico – a micropuntini o righe – svelano, solo a una vista ravvicinata, le delicate sfumature in chiaroscuro. Cinque i colori disponibili da abbinare a eleganti decori. Per il rivestimento a parete è stato scelto il formato 50x120 cm in colore verde chiaro Lichens con il decoro a righe sottili di Stripes accostato al floreale Leaf Lux con materie preziose, tono su tono, che si muovono su una base metallizzata per un effetto estremamente luminoso. Appartiene, invece, alla collezione Boost Natural il pavimento nel formato 60x120 cm, nuance grigio polvere Ash. Una superficie ceramica, realizzata in collaborazione con Matteo Brioni, che ripropone la texture irregolare e opaca della terra cruda.

28 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023

HABIMAT

VISMARAVETRO

Una cabina doccia dalla linea accattivante con profili e accessori di finissimo design, la collezione Serie 8000 non passa inosservata: il box doccia con cristallo in 8 mm e ad ante scorrevoli è caratterizzato da leggerezza e stabilità. Una cabina doccia di alta gamma ma perfetta per un uso quotidiano. I carrelli con cuscinetti a sfera scorrono all’interno del profilo guida, nascosti alla vista sono al riparo da polvere e calcare. La sovrapposizione tra porta e fisso è sempre minima e, inoltre, l’anta può essere sganciata per una facile manutenzione. La cabina inserita nel progetto di Andrea Castrignano è il modello C3 in versione per nicchia da 170x200 cm e finitura 39 Metalgun, con cristallo trasparente; sono tre gli elementi in vetro da 55 cm con anta centrale scorrevole.

PAFFONI

Per la rubinetteria è stata selezionata la serie JO caratterizzata da superfici tonde e da una robustezza eclettica, impreziosita dalla brillantezza e dalle texture sul comando. Per il miscelatore lavabo, il miscelatore doccia con set doccia, la batteria bidet con canna fissa, il braccio doccia e il soffione è stata preferita la versione nera opaca dal look moderno e ricco di contrasto (è però disponibile anche nella classica finitura cromo). L’eliminazione della leva trasforma il movimento di apertura e regolazione del flusso d’acqua in un gesto intuitivo. Le tecnologie utilizzate hanno permesso di ottenere sezioni minime di lavorazione e quindi, nonostante le dimensioni generose, il prodotto risulta leggero.

CERAMICA GLOBO

4ALL è la collezione “per tutti” che comprende un’ampia varietà di elementi caratterizzati da un design stilisticamente e tecnologicamente avanzato. I sanitari sospesi non lasciano vedere alcun foro di fissaggio e sono ben 14 i colori disponibili. Per il vaso e il bidet sospesi – entrambi da 48x37 cm – è stata scelta la nuance mattone. Fa parte, invece, della linea T-Edge il lavabo da appoggio 38x38 cm, con bordo superiore di soli 6 mm ottenuto grazie all’utilizzo dell’impasto ceramico brevettato GLOBOTHIN®, sempre in color mattone.

IDEAGROUP

Eleganza senza tempo del mobile bagno in una rivisitazione contemporanea dalla sapiente lavorazione artigianale. Dolcevita è la collezione, disegnata da Riccardo Gava, caratterizzata dalla superficie ondulata della base lavabo e dall’apertura “a gola” frontale e laterale in finitura inserita tra base e top. Modulare e trasversale, è disponibile in diversi materiali e colorazioni, dalle essenze (Rovere Naturale e Rovere Moro) ai laccati opachi, opachi su Rovere Poro Aperto e in Metal Color. Per questo concept bagno è stata scelta la versione color grigio Londra, con top in cristallo acidato, in formato 80x38x50 cm. A completare il look sono stati inseriti due specchi ottagonali, in color nero e diverse dimensioni, con illuminazione a LED integrata o faretti.

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IL CAPPOTTO TERMICO: PERCHÉ L’UNICA ENERGIA PULITA ED ECONOMICA È QUELLA NON CONSUMATA

Il cappotto termico, semplice ma complesso. Come si sceglie un cappotto termico e quali sono i requisiti per una performance ottimale? Quali i segreti per una posa a regola d’arte? Scopriamolo con gli esperti della redazione di Ingenio nel nostro nuovo Speciale Tecnico.

