Attività istituzionali
Il manifesto di MATILDE per la rinascita delle aree interne
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ieci tesi sulla migrazione e la resilienza nelle regioni montane e rurali europee affrontate dal progetto europeo “Matilde”, finanziato dal programma Horizon 2020 nel quale la Città metropolitana è partner. Ma perché un vero e proprio Manifesto e cosa sottolinea? Il progetto MATILDE ha l'obiettivo di produrre conoscenze scientifiche e, allo stesso tempo, di promuovere il cambiamento socio-culturale circa la percezione ed il ruolo dell'immigrazione straniera nelle regioni rurali, montuose e remote d'Europa. La ridefinizione del ruolo di queste regioni emarginate è cruciale all'interno del processo di costruzione dell'UE, in particolare in tempi di pandemia e di necessaria resilienza sociale. Per chiarire alcune ipotesi di base del progetto, e per contribuire ad un più ampio dibattito pubblico a livello europeo, i partner hanno deciso di scrivere e condividere una dichiarazione aperta sotto forma di Manifesto. Le 10 tesi sono una serie di presupposti chiave che guidano il lavoro degli enti che lavorano al progetto. Il presupposto da cui sono partiti i beneficiari del progetto è che l'immigrazione, in tutte le sue forme - interna ma soprattutto internazionale - incide effettivamente sullo sviluppo globale delle regioni rurali, remote e di montagna dell'Europa. Inoltre, si sottolinea il potenziale contributo dell'immigrazione al cambiamento sociale, alle trasformazioni economiche e alle politiche che pongono questi luoghi abbandonati e i loro abi-
tanti al centro della costruzione di un'Unione Europea, che sta vivendo un'esperienza socioeconomica e sanitaria senza precedenti. Infine, si fa presente la nuova attrattiva di questi territori nell'era del covid. Il ritorno alla dimensione locale ed il ripopolamento delle aree interne possono offrire ampie opportunità di investimento nell'UE, potenziate da politiche nazionali e regionali adeguate. Ecco le dieci tesi del Manifesto: La lontananza deve essere rivista come risorsa e come un valore per l'Europa La globalizzazione neoliberale cattura lo spazio e le opportunità delle persone, integrandole in reti globali di capitale e di scambio di beni. Tende a produrre "non luoghi" e, allo stesso tempo, ad emarginare un'ampia porzione del globo, anche all'interno dell'UE. In un quadro globale di pressioni neoliberali sulle politiche statali, gli Stati nazionali sembrano privilegiare il potere centrale rispetto all'autonomia locale; spesso spingendo le aree remote ad un ruolo residuo attraverso processi di emarginazione ed esclusione dalle dinamiche dello spazio metropolitano. I luoghi remoti dovrebbero essere concettualizzati come: • un mondo vitale e multiforme plasmato dell'esperienza delle persone, che resiste all'omogeneizzazione grazie alle sue risorse culturali e posizionali; • base per politiche coerenti e basate sul luogo, che traggono profitto dalla distanza fisica e dallo spazio intermedio che caratterizza le aree scarsamente popolate;
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CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA