Primo Piano
Un ritratto di Ferruccio Valobra, fucilato al Martinetto
P
roponiamo di seguito l'intervento di Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, tenuto il 5 aprile 2022 al Martinetto.
Anche quest’anno, insieme ai rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze Armate, delle Associazioni partigiane, la Comunità ebraica è presente in questo tristemente noto poligono del Martinetto, dove 78 anni orsono, il 5 aprile 1944, al termine di un sommario processo, organizzato dai gerarchi di Mussolini e da membri del governo della RSI nel tentativo di porre un argine al movimento di liberazione del Nord Italia, vennero fucilati i componenti del Comitato Militare della Regione Piemonte Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e Giuseppe Perotti.
Una vicenda terribile, che – come ebbe a scrivere Alessandro Galante Garrone nella prefazione allo straordinario libro “Fiori rossi al Martinetto” di Valdo Fusi, scampato miracolosamente all’eccidio – ebbe per protagonisti “uomini fatti per la pace, per la semplice vita quotidiana, che vincono la paura e l’egoismo per un istintivo senso del dovere”. Gli otto componenti del CLN fucilati il 5 aprile 1944 non furono le uniche vittime trucidate in questo luogo nella primavera di quell’anno: insieme a loro altri 53 partigiani e resistenti vennero uccisi barbaramente. Tra di loro anche un Capitano degli Alpini ebreo, Ferruccio Valobra, la cui vicenda è emblematica della storia degli Ebrei in Italia, che ottennero l’emancipazione dal Re Carlo Alberto nel 1848 per venire poi espulsi dalla vita civile con le infami leggi razziste promulgate solo 90 dopo da un suo discendente, Vittorio Emanuele III, che firmò senza minimamente opporsi i provvedimenti predisposti da Mussolini. CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA
5