L’installazione di un cappotto termico può rappresentare un’ottima soluzione per aiutare a risolvere le due questioni più critiche che attualmente dobbiamo affrontare: le conseguenze del cambiamento climatico, dovuto all’immissione in atmosfera dei gas clima-alteranti, derivanti dalla combustione di fonti fossili al fine di ricavarne energia termica per riscaldare e raffrescare le nostre case, e la povertà energetica dovuta al taglio delle forniture di

gas naturale proveniente dall’esterno, conseguenza dell’invasione russa in Ucraina. Il cappotto termico, infatti, diminuendo il fabbisogno termico degli edifici, in regime sia invernale sia estivo, diminuisce l’immissione di CO2 e la bolletta energetica delle famiglie e dello Stato. Il cappotto termico risponde pienamente al primo comandamento della transizione ecologica verso un mondo decarbonizzato: “l’unica energia pulita ed economicaèquellanonconsumata”.

30 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023
di Sergio Pesaresi, ingegnere della redazione di Ingenio

REQUISITI DI UN CAPPOTTO TERMICO

Efficace reazione al fuoco

Impermeabilità agli agenti atmosferici

Resistenza a eventuali impatti d’urto

Corretto smaltimento del vapore

Isolamento dai rumori aerei

Assenza di circolazione d’aria parassita

Mantenimento delle caratteristiche nel tempo

I REQUISITI TECNICI DI UN CAPPOTTO TERMICO

Come per ogni intervento edilizio, anche la realizzazione di un cappotto termico segue il medesimo copione: progettazione, scelta dei materiali, fase di cantiere con impresa e direzione dei lavori. Per ottenere un buon cappotto termico è necessario che tutte le fasi indicate siano svolte con grande professionalità e perizia perché un cappotto, anche se può sembrare a prima vista di facile realizzazione, in realtà nasconde tante insidie in quanto deve soddisfare una lunga serie di requisiti stringenti e di esigenze abitative che ineriscono a campi diversi. Vediamo i più importanti nella tabella 1.

L’autore

Laureato in ingegneria civile (sezione edile) presso l’Università degli Studi di Bologna, Sergio Pesaresi è progettista e consulente esperto certificato CasaClima, progettista di case passive presso il PHI-Italia (Passive House Institute Italia) di Bolzano e CPHD - Certified Passive House Designer del PHI (Passivhaus Institut) di Darmstadt. Libero professionista e titolare dello studio logicagotica di Rimini e progettista di architettura eticosostenibile, progetta con protocolli CasaClima, Gold e Nature; riqualifica edifici esistenti con il protocollo CasaClima R e si occupa della progettazione anche di alberghi, scuole, parchi pubblici e centri sportivi. Docente ed esperto finestra CasaClima, è membro del Tavolo della Mobilità e del Forum del Piano Strategico del Comune di Rimini su mobilità alternativa e dolce. Pubblica sulla rivista Ingenio e per Maggioli Editori, tra le sue pubblicazioni il libro Ponti termici: valutazione e correzione. Calcolo, verifica e strategie per la correzione, Maggioli Editore, 2022. Collabora con SEAC di Trento su ambiente ed energie rinnovabili.

Assenza di assorbimento d’acqua per capillarità Buon comportamento al ciclo gelo/disgelo

Buona/ottima resistenza termica

Resistenza al vento (in pressione e depressione)

Forte adesione al supporto Buona finitura estetica

Assenza di rilascio di sostanze pericolose

I COMPONENTI DEL CAPPOTTO TERMICO

Per rispondere a tutti i requisiti necessari, il cappotto termico si avvale dell’apporto dei seguenti componenti:

1. la colla di adesione, che deve rendere il pannello isolante ben aderente al supporto per sopportare il peso verticale dei pannelli sovrastanti e contribuire a resistere alla forza del vento soprattutto quando questo tende a strappare il cappotto dal muro (sottovento);

2. il pannello isolante, che svolge la primaria funzione di garantire la resistenza termica del sistema per proteggere la facciata dal freddo invernale e dal surriscaldamento estivo;

3. i tasselli, che aiutano meccanicamente la stabilità dei pannelli;

4. l’intonaco di fondo (di base e rasante) che ricopre il pannello e, assieme alla retina, assicura la resistenza agli urti;

5. la rete di armatura in fibra di vetro, posta all’interno dello strato di intonaco, che evita la formazione di cavillature o fessurazioni;

6. il primer e lo strato di finitura con pittura finale, che sono la parte visibile del cappotto e hanno valenza estetica ma assicurano anche l’impermeabilità alla pioggia e al vento e, nel contempo, il passaggio del vapore.

