Antica viabilità in Abruzzo

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Procedendo poi in direzione SE, raggiungeva Goriano Sicoli (Statulae) sulla Via Valeria 341. Statulae-Sulmo-Aufidena Abbandonata la valle dell’Aterno, la Via Campana, in direzione SE, entrava nella valle Peligna e dopo aver superato il fiume Sagittario sul Ponte La Torre, ricalcando il percorso dell’antico tratturo, giungeva a Sulmona 342. Che da Sulmona una strada, attraverso la Conca Peligna raggiungesse Aufidena è cosa certa, mentre qualche difficoltà emerge nello stabilirne il percorso. Facendo riferimento alla Tabula Peutingeriana, per questa via troviamo annotati i seguenti intervalli:

IV, 1 (Superaequum-Corfinium-Sulmo) Firenze 1984, pp. 75 ss.; IDEM, Superaequum, cit., pp. 17 ss.; M. BUONOCORE, Superaequum, “Supplementa Italica”, n. s., 5 (1989), pp. 87-144 (91); A. CIVITAREALE, Città romane d’Abruzzo, L’Aquila 1992, pp. 202-209; M. BUONOCORE-G. FIRPO, Fonti, cit., I, pp. 328-330. 341 Probabile mutatio posta lungo la via Claudia-Valeria, Statulae è nota soltanto attraverso la Tabula Peutingeriana (IV, 2). Venne identificata dal Febonio già nel secolo XVII (M. PHEBONIUS, Hostoriae Marsorum libri tres, Napoli 1678, p. 279), seguito da DE NINO (A. DE NINO, NSA, 1878, pp. 319 ss.; 1889, pp. 344 ss., 1903, pp. 515 ss., 1904, p. 299) ed altri (VON WONTERGHEM, Forma Italiae, IV, 1, Superaequum-Corfinium-Sulmo, Firenze 1984, pp. 108 ss.; IDEM, Superaequum, cit., pp. 42, 46; E. MATTIOCCO, Il territorio superequano prima di Roma, Gruppo Archeologico Superequano, quaderno n° 3, 1984, pp. 42, 46; E. MATTIOCCO, Il territorio superequano prima di Roma, Gruppo Archeologico Superequano, quader. n° 3 1983, p. 13; M. BUONOCORE-G. FIRPO, Fonti latine, I, cit., p. 331. 342 IGM, f. 146, Sulmona. L’antica Sulmo, insieme a Corfinium e Subaequum furono i centri più importanti dei Peligni. patria di Ovidio (Fasti, 4, 77-82 9), durante la guerra sociale si schierò contro Roma e per questo fu distrutta da Silla (FLORIO, II, 9). Fu municipium iscritto alla tribù Sergia e secondo quanto tramandatoci da Livio, Annibale, nella marcia verso Roma, attraversò la città (Livio XXVI, 11, 11: “Coelius Romam euntem ab Ereto revertisse eo Hannibalem tradit, iterque eius ab Reate Cutiliisque et ab Amiterno orditur: ex Campania in Samnium, inde in Paelignos pervenisse, preterque oppidum Sulmonem in Marrucinos transisse; inde Albensi agro in Marsos, hinc Amiternum Forulusque vicum venisse”; G. FIRPO, Fonti, cit., I, pp. 276-296, (288) “Nel V secolo, Sulmo fu sede episcopale (Lettera di Gelasio I al vescovo Palladio (495-496)”.

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