Il Piccolo Giornale di Cremona

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Cronaca

Venerdì 17 Ottobre 2008

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L'ormai ex consigliere comunale dice addio al Consiglio puntando il dito contro i compagni di partito

Dimissioni con polemica per Ceraso

P

di Silvia Galli

eppino Ceraso si è ufficialmente dimesso da consigliere del Pd. Lo aveva annunciato nei giorni scorsi, ma durante la seduta del consiglio comunale di lunedì scorso lo ha ufficializzato con un discorso di tre paginette, non senza interrompersi per l'emozione. A fine discorso, il presidente del consiglio, Gigi Rotelli, ha impedito ai consiglieri di minoranza di intervenire. «Mi appello al regolamento e ci saranno altre occasioni per parlare del consigliere Ceraso» ha risposto Rotelli a Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia. «Si tratta solo di una comunicazione, e durante la riunione

dell'ufficio di presidenza è stato deciso che nessuno avrebbe preso la parola». Un duro discorso, quello di Ceraso, nei confronti del Pd e dei suoi ex compagni di partito della Margherita. «Ho aperto gli occhi e ho guardato in faccia alla realtà» ha iniziato. «Sono certo che il consiglio comunale mi mancherà, ma la pazienza ha un limite e questo limite è stato enormemente superato. Tolgo il disturbo». Ed ecco che il consigliere uscente ha parlato della freddezza con cui è stato trattato anche dai suoi compagni di partito, la Margherita: «In questi giorni ho avuto molta solidarietà da parte di tanti cittadini ed amici, dal gruppo di opposizione e non, e da partiti non presenti in consiglio, ma

silenzio assoluto, indifferenza dagli appartenenti a qualunque titolo al Pd ed anche da quelle persone che, per i miei tantissimi consensi elettorali, occupano oggi poltrone. E' prevalsa ancora una volta tanta arroganza». Ceraso ha poi passato in rassegna la sua esperienza politica che dura dal 1985, ricordando che lui è stato sempre considerato personaggio scomodo perchè «dico sempre quello che penso». Ma andiamo avanti. Il consigliere ha spiegato che «anche nel 2005, in occasione delle elezioni regionali, ero stato designato dall'ex partito della Margherita come candidato, ma ho difeso la mia dignità rinunciando dopo aver letto alcune considerazioni di

E ora viene corteggiato dalla destra Un colloquio con i Circoli della Libertà, una telefonata da Forza Italia, un incontro con l'Udc. Ora tutti cercano Giuseppe Ceraso, decano dei consiglieri comunali (siede nel Salone dei Quadri dal 1985) e recordman delle preferenze (dal 1995), dimessosi lunedì in segno di polemica con il Pd, il suo partito. Mentre il centrosinistra ha steso sul caso Ceraso un velo di silenzio, il centrodestra si sta dando un gran daffare per tentare di arruolarlo tra le sue fila. Con un occhio, ovviamente, alle amministrative 2009. Già da tempo, dalla minoranza erano arrivate inviti a Ceraso, ma ora che l'ex capogruppo della Margherita ha sbattuto la porta, le profferte si sono concretizzate. Il primo a muoversi è stato Ferdinando Quinzani, il coordinatore dei Circoli che, come noto, proporrà a primavera candidati alternativi a quelli dell'attuale minoranza. Ferdinando Quinzani conferma gli abboccamenti con Ceraso: «Credo che la nostra lista, come ho già detto, sia improntata al rinnovamento. A Ceraso non ho offerto candidature a sindaco o altri posti, ma gli ho chiesto di far parte del nostro progetto

politico». Il cellulare di “mister mille voti”, com'è stato definito, è squillato in continuazione. Lo ha chiamato anche il coordinatore cittadino di Forza Italia, Francesco Zanibelli, che ammette: «Sì, ci siamo sentiti. Il costituendo PdL si colloca nell'alveo del Partito popolare europeo. Pertanto la provenienza politica di Ceraso (che arriva dalla Dc e dal Ppi, ndr) è compatibile con i nostri valori. Siamo possibilisti. Ceraso ha fatto molto per Cremona e si è ampiamente guadagnato quel diritto di cittadinanza che il centrosinistra non gli sta riconoscendo. Se abbiamo offerto qualcosa a Ceraso? No ma ora che si è dimesso dialogheremo con lui sui possibili scenari». L'ex consigliere del Pd si è visto con Giuseppe Trespidi e Secondo Piazza, rispettivamente segretario dell'Udc ed ex presidente dell'Amministrazione provinciale. Anche Trespidi non si tira indietro e conferma: «Gli abbiamo detto che sarebbe una grossa perdita se decidesse di abbandonare la politica. Nella speranza che non sia così, l'Udc sarà ben lieta di aprire con lui un discorso che lo veda coinvolto a pieno titolo».

un signore (si riferisce a Pippo Superti, n.d.r.) che ora a Milano occupa un posto importante e disse: “Ceraso è una degnissima persona ma non ha storia per rappresentare il territorio provinciale cremonese”. Oggi auguro all'amico Pedrazzi di lavorare come consigliere regionale più di quanto avrebbe potuto fare un calabrese come me per la sua città e provincia». Ceraso si è fermato per l'emozione, ma si si è ripreso e riferendosi a Maria Rosa Zanacchi ha detto: «L'entrata in consiglio dopo la morte di un collega di una signora che subito pretendeva di fare il capogruppo della Margherita, allontanandosene subito dopo assieme ad un altro collega di partito per formare un altro gruppo». Infine ha fatto un chiaro riferimento all'attuale segretario cittadino del Pd, Annamaria Abbate: «Per non parlare poi dell'esponente cittadino sempre del suddetto partito che ha perso pesantemente al Congresso e poi ha sporto denuncia ai probiviri per brogli da parte di chi aveva vinto con il risultato che, alla fine, ce la ritroviamo, da un anno circa, imposta da qualcuno, a segretaria cittadina del Pd con le conseguenze che tutti conosciamo sulla conduzione disastrosa delle candidature alle primarie che assieme ad altri hanno messo il Pd in grave difficoltà. E’ stata unificata la Margherita con i Ds senza nessun equilibrio nel comporre gli organismi, come

«Sicuramente non lascio la politica»

Giuseppe Ceraso

ad esempio in occasione dell'elezione del capogruppo e del presidente del Consiglio, di cui non si può nascondere la provenienza politica, assommata a quella del segretario regionale, del segretario provinciale e del sindaco». «E allora» ha continuato Ceraso, «con quale stato d'animo potrei continuare ad appartenere ad un gruppo che ha avuto, politicamente, atteggiamenti di così chiara insofferenza ed avversità nei miei confronti». L’ex consigliere del Pd ha terminato il suo discorso dicendo che comunque potrebbe anche «ricominciare tutto da capo, non è detto che non lo faccia. Non lascerò la politica, rimarrò vicino ai miei numerosi elettori e a quegli amici che ritengo veramente tali». Applausi dalla minoranza e dal pubblico, gelo e silenzio dalla maggioranza e dagli ex compagni di partito. «L'hanno scaricato» ha commentato Guido Borsella dell'Udc. «Solidiarietà umana al consigliere Ceraso per questi anni di impegno politico e solidarietà dovuta visto il gelo bulgaro di quei consiglieri che fino a ieri ne hanno usato le preferenze e il peso personale».

E’ tranquillo ora Peppino Ceraso, mostra la lettera di dimissioni, presentata in comune. E spiega: «Sono uscito con amarezza, compensata però dalla stima degli amici e dalla minoranza e naturalmente ringrazio il presidente Giuseppe Torchio che è l’unico ad avere avuto il coraggio di dire ciò che pensa rispetto al silenzio che regna nel Pd. Inoltre mi fa piacere che i cittadini abbiano capito quello che è stato il mio lavoro quotidiano in tutti questi anni, quello di ascoltare la gente, di andare a vedere se mi chiamavano, di attivarmi per la mia città». Ha chiuso con il Pd? «Non ho chiuso, non butto via nulla, ho un passato di 24 anni. Mi sono dimesso solo per il comportamento e l’insofferenza che c’era da tempo nei miei confronti, sia da parte della dirigenza che dei consiglieri comunali». Si dice che lei vorrebbe fare una sua lista civica… «Ci potrebbe stare...» Si è anche detto che il sindaco Corada vorrebbe fare una sua lista civica con lei capolista. E’ vera questa voce? «Non ho sentito niente. Se fosse una lista di centro ci starebbe la cosa, ma se si trattasse di far entrare i “rifondaroli”, direi proprio di no». E il centrodestra? «Li ho sentiti, ma ora non posso decidere quale sarà il mio futuro. Certo, le richieste e le spinte per aprire discorsi con altri partiti ci sono stati, ma oggi non prendo decisioni. Quindi non sparisce dalla scena politica... «Non direi perché in questo modo tradirei le persone che mi hanno eletto».

La minoranza chiede le dimissioni della Giunta. Che risponde: «irresponsabili» Botta e risposta tra minoranza, sindaco e giunta. Tutto ha inizio lunedì in consiglio comunale quando Guido Borsella, Udc, supportato da tutta la minoranza ha presentato un ordine del giorno in cui si chiedevano le dimissioni di giunta e sindaco perché si stava assistendo a una «gravissima crisi politica». La maggioranza, secondo i consiglieri di minoranza, «è piena di divisioni incolmabili sia sulla linea politica che sull'azione amministrativa, vedi anche l'astensione di Rifondazione Comunista sul Pgt. Quindi, Cremona non può più pensare di galleggiare per altri otto mesi, sarebbe deleterio per la città. A questo punto meglio dare la parola agli elettori e ritornare alle urne". L'ordine del giorno ha chiesto che «dato il ritardo cronico nella risoluzione dei gravi problemi della nostra città, viabilità, piano urbanistico, sicurezza, arredo urbano, sviluppo economico; l'essere stati travolti da casi e problematiche che hanno minato la fiducia delle persone, esempio la gestione del grave inquinamento presso l'area Tamoil ed oggi

l'implosione politica del gruppo consigliare e della giunta che qui sotto in sintesi elenchiamo: a) delegittimazione del sindaco da parte del capogruppo del partito democratico; b) assessori con deleghe di nevralgica importanza che non si riconoscono più in percorsi politici comuni; c) consiglieri comunali come Ceraso, esponente di un consenso moderato, ma ampio, della compagine di governo, ad oggi dimissionario, non condividendo più scelte e metodi della maggioranza; d) il dissenso del partito di Rifondazione Comunista sul piano generale del territorio, il che vuol dire la non condivisione della città del futuro. Alla luce di queste inconfutabili azioni politiche si invita il sindaco e la giunta a rassegnare le dimissioni per superare questa fase di incertezza politica ed amministrativa; ridare slancio alle idee per la città; ridare credibilità ad una futura azione di governo della

Gian Carlo Corada

nostra città; il bene comune di tutti i cittadini». La riposta del sindaco, Gian Carlo Corada, non si è fatta attendere sull’ordine del giorno della minoranza. Il primo cittadino ha così commentato: «E' nelle premesse sbagliato e nelle conseguenze irresponsabile. Sbagliato» continua il primo cittadino «perchè le problematiche dentro il Pd sulle candidature non hanno mai inciso nell'operatività dell'amministrazione. La giunta ha continuato ad operare». Ma Corada ha continuao: «Un

ordine del giorno irresponsabile nelle conseguenze perchè il Comune sarebbe di fatto commissariato e non si andrebbe ad elezioni anticipate fino alla scadenza normale di questa amministrazione fissata il prossimo anno in primavera». Quindi ha sottolineato il sindaco: «L'opposizione che fa una proposta del genere è irresponsabile». Ma ecco che arriva la controrisposta, un comunicato a firma di Carlo Malvezzi (capogruppo di Forza Italia), Italico Maffini (capogruppo della Lega Nord), Irene Nicoletta De Bona (capogruppo di An) e Guido Borsella (capogruppo Udc). Scrivono che «il documento che abbiamo presentato in Consiglio Comunale è un atto politico che sorge dalla constatazione che l’implosione di questa Giunta Comunale è un fatto evidente a tutti e costituisce un danno per la comunità cremonese. I segni di questa crisi sono molteplici: l’aver minato la fiducia dei cittadini su questioni importanti (il caso Tamoil), la mancanza di condivisione del progetto politico all’interno della maggioranza sfociato

nella candidatura di Beluzzi sostenuta dai vertici del Pd, la presa di distanza di Rifondazione Comunista rispetto all’adozione del Piano di Governo del Territorio che dimostra l’incertezza sulla visione della città di domani e da ultimo le significative dimissioni dell’ex capogruppo della Margherita. Veniamo accusati di irresponsabilità. Irresponsabilità sarebbe tacere, far finta di nulla, non evidenziare e rendere pubblico l’esaurimento della spinta ideale e progettuale di questa Amministrazione. Certamente troveranno un’apparente unità di facciata perché a dominare le scelte politiche è e sarà il terrore di perdere il potere. In realtà oggi più che mai il Sindaco Corada veste i panni del curatore fallimentare di un’esperienza politica superata, conservatrice

e senza futuro». Ma dell'ordine del giorno della minoranza se n'è parlato anche in giunta e, a firma del sindaco e di tutti gli assessori, viene replicato che «in riferimento all'ordine del giorno presentato dall'opposizione consigliare, nel quale viene avanzata la richiesta di dimissioni del Sindaco e della Giunta, siamo direttamente a testimoniare che i lavori di Giunta, di ogni singolo assessorato e dei relativi uffici non hanno subito alcuna battuta d'arresto ed hanno sempre funzionato a pieno ritmo, non avendo minimamente risentito del dibattito che ha impegnato il Partito Democratico nelle scorse settimane. Ciò a significare quanto l'ordine del giorno presentato sia assolutamente privo di premesse veritiere e plausibili».

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