Il Piccolo di Cremona

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Cronaca

Venerdì 24 Luglio 2009

Picchiato e derubato da due uomini che lo avevano contattato via internet spacciandosi per clienti. Ma l'onda di furti in casa colpisce anche un anziano derubato di 600 euro probabilmente da alcuni nomadi

Trans aggredito nella sua abitazione

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di Sara Pizzorni

iniscono nel mirino di ladri e rapinatori le abitazioni cremonesi. Due casi nel giro di due giorni si sono infatti succeduti nella nostra città. L'ultimo riguarda un uomo, picchiato e rapinato nella propria abitazione da due sconosciuti che lo hanno aggredito e derubato dei suoi effetti personali e di un personal computer. Vittima della violenta aggressione, accaduta poco prima della mezzanotte di mercoledì, è un brasiliano di 38 anni, che si è visto costretto a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell'ospedale di Cremona per lesioni in varie parti del corpo e per un trauma cranico. L'uomo ne avrà per una ventina di giorni. Delle indagini si sta occupando la polizia che, dopo essere stata avvertita dell'accaduto, ha effettuato un sopralluogo nell'abitazione e ha sentito la testimonianza dello straniero. L'uomo, che esercita la prostituzione, ha raccontato di aver avuto dei contatti on line con un cliente che ave-

Sul posto è intevenuta la Polizia

Rubati alcuni suoi effetti personali e anche il computer va poi invitato a raggiungerlo nella sua casa di Cremona. Fissato l'appuntamento, il 38enne ha atteso la visita della persona con la quale si era accordato per l'incontro. Quando è suonato il

In Breve non viene pagato, tenta il suicidio Tentativo di suicidio, giovedì mattina alle 7, in un cantiere edile di Marzalengo. Fortunatamente l'intervento dei carabinieri del Radiomobile di Cremona ha evitato la tragedia: i militari, infatti, con tatto e sensibilità hanno fatto desistere l'uomo che minacciava di gettarsi da una gru da un'altezza di trenta metri. I motivi del gesto sarebbero da attribuire a problemi economici e a lavori di muratura che la Edil Group, azienda attiva nel campo della prefabbricazione industriale, non avrebbe pagato ad un piccolo imprenditore edile di 25 anni, Muka D., albanese residente a Castrezzato, in provincia di Brescia. L'uomo, in regola con il permesso di soggiorno, stanco della situazione di precarietà in cui vive, aveva deciso di farla finita. Giovedì mattina alle 7 si è presentato nel cantiere e si è arrampicato fino in cima alla gru, con l'intento di buttarsi di sotto. L'arrivo dei militari del Radiomobile è stato immediato. Mentre uno dei due carabinieri ha raggiunto l'albanese in cima alla gru, l'altro, da terra, lo rassicurava e cercava di riportarlo alla calma. Alla fine l'uomo ha desistito dal suo proposito. Una volta sceso, è stato accompagnato in ospedale dove i medici lo hanno sottoposto ad accertamenti per assicurarsi del suo stato di salute. Ora è probabile che il 25enne, che lamenta 10.000 euro di lavori non pagati, sporgerà denuncia nei confronti dell'azienda.

operaio colpito da scarica elettrica Tragedia sfiorata nel terminal del porto fluviale di Cremona, nella zona della dogana: un operaio di 53 anni residente fuori provincia e dipendente di un'azienda esterna impegnata lungo il Canale, è stato colpito da una scarica elettrica mentre con un compressore stava ripulendo la cabina elettrica di un capannone del Servizio Porto e Navigazione. L'operaio è stato trovato a terra da un suo collega e poi soccorso dagli operatori del 118. E' stato ricoverato all'ospedale Maggiore con ustioni non gravi alle mani e alle braccia. «E' stato miracolato» hanno spiegato i soccorritori. «Se fosse stato colpito dalla linea dei 15mila volt presente nella cabina, sarebbe finita male». Ora sull'infortunio, che si è verificato nel pomeriggio, stanno indagando carabinieri e responsabili dell'Asl. Si dovrà accertare se l'operaio avesse adottato le precauzioni obbligatorie per la sicurezza sui luoghi di lavoro. L'uomo stava pulendo la cabina con un compressore. Ha avuto il tempo di aprire l'aria e dirigere il flusso, quando si è trovato ustionato a terra, con il tubo di rame a fianco e la bombola dell'aria sopra un muletto. I vigili del fuoco hanno ipotizzato che l'aria contenuta nel serbatoio del compressore fosse umida, e che, spruzzata, abbia avuto quell'effetto una volta entrata in contatto con l'elettricità.

