Protocollo Viticolo 2017 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg

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I.P.

Il Protocollo Viticolo della DOCG Conegliano Valdobbiadene è un documento sottoscritto da una commissione di esperti presieduta dal Consorzio volto a promuovere e salvaguardare il territorio di produzione e la bellezza del suo paesaggio. Le linee guida per una gestione avanzata della difesa integrata della vite in esso contenute riprendono i canoni della lotta guidata/ragionata secondo le LTDI della Regione e sulla base degli indirizzi normativi dettati dal D.Lgs 150/2012, in particolare dal PAN e suoi decreti applicativi recepiti dai

CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG

2O17

comuni della DOCG. Lo scopo è quello di minimizzare l’impatto ed il rischio dell’uso dei prodotti fitosanitari nei confronti dell’uomo e dell’ambiente.


DECALOGO DEL PROTOCOLLO

CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG

Il Protocollo Viticolo nasce dall’esigenza di guidare,

e

garantire e monitorare un processo di cambiamento

libertà

nelle pratiche di utilizzo dei prodotti fitosanitari verso

Tutte

forme caratterizzate da maggiore compatibilità e

documento sono riprese di volta in volta all’interno

sostenibilità ambientale e sanitaria, con particolare

del Bollettino Agrometeorologico del Consorzio

riferimento alle pratiche agronomiche per la

e degli altri enti di assistenza tecnica operanti

prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi.

nel territorio, Co.Di.Tv., Cecat e Cantine Sociali

Un livello elevato di tutela dell’ambiente unito

quali cardine e riferimento indispensabile per

al miglioramento della qualità e del benessere

azioni di governo della difesa della vite che

di vita devono essere integrati nelle politiche del

riprendano i canoni della lotta integrata e che

territorio della Docg Conegliano Valdobbiadene

rispondano alle contingenze dell’annata viticola.

garantiti di le

conformemente impresa

e

informazioni

di

al

principio

sviluppo

contenute

di

dell’area. in

questo

Il Protocollo viticolo è un disciplinare di difesa integrata avanzata di tipo volontario per l’adozione di un atteggiamento virtuoso in ambito fitosanitario ed agronomico che risponde appieno ed in forma ancor più restrittiva alla normativa europea e nazionale vigente. Esso rientra in una strategia collettiva di implementazione di politiche ed azioni volte alla riduzione dei rischi e degli impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità derivati dall’impiego dei prodotti fitosanitari. Ciò rappresenta un’azione incisiva e collegiale per la difesa del patrimonio sociale, economico ed ambientale rappresentato dalle colline del Conegliano Valdobbiadene. La classificazione adottata nel Protocollo si basa sui parametri relativi alla pericolosità intrinseca del principio attivo, al profilo eco tossicologico dei preparati commerciali e sull’analisi ponderale delle frasi “hazard” contenute all’interno delle più diffuse formulazioni presenti sul mercato. Tale classificazione va ampiamente al di là di quanto richiestodalle norme in vigore in materia fitosanitaria, in virtù di una scelta di territorio e di filiera nella direzione di una crescita sostenibile nella produzione di uva e di vino di qualità. Alcuni principi di base sono dettati dall’osservanza delle seguenti indicazioni: - dare la preferenza ai preparati non classificati pericolosi per l’uomo, l’ambiente animale ed acquatico secondo le valenze d’uso incluse nel presente documento – vedere la colorimetria; - esclusione di prodotti con frasi “hazard” considerate impattanti per la collettività (aree sensibili, gruppi vulnerabili) quali H350, H350i, H351, H360, H360D, H360Df, H360F, H360FD, H360Fd, H361, H361d, H361f, H361fd, H362. Quanto riportato in etichetta – indicazioni di pericolo e/o attenzione, consigli di prudenza, n° max di interventi ammessi, dose di impiego, periodi di carenza, etc. – corrisponde a LEGGE a livello sanitario ed ogni abuso e/o infrazione nell’utilizzo di queste sostanze attive è perseguito a norma di legge. L’utilizzo di questi prodotti fitosanitari va contestualizzato alla specifica patologia, alla gravità o soglia di intervento per la stessa ed agli effetti secondari sulle componenti dell’ecosistema vigneto. In ogni caso, per ogni uso PROFESSIONALE volto all’acquisto, manipolazione e smaltimento dei prodotti fitosanitari è necessario ottenere il Patentino Fitosanitario. Nel caso della manipolazione e/o intervento fitosanitario è d’obbligo l’impiego di Dispositivi di Protezione Individuale, Nell’ambito di una difesa integrata volontaria è indispensabile adottare tutte le migliori pratiche agronomiche con lo scopo di migliorare le condizioni microclimatiche complessive della parete fogliare, così da aumentare le performances dei prodotti fitosanitari utilizzati. In particolare si richiede di: 1. adottare tecniche e soluzioni di potatura al bruno che garantiscano un’equilibrata carica gemmaria rispondente ai limiti di resa imposti dal Disciplinare di produzione e possano migliorare l’equilibrio vegeto – produttivo in funzione dello spessore della chioma e del numero e peso dei grappoli in pianta; 2. adottare tecniche e soluzioni di potatura in verde che creino le condizioni fisiologiche volte ad accrescere le funzionalità fotosintetiche della parete fogliare e la penetrabilità dei prodotti fitosanitari nel corso dei trattamenti; in particolare procedere, in ordine cronologico di esecuzione, alla spollonatura e scacchiatura primaverile, palizzatura e cimatura dei germogli estiva; 3. ricorrere alle tecniche di defogliazione manuale delle porzioni fogliari più vecchie in corrispondenza della fascia produttiva, eseguendo tale

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operazione sul lato della parete orientata a nord o a est, rispettivamente per orientamenti est-ovest e nord-sud, in modo da evitare scottatura dei grappoli. In base a ciò è preferibile eseguire questo intervento nella fase fenologica di post – allegagione; 4. utilizzare razionalmente l’apporto di concime organico o minerale, con concimazioni azotate moderate così da favorire l’equilibrio fisico – chimico nel terreno, valorizzando la sostanza organica presente nel suolo, quindi la sua fertilità e vitalità intrinseca; 5. evitare, quando la giacitura del fondo lo consenta, qualsiasi forma di bruciatura in campo dei tralci e sarmenti di risulta della potatura invernale. Si consiglia eventualmente di ricorrere alla trinciatura in loco degli stessi o alla costituzione di cumuli misti a vinaccia per il compostaggio o rivolgersi a contoterzisti per uno smaltimento a fini energetici; 6. adottare tecniche di difesa della vite tempestive e che ricorrano ad una rotazione delle sostanze attive con la stessa modalità d’azione, al fine di evitare l’insorgenza di resistenza incrociata, preferendo sempre quelle a più basso profilo ecotossicologico come da indicazioni contenute nel Protocollo; 7. concludere qualsiasi intervento fitosanitario almeno 30 giorni dalla data presunta di vendemmia, salvo prodotti o formulati ottenuti dall’estrazione di sostanze naturali o impieganti antagonisti, agenti di biocontrollo o induttori di resistenza. I prodotti fitosanitari che abbiano tempo di carenza più lungo, dovranno osservare quanto riportato in etichetta; 8. di impiegare gli interventi antibotritici in zona collinare non in forma di regola, ma, solo nel caso in cui le condizioni climatiche lo prevedano, nel limite di due interventi max, preferendo il trattamento in fase di pre-chiusura grappolo. La gestione agronomica ad ogni modo favorisce la difesa naturale della vite; 9. di eseguire gli interventi insetticidi specificatamente contro la cicalina vettore della Flavescenza Dorata la cui lotta verrà eseguita secondo le linee di intervento del Servizio Fitosanitario della Regione Veneto. La difesa contro altri insetti fitofagi è prevista solo nel caso in cui i servizi di assistenza indicati in premessa consiglino un eventuale intervento specifico. Per il controllo degli acari non sono previsti interventi se non in casi eccezionali ed al superamento della soglia di danno. L’eventuale insorgenza di pullulazioni di questo fitofago è causata da errata conduzione della difesa contro le malattie della vite; 10. derogare l’utilizzo dei prodotti fitosanitari contenuti nelle Linee Tecniche di Difesa Integrata della Regione Veneto, Anno 2017, solo ed esclusivamente previa decisione congiunta della commissione e di ordinanza sindacale nei Comuni in il cui il Protocollo Viticolo sia stato adottato in forma di norma cogente. Il Protocollo Viticolo si avvale come supporto tecnico dello Sportello Viticolo del Consorzio di Tutela (per assistenza 3895220220), insieme con tutta la rete di operatori nell’area per dettare le strategie migliori ed in linea con i principi contenuti nel documento. La sua applicazione passa attraverso una costante fase di monitoraggio volta a rilevare l’evoluzione delle fitopatie ed analizzare l’efficacia e l’aderenza alla realtà territoriale degli interventi consigliati volta per volta. A tale scopo, è altamente consigliata la registrazione del prodotto fitosanitario e del dosaggio impiegato entro 7 giorni dall’applicazione in campo nel Registro degli interventi fitosanitari, “quaderno di campagna”. Altre norme non contenute o sottaciute in questo documento si rifanno alle Linee Guida della Regione Veneto ed al Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale dei 15 Comuni della DOCG.

