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Personale dei nuovi Enti: entro tre mesi la definizione della dotazione organica
Le disposizioni sul personale della riforma, all’art.37, prevedono che “i liberi Consorzi comunali e le Città metropolitane stabiliscono, in relazione alle funzioni ad essi attribuite, le dotazioni organiche entro tre mesi dalla definizione da parte dell’Osservatorio regionale” costituito per attuare parte della riforma. Entro 180 giorni, “con uno o più decreti del Presidente della Regione, previa delibera della Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale per le autonomie locali, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, previo parere della Commissione Affari istituzionali e della Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana, è individuato il personale che resta assegnato agli enti di area vasta e quello eventualmente da destinare alle procedure di mobilità verso altri enti, secondo i criteri definiti dall’Osser-vatorio. “La ricollocazione del personale è effettuata a seguito dell’emanazione dei decreti di individuazione delle risorse necessarie al finanziamento delle funzioni”. In ogni caso “il personale delle ex province regionali conserva la posizione giuridica ed economica” goduta nonché l’anzianità di servizio maturata. Il personale delle ex province regionali continuerà ad essere utilizzato dai liberi Consorzi e dalle Città metropolitane, nei limiti delle disponibilità finanziarie in atto esistenti. Prevista anche la ricollocazione del personale in esubero. La Presidenza della Regione, infatti, tramite il Dipartimento regionale della funzione pubblica avvierà presso le amministrazioni della Regione, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici, una ricognizione dei posti da destinare alla ricollocazione del personale in eccedenza nei Liberi Consorzi.
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Approvata la riforma delle ex Province In Sicilia saranno sei i Liberi Consorzi Comunali e tre le Città Metropolitane Le elezioni di secondo livello dovranno svolgersi tra il 1 ottobre e il 30 novembre
Dopo più di due anni di rinvii l’Assemblea Regionale vara la riforma delle ex province. La legge approvata si compone di cinquantadue articoli che regolamentano i nuovi soggetti di area vasta. Il 30 luglio scorso erano presenti al momento della votazione, effettuata a scrutinio nominale, 53 deputati su 90. Hanno votato a favore 36 deputati, 11 contrari e 6 astenuti. La maggioranza richiesta era di almeno 27 voti favorevoli. La legge dovrà essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione. La legge prevede che “nelle more dell’insediamento degli organi degli enti di area vasta, e comunque non oltre il 31/12/2015, le funzioni esercitate dalle ex province regionali alla data di entrata in vigore della presente legge continuano ad essere svolte
da commissari straordinari nominati gestione ordinaria fino alla nomina ai sensi dell’art. 145 dell’ordinamen- dei commissari di cui al precedente to amministrativo degli enti locali comma, e comunque non oltre quindici giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.”. Come ribadito in aula dall’On. Cracolici, presidente della Commissione e relatore in aula, con questa legge è stato disciplinato un nuovo ente intermedio dotato di autonomia impositiva, autonomia statutaria e autonomia regolamentare. Qualcosa di diverso e più complesso delle ex province nella Regione siciliana approvato regionali. L’art. 27, al primo comma con la l.r. 15/03/1963, n. 16 e suc- della legge definisce le nuove comcessive modifiche ed integrazioni”. petenze: “Il Libero Consorzio comuPrevisto anche un periodo di regime nale, quale ente di area vasta, è titotransitorio per i commissari attual- lare, oltre che delle funzioni già spetmente in carica. Infatti, sempre lo tanti alle ex province regionali, ai stesso articolo, prevede che: “al fine sensi della normativa vigente, delle di garantire la continuità ammini- seguenti funzioni proprie già attristrativa dei suddetti enti, i commis- buite, ai sensi dell’articolo 13 della sari straordinari attualmente preposti legge regionale 6 marzo 1986, n. 9, ai sensi dell’art. 1 della l.r. alle ex province regionali alla data segue a pag. 4 10/04/2015, n. 8, assicurano la
Il Presidente Variati rivolge un appello al Governo UPI: le entrate delle Province sono completamente azzerate e non ci sono risorse per garantire i servizi
Il grido d’allarme lanciato durante l’Assemblea nazionale dei Presidenti delle Province
“Le entrate delle Province sono completamente azzerate e non ci sono risorse per garantire i servizi’’. Lo ha spiegato a chiare lettere, Achille Variati, Presidente dell’Unione Province d’Italia, durante l’Assemblea nazionale dei Presidenti di Provincia, svoltasi lo scorso 15 luglio. Le previsioni da cui il Governo è partito per decidere il contributo delle Province e delle Città metropolitane alla manovra economica 2015 – 2017 sono certamente errate. Con un miliardo di tagli in più nel 2016 che diventano 2 miliardi nel 2017, si dovrebbe far fronte alla manutenzione e alla sicurezza di oltre 5.000 scuole superiori e di circa 130 mila chilometri di strade. Si fa fatica perciò a pensare che in soli due anni si possano tagliare altri 3 miliardi, quasi a prosciugare le risorse delle Province.
Risulta palese che i numeri passati al Presidente del Consiglio quando è stata scritta la Legge di stabilità erano sbagliati e rischiano di portare al fallimento una buona legge, la riforma delle province e città metropolitane, voluta dal Ministro Delrio e sempre appoggiata dal Presidente Renzi. Una legge che ha soppresso le vecchie Province e ha consegnato ai Sindaci la responsabilità di gestire i servizi di una vasta area. Il Presidente Variati ha concluso il suo intervento rivolgendo un appello al Governo nella speranza che sappia comprendere e trovare le giuste soluzioni che evitino la crisi dei territori. Durante il dibattito in sede di assemblea è emerso che se il Governo vuole attuare veramente la riforma Delrio dovrà necessariamente rivedere le fonti di finanziamento delle nuove province,
Un miliardo di euro i
tagli previsti nel 2016 che diventeranno due miliardi nel 2017 se non interverranno
modifiche legislative
altrimenti non si potranno garantire i servizi ai cittadini. Difficile, quindi ipotizzare uno scenario di “esistenza in vita” delle province senza adeguate forme di finaziamento. Nei prossimi mesi, con la legge di conversione del decreto sugli enti locali e la prossima legge finanziaria, sarà più chiara la volontà politica del governo. Una situazione non dissimile da quella delle ex province siciliane, alle prese con la crisi economica della Regione.