campanello, l'uomo si è recato alla porta ed ha subito aperto, pensando di trovarsi davanti il cliente. Invece si sono presentati due uomini che hanno iniziato a colpirlo a calci e pugni, per poi derubarlo di alcuni effetti personali e del pc. Ora si cerca di rintracciare gli autori del pestaggio e della rapina, ma la descrizione fornita dalla vittima non è stata molto accurata. Poche, infatti, le indicazioni sui due uomini che l'hanno aggredito. Le indagini, co-

munque, sono in corso. Subito dopo il fatto, sul posto, insieme alla polizia, sono intervenuti anche i carabinieri. Un anziano residente a Cremona è stato invece preso di mira da due ladri, probabilmente nomadi, riusciti ad introdursi con una scusa all'interno della sua abitazione di piazza Caccia e a derubarlo di circa 600 euro. Una volta entrati nella casa, i due malviventi si sono divisi i compiti: uno si è occupato di distrarre il 70enne, mentre il complice, con uno stratagemma, è riuscito ad aggirarsi per le stanze alla ricerca del denaro, aprendo armadi e cassetti e lasciando tutto in disordine. Trovati i soldi, i due hanno salutato e ne se sono andati. Quando l'anziano ha capito di avere aperto la porta di casa a due ladri, ha avvertito la polizia, che ora sta indagando per cercare di risalire agli autori del furto. In mano, gli agenti hanno la descrizione dei due personaggi fornita dalla vittima. Indagini complicate, però: a sentire l'anziano, i due, entrambi italiani, non avrebbero tratti somatici particolari, né accenti specifici.

strage di gatti a robecco Morti o spariti 28 felini in un anno E' strage di gatti nel cremonese: a Robecco d'Oglio, nel giro di un anno, ne sono spariti o ne sono stati trovati avvelenati 28. Sette solo negli ultimi cinque giorni tra via Volta e via Europa. Il primo a sparire è stato un gattino di tre mesi che è uscito di casa e non ha più fatto ritorno. Qualche giorno più tardi, nella stessa zona, sono stati trovati morti due gatti appartenenti a una famiglia di viale Europa. Purtroppo per questo nucleo familiare non è la prima volta: mesi fa due dei loro animali erano già stati avvelenati. Ancora: in questi giorni è scomparso un altro gatto, mentre le carcasse di altri due sono state ritrovate nel cortile di una casa di via Volta. Una terza è stata rinvenuta sotto un camper all'interno di una cascina Ad effettuare il ritrovamento è stata una delle proprietarie della cascina che era andata alla ricerca della propria gatta, fuggita nell'aia. Per la maggior par-

te dei casi si pensa a un avvelenamento, anche se sul corpo dell'ultimo gatto, così come in altri felini, sono stati trovati segni di violenza. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco del paese Marco Pipperi: «Sono fatti molto incresciosi, gesti ripugnanti dal punto di vista etico. Evidentemente chi compie queste vigliaccate non sa di andare incontro a conseguenze molto serie, che prevedono il carcere». Il primo cittadino ha fatto affiggere nei locali le pene previste per chi uccide animali: «Per chi, per crudeltà o senza necessità, procura la morte di un animale, è prevista la reclusione da tre a diciotto mesi. Per chi procura lesioni o sevizia animali, oppure per chi li sottopone a fatiche e lavori molto pesanti è prevista la reclusione da tre mesi a un anno e la multa da 3mila a 15mila euro». Della sparizione o della morte degli animali è stata sporta denuncia ai carabinieri che stanno cercando di identificare gli autori.

Presunte usura e tangenti: indagini sui 2 casi Subito dopo gli arresti del ragioniere commercialista Fabio Galli e dell'imprenditore Achille Melgari, ritenuti responsabili di aver concesso prestiti a tassi usurari, a Cremona è scoppiato il caso delle presunte tangenti che riguardano il centro sportivo San Zeno, una società molto conosciuta in città, nata nel 1991 e che conta circa 3.600 soci. Il suo ex presidente, Giuseppe Torrisi, 51 anni, e il commercialista Fabio Filippini, 43 anni, sono accusati di estorsione nei confronti del titolare di un'impresa edile che tra l'ottobre del 2007 e l'agosto dell'anno successivo era stato incaricato di effettuare alcuni lavori all'interno del centro sportivo. A firmare l'avviso di chiusura delle indagini è stato il pm Francesco Messina, che accusa Torrisi, ispettore della polizia scientifica presso la Questura di Cremona, di aver costretto l'imprenditore, sotto minaccia, a versargli 80mila euro, una somma di denaro non dovuta. In qualità di presidente della cooperativa centro sportivo San Zeno, società che oggi conta circa 3600 soci, Torrisi, avvalendosi dell'intermediazione di Filippini, avrebbe velatamente minacciato il titolare dell'impresa edile, che, in caso di mancato pagamento del denaro richiesto, che era di 100mila euro, non avrebbe più ottenuto appalti commissionati dal centro sportivo, e non sarebbero stati sbloccati i pagamenti per le varianti eseguite nell'ambito di un contratto d'appalto già concluso. All'ini-