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CLP: PRINCIPALI NOVITÀ PER IL SETTORE DEGLI AGROFARMACI Il Regolamento (CE) 1272/2008 IL CLP è il nuovo regolamento Europeo su classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele. E rivolto a tutti coloro che fabbricano, importano, fanno uso e distribuiscono sostanze chimiche o miscele, inclusi i biocidi e gli agrofarmaci, indipendentemente dal loro quantitativo. Sostituisce gradualmente le attuali normative di riferimento per la classificazione e l’etichettatura delle sostanze e delle miscele, abrogandole completamente a partire dal 1 giugno 2015. Il CLP recepisce nell’Unione Europea quanto previsto dal Sistema Globale

Armonizzato voluto dalle Nazioni Unite con lo scopo di armonizzare i criteri di classificazione ed etichettatura, favorendo così la libera circolazione delle merci e garantendo, al contempo, un elevato livello di protezione per l’uomo e per l’ambiente. Fatte salve alcune eccezioni (farmaci, dispositivi medici, alimenti, cosmetici, etc.) per le quali sussistono normative specifiche, il CLP si applica a tutte le sostanze chimiche e le miscele, compresi biocidi ed agrofarmaci, nella loro forma commerciale (confezione di vendita).

NOVITÀ PER GLI AGROFARMACI L’applicazione del CLP comporta cambiamenti significativi per la classificazione e l’etichettatura degli agrofarmaci ed introduce importanti novità: - nuovi criteri di classificazione per i pericoli fisici, per la salute e per l’ambiente; - avvertenze che indicano il grado relativo di pericolo (“Pericolo” o “Attenzione”); - nuovi Pittogrammi (simboli riquadrati a forma di diamante o rombo);

- nuova codifica delle indicazioni di pericolo (Frasi H) e dei consigli di prudenza (Frasi P) che andranno a sostituire rispettivamente le Frasi R e Frasi S; - introduzione di informazioni supplementari (Frasi EUH)

Esempio di etichetta dpd ed etichetta clp di un medesimo prodotto

CON IL REGOLAMENTO CLP CAMBIA LA MODALITÀ CON LA QUALE VIENE ESPRESSO IL PERICOLO E opportuno sottolineare che la classificazione e l’etichettatura dei prodotti riflettono il tipo e la gravità dei pericoli intrinseci di una sostanza o di una miscela, mentre la registrazione degli agrofarmaci è fondata sulla

valutazione del rischio che ha lo scopo di stabilire in quali condizioni questi possono essere impiegati senza rischi per la salute e per l’ambiente.

TEMPISTICHE DI APPLICAZIONE Il CLP prevede tempistiche di applicazione differenti per sostanze e miscele. Mentre le prime devono essere obbligatoriamente classificate secondo il CLP già dal 1 dicembre 2010, sono ormai prossime le scadenze che riguardano le miscele e quindi gli agrofarmaci: - I titolari di registrazione devono immettere sul mercato prodotti con etichetta CLP obbligatoriamente a partire dal 1 giugno 2015; - è possibile commercializzare prodotti con etichetta CLP prima di tale data; - gli agrofarmaci già immessi in commercio (allo scaffale) entro il 1 giugno

2015 con vecchia etichetta DPD potranno essere commercializzati dai rivenditori ed utilizzati dagli agricoltori senza necessità di ri-etichettatura fino al 31 maggio 2017. Entro la stessa data sarà dunque possibile la presenza sul mercato di uno stesso prodotto con etichetta DPD (vecchia) e CLP (nuova); - il 31 maggio 2017 rappresenta il termine ultimo per lo “smaltimento scorte” al commercio ed all’impiego degli agrofarmaci con etichetta DPD. Dal 1 giugno 2017 potranno essere commercializzati ed impiegati solo agrofarmaci con etichetta CLP.

LE SCHEDE DI SICUREZZA L’applicazione del CLP non modifica gli obblighi di fornitura della scheda dati di sicurezza (SDS) che rimangono invariati. A partire dal 1 giugno 2015 la SDS dovrà essere compilata con i riferimenti e le classificazioni previsti dal CLP. Per gli agrofarmaci già immessi sul mercato prima del 1 giugno 2015 è previsto un periodo transitorio di 2 anni (fino al 31

maggio 2017) in cui il vecchio formato – dove compare ancora la classificazione anche secondo la DPD – potrà comunque essere utilizzato a patto che non intervengano modifiche registrative che prevedono l’obbligo di etichettatura e reimballaggio o revisioni.

ACQUISTO DI AGROFARMACI Tutti i prodotti fitosanitari ad eccezione dei PPO (prodotti specifici per piante ornamentali) vanno conservati in appositi locali aventi le stesse caratteristiche previste da anni per i prodotti già classificati T+, T, Xn (es. pareti e pavimenti lavabili, vasca di raccolta reflui, etc.); Tutti i prodotti fitosanitari sono oggetto della dichiarazione annuale dei dati di vendita da inviare entro il 28 febbraio successivo all’anno solare di vendita. Unica eccezione i PPO;

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Tutti gli utilizzatori professionali dovranno dimostrare di essere in possesso del certificato di autorizzazione all’acquisto (patentino) da esibire al momento della vendita. A tali utilizzatori potranno essere forniti tutti i prodotti fitosanitari e la tracciabilità è garantita dall’emissione di una fattura e riportando sul registro di scarico le singole quantità vendute con i riferimenti del certificato di autorizzazione all’acquisto, come indicato all’art. 10 del D.Lgs 150/2012.

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SPORTELLO SPORTELLO VITICOLO PER LA DIFESA DIFESA INTEGRATA INTEGRATA 2016

COMPLESSO DELL’ESCA Ai sintomi di questo complesso concorrono più di 100 tipologie di funghi colonizzatori del legno di vite che sono gli agenti causali di manifestazioni progressivamente più evidenti dalla tracheomicosi (venature brune dei fasci vascolari) alla vera e propria carie (porzioni e/o sezioni del fusto marcescenti). L’attacco fungino avviene a seguito dei tagli di potatura

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invernale, in particolare in quelle sezioni di legno avente più di 3 anni di età esposte agli agenti atmosferici ed incapaci di cicatrizzare. Le sintomatologie classiche sono di tipo “cronico”, quando la vite manifesta una caratteristica tigratura fogliare, e di tipo “apoplettico”, quando la pianta deperisce istantaneamente a seguito di stress ed irreversibilità della malattia. Le possibili azioni di contrasto alla diffusione nel vigneto dei funghi che innescano e propagano il complesso possono essere sinergicamente: -effettuare la potatura delle viti tenendo presente che una potatura anticipata lascia esposte le ferite alla penetrazione dei patogeni per un lungo periodo di tempo – a causa della più lenta cicatrizzazione – durante il quale, però, l’inoculo eventualmente disponibile per le infezioni è comunque meno abbondante rispetto a quello presente in marzo e aprile, mentre una potatura posticipata garantisce una più rapida cicatrizzazione delle ferite le quali sono però esposte ad abbondante inoculo presente nell’ambiente; -segnare e potare separatamente le piante che manifestano i sintomi, nel caso in cui non si decidesse di eliminarle subito; -proteggere le ferite da potatura e quelle derivanti da spollonatura – almeno i grossi tagli – con mastici attivati; -eseguire sempre trattamente cautelativi dopo eventi meteorici avversi (gelate e grandinate).

COCCINIGLIE

Questi insetti possono colonizzare i tralci ed il legno, soprattutto in condizioni microclimatiche predisponenti (vegetazione fitta e clima caldo umido). Le specie maggiormente presenti all’interno dei vigneti del comprensorio sono: -Planococcus ficus (cocciniglia farinosa) – compie fino a 4 generazioni/ anno con effetti esplosivi in determinate stagioni causando una scalarità nella sua presenza in diverse porzioni della pianta stessa -Parthelonecanium corni (cocciniglia del corniolo) – più visibile nei mesi invernali su capi a frutto, branche e/o fusto, solitamente non rappresenta un problema salvo forte infestazioni -Pulvinaria vitis (cocciniglia cotonosa) – dal nome caratteristico per un batuffolo bianco ceroso-filoso presente sotto lo scudetto. Nei casi di conclamata presenza o forte attacco per la numerosità degli individui, al fine di evitare problemi alle qualità delle uve per la produzione di melata e conseguente fumaggine, è opportuno effettuare, previo consiglio tecnico, almeno un intervento specifico. 77


ESCORIOSI (Phomopsis viticola)

CIMICE ASIATICA

La cimice asiatica è identificata come Halyomrpha halys, come suggerisce il nome, le sue origini sono orientali: proviene da Cina,

I sintomi sono visibili sui germogli erbacei e sui tralci legnosi di un anno.

Giappone e Corea. E’ stata segnalata per la prima volta in Europa

Si presentano sotto forma di aree decolorate localizzate soprattutto in

nel 2007, nel 2010 ha raggiunto gli Stati Uniti e nel 2012 è arrivata

corrispondenza dei primi nodi con evidenti fessurazioni presenti lungo

anche in Italia.

gli internodi. Alla ripresa vegetativa le manifestazioni si hanno a carico

E’ molto prolifera, si moltiplica velocemente ed è anche famelica.

dei tralci erbacei con lesioni di forma allungata circondate da un alone

Dato l’assenza di predatori naturali, la cimice asiatica ha campo

bluastro che penetrano fino ad interessare anche i tessuti sottostanti.

libero e può arrecare forti danni alle coltivazioni in orto o in azienda

Sulle foglie la malattia si presenta con piccole macchie inizialmente sui

agricola.

margini fogliari e a carico soprattutto delle foglie basali.Le condizioni

Il suo ciclo di vita è annuale e, per fortuna, compie solo una

favorevoli al patogeno si verificano già al germogliamento soprattutto

generazione all’anno; rari i casi di due generazioni.

in primavere caratterizzate da lunghi periodi di bagnatura e temperature

Gli adulti sono presenti nelle coltivazioni da luglio a settembre, anche

relativamente elevate. Normalmente la difesa contro il patogeno è

a partire da giugno se le condizioni climatiche sono favorevoli.

preventiva e si effettua con prodotti di contatto o a base zolfo.