A questi sei componenti si aggiungono gli accessori quali angolari, gocciolatoi, profilo di partenza, rete angolare, che contribuiscono localmente al buon funzionamento del cappotto. È chiaro che le esigenze e i requisiti elencati possono essere soddisfatti solo se i diversi elementi di cui si compone un cappotto sono tutti di alta qualità e se il cappotto è stato progettato come “sistema” direi olistico, cioè come un organismo in cui le varie parti sono state scelte opportunamente e dimensionate in maniera tale da determinare un comportamento d’insieme che vale più della somma dei contributi dei singoli componenti.

www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 31 Speciale tecnico
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Sergio Pesaresi Tabella 1 | Requisiti di un cappotto termico

Speciale tecnico

CAPPOTTO ASSEMBLATO O KIT?

In Europa vi sono norme armonizzate che i singoli elementi che compongono un cappotto devono osservare per poter avere la necessaria marcatura CE

Ad esempio, per i pannelli isolanti troviamo:

EN 13162 Isolanti termici per edilizia

Prodotti di lana minerale (MW);

EN 13163 Isolanti termici per edilizia

Prodotti di polistirene espanso (EPS);

EN 13164 Isolanti termici per edilizia

Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS);

EN 13165 Isolanti termici per edilizia

Prodotti di poliuretano rigidi (PU);

EN 13166 Isolanti termici per edilizia

Prodotti di resine fenoliche espanse (PF).

Pertanto, se presi singolarmente i componenti di un cappotto devono possedere tutti la marcatura CE.

Per i cappotti termici non vi è ancora una norma armonizzata (è in fase di elaborazione la norma EN 17237 Thermal Insulation products for buildings –External thermal insulation – Specification ma non è stata ancora pubblicata) e pertanto un produttore di cappotti non ha l’obbligo della marcatura CE sui suoi prodotti. Non ha l’obbligo ma può dotarsene su base volontaria.

E come? Può rivolgersi a un TAB (Organo di Valutazione Tecnica) e richiedere una ETA (Valutazione Tecnica Europea), basata sull’EAD di riferimento, per il suo prodotto.

L’ETA è la “fotografia” del prodotto e riporta tutte le caratteristiche pertinenti allo scopo (ad esempio: resistenza termica, reazione al fuoco, permeabilità al vapore, ecc.) individuate seguendo le indicazioni riportate nell’EAD (Documento per la Valutazione Europea) per quanto riguarda le prove e i test ai quali il prodotto deve essere sottoposto. I risultati finali vengono resi pubblici attraverso la DOP (Dichiarazione di Prestazione). Al termine di questa procedura il prodotto può dotarsi di marcatura CE.

Ritengo utile ricordare che la marcatura CE non è sinonimo di “qualità” ma è garanzia che i dati riportai sulla DOP sono veritieri. Pertanto, il progettista o il committente, l’impresa o il direttore dei lavori a un certo punto del procedimento si trovano davanti a un bivio, quando devono scegliere il cappotto che abbia le caratteristiche richieste dal progetto: assemblare a piacimento fra loro i vari componenti (cappotto assemblato) o acquistare un sistema cappotto (detto anche KIT) che possiede la marcatura CE?

In altre parole: che differenza c’è fra un cappotto assemblato e un sistema cappotto o KIT? La differenza risiede nel fatto che un cappotto marcato CE è stato progettato, analizzato, testato sulla base della

miglior prassi europea “racchiusa” nell’EAD e di esso si conoscono tutte le caratteristiche (anche i difetti) perché sono descritte nell’ETA e riportate nella DOP. Un progettista può fare riferimento ai dati riportati nella DOP perché la marcatura CE garantisce che sono valori reali. Il Direttore dei Lavori e l’impresa sanno che il sistema è stato testato e che seguendo le procedure di montaggio riportate nell’ETA e nella DOP avranno la garanzia del risultato previsto.

In un “cappotto assemblato” non si hanno certezze, neppure se tutti i componenti sono marcati CE perché manca la garanzia del comportamento d’insieme. Assemblare i migliori pezzi di automobili diverse non significa realizzare l’auto migliore perché i pezzi potrebbero non essere compatibili fra loro. E, comunque, la responsabilità sugli eventuali difetti o mancanze ricadrebbero tutte su colui che ha deciso l’assemblaggio, a differenza del sistema cappotto in cui la responsabilità è in capo al produttore del sistema.