zio l'imprenditore si era piegato alle richieste di denaro, e aveva cominciato a pagare ratealmente, consegnando al commercialista prima 10mila euro, poi 40mila, poi ancora 10mila e infine 20mila euro, somme che Filippini avrebbe consegnato di volta in volta a Torrisi. Il commercialista, da parte sua, avrebbe quindi riferito al titolare dell'impresa edile le richieste estorsive avanzate da Torrisi, e avrebbe ricevuto e custodito presso il proprio studio 10 assegni da 10mila euro ciascuno consegnati dalla presunta vittima su richiesta dell'allora presidente del centro sportivo. Cospicue, nel faldone delle indagini, le intercettazioni telefoniche chieste a suo tempo dal pm Messina e autorizzate dal giudice per le indagini preliminari Marco Cucchetto. Giuseppe Torrisi è difeso dall'avvocato Massimiliano Cortellazzi, mentre Fabio Filippini dai legali Giovanni Benedini e Attilio Guarneri. «Dall'esame attento e ragionato di tutta la documentazione contenuta nel fascicolo del pm» ha tenuto a precisare l'avvocato Cortellazzi, «ivi comprese le intercettazioni telefoniche, non emerge una sola prova, ad avviso di questa difesa, contro il mio assistito, che dice di non aver mai né chiesto né preso denaro». Sul fronte usura, invece, reato del quale sono accusati il commercialista Galli e l'imprenditore Melgari, le indagini della guardia di finanza proseguono e gli sviluppi potrebbe-

ro non mancare. Intanto i due professionisti non sono più in carcere. Per loro il giudice Massimo Vacchiano ha deciso la misura più lieve degli arresti domiciliari. «Si tratta solo di una restituzione di denaro che lo studio Galli aveva anticipato ad uno dei suoi clienti che non poteva far fronte ai pagamenti per le dichiarazioni dei redditi» ha detto l'avvocato Filippo Rizzi, legale di Fabio Galli. «Il cliente che ha denunciato il mio assistito era seguito dallo studio dal 2007 per un'attività professionale e per altre attività di consulenza di cui tutti erano a conoscenza, comprese le nove impiegate che lavorano in studio. Era un amico di Fabio Galli fin dai tempi dell'oratorio. Non ha mai pagato nulla, e quando il commercialista gli ha chiesto il denaro, lui gli ha detto che avrebbe pagato, ma dilazionatamene». «In questo caso» ha concluso Rizzi, «la Guardia di finanza non ha verificato le circostanze, anche perché Galli ha sostenuto che poteva fornire spiegazioni riguardanti tutto il

materiale che è stato sequestrato, compresi documenti che nulla hanno a che vedere con le indagini». Gli arresti domiciliari sono stati concessi anche all'altro arrestato, Achille Melgari, imprenditore di Vescovato, titolare di una società la cui sede risulta presso lo studio Galli. Nel suo interrogatorio, Melgari, come ha riferito il suo legale, l'avvocato Paolo Fornoni, «ha risposto alle domande del giudice, prendendo atto delle contestazioni, fornendo una versione dei fatti frontalmente contrastante all'ipotesi accusatoria». L'avvocato non si è sbilanciato oltre. Fabio Galli e Achille Melgari hanno fatto il loro ingresso in carcere dopo le perquisizioni effettuate dalla Guardia di finanza sia nello studio di via Eridano del commercialista, che nell'abitazione, dove è stato sequestrato materiale che gli inquirenti ritengono interessante. Secondo i finanzieri, infatti, i due arrestati avrebbero gestito un giro di prestiti a tassi usurai. Presidente e Cda del centro sportivo San Zeno, lette le notizie pubblicate sulla stampa locale, hanno manifestato, con un comunicato ufficiale, «il loro stupore per quanto allo stato emerso. Intendono rassicurare i Soci circa il fatto che la Soc. Coop. Centro Sportivo San Zeno è assolutamente estranea ai fatti narrati e che le procedure agli atti risultano regolari. Si attende che l'autorità giudiziaria si determini nei confronti degli indagati».


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