Con l’inizio dell’estate la femmina adulta depone le uova, circa 500, che dalla schiusa diventeranno individui adulti mediante cinque stadi

DROSOPHILA SUZUKII

Moscerino dei piccoli frutti, polifago, riscontrato in Regione Veneto per la prima volta nel 2010. Predilige come piante ospiti quelle che fruttificano drupe con buccia sottile (ciliegio, susino, albicocco, mirtillo, vite) dove compie in condizioni ideali numerose generazioni (1 generazione in 9-11gg). Depone fino a 2-3 uova per frutto e fino a 400 durante l’intero ciclo vitale con il caratteristico ovidepositore seghettato che procura lacerazioni caratteristiche alle drupe in prossimità dell’epoca di raccolta. A seguito di queste ferite si riscontrano rammollimento del frutto, attacchi di botrite e acidificazione della polpa. Per la prevenzione, difficile viste le modalità di deposizione e le peculiarità del ciclo biologico illustrato nello schema, è importante abbinare alcuni accorgimenti di carattere agronomico alla difesa: gestione della chioma e contenimento della vigoria vegetazionale, programmazione della raccolta, nei casi gravi, anticipandola. Per gli interventi chimici, sulla base delle soglie di intervento e le modalità di azione della sostanza attiva è imprescindibile il consulto tecnico.

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di sviluppo. Durante i periodi freddi la cimice asiatica passa l’inverno al riparo, in forma adulta, nascosta sotto le cortecce di alberi, arbusti, sotto le pietre o tra la vegetazione disseccata. In condizioni favorevoli, nel periodo invernale, la cimice asiatica può rifugiarsi anche in casa. Il clima caldo, la siccità prolungata e la presenza di vegetazione rigogliosa e molto fitta sono dei fattori che favoriscono la proliferazione della cimice asiatica. La presenza di cocciniglie in vigneto può essere un fattore predisponente alla sua proliferazione. I danni alla produzione sono irrisori, mentre sono state scientificamente provate deviazioni organolettiche ai vini con presenze di 4/5 esemplari per grappolo. Il controllo, molto complicato da gestire, può essere perseguito con l’impiego di oli minerali che agiscono per contatto occludendo gli stigmi respiratori dell’insetto che muore per asfissia.

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PROTOCOLLO VITICOLO 2017 Prestare massima attenzione in una logica di antiresistenza nella rotazione dei principi attivi aventi medesime modalità di azione. Attenersi alle limitazioni d’uso indicate in tabella, prestando attenzione al n° max di interventi consentiti con la medesima sostanza attiva o con la famiglia di appartenenza. Seguire le raccomandazioni richiamate in nota e le indicazioni contenute nelle schede agronomiche. MOA: CODICE INTERNAZIONALE PER LE MODALITÀ DI AZIONE DELLE SOSTANZE ATTIVE. Ad identico codice corrisponde il medesimo meccanismo di azione contro il patogeno, evitare l’accanimento sui formulati con lo stesso codice.

FASE FENOLOGICA PIANTO DELLA VITE MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

Seconda sostanza attiva

C3

PATRIOT DRY, REMEDIER, TELLUS WP

Trichoderma asperellum 2%

Trichiderma gamsii 2%

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

Attività

Biologico

collaterale

TRATTAMENTI ANTIPERONOSPORICI FASE FENOLOGICA

GERMOGLIAMENTO

GEMMA COTONOSA

FOGLIE DISTESE

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

C3

QUADRIS, SINSTAR 1

Azoxystrobin 22,7%

Preferibile

GRAPPOLI VISIBILI SEPARATI

Seconda sostanza attiva

Attenzione

Ad uso limitato

Ammesso in agricoltura biologica

Limitazioni d’uso

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

Attività collaterale

Max 3

10 m da corpi idrici

21

oidio, escoriosi, black rot

35

C8

ENERVIN TOP WG, PREVINT TOP

Ametoctradin 12%

Metiram 44%

Max 3 fino all'allegagione

10 m corpi idrici/no suoli sabbiosi

C8

ENERVIN PRO (TWIN PACK)

Ametoctradin 19,2%

Fosfonato di potassio 51,7

Max 3

10 m corpi idrici/no suoli sabbiosi

C4

MILDICUT

Cyazofamid 2,03%

Fosfonato di disodio 20,32%

Max 3

5 m da corsi d'acqua no suoli sabbiosi

21

B5

R6 ERRESEI ALBIS WG

Fluopicolide 4,44%

Fosetyl Al 66,67%

Max 2 fino alleallegagione

B5

R6 ERRESEI PASADOBLE WG

Fluopicolide 5%

Propineb 65%

Max 2 fino alleallegagione

56

28

Unknown

ALIETTE WG, OPTIX WG, MAESTRO WG ADVANCE, MOMENTUM,

Fosetyl-Al 80%

Max 4 fino all'allegagione

28

Fosfonato di disodio 36,5%

Max 5 fino all'allegagione

21

escoriosi, black rot

HALLIG 80 WG, CONTENDER WG, KELLY WG, JUPITER WG, ARPEL WDG, ELIOS WG TOP, ALIAL WG, MEDEIRO 80 WG Unknown

QUARTET

C3

ELICIO, CURIT DUO, VERITAS

C3

ALIAL SYSTEM

Unknown

CENTURY SL, LBG01F34

Fosfonato di potassio 51,70%

Unknown

TUTOR 18-15, ALIAL RAMATO, OPTIX R DISPERSS, R6 ERRESEI

Fosetyl-Al 18% - 20% Fosetyl-Al 25%

1

1

Fenamidone 4,40%

Fosetyl-Al 66,70%

Famoxadone

Fosetyl-Al

Max 3 fino all'allegagione

10 m (5m con ugelli antideriva) da corpi idrici

Max 1 fino all'allegagione

10 m da corpi idrici

28 40

Max 5 fino all'allegagione

14

Rame solfato neutralizzato calce15%

Max fino all'allegagione

40

Rame ossicloruro 25%

Max fino all'allegagione

BORDEAUX WG Unknown

ELIOS R, JUPITER R DF, KELLY R DF

Multisite

POLYRAM DF

Metiram

Max 3 fino all'allegagione

Multisite

ANTRACOL 70 WG

Propineb 70%

Max 3 fino all'allegagione

C3

CABRIO TOP 1

Pyraclostrobin 5%

Metiram 55%

Max 3 fino all'allegagione

no più di 2 dopo fioritura

28

escoriosi, black rot

56

escoriosi

35

escoriosi e black rot

NOTE 1 max 3 interventi all’anno alternati fra loro, eccetto ALIAL SYSTEM per cui è previsto max un intervento

10

11


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

FASE FENOLOGICA

TRATTAMENTI ANTIPERONOSPORICI Preferibile

FIORITURA / ALLEGAGIONE

PREFIORITURA

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

C3

QUADRIS, SINSTAR 2

Azoxystrobin 22,7%

C8

ENERVIN TOP WG, PREVINT TOP

Attenzione

Fasce rispetto

Ad uso limitato

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso Max 3

Ametoctradin 12%

Metiram 44%

Max 3 fino all'allegagione

Dimetomoph 20,3%

Max 3

5 m da corpi idrici/no suoli sabbiosi

35

Max 3

10 m da corpi idrici

28

10 m corpi idrici/no suoli sabbiosi

Ammesso in agricoltura biologica

Intervallo di sicurezza

Attività collaterale

10 m da corpi idrici

21

oidio, escoriosi, black rot

10 m corpi idrici/no suoli sabbiosi

35

C8

ENERVIN DUO

Ametoctradin 27%

C4

LEIMAY* 4

Amisulbrom 17,7%

C8

ENERVIN PRO (TWIN PACK)