COME SCEGLIERE UN SISTEMA CAPPOTTO

Una volta determinate le caratteristiche del pannello isolante (materiale e spessore) si individuano i pertinenti KIT presenti sul mercato che siano dotati di ETA (ogni KIT ha la sua, contrassegnata da un numero) redatta secondo la ETAG 004 se pubblicata prima del 2020 o secondo la EAD 040083-00-0404 per cappotti termici installati su supporto in muratura e intonaco o secondo la EAD 040465-00-0404 per supporto in legno, per le ETA pubblicate dopo il 2020. Ogni produttore è tenuto a consegnare (su carta o su supporto informatico) l’ETA del KIT e la DOP. Il progettista baserà le sue verifiche sui dati presenti sulla DOP e il direttore dei lavori accetterà in cantiere e farà installare solo i prodotti e i componenti previsti dall’ETA del KIT, verificando che le sigle commerciali corrispondano appieno.

32 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023
Componenti | Gli strati che costituiscono un cappotto termico

UN CAPPOTTO QUATTRO STAGIONI

Abbiamo visto che il cappotto termico è un sistema che viene installato all’esterno delle pareti perimetrali di un edificio ed è composto, in buona sostanza, da uno strato di pannelli di materiale isolante di opportuno spessore, incollati alla parete e fissati a essa tramite tasselli e da uno strato di colla coprente nel quale viene inserita una rete e da una finitura tinteggiata. Il cuore del cappotto termico è chiaramente il pannello isolante utilizzato, che può variare in base al materiale e allo spessore che si adottano.

Arriva l’inverno e noi, per evitare di infreddolirci, indossiamo un cappotto. Sappiamo che un cappotto di lana è più confortevole di uno in cotone. Abbiamo imparato a distinguere fra i diversi tessuti. Parimenti, in questi anni abbiamo capito che è importante mettere un cappotto anche alla nostra casa e ora dobbiamo imparare a scegliere il materiale più adatto I parametri che incidono sulla qualità del cappotto termico in regime invernale sono due: la caratteristica isolante che il materiale del pannello mi garantisce – che chiameremo conduttività termica e indicheremo con la lettera greca λ (lambda) e che esprimeremo come W/mK – e lo spessore s (espresso in m) del pannello isolante.

Minore è il valore della conduttività λ e maggiore è lo spessore s del pannello, tanto migliore sarà il comportamento invernale del cappotto. L’effetto finale di isolamento termico di una parete, tenuto conto dell’apporto di tutti gli strati di cui è composta (ad esempio: intonaco, parete in laterizio, intercapedine, pannello isolante, ecc.) si chiama trasmittanza termica U e ha dimensione W/m2K.

Poi arriva l’estate e noi ci togliamo il cappotto e lo riponiamo nell’armadio. La nostra casa no, non può, se lo deve tenere addosso anche quando è caldo. Può essere causa di surriscaldamento? No, anzi: se il cappotto termico è ben progettato diventa un’efficace difesa dal surriscaldamento estivo aiutandoci a evitare l’uso massiccio di condizionatori che richiedono molta (troppa) energia e che surriscaldano (troppo) le nostre città, vediamo come.

Ricordate un vecchio adagio dei nostri nonni “dove non passa il freddo non passa neanche il caldo”, o ricordate che i tuareg (gli uomini blu) attraversano l’assolato deserto coperti da pesanti panni di lana?

Ecco, diciamo che anche in estate il cappotto termico aiuta a migliorare il comfort e a risparmiare energia

In estate il pannello isolante utilizzato deve possedere (oltre a una bassa conduttività λ e un alto spessore s, necessari per l’inverno) anche altre due caratteristiche: la densità ρ (espressa in kg/m3) e il calore specifico C (espresso in J/kgK). La densità ρ è la mas-

sa di un metro cubo di un materiale mentre il calore specifico C lo possiamo spiegare così: è l’energia che occorre per fare aumentare di un grado la temperatura di un chilogrammo di un determinato materiale. Per comprendere cosa sia la capacità termica facciamo questo esperimento: teniamo un cucchiaio di acciaio con una mano e un cucchiaio di legno con l’altra e mettiamoli, contemporaneamente, sulla fiamma di un fornello, dopo pochi istanti sentiremo che il cucchiaio di acciaio ci sta scottando le dita mentre il cucchiaio di legno no, quindi a parità di quantità di energia termica incamerata e a parità di peso (il peso dei due cucchiai) il cucchiaio in acciaio ha aumentato la propria temperatura in maniera più evidente (quantità) e più rapida (tempo).

Da questo esperimento possiamo trarre queste conclusioni: un corpo metallico che ha calore specifico C basso, esposto al sole si scalda molto e molto rapidamente. Un corpo ligneo con calore specifico C alto, esposto al sole aumenta di poco la propria temperatura e più lentamente.

Applichiamo questa intuizione al nostro edificio in un giorno estivo molto caldo: le facciate esposte al sole di mezzogiorno si scaldano molto e rapidamente, e altrettanto rapidamente trasferiscono questa enorme quantità di calore (fornito dall’energia solare) all’interno dell’edificio: l’edificio si surriscalda e a nulla giova aprire le finestre perché l’aria esterna è ugualmente calda e, quindi, il calore interno non si disperde; l’unica soluzione resta accendere il condizionatore.

Proviamo ora ad applicare allo stesso edificio un cappotto termico composto da pannelli isolanti realizzati con un materiale ad alta capacità termica C e alta densità ρ (ad esempio fibra di legno).

Le facciate dell’edificio esposte al sole si scaldano poco e molto lentamente, talmente poco che solo una piccola frazione dell’energia solare incidente attraverserà il cappotto e talmente lentamente da giungere all’interno solo 14 ore più tardi, verso le due di notte. A quell’ora la temperatura esterna è più bassa della temperatura interna per cui per raffrescare la stanza sarà sufficiente aprire la finestra e fare entrare l’aria fresca esterna. Risultato: non è più necessario accendere il climatizzatore (con conseguente risparmio di energia) e il clima interno è più fresco e accogliente. I parametri che caratterizzano le proprietà estive sono la trasmittanza termica periodica Yie [W/m2K] e lo sfasamento φ [ore]: quanto minore è la trasmittanza termica periodica Yie e quanto maggiore è lo sfasamento orario φ, tanto è migliore il comportamento estivo del cappotto che smorzerà il calore entrante (riducendolo) e sfaserà l’onda termica interna rispetto a quella esterna.

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Vediamo nella tabella 2 i valori di conduttività λ, densità ρ e calore specifico C di alcuni dei materiali normalmente impiegati per il cappotto termico (tratto da UNI 10351).

È facile intuire che un cappotto termico va progettato in base alla latitudine, alla zona climatica e alla quota altimetrica in maniera tale da soddisfare compiutamente le esigenze estive e invernali degli abitanti della casa. Si tratta di scegliere il materiale più adatto a soddisfare le esigenze e ottenere una riduzione della spesa energetica e un significativo aumento del comfort abitativo. Un cappotto buono per Palermo non è detto che lo sia anche a Roma o a Verona.

LA POSA

Il Consorzio Cortexa è un progetto associativo nato nel 2007 che riunisce le più importanti aziende specializzate nel settore dell’isolamento termico a cappotto in Italia per condividere un protocollo di qualità condiviso e verificato sia in laboratorio sia in cantiere. Cortexa ha così sviluppato progetti e iniziative di informazione e di formazione per diffondere e condividere l’eccellenza nell’isolamento termico a cappotto e ha pubblicato Il Manuale cappotto termico Cortexa che, insieme alla norma UNI/TR 11715 Isolanti termici per edilizia - progettazione e messa in opera dei Sistemi Isolanti Termici per l’esterno (ETICS), dà indicazioni specifiche per l’installazione di ogni singolo componente e per ogni fase di lavorazione.

Vediamo in breve le più importanti.

1. L’incollaggio del pannello sulla parete. La colla deve essere posizionata sui bordi per evitare che si instauri un flusso d’aria fra muro e pannello e deve ricoprire almeno il 40% della superficie del pannello.

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2. I pannelli devono essere posati con i bordi ben aderenti fra loro e a giunti sfalsati per non creare giunti deboli. 3. I pannelli negli spigoli vanno ammorsati bene fra loro alternando il pannello di chiusura dello spigolo. 4. La posa a bandiera in corrispondenza dei vani finestra e della retina d’angolo proteggono da rischi di fessurazione che si possono formare negli spigoli.
Speciale tecnico
Materiale Conduttività λ [W/mK] Densità ρ [kg/mc] Calore specifico C [J/kgK] EPS100 (polistirolo) XPS Lana di roccia Schiuma fenolica Vetro cellulare Fibra di legno 0,035 0,036 0,035 0,020 0,060 0,038 40 17 60 35 140 120 1450 1450 1030 1400 1000 2400
Tabella 2 | Valori di conduttività λ, densità ρ e calore specifico
C
di alcuni dei materiali per il cappotto termico

5. La posizione dei tasselli varia a seconda del materiale utilizzato per i pannelli. Per cui con pannelli in lana di roccia lo schema di montaggio dei tasselli è quello nella prima figura qui sotto mentre i pannelli in EPS (polistirolo) devono essere montati secondo lo schema della seconda figura qui sotto.