Ametoctradin 19,2%

Fosfonato di potassio 51,7

Max 3

Unknown

VITENE TRIPLO R

Cimoxanil 2,85% - Rame

Fosetyl-Al 30%

Max 3 fino all'allegagione

Fosetyl-Al 35%

Max 3 fino all'allegagione

20 m corpi idrici

28

Cyazofamid 2,03%

Fosfonato di disodio 20,32%

Max 3

5 m da corsi d'acqua

21

Dimetomorph 6%

Rame 40%

Max 4

10

Dimetomorph 4,41% - 6%

Rame 14% - 24%

Max 4

10

Metiram 44%

Max 3 fino all'allegagione

10 m corpi idrici

35

10 m da corpi idrici

8-28

40

ossicloruro 16% Unknown

ELECTIS TRIO WDG

Cimoxanil 2,80% + Zoxamide 3,60%

C4

MILDICUT 4

H5

FORUM R, SLOGAN R, QUANTUM R, SILBOT R

H5

FORUM R3B, QUANTUM R-OK, QUASAR 6-24 R, QUASAR R FLOW

1

1

H5

FORUM TOP, SLOGAN TOP 1

Dimetomorph 9%

H5

FORUM 50 WP, QUANTUM, FEUDO 50 WP, RIVIERA, SILBOT 500

Dimetomorph 44-50%

Max 3

Fosetyl-Al 80%

Max 4 fino all'allegagione

escoriosi

SC, SPHINX SC, GOLDSTAR, SOLEIL 50 MWG, TEMIDE 50 WG 1 Unknown

ALIETTE WG, OPTIX WG, MAESTRO WG ADVANCE, MOMENTUM,

28

HALLIG 80 WG, CONTENDER WG, KELLY WG, JUPITER WG, ARPEL WDG, ELIOS WG TOP, ALIAL WG, MEDEIRO 80 WG Unknown

QUARTET

Fosfonato di disodio 36,5%

H5

R6 ERRESEI TREVI 1

Iprovalicarb 4,80% +Fenami-

Unknown

CENTURY SL, LBG01F34

Fosfonato di potassio 51,70%

Unknown

TUTOR 18-15, ALIAL RAMATO, OPTIX R DISPERSS, R6 ERRESEI

Fosetyl-Al 18% - 20%

Max 5 fino all'allegagione Fosetyl-Al 52%

Max 3 fino all'allegagione

21 20 m da corsi d'acqua

40

done 4% Max 5 fino all'allegagione

14

Rame solfato neutralizzato calce15%

Max fino all'allegagione

40

Rame ossicloruro 25%

Max fino all'allegagione

BORDEAUX WG Unknown

ELIOS R, JUPITER R DF, KELLY R DF

Fosetyl-Al 25%

H5

PERGADO SC

Mandipropamide 23,4%

H5

AMPEXIO 1

A1

KITAMBA, QUBIC R PRO, CUMETA FLOW

A1

TIXAL R, ESTUDER 3

A1

KASKO R, MEVAXIL COBRE, ARMETIL FLOW

A1

PLANET C, SPORAMIL R FLOW

A1

RIDOMIL GOLD R WG 3

C3

CABRIO TOP

C3

FORUM TEAM 2

Unknown

ELECTIS R FLOW

1

3

3

3

2

Max 4

21

Mandipropamide 25%

Zoxamide 24%

Max 3

20 m da corpi idrici (10 m con antideriva)

21

Metalaxyl - M 1,86%

Rame solfato tribasico 15,5%

Max 3

20-28

Metalaxyl 3,85%

Rame idrossido 20%

Max 1

28

Metalaxyl 3,60%

Rame idrossido 19%

Max 1

28

Metalaxyl 3%

Rame idrossido 18,5%

Max 1

28

Metalaxyl M 2%

Rame ossicloruro 14,19%

Max 3

20

Pyraclostrobin 5%

Metiram 55%

Max 3 fino all'allegagione

Pyraclostrobin 6,7%

Dimetomorph 12%

Max 3

10 m da corpi idrici 3 m da aree non coltivate

35

Zoxamide 2,85%

Rame da solfato tribasico 19,1%

Max 3

7 m da corpi idrici

28

35

Unknown

CURAME BORDEAUX

Cimoxanil 2%

Rame da ossicloruro 13,6% - 35%

Max 3

20

Unknown

TRIBASE TWIN

Cimoxanyl 2,7%

Rame da solfato tribasico 15,2%

Max 3

20

Dimetomorph 16%

B3

PRESIDIUM ONE

Zoxamide 16%

B3

ZOXIUM 240 SC, ZOMINEX

Zoxamide 21,80%

B3

ELECTIS ZR, AGRON, ZEMIX R

Zoxamide 4,30%

Rame ossicloruro 28,60%

escoriosi e black rot

Max 4

20 m da corpi idrici

10

botrite

Max 4

20 m da corpi idrici

28

botrite

Max 4

15 m da corpi idrici

28

NOTE max 4 interventi l’anno alternati fra loro max 3 interventi l’anno 3 max 3 interventi l’anno eccetto quelli a base di Metalaxil per cui se ne prevede max 1 4 max 3 interventi l’anno in alternanza fra loro 1 2

12

13


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

FASE FENOLOGICA

TRATTAMENTI ANTIPERONOSPORICI ACCRESCIMENTO ACINI PRECHIUSURA

Preferibile

INVAIATURA/MATURAZIONE

Attenzione

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

H5

FORUM R, SLOGAN R, QUANTUM R, SILBOT R 1

Dimetomorph 6%

Rame 40%

Max 4

10

H5

FORUM R3B, QUANTUM R-OK, QUASAR 6-24 R, QUASAR R

Dimetomorph 4,41% - 6%

Rame 14% - 24%

Max 4

10

FLOW H5

Fasce rispetto

Ad uso limitato

Intervallo di sicurezza

Ammesso in agricoltura biologica

Attività collaterale

1

FORUM 50 WP, QUANTUM, FEUDO 50 WP, RIVIERA, SILBOT 500 SC, SPHINX SC, GOLDSTAR, SOLEIL 50 MWG, TEMIDE 50 WG

Dimetomorph 44-50%

Max 3 Max 4

10 m da corpi idrici

8-28

1

H5

PERGADO SC 1

Mandipropamide 23,4%

H5

AMPEXIO

Mandipropamide 25%

Zoxamide 24%

Max 3

20 m da corpi idrici (10 m con antideriva)

21

C3

FORUM TEAM 2

Pyraclostrobin 6,7%

Dimetomorph 12%

Max 3

10 m da corpi idrici 3 m da aree non coltivate

35

Unknown

ELECTIS R FLOW

Zoxamide 2,85%

rame da solfato tribasico 19,1%

Max 3

7 m da corpi idrici

28

1

21

Unknown

CURAME BORDEAUX

Cimoxanil 2%

Rame da ossicloruro 13,6% - 35%

Max 3

20

Unknown

TRIBASE TWIN

Cimoxanyl 2,7%

Rame da solfato tribasico 15,2%

Max 3

20

Dimetomorph 16%

B3

PRESIDIUM ONE

Zoxamide 16%

B3

ZOXIUM 240 SC, ZOMINEX

Zoxamide 21,80%

B3

ELECTIS ZR, AGRON, ZEMIX R

Zoxamide 4,30%

Max 4

20 m da corpi idrici

10

botrite

Max 4

20 m da corpi idrici

28

botrite

Max 4

15 m da corpi idrici

28

Limitazioni d’uso

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

Attività collaterale

attiva

20

escoriosi, black rot

Rame ossicloruro 28,60%

NOTE 1 max 4 interventi l’anno alternati fra loro 2 max 3 interventi l’anno

LINEA BIOLOGICA DEDICATA E VALIDA PER TUTTA LA FENOLOGIA DELLA VITE: con tutti i prodotti rameici è consentita una dose per ettaro all’anno di rame metallo max 6 kg MOA

PRODOTTO

Prima sostanza

Multisite

PATROL 35 WP

Rame

Multisite

CUPRAVIT BIO EVOLUTION, NISUS 3B, CUPROXAT SDI, CUPROFIX ULTRA DISPER-

Rame da solfato triba-

SS, RAIDER 3B, SIARAM 20 WG, MEXIRAM TRI HI BIO, MOLLER HI BIO, IDRORAME

sico 12% - 40%

Seconda sostanza attiva

10 m da corpi idrici

20

FLOW, KING, KOP-TWIN Multisite

FLOWBRIX BLU, NEORAM WG, PASTA CAFFARO NC, RAME CAFFARO BLU WG NEW,

Rame ossicloruro 20%

CYPRUS 25 DF, PASTA SIAPA F NC, OSSICLOR 20 FLOW, ZETARAM PLUS, CUPRAVIT

- 37%

20

escoriosi, black rot

20

botrite

20

escoriosi, black rot

20

escoriosi, black rot

3

Oidio

20

escoriosi, black rot

35 WG, CUPRAVIT BLU 35 WG, COPRANTOL WG, OSSICLOR 35 WG, OSSICLOR 30, PATROL 35 WP, VERDRAM HI BIO, NEORAM BLU WG, RAMIN 30 DF Multisite

Multisite

BORDOFLOW NEW, BORDOFLOW SECTOR, KUPRIK FLO, POLTIGLIA BORDOLESE

Rame da solfato

DISPERSS, POLTIGLIA BORDOLESE DISPERSS BLU, POLTIGLIA DISPERSS, SELECTA

neutralizzato calce

DISPERSS, CUPROTEK DISPERSS, POLTIGLIA CAFFARO DF NEW, POLTIGLIA CHEMIA

10%- 20%

CUPROCAFFARO MICRO, AIRONE PIU' WG, COPRANTOL HI BIO 2.0, GRIFON PIU'

Rame idrossido 15,4%

WG, ZETARAM HI TECH, RAME IDROSSIDO FLOW, CHAMP 20 DF, POLTIGLIA 20 PB,

- 40%

IDROX 20, COPRANTOL DUO, GLUTEX CU 90, POLTIGLIA 20 WG, CUAGRO HI BIO, MEXIRAM HI BIO, POLTIGLIA DISPERSS, COPPERLAND NEW, CHAMP DP, AIRONE LIQUIDO, CUPROSTAR, KOCIDE 2000, KOCIDE OPTI, KENTAN DF Multisite Multisite