UN POSATORE QUALIFICATO

Se anche il progettista ha realizzato un progetto a regola d’arte – seguendo il Manuale del Cappotto Termico Cortexa e la norma UNI 11715:2018 per la progettazione e posa del Sistema di Isolamento Termico a Cappotto – ed è stato scelto un sistema a cappotto con ETA e tutti i componenti indicati nella certificazione ETA sono quelli consegnati in cantiere, una posa scorretta può vanificare questa filiera virtuosa. Gli errori di posa possono infatti produrre fessurazioni, crepe, distacchi, movimenti dei pannelli isolanti, infiltrazioni di aria esterna dietro i pannelli isolanti, riducendone l’efficacia

PERCHÉ PROGETTARE E POSARE BENE

Una progettazione e/o una posa sbagliata possono causare problemi con conseguenze estetiche ed economiche più o meno gravi, ad esempio:

il distacco della finitura (Figura 1);

problemi estetici e di tenuta con distacco della finitura per errore di posa delle retina (Figura 2);

fessurazioni nello spigolo della finestra con mancata posa della retina d’angolo (Figura 3);

a volte, il cappotto termico che cade rovinosamente (Figura 4).

Il cappotto termico è il nostro alleato contro la povertà energetica, contro i cambiamenti climatici e a favore del benessere abitativo; ma deve essere progettato e posato bene, secondo le regole del buon costruire.

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Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 © Gaspare Pompei

BETONMAT RAPID

ANIMA GREEN

Contiene il 5% di inerte di riciclo certificato ed è marcato CE, il nuovo betoncino fibrato ecosostenibile a rapida presa e indurimento di BigMat. Frutto della partnership con Laterlite, Betonmat Rapid è uno dei prodotti della linea GreenMat che unisce performance ed ecosostenibilità.

CARATTERISTICHE

Ideale per tutte le applicazioni in cui serve rapidità d’impiego, Betonmat Rapid è un prodotto predosato (in sacchi da 25 kg) che in soli 20 minuti offre ottime prestazioni in campi di applicazione sia edili sia stradali. Grazie alla rapidità d’indurimento – si scassera dopo solo 1 ora – il lavoro è veloce e pulito, anche senza successiva finitura. Offre una resistenza alla compressione che va da 6 N/mm2 dopo due ore a 38 N/mm2 dopo 28 giorni.

Chi l’ha provato dice che...

APPLICAZIONE A PRESA RAPIDA

La presa rapida è una caratteristica essenziale per la messa in esercizio di interventi come inghisaggi (industriali e civili), fissaggi di insegne stradali, muretti di recinzione e pali ma anche nel ripristino di porzioni di pavimentazioni industriali carrabili e tracce nel calcestruzzo. La sua versatilità lo rende perfetto per modifiche ed estensioni di pilastrini ed elementi di sostegno non strutturali, scivoli di accesso a rampe e ingressi carrai; nelle applicazioni stradali come getti di sostegno e supporto sul fondo dello scavo dei pozzetti, getti di fissaggio dei chiusini sino a finitura e rinfianco e fissaggio di cordoli stradali. Il rapido indurimento permette di riaprire rapidamente il manto stradale e avanzare velocemente con il cantiere. Su parapetti e balconi Betonmat Rapid crea anche un piacevole effetto “faccia vista” ed è inoltre idoneo per la finitura con spolvero al quarzo.

Betonmat Rapid è uno dei prodotti più apprezzati dai nostri clienti, il riscontro per la linea GreenMat è molto positivo come dimostra l’aumento delle vendite. Il tema della sostenibilità è stato finalmente recepito dal mercato che, con nuova consapevolezza, richiede sempre più prodotti green e dalle alte performance. Va sfatato il falso mito secondo cui i prodotti con contenuto riciclato non siano efficienti, ne è la prova Betonmat Rapid in cui il 5% di inerte di riciclo non penalizza assolutamente la performance del prodotto; ne abbiamo ricevuto conferma da imprese, artigiani e progettisti. Rapido ed estremamente versatile è adatto a tutte le lavorazioni che necessitano rapidità e prestazionalità. In cantiere riscontriamo una grande facilità di impasto e ottima lavorabilità. Siamo entusiasti di poter proporre una soluzione performante e allo stesso tempo sostenibile per un ridotto impatto ambientale e un’edilizia sempre più green.

Giuseppe Vitale, responsabile area edilizia BigMat ICOS di Torino

36 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023 Provato per voi
Il betoncino ecosostenibile per lavori in rapidità.

NOVITÀ A MARCHIO BIGMAT

Asfalto a freddo BigMat

Conglomerato bituminoso a freddo per risolvere il problema delle buche stradali

Asfalto a freddo BigMat, nato della collaborazione con il partner Bacchi, è un conglomerato bituminoso a freddo, costituito da una miscela di graniglie, sabbie di frantumazione, impastati a caldo con un bitume speciale.

Confezionato in sacchi pronto all’uso da 25 kg è un prodotto destinato alla riparazione di buche (di diametro massimo di 50 cm) in manti stradali con traffico veicolare continuo, situazione in cui è necessaria estrema rapidità, praticità d’intervento e immediata transitabilità.

La presenza di traffico veicolare continuo è condizione indispensabile per una ottimale resa del materiale e per questo è sconsigliato l’uso per ripavimentare, ripristinare ampie zone in parcheggi, aree condominiali, aree private, marciapiedi, rampe, ingressi di abitazioni con traffico di mezzi scarso o nullo e in genere zone ad alto traffico pedonale e/o ciclabile.

Tra i vantaggi di Asfalto a freddo BigMat c’è la possibilità di intervenire su strada utilizzando un solo prodotto e la rapida risoluzione della problematica delle buche stradali che creano notevoli e pericolosi disagi alla viabilità.

La posa è estremamente rapida e semplice in quanto Asfalto a Freddo BigMat è già pronto all’uso. Una volta individuata la zona d’intervento, e dopo averla opportunamente preparata, è necessario scuotere energicamente il prodotto e versarlo nella buca stendendo uno spessore massimo di 5 cm con l’ausilio di una pala. Con un sacco da 25 kg si riesce a posare circa 1,3 m (per una buca Ø50 cm di 5 cm di profondità occorrerà circa 1 sacco).

Si consiglia, a ogni applicazione in buca, di compattare bene Asfalto a freddo BigMat con la piastra vibrante avendo cura di valutare bene i cali e cospargere la superficie con sabbia fine nella stagione invernale o cemento nella stagione estiva per agevolarne l’indurimento.

www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 37 Prodotti BigMat
Da BigMat tutto quello che serve per costruire e ristrutturare: rapporto qualità/prezzo, performance garantite ed ecosostenibilità.

Opinion leader

Come scegliere correttamente gli infissi

I consigli per migliorare il comfort abitativo scegliendo i giusti infissi.

di Andrea Castrignano, primo interior designer in Italia autore di “Cambio Casa, Cambio Vita! WEB” e testimonial del Gruppo BigMat

Voi lo sapevate che, secondo le stime, fino al 30% dell’energia domestica può essere dispersa attraverso le finestre? Quando si sceglie di ristrutturare la propria casa le cose a cui pensare sono tantissime ma oserei dire che la scelta dei giusti infissi gioca un ruolo fondamentale. Infatti, per migliorare il comfort abitativo, vivere in un microclima più sano e limitare i consumi energetici, è necessario evitare il più possibile la dispersione termica. Come? Attraverso la scelta di serramenti performanti! Sostituirli nel momento della ristrutturazione significa fare un vero e proprio investimento che, nel tempo, verrà ripagato dal risparmio in bolletta. Innanzitutto, vorrei fare una precisazione: non esiste un materiale che sia in assoluto il migliore. Vanno, infatti, tenuti in considerazione molti aspetti come, ad esempio, il budget, l’ambiente in cui verranno inseriti i nuovi infissi e le condizioni atmosferiche a cui gli infissi saranno esposti (il legno è assolutamente sconsigliato in

zone esposte alla salsedine). Ovviamente, il primo materiale che compone una finestra è il vetro. Il mio consiglio è quello di optare per una soluzione a doppio vetro. Assicuratevi che l’intercapedine tra le lastre sia riempita con del gas, ciò garantirà il corretto assorbimento dell’umidità.

Per lo scheletro dell’infisso potrete invece scegliere tra diversi materiali: il PVC, oltre a consentire un buon isolamento termico e acustico, è molto resistente agli agenti atmosferici. Il legno invece, è considerato tra i materiali più isolanti ma il costo elevato e la necessità di manutenzione periodica sono degli aspetti da considerare attentamente. L’alluminio è l’opzione che tendenzialmente preferisco e che, quindi, consiglio di più: è la scelta più leggera e duratura in assoluto. Inoltre, garantisce delle ottime prestazioni tecniche durevoli nel tempo, senza necessità di un’ordinaria manutenzione. Allora, cosa aspettate? Anno nuovo…infissi nuovi!