OSSICLOR 50 PB

Rame ossicloruro 50%

PREV-AM plus

Olio di arancio

HELIOCUIVRE S

Rame idrossido

max 6

20 m da corpi idrici

26,20%

14

15


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

TRATTAMENTI ANTIOIDICI FASE FENOLOGICA

GEMMA COTONOSA

GERMOGLIAMENTO

Preferibile

FOGLIE DISTESE

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

C3

QUADRIS 1

Azoxystrobin 22,90%

max 3

C5

KARATHANE STAR, KARAMAT, BARKAN

Meptyl-dinocap 35,71%

max 2

C3

CABRIO TOP 1

Pyraclostrobin

E1

ARIUS

Quinoxifen 22,58%

E3

MACHO

Quinoxifen 3,60%

C3

TUCANA 25 EC 1

Pyraclostrobin 25%

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

Attenzione

Ad uso limitato

Ammesso in agricoltura biologica

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

Attività collaterale

21

black rot, escoriosi, peronospora

25 m da corpi idrici/impiego in giornate fresche

21

Metiram

max 3 fino all'allegagione

35

max 2

10 da corpi idrici

28

Zolfo 47%

max 2

5 m da corpi idrici

28

max 3

escoriosi e black rot

35

G2

PROSPER 300SC

Spiroxamina 30,60%

max 3

10 m da corpi idrici

35

G2

VELIERO 500 EC

Spiroxamina 50%

max 3

10 m da corpi idrici

35

C3

FLINT WG 1

Tryfloxistrobin 50%

max 3

35

black rot

NOTE 1 max 3 interventi l’anno.

16

17


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

FASE FENOLOGICA

TRATTAMENTI ANTIOIDICI PREFIORITURA

Preferibile

FIORITURA / ALLEGAGIONE

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

C3

QUADRIS 1

Azoxystrobin 22,90%

C2

CANTUS, FILAN WG

Boscalid 50,00%

A2

NIMROD 250 EW

Bupirimate 23,8%

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

Attenzione

Fasce rispetto

Ad uso limitato

Intervallo di sicurezza

Attività collaterale

max 3

21

black rot, escoriosi, peronospora

max 1

28 14

Unknown

REBEL TOP, CIDELY

Cyfuflenamid 5,10%

G1

DYNALI 2

Difenoconazolo 5,60%

G1

SCORE 25 EC, SPONSOR, VERTIARO

G1

INDAR 5EW, SIMITAR 5EW, SIMITAR EVO

Fenbuconazolo 2,48% - 4,95%

max 3

C5

KARATHANE STAR, KARAMAT, BARKAN

Meptyl-dinocap 35,71%

max 2

25 m da corpi idrici/impiego in giornate fresche

21

Unknown

VIVANDO

Metrafenone 42,37%

max 3

3 m da corpi idrici

28

G1

PROTIL EC, OPINION ECNA

C3

CABRIO TOP 1

Pyraclostrobin

E1

ARIUS

Quinoxifen 22,58%

max 2

10 da corpi idrici

28

G1

TOPAS COMBI LIQUIDO, RADAR COMBI FLOW, SUPPOERT 100

Penconazolo 1,25%

Zolfo 39,3%

max 1 fino all'allegagione

5 m da bordure

14

Quinoxifen 3,60%

Zolfo 47%

max 2

5 m da corpi idrici

28

EC

max 2 Cifuflenamid 2,80%

max 1

Difenoconazolo 23,23%

2 2

21 5 metri da corpi idrici

max 1

Propiconazolo 23,10%

2

Ammesso in agricoltura biologica

Metiram

21

black rot

21

black rot

14 - 28

black rot

max 3

35

max 3 fino all'allegagione

35

escoriosi e black rot

2

E3

MACHO

C3

TUCANA 25 EC

Pyraclostrobin 25%

1

max 3

35

G2

PROSPER 300SC

Spiroxamina 30,60%

max 3

10 m da corpi idrici

35

G2

VELIERO 500 EC

Spiroxamina 50%

max 3

10 m da corpi idrici

35

G1

DOMARK 125, CONCORDE 125, LIDAL 125, SCIROCCO 125,

Tetraconazolo 4 - 11,60%

max 3

14

black rot

max 3

14

black rot

max 3

35

black rot

EMERALD 40 EW 2 G1

DOMARK COMBI PB, EMERALD COMBI, CONCORDE COMBI,

Tetraconazolo 1%

Zolfo 40%

TRETRAMARK COMBI 2 C3

FLINT WG 1

Tryfloxistrobin 50%

NOTE

FASE FENOLOGICA

1 2

ACCRESCIMENTO ACINI PRECHIUSURA

max 3 interventi l’anno max 3 interventi l’anno, eccetto difenoconazolo, penconazolo per cui si prevede max 1 intervento l’anno

INVAIATURA/MATURAZIONE

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

A2

NIMROD 250 EW

Bupirimate 23,8%

G1

DYNALI

G1

INDAR 5EW, SIMITAR 5EW, SIMITAR EVO

Difenoconazolo 5,60%

1 1

Limitazioni d’uso

Cifuflenamid 2,80%

max 1

PROTIL EC, OPINION ECNA MACHO

Quinoxifen 3,60%

G1

DOMARK 125, CONCORDE 125, LIDAL 125, SCIROCCO 125,

Tetraconazolo 4 - 11,60%

5 metri da corpi idrici

max 3

Propiconazolo 23,10%

G1

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

Attività collaterale

14

Fenbuconazolo 2,48% - 4,95%

E3

1

Seconda sostanza attiva

max 3 Zolfo 47%

max 2

21

black rot

14 - 28

black rot

35 5 m da corpi idrici

28

max 3

14

black rot

max 3

14

black rot

EMERALD 40 EW 1 G1

DOMARK COMBI PB, EMERALD COMBI, CONCORDE COMBI,

Tetraconazolo 1%

Zolfo 40%

TRETRAMARK COMBI 1 NOTE 1

18

max 3 interventi l’anno, eccetto difenoconazolo, penconazolo per cui si prevede max 1 intervento 19


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

TRATTAMENTI ANTIOIDICI Preferibile

Attenzione

Ad uso limitato

Ammesso in agricoltura biologica

LINEA BIOLOGICA DEDICATA E VALIDA PER TUTTA LA FENOLOGIA DELLA VITE. MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

Unknown

ARMICARB 85, KARMA 85

Bicarbonato di potassio

Multisite

HELIOSOUFRE S

Zolfo 51%

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

5 m da corpi idrici e 5 m da bordure

1 5

Multisite

ZOLFO FLOW MCT, TIOLENE 80 WG, ZOLFO SC

Zolfo 50%

Multisite

ZOLFO MANICA 3% RAMATO

Zolfo 97%

Rame ossicloruro 3%

20

Multisite

RAMSOL F2, ZOLFO RAMATO 5, ZOLFO VENTILATO RAMATO 3,

Zolfo 14 - 97%

Rame ossicloruro 0,5% - 13%

20

Attività collaterale

eriofidi e acariosi

5 botrite, oidio, escoriosi

RAME ZOLFO FLOW, ZOLFO VENTILATO RAMATO 5 Unknown

VITIKAPPA*

Idrogenocarbonato di potassio

Unknown

VACCIPLANT

Laminarina 5%

Multisite

TIOVIT JET, KUMULUS TECHNO, TIOSOL 80 WDG, THIOPRON, TIO-

Zolfo 60- 95%

5 m da corpi idrici

1

99% 5

eriofidi e acariosi

3

peronospora

SPOR WG, CRITTOVIT WG, THIAMON 80 PLUS, ZOLVIS 80 SECTOR, ZOLFO MANICA SCORREVOLE, TIOFLOR WDG, TIOWETTING DF, MICROTHIOL DISPERSS, SOL MICRO GD, BAROCCO 80 WG, TIOLENE 80 WG, COSAVET DF, AZUPEC 80 WG, SULFUR 80 WG PREV-AM plus

20

Olio di arancio

max 6

20 m da corpi idrici

21


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

ANTIBOTRITICI La botrite è un fungo saprofitario che privilegia condizioni di umidità e soluzioni di continuità dovute alla spaccatura degli acini causata da gravi attacchi di oidio, da grandine, di tignole e compattezza del grappolo. Qualora venissero, per la parte agronomica, osservate le indicazioni nel Decalogo del Protocollo l’utilizzo di questi prodotti potrebbe essere ulteriormente ridotto se non azzerato. A questo va aggiunta la caratteristica ampelografica della Glera di avere un grappolo spargolo. L’impiego di questi formulati deve seguire le eventuali indicazioni contenute nei Bollettini Agrometeorologici.

Preferibile

MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

C2

CANTUS, FILAN WG

Boscalid 50%

D1

SWITCH 2

Ciprodinil 37,5%

D1

QUALY

G3

TELDOR PLUS

G3

PROLECTUS 1

E2

GEOXE

D1

SCALA, SOLEAS, PAPYRUS

F6

3LOGY

2 1

2

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

Attenzione

Fasce rispetto

max 1 Fludioxonil 25%

Ad uso limitato

Intervallo di sicurezza

10 m da corpi idrici

21

Ciprodinil 30%

max 2

20 m da corpi idrici (10 m vegetata non trattata)

21

Fenhexamid 42,74%

max 2

5 m da corpi idrici

7

Fenpyrazamine 50%

max 2

14

Fludioxonil 50%

max 1

21

Pyrimetanil 37%

max 1 max 4

Attività collaterale

28

max 1

terpeni (eugenolo 66, timolo 66,

Ammesso in agricoltura biologica

5 m da corpi idrici

21 4

geraniolo 33) NOTE 1 2

max 2 interventi in alternativa fra loro max 2 interventi in totale

LINEA BIOLOGICA DEDICATA E VALIDA PER TUTTA LA FENOLOGIA DELLA VITE. MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

Unknown

ARMICARB 85, KARMA 85

Bicarbonato di potassio

BOTECTOR

Aureobasidium pullulans

POLYVERSUM

Pythium oligandrum M1

F6

AMYLO X

Bacillus Amyloliquefacens sub

F6

SERENADE MAX

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

5 m da corpi idrici

1

Attività collaterale

plantarum ceppo D747

22

Bacillus subtilis ceppo QST 713

3

23


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

INSETTICIDI L’utilizzo di questi formulati deve essere estremamente oculato e per il comprensorio occorre attendere il Decreto di Lotta obbligatoria della Regione Veneto contro la Flavescenza Dorata e le indicazioni specifiche contenute nei Bollettini Agrometeorologici.

Preferibile MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

6

ZORO 1,9 EW, BERLINA, ZETOR, VASCO

4A

Seconda sostanza attiva

Attenzione

Ad uso limitato

Ammesso in agricoltura biologica

Limitazioni d’uso

Avversità

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

Abamectina 1,89%

max 2

Acari

utilizzare da solo, 10 m da corpi idrici, 5 m

10

EPIK SL

Acetamiprid 4,7%

max 1

Cocciniglie, minatori, Cicaline, Drosophila suzukij

20 m da corpi idrici

14

6

CA-LEX 1,9 EW, VERTIMEC PRO, VERTIMEC EC, BERLINA, ZAMIR

Abamectina 1,90%

max 2

Acari, tripidi, tignole

10 m da corpi idrici

28

16

APPLAUD PLUS

Buprofezin 25%

max 1

Cicaline, cocciniglie

20 m da corpi idrici e da vegetazione

21

28

CORAGEN 1

Clorantraniliprolo 18,4%

max 1

Tignole

28/4A

LUZINDO

Clorantraniliprolo 20%

max 1

Tignole, cicaline

da organi bersaglio

18 naturale 1

Thiametoxan 20%

5 m da corpi idrici

30 30

1B

DURSBAN 75 WG, ALISE' 75 WG, TERIAL 75 WG, DURSBAN

Clorpirifos 75,00%

max 1

Tignole (solo 2° gen), cicaline, cocciniglie

30

1B

DURSBAN, CATOR, PIRIDANE 480

Clorpirifos 44,53

max 1

Tignole (solo 2° gen), cicaline, cocciniglie

30

1B

CENTURIO

Clorpirifos 1%

max 1

Larve di lepidotteri, coleotteri, ortotteri

1B

PYRINEX ME

Clorpirifos 23%

max 1

Tignole (solo 2° gen), cicaline, cocciniglie

1B

RUNNER LO, RELDAN LO, DEVOX, SKORPIO EC, PYRINEX M22,

Clorpirifos-metil 21,40%

max 1

Tignole, cicaline, cocciniglie

6

AFFIRM

Emamectina benzoato 0,95%

max 2

Tignole

20 m da corpi idrici

15

10 m da bordure

15

30

METIDANE 22, RELDAN 22 22A

STEWARD, AVAUNT EC

Indoxacarb 15 - 30%

max 3

Tignole, cicaline

18

PRODIGY, INTREPID, GLADIATOR 2

Metossifenozide 22,50%

max 3

Tignole

7C

PROMEX, MARACANA, LASCAR, EXPEDIENT 10 EC, JUVINAL

Pyriproxifen 9,81 % -10,86%

max 1

Cocciniglie

18

MIMIC 2

Tebufenozide 23%

max 3

Tignole

4A

ACTARA 25 WG, ACTARA 240 SC

Thiametoxam 21% - 26%

max 1

Cicaline, cocciniglie

ECHO PLUS, SINSAJO

7 6 m da corpi idrici

10 15

applicare entro la fioritura/5 m da corpi idrici superficiali 30 20 m da corpi idrici/ dopo la fioritura/ no

21

suoli sabbiosi 10B

BORNEO, SWING EX-TRA

Etoxazole 10,60%

max 1

Acari

10 m da corpi idrici

28

3A

KLARTAN 20 EW, MAVRIK EW

Tau-flavinate 21,4%

Max 2

Cicaline, tripidi

5 m da bordure e 10 m da corpi idrici

21

5

RADIANT PRO*

Spinetoram

max 2

Tignole, tripidi, Drosophila suzukii, Tortricidi

30 m da corpi idrici

14

no clima caldo secco

10A

APOLLO SC

Clofentezine 42%

max 1

Acari

10A

PERFIL 10 WP, NISSORUN, STIKER, DIABLO, SPIDER KILL,

Exitiazox 10%-24%

max 1

Acari

14

30

MATACAR FL, STIKER FLOW, ACRUX 10 WP, PICKER SC, FLANCO SC, BUSTER 21A

NEXTER

Pyridaben 19,40%

max 1

Acari

14

21A

MASAI 20 WP

Tebufenpirad 20,00%

max 1

Acari

28

NOTE * in corso di registrazione 1 max 1 intervento l’anno in alternativa fra loro 2 max 3 interventi l’anno in alternativa fra loro

24

25


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

INSETTICIDI Preferibile

Attenzione

Ad uso limitato

Ammesso in agricoltura biologica

LINEA BIOLOGICA DEDICATA E VALIDA PER TUTTA LA FENOLOGIA DELLA VITE. MOA

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

Seconda sostanza attiva

Limitazioni d’uso

Avversità

11A

FLORBAC, XENTARI, DESIGN WG, AGREE WG

Bacillus thuringiensis sub. Aizawai

Tignole

11A

TUREX

Bacillus thuringiensis sub. Kurstaki

Tignole

Fasce rispetto

Intervallo di sicurezza

e Aizawai 11A

SEQURA WG, LEPINOX PLUS, COSTAR WG, BIOBIT DF, PRIMIAL

Bacillus thuringiensis sub. Kurstaki

Tignole

3 3

WG, BACTOSPEINE 32 WG, BACILLUS CHEMIA 11A

RAPAX, BATKUR, DELFIN, DIPEL DF

Bacillus thuringiensis sub. Kurstaki

Tignole

11A

NATURALIS

Beauveria bassiana

Cicaline

Unknown

OIKOS

Azadiractina 2,4%

Cicaline, tripidi, tignole

Unknown

NEEMAZAL-T/S

Azadiractina

Cicaline, tripidi, tignole

13

SUMIALFA ECHO, METIS ECHO

Esfenvalerate 1,5%

Tignole, cicaline

BIOLID UP, SIPCAMOL E, UFO, VERNOIL, ALBENE

Olio Minerale 95%

Cocciniglie, acari, cicaline

20

OVIPRON TOP, VERNOIL, OLIOCIN, OPALENE, CHEMOL, CHEMOL

Olio Minerale 80 - 96%

Acari, cocciniglie

20

POLITHIOL

Olio Minerale 41,30%

Cocciniglie, tripidi

BIOPIREN PLUS, PIRESAN PLUS, SUMIALFA ECHO, METIS ECHO,

Piretrine/piretroidi 2% - 4%

Tripidi, Cicaline

2 7

3 3 5 m da corpi idrici superficiali

14

90 EL 3A

non oltre gemma cotonosa

20

PIRETRO NATURA 3A

PYGANIC, BITAM 15 EC

Piretrine 1,4%

Tripidi, Cicaline

3A

BAYTEROID 25 EC

Piretrine 2,6%

Cicaline, tignole

24A

FLIPPER

Sali potassici di acidi grassi 49%

Cicaline, Acari

Unknown

NUTRAFID AG *

Olio paraffinico

Cocciniglie

Unknown

NUTRICOR OT *

Olio paraffinico

Tignole, cicaline

Unknown

NUTRAMITE OV *

Olio paraffinico

5

LASER, SUCCESS, TRACER 120

Spinosad 11,60%

5 m da corpi idrici e insetti bersaglio

14 3

Acari, eriofidi max 2

Tignole, tripidi

15 m da corpi idrici superficiali

15

NOTE * in corso di registrazione

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27


PROTOCOLLO VITICOLO 2017

CONFUSIONE SESSUALE

Preferibile

PRODOTTO

Prima sostanza attiva

ISONET LTT, CHECK MATE PUFFER LB

(E,Z)-7,9-Dodecadienyl acetate

Seconda sostanza attiva

ISONET L PLUS

(E,Z)-7,9-Dodecadienyl acetate

(Z)-9-Dodecenyl acetate

ISONET LA PLUS

(E,Z)-7,9-Dodecadienyl acetate

(Z)-9- Dodecenyl acetate, (Z)-11-tetradecen-1-yl

Isonet L E

(E,Z)-7,9-Dodecadienyl acetate

(Z)-9-Dodecenyl acetate

Shin-Etsu

RAK 2 MAX

(E,Z)-7,9-Dodecadienyl acetate

(Z)-9-Dodecenyl acetate

Basf

Attenzione

Ad uso limitato

Ammesso in agricoltura biologica

Ditte

Avversità

Shin-Etsu, Suterra

Tignoletta

Shin-Etsu

Tignole Eulia, Tignole

acetate, (Z)-9-Tetradecen-1-yl acetate Tignole

INDUTTORI GLI INDUTTORI DI RESISTENZA: COSA SONO E COME AGISCONO? La richiesta da parte del mercato di prodotti fitosanitari a basso impatto, rispettosi della salute umana e dell’ambiente e caratterizzati da una residualità tendente a zero, sta orientando sempre di più la ricerca scientifica ad approfondire lo studio del sistema immunitario delle piante coltivate, e di quelle sostanze “naturali” che sono in grado di attivarlo. Da sempre le piante sono esposte all’attacco di un vasto numero di microrganismi,

ma solo pochi di essi riescono ad eludere un efficiente sistema di sorveglianza basale, costituito dalle barriere “innate” dell’ospite, in grado di limitare la penetrazione attiva o passiva dei patogeni. Meccanismi di difesa che prevedono l’ispessimento dei tessuti cuticolari o il rilascio di sostanze antimicrobiche, che seguono il principio del “prevenire è meglio che curare”, ma la cui attivazione non è sempre abbastanza tempestiva. SISTEMA DI RICONOSCIMENTO ED ATTIVAZIONE DELLE DIFESE ATTIVE DELLA PIANTA IN PRESENZA DI ATTACCHI DA PARTE DI PATOGENI. Ecco perché, soprattutto nel caso in cui ospite e patogeno non abbiano avuto la possibilità di adattarsi ed evolvere nello stesso ambiente naturale, nella maggior parte delle piante coltivate la malattia si instaura: il nemico ha semplicemente gli strumenti giusti per sabotare le sentinelle immunitarie! Gli induttori di difesa non sono altro che sostanze in grado di pre-attivare il sistema immunitario vegetale, attraverso delle risposte sia locali che sistemiche (SAR), e garantendo una reazione tempestiva della pianta nel momento in cui l’interazione con il patogeno si verifica realmente. Queste sostanze possono essere di natura vegetale (estratti di alghe o di piante) oppure di derivazione microbica (estratti batterici o fungini). Gli INDUTTORI DI DIFESA attualmente in commercio sono inclusi nella categoria dei concimi: possono essere registrati come Concime CE oppure come concime nazionale in varie sub-categorie: le più comuni sono “Biostimolanti”, “Concimi organici azotati”, “Prodotti ad azione specifica”. Queste sostanze sono da considerarsi INTEGRATIVE e non sostitutive delle strategie di difesa normalmente impiegate, siano esse BIOLOGICHE che CONVENZIONALI, sebbene l’attivazione delle reazioni immunitarie delle piante vada a potenziare e sostenere l’efficacia dei prodotti fitosanitari. IN SINTESI L’induzione di difesa sfrutta i meccanismi endogeni del sistema immunitario vegetale, attraverso l’impiego di sostanze che la pianta riconosce come possibili patogeni. La reazione immunitaria, locale e sistemica (SAR), è temporanea e quindi richiede trattamenti, ripetuti; si evita però quella perdita di efficacia che normalmente è legata allo sviluppo di resistenze da parte dei patogeni. Gli induttori vanno impiegati in modo preventivo per attivare la pianta prima che si instauri la malattia; tuttavia, in presenza del patogeno, possono rallentarne il decorso, diminuirne la virulenza e migliorare le usuali strategie di difesa.

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Geofita Perenne Rizoma biancastro particolarmente sviluppato in grado di rigenerare l’intera pianta da un piccolo frammento

SCHEDE COMPORTAMENTO PRINCIPALI INFESTANTI

MANUALE DELLE PRATICHE VITICOLE

CONVOLVULUS ARVENSIS L.

Calystegia sepium (L.) R. Br.

Nel sistema produttivo della vite, il suolo rappresenta uno dei fattori fisici che compone le basi su cui impostare il successo dell’attività viticola e la notorietà dei vini. Il suolo è un sistema aperto e in continua evoluzione, pertanto assai fragile e soprattutto non rinnovabile. Il suolo è infatti un sistema complesso e l’azione dell’uomo può risultare estremamente incisiva sia in senso positivo che negativo. E’ raro infatti che un terreno imponga dei limiti di impianto anche nei casi in cui si presenti tenace, sassoso e quindi povero oppure asciutto; in tutti questi casi la vite riesce a vegetare e a produrre, ma l’uva che ne deriva acquisisce quei caratteri di delicatezza, armonia, identità che solo il suolo riesce a conferire. Se un suolo è inadatto, anche l’uva ed il vino saranno inadatti in termini di qualità. I caratteri fondamentali del suolo che si riflettono sul vino sono: la profondità, la tessitura, la permeabilità/drenaggio, il pH, il contenuto in calcare. Ausiliari (in quanto modificabili e integrabili), ma non meno importanti, sono i valori in micro e macroelementi e il contenuto in sostanza organica. Le analisi del terreno in fase di preimpianto ed a distanza anche di più anni dalla messa a dimora delle barbatelle consentono di avere un quadro dettagliato delle potenzialità positive e negative che quel suolo imporrà anche nella gestione del vigneto stesso. Per esempio, la disponibilità idrica per la pianta nel corso dell’anno diventa l’elemento caratterizzante e discriminante tra le aree viticole, dove l’acqua a disposizione per la vite influenza il suo vigore, il rapporto foglie/frutti, la dimensione degli acini, del grappolo e la loro maturazione. Nel suolo dimorano le radici che rappresentano in una vite adulta più di 2/3 dell’intera biomassa dell’intera pianta ed il loro stato di benessere dipende dalle condizioni fisiche del mezzo che le ospita. E’ lo stato di aerazione del suolo, la sua profondità e possibilità di esplorazione, a favorire la loro attività e funzionalità. L’organo che funge da intermediario tra suolo e vite è dunque l’apparato radicale le cui funzioni principali sono quelle di sostegno, assorbimento di acqua e minerali, di stoccaggio di sostanze di riserva e di sintesi di composti ormonali che governano la fisiologia della parte aerea.

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Le radici sono quindi fondamentali per la qualità dell’uva e il loro rapporto con il suolo supera quello di qualsiasi altra struttura della pianta. L’attività microbiologica e la sua relazione con la sostanza organica sono condizionanti sullo stato di vitalità del suolo; la presenza di ossigeno nel suolo è condizione fondamentale non solo per la funzionalità degli apparati radicali, ma anche per la vita dei microrganismi. Quindi gli scambi di O2 e CO2 tra suolo e atmosfera sono importanti per mantenere un giusto equilibrio gassoso nel suolo e sostenere la “vita” in esso presente. Gli effetti positivi di queste condizioni superano di gran lunga quello dovuto al contenuto totale in elementi minerali. Legata alla tessitura e all’umidità è la temperatura del terreno, in grado di condizionare lo sviluppo radicale e più in generale il controllo dell’intero sviluppo della vite. La mobilitazione primaverile delle sostanze di riserva è tanto più rapida quanto maggiore è la temperatura del suolo. Nello stesso momento la quantità e la composizione delle sostanze ormonali sintetizzate dalle radici risulta condizionata dagli stessi fenomeni termici. Suoli compatti e umidi si riscaldano meno velocemente e così anche la crescita primaverile sarà rallentata a favore di suoli meglio lavorati o costituzionalmente più asciutti e integri. Tuttavia l’estrema fragilità del suolo è messa a dura prova quando l’intervento dell’uomo è rovinoso e non attento alla conservazione di un bene così prezioso. La dannosa e irreparabile perdita delle proprietà fisiche e agronomiche dello strato attivo e del substrato è inevitabile quando si interviene con consistenti movimenti terra, oppure quando si ricorre all’utilizzo di mezzi sempre più pesanti che compattano il suolo o al diserbo chimico non razionalizzato. La funzione e funzionalità del suolo ne viene così ridotta e compromessa e questo a tutto svantaggio anche della qualità dell’uva. Il suolo è la più importante risorsa non rinnovabile dei nostri patrimoni viticoli, dobbiamo quindi recuperare un antico sapere che dia la giusta importanza al terreno, curandone e conservandone le sue proprietà e i suoi volumi.

Semi generalmente 4 per capsula Riproduzione per via vegetativa

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Geofita - Perenna Rizoma biancastro rigenera l’intera pianta da un piccolo frammento Impollinazione entomofila Semi generalmente 4 per capsula Riproduzione per via vegetativa

CALYSTEGIA SEPIUM (L.) R. BR.

IL SUOLO

Impollinazione entomofila

Emicriptofita Lungo rizoma sotterraneo Fusto rampicante lungo fino a 3 metri Semi 2-4 per capsula Impollinazione entomofila Perenne

Emicriptofita Perenne Lungo rizoma sotterraneo Fusto rampicante lungo fino a 3 metri Impollinazione entomofila Semi 2-4 per capsula

Stellaria media (L.) Vill. Emicriptofita Annua o bienne

Impollinazione anemogama

STELLARIA MEDIA (L.) VILL.

Crescita rapida, con fusti Radicanti ai nodi

Arrhenatherum elatius (L.) P. Beauv. ex J.& C. Presl

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Emicriptofita Annua o bienne Impollinazione anemogama Crescita rapida, con fusti Radicanti ai nodi

Emicriptofita Perenne

ARRHENATHERUM ELATIUS (L.) P. BEAUV. EX J.& C. PRESL

Cespitosa Cresce oltre 1,5 metri

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Emicriptofita Perenne Cespitosa Cresce oltre 1,5 metri

Parietaria officinalis L. Emicriptofita. Perenne Rizoma allungato

PARIETARIA OFFICINALIS L.