38 | UP! MAGAZINE Febbraio 2023
Interior Design Andrea Castrignano | Alcuni progetti di interior design a Milano

Design Week di BigMat Vemati

Successo per la tre giorni su progettazione d’interni e finiture.

Si è svolta a Mercogliano (AV) a dicembre la prima edizione della BigMat Vemati Design Week: tre giornate dedicate ai professionisti della progettazione che hanno potuto scoprire le ultime tendenze legate alla casa e ascoltare i consigli dell’interior designer Andrea Castrignano che ha inaugurato l’evento. Oltre 250 le presenze totali con oltre 80 architetti e designer che si sono dati appuntamento presso lo showroom BigMat Vemati, azienda storica dell’avellinese guidata dalla famiglia Sampietro. «Per la buona riuscita di un progetto di ristrutturazione è fondamentale avere delle buone basi: ossia dei materiali edili performanti – ha evidenziato Castrignano –. La scelta delle finiture è importantissima ma se viene tralasciato l’aspetto tecnico anche il più bel progetto su carta è destinato al fallimento». Una sinergia tra finiture ed edilizia di cui BigMat Vemati è un perfetto interprete. «Siamo molto soddisfatti di questa prima BigMat Vemati Design Week – ha commentato Andrea Sampietro, responsabile dello showroom –. Ci stiamo affacciando al comparto delle finiture d’interni con grande entusiasmo, il nostro ruolo non è solo di rivendita ma piuttosto di partner strategico del progettista e dell’architetto».

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Il network BigMat cresce ancora e arriva a 150 soci

Tra fine 2022 e gennaio 2023 altri 15 nuovi soci hanno scelto il Gruppo BigMat.

Èun inizio anno promettente per BigMat Italia che vede incrementare ancora il numero di aderenti su tutto il territorio nazionale. Sono infatti quindici i nuovi associati in otto Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto) in soli due mesi. Prosegue così il costante sviluppo del network che oggi conta oltre 230 punti vendita e 150 soci. La formula vincente di BigMat pone le sue basi sulla trasparenza e indipendenza dei soci, sulla condivisione del know-how tecnico e strategico, senza dimenticare l’expertise specializzata e la prossimità al territorio e ai professionisti del settore.

I nuovi ingressi nel Gruppo iniziano dal Nord e per la precisione dalla Valle d’Aosta dove sono due i soci che hanno scelto BigMat: Dov.edil Snc di Donnas (AO) con due punti vendita ed EdilMarmore Srl che porta nel Gruppo la sua rivendita di Chatillon (AO). In Piemonte BigMat accoglie l’azienda

Piazzolla Srl di Terzo (AL) con due punti vendita mentre sul versante opposto, in Veneto, troviamo i punti vendita di Soluzioni Edili Srl di Affi (VR) e di Pellegrin Crea Snc a Noventa Vicentina (VI). BigMat intensifica il suo presidio nel Nord Italia e in particolare nell’area strategica della Lombardia con due nuovi soci: in provincia di Bergamo, ad Albino e a Cazzano Sant’Andrea, troviamo i due punti vendita di Centro Edilizia Srl e in provincia di Milano sono tre i punti vendita di Unika Milano Spa, a Cesano Boscone, a Cinisello Balsamo e a Segrate, che mostreranno l’insegna BigMat. Sempre della società Unika sono anche altri due nuovi soci dell’Emilia-Romagna: Unika Bologna Srl a Bologna e Unika Modena Srl a Formigine (MO), con un negozio ciascuno, a cui si aggiungono anche la rivendita di Edilquattro Srl di Rubiera (RE) e nel piacentino la rivendita di Fogliazza Dante a Ponte dell’Olio (PC). Scendendo lungo lo Stivale troviamo: in Lazio il punto vendita Gino Mariani & C. Snc di Ferentino (FR) e quello di Ceves Srl di Ortona (CH), mentre dopo tanti anni si rafforza il presidio BigMat in Molise grazie all’ingresso dell’azienda Cianciosi Srl di Termoli (CB). Infine, in Calabria a Roccabernarda, provincia di Crotone, si trova l’azienda Ceramiche Marazzita Snc che entra in BigMat con il suo punto vendita. Grande l’entusiasmo dei nuovi soci che hanno scelto di intraprendere una nuova avventura con BigMat per crescere insieme – mantenendo le proprie individualità – e per raggiungere grandi obiettivi.

www.bigmat.it UP! MAGAZINE | 39
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