Impollinazione anemofila Nitrofila

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Urtica dioica L.

Emicriptofita. Perenne Rizoma allungato Impollinazione anemofila Nitrofila

Emicriptofita Perenne Lunghi rizomi stoloniferi

URTICA DIOICA L.

Impollinazione anemogama

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Nitrofila

Crepis biennis L.

Emicriptofita Perenne Lunghi rizomi stoloniferi Impollinazione anemogama Nitrofila

Emicriptofita Bienne Fittone allungato e ingrossato

CREPIS BIENNIS L.

Fusto alto fino a 80 cm, parzialmente lignificato

Principali infestanti (Caratteristiche e Biologia).

Equisetum arvense L.

Emicriptofita Bienne Fittone allungato e ingrossato Fusto alto fino a 80 cm, parzialmente lignificato

EQUISETUM ARVENSE L.

Geofita Rizomatosa Rizoma sotterraneo Ripproduzione per spore

Geofita Rizomatosa Rizoma sotterraneo Ripproduzione per spore

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GESTIONE DEL COTICO ERBOSO Le modalità operative per contenere lo sviluppo di malerbe e nel contempo favorire la salvaguardia delle caratteristiche chimico fisiche del suolo ed, in certi casi, contribuire ad arricchirle, consistono, in ordine di preferenza, nel: - Preferire sempre le lavorazioni del sottofila con gli attrezzi specifici tipo scalzatori/rincalzatori a dischi o con aratrino, comunemente chiamati “apripiante”. Tale operazione consente da un lato di eliminare le malerbe muovendo il terrendo fino alla profondità di circa 15 cm e dall’altro di distribuire fra l’apertura e la chiusura della sostanza organica (letame maturo o derivati) così che venga interrata. Sono impiegabili le “lame interceppo”, capaci di rompere la fascia inerbita in modo veloce e senza ribaltamento della zolla. Tale lavorazione è preferibile con infestanti non molto sviluppate ed in condizioni di soleggiamento. Nei vigneti in forte pendenza è possibile se disposti con baulature secondo il sistema a girapoggio (no ritocchino) per evitare fenomeni erosivi in caso di forti piogge; - Effettuare interventi chimici con prodotti ad azione fogliare addizionati o meno a residuali limitatamente al sottofila, precisamente per una fascia che non superi i 50 cm e con infestanti non sviluppate (max 10 cm di altezza), così da ridurre al minimo le dosi di prodotto. Le formulazioni che contengono la sostanza attiva Glifosate, ammesse solo fino ad esaurimento scorte, sono fortemente sconsigliate e comunque devono essere impiegate inserendole in strategie che prevedano l’impiego di mezzi non chimici. La tempistica deve essere oculata dando priorità a: 1. Interventi autunnali: sono da consigliare prima della caduta delle foglie con infestanti poco sviluppate. In questa epoca l’azione degli erbicidi risulta ottimale anche con dosaggi al di sotto della dose minima riportata in etichetta. 2. Interventi di fine inverno (prima del pianto della vite): in questa fase è preferibile l’uso di un prodotto ad azione fogliare, associando un residuale, nel caso in cui non sia stato effettuato nel periodo autunnale.

E’ importante, in base al risultato delle analisi, preparare bene il terreno prima della semina, utilizzando eventualmente una concimazione starter: - circa 30 kg/ha di N (azoto) - circa 20 kg/ha di P2O5 (fosforo) - circa 30 kg/ha di K2O (potassio) In primavera, da fine marzo a maggio, è possibile ricorrere a:

Nome volgare

scientifico

%

Loietto inglese

Lolium perenne

10-20

Festuca ovina

Festuca ovina

25-30

Festuca rossa

Festuca rubra

25-30

Erba fienarola

Poa pratensis

10-20

Trifoglio bianco

Trifolium repens

2-3

Tale miscuglio è indicativo e va adattato alle situazioni di fertilità e contenuto organico del terreno in esame, dalla vigoria del vigneto, dal tipo di portainnesto, ovvero tutte informazioni acquisibili per mezzo di una preliminare e consigliabile analisi del terreno.

Trinciapacciamatrice al lavoro su un vigneto a rittochino completamente inerbito; la macchina riesce ad effettuare una buona pulizia meccanica delle infestanti sotto la fila ; si evitano così, là dove è possibile, il diserbo chimico e le lavorazioni lungo fila che possono favorire l’erosione del terreno.

Il sovescio è un’antica pratica agronomica miglioratrice della fertilità del suolo e consiste nelle semina di una coltura erbacea in purezza o in miscuglio, che viene poi interrata raggiunto un determinato stadio di sviluppo ( epoca della fioritura). Questa pratica consente di ripristinare l’attività biologica del terreno e, quindi, la sua fertilità. E consigliata anche nei terreni inerbiti, compattati per il continuo passaggio delle macchine operatrici. La tecnica del sovescio rappresenta una valida fonte di approvvigionamento di sostanza organica, visto che la resa in humus di un erbaio interrato può arrivare anche al 20%.

Semina autunnale ad interfile alterne di un miscuglio contenente Pisello proteico, Trifoglio incarnato , Veccia sativa, Loietto italico. Risultato primaverile prima della trinciatura con leggero interramento della biomassa. Con questa tecnica si migliorano le

INERBIMENTO E SOVESCIO L’inerbimento del vigneto in un’area ad elevata piovosità come quella del Conegliano Valdobbiadene è una pratica indispensabile per rispondere ad obiettivi di conservazione del suolo, qualità delle produzioni e rispetto dell’ambiente. Nei vigneti di una certa pendenza questa pratica è utile una volta eseguita la sistemazione del suolo allo scopo di contenere il fenomeno erosivo. Si può ricorrere alla distribuzione di sementi miste con essenze poco competitive per ridurre il numero di sfalci e per stabilizzare meglio il suolo adottando i seguenti accorgimenti: - il terreno deve essere preparato alla semina con appositi macchinari - la semina dovrebbe essere effettuata su terreno umido - la semente dev’essere interrata almeno di 2-3 cm Nei vigneti sistemati a ciglioni e/o terrazzamenti, come pure nelle forme a traverso, dopo la semina è utile la distribuzione di paglia con lo scopo di ridurre notevolmente l’azione battente delle piogge temporalesche, contenendo l’erosione superficiale e favorendo una rapida nascita e attecchimento del miscuglio. I miscugli possibili variano secondo il periodo prescelto per la semina e la dose di seme in linea di massima è di 100Kg/ha. In autunno, entro la fine di ottobre, è da privilegiare un mix in cui la percentuale di leguminose, come Fava (Vicia faba) e Pisello (Pisum sativum), sia prevalente, unite ad altre essenze, come la Colza (Brassica napus), Veccia villosa (Vicia villosa), la Segale (Secale multicaule), l’Orzo (Hordeum vulgare), la Senape (Sinapis alba).

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Nei nuovi impianti l’inerbimento è pratica obbligatoria per evitare i problemi di erosione superficiale del suolo; per contenere l’azione battente delle piogge è utilissimo l’ utilizzo della paglia dopo la semina del miscuglio.

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LAVORAZIONI MECCANICHE L’alternativa al diserbo è rappresentata dalle lavorazioni sottofila eseguite con degli attrezzi specifici chiamati scalazatori/rincalzatori o più comunemente “Apripiante”.Tali operazioni consentono di eliminare l’erba infestante muovendo il terreno per una profondità di circa 10/15 cm. Tra il passaggio di scalzatura e di rincalzatura, può essere distribuita della sostanza organica (letame maturo o derivati), che verrà in tal modo interrata.

Oltre agli scalzatori/rincalzatori tradizionali a dischi o con aratrino, molto impiegati nella gestione delle infestanti sono i “coltelli rasentatori (chiamati anche “lame interceppo”). Tale attrezzo consente di scalzare l’erba in maniera molto più veloce, senza dover ribaltare la zolla di terra. Il loro uso è consigliato con infestanti non molto sviluppati e in condizioni di bel tempo in modo da favorire la morte delle piante sradicate. Non è consigliato effettuare operazioni sotto la fila con filari disposti a ritocchino e con pendenza accentuata, per evitare che, con forti precipitazioni, si creino fenomeni erosivi.

Nei terreni costipati, alla fine dell’annata agraria, è buona norma impiegare l’arieggiatore per smuovere il terreno sulla fila. Questo attrezzo è composto da due lame ricurve che penetrano nel terreno e fanno un taglio obliquo, favorendo così l’infiltrazione dell’acqua che potrebbe ristagnare superficialmente con conseguenti problemi di asfissia radicale e limitato passaggio delle macchine operatrici. È molto importante, in situazione con terreni in pendenza, tarare l’arieggiatore di modo che il taglio venga eseguito all’esterno o all’interno della careggiata per evitare che le ruote del trattore esercitino trazione proprio sulla zona “arieggiata”.

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CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG

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CONSORZIO DI TUTELA DEL VINO CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO Piazza Libertà 7 - Villa Brandolini Solighetto - 31053 Pieve di Soligo (TV) Tel. +39 0438 83028 Fax +39 0438 842700 info@prosecco.it www.prosecco